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L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre: 10 cose che non sai su film

L’uomo che fissa le capre, uscito nel 2009, è uno di quei film destinato a diventare un cult assoluto della storia del cinema, soprattutto di quello recente.

Il film, che vede protagonisti George Clooney e Ewan McGregor, ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il suo sarcasmo e con la sua ironia, rendendolo una commedia grottesca e surreale.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su L’uomo che fissa le capre.

L’uomo che fissa le capre film

l'uomo che fissa le capre

1. Viene citato un poema. Quando il personaggio di George Clooney cita il poema sul marinaio e il gabbiano, sta parlando del poema “The Rime of the Ancient Marier” del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge.

2. È stato presentato a diversi festival. Prima di uscire al cinema nel novembre del 2009, il film è stato presentato fuori concorso alla 66° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per poi passare al Toronto Film Festival.

3. Uccidere le capre con la telepatia non è reale. Il fatto di uccidere gli animali con il solo uso della telepatia è una delle poche cose estreme raccontate nel libro e poi fatte vedere nel film. In realtà, si tratterebbe solo un aspetto simbolico che riferisce al grande potere a disposizione dell’unità segreta dell’esercito americano.

L’uomo che fissa le capre streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale come Chili, Rakuten Tv, Chili e Infinity.

L’uomo che fissa le capre cast

l'uomo che fissa le capre

5. Ci sono 3 premi Oscar nel cast. In L’uomo che fissa le capre ci sono ben tre premi Oscar nel cast. Basti pensare, infatti, a George Clooney (Miglior Attore non Protagonista per Syriana, Miglior Film per Argo), Jeff Bridges (Miglior Attore Protagonista per Crazy Heart) e Kevin Spacey (Miglior Attore non Protagonista per I soliti sospetti e Miglior Attore Protagonista per American Beauty).

6. Il personaggio di Jeff Bridges è esistito davvero. Il ruolo che l’attore Jeff Bridges interpreta nel film si basa sul tenente colonnello dell’esercito James Channon, colui che scrisse il manuale Primo Battaglione Terrestre.

7. Ewan McGregor e i riferimenti a Star Wars. In L’uomo che fissa le capre, Ewan McGregor ricopre una parte importante. Tuttavia, durante il prosieguo del film, ci sono molti riferimenti alla saga di Star Wars. Questo film, infatti, parla ampiamente dell’essere Jedi e dell’usare i poteri Jedi.

L’uomo che fissa le capre libro

8. Il film è un adattamento. L’uomo che fissa le capre non è altro che un adattamento di un libro intitolato Capre di guerra (The Men Who Stare at Goats) scritto dal reporter Jon Ronson. In questo libro vengono raccontati i paradossi dell’unità segreta dell’esercito americano, chiamata First Earth Battalion (Primo Battaglione Terrestre).

9. Sono stati narrati fatti veri. Il libro di Ronson e, conseguentemente il film, raccontano fatti realmente accaduti. Fatti che non riguardano solo le missioni, ma anche i progetti di ricerca stravaganti che, pare, siano poi evoluti in esperimenti compiuti a Guantanamo Bay.

L’uomo che fissa le capre frasi

10. Un film farcito di frasi iconiche. L’uomo che fissa le capre non poteva non essere un film generatore di frasi iconiche e destinate ad essere citate in futuro. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Siate tutto quello che potete essere. (Bill)
  • Ecco fatto, fu l’unico pezzo della mia storia ad essere divulgato dovunque, ridotto a barzelletta! E se mai mi ci fosse voluta una prova di come il lato oscuro avesse preso lo splendido sogno di quello che una nazione poteva essere e l’avesse distorto, distrutto, beh eccola li. Ma io non mi fermo, non mi arrendo. Perché quando vedo quello che succede nel mondo, so che ora, più che mai, dobbiamo essere tutto quello che possiamo essere. Ora, più che mai, abbiamo bisogno degli Jedi! (Bob)
  • “Hey Phil, qual è la frase più detta dai francesi?” “Mi arrendo” (Todd e Phil)

Fonti: IMDb, Wired,

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious: 10 cose che non sai sul film

Insidious è il film che ha dato il via ad una delle saghe horror più viste degli ultimi anni, capostipite di un sequel e due prequel. Nella fattispecie, questo film è il terzo andando nell’ordine cronologico degli eventi.

Tra eventi inquietanti, manifestazioni di carattere soprannaturale e possibilità di esplorare tanti e diversi universi, questo lungometraggio ha spaventato, affascinato e coinvolto milioni di persone in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Insidious, uno dei film horror per ecellenza.

Insidious film

insidious

1. James Wan ha lavorato al film con The Conjuring in mente. Mentre stava girando il primo capitolo di Insidious, James Wan aveva già il franchise di The Conjuring in mente. Non a caso, infatti, è possibile notare alcuni spunti, tratti dai primi due film di Insidious, che hanno dato vita ad una delle saghe horror più seguite, e i primi film dell’altro franchise. Di fatto, con la creazione di questi due franchise, Wan è diventato uno dei maggior registi dei film horror e del cinema in generale.

2. S’intravede Saw. Nella prima metà del film, dietro al personaggio di Patrick Wilson, è possibile vedere un personaggio molto conosciuto. Si tratta del protagonista del film Saw – L’Enigmista, disegnato sulla lavagna con il numero otto scritto al di sotto.

3. Non sangue, ma rossetto. Quando le lenzuola vengono trovate con delle impronte rosse di mani, questo è stato confuso per sangue, ma in realtà era rossetto rosso. Il demone dalla faccia rossa (noto come “il demone del rossetto”) lascia impronte delle mani ovunque, mostrando di essere molto vicino a Dalton ad un certo punto del film.

Insidious streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Insidious cast

insidious

5. Ethan Hawke sarebbe potuto essere nel cast. Pare che la prima scelta per il ruolo di Josh Lambert fosse Ethan Hawke. Tuttavia, l’attore ha deciso di rifiutare il ruolo, anche se non sono chiari i motivi, che poi è andato a Patrick Wilson.

6. Patrick Wilson in un ruolo da perseguitato. In Insidious, Patrick Wilson interpreta il ruolo di Josh Lambert, perennemente perseguitato dai fantasmi che vogliono invadere il suo corpo. Tutto ciò si può intendere quasi come l’opposto della serie tv A Gifted Man (2011) in cui Micheal Holt, il personaggio di Wilson) è in grado di vedere il fantasma di Anna Paul, sua moglie defunta, al fine di migliorarlo come medico e come persona.

7. Un attore che è anche compositore. In Insidious è presente un demone che è interpretato da Joseph Bishara. Ma costui non ha lavorato al film sono in quanto attore: infatti, egli è stato anche il compositore del lungometraggio, realizzando la colonna sonora.

Insidious trailer

8. Un trailer fenomenale. Prima di mettersi alla prova con il film di James Wan, è consigliabile dare un occhio al trailer. Ci si accorgerà subito di come questa prima visione farà capire la direzione e il senso del film, oltre che assaggiare il livello di paura intrinseco.

Insidious sequel

9. È stato realizzato un prequel. Dato l’enorme successo generato dal Insidious, si è deciso di dare vita a un film sequel. Nel 2013, infatti, è stato realizzato Oltre i confini del male: Insidious 2 che vede nuovamente protagonisti Patrick Wilson e Rose Byrne.

10. Sono usciti due film prequel. Con il successo dei due film di Insidious, realizzare altri film legati a questo molto era scontato. Non a caso, sono stati realizzati ben due prequel: nel 2015 è uscito Insidious 3 – L’inizio e nel 2018 è arrivato al cinema Insidious – L’ultima chiave, prequel del terzo capitolo.

Fonte: IMDb

Dampyr, il film: riprese ad ottobre, novità sul primo film Bonelli

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Dopo l’annuncio ufficiale al Lucca Comics and Games 2018, arrivano le prime notizie relative al film su Dampyr, serie a fumetti di genere horror pubblicata dal 2000 in Italia dalla Sergio Bonelli Editore, creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

Alla produzione di Dampyr c’è, ad affiancare la Bonelli Entertainment, Eagle Pictures e Brandon Box, nelle figure di Roberto Proia e Andrea Sgaravatti. La Eagle fa parte da poco del gruppo produttivo Spyglass, al fianco di Warner. Con questa associazione, lo studio conta di trovare il percorso che porterà questi suoi progetti negli Stati Uniti, primo di tutti proprio Dampyr. Proia di Eagle ha inoltre confermato che il sequel del film è già in cantiere.

La regia è stata affidata a Riccardo Chemello, mentre per gli attori coinvolti non ci sono ancora certezze, tuttavia sappiamo che il casting è stato affidato a Gail Stevens, che ha lavorato a livelli altissimi negli Stati Uniti, con registi del calibro di Danny Boyle e Kathryn Bigelow. A firmare la sceneggiatura Alberto Ostini, Mauro Uzzeo e Giovanni Masi.

Alla presentazione di Lucca l’uscita del film era stata stabilita per il 23 gennaio 2020, ma non sappiamo ancora se la data sarà rispettata, visto che le riprese cominceranno ad ottobre.

Cannes 2019: Sylvester Stallone si racconta tra sconfitte e vittorie

Tra i protagonisti del Festival di Cannes 2019 c’è anche Sylvester Stallone, protagonista di una masterclass dove racconta delle sue vittorie e sconfitte, ma anche della mai sopita voglia di continuare a combattere. Accolto da una calorosa standing ovation dei suoi fan, Stallone spende le prime parole per ringraziare proprio il suo pubblico, dichiarando che “è grazie a voi se ho avuto una carriera lunghissima.”

L’attore inizia poi a viaggiare con la memoria, ricordando la difficoltà di affermarsi ad Hollywood e il complicato set di Rocky, che gli ha tuttavia permesso di raggiungere la fama mondiale. “Quell’esperienza mi fece capire che per raggiungere il successo bisogna trovare una buona idea. – afferma – “Il fallimento ti rende più saggio, mentre spesso il successo ti rende più stupido, perché non hai nessuno con cui confrontarti.”

Riguardando alla sua intera filmografia, Stallone afferma di aver sempre ricercato ruoli complessi, di personaggi al margine, considerati dei perdenti. “Questo perché sono affascinato dal tema della lotta. La lotta contro sé stessi e contro ci dice cosa fare. In generale mi appassionano gli esseri umani che non accettano le cose imposte da altri. Credo che tutti nella vita ci troviamo prima o poi ad affrontare la solitudine e il fallimento, ma essere umani significa prendere le proprie debolezze e trasformarle in forza.”

Stallone è arrivato a Cannes anche per presentare un proiezione di Rambo in copia restaurata 4K, e un primo inedito estratto di Rambo V: Last Blood, il nuovo film della saga che arriverà nelle sale italiane a novembre. “Nel precedente film Rambo torna a casa, ma è come se non ci fosse realmente. All’inizio di questo nuovo film lo troviamo ancora lì, nel suo ranch, sempre pronto ad aiutare gli altri, soffrendo ancora per il non essere riuscito a salvare i suoi compagni in guerra. È un uomo attanagliato dai sensi di colpa, e stavolta dovrà fare i conti anche con la presenza di una famiglia adottiva. Naturalmente ben presto Rambo capirà di non poter sempre controllare ciò che lo circonda, ma nel momento in cui sarà il mondo esterno a cercare di controllare lui, allora lì accadranno cose veramente spiacevoli.”

Stallone riflette infine sulla sua carriera da attore, sostenendo che “non credo di essere un attore versatile. Tutte le volte che ho provato a fare qualcosa di diverso sono precipitato. Ho sbagliato molte volte, e altrettante sono caduto. Ma credo di essere sempre riuscito ad imparare dai miei errori e a rimettermi in piedi, riprendendo a fare ciò che conosco meglio.”

“Credo che oggi nel mondo ci siano tanti e tante Rocky, ora più che mai. – conclude Stallone – Amo ognuno di loro, spero che il personaggio possa essere stato una fonte d’ispirazione. In realtà chi lotta nel mondo di oggi si trova dinanzi a sfide ben più complicate, ben più grandi. Ma il segreto è non arrendersi mai, mai.”

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien: 10 cose che non sai su questo film cult

Alien è uno di quei film che andrebbero visti una volta nella vita o che bisognerebbe portarsi sulla classica isoletta deserta.

A partire dall’idea di base, passando per le realizzazioni e il concretismo sul set, arrivando al prodotto finale, non c’è niente di Alien che non colpisca, specie poi se si parla anche delle interpretazioni.

Ecco, allora, dieci cose da sapere sul film cult Alien.

Alien film

alien

1. È stato usato un trucco per far spaventare il gatto. Per far sì che il gatto Jones si spaventasse all’arrivo di Alien, si decise di porre un pastore tedesco di fronte, dividendo i due animali con dei vetri. Lo schermo sarebbe poi stato rimosso improvvisamente per far fermare il gatto e far sì che iniziasse a sibilare.

2. L’alieno sanguina acido. Questa idea è venuta all’artista concettuale Ron Cobb. Questo accadde quando Dan O’Bannon non riusciva a trovare una ragione tale per cui l’equipaggio della Nostromo non avrebbe sparato all’alieno con la pistola.

Alien streaming

3. Il film è disponibile in streamin digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme digitali legali di Rakuten Tv, Tim Vision, Chili, Google Play e iTunes.

Alien cast

alien

4. Alien è interpretato da un attore. Dopo aver incontrato Bolaji Badejo, il regista decise che lui avrebbe potuto interpretare l’alieno. L’attore era in realtà un artista grafico scoperto in un pub e scelto per le sue braccia sottilissime e la sua altezza di un metro e mezzo. Badejo frequentò lezioni di Tai Chi e mimo per imparare a rallentare i movimenti.

5. Sigourney Weaver non è stata la scelta immediata. Lo stesso regista ha dichiarato di aver provinato molte attrici per il ruolo di Ripley e di essere arrivato a dover scegliere tra Sigourney Weaver e Meryl Streep. Alla fine il lavoro è stato offerto alla Weaver perché la Streep non sarebbe riuscita a lavorare data la recente morte del suo compagno John Cazale.

Alien regista

6. Ridley Scott ha voluto che la Weaver fosse infastidita. Stando alle dichiarazioni di Yaphet Kott, pare che Ridley Scott gli abbia detto di infastidire Sigourney Weaver fuori dalle riprese, in modo che ci fosse poi più tensione tra i loro personaggi. Lo stesso cotto si è detto rammaricato di questo perché l’attrice gli piaceva molto.

7. Ridley Scott voleva usare l’animatronica. In origine, Ridley Scott voleva usare questo sistema per rappresentare l’alieno, sperando di evitare la vista di un mostro che altrimenti sarebbe stato interpretato da un uomo. Sfortunatamente, le tecniche degli effetti speciali non erano abbastanza sofisticare ai tempi.

8. Il primo montaggio era molto più sanguinoso. Dopo il primo cut, Scott si rese conto che il film avrebbe suscitato nelle reazioni negative tra il pubblico. Per evitare questo, nel montaggio finale sono state tolte le scene più cruente e sanguinolente.

Alien frasi

9. Frasi che rimangono cult. Un film come Alien non poteva non essere generatore di frasi tali da rimanere fisse nella memoria collettiva. Ecco alcuni esempi:

  • Rapporto finale del veicolo spaziale Nostromo, da parte del terzo ufficiale. Gli altri componenti dell’equipaggio Kane, Lambert, Parker, Brett, Ash e il comandante Dallas sono morti. Carico e nave sono distrutti. Dovrei giungere alla frontiera tra sei settimane. Se sono fortunata la sorveglianza mi porterà in salvo. Parla Ripley unica superstite del Nostromo. Passo e chiudo. (Ellen Ripley)
  • Maledetta compagnia! E le nostre vite, figli di puttana? (Parker)
  • Nello spazio nessuno può sentirti urlare.
  • La prima cosa che farò quando torno sulla Terra sarà di mangiare un piatto delle mie parti. (G. E. Kane)

Alien trama

10. Il ritorno è più pericoloso della missione. La trama di Alien si svolge in maniera abbastanza lineare. L’astronave Nostromo è di ritorno verso il pianeta Terra con un carico di minerali, di fatto, riuscendo a portare a termine la missione. Durante il viaggio, però, il computer di bordo ricevere un SOS da un pianeta sconosciuto. Gli astronauti, una volta scesi sul suolo inesplorato, si troveranno a fare i conti con un essere mostruoso.

Fonti: IMDb,

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell: 10 cose che non sai sul film

Home Sweet Hell è uno di quei film poco conosciuti: tuttavia, alla lunga, ha tutte le carte per diventare un piccolo grande cult da non perdere e, anzi, da recuperare senza esitazione.

Questo film, che vede Katherine Heigl e Patrick Wilson tra i protagonisti, racconta gli eventi che accadono in una coppia di coniugi quando lei viene a sapere dell’amante di lui e come faccia tutto il possibile per riportare ordine nel caos che ormai vige in famiglia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Home Sweet Hell.

Home Sweet Hell film

home sweet hell

1. Il marito di Katherine Heigl ha lavorato al film. In Home Sweet Hell non c’è stato solo il coinvolgimento da parte di Katherine Heigl come attrice protagonista, ma anche di suo marito Josh Kelley. Il cantante, infatti, ha collaborato al film fornendo tutte le musiche e, di fatto, componendo la colonna sonora.

2. Ha ricevuto un Razzie Award. Uscito nel 2015, il film di Anthony Burns non ha riscosso esattamente il successo sperato, riuscendo ad ottenere addirittura una candidatura ai Razzie Awards del 2016. Pare, infatti, che l’interpretazione della Heigl non sia stata particolarmente apprezzata, tanto da meritare una nomination come Peggior Attrice Protagonista.

3. È stato distribuito prima online. Una particolarità di questo film è stata la sua distribuzione. Questo lungometraggio, infatti, è stato distribuito prima su alcune piattaforme digitali nel febbraio 2015, per poi essere proiettato nelle sale americane nel marzo successivo. In Italia, invece, il film è uscito direttamente in versione Home Video nel maggio dello stesso anno.

Home Sweet Hell streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, Google Play e iTunes.

Home Sweet Hell cast

home sweet hell

5. Katherine Heigl e il gioco della personalità. Ingiustamente o meno, Katherine Heigl viene spesso e volentieri ritratta dai media come un’attrice molto esigente, capricciosa e irragionevole. In Home Sweet Hell sembra che lei abbia voluto, in qualche modo, giocare con questi caratteri che farebbero parte della sua personalità.

6. C’è anche Jim Belushi. Non ce lo si aspetterebbe, ma in questo film è possibile notare la presenza di Jim Belushi. Stando alle molte critiche rivolte al film, pare che la sua interpretazione sia la migliore, un deciso valore aggiunto alla messa in scena.

Home Sweet Hell trama

7. Una famiglia apparentemente tradizionale. Don Champagne (Patrick Wilson) ha realizzato il sogno americano, riuscendo ad sistemarsi una grande casa, svolgendo un’attività di successo e avendo una famiglia perfetta. Tutto sempre essere tradizionale e ottimale, fino a quando l’infedeltà dell’uomo non esce allo scoperto.

8. Una donna disposta a tutto. La moglie di Don, Mona (Katherine Heigl), assume il controllo della situazione, a riportare ordine nel caos scatenato dall’amante del marito, Dusty (Jordana Brewster). Mona diventa una spietata madre di famiglia pronta a tutto, proteggendo il nido creato per la propria famiglia, marito fedifrago incluso.

Home Sweet Hell frasi

9. Frasi pronte a stupire. Un film come Home Sweet Hell non poteva non essere generatore di frasi memorabili. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Sento la tua puzza d’alcool trasudare dai tuoi pori grassi anche adesso (Mona Champagne)
  • La percezione è tutto, cara! (Mona Champagne)
  • È un piacere per gli occhi! Abbiamo bisogno di qualcosa da guardare durante il giorno, qualcosa che distolga le nostre menti dalla sofferenza, dovresti saperlo bene! (Les)
  • La paranoia è solo totale consapevolezza (Mona Champagne)

Home Sweet Hell trailer

10. Un trailer tutto da vedere. Prima di approcciarsi alla visione del film, è consigliabile vedersi anche il trailer per non perdersi proprio nulla di Home Sweet Hell.

10. Un

Fonti: IMDb, Frasi celebri, The Hollywood Reporter, Indiewire

Animazione e fumetti: dialogo continuo. Ne parlano Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol

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Il cinema d’animazione e i fumetti sono in continuo dialogo, un binomio che, forte delle proprio differenze di linguaggio, di mezzi, di problemi produttivi e di costi, continua a fondersi, mentre i due ambiti artistici si scambiano talenti, ispirazioni e personaggi.

Davide Toffolo, Yoshiko Watanabe e Bertrand Gatignol hanno discusso di questo rapporto e del loro passaggio da un ambito all’altro in occasione del panel L’eternità della vignetta o la sequenza animata? moderato dallo sceneggiatore Giovanni Masi, nell’ambito dell’Arf, festival dedicato al fumetto a Roma (24-26 maggio 2019 – Mattatoio Testaccio).

L’approccio al disegno e all’animazione, per gli ospiti, è stato differente. Provenendo da ambienti, preparazione, ma soprattutto Paesi diversi, i tre artisti hanno raccontato il loro approccio all’arte, il passaggio da un linguaggio all’altro, le difficoltà e i piaceri dell’uno e dell’altro.

Yoshiko Watanabe è giapponese italiana di adozione, se il suo nome potrebbe non dire nulla, i suoi cartoni animati lo faranno per lei: Kimba il Leone Bianco, La Principessa Zaffiro e Doraemon basteranno a farvi un’idea della sua caratura.

Bertrand Gatignol, francese, è autore de Gli Orchi-Dei, uscito in Italia con Bao, ma lavora da anni nel campo del fumetto e dell’animazione, con competenze relative a ogni aspetto della produzione di entrambi i linguaggi.

Davide Toffolo è un fumettista, cantante e chitarrista italiano, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Le sue attività, fumettista e musicista, non sono separate, ma integrate da performance di disegno e musica, come le atmosfere musicali durante le sue mostre di fumetti o i videoclip dei singoli musicali.

Tutti e tre hanno avuto un approccio personale e originale al mondo del fumetto e dell’animazione. Per Yoshiko è stato un caso, come ha raccontato: “Io volevo disegnare, poi mi sono ritrovata a occuparmi di effetti speciali. Sono entrata alla Mushi Production per caso, ero giovanissima ma ero già grande ammiratrice di Tezuka. Una mia amica trovò un annuncio su un giornale in cui la Mushi cercava personale e così mi sono proposta e mi hanno presa.”

Per lei non si è mai trattato di passare da un linguaggio all’altro, perché li ha sempre seguiti entrambi, alternando lavori importanti di animazione con produzione massiccia di tavole a fumetti: “In Giappone facevo illustrazioni e fumetti, ma per la maggior parte del tempo lavoravo sui cartoni animati, che pian piano mi hanno preso tutto il tempo! Lavoravo 18-20 ore al giorno. Poi sono venuta in Italia perché la Mushi fallì, Tezuka era un genio ma amministrativamente era un disastro, e prima di rimanere senza lavoro volevo vedere l’Italia e la Francia, e così sono partita, sono stata a Parigi per tre anni e poi mi sono fermata qui, mi sono sposata. Alla fine degli anni ’70 c’è stato il boom dei cartoni animati giapponesi. Poi si sono diffusi i pirata, giornalini con personaggi giapponesi con storie originali che però non pagavano le licenze ufficiali. Poi ho cominciato a lavorare per la Lanterna Magica, e per dei lungometraggi. Ma anche queste realtà poi sono fallite.”

Nonostante e esperienze nell’animazione, il desiderio però era sempre quello di disegnare: “Il mio desiderio era quello di usare il disegno in ogni forma e in ogni linguaggio. L’unica difficoltà che ho trovato è stata nel cambio di mercato, qui in Italia mi chiedevano dei criteri anatomici per il disegno diversi rispetto a quelli dell’animazione e dell’illustrazione giapponese.”

Dal caso che ha portato Yoshiko a lavorare in uno dei più grandi studi di animazione della storia del Giappone, all’esperienza di Gatignol, che invece racconta: “Quando ho capito che volevo fare animazione, ho provato ad entrare in una scuola ma non ero abbastanza bravo. Così per prepararmi per l’esame d’ammissione ho partecipato ad altri corsi di grafica e direzione artistica e così ho deviato il mio cammino. Non ho più fatto lo studente, li, ma ho tenuto qualche corso da insegnante, poi. Uscito da quella scuola ero preparato a fare comunicazione e pubblicità, ma io volevo fare animazione, e così mi sono infiltrato al festival di Annecy di nascosto, dalle transenne.”

Come nel migliore dei romanzi di formazione, il giovane Bertrand: “Lì ho cercato di incontrare persone a cui proporre un progetto. Era il periodo in cui si stava cominciando a diffondere l’animazione in 3D e il mio stile ispirato a quello giapponese, molto realistico, mi ha aiutato a entrare in contatto con piccoli produttori che ora sono diventati molto importanti. Così ho cominciato, tra televisione e progetti di character designer, da qui sono passato al disegno e al fumetto e ora mi sembra di essere più bravo a fare fumetti che a fare animazione.”

Per Davide Toffolo invece è stata un’idea, un progetto nato nella sua mente e concretizzatosi con un incontro fortunato con un animatore che gli ha consentito di dare concretezza a quella idea: legare un’immagine animata a un gruppo musicale, i Tre Allegri Ragazzi Morti, senza l’intercessione di un volto fisico.

Non son un animatore, però ho avuto un’intuizione forse rubata ai Beatles, che è stata quella di mettere insieme musica e animazione – ha raccontato Toffolo – All’inizio mi dicevano che era impossibile, ma avevo bisogno di unire queste mie due anime. Questo incontro e il momento tecnico storico che permetteva di lavorare da casa, sia per l’animazione che per il fumetto, mi hanno permesso di realizzare il mio immaginario di Tre allegri ragazzi morti. Era una strada mai percorsa e davvero vincente, tanto che a un certo punto è arrivato un gruppo, I Gorillaz, che hanno sdoganato nel mondo questo stile. È stata la testimonianza che quello che volevo fare, ovvero legare la rappresentazione visiva di un gruppo a un’immagine completamente fumettistica e animata, era possibile.”

Tre realtà e tre storie differenti, tre modi di vedere l’arte del fumetto e dell’animazione, non solo come arte in sé ma come mezzi di espressione e comunicazione del proprio modo di essere e di vedere il mondo.

Avengers: Endgame, la genesi della scena con il doppio Captain America

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Dopo aver passato in rassegna l’epica battaglia finale e l’invecchiamento di Steve Rogers, è arrivato il momento di parlare di un’altra scena iconica di Avengers: Endgame, quella in cui Captain America si confronta con il suo “gemello” durante i viaggi nel tempo che hanno riportato gli eroi agli eventi del 2012 a New York.

Qui Steve combatte contro se stesso in un’appassionante sequenza d’azione costruita nel dettaglio, come spiegato dal supervisore degli effetti speciali Trent Claus (a capo dellaLola VFX) in un’intervista con Comicbook.

La ripresa variava a seconda della scena. A volte Chris interpretava il Cap più in vista, mentre il doppio veniva interpretato da una controfigura, altre invece Chris interpretava entrambi i Cap. Quindi giravamo due volte la stessa inquadratura, una con Chris in un ruolo e una volta nell’altro, e quando si arrivava alle composizioni finali, quello che vedevamo e che avete visto sullo schermo è sempre la faccia di Chris“.

In certi casi il volto dell’attore si trova sul corpo di una controfigura, in altri si tratta dell’unione tra due diverse performance di Chris. Quindi il risultato varia da ripresa a ripresa, a seconda di quella che abbiamo reputato migliore per quel momento.

Claus ha aggiunto inoltre che per la scena sono state utilizzate due versioni del classico costume di Steve Rogers indossato nel film del 2012 con l’aggiunta – in digitale – del cappuccio blu in fase di post-produzione.

Entrambi i Cap, che si tratti di Chris Evans all’epoca o di una controfigura, indossano l’uniforme di Captain America, ma all’epoca di The Avengers essuno dei due presentava un casco o un cappuccio in quel momento. Dopo il primo montaggio i registi hanno capito che per far capire chi fosse il vecchio e chi il nuovo avremmo dovuto aggiungere un dettaglio. Dunque nel film finale vedete la versione del 2012 che indossa il cappuccio, completamente aggiunto in digitale“.

Leggi anche – Avengers: Endgame, ecco com’è stato realizzato l’invecchiamento di Cap

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Captain America: 8 modi in cui potrebbe tornare dopo Endgame

Fonte: Comicbook

MCU: chi sono i personaggi con più scene nell’universo condiviso?

Vi siete mai chiesti quali fossero i personaggi del MCU ad aver ottenuto più tempo sul grande schermo? Riguardando la storia dell’universo cinematografico e i ventidue film finora prodotti in questi primi dieci anni, ciò che cattura subito l’attenzione è l’assoluta dominanza degli original six, gli attori che interpretano i sei Vendicatori originali.

E che dire degli altri? Scopriamo di seguito quali eroi hanno più scene (e minuti):

Nick Fury

samuel l. jackson

Tempo sullo schermo: 1 ora, 16 minuti

È apparso in: Iron Man, Iron Man 2, Captain America: Il Primo Vedicatore, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Gamora

Tempo sullo schermo: 1 ora, 27 minuti

È apparsa in: Guardiani della Galassia Vol. 1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Loki

loki

Tempo sullo schermo: 1 ora, 32 minuti

È apparso in: Thor, The Avengers, Thor: The Dark World, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Captain Marvel

Captain Marvel

Tempo sullo schermo: 1 ora, 36 minuti

È apparsa in: Captain Marvel, Avengers: Endgame

Rocket

Tempo sullo schermo: 1 ora, 36 minuti

È apparso in: Guardiani della Galassia Vol.1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

War Machine

Tempo sullo schermo: 1 ora, 41 minuti

È apparso in: Iron Man, Iron Man 2, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Doctor Strange

Tempo sullo schermo: 1 ora, 48 minuti

È apparso in: Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Spider-Man

Tempo sullo schermo: 1 ora, 55 minuti

È apparso in: Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Star-Lord

supereroi

Tempo sullo schermo: 1 ora, 56 minuti

È apparso in: Guardiani della Galassia Vol.1, Guardiani della Galassia Vol. 2, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Vedova Nera

vedova nera

Tempo sullo schermo: 2 ore, 12 minuti

È apparsa in: Iron Man 2, The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Ant-Man

ant-man and the wasp

Tempo sullo schermo: 2 ore, 27 minuti

È apparso in: Ant-Man, Captain America: Civil War, Ant-Man And The Wasp, Avengers: Endgame

Hulk

Tempo sullo schermo: 2 ore, 41 minuti

È apparso in: L’incredibile Hulk, The Avengers, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Thor

Tempo sullo schermo: 3 ore, 49 minuti

È apparso in: Thor, The Avengers, Thor: The Dark World, Avengers: Age of Ultron, Doctor Strange, Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Captain America

Tempo sullo schermo: 4 ore, 36 minuti

È apparso in: Captain America: Il Primo Vendicatore, The Avengers, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Captain Marvel, Avengers: Endgame

Iron Man

Iron Man film

Tempo sullo schermo: 6 ore, 41 minuti

È apparso in: Iron Man, L’incredibileHulk, Iron Man 2, The Avengers, Iron Man 3, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame

Leggi anche – MCU: ecco come guardare tutti i film in ordine cronologico

Fonte: CBM

Emilia Clarke era nel cast delle prime bozze di Iron Man 3

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Emilia Clarke era nel cast delle prime bozze di Iron Man 3

Emilia Clarke era nel cast originale di Iron Man 3? A quanto pare si, e la conferma arriva direttamente dal co-sceneggiatore Drew Pearce con una foto pubblicata su Instagram scattata durante le letture iniziali delle prime bozze con gli attori. Questa la didascalia scritta dall’autore:

Primo table read di Iron Man 3. Downey, Cheadle, Emilia Clarke (storia lunga, la sceneggiatura è cambiata), tutto vagamente terrificante. Ovviamente questo succedeva nel 2012 quando tutti erano più razzisti e pensavano che tutti gli inglesi fossero uguali. Le mie scuse in ritardo a Paul Bettany,  spero di non averlo deluso.

Dunque la Daenerys Targaryen di Game of Thrones era effettivamente stata scelta da Shane Black per interpretare un ruolo nel terzo capitolo del franchise su Tony Stark. Ma quale?

L’ipotesi più plausibile è Maya Hansen, il personaggio poi affidato a Rebecca Hall, o forse i Marvel Studios avevano programmato di inserire nel film una figura completamente diversa accantonata di seguito per ragioni misteriose. Se però consideriamo la popolarità raggiunta grazie alla serie HBO, è facile immaginare che per la Clarke fosse previsto un ruolo di spicco, e non una semplice comparsa.

Dopo averla rivista nella stagione finale di Game of Thrones, l’attrice tornerà al cinema nella nuova commedia natalizia firmata da Paul Feig al fianco di Emma Thompson e Henry Golding. I dettagli della trama sono scarsi al momento ma sappiamo che il film sarà ambientato a Londra durante una vacanza romantica tra i due protagonisti.

Emilia Clarke: dieci cose che non sai su di lei

Spider-Man e Deadpool insieme in un film del MCU? Ecco il rumor

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Spider-Man e Deadpool insieme in un film del MCU? Ecco il rumor

Ora che l’accordo tra Disney e Fox è siglato e la casa di topolino ha finalmente acquisito tutti i diritti sui supereroi Marvel, è facile immaginare che in un futuro nemmeno troppo lontano personaggi come gli X-Men e i Fantastici Quattro verranno introdotti nell’universo cinematografico di Kevin Feige. Ma in che modo?

Secondo l’ultimo report di MCU Cosmic, il team dei Marvel Studios starebbe già valutando diverse opzioni per inserire Deadpool, il mercenario chiacchierone interpretato da Ryan Reynolds nei due capitoli prodotti da 20th Century Fox: la prima prevede di andare avanti con il franchise e portare al cinema Deadpool 3; la seconda ipotizza l’arrivo del personaggio in una serie di Disney + (con qualche modifica sul rating e il linguaggio vietato ai minori); infine la terza considera di rendere Deadpool parte integrante del terzo film su Spider-Man, con la Sony impegnata nella produzione.

Trattandosi di una voce non ufficiale vi invitiamo a ragionare sulla precarietà dell’argomentazione, tuttavia è interessante notare come tutte e tre le possibilità siano altamente probabili, oltre che affascinanti da un punto di vista narrativo. Se i Marvel Studios decidessero di proseguire la linea editoriale del franchise, Deadpool rimarrebbe un marchio contraddistinto all’interno della proposta cinecomic Disney, mentre con una serie disponibile su una piattaforma internazionale a cui ognuno può avere accesso, saranno necessari degli interventi sul materiale. Nel terzo caso, la prospettiva di vedere insieme sullo schermo Wade Wilson e Peter Parker ha sicuramente del potenziale.

Che ne pensate?

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

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Il prossimo film sull’Uomo Ragno, Spider-Man: Far From Home, arriverà nelle sale il 2 Luglio (invece che il 5). Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill.

Le riprese del film sono durate circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Fonte: MCU Cosmic

Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

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Cannes 2019: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Un Certain Regard 2019 ha presentato 18 film in concorso. 9 di questi sono stati premiati. Il film d’apertura è stato LA FEMME DE MON FRERE di Monia Chokri. Sotto la presidenza di Nadine Labaki (regista e attrice, Libano), la giuria era composta da Marina Foïs (attrice, Francia), Nurhan Sekerci-Porst (produttore, Germania), Lisandro Alonso (regista, Argentina) e Lukas Dhont (regista, Belgio).

“La giuria vorrebbe esprimere il grande piacere che abbiamo provato nell’immergerci nella diversità di questa selezione. Su molti livelli: sui soggetti, sul modo in cui gli strumenti cinematografici sono stati utilizzati e sui personaggi. È stato molto stimolante aver visto, fianco a fianco, registi che padroneggiavano la loro lingua così bene e altri ancora che trovavano la loro strada. È stata una bella sorpresa vedere 9 opere prime nella Selezione Ufficiale Un Certain Regard. Siamo stati onorati di essere stati trasportati in tutti questi diversi universi. Il cinema mondiale rimane molto vivo e in buona forma!”

La giuria

Ecco tutti vincitori di Un Certain Regard 2019

« UN CERTAIN REGARD »
A VIDA INVISÍVEL DE EURÍDICE GUSMÃO
(LA VIE INVISIBLE D’EURÍDICE GUSMÃO/THE INVISIBLE LIFE OF EURÍDICE GUSMÃO)
BY KARIM AÏNOUZ

JURY PRIZE
O QUE ARDE
(VIENDRA LE FEU/FIRE WILL COME)
BY OLIVER LAXE

PRIZE FOR BEST PERFORMANCE
CHIARA MASTROIANNI
FOR CHAMBRE 212 (ON A MAGICAL NIGHT) BY CHRISTOPHE HONORÉ

PRIZE FOR BEST DIRECTOR
KANTEMIR BALAGOV
FOR BEANPOLE (UNE GRANDE FILLE)

SPECIAL JURY PRIZE
LIBERTÉ
BY ALBERT SERRA

JURY’S « COUP DE CŒUR » (Ex-aequo)
LA FEMME DE MON FRÈRE (A BROTHER’S LOVE)
BY MONIA CHOKRI
THE CLIMB
BY MICHAEL ANGELO COVINO

JURY SPECIAL MENTION
JEANNE (JOAN OF ARC)
BY BRUNO DUMONT

Akira di Taika Waititi arriverà nelle sale a maggio 2021

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Akira di Taika Waititi arriverà nelle sale a maggio 2021

La Warner Bros. ha ufficializzato la data di uscita del nuovo adattamento di Akira, progetto nelle mani di Taika Waititi, fissata non più al 14 maggio 2021 ma al 21 maggio 2021. Un piccolo slittamento che non cambia i programmi dello studio e che mette in concorrenza il live action con John Wick 4, quarto capitolo del franchise con Keanu Reeves già confermato nei giorni scorsi.

Questa versione in live-action di Akira, ovviamente tratto dai sei volumi di Katsuhiro Otomo, arriva al cinema dopo l’anime giapponese del 1988 diretto da Otomo.

Per quanto riguarda Waititi, il neozelandese è salito ufficialmente a bordo della produzione dopo aver abbandonato giovedì scorso i lavori sul film d’animazione che avrebbe reso protagonista il celebre scimpanzé di Michael Jackson, Bubbles.

Nel frattempo vi ricordiamo che il regista di Thor: Rahnarok è entrato di recente nel cast di Free Guy, action comedy che sarà diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds. La star di Deadpool vestirà i panni del protagonista Guy, un funzionario della banca che scopre di vivere all’interno di un videogioco dove – insieme ad un avatar – cercherà di impedire agli sviluppatori di chiudere il loro mondo. Insieme a loro Jodie Comer (Killing Eve), Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel Howery, e Utkarsh Ambudkar.

Fonte: Deadline

Avengers: Endgame, ecco com’è stato realizzato l’invecchiamento di Cap

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Durante le scene finali di Avengers: Endgame Steve Rogers torna dal Regno Quantico dopo aver restituito le gemme dell’infinito alle rispettive timeline nella sua versione “anziana”, con tanto di capelli bianchi e profonde rughe sul viso. E se pensavate che questo look fosse il risultato di intense sessioni di trucco e parrucco, ora le parole di un addetto ai vfx sembrano confermare che è stato necessario anche l’intervento degli effetti visivi.

Dunque com’è nata la scena e com’è stata realizzata?

Per questa inquadratura di Chris si è attraversato un periodo di sviluppo molto lungo in cui abbiamo provato diverse età e stili di invecchiamento“, ha raccontato il supervisor Trent Claus a Comicbook, “E un problema che incontriamo spesso con il processo di invecchiamento è che ognuno ha la propria idea di ciò che ti succede in base alla tua esperienza personale, cosa succede al tuo viso e cosa è successo ai volti dei tuoi genitori“.

In una stanza piena di sei o sette persone, ognuna di queste potrebbe avere un’opinione diversa su come dovrebbe essere l’invecchiamento, quindi è più difficile fissare un look, mentre con il ringiovanimento è più facile: hai un riferimento o un’immagine esatta di ciò a cui stai mirando. Qui è molto più soggettivo.

Claus ha poi spiegato che la After Legacy Effects è stata incaricata di costruire alcune protesi che avrebbero fatto apparire più vecchio Evans e come questo aiuto pratico non abbia necessariamente reso la scena pronta per il montaggio finale. Di fatto l’inquadratura di “Old Man Cap” è stata ultimata dopo il termine delle riprese e la maggior parte del lavoro sul volto dell’attore è stato digitalizzato in post-produzione.

Purtroppo il make-up che avevamo applicato sul viso intorno agli occhi, alla fronte e al naso non è stato approvato, così abbiamo dovuto rimuovere digitalmente il trucco e ricrearlo da capo. Ciò che è stato conservato è il collo e la parrucca, mentre tutto quello che vedete sullo schermo è digitale.”

Avengers: Endgame, il dettaglio sul passato di Vedova Nera che nessuno ha notato

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

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Fonte: Comicbook

Cannes 2019: Ophelie Bau abbandona la proiezione durante la scena di sesso

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Sapevamo già che avrebbe fatto discutere, lo fa da sempre e a Cannes in particolar modo Abdellatif Kechiche ha sempre portato scandalo. Questa volta lo fa con Mektoub My Love: Intermezzo, il seguito del Canto Uno visto a Venezia due anni fa e arrivato lo scorso anno nelle nostre sale.

Il film dure quasi quattro ore ed è una lunga sequenza in discoteca, inframezzata da una scena di sesso nel bagno della stessa discoteca, della durata di 15 minuti. La notizia in sé non crea troppo scalpore, visto che il regista ci aveva abituati a questo genere di scene, tuttavia sembra che la protagonista del film, la sensualissima Ophelie Bau non avesse idea che la sua scena fosse stata inserita integralmente nel film.

Durante la proiezione, in molti si sono allontanati dalla sala per via della lunghezza del film, difficile da sostenere soprattutto perché a fine festival. Inoltre, qualcuno si è anche detto infastidito dalla lunga scena di sesso e proprio in quel momento, l’attrice ha lasciato la sala, dando anche forfait alla conferenza stampa del giorno dopo.

In quella sede, il regista non ha commentato la sua assenza, mentre l’ufficio stampa ha spiegato che la Bau aveva altri impegni su altri set. Possiamo solo immaginare che l’attrice si sia sentita in imbarazzo per la scena esplicita, un cunnilingus chiaramente non simulato per una versione del film che è stata montata a ridosso del Festival e che gli attori non avevano potuto vedere.

In sede di conferenza, il regista ha però spiegato il senso del suo film, che su due piedi può sembrare ostico a un pubblico generalista. Kechiche ha dichiarato: “La cosa più importante per me, lo voglio dire subito è celebrare la vita, l’amore, il desiderio, la musica, il corpo. Volevo tentare un’esperienza cinematografica più libera possibile.”

In merito alla già molto (forse troppo) chiacchierata scena di sesso, il regista ha scansato ogni accusa di voler a tutti i costi sconvolgere: “Quello che ho cercato di fare è descrivere le cose attraverso il movimento. Volevo filmare la magia del corpo. È l’aspetto metafisico del corpo che ho ritratto.”

Yes Man: 10 cose che non sai sul film

Yes Man: 10 cose che non sai sul film

Yes Man è uno dei film più brillanti che chi siano visti al cinema negli ultimi anni, in grado di condensare temi serie e di riflessione e momenti comici ed umoristici.

Sicuramente la presenza del cast, e soprattutto di Jim Carrey, ha aiutato la buona realizzazione del film che, ancora oggi, lo si rivede ogni volta che si presenta l’occasione con molta gioia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Yes Man.

Yes Man film

1. Il regista ha passato molto tempo con Carrey. Per trovare il tono giusto del film, Peyton Reed ha deciso di trascorrere diverso tempo con Jim Carrey per trovare un giusto equilibrio per il film. Un tono che doveva includere le commedie di Carrey, ma anche i suoi film più seri, oltre che il fatto di americanizzare il soggetto (il libro su cui si basa è di un autore britannico).

2. Sono stati fatti dei riferimenti ai Beatles. In Yes Man, Carl fa due riferimenti a I Beatles. Il primo è quando canta Can not Buy Me Love nell’Hollywood Bowl e il secondo è quando suona la chitarra e canta Jumper dei Third Eye Blind.

Yes Man streaming

3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Yes Man, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitali legali come Tim Vision, Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Yes Man cast

yes man

4. Jim Carrey si è rotto tre costole. In Yes Man, Jim Carrey ha fatto da sé quasi tutte le acrobazie richieste e, durante una di queste, si è fatto molto male. La scena specifica è quando nel bar Carl s’imbatte in un cameriera e cade di schiena: nel fare ciò, Carrey ha sbagliato la mossa, cadendo così forte sul pavimento sa procurarsi la rottura di tre costole.

5. Zooey Deschanel si è trovata senza stuntwoman. Il giorno prima in cui Zooey Deschanel avrebbe dovuto salire in moto per la prima volta, la sua controfigura si è fatta male. All’attrice è stato detto che ci sarebbero voluti nove mesi affinché la sua stuntwoman si rimettesse in forma, quindi le è stato chiesto di realizzare lei la scena.

6. Jim Carrey è rimasto affascinato dal progetto. Lo stesso attore ha dichiarato di essersi lasciato sedurre dal progetto Yes Man perché sentiva che gli avrebbe permesso di recitare in lacune scene davvero divertenti. Scene che avrebbero fatto riflettere il pubblico su se stesso e gli avrebbero fatto chiedere se, forse, avrebbero dovuto dire di “sì” più spesso.

Yes Man frasi

7. Frasi da ricordare. Un film come Yes Man possiede della frasi davvero indimenticabili che aiutano a riflettere sul senso della vita. Ecco, dunque, qualche esempio:

  • Io voglio che voi invitiate il “sì” nella vostra vita, perché il “sì”, a sua volta, vi risponderà sì! Quando voi dire sì, entrate nella sfera del possibile! (Terrence Bundley)
  • Il “sì” porta sempre a qualcosa di buono! (Carl Allen)
  • Senti ma chi se ne frega, il mondo è un parco giochi. Uno lo sa da ragazzino, ma poi strada facendo tutti se lo scordano. (Allison Renee)
  • Tu dici no alla vita, quindi non stai vivendo. (Terrence Bundley)

Yes Man: storia vera

8. Si basa un libro autobiografico. Questo film non è altro che l’adattamento dell’omonimo libro scritto da Danny Wallace, autore, produttore e giornalista britannico che ha trascorso un anno rispondendo sempre “sì” a qualsiasi domanda o proposta e registrando i risultati.

9. Un esperimento iniziato per caso. Sembra che David Wallace, autore del romanzo Yes Man, su cui si basa il film, abbia iniziato questo esperimento un po’ per caso, grazie ad uno sconosciuto incontrato sull’autobus. Il suggerimento era quello di dire più sì e così fece per un anno, rispondendo in maniera affermativa a tutto.

Yes Man trama

10. Capire cosa significhi dire di sì. La trama di Yes Man analizza la storia di Carl Allen, caduto in depressione dopo essere stato lasciato dalla moglie dopo sei mesi di matrimonio. Questa situazione gli impedisce di essere sereno e di vedere assiduamente gli amici che gli voglio bene, fino che un vecchio amico riesce a convincerlo a partecipare ad un convegno sull’autostima. Se all’inizio il fatto di dire sempre sì sembra poco sensato, il seguito capirà qual è il suo vero significato.

Fonti: IMDb, Frasi celebri

Ford v Ferrari: le prime foto ufficiali del film con Christian Bale e Matt Damon

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È Entertainment Weekly a diffondere le prime immagini ufficiali di Ford v Ferrari, il film diretto da James Mangold (Logan, Walk The Line) che vede protagonisti Christian Bale e Matt Damon nei panni del pilota Ken Miles e Carol Shelby, l’ingegnere meccanico che progettò il modello GT 40 per la casa automobilistica.

Questo è David contro Golia contro Golia“, ha raccontato Bale, “C’è il Golia industriale con Ford e il carismatico Golia di reputazione con Ferrari, e poi questa storia reale del trionfo dei disadattati.

Il film parla di persone vere e di amore, perdita e paure che non vengono gestite in tre piccoli momenti o in una sequenza action di dodici minuti“, racconta Mangold parlando dell’approccio vecchio stile della produzione, diverso dai soliti blockbuster hollywoodiani. “È un tour de force, e Matt e Christian non sono mai stati così bravi“.

Ford v Ferrari è ambientato nel 1966, durante la preparazione della 24 Ore di Le Mans in Francia, e segue il coraggioso pilota britannico Ken Miles portare a termine la missione del designer americano Carroll Shelby che ha appena costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca. Talmente eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore dell’industria, il marchio Ferrari.

Sono due amici che capiscono come affrontare l’ignoranza di chi non sa nulla sulle corse“, dice Bale a EW. “È una storia che trascende le corse e diventa qualcosa in grado di catturare lo spirito di persone che sono disposte a rischiare tutto per il loro amore.

Mangold parla poi del processo creativo e delle difficoltà di rimanere attaccati quanto più possibile al realismo delle gare: “Ho imparato molte cose grazie a Logan, perché uno degli obiettivi principali allora era ribaltare l’idea che il cinecomic fosse troppo dipendente dalla CGI. Io volevo renderlo il più emotivamente e fisicamente possibile, e questo aspetto è stato riportato in Ford v Ferrari. Volevo vedere un film di corse in cui le auto non erano tutte creazioni digitali e in cui lo spettatore potesse sentirsi là fuori in pista.”

Nel cast, oltre a Bale e Damon, figurano anche Caitriona Balfe (Outlander), Tracy Letts (Lady Bird), Josh Lucas (Sweet Home Alabama) e Jon Bernthal (The Punisher).

Ford v Ferrari arriverà nelle sale il prossimo 15 novembre.

Fonte: EW

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Cannes 2019: Marco Bellocchio presenta il film Il Traditore

Dopo aver ricevuto una lunga standing ovation seguente alla proiezione de Il Traditore, Marco Bellocchio presenta il suo nuovo film in conferenza stampa. Il lungometraggio, presentato in concorso al Festival di Cannes 2019, racconta la storia di Tommaso Buscetta, celebre pentito di mafia che contribuì con le sue testimonianza a sferrare un duro colpa a Cosa Nostra, permettendo così di arrivare al celebre maxi processo.

Per iniziare la conferenza stampa, il regista Marco Bellocchio espone il suo punto di vista riguardo il protagonista del film, dichiarando che “Buscetta non è un eroe, ma è un uomo coraggioso. È un traditore dal punto di vista di Cosa Nostra. Ma il suo è un tradimento sofferto. Studiando il personaggio mi sono reso conto di questa sua personalità ricca di sfaccettature, e ho voluto puntare su questo, senza condannare né accusare il protagonista.”

Quando gli viene chiesto come ha pensato di approcciarsi al film, considerando la vasta filmografia a riguardo, Bellocchio riprende la parola dichiarando “Non volevo certamente fare un film convenzionale. Volevo che fosse semplice e popolare. Oggi non esiste più un cinema civile in Italia, è stato distrutto dalla tv. E allora ho dovuto inventare. Inoltre ho cercato di costruire il film arricchendolo di una teatralità che separa coloro che appartenevano alla mafia e volevano che il maxiprocesso fallisse da Tommaso Buscetta, che invece si contrappone a loro.

Pierfrancesco Favino, che nel film dà voce e corpo a Buscetta, racconta di come si è accostato ad un personaggio così controverso. “Ero interessato a ricercare la natura del personaggio attraverso i fatti meno noti. Ho fatto diverse ricerche, ho parlato con molte persone, e ho avuto sempre più chiaro il modo in cui lui cambiava atteggiamento a seconda di chi aveva davanti. È stato un ottimo attore, e ho cercato di costruirlo partendo da questo aspetto.”

Bellocchio, abituato a storie, personaggi e tematiche molto lontane dal mondo a cui invece appartiene Buscetta, racconta infine i suoi ricordi di quegli anni e di ciò che di lui si sapeva. “Ricordo che arrivò in Italia dal Brasile il 15 luglio 1984. Ai miei occhi era un uomo misterioso, di cui sapeva poco, come che la mafia aveva ucciso alcuni dei suoi familiari. Il valore del suo tradimento fu realmente compreso solamente in seguito. Senza di lui non si sarebbe mai arrivati al maxi-processo, che è stata una vittoria, seppur parziale, dello Stato contro la mafia.”

A conclusione della conferenza stampa il regista e il cast de Il Traditore vengono premiati da un nuovo prolungato applauso. Il film sembra infatti aver riscosso ottimi giudizi da parte della critica, in particolare da quella estera, e per molti potrebbe consegnare a Bellocchio la sua prima Palma d’Oro.

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide è uno dei film che ha segnato il cinema di fine anni ’90, raccontando sentimenti ed emozioni della fascia d’età adolescenziale, rimanendo un film autoriale, preciso e rispettoso.

Sofia Coppola, dopo alcuni corti, ha debuttato alla regia proprio con questo lungometraggio che ha da subito avuto pareri e critiche positive, sia per quanto riguardano le tematiche narrate (in quanto la regista è stata anche sceneggiatrice) sia per le sue innate qualità registiche.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Il giardino delle vergini suicide.

Il giardino delle vergini suicide film

1. A Sofia Coppola era stato consigliato il libro. Sembra che Thurston Moore della band Sonic Youth abbia suggerito di leggere Il giardino delle vergini suicide a Sofia Coppola, prestandole una copia. Dopo averlo letto, la regista decise di adattarlo in un film.

2. La Coppola non era l’unica interessata all’adattamento. Dopo aver scritto la sceneggiatura, Sofia Coppola ci rimase male nel sapere che già un’altra compagnia stava lavorando ad un adattamento del libro. Tuttavia, essi non erano contenti del loro lavoro, così lei mostrò loro il suo lavoro che alla fine venne usato per la realizzazione del film.

3. Un film per teenager (e non solo) di qualità. Stando alle dichiarazioni della regista, sembra che lei abbia voluto realizzare Il giardino delle vergini suicide perché connessa con i temi affrontati nell’omonimo romanzo e anche per la volontà di dare vita ad un film sui teenagers che fosse di qualità, con una buona fotografia e trattando gli argomenti con il dovuto rispetto.

Il giardino delle vergini suicide streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Google Play e iTunes.

Il giardino delle vergini suicide cast

5. Scarlett Johansson era stata considerata per un ruolo. Dopo averla vista nel film Manny & Lo (1996), Sofia Coppola trovò che Scarlett Johansson sarebbe stata perfetta nel suo film e le offrì un ruolo. Tuttavia, l’attrice considerò la sceneggiatura troppo intensa e preferì rifiutare l’offerta.

6. Una prova d’attrice per Kirsten Dunst. Secondo Kirsten Dust, interpretare il ruolo di Lux Lisbon è stata una prova attoriale non di poco conto. È proprio grazie al suo personaggio che la giovane attrice ha potuto dimostrare di avere tutte le capacità per interpretare un ruolo complesso.

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7. Il film è l’adattamento di un romanzo del 1993. In quell’anno venne pubblicato il romanzo Le vergini suicide, scritto da Jeffrey Eugenides. Con questo libro, l’autore cerca di raccontare la vita dei teenager e, attraverso un narratore che si fa portavoce di un gruppo di ragazzi, viene raccontatala storia delle cinque sorelle Lisbon a distanza di vent’anni dallo svolgimento degli eventi.

8. Il romanzo è anche una fotografia sui legami famigliari. Oltre che analizzare l’adolescenza vissuta dai protagonisti, il libro di Eugenides prova a fare una fotografia circa le dinamiche che uniscono una famiglia, l’evoluzione che può avvenire e le conseguenze dettate da certe azioni, proponendo un parallelismo con la malattia che colpisce gli alberi della città.

9. Cinque copie della stessa ragazza. Se si legge attentamente il romanzo, ci si può rendere conto come le cinque ragazze non siano altro che punti di vista e osservazioni di una stessa ragazza, mentre altre volte ognuna sembra essere completamente diverse dall’altra.

Il giardino delle vergini suicide frasi

il giardino delle vergini suicide

10. Frasi che rimangono nella memoria. Non sono molti i film che riescono a rimanere nella memoria collettiva grazie a delle frasi incisive: tuttavia, questo è stato il caso de Il giardino delle vergini suicide. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Evidentemente lei, dottore, non è mai stato una ragazzina di tredici anni… (Cecilia Lisbon)
  • Scoprimmo che le ragazze sapevano tutto di noi e che noi non potevamo capirle affatto.
  • Quello che abbiamo qui è un sognatore. Qualcuno completamente fuori dalla realtà (Tim Weiner)
  • Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze, ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né che fossero ragazze… La sola cosa che contava è che le avevamo amate… e che non ci hanno sentito chiamarle… e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché escano dalle loro stanze… dove sono entrate per restare sole per sempre… e dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme.

Fonti: IMDbThe Guardian

C’era una volta a Hollywood: in sala potrebbe arrivare una versione più lunga

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Aveva promesso che avrebbe fatto di tutto pur di portare a Cannes (esattamente venticinque anni dopo la vittoria della palma d’oro con Pulp Fiction) il suo nuovo film, C’era una volta a Hollywood, e così è stato. Quentin Tarantino è stato il vero protagonista di questa edizione del festival, insieme alle star Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie, presentando in concorso la “prima” versione del nono lungometraggio montata in fretta e furia pur di arrivare in tempo per la croisette.

E tra i vari argomenti affrontati dal regista in una lunga intervista con Indiewire c’è anche il minutaggio della pellicola e l’ipotesi che al cinema arrivi una director’s cut più sostanziosa con le scene tagliate fuori:

Si, potrebbe essere più lunga. Non toglierei niente. Semmai valuterò la possibilità di rimetterci qualcosa.

Il taglio di C’era una volta a Hollywood presentato alla stampa e al pubblico di Cannes si aggira intorno alle 2 ore e 39 minuti, mentre il montaggio originale superava addirittura le 4 ore e 20 minuti. Quale delle due finirà in sala?

C’era una volta a Hollywood: Tarantino paragona il film a Pulp Fiction

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

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Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a Hollywood è fissata al settembre 2019.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Fonte: Indiewire

9 nuovi trailer che dovresti vedere questa settimana

9 nuovi trailer che dovresti vedere questa settimana

I trailer non sono altro che brevi filmati promozionali di film che che saranno a breve nelle nostre sale oppure saranno presenti su una delle tante piattaforme digitali disponibili online.

Il loro compito è quello di creare e far sviluppare nel pubblico una certa dose di hype circa il film promosso, affinché si corra subito a vederlo già nei primi giorni d’uscita.

Ma quali sono i trailer usciti questa settimana da non perdere? Scopriamoli insieme!

Terminator: Destino Oscuro

È stato da poco diffuso il primo trailer di Terminator: Destino Oscuro (Terminator: Dark Fate in lingua originale) che vede il ritorno di Linda Hamilton nei panni di Sarah Connor.

Questo film continuerà la storia direttamente da Terminator 2: Il giorno del giudizio, fingendo che Terminator 3, 4 e 5 non siano mai esistiti.

Nel cast del film torna anche Arnold Schwarzenegger, mentre a completare la squadra vi sono Mackenzie Davis, Diego Boneta e Gabriel Luna. Alla regia del film, invece, è stato confermato Tim Miller.

Nureyev The White Crow

Eagle Pictures ha diffuso il trailer italiano del film diretto ed interpretato da Ralph Fiennes e dedicato alla leggenda della danza mondiale: Nureyev The White Crow.

Tratto dalla biografia Rudolf Nureyev: The Life scritta da Julia Kavanagh, il film intende raccontare la vita del leggendario ballerino, a partire dall’infanzia e dagli anni trascorsi nella scuola di danza di Leningrado.

Il ballerino è interpretato dal giovane Oleg Ivenko, mentre Ralph Fiennes, oltre che dirigere il film, interpreterà la figura di Alexander Pushkin, un famoso insegnante di danza. Già passato e apprezzato al Torino Film Festival e al London Film Festival, il film arriverà nelle sale italiane il 25 luglio.

Toy Story 4

Toy Story 4 è pronto per arrivare al cinema il 26 giugno e il suo trailer finale mostra Woody e Buzz alle prese con la loro nuova vita con Bonnie, oltre incontrare anche Forky, uno dei giocattoli più originali dell’intera saga.

Nel 1995 Toy Story – Il mondo dei giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer grafica. Il film ottenne il più alto incasso dell’anno e fu candidato a molti premi, tra cui tre Oscar. Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999) vinse il Golden Globe per il miglior film, mentre Toy Story 3 – La grande fuga (2010) era riuscito a vincere l’Oscar per il Miglior Film d’Animazione e la Miglior Canzone Originale.

C’era una volta a Hollywood

In occasione delle presentazione ufficiale al Festival di Cannes 2019, è arrivato il trailer ufficiale di C’era una volta a Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino che vede tra i protagonisti Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.

Le storia narrata si svolge nella Los Angeles del 1969, al culmine del periodo hippy di Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e il suo stunt di lunga data, Cliff Booth (Brad Pitt). I due stanno lottando per resistere nella Hollywood che non riconoscono più. Allo stesso tempo, Rick ha una vicina di casa molto famosa, l’attrice Sharon Tate (Margot Robbie).

Nel cast del film, che arriverà in Italia il 19 settembre, sono presenti anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.

Downtown Abbey – Il film

In attesa dell’uscita al cinema, prevista per il prossimo 20 settembre, la Universal Pictures ha diffuso il primo trailer ufficiale di Downtown Abbey – Il film.

Questo lungometraggio sarà l’ultimo capitolo della saga famigliare dei Crawley e del loro personale di servizio, esplorata nell’omonima serie tv e ambientata nel suggestivo contesto della loro casa in stile edoardiano, situata nella campagna inglese.

Nel corso della sue sei stagioni, Downtown Abbey ha ottenuto molti riconoscimenti, tra cui 3 Golden Globe e 15 Emmy, senza considerare l’enorme quantità di candidature che hanno reso la serie il programma televisivo non americano più nominato agli Emmy.

In questo film torna il cast della serie, composto da Maggie Smith, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth McGovern, insieme ad alcune new entry come Tuppance Middleton, Simon Jones e Imelda Staunton. Il film è stato scritto da Julian Fellow (creatore dello show) ed è stato diretto da Michael Engler.

A Rainy Day in New York

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Sembrava che non dovesse mai vedere la luce, ma finalmente è arrivato da poco online il primo trailer ufficiale di Un giorno di pioggia a New York (A Rainy Day in New York), il nuovo film scritto e diretto da Woody Allen che arriverà nelle nostre sale il prossimo 3 ottobre grazie a Lucky Red.

Nel film, che Amazon Studios aveva scelto di non distribuire, si trova un cast ricco e d’eccezione, composto da Jude Law, Elle Fanning, Timothée Chalamet, Selena Gomez, Liev Schreiber, Suki Waterhouse e Kelly Rohrbach.

Maleficent: Mistress of Evil

Il primo trailer di Maleficent: Mistress of Evil è finalmente arrivato, mostrando le prime immagini del sequel film campione d’incassi del 2014.

Il film, diretto da Joachim Ronning, vede ancora una volta protagoniste Angelina Jolie ed Elle Fanning ed è pronto per arrivare nei nostri cinema il prossimo 17 ottobre con il titolo Maleficent: Signora del male.

Questo film si aggiunge alla lista dei live action Disney, la nuova politica della casa di Topolino per realizzare i revival dei grandi classici di animazione che hanno colpito molte generazioni in tutto il mondo.

Judy

Anche se la data di uscita è prevista per la seconda metà del 2019, il primo trailer del biopic Judy è già arrivato. Il film, dedicato a Judy Garland vede Renée Zellweger come protagonista, di nuovo alle prese con un ruolo musicale impegnativo e drammatico.

Diretto dal regista teatrale Robert Goold, Judy racconta l’età adulta della Garland, periodo in cui paga il presso di un’infanzia trascorsa sotto i riflettori, a partire dalla più tenera età.

Nell’inverno del 1968 l’attrice arriva della Swinging London per esibirsi alla Talk of the Town e sono ormai passati ben 30 dalla sua interpretazione in Il Mago di Oz. Quella che appare è una Judy fragile, stanca di continuare a fare quel lavoro che ha fatto per tutta la vita, tormentata dai ricordi di un’infanzia perduta e dal desiderio di tornare a casa dai suoi figli.

Star Trek: Picard

Amazon Prime Video ha diffuso il teaser trailer di Star Trek: Picard, la nuova serie su Jean-Luc Picard che arriverà in più di 200 paesi.

In base all’accordo pluriennale con la CBS, ogni episodio sarà disponibile sulla piattaforma di Amazon Prime Video entro 24 dall’anteprima americana.

Questa nuova serie vede Sir Patrick Stewart riprendere il ruolo di Jean-Luc Picard che ha interpretato per ben sette stagioni in Star Trek: Next Generation.

La mia Africa: 10 cose che non sai sul film

La mia Africa: 10 cose che non sai sul film

La mia Africa è uno di quei film che ha fatto la storia del cinema e che è riuscito ad avere un posto fisso nell’immaginario colletivo.

La sua storia, che si basa sull’omonimo romanzo autobiografico, è affascinante e riesce ad attirare lo spettatore, facendolo innamorare perdutamente con eleganza.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su La mia Africa.

La mia Africa film

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1. La paura sul viso della Streep è reale. In una scena del film, Karen Blixen (Meryl Streep) percorre un terreno pericoloso per portare dei carri di rifornimento al reggimento di suo marito. Durante la notte, un leone attacca uno dei buoi e Karen cerca di combatterlo con una frusta. All’attrice era stato assicurato che il leone sarebbe stato legato per una delle sue zampe posteriori ma durante le riprese questi si è avvicinato più di quanto non dovesse. Ecco che, quindi, il volto pauroso della Streep era reale.

2. Ci è voluto un mese per realizzare il set. Lo scenografo Stephen B. Grimes ha trascorso un mese a costruire una replica della Nairobi del 1913. I set esterni del film sono stati costruiti non lontano da dove un tempo viveva la vera Blixen, nella zona conosciuta come Karengata. La casa della Blixen non era disponibile per le riprese, poiché faceva parte di una scuola per infermieri.

3. La sceneggiatura ha richiesto due anni. Il regista Sydney Pollack e lo scrittore Kurt Luedtke hanno impiegato due anni per mettere insieme la sceneggiatura. Gli elementi della trama includevano anche tradizioni e cultura locali che hanno richiesto tempo.

La mia Africa streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere La mia Africa, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle divese piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

La mia Africa libro

5. Si basa su un omonimo romanzo. La mia Africa è un film non originale che prende ispirazione dall’omonimo romanzo autobiografico scritto dalla danese Karen Blixen, pubblicato nel 1937. Nel romanzo, l’autrice racconta le vicende di un gruppo di coloni che arrivano in Kenya con l’inizio del XX secolo.

6. La storia d’amore dei protagonisti era diversa. Nella vita reale, Karen e Denys si erano incontrati in un club di caccia e lui, dopo essere sparito per due anni in missione militare in Egitto, aveva iniziato a volare e ad accompagnare i turisti nei safari dopo essersi trasferito con Karen.

La mia Africa frasi

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7. Un film con frasi indimenticabili. Non sono molti i film che riescono a rimanere nell’immaginario collettivo delle persone. Ma La mia Africa è riuscito a non farsi dimenticare grazie alle sue frasi. Eccone alcune:

  • Quando gli dei vogliono punirci, avverano i nostri desideri. (Karen Blixen)
  • Iniziò la nostra amicizia con un dono. Me ne diede un’altro più bello: lo sguardo sul mondo attraverso gli occhi di Dio. (Karen Blixen)
  • Forse lui sapeva, al contrario di me, che la terra è stata fatta rotonda perchè non potessimo guardare lontano. (Karen Blixen)
  • Non è perché c’è un pezzo di carta che io ti amerei di più. (Denys Finch-Hatton)

La mia Africa cast

8. Meryl Streep ha cambiato l’accento. Per dare vita al ruolo di Karen Blixen, la Streep ha dovuto lavorare sulla sua pronuncia. Infatti, l’attrice ha sviluppato il suo accento ascoltando delle registrazioni della vera Blixen mentre leggeva i suoi lavori.

9. Robert Redford voleva che il suo personaggio fosse inglese. Inizialmente, Robert Redford intendeva interpretare Denys Finch Hatton come un inglese, ma Sydney Pollack non era d’accordo. Secondo il regista, quel tipo di interpretazione sarebbe stata fonte di distrazione per il pubblico, tanto che l’attore si mise a sovra incidere alcune delle sue battute nei primi ciak, quando usava l’accento inglese.

10. La Streep era considerata troppo poco sexy per il ruolo. Inizialmente, Sydney Pollack non aveva considerato la Streep per il ruolo di Karen Bixen quando ha realizzato che non era abbastanza sexy. L’attrice, per ottenere la parte, decise quindi di presentarsi all’incontro con il regista con una camicetta scollata e un reggiseno push-up.

Fonti: IMDb, Aforismi

Anastasia: 10 cose che non sai sul film d’animazione

Anastasia: 10 cose che non sai sul film d’animazione

Anastasia è uno dei migliori film d’animazione mai realizzati. Sin dalla sua uscita al cinema nel 1997, questo lungometraggio animato della 20th Century Fox è riuscito a conquistare tante generazioni diverse.

Sebbene sia stata confusa come appartenente al mondo delle principesse Disney (e, tecnicamente, data la recente acquisizione della major ora lo è), Anastasia è sempre riuscita a distinguersi e a farsi amare per la sua singolarità.

Ecco, allora, dieci cosa sa sapere su Anastasia.

Anastasia film

anastasia

1. Si può vedere la rappresentazione di un vero dipinto. Quando Anya ritorna al palazzo di San Pietroburgo e si trova nella sala da ballo, è possibile notare la presenza del dipinto dell’incoronazione di Alexandra e Nicholas sul lato sinistro. Questa, nella realtà, è un dipinto vero.

2. La storia della dinastia Romanov era troppo truce per il film. Quando i produttori Don Bluth e Gary Goldman iniziarono le ricerche sugli eventi reali, scoprirono che la storia di Anastasia e della dinastia Romanov era troppo oscura per il film. I due , quindi, decisero di usare i fatti basilari della morte dei Romanov e della rivoluzione russa come punto di partenza, chiedendosi cosa sarebbe successo se questa ragazza fosse riuscita a scappare.

Anastasia storia vera

3. Il disegno di Anastasia è reale. Nella vita reale, Olga ha davvero detto che il disegno di Anastasia sembrava un maiale che cavalcava un asino. Questo è stato affermato dalla stessa ragazza in una lettera indirizzata a suo padre e l’immagine usata nel film è una riproduzione del disegno originale.

4. Il cane è davvero esistito. Il ritratto di tutta la famiglia presente nella sala da ballo include la raffigurazione di uno spaniel. Il cane, in realtà, è esistito davvero: si chiamava Joy e apparteneva al fratello di Anastasia, Alexei ed è stato trovato vivo nella casa in cui fu uccisa tutta la famiglia reale.

5. Un vestito è uguale ad uno reale. La vera Anastasia aveva indossato una volta quasi lo stesso vestito che Anya veste nelle ultime scene del film. Questo stesso vestito è stato visto anche nel film Anastasia del 1956.

Anastasia: Rasputin

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6. Rasputin era una figura controversa. Nella vita reale, Rasputin era il consigliere dei Romanov e anche il consigliere più fidato di Tsarina Alexandra. Si dice che Rasputin abbia detto alla zarina che stava per essere assassinato e che se uno dei suoi parenti lo avesse ucciso, tutta la famiglia Romanov sarebbe morta entro un anno. Questi fatti erano troppo tetri per essere inseriti nel film, ma ve ne è comunque riferimento nella canzone Una voce a San Pietroburgo quando viene fatto riferimento a Yussupov, il principe imparentato con i Romanov che uccise Rasputin.

Anastasia canzoni

7. Liz Callaway è stata chiamata all’ultimo minuto. Durante la lavorazione del film, si è reso necessario cambiare in corsa una delle cantanti del film. Liz Calalway, infatti, venne chiamata di corsa dal cantante Stephen Flaherty e dalla paroliera Lynn Ahrens per sostituire una cantante che non sarebbe riuscita a registrare le tracce del film. Tuttavia, la sua voce piacque così tanto che venne promossa per cantare le parti della protagonista.

8. Ci sono molti camei storici. Il numero musicale Parigi ha la chiave (del tuo cuor) include diversi camei di personaggi storici dell’epoca come Maurice Chevalier, Sigmund Freud, Charles A. Lindebergh, Josephine Baker, Claude Monet, Isadora Duncan, Auguste Rodin e Gertrude Stein.

Anastasia cast

9. Meg Ryan non sapeva se accettare il ruolo di Anya. Quando a Meg Ryan fu offerto il ruolo di Anya/Anastasia, non riuscì a decidere se accettare o meno. Dopo aver dell’indecisione della Ryan, la Fox prese una clip di Insonnia d’amore (1993) in cui l’attrice parlava e creò una sequenza animata in cui Anya parlava. Dopo averla mandata alla Ryan, lei rimase così colpita da accettare.

10. Voci particolari per l’edizione italiana. L’edizione italiana del film ha dovuto trovare delle voci che ben si prestassero per il doppiaggio, soprattutto quello di Anastasia e Dimitri (doppiati, nella versione originale, da Meg Ryan e John Cusack). Non ha caso, le voce scelte sono state quelle di Tosca e di Fiorello che si sono prestati sia per i dialoghi, che per le parti cantate.

Fonti: IMDb, Bustle, BuzzFeed

Il Traditore: la recensione del film di Marco Bellocchio

Il Traditore: la recensione del film di Marco Bellocchio

Marco Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019 il film Il Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta, l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi che si ricordi alla mafia. Il film, costruito sulle forti spalle di Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese diviso internamente.

Ha inizio nei primi anni ’80 il racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”, fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.

Io non sono un pentito”, sono queste le prime parole che Buscetta rivolge a Falcone, nel primo dei loro intensi incontri. Ed in queste parole Bellocchio racchiude l’intento del suo film, quello di raccontare un personaggio ricco di sfumature, ombre, segreti, ma senza trattarlo né come un eroe né come un mostro. Buscetta, lo si scoprirà, si considera fedele ai propri valori, che sono stati invece traditi da coloro che ora lui accusa. Il titolo del film allora diviene piuttosto malleabile, applicabile a più individui semplicemente cambiando il punto di vista.

L’intento di Bellocchio è interessante, ed è proprio nei momenti di più fedele rappresentazione dei fatti che si ritrova la forza del film. Nel momento in cui il regista si mette al completo servizio della storia, il film ha modo di svelare la sua forza narrativa e documentaria. Gli incontri con Falcone, le udienze del maxi processo, questi sono i momenti certamente più riusciti del film, che lasciano parlare i personaggi e tramite loro la storia di un Paese ferito e forse incurabile.

Fondamentale dunque la presenza di attori capaci di reggere un tale impegno. Pierfrancesco Favino ha qui la possibilità di confermare la sua bravura con un ruolo che lo costringe ad una fisicità ed una personalità particolarmente complesse. Egli fa proprio l’uomo Buscetta, riproponendone un ritratto umano e non imitatorio. È nelle sequenze sopra citate che esce tutto il suo carisma e il suo magnetismo, che permettono al film di acquisire un notevole valore in più.

Vi sono certamente anche momenti meno riusciti all’interno del film, e affrontando un periodo di tempo piuttosto ampio si possono riscontrare alcuni passaggi temporali bruschi. O ancora si evidenzia una forma non sempre all’altezza di alcune scene. Ciò che è certo è che ad ogni modo Bellocchio riesce nel suo intento di rappresentare in maniera quanto più possibile neutra un personaggio che ha diviso, e può ancora, dividere le opinioni.

Se Il Traditore si prende l’incarico di rimanere il quanto più oggettivo possibile sul suo protagonista, allo stesso tempo non manca di consegnare allo spettatore il ricordo di una ferita ancora aperta. Racconta la storia sottolineando il dolore, la paura, affidandosi spesso e volentieri alle più celebri immagini di repertorio. È dunque in grado di incidere nella coscienza dello spettatore, raccontando ciò che spesso si preferirebbe invece far dimenticare.

Spider-Man: Far From Home, scene inedite nei nuovi spot internazionali

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A poco più di un mese dall’arrivo nelle sale di Spider-Man: Far From Home tre nuovi spot  internazionali ci mostrano alcune scene inedite sul film e dettagli sui costumi che Peter Parker indosserà in questo sequel ambientato tra Stati Uniti e Europa (compresa Venezia, una delle città assediate dall’attacco degli Elementali).

In particolare possiamo dare uno sguardo all’Iron Spider, versione iper-tecnologica sviluppata da Tony Stark e utilizzata dal supereroe in Avengers: Infinity War per i viaggi nello spazio, alla misteriosa uniforme nera Stealth e a quella classica che si alterneranno (ma ancora non è chiaro in che modo e per quale ragione) in Far From Home quando queste strane creature arriveranno nella capitali europee.

Sempre negli spot compare anche Spider-Man senza la maschera che abbraccia MJ mentre i due sono circondati da detriti. Più tardi sentiamo Nick Fury confidarsi con il ragazzo dicendogli che “Stark ti ha fatto diventare un vendicatore, e il mondo ha bisogno di questo“.

Sullo schermo ritroveremo Peter cinque anni dopo la Decimazione e a poche settimane dalla battaglia contro Thanos di Endgame. Insieme a lui, in questa nuova avventura, ci saranno anche i compagni di scuola, Fury e il suo braccio destro Maria Hill e un alleato venuto da un’altra realtà simile alla nostra, Quentin Beck aka Mysterio.

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Fonte: Youtube

X-Men: Dark Phoenix, Sophie Turner paragona Jean Grey a Sansa Stark

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Eletta Regina del Nord nell’ultimo episodio della stagione finale di Game of Thrones, Sophie Turner aka Sansa Stark è pronta a risorgere più potente che mai in X-Men: Dark Phoenix, il cinecomic che chiude la saga dei Mutanti riavviata nel 2011 con First Class presentando al pubblico una nuova versione del personaggio.

E a quanto pare i paragoni tra Jean Grey e la sovrana di Grande Inverno sono possibili, oltre che interessanti se analizzati i percorsi intrapresi dalle due eroine. A suggerirlo è proprio la Turner in un’intervista con HBO: “Sono sempre stata attratta da donne forti e indipendenti e Sansa e Jean lo sono entrambe. Alla fine usano tutte queste cose terribili che sono successe per diventare donne incredibilmente forti“. “Jean ha avuto Charles Xavier come mentore, figura paterna e insegnante, e in questo film verrà a mancare la fiducia.

Dall’altra parte c’è Sansa a Grande Inverno, che deve confrontarsi con Jon e Daenerys ma non vuole prendere ordini da loro. Vuole dirigere il regno da sola, essere indipendente, ed è molto più controllata e sicura di Jean. […] […] Game of Thrones ha avuto la capacità di bilanciare l’aspetto realistico con quello fantasy, e Dark Phoenix in qualche modo fa lo stesso, mescolando i poteri soprannaturali ad emozioni vere, legami umani. E credo che se il mondo dovesse collassare, Jean sarebbe una Targaryen, perché è una Fenice, risorge dalle proprie ceneri come Dany alla fine della prima stagione“.

Vi ricordiamo che X-Men: Dark Phoenix arriverà nelle nostre sale il 6 giugno.

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Dark Phoenix è già stato apostrofato da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per la serie di film di X-Men. “Lo vedo come un nuovo capitolo. Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan [Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel 2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui supereroi,  e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era davvero rivoluzionario.”

Il produttore Hutch Parker l’ha inoltre inscritto nella categoria “thriller hitchcockiano”, in omaggio al maestro del genere, parlandone in un’intervista con ScreenRant durante il WonderCon di Anaheim, California, confermando la linea editoriale del franchise che ha sempre dato un tono specifico ad ogni film. Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

X-Men: Dark Phoenix, Jean Grey perde il controllo nel nuovo trailer

Fonte: HBO

Avengers: Endgame, il dettaglio sul passato di Vedova Nera che nessuno ha notato

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Un mese dopo l’uscita Avengers: Endgame continua ancora a far discutere attraverso i dettagli scovati dai fan più attenti nel film che ha concluso la saga delle gemme dell’infinito e il percorso di alcuni personaggi. Tra questi, arrivata al capolinea di un meraviglioso ed eroico viaggio, c’è anche Vedova Nera, l’eroina interpretata da Scarlett Johansson che tornerà protagonista il prossimo anno nel prequel-standalone in fase di sviluppo.

A quanto pare infatti uno spettatore avrebbe individuato nelle scene ambientate al quartier generale dei Vendicatori due scarpette da ballo accanto a Natasha Romanoff, seduta nel suo ufficio dal quale coordina le missioni dei supereroi sopravvissuti allo schiocco, in particolare quando si collega con Captain Marvel, War Machine e Rocket prima che arrivi Steve Rogers.

Questo significa che Natasha è solita ballare, o anche solo svagarsi, cinque anni dopo la tragedia della Decimazione, in onore dei vecchi tempi e del suo passato da danzatrice classica? Se così fosse un dettaglio del genere aggiungerebbe un’altra interessante sfumatura alla caratterizzazione del personaggio ricollegandosi alla scena di flashback vista in Avengers: Age of Ultron dove veniva mostrato l’addestramento di Vedova Nera come assassina per il KGB.

Che ne pensate?

https://www.youtube.com/watch?v=JizbPev_Qz4

Leggi anche – Avengers: Endgame, per Vedova Nera era previsto un altro “destino”

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

Fonte: Comicbook

The Batman: Robert Pattinson commenta la notizia sul “presunto” casting

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Notizie come quella del possibile casting del protagonista di The Batman fanno il giro del mondo balzando all’attenzione dei media e dei fan in poco tempo, arrivando – ovviamente – anche al Festival di Cannes, dove Robert Pattinson ha presentato nei giorni scorsi The Lighthouse (il nuovo film di Robert Eggers) nella sezione Un Certain Regard.

Non è dunque mancata la domanda della stampa riguardo le trattative in corso per interpretare il crociato di Gotham nel prossimo adattamento firmato da Matt Reeves che riavvierà le sorti del personaggio al cinema dopo la prova di Ben Affleck in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League.

Sfortunatamente il commento dell’attore è stato vago e laconico, forse perché non ancora autorizzato dalla Warner Bros. visto che coi sarebbe in ballo anche un altro candidato, Nicholas Hoult: Mi dispiace, ma non posso assolutamente parlarne. Risponderò solo alle domande riguardanti The Lighthouse“.

The Batman: ecco i nomi dei primi villain del film

In attesa che venga confermata o smentita la notizia, vi ricordiamo che le prime indiscrezioni su The Batman circolate online ipotizzano un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios.

Per alcuni 1990 fa rima con gli adattamenti di Batman di Tim Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e che sono stati fonte di ispirazione per Zack Snyder per quanto riguarda una scena particolare di Batman V Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di Batman Returns del 1992), per non parlare del fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul personaggio provengono proprio da quel decennio.

Secondo i report, Reeves ha optato per le storie di Batman: Anno Uno come possibile punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe. Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros. impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain prevista.

Per The Batman è stata già fissata l’uscita in sala il 25 giugno 2021.

Fonte: CBM

Star Wars: il film sui cavalieri della vecchia Repubblica è in cantiere

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Il mese scorso, in occasione della Star Wars Celebration a Orlando, il presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy aveva accennato ad un progetto ancora in fase di sviluppo dedicato ai cavalieri della vecchia Repubblica senza però specificare se si sarebbe trattato di un prodotto destinato al grande o al piccolo schermo.

Ora però, almeno secondo quanto riportato da Buzzfeed, diverse fonti confermano che la sceneggiatrice di Avatar e Shutter Island Laeta Kalogridis è già impegnata con la stesura dello script del film e che questo potrebbe diventare il primo capitolo di una nuova trilogia.

Sappiamo già che, dopo Episodio IX e la conclusione della saga Skywalker, il prossimo ciclo del franchise sarà quello in mano agli showrunner di Game of Thrones  David Benioff e D.B. Weiss, e l’accordo con la Lucasfilm prevede tre titoli. Possibile allora che siano proprio i cavalieri della vecchia Repubblica i protagonisti di questa nuova trilogia?

Si, ne parliamo continuamente. Stiamo sviluppando qualcosa e valutando se possa funzionare.” aveva dichiarato la Kennedy ad aprile. “Al momento non ho idea di quando metteremo in moto il progetto, ma dobbiamo essere cauti e assicurarci che ci sia una certa cadenza per le uscite dei film di Star Wars che non inizi a sembrare eccessiva.”

Per chi non lo sapesse, le Cronache Jedi: I Cavalieri della Vecchia Repubblica (in originale Tales of the Jedi: Knights of the Old Repubblic) è uno spin-off della serie a fumetti Cronache Jedi,  la cui storia è ambientata circa 4.000 o 3.000 anni prima degli eventi narrati in La Minaccia Fantasma.

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, il teaser trailer nel dettaglio

Fonte: Buzzfeed

Indiana Jones e il tempio maledetto: 10 cose da sapere sul film

Indiana Jones e il tempio maledetto: 10 cose da sapere sul film

Indiana Jones e il tempio maledetto è il secondo film della trilogia di Indiana Jones e, come il precedente e i due film successivi, anche questo è riuscito a conquistare il pubblico di tutto il mondo.

Questo film, che continua ad affascinare giovani e vecchie generazioni, riporta lo spettatore alle spericolate avventure del protagonista più ammirato di sempre.

Ecco, dunque, dieci cose da sapere su Indiana Jones e il tempio maledetto.

Indiana Jones e il tempio maledetto film

indiana jones e il tempio maledetto

1. Questo in film, in realtà, è un prequel. Il tempio maledetto è di fatto il seguito di Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta (1981). Tuttavia, tecnicamente sarebbe un prequel perché si svolge nel 1935, un anno prima degli eventi de I predatori dell’arca perduta e tre anni prima de L’’ultima crociata (1989).

2. Ci sono stati problemi di budget. Durante la produzione, il film stava iniziando a superare il budget predisposto e Spielberg andò dagli sceneggiatore Willard Huyck e Gloria Katz, chiedendo loro di apporre delle modifiche alla sceneggiatura per risparmiare denaro. I due hanno rimosso una pagina dallo script, riuscendo a salvare un milione di dollari.

3. Non si sono potute girare scene in India. I produttori di Indiana Jones e il tempio maledetto non sono stati in grado di ottenere il permesso di girare le scene in India. Il governo indiano ha richiesto una copia della sceneggiatura e ha chiesto la rimozione della parola Maharajah, temendo che il contenuto non riflettesse la loro cultura. Di conseguenza, la produzione si trasferì nello Sri Lanka, dove alcune località furono usate anche per le riprese de Il ponte sul fiume Kwai (1957).

Indiana Jones e il tempio maledetto streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legame, come Rakuten Tv, Prime Video, Tim Vision, Chili, Google Play e iTunes.

Indiana Jones e il tempio maledetto regista

indiana jones e il tempio maledetto

5. Non è il film preferito di Spielberg. Stando a quanto detto da Steven Spielberg, pare che il regista non apprezzi questo film tanto quanto il resto della saga. Tuttavia, ha ammesso che è stata una grande esperienza per lui, perché ha incontrato la sua futura moglie, Kate Capshaw, durante la produzione di questo film.

6. Per Steven Spielberg la scena delle pietanze è stata la più difficile. Steven Spielberg ha dichiarato che la scena in cui Willie deve assaggiare la zuppa è stata una delle più complicate da girare perché ci sono voluti molti ciak. I bulbi oculari erano attaccati al fondo della ciotola con delle stecche e l’attrice avrebbe dovuto mescolare bene per staccarli, in modo che potessero salire in superficie.

7. Il film è più dark di quanto sarebbe dovuto essere. Nel documentario Making Of di questo film, George Lucas ha ammesso che originariamente voleva che Il tempio maledetto avesse un tono più scuro rispetto al film precedente, comparandolo a L’impero colpisce ancora (1980). In realtà, poi, il film è risultato essere molto più dark delle premesse, in parte perché sia lui che Spielberg avevano problemi nella vita privata. Lo stesso regista ha poi dichiarato che si sentiva a disagio con quei toni lugubri, tanto da inserire volutamente dei tratti umoristici.

Indiana Jones e il tempio maledetto cast

8. Kate Capshaw ha dovuto combattere le sue paure. Per la sequenza della camera in cui è presente ogni tipo di insetto, Kate Capshaw era veramente coperta da oltre duemila insetti. Per superare la paura iniziale, l’attrice ha dovuto prendere dei sedativi prima di iniziare a girare.

9. È stato il film di debutto di Jonathan Ke Quan. Indiana Jones e il tempio maledetto ha fatto debuttare il giovane Jonathan Ke Quan nel mondo della recitazione. L’avviso di casting era stato inviato a tutte le scuole elementari perché si cercava un bambino che avesse origini asiatiche e Jonathan si presentò ai casting solo per accompagnare il fratello. Tuttavia, fu lui a catturare l’attenzione del direttore di casting e Steven Spielberg rimase colpito dalla sua personalità.

10. Harrison Ford ha avuto problemi di schiena. Durante la lavorazione del film, Harrison Ford ha sofferto di un’ernia alla schiena, con dolori che si sono diffusi durante la scena in cui viene attaccato di schiena nella sua camera. Ciò a causato un arresto della produzione, mentre Ford è volato a Los Angeles per un’operazione di chirurgia spinale.

Fonti: IMDb, Screen Crush