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Star Wars: L’Ascesa Di Skywalker, diffusi nuovi rumor sui genitori di Rey

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In occasione della Star Wars Celebration era stato J.J. Abrams a confermare che Episodio IX: L’Ascesa di Skywalker avrebbe fatto luce sulle misteriose origini di Rey esplorando il passato del personaggio in vista della conclusione della saga.

Sapevamo che il film doveva essere una conclusione soddisfacente ed eravamo ben consapevoli che le origini di Rey è uno degli argomenti più discussi…ora non voglio dire che ciò che è successo in Episodio VIII non conta, ma posso affermare che il prossimo capitolo racconterà molto di più della storia di quello che avete visto.

Il regista ovviamente faceva riferimento alla scena di Gli Ultimi Jedi in cui Kylo Ren confessa all’eroina che “è soltanto la figlia di due mercanti di Jakku che ti hanno venduta in cambio di soldi“, ma ora un nuovo rumor diffuso dal sito Making Star Wars sembra riferire che uno dei genitori di Rey è un volto noto del franchise.

Secondo questa voce, suo padre è nientemeno che Han Solo. A quanto pare mentre Leia si addestrava con Luke, Han avrebbe avuto una relazione con un’altra donna e da quel rapporto sarebbe nata una figlia. Dopo questo evento Ben Solo, adirato, verrà spedito da Han nell’accademia jedi di Luke.

Trattandosi di una notizia non ufficiale vi invitiamo a prenderla con cautela. Di certo se la teoria dovesse essere fondata, si spiegherebbe la speciale connessione tra Rey e Kylo Ren mostrata nei precedenti capitoli di Star Wars. Che ne pensate? Riuscirà Episodio IX  a sciogliere ogni dubbio sulla questione?

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, tutte le rivelazioni della cover di Vanity Fair

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Fonte: Making Star Wars

Chris Hemsworth sul futuro di Thor, l’occasione mancata di X-Men e le paure dopo The Dark World

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Alla vigilia dell’uscita di Men In Black: International (quarto capitolo del franchise che lo vede protagonista al fianco di Tessa Thompson, già sua collega in Thor: Ragnarok), Chris Hemsworth ha concesso una lunga e interessante intervista a Variety ripercorrendo le fasi che hanno scandito la sua carriera a Hollywood, dall’inizio del percorso con i Marvel Studios alla sfida di mettersi in gioco con ruoli diversi.

Dopo il primo Thor mi sentivo limitato dall’atteggiamento rigido e serioso del personaggio. Così in vista di Ragnarok ho contattato Kevin Feige per proporgli un’idea abbastanza radicale. Il problema era che passati The Avengers e The Dark World ero come intrappolato nel ruolo, costretto in una tipologia di casting che mi avrebbe perseguitato per sempre. Quello era tutto ciò che aveva da offrirmi? Pensavo ci fosse dell’altro che potevamo fare.

Sappiamo dove ha portato questo “progetto” di cambiamento. In Avengers: Endgame Thor è irriconoscibile, alcoolizzato, sovrappeso, senza onore e nobiltà, rassegnato dagli eventi che gli hanno tolto la sua famiglia e il suo popolo.

Mi piaceva quella direzione“, dichiara l’attore a proposito del Lebowski Thor, “Perché stava contraddicendo tutte le aspettative.” E a quanto pare la bozza iniziale del film prevedeva un ritorno alla sua solita forma fisica verso la metà del film, decisione a cui Hemsworth si è opposto senza indugi. “Amavo quella versione di Thor, era così diversa da qualsiasi altro modo in cui avevo interpretato il personaggio che poi ha preso una piega tutta sua“.

Chris Hemsworth: dieci cose che non sai sull’attore

Ma l’intervista è anche la perfetta occasione per discutere dei successi e dei fallimenti, delle speranze e dei lavori mancati. Cominciando dal remake al femminile di Ghostbusters del 2016 dove è stato diretto da Paul Feig, un maestro della commedia contemporanea.

Ancora oggi resta uno dei miei ruoli preferiti, anche se stavo quasi per rinunciare. Tre o quattro settimane prima dell’inizio delle riprese Paul mi disse: ‘Sto per riscrivere il personaggio. Non preoccuparti.’ E poi ho ricevuto la sceneggiatura e non era cambiato nulla.” Secondo Hemsworth Feig aveva scelto di lasciare che gli attori improvvisassero molto sul set, dettaglio che lo spaventava a tal punto da pensare di mollare. “Avevo davvero paura, non avevo un piano, quindi mi stavo solo nutrendo del loro talento e mi sentivo semplicemente ridicolo nel farlo…ma l’ho usato.

E che dire della volta in cui stava per indossare i panni di un altro supereroe?

Ero davvero vicino dall’ottenere il ruolo di Gambit nel franchise di Wolverine, ma fu scelto Taylor Kitsch. Ero arrabbiato, i soldi stavano finendo, ma guardo le cose con filosofia: se avessi interpretato un X-Men, ora non sarei Thor“.

Per quanto riguarda il futuro, tra la rinuncia al nuovo film di Star Trek e i rumors su James Bond, la star australiana spiega che da qualche anno le sue scelte in termini professionali sono diventate più mirate e che si, gli piacerebbe tornare nel MCU per le prossime avventure del Dio del Tuono:

Vorrei fare di più, ad essere onesti, ma non so quale sia il piano. Mi sento come se avessimo aperto la porta ad un personaggio diverso, e non vedo l’ora di scoprire dove possa portarci“.

Fonte: Variety

Kit Harington in rehab per “problemi personali”

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Kit Harington in rehab per “problemi personali”

Kit Harington, star de Il Trono di Spade, ha partecipato a un “ritiro del benessere” prima della finale dello show su HBO, andato in onda lo scorso 19 maggio. L’addetto stampa dell’attore ha rilasciato una dichiarazione a Variety in cui dice: “Kit ha deciso di utilizzare questo break dall’attività lavorativa come un’opportunità di trascorrere del tempo in una struttura in cui potrà lavorare su alcuni problemi personali.”

Page Six ha riportato per la prima volta martedì la notizia in merito all’attore britannico, che ha interpretato Jon Snow nella serie HBO tratta dai romanzi di Martin. Secondo quanto riferito, Harington è arrivata al centro poche settimane prima della finale dello show il 19 maggio.

Nel recente documentario di Game of Thrones: Last Watch, possiamo vedere una scena che mostra l’attore che scoppia a piangere quando scopre che il suo personaggio ucciderà la sua amata Daenerys (Emilia Clarke) nell’episodio finale. Alla domanda su quel momento durante The Tonight Show di Jimmy Fallon, Harington ha detto: “Sono rimasto molto scioccato da certi eventi e poi mi si sono appannati gli occhi.”

In un’intervista, il trentaduenne, che è stato catapultato nella fama mondiale con il selvaggio successo dello show, si è aperto sul suo stato mentale ed emotivo mentre era impegnato nella serie, ammettendo che i suoi momenti “più oscuri” sono arrivati ​​quando Jon Snow è diventato il centro della narrazione.

“Non è stato un periodo molto bello nella mia vita – ha detto – Sentivo di essere la persona più fortunata al mondo quando, in realtà, ma mi sentivo molto vulnerabile, ho attraversato un periodo tremendo”.

“Il mio periodo più oscuro è stato quando lo show ha iniziato a pesare così tanto su Jon, da quando è stato ucciso a quando è tornato. Non mi piaceva molto l’attenzione dell’intero spettacolo su Jon, anche se quando diventi il ​​cliffhanger dello show televisivo, probabilmente il focus su di te è normale.”

In un’intervista con Esquire, Harington ha anche ammesso di avere avuto un crollo durante le riprese delle scene finali della serie.

“Il mio ultimo giorno di riprese, mi sentivo bene… mi sentivo bene… poi durante le ultime inquadrature ho cominciato a iperventilare – ha detto – Poi hanno chiamato la fine delle riprese, e sono crollato; è stato un sollievo il fatto di non doverlo rifare di nuovo.”

Non sappiamo cosa riserverà a Kit Harington il suo futuro professionale. Speriamo però di rivederlo presto in buona salute psicofisica alla prese con qualche altro personaggio amabile come Jon Snow.

Sappiamo che Kit Harington è anche trai protagonisti del primo film in lingua inglese di Xavier Dolan, The Death and Life of John F. Donovan, che non ha ancora una data d’uscita italiana ma che speriamo di vedere presto in sala.

X-Men: Dark Phoenix, il regista paragona il film a Endgame e Game of Thrones

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Il 2019 verrà ricordato come l’anno della fine di diverse saghe importanti della cultura popolare: lo scorso aprile i Marvel Studios hanno chiuso con Avengers: Endgame la storyline delle gemme dell’infinito iniziata nel 2008; sue settimane fa la HBO ha mandato in onda l’ultimo episodio della stagione finale di Game of Thrones; a dicembre Episodio IX chiuderà il racconto della famiglia Skywalker; infine il 6 giugno il pubblico potrà dire addio ai Mutanti, almeno quelli gestiti dalla Fox e in previsione del loro arrivo nel MCU, grazie a X-Men: Dark Phoenix.

Questo senso di fine annunciata sembra aver accompagnato il regista di Dark Phoenix Simon Kinberg durante la progettazione del film, e proprio per questo i paragoni con Il Trono di Spade o Endgame sembrano più appropriati che mai in vista dell’uscita del cinecomic.

Mi sono avvicinato a questo film come se fosse il culmine di vent’anni di storytelling in cui ho vissuto insieme agli X-Men e visto questa famiglia riunirsi. In particolare Dark Phoenix sfida quell’idea di famiglia facendola a pezzi in un modo nuovo. Sicuramente ci saranno altri film sui Mutanti in futuro, ma il ciclo affrontato con questo cast doveva terminare…un po’ come ha fatto Game of Thrones, o Endgame, sfidando il destino e dirigendosi verso il tramonto di un’era“.

Di fatto il franchise di X-Men, compreso il riavvio dopo la trilogia originale, è il più longevo della storia del cinecomic: il primo film, diretto da Bryan Singer, uscì infatti nel 2000 riscrivendo per sempre il corso dell’approccio cinematografico all’adattamento dei fumetti Marvel. Ora la fusione tra Disney e Fox rimescolerà ulteriormente le carte in tavola favorendo l’ingresso dei personaggi nell’universo condiviso, un evento che i fan attendono da tantissimo tempo.

Leggi anche – X-Men: Dark Phoenix, la conferenza stampa con il cast

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X-Men: Dark Phoenix è già stato apostrofato da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per la serie di film di X-Men. “Lo vedo come un nuovo capitolo. Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan [Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel 2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui supereroi,  e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era davvero rivoluzionario.”

Il produttore Hutch Parker l’ha inoltre inscritto nella categoria “thriller hitchcockiano”, in omaggio al maestro del genere, parlandone in un’intervista con ScreenRant durante il WonderCon di Anaheim, California, confermando la linea editoriale del franchise che ha sempre dato un tono specifico ad ogni film.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

X-Men: Dark Phoenix, Jean Grey perde il controllo nel nuovo trailer

Fonte: Comicbook

Vedova Nera: iniziate le riprese del nuovo film Marvel

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Vedova Nera: iniziate le riprese del nuovo film Marvel

Come riportato da un giornale locale norvegese, sono ufficialmente iniziate le riprese di Vedova Nera, nuovo standalone dei Marvel Studios dedicato al personaggio visto di recente in Avengers: Endgame e che sarà interpretato ancora una volta da Scarlett Johansson. Diverse fonti dicono di aver visto l’attrice atterrare a Ørsta, città della Norvegia, mentre la produzione ha già allestito il set.

A confermarlo sono queste immagini trapelate su Twitter che mostrano il titolo di lavorazione del film, “Blue Bayou”, e l’attrice che viaggia in un’auto privata.

Possibile dunque che le prime scene del cinecomic vengano girate in questa zona e che la troupe si sposti il prossimo mese ai Pinewood Studios, nel Regno Unito, per proseguire i lavori.

Resta ancora irrisolto il mistero sulla timeline del film: c’è chi pensa che si tratterà un prequel ambientato prima di Iron Man 2, tuttavia secondo quanto riferisce un recente rumor Vedova Nera potrebbe svolgersi addirittura dopo gli eventi di Captain America: Civil War, e non alla fine degli anni Novanta come teorizzato negli ultimi mesi.

https://twitter.com/bestofwidows/status/1133497892319088640?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1133497892319088640&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Fmarvel%2F2019%2F05%2F29%2Fscarlett-johansson-starts-filming-black-widow-solo-movie-mcu%2F

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

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Deadline ha confermato che O-T Fagbenle (Luke Bankole nella pluripremiata serie The Handmaid’s Tale) è entrato nel cast del film e interpreterà il principale antagonista.

Le riprese inizieranno a Giugno in Inghilterra con la regia di Cate Shortland, con la sceneggiatura riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non sono stati ancora rivelati.

Al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare un membro del team dei Vendicatori.

Leggi anche – Avengers: Endgame, per Vedova Nera era previsto un altro “destino”

Fonte: Sunnmørsposten

Personaggi come proprietà intellettuali: fumetto al cinema, web e tv – Dampyr, Diabolik, Dragonero

Nel momento storico in cui il pubblico del cinema e della tv piange la fine de Il Trono di Spade e della Fase 3 del Marvel Cinematic Universe con Avengers: Endgame, nel panorama italiano si staglia una possibilità simile a queste grandi realtà condivise, che mira a costruire un universo di personaggi (del fumetto) che appartengono ad un immaginario già consolidato.

Se infatti la serie HBO aveva le spalle forti dei romanzi di George R.R. Martin e il progetto dei Marvel Studios ha dalla sua la storia della Marvel Comics, in Italia la Sergio Bonelli Editore mira a realizzare un progetto simile, facendo leva sulle sue proprietà intellettuali. Un’idea rischiosa ma intrigante, una formula vincente nei due casi citati, dal momento che gli spettatori hanno dimostrato che amano vedere i prodotti che si basano su un immaginario già consolidato e conosciuto, ma anche perché c’è un grande interesse per l’immaginario soap-operistico, ovvero delle trame che si evolvono nel tempo.

Ne hanno parlato Riccardo Chemello, Michelangelo La Neve, Giovanni Masi, Enrico Paolantonio, Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti con Mauro Uzzeo, nell’ambito del talk intitolato Personaggi come proprietà intellettuali: fumetto al cinema, web e tv, durante l’Arf Festival, il festival del fumetto a Roma, edizione numero 5.

Dampyr, l’inizio del Bonelli Universe

A prendere per primo la parola è stato Vincenzo Sarno, l’uomo a capo dello Sviluppo Multimediale dei progetti Bonelli. Questo vuol dire che per personaggi come Dylan Dog, Tex, Dragonero, Dampyr ci saranno adattamenti cinematografici televisivi di romanzi o videogiochi e che lui sarà coordinatore di tali progetti, a partire dal film su Dampyr, già annunciato al Lucca Comics and Games.

“Niente come l’interesse di un pubblico mi smuove e mi fa fare un passo verso la realizzazione di un sogno – esordisce SarnoCon Bonelli stiamo cercando di dare un orizzonte definito a cosa sono i nostri sogni, ovvero di riuscire a portare sugli schermi dei vostri cinema, dei vostri smartphone, dei vostri televisori l’universo l’universo a fumetti Bonelli, in maniera coerente, organica e organizzata ma soprattutto in maniera bella. La Bonelli che non è mai cambiata ed è sempre rimasta fedele ai suoi sani principi, alla sua forza e alla sua qualità, ha scelto di fare delle eccellenze i vascelli su cui passare dalla carta stampata agli schermi della televisione e del cinema. Queste eccellenze sono le persone che mi stanno sedute accanto e sono quelle con cui Sergio Bonelli Editore ha condiviso sogni e che stanno lavorando per creare un universo narrativo che voi possiate seguire al cinema e in tv.”

Al fianco di Bonelli, per questo progetto, ci sono la Eagle, rappresentata da Roberto Proia, e la Brandon Box, il cui portavoce è invece Andrea Sgaravatti. “La Eagle Pictures ha iniziato a distribuire 32 anni fa, ma ha iniziato a produrre 4 mesi fa – spiega Proia – Si tratta di una nuova direzione che abbiamo preso perché così possiamo raccontare storie nostre. Per noi, produrre un film come Dampyr, di cui daremo qualche anticipazione oggi, significa collaborare con la Bonelli, che è come se fosse la Marvel negli Stati Uniti. Il potenziale del brand è altissimo, c’è una storia importante che parte da lontano e che ha tutte le caratteristiche per finire sul grande schermo, poi quando Andrea Sgaravatti di Brandon Box ci ha portato il progetto, c’era già a bordo il regista. In Eagle crediamo tantissimo che per poter portare gente al cinema, serva sangue nuovo e siamo stati conquistati dal lavoro di Riccardo Chemello. Non ha mai fatto lungometraggi ma ha un curriculum impressionante e la sua visione ci ha fatto capire che eravamo ‘sulla stessa pagina’.”

A sorpresa, anche per i presenti coinvolti nel progetto, Proia continua spiegando che il sequel del film è già in via di sviluppo: “Per noi Dampyr non inizia né finisce con il primo film, nel senso che a breve cominceremo a lavorare sulla sceneggiatura del secondo. Le riprese del primo film sono previste ad ottobre, siamo in fase finale di casting, non abbiamo nomi ufficiali, ma possiamo dirvi che la direttrice del casting è Gail Stevens, che ha lavorato con Danny Boyle. A noi serviva un partner in Inghilterra che fosse affidabile e con lei ci siamo trovati bene.”

Segue a ruota Andrea Sgaravatti, al quale si deve l’iniziativa di un film sul personaggio di Boselli e Colombo, con la sua Brandon Box: “Abbiamo sempre cercato di raccontare storie che nessuno racconta in Italia, e siamo sempre stati grandi appassionati di fumetto, in particolar modo della Sergio Bonelli Editore. Quando nei primi anni 2000 è uscito Dampyr, mi chiedevo perché in Italia non facevamo film di questo tipo. Anni dopo, quando c’è stata la possibilità di fare questo passo, ci siamo presentati dai Bonelli e abbiamo proposto di lavorare insieme al progetto sul film di Dampyr, e incredibilmente da lì è partito tutto. Abbiamo cercato di proporre un progetto solido, con Riccardo (Chemello, ndr) non avevamo mai lavorato ma abbiamo sempre percorso una strada parallela, ci eravamo toccati spesso e poi c’è stata l’occasione di lavorare insieme.”

Chiamato in causa già due volte, Riccardo Chemello, che dirigerà Dampyr, commenta: “Sono onorato di lavorare a questo progetto con tutti loro, e onorato di poter scrivere con voi una nuova pagina di Sergio Bonelli che sono sicuro aprirà a un futuro fantastico. Per me è stato un onore entrare in questo progetto perché ho passato gli ultimi anni a lavorare nel commerciale e questo è stato un treno che è passato e che ho preso al volo perché mi dava la possibilità di raccontare storie di persone, cosa che nel commerciale non capita. Possiamo dire che il film racconterà la genesi dei protagonisti e ho sentito subito l’attrazione di raccontare la storia di un antieroe che diventa eroe.”

Ma prima del film, della storia filmata, c’è la storia scritta, quella che Vincenzo Sarno ha affidato a Mauro Uzzeo, Giovanni Masi e Alberto Ostini. E così Sarno presenta la sua squadra: “Quello che abbiamo scelto di fare è stato anche frutto dei talenti che abbiamo scelto di coinvolgere. Quando mi hanno chiesto quali fossero i nomi delle persone adatte a realizzare il primo capitolo dell’Universo Cinematografico Bonelli, io ho pensato a Mauro Uzzeo, Giovanni Masi e Alberto Ostini, che sono stati i tre punti d’appoggio del progetto, forse più di quanto loro stessi si rendessero conto, perché man mano che passavano i mesi, loro erano sempre più il centro, il big bang di un universo narrativo e leggere nei loro occhi la professionalità e l’entusiasmo è un’emozione che non ha pari. Pensate alle cose che vi rendono felici la mattina, quando vi alzate; ecco, io ero felice di incontrare loro, felice di sentire il loro punto di vista su quello che poteva essere il primo grande passo.”

E mentre Ostini era purtroppo assente, ha preso la parola Giovanni Masi, che è conosciuto principalmente come sceneggiatore di fumetti ma che vanta una lunga carriera anche nella scrittura audiovisiva: “Ancora mi ricordo la telefonata in cui Vincenzo ci diceva ‘vi vogliamo’ ed è stato molto emozionante, e in realtà con Bonelli ho lavorato quasi sempre sui fumetti, ma con Mauro (Uzzeo) abbiamo lavorato per più anni sull’audio/video che sul fumetto puro e semplice. Stiamo lavorando insieme su un’altra serie Bonelli molto importante. Quando è arrivata la chiamata su Dampyr, sapevo già che è una della property più importanti della casa editrice, è una storia gigantesca. Il modo in cui lo abbiamo approcciato in scrittura è stato proprio la consapevolezza di mettersi al lavoro su una cosa più grande di noi. Non è solo il nostro, ma è un progetto enorme per tutti, per Bonelli, per Eagle e per Brandon Box. Vincenzo dice che era contentissimo di vederci, per noi era lo stesso, ma vi assicuro che ogni volta che entri al numero 38 di via Buonarroti, ti rendi conto che devi dare sempre il massimo.” E Uzzeo lo segue a ruota: “Ma era molto divertente scoprire a poco a poco che si stava lavorando al primo tassello del Bonelli Universe, che poi avrebbe coinvolto altri film e un sequel, a quanto pare, da quello che apprendiamo oggi. Era una di quelle cose che sognavamo, però sentirlo dire dai produttori è un’altra cosa.”

Il primo film su Diabolik

Ma le proprietà intellettuali dei fumetti italiani che arriveranno al cinema non si esauriscono con Dampyr, visto che anche un altro personaggio famosissimo di carta e inchiostro sta per essere adottato dalla celluloide. Si tratta di Diabolik, e per parlarne è intervenuto lo sceneggiatore Michelangelo La Neve, che sta lavorando con i Manetti Bros al film, un progetto che va avanti da anni e che adesso sta prendendo una forma concreta.

La Neve ha spiegato che prima di adesso, l’approccio alla realizzazione di un film sul personaggio di Angela Giussani era sempre stato viziato dall’intenzione di riscrivere le origini del personaggio e dargli motivazioni artificiose rispetto all’originale delle storie a fumetti. “Il nostro approccio è stato quello di studiare il personaggio del fumetto, capirlo e non tradirlo fino in fondo. Cercare di raccontare questo, prima di tutto, e per questo siamo riusciti ad arrivare a raccontare Diabolik. È un’icona e non bisogna avere l’arroganza di tradirlo, ma è necessario usare i meccanismi del cinema per portarlo sul grande schermo. Nella seconda parte del film, ci siamo basati principalmente sul numero tre, dove si racconta l’incontro tra Eva e Diabolik.” E poi conclude: “Io sento una grandissima responsabilità perché questa porta che si è aperta sul mondo del fumetto possiamo chiuderla definitivamente o spalancarla, a seconda di come lavoriamo, e per me la cosa migliore che può succedere, in questa circostanza di difficoltà del mercato del fumetto, è che le idee per i fumetti diventino multimediali.”

Dragonero animato per la tv

Da vero colosso del fumetto e proiettata nell’entertainment, la Bonelli non ha in serbo solo un film su Dampyr, ma anche la serie animata su Dragonero, una delle property più ricche della casa editrice. Sempre Vincenzo Sarno ha poi esposto i meriti di quelle che sono le menti dietro alla nascita del brand: “Stefano Vietti e Luca Enoch, padri di Dragonero, hanno portato in casa editrice un’idea, ovvero quello che era Dragonero sin dalla sua origine. Era un universo coerente, un mondo fantasy, prima di Game of Thrones c’era Dragonero, hanno fatto world building. Quando ho visto il primo progetto era la realizzazione dei miei sogni. Man mano che si sviluppava il progetto sono arrivati in tanti, tra cui Mauro Uzzeo, Giovanni Masi e Federico Rossi Edrighi che sono diventati gli sceneggiatori della serie tv. Niente poteva renderci più felici di avere con noi non solo persone che lavoravano già in Bonelli, ma che avevano lavorato insieme per la Rainbow.”

Enrico Paolantonio, regista della serie, ha dichiarato: “Ho cominciato, lavorando nel campo del fumetto. Quando mi ha chiamato Vincenzo Sarno mi ha chiamato mi tremavano le gambe. È un impegno enorme per me ed è un lavoro di due anni di studio che ci hanno fatto capire cosa non fare. Il pilota ci mostra invece dove volevamo andare e dove andremo. Ma oltre all’azione, ci sarà anche tanto studio dei personaggi, e sarà una delle tante storie che i tre protagonisti affrontano.”

A chiusura dell’incontro, Sarno sottolinea quanto non sia affatto scontato, per i talenti coinvolti, lavorare con la Bonelli: “Noi siamo esigenti, non è facile lavorare con noi. Non vogliamo per forza vincere la partita, ma la dobbiamo giocare benissimo”. E sicuramente i presupposti per una grande partita ci sono tutti.

Saturno Contro: 10 cose che non sai sul film

Saturno Contro: 10 cose che non sai sul film

Saturno contro è uno dei film più brillanti degli ultimi anni, capace di approfondire le tematiche di una società che perde sempre più di sentimento.

Un film delicato, amante dei propri personaggi, in grado di approfondire le proprie psicologie personali che poi non sono altro che il riflesso di quelle collettive, lavorando su sentimenti come la separazione, l’amore e l’amicizia.

Ecco, allora, dieci cosa da sapere su Saturno Contro.

Saturno contro film

saturno contro

1. Mescolare amicizia e amore. Secondo il regista Ferzan Ozpetek, Saturno contro è un film che mescola amicizia e amore, due sentimenti ben difficili da distinguere. Il regista stesso li ha sempre mescolati senza riuscire e viverli entrambi in maniera isolata.

2. L’omosessualità non è l’argomento centrale del film. A differenza di quello che apparentemente potrebbe sembrare, in questo film non è l’omosessualità ad essere il tema principale. Casomai, le tematiche del film risiedono proprio in quel confine labile che esiste tra amore ed amicizia, analizzando quei sentimenti e mostrando come delle storie di amicizia sarebbero potute diventare d’amore e di come alcuni amori possono diventare amicizie.

3. Il film si riferisce al pianeta in senso astrologico. Il titolo del film, così come il senso assunto dal lungometraggio stesso, si riferisce all’astrologia e al fatto che, in genere, secondo gli astrologi quando Saturno è contro i diversi segni zodiacali si verificano cambiamenti, rotture e nuovi sviluppi nei rapporti.

Saturno contro streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Google Play, Infinity e Tim Vision.

Saturno contro cast

saturno contro

5. Per Ennio Fantastichini è stato come rivivere la gioventù. Stando a quanto detto dal compianto attore Ennio Fantastichini, scomparso recentemente, lavorare a questo film gli ha ricordato di quando negli anni ’70 l’amicizia voleva dire condividere tutto, vedersi tutte le sere e considerarsi tutti come dei fratelli.

6. Ambra Angiolini aveva timore del suo ruolo. Sembra che una delle interpreti più timorose verso questo progetto fosse proprio Ambra Angiolini. Tuttavia, l’attrice è stata particolarmente compresa e il regista le è stato molto vicino per supportarla e darle fiducia.

Saturno contro trama

7. Tanti personaggi in un solo film. Saturno contro racconta tante diverse storie di amicizie e amori vecchi e nuovi che si trovano a condividere la stessa serata. Tutti quanti si trovano a fare i conti con la crisi delle ideologie e con il fatto che la vita di oggi non è più quella della loro gioventù e di quanto sia necessario riscoprire il senso e i sentimenti alla base di un gruppo.

8. Fare a patti con la separazione. I protagonisti, ognuno alla sua maniera, si trovano a confrontarsi con il tema della separazione e con il fatto di avere difficoltà nell’accettarla. Non solo nei rapporti interpersonali, ma anche tra loro stessi.

Saturno contro frasi

9. Frasi da ricordare. Un film come Saturno contro non poteva non avere delle frasi iconiche, simboliche ed uniche da non ricordare. Ecco, allora, qualche esempio in merito:

  • Io esagero sempre… è il mio unico pregio
  • Nessuno vorrebbe essere come me. Neanche io.
  • L’unico modo per smettere un vizio è iniziarne un altro.
  • Il problema non è accettare, ma condividere.
  • È questo il bello dell’amicizia: capire le esigenze dell’altro ed esaudirle prima ancora che te lo chieda.
  • Non mi piacciono le etichette, se una persona mi piace non bado a cos’è o a chi è…

Saturno contro colonna sonora

10. I brani del film sono d’eccezione. La colonna sonora del film è stata realizzata da Neffa e da Riccardo Eberspacher. Dei vari brani, Neffa ha scritto il brano principale dal titolo Passione.

Revolutionary Road: 10 cose che non sai sul film

Revolutionary Road: 10 cose che non sai sul film

Revolutionary Road ha letteralmente ammaliato il pubblico grazie ai temi narrati e alle incredibili interpretazioni dei due attori protagonisti, tornati a dividere lo schermo diversi anni dopo Titanic.

Ambientato negli anni ’50 e tratto dall’omonimo romanzo, questo lungometraggio racconta le vicissitudini di una giovane coppia che si trova divisa tra lo stereotipo sociale e una vita fatta di sogni ed aspirazioni.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Revolutionary Road.

Revolutionary Road film

revolutionary road

1. Il ritorno di una coppia d’oro. Revolutionary Road è stato il secondo film che ha rivisto sullo schermo una delle coppie più amate dello star system: Kate Winslet e Leonardo DiCaprio. Undici anni dopo il successo di Titanic, i due sono tornati a recitare insieme in questo film.

2. È stato dedicato a due bambini. Nei titoli di coda del film è possibile notare la dedica “Per Mia e Joe”. questi sono i nomi dei primi due figli di Kate Winslet, Mia avuta con il primo marito Jim Threapleton, e Joe avuto proprio con Sam Mendes, regista del film.

3. Alcuni momenti non sono stati inclusi nel film. Alcune scene del trailer americano e internazionale non sono state incluse nel montaggio finale del film, come la scena in cui Frank dice “Nulla è per sempre, no?” e quella in cui Helen mostra ai Wheelers la loro futura casa.

Revolutionary Road streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere questo film, o vederlo per la prima volta, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale come Rakuten Tv, Chili, Google Play, iTunes e Netflix.

Revolutionary Road trama

revolutionary road

5. Contro lo stereotipo della famiglia USA anni ’50. Revolutionary Road è un film ambientato nel Connecticut di metà anni ’50 e racconta le vicende della giovane coppia formata da Frank e April Wheeler. Entrambi si sentono molto diversi dall’ambiente borghese, ognuno ha i propri sogni e in comune hanno il desiderio di trasferirsi a Parigi. Eppure, i due si troveranno oppressi da un mondo che non gli appartiene, basato sull’ipocrisia, arrivando al punto di non sopportarsi nemmeno più.

Revolutionary Road libro

6. Si basa su un omonimo romanzo. Questo è un film basato sull’omonimo romanzo di Richard Yates, realizzato nel 1961. Lo scrittore, soprattutto in questo libro, ha sempre cercato di descrivere la vita della classe media americana del ventesimo secolo. Nella fattispecie, in questo libro ha raccontato la storia di una coppia che si trova divisa tra il doversi adeguare alle regole sociali o al voler assecondare i propri sogni.

7. Nel libro viene citato un dramma. Non è mai stato nominato nel film, ma nel romanzo originale di Yates, il dramma in cui recita April è La foresta pietrificata di Robert E. Sherwood, scritto nel 1935. Nella commedia, la protagonista femminile, Gabby, sogna di lasciare ciò che lei vede come un’esistenza monotona negli Stati Uniti per trasferirsi in Francia. Questo è anche il sogno della stessa April.

Revolutionary Road frasi

8. Un film fatto di frasi indimenticabili. Questo lungometraggio si sviluppa e si esprime grazie anche ad una serie di frasi iconiche e davvero indimenticabili. Ecco qualche esempio:

  • Per anni ho pensato che noi condividessimo un segreto: che noi due saremmo stati meravigliosi nel mondo. (April Wheeler)
  • No, non vuoi, perché non ti sei mai provato in nulla e se non ti provi in nulla, non puoi fallire… Ci vuole spina dorsale per vivere la vita che vuoi, Frank. (April Wheeler)
  • Se uno vuole giocare alla casa deve trovarsi un lavoro, se uno vuole giocare alla casa molto carina, una delizia di casa allora deve avere un lavoro che non gli piace. (John Givings)
  • Le persone sono vive lì, non come qua. Io so solo April, che voglio sentire, sentirle veramente, capisci? Che te ne pare come ambizione? (Frank Wheeler)

Revolutionary Road cast

9. Matt Damon era stato considerato come protagonista. Prima che il ruolo di Frank Wheeler andasse definitivamente a Leonardo DiCaprio, si era pensato di considerare vari attori. Uno di questi era Matt Damon che, però, non ha potuto partecipare al film a causa di conflitti lavorativi.

10. Un film pieno di premi Oscar. Il cast di questo film è veramente stellare ed anche uno dei più premiati. Tra i protagonisti, infatti, ci sono Leonardo DiCaprio (Miglior Attore Protagonista per Revenant – Redivivo), Kate Winslet (Miglior Attrice Protagonista per The Reader) e Kathy Bates (Miglior Attrice Protagonista per Misery non deve morire).

Fonti: IMDb

Million Dollar Baby: 10 cose che non sai sul film

Million Dollar Baby: 10 cose che non sai sul film

Million Dollar Baby ha affascinato milioni di persone in tutto il mondo, coinvolgendo il pubblico con la storia drammatica narrata e con le eccellenti interpretazioni dei protagonisti.

Uscito nel 2004, questo film si può definire più che riuscito, arrivando anche a vincere ben quattro Oscar per il Miglior Film, la Miglior Regia, la Miglior Attrice Protagonista a Hilary Swank e il Miglior Attore non Protagonista a Morgan Freeman.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Million Dollar Baby.

Million Dollar Baby film

million dollar baby

1. Ci sono voluti quattro anni per realizzarlo. Il produttore Al Ruddy amava la storia ed era determinato a trasformarlo in un film, trascorrendo quattro anni alla ricerca di sostenitori che fossero interessati ad aiutarlo a realizzarlo. Dopo aver contattato diverse persone che gli sconsigliavano di fare un film del genere, l’unico a sostenerlo è stato Clint Eastwood, rimasto di stucco dopo aver letto la sceneggiatura.

2. Molti studios lo hanno respinto. Million Dollar Baby era rimasto per molti anni in fase di sviluppo, poiché rifiutato da molte case di produzione che non erano convinte dell’argomento trattato, ritenendolo poco interessante. Dopo il rifiuto della Warner Bros. di sostenere l’intero budget, che ha collaborato lungamente con Eastwood, lo stesso regista persuase Tom Rosenberg della Lakeshore Entertainment a mettere insieme metà del budget insieme alla Warner.

3. Le riprese sono finite in anticipo. Questo film è stato realizzato alla velocità della luce, completando le riprese in soli 37 giorni. Basti pensare, però, che i giorni considerati per la lavorazione e le riprese erano 39: le riprese, quindi, sono finite con ben due giorni d’anticipo.

Million Dollar Baby streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere per la prima volta o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play, iTunes e Tim Vision.

Million Dollar Baby frasi

million dollar baby

5. Un film ricco di frasi significative. Questo film è stato generatore di frasi iconiche e indimenticabili che, a distanza di anni, fanno ancora parte dell’immaginario collettivo. Ecco qualche esempio:

  • Mo cuishle significa mio tesoro. Mio sangue. (Frankie Dunn)
  • Chiunque al mondo può perdere un incontro.
  • Non voglio altri allenatori, capo. Io voglio lei. (Maggie Fitzgerald)
  • Io ti ho trovato un pugile e tu l’hai fatta diventare la migliore. (Scrap)

Million Dollar Baby storia vera

6. Katie Dallam sarebbe la vera Maggie Fitzgerald. Sembra che la storia del film abbia preso spunto dalla vita di Katie Dallam, ex pugile che, durante un match, si ruppe il naso e dopo una serie di colpi alla testa cadde in coma. Al suo risveglio le sue aspettative erano quelle di rimanere un vegetale per tutta la vita, ma dopo molti anni ha ricominciato a vivere, seppure in maniera limitata.

7. Il film è basato su tre racconti. Million Dollar Baby non si è ispirato al un solo racconto: infatti, sono stati tre i racconti di F.X. Toole, pseudonimo di Jerry Boyd ad ispirarlo: The Monkey Look, Million $$$ Baby e Frozen Water. Sono state usate anche alcune parti dell’introduzione. Il suo racconto Rope Burns: Stories from the Corner è dedicato all’uomo che lo ha introdotto alla Boxe, Dub Huntley e anche questo libro ha contribuito alla realizzazione del film.

Million Dollar Baby cast

8. Hilary Swank è stata male prima delle riprese. Hilary Swank contrasse un’infezione batterica da una vescica che aveva sviluppato sul piede durante l’allenamento per il suo ruolo. L’infezione era così grave che ha dovuto quasi essere ricoverata in ospedale per tre settimane. Tuttavia, riuscendo a prendere l’infezione in tempo, scelse di prendersi una settimana di riposo medico e di non dire niente a Clint Eastwood o agli altri produttori del film dell’incidente.

9. Morgan Freeman avrebbe dovuto interpretare un altro personaggio. All’inizio, Morgan Freeman è stato contattato per interpretare il ruolo di Frankie Dunn. Ma ben prima che Eastwood assumesse la regia e il ruolo da protagonista, Freeeman ha deciso di prendere la parte di Eddie “Scrap-Iron” Dupris.

10. Sandra Bullock era stata contattata per il ruolo da protagonista. La prima attrice ad essere contattata per il interpretato il ruolo di Maggie fu Sandra Bullock. L’attrice avrebbe voluto fare il film con Shekhar Kapur alla regia. Ma quando la produzione aveva cominciato a lavorare al film, il suo impegno al film Miss F.B.I. – Infiltrata speciale (2005) le ha impedito di partecipare alle riprese.

Fonti: IMDb, Indipendent

La Famiglia Addams: ecco il trailer italiano

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La Famiglia Addams: ecco il trailer italiano

La Famiglia Addams, la dark family più strana ed esilarante del piccolo e del grande schermo, sta per tornare al cinema con un film prodotto e distribuito in tutto il mondo dalla major MGM, che in Italia è distribuito da Eagle Pictures.

Un inedito cast di doppiatori è pronto a farvi tremare… dal ridere! Tra i protagonisti de La Famiglia Addams troveremo Virginia Raffaele e Pino Insegno nei panni di Morticia e Gomez. Eleonora Gaggero e Luciano Spinelli presteranno la loro voce ai figli Mercoledì e Pugsley. Nel ruolo di Zio Fester, incredibile ma vero, proprio Raoul Bova. Ma la vera novità è Loredana Bertè che per la prima volta presterà la sua inconfondibile voce a un personaggio cinematografico, interpretando la Nonna Addams!

La Famiglia Addams è realizzato con una sofisticata grafica in stop motion animation, che ricorda molto lo spirito e i disegni delle storiche vignette del suo creatore Charles Addams. Diretto da Conrad Vernon e Greg Tiernan (il primo particolarmente noto per la regia di film come Shrek 2 e Madagascar 3 – Ricercati in Europa), La Famiglia Addams uscirà in Italia neanche a dirlo il 31 ottobre, giorno di Halloween!

La Famiglia Addams, la trama

La famiglia Addams deve affrontare Margaux Needler, una subdola conduttrice di reality televisivi “consumata dal desiderio dell’assoluta perfezione color pastello della vita suburbana”. Ciò accade mentre gli Addams si apprestano a ricevere i parenti per un’importante riunione di famiglia.

MCU: 10 easter egg che potrebbero essere sviluppati nella Fase 4

MCU: 10 easter egg che potrebbero essere sviluppati nella Fase 4

Alcuni indizi seminati nel corso dei primi undici anni dell’universo cinematografico Marvel non sono stati ancora sfruttati, lasciando così una finestra aperta sul futuro e su un possibile sviluppo magari già a partire della Fase 4.

Ma di quali easter egg parliamo? Ecco i più intriganti del MCU:

Il bozzolo di Adam Warlock

Nel franchise di Guardiani della Galassia è presente un ovvio riferimento ai fumetti che i fan avranno subito riconosciuto, ovvero il bozzolo di Adam Warlock nella bottega del Collezionista.

E mentre viene fornito un retroscena sulle gemme dell’infinito, Gamora e Star-Lord si ritrovano di fronte a quello che è chiaramente la custodia di Warlock dei fumetti. Il personaggio non è ricomparso (per ora), ma niente esclude il suo ritorno in scena per le prossime avventure cosmiche del MCU…

Cosmo

I tesori del Collezionista contenevano tantissime curiosità per i fan dei fumetti, e uno dei più importanti è stato senza dubbio Cosmo The Russian Space Dog, che condivide una simpatica scena con Rocket in Guardiani della Galassia.

Nei fumetti, Cosmo si rivela una risorsa preziosa per i Guardiani, e può persino comunicare telepaticamente. Nel MCU invece non ha avuto lo stesso destino…magari possiamo sognare uno spin-off insieme a Goose, il gatto di Captain Marvel?

Iron Lad

Harley Keener ha debuttato nel MCU in Iron Man 3 ed è ricomparso durante la scena del funerale di Tony Stark in Avengers: Endgame. Questo significa che c’è spazio per il personaggio nel futuro del MCU? Si trattava di un’anticipazione della Fase 4?

Forse il ragazzo potrebbe vestire i panni di Iron Lad e guidare gli Young Avengers, personaggi attesi e di cui si discute da tempo…

Dov’è il Granmaestro?

Dopo i titoli di coda di Thor: Ragnarok abbiamo scoperto che il Granmaestro è ancora vivo su Sakaar e sta chiedendo a tutti i suoi servitori di non ucciderlo. C’è chi crede che quella scena sia un assaggio di ciò che vedremo nei prossimi capitoli dell’universo Marvel, e che Jeff Goldblum – amatissimo dai fan – tornerà nei panni del personaggio.

D’altronde se davvero Taika Watiti dovesse dirigere un nuovo film di Thor, o su Valchiria e la Nuova Asgard, sarebbe difficile immaginare uno spettacolo senza l’ironia del Granmaestro.

La vendetta di Jonathan Pangborn

La scena post credits di Doctor Strange aveva in qualche modo anticipato il cameo dello stregone in Thor: Ragnarok, ma anche seminato qualche indizio per la trama di un possibile sequel.

Succede quando Karl Mordo toglie a Jonathan Pangborn tutti i suoi poteri magici spiegando che ci sono troppi stregoni nel mondo. Questo significa che il personaggio vorrà vendicarsi prima o poi? Sappiamo che il secondo capitolo rientra nei piani di Kevin Feige, quindi perché non ipotizzare uno scenario del genere?

Il vero Mandarino

Uno dei misteri ancora irrisolti del MCU è lo stato del “vero” Mandarino, il villain annunciato in Iron Man 3 e presentato invece come un attore che stava soltanto interpretando la parte per conto di un terrorista che è là fuori, chissà dove, a governare i Dieci Anelli.

Senza questo avversario, e senza questa organizzazione criminale, Tony Stark non sarebbe mai diventato un supereroe e non avrebbe mai costruito la sua prima armatura; ma cinque anni dopo il rilascio del cortometraggio All Hail the King che dimostrava l’esistenza del vero Mandarino, cosa ne è stato dei Ten Rings?

Sulla questione è intervenuto Feige dichiarando che si, potremmo vederli in azione insieme al loro leader nei prossimi anni nel MCU. Ovviamente la risposta del presidente dei Marvel Studios non è stata chiara su quale dei personaggi tornerà, tuttavia le speranze sembrano riaccese e abbiamo già un indizio su ciò che arriverà nella prossima fase del franchise.

Perché Avvoltoio ha protetto Spider-Man?

Nella scena post credits di Spider-Man: Homecoming vediamo Adrian Toomes, a.k.a. Avvoltoio, in prigione che parla con Mac Gargan proteggendo l’identità segreta di Spidey e fingendo di non sapere chi sia.

Il villain ha semplicemente coperto Peter come ricompensa per avergli salvato la vita? Sappiamo che il personaggio non sarà in Spider-Man: Far From Home, ma questo dettaglio cosa può dirci sul futuro?

Rick Jones

La cosa più vicina ai fumetti originali che il MCU abbi offerto di Hulk è la sequenza di apertura del suo unico standalone, dove sullo schermo lampeggiano immagini di figure classificate come Nick Fury, il Generale Ross e il personaggio preferito dai fan, Rick Jones.

Nonostante l’omaggio e la conferma della sua esistenza nell’universo condiviso, Jones non ha mai avuto un’apparizione.

Gli originali Guardiani della Galassia

Guardiani della Galassia Vol. 2 ha introdotto nel MCU il personaggio di Stakar Ogord, leader del team originale nell’universo degli anni ’70 e interpretato al cinema da Sylvester Stallone.

Michelle Yeoh, Miley Cyrus e Ving Rhames si sono calati nei panni degli altri membri del team, e qualcosa ci dice che potremmo rivederli ancora sul grande schermo, magari a partire dal Volume 3 in fase di sviluppo.

Atlantide

La famosa mappa comparsa alla fine di Iron Man 2 aveva lasciato intendere che Nick Fury e  lo S.H.I.E.L.D. avevano localizzato alcune figure note dell’universo Marvel, e una posizione specifica evidenziava la sezione del Medio Atlantico.

Qualsiasi fan dei fumetti degno di nota sapeva che questo easter egg stava alludendo all’arrivo di Namor, re del regno oceanico di Atlantide, ma nonostante sia stato accennato quasi un decennio fa, il personaggio non è mai apparso nel MCU.

Leggi anche –  Marvel Fase 4: 5 eroi e 5 villain che vorremmo vedere nel franchise

Venom insieme a Spider-Man nel sequel di Far From Home?

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Venom insieme a Spider-Man nel sequel di Far From Home?

Venom torna al centro delle discussioni sul futuro di Spidey al cinema. Soltanto tre giorni fa vi riportavamo il rumor secondo cui i Marvel Studios avrebbero voluto introdurre Deadpool nell’universo cinematografico già a partire dal terzo film del franchise di Spider-Man, ipotesi contemplata dal sito MCU Cosmic relativamente alle opzioni valide per l’arrivo del personaggio dopo la fusione tra Disney e Fox.

Ora però la notizia, ovviamente non ancora ufficiale, cambia le carte in tavola grazie al commento di Roger Wardell (lo stesso utente di Twitter che aveva svelato dettagli attendibili su Avengers: Endgame) che svela i “reali” piani dello studio.

A quanto pare non sarebbe il mercenario chiacchierone l’indiziato numero uno, ma Venom, il simbionte portato di recente al cinema dalla Sony con protagonista Tom Hardy: il rumor suggerisce che la Sony sarebbe intenzionata a far apparire Eddie Brock nel sequel di Spider-Man: Far From Home, mentre per Deadpool si ipotizza un futuro nella serie di film sugli X-Men, anche nel MCU.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

Per quanto riguarda Venom, Il sequel è ufficialmente in sviluppo e, secondo gli ultimi aggiornamenti, la trama dovrebbe ruotare intorno al confronto tra il simbionte di Eddie Brock e Carnage, il personaggio introdotto nella scena finale del primo film e interpretato da Woody Harrelson.

Improbabile il ritorno in regia di Ruben Fleischer, attualmente impegnato con le riprese di Zombieland: Double Tap, dal momento che la Sony starebbe cercando un nuovo nome da portare dietro la macchina da presa.

A parte un sequel diretto di Venom – che è stato efficacemente impostato nella scena post-credits con la rivelazione del personaggio di Cletus Kasady aka Carnage interpretato da Woody Harrelson – la Sony sta anche programmando una serie di altri progetti che ruotano attorno a personaggi di Spider-Man, come Morbius il Vampiro Vivente di Jared Leto e Silver Sable e Black Cat.

Se questi film dovessero avere il successo che a questo punto SONY si aspetta, forse un crossover con lo Spider-Man di Tom Holland (che è nel MCU) potrebbe concretizzarsi. Lo stesso Fleischer pensa che uno scontro tra Venom e Spider-Man sia inevitabile.

Venom: gli indizi sulla trama del sequel sono già nel film

Spider-Man: Un Nuovo Universo, Sara Pichelli e Eva Bruschi parlano del loro lavoro su Miles Morales

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Una è la superstar del fumetto mondiale, l’altra una silenziosa e bravissima storyboad artist, e oltre al fatto di essere entrambe italiane e di grande talento, hanno un’altra cosa in comune: entrambe sono legate al film d’animazione più importante degli ultimi anni, Spider-Man: Un Nuovo Universo. Sono Sara Pichelli ed Eva Bruschi, che hanno raccontato la loro esperienza con Miles Morales durante un incontro tenutosi in occasione di Arf 5, il Festival del fumetto a Roma.

Se il lavoro di Sara con Miles risale al 2011, a quando la Marvel ha pensato di uccidere Peter Parker e far nascere questo nuovo Spider-Man pre-adolescente metà afroamericano e metà latino, Eva è entrata in contatto con il nuovo ma già amatissimo personaggio della Casa delle Idee soltanto all’inizio della lavorazione del film animato SONY.

Ma come è stato “ammazzare” Spider-Man e farlo rinascere?

“Era il 2011, stavo già lavorando alla serie Ultimate Spider-Man in cui c’era Peter Parker – esordisce la Pichelli – Una mattina mi arriva una email in cui mi dicevano che avevano una proposta per me, un progetto molto interessante, e mi spiegano cosa sarebbe successo a Peter Parker in questo nuovo fumetto. Ho capito subito che la responsabilità sarebbe stata enorme, anche perché Spider-Man gode di una popolarità incredibile e ho pensato subito che sarei passata alla storia come la sfigata che aveva fatto fallire l’Uomo Ragno. Invece, poco a poco, conoscendo maggiori dettagli del progetto, parlando anche con Brian Bendis, lo sceneggiatore, ho capito che era una storia nuova, non la copia della copia di Peter Parker in versione nera. Ho capito che c’era del potenziale.”

Per quanto riguarda il look definitivo di Miles, anche quello è stato il risultato di tentativi e scambi, come spiega la stessa Pichelli: “Il fatto che fosse di due etnie diverse è sempre stato il punto fermo dell’idea di Brian, lui voleva che Miles fosse afroamericano e latino, era l’unica cosa già decisa. Miles invece ha cambiato identità, doveva avere 16 anni, poi 15, solo alla fine è diventato un dodicenne, all’inizio non si chiamava Miles ma Jonathan. Per i look, li ho provati tutti, dai rasta ai capelli corti, come è successo anche per gli ambienti e il quartiere, che solo alla fine è diventato il Bronx. Sono stati cambiamenti in corso d’opera, ma la cosa davvero divertente è che è stato un brain-storming a tre, perché eravamo io, Brian e Joe Quesada che faceva da tramite. Brian si ispirava alle immagini che gli mandavo, aggiustava la storia e la rimandava a me e io facevo i cambiamenti necessari ad adattare il personaggio, fino a che non abbiamo avuto il personaggio completo. È stato molto divertente ed è difficile lavorare in una situazione di tale libertà, perché in genere la casa produttrice mette molti paletti.”

Per quanto riguarda invece l’enormità della storia che stava contribuendo a raccontare e il successo del bellissimo Spider-Man: Un nuovo universo di cui il suo Miles sarebbe stato protagonista, Sara Pichelli risponde molto onestamente: “Io non ne avevo assolutamente idea, ero solo terrorizzata perché stavo lavorando a Spider-Man, non ragionavo in prospettiva e che io sappia nemmeno Brian. Il nostro è stato un esperimento che ci ha portati a toccare un’icona, perché Spider-Man in USA è come Gesù. Avevo però la sensazione che tutto stesse andando per il meglio ed è una cosa che non succede spesso, tutte le congiunzioni si erano allineate. C’era l’energia giusta, c’era lo scambio artistico e c’erano i tempi, che spesso sono quelli che ammazzano l’arte. Quindi la prospettiva di quello che sarebbe accaduto non c’era. La reazione del pubblico a Miles, nel primo numero, è stata esplosiva nel bene e nel male, si sono completamente spaccati in due.”

Proprio le reazioni del pubblico sono state il riscontro diretto del suo lavoro, reazioni che sono state, come c’era da aspettarsi, molto violente, di fronte alla morte di Peter Parker: “Alcuni l’hanno presa un po’ sul personale, e ci hanno tenuto a farmi sapere che auguravano la morte a me piuttosto che a Peter. In particolare un lettore mi ha scritto una cosa che mi è rimasta impressa: sai,  leggere questa storia mi ha fatto molto male perché è come se venissi al funerale del mio migliore amico ti avvicinassi a me e mi dicessi ‘tranquillo, io ho un amico nuovo per te, gli vorrai bene allo stesso modo’. Al che volevo farmi stampare una maglietta con su scritto ‘io non solo lo sceneggiatore’. E poi c’era gente che mi augurava davvero la morte e quando l’ho riferito alla Marvel (di lì a poco ci sarebbe stata la New York Comicon, con la presentazione ufficiale di Miles Morales al pubblico), loro mi hanno ringraziata di averglielo fatto sapere e mi hanno risposto che avrebbero intensificato la security. Ecco, a quel punto mi sono spaventata.”

Per fortuna non ci sono state solo reazioni negative: “Ho ricevuto anche riscontri molto positivi – prosegue Sara – soprattutto di persona, alla Comicon di New York, durante la quale madri con i bambini piccoli mi ringraziavano perché finalmente i figli avevano un modello in cui identificarsi. E queste sono le cose che ti fanno diventare davvero piccola e vorresti abbracciare tutti.”

Ma dopo che Miles Morales ha invaso le pagine dei fumetti e ha trovato il suo posto nel mondo e nel cuore dei lettori, è arrivato il suo momento anche per trovare un posto nel cuore degli spettatori, abituati ormai ad anni di film Marvel al cinema e reduci da diverse versioni di Spider-Man cinematografici, più o meno graditi, in carne e ossa. È arrivato il momento di Spider-Man: Un nuovo universo.

A questo progetto, quello che poi sarebbe diventato l’Oscar Winner Spider-Man: Un nuovo universo, ha lavorato Eva Bruschi, disegnatrice di grande talento e storyboard artist ingaggiata da SONY per il film diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman. Timida e riservata, commentando il suo coinvolgimento del film, Eva parla di fortuna, ma basta vedere i suoi lavori sul suo canale Youtube per capire che la fortuna c’entra poco: “Ero a New York e lavoravo con un altro regista di SONY e durante lo screening c’era anche uno dei co-registi di Spider-man: Un Nuovo Universo – racconta Eva – In quell’occasione ha visto i miei lavori e mi ha chiesto di partecipare al progetto, ma io ero titubante perché non conosco i supereroi. Poi mi sono detta che comunque dovevo lavorare, e ho accettato. Così mi hanno dato la prima sequenza… sono stata lì per un po’ a conoscere il team e organizzare il progetto, poi ho lavorato da casa. L’unica indicazione che mi hanno dato per la prima sequenza è stata solo quella di divertirmi a immaginare. Gli storyboard artist sono molto pochi all’inizio di un lavoro, perché si cerca di dare omogeneità al progetto.”

E infatti i lavori che ha realizzato per Spider-Man: Un nuovo universo sono molto lineari, figure semplici, in cui si rintraccia non solo quello che poi è diventato il film, ma anche quello che sarebbe potuto essere, forme, personaggi e inquadrature che si sono trasformate in corso d’opera.

“Da quello che ho visto io, lo script è stato una continua evoluzione, fino agli ultimi momenti – ha spiegato la Bruschi – C’era il primo atto chiuso, il secondo atto ancora aperto e il terzo completamente assente. Il progetto era molto aperto fino all’ultimo sia da un punto di vista della libertà concessami, sia da un punto di vista della storia vera e propria. Le novità stilistiche del film erano già nelle intenzioni dei realizzatori, credo, ma non saprei dire con precisione, perché ho lavorato principalmente da casa, quindi non ho assistito ai tutto il processo creativo. Io ho fatto solo le cose che non si vedono.”

E nonostante non si vedano nel film finito, si possono vedere di seguito (ma se ne trovano molte altre sul canale Youtube di Eva Bruschi, ndr):

Entrambe le artiste hanno poi espresso il loro parere sulla condizione dell’animazione in Italia, in un momento in cui Lorenzo Mattotti ha presentato a Cannes il suo bellissimo La famosa invasione degli Orsi in Sicilia e negli anni passato abbiamo avuto Gatta Cenerentola trai vincitori dei David di Donatello. Nonostante queste realtà, sembra che l’animazione faccia ancora fatica nel nostro Paese ad essere presa sul serio come forma di espressione.

Secondo Eva Bruschi: “In Italia, probabilmente manca l’idea di cartone animato per adulti, manca il budget e mi sembra che siano già due cose importanti per far andare avanti il mercato. Forse manca anche un atteggiamento più leggero. Io mi sono trovata bene a lavorare con gli americani perché loro hanno mantenuto questo piacere nel lavoro e la consapevolezza che stanno realizzando qualcosa che deve intrattenere, quindi ci deve essere da parte nostra passione e freschezza, e deve venire fuori dal lavoro che si realizza. Questo aspetto, in Italia, l’ho trovato nei miei collaboratori ma mai nei miei superiori.”

Sara Pichelli, che prima di diventare una star del fumetto, si è formata e ha lavorato tanto con l’animazione, ha commentato: “Non ho la diagnosi anche perché sono molti anni che sono fuori dal giro. So per certo, dai titoli di coda dei più grandi film d’animazione che si producono nel mondo, che a livello tecnico e di talenti non siamo secondi a nessuno. A volte ho la sensazione che manchi la fiducia nelle idee, perché a vendere qualcosa che già vende, siamo bravi tutti, ma creare qualcosa che ricorda altro che ha avuto successo, non è un merito. Vorrei vedere un po’ di più persone che si fidano di chi quel lavoro lo fa, lo segue e lo sente. E questo discorso non vale solo per l’animazione.”

Sicuramente la fiducia nei talenti e nelle idee, da parte degli investitori, potrebbe portare alla luce meraviglie, anche perché basta guardare a queste due donne, italiane che lavorano all’estero, per capire che l’Italia è davvero un terreno fertile per l’arte, il fumetto e l’animazione.

Spider-Man: Un Nuovo Universoil nostro speciale sul film

Aladdin: Will Smith parla dell’omaggio al Genio di Robin Williams

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Primo adattamento in live action del classico d’animazione Disney, il nuovo Aladdin targato Guy Ritchie ha scelto Will Smith per interpretare il Genio, personaggio che nell’originale del 1992 venne doppiato da Robin Williams e che l’attore sembra aver omaggiato nel modo più originale possibile: attraverso la musica e il potere della nostalgia.

A raccontarlo è proprio Smith in un’intervista con Variety, dove si è parlato dei cambiamenti apportati al personaggio e al modo di cantare i brani della colonna sonora:

La musica è stato il mio strumento per entrare nei panni del Genio. Il primo giorno di produzione stavo scherzando e provando sulle note di ‘Friend Like Me’ quando ho notato che rientrava nel ritmo dell’hip-hop vecchia scuola. Così è iniziato per gioco e abbiamo pensato che quel modo di cantare aveva un tempo e un gusto che io capivo davvero e che mi apparteneva. Da qui ho immaginato una maniera per rendere omaggio a Robin senza cambiare le canzoni, facendo sentire al pubblico il valore nostalgico dell’operazione e qualcosa di totalmente nuovo e personale“.

Come saprete, nella sua carriera Smith non si è limitato alla recitazione ma ha avuto un discreto successo anche in campo musicale, pubblicando ben sette album in veste di rapper e DJ. Dunque non stupisce che la nuova versione del Genio abbia “subito” una trasformazione plasmata a immagine e somiglianza del suo interprete, carismatico e talentuoso.

Qui sotto potete ascoltare il brano dalla colonna sonora di Aladdin.

Leggi anche – Aladdin: la recensione del live action

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Diretto da Guy Ritchie (Sherlock HolmesOperazione U.N.C.L.E.) e scritto da John August (Dark ShadowsBig Fish – Le Storie di Una Vita Incredibile), Aladdin è interpretato da Will Smith (AlìMen in Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica.

Mena Massoud (Jack Ryan) è il protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa Jasmine, interpretata da Naomi Scott (Power Rangers), che vuole scegliere liberamente come vivere la propria vita. Marwan Kenzari (Assassinio sull’Orient Express) è Jafar, un malvagio stregone che escogita un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su Agrabah; mentre Navid Negahban (Homeland: Caccia alla Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla figlia Jasmine.

Aladdin è prodotto da Dan Lin (The LEGO Movie), mentre il vincitore del Golden Globe Marc Platt (La La Land), Jonathan Eirich (Deathnote) e Kevin De La Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken (La Bella e la BestiaLa Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dagli autori premiati con l’Oscar Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori, vincitori dell’Oscar e del Tony Award, Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Fonte: Variety

Avengers: Endgame, le scene chiave del finale prima e dopo gli effetti speciali

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Continua il viaggio alla scoperta degli effetti speciali di Avengers: Endgame e del lungo processo che ha portato alla realizzazione di alcune delle sequenze più spettacolari della storia del cinecomic, e stavolta in primo piano troviamo i momenti chiave della battaglia finale dall’attacco al quartier generale dei Vendicatori fino a Captain America che impugna finalmente il Mjolnir e si scaglia contro Thanos.

Le immagini diffuse dai Marvel Studios mostrano anche l’arrivo di Giant-Man, la distruzione dell’Avengers Compaund e l’apertura di tutti i portali che ha riportato indietro gli eroi vittime dello schiocco di Infinity War.

Inutile dire che degli ottimi effetti visivi immergono lo spettatore nell’avventura dei personaggi, lo trasportano in altre dimensioni e annullano il senso di incredulità, tanto sono ormai vicini al realismo. E ovviamente, quando parliamo di cinefumetto, non basta saper raccontare una buona storia e avere figure di spessore, ma è necessario che questi siano inseriti in un contesto che – per quanto immaginario – possa avvicinarsi alla realtà, a qualcosa che si riesce a toccare con mano.

Leggi anche – Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

Fonte: CBM

Sebastian Stan rivela il suo ricordo preferito del MCU con Chris Evans

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Quella formata da Steve Rogers e Bucky Barnes è senza dubbio una delle coppie di supereroi più amate dell’universo cinematografico Marvel, e la chimica fuori e dentro il set tra i loro interpreti, Chris Evans e Sebastian Stan, avrà sicuramente contribuito nella riuscita di una dinamica molto toccante in questi primi undici anni di MCU.

A parlarne è stato lo stesso Stan durante una convention londinese che si è tenuta questo fine settimana, svelando ai fan qual è il suo ricordo preferito con il collega di tutta l’esperienza sul set: non qualcosa di specifico, ma che scatena ogni volta nell’attore un senso di nostalgia relativamente al tempo trascorso da Captain America: Il Primo Vendicatore a Avengers: Endgame.

Durante le riprese del film abbiamo riso molto, e oggi sono a Londra, città a cui lego molti bei ricordi. Solo il fatto di essere tornato qui, dove abbiamo girato il primo Captain America, mi rende felice e sembra che il tempo non sia mai passato. Ricordo tutti i posti in cui andavo a mangiare, e quanto ci divertivamo sul set…Inoltre ricordo che quella fu la nostra prima esperienza di connessione perché stavamo esplorando l’amicizia tra i personaggi“.

Senza quel legame speciale costruito nel cinecomic del 2011 non ci sarebbero stati la crisi di The Winter Soldier, lo scontro con Iron Man e il riscatto di Bucky in Civil War (e successivamente in Infinity War), concludendo un percorso fatto di lacrime e sacrifici in Endgame, dove abbiamo visto il personaggio “cedere” lo spazio a Falcon con il quale intraprenderà nuove avventure grazie alla serie tv di Disney +.

Sebastian Stan “amerebbe interpretare l’Enigmista” per la DC

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Sebastian Stan è attualmente nelle sale con Avengers: Endgame.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Sebastian Stan rivela la sua frase preferita di Bucky nel MCU

Spider-Man: Far From Home, il nuovo poster anticipa l’arrivo degli Illuminati?

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Un dettaglio nel nuovo poster di Spider-Man: Far From Home non è sfuggito ai fan dell”universo Marvel e sta facendo discutere per il suo presunto riferimento a dei personaggi in arrivo nel film.

Tutto nasce dal post di Ali Plumb, reporter della BBC, su Twitter a proposito del misterioso triangolo comparso sulla locandina del cinecomic che vede protagonisti Tom Holland, Jake Gyllenhaal e Samuel L. Jackson. E tra le tante teorie degli utenti, quella sul simbolo della società segreta degli Illuminati è sicuramente la più intrigante, oltre a essere un termine noto ai conoscitori dei fumetti.

Sappiamo che in Far From Home Quentin Beck, aka Mysterio, giocherà un ruolo chiave e che l’illusionista proviene da un’altra realtà (confermando le ipotesi sul Multiverso), dunque si potrebbe ipotizzare che in realtà stia tramando e complottando insieme al suo gruppo di potere per conquistare il pianeta Terra e instaurare un nuovo ordine mondiale.

Di fatto le motivazioni di Mysterio non sono state fornite dai trailer e la ragione per cui ha scelto di combattere al fianco di Peter Parker sono ancora sconosciute. Magari quel triangolo è solo un vezzo creativo sul materiale promozionale, oppure una chiara anticipazione di ciò che vedremo nel film…

Vi ricordiamo inoltre che gli Illuminati sono un team di supereroi comparsi per la prima volta sulle pagine della Marvel Comics nel 2005 in New Avengers n.7 e che comprende Iron Man, Namor il Sub Mariner, Doctor Strange, Freccia Nera, Professor Xavier e Mister Fantastic.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, scene inedite nei nuovi spot internazionali

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Fonte: Twitter

American History X: 10 cose che non sai sul film

American History X: 10 cose che non sai sul film

American History X è uno di quei film che andrebbero visti almeno una volta nella vita, capace di far raccontare una parte della storia americana molto incisiva e di far riflettere lo spettatore in maniera profonda.

Uscito nel 1998, questo lungometraggio si basa su personaggi ed eventi storici realmente accaduti, analizzando i principi assurdi che muovono gli animi degli skinhead.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su American History X.

American History X film

american history x

1. Il protagonista si basa su una persona vera. Il personaggio protagonista di American History X, Derek Vinyard, si basa sulla vita reale di uno skinhead. La persona in questione sarebbe Frank Meeink, uno dei maggiori esponenti del movimento skinhead.

2. Gli attori modificavano la sceneggiatura. Costanti modifiche alla sceneggiatura da parte di Edward Furlong e Edward Norton hanno portato il regista, Tony Kaye, ad essere deluso del progetto e desiderando di lasciarlo. Kaye ha affermato che il loro armeggiare continuo con lo script ha cambiato radicalmente il copione dalla visione originale. Inoltre, il regista è rimasto insoddisfatto della performance di Norton, ritenendo il film ancora oggi incompiuto.

3. Il finale originale era diverso. Inizialmente, American History X era stato concepito con un finale diverso da quello che è stato poi realizzato. Il film, infatti, si sarebbe dovuto chiudere con Derek in piedi di fronte a uno specchio intento a rasarsi la testa dopo che Danny è stato colpito. Questo era per dare un senso al ciclo infinito di violenza e legare insieme la trama: tuttavia, questo finale è stato rimosso dopo le obiezioni di Edward Norton.

American History X streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film lo può fare grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Google Play e Netflix.

American History X frasi

5. Un film ricco di frasi memorabili. Se c’è un film che ha dato vita a frasi iconiche e rimaste nell’immaginario collettivo, quel film è proprio American History X. Ecco qualche esempio.

  • La vita è troppo breve per passarla sempre arrabbiati.
  • Vieni ad avvelenare la cena della mia famiglia con tutte le tue bugie da giudeo, coccolanegri, hippy balordo. (Derek)
  • Negro… Hai fatto infuriare il toro sbagliato! (Derek)
  • Lincoln ha liberato gli schiavi quando!?… 130 anni fa… E quanto tempo gli ci vuole per integrarsi… (Derek)
  • Vuole farti sentire in colpa per aver scritto su Adolf Hitler. Se un negro, se un ispanico parla di Martin Luter King o di quel fottuto comunista di Chavez si becca i complimenti… Non vedi quanta ipocrisia c’è in questo? (Cameron)

American History X cast

6. Poteva esserci anche Joaquin Phoenix. Prima di delineare il cast, i ruoli principali erano stati offerti a diversi attori. Basti pensare che a Joaquin Phoenix era stato offerto il ruolo di Derek Vinyard: tuttavia, l’attore ha trovato sgradevole l’argomento del film, decidendo di rifiutare l’offerta.

7. Era stato preso in considerazione Marlon Brando. Inizialmente, si era pensato di scritturare Marlon Brando per il ruolo di Cameron Alexander, basato su Tom Metzger, leader della Whiter Aryan Resistance. Alla fine, però, l’ingaggio non è andato in porto.

8. Anche un altro attore era stato considerato per il film. Durante la scelta degli attori atti ad interpretare i vari personaggi del film, era stato considerato anche Paul Mazursky per il ruolo di Murray. Tuttavia, anche non sono chiari i motivi, questo rapporto lavorativo non ha mai preso il volo e il ruolo è poi andato a Elliott Gould.

American History X: Edward Norton

9. Per avere il ruolo ha rinunciato a un film. Per poter interpretare il suo personaggio, Derek Vinyard, Edward Norton ha rinunciato ad apparire in Salvate il soldato Ryan. I due film, infatti, sono stati realizzati nello stesso anno e l’attore si è trovato a dover compiere una scelta.

10. Si è trasformato per il film. Edward Norton non è molto conosciuto per aver compiuto trasformazioni fisiche in preparazione ai ruoli da lui interpretati. Per dare una versione più realistica del suo personaggio, però, l’attore si è rasato la testa poco prima delle riprese e ha messo su circa 13 chili di muscoli.

Fonti: IMDb,

Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

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Box Office ITA: Aladdin trionfa al botteghino

Aladdin conquista il box office italiano, seguito da Il Traditore e Dolor Y Gloria. Si è concluso un altro ottimo fine settimana per il box office italiano considerando il periodo, grazie soprattutto alle nuove uscite. Infatti Aladdin trionfa al botteghino con 6,3 milioni di euro incassati da mercoledì a domenica in ben 908 sale, registrando una straordinaria media per sala pari a settemila euro.

Il Traditore di Marco Bellocchio apre in seconda posizione con 1,4 milioni di euro e un’ottima media per sala di 3700 euro. Fresco vincitore della Palma d’Oro come Miglior Attore ad Antonio Banderas al Festival di CannesDolor Y Gloria conferma il terzo poso raccogliendo altri 711.000 euro con cui supera quota 2,1 milioni. John Wick 3 scende in quarta posizione con altri 647.000 euro per un globale di 2,5 milioni, mentre Attenti a quelle due arriva a 1,4 milioni con altri 405.000 euro.

Segue Pokemon Detective Pikachu che sfiora il tetto dei 5 milioni complessivi con altri 401.000 euro. L’Angelo del Male – Brightburn esordisce al settimo posto con 253.000 euro. Calo per Avengers: Endgame (186.000 euro) e Ted Bundy – Fascino criminale (90.000 euro), giunti rispettivamente a 29,5 milioni totali e 1,3 milioni complessivi. Chiude la top10 Asbury Park: lotta, redenzione, rock and roll che debutta con appena 56.000 euro.

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Thor: 10 possibilità per il futuro dell’eroe nel MCU

Introdotto nel 2011 nel MCU grazie all’adattamento shakespeariano di Kenneth Branagh, Thor è uno dei pochi personaggi dell’universo Marvel ad aver subito un vero e proprio “riavvio”, ribaltando così l’impressione del pubblico e donando nuova linfa ad un arco narrativo che sembrava essersi piegato dopo The Dark World. È stato infatti Ragnarok, e la mano di Taika Waititi, a mettere tutto in discussione, portando il Dio del Tuono verso il territorio della commedia poi calcato anche dagli sceneggiatori di Infinity War e Endgame.

Ma cosa potrebbe riservare il futuro del supereroe? Ecco 10 buone ipotesi:

Thor 4

avengers endgame
Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2019

Prima di Ragnarok il franchise di Thor era forse il meno incisivo di tutto il MCU, e sarebbe interessante vedere sviluppata un’altra trilogia con questo nuovo registro. Magari partendo proprio da Thor 4, che almeno per ora non rientra nei piani di Kevin Feige e co.

Ma a proposito di Thor e del futuro, tempo fa Tessa Thompson aveva dichiarato che “si stava discutendo di un altro film ma che la voce non fosse ufficiale e che Taika Waititi tornerebbe a dirigerlo“. Sarà davvero così? Thor 4 con Valchiria, la nuova Asgard e il multiverso di Loki?

Asgardiani della Galassia

L’aver deciso di lasciare il trono di Asgard a Valchiria ha compromesso sicuramente il futuro dell’eroe come sovrano e guida del suo popolo che avevamo pronosticato tempo fa.

Ora il Dio del Tuono si è unito ai Guardiani della Galassia, con i quali attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione, diventando ciò che era destinato a essere. Questo esclude ogni possibilità di vedere al cinema Thor 4? Oppure il percorso del personaggio si allaccerà a quello dei supereroi di James Gunn in Vol.3?

Ad ogni modo, i Marvel Studios hanno contemplato un approccio più comico al franchise di Thor, e indipendentemente da ciò che accadrà, sembra che la missione dei Guardiani ruoterà attorno alla ricerca di Gamora

Un film su Valchiria

Tornando a Valchiria, dopo Ragnarok l’eroina interpretata da Tessa Thompson è sicuramente uno dei personaggi preferiti dal pubblico il suo ritorno in Avengers: Endgame ha aperto una serie di scenari possibili.

Ora è in sella al suo Pegaso, è una delle guerriere più potenti del franchise, ed è stata appena nominata regina della Nuova Asgard, quindi i presupposti ci sono. E allora perché non dedicarle uno standalone?

Thor vs Wolverine

Wolverine - L-immortale hugh jackman

Quando è stato chiesto a Chris Hemsworth quale personaggio Marvel della Fox avrebbe voluto vedere insieme a Thor nel MCU, la risposta è caduta su Wolverine. Complice l’amore incondizionato per Hugh Jackman, di cui l’attore è un grande fan.

Sappiamo che il Mutante può rigenerarsi e che nei fumetti è morto e tornato in vita diverse volte, quindi perché non sognare in un futuro confronto?

Captain Marvel 2

Thor e Captain Marvel hanno condiviso un breve, ma molto apprezzato, momento in Avengers: Endgame, proprio all’inizio del film quando l’eroina si presenta ai Vendicatori e non sembra spaventata dal richiamo della Stormbreaker.

Da qui i fan hanno sperato di vedere questa dinamica nel MCU, ma dal momento che Endgame non sembra averli accontentati, forse il sequel sulle avventure di Carol Danvers potrebbe essere una soluzione al problema?

Thor e Hulk di nuovo insieme

Tecnicamente i Marvel Studios non possono ancora realizzare uno standalone su Hulk per questioni di diritti, ma sicuramente possono renderlo protagonista di un film di coppia, come accaduto in Ragnarok che ha adattato la trama di “Planet Hulk”.

La chimica tra Hemsworth e Ruffalo è meravigliosa, quindi perché non proseguire su quella strada, magari scegliendo storyline come “World War Hulk” con il pretesto di girare un capitolo sul Dio del Tuono?

Passaggio di testimone

Uno dei momenti più epici di Avengers: Endgame vede Captain America sollevare finalmente il Mjolnir nella battaglia finale contro Thanos, confermando l’ipotesi che chiunque sia degno può brandire il martello di Thor.

Nei fumetti, molti personaggi ci sono riusciti, quindi non c’è niente che impedisca agli eroi – oltre Steve Rogers – di fare lo stesso diventando così il prossimo Dio del Tuono.

Un film sui Tre Guerrieri

Zachary Levi, che ha interpretato Fandral, uno dei Tre Guerrieri, in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok, ha dichiarato di recente che i personaggi non sono stati sfruttati al meglio delle loro capacità, e che Thor e il trio potevano avere tutto il potenziale per diventare protagonisti di una trilogia.

L’idea ci suona interessante, anche se sarebbe difficile scollegarsi dalla timeline attuale e tornare ad un contesto che il MCU sembrerebbe aver abbandonato con la fine della infinity Saga.

Avengers 5

Ora che la formazione originale dei Vendicatori si è sciolta e Iron Man, Captain America e Vedova Nera non fanno più parte del “presente”, i fan si stanno stanno chiedendo se vedremo altri capitoli sugli Avengers nelle prossime fasi.

La squadra potrebbe facilmente essere sostituita da nuovi personaggi come Captain Marvel, Black Panther, Spider-Man, Ant-Man, Wasp e Falcon, ma è anche possibile che Thor torni in veste di veterano…

Un grande punto di domanda

Abbiamo analizzato ogni ipotesi, teoria e suggestione basandoci su ciò che il MCU ci ha lasciato in questi primi undici anni, ma la verità è che – almeno per quanto riguarda Thor – il futuro del Dio del Tuono assume oggi la forma di un grande punto interrogativo.

Hemsworth è in scadenza di contratto, in Endgame il Thor alcolizzato e sovrappeso ha chiuso il suo cerchio e non sappiamo dove sia diretto (fisicamente e mentalmente). Cosa accadrà al personaggio? Lo rivedremo già nella Fase 4?

Correlato – Thor: 10 cose che non hanno senso sul Dio del Tuono

Fonte: ScreenRant

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man: 10 cose che non sai sul film

Demolition Man è uno di quei film da rivedere almeno una volta al mese, ricco di tensione, avventura e anche un bel po’ di ironia, atta a conquistare il pubblico di diverse generazioni. Uscito nel 1993, la realizzazione del film, diretto da Marco Brambilla, è stata piuttosto articolata e ha richiesto un certo impegno da parte di tutti per un’ottima riuscita. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Demolition Man.

Demolition Man film

demolition man

1. Il titolo del film deriva da una canzone. Demolition Man, il titolo di questo lungometraggio, è stato tratto dall’omonima canzone realizzata dai The Police e scritta da Sting nel 1981. Per il film si è deciso di realizzare una versione del brano, di cui venne pubblicato anche un EP in corrispondenza dell’uscita del film nel 1993.

2. Uno scrittore ha constatato la somiglianza del film con un suo romanzo. Lo scrittore di fantascienza ungherese Istvan Nemere ha affermato che la maggior parte di Demolition Man è basato sul suo romanzo, Holtak Harca (Fight of the Dead), pubblicato nel 1986. Nel romanzo, un terrorista e un soldato dell’antiterrorismo vengono congelati criogeneticamente, per poi risvegliarsi nel ventiduesimo secolo e scoprire che la violenza è stata eliminata dalla società. Lo scrittore ha dichiarato che un comitato apposito ha dimostrato che il 75% del film è identico al libro, ma ha scelto di non fare causa perché sarebbe stato troppo costoso per lui.

Demolition Man streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme digitali come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Infinity, Google Play e iTunes.

Demolition Man cast

demolition man

4. Sandra Bullock aveva un vestito particolare. Durante la sequenza del Taco Bell, Sandra Bullock indossa un vestito che era fatto di pietre e gemme e dal peso complessivo di circa 18 chili. Dopo la scena di lotta fuori dal ristorante dove il suo personaggio salta allegramente e ripete l’azione, il suo vestito aveva iniziato a strapparsi. Ecco perché lei tiene le braccia attaccate ai fianchi dopo che Stallone si allontana.

5. Wesley Snipes odiava i suoi capelli. Nel film è presente l’attore Wesley Snipes che, per interpretare il suo personaggio, si era tinto i capelli di biondo. Siccome era arrivato ad odiare i suoi capelli, l’attore ha optato per una rasatura appena le riprese erano terminate. Tuttavia, c’è chi ha apprezzato quel colore: il giocatore di basket Dennis Rodman, infatti, ha iniziato a tingersi i capelli alla stessa maniera dopo l’uscita del film.

6. Nel cast ci sarebbero dovuti essere due attori d’eccezione. Le due scelte originali per i ruoli erano Steven Seagal e Jean-Claude Van Damme. A Van Damme è stato offerto il ruolo del cattivo, ma non lo voleva. Avrebbe acconsentito solo se entrambi i ruoli principali potessero essere cambiati: così, i produttori hanno cercato di convincere Seagal a interpretare il cattivo, ma lui ha rifiutato. Di fatto, Van Damme è stato poi rimpiazzato da Stallone.

Demolition Man: Sylvester Stallone

7. Una scena lo ha terrificato. Si tratta della scena del congelamento criogenico che lo stesso Stallone ha descritto come “probabilmente le peggiori cinque ore che abbia mai avuto sui set cinematografici… ero terrorizzato”.

8. Voleva Jackie Chan. Sylvester Stallone voleva che il personaggio di Simon Phoenix fosse interpretato da Jackie Chan. Tuttavia, l’attore ha rifiutato, dal momento che al pubblico asiatico non piace l’idea degli attori che hanno sempre interpretato eroi ed improvvisamente vestono i panni di personaggi antagonisti.

Demolition Man conchigliette

demolition man

9. Nel film vengono citate come strumento per eliminare i rifiuti corporali. In Demolition Man è presente una scena piuttosto ironica che riguarda il modo alternativo per pulirsi dai rifiuti del corpo. Nella fattispecie, vengono citate le conchigliette e lo stesso Stallone ha dichirato che l’idea di base è che due delle tre conchiglie si dovrebbero usare come bacchette per tirare fuori i rifiuti dal corpo, mentre la terza per raschiare quanto rimasto. Non esiste, però, nessuna spiegazione riguardo a come dovevano essere puliti o disinfettati.

10. Una trovata nata per caso. La trovata dell’utilizzo delle tre conchiglie è nata praticamente quasi per caso. Secondo lo sceneggiatore Daniel Waters, quest’ispirazione è nata mentre stava scrivendo una scena in cui Spartan deve utilizzare il bagno. Stava cercando di inventare cose futuristiche che si sarebbero potute trovare dentro e, non riuscendoci, ha chiamato un amico e collega per farsi aiutare. Ironia della sorte, egli si trovava in bagno in quel momento e sottolineò di avere un sacchetto di conchiglie sul water come decorazione.

Fonti: IMDb, moviefone

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold La grande truffa: 10 cose che non sai sul film

Gold – La grande truffa è uno dei film più avventuruosi degli ultimi anni, in grado di analizzare con accuratezza la ricerca del sogno americano e di come la realtà riesca sempre a modificare le aspettative.

Il film, che si ispira ad un fatto realmente avvenuto nei primi anni ’90, è una caccia all’esotico, al thriller e quella parte oscura che anima banchi di prova come quelli di Wall Street.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Gold – La grande truffa.

Gold – La grande truffa film

gold la grande truffa

1. Il film è diretto da un regista che non si vedeva da un po’. Gold – La grande truffa è un film diretto da Stephen Gaghan, uno sceneggiatore e regista americano che non lavorava da un po’ per il grande schermo. Il suo ultimo film da regista, infatti, era Syriana, film del 2005 per il quale lo stesso Gaghan era stato nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura.

2. Ha avuto una lunga gestazione. Dare vita a questo film è stato abbastanza complesso, soprattutto per il fatto di trovare un regista disponibile a girarlo. In un primo momento Paul Haggis si era dimostrato interessato dopo aver visto un estratto della sceneggiatura di Patrick Massett e John Zinman, per poi declinare in favore di altri progetti. In seguito, si era fatto avanti Michael Mann, acquisendo la sceneggiatura con l’intenzione di dirigere il film con lui e Haggis a produrlo. Dopo aver lasciato per realizzare Blackhat (2015), si era puntato su Spike Lee per poi scegliere Stephen Gaghan.

3. Matthew McConaughey si ha toccato davvero una tigre. Per girare la scena del film in cui il protagonista tocca la tigre, McConaughey ha avuto il fegato di farlo davvero. Questa scena, infatti, era stata programmata per essere l’ultima scena del film e durante le riprese l’attore ha davvero toccato l’animale in questione. Come ha avuto modo di dire lo stesso attore “Non sto recitando in questa scena. Sono spaventato, sto sudando”.

Gold – La grande truffa streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Google Play e iTunes.

Gold – La grande truffa trama

5. Alla rincorsa del sogno americano. Kenny Wells è da anni alla ricerca di quel sogno americano a cui aspira da molti anni. Mettendo in pratica gli insegnamenti di suo padre (e vivendo nel suo mito) arriva fino alla remota Indonesia, arrivando a vendere tutti i suoi averi per rendere concreto quel sogno.

6. Non è tutto oro quello che luccica. Insieme al geologo Michael Acosta, Wells trova un giacimento aureo nascosto, diventando ricchissimo e mirando a conquistare Wall Street . Ma non tutto è come sembra e Wells lo scoprirà a sue spese.

Gold – La grande truffa storia vera

7. l film si basa su una storia vera. Gold – La grande truffa si basa sullo scandalo minerario della Bre-X del 1993, una società canadese che scoprì ‘esistenza di un giacimento d’oro in Indonesia e cercò di dare vita ad un’enorme manovra finanziaria in quel di Wall Street.

Gold – La grande truffa cast

gold la grande truffa

8. Per questo film, Matthew McConaughey si è trasformato. Affinché potessere regalare una performance quanto più realistica possibile, Matthew McConaughey ha deciso di rasarsi la testa, di guadagnare 20 kg di peso e di indossare dei denti finti. Lo stesso attore ha dichiarato di aver preso peso mangiando cheeseburger, bevendo birra e tantissimi milk shake.

9. Nel cast c’era Michelle Williams. In questo film, una volta ultimati i casting, era stata scritturata Michelle Williams per il ruolo principale. Tuttavia, l’attrice ha deciso di ritirarsi poco prima dell’inizio delle riprese e, in sua sostituzione, si è deciso di rimpiazzarla con Bryce Dallas Howard.

10. Christian Bale era stato considerato come protagonista. Per il ruolo di Kenny Wells, prima di affiancare il nome di McConaughey, era stato considerato Christian Bale. All’attore, infatti, era stato offerto il ruolo principale ai tempi in cui ci sarebbe dovuto essere Michael Mann alla regia.

Fonti: IMDb, History vs Hollywood

Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

Blue my mind – Il segreto dei miei anni al cinema dal 13 giugno

Blue my mind – Il segreto dei miei anni (Svizzera/Germania, 2017), film d’esordio della regista svizzera Lisa Brühlmann, racconto di formazione intimo e surreale che affronta in chiave fantasy la crescita, l’emancipazione e la trasformazione di un’adolescente, arriva nelle principali sale d’Italia da giovedì 13 giugno distribuito da Wanted Cinema dopo essere stato presentato ad Alice nella Città alla 12/ma Festa del Cinema di Roma, dove ha ricevuto il premio Camera D’oro Alice/Taodue.

Il film, che vede come protagonista la giovane attrice Luna Wedler – selezionata fra le migliori promesse del cinema dalla European Film Promotion – racconta di Mia, una ragazza di quindici anni appena trasferitasi con la sua famiglia alle porte di Zurigo. Mentre la ragazza si lancia in una selvaggia adolescenza cercando di fronteggiarla, il suo corpo comincia a cambiare in modo radicale. Nella disperazione cerca di anestetizzarsi con sesso e droghe, ma nonostante i tentativi di arrestare il processo è presto costretta ad accettare il fatto che la natura è molto più potente di lei. La trasformazione prosegue inesorabile, facendo diventare Mia quell’essere che per anni si è assopito dentro di lei… e che ora sta prendendo il sopravvento.

Ho voluto realizzare un film sulla crescita, sulla ricerca della propria identità, sull’emancipazione femminile – ha spiegato la regista BrühlmannQuesto lavoro si focalizza sul sentimento di sentirsi imprigionata. Imprigionata in un mondo pieno di regole da rispettare, un mondo a cui adeguarti e adattarti soprattutto quando si è giovani. Per me la sirena è il simbolo del desiderio di libertà, di quel potere femminile primordiale e di un mondo senza confini. Ho cercato di dare delle risposte a quelle domande su come ci si sente quando il proprio corpo inizia a seguire delle leggi diverse, inizia a cambiare e non c’è via di ritorno, quando ci si sente impotenti mentre la situazione scivola via a poco a poco. In questo modo sarà forse possibile alle persone provare nuovamente che cosa vuol dire crescere.

Avengers: Endgame, ecco cosa avrebbe fatto Bucky con la gemma del tempo

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Ospite di una convention a Londra, Sebastian Stan ha avuto modo di parlare del percorso di Bucky Barnes nel MCU tra racconti di produzione e aneddoti riguardanti le riprese dei vari cinecomic che lo vedono protagonista, compreso il recente Avengers: Endgame dove il Soldato d’Inverno si congeda in attesa di tornare in azione nella serie tv di Disney + insieme a Sam Wilson, aka Falcon.

Come sicuramente saprete il capitolo finale della saga sulle gemme dell’infinito ha ridefinito alcune timeline dell’universo condiviso in cui il destino dei personaggi è stato modificato rispetto a quello originale; questo grazie ai viaggi nel tempo e all’utilizzo del Regno Quantico, sfruttati da Steve Rogers per ricongiungersi con Peggy Carter e rispedire ai vecchi “proprietari” tutte le pietre.

Ma cosa avrebbe fatto Bucky con uno strumento del genere? Quali cambiamenti avrebbe apportato al suo viaggio personale da Il Primo Vendicatore a Endgame? Questa la risposta di Stan:

Cosa farebbe con la gemma del tempo? Beh, credo che se ne avesse avuto la possibilità sarebbe tornato a confrontarsi con il se stesso negli anni ’70, incontrando quindi il suo doppio Soldato d’Inverno, l’uno contro l’altro. E poi avrebbe sicuramente dovuto affrontare ciò che ha fatto, ovvero tutti gli 864 omicidi compiuti sotto il lavaggio del cervello dell’HYDRA“.

Che idea grandiosa sarebbe per uno spin-off? Raccontare gli anni del villain prima degli eventi di Captain America: The Winter Soldier, un’epoca mai esplorata dai Marvel Studios (se non in brevi flashback), ribaltando il punto di vista del classico eroe e immergendo lo spettatore nell’esperienza di un soggetto complicato e tormentato.

L’HYDRA, il KGB, l’addestramento spietato, insomma tutti quegli elementi che hanno contribuito a plasmare il Soldato d’Inverno. La speranza è che, parallelamente alle vicende dei protagonisti, questa storyline venga sfruttata o nello standalone su Vedova Nera (la cui ambientazione resta ancora un mistero), oppure nella serie televisiva con Falcon (ma l’ipotesi è alquanto improbabile), regalando al pubblico tutte le sfumature di un personaggio davvero affascinante e finora troppo marginale.

Leggi anche – Avengers: Endgame, perché Steve non ha dato lo scudo a Bucky?

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

Fonte: Youtube

Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

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Alien: Ridley Scott tornerà alla regia del nuovo prequel?

In occasione del 40° anniversario dell’uscita di Alien Variety ha incontrato Tom Skerritt  (che nel film interpretava Dallas, il capitano della Nostromo) ripercorrendo insieme a Ridley Scott la genesi del progetto, gli aneddoti della lavorazione e i segreti che lo rendono ancora oggi un capolavoro indiscusso del cinema di genere. Tanti gli argomenti toccati nell’articolo, compresa l’evoluzione del franchise e i prequel finora portati sul grande schermo, Prometheus e Alien: Covenant, menzionando accidentalmente anche un terzo capitolo degli eventi ambientati prima del cult del 1979 che Scott dovrebbe dirigere e che è già in fase di scrittura.

L’ipotesi non giunge nuova ai fan del franchise, visto che da tempo si parla di un possibile seguito di Covenant le cui premesse erano state ostacolate dal risultato non troppo entusiasmante del film al box office.  Qualche mese fa era stata poi Katherine Waterson, una delle interpreti, a spiegare che non c’erano notizie ufficiali e che non sapeva nulla del progetto, ma che già durante le riprese l’idea di una continuazione della trama sembrava interessante.

Dunque di quale misterioso terzo prequel sta parlando Variety? Sappiamo che al momento, come conseguenza della fusione tra Disney e Fox, Alien figura tra le proprietà della casa di Topolino e potrebbe subire un trattamento diverso da quello optato dal vecchio proprietario. Lo stesso Scott ha recentemente confermato di aver preso parte a dei colloqui iniziali con lo studio sul futuro della serie e che sa benissimo in che direzione la porterebbe.

Andare avanti, sempre, lasciandosi tutto alle spalle vedendo in che modo potrà evolvere“, aveva dichiarato il regista, “Stiamo cercando di capire dove vogliamo che succeda“.

Alien: 10 cose che non sai sul film cult

Fonte: Variety

WandaVision: Scarlet Witch potrà alterare la realtà nella serie di Disney +?

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Come annunciato nelle scorse settimane, i Marvel Studios sono già al lavoro per portare sulla piattaforma streaming di Disney+ diverse serie dedicate a personaggi già introdotti nel MCU. Tra queste ci sarà anche quella su Wanda Maximoff e Visione, intitolata WandaVision, dove rivedremo Elizabeth Olsen e Paul Bettany nei rispettivi ruoli interpretati da Avengers: Age of Ultron.

Ma cosa sappiamo realmente dello show? Per quanto riguarda l’ambientazione il discorso è complicato, dal momento che Endgame sembra aver compromesso la continuità della trama dell’universo condiviso, quindi è improbabile che i due supereroi tornino in azione subito dopo gli eventi del film. Inoltre Visione – ucciso da Thanos in Infinity War – non figura tra i personaggi riportati in vita dai Vendicatori, mentre al contrario Wanda è stata “resuscitata” dopo lo schiocco.

Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Durante la premiere di Endgame era stata proprio la Olsen a suggerire che la serie prenderà spunto da “molti altri fumetti” e che avrebbe avuto un’estetica da anni ’50. Questo ovviamente ci ha fatto pensare subito all’ipotesi di un viaggio indietro nel tempo, e sappiamo come nei fumetti originali entrambi i personaggi siano in grado di alterare la realtà.

Ora però alcuni rumor non ufficiali sostengono che WandaVision sarà ambientata nei sobborghi ispirandosi alle pagine su Visione scritte da Tom King e che Scarlet Witch subirà una trasformazione significativa in termini di poteri. È infatti Charles Murphy a riportare le voci secondo cui Wanda inizierà ad entrare in confidenza con una gamma di superpoteri che integrano l’alterazione della realtà, concetto finora inutilizzato nel MCU.

Un dettaglio del genere spiegherebbe il ritorno dal mondo dei morti di Visione, con la sua amata che perde il controllo di se stessa creando un nuovo mondo in cui vivere. Difficile a dirsi, ma se questo scenario dovesse avverarsi perché non sognare in grande e immaginare l’introduzione nell’universo dei figli della coppia, Young Worcan e Wiccan?

Leggi anche – Scarlet Witch e Visione: cosa vorremmo vedere nella serie di Disney +

Fonte: CBM

The Batman: un dirigente DC conferma il casting di Robert Pattinson?

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Sono giorni di febbricitante attesa per l’ufficializzazione dell’attore che interpreterà Bruce Wayne in The Batman, nuovo adattamento, oltre che reboot, delle indagini del crociato di Gotham affidato a Matt Reeves (Cloverfield, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie), e mentre Variety e Deadline riportano che sono due i candidati in lizza, nelle ultime ore un post “misterioso” del dirigente del reparto creativo della DC Jim Lee sembrerebbe confermare il casting di Robert Pattinson.

Nella foto che vedete qui sotto, pubblicata da Lee su Instagram, appare sospetto il nome di Pattinson in maiuscolo scritto sul tablet e associato ad estratti di interviste di Howard Stern con star come Pamela Anderson e, appunto, l’attore inglese. E se quel dettaglio non fosse casuale, trattandosi di un fortunato easter egg per i fan? Possiamo supporre che il dirigente della DC abbia voluto stuzzicare la loro curiosità anticipando le mosse dello studio?

A quanto pare diverse persone hanno visto Pattinson aggirarsi nei pressi di Hollywood dopo la trasferta al Festival di Cannes con The Lighthouse (il nuovo film di Robert Eggers), ma sappiamo che sono iniziati i lavori del nuovo progetto di Christopher Nolan, Tenet, sempre produzione Warner, e che la produzione di The Batman partirà in autunno…

Che ne pensate? Sarà davvero lui il prossimo Bruce Wayne?

The Batman: ecco i nomi dei primi villain del film

In attesa che venga confermata o smentita la notizia, vi ricordiamo che le prime indiscrezioni su The Batman circolate online ipotizzano un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios.

Per alcuni 1990 fa rima con gli adattamenti di Batman di Tim Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e che sono stati fonte di ispirazione per Zack Snyder per quanto riguarda una scena particolare di Batman V Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di Batman Returns del 1992), per non parlare del fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul personaggio provengono proprio da quel decennio.

Secondo i report, Reeves ha optato per le storie di Batman: Anno Uno come possibile punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe. Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros. impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain prevista.

Per The Batman è stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno 2021.

Fonte: Jim Lee

Avengers: Endgame, il cast riunito nelle nuove foto dal backstage

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Avengers: Endgame festeggia con successo il quarto weekend di programmazione negli Stati Uniti, e per festeggiare la ricorrenza Anthony e Joe Russo hanno condiviso su Instagram delle nuove foto tratte dal dietro le quinte del film insieme al cast.

Tra queste c’è anche l’immagine scattata sul set del funerale di Tony Stark, uno dei momenti più emozionanti dell’universo cinematografico Marvel, dove si sono riuniti praticamente tutti i personaggi e i loro rispettivi interpreti.

Nelle altre potete dare uno sguardo al giovanissimo attore entrato nei panni del “piccolo” Scott Lang durante la sequenza di prova con il Regno Quantico, ai sei Vendicatori originali radunati per far rivivere la battaglia di New York del 2012 e a Josh Brolin con la sua tuta da motion capture mentre si prende una pausa dalle riprese con Zoe Saldana.

Andate a vedere Endgame per la quarta volta questo fine settimana!“, hanno scritto i registi, “Per l’aria condizionata, e perché vorrete riprovare quelle emozioni“.

 

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Fonte: The Russo Brothers

Cannes 2019: ecco tutti i vincitori della 72esima edizione

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Si è conclusa la settantaduesima edizione del Festival di Cannes 2019. E’ attualmente in corso la cerimonia di consegna ma i primi vincitori sono stati resi noti. Parasite del regista sudcoreano Bong Joon-ho ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes .

Mati Diop ha vinto il Grand Prix per il suo film d’esordio, “Atlantics.” Premio speciale della Giuria a Les Misérables di Ladj Ly e Bacurau di Kleber Mendonça Filho – mentre il cineasta liberale Michael Moore ha detto alla folla: “Trump è la bugia che permette di mentire “.  Il premio per il miglior regista è andato a Jean-Pierre e Luc Dardenne per “Young Ahmed” La migliore attrice di questa edizione è stata incoronata Emily Beecham, la protagonista di “Little Joe“, che interpreta una scienziata che inizia a sospettare che la pianta che ha modificato geneticamente possa avere effetti collaterali sull’uomo. “It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria.

Il premio per la sceneggiatura è andato alla scrittrice-regista francese Céline Sciamma per “Portrait of a Lady on Fire, un film d’epoca a tema lesbico che esplora la nozione di sguardo femminile, sia ora che attraverso la tradizione dell’arte occidentale.

It Must Be Heaven” di Elia Suleiman ha guadagnato una menzione speciale dalla giuria. Un droll commentario – da un regista il cui personaggio di Jacques Tati non parla quasi mai – per i problemi del suo paese, come si evince dai suoi viaggi a Parigi e New York, il film di Suleiman è stata la rara commedia della competizione di quest’anno.

PREMI UFFICIALI

Palma d’oro: Parasite

Grand Prix: “Atlantics”, Mati Diop

Regista: Jean-Pierre e Luc Dardenne, “Giovane Ahmed”

Attore: Antonio Banderas, “Pain and Glory”

Attrice: Emily Beecham, “Little Joe”

Premio della giuria – TIE: “Les Misérables”, Ladj Ly; “Bacurau”, Kleber Mendonça Filho

Sceneggiatura: Céline Sciamma, “Portrait of a Lady on Fire”

ALTRI PREMI

Camera d’Or: “Le nostre madri”, Cesar Diaz

Short Films Palma d’oro: “La distanza tra il cielo e noi”, Vasilis Kekatos

Menzione speciale dei cortometraggi: “Dio dei mostri”, Agustina San Martin

Golden Eye Documentary Prize: “Per Sama”

Premio della giuria ecumenico: “Hidden Life”, Terrence Malick

Queer Palm: “Ritratto di una signora in fiamme”, Céline Sciamma

Il cerchio della vita: quello che non sai sulla canzone de Il re leone

Il cerchio della vita è una di quelle canzone che ha segnato milioni di persone e tante generazioni grazie alla sua presenza del film d’animazione Il re leone.

Con alta probilità, questo brano così significativo sarà presente anche nell’omonimo live action di prossima uscita e, a pensarci, non potrebbe essere diversamente.

Ecco, allora, quello che non sapevi sul brano Il cerchio della vita.

Il cerchio della vita testo

il cerchio della vita

Una delle caratteristiche di un film come Il re leone è quella di lasciare il segno con i testi delle sue canzoni. Basti pensare a Il cerchio della vita che accompagna la fase iniziale del film, quando il sole sorge e gli animali corrono per radunarsi sotto la rupe dei re, in attesa che venga finalmente mostrato il giovane Simba. E se le immagini colpiscono il cuore, essere fanno solo un lavoro a metà perché senza questo canto tutto il pathos esistente verrebbe meno.

Un bel giorno ti accorgi che esisti
Che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui per volere di chi

Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingon di blu
E ti basta così, ogni dubbio va via
E i perché non esistono più

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

E’ una giostra che va, questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che fine non ha

Il cerchio della vita: Il re leone

Il cerchio della vita segna l’inizio del film, ma non tutti sanno che fa parte della colonna sonora composta da Elton John (per quanto riguarda le musiche) e Tim Rice (che si è occupato dei testi). Riproposta anche alla fine del film e nominata agli Oscar per la Miglior Canzone, Il cerchio della vita non avrebbe dovuto avere delle parti dialogate.

Quando il compositore Hans Zimmer, che si è occupato della parte strumentale, ha preparato la sua interpretazione del brano, aveva dato vita ad una versione estesa affinché fosse flessibile per essere tagliata ed adeguata con il montaggio.

Gli animatori rimasero talmente colpiti e affascinati dal suo lavoro da cambiare l’inizio della sequenza in quella che si vede nel film, in modo da sfruttare l’intera versione del compositore, che comprendeva anche la parte iniziare cantata in lingua zulu.

Il cerchio della vita: Ivana Spagna

Per la versione italiana de Il cerchio della vita, si era alla ricerca di un/una cantante che fosse in grado di avere un voce incisiva e significativa come quella di Elton John che è interprete della versione originale.

È stato proprio il cantautore a riconoscere in Ivana Spagna queste qualità, scegliendola personalmente per interpretare questo brano così forte ed importante. Conseguentemente, la Spagna ebbe un enorme successo, diviso tra nuove e vecchie generazioni, tanto da realizzare circa quindici anni dopo (nel 2009) un album intitolato proprio Il cerchio della vita. Questo disco riunisce 14 canzoni cover Disney.

Il cerchio della vita accordi

Chi desiderasse provare a suonare la melodia de Il cerchio della vita è possibile farlo seguendo gli accordi. Oltre a recarsi nei negozi specializzati, è possibile recuperare gli accordi di questo brano anche online, sia su siti specifici, sia tramite video caricati su You Tube.

Il cerchio della vita significato

il cerchio della vita

Il cerchio della vita non solo una semplice canzone, un semplice brano di apertura de Il re leone: bensì, ha un significato molto profondo.

Basta solo osservare il testo per capire che il riferimento è rivolto al ciclo della vita di tutti gli esseri viventi che connette ogni creatura del mondo e che fa compiere a tutti quanti il cammino composto da nascita, dalla crescita e dall’invecchiamento che perdura fino alla fine dei giorni.

Un equilibrio, quello della vita, che va tutelato affinché ognuno abbia di che vivere in maniera dignitosa: “Simba, tutto ciò che vedi coesiste secondo un delicato equilibrio. Come re devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica alla saltellante antilope. [Quando moriamo i nostri corpi diventano erba e le antilopi mangiano l’erba. E, così, siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita”.

Fonti: IMDb, rockol