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Quarto Potere di nuovo al cinema con I Wonder Pictures

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Quarto Potere di nuovo al cinema con I Wonder Pictures

Torna nelle sale italiane con I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE), il film cult diretto da Orson Welles che uscì negli Stati Uniti nel 1941 e in Italia nel dopoguerra.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE), a più di 80 anni dall’uscita, è un film di straordinaria attualità: il suo ritorno in sala cade in un anno in cui 2 miliardi di cittadini in 76 Paesi, Stati Uniti compresi, saranno chiamati alle urne, e in un momento storico in cui la riflessione sul potere dei media – social e tradizionali – è quanto mai urgente, a partire dai recentissimi casi di cronaca italiani.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) si presenta come un’inchiesta giornalistica sulla vita di Charles Foster Kane, personaggio pubblico e tycoon per eccellenza, proprietario di ben 37 testate giornalistiche e di svariate emittenti radiofoniche, candidato governatore e protagonista di scandali clamorosi che, finiti sulle prime pagine dei quotidiani, troncano la sua avanzata verso la presidenza degli Stati Uniti. L’enorme potere dei media sull’opinione pubblica e sulla società diventa così uno dei temi centrali del film, proponendo una chiave interpretativa anche del nostro presente. La figura di Kane, in cui pubblico e privato si mescolano inscindibilmente, è indagata da un giornalista attraverso cinque interviste a persone a lui vicine, che ne restituiscono un ritratto complesso e contraddittorio. Ma è davvero possibile definire l’essenza profonda di un uomo, per quanto la sua vita sia stata di pubblico dominio?

Definito da Jorge Luis Borges come “il lavoro di un genio” e da Steven Spielberg come “una grande esperienza”, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) ha rivoluzionato la storia del cinema, diventando secondo la BBC e l’American Film Institute il miglior film americano di sempre.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) sarà nei cinema dal 24 marzo in versione originale sottotitolata. 

Quarto Potere – la trama

Charles Foster Kane, magnate e media tycoon, muore abbandonato da tutti nella sua lussuosa residenza, Xanadu. Ma, prima di spegnersi, pronuncia la parola “Rosebud”. Chi o cos’è Rosebud? E cosa si nasconde tra le pieghe della vita di un individuo che, come lui, è stato in grado di incarnare il Sogno Americano finché quel sogno non è diventato un incubo? Nell’anno delle presidenziali Usa e in uno scenario mediatico rivoluzionato dal web e dai social, torna al cinema Quarto Potere (Citizen Kane) e si rivela ora più attuale che mai, capace di parlarci con inalterata lucidità del potere dei media, delle loro ingerenze nella politica e dei riflessi che questo potere ha su tutti noi. E di appassionarci con una storia di sfrenata ambizione, ascesa e caduta, alla ricerca di quel lato più intimo di ogni individuo, che persino oggi – con le nostre esistenze moltiplicate dagli schermi di centinaia di device elettronici – è forse destinato a rimanere inaccessibile.

Sara Sampaio: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Sara Sampaio: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Il nome di Sara Sampaio potrà non dire molto agli appassionati di cinema, in quanto ad oggi più che come attrice ha lavorato principalmente come modella. Sempre più, però, Sampaio sembra interessata a portare avanti una carriera anche nel mondo della recitazione, potendo già contare su alcuni progetti realizzati e altri in arrivo particolarmente promettenti. In vista di una sua maggiore popolarità, può allora essere utile sapere qualcosa di più su di lei.

Ecco 10 cose che forse non sai su Sara Sampaio.

Sara Sampaio: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in alcuni film. Sampaio ha debuttato come attrice in un lungometraggio nel film del 2017 The Clapper, commedia con Ed Helms e Amanda Seyfried dove interpreta sé stessa. Nel 2018 ha poi recitato nel drammatico Carga, incentrato sul traffico di esseri umani, ricoprendo il ruolo di Anna. Torna poi a lavorare come attrice nel 2021 per il film Confini e dipendenze, un thriller sui cartelli di droga con protagonisti Gary Oldman, Armie Hammer e Evangeline Lilly. Nello stesso anno interpreta Marta nel film Sombra, per poi recitare in Wifelike (2022), con Jonathan Rhys Meyers, e At Midnight (2023).

2. È comparsa in una nota serie TV. Nel 2017 Sampaio ha fatto anche il suo debutto in una serie televisiva con Billions, interpretata da Paul Giamatti e Maggie Siff, recitando nel ruolo di Prianca nell’episodio 3 della seconda stagione. Ha poi recitato anche in due episodio della miniserie Sombra – Uma mãe sabe, dove ha ripreso il personaggio di Marta, già interpretato nel film Sombra.

3. Ha diversi nuovi progetti in arrivo. Questo e il prossimo anno si riveleranno molto importanti per Sampaio, ormai sempre più interessa a portare avanti una carriera da attrice parallelamente a quella da modella. Nel 2024 reciterà infatti nel ruolo di Gia nel film drammatico Billy Knight, che ha per protagonisti Al Pacino, Patrick Schwarzenegger e Diana Silvers. Nel 2025, invece, reciterà nell’atteso Superman: Legacy, film che la aiuterà senza dubbio a divenire ancor più popolare.

Sara Sampaio film Carga

Sara Sampaio sarà in Superman: Legacy

4. Reciterà nell’atteso film del DC Universe. Sampaio è stata scelta per interpretare Eve Teschmacher nel film Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn e con David Corenswet nel ruolo di Superman. Il personaggio di Eve Teschmacher ha fatto il suo debutto nel film di Superman di Richard Donner con protagonista Christopher Reeve, per poi essere inserita all’interno della continuity dei fumetti DC. Il suo ruolo consiste nell’essere l’assistente di Lex Luthor e di essere il suo interesse amoroso. Si presume dunque che nel film l’attrice avrà modo di confrontarsi principalmente con l’interprete di Luthor, Nicolas Hoult.

Sara Sampaio, modella per Victoria’s Secret

5. È uno dei volti del noto marchio di moda. Nel 2013 Sampaio ha già alle spalle una breve ma intensa attività da modella, che in quell’anno la porta infine a diventare uno dei volti della linea Pink di Victoria’s Secret e nel mese di novembre viene scelta per sfilare al suo primo Victoria’s Secret Fashion Show. Sempre per Victoria’s Secret ha poi partecipato al videoclip del brano Hands to Myself di Selena Gomez, dove insieme ad altre modelle canta in playback. Questo è poi stato promosso con un’esibizione televisiva al Victoria’s Secret Fashion Show 2015 e al Saturday Night Live.

6. Ha stabilito un primato. Il 28 aprile 2015, Victoria’s Secret conferma sulla sua pagina ufficiale di Instagram che Sara Sampaio è diventata ufficialmente una Victoria’s Secret Angels, insieme ad altre nove modelle. Ciò l’ha resa il primo angelo portoghese del celebre marchio di moda, facendole dunque stabilire un primato.

Sara Sampaio: il suo fidanzato e i suoi ex

7. Ha una relazione con il figlio di un noto attore. Dal 2015 al 2020 Sampaio ha avuto una relazione con l’imprenditore Oliver Ripley. La relazione è però poi terminata per via della difficoltà di conciliare la vita privata con i rispettivi impegni professionali. Dall’aprile 2022 all’inizio del 2023 ha avuto una relazione con il produttore americano Zac Frognowski, mentre dal luglio 2023 ha una relazione con Ray Nicholson, figlio del celebre premio Oscar Jack Nicholson.

Sara Sampaio Victoria's Secret

Sara Sampaio è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice e modella è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,6 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 700 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

9. Ha parlato sul social della propria malattia. La Sampaio ha dichiarato tramite il proprio profilo Instagram di soffrire di tricotillomania. Anche nota come “disturbo da strappamento di peli”, è questa una condizione psicologica caratterizzata da un persistente e irrefrenabile bisogno di strapparsi capelli e/o peli di qualsiasi altra area del corpo, per ragioni non estetiche. Sampaio è stata elogiata dai fan e dai media per aver sensibilizzato l’opinione pubblica su questa patologia poco conosciuta e ha ricevuto molti messaggi di sostegno da parte di chi ne soffre.

Sara Sampaio: età e altezza dell’attrice

10. Sara Sampaio è nata il 21 luglio 1991 a Porto, in Portogallo. L’attrice è modella è alta complessivamente 1,73 metri.

Deadpool 3: una foto dal backstage racconta la “fratellanza” sul set di Shawn Levy

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Il regista di Deadpool 3, Shawn Levy, ha recentemente annunciato che le riprese principali del trequel ambientato nel MCU sono terminate, e il regista ha ora utilizzato i social media per condividere un paio di nuove foto dietro le quinte.

Non si tratta di scatti rivelatori, ma le immagini ci mostrano Levy che condivide un abbraccio con le star Ryan Reynolds (Wade Wilson) e Hugh Jackman (Logan), presumibilmente scattate all’inizio e alla fine della produzione. La didascalia recita che da amicizia, la loro relazione è diventata una vera e propria fratellanza. Ma non è tutto…

Il film sta cominciando silenziosamente il suo posizionamento nelle programmazioni di tutto il mondo, e in particolare è balzata all’occhio la trama del film che è stata scelta per segnalare il film in Giappone. La breve sinossi recita: “Quel fottuto eroe irresponsabile Deadpool cambierà la storia dell’MCU con Wolverine”. 

https://twitter.com/XMenUpdate/status/1751659938064085088?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1751659938064085088%7Ctwgr%5Eb6afc99e8d153797335904ccba55114a09e7e081%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fdeadpool%2Fdeadpool-3%2Fdeadpool-3-director-shawn-levy-shares-new-bts-photos-japanese-logline-drops-an-f-bomb-a209086

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3 uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Kingsman, Matthew Vaughn vorrebbe che il terzo film venisse realizzato il più rapidamente possibile

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Nel 2015 arriva al cinema Kingsman: The Secret Service, diretto da Matthew Vaughn e basato sul fumetto di Mark Millar e Dave Gibbon, film che ha fatto esordire Taron Egerton rendendolo una star. Nel 2017, il seguito ha aggiunto un pezzo importante alla mitologia dei Kingsmen al cinema, con The Golden Circle.

Il prequel di questa storia, The King’s Man, è arrivato nel 2021 con una serie di ritardi dovuti al COVID e con un riscontro di pubblico non proprio incoraggiante. Ora, un terzo capitolo della saga principale è in lavorazione ormai da anni, e sappiamo da tempo che chiuderà il libro sulle storie di Eggsy e Harry Hart.

Parlando con Collider del suo nuovo film, Argylle, il regista Matthew Vaughn ha riconosciuto che il divario tra il secondo e il terzo capitolo è stato forse un po’ troppo lungo (sette anni e oltre) e ha chiarito che vuole che Kingsman 3 venga realizzato il più rapidamente possibile.

“Quindi dobbiamo andare avanti con Kingsman 3 prima che Colin [Firth] diventi troppo vecchio e, oserei dirlo, anche Taron [Egerton] se la cava,” ha spiegato Vaughn. “Quindi, Kingsman 3 è sicuramente la conclusione della loro relazione. Il primo atto è in fase di scrittura. Il terzo atto è in fase di scrittura. Il secondo atto ha bisogno di un po’ di lavoro, giusto? E quindi sappiamo come finisce, sappiamo come inizia.”

Vaughn conferma quindi di possedere i diritti sul franchise di Kingsman, il che significa che se 20th Century Studios (ex Fox) rifiuta di realizzare il trequel, potrà produrlo altrove. Mentre i primi due film hanno avuto successo, The King’s Man è stata una delusione di critica e di pubblico. E questo potrebbe rendere difficile la vendita di un terzo capitolo.

Daniela Melchior commenta un possibile ritorno nel DCU

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Daniela Melchior commenta un possibile ritorno nel DCU

Daniela Melchior è uno dei volti che maggiormente restano impressi dopo la visione di The Suicide Squad, grazie alla sua dolcissima Ratcatcher 2 che in molti vorrebbero vedere ancora al cinema. Il ritorno diretto è stato reso improbabile dal risultato al box office non troppo lusinghiero per il film, tuttavia John Cena e il suo Peacemaker hanno trovato spazio e pubblico sulla HBO. Allo stesso modo, sia Amanda Waller di Viola Davis che Weasel di Sean Gunn faranno parte del rilancio del DCU.

Sembra quindi legittimo sperare in un ritorno di Ratcatcher 2, tuttavia Daniela Melchior non sembra essere a conoscenza di piani che la coinvolgono, almeno da quanto ha dichiarato in una risposta a un commento sui social:

Non sembra che Gunn abbia ancora contattato l’attrice, che ha avuto anche un piccolo ruolo in Guardiani della Galassia Vol. 3, ma saremmo sorpresi se non la portasse a bordo del franchise in futuro, se non come Ratcatcher 2, almeno nei panni di un personaggio diverso.

Per quanto riguarda il resto dei compagni di squadra nella Task Force X, riportare in vita l’Harley Quinn di Margot Robbie sembrerebbe un gioco da ragazzi – soprattutto dopo l’enorme successo di Barbie – ma Gunn ha recentemente dichiarato di non aver parlato con l’attrice di un potenziale ritorno.

Il Gladiatore 2: Pedro Pascal ha svelato per sbaglio il suo costume

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Da quando è stato annunciato che Pedro Pascal (The Last of Us) è stato selezionato per unirsi al cast dell’attesissimo epico Il Gladiatore 2, i fan sono stati alla ricerca di ogni piccola informazione che potesse offrire qualche indizio su quale ruolo ricoprirà. Dato che il team di produzione e il regista Ridley Scott (Napoleon) non lasciano trapelare informazioni, non ci resta altra scelta se non quella di esaminare alcune foto che potrebbero aver inavvertitamente svelato il tipo di costume che Pascal indosserà nel film.

Le foto sono state originariamente pubblicate da un membro della troupe de Il Gladiatore 2 di nome Mark Gauci, che potrebbe essere un amico di Pascal, e sembrano foto di un soleggiato fine settimana a Malta. A quanto pare, il gruppo ha deciso di celebrare la fine della lavorazione – le riprese del film si sono concluse la scorsa settimana – e una delle immagini dei BTS mostra Pascal con capelli diversi e mentre indossa ancora un costume.

È abbastanza chiaro che il mantello grigio che indossa è del tipo che vediamo nei pezzi d’epoca, e potrebbe suggerire che il personaggio di Pedro Pascal in Il Gladiatore 2 sia qualcuno della classe nobiliare, dal momento che non sembra logoro. Sotto il mantello non c’è molto da vedere tranne un pezzo di camicia bianca, quindi dobbiamo ancora scoprire che tipo di posizione sociale occupa il suo personaggio nella storia.

https://twitter.com/pascalarchive/status/1751966403165319579?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1751966403165319579%7Ctwgr%5E25bf13ffc201823adf628f46ec37285d0f3317de%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcollider.com%2Fgladiator-2-pedro-pascal-costume-image%2F

Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?

Il gladiatore 2 è diretto da Ridley Scott e si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare l’atteso sequel è Paul Mescal nel ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci saranno anche Denzel Washington, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior Raz e altri ancora.

Il gladiatore 2  è prodotto da Ridley Scott, Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film è considerato una produzione in joint-venture tra Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo film. La produzione de Il gladiatore 2 è ripresa all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood. Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre 2024.

Marvel Spotlight: cos’è e come si collega con il Marvel Cinematic Universe

Il 2023 è stato un anno piuttosto critico per i Marvel Studios, che hanno visto alcuni dei loro progetti ottenere risultati ben al di sotto delle aspettative (Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels su tutti) e altri riscuotere un buon successo (Guardiani della Galassia Vol. 3 e la serie Loki). Tra novità, esperimenti, passi falsi e lezioni imparate, i Marvel Studios hanno anche introdotto la nuova etichetta Marvel Spotlight (con un proprio logo e tema sonoro), che sarà presente su alcuni dei prodotti che da qui in avanti verranno realizzati come parte del MCU. Con il primo titolo contenente tale dicitura che è già stato rilasciato, sarà bene sapere qualcosa in più su questa nuova realtà targata Marvel.

Cos’è Marvel Spotlight?

Come affermato dal responsabile dello streaming dei Marvel Studios, Brad Winderbaum, l’etichetta Marvel Spotlightoffre una piattaforma per portare sullo schermo prodotti più realistici basati sui personaggi e, nel caso di Echo, concentrandoci sulla posta in gioco del contesto urbano piuttosto che su una più ampia continuità del MCU“.

Nel Marvel Spotlight, dunque, saranno inseriti quei prodotti meno “fantasiosi”, basati su personaggi non necessariamente dotati di superpoteri ma anche unicamente di abilità speciali e che si muovo in contesti più quotidiani rispetto a quanto ad esempio fanno i Guardiani della Galassia o Thor. Il Marvel Spotlight sembra inoltre rispondere anche ad una delle lamentele più ricorrenti emerse nell’ultimo periodo nei confronti del Marvel Cinematic Universe, ovvero la continuità.

Cos'è Marvel Spotlight?

Come si collega Marvel Spotlight con l’MCU?

Da quando il Marvel Cinematic Universe è stato esteso anche alle serie televisive, i titoli facenti parte del franchise sono aumentati notevolmente, rendendo difficile riuscire a stare dietro a tutto senza perdersi qualche importante dettaglio. Lo spettatore che vuole avere contezza di quanto sta accadendo nell’MCU è dunque come “costretto” a vedere ogni titolo, anche quelli che magari non sono di suo interesse.

Allo stesso tempo, quest’ampliamento dei prodotti ha reso per i Marvel Studios particolarmente difficile riuscire a tenere viva una certa coerenza e continuità di prodotto in prodotto. Ad oggi, sono infatti molti gli elementi o i personaggi introdotti a cui ancora non è stato dato un seguito nel MCU.

Con il Marvel Spotlight ci si propone dunque di abbattere, almeno in parte, tale problematica, offrendo prodotti che non richiedono allo spettatore di aver visto prima altri titoli possibilmente collegati. Ad esempio, per vedere Echo, la prima serie targata Marvel Spotlight, non sarà necessario aver visto le serie Hawkeye e Daredevil.

Naturalmente, i titoli che rientreranno sotto questa dicitura faranno sempre parte del MCU, ma il legame sarà meno evidente, rendendo di fatto questi prodotti quasi come fossero una cosa a parte, da poter fruire autonomamente. La realizzazione di serie autonome o in ogni caso profondamente incentrate sui loro personaggi protagonisti è un concetto ereditato dalla serie a fumetti pubblicata negli anni Settanta.

Marvel Spotlight nei fumetti

Il nome Marvel Spotlight non è in realtà una novità assoluta per il franchise. Questo si ricollega infatti all’omonima serie antologica di fumetti Marvel, che ha introdotto personaggi come Ghost Rider e Spider-Woman. La serie ha avuto inizio con 33 numeri pubblicati tra il 1971 e il 1977, dove veniva introdotto Red Wolf, il primo supereroe indigeno della Marvel, ideato da Stan Lee per rispondere alla forte richiesta di prodotti western di quel periodo. In seguito al successo dei primi numeri, a Red Wolf fu assegnata una serie propria, così come ai personaggi Werewolf by Night, Ghost Rider, il Figlio di Satana e Spider-Woman, nati proprio sotto la dicitura Spotlight.

Oltre a lanciare nuove serie, però, Marvel Spotlight ha anche ospitato alcune significative storie con personaggi già affermati. Il numero 31, ad esempio, fornisce una spiegazione retroattiva del perché Nick Fury rimanga sempre così giovane, riconducendo la cosa ad un siero sperimentale per la longevità. Dopo una durata di quasi sei anni, la serie si concluse con Marvel Spotlight #33 (aprile 1977). La serie è poi stata ripresa nel 1979, inizialmente come semplice luogo in cui pubblicare nuove storie dell’appena cancellato Capitan Marvel. Tuttavia, una volta esauriti questi racconti, la serie passò a presentare altri personaggi, ma nessuno di questi ebbe una propria serie e il progetto venne cancellato dopo soli 11 numeri.

Echo MCU

Il primo titolo Marvel Spotlight: ECHO

Il 10 gennaio 2024 è arrivato su Disney+ Echo, la nuova serie dei Marvel Studios nonché come già accennato il primo titolo del Marvel Spotlight. Questa è composta da cinque episodi e ha come protagonista Maya Lopez (Alaqua Cox) che, dopo essere tornata nella sua città natale in Oklahoma, dove deve fare i conti con il suo passato, riconnettersi con le sue radici native americane e abbracciare la sua famiglia e la sua comunità. Nel suo percorso avrà modo di imbattersi nuovamente anche in Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin (Vincent D’Onofrio), ma anche in Matt Murdock, alias Daredevil (Charlie Cox).

Pur essendo un sequel spin-off di Hawkeye, la serie TV dedicata ad Occhio di Falco che per prima ha introdotto il personaggio di Maya Lopez nel Marvel Cinematic Universe, non sarà dunque necessario aver visto quel titolo per poter comprendere Echo. La serie è però anche un prequel di Daredevil: Born Again, l’attesissima serie tv che racconterà le nuove avventure di Matt Murdock e Wilson Fisk e che, nonostante alcune problematiche produttive, è attualmente in lavorazione in casa Marvel Studios. Per quanto come già detto i titoli del Marvel Spotlight sono – almeno nelle intenzioni – indipendenti tra loro, potrebbe essere necessario vedere Echo per poter comprendere al meglio Daredevil: Born Again.

Quali altri film o serie faranno parte del Marvel Spotlight?

Come già riportato, la serie Echo è stato il primo titolo distribuito dai Marvel Studios a far parte dell’etichetta Marvel Spotlight. Ad oggi non è noto quanti altri titoli ne faranno parte, ma sappiamo per certo che Daredevil: Born Again e Wonder Man saranno tra questi. Secondo alcune indiscrezioni, anche il film Captain America: New World Order potrebbe rientrare sotto questa dicitura, per quanto nel film siano presenti una serie di personaggi – provenienti in particolar modo da L’incredibile Hulk – che richiedono dunque una loro conoscenza pregressa. Ad oggi non è dunque certo se anche tale titoli farà parte di questa etichetta, per cui non resta che attendere annunci a riguardo come anche su altri prodotti che andranno a comporre il Marvel Spotlight.

La Favorita del Re con Isabelle Adjan e Gaia Girace, il nuovo period drama in arrivo su Sky

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La storia complessa, scandalosa e appassionata  del re di Francia Enrico II e la cortigiana Diane de Poitiers è al centro della nuova serie Sky Exclusive La Favorita del Re, diretta da Josée Dayan (Il conte di Montecristo, I Miserabili, Le Relazioni Pericolose) di cui tutti gli episodi saranno disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 31 gennaio.

Il period drama rinascimentale in quattro puntate vede protagonisti Isabelle Adjani (The Story of Adele H., Call my Agent!), Hugo Becker (Leonardo, Gossip Girl, Call my agent!) e Gaia Girace (L’amica Geniale) nel ruolo di Caterina de Medici.

Diane de Poitiers (Isabelle Adjani), donna dalla straordinaria bellezza, determinata e seducente, conquistò il cuore del re di Francia Enrico II (Hugo Becker), vent’anni più giovane di lei, e ne divenne amante e consigliera. Ma con il re promesso sposo a Caterina de Medici (Gaia Girace), Diane dovette combattere per mantenere la sua influenza sul sovrano. Grazie alla sua intelligenza e scaltrezza riuscì a ritagliarsi un ruolo nelle dinamiche di corte. Sembrava, inoltre, che Diane avesse il potere di non invecchiare, la sua bellezza rimaneva immutata malgrado il tempo passasse inesorabile. Ma come tutti gli incantesimi, anche questo improvvisamente svanì…

Una serie che porta sullo schermo la magnificenza del Rinascimento, girata nei meravigliosi Castelli della Loira. Un cast magistrale che include anche Gerard Depardieu (Cyrano de Bergerac, Maigret), Samuel Labarthe (Criminal Games di Agatha Christie, The Forest), e Virginie Ledoyen (The Beach, Addio mia Regina, Le Retour). Una produzione Passion Films e Ga&A Productions. France TV Distribution è il distributore a livello internazionale.

La trama de La Favorita del Re

Per più di vent’anni, Diane de Poitiers è stata la favorita del re Enrico II. Nonostante il suo carattere forte e la sua leggendaria bellezza, Diane è solo una cortigiana e la sua posizione rimane fragile. L’imminente matrimonio di Enrico con Caterina de’ Medici potrebbe mettere a repentaglio i suoi sogni di dominio. Diane farà di tutto per mantenere la sua influenza. Ma la passione con Enrico, di vent’anni più giovane di lei, che è la chiave del suo potere, può davvero durare per sempre?

Thunderbolts: Geraldine Viswanathan al posto di Ayo Edebiri; Lewis Pullman è il nuovo Sentry

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Dopo l’abbandono di Steven Yeun e quello recentissimo di Ayo Edebiri, Thunderbolts dei Marvel Studios ha accolto nel suo cast due nuovi attori a sostituzione dei rinunciatari: Geraldine Viswanathan e Lewis Pullman sostituiranno la star di The Walking Dead e quella di The Bear.

Lewis Pullman è stato scelto per essere quindi Sentry, mentre il ruolo di Ayo Edebiri non era ancora stato annunciato, per cui non sappiamo chi interpreterà Viswanathan. Con ogni probabilità, il personaggio sarà l’assistente di Allegra de Fontaine, Erin, che si dice sia “eccezionale nel suo lavoro, sorprendendo anche Val per quanto sia brava a portare a termine le cose”. Gli addetti ai lavori, tuttavia, credono che ci sarà qualcosa di più nel ruolo.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio 2025.

Madame Web e Kraven sono pubblicizzati come standalone per “esitazione nell’enfatizzare l’interconnessione”

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Sebbene la Sony Pictures abbia chiaramente deciso di creare un proprio universo cinematografico condiviso con i personaggi di Spider-Man di cui detiene i diritti, sembra che le recenti performance al botteghino dei progetti Marvel Studios e la decisione di Warner Bros di riavviare un universo DC abbiano condizionato un ripensamento.

Sebbene sia i film di Venom che Morbius avrebbero dovuto far parte dello stesso universo e includere alcuni legami con l’MCU, ora Madame Web, Kraven the Hunter e il terzo film di Venom vengono definiti internamente e commercializzati come progetti “autonomi”. “Potrebbe esserci qualche esitazione nel sottolineare l’interconnessione di questi film“, afferma Jeff Gomez, un produttore esecutivo transmediale di Starlight Runner che ha lavorato con Sony su Spider-Man: Homecoming. “Ne hanno già parlato e non ha funzionato.

Ciò non significa che i film non si collegheranno in alcun modo, in quanto potrebbe semplicemente indicare che Sony preferirebbe minimizzare i propri legami con universi cinematografici precedentemente stabiliti.

Dovremmo avere un’idea migliore dei piani per un Universo di Spider-Man di Sony una volta che Madame Web arriverà nei cinema il mese prossimo, ma un insider crede che lo studio stia ancora costruendo il film dei Sinistri Sei, a lungo vociferato, e vuole vedere Venom di Tom Hardy e Spider Man di Tom Holland incrociare le loro strade. Nonostante i film di Venom abbiano avuto ottimi risultati al botteghino, Morbius non ha avuto affatto successo, e il trailer di Madame Web ha gettato il pubblico nello scetticismo più totale.

La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

The Penguin: Jared Abrahamson nel cast, un attore termina le riprese!

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Dopo aver recitato in Hello, Destroyer, l’attore Jared Abrahamson si è unito al cast della serie The Penguin con Colin Farrell la serie in produzione per Max. A darne notizia è stato il sito Deadline.

Per il suo ruolo in Hello, Destroyer, Abrahamson ha ricevuto il premio TIFF Rising Star e un Leo Award per la migliore interpretazione da protagonista. Per il momento non si sa esattamente chi Abrahamson interpreterà in The Penguin.

Secondo quanto riportato in precedenza da Empire Magazine, è stato confermato che The Penguin riprende pochi giorni dopo la fine di The Batman, con il Cobblepot di Colin Farrell che si trova ad affrontare il nuovo vuoto di potere lasciato dopo la morte del Carmine Falcone di John Turturro.

Le riprese della serie sono state interrotte dagli scioperi SAG-AFTRA e WGA della scorsa estate, ma sono riprese lo scorso novembre/dicembre. Recentemente, Michael Kelly ha confermato di aver finito di girare le sue scene per gli 8 episodi di Max.

Stavo girando The Penguin e ci siamo fermati proprio a metà [a causa dello sciopero]“, ha dichiarato Kelly a ComicBook. “Mi era rimasto un giorno [di riprese] e ora ho finito. È pazzesco anche perché ora sono un agente libero per la prima volta in 10 anni ed è eccitante e terrificante“.

Riguardo all’interpretazione di Colin Farrell, Kelly ha dichiarato: “È incredibile, amico, incredibile e lui è così dannatamente bravo. È bravissimo“. Kelly interpreta Johnny Vitti, un tenente della famiglia criminale Falcone. Anche se i dettagli sulla serie sono scarsi, immaginiamo che il personaggio di Kelly e il Pinguino di Colin Farrell si contenderanno il controllo dell’impero di Carmine.

Inoltre, visto che le riprese di The Penguin sono ancora in corso, ma Kelly ha terminato, si potrebbe ipotizzare che il Cobblepot di Colin Farrell abbia la meglio nella lotta per il controllo della malavita di Gotham.

Oltre ad Abrahamson, Colin Farrell e Kelly, la serie è interpretata anche da Cristin Milioti nel ruolo di Sofia Falcone, figlia di Carmine, Michael Zegen nel ruolo di Alberto Falcone, figlio di Carmine, e Clancy Brown nel ruolo del mafioso rivale Salvatore Maroni.

Tra i non protagonisti figurano anche Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau, Theo Rossi e David H. Holmes.

In altre notizie relative allo spin-off di The Batman, la serie televisiva Arkham Asylum che Reeves stava sviluppando per Max ora fa parte del DCU, secondo James Gunn. Antonio Campos, che è stato showrunner della serie limitata della HBO acclamata dalla critica, The Staircase, è a capo dello sviluppo della serie televisiva di Arkham per Reeves.Campos ha sostituito Terence Winter (Boardwalk Empire) che ha lasciato la serie per divergenze creative.

The Penguin non ha una data di uscita, ma si dice che uscirà nel terzo trimestre del 2024. The Batman – Parte 2 uscirà nelle sale il 3 ottobre 2025.

Cosa aspettarsi dal Pinguino?

Ambientato nel mondo di The Batman del 2022, The Penguin si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nel ventre squallido di Gotham piuttosto che rappresentarlo come un boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in Batman Returns mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato in Gotham.

Il dramma limitato sarà basato sui personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da Craig Zobel. Insieme a Colin Farrell recitano nella serie Cristin Milioti (Made for Love) nel ruolo della figlia di Carmine, Sofia Falcone; Michael Zegen (The Marvelous Mrs. Maisel) nel ruolo del figlio di Carmine, Alberto Falcone; e Clancy Brown (John Wick: Capitolo 4) nei panni di Salvatore Maroni, gangster di Gotham. A loro si uniscono Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau e David H. Holmes.

Si dice anche che Robert Pattinson potrebbe apparire nei panni di Bruce Wayne/Batman. I produttori esecutivi sono Dylan Clark e Matt Reeves di The Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros. Television.

Henry Cavill sfoggia un look selvaggio per il nuovo film di Guy Ritchie

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Henry Cavill si sta già preparando per la sua prossima avventura sul grande schermo, mentre nelle sale si aspetta l’arrivo di Argylle di Matthew Vaughn. La star appare barbuta e bellissima nelle nuove immagini del prossimo film di Guy Ritchie, The Ministry of Ungentlemanly Warfare, condivise oggi su Instagram. Oltre a condividere il suo nuovo look irsuto, baffuto e corpulento per il progetto, Cavill ha anche rivelato che il primo trailer arriverà oggi.

Basato su una storia realmente accaduta raccontata da Damien Lewis nel suo libro omonimo, The Ministry of Ungentlemanly Warfare segue un’organizzazione segreta fondata da Winston Churchill e dall’autore di James Bond Ian Fleming per indebolire e infine far deragliare il regime nazista attraverso “sgarbate azioni non da gentiluomini”. Atti di sabotaggio. Precursore delle moderne organizzazioni di operazioni segrete, questo gruppo era composto da personale militare d’élite, ma apparentemente disadattato, specializzato in attività non convenzionali, cogliendo di sorpresa i nazisti e svolgendo un ruolo importante nello sradicarli. Henry Cavill è stato nominato leader di questo gruppo, anche se in questo caso il suo look non è quello della superspia.

L’ex star di Superman salperà con un talentuoso ensemble nell’ultimo film di Ritchie, con Hero Fiennes Tiffin, Henry Golding, Alan Ritchson e Alex Pettyfer tra coloro che si uniranno a lui in acqua. Eiza González, Babs Olusamokun, Henrique Zaga, Til Schweiger e Cary Elwes completano il gruppo costellato di stelle.

Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, la reazione alla morte di Kylo Ren è stata una ripresa aggiuntiva

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La scena di Star Wars: l’Ascesa di Skywalker in cui Rey e Kylo Ren (tornato Ben) si baciano è stata oggetto di conversazione in una recente puntata del podcast Happy Sad Confused dove Daisy Ridley è stata ospite di Josh Horowitz.

Ridley ha spiegato a Horowitz che la scena è stata l’ultima che lei e Adam Driver hanno girato insieme prima che lui terminasse le riprese, e ha aggiunto che quel momento è stato per lei una specie di saluto: “Mi sentivo come se tutti noi… ci sentissimo ricompensati, e ciò che era interessante, ancora una volta, penso, era l’intenzionalità. La mia sensazione in quel momento era quel bacio rappresentasse un addio, quindi sembrava mi guadagnato. Perché, voglio dire, potresti dare mille significati a un bacio, ma mi sentivo come se fosse un addio, e tutta quella scena era così emozionante. Mi sentivo come se stessi dicendo addio al lavoro.”

Poi, in un commento che sicuramente porterà a una rinascita delle teorie dei fan di Reylo sulla fine del film, Ridley ha poi aggiunto che mentre lei e Driver filmavano il bacio nel suo ultimo giorno di riprese principali, la reazione di Rey alla morte di Ben non è stata filmata finché non è tornata sul set per le riprese aggiuntive: “Poi in realtà abbiamo dovuto riprendere qualcosa che ci era sfuggito. Quindi, il mio ultimissimo giorno, stavamo facendo varie riprese e cose del genere, dovevo letteralmente sedermi e guardare, e la telecamera si allontanava da me, e io dovevo immaginare che stessi guardando Kylo Ren morto. JJ mi ha detto “stai bene?” e ho subito iniziato a piangere a dirotto, perché sembrava davvero un addio.”

Cosa sappiamo sul nuovo film di Star Wars con Daisy Ridley?

L’anno scorso, Daisy Ridley ha condiviso un aggiornamento simile quando ha rivelato che Lucasfilm le ha parlato solo di un film, con la porta aperta per altre storie ambientate in questo periodo della storia di Star Wars.

“Conosco la trama di un film. Questo non vuol dire che sia solo quella, ma è quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film, credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto eccitata”.

Gli unici dettagli confermati su questo progetto di Star Wars, ancora senza titolo, sono che sarà diretto da Obaid-Chinoy e sarà ambientato 15 anni dopo gli ultimi eventi della Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei poteri che si ergono per abbatterlo.

Un altro Giro: Chris Rock dirigerà il remake americano

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Un altro Giro: Chris Rock dirigerà il remake americano

Chris Rock ha firmato per dirigere Another Round, basato su Un altro Giro, la commedia del 2020 diretta da Thomas Vinterberg che ha vinto l’Oscar per il miglior lungometraggio internazionale e il BAFTA.

Il film è una produzione Appian Way e Makeready per Fifth Season. Jennifer Davisson e Leonardo DiCaprio stanno producendo per Appian Way, mentre Brad Weston e Collin Creighton stanno producendo per Makeready. Stuart Bloomberg ha scritto una bozza e ora porteranno un nuovo sceneggiatore a lavorare con Rock.

Rock ha fatto della regia di questo film una priorità e la aggiunge a un adattamento basato sulla Universal di King: A Life, il libro di Jonathan Eig su Martin Luther King Jr., insieme a una sceneggiatura senza titolo che Rock sta scrivendo e che sarà prodotta da Peter Rice.

Rock si è affermato come regista di successo con Top Five, che ha anche scritto e che è diventato il più grande affare al Toronto Film Festival del 2014, dove la Paramount Pictures ha acquistato i diritti mondiali. Rock ha anche diretto Head of State e I Think I Love My Wife. Ha anche vinto quattro Emmy e tre Grammy.

Scritto da Vinterberg e Tobias Lindholm, il film danese Un Altro Giro vede protagonisti Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang e Lars Ranthe nel ruolo di quattro insegnanti di scuola superiore che conducono un esperimento per mantenere un livello costante di ebbrezza durante la loro giornata lavorativa. Irrequieti e annoiati, agiscono in base alla teoria secondo cui un certo livello di alcol aumenta la creatività e la felicità. Michael Hampton di Appian Way supervisionerà il progetto.

Milly Alcock di House of the Dragon sarà la nuova Supergirl

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Milly Alcock di House of the Dragon sarà la nuova Supergirl

Milly Alcock, che ha interpretato la giovane Rhaenyra Targaryen nella prima stagione di House of the Dragon della HBO, interpreterà Supergirl nel nuovo universo DC guidato da James Gunn e Peter Safran. Sarà lei la protagonista del prossimo lungometraggio Supergirl: Woman of Tomorrow, basato sull’omonima serie di fumetti DC di Tom King e Bilquis Evely.

Al momento, il film non ha ancora un regista, mentre Ana Nogueira (The Vampire Diaries) è stata appena assunta per scrivere la sceneggiatura. Gunn, che ha confermato il casting di Alcock su Instagram, non ha dichiarato quando farà il suo debutto da supereroe. Ma il fatto che la notizia che Alcock avesse ottenuto il ruolo sia arrivata mesi prima che Gunn iniziasse a girare Superman: Legacy suggerisce che Supergirl potrebbe essere presentata insieme al cugino kryptoniano prima di iniziare la sua storia.

L’australiana Milly Alcock ha iniziato la sua carriera di attrice da adolescente sulla TV australiana, prima di essere scelta per il suo ruolo da protagonista nella serie prequel Il Trono di Spade della HBO. La Alcock ha ottenuto ampi consensi per la sua interpretazione della principessa Targaryen nei primi cinque episodi dello show, prima di cedere il ruolo a Emma D’Arcy che invece interpreta lo stesso personaggio dieci anni dopo.

Alcock entra in una cerchia ristretta che comprende Melissa Benoist che ha interpretato Supergirl nella serie CBS e CW (che è andata in onda per sei stagioni), e Sasha Calle nel film del 2023 The Flash, uno degli ultimi film della precedente iterazione dell’universo cinematografico DC. Gunn ha chiarito, tuttavia, che vuole un nuovo inizio con il nuovo DCU.

Nella serie di fumetti del 2022 di “Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di 14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10 titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere.”

Christian Bale: 50 anni del poliedrico trasformista

Christian Bale: 50 anni del poliedrico trasformista

Non capita certo di rado di sentir tanti nostalgici spettatori affermare che il cinema non è più quello di una volta, che di grandi attori come lo furono Marcello Mastroianni o Clarke Gable non ce ne siano più. Sembra abbastanza giusto però dire che così non è, che l’arte cinematografica è più viva che mai, e che si modifica e si evolve insieme alla società. Sui set nascono continuamente nuove stelle che emergono per le loro magnifiche performance. Una delle figure che negli ultimi decenni si è maggiormente distinta per la sua meticolosa immedesimazione nei personaggi è proprio Christian Bale.

Bale è ben noto al grande pubblico in particolar modo per la dedizione, che si manifesta spesso in cambiamenti repentini di forma fisica, con cui affronta i ruoli. Ma la sua attività cinematografica non si limita certo a questo: dallo psicopatico Patrick Bateman in American Psycho fino al vicepresidente Dick Cheney, Christian Bale si è dimostrato un attore poliedrico e versatile. In onore dei suoi 50 anni non si può che volgere uno sguardo al passato e ammirare la sua carriera fino a questo momento!

Christian Bale: gli esordi con L’impero del sole

La prima grande svolta per la carriera del giovane Bale avviene con L’impero del sole, diretto da Steven Spielberg, uscito nelle sale nel 1987. Qui l’attore dà la sua prima grande dimostrazione di bravura: all’età di soli tredici anni interpreta il protagonista Jamie, un giovane inglese residente con la famiglia nella colonia britannica di Shanghai. Con l’invasione da parte delle truppe giapponesi durante il secondo conflitto mondiale, Jamie diviene una vittima degli avvenimenti storici, costretto a vivere in un campo di prigionia.

Ciò che emoziona maggiormente del film è proprio la performance del piccolo Bale: riesce a riportare con grande realismo ogni emozione del personaggio. Grazie all’interpretazione dell’attore, il pubblico riesce a percepire al massimo i momenti di disperazione del piccolo Jamie; un esempio è il momento in cui il giovane viene separato da Basie, un americano che l’aveva aiutato e tolto dalla strada. Jamie urla e prega Basie di non abbandonarlo, in un completo stato di disperazione, causato dal perdere l’unico punto di riferimento rimastogli.

Ma il piccolo Bale non porta solo l’angoscia di Jamie sullo schermo, ma anche la sua tenacia e il suo coraggio. Vediamo il protagonista crescere e trasformarsi da un damerino ben educato a un giovane disposto a tutto pur di sopravvivere, scaltro nell’assecondare talvolta i sorveglianti giapponesi. Questo primo ruolo da protagonista in una pellicola diretta dal grande regista Steven Spielberg già preludeva per Bale una splendida carriera cinematografica.

American Psycho e la prima trasformazione fisica

Il ruolo a cui Christian Bale deve il suo primo grande successo è quello in American Psycho, diretto da Mary Harron e approdato nei cinema nel 2000. L’attore viene chiamato in questo thriller psicologico a interpretare un ruolo ben diverso, in un contesto in cui lui è praticamente un’unica figura solitaria attorno alla quale girano tutte le vicende del film. Il protagonista Patrick Bateman, che rappresenta il massimo emblema di una società ipocrita: un broker di successo e di bell’aspetto che nasconde una mente oscura. Bale riesce a rappresentare perfettamente l’essenza narcisistica del personaggio e il lato nascosto assetato di violenza.

Pochi anni dopo, nel 2004, l’attore si sottopone alla prima di tante trasformazioni fisiche per cui è oggi ben noto. Il personaggio che andava a interpretare in L’uomo senza sonno, Trevor Reznik, non dorme infatti da più di un anno e mangia a stento; di conseguenza Bale, per rappresentarlo al meglio, perse più di 25 chili. Il risultato è un protagonista dall’apparenza spettrale, di grande effetto per il pubblico.

Per quanto fosse già visibile il talento dell’attore, in questo film Christian Bale dà prova della dedizione che mette in ogni suo ruolo, arrivando a spingersi fisicamente al limite pur di far vivere nella maniera più realistica possibile i suoi personaggi.

Christian Bale come Batman e l’Oscar di The fighter

christian bale batman

Nel 2005 ha inizio un’altra importante collaborazione con un regista molto acclamato: si tratta di Christopher Nolan per il quale Christian Bale è chiamato a interpretare il ruolo del noto supereroe DC Batman.

Il primo capitolo della trilogia arriva nelle sale nel 2005, un anno dopo L’uomo senza sonno. Ciò significa che, concluse le riprese del film, Bale deve in pochi mesi metter sù una certa massa muscolare per poter figurare al meglio come supereroe in Batman Begins. La collaborazione con Nolan prosegue poi per altri due film della trilogia di Batman, ovvero Il cavaliere oscuro nel 2008, il quale valse un commovente Oscar postumo all’attore Heath Ledger nei panni di Joker, e Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel 2012.

The fighter, il primo film del regista David O. Russel a cui Christian Bale prende parte, è invece un successo tale da garantirgli il premio Oscar come migliore attore non protagonista. Qui il suo personaggio è Dicky Eklund, un ex pugile e allenatore del fratellastro Micky Ward, pugile e campione nella categoria pesi leggeri. Dicky è una figura molto complessa: dopo il suo momento di gloria, perde il controllo e viene trascinato in un vortice di droga e speranze disilluse. Bale riesce a personificarlo al massimo, sia fisicamente, mettendosi nuovamente alla prova con un nuovo dimagrimento, sia emotivamente. L’attore fa emergere il senso di controllo che Dicky ha inizialmente sul fratellastro, ma rende il pubblico partecipe del dolore dell’astinenza nel periodo che l’ex pugile passa in prigione e del suo desiderio di rinascita una volta fuori.

American Hustle e La grande scommessa: le (quasi) vittorie

Dopo The fighter nel 2010, Christian Bale è chiamato a collaborare nuovamente con David. O. Russel in American Hustle. Grazie alla sua interpretazione in questo crime movie, l’attore ottiene una seconda candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista. Nel film, Bale interpreta Irving Rosenfeld, un truffatore incastrato tra la moglie Rosaline, la fidanzata e socia Sidney e l’agente del FBI DiMaso. Per entrare al meglio nel ruolo di Irving, l’attore attua un’altra drastica trasformazione fisica, ingrassando di circa 20 chili.

Due anni dopo, nel 2016, Bale è nuovamente candidato per l’ambita statuetta, stavolta nella categoria miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione del noto economista Michael Burry in La grande scommessa, diretto da Adam McKay. Nel film, incentrato sulla bolla immobiliare e le complicate frodi attuate dalle agenzie di Wall Street che causarono la crisi del 2007/8, Christian Bale riesce a riportare al meglio un personaggio molto particolare.

Burry, economista geniale con seri problemi sociali, sembra essere l’unico individuo ad aver previsto la catastrofe. Bale dà vita a questa figura riportando da un lato tutta la sua stranezza nei comportamenti e la sua difficoltà nel comunicare con i suoi investitori, e dall’altro la totale sicurezza nei suoi calcoli economici. In questo caso, l’attore si è ritrovato ad interpretare una persona realmente esistente e questo lo ha portato a raccogliere molte notizie sul personaggio anche attraverso numerose telefonate e visite fatte al vero Michael Burry. Da ciò risalta particolarmente la dedizione di Bale nell’emulare i comportamenti, per quanto strani, dell’economista nel film.

Vice: la seconda collaborazione con McKay

La collaborazione con Bale ha funzionato alla perfezione ne La grande scommessa, tanto che McKay richiama l’attore come protagonista per il suo nuovo film nel 2018: si tratta di Vice – L’uomo nell’ombra. Qui Bale si ritrova nel ruolo di Dick Cheney, una delle figure più influenti nella politica americana del periodo compreso tra gli anni ’70 e i primi 2000. Cheney, vicepresidente durante la presidenza di Bush Jr e l’attacco al World Trade Center, è stato un politico ambizioso e calcolatore e l’attore riesce a rappresentarne l’essenza al massimo.

Dal solo aspetto fisico è chiara la nuova trasformazione messa in atto da Bale: per interpretare Cheney, l’attore ingrassa di parecchi chili, si rasa i capelli e schiarisce le sopracciglia. Inoltre, lo stesso Christian Bale afferma in un’intervista al Interview magazine di aver dovuto fare molta più ricerca per questo ruolo più che per qualsiasi altro film. Essendo Cheney una figura così importante ma allo stesso tempo i cui dettagli privati siano poco noti, era necessario che Bale desse una rappresentazione il più fedele possibile con le informazioni disponibili. E l’attore riesce in questo intento, emulando sia l’aspetto che il comportamento di Cheney.

La battuta di arresto con Amsterdam e il MCU

Dopo il grande successo della trilogia di Batman, Christian Bale inizia una collaborazione anche con i Marvel Studios: l’attore interpreta nel MCU Gorr il Macellatore di Dei in Thor: Love and Thunder. Per quanto la performance di Bale come temibile cattivo Marvel sia ottima, il film non viene accolto molto positivamente dalla critica.

Nello stesso anno Bale prende poi parte ad un’altra pellicola diretta da David O. Russel: si tratta di Amsterdam. Il film conta un cast stellare, riunendo insieme in un solo film Margot Robbie, John David Washington, Robert De Niro, Anya Taylor-Joy, Rami Malek e Zoe Saldana, oltre proprio allo stesso Christian Bale. In Amsterdam l’attore interpreta Burt Berendsen, un giovane soldato americano durante la Grande Guerra che durante i combattimenti stringe un’amicizia con un altro soldato, Harold Woodsman, e un’infermiera dell’ospedale, Valerie. Dopo aver passato un periodo di spensieratezza a Amsterdam, i tre si promettono di esserci sempre e comunque l’uno per l’altra.

In questa pellicola, Bale fatica ad emergere proprio per la mancanza di una trama ben strutturata e avvincente. Difatti il film riceve un’accoglienza negativa sia dal grande pubblico, con degli scarsi incassi, sia dalla stessa critica, che, con un cast stellare del genere, aveva sicuramente aspettative più alte.

Christian Bale Gorr il macellatore di dei

Christian Bale: un attore a tutto tondo

Christian Bale si è affermato fin dalla giovane età come un attore con tanto talento, ma ciò che lo ha da subito contraddistinto è la completa dedizione che mette nel suo lavoro, nei suoi personaggi. Ha continuato a sorprendere il pubblico. Ora non resta che attendere di rivederlo in Best of Enemies, di nuovo insieme a Bradley Cooper dopo American Hustle, nel thriller The Church of Living Dangerously e nel film La sposa di Frankenstein di Maggie Gyllenhaal. Altri progetti in cui ci si aspetta che Bale si metta in gioco con la dedizione e il trasformismo di cui solo lui è capace.

True Detective: Night Country, recensione della quarta stagione

True Detective: Night Country, recensione della quarta stagione

La popolare crime-series ideata da Nic Pizzolatto torna in forma più compatta (sei episodi) e un’ambientazione del tutto nuova, ovvero i paesaggi innevati e ostici dell’Alaska. In True Detective: Night Country infatti una intera squadra di ricercatori scientifici viene trovata brutalmente assassinata. A indagare sul crimine si trovano due donne un tempo colleghe e adesso schierate l’una contro l’altra: Liz Danvers (Jodie Foster) è il capo della polizia locale che deve tentare di conciliare la volontà di risolvere il caso con gli intrighi politici in cui è suo malgrado coinvolta. Evangeline Navarro (Kali Reis) è invece un agente di sicurezza appartenente alla popolazione nativa del luogo, spinta da un desiderio rabbioso di giustizia che affonda le proprie radici in un passato drammatico. Pur divise da idee diverse e un trauma misterioso, Liz ed Evangeline dovranno nonostante tutto diventare una squadra per scoprire la verità dietro gli orrori che si stanno scatenando nella lunga notte dell’Alaska…

True Detective: Night Country, un nuovo capitolo

Ideato e diretto interamente dalla cineasta messicana Issa López, True Detective: Night Country, in Italia dal 15 gennaio su Sky e NOW, si rivela la stagione che flirta maggiormente con l’horror, principalmente nei primi due episodi. Per stessa ammissione della creator, il referente principale è addirittura un cult anche troppo avanti coi tempi quale si rivelò nei primi anni ‘80: La cosa di John Carpenter. Non soltanto nell’ambientazione glaciale ma anche in alcuni espliciti accostamenti visivi, i primi episodi dello show HBO rendono omaggio a quel capolavoro in maniera evidente ma non ossequiosa, inserendo tali rimandi dentro una storia compatta e ben organizzata.

True Detective: Night Country Jodie Foster
Foto Credit: courtesy of HBO

I primi due episodi sono molto efficaci

La trama da thriller e una regia che dosa con precisione gli elementi dell’ambientazione della messa in scena fanno del pilot un episodio a dir poco efficace, così come lo è la puntata successiva. Nelle successive la narrazione si dipana in maniera maggiormente ondivaga, con una terza parte evidentemente debole e le restanti che non fondono con pienezza la trama con i cosiddetti momenti dedicati ai character-study. True Detective: Night Country perde qualche colpo in compattezza e fluidità della narrazione, ma si mantiene uno show molto più che guardabile in virtù di una messa in scena che sfrutta con precisione l’ambientazione al limite della sostenibilità umana – fisica ma soprattutto psicologica.

L’episodio finale della durata di 75 minuti diventa sotto questo punto di vista decisamente emblematico riguardo i molti pregi e i pochi difetti dello show della López: nonostante alcune cadute nella tensione e delle lungaggini che potevano certamente essere trattate con maggiore attenzione al ritmo, la puntata contiene anche almeno un paio di momenti di grande televisione, con un finale degno di essere ricordato. La volontà di inserire molti, forse troppi, discorsi che riguardano la nostra contemporaneità ha preso la mano a López, che quando sbaglia non lo fa certo per mancanza di coraggio ma proprio per il problema opposto, e questo rimane sempre e comunque un merito.

Un cast di alto livello

True Detective: Night Country
© Cortesia di HBO

Chiudiamo l’analisi di True Detective: Night Country volgendo lo sguardo a un cast di livello decisamente alto; Kali Reis (ex pugile) non possiede ancora tutte le sfumature dell’attrice consumata ma possiede indubbiamente presenza scenica. Jodie Foster è di gran lunga la cosa migliore dello show grazie alla caratterizzazione di un personaggio complesso, perfettamente rappresentato nella sua grezza, ruvida pragmaticità. Una prova che riporta la Foster ai livelli delle sue migliori passate. Considerando anche la sua notevole prova in Nyad (Netflix) accanto a Annette Bening, fa davvero piacere ritrovare l’attrice due volte premio Oscar ai livelli e ai ruoli che le competono. Menzione speciale merita poi il sempre affidabile John Hawkes, abile come pochi altri colleghi nel panorama dello showbusiness americano a svelare il lato oscuro dell’uomo comune. Una pedina secondaria ma fondamentale alla riuscita di True Detective: Night Country.

Thunderbolts: Aye Edebiri lascia il film, al suo posto arriva Geraldine Viswanathan

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Dopo che Steven Yeun ha lasciato il film Marvel Thunderbolts, rinunciando al ruolo di Sentry (per cui ora i Marvel Studios starebbero valutando l’attore Lewis Pullman), un altro membro del cast ha ora abbandonato il film, che continua dunque ad essere segnato da diversi rallentamenti. Si tratta di Ayo Edebiri, la star della serie The Bear, che stando a quanto riportato da Deadline sarebbe stata costretta a tale rinuncia per via di conflitti di programmazione, emersi in seguito ai ritardi accumulati dal film con gli scioperi verificatisi lo scorso anno ad Hollywood. Ad oggi, il ruolo che l’attrice avrebbe dovuto interpretare nel film non è noto.

Per sopperire alla sua dipartita, i Marvel Studios hanno però già comunicato il nome dell’attrice che andrà a sostituirla: Geraldine Viswanathan. Dal suo ruolo di successo nella commedia della Universal Giù le mani dalle nostre figlie, la Viswanathan ha visto la propria popolarità crescere, fino a partecipare alla serie della TBS Miracle Workers, al film del Sundance Cat Person e al film della Apple Beanie Bubble. Prossimamente, Viswanathan reciterà al fianco di Margaret Qualley in Drive-Away Dolls di Ethan Coen e nella commedia Amazon You’re Cordially Invited, interpretata anche da Will Ferrell e Reese WItherspoon.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio 2025.

Survivor: trama, cast e curiosità del film con Pierce Brosnan

Survivor: trama, cast e curiosità del film con Pierce Brosnan

Intrigante thriller del 2015, Survivor è diventato noto tra gli amanti del genere per il suo intreccio narrativo e per la carismatica interpretazione dei due protagonisti. Questi hanno il volto dell’attrice Milla Jovovich e di Pierce Brosnan, qui acerrimi rivali pronti a dar vita ad una vera e propria caccia l’uno all’altro. Con dinamiche scene d’azione, il film è negli anni diventato un titolo più apprezzato di quanto lo sia stato al momento della sua uscita, dove ha generato un basso incasso rispetto al budget di produzione.

Diretto da James McTeigue, già regista del celebre V per vendetta, il film si basa su una storia originale, ma prende particolare spunto dai più recenti e noti casi di terrorismo globale. Alla base della trama vi è infatti la lotta a questo tipo di situazioni, in un mondo sempre più preda del terrore. Una materia non semplice dunque, qui coniugata con i ritmi dell’action e con gli intrecci di una spy story. Come già il precedente film del regista, anche questo si propone dunque di dare una propria lettura al post 11 settembre 2001, data in cui l’ordine mondiale cambiò per sempre.

Il film è ambientato prevalentemente a Londra, dove le riprese sono durate circa cinque settimane. È qui che molti degli eventi si verificano, ma non manca ovviamente anche la presenza di una città come New York. Alcune riprese del film sono posi state ambientate anche a Sofia, in Bulgaria, location scelta per poter conferire al film anche un’atmosfera diversa rispetto a quella delle celebri metropoli. Tutto ciò ha contribuito a dar vita ad un film che trova così un più ampio respiro, riuscendo a raccontare una storia complessa da luoghi e punti di vista diversi.

La trama di Survivor

Al centro delle vicende del film vi è Kate Abbott, un’agente del Servizio di sicurezza diplomatica USA che lavora per l’ambasciata americana a Londra. Il suo compito è quello di prevenire l’organizzazione di attacchi terroristici in patria nel periodo successivo all’11 settembre. Kate, che ha perso la maggior parte dei suoi amici e colleghi nel tristemente celebre attacco, si ritrova molto presto nel mirino di alcuni terroristi molto astuti. Questi aspirano infatti ad introdursi negli Stati Uniti, dove intendono dar vita a nuovi mortali attacchi. Tra loro vi è anche l’Orologiaio, uno dei più temuti e ricercati assassini al mondo, noto per le sue capacità di tiratore e per il suo aspetto sconosciuto, frutto di numerosi interventi di chirurgia estetica.

Ciò che davvero pone in serio pericolo la Abbott, è che per riuscire nel loro intento i terroristi hanno fatto ricadere su di lei una serie di crimini. Ricercata così con l’accusa di essere una spia, la donna deve darsi alla fuga, e l’unico modo per salvarsi sarà provare la propria innocenza. Il piano dei suoi nemici sembra però essere a prova di bomba, e più il tempo passa più vi è il pericolo che un loro nuovo attacco si verifichi. Kate riesce infatti a scoprire i piani per un attentato a Times Square, nella notte di Capodanno, che ucciderà milioni di persone. Ritrovatasi sola, capisce di essere l’unica a poter fermare tutto ciò prima che sia troppo tardi. Il destino del mondo è nelle sue mani.

Survivor trama

Survivor: il cast del film

Affinché Survivor riuscisse ad attrarre il grande pubblico non bastava però un’intrigante trama. Il regista ritenne infatti necessario affidarsi ad una serie di noti nomi del cinema per poter conferire ulteriore appeal al titolo. E considerando il genere, il ruolo di Kate sembrava scritto appositamente per l’attrice Milla Jovovich. Questa non è infatti nuova a dinamiche sequenze d’azione, tra sparatorie e combattimenti. Protagonista della saga di Resident Evil, l’attrice sembrava infatti il nome più idoneo per la parte. La Jovovich si dichiarò subito molto interessata al progetto e alle sue tematiche, e accettò di partecipare. Per settimane si è sottoposta ad un duro e continuo allenamento fisico, con l’intento di poter dar vita personalmente alle acrobazie previste nel film.

Per dare volto al personaggio de l’Orologiaio, invece, occorreva un attore capace di incarnare il fascino del male. Il ruolo sembrava perfetto per l’attore Pierce Brosnan, il quale a sua volta non era nuovo a questo genere di film. Egli era infatti stato una delle versioni del celebre James Bond, e si era dunque specializzato in film di spionaggio come questo. Quando gli venne proposta la parte, Brosnan accettò entusiasta. Si dichiarò infatti particolarmente interessato a dar vita ad un personaggio che potesse ricordare quello dell’agente 007, ma affiliato non al bene ma al male. Anche lui, come la collega, decise di sottoporsi ad un allenamento fisico volto ad implementare il proprio stato fisico.

Nel film si ritrovano poi anche altri noti nomi della recitazione per i ruoli secondari. Il primo di questi è Robert Forster, noto per i film Jackie Brown e Paradiso amaro, che ricopre qui il ruolo di Bill Talbot. Questi è il superiore di Kate, che si ritroverà coinvolto nel piano architettato dai terroristi. Vi è poi l’attore Dylan McDermott, celebre per la serie American Horror Story. Egli interpreta Sam Parker, collega di Kate e unico a credere nella sua innocenza. Infine, nel film è presente anche l’attrice Angela Bassett, che ha il ruolo dell’ambasciatrice Maureen Crane. L’attrice è nota in particolare per i suoi ruoli in film biografici come Malcom X e Tina – What’s Love Got to Do with It. Originariamente, inoltre, sembra che anche l’attrice premio Oscar Emma Thompson avesse un ruolo nel film, ma sembra che quest’ultima si sia tirata indietro all’ultimo per via di altri impegni.

Come finisce Survivor?

Nel finale del film, l’Orologiaio rivela di essere consapevole che lo scopo del suo cliente per l’attacco a Times Square non è terroristico ma finanziario. Intende scommettere contro il mercato azionario e guadagnare milioni alla riapertura della borsa. L’Orologiaio chiede allora metà dei profitti, minacciando di annullare l’attentato, e il cliente accetta. L’Orologiaio deve dunque sparare alla sfera di Capodanno per far diffondere un gas tossico. Kate, però, deduce il complotto e trova l’Orologiaio, a un passo dall’innescare la bomba. Dopo una lotta, riesce a gettare l’Orologiaio dal lato dell’edificio ed egli muore allo scoccare della mezzanotte. I sospetti di Kate sulla colpevolezza di Balan vengono dunque confermati e il suo nome viene infine scagionato.

Il trailer di Survivor e dove vedere il film completo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Survivor è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple TV+, Infinity e Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 gennaio alle 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: la vera storia dietro al film

Il film del 2016 The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo (qui la recensione) ha segnato l’esordio come regista dell’attore Nate Parker, noto fino a quel momento soprattutto come comico. L’attore, a cui il progetto stava particolarmente a cuore e che stava cercando di portarlo sullo schermo fin dal 2009 quando aveva iniziato a scriverne la sceneggiatura, ha investito nella produzione ben 100.000 dollari di tasca propria. La storia è quella di uno schiavo di colore degli inizi dell’Ottocento che diede vita ad una sanguinosa rivolta contro i padroni bianchi.

Nel dar vita al film, Parker ha voluto utilizzare lo stesso titolo del celebre film del 1915 per denunciare la visione razzista di quella pellicola diretta da D. W. Griffith, che in particolare faceva sembrare i membri del Ku Klux Klan degli eroi e i neri dei bruti assetati di sangue. “Il film di Griffith ha fatto molto affidamento sulla paura e la disperazione come strumento per consolidare la supremazia bianca. Quel film non solo ha motivato la massiccia rinascita del gruppo terroristico Ku Klux Klan e la carneficina inflitta contro le persone di origine africana, ma è servito come fondamento dell’industria cinematografica che conosciamo oggi”, ha raccontato Parker.

Ho rivendicato questo titolo e l’ho riproposto come uno strumento per sfidare il razzismo e la supremazia bianca in America, per ispirare una ribellione verso qualsiasi ingiustizia in questo paese (e all’estero) e per promuovere il tipo di confronto onesto che può portare la nostra società verso la guarigione“, ha aggiunto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

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La trama e il cast di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popoloa

Ambientato nel Sud degli Stati Uniti circa trent’anni prima della Guerra di Secessione americana e la conseguente abolizione della schiavitù, il film ha per protagonista Nat Turner, uno schiavo che vive nella piantagione del suo padrone, un uomo che si trova in difficoltà economiche di nome Samuel Turner. Obediente e istruito, Nat conosce anche molto bene la Bibbia. Dietro suggerimento del reverendo Walthall, Samuel ha deciso infatti di fare del suo schiavo un predicatore religioso, un modo per guadagnare soldi ma anche per usarlo come uno strumento di controllo e d’indottrinamento degli altri schiavi.

Nat, che ne frattempo si è innamorato e ha sposato una bella schiava di nome Cherry, riscuote molto successo, tanto che la sua missione di predicatore si estende ad altre proprietà della zona, dove però si rende subito conto delle condizioni in cui vivono i suoi compagni oppressi e vittime di atrocità. Tornato alla sua piantagione, sconvolto da quello che ha visto, Nat apprende che sua moglie Cherry è stata picchiata violentemente. L’uomo deciderà a quel punto di ribellarsi e preparare un piano per condurre il suo popolo verso la libertà.

Ad interpretare Nat Turner vi è lo stesso Nate Parker, mentre l’attore Armie Hammer ricopre il ruolo del suo padrone, Samuel Turner. Mark Boone Junior, attore visto in Memento e nella serie Sons of Anarchy, interpreta invece il reverendo Walthall. Aja Naomi King, vista in Le regole del delitto perfetto, ricopre il ruolo di Cherry Turner, mentre Colman Domingo è Hank Turner. Sono poi presenti gli attori Aunjanue Ellis, recentemente vista in Una famiglia vincente – King Richard, nel ruolo di Nancy Turner e Jackie Earle Haley in quelli di Raymond Cobb.

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The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo, la vera storia di Nat Turner

Nat Turner nacque nella Contea di Southampton il 2 ottobre 1800. La nonna di Nat Turner era stata condotta in catene, all’età di tredici anni, dalla Costa d’Oro in America e, subito dopo lo sbarco, diede alla luce una bambina, la madre di Nat, concepita durante il viaggio. All’interno della proprietà dei Turner lo schiavo Nat trascorse la sua intera esistenza, in una zona rurale degli Stati Uniti dove gli schiavi neri erano la maggioranza della popolazione. A differenza della quasi totalità degli schiavi, analfabeti, sin dalla tenera età Nat riuscì ad avere accesso a libri che gli consentirono di imparare a leggere e scrivere praticamente da autodidatta.

Educato poi dai padroni e dalla famiglia a coltivare una profonda religiosità, si immerse sin da ragazzo nella lettura delle storie della Bibbia, passando le ore libere dal lavoro nella preghiera e nella meditazione. Questa religiosità si manifestò sempre di più, fino ad arrivare a quelle che lui chiamava “visioni”, ossia immagini che Nat vedeva e tramite cui Dio gli avrebbe inviato dei messaggi. Nel febbraio 1831, una eclissi anulare di Sole visibile dalla Virginia, venne interpretata da Nat come un segno che Dio gli inviava, ossia di prepararsi alla ribellione contro i padroni bianchi. La ribellione ebbe poi luogo nella notte del 21 agosto 1831.

La ribellione

Per tutta la notte, gli schiavi passarono di proprietà in proprietà liberando altri schiavi come loro e uccidendo i rispettivi padroni bianchi. Alla fine della ribellione si contarono circa 70 uomini ad aver seguito Nat Turner. Inizialmente, al fine di non attirare troppo l’attenzione su di loro, gli schiavi non utilizzarono armi da fuoco per uccidere i bianchi, ma solo asce, coltelli ed attrezzi recuperati all’interno dei magazzini agricoli. Durante gli assalti alle case dei carcerieri, i ribelli non fecero distinzioni ed uccisero uomini, donne e bambini. Prima che le milizie armate dei bianchi venissero a conoscenza di quanto stesse avvenendo, i ribelli uccisero all’incirca 60 persone bianche.

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La cattura e le conseguenze

La ribellione degli schiavi di Southampton fu però velocemente interrotta dalle milizie armate dei bianchi. Nat Turner riuscì a scappare nei boschi e a restare fuggitivo sino al successivo 30 ottobre 1831, quando fu scoperto e catturato. Il successivo 5 novembre 1831 Nat Turner fu condannato per “cospirazione, ribellione ed insurrezione” e condannato a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il successivo 11 novembre nella città di Jerusalem, in Virginia. Subito dopo la morte il suo corpo fu decapitato e la sua testa esposta nella piazza della cittadina, come monito verso gli altri schiavi. Il suo corpo senza testa fu infine seppellito senza alcun segno di riconoscimento e senza messa funebre.

Al termine della rivolta degli schiavi furono giustiziate nello Stato del Virginia 55 persone nere, sospettate di aver preso parte all’insurrezione. Tuttavia, nell’isteria generalizzata di quei giorni e con la presenza di milizie armate a piede libero, furono uccise circa 120 persone di colore, buona parte delle quali non avevano preso parte a nessuna forma di sedizione o cospirazione. Immediatamente dopo il processo vennero emanate delle leggi che vietarono ai padroni bianchi di liberare i propri schiavi e di insegnare ai bambini neri a leggere e a scrivere.

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: come finisce il film

Nel finale del film, Nat viene a conoscenza dell’omicidio per rappresaglia di schiavi innocenti e del potenziale di altri spargimenti di sangue finché rimarrà in fuga. Di conseguenza, decide di arrendersi e viene condannato a morte. Durante l’impiccagione, Nat nota tra la folla il ragazzo schiavo che ha tradito il loro gruppo, ma non nutre alcun rancore nei suoi confronti. Il film si conclude con una dissolvenza dal volto lacrimoso del ragazzo a quello di un soldato adulto, presumibilmente lo stesso ragazzo ormai cresciuto che combatte per l’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Davanti all’orrore a cui ha assistito, quel ragazzo si è dunque unito all’esercito del Nord che ha combattuto per l’abolizione della schiavitù.

Il trailer di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 gennaio alle ore 21:00 su Iris.

Fonte: IMDb, NationalGeographic

Rogue Trooper: Hayley Atwell e Aneurin Barnard protagonisti del nuovo sci-fi di Duncan Jones

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Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden sono entrati a far parte del cast di Rogue Trooper, un nuovo film d’animazione fantascientifico scritto e diretto da Duncan Jones.

Secondo Variety, Rogue Trooper di Jones ha aggiunto al suo cast Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden. Il film, basato sulla serie di fumetti 2000 AD di Gerry Finley-Day e Dave Gibbons, sarà animato e realizzato con l’Unreal Engine 5 di Epic Games. Jones ha anche rivelato su Twitter un’immagine del film, visibile qui sotto:

Chi altro recita in Rogue Trooper?

Il cast di Rogue Trooper comprende anche Daryl McCormack, Reece Shearsmith, Jemaine Clement, Matt Berry, Diane Morgan, Alice Lowe, Asa Butterfield e Sean Bean.

La sinossi della serie Rogue Trooper recita: “È il guerriero del futuro per eccellenza: il Rogue Trooper è il soldato solitario geneticamente modificato che si aggira nel paesaggio velenoso e devastato dalla guerra della Nu-Terra. Con lui viaggiano tre dei suoi compagni morti – Helm, Gunnar e Bagman – le cui personalità sono state trasferite in bio-chip impiantati nel suo fucile, nel casco e nello zaino. La loro missione: dare la caccia all’uomo che li ha traditi!“.

Duncan Jones ha esordito alla regia nel 2009 con Moon, interpretato da Sam Rockwell. In seguito ha realizzato Source Code, con protagonista Jake Gyllenhaal, nel 2011, Warcraft nel 2016 e Mute (che funge da sequel spirituale di Moon) nel 2018.

2000 AD offre un sapore molto diverso di fumetto d’azione: Politico e brutale a volte, ma sempre con un luccichio pitonesco negli occhi“, ha detto Jones di Rogue Trooper. “Dredd del 2012 è stato un assaggio di ciò che 2000 AD ha da offrire e ora possiamo mostrare al mondo un altro lato della bestia. È un vero privilegio aver avuto l’opportunità di realizzare Rogue Trooper“.

Rogue Trooper è prodotto da Duncan Jones, Stuart Fenegan, Jason Kingsley e Chris Kingsley. La data di uscita del film non è ancora stata fissata.

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, la miniserie evento in arrivo su RAI

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Rai Fiction annuncia l’arrivo della miniserie evento Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, una produzione Pepito Produzioni in collaborazione con Rai Fiction, con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, per la regia di Luca Lucini Ago Panini e con Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Neri Marcorè, Isabella Briganti, Barbara, Venturato, Lucia Mascino, Luca Ward, Chiara Celotto, Gianluca, Zaccaria, Giovanni Crozza Signoris, Ricky Memphis, Sebastiano Somma Maurizio Lastrico. 

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia è nna miniserie evento per raccontare al grande pubblico una storia forse poco conosciuta quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed eroe del Risorgimento, ispirato autore di quel canto che è diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La prima rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato un’intera generazione influenzandone le scelte, è un ragazzo del 1847. La sua vita, breve e bruciante come quella delle rockstar più amate, è quella di chi con il suo esempio ha saputo smuovere gli animi del popolo. Con lui partono dalla sua città, Genova, trecento volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ‘48. E sempre con lui salpano altri cinquecento patrioti alla difesa di Roma nel ‘49.

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia

In lui i giovani – e non solo – riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita pubblica. La prima tragica, perché si tratta di un amore distrutto da un matrimonio di convenienza imposto; la seconda felice come può essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire da un momento all’altro, giura amore eterno.

In mezzo c’è di tutto: dalla composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina, quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese, Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’ Indipendenza e la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.

La miniserie evento Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia racconta due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, nuovo trailer con Paul Rudd

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Ghostbusters: Minaccia Glaciale, nuovo trailer con Paul Rudd

Il nuovo trailer di Ghostbusters: Minaccia glaciale, diretto da Gil Kenan con Paul Rudd, Carrie Coon, Finn Wolfhard e Mckenna Grace. Il nuovo capitolo della saga è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan Aykroyd e Harold Ramis.

Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp: Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna Grace (Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e Annie Potts (Ghostbusters).

Ghostbusters: Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Ghostbusters: Minaccia Glaciale

In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

Colman Domingo: 10 cose che forse non sai sull’attore

Colman Domingo: 10 cose che forse non sai sull’attore

L’attore Colman Domingo è attivo tra cinema e televisione da ormai oltre due decenni, dividendosi tra film politicamente impegnati e serie blockbuster di vario genere. Negli ultimi anni, grazie ad una serie di ruoli di maggiori rilievo, si è fatto notare sempre di più nel settore e tra il pubblico, dimostrando un talento attoriale tutt’altro che comune. Capace di mettersi a completa disposizione dei propri personaggi, facendo emergere tutta la loro umanità, Domingo è davvero uno degli interpreti più interessanti della sua generazione, che finalmente ottiene le giuste attenzioni.

Colman Domingo: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in noti film. Domingo debutta al cinema con il film Ali bruciate (1998), per poi recitare in Fino a prova contraria (1999), Il colore del crimine (2006), Miracolo a Sant’Anna (2008), Lincoln (2012), 42 – La vera storia di una leggenda americana (2013), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Selma – La strada per la libertà (2014) e The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo (2016). Più di recente ha preso parte ai film Se la strada potesse parlare (2018), Lucy in the Sky (2019), Ma Rainey’s Black Bottom (2020), Candyman (2021) e Senza rimorso (2021). Nel 2023 è protagonista di Rustin ed è tra gli interpreti principali di Il colore viola. Nel 2024 sarà invece al cinema con Drive-Away Dolls.

2. È noto per alcune serie TV. Oltre che per il cinema, Domingo ha recitato in diverse occasioni anche per la televisione, ottenendo grande popolarità proprio grazie ad alcune serie TV. Ha ad esempio recitato in Nash Bridges (1997-2000), Law & Order – I due volti della giustizia (2004-2008), The Knick (2015) e Fear the Walking Dead (2015-2023), che gli conferisce grande popolarità. Successivamente recita in un episodio di Lucifer (2016) e in uno di Timeless (2017), mentre dal 2019 è uno degli interpreti ricorrenti della serie Euphoria.  

Colman Domingo in Euphoria

3. Ha un ruolo nella nota serie HBO. Tra i personaggi ricorrenti della serie Euphoria, con protagonista Zendaya, vi è Ali, interpretato proprio da Domingo. Questi è un uomo in via di guarigione per disturbo da uso di sostanze che spesso parla agli incontri di Narcotici Anonimi di Rue e proprio con lei stringe un rapporto speciale, cercando di aiutarla a non ricadere nella sua dipendenza. In particolare, l’attore ha recitato nell’episodio speciale Rue, anche noto come Trouble Don’t Last Always. Per la sua interpretazione di Ali, ha vinto nel 2022 il Premio Emmy per la miglior guest star in una serie drammatica.

Rustin Colman Domingo

Colman Domingo è Bayard Rustin nel film Netflix

4. Ha molto in comune con Bayard Rustin. Da tempo Domingo aspirava ad interpretare l’attivista Bayard Rustin, che lo ha ispirato sin da quando era giovanissimo e con il quale ha molto in comune. Entrambi hanno ad esempio superato un disturbo del linguaggio, entrambi sono omosessuali e soprattutto provengono dalla Pennsylvania. Per interpretarlo, dunque, l’attore si è documentato approfonditamente, scoprendo sempre nuove somiglianze e calandosi in modo estremamente fedele nei panni di tale personalità storica.

5. Aveva già recitato in un film incentrato sulla celebre marcia. Prima di Rustin, Domingo aveva già preso parte ad un lungometraggio dove si narrava della preparazione alla marcia su Washington condotta da Martin Luther King. Si tratta di Selma – La strada per la libertà, dove però egli interpretava Ralph Abernathy mentre Rustin era interpretato da Ruben Santiago-Hudson. L’attore non riuscì infatti in quell’occasione ad avere il ruolo, ma ha dunque poi avuto modo di interpretarlo da protagonista in un film interamente dedicato a Rustin.

Colman Domingo e il Premio Oscar

6.  È stato candidato al premio Oscar. Grazie al film Netflix Rustin, che rappresenta la prima occasione da protagonista assoluto per Domingo, l’attore è stato candidato a diversi premi tra cui il prestigioso Premio Oscar, figurando nella categoria Miglior attore. Tale nomination ha fatto di lui il primo interprete afro-latino e il secondo uomo apertamente gay (il primo è stato Ian McKellen) a essere nominato in tale categoria per aver interpretato un personaggio gay.

Colman Domingo in Fear The Walking Dead

7. Ha diretto alcuni episodi della serie. Sappiamo che Domingo debutterà alla regia di un lungometraggio con il biopic su Nat King Cole, ma ad oggi ha già avuto modo di passare dietro la macchina da presa, dirigendo alcuni episodi delle serie Fear The Walking Dead, dove interpreta Victor Strand, un truffatore che, in seguito alla diffusione degli zombie, vede completamente stravolta la propria vita. Di questa serie, Domingo ha diretto l’episodio 12 della quarta stagione, il terzo della quinta e il terzo della sesta.

Il colore viola Colman Domingo

Colman Domingo è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo personale seguito attualmente da 532 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre tremila post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Colman Domingo sarà Kang il Conquistatore?

9. I fan lo vorrebbero come sostituto di Jonathan Majors. Successivamente all’allontanamento di Jonathan Majors dai Marvel Studios, il ruolo di Kang il Conquistatore è ad oggi vacante e il suo futuro rimane un mistero. Circolano numerose teorie riguardo a ciò che potrebbe esserne di lui. Secondo alcuni verrà eliminato fuori scena, mentre secondo altri verrà scelto un nuovo attore per interpretarlo. Ad oggi, proprio Domingo è indicato come la scelta preferita dai fan, ma al momento non ci sono certezze a riguardo. In passato, però, l’attore si è detto interessato al ruolo.

Colman Domingo: età e altezza dell’attore

10. Colman Domingo è nato il 28 novembre 1969 a Filadelfia, Pennsylvania, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,88 metri.

Superman: Legacy, James Gunn svela quanto della storia delle origini di Kal-El sarà presente nel reboot

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Creature Commandos sarà il primo progetto dei DC Studios ambientato nel nuovo DCU, ma sarà solo un antipasto; Superman: Legacy è la portata principale. Si sa molto poco dei piani di James Gunn per l’Uomo del Domani, anche se ci aspettiamo una rivisitazione del personaggio più in linea con le sue avventure classiche nei fumetti.

Mentre Lex Luthor è attualmente l’unico cattivo confermato del reboot, continuano a circolare voci che vedranno anche Brainiac. Aggiornando i fan su Threads, il regista ha confermato l’intenzione di girare Superman: Legacy in IMAX.

Tuttavia, la rivelazione di gran lunga più importante è arrivata quando James Gunn ha rivelato che “nessuna” parte del film sarà dedicata alle origini di Clark Kent. Come il ragno radioattivo che ha morso Peter Parker e la morte dei genitori di Bruce Wayne, anche chi non ha mai preso in mano un fumetto sa della distruzione di Krypton.

Mostrarla di nuovo sembra superfluo e James Gunn non è stato chiaramente tentato di dare un’interpretazione personale al modo in cui Kal-El è arrivato sulla Terra.

Mentre il co-CEO dei DC Studios ha finora raccontato solo storie DC di genere R, Superman: Legacy  sarà probabilmente più in linea con il suo lavoro su Guardiani della Galassia.

Parlando l’anno scorso di come sta affrontando ogni film e show televisivo del DCU in termini di rating, James Gunn ha spiegato: “Dipende dalla storia. Daremo a ogni storia ciò che merita. Alcune cose le sappiamo. Superman è sicuramente qualcosa che sappiamo che vorremmo fosse PG-13, quindi mi assicurerò che lo sia“.

Altre cose, come la serie televisiva della Waller, sono un po’ più mature“, ha continuato. “E abbiamo altre cose che sono rivolte un po’ più alle giovani donne o ai bambini che sono ancora all’interno di questo mondo“.

Un nuovo poster molto bello per i fan di Superman: Legacy sta ottenendo una certa attenzione sui social media. Potete dare un’occhiata più da vicino qui sotto!

Uomini e Dei. Le Meraviglie del Museo Egizio: il trailer con Jeremy Irons

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Nell’anno del bicentenario della sua fondazione, il Museo Egizio approda per la prima volta al cinema con UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO, il film evento che è stato presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino Film Festival e che arriverà nelle sale italiane solo per due giorni, il 12 e 13 marzo. Prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio e diretto da Michele Mally, che firma il soggetto con Matteo Moneta, autore della sceneggiatura, il film vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar® Jeremy Irons, che ci guida in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica.

Con oltre un milione di visitatori nel 2023, il Museo Egizio è il più antico al mondo dedicato alla civiltà degli antichi Egizi. A Torino sono custoditi 40 mila reperti, di cui 12 mila esposti su 4 piani del Museo. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti, sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica. Tra i reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente alla costruzione delle tombe dei faraoni che insieme alla moglie Merit sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.

Reperti, studi scientifici e il dietro le quinte del Museo sono narrati in maniera corale non solo dalla Presidente del Museo, Evelina Christillin, e dal Direttore Christian Greco, ma anche da alcuni dei curatori del Museo come Cédric Gobeil, Beppe Moiso, Susanne Töpfer, Paolo Del Vesco, Federico Poole, Johannes Auenmüller, Enrico Ferraris, Alessia Fassone, Tommaso Montonati, dalle  restauratrici Cinzia Oliva, Roberta Genta, Paola Buscaglia del Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale, dall’antropologo Pieter Ter Keurs, dal Direttore Dipartimento Egizio del Louvre Vincent Rondot, dal Capo del Dipartimento Egitto e Sudan del British Museum Daniel Antoine, dai curatori del British Museum Ilona Regulski e Marcel Maree, dalla direttrice del Agyptisches und Papyrussammlung di Berlino Friederike Seyfried, dalla direttrice Generale Museo Egizio del Cairo Sabah Abdel Razik Saddik, dal Ceo di Ima Solutions Sarl Benjamin Moreno.

Dal Louvre di Parigi al British Museum di Londra fino all’Ägyptisches Museum di Berlino: sono solo alcune delle importanti istituzioni museali mondiali da cui provengono i membri del comitato scientifico del Museo, che vanta oltre 90 collaborazioni scientifiche con musei, atenei e centri di ricerca internazionali. Le collezioni custodite a Torino comprendono oltre 40 mila reperti, che hanno una natura antiquaria – in quanto legati al collezionismo e al criterio di raccolta reperti di Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al servizio del governo francese che vendette a Carlo Felice di Savoia il primo nucleo delle collezioni del  Museo per 400 mila lire dell’epoca – e una natura archeologica, legata a campagne di scavo archeologico promosse da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina in Egitto all’inizio del Novecento.

Ma perché proprio a Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento? Chi fu il primo a vedere nelle Alpi il profilo delle piramidi? Per scoprire le origini del Museo in UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO risaliremo così il corso del Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli. Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle collezioni torinesi, da Giza a Luxor fino all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e delle Regine. E viaggeremo a ritroso nel tempo, alla metà del 1500, quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino, sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto. Attraverso i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e Merit racconteremo invece il viaggio dell’architetto Kha nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo le pagine del Libro dei Morti.

Completa il viaggio visivo la colonna sonora originale, composta ed orchestrata dal pianista e compositore Remo Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione Believe nel 2024.

Captain America: Brave New World, le foto promozionali svelano il costume ufficiale di Sam Wilson

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Abbiamo visto alcune foto sfocate sul set e un dietro le quinte rilasciato all’inizio della produzione, ma grazie a un’immagine promozionale del prossimo cofanetto della Marvel Collectors Corps condivisa sui social media, abbiamo un primo sguardo ufficiale al costume aggiornato che Sam Wilson (Anthony Mackie) indosserà in Captain America: Brave New World.

La nuova tuta non è poi tanto diversa da quella con cui Wilson ha debuttato nel finale di stagione di The Falcon and the Winter Soldier, ma la combinazione di colori è decisamente più ispirata al costume di Steve Rogers in Captain America: The Winter Soldier.

Recentemente abbiamo avuto conferma che le riprese aggiuntive del sequel sono state programmate fino a maggio o giugno, con la Marvel che ha incaricato lo scrittore di Moon Knight Matthew Orton di scrivere nuove scene e materiale per il film. I reshoot sono la norma (soprattutto per i grandi film di produzione), ma questo lungo periodo di AP ha portato a speculare sul fatto che lo studio potrebbe apportare alcune modifiche significative alla storia.

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Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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The Warrior – The Iron Claw: recensione del film con Zac Efron

The Warrior – The Iron Claw: recensione del film con Zac Efron

Con soltanto tre film per il cinema in dodici anni, compreso questo suo ultimo The Warrior – The Iron Claw, Sean Durkin si merita già l’appellativo di autore a tutto tondo. E questo perché come nessun altro o quasi all’interno del cinema americano contemporaneo sa costruire ogni volta un microcosmo tanto preciso quanto complesso nel cui immergere i propri personaggi. Sia il suo inquietante e ipnotico esordio La fuga di Martha, che il più recente The Nest rappresentano studi socio-psicologici di notevole finezza, in cui l’autore mette in scena le regole di un universo che pian piano si chiude in se stesso, fino a cominciare a mostrare le crepe del sistema che lo regge. Con The Warrior (The Iron Claw) Durkin alza decisamente la posta in gioco, in quanto si tratta di un film, a conti fatti il suo primo, che intende rivolgersi a un pubblico più ampio senza perdere nessuna delle coordinate e delle fascinazioni dei precedenti.

The Warrior – The Iron Claw, la trama

Il microcosmo che viene raccontato stavolta è quello della famiglia Von Erich, la quale negli anni ‘80 si impose nel mondo del wrestling professionistico. Ma a quale prezzo? La gestione totale è quella del patriarca Fritz (Holt McCallany), lottatore dalle fortune alterne che ha allevato i figli con lo scopo preciso di diventare campioni del mondo nella sua stessa specialità sportiva. Il predestinato sembra essere Kevin (Zac Efron), il quale più di tutti ha sacrificato anima e corpo per compiere il volere del padre. Ben presto però anche i suoi fratelli David (Harris Dickinson) e Kerry (Jeremy Allen White) dimostrano la loro abilità di lottatori ma soprattutto di showmen, mettendo in discussione le gerarchie che sembravano ormai stabilite…

Jeremy Allen White in The Warrior - The Iron ClawUno studio struggente di psicologie

Quello che poteva essere sviluppato come un semplice biopic o un dramma familiare in mano a Durkin diventa scena dopo scena uno studio struggente di caratteri e psicologie castrate. Il senso di predestinazione che The Warrior infonde nello spettatore viene dato da due fattori portanti: prima arriva una sceneggiatura che insiste con pienezza sulla dualità dolorosa del protagonista Kevin, diviso tra il senso del dovere e la frustrazione crescente di fronte all’impossibilità di compierlo.

In secondo luogo la magnifica messa in scena, la quale pur non distanziandosi mai da un realismo di fondo riesce a superarlo grazie all’eleganza delle immagini e la densità quasi autunnale della fotografia dell’ungherese Mátyás Erdély (Figlio di Saul). Soprattutto nella seconda parte The Warrior – The Iron Claw possiede quel senso di predestinazione scaturito da una visione “elegia” del dramma che lo avvicina a un capolavoro evocativo quale Picnic a Hanging Rock di Peter Weir.

The Warrior - The Iron Claw Zac EfronUn cast vicino alla perfezione

Il resto lo fa un cast di attori che davvero si avvicina alla perfezione: Efron sforna realmente la prova che vale una carriera, volutamente strabordante nella performance fisica e insieme sorprendentemente capace di esplicitare i dissidi interiori del suo sfaccettato personaggio. Alla fine quello che rimane impresso a fondo di The Warrior è il percorso umano di Kevin, e questo è senz’altro merito enorme dell’attore che lo interpreta. Tra i comprimari dobbiamo necessariamente applaudire l’ambiguità della prova di Holt McCallany e la compostezza rocciosa di Maura Tierney del ruolo della matriarca: in un film che inscena atletismo e acrobazie coreografiche, il linguaggio del corpo sempre trattenuto della madre diventa un pugno emotivo allo stomaco del pubblico, capace di raccontare in maniera sottile e profonda la condizione della donna in quell’universo dominato dal “maschio”.

Raramente nel cinema americano, mainstream oppure maggiormente orientato verso gli stilemi dell’indipendenza, si riesce a trovare quel connubio di forma e contenuto che The Warrior – The Iron Claw offre al pubblico. Si tratta seriamente di uno dei lungometraggi migliori di questo 2023 che volge al termine, quello che probabilmente riesce a esprimere meglio il non detto, i dilemmi e il dolore interiore prima di tutto del personaggio principale. Basta vedere, anzi “vivere,” il percorso che compie nel corso del film proprio la “Iron Claw” la morsa di ferro che sul ring era il marchio distintivo della famiglia Von Erich: il doloroso scavalcamento di senso che da gesto simbolico di vittoria si trasforma in metafora dell’oppressione basta e avanza per raccontare dell’abilità di Sean Durkin come sceneggiatore e regista. Da applausi.

Doc – Nelle tue mani 3: recensione degli episodi 5 e 6 del medical drama

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Giovedì sera per molti ormai vuol dire serata fissa sul divano a vedere Doc – Nelle tue mani 3 e durante la messa in onda ne sono successe di cose al Policlinico Ambrosiano. Nel quinto e nel sesto episodio di questa terza stagione, come già gli sceneggiatori ci hanno abituato della puntata precedente, tutto si focalizza sulla dottoressa Giordano. L’ultima scena poi si conclude anche con la vittoria di quelli che hanno sempre tifato per la coppia Giulia e Andrea, con un momento che i loro fans aspettavano da sempre.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 5

Il primo episodio della terza puntata, intitolato “Il beneficio del dubbio” si apre con il ricovero nel reparto di Medicina Interna di Rita, una ragazza di vent’anni che ha una forte difficolta a respirare. Doc, l’attore protagonista Luca Argentero e Giulia con la loro equipe medica scoprono però che la giovane è affetta anche da un tumore ma che rifiuta, categoricamente, di fare la chemioterapia per guarirne. Alla fine il male che l’aveva portata all’ospedale sarà un altro, verrà operata al cuore per un soffio, e accetterà, anche per amore del padre vedovo, di farsi curare con la chemio.

Per smorzare i toni di queste malattie, quasi incurabili, in corsia la writers‘ room di Doc – Nelle tue mani ha deciso per il quinto episodio di far ridere il loro pubblico fedele grazie ad un’insalata pazza. La caposala Teresa inizia a delirare all’improvviso dopo aver mangiato l’erba del diavolo che ha intaccato l’orto di Doc sulla terrazza e che invece lei pensava che era della verdura commestibile. Alla fine ovviamente il problema si risolverà e l’infermiera tornerà al lavoro.

Intanto Doc di nuovo è in crisi per dei ricordi e non capisce se sono veri o falsi, quindi chiede aiuto e si avvicina sempre di più a Giulia. La dottoressa Giordano, l’attrice Matilde Gioli, grazie ad Andrea riesce a convincere la commissione e accettare la sua ricerca da presentare poi per la sua richiesta da primario.

Doc - Nelle tue mani 3 episodi 3& 4
Ph Virginia Bettoja

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 6

Il sesto episodio “La Vela” si divide tra l’oggi e i flashback del 2019, in cui si possono rivedere due volti amati della serie, ovvero i dottori Lazzarini e Kidane interpretati da Gianmarco Saurino e Alberto Boubakar Malanchino. Queste scene ambientate nel passato molto recente, poco prima dello sparo alla testa al dottore Fanti, sono un modo per mostrare com’è nata la storia d’amore tra Andrea e Giulia.

Nel presente si punta invece sul neo triangolo amoroso delle due giovani specializzande Martina e Lin affascinate dal loro tutor e specializzando Riccardo Bonvegna. Ovviamente c’è anche il caso di ricovero di un ragazzo con ADHD ammalato di meningite tubercolare che verrà salvato dalla specializzanda non laureata in Medicina, la ragazza a fine episodio è sul punto di confessare ma alla fine ci rinuncia.

Il vero colpo di scena è quello già annunciato all’inizio, cioè Andrea che capisce, dopo aver parlato con una sua ex amante, che la “Sua Vela” è da sempre Giulia. Dopo un discorso in cui Andrea ammette i suoi sentimenti bacia Giulia sulla terrazza Policlinico Ambrosiano. 

Doc – Nelle tue mani 3 una gioia per il team Andrea – Giulia 

La puntata è stata all’insegna del team Andrea e Giulia, ma come ormai abbiamo imparato negli anni di certo non finirà così. Doc infatti ora sembra aver trovato la sua pace ma ancora troppe domande e ricordi senza risposte non sono state spiegate e non siamo neanche a metà di questa terza stagione.

ECHO: featurette svela come è stata girata lo scontro tra Maya Lopez e Daredevil

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I Marvel Studios hanno pubblicato una nuova lunga featurette per Echo, che approfondisce il memorabile e duro scontro tra Maya Lopez (Alaqua Cox) e Daredevil (Charlie Cox).

Anche se alla fine si è trattato di poco più di 90 secondi di tempo nella première dello show, è stata una sequenza tosta che ha richiesto molto lavoro per essere portata sullo schermo. Il coordinatore degli stunt di Echo e direttore della seconda unità Marc Scizak ci parla del combattimento e vediamo tonnellate di filmati dietro le quinte di Alaqua e Charlie mentre si preparano allo scontro.

Siamo certi che apprezzerete anche uno sguardo più ravvicinato alla tuta dell’Uomo senza Paura. Sfortunatamente, non vanta ancora il classico logo “DD”; possiamo solo sperare che sia imminente (era assente anche in She-Hulk: Attorney at Law).

 

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C’è la possibilità che ECHO faccia un’apparizione in Daredevil: Born Again, naturalmente, ma con tutto quello che sta succedendo in quella serie, sembra improbabile. Tutti i cinque episodi di ECHO sono ora disponibili in streaming su Disney+.

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I nuovi contenuti Marvel Spotlight

Sotto la nuova etichetta di Marvel Spotlight, la serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta. Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie Disney+ potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da “strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.

Il cast di Echo

Creata da Marion Dayre, Echo vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez, Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo Cardinal nel ruolo di Chula, Devery Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William, Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e Charlie Cox nel ruolo di Matt Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno disponibili su Disney+ a partire dal 9 gennaio.

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