Rai Fiction annuncia l’arrivo della
miniserie evento Mameli – Il ragazzo che
sognò l’Italia, una produzione Pepito
Produzioni in collaborazione con Rai
Fiction, con il sostegno del Ministero
della Cultura – Direzione Generale Cinema
e Audiovisivo, per la regia di Luca
Lucini e Ago Panini e
con Riccardo De Rinaldis
Santorelli, Amedeo Gullà, Neri Marcorè, Isabella Briganti, Barbara,
Venturato, Lucia Mascino, Luca Ward, Chiara Celotto, Gianluca,
Zaccaria, Giovanni Crozza Signoris,
Ricky Memphis, Sebastiano Somma e Maurizio Lastrico.
Mameli – Il
ragazzo che sognò l’Italia è nna miniserie evento
per raccontare al grande pubblico una storia forse poco conosciuta
quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed
eroe del Risorgimento, ispirato autore di quel canto che è
diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La prima
rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato
un’intera generazione influenzandone le scelte, è un ragazzo del
1847. La sua vita, breve e bruciante come quella delle rockstar più
amate, è quella di chi con il suo esempio ha saputo smuovere gli
animi del popolo. Con lui partono dalla sua città, Genova, trecento
volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ‘48. E
sempre con lui salpano altri cinquecento patrioti alla difesa di
Roma nel ‘49.
Mameli – Il ragazzo che sognò
l’Italia
In lui i giovani – e non solo –
riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come
testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita
pubblica. La prima tragica, perché si tratta di un amore distrutto
da un matrimonio di convenienza imposto; la seconda felice come può
essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire
da un momento all’altro, giura amore eterno.
In mezzo c’è di tutto: dalla
composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina,
quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila
patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese,
Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’ Indipendenza e
la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe
Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.
La miniserie evento Mameli
– Il ragazzo che sognò l’Italia racconta due anni di
passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri
e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto
di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi
non solo politici ma esistenziali.
Il nuovo trailer di
Ghostbusters:
Minaccia glaciale, diretto da Gil Kenan con
Paul Rudd, Carrie Coon,
Finn Wolfhard e Mckenna Grace. Il nuovo capitolo della
saga è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul
film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan
Aykroyd e Harold Ramis.
Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp:
Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard
(Stranger Things), Mckenna Grace
(Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste
O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead
City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e
Annie Potts (Ghostbusters).
Ghostbusters:
Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La trama di
Ghostbusters: Minaccia Glaciale
In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la
famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma
dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi
originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret
per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la
scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i
vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere
la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.
L’attore Colman
Domingo è attivo tra cinema e televisione da ormai oltre
due decenni, dividendosi tra film politicamente impegnati e serie
blockbuster di vario genere. Negli ultimi anni, grazie ad una serie
di ruoli di maggiori rilievo, si è fatto notare sempre di più nel
settore e tra il pubblico, dimostrando un talento attoriale
tutt’altro che comune. Capace di mettersi a completa disposizione
dei propri personaggi, facendo emergere tutta la loro umanità,
Domingo è davvero uno degli interpreti più interessanti della sua
generazione, che finalmente ottiene le giuste attenzioni.
2. È noto per alcune serie
TV. Oltre che per il cinema, Domingo ha recitato in
diverse occasioni anche per la televisione, ottenendo grande
popolarità proprio grazie ad alcune serie TV. Ha ad esempio
recitato in Nash Bridges (1997-2000), Law & Order – I
due volti della giustizia (2004-2008), The Knick
(2015) e Fear the Walking Dead (2015-2023), che gli
conferisce grande popolarità. Successivamente recita in un episodio
di Lucifer (2016) e in uno di Timeless (2017),
mentre dal 2019 è uno degli interpreti ricorrenti della serie
Euphoria.
Colman Domingo in Euphoria
3. Ha un ruolo nella nota
serie HBO. Tra i personaggi ricorrenti della serie
Euphoria, con protagonista Zendaya, vi è Ali, interpretato proprio da
Domingo. Questi è un uomo in via di guarigione per disturbo da uso
di sostanze che spesso parla agli incontri di Narcotici Anonimi di
Rue e proprio con lei stringe un rapporto speciale, cercando di
aiutarla a non ricadere nella sua dipendenza. In particolare,
l’attore ha recitato nell’episodio speciale Rue, anche
noto come Trouble Don’t Last Always. Per la sua
interpretazione di Ali, ha vinto nel 2022 il Premio Emmy per la
miglior guest star in una serie drammatica.
Colman Domingo è Bayard Rustin nel film Netflix
4. Ha molto in comune con
Bayard Rustin. Da tempo Domingo aspirava ad interpretare
l’attivista Bayard Rustin, che lo ha ispirato sin da quando era
giovanissimo e con il quale ha molto in comune. Entrambi hanno ad
esempio superato un disturbo del linguaggio, entrambi sono
omosessuali e soprattutto provengono dalla Pennsylvania. Per
interpretarlo, dunque, l’attore si è documentato approfonditamente,
scoprendo sempre nuove somiglianze e calandosi in modo estremamente
fedele nei panni di tale personalità storica.
5. Aveva già recitato in un
film incentrato sulla celebre marcia. Prima di
Rustin, Domingo aveva già preso parte ad un lungometraggio
dove si narrava della preparazione alla marcia su Washington
condotta da Martin Luther King. Si tratta di
Selma – La strada per la
libertà, dove però egli interpretava Ralph
Abernathy mentre Rustin era interpretato da Ruben
Santiago-Hudson. L’attore non riuscì infatti in
quell’occasione ad avere il ruolo, ma ha dunque poi avuto modo di
interpretarlo da protagonista in un film interamente dedicato a
Rustin.
Colman Domingo e il Premio Oscar
6. È stato candidato
al premio Oscar. Grazie al film NetflixRustin, che rappresenta la prima occasione da
protagonista assoluto per Domingo, l’attore è stato candidato a
diversi premi tra cui il prestigioso Premio Oscar, figurando nella
categoria Miglior attore. Tale nomination ha fatto di lui il primo
interprete afro-latino e il secondo uomo apertamente gay (il primo
è stato Ian McKellen) a essere nominato in tale
categoria per aver interpretato un personaggio gay.
Colman Domingo in Fear The Walking Dead
7. Ha diretto alcuni
episodi della serie. Sappiamo che Domingo debutterà alla
regia di un lungometraggio con il
biopic su Nat King Cole, ma ad oggi ha già
avuto modo di passare dietro la macchina da presa, dirigendo alcuni
episodi delle serie Fear The Walking Dead,
dove interpreta Victor Strand, un truffatore che, in seguito alla
diffusione degli zombie, vede completamente stravolta la propria
vita. Di questa serie, Domingo ha diretto l’episodio 12 della
quarta stagione, il terzo della quinta e il terzo della sesta.
Colman Domingo è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo personale seguito attualmente da 532 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre
tremila post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si
possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti
trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti.
Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Colman Domingo sarà Kang il Conquistatore?
9. I fan lo vorrebbero come
sostituto di Jonathan Majors. Successivamente
all’allontanamento di Jonathan Majors dai Marvel Studios, il ruolo di Kang il Conquistatore è ad oggi vacante e il
suo futuro rimane un mistero. Circolano numerose teorie riguardo a
ciò che potrebbe esserne di lui. Secondo alcuni verrà eliminato
fuori scena, mentre secondo altri verrà scelto un nuovo attore per
interpretarlo. Ad oggi, proprio Domingo è indicato come la scelta
preferita dai fan, ma al momento non ci sono certezze a riguardo.
In passato, però, l’attore si è detto interessato al ruolo.
Colman Domingo: età e altezza dell’attore
10. Colman Domingo è nato
il 28 novembre 1969 a Filadelfia, Pennsylvania, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,88 metri.
Creature
Commandos sarà il primo progetto dei DC
Studios ambientato nel nuovo DCU, ma sarà solo un antipasto; Superman: Legacy è la
portata principale. Si sa molto poco dei piani di James Gunn per l’Uomo del Domani, anche
se ci aspettiamo una rivisitazione del personaggio più in linea con
le sue avventure classiche nei fumetti.
Mentre Lex Luthor è
attualmente l’unico cattivo confermato del reboot, continuano a
circolare voci che vedranno anche Brainiac. Aggiornando i
fan su Threads, il regista ha confermato l’intenzione di girare
Superman: Legacy in
IMAX.
Tuttavia, la rivelazione di gran
lunga più importante è arrivata quando James Gunn ha rivelato che “nessuna”
parte del film sarà dedicata alle origini di Clark Kent.
Come il ragno radioattivo che ha morso Peter Parker e la
morte dei genitori di Bruce Wayne, anche chi non ha mai
preso in mano un fumetto sa della distruzione di
Krypton.
Mostrarla di nuovo sembra superfluo
e James Gunnnon è stato
chiaramente tentato di dare un’interpretazione personale al modo in
cui Kal-El è arrivato sulla Terra.
Mentre il co-CEO dei DC
Studios ha finora raccontato solo storie DC di genere R,
Superman:
Legacy sarà probabilmente più in linea con il
suo lavoro su
Guardiani della Galassia.
Parlando l’anno scorso di come sta
affrontando ogni film e show televisivo del DCU in termini di rating, James Gunn ha spiegato: “Dipende dalla
storia. Daremo a ogni storia ciò che merita. Alcune cose le
sappiamo. Superman è sicuramente qualcosa che sappiamo che vorremmo
fosse PG-13, quindi mi assicurerò che lo sia“.
“Altre cose, come la serie
televisiva della Waller, sono un po’ più mature“, ha
continuato. “E abbiamo altre cose che sono rivolte un po’ più
alle giovani donne o ai bambini che sono ancora all’interno di
questo mondo“.
Un nuovo poster molto bello per i
fan di Superman:
Legacy sta ottenendo una certa attenzione sui
social media. Potete dare un’occhiata più da vicino qui sotto!
Eighth poster for @JamesGunn‘s
Superman film “Superman Legacy”.
Nell’anno del
bicentenario della sua fondazione, il Museo Egizio approda
per la prima volta al cinema con UOMINI E DEI. LE
MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO, il film evento che è stato
presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino
Film Festival e che arriverà nelle sale italiane solo per
due giorni, il 12 e 13 marzo. Prodotto da
3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in
collaborazione con il Museo Egizio e diretto da
Michele Mally, che firma il soggetto con
Matteo Moneta, autore della sceneggiatura, il film
vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar®
Jeremy Irons, che ci guida in un viaggio alla scoperta
dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia
antica.
Con oltre
un milione di visitatori nel 2023, il Museo Egizio è il
più antico al mondo dedicato alla civiltà degli antichi Egizi. A
Torino sono custoditi 40 mila reperti, di cui 12 mila esposti su 4
piani del Museo. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti,
sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica. Tra i
reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero
come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi
che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su
papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte
geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del
sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside
di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente
alla costruzione delle tombe dei faraoni che insieme alla moglie
Merit sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.
Reperti,
studi scientifici e il dietro le quinte del Museo sono narrati in
maniera corale non solo dalla Presidente del Museo, Evelina
Christillin, e dal Direttore Christian
Greco, ma anche da alcuni dei curatori del Museo come
Cédric Gobeil, Beppe Moiso, Susanne Töpfer, Paolo Del
Vesco, Federico Poole, Johannes Auenmüller, Enrico Ferraris,
Alessia Fassone, Tommaso Montonati,
dalle restauratrici Cinzia Oliva, Roberta Genta,
Paola Buscaglia del Centro di Conservazione e Restauro de La
Venaria Reale, dall’antropologo Pieter Ter
Keurs, dal Direttore Dipartimento Egizio del Louvre
Vincent Rondot, dal Capo del Dipartimento Egitto e
Sudan del British Museum Daniel Antoine, dai
curatori del British Museum Ilona Regulski e Marcel
Maree, dalla direttrice del Agyptisches und
Papyrussammlung di Berlino Friederike Seyfried,
dalla direttrice Generale Museo Egizio del Cairo Sabah
Abdel Razik Saddik, dal Ceo di Ima Solutions Sarl
Benjamin Moreno.
Dal Louvre di
Parigi al British Museum di Londra fino all’Ägyptisches Museum di
Berlino: sono solo alcune delle importanti istituzioni museali
mondiali da cui provengono i membri del comitato scientifico del
Museo, che vanta oltre 90 collaborazioni scientifiche con musei,
atenei e centri di ricerca internazionali. Le collezioni custodite
a Torino comprendono oltre 40 mila reperti, che hanno una natura
antiquaria – in quanto legati al collezionismo e al criterio di
raccolta reperti di Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al
servizio del governo francese che vendette a Carlo Felice di Savoia
il primo nucleo delle collezioni del Museo per 400 mila lire
dell’epoca – e una natura archeologica, legata a campagne di scavo
archeologico promosse da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina in
Egitto all’inizio del Novecento.
Ma perché proprio a
Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali
al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento? Chi
fu il primo a vedere nelle Alpi il profilo delle piramidi? Per
scoprire le origini del Museo in UOMINI E DEI. LE
MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO risaliremo così il corso del
Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del
passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli.
Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle
collezioni torinesi, da Giza a Luxor fino
all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato
dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e
delle Regine. E viaggeremo a ritroso nel tempo, alla metà del 1500,
quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla
loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino,
sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva
le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto. Attraverso
i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e
Merit racconteremo invece il viaggio dell’architetto Kha
nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino
al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo
le pagine del Libro dei Morti.
Completa il
viaggio visivo la colonna sonora
originale, composta ed orchestrata dal
pianista e compositore Remo
Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra
Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in
uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione
Believe nel 2024.
Abbiamo visto alcune foto sfocate
sul set e un dietro le quinte rilasciato all’inizio della
produzione, ma grazie a un’immagine promozionale del prossimo
cofanetto della Marvel Collectors Corps
condivisa sui social media, abbiamo un primo sguardo ufficiale al
costume aggiornato che Sam Wilson (Anthony
Mackie) indosserà in
Captain America: Brave New World.
Recentemente abbiamo
avuto conferma che le riprese aggiuntive del sequel sono state
programmate fino a maggio o giugno, con la Marvel che ha incaricato lo
scrittore di Moon
Knight Matthew Orton di scrivere nuove scene e
materiale per il film. I reshoot sono la norma (soprattutto per i
grandi film di produzione), ma questo lungo periodo di AP ha
portato a speculare sul fatto che lo studio potrebbe apportare
alcune modifiche significative alla storia.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
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Con soltanto tre film
per il cinema in dodici anni, compreso questo
suo ultimoThe Warrior – The Iron Claw,
Sean Durkin si merita già l’appellativo di autore
a tutto tondo. E questo perché come nessun altro o quasi
all’interno del cinema americano contemporaneo sa costruire ogni
volta un microcosmo tanto preciso quanto complesso nel cui
immergere i propri personaggi. Sia il suo inquietante e ipnotico
esordio
La fuga di Martha, che il più recente The Nest rappresentano studi socio-psicologici
di notevole finezza, in cui l’autore mette in scena le regole di un
universo che pian piano si chiude in se stesso, fino a cominciare a
mostrare le crepe del sistema che lo regge. Con The Warrior
(The Iron Claw) Durkin alza decisamente la posta in
gioco, in quanto si tratta di un
film, a conti fatti il suo primo, che intende rivolgersi a un
pubblico più ampio senza perdere nessuna delle coordinate e delle
fascinazioni dei precedenti.
The Warrior – The Iron
Claw, la trama
Il microcosmo che viene
raccontato stavolta è quello della famiglia Von
Erich, la quale negli anni ‘80 si impose nel mondo del
wrestling professionistico. Ma a quale prezzo? La gestione totale è
quella del patriarca Fritz (Holt McCallany),
lottatore dalle fortune alterne che ha allevato i figli con lo
scopo preciso di diventare campioni del mondo nella sua stessa
specialità sportiva. Il predestinato sembra essere Kevin (Zac
Efron), il quale più di tutti ha sacrificato anima e
corpo per compiere il volere del padre. Ben presto però anche i
suoi fratelli David (Harris Dickinson) e Kerry
(Jeremy
Allen White) dimostrano la loro abilità di lottatori
ma soprattutto di showmen, mettendo in discussione le gerarchie che
sembravano ormai stabilite…
Uno studio struggente di
psicologie
Quello che poteva essere
sviluppato come un semplice biopic o un dramma familiare in mano a
Durkin diventa scena dopo scena uno studio struggente di caratteri
e psicologie castrate. Il senso di predestinazione che The
Warrior infonde nello spettatore viene dato da due
fattori portanti: prima arriva una sceneggiatura che insiste con
pienezza sulla dualità dolorosa del protagonista Kevin, diviso tra
il senso del dovere e la frustrazione crescente di fronte
all’impossibilità di compierlo.
In secondo luogo la
magnifica messa in scena, la quale pur non distanziandosi mai da un
realismo di fondo riesce a superarlo grazie all’eleganza delle
immagini e la densità quasi autunnale della fotografia
dell’ungherese Mátyás Erdély (Figlio
di Saul). Soprattutto nella seconda parte The
Warrior – The Iron Claw possiede quel senso di
predestinazione scaturito da una visione “elegia” del dramma che lo
avvicina a un capolavoro evocativo quale Picnic a Hanging
Rock di Peter Weir.
Un cast vicino alla
perfezione
Il resto lo fa un cast
di attori che davvero si avvicina alla perfezione: Efron sforna
realmente la prova che vale una carriera, volutamente strabordante
nella performance fisica e insieme sorprendentemente capace di
esplicitare i dissidi interiori del suo sfaccettato personaggio.
Alla fine quello che rimane impresso a fondo di The
Warrior è il percorso umano di Kevin, e questo è
senz’altro merito enorme dell’attore che lo interpreta. Tra i
comprimari dobbiamo necessariamente applaudire l’ambiguità della
prova di Holt McCallany e la compostezza rocciosa
di Maura Tierney del ruolo della matriarca: in
un
film che inscena atletismo e acrobazie coreografiche, il
linguaggio del corpo sempre trattenuto della madre diventa un pugno
emotivo allo stomaco del pubblico, capace di raccontare in maniera
sottile e profonda la condizione della donna in quell’universo
dominato dal “maschio”.
Raramente nel cinema
americano, mainstream oppure maggiormente orientato verso gli
stilemi dell’indipendenza, si riesce a trovare quel connubio di
forma e contenuto che The Warrior – The Iron
Claw offre al pubblico. Si tratta seriamente di uno
dei lungometraggi migliori di questo 2023 che volge al termine,
quello che probabilmente riesce a esprimere meglio il non detto, i
dilemmi e il dolore interiore prima di tutto del personaggio
principale. Basta vedere, anzi “vivere,” il percorso che compie nel
corso del film proprio
la “Iron Claw” la morsa di ferro che sul ring era il marchio
distintivo della famiglia Von Erich: il doloroso
scavalcamento di senso che da gesto simbolico di vittoria si
trasforma in metafora dell’oppressione basta e avanza per
raccontare dell’abilità di Sean Durkin come
sceneggiatore e regista. Da applausi.
Giovedì sera per molti ormai vuol
dire serata fissa sul divano a vedere Doc –
Nelle tue mani 3 e durante la messa in onda ne sono successe di
cose al Policlinico Ambrosiano. Nel
quinto e nel sesto episodio di
questa terza stagione, come già gli sceneggiatori ci hanno abituato
della puntata precedente, tutto si focalizza sulla dottoressa
Giordano. L’ultima scena poi si conclude anche con
la vittoria di quelli che hanno sempre tifato per la coppia
Giulia e Andrea, con un momento che i loro
fans aspettavano da sempre.
La trama di Doc – Nelle tue
mani 3 episodio 5
Il primo episodio
della terza puntata, intitolato “Il beneficio del dubbio” si apre
con il ricovero nel reparto di Medicina Interna di
Rita, una ragazza di vent’anni che ha una forte
difficolta a respirare. Doc, l’attore protagonista
Luca Argentero e Giulia con la loro equipe medica
scoprono però che la giovane è affetta anche da un tumore ma che
rifiuta, categoricamente, di fare la chemioterapia
per guarirne. Alla fine il male che l’aveva portata all’ospedale
sarà un altro, verrà operata al cuore per un soffio, e accetterà,
anche per amore del padre vedovo, di farsi curare con la
chemio.
Per smorzare i toni di queste
malattie, quasi incurabili, in corsia la writers‘ room di Doc – Nelle tue
mani ha deciso per il quinto episodio di far ridere il loro
pubblico fedele grazie ad un’insalata pazza. La
caposala Teresa inizia a delirare all’improvviso
dopo aver mangiato l’erba del diavolo che ha
intaccato l’orto di Doc sulla terrazza e che invece lei pensava che
era della verdura commestibile. Alla fine ovviamente il problema si
risolverà e l’infermiera tornerà al lavoro.
Intanto Doc di nuovo è in crisi per
dei ricordi e non capisce se sono veri o
falsi, quindi chiede aiuto e si avvicina sempre di più a
Giulia. La dottoressa Giordano, l’attrice
Matilde Gioli, grazie ad Andrea riesce a convincere la
commissione e accettare la sua ricerca da presentare poi per la sua
richiesta da primario.
Ph Virginia Bettoja
La trama di Doc – Nelle tue
mani 3 episodio 6
Il sesto episodio
“La Vela” si divide tra l’oggi e i flashback del
2019, in cui si possono rivedere due volti amati della
serie, ovvero i dottori Lazzarini e Kidane
interpretati da
Gianmarco Saurino e
Alberto Boubakar Malanchino. Queste scene ambientate nel
passato molto recente, poco prima dello sparo alla testa al dottore
Fanti, sono un modo per mostrare com’è nata la storia
d’amore tra Andrea e Giulia.
Nel presente si punta invece sul
neo triangolo amoroso delle due giovani
specializzande Martina e Lin affascinate dal loro
tutor e specializzando Riccardo
Bonvegna. Ovviamente c’è anche il caso di ricovero di un
ragazzo con ADHD ammalato di meningite
tubercolare che verrà salvato dalla specializzanda non
laureata in Medicina, la ragazza a fine episodio è sul punto di
confessare ma alla fine ci rinuncia.
Il vero colpo di scena è quello già
annunciato all’inizio, cioè Andrea che capisce, dopo aver parlato
con una sua ex amante, che la “Sua Vela” è da sempre Giulia. Dopo
un discorso in cui Andrea ammette i suoi sentimenti
bacia Giulia sulla terrazzaPoliclinico Ambrosiano.
Doc – Nelle tue mani 3 una
gioia per il team Andrea – Giulia
La puntata è stata all’insegna del
team Andrea e Giulia, ma come ormai abbiamo
imparato negli anni di certo non finirà così. Doc infatti ora
sembra aver trovato la sua pace ma ancora troppe domande e ricordi
senza risposte non sono state spiegate e non siamo neanche a metà
di questa terza stagione.
I Marvel Studios hanno pubblicato una
nuova lunga featurette per Echo,
che approfondisce il memorabile e duro scontro tra Maya Lopez (Alaqua Cox) e
Daredevil (Charlie
Cox).
Anche se alla fine si è trattato di
poco più di 90 secondi di tempo nella première dello show, è stata
una sequenza tosta che ha richiesto molto lavoro per essere portata
sullo schermo. Il coordinatore degli stunt di Echo e
direttore della seconda unità Marc Scizak ci parla
del combattimento e vediamo tonnellate di filmati dietro le quinte
di Alaqua e Charlie mentre si preparano allo scontro.
Siamo certi che apprezzerete anche
uno sguardo più ravvicinato alla tuta dell’Uomo senza Paura.
Sfortunatamente, non vanta ancora il classico logo “DD”; possiamo
solo sperare che sia imminente (era assente anche in
She-Hulk: Attorney at Law).
C’è la possibilità che ECHO
faccia un’apparizione in Daredevil:
Born Again, naturalmente, ma con tutto quello che sta
succedendo in quella serie, sembra improbabile. Tutti i cinque
episodi di ECHO
sono ora disponibili in streaming su Disney+.
Sotto la nuova etichetta di
Marvel Spotlight, la
serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il
materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta.
Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie
Disney+
potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti
noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo
può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da
“strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.
Il cast di
Echo
Creata da Marion Dayre, Echo
vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez,
Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo
Cardinal nel ruolo di Chula, Devery
Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn
McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William,
Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e
Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a
Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e
Charlie Cox nel ruolo di Matt
Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno
disponibili su Disney+a partire dal 9
gennaio.
Si è spenta questa mattina, all’età
di 90 anni l’attrice Sandra
Milo. A renderlo noto è la famiglia stessa. Recentemente
vista al cinema nel film Il più bel secolo della mia vita
e in televisione con la serie Gigolò percaso, la
Milo è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano,
conoscendo grandissima popolarità a partire dagli anni Sessanta.
Grazie alla partecipazione a film come Il generale Della
Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma,
Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½, premiato con l’Oscar, è stata tra le protagoniste
del cinema italiano di quel periodo, divenendo anche una delle muse
del regista Federico Fellini.
Oltre alla collaborazione con
Fellini, però, Milo è ricordata anche per il sodalizio con il
regista Antonio Pietrangeli, che l’ha fatta
esordire al cinema con Lo scapolo, dove l’attrice ha
recitato al fianco di AlbertoSordi. Nel corso del
tempo Milo ha poi lavorato con i più grandi Dino
Risi, Roberto Rossellini, Luigi
Zampa, Luciano Salce, Mauro
Bolognino e Sergio Corbucci. In ogni sua
interpretazione Milo si è distinta per la sua voce “da bambina”
come anche per le sue forme che le fecero guadagnare l’etichetta di
“maggiorata”, ma soprattutto per la sua capacità di apportare
delicatezza e umanità ad ogni personaggio che le veniva
assegnato.
Negli
ultimi anni ha preso parte con piccoli ruoli a film come
A casa tutti
bene, Il crimine non va in pensione,
Free – Liberi e Che bella storia la vita. Nel
tempo si è però distinta anche in televisione e a teatro,
confermandosi attrice a tutto tondo capace di spaziare tra i generi
e rinnovarsi continuamente. Nel 2021 le è stato infine conferito il
David di Donatello alla Carriera. Con la sua scomparsa, se ne va
dunque anche un’altra delle grandi icone del nostro cinema, che ci
lascia però numerose memorabili interpretazioni con cui poterla
ritrovare, riscoprire e continuare ad apprezzarla.
Chris Pratt sarà il protagonista del nuovo
film di fantascienza di Timur
Bekmambetov, Mercy. Secondo Deadline, gli
Amazon MGM Studios hanno acquisito i diritti per
Mercy, un nuovo film di fantascienza ambientato in
un mondo futuristico che vedrà Chris Pratt interpretare un detective
accusato di un crimine che dovrà poi dimostrare la propria
innocenza.
Il film è scritto da Marco van
Belle, mentre Charles Roven è il produttore. Chris Pratt e Timur
Bekmambetov hanno già lavorato insieme in
Wanted del 2008, interpretato anche da
James McAvoy,
Angelina Jolie e
Morgan Freeman.
“Amazon è il partner ideale per
raccontare questa storia cruciale sul futuro messo in discussione
dall’intelligenza artificiale e per affrontare questa conversazione
con un vasto pubblico“, ha dichiarato Bekmambetov. “Sono
felice di riunirmi a Chris Pratt in questo progetto, che dopo
l’uscita di ‘Wanted’ è diventato uno degli attori con i maggiori
incassi del nostro tempo. La collaborazione con Chuck Roven ci
aiuterà a creare un’esperienza cinematografica epica“.
Mercy sarà
distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo da Amazon
MGM Studios. “Dal momento in cui Chuck Roven ci ha portato
Mercy e abbiamo letto la sceneggiatura di Marco van Belle, abbiamo
capito che il film era destinato al grande schermo“, ha
dichiarato Jennifer Salke di Amazon MGM Studios.
“Il nostro rapporto con Chris Pratt di The Terminal List e The
Tomorrow War continua ad estendersi a tutti i film, e non vediamo
l’ora di vederlo dare vita a questa storia ricca di azione, guidato
da Chuck e dalla visione del regista Timur Bekmambetov. Non
potremmo immaginare una star e un team di registi migliori per
realizzare e consegnare quella che sarà sicuramente un’avvincente
corsa al brivido e non vediamo l’ora che il pubblico possa viverla
nelle sale“. Mercy non ha ancora una data di uscita.
La star del franchise di
“Scream” Hayden Panettiere ha parlato del
licenziamento di Melissa Barrera dalla serie di film horror,
definendo la sua controversa uscita “molto ingiusta e
sconvolgente“.
La Barrera, che ha interpretato Sam
Carpenter in “Scream”
del 2022 e in “Scream VI” del
2023, è
stata licenziata lo scorso novembre dall’imminente “Scream
7” dopo che i suoi post sui social media riguardanti
la Palestina sono stati giudicati antisemiti dalla Spyglass, la
società di produzione dietro il franchise horror di successo.
All’epoca Spyglass aveva dichiarato
a Variety: “Abbiamo tolleranza zero per l’antisemitismo o
l’incitamento all’odio in qualsiasi forma, compresi i falsi
riferimenti al genocidio, alla pulizia etnica, alla distorsione
dell’Olocausto o a qualsiasi cosa che oltrepassi palesemente il
limite del discorso d’odio“.
“Dopo che lei [ha parlato], un
sacco di altri attori e persone del settore hanno iniziato a fare
la stessa cosa, giusto?“. ha dichiarato Hayden Panettiere in una recente intervista a
Il Messaggero. “È stato quasi come se l’avesse fatto prima di
tutti gli altri“.
Hayden Panettiere, che ha ripreso il ruolo di
Kirby Reed in “Scream 4” nel sesto capitolo, ha
contattato la sua co-star Barrera quando ha appreso la notizia.
“Sai, molte persone non le
avevano chiesto come si sentisse“, ha detto Hayden Panettiere, aggiungendo che la Barrera
l’ha ringraziata per essersi informata.
Ma Hayden Panettiere non è “preoccupata” per la
Barrera, dicendo: “Melissa è una vera dura come essere umano e
come attrice… Ne è rimasta ferita, ma credo che l’abbia presa con
filosofia e sia stata molto, molto gentile“.
Dopo il licenziamento della
Barrera, è stato confermato che anche Jenna Ortega lascerà il franchise di “Scream“,
anche se le fonti affermano che l’uscita di Jenna Ortega è dovuta a un conflitto di
programmazione con la produzione della seconda stagione di
“Mercoledì“.
A dicembre, il regista Christopher Landon ha annunciato la sua
uscita da “Scream
7“, scrivendo su X/Twitter che “era un lavoro da sogno
che si è trasformato in un incubo”.
Al box office del fine settimana
appena concluso
Povere Creature! guadagna il primo posto! Il film, già
vincitore di due Golden Globe e candidato a ben 11
premi Oscar, racconta le curiose vicende di Bella Baxter, una
donna adulta con la mente di un bambino che scopre il mondo. Povere
Creature! incassa al suo primo week end nelle sale €715.373 e
sfiora i 2 milioni di euro dalla sua uscita il 25 gennaio.
Secondo classificato è
I
soliti idioti 3 – il ritorno, commedia demenziale
italiana, terzo capitolo della serie cinematografica iniziata con I
soliti idioti nel 2011. Il film incassa €554.212 a fronte di in
totale che sfiora i 2 milioni di euro dall’arrivo nelle sale il 25
gennaio.
Al terzo posto si stabilisce
Tutti tranne te, commedia romantica con Glen
Powell (Top
gun: Maverick) e
Sydney Sweeney. La pellicola raggiunge un incasso di
€442.859 nel fine settimana e supera il milione di euro dall’uscita
il 25 gennaio.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente Pare
parecchio Parigi, un film di Leonardo Pieraccioni, e
Perfect days, pellicola giapponese diretta da Wim Wenders. Pare
parecchio Parigi incassa €329.403 a fronte di un totale di 2
milioni e mezzo di euro dall’arrivo nei cinema il 18 gennaio,
mentre Perfect days incassa €211.570 nel week end e quasi 4 milioni
di euro dal suo approdo nelle sale il 4 gennaio. Al sesto posto si
stabilisce The Holdovers- lezioni di vita che incassa €158.135.
Settimo e ottavo classificato sono
Il
fantasma di Canterville, trasposizione animata del
noto racconto di Oscar Wilde, e
Dieci minuti, dramma italiano diretto da Maria Sole
Tognazzi. Il fantasma di Canterville incassa €122.839 e Dieci
minuti raggiunge un incasso di €119.766.
Ultimi due classificati al box
office del fine settimana appena concluso sono
Wonka, prequel sul noto cioccolatiere ideato da
Roald Dahl,
e
Wish, ultimo cartone targato Disney con il quale gli
studios festeggiano il loro centenario. Wonka
incassa €105.246 a fronte di un totale di 14 milioni e mezzo di
euro dall’uscita nei cinema il 14 dicembre, mentre Wish raggiunge
un guadagno di €79.208 nel week end e 9 milioni dal suo arrivo
nelle sale il 21 dicembre.
In un cambiamento che riflette la
crescente influenza – e il potenziale potere dirompente –
dell’IA a Hollywood, Netflix
ha aggiunto l’IA generativa all’elenco dei fattori di rischio nel
suo rapporto annuale depositato presso la SEC.
Nel rapporto 10-K depositato
venerdì si legge su Variety, Netflix
ha aggiunto questa nuova parte alla lunga sezione dei fattori di
rischio (che sono obbligatori secondo le regole della SEC) nella
sezione dedicata alla concorrenza video: “I nuovi sviluppi
tecnologici, tra cui lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza
artificiale generativa, sono in rapida evoluzione. Se i nostri
concorrenti ottengono un vantaggio utilizzando tali tecnologie, la
nostra capacità di competere efficacemente e i nostri risultati
operativi potrebbero subire un impatto negativo“.
Netflix
ha anche aggiunto questa formulazione: “Inoltre, l’uso o
l’adozione di tecnologie nuove ed emergenti può aumentare la nostra
esposizione a rivendicazioni di proprietà intellettuale, e la
disponibilità di copyright e di altre protezioni di proprietà
intellettuale per il materiale generato dall’IA è
incerta.”
A parte queste due sezioni, i
fattori di rischio del 10-K di Netflix
per il 2023 – per un totale di circa 10.000 parole – sono rimasti
in gran parte invariati. C’è stato un altro cambiamento degno di
nota: L’azienda ha rimosso dal rapporto del 2022 le sezioni sui
rischi posti dal COVID (che erano presenti anche nei 10-K del 2021
e del 2020), tra cui il titolo: “La pandemia di coronavirus
(COVID-19) in corso ha interrotto la nostra attività, ha aumentato
i nostri costi, ha portato a ritardi nel rilascio di contenuti e
potrebbe nuovamente avere un impatto sulla nostra attività e sui
risultati delle operazioni“.
Per essere sicuri, i cambiamenti
inseriti nell’IA generativa sono molto piccoli, nel grande schema
delle cose. E si tenga presente che questi sono tutti i potenziali
fattori di rischio che aziende come Netflix devono comunicare agli
investitori.
Ma l’uso dell’IA da parte degli
studios è diventato un tema scottante per i due sindacati
hollywoodiani che hanno scioperato nel 2023, WGA e
SAG-AFTRA, preoccupati che la tecnologia danneggi i loro
mezzi di sostentamento. L’accordo del WGA prevede dei paletti
all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo
creativo, tra cui una disposizione che conferisce al sindacato
stesso il potere di contestare l’uso del lavoro esistente degli
sceneggiatori per addestrare i programmi di intelligenza
artificiale. L’accordo SAG-AFTRA con gli studios
include alcune, ma non tutte, le richieste del sindacato in materia
di IA; ad esempio, l’accordo consente ai modelli di IA di
“allenarsi” sulle performance degli attori per creare
personaggi sintetici e gli attori potranno impedirlo solo se il
risultato finale include i tratti fisionomici riconoscibili degli
attori.
Satya Nadella, CEO
di Microsoft, si è espresso in merito agli espliciti deepfakes di
Taylor Swift generati dall’intelligenza
artificiale che sono diventati virali sui social media questa
settimana.
In un’intervista con il conduttore
di NBC News Lester Holt, interrogato sulle immagini della Swift,
Nadella ha dichiarato: “Prima di tutto, questo è assolutamente
allarmante e terribile, e quindi sì, dobbiamo agire, e francamente
tutti noi della piattaforma tecnologica, a prescindere dalla vostra
posizione su una particolare questione – penso che tutti noi
beneficiamo quando il mondo online è un mondo sicuro“.
“Credo che nessuno voglia un
mondo online che non sia assolutamente sicuro sia per i creatori di
contenuti che per i consumatori di contenuti“, ha dichiarato
Nadella nell’intervista. “Per questo motivo credo sia opportuno
che ci muoviamo rapidamente su questo fronte“.
Interrogato sulle conseguenze
dell’IA, Nadella ha sottolineato “tutte le protezioni che
dobbiamo porre intorno alla tecnologia, in modo da produrre
contenuti più sicuri. C’è molto da fare e molto si sta
facendo“. Il CEO di Microsoft ha affermato che “le forze
dell’ordine e le piattaforme tecnologiche” possono lavorare insieme
e che “penso che possiamo governare molto più di quanto… ci diamo
credito“.
Il software di
Microsoft potrebbe aver avuto un ruolo nella
creazione dei falsi di Swift. Secondo un rapporto di 404
Media, le immagini false della popstar potrebbero essere
state create da un gruppo su Telegram i cui utenti
condividono immagini pornografiche di donne generate
dall’intelligenza artificiale. Uno strumento utilizzato dai membri
del gruppo è Microsoft Designer, un generatore gratuito di immagini
basate sull’intelligenza artificiale, che utilizza soluzioni che
aggirano i suoi meccanismi di sicurezza che vietano i contenuti
sessualmente grafici, secondo il rapporto.
Quando Denis
Villeneuve deciderà di fare Dune
3, Zendaya sarà pronta a riprendere il suo
ruolo di Chani. Durante un’intervista al cast di Fandango in vista
dell’uscita nelle sale di Dune – Parte
Due, Zendaya ha dichiarato che il suo ritorno per
un potenziale “Dune
Messiah” non è un problema. Villeneuve ha già
dichiarato pubblicamente che il suo sogno è quello di realizzare un
terzo film di “Dune”
– a dicembre ha confermato che la sceneggiatura del progetto è
quasi terminata.
“Saremmo d’accordo?
Certo“, ha detto Zendaya quando le è stato chiesto di fare
un altro film di “Dune“.
“Ogni volta che Denis chiama è un sì da parte mia. Sono
entusiasta di vedere cosa succede. Ho iniziato ‘Messiah’ e mi sono
detta: ‘Woah, sto girando solo il primo film. Fammi tornare al
primo”. È così tanto da assimilare, ma non ci sono mani migliori di
quelle di Denis per la cura e l’amore per il film“.
“Sono solo eccitata di vedere…
È solo un’anticipazione“, ha aggiunto Zendaya a proposito del
futuro del franchise. “Quando sarà pronto. È un perfezionista
sotto molti aspetti e non vuole condividere le cose finché non sono
pronte. Quindi lo sto rispettando e aspetto finché non è
pronto“.
Denis Villeneuve
ha partecipato alla conferenza stampa di Dune – Parte
Due in Corea del Sud l’anno scorso e ha dichiarato che
l’imminente “Dune – Parte
Due” è un film “molto migliore” del suo originale del
2021.
“C’è qualcosa di più
vivo“, ha detto Denis Villeneuve. “C’è un
rapporto con i personaggi. Stavo cercando di raggiungere
un’intensità e una qualità di emozioni che non ho raggiunto con
‘Parte prima’ e che ho raggiunto con ‘Parte seconda’. Non dico che
il film sia perfetto, ma sono molto più soddisfatto della seconda
parte che della prima. Non vedo l’ora di condividerlo con i fan e
gli spettatori“.
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato
sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank
Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio
2024.
Durante un panel dedicato a
Oppenheimer
con
Cillian Murphy,
Emily Blunt,
Florence Pugh e Jamie Dornan come moderatore,
Florence Pugh ha rivelato che sono sorte alcune
difficoltà tecniche durante una scena di sesso tra lei e
Cillian Murphy. “Nel bel mezzo della nostra scena
di sesso, la cinepresa si è rotta. Nessuno lo sa, ma è
successo“, ha detto
Pugh. “La cinepresa si è rotta quando eravamo
entrambi nudi, e non era il momento ideale“.
Florence Pugh ha aggiunto che non c’erano molte
cineprese disponibili, una era in negozio. Hanno quindi dovuto
capire come riparare la cineprese che si era rotta.”Io e
Cillian siamo in questa stanza insieme. È un set chiuso, quindi
entrambi teniamo i nostri corpi in questo modo“, ha detto,
“avvolgendo le braccia intorno a sé. Una persona è entrata
nella stanza per cercare di riparare la telecamera”.
“Mi sono detto: “Questo è il mio momento per imparare”.
Allora dimmi, cosa c’è che non va in questa cinepresa?”, ha
ricordato di aver detto alla persona che è entrata nella stanza.
“I momenti li crei tu. E io: “Cosa sta succedendo con
l’otturatore, amico?“”.
Florence Pugh ha poi raccontato che il regista
Christopher Nolan ha spiegato che c’era un
problema con il modo in cui la luce entrava.
“È stato pazzesco che ogni persona sul set fosse così
preparata e pronta a fare questo tipo di film che non c’era un
momento di noia. È stato tutto fantastico. Ci siamo sentiti
fortunati ad essere lì ogni secondo della giornata“, ha detto
l’attrice.
Florence Pugh interpreta Jean Tatlock, che
aveva una relazione con il J. Robert Oppenheimer di
Cillian Murphy prima e durante il suo matrimonio con
la Katherine “Kitty” Oppenheimer interpretata nel film da
Emily Blunt.
Dakota Johnson ha riposto molta fiducia nel
regista SJ Clarkson durante le riprese di
Madame Web. L’attrice, che interpreta
Cassandra Webb nel prossimo thriller di supereroi
ambientato nell’universo di “Spider-Man” della
Sony, ha riflettuto sulla sua esperienza di lavoro con il blue
screen per gli effetti CGI.
“Non ho mai fatto un film in
cui sei su uno schermo blu, e ci sono esplosioni finte che
esplodono, e qualcuno dice “Esplosione!” e tu reciti come
se ci fosse un’esplosione“, ha detto Dakota Johnson in una recente intervista a
Entertainment Weekly. “Per me è stato
assolutamente psicotico. Mi sono detto: ‘Non so se andrà tutto
bene! Spero di aver fatto un buon lavoro!“”.
“Ma mi sono fidata di
[Clarkson]“, ha proseguito la Johnson, sottolineando che spesso si
confrontava con la regista per tenere traccia di quali scene
fossero reali e quali invece fossero nella testa di Cassandra.
“Lavora così duramente e non ha mai staccato gli occhi da
questo film da quando abbiamo iniziato“.
SJ Clarkson ha
contattato Dakota Johnson per il film di supereroi nel
2021, poco dopo che l’attrice aveva terminato le riprese di
“The
Lost Daughter“. Dakota Johnson ha ammesso che all’inizio era
titubante riguardo al ruolo: “Mi hanno mandato questo copione e
ho pensato: “Non so se sarò un supereroe“”.
Ma Cassandra l’ha incuriosita:
“I suoi poteri mi hanno un po’ confuso. Ho pensato: ‘Oh, mi
piacerebbe davvero vedere questo supereroe’. Mi piacerebbe vedere
una giovane donna il cui superpotere è la sua mente“.
Dakota Johnson ha anche ricordato gli stunt
che ha dovuto eseguire per “Dakota
Johnson“, in particolare una “giornata di lavoro di
guida acrobatica”. “Sono davvero brava, a quanto pare!“.
Ha detto. “Voglio dire, posso fare cose davvero folli con una
macchina. Ho guidato un’ambulanza. Ho guidato un taxi. Ho guidato
tutto quello che c’è nel film, tranne volare in aria e uscire da un
edificio. Ma a parte questo, ho detto: ‘Attento,
Tom Cruise‘”.
La trama e il cast di Madame Web
Madame
Web è la storia delle origini di una delle eroine più
enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la
protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri
di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni
del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate
a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un
presente pieno di minacce.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti
Marvel creato da
Dennis O’Neil e John Romita Jr.
Il film è diretto da S. J. Clarkson
(Orange Is the New Black, Jessica
Jones, Anatomy of a Scandal) da una
sceneggiatura di Claire Parker e S. J.
Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela
Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La rosa dei registi di The
Last of Us – seconda stagione è
cresciuta: Mark Mylod, regista di Succession,
è uno dei quattro registi rivelati oggi.
Deadline ha
riportato che Mylod, Nina Lopez-Corrado di
Perry
Mason, Stephen Williams di
Watchmen e Kate Herron di Loki
Stagione 1 si uniranno ai registi Peter Hoar e ai
co-creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann per la seconda
stagione dell’adattamento del videogioco. La Herron è stata
segnalata per la prima volta da The InSneider la scorsa settimana
come parte della formazione registica della seconda
stagione.
Il sito fa notare che non è chiaro
quali registi si occuperanno di un episodio o di più episodi, anche
se la prima stagione era composta da nove episodi che alla fine
sono stati divisi tra sette registi.
The
Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda
stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del
videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che
presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie
ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi
ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista
Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno
Kaitlyn Dever, Young Mazino e
Isabela Merced
La prima stagione ha visto la
partecipazione di Nico Parker,
Anna Torv,
Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm
Reid. La serie The
Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star
degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce,
Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno
interpretato nuovi personaggi.
La serie The
Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore
di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del
gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una
coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con
PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn
Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e
Carter Swan di PlayStation Productions.
Benny Safdie, che
ha recitato in Oppenheimer
di Christopher Nolan, è co-creatore della serie
insieme a Nathan Fielder. Nel corso del panel che
la rete via cavo ha condiviso su YouTube, Christopher Nolan ha elogiato lo show,
affermando: “È diverso da qualsiasi cosa abbia mai visto prima
in televisione“.
“Penso che la serie sia
incredibile“, ha detto.Ha affermato che
questo tipo di show può essere realizzato solo ora, durante
“l’anarchia dell’era dello streaming” e che “il tono è
la stella” della serie, paragonandola alla prima stagione di
Twin
Peaks di David Lynch.
“Congratulazioni per
l’incredibile serie che è diversa da qualsiasi altra che abbia mai
visto in televisione. Ci sono così pochi show che arrivano e che
non hanno davvero precedenti“, ha detto Nolan al termine del
panel. “Si torna indietro a cose come Twin Peaks, o Il
prigioniero, o Il detective canterino di Dennis Potter e cose del
genere, quindi ci si trova in uno spazio incredibile, e non vedo
l’ora di arrivare al culmine“. Guardate il panel completo nel
video condiviso qui sotto.
Co-creata e prodotta da Benny
Safdie e Nathan Fielder, The
Curse è una serie innovativa che esplora il modo
in cui una presunta maledizione disturba la relazione di una coppia
appena sposata che cerca di concepire un figlio, mentre lavora
insieme a un nuovo programma dedicato alla ristrutturazione di
case. La serie è interpretata da
Emma Stone (La LaLand, The Favourite), Fielder
(The Rehearsal) e Safdie (Oppenheimer). Tra le guest star figurano il
candidato all’Oscar Barkhad Abdi, il candidato all’Emmy Corbin
Bernsen e Constance Shulman.
The
Curse è una coproduzione di SHOWTIME e A24.
Fielder è anche regista. Emma Stone è produttrice esecutiva insieme
a Dave McCary e Ali Herting con la loro casa di produzione Fruit
Tree. Anche Josh Safdie è produttore esecutivo con la sua casa di
produzione Elara.
Netflix
ha annunciato ufficialmente la sua partnership multi-film con lo
studio di animazione giapponese Studio Ponoc.
Questo nuovo accordo include i diritti di streaming globale per i
prossimi film d’animazione dello studio compreso The
Imaginary.
Il prossimo film d’animazione
fantasy dello Studio Ponoc, The
Imaginary, sarà il primo ad essere distrubuito su
Netflix.
Lo streaming è previsto per la fine dell’anno, dopo l’uscita nelle
sale cinematografiche giapponesi.
“Studio Ponoc è entusiasta di
portare i suoi innovativi film d’animazione disegnati e dipinti a
mano a tutto il pubblico, e in particolare ai bambini e alle loro
famiglie, che potranno divertirsi insieme, in tutto il mondo, su
Netflix.
Il genuino impegno di Netflix nel sostenere l’animazione è vitale”, ha
dichiarato in un comunicato il fondatore di Studio Ponoc, Yoshiaki
Nishimura.
Di cosa parla The
Imaginary?
“The Imaginary ritrae le
profondità dell’umanità e della creatività attraverso gli occhi
della giovane Amanda e del suo compagno immaginario, Rudger“,
si legge nella sinossi. Le loro fantastiche avventure, che
partono dalla soffitta della giovnae, li portano a scoprire un
mondo magico di creature e luoghi mai visti prima, finché una forza
sinistra minaccia di distruggere il loro mondo immaginario e
l’amicizia al suo interno“. Il film è un’avventura
indimenticabile di amore, perdita e del potere curativo
dell’immaginazione“.
The
Imaginary è diretto da Yoshiyuki
Momose, che ha fatto parte dei team di animazione di
alcuni dei più popolari anime, tra cui Grave of the
Fireflies, Spirited Away, Whisper of the Heart e Porco
Rosso. Il cast vocale del film comprende
Kokoro Terada, Rio Suzuki, Sakura Ando, Riisa Naka,
Takayuki Yamada, Atsuko Takahata e Issey Ogata.
The
Imaginary è prodotto dall’ex produttore dello
Studio Ghibli Yoshiaki Nishimura. Il progetto
proviene dallo Studio Ponoc, lo studio d’animazione giapponese che
ha realizzato gli anime Mary e il fiore della
strega e Modest Heroes.
AMC ha diffuso il final trailer
ufficiale di The Walking Dead: The Ones Who Live, l’attesa
miniserie in arrivo che segnerà il ritorno nell’universo di
The Walking Dead di Michonne e Rick Grimes.
La serie debutterà il 25 febbraio negli USA, su
AMC+. In Italia la serie debutterà su STAR, canale per adulti di
Disney+
Tra meno di due mesi, Andrew Lincolne
Danai Gurira torneranno a condividere lo schermo
per la prima volta dall’ultimo episodio di The Walking
Dead del novembre 2022. Rick e Michonne sono finalmente
vicini al loro ritorno, ma la strada per ricongiungersi tra le
braccia l’uno dell’altra in The Walking Dead: The Ones Who Live sarà
lunga e pericolosa. Un nuovo primo trailer di AMC mostra gli
ostacoli che attendono la coppia, da un numero insondabile di
walker ai militari. Niente può impedire alla coppia di cercare di
ritagliarsi un futuro insieme nell’apocalisse, anche se non sono
ancora sicuri di chi siano diventati.
The Walking Dead: The Ones
Who Live
Basato sull’omonima serie a fumetti
di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard,
The Walking Dead: The Ones Who Live è
prodotto da Kirkman, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, David Alpert,
Joseph Incaprera, Gale Anne Hurd, Denise Huth e Angela Kang.
Attualmente la serie è
programmato per un debutto nel 2024, il dramma di Rick e Michonne
doveva inizialmente essere presentato in anteprima quest’anno
insieme ad altri due spin-off,
The Walking Dead: Dead
City e The
Walking Dead: Daryl Dixon. Entrambe le serie sono
incentrate sui principali sopravvissuti della serie
originale. La serie guidata da Jeffrey Dean Morgan e Lauren
Cohan sarà presentata in anteprima a giugno, seguita dalla premiere
dello spettacolo guidato da Norman Reedus entro la fine
dell’anno.
Sleeping Dogs è diretto da Adam Cooper, da una
sceneggiatura scritta da Cooper e Bill Collage, E.O.
Chirovici, ed è basato sul romanzo The Book of Mirrors
di Chirovici. Oltre a Russell Crowe e Karen Gillan, il film è interpretato anche da
Márton Csókás, Thomas M. Wright, Harry Greenwood e Tommy
Flanagan. Il film uscirà nelle sale americano il 22 marzo
2024. In Italia non ha ancora una data di uscita.
Di cosa parla Sleeping Dogs?
“Un ex detective della omicidi
(Russell
Crowe) con perdita di memoria è costretto a risolvere
un brutale omicidio che non ricorda“, si legge nella sinossi
ufficiale del film. “Ma mentre le prove portano alla luce
segreti legati al suo passato dimenticato, viene condotto a una
verità agghiacciante: a volte, è meglio lasciare che i cani che
dormono“.
Dopo la messa in onda del
terzo episodio HBO ha diffuso il trailer di True
Detective: Night Country 4×04, l’atteso quarto episodio
che si intitola “Part 4” di True
Detective: Night Country. La ricerca di
risposte continua nel prossimo episodio dell’originale True
Detective: Night Country della HBO.
Nella serie quando cala la notte a
Ennis, in Alaska, gli otto uomini che gestiscono la stazione di
ricerca artica Tsalal scompaiono senza lasciare traccia; per
risolvere il caso, le detective Liz Danvers ed Evangeline Navarro
dovranno affrontare l’oscurità che portano dentro di sé.
La quarta stagione di True
Detective è creata, scritta e diretta da Issa
López e vede nel cast il premio Oscar Jodie Foster, per la prima volta protagonista
sul piccolo schermo, e Kali Reis (Catch the
Fair One), a formare la coppia di investigatrici al centro
dell’indagine raccontata nei nuovi episodi. Nel cast anche
Fiona Shaw (Harry Potter),
Christopher Eccleston (Doctor Who) e John Hawkes
(candidato agli Oscar per Un Gelido Inverno).
Fra thriller, horror e
soprannaturale, True Detective: Night Country racconta una
storia avvincente e ricca di suspense che prende il via durante
l’ultimo giorno di sole dell’anno in Alaska. Atmosfere cupe e
misteriose per un nuovo e agghiacciante mistero da indagare, con
richiami al passato del franchise che faranno la gioia di tutti
quanti hanno amato la serie fin dalla prima stagione. E con al
centro due donne, due detective diversissime ma fatte della stessa
pasta, ruvide e inaccessibili, accomunate da un doloroso trascorso
e sole in un mondo di quasi soli uomini.
Quando la lunga notte polare scende
su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano all’interno della
Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia.
Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) e
Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi con il loro
lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che giacciono
sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective ritroveranno i
corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi messaggi e
rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio, sciogliendosi,
riporti in superficie gli orrori del passato. Come ama ripetere la
detective Danvers: qual è la domanda giusta da porsi?
Issa López è
showrunner, creatrice, regista ed executive producer di True Detective: Night Country. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è
anche executive producer insieme a Barry Jenkins, Adele
Romanski, Mark Ceryak di PASTEL e Alan Page
Arriaga. Per Anonymous Content executive producers
Mari Jo Winkler,
Matthew McConaughey,
Woody Harrelson, Cary Joji Fukunaga e Nic
Pizzolatto.
Aquaman e il
Regno Perduto della Warner Bros/DC ha superato i 400
milioni di dollari nel mondo dopo sei settimane di programmazione.
Dunque il film discusso della Warner Bros Discovery è riuscito a
segnare una nota positiva nell’ultimo periodo horribilis dei
prodotto DC e in generale dei Cinecomics.
Aquaman e il Regno
Perduto nel fine settimana ha ottenuto 7 milioni
di dollari da 78 mercati globali, per un volume d’affari di 294,6
milioni di dollari all’estero e un totale globale di 412,7 milioni
di dollari. La Cina è in testa con 61,7 milioni di dollari, seguita
da Messico (21,8 milioni), Francia (19,2 milioni), Germania (16,1
milioni) e Brasile (15,1 milioni).
Aquaman e il
Regno Perduto si sta rivelando uno dei film del DCEU
di maggior successo degli ultimi tempi. Il film ha recentemente
superato la soglia dei 330 milioni di dollari di incassi globali e,
secondo le stime, il sequel dovrebbe concludere la sua corsa nelle
sale a 400 milioni di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben
lontana dagli 1,15 miliardi di dollari del primo film. Ora i fan di
Aquaman si chiedono se il re di Atlantide abbia un
posto nel nuovo universo cinematografico di James Gunn.
La star Jason Momoa, che continua a collaborare con la
WB/DC nel ruolo di Lobo, sembra essere al momento
uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Se Lobo avrà un
ruolo di primo piano, è difficile prevederlo ad oggi ma è difficile
immagine l’attore in entrambi i ruoli.
Aquaman e il Regno Perduto
Aquaman e il
Regno Perduto è il film conclusivo dell’era “DCEU”
prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto
probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in
trattative per interpretare un personaggio completamente diverso
nel DCU di James
Gunn e Peter Safran, Lobo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte.
Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché
brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza
antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al
fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Dopo sette anni dall’ultimo
Cattivissimo Me, Gru, il supercattivo
preferito dal mondo intero, diventato agente della Lega
Anti-Cattivi, torna al fianco dei Minions per un’entusiasmante,
caotica e audace nuova era, con Cattivissimo
Me 4 firmato da Illumination.
Dopo il blockbuster estivo del 2022
Minions
2 – Come Gru diventa cattivissimo, che ha guadagnato quasi
1 miliardo di dollari in tutto il mondo, il franchise animato
inizia ora un nuovo capitolo: Gru (Steve
Carell) e Lucy (Kristen
Wiig) e le loro bambine – Margo (Miranda
Cosgrove), Edith (Dana Gaier) e Agnes
(Madison Polan) – accolgono un nuovo membro della
famiglia Gru, Gru Jr. che è intenzionato a tormentare suo
padre.
Gru affronta una nuova nemesi in
Maxime Le Mal (Will
Ferrell) e la sua fidanzata femme fatale Valentina
(Sofia
Vergara), e la famiglia è costretta a fuggire.
Cattivissimo
Me 4 presenta nuovi personaggi doppiati nella versione
originale da Joey King (Bullet Train),
Stephen Colbert (The Late Show with Stephen
Colbert) e Chloe Fineman (Saturday Night Live).
Pierre Coffin ritorna come voce iconica dei
Minions e Steve Coogan ritorna come
Silas Ramsbottom.
Cattivissimo
Me 4 è diretto da un co-creatore dei Minions,
Chris Renaud (Cattivissimo
Me,Pets
– Vita da animali), ed è prodotto dal fondatore e CEO di
Illumination Chris Meledandri e da Brett
Hoffman (produttore esecutivo di The Super Mario Bros.
Movie e Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo).
Il film è co-diretto da
Patrick Delage (regista dei film d’animazione
Sing 2 e
Pets – Vita da animali 2), mentre la sceneggiatura è
del creatore di White Lotus,Mike White,
e dello scrittore veterano di tutti i film di Cattivissimo Me, Ken Daurio.
Alessio Boni,
Duccio Camerini, Marco Foschi,
Lucrezia Guidone, Ana Caterina
Morariu, Flavio Parenti, Aurora
Ruffino, Martina Stella, Luigi
Diberti. Questi sono solo alcuni dei nomi chiamati a
comporre il composito cast di La lunga notte – la caduta
del Duce, nuova serie televisiva Rai in
tre puntate che andrà in onda in prima serata su Rai
1 lunedi 29, martedì 30 e mercoledì 31 gennaio 2024.
Una serie che affonda lo sguardo
nella politica degli anni ’40, in pieno conflitto, per raccontare
dinamiche decisive dei delicati processi decisionali dell’epoca.
Una serie coprodotta da Rai Fiction ed
Èliseo Entertainment – basata su soggetto e
sceneggiatura di Franco Bernini e Bernardo
Pellegrini – che presenta Giacomo
Campiotti in cabina di regia; e che sceglie dunque di
affidarsi alla pluriennale esperienza cinematografica (Bianca
come il latte, rossa come il sangue, 2013) e
televisiva (Braccialetti
rossi – 19 episodi, 2014-2016) del mestierante
italiano classe 1957.
La lunga notte – la caduta del
Duce: la trama
Si apre e si chiude in un clima di
grande tensione la prima puntata di La lunga notte – la
caduta del Duce; squarcia un varco su quel fatidico 24
luglio del 1943 – pochi istanti prima della riunione del Gran
Consiglio del Fascismo, convocato dal Duce su richiesta del
Presidente della Camera Dino Grandi – per poi riavvolgere il nastro
di circa tre settimane. Per vivere a pieno momenti e decisioni che,
all’indomani dello sbarco degli alleati in Sicilia, portarono i
fedelissimi gerarchi del regime a esautorare Mussolini dalle
funzioni di capo del governo.
All’interno di questo grande
contenitore storico, La serie intreccia poi le vite di uomini e
donne diversi, più o meno coinvolti negli intrighi e nei segreti
della politica nazionale. Dal protagonista Dino Grandi
(Alessio Boni), convinto ormai della necessità di
fermare Mussolini, alla moglie Antonietta (Ana Caterina
Morariu), consapevole dei pericoli a cui il marito rischia
di esporsi; da Benito Mussolini (Duccio Camerini),
ostinato e illuso da una fantomatica speranza di vittoria, a
Rachele e Claretta (Martina Stella),
rispettivamente moglie e amante del Duce, accomunate dalle
difficoltà che la vicinanza al dittatore comporta. Ci sono poi Edda
(Lucrezia Guidone), figlia prediletta di Benito, e
Galeazzo Ciano (Marco Foschi), suo marito; senza
dimenticare l’ambigua famiglia Savoia, divisa tra la pusillanimità
del Re Vittorio Emanuele III (Luigi Diberti) e
l’intraprendenza della nuora Maria José (Aurora
Ruffino), da sempre contraria al fascismo. In un continuo
e frenetico avvicendarsi di sotterfugi, destinati a dare forma a
uno dei più decisivi turning point della storia della Seconda
Guerra Mondiale.
La lunga notte – la caduta del
Duce: una fiction “eccessiva”
La lunga notte – la caduta
del Duce è una classica fiction Rai: ben
confezionata dal suo regista (sebbene priva di particolari
intuizioni visive) e senza alcun dubbio stimolante dal punto di
vista storico – e in questo senso valorizzabile nei termini di
testimonianza “scolastica” del periodo preso in esame. Purtroppo
però, al di là della pura e semplice validità contenutistica, la
serie di Campiotti conserva qualsivoglia
stereotipo formale derivante dal proprio marchio di riferimento;
incatenata cioè a un senso di generale caricatura – tanto
interpretativa quanto dialogica – che lungi dal favorire
l’immersione spettatoriale, tende invece ad allontanare il pubblico
dalla materia narrativa trattata, evidenziando la “finzione” del
racconto e impostando una messa in scena più teatrale che
televisivo/cinematografica – almeno per gli standard televisivi a
cui siamo stati abituati nel corso degli ultimi dieci anni.
La figura di Benito Mussolini, in
questo senso, è decisamente esemplificativa; dal momento che
Duccio Camerini, chiamato a rivestire i panni del
Duce, offre un’interpretazione particolarmente “eccessiva” del
dittatore. Una scelta che, a pochi mesi di distanza dal Napoleone
ridisegnato da Ridley Scott, non sembra però ricalcare la
volontà dissacrante dell’autore statunitense – intenzionato a
raccontare la “bassezza” del grande Generale e imperatore di
Francia – ma pare piuttosto elevarsi a manifesto di uno stile
macchiettistico sparso a macchia d’olio sull’intera produzione.
Fatta salva la prova di
Alessio Boni – un più che discreto Dino Grandi – e
di pochi altri membri del cast, La lunga notte – la caduta
del Duce appare dunque adagiata su una invadente
plasticosità artistica; tanto che, paradossalmente, i momenti più
ispirati sono quelli in cui la serie sembra lasciarsi trasportare
dalla “recita”, rincarando la dose con eclatanti motti di famiglia
quali “I Mussolini non perdono” o “I Savoia regnano
uno alla volta”. In un posticcio, ma stranamente intrigante
gioco di troni, che tuttavia, purtroppo ancorato a
inappagabili ambizioni di verosimiglianza, finisce per vagare in un
deserto di opportunità e potenzialità solo sfiorate o
immaginate.
Con la prima foto del cast riunito per Stranger Things 5, è ufficialmente iniziato
il count down per la final season. Lo show chiuderà i
battenti dopo circa otto lunghi anni, e resterà nella storia della
serialità una delle opere meglio confezionate e prodotte degli
ultimi tempi. Ora che siamo in dirittura d’arrivo, possiamo
immaginare che uno dei personaggi principali potrebbe
lasciarci, soprattutto se consideriamo che nel corso della
serie alcuni eventi hanno lasciato presagire delle morti, salvo poi
farli sempre tornare in vita nelle stagioni successive. Intanto,
con la quarta stagione abbiamo dovuto salutare Eddie, morto
tragicamente per proteggere i suoi amici nel Sottospra, Dustin in
particolare, e Max è in coma dopo essere stata vittima di Vecna. La
domanda che sorge spontanea, arrivati a questo punto, non è quindi
se qualcuno morirà, ma chi sarà a morire. Ci sono
personaggi che hanno più probabilità di altri considerando il loro
arco evolutivo e la loro forza narrativa, ma quali sono?
Scopriamoli insieme.
Robin Buckley
Fra le morti meno probabili dei personaggi
principali spicca quella di Robin, la migliore
amica di Steve interpretata da
Maya Hawke, che vediamo invaghirsi di Nancy nella
quarta stagione. Il personaggio ha fatto il suo debutto nella
terza stagione, indi per cui i fan – e il pubblico tutto – hanno
avuto meno tempo per conoscerla. Ciò significa che la sua morte,
pur essendo legate a lei specie attraverso il bel rapporto creato
con Harrington, non avrebbe un forte impatto. Inoltre Robin non ha
motivo di sacrificarsi, poiché è stata coinvolta nelle dinamiche
molto più tardi di tutti gli altri e non ha un rapporto così forte
con i protagonisti.
Nancy Wheeler
Nonostante Nancy sia stata
presente dall’inizio della serie, e il suo arco narrativo si stia
compiendo nel migliore dei modi, non rientra fra le eroine
principali di Strange Things, pur essendo
diventata narrativamente più forte. Per cui è improbabile che si
sacrifichi e, per il momento, non c’è motivo per cui Vecna possa
puntare su di lei quando tanti altri personaggi hanno ragioni più
forti per essere sue vittime. Potrebbe anche rischiare la vita per
qualcun’altro, come per esempio Mike che è il fratello, ma alla
fine per lei il lieto fine siamo certi ci sarà.
Lucas Sinclair
Una delle vittime di Vecna nella quinta
stagione di Stranger Things potrebbe invece
essere Lucas, poiché lo abbiamo lasciato
nell’elaborazione del trauma di aver quasi perso Max, il suo vero
amore. C’è però da considerare che nella quarta stagione il suo
personaggio è stato reso meno simpatico a causa delle scelte
sbagliate compiute (si è allontanato dal suo gruppo storico per
sentirsi più cool e accettato), quindi a meno che nell’ultima
stagione non ci sia un suo riscatto, la sua morte avrebbe meno
valore adesso e perciò non è molto probabile.
Max Mayfield
Nella
quarta stagione abbiamo lasciato Max in coma
dopo essere rimasta vittima di Vecna. La scena con Lucas, mentre
tenta di risvegliarla, ha scosso tutti i fan, che l’hanno poi
successivamente ritrovata in coma. Non c’è perciò alcuna sicurezza
sul fatto che resti viva, anche se al momento i Duffer hanno detto che lo
sia. Gran parte di Stranger Things 5
potrebbe però essere dedicata a riportare la sua mente nel mondo
reale e la sua sopravvivenza – oltre a essere una bella storia di
ritorno – potrebbe essere fondamentale per sconfiggere Vecna. Ciò
significa che o non dovrebbe più svegliarsi dal coma oppure se lo
facesse, ucciderla poco dopo non avrebbe alcun senso.
Joyce Byers
Nel corso di Stranger
Things si è sempre pensato alla morte di tutti – o
quasi – ma mai a quella di Joyce, interpretata
da Winona
Ryder, poiché sono state proprio le persone intorno a
lei a rischiare spesso la vita. La sua morte potrebbe sicuramente
essere scioccante e impattante nello show, ma oggettivamente non ci
sono validi motivi per ucciderla, a meno che lei non si sacrifichi
per salvare Will. Tra l’altro, non sarebbe neppure un finale
soddisfacente dato che, in questo caso, Will e Jonathan
rimarrebbero proprio senza genitori, considerato che con il padre,
come abbiamo potuto appurare sin dalla prima
stagione, non hanno un rapporto disteso.
Un altro main character di
Stranger Things che ha perso di potenza
nel corso della serie è Mike, molto meno forte
rispetto soprattutto alla prima stagione. Perciò il suo destino non
è particolarmente prevedibile, e se ci dovesse essere una sua
morte, magari per salvare la sua amata Undici, gli sceneggiatori
dovrebbero impegnarsi veramente tanto per riprendere al meglio il
personaggio e far essere la sua dipartita impattante e
significativa.
Jonathan Byers
Un’altra poco probabile morte è quella di
Jonathan. Il suo è un personaggio con l’arco
evolutivo meno importante, indi per cui la sua morte risulterebbe
anche essere superflua e non destabilizzerebbe granché. Se però si
decidesse di optare per mettere fine alla sua vita, la scelta più
saggia e funzionale nell’economia narrativa della serie sarebbe
quella di farlo sacrificare per Will. Sin dalla prima
stagione, infatti, è stato messo in risalto il legame fra i due
fratelli, con Jonathan sempre pronto e disposto a proteggere il
minore da qualsiasi evento e circostanza. Nella quarta stagione
questo rapporto si intensifica maggiormente, soprattutto quando
capta i sentimenti di Will verso Mike, seppur nello spazio del
racconto rimanga qualcosa di non troppo approfondito.
Dustin Henderson
Ci avviciniamo ora alle morti più probabili che
la quinta
stagione di Stranger Things potrebbe
consegnarci. Iniziamo proprio con Dustin, uno dei
main character più simpatici e divertenti, collegato direttamente a
un personaggio morto nella stagione precedente, ossia Eddie.
Quest’ultimo ricordiamo essersi sacrificato per salvargli la vita,
tanto che muore fra le sue braccia. Magari in Stranger Things 5 Dustin dovrà affrontarne il
trauma, ammesso che ci riesca, e probabilmente il ricordo di quanto
accaduto potrebbe perseguitarlo. Considerato che Vecna si nutre di
persone fragili e traumatizzate, il ragazzo potrebbe essere la
vittima perfetta. Max, per esempio, ha subito un attacco di Vecna a
causa del trauma della morte del fratello, quindi non è da
escludere.
Hopper
Stranger Things
All’inizio di Stranger
Things, Hopper ci viene presentato
come uno sceriffo scontroso e scorbutico, che, seppur non cattivo,
non dava di sé una bella impressione. Nel corso delle stagioni il
suo è stato uno degli archi evolutivi più interessanti, scoprendolo
anche in versione genitoriale facendo da padre a Undici. Con
l’avanzare delle puntate si è poi scoperto qual era il suo triste
passato, principalmente legato alla morte della figlia, il che ha
permesso al pubblico di empatizzare meglio con lui. Inoltre, Hopper
lo si era dato per morto già alla fine della terza stagione, salvo
poi scoprire che era stato portato in Russia come prigioniero. In
realtà ci sono alcune teorie messe in moto da diverso tempo sulla
sua morte, e chissà… magari Stranger Things 5 potrebbe segnare la sua
dipartita finale.
Undici
Uno dei personaggi più audaci, coraggiosi e
narrativamente forti è quello di Undici,
interpretato da Millie
Bobby Brown, la quale sin dalla prima
stagione è stata costretta a tenere sulle sue spalle il peso di
tutto, poiché è sempre stata sua la responsabilità di salvare gli
altri. Per quanto mantenerla in vita sia la risoluzione più bella e
felice, la sua morte potrebbe essere anche il finale definitivo
della serie, considerato che è in fondo da lei che davvero parte
tutto il problema legato al Sottosopra. Inoltre, da come si è
potuto evincere anche con l’ultima stagione, la ragazza è sempre
più stanca di dover combattere e Vecna è il villain più complesso e
difficile da annientare. Sconfiggerlo, perciò, potrebbe anche
significare farle perdere la vita.
Will Byers
dalla serie Stranger Things – Noah Schnapp
Pur essendo Undici coinvolta direttamente con il
Sottosopra e Henry Creel, che abbiamo scoperto nella quarta
stagione essere stato un suo “amico” prima che diventasse Vecna, è
stato Will a iniziare – con la sua scomparsa – la
faida con quell’oscuro mondo, riunendo tutti i personaggi per
salvarlo. La sua morte sarebbe quindi un momento di chiusura del
cerchio, e per questo risulta essere molto probabile. Inoltre
circolano alcune teorie secondo cui Will sia in qualche modo
collegato a Vecna e che sconfiggerlo possa potenzialmente
danneggiarlo. Se la storia prendesse una piega così drammatica per
cui uccidere Vecna vorrebbe dire uccidere Will, la squadra sarebbe
messa in seria difficoltà. Will perciò potrebbe decidere di
sacrificarsi nel corso di Stranger Things
5, e liberare i suoi amici da quelle maledizioni che
li perseguitano da inizio serie.
Steve Harrington
Il personaggio che ha avuto il migliore arco
narrativo, evolutivo e redentivo è sicuramente
Steve. Nella prima
stagione il pubblico aveva incontrato un ragazzo del liceo
spocchioso e arrogante, per niente all’altezza di una
innamoratissima Nancy. Nel corso di Stranger
Things gli autori sono stati capaci di riscattare
il personaggio, legandolo particolarmente a Dustin che oramai
considera un fratello minore, ma anche dandogli modo di crescere e
capire i propri errori, fino al dolce momento con Nancy nel
Sottosopra proprio nella quarta stagione. Steve è diventato davvero
una persona migliore, oltre che uno dei protagonisti a cui ci si è
più affezionati, sempre pronto a dare una mano ai suoi amici. La
sua storia sembra dunque essere completa, ecco perché risulta
essere il candidato “migliore” da far uccidere durante la quinta
stagione. Steve potrebbe sacrificarsi per dimostrare quanto è
effettivamente cambiato, e questo sarebbe molto straziante.
Introdotto nell’universo letterario
di Harry
Potter nel secondo romanzo, La Camera dei Segreti,Dobby
è l’elfo domestico della famiglia
Malfoy poi liberato dalla sua condizione di schiavitù e reso
libero che nel corso della saga interviene per aiutare il mago
protagonista e i suoi amici, fino alla sua morte che sopraggiunge
durante I Doni della Morte.
Ma c’è ancora qualcosa che non
conosciamo sul personaggio? Ecco di seguito 10 curiosità su
Dobby.
Gli occhi di Dobby hanno cambiato colore
Diversi registi si sono
alternati nel corso della saga cinematografica di Harry
Potter, e con loro sono arrivati cambiamenti di stile
e approccio alla storia. Come questi anche alcuni dettagli estetici
non si sono ripetuti: la prima apparizione di Dobby risale, come
saprete, a La Camera dei Segreti, film diretto da
Chris Columbus dove l’elfo domestico aveva gli
occhi di un verde brillante; tuttavia, con il passare degli anni,
la tonalità è passata a un blu-verde scuro.
Per i film sono stati utilizzati sempre gli stessi vestiti
Per
quanto riguarda l’abbigliamento di
Dobby,
negli adattamenti cinematografici il personaggio indossa sempre gli
stessi vestiti, mentre nei libri, lungo tutta la storyline in
cuiHermione
lavorando per liberare gli elfi domestici dalla loro servitù, ha
anche avuto diversi abiti normali che la strega gli aveva
regalato.
Nei Doni della Morte Dobby parla in prima persona
Sia Dobby
che tutti gli elfi domestici nella saga di Harry Potter hanno
sempre parlato in terza persona riferendosi a se stessi in questo
modo, ma in alcuni momenti de I Doni della Morte – Parte 1 questo non è
accaduto. Fu infatti una decisione del regista David
Yates cambiare le carte in tavola e fare in modo che
il personaggio potesse parlare in prima persona senza fornire
spiegazioni.
La sua pelle ha cambiato texture
Ai
tempi diHarry Potter e la camera dei
segreti,
Chris Columbus
introdusse
Dobby
al pubblico con due grandi occhi verde brillante, molte rughe, uno
straccio come vestito e piedi scalzi. Tuttavia nel corso del
franchise la sua texture rugosa è cambiata, fino ad arrivare
aiDoni della Morte – Parte 1
dove Dobby aveva addirittura una pelle liscia.
Può disarmare maghi e streghe
Un
strumento magico molto potente su cui può fare affidamento
Dobby
è la capacità di disarmare un mago o una strega, conosciuto nel
mondo magico come l’incantesimo
Expelliarmus.
Vengono infatti utilizzati dall’elfo nella battaglia all’inizio
di Harry
Potter e i Doni della Morte,
per cercare di salvare Harry dai Mangiamorte.
Dobby è più potente di alcuni maghi
Ci sono due cose che
rendono gli elfi domestici più potenti della maggior parte di maghi
e streghe: mentre quest’ultimi lavorano entro i confini delle
regole della magia, le creature come Dobby non
hanno nessun limite o problema ad usare la magia oscura. Dobby ha
sfondato l’ingresso del Binario 9 e 3/4, costretto un bolide a
inseguire Harry per ferirlo,
entrambi esempi di pratiche oscure. In più, gli elfi
domestici non hanno bisogno di bacchette per lanciare
incantesimi.
È nato lo stesso giorno della sorella di J.K.Rowling
La
morte di
Dobby
ha sconvolto tutti i fan della saga e soltanto anni dopoJ.K.
Rowling
si è scusata per aver scelto di finirla così; tuttavia la
scrittrice voleva omaggiare con il personaggio – la cui età resta
sconosciuta – il compleanno di sua sorella Dianne, che per
coincidenza, è nato lo stesso giorno.
La prima e l’ultima cosa detta a Harry Potter
Dobby ha
vissuto tutti gli anni della sua vita come un elfo domestico
fedele, prima per la famiglia Malfoy, poi prima per i suoi amici, e
l’unica persona al mondo a cui riusciva a essere ancora più fedele
era Harry.
La sua storia è ancora più triste se pensiamo che la prima volta
che Dobby è apparso nella saga, le sue prime
parole sono state “Harry
Potter“. e così quando stava per morire, le uniche due
parole pronunciate sono state “Harry
Potter“.
Le ispirazioni per naso e orecchie
Dobby e altri elfi
domestici hanno degli aspetti fisici che li contraddistinguono:
orecchie molto grandi simili a pipistrelli e enormi occhi
sporgenti, delle dimensioni delle palle da tennis, un’altezza
limitata, braccia e gambe sottili e una testa più grande rispetto
al corpo. Il naso invece è stato paragonato alla forma di una
matita.
Può far levitare gli oggetti
Quando Dobby
apparve per la prima volta in Harry Potter e la Camera dei Segreti, tutte le
sue azioni lo fecero sembrare quasi un nemico del protagonista. In
realtà saprete che stava facendo di tutto per impedirgli di andare
a Hogwarts quell’anno e salvarlo da un destino già segnato. Per
farlo si appella anche al potere magico di far levitare gli oggetti
durante la festa dei Dursley.
L’affascinante binario 9
¾ di Harry Potter nascosto all’interno della
stazione di King’s Cross di Londra è chiamato così a causa della
sua posizione segreta tra i binari 9 e 10. L’unico accesso alla
location è attraversando una barriera apparentemente solida, che di
solito non causa alcun problema poiché la stazione è
incredibilmente affollata tutto l’anno. In altre parole: i babbani
vedono solo ciò che vogliono vedere e per coloro che
accidentalmente intravedono, ci sono misure in atto per prevenire
l’esposizione del mondo magico…
binario 9 ¾ è impegnato solo per sei giorni
ogni anno scolastico
Dato che l’unica funzione del binario è
quella di traghettare gli studenti da Hogwarts a Londra e da Londra a Hogwarts, ha senso che rimanga chiuso per la
maggior parte del tempo.
C’è un viaggio per ciascuno degli
studenti in base all’inizio e alla conclusione di ogni trimestre, e
due viaggi ciascuno per le stagioni principali, le vacanze di
Natale e di Pasqua. Tuttavia, quando è attivo, il binario è
incredibilmente affollato, con vari panorami, suoni e odori che
riempiono l’aria (per lo più coinvolgendo un genitore che urla o
piange per aver perso il suo bambino).
È stato utilizzato dalla metà del XIX secolo
Il binario 9
¾ è stato fondato a metà del XIX secolo. Dopo che il
governo magico aveva allestito i binari del treno e costruito lo
stesso Hogwarts Express, il passo successivo fu
quello di creare una piattaforma ferroviaria a Hogsmeade.
Questo luogo non aveva bisogno di
essere nascosto, poiché il villaggio era (e lo è ancora) composto
soltanto di streghe e maghi. Tuttavia, durante la costruzione della
stazione opposta a Londra, il Ministero ha dovuto escogitare uno
schema molto più intelligente in modo da preservare lo Statuto
Internazionale di Segretezza della Magia.
Binario 9 ¾ è stato istituito da un Ministro della Magia
È interessante notare che il Ministro
Ottaline Gambol (1827-1835) fu il primo a dichiarare la possibilità
di utilizzare la tecnologia ferroviaria Babbana, con conseguente
creazione dell’Hogwarts Express.
Tuttavia, il Ministero non sapeva
come creare un punto di raccolta e di consegna plausibile nel mezzo
di una delle città più affollate del mondo, senza che tutti se ne
rendessero immediatamente conto. Il trucco della creazione di un
“binario segreto” fu ideato da Evangeline Orpington, Ministro della
Magia dal 1849 al 1855.
Il Ministero è a disposizione per gestire eventuali errori
Anche con un piano
incredibilmente scaltro, le folle che popolano il binario 9
¾ tendono a commettere piccoli errori, impercettibili a
loro stessi, ma che potenzialmente rappresentano una seria minaccia
di essere scoperti.
Ad esempio, rivelando
accidentalmente libri di testo o materiali magici, facendo troppo
rumore mentre si attraversa la barriera del binario e così via.
Pertanto, il governo nomina alcuni dipendenti nei sei giorni
nominati in precedenza per fornire all’ultimo minuto qualche
correzione della memoria, se necessario.
La barriera non è immune alla
magia degli elfi
L’ingresso al binario speciale avviene
tramite una barriera posta tra le piattaforme 9 e 10, attraverso la
quale i viaggiatori possono passare per arrivare dalla stazione di
King’s Cross all’Hogwarts Express.
In quanto tale, questo spazio è stato
intriso di una vasta gamma di incantesimi complessi che gli
impediscono di essere facilmente scoperto o danneggiato in
qualsiasi modo. Tuttavia, questa regola chiaramente non si applica
agli elfi domestici, come evidenziato dal fatto che
Dobby riesce senza sforzo a impedire a Harry
Potter di arrivare al treno in tempo.
Come sono arrivati prima gli studenti a Hogwarts?
Quando i Babbani e gli
esseri magici vivevano in armonia (un’armonia provvisoria,
ovviamente), gli alunni andavano ad Hogwarts con i mezzi che
volevano. Questi includevano scope, veicoli merci, bestie magiche e
così via, ma questi mezzi di trasporto non erano privi di risultati
problematici, inclusi incidenti in gran parte evitabili.
Successivamente, le passaporta
furono sviluppate per questo processo e persino la Polvere Volante
era occasionalmente impiegata dall’amministrazione. Non c’era
coerenza, tuttavia, almeno non fino allo standard che esiste nella
presente linea temporale.
Il binario ha una guardia della stazione apposita
Oltre al numero di
servitori del Ministero della Magia, c’è anche un ufficiale
dedicato al binario 9 ¾. Non si sa nulla di
lui, tranne che è sempre presente e garantisce che le persone che
accedono al luogo lo facciano con le dovute precauzioni.
Il suo lavoro è ancora più
importante quando si tratta di studenti che escono dalla barriera,
che è presumibilmente un atto molto più evidente rispetto a svanire
semplicemente nel nulla…
Sentimento anti-Babbano
Il Ministero sotto la guida
di Gambol ha portato avanti il suo piano per fornire il sistema
di trasporto più sicuro e conveniente per gli studenti di
Hogwarts, anche se alcuni “Purosangue” hanno
sollevato una seria denuncia contro di esso.
Sostenevano che il fatto delle sue
origini Babbane stesse offendendo la loro eredità, definendo
l’intero sistema “insicuro, antigenico e umiliante”. Per fortuna,
il governo non si è piegato ai loro desideri, imponendo invece che
solo gli alunni che avevano viaggiato sull’Hogwarts Express fossero
autorizzati a entrare nella scuola.
Una versione “reale” alla stazione di King’s Cross
A causa della popolarità
della serie di Harry
Potter, orde di fan hanno visitato la stazione di
King’s Cross a Londra da tutte le parti del mondo, per il solo
motivo di scattare fotografie vicino all’area in cui avrebbe dovuto
essere il binario 9 ¾.
Il numero aumentò al punto che le
autorità costruirono un piccolo carrello parzialmente incastrato in
una barriera, come se fosse stato già mezzo trasportato nel mondo
magico.
Perché ¾?
Poiché il binario 9
¾ si trova all’interno della gamma dei binari nove e
dieci, questo è il nome che è stato scelto per esso. Non c’è una
ragione specifica per spiegare perché questa particolare frazione
sia stata coinvolta, specialmente quando la barriera è direttamente
tra nove e dieci.
Avrebbe potuto essere altrettanto
facilmente Piattaforma 9 e ½, o Binario nove e due terzi. Lasciamo
la scelta all’immaginazione dell’autrice e accettiamo che sia
semplicemente così…