Laggiù qualcuno mi ama, il docu-film
di Mario Martone omaggio a Massimo
Troisi, verrà presentato al 73º Festival Internazionale
del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special.
Laggiù qualcuno mi ama è il
viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi.
Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce
Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come
grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica
dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in
cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col
montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con
persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato
e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo
Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno
studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due
tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino,
Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano
che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare
per indagare i processi creativi da cui essi scaturivano, e
che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi
materiali inediti.
una produzione INDIANA PRODUCTION, VISION DISTRIBUTION
e MEDUSA FILM
in collaborazione con SKY
montaggio JACOPO QUADRI
fotografia PAOLO CARNERA
soggetto e sceneggiatura ANNA PAVIGNANO MARIO MARTONE
musiche PINO DANIELE, ANTONIO SINAGRA e
LUIS BACALOV
vendite internazionali a cura di VISION
DISTRIBUTION
una distribuzione MEDUSA FILM / VISION DISTRIBUTION
In passato, nulla sembrava più
lontano dalla realtà come film e/o serie tv dei generi distopici o
post apocalittici. Eppure con la pandemia da
Coronavirus ancora in corso, quelle storie sembrano uscire
quasi fuori dallo schermo. Oggi vi parliamo proprio di una delle
serie tv appartenenti a questo genere televisivo e cinematografico,
The Last Ship.
Creata da Hank
Steinberg e Steven Kane e co-prodotta dal
famoso regista Michael
Bay (The Rock,
Transformers, Bad Boys) per la
TNT, la serie è tratta dall’omonimo romanzo del
1988 di William Brinkley. Ambientata in un futuro
prossimo non ben specificato, The Last Ship
racconta della missione di salvataggio dell’umanità da parte di un
gruppo di soldati della marina statunitense.
The Last Ship cast e trama
In missione segreta nel mare
artico, la nave militare USS Nathan James, sotto
il controllo del Comandante Tom Chandler (Eric
Dane), è costretta ad andare in silenzio radio per un
periodo di quattro mesi. Il compito dell’equipaggio è di estrema
importanza per la marina statunitense e le misure di sicurezza
adottate dovrebbero impedire infiltrazioni nei loro sistemi. Ci
sono infatti molti nemici dell’America che potrebbero voler
sabotare la loro missione.
Una volta terminati i rilevamenti e
la raccolta dei campioni per la missione, la nave torna in
‘superficie’ e ristabilisce le comunicazioni. Ma con grande
sorpresa dell’intero equipaggio, una volta riaperto il segnale
radio, non c’è nessuna risposta dalla parte opposta. Mentre tutti
cercano di capire cosa sia successo e se ci siano interferenze o
guasti nelle comunicazioni, la nave viene attaccata. I misteriosi
nemici vogliono a tutti i costi impadronirsi dei campioni raccolti
dai marinai nei mesi d’isolamento e nessuno sembra capirne il
motivo.
Respinti a fatica gli invasori, la
USS Nathan James, ancora isolata dalle comunicazioni, decidi di
sbarcare sulla terraferma. Ma quello che i marinai trovano al loro
ritorno è a dir poco terrificante. Durante il loro mesi di
isolamento, un misterioso e letale virus ha attaccato l’intero
pianeta spazzando via ben cinque miliardi di persone. L’ottanta per
certo della popolazione mondiale è stata uccisa da una pandemia e
adesso la terra è piombata nel caos più totale.
The Last Ship 2: i ribelli contro
il vaccino
Tutte le gerarchie del potere sono
crollate, tra i pochi sopravvissuti vige l’anarchia più totale e
adesso l’unica speranza per il mondo è proprio la USS Nathan James.
L’intero equipaggio dunque ritorna a bordo e comincia la sua ultima
e più importante missione. Il Comandante Chandler, con l’aiuto di
Mark Slattery (Adam Baldwin), ex detective della
omicidi e suo secondo in comando, e dei virologi Rachel Scott
(Rhona Mitra) e Quincy Tophet (Sam
Spruell), dovrà cercare di scoprire l’origine e le cause
di questa pandemia. Se il suo equipaggio riuscirà nella missione,
la totale estinzione della razza umana sarà scongiurata.
Durante la loro sosta per
rifornimento a Guantanamo bay, Chandler, Slattery, Scott e Tophet
cominciano a indagare. Mentre i due marinai raccolgono informazioni
e prove su quell’orribile pandemia, i virologi analizzano i dati
raccolti dai pochi scienziati ancora in vita. Una volta scoperta
l’origine del virus, toccherà a loro creare un vaccino a difesa dei
sopravvissuti. Dopo aver raccolto quindi tutto il necessario per la
missione e gli esperimenti, l’intero equipaggio torna sulla Nathan
James.
A bordo il lavoro dei medici
continua senza sosta ma per i marinai continuano i problemi e gli
attacchi dall’esterno. Ben presto il comandante Chandler capisce
che, nonostante gli sforzi del suo intero equipaggio, c’è qualcuno
di molto potente che trama nell’ombra. Con un vaccino finalmente
valido a disposizione, Chandler e i suoi sbarcano per poter
cominciare la produzione e curare i pazienti infetti e i pochi
sopravvissuti ancora sani.
Tuttavia ci sono diverse fazioni di
ribelli che tentano di impedire la produzione del vaccino. Alcuni
vorrebbero la cura tutta per sé, per poter creare così una nuova
umanità di eletti e privilegiati; altri fanatici invece vorrebbero
soltanto distruggerla per impedire la cura degli infetti. A
Chandler il difficile compito di respingere i ribelli.
The Last Ship 5: il capitolo
finale
Nel 2018, dopo quattro
entusiasmanti stagioni, va in onda il capitolo finale di
The Last Ship. In questa quinta e ultima stagione,
la pandemia è ormai un ricordo lontano e l’azione e l’attenzione di
sposta tutta sulla politica internazionale.
[SPOILER
ALERT]
Quella piccola porzione di umanità
che è scampata al virus mortale, grazie anche al vaccino della
dottoressa Scott, sta cominciando pian piano a tornare alla
normalità. Con la sconfitta dei ribelli e la diffusione della cura,
il mondo è ormai uscito dalla crisi pandemica e anche l’equipaggio
della USS Nathan James è finalmente tornato a vivere.
Alla fine della sua estenuante
missione di salvataggio del mondo intero, Tom Chandler (Eric
Dane) si è ritirato e anche i membri della sua squadra
hanno tutti preso strade diverse. La maggior parte di loro è
rimasta in marina e, facendosi largo tra le fila, è riuscita a far
carriera. In particolare, Shasha Cooper (Bridget
Regan), il tenente Danny Green (Travis Van
Winkle), il sergente Azima Kandie (Jodie Turner
Smith) e il Sottufficiale capo anziano Wolf Taylor
(Bren
Foster), sono stati assegnati a Panama.
Tutti cercano quindi di andare
avanti e di riconquistare la normalità perduta ma nel mondo i
disordini politici continuano a imperversare. Gli equilibri tra i
paesi sono crollati a causa della pandemia e adesso ogni mossa
azzardata potrebbe avere conseguenze pericolose. A dare il via alle
‘danze’ è proprio la squadra in missione segreta a Panama.
Durante il loro soggiorno, i membri
della marina statunitense vengono accusati di aver attentato alla
vita del presidente. Queste accuse, seppure infondate, si rivelano
assai pericolose per gli Stati Uniti e per il mondo intero. Sarà
ancora una volta compito della USS Nathan James e del comandante
Chandler risolvere la situazione per evitare l’invasione
dell’America Latina e quindi una nuova guerra mondiale.
The Last Ship 6: una cancellazione
attesa
Dopo la messa in onda della quinta
stagione, tutta la produzione di The Last Ship
inaspettatamente si ferma, gettando il panico tra i fan. Per mesi
autori e produttori si sono chiusi in un religioso silenzio stampa,
lasciando il pubblico in uno strano limbo.
Nei mesi di hiatus,
durante i quali circolavano varie notizie sulla cancellazione della
serie, il network della TNT ha sempre cercato di prendere tempo. Ma
nonostante i suoi sforzi, è la notizia relativa ai problemi di
salute del protagonista a dare il colpo di grazia alla serie e a
distruggere le speranze dei suoi fan. Eric Dane
dichiara infatti di aver iniziato a soffrire di
depressione e che le cure lo terranno lontano
dalla scena per un bel po’ di tempo.
Senza ancora nessun annuncio
ufficiale, i ritardi sull’inizio delle riprese cominciano far
dubitare gli spettatori sull’uscita di un’eventuale sesta stagione
Soltanto a maggio del 2018 arriva la notizia ufficiale della
cancellazione di The Last Ship. A confermare i dubbi del pubblico è
Variety che comunica la
fine della serie con la quinta stagione. Ad avvalorare
ulteriormente l’ufficialità della notizia inoltre arriva anche la
conferma della presenza di Jocko Sims – che interpreta il tenente
Carlton Burk – nel cast del nuovo medical dramaNew
Amsterdam. [Fonte:
Variety]
The Last Ship in streaming: dove
vederla
Tutte le stagioni di The
Last Ship sono disponibili in streaming sulla piattaforma
di Infinity
Tv o in abbonamento su Sky
Tv.
A volte gli underdogs si
prendono le loro belle rivincite. Ne sa qualcosa la serie tv
Desperate Housewives che, dopo essere stata
rifiutata da tantissimi network televisivi, ha raggiunto un
successo strabiliante. Ideata da Marc Cherry per
la ABC, Desperate Housewives – I segreti
di Wisteria Lane, in onda dal 2004 al 2012, ha fatto
strage di pubblico negli anni, diventando affresco impietoso della
società americana. Ambientata a Wisteria Lane, un quartiere
residenziale fittizio, la serie rappresenta nel peggiore dei modi
la ricca borghesia americana, abituata a una vita di apparenze nei
sobborghi delle grandi città.
Le famiglie protagoniste delle
vicende di Wisteria Lane sembrano intrappolate nei malati schemi
del cosiddetto “american way of life”. Questa
espressione, nata nel secondo dopoguerra, definisce lo “stile di
vita americano”, identificandolo con quello delle tipiche famiglie
degli anni cinquanta. In quell’epoca, infatti, l’immagine della
famiglia doveva rispecchiare gli ideali americani di nazionalismo e
patriarcato. Quel sistema familiare simil
Pleasantville tanto osannato dagli americani e
contestato dal resto del mondo, pur essendo stato criticato negli
anni, conserva ancora oggi un certo fascino. Nonostante infatti
l’evoluzione della società americana e della figura femminile, non
più prigioniera dietro ai fornelli, il modello familiare
statunitense degli anni cinquanta sembra non essersi del tutto
estinto.
Sono ancora molti i nuclei
familiari abituati a uno stile di vita decisamente anacronistico ed
è proprio a queste famiglie che la serie fa riferimento.
Desperate Housewives, con i suoi toni esasperati e
il suo stile quasi da soap opera, si diverte a ridicolizzare le
famiglie tipo del cosiddetto “sogno americano”.
Attraverso le storie delle sue protagoniste, la serie abbatte quel
muro di finzione che protegge la tronfia società americana.
Desperate Housewives: dove vederlo in streaming
Tutte le stagioni di
Desperate Housewives in streaming sulla
piattaforma sono disponibili su Disney+.
A Wisteria Lane tutto fila liscio
come l’olio; le famiglie vivono felici, i ragazzi giocano nei
prati, le mamme fanno torte deliziose, i fiori sbocciano e tutti si
fanno i fatti di tutti. Tuttavia, ad un certo punto, un tragico
evento sconvolge la tranquillità dell’intero quartiere.
Inaspettatamente, una delle super mamme di Wisteria Lane, Mary
Alice Young (Brenda Strong), si suicida lasciando
dietro di sé dolore, sgomento e tante domande.
Mentre tutti credono si tratti del
semplice gesto disperato di una persona vittima del suo stesso
stato depressivo, c’è chi è convinto si tratti di ben altro dietro.
Bree (Marcia
Cross), Lynette (Felicity
Huffman), Susan (Teri Hatcher) e
Gabrielle (Eva
Longoria), amiche e vicine di casa di Mary Alice,
pensavo infatti che la sua morte sia in qualche modo stata
architettata dal marito Paul Young (Mark Moses) e
da suo figlio Zach (Cody Kasch). Le donne quindi
cominciano goffamente a indagare, scoprendo pian piano i segreti
della vita di Mary Alice e dell’intera Wisteria Lane.
A complicare ulteriormente la
missione delle quattro donne, c’è la loro quotidianità. Ognuna di
esse infatti ha una lunga serie di problemi da dover risolvere. C’è
Bree che fa di tutto per salvare il suo disastroso matrimonio con
Rex, tentando comunque di mantenere le apparenze. All’opposto
invece troviamo Gabrielle, bellissima ed estrosa moglie di Carlos
(Ricardo Antonio Chavira), un ricco uomo d’affari,
impegnata in una relazione extraconiugale con il suo giovane
giardiniere.
Lynette invece, sempre alle prese
con i suoi terribili e irrequieti figli, deve affrontare il
licenziamento del marito e trovare una nuova fonte di reddito. In
ultimo abbiamo Susan, unica madre single, attratta dal suo nuovo
vicino di casa, Mike Delfino (James Denton), sexy
e dal passato oscuro.
Desperate Housewives, i
personaggi: le quattro protagoniste
Un po’ come tutte le serie tv più
longeve, anche Desperate Housewives ha subito
diversi avvicendamenti di cast. Nelle corso del tempo e delle varie
stagioni, alcuni dei personaggi secondari sono scomparsi, facendo
posto a nuovi attori e nuove storie. Tuttavia le protagoniste sono
rimaste sempre le stesse. Come in Sex And The City, queste quattro
donne, tutte molto diverse tra loro, sono le colonne portanti della
serie che altrimenti, non potrebbe reggersi in piedi. Ma vediamo
nel dettaglio chi sono le nostre protagoniste.
Partiamo con Lynette
Scavo, interpretata da Felicity Huffman,
ex donna di carriera che, abbandonato il suo lavoro, adesso fa la
vita della casalinga, occupandosi di suo marito Tom e dei loro
quattro figlio Porter, Preston, Parker e Penny. Nonostante Lynette
ami fare la mamma e prendersi cura della sua famiglia, molto spesso
sembra essere sopraffatta dalla routine e dalle responsabilità.
Quando nella prima stagione suo
marito perde il lavoro, Lynette deve quindi rimboccarsi le maniche.
Non riuscendo a trovare un nuovo impiego, Tom cede lo scettro del
comando alla moglie che torna a lavorare mentre il marito sta a
casa con i figli. Questo scambio di ruoli, ritenuto geniale
all’inizio, causerà non pochi problemi alla coppia.
Meno materna ma non per questo meno
complessa è invece Gabrielle Solis (Eva
Longoria), moglie ‘trofeo’ di un ricco uomo d’affari
senza un solo problema al mondo. Vivendo in maniera agiata e senza
figli dei quali preoccuparsi, la signora Solis passa le sue
giornate a fare shopping e a curare il suo aspetto fisico. Con un
passato da modella, Gabrielle è la donna più bella del quartiere,
invidiata dalle donne e ammirata dagli uomini. Tanto ammirata da
cominciare una relazione segreta con il suo giardinere
diciassettenne.
L’unica madre single di Wisteria
Lane è Susan Delfino (Teri
Hatcher), divorziata ormai da anni ma senza un compagno al
suo fianco. Nonostante sia una brillante illustratrice e madre in
gamba della quattordicenne Julie, Susan è estremamente insicura del
suo aspetto e delle sue capacità. Nella prima stagione della serie,
si prende una bella sbandata per il suo vicino Mike Delfino con il
quale, dopo un’infinita serie di peripezie, convolerà a nozze
(terza stagione).
Nel corso delle stagioni il suo
personaggio dovrà affrontare numerose sfide che la porteranno
nuovamente a confrontarsi con i problemi della vita da single e a
un improvviso ma necessario trasferimento.
Ultima non di certo per importanza
è Bree Van de Kamp, interpretata da Marcia
Cross, che potremmo definire come la perfetta casalinga
anni cinquanta. Affetta da DOC (disturbo ossessivo compulsivo),
Bree è ossessionata dalla pulizia e dall’ordine; tutto in casa così
come nella sua vita, deve essere perfetto. Il concetto stesso di
perfezione regola la sua esistenza e quando qualcosa non va secondo
i suoi piani, Bree comincia a dare di matto.
Moglie di Rex e madre del
diciassettenne Andrew e della quindicenne Danielle, Bree
dall’esterno sembra la madre perfetta di una famiglia perfetta. Ma
a porte chiuse tutto è assai differente. I figli non riescono a
tollerare le sue stranezze e anche il marito sembra non poterne più
del suo carattere così rigido. Ma nel corso delle stagioni anche
Bree finirà per perdere le staffe, distruggendo la sua bella
facciata e travolgendo Wisteria Lane con un’onda anomala di rabbia
repressa, rimasta imbottigliata per anni.
Desperate Housewives 8: trama e
spoiler
La serie Desperate
Housewives, cominciata nel 2004, è andata in onda fino al
2012 per ben 8 stagioni e 180
episodi complessivi. Nel corso degli anni le storie delle
protagoniste si sono evolute e complicate trasformando la serie in
una vera e proprio baraonda narrativa.
[SPOILER
ALERT]
https://youtu.be/GVBCqGtkvvA
Nell’ottava stagione le nostre
amiche sono alle preso con un nuovo delitto. Le quattro donne
aiutano Carlos a occultare il cadavere del patrigno di Gabrielle,
decidendo di seppellirlo nel bosco. Una volta terminata la
sepoltura, le donne promettono di mantenere per sempre il
segreto.
Bree, Susan, Lynette e Gabrielle
tornando quindi alle loro noiose vite ma nessuna di loro sembra
riuscire a dimenticare l’accaduto. Le quattro donne fanno di tutto
per tenersi occupate, per non pensare a quel terribile segreto che
le accomuna, ma senza riuscirci. La prima a creare problemi è Susan
che, dopo essersi iscritta a un corso di pittura, finisce col
dipingere una tela che raffigura la scena della sepoltura. La morte
del patrigno di Gabrielle diventa un’ossessione e Susan decide di
andare a parlare con i parenti del defunto, in cerca di conforto.
Ma invece di trovare la pace che cercava, Susan scopre nuovi
inquietanti dettagli sull’uomo e sul suo passato.
Un po’ come Susan, anche Carlos
comincia a crollare sotto il peso dei sensi di colpa. L’uomo
comincia dunque a darsi all’alcol per dimenticare e finisce in
riabilitazione. In sua assenza è la moglie Gabrielle a doversi
occupare dei suoi affari e, non avendo mai lavorato prima, il
compito si rivela ben più arduo del previsto. Nonostante tutto
Gabrielle sopravvive egregiamente alla prova e, al ritorno di
Carlos, decide di continuare a lavorare come personal shopper.
Dopo la sua separazione da Tom,
adesso Lynette deve affrontare un imminente divorzio e far pace con
i suoi sentimenti. Tom è infatti pressato dalla sua nuova compagna
ad affrettare i documenti del divorzio, atteggiamento che
indispettisce Lynette, decisa invece a riconquistare il marito.
A creare problemi all’intero gruppo
è invece Bree, coinvolta in una relazione con il detective Chuck
Vance (Jonathan Cake) al quale è stato assegnato
il caso del patrigno scomparso di Gabrielle. Per levarsi da ogni
impiccio Bree lascia bruscamente Chuck che, arrivato alla soluzione
del caso, le promette vendetta. Proprio quando il detective sembra
vicino a smascherare Bree e le sue compagne, viene misteriosamente
investito da una macchina morendo sul colpo.
Questo tragico ma fortunato evento
salva le quattro amiche (più Carlos) dalla galera. Ma il destino
non ha ancora finito con la povera Bree. Subito dopo la morte di
Chuck, la donna comincia a ricevere lettere minatore e, disperata e
spaventata, cade di nuovo vittima dell’alcolismo. Isolatasi
completamente delle sue amiche, Bree comincia a frequentare bar
malfamati, abbordando uomini sconosciuti e tentando quasi il
suicidio.
A salvare e rimettere in sesto Bree
ci pensa Orson, un uomo conosciuto in un bar, che si prenderà cura
di lei. Tra i due comincia quindi una strana relazione che termina
bruscamente quando Bree scopre un terribile segreto. E’ stato
infatti Orson a uccidere Chuck, a ricattarla con le lettere e a
prestarle soccorso in modo che si fidasse di lui e lo facesse
entrare nella sua vita.
Bree, a causa di Orson, viene
quindi accusata dell’omicidio del patrigno di Gabrielle. Tuttavia,
a salvarla ci pensa Karen (Kathryn
Joosten) che, con un tumore ormai in fase terminale,
si accolla la responsabilità del delitto. Il caso quindi si chiude
così, lasciando libere le quattro donne e purtroppo con la morte di
Karen.
Desperate Housewives, il finale
della serie
Con l’archiviazione del caso,
finalmente tutto torna alla normalità ma l’amicizia tra Bree,
Lynette, Susan e Gabrielle ne esce compromessa e le quattro donne
prendono strade diverse.
Lynette e Tom,
nonostante l’intromissione della nuova compagna di lui, capiscono
di essere ancora innamorati l’uno dell’altra. La coppia ripensa
quindi al divorzio e torna a vivere sotto lo stesso tetto. Dopo
qualche tempo, a Lynette viene fatta un’importante offerta di
lavoro a New York che accetta con grande entusiasmo. L’intera
famiglia si trasferisce quindi nella Grande Mela in un bellissimo
attico su Central Park.
Anche per Gabrielle e
Carlos è tempo di cambiare aria. Dopo aver aperto uno
studio di moda, Gabrielle di trasferisce col marito in California
lasciandosi Wisteria Lane alle spalle. Bree,
invece, dal canto suo, decide di sposare il suo avvocato e cambia
quartiere. Grazie al suo nuovo ambiente, l’ex casalinga disperata
con manie ossessivo compulsive, fa il salto di qualità e si butta
in politica diventando presidentessa del partito repubblicano.
A Susan spetta
invece il finale più complicato. All’inizio dell’ottava stagione,
sua figlia Julie scopre di essere incinta e decide di dare in
affidamento la sua bambina. Nove mesi più tardi la piccola nasce e
sembra che le parole di Susan abbiano fatto breccia nel cuore di
sua figlia. Julie ripensa quindi all’affidamento e decide di
prendersi cura della figlia con l’aiuto di sua madre. Susan decide
allora di abbandonare Wisteria Lane e tutti i fantasmi del suo
passato e si trasferisce altrove insieme a sua figlia e alla sua
nipotina.
Desperate Housewives 9 si farà?
La serie finisce così, con le
quattro protagoniste che prendono strade diverse e cominciano un
nuovo capitolo lontano dai drammi di Wisteria Lane. Nonostante
quindi il grande successo, la serie si conclude e anche i rumors su
di un’ipotetica Desperate Housewives 9 vengono
definitivamente archiviati.
Insieme ai medical drama e ai crime, le
serie tv procedural sono senza dubbio le più amate dal
pubblico. Prodotti televisivi americano come Law &
Order, Grey’s
Anatomy, in onda ormai da decenni, non passano mai di
moda. Tra le serie tv americane a tema giudiziario più apprezzate
dagli spettatori, c’è sicuramente The Good
Wife.
Ideata da Robert
King e Michelle King per la
CBS,The Good Wife è un dramma
giudiziario a puntante che conta al suo attivo ben 7
stagioni e 156 episodi. Trasmesso per la
prima volta in Italia dal 2010, la serie è andata in onda fino al
2016, senza registrare mai cali d’ascolto. Non a casa, infatti, nel
2017 è stato anche creato uno spin-off, dal titolo
The Good
Fight.
The Good Wife: il cast
La serie procedural crime
racconta di uno scandalo sessuale e di corruzione che investe il
procuratore Peter Florrick (Chris Noth). Accusato
di una lunga serie di crimini, Florrick viene arrestato e la moglie
Alicia (Julianna
Margulies) è costretta a rimboccarsi le maniche e
occuparsi da sola della sua famiglia.
Per far quadrare i conti decide
quindi, dopo dieci anni di assenza, di tornare a fare l’avvocato,
professione che ha accantonato dopo il matrimonio. Il suo vecchio
amico Will Gardner (Josh Charles), uno dei soci
dello studio “Stern, Lockhart & Gardner”, la assume, dandole la
possibilità di tornare in aula. Qui Alicia conosce Diane Lockhart
(Christine Baranski), socia di Will, il giovane e
ambizioso Cary Agos (Matt
Czuchry) e Kalinda Sharma (Archie
Panjabi), investigatrice che in passato aveva lavorato
anche con suo marito Peter.
Nel corso della prima stagione
della serie, la protagonista, nonostante l’esitazione iniziale,
torna a fare l’avvocato ed è piacevolmente colpita dall’accoglienza
ricevuta alla Stern, Lockhart & Gardner. Grazie alla
professionalità di Alicia e soprattutto grazie alle sue incredibili
conoscenze e connessioni, Will e Diane la assumono fin da subito
come associata. La sua posizione nello studio sarà quindi
confermata dopo un breve periodo di prova.
Poter tornare al lavoro è per
Alicia un vero sollievo. Oltre infatti a guadagnare per rimettere
in piedi la sua famiglia, la pratica legale le permette di
concentrarsi sui problemi altrui dimenticando per un attimo i suoi.
Nonostante i suoi colleghi siano così aperti e disponibili, c’è chi
comunque cerca di metterle i bastoni tra le ruote. Lo spietato Cary
Agos, che lavoro per l’ufficio del procuratore di stato, farà di
tutto per contrastare Alicia.
The Good Wife: la trama
Un’alleata preziosa, invece, per
Alicia è senza dubbio Kalinda, la misteriosa investigatrice che
lavora per lo studio. La sua presenza sarà di estremo conforto per
la protagonista alle prese con una grande sfida personale.
In breve tempo, dunque, la
Florrick, da moglie/casalinga disperata di un politico corrotto,
diventa una brillante donna in carriera alla quale nessuno sembra
tenere testa. Grazie al suo lavoro Alicia torna ad essere sicura di
sé e fiduciosa per il futuro, rendendo così meno difficile anche la
vita dei suoi figli adolescenti, Zach (Graham
Phillips) e Grace (Makenzie
Vega).
I problemi veri per Alicia
cominciano però quando il marito viene scagionato da tutte le
accuse e torna a casa. Per provare e quasi urlare la sua innocenza
al mondo intero, Peter Florrick decide di ricandidarsi. Per poter
anche solo pensare di concorrere alle prossime elezioni, ha bisogno
però di qualcuno che riabiliti la sua immagine e curi tutta la sua
campagna elettorale. Ed è qui che entra in gioco Eli Gold (Alan
Cumming), consulente d’immagine specializzato nella
gestione di personaggi pubblici, reduci da scandali di qualsiasi
natura.
Mentre quindi Peter e Eli elaborano
la giusta strategia per concorrere come prossimo Procuratore di
Stato, Alicia deve capire come far combaciare il suo ruolo di
moglie a quello di donna in carriera. Con suo marito in carcere
Alicia aveva assaporato di nuovo libertà e indipendenza e adesso le
viene chiesto di fare nuovamente un passo indietro.
Secondo Eli, il miglior modo per
Peter per vincere le elezioni è tornare a giocare alla famiglia
felice con sua moglie e i suoi figli. Ma nel frattempo nella vita
di Alicia si è infiltrata una nuova (vecchia) fiamma. Si tratta di
Will con il quale Alicia comincia una relazione segreta…
The Good Wife 7 stagione
L’entusiasmante serie The
Good Wife è andata in onda per ben sette stagioni, senza
mai tradire le aspettative del pubblico, Tra intrighi, misteri,
complotti e relazioni clandestine gli spettatori non si sono mai
annoiati. Per questo motivo l’annuncio della settima e ultima
stagione della serie è stata accolto con una certa tristezza dai
fan di The Good Wife.
[SPOILER
ALERT]
Nell’ultima stagione di The
Good Wife, Alicia decide di appoggiare nuovamente Peter
nella sua campagna elettorale. Dopo due mandati da Procuratore di
Stato, Peter adesso è deciso a concorrere come vice-presidente
nelle primarie di Hillary Clinton. Comincia quindi per entrambi una
dura campagna elettorale non senza colpi di scena.
Dopo aver licenziato Eli come suo
addetto stampa, Peter continua la sua campagna ma incappa in un
enorme problema giudiziario. Viene infatti indagato per un’altra
accusa di corruzione, stavolta legata ad un vecchio processo per
omicidio, durante il suo secondo mandato da procuratore. Ad
accusarlo è Connor Fox (Matthew
Morrison), suo ex sfidante alle elezioni e adesso
assistente procuratore federale degli Stati Uniti.
Durante il processo le cose non si
mettono bene per Peter che coinvolge lo studio legale di Alicia per
la sua difesa. Contro l’accusa scende quindi in campo Diane, socia
della studio e amica di Alicia. Nonostante il momento difficile
Alicia decide di chiedere il divorzio da Peter che, stremato,
chiede a sua moglie di aspettare almeno la fine del processo per
rendere ufficiale la notizia.
Mentre gli avvocati raccolgono
prove per il processo, Alicia sembra aver trovato il modo per
dimostrare l’innocenza di Peter. Purtroppo per scagionare il suo
quasi ex marito, Alicia deve coinvolgere nel processo anche Kurt
McVeigh (Gary Cole), marito di Diane. Screditando
Kurt e mettendo in discussione la sua professionalità durante le
analisi delle prove dell’omicidio, Peter potrebbe salvarsi dalle
accuse.
The Good Wife: il finale
Coinvolgendo Kurt nel processo, gli
avvocati cominciano a scavare nel suo passato e in quello di Diane
portando alla luce alcuni indiscrezioni. Tra queste, la scoperta
dell’infedeltà di Kurt lascia Diane completamente umiliata. Alicia
quindi riesce a salvare l’ex marito ma perde il rispetto della sua
amica e collega per sempre.
Peter accetta un accordo con il
procuratore e ottiene un anno con la condizionale; questo gli
permetterà di non finire in carcere a patto però che si dimetta
dalla carica di Governatore. Alla fine del processo, ad Alicia, che
ha sacrificato tutto per salvare Peter e la sua famiglia, non resta
altro da fare che asciugarsi le lacrime e andare avanti. Nel suo
futuro infatti potrebbe esserci ancora una brillante carriera
aperta, non come avvocato, ma nel mondo della politica.
Il finale della serie, pur
chiudendo il cerchio, lascia anche molte questioni in sospeso. Ma
nonostante questo finale aperto, gli autori hanno categoricamente
rifiutato di riaprire la serie e tornare in onda con una nuova
stagione. The Good Wife 8 resta quindi solo un
progetto chiuso in un cassetto che purtroppo non vedrà mai la
luce.
The Good Wife: dove vederlo in
streaming
Tutte le stagioni di The
Good Wife sono disponibili sulla piattaforma di streaming
a pagamento di Amazon Prime
Video.
Uscirà nelle sale l’8 marzo,
in occasione della Giornata internazionale della donna, il
filmPRIMADONNA, primo lungometraggio
di Marta Savina. Il film racconta la storia di Lia, una
giovane donna, che nella Sicilia degli anni Sessanta rifiutò il
matrimonio riparatore portando in tribunale il suo violentatore e i
suoi complici.
Una storia ancora estremamente
attuale, un racconto necessario che parla al presente, alle nuove
generazioni e a tutta la nostra società. Nel
cast
Claudia Gusmano, Fabrizio
Ferracane, Francesco
Colella, Manuela Ventura, Dario
Aita, con
la partecipazione di Thony e
con Gaetano
Aronica, Maziar
Firouzi, Francesco
Giulio Cerilli e
conPaolo
Pierobon.
Il film, presentato lo scorso anno al London Film Festival e ad
Alice nella Città, dove vince il Concorso Panorama
Italia, è
prodotto da Capri
Entertainment in
coproduzione Italia-Francia con Medset
Film,
in associazione con Tenderstories,
in collaborazione con Rai
Cinema,Vision
Distribution, Sky ed
è distribuito da Europictures.
Primadonna, la trama
Sicilia, anni Sessanta. Lia ha 21
anni, va a lavorare la terra con il padre, anche se lei è
“femmina” e dovrebbe stare a casa a prendersi cura delle faccende
domestiche con la madre. Lia è bella, caparbia e riservata, ma sa
il fatto suo. Il suo sguardo fiero e sfuggente attira le attenzioni
del giovane Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese. Quando lo
rifiuta, l’ira di Lorenzo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si
prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Ma Lia fa
ciò che nessuno si aspetterebbe mai: rifiuta il matrimonio
riparatore e trascina Lorenzo, e i suoi complici, in tribunale.
Ecco il Trailer Ufficiale di
Mixed By Erry, il nuovo film di
Sydney Sibilia nelle sale dal 2 marzo distribuito da 01 Distribution.
Mixed By
Erry – la trama
Una storia di
passione e sogni che da un basso di Napoli diventa un’incredibile
avventura internazionale. Nel magico capoluogo campano degli anni
’80, dove Maradona è una divinità, Enrico “Erry” Frattasio
trasforma i mixtape che fa per i suoi amici in un impero, grazie
all’aiuto dei suoi fratelli Peppe e Angelo. Una clamorosa impresa
che cambierà le loro esistenze, reinventerà il concetto di
pirateria in Italia e porterà la musica nelle vite di
tutti.
Nel cast tre
giovanissimi interpreti Luigi D’Oriano,
Giuseppe Arena, Emanuele Palumbo
insieme aFrancesco Di
Leva, Cristiana Dell’Anna, Adriano Pantaleo, Chiara
Celotto, Greta Esposito, Fabrizio Gifuni.
Prodotto da Matteo
Rovere e Sydney
Sibilia,Mixed
By Erry è
una produzione Groenlandia con Rai
Cinema in
collaborazione conNetflix,
scritto da Armando
Festa e Sydney
Sibilia.
Nell’immaginario collettivo Pamela Anderson è una delle sex symbol più
famose degli anni Novanta. Il successo della showgirl canadese
deriva non solo dalle copertine hot di Playboy (che hanno avviato
la sua carriera), ma soprattutto grazie al personaggio interpretato
nell’iconica serie Baywatch. A distanza di molti anni,
Pamela si è ritrovata a dover girare un documentario approdato su
Netflix
il 31 gennaio, Pamela, a Love story, gettando una
luce molto più intensa sulla sua vita privata.
Il prodotto streaming è una
risposta della showgirl alla serieHulu Pam &
Tommy, la quale senza un minimo di privacy e rispetto ha
ricostruito la storia del video hard rubato a Pamela e al suo ex
marito Tommy Lee. Tante sono le rivelazioni affiorate in seguito
alla visione di Pamela, a Love Story, ma ce ne sono alcune
importanti che è bene sottolineare. Scopriamole insieme.
I traumi infantili
Pamela, a Love
Story inizia scavando nel passato da bambina della
showgirl. Anderson racconta degli abusi ricevuti dalla sua
babysitter che per alcuni anni ha abusato sessualmente di lei. Il
“lato oscuro” di questa donna Pamela non ha mai potuto rivelarlo ai
genitori, proprio perché quest’ultima la minacciava di non farne
parola con nessuno. Nel documentario ad un certo punto arriva il
commento forte della donna che, confessa, aver cercato di uccidere
la sua babysitter. “Ho cercato di pugnalarla al cuore con una
penna a forma di bastoncino di zucchero“, la si sente
dire.
Dopo la sua morte, avvenuta a causa
di un incidente d’auto, Pamela racconta di essere stata in seguito
violentata all’età di 12 anni da un ragazzo di 25 anni. Questo
traumatico evento, come spiega lei stessa rivivendolo, l’ha poi
portata a essere una persona timida e a vergognarsi del proprio
corpo tanto da definirlo una prigione.
Baywatch, una serie non
desiderata
Baywatch, come dicevamo, è
stato il vero trampolino di lancio di Pamela nel mondo dello show
business.
Seppur la serie l’abbia resa
popolare, come racconta in Pamela, a Love Story,
la showgirl non aveva intenzione inizialmente di accettare il ruolo
di C.K. Parker. Rifiutò infatti per ben 11 volte l’offerta e il
motivo risiedeva nel suo non sentirsi adatta a Los Angeles. Alla
fine, per la fortuna di molti, le cose poi sono andate
diversamente.
Quel matrimonio travagliato con
Tommy Lee
Pamela, a Love
Story mostra le numerose sfaccettature della vita della
modella, e nel calderone di situazioni scomode e tumultuose
spiccano anche i suoi tanti matrimoni, in particolare quello con
Tommy Lee, il batterista dei Motley Crue. Anderson fornisce una
spiegazione molto dettagliata sul loro rapporto, approfondendone
vari aspetti fra cui quello degli abusi. Uno dei momenti più duri
per Pamela è stato il set di Baywatch, quando il marito
andava a trovarla e stava attento a qualsiasi cosa lei facesse. Uno
degli episodi più brutti fu quello della scoperta de bacio con la
co-star David Chokachi, che scatenò l’ira e la
gelosia di Lee.
In un’altra occasione, invece,
Anderson ricorda la violenza dell’ex marito quando le storse il
braccio mentre teneva in braccio Dylan, il figlio. In
quell’occasione Tommy la sbatté anche al muro, e poi fu arrestato
scontato solo 6 mesi in carcere. Nonostante questo, sembra assurdo
ma è vero, i due ad oggi hanno una buona relazione d’amicizia.
Il video hard che l’ha fatta
sentire una caricatura
Proseguendo con Pamela, a Love
Story, si arriva alle conseguenze derivate da quel video hard che
fu diffuso in seguito al furto che avvenne in casa sua. A causa di
quel filmato Pamela stessa ha sostenuto che l’impatto negativo lo
ha riscontrato sia nel lavoro, con ruoli molto sessualizzati, che
nella vita personale, sentendosi lei una caricatura.
Per cercare di scollarsi di dosso
quella sensazione e poter ripristinare in qualche modo la sua
immagine, Anderson ha deciso di usare la sua sessualità a fin di
bene, lottando per i diritti degli animali e lavorando a campagne
per la PETA.
La serie Pam e Tommy e quegli
incubi orribili
L’uscita delle serie Pam &
Tommy targata Hulu è stato un colpo duro per Anderson. In
Pamela, a Love Story la showgirl non è restia a
mostrare la sua indignazione per questo prodotto.
Dalle sue parole si evince tutta la
sofferenza scaturita per un avvenimento già di per sé doloroso, ma
ciò che la donna confessa sono anche tutti gli incubi che da esso
sono derivati e che non le hanno fatto passare notti tranquille.
Sempre nella serie, dichiara anche di aver chiesto un parere a Lee,
il quale le ha suggerito di non lasciarsi coinvolgere così tanto
emotivamente e di provare a lasciarselo scivolare addosso.
La droga sotto l’albero di Natale
di Rick Salomon
Verso la metà di Pamela, a
Love Story, Anderson parla del suo terzo matrimonio con
Rick Salomon. Seppur all’inizio la storia fra i due sembrava essere
velocemente e felicemente decollata, la coppia si è trovata a
distanza di poco tempo a separarsi a causa della pipa di crack
trovata dalla showgirl sotto l’albero di Natale.
L’ex marito ha però negato di averla
messa, nonostante Pamela sia molto convinta della sua
“colpevolezza” considerata l’ammissione di lui di aver fatto uso di
droga in passato.
Sylvester Stallone la voleva come
sua ragazza numero uno
In Pamela, a Love
Story è presente anche una breve parentesi che include uno
degli attori più famosi di Hollywood, Sylvester Stallone. Lei stessa nel
documentario dice: “mi ha offerto un appartamento e una Porsche
per essere la sua “ragazza numero 1” ”.
Anche in questo caso il diretto
interessato ha negato le affermazioni di Pamela, ergo non si saprà
mai chi dice la verità e chi invece no. Ma secondo quanto afferma
la showgirl, quell’invito di Stallone fu da lei declinato.
Uno dei progetti che
James
Gunn dei DC Studios ha annunciato mentre svelava il
primo stadio dell’Universo DC la scorsa settimana era un film
di Swamp
Thing, che è impostato per “indagare sulle origini
oscure” del personaggio. Per questo motivo, il prossimo film
DCUSwamp
Thing sarà molto più spaventoso di qualsiasi
altro progetto DC. James Gunn ha
osservato con decisione che “questo è un film molto più orribile,
ma avremo comunque Swamp Thing che interagisce con gli altri
personaggi”. Peter Safran ha aggiunto che Swamp
Thing sarà un ottimo esempio dell’universo DC
connesso pur variando di tono a seconda del progetto.
“L’ultimo film di cui volevamo
parlare è Swamp
Thing“, ha detto Safran alla DC . “Ne
parliamo perché è importante sottolineare che in queste storie,
sebbene siano interconnesse, non sono tutte uguali dal punto di
vista tonale. Ogni gruppo di registi apporta la propria estetica a
questi film, e il divertimento è vedere come queste opere tonali
diverse si fonderanno in futuro.” In seguito poi alla
notizia che il regista di Logan e Indiana
Jones 5, James Mangold, è in
trattative per dirigere il film Swamp Thing del
DC
Universe, la cosa lo rende anche più interessante, visto che
LOGAN a suo modo fu
anche uno dei pochi film vietati ai minori e adattati dai
fumetti.
Gunn ha anche parlato del successo
di un personaggio come Rocket Raccoon nell’universo cinematografico
Marvel nonostante non fosse un
personaggio tradizionale o addirittura una
persona. Gunn ha detto che con
Swamp
Thing avrebbe ripetuto quel concetto e lo avrebbero
“migliorato” e che la sua storia avrebbe sposato appieno gli
elementi horror originale del fumetto. Attualmente, non si sa
molto di Swamp
Thing o della maggior parte dei progetti
pianificati di DC Studios. Tuttavia, un recente rapporto di
Variety suggerisce che il regista James
Mangold sia in trattative per dirigere
il film Swamp Thing. Mangold è
attualmente in procinto di finire il prossimo film di Indiana Jones
e la ruota del destino, e dirigerà
prossimamente Going Electric, un film
biografico su Bob Dylan con
Timothée Chalamet, così come un film biografico su
Buster Keaton con
Rami Malek.
Un’altra scena cancellata di
Black
Panther: Wakanda Forever è stata
rilasciata. La scena, intitolata “The Upstairs
Toilet”, mostra Everett K. Ross di Martin Freeman mentre va sotto
copertura per cercare di proteggere informazioni digitali per conto
di Okoye e Wakanda.Dai un’occhiata alla scena
eliminata di Black
Panther: Wakanda
Forever:
https://www.youtube.com/watch?v=zj9KzB3nmVw
Ryan Coogler ha diretto Black
Panther: Wakanda Forever da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Joe Robert Cole. È prodotto da Kevin
Feige e Nate Moore, con Victoria Alonso, Louis D’Esposito e Barry
Waldman come produttori esecutivi. “Nel film, la regina Ramonda,
Shuri, M’Baku , Okoye e la Dora Milaje
combattono per proteggere la loro nazione dall’intervento delle
potenze mondiali in seguito alla morte del re T’Challa”, si legge
nella sinossi. “Mentre i Wakandan si sforzano di abbracciare
il loro prossimo capitolo, gli eroi devono unirsi con l’aiuto di
War Dog Nakia ed Everett Ross e forgiare un nuovo percorso per il
regno di Wakanda.”
Interpreta diversi membri del cast
di ritorno dal primo film, tra cui Letitia Wright
nei panni di Shuri,
Lupita Nyong’o nei panni di Nakia,
Danai Gurira nei panni di Okoye,
Angela Bassett nei panni di Ramonda,
Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross, Winston
Duke nei panni di M’Baku e Florence. Pastore come Ayo. Insieme a
loro c’erano i nuovi arrivati in franchising Tenoch
Huerta (Narcos: Mexico) nei panni di Namor,
Michaela Coel (I May Destroy You) nei
panni di Aneka, Mabel Cadena nei panni di Namora e
Alex Livinalli nei panni di Attuma.
La data di uscita dell’episodio 5
di The Last of
Us è stata annunciata e andrà in
onda un po’ prima rispetto ad altre puntate dell’adattamento
videoludico di successo della HBO. Non volendo
scontrarsi con il Super Bowl la prossima settimana, HBO rilascerà
invece l’episodio 5 di The Last of
Us venerdì. Sarà presentato in
anteprima su HBO Max e HBO On Demand il 10 febbraio alle 21:00 ET /
18:00 PT. Tornerà quindi al suo familiare slot domenicale fino al
suo finale di stagione il 12 marzo.Dai
un’occhiata al trailer dell’episodio 5 di The Last of
Usqui
sotto:
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna
è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico
Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è
Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam,
Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Giacomo Giorgio è
una degli attori che più si sono distinti nella serie Mare
fuori, divenuto un vero e proprio caso televisivo. Pur se
ancora alle prime armi e con pochi ma significativi ruoli dalla sua
parte, il giovane attore ha dato prova di possedere un certo
talento, che se coltivato potrà portarlo a divenire un volto
interessante della nuova generazione di attori.
Ecco 10 cose che non sai di Giacomo
Giorgio.
Giacomo Giorgio: i suoi film e le serie TV
1. È noto per alcune serie
TV. La carriera televisiva dell’attore ha inizio nel 2017
con I bastardi di Pizzofalcone, con Alessandro
Gassmann, per poi proseguire nel 2020 con Mare fuori, dove
interpreta uno dei protagonisti accanto a Carolina
Crescentini, Nicolas Maupas e Serena Codato.
Nel 2022 Giorgio torna in televisione con la serie
Sopravvissuti, andata in onda su Rai 1 e dove ha
interpretato Lorenzo Bonanno, uno dei protagonisti. Nel 2023 recita
invece in Per Elisa – Il caso Claps e Noi siamo
leggenda, mentre dal 2024 è nel cast della terza stagione di
Doc –
Nelle tue mani, con protagonista Luca Argentero.
2. Ha recitato anche
per il cinema. Oltre al debutto televisivo, nello stesso
2017 l’attore recita anche nel suo primo film per il cinema, dal
titolo Non c’ècampo, interpretando Marco accanto
ad attori come Mirko Trovato e
Vanessa Incontrada. Torna poi al cinema con un
piccolo ruolo nel film The Happy Prince – L’ultimo
ritratto di Oscar Wilde, interpretato da Rupert
Everett e Colin Firth.
Nel 2022 torna invece al cinema interpretando l’agente Zeman in
Diabolik –
Ginko all’attacco!, con Valerio
Mastandrea. Riprende poi tale ruolo anche in Diabolik
chisei?.
Giacomo Giorgio in Doc – Nelle
tue mani
3. Ha un ruolo di rilievo
nella serie medical. A partire dalla terza
stagione di Doc – Nelle tuemani, l’attore
interpreta lo specializzando Federico Lentini. Giorgio inizialmente
era restìo ad assumere il ruolo, convinto che sarebbe stato
l’ennesimo medico empatico. Si è invece poi trovato di fronte ad un
personaggio caratterialmente difficile, presuntuoso e quasi
menefreghista, ma che dietro questi aspetti nasconde alcune
fragilità. Per interpretarlo, Giorgio si è allora documentato
approfonditamente sulla professione del medico, trovando così la
giusta chiave interpretativa del personaggio.
Giacomo Giorgio è Ciro in Mare fuori
4. È uno dei
protagonisti. Nella serie Mare fuori, presente
anche su Netflix, Giorgio interpreta Ciro
Ricci, giovane boss recluso all’IPM e appartenente ad
un’importante famiglia di camorristi. Temuto da tutti, Ciro è uno
dei personaggi più pericolosi della serie, nonché uno dei
principali antagonisti degli altri ragazzi presenti nel carcere
minorile. Nella seconda stagione il personaggio inizia però a
comparire solo saltuariamente, per via dei risvolti narrativi che
lo hanno visto protagonista.
5. Vorrebbe realizzare uno
spin-off sul suo personaggio. Giorgio si è detto ormai
sempre più affascinato dal suo personaggio Ciro, tanto da esprimere
il desiderio di vederlo protagonista di un suo spin-off. La terza
stagione, come noto, si conclude con la morte del personaggio
(anche se si vocifera che potrebbe non essere realmente morto). Per
l’attore, tuttavia, ci sarebbe l’opportunità di esplorare altri
momenti della vita di Ciro se gli venisse dedicato un progetto a
parte.
Giacomo Giorgio in Noi siamo leggenda
6. Ha interpretato un
ragazzocomune. Nelle serie Noi siamo
leggenda, Giorgio interpreta Nicola, il fratello di Andrea.
Egocentrico e vanitoso, è il bello della scuola ed è fidanzato con
Sara. È insofferente per le attenzioni che i genitori rivolgono ad
Andrea. A differenza dei protagonisti dotati di super poteri, il
personaggio di Giorgio è un ragazzo normalissimo, ma l’attore ha
raccontato di essersi divertito ad interpretare questa normalità,
ricercando lo straordinario nell’ordinario.
Giacomo Giorgio in Per Elisa – Il caso Claps
7. È uno dei protagonisti
della miniserie. Nella miniserie ispirata ad un reale
evento di cronaca, Per Elisa – Il caso Claps, Giorgio
interpreta Luciano Claps, il fratello di mezzo di Gildo e Elisa,
che dopo aver terminato il servizio militare decide di entrare in
polizia. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha avuto modo di
approfondire la vicenda di cui si narra nella miniserie,
incontrando anche il vero Luciano e avendo così modo di poterlo
interpretare rendendogli giustizia.
Giacomo Giorgio è fidanzato?
8. È molto
riservato. Ad oggi non si sa molto della vita privata
dell’attore. Sui propri profili social non sono comparse immagini
che possano confermare o meno la presenza di una fidanzata nella
sua vita in questo momento. Giorgio è solito infatti condividere
dettagli sulle sue passioni per la musica e lo sport, ma è ben
attento a tenere per sé ciò che riguarda la sfera sentimentale.
Giacomo Giorgio è su Instagram
9.Ha un
profilo sul social network. Giacomo Giorgio è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 1 milione di persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato circa duecento post, tutti relativi alle sue
attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Giacomo Giorgio: età e altezza
10. Giacomo Giorgio è nato
nel 1998 a Napoli. L’attore è alto complessivamente 1.87
metri.
Grazie ai nuovi film e serie tv
della Marvel, il MCU
ha presentato diversi supereroi nuovi che hanno buone possibilità
di diventare Avengers nella Saga del Multiverso. Non tutti i supereroi
Marvel possono diventare
Vendicatori: per questo, ScreenRant ha selezionato 6
personaggi del MCU
che molto probabilmente si uniranno alla prossima squadra dei
Vendicatori nella Fase 6 dell’universo: analizziamoli
insieme.
Hercules
Con l’introduzione di
Brett Goldstein nei panni di Hercules in Thor: Love and Thunder, è stato ampiamente
ipotizzato che l’intenzione della Marvel fosse quella di prepararlo
per uno scontro con il personaggio di Chris Hemsworth in Thor 5. Un’epica resa dei conti potrebbe
essere davvero ciò che i Marvel Studios hanno in mente ma, dato che lo
studio non ha ancora confermato i piani per un quinto film su Thor,
è possibile che la prossima apparizione di Hercules nel MCU
avvenga in The Kang Dynasty o in Secret Wars.
Nei fumetti Marvel Comics, Hercules ha una meritata reputazione come uno
dei membri più importanti dei Vendicatori. Entrato a far parte del
gruppo a metà degli anni Sessanta, il Leone dell’Olimpo ha avuto
due lunghi e memorabili periodi di permanenza nel gruppo durante
gli anni Ottanta e Novanta. Hercules ha avuto un ruolo chiave in
alcune delle stoyline più importanti, comprese quelle incentrate
sul prossimo avversario della squadra del MCU,
Kang il Conquistatore. Considerando la
tempistica del suo debutto e la sua storia nei fumetti,
Hercules potrebbe seguire le orme della sua
controparte fumettistica combattendo Kang come Vendicatore nella
Fase 6.
Black Knight
Il finale di Eternals ha portato il Dane Whitman di Kit Harington a imbracciare la Lama d’Ebano e
a diventare Black Night. Considerando le implicazioni che
derivano dal cameo del Blade
di Mahershala Ali nella scena mid-credits di
Eternals, è stato suggerito che la Marvel propenderà per rendere la
sua interpretazione di Black Night una figura di spicco nel lato
soprannaturale del MCU.
Tuttavia, le sue radici fumettistiche non dovrebbero essere
ignorate quando si parla del suo futuro nei film e negli show della
Marvel. Come ex leader dei
Vendicatori e membro di lunga data, Dane merita di essere presente
in qualsiasi conversazione sul prossimo roster dei
Vendicatori. Data la sua abilità con la spada,
avrebbe il potenziale per portare in tavola qualcosa di veramente
unico.
Shang-Chi
A differenza di Hercules e Black Night, Shang-Chi non è assolutamente un Vendicatore
“classico”. Il suo sodalizio con il gruppo è iniziato solo nel
2010, ma questo fatto potrebbe non avere importanza per il suo
futuro nel MCU.
Quando Bruce Banner e Capitan Marvel sono apparsi nella scena
post-credits di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli,
sembrava che la Marvel stesse preparando il Maestro
di Kung Fu a diventare un membro della prossima generazione di
Vendicatori.
La scelta del regista di Avengers: The Kang Dynasty ha rafforzato
questa idea; Daniel Destin Cretton, che ha diretto
il
film solista di Shang-Chi, tornerà a dirigere Avengers 5. Grazie al coinvolgimento di
Cretton, è ancora più facile immaginare che la storia di Shang-Chi
proseguirà in The Kang Dynasty, dove le sue abilità nelle
arti marziali potrebbero portare un po’ di necessario equilibrio a
un gruppo pieno di “potenti” del MCU,
soprattutto se ci saranno personaggi come Thor, Capitan Marvel ed Hercules.
Monica Rambeau
Dopo aver debuttato come
bambina con un collegamento alla storia di Carol Danvers nel MCU,
Monica Rambeau è stata reintrodotta come
agente SWORD adulto in WandaVision.
Interpretata da Teyonah Parris, ha ricevuto dei superpoteri in
vista del suo imminente team-up con Ms. Marvel e Captain Marvel nella Fase 5 con The
Marvels. Nei fumetti, Monica si è unita ai Vendicatori poco dopo
aver sviluppato i suoi poteri e ha rapidamente scalato i ranghi:
non è rimasta a lungo nella squadra prima di essere eletta alla
carica di presidente. Capace di farsi rispettare da personaggi
molto più potenti e da eroi di lunga data, Monica ha lasciato un’eredità duratura come
Vendicatore, e lo stesso potrebbe accadere un giorno al personaggio
del MCU,
a seconda di come si svolgerà il suo arco narrativo in The
Marvels.
She-Hulk
She-Hulk:
Attorney At Law non ha fatto mistero del disinteresse
di Jennifer Walters a diventare una supereroina a
tempo pieno, ma la direzione che ha preso la sua storia non esclude
un ruolo in uno dei film della Fase 6 dei Vendicatori.
Membro importante del gruppo sia nei fumetti classici che in quelli
moderni, She-Hulk potrebbe combattere al fianco dei
Vendicatori (e di suo cugino) se le circostanze lo
richiedessero. In base a come l’abbiamo vista comportarsi nella
serie, il suo ingresso nella squadra sarà difficilmente una sua
scelta, ma l’invasione di Kang potrebbe renderlo necessario. L’approccio
comico al suo personaggio in She-Hulk
potrebbe consentire alcune interazioni umoristiche tra lei e i suoi
compagni di squadra, se mai venisse stipulata un’alleanza del
genere.
Namor il Sub-Mariner
Uno dei più grandi
supereroi aggiunti alla galleria di personaggi del MCU
nella Fase 4 è stato il principale villain di
Black Panther: Wakanda Forever. In apparenza,
Namor potrebbe non sembrare una scelta ovvia per un posto nella
prossima squadra dei Vendicatori, soprattutto
perché Black Panther 2 ha fatto scorrere molto sangue
sulle sue mani. Detto questo, il Namor di Tenoch Huerta non sarebbe un caso isolato se
passasse da cattivo a eroe. Nonostante si sia affermato come
avversario ricorrente della squadra all’inizio degli anni ’60,
Namor è stato invitato a unirsi al gruppo da Capitan America 20 anni dopo. Avendo perso il
trono di Atlantide, Namor aveva bisogno di un nuovo scopo e lo
trovò con i Vendicatori.
Uno sviluppo simile potrebbe
avvicinare Namor alla squadra in Avengers: The Kang Dynasty, ma forse non è
necessario. In quanto cattivo che viaggia nel tempo e che potrebbe
scatenare una guerra multiversale, Kang rappresenta una minaccia per tutti, il
che sarebbe un motivo sufficiente per il Figlio Vendicatore per
unire le forze con gli eroi dell’MCU
nella Fase 6. Con la sua forza colossale, darebbe un
vantaggio significativo ai loro sforzi.
Saturday Night
Live ha utilizzato l’aspetto di Pablo Pascal come presentatore per rilanciare
le sue parodia a tema HBO, questa volta la vittima è The Last Of
Us. Lo sketch comico della NBC presentava
un segmento pre-registrato che immaginava come sarebbe stato un
dramma della HBO utilizzando i famosi personaggi dei videogiochi
Nintendo Mario, Luigi e la Principessa Peach. La
risposta: Abbastanza distopico.
Nella parodia, Pascal interpreta Mario e dice a Peach che “il
kart qui non è un gioco. Se ce la faremo, avremo bisogno di tutto
l’aiuto possibile”. Il suo backup? Luigi. La parodia
suggeriva che gli spettatori avrebbero probabilmente visto “tutti i
tuoi stravaganti corridori preferiti reinventati come personaggi
HBO complessi e drammatici”. Yoshi e Toad erano tra i
personaggi che apparivano, ed entrambi si dichiararono
bisessuali. Anche Bowser è apparso.
Lo serie fittizia è pubblicizzata come
proveniente dai “produttori di The Last of Us e dai
maestri narratori dietro Mario Kart da 1 a 8.” E un annunciatore
afferma che “tutti i tuoi stravaganti piloti preferiti sono
reinventati come personaggi HBO complessi e drammatici”. Alcuni
blurb di recensioni false suggeriscono che HBO abbia commesso un
errore nel lanciare il concept, incluso uno del noti sito americano
Variety . Guarda la parodia di seguit:
In risposta ad un evento epocale
come gli attentati dell’11 settembre 2001, il regista M. Night Shyamalan realizzò film
come Signs, The Village e Lady in the Water,
all’interno dei quali egli propose attraverso allegorie un lucido
ritratto di come gli Stati Uniti (e il mondo) stavano reagendo a
tale tragedia, dando voce alle paure che ne erano scaturite e
suggerendo alcune possibili vie di guarigione. A distanza di circa
20 anni da quei film, Shyamalan torna nuovamente a raccontare la
società umana, sconvolta ora non solo dalle guerre ma anche dai
cambiamenti climatici e dalla pandemia di Covid-19, con il film
Bussano alla porta, da lui anche scritto
e distribuito in sala dal 2 febbraio dalla
Universal.
Si tratta non di un racconto
originale quello proposto dal regista, bensì dell’adattamento del
romanzo del 2018 La casa alla fine del mondo, di
Paul G. Tremblay. Eppure, Shyamalan riesce
perfettamente a trarne un film sull’oggi, sulla paura dell’estraneo
e sull’impatto che le scelte di ognuno di noi possono avere sul
resto del mondo. Ed è proprio una scelta, a dir poco atroce, quella
che sono chiamati a compiere Andrew (Jonathan
Groff) ed Eric (Ben Aldridge), papà della
piccola Wen (Kristen Cui). Quando un gruppo di
quattro persone, tra cui spicca il muscoloso Leonard (Dave Bautista),
si introduce in casa loro in modo tutt’altro che pacifico, i tre
vengono infatti informati dell’arrivo di un’apocalisse, che può
essere fermata solo con il sacrificio di uno di loro.
L’orrore oltre la soglia
Nel cinema di Shyamalan è ciò che
non vediamo a spaventarci di più. Non fa eccezione questo suo
Bussano alla porta, che porta lo
spettatore ad essere confinato in una casa nel bosco insieme ai
protagonisti. Il mondo esterno viene dunque ad essere escluso,
mostrandosi unicamente attraverso le immagini dei telegiornali. La
televisione diventa dunque finestra sull’esterno, proponendo
immagini decisamente non dissimili da quelle che realmente passano
tutti i giorni in TV o su qualunque altro dispositivo di questo
tipo. Si tratta di una scelta coraggiosa per un film incentrato su
di un apocalisse imminente, eppure capiamo ben presto che non
occorre vedere poi molto del mondo in rovina che viene raccontato
per averne terrore.
Basta una breve descrizione di
quanto sta accadendo per metterci in allarme e Shyamalan sa
perfettamente che, in una società dove il flusso ininterrotto di
immagini rende sempre più insensibili ad esse, mostrarne il meno
possibile e lasciare dunque lo spettatore privo di riferimenti è
ciò che davvero può generare paura. Restiamo dunque all’interno
della casa, dove si decidono le sorti dell’innocente famiglia e
dell’umanità intera. Un confinamento che non può che ricordare
proprio quei tre titoli citati in apertura, a cui il regista sembra
ispirarsi anche nell’utilizzo dell’allegoria alla base di
Bussano alla porta, attraverso la quale
parlare dell’umanità.
Bussano alla porta, un
cupo e lucido film sull’oggi
Nel corso del film, dunque, in modo
semplice e diretto, Shyamalan ci mette a confronto con ciò che
siamo diventati e con ciò che potremo diventare se non vengono
compiute le giuste scelte. La tensione è palpabile, sin dalle
primissime scene, dove il giocare spensieratamente nel bosco di Wen
viene interrotto dalla comparsa in scena di Leonard. Parlando
proprio di quest’ultimo personaggio, difficile non accorgersi di
quanto Dave
Bautistasi riveli un interprete
capace di dar equilibrio agli opposti, non minimizzando la sua
possanza ma anzi arricchendola dotando il suo Leonard di una
gentilezza a cui non si è realmente pronti.
Tornando al film, dall’arrivo dei
quattro estranei sarà dunque un susseguirsi di attese, non detti e
colpi di scena che accrescono sempre più il senso di agitazione,
avendo poi sempre in mente la premessa di base, ovvero la scelta
che i protagonisti dovranno prima o poi compiere. Chissà se
similmente a The
Villagequesto Bussano alla porta
si affermerà come il miglior film capace di raccontare il nostro
contemporaneo, di certo si rivela un’opera coerente con la
produzione precedente del regista, sia a livello estetico che
tematico, offrendo una convincente evoluzione nella sua ricerca
dell’essenza della società attuale.
Attraverso l’allegoria proposta con
questo film, Shyamalan ci invita infatti ad una riflessione sul
valore delle scelte che compiamo ogni giorno, sull’importanza
imprescindibile della fede e dell’amore, ma anche a ripensare il
ruolo delle immagini e il loro peso sulla coscienza umana. Un film
estremamente lucido e importante, dunque, al quale si possono
perdonare alcuni passaggi narrativi meno convincenti, e capace
soprattutto di tenere con il fiato sospeso in modo intelligente e
spingere lo spettatore ad una partecipazione attiva (cosa non
frequente oramai), dal quale difficilmente si uscirà delusi. Ancora
una volta, dunque, Shyamalan si conferma un magnifico narratore dei
suoi (e nostri) tempi.
Arriva su Sky Cinema
Top Gun: Maverick, film campione d’incassi con
protagonista Tom Cruise, che torna a vestire i
panni dell’aviatore Pete “Maverick” Mitchell, lunedì 6
febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming
su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Dopo oltre 30 anni di servizio tra i migliori aviatori della
Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) si trova nel posto
giusto, mentre si spinge oltre i propri limiti come coraggioso
pilota collaudatore, schivando l’avanzamento di grado che lo
metterebbe in punizione. Quando si ritrova ad addestrare un
distaccamento di diplomati di Top Gun per una missione
specializzata come quella che nessun pilota vivente ha mai visto,
Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome
di battaglia “Rooster”, figlio del defunto amico di Maverick e
ufficiale addetto alle intercettazioni radar tenente Nick Bradshaw,
detto “Goose”.
Di fronte a un futuro incerto e ai
fantasmi del suo passato, Maverick è costretto a confrontarsi con
le sue paure più profonde, in una missione che richiede l’estremo
sacrificio di coloro che saranno scelti per guidarla.
E da lunedì 6 a domenica 12
febbraio Sky Cinema Collection si trasforma in SKY CINEMA
COLLECTION – TOM CRUISE MANIA, con una programmazione di 18 film
che vedono protagonista il grande attore. Tra i film
previsti, immancabile il primo inossidabile capitoloTOP
GUN, vincitore dell’Oscar e del Golden Globe per la
migliore canzone, mentre tra gli altri film che hanno consacrato la
carriera di Cruise ci sono il biopic da 2 Oscar® di Oliver Stone
NATO IL QUATTRO LUGLIO, per cui Cruise ottenne la
sua prima candidatura agli Oscar®; l’action ad alta velocità
GIORNI DI TUONO con Nicole Kidman e Robert Duvall;
il dramma giudiziario CODICE D’ONORE con Jack
Nicholson, Demi Moore e Kevin Bacon; il thriller di Sydney Pollack,
tratto dal bestseller di John Grisham, IL SOCIO
con Gene Hackman; e la commedia sul mondo del football
JERRY MAGUIRE con Renée Zellweger e Cuba Gooding
Jr., premiato con l’Oscar®. E ancora il film di fantascienza diretto da Steven SpielbergMINORITY
REPORT; il kolossal L’ULTIMO SAMURAI; il
thriller firmato da Michael MannCOLLATERAL; e gli
action nati dalla penna di Lee Child JACK REACHER – LA PROVA DECISIVA e JACK
REACHER – PUNTO DI NON RITORNO.
Prime Video ha confermato oggi una
seconda stagione del conspiracy thriller di successo
Terminal List prodotta da MRC
Television, che si basa sul bestseller del New York Times True
Believer di Jack Carr. Inoltre Prime Video ha
annunciato di aver ordinato una nuova serie prequel, ancora senza
titolo, che sarà creata da Carr e dal creatore/showrunner della
prima stagione, David DiGilio, incentrata su Ben Edwards, il
personaggio amato dai fan interpretato da
Taylor Kitsch (prossimamente in Painkiller e
American Primeval, Waco, True Detective). La serie prequel
includerà anche altri personaggi iconici creati da Carr tra cui
James Reece (Chris Pratt), Raife Hastings, Mohammed Farooq, e
Ernest “Boozer” Vickers (Jared Shaw). La storia è un thriller di
spionaggio che porterà gli spettatori nel percorso di Edwards dai
Navy SEAL ad agente paramilitare della CIA approfondendo il lato
più oscuro dei conflitti e il costo umano che implicano.
Kitsch sarà il protagonista della serie prequel e
ricoprirà anche il ruolo di executive producer al fianco di
Chris Pratt per Indivisible Productions, di
Antoine Fuqua per Hill District Media, dello
scrittore Jack Carr, dello sceneggiatore/showrunner David DiGilio,
dell’ex Ranger dell’esercito Max Adams e dell’ex Navy SEAL Jared
Shaw. Terminal List è una coproduzione di Amazon Studios e
Civic Center Media, in collaborazione con MRC Television.
Chris Pratt ha dichiarato: “Sono felice di
annunciare che la seconda stagione di Terminal List è in arrivo e
non potrei essere più entusiasta di riprendere il ruolo come James
Reece. Questa stagione si preannuncia ancora più intensa e
adrenalinica della prima e non vedo l’ora che tutti la possano
vedere. E per coloro che sono fan del personaggio di
Taylor Kitsch, Ben Edwards, sono felice di annunciare
che stiamo lavorando a una serie spinoff che seguirà il suo
percorso dai Navy SEAL ad agente della CIA. E per rendere il tutto
ancora più emozionante sarò anche io parte della serie prequel!
Posso garantire che sarà entusiasmante e coinvolgente tanto quanto
Terminal List. Non vediamo l’ora di portarvi in questo viaggio con
noi”.
Taylor Kitsch ha aggiunto: “Grazie a tutti i fan
per aver creduto in questo show, non saremmo qui senza il vostro
supporto. Sono felice di continuare questa corsa sulle montagne
russe che è il personaggio di Ben Edwards e di portare in vita le
incredibili storie scritte da Jack Carr.”
Jack Carr ha aggiunto: “I fan di Terminal List saranno
entusiasti di sapere che l’avventura di James Reece continua con
un’adrenalinica storia di violenta redenzione in True Believer. Non
vediamo l’ora di creare questo prequel di Terminal List e
approfondire il personaggio di Ben Edwards, portato in scena con
grande intensità da
Taylor Kitsch. Preparatevi per un viaggio dalle
squadre dei SEAL alla squadra di terra della CIA, durante il quale
vedremo l’amato personaggio lottare per la sua anima.”
“Il fenomenale debutto di Terminal List la scorsa estate è
un riconoscimento alla creatività di Jack Carr, David DiGilio e
Chris Pratt insieme al cast e ai team che
hanno creato questa serie originale e avvincente” ha dichiarato
Jennifer Salke, head of Amazon e MGM Studios. “Con la seconda
stagione di Terminal List e la nuova serie prequel di Prime Video
con il magnifico
Taylor Kitsch, espandiamo le storie e i personaggi
amati da così tanti nel mondo.”
Elise Henderson, MRC Television President, ha
aggiunto “La prima stagione di Terminal List ha avuto una
forte risonanza tra i fan, siamo molto orgogliosi del lavoro svolto
dal cast e dalla crew. Non potremmo essere più felici di continuare
questo viaggio ed espandere questo mondo con Chris, Taylor, Dave e
i nostri fantastici partner di Prime Video.”
Due anni dopo aver affrontato una serie di
accuse di abusi sessuali che hanno posto fine alla sua carriera di
star del cinema, Armie
Hammer sta tentando di raccontare la sua versione
della storia. In una nuova intervista, ha ammesso di aver
contemplato il suicidio dopo la sua caduta e afferma di essere
stato abusato sessualmente da un giovane pastore a 13 anni.
Hammer – che è stato oggetto di un’indagine della polizia di
Los Angeles dopo essere stato accusato di stupro – nega ogni
illecito criminale, ma ammette di essere stato emotivamente
offensivo nei confronti degli ex partner che aveva incontrato su
Internet.
L’attore, che è stato accusato di aver
professato il feticismo per il cannibalismo, ora afferma che il suo
interesse per il BDSM ha origine traumatiche, probabilmente emerso
dopo essere stato abuso sessuale dal suo giovane pastore quando
aveva 13 anni. “Quello che ha fatto per me è stato introdurre
la sessualità nella mia vita in un modo che era completamente fuori
dal mio controllo”, dice Armie Hammer. “Ero impotente nella
situazione. Non avevo alcuna agenzia nella situazione. La
sessualità mi è stata presentata in un modo spaventoso in cui non
avevo alcun controllo. I miei interessi poi sono andati a:
voglio avere il controllo della situazione, sessualmente.”
Parlando con la newsletter
digitale Air
Mail , Hammer racconta per la prima volta la sua versione
della storia. Air Mail riferisce che Armie Hammer ha raccontato a due persone dei
suoi abusi infantili e la pubblicazione afferma di aver verificato
la cosa con alcuni familiari dell’attore. Hammer è stato accusato
nel 2021 di abusi sessuali e comportamento improprio da parte di
numerose donne, le cui affermazioni sono aumentate vertiginosamente
sui social media e hanno messo l’attore di “The
Social Network” al centro di una tempesta
mediatica. Sulla scia dello scandalo, Hammer è
stato abbandonato dalla sua agenzia, WME, ed è
stato licenziato da una pletora di progetti, tra cui “Un
matrimonio esplosivo” di Jennifer Lopez. Negli ultimi due anni,
l’attore ha lavorato come venditore di multiproprietà alle Isole
Cayman e ha trascorso del tempo in una struttura di
recupero. L’anno scorso, una docuserie Discovery
+, “House
of Hammer“, ha raccontato la caduta di Hammer con una
manciata di suoi accusatori che si sono fatti avanti pubblicamente
davanti alla telecamera.
Hammer rivela di aver contemplato il
suicidio mentre la sua vita si stava sgretolando. “Sono appena
uscito nell’oceano e ho nuotato il più lontano possibile e speravo
di annegare, o di essere colpito da una barca o mangiato da uno
squalo“, dice Hammer a Air Mail, ricordando un periodo alle
Cayman. “Poi ho capito che i miei figli erano ancora a
terra e che non potevo farlo ai miei figli“. Armie Hammer è stato sposato con la
conduttrice televisiva Elizabeth Chambers per 10
anni e hanno annunciato la loro separazione prima che le accuse
venissero mosse contro Hammer. La coppia condivide due figli
piccoli.
Nella sua nuova intervista, Hammer
entra nei dettagli discutendo alcune delle accuse contro di lui,
minando la natura delle accuse e dipingendo un quadro molto diverso
da quello esposto dai suoi accusatori. L’accusa più
schiacciante contro Hammer è stata quella di una donna, conosciuta
come Effie, che lo ha accusato di averla violentata
violentemente, il che ha portato alle indagini della polizia di Los
Angeles. Effie è la donna dietro l’account Instagram
“House of Effie“, che per primo ha rivelato accuse
scioccanti contro Armie Hammer, ottenendo un’attenzione diffusa
all’inizio del 2021.
Hammer commenta i suoi rapporti con le
accusatrici Courtney Vucekovich e Paige Lorenze, riconoscendo che
“le dinamiche di potere erano sbagliate” e ammettendo “un milione
per cento” di essere stato emotivamente violento nei confronti di
entrambe le donne. “Vorrei queste donne più giovani tra i 20 e i 30
anni. All’epoca ero un attore di successo. Avrebbero
potuto essere felici di stare solo con me e avrebbero detto di sì a
cose a cui forse non avrebbero detto di sì in altre circostanze”,
dice Hammer. “Questo è uno squilibrio di potere nella
situazione.”
Nell’intervista, Hammer nega l’illecito
criminale e riduce il suo comportamento e le successive accuse
all’essere “uno stronzo“. “Sono qui per riconoscere i
miei errori, assumermi la responsabilità del fatto che ero uno
stronzo, che ero egoista, che ho usato le persone per farmi sentire
meglio e, quando ho finito, sono andato avanti“, dice
Hammer. “Ora sono una persona più sana, più felice, più
equilibrata. Sono in grado di essere lì per i miei figli in un
modo in cui non lo sono mai stato… Sono davvero grato per la mia
vita, la mia guarigione e tutto il resto. Non tornerei
indietro se potessi cancellare tutto quello che mi è
successo.
L’attore di “Chiamami
col tuo nome” afferma di essere migliorato durante la
sua guarigione e ora sta lavorando come con un compagno sobrio di
un collega tossicodipendente uscito dalla riabilitazione. “Mi
trasferirò da lui e vivrò con lui, gli farò seguire una sana
routine, lo inserirò in un buon programma di riunioni [di
recupero], lo porterò in palestra, cucinerò cibo sano per
lui“, dice Hammer di lavorando come un compagno
sobrio. “Sembra che la mia guarigione abbia preso una
svolta da me che ho bisogno di aiuto per rimanere sobrio, a me che
sono in grado di aiutare gli altri.“
Hammer conferma anche alcune notizie diffuse
secondo cui ha trovato un amico in Robert Downey Jr., che lo ha sostenuto durante
la sua caduta e il periodo di riabilitazione. Secondo quanto
riferito in precedenza che l’attore di “Iron Man” ha pagato
per il suo trattamento e gli ha fornito ulteriore assistenza
finanziaria e un posto dove stare per aiutarlo a rimettersi in
piedi. “Ci sono esempi ovunque, Robert [Downey Jr.] è uno di
loro, di persone che hanno attraversato queste cose e hanno trovato
la redenzione attraverso un nuovo percorso. E questo, credo, è
ciò che manca in questa cultura dell’annullamento e del risveglio
della folla “, afferma Hammer. “Nel
momento in cui qualcuno fa qualcosa di sbagliato, viene buttato
via. Non c’è possibilità di riabilitazione“. Continua:
“Quando gettano qualcuno come me sul fuoco per proteggersi… non
fanno altro che aumentare il fuoco. E quel fuoco ora è fuori
controllo e brucerà tutti”.
Thriller britannico del 2013,
All Things to All Men ha segnato il
debutto alla regia di George Isaac, il quale ha
dimostrato buone doti nel padroneggiare tale genere. Con una
sceneggiatura scritta di suo pugno, egli dà così vita ad una storia
particolarmente complessa, all’interno della quale si avvicendano
personaggi di ogni tipo, tra insospettabili cattivi e controversi
buoni. Si arriva così a parlare di una tematica da sempre ricca di
grande fascino, ovvero il confine tra bene e male, con entrambi i
territori qui esplorati attraverso una serie di eventi
particolarmente dinamici.
L’idea di un’opera di questo tipo
venne ad Isaac nel momento in cui non riusciva a trovare nessuna
sceneggiatura che lo convincesse a debuttare come regista. Si
decise a quel punto a scrivere una propria storia, supportato anche
dal suo amico produttore Pierre Mascolo. Il film prese così vita,
venendo girato interamente nella città di Londra con un budget
particolarmente esiguo. Questo si aggira infatti intorno ai 3
milioni di sterline, nonostante vanti dalla sua un cast composto da
alcuni celebri nomi della recitazione di provenienza
internazionale. Sono proprio questi, inoltre, a conferire al film
tutto il suo carisma.
Poco noto in Italia, All Things
to All Men arrivò qui direttamente in home-video, conquistando
una buona fetta di spettatori amanti del genere. Con il suo
passaggio in televisione si presenta ora l’occasione per riscoprire
il film. Prima però, può essere utile conoscere ulteriori dettagli
sulla trama e sul cast del film, come anche le piattaforme dove
poter rivedere il titolo tramite noleggio o acquisto. Proseguendo
nella lettura sarà possibile scoprire tutto ciò.
La trama di All Things to All
Men
Ambientato in una cupa Londra, il
film si apre con l’arresto di Mark Corso, figlio
del potente boss criminale Joseph, da parte del
poliziotto corrotto Parker. L’agente incontra poi
proprio Joseph e gli riferisce dell’arresto del figlio,
proponendogli però un accordo: se lui assolderà un esperto
rapinatore per un colpo, verrà chiuso un occhio a favore di suo
figlio Mark. Il boss, a quel punto, accetta la proposta, e decide
di affidare la rischiosa missione ad uno dei suoi ladri più abili
ed esperti. Si tratta di Riley, il quale però
viene tenuto all’oscuro dei grandi giochi di potere che si agitano
sopra di lui.
La rapina si rivela più complessa
del previsto, e necessitando di alcuni codici segreti di accesso
egli dovrà fare affidamento a tutte le sue risorse per trovarli.
Allo stesso tempo, però, i sospetti sui traffici illeciti di Parker
aumentano, specialmente nel suo collaboratore più stretto
Dixon. Questi, infatti, inizia a sospettare che i
piani del suo superiore nascondino qualcosa di più grosso di quello
che egli lascia intendere. Ben presto, le strade di tutti si
incroceranno in modo tragico, portando a scontri e risvolti
inevitabili. Bene e male si confonderanno, e per Riley diventerà
sempre più difficile capire di chi potersi fidare.
All Things to All Men: il
cast del film
Per dar vita ai personaggi del suo
film Isaac ha condotto numerose ricerche, intenzionato a trovare i
migliori volti possibile per i ruoli principali. Elemento
fondamentale, infatti, era far acquisire a questi un carisma
speciale, che potesse far appassionare gli spettatori alle loro
vicende. Per il ruolo del ladro Riley, infine, è stato scelto
l’attore Toby Stephens. Oggi noto in particolare
per la serie Black Sails, per dar vita al personaggio egli
si sottopose ad un lungo allenamento fisico, grazie al quale ha poi
potuto personalmente dar vita alle principali acrobazie presenti
nel film. Accanto a lui, nel ruolo del corrotto poliziotto Parker,
vi è invece l’attore Rufus
Sewell.
Celebre per il ruolo di Frank Frink
in L’uomo nell’alto castello, Sewell raccontò in seguito
di essersi documentato molto sull’attività della polizia di Londra,
così da poter risultare più realistico nella sua interpretazione.
Nome di grande spicco è invece quello di Gabriel
Byrne, il quale interpreta qui il boss criminale
Joseph Corso. Questi era divenuto particolarmente celebre nel 1995
grazie al ruolo del protagonista Dean Keaton in I soliti
sospetti. Nel film è poi presente l’attrice Elsa
Pataky, celebre per la saga di Fast &
Furious, che interpreta qui il personaggio di Sophia
Peters. Leo Gregory, infine, noto grazie a diverse
serie TV, è invece l’interprete di Dixon, il poliziotto che
inizierà a nutrire sospetti sulle attività di Parker.
All Things to All Men: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di All Things to All Men
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV e Chili
Cinema. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento
generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato
periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno domenica 5febbraio alle ore 21:00 sul
canale 20 Mediaset.
Divenuto popolare grazie a
tormentoni come Andiamo a comandare e Faccio quello
che voglio, il cantante e youtuber Fabio
Rovazzi ha infine debuttato anche al cinema nel 2018 con
il film Il vegetale (qui la recensione). Questo è
diretto dal regista Gennaro Nunziante, noto per
essere stato l’autore dei primi film di Checco Zalone,
da Cado dalle nubi a Quo vado?. Distaccatosi
dal comico pugliese, Nunziante ha poi intrapreso un percorso
diverso, che lo ha portato ad incrociare la strada con Rovazzi,
dando vita ad una commedia tanto umile quanto apprezzabile su
alcune importanti e spesso trascurate tematiche sull’Italia di
oggi.
Nunziante e Rovazzi applicano
infatti in modo vincente la formula usata per i film di Zalone,
confezionando una commedia che ritrae con ironia uno spaccato della
nostra società, la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro da
parte dei giovani e i diversi problemi che affliggono il paese, dai
furbetti di turno alle grandi delusioni. Tra personaggi ben
caratterizzati, situazioni paradossali, l’amichevole partecipazione
di Barbara D’Urso (che rappresenta uno dei momenti
più divertenti del film) e battute ben pensate, il film si presenta
dunque come una godibile commedia che allo stesso tempo offre
un’immagine inedita di Rovazzi.
Non vi è infatti tempo per canzoni,
balletti o cameo di amici celebri. Il tutto si regge unicamente
sulle spalle della storia e del suo protagonista, rappresentando un
ritorno alla naturalezza delle cose particolarmente apprezzabile.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Il vegetale
Protagonista del film è
Fabio Rovazzi, giovane neolaureato in Scienze
della Comunicazione alla disperata ricerca di un lavoro che
rispetti i suoi criteri etici. Oltre a relazionarsi con tali
problematiche lavorative, egli è anche impegnato a gestire un padre
ingombrante, Bruno Rovazzi, e una sorellina
capricciosa e viziata, Nives Rovazzi. Entrambi
considerano Fabio un “vegetale”, buono a nulla capace solo a
combinare guai e per questo del tutto inadatto a svolgere un vero
lavoro. Subentrato al padre nella gestione della sua azienda, non
tarda infatti a far fallire la suddetta. Un evento inatteso, però,
cambierà improvvisamente in meglio la situazione di Fabio.
L’occasione giusta sembra arrivare
durante il colloquio in una grande azienda, dove Fabio aveva
precedentemente svolto attività di volantinaggio. Richiamato da
questa, Fabio si vedrà proporre uno stage molto particolare che
cambierà per sempre la sua esistenza. In contrasto con i suoi studi
e le sue capacità, Fabio scoprirà a proprie spese che lo stage
consiste nel lavorare come bracciante agricolo in un paesino
sperduto del nord Italia. Qui, però, farà la conoscenza di
Caterina, bella maestra di
Scuola, e di Armando, misterioso locale che
prenderà Fabio sotto la propria ala di protezione. Quella che
sembrava essere la più assurda delle situazioni si rivelerà invece
un’occasione molto importante di crescita.
Il vegetale: il cast del film
Ad interpretare il protagonista, vi
è dunque Fabio Rovazzi, che porta in scena una
versione di sé stesso più sobria di quella che si era soliti
conoscere. Accanto a lui vi sono poi diversi attori particolarmente
noti, a partire da Luca
Zingaretti, che interpreta il misterioso Armando,
personaggio che si rivelerà particolarmente importante per la
formazione personale del protagonista. L’attore Ninni
Bruschetta, invece, è Bruno Rovazzi, padre del
protagonista. Lo youtuber Alessio Giannone è
presente nei panni di Nicola, coinquilino pugliese di Fabio, mentre
Matteo Reza Azchirvani è Vidar. Nei panni di
Caterina, la maestra di cui Fabio si innamora vi è Paola
Calliari, mentre per la prima volta sullo schermo appare
Rosy Franzese, nel ruolo della pestifera sorellina
Nives.
Il vegetale: le location,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Il film è stato parzialmente girato
nella città di Milano, dove si svolgono le prime scene in cui Fabio
è impegnato nella ricerca di un lavoro. Gran parte del film, però,
si svolge in alcune meravigliose località rurali, qui valorizzate
al meglio. Tra queste vi è Bereguardo, in provincia di Pavia, con
scene girate presso l’Azienda Agricola Cascine Orsine. Altre
località sono Greccio, Contigliano, Labro e Cottanello, tutte
presenti nella provincia di Rieti. Alcune riprese sono invece state
realizzate presso il lago di Piediluco, nella provincia di Terni.
Il film alterna dunque scenari urbani a scenari più naturali,
esaltando la bellezza e la tranquillità di questi ultimi rispetto
ai primi.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il
vegetale è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
febbraio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Oggi celebre per il personaggio di
William “Billy” Butcher nella serie targata Amazon The
Boys, l’attore Karl Urban vanta nella sua
carriera diversi ruoli oggi iconici, tra cui Éomer nella trilogia
cinematografica de Il Signore degli Anelli e Leonard
“Bones” McCoy nei nuovi film di Star Trek. Uno dei suoi
ultimi, e meno noti, ruoli cinematografici, è però quello nel
thriller poliziesco Bent – Polizia
criminale, diretto nel 2018 da Robert
Maresco. Questi è meglio noto per essere stato lo
sceneggiatore e il produttore di Crash – Contatto fisico,
per il quale ha anche vinto un premio Oscar.
Sceneggiatore anche di questo suo
nuovo lungometraggio, Maresco si è basato sul romanzo Deadly
Codes, scritto da JP O’Donnell, dando vita ad
un intricato crime dove bene e male non fanno che mescolarsi e
confondersi continuamente. Il film, nonostante il cast e la
produzione internazionale, è stato girato interamente in Italia, in
particolare a Roma. Tale ambientazioni non fanno che conferire
ulteriore fascino alla vicenda, la quale si presenta come una
continua sorpresa per lo spettatore.
Pur se poco noto, anche a causa
della sua distribuzione prevalentemente in home video, il film è un
titolo che ogni amante del genere potrà apprezzare. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Bent – Polizia
criminale
Protagonista del film è
Danny Gallagher, un detective della narcotici che,
mentre sta indagando su un caso, si ritrova incastrato per un
omicidio che non ha commesso: quello del suo fidato partner. Danny
finisce dunque in prigione e alla sua scarcerazione, dopo un
periodo di detenzione, la prima cosa che è intenzionato a fare è
quella di elaborare un piano per vendicarsi di chi lo ha tradito.
Prima di tutto deve scoprire come sono andati esattamente i fatti
la notte in cui il suo compagno è rimasto vittima dell’omicidio.
Durante la sua indagine, il detective, con l’aiuto del suo mentore
Jimmy Murtha, un ex poliziotto in pensione e
all’agente governativo Rebecca, scopre qualcosa di
molto importante.
Egli individua infatti un filo rosso
che collega l’omicidio del suo collega ad un altro, ovvero la morte
misteriosa di una donna di nome Jennifer Pierce.
Quest’ultima era la sorella di un allibratore di zona, sulla cui
uccisione, regna ancora un alone di mistero. Più Danny andrà avanti
con le indagini e più riuscirà a ricostruire un complicato puzzle,
in cui emergerà come l’omicidio del suo collega non sia che uno dei
tanti tasselli di un complicatissimo complotto internazionale.
Ormai consapevole di star rischiando la vita, Danny dovrà andare
fino in fondo a quella storia, cercando di far emergere la
verità.
Bent – Polizia criminale:
il cast del film
Come anticipato ad interpretare il
protagonista Danny Gallagher vi è l’attore Karl Urban, dal regista
considerato l’unico a poter fornire al personaggio la giusta
ambiguità che lo rende sia tanto misterioso quanto carismatico.
L’attore, inoltre, ha qui avuto la possibilità di condividere una
scena con il figlio Indy. Il bambino, infatti, compare come figlio
del personaggio di Dougie, che Danny va a trovare a circa un’ora
dall’inizio del film. Accanto a lui, nei panni del mentore Jimmy
Murtha vi è invece l’attore Andy Garcia, celebre
per film come Gli intoccabili, Il padrino – Parte III e
Ocean’s Eleven.
L’attrice Sofia Vergara, nota
nota soprattutto per il ruolo di Gloria Delgado-Pritchett nella
acclamata serie televisiva Modern Family, è qui l’agente
governativo Rebecca. Stando a quanto da lei dichiarato, per
Bent – Polizia criminale l’attrice si è trovata a dar vita
alla sua prima scena di nudo, condivisa con Urban e ambientata
all’interno della doccia. L’attore italoamericano Vincent
Spano interpreta Charlie Horvath, mentre Grace
Byers e Trai Byers sono rispettivamente
Kate e Chuck. Questi ultimi due, come anche il cognome suggerisce,
sono sposati nella realtà.
Bent – Polizia criminale:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Bent – Polizia
criminale è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili e Apple iTunes. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Diventato un appuntamento
imperdibile sulle rive del Garda, torna dal 21 al 25
giugno 2023 ilBardolino
Film Festival– Immagini, suoni e
parole sull’acqua per una terza edizione all’insegna
del cinema e dell’intrattenimento di qualità in una location
davvero unica. Organizzato e sostenuto dal Comune di Bardolino, con
la direzione artistica del giornalista e critico
cinematografico Franco Dassisti, il BFF
nelle edizioni precedenti ha ospitato grandi talenti del panorama
cinematografico e culturale italiano e internazionale, consolidando
la propria immagine come uno degli eventi principali dell’estate
sul lago. Milena Vukotic, Pierfrancesco Favino, Mario Martone,
Francesco Bruni, Cristiana Dell’Anna, Barbara Ronchi sono solo
alcuni dei grandi ospiti che in questi anni hanno preso parte alla
manifestazione.
Fil rouge del
Bardolino Film Festival 2023 è il tema “In viaggio…
sulla strada e nell’anima”. I percorsi narrativi proposti
dai film in concorso evocheranno non solo una delle più
classiche tematiche come il viaggio on the road, ma anche il
viaggio nell’anima inteso come introspezione e scoperta del sé.
“Dopo le prime due edizioni
intitolate “Re-Start” (dedicata alle ripartenze post-pandemia) e
“Figli della terra” (sul rapporto fra uomo e ambiente), per questa
terza edizione vogliamo esplorare il tema del viaggio, fisico o
interiore. Cosa ci porta a spostarci da un luogo all’altrodel mondo o della nostra anima? Cosa siamo prima di un viaggio
e cosa diventiamo dopo averlo intrapreso? Cercheremo le risposte
nei film dei due concorsi, cortometraggi e documentari. Ma anche
nelle cinque serate di cinema con grandi ospiti in riva al
lago” commenta Franco Dassisti,
Direttore del Bardolino Film Festival.
Principale novità di quest’anno sarà
il sempre maggiore coinvolgimento del territorio: lo splendido
parco Carrara Bottagisio di Bardolino ospiterà infatti un villaggio
del cinema, aperto al pubblico per l’intera giornata per tutta
durata della manifestazione, con stand enogastronomici e non
solo.
Per l’edizione 2023 Villa Carrara
Bottagisio diventerà la venue principale del
BFF, che oltre al villaggio del cinema sarà la location delle
proiezioni serali vista lago.
“Il Bardolino Film Festival si
conferma anche quest’anno l’appuntamento culturale che vede
Bardolino dal 21 al 25 giugno location perfetta per le proiezioni
di film ed incontri con i maggiori attori e registi della scena
cinematografica nazionale nella suggestiva cornice del parco
di Villa Carrara Bottagisio. La volontà dell’amministrazione è
di creare un vero e proprio “Villaggio del cinema”, luogo di
ritrovo e di confronto nei giardini di Villa Carrara
prospicenti le sponde del lago di Garda, dove sarà possibile
incontrare gli artisti, ascoltare presentazioni di libri e
apprezzare le eccellenze enogastronomiche locali. E dove ogni sera,
all’imbrunire, si potrà assistere alla proiezione sul grande
schermo di uno dei migliori film della stagione e incontrarne
i protagonisti” aggiunge Nica Currò, Assessore alla Cultura del
Comune di Bardolino “Il mio intento è continuare ad investire
in cultura e nello specifico nella cultura cinematografica perché
credo fermamente che questa sia capace di incidere nel costume e
nella ricerca di quei valori di cui la nostra società ha sempre più
disperatamente bisogno” aggiunge Nica
Currò, Assessore alla Cultura del Comune di
Bardolino.
Resta confermata la struttura del
festival con le due sezioni competitive internazionali, BFF Doc e
BFF Short, per ognuna delle quali le giurie composte da personaggi
del mondo del cinema e dell’audiovisivo assegneranno il Premio per
il Miglior Film.
Ad accompagnare i
concorsi, cinque serate speciali in riva
al lago che vedranno protagonisti altrettanti ospiti d’eccezione
che si racconteranno al pubblico del festival e presenteranno
alcuni tra i film di questa stagione cinematografica che meglio
hanno saputo declinare il tema dell’edizione.
Non mancherà inoltre la sezione BFF
Books, dedicata agli incontri con gli autori di libri sempre
percorrendo la traiettoria ideale tracciata dal tema della
manifestazione. Le iscrizioni per le candidature dei film sono
aperte al seguente indirizzo: https://filmfreeway.com/BardolinoFilmFestival
La signora Tahereh
Saeidi, moglie del famoso regista cinematografico iraniano
Jafar Panahi, ha annunciato in una telefonata a
Mansour Jahani, reporter cinematografico
indipendente e internazionale, che con gli sforzi del signor
Saleh Nikbakht e Yusef Moulai, i
suoi avvocati, alle 19.00 di venerdì 3 febbraio 2023, Jafar
Panahi è stato rilasciato dalla prigione di Evin a
Teheran.
Saleh Nikbakht, un
noto avvocato iraniano, ha dichiarato in un’intervista a
Mansour Jahani, un giornalista cinematografico
indipendente, sull’ultimo stato del caso Jafar
Panahi:“Sebbene io sia felice del rilascio del signor
Panahi, va detto che la sua scarcerazione sarebbe dovuta avvenire
tre mesi fa, a seguito dell’accoglimento della nostra opposizione
alla sua precedente decisione giudiziaria. Sono sorpreso da questi
“incontri a mazza” con il signor Panahi e altri artisti, scrittori,
intellettuali e giornalisti e in generale i contestatori dello
status quo. Poiché trascurano persino di attuare la decisione della
massima autorità giudiziaria.”
La Dott.ssa Nikbakht ha continuato
il suo discorso e ha detto: La decisione della Corte Suprema è
stata emessa in seguito alla nostra obiezione alla precedente
sentenza del Sig. Panahi il 18 ottobre 2022, e il Sig. Panahi
avrebbe dovuto essere rilasciato immediatamente su cauzione.
Ci sono storie personali talmente
travagliate o ricche di eventi da risultare perfette per un romanzo
o un film. Quella di Jeanette Walls è diventata
prima l’uno e poi l’altro. Il suo romanzo The Glass Castle
è infatti stato trasportato sul grade schermo nel 2017 con il
titolo italiano Il castello divetro. Scritto e diretto da
Destin Daniel Cretton, già autore di Shot Term
12, questo è incentrato sulla difficile infanzia dell’autrice.
In particolare si concentra sui continui spostamenti da un luogo
all’altro e nel difficile rapporto con il padre alcolizzato.
Viaggiando nella memoria, sarà così possibile tanto per la
scrittrice quanto per lo spettatore trovare la cura ad ogni
ferita.
Attento nel trattare eventi e
tematiche tanto delicate, il film offre così una storia famigliare
particolarmente coinvolgente, capace di essere tanto specifica
quanto universale. Per raccontare la sua storia, il regista sceglie
di strutturare il tutto su due piani temporali, spostandosi
continuamente dal presente al passato per mostrare gli effetti del
secondo sul primo. Lo stretto intrecciarsi delle due narrazioni
permette così di dar vita ad un intenso dramma, dove il cuore si
ritrova nell’arte di perdonare e saper rimediare. Girato nello
stato della Virginia Occidentale, Il castello di vetro
esalta dunque la fragilità presenti in ognuno di noi, accentuate o
meno dal proprio vissuto.
Apprezzato per le interpretazioni
dei protagonisti, è questo un film che troverà negli amanti di
storie intime e personali il suo pubblico di riferimento. Passato
in sordina al cinema, Il castello di
vetro chiede ora di essere riscoperto in ogni suo più
affascinante aspetto. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze tra il libro e il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Il castello di vetro
Protagonista del film è
Jeannette, seconda di quattro fratelli, la quale
si ritrova a cresce con la madre Rose Mary
Walls dal carattere particolarmente immaturo, e con
il padre Rex Walls, affettuoso ma con gravi
problemi di alcolismo, a causa dei quali non riesce a mantenere
neanche un lavoro. Quando non è ubriaco, Rex si getta in progetti
sconsiderati, elabora complesse strategie di guadagno e infarcisce
la mente dei figli di aneddoti bizzarri e fantasiosi, che col tempo
alle due sorelle maggiori non bastano più. Spostandosi da un luogo
all’altro, la famiglia sarà costretta a riflettere sulla propria
esistenza, trovandosi a scegliere tra il rimanere o lo scappare e
tentare di sopravvivere. Ormai cresciuta, Jeannette si trova a
ripensare alla propria infanzia, ricercandovi un ordine attraverso
cui poter giungere a nuove consapevolezze.
Il castello di vetro: il
cast del film
Originariamente, ad interpretare i
protagonisti avrebbero dovuto essere gli attori Jennifer
Lawrence, nei panni dell’adulta Jeannette, e Mark Ruffalo e
Claire Danes in quelli dei genitori Rex e Rose.
Tuttavia, a causa di diversi ritardi nella produzione, i tre si
sono trovati a dover rinunciare ai ruoli. Il regista decise allora
di affidare la parte dell’adulta Jeannette alla premio Oscar
Brie Larson,
con la quale aveva già lavorato per il suo precedente film.
L’attrice accettò entusiasta il ruolo, e si preparò a questo
intrattenendo lunghe conversazioni con la vera Jeannette. Parlando
con lei ebbe infatti modo di apprendere tutti i maggiori retroscena
sulla vicenda da raccontare, calandosi emotivamente in quel
contesto. Ad interpretare Jeannette da bambina vi è invece
Ella Anderson, già nota per la serie Henry
Danger.
Il candidato all’Oscar Woody Harrelson
è invece presente nei panni del padre Rex. Per l’attore è stato
particolarmente affascinante dar vita ad un personaggio tanto
complesso, che presenta tanto aspetti positivi quanto altri più
negativi. Naomi Watts è
invece la madre Rose Mary, mentre i tre fratelli Lori, Brian e
Maureen sono interpretati da Sarah Snook, Josh
Caras e Bridgette Lundy-Paine. La
versione adolescente di Lori ha il volto dell’attrice
Sadie Sink, divenuta celebre per aver interpretato Max
nella serie NetflixStrangerThings.
Iain Armitage, ora celebre per il ruolo di Sheldon
Cooper in Young Sheldon, è invece Brian all’età di 6
anni.
Il castello di vetro: le
differenze tra il libro e il film
Nell’approcciarsi all’adattamento
della Walls, gli autori del film hanno deciso di mantenersi quanto
più fedeli possibile a quanto da lei raccontato. Ciò è dovuto anche
al fatto che, trattandosi di una storia vera ed estremamente
personale, sarebbe stato particolarmente irrispettoso attuare
cambiamenti che snaturassero la storia e le sue tematiche. Vi sono
però ovviamente alcune differenze, dovute alla necessità di
adattare il romanzo ai canoni del racconto cinematografico. Mentre
il libro procede in ordine cronologico, partendo dall’infanzia
della protagonista fino ad arrivare alla sua vita da adulta, il
film procede invece in ordine differente. Il regista ha infatti
scelto, come anticipato, di dar vita a due linee narrative che
permettessero di vedere tanto la giovane quanto la adulta
Jeannette.
Il film, inoltre, sceglie di
concentrarsi sul turbolento rapporto della protagonista con il
padre. Ciò ha naturalmente portato a sacrificare una serie di
dettagli ed eventi relativi alla madre e ai fratelli. Alcuni degli
eventi relativi al padre e alla figlia sono inoltre confluiti in
episodi più brevi, come quello relativo ai tentativi di Rex di
insegnare a sua figlia a nuotare. Similmente a quanto raccontato
nel libro è invece l’episodio relativo alla richiesta di Jeannette
al padre di smettere di bere. Piccole differenze si ritrovano anche
nei vari spostamenti della famiglia, con Rex che nel film viene
raramente visto lavorare. Nel romanzo, invece, viene più ampiamente
descritto come questi cercasse continuamente lavoro, faticando però
a tenerne uno in modo stabile.
Il castello di vetro: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Il castello di vetro grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple
iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3
febbraio alle ore 21:10 su canale
Rai Movie.
Dopo aver realizzato nel corso degli
anni Novanta film come La recluta, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County,
Potere assoluto e, in
particolare, Gli spietati, il
regista premio Oscar Clint Eastwood
è entrato nel nuovo millennio da vera e propria leggenda del cinema
mondiale. Nel nuovo decennio realizzerà poi ulteriori grandi opere
come Mystic River, Million dollar
Baby e Gran Torino. Prima di
queste, però, Eastwood ha portato al cinema Debito di
sangue, un nuovo thriller poliziesco sulla scia di
quelli già interpretati nei precedenti anni. Arrivato in sala nel
2002, questo ha inoltre permesso al regista di tornare a vestire i
panni di un antieroe duro e senza regole, personaggio ricorrente
nella sua filmografia.
Dagli anni Settanta in poi, infatti,
Eastwood ha in più occasioni recitato nei panni del detective o
dell’agente di polizia, e ad attrarlo di Debito di sangue
vi era proprio la possibilità di dar vita, per l’ultima volta, ad
un nuovo personaggio di questo genere. Fu così che con la sua casa
di produzione, la Malpaso Productions, egli acquisì i diritti
dell’omonimo romanzo di Micheal Connelly,
pubblicato nel 1998. Pur seguendo inizialmente la trama di questo,
il film finisce però con il discostarsene in modo netto, giungendo
anche ad un diverso finale. Molti dei cambiamenti, in particolare,
furono attuati per permettere ad Eastwood di poter interpretare il
protagonista, nel romanzo in realtà molto più giovane.
Girato con la classica rapidità per
cui il regista è noto, Debito di sangue venne terminato in
soli 38 giorni. Il risultato in sala non fu però dei migliori,
arrivando un incasso di soli 31 milioni di dollari a fronte di un
budget di 50. Ad oggi è considerato un film minore del regista,
eppure si tratta di un film con una serie di caratteristiche che
provano l’esatto contrario. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Debito di
sangue
Protagonista del film è
Terry McCaleb, veterano dell’FBI e
tra i migliori agenti di questa nonostante la sua età. Questi è ora
sulle tracce di un pericoloso serial killer, il quale lo provoca
con messaggi cifrati scritti con il sangue delle sue vittime.
Grazie alla sua esperienza, McCaleb riesce a ottenere importanti
indizi, arrivando ad un passo dalla cattura dell’assassino che è
intanto divenuto noto come “The Code”. A rovinare i suoi piani,
però, arriva un infarto improvviso, che lascia esamine l’agente e
al killer la possibilità di scappare. Salvato grazie ad un
tempestivo trapianto di cuore, McCaleb decide di riconoscere quello
come un segnale inequivocabile della sua sopraggiunta
anzianità.
Decide pertanto di abbandonare il
proprio mestiere e ritirarsi in pensione. Ha così per lui inizio
una tranquilla esistenza sul porto di San Diego, dove vive nella
sua barca. Il richiamo della sua precedente vita non manca però di
manifestarsi in più occasioni, in particolare attraverso la visita
di Graciella Rivers. Questa chiede infatti all’ex
agente di aiutarla a trovare l’assassino di sua sorella, il cui
cuore batte ora nel petto di McCaleb. Deciso ad onorare questo
debito di sangue, l’uomo torna così a vestire i panni del
detective, riprendendo la sua ricerca di “The Code”. Affiancato dal
collega Buddy Noone, ha così per lui una caccia
all’uomo altamente rischiosa.
Debito di sangue: il cast
del film
Consapevole di non essere più
giovanissimo, Clint Eastwood ha fatto in modo di
poter rendere evidente la differenza che intercorre tra l’agente
Terry McCaleb da quelli precedentemente interpretati. Per l’attore
si è trattata infatti di una sfida non da poco, che lo ha portato a
dover rendere credibili i problemi di cuore del personaggio,
impossibilitato anche per età a fare molte delle cose che Eastwood
era solito fare. Ad oggi si tratta dell’ultimo agente di polizia da
lui interpretato, anche proprio a causa dell’età raggiunta e che
rende difficile dar vita a personaggio di questo tipo. Accanto a
lui, nei panni del collega Buddy Noone si ritrova invece l’attore
Jeff Daniels. Questi conobbe Eastwood giocando a
golf nel corso degli anni Novanta, e il regista si disse
interessato a lavorare con lui in futuro.
Ad interpretare la cardiologa Bonnie
Fox vi è invece la premio Oscar AnjelicaHuston. Qualche anno prima Eastwood aveva
realizzato il film Cacciatore bianco, cuore nero, dedicato
proprio al padre dell’attrice, John Huston. Per lei fu dunque un
grande onore poter lavorare con colui che aveva interpretato il
genitore con tanto rispetto. L’attrice Wanda DeJesus, nota per le serie CSI:
Miami e Sons of Anarchy, interpreta
Graciella Rivers, mentre Dylan Walsh è il
detective John Waller. L’attore Rick Hoffman,
celebre in particolare per la serie Suits, è qui James
Lockridge, e Tina Lifford la detective Jaye
Winston. Infine, con un piccolo cameo nei panni di una giornalista,
è presente anche la ex moglie del regista, Dina
Eastwood.
Debito di sangue: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Debito di sangue grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 3 febbraio alle ore 21:00
sul canale Iris.
Il prequel di “Yellowstone”
di Taylor Sheridan1923
che ha come protagonisti Harrison Ford nei panni
del patriarca di Dutton Jacob e Helen Mirren nei panni della moglie di origine
irlandese Cara è stato rinnovato per una seconda stagione da
Paramount+. La serie segue la loro
generazione della famiglia Dutton mentre affrontano pandemie,
siccità e la fine dell’era del proibizionismo nel Montana degli
anni ’20.
1923
si è rivelato un successo fin dall’inizio, diventando la premiere
di Paramount+ più vista di tutti i tempi negli Stati Uniti con 7,4
milioni di spettatori. Ha anche ricevuto recensioni positive. Oltre
a Ford e Mirren, lo spettacolo è interpretato da Brandon
Sklenar, Darren Mann, Michelle Randolph, James Badge Dale, Marley
Shelton, Brian Geraghty, Aminah Nieves, Jerome Flynn e Julia
Schlaepfer. Robert Patrick, Sebastian Roché e
Kerry O’Malley sono i personaggi ricorrenti e le guest
star hanno incluso quest’anno volti del calibro di James
Badge Dale, Jennifer Ehle, Tim DeKay, Nick Boraine, Alexandra
Grossi, Michael Spears, Amelia Rico, Jessalyn Gilsig, Peter
Stormare e Jacques Schembri.
1923 è
prodotto da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque Ranch
Productions, e prodotto dal co-creatore di “Yellowstone” Taylor Sheridan, David C. Glasser,
John Linson, Art Linson, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben
Richardson.
La lista di show Paramount+ firmati da
Sheridan include anche altri prequel di “Yellowstone”
“1883”, “Mayor of Kingstown” e
“Tulsa King”. Ha tre spettacoli in fase di sviluppo:
“Bass Reeves“, “Lioness” e “Land Man”. “1923”
ritornerà con un nuovo episodio il 5 febbraio 2023.
Alla giovane attrice
Thomasin McKenzie sono bastati una manciata di
ruoli per affermarsi come un’interprete dotata di carisma e
capacità di passare con naturalezza da un genere all’altro,
sperimentando dunque ogni volta con personaggi e contesti nuovi. Ad
oggi è dunque considerata uno dei giovani promettenti volti della
recitazione e i diversi film di rilievo in cui ha avuto modo di
recitare con successo sembrano confermare tale previsione.
2. Ha preso parte anche ad
alcune serie TV. Oltre ad aver recitato per il cinema, la
McKenzie si è distinta anche per alcuni progetti televisivi a cui
ha partecipato. Si annoverano tra questi la soap opera
Shortland Street (2015), e serie come End of Term
(2015), Bright Summer Night (2016), the Cul De
Sac (2017) e Lucy Lewis Can’t Lose (2017). Nel 2022 è
invece tra le protagoniste della serie Life After Life,
dove interpreta Ursula.
Thomasin McKenzie in Jojo
Rabbit
3. Conosceva il regista da
tempo. Prima di sceglierla per il ruolo di Elsa Korr nel
suo film JojoRabbit, Taika Waititi
conosceva la McKenzie sin da quando era molto piccola, poiché amico
dei suoi genitori, provenienti dalla scena teatrale neozelandese.
Dopo averle assegnato la parte, Waititi l’ha poi incaricata di
guardare Schegge di follia (1988), per farle capire
l’atmosfera che stava cercando per il suo personaggio.
4. È stata candidata ad un
importante premio. Grazie alla sua interpretazione in
Jojo Rabbit, la McKenzie ha avuto modo non solo di
ottenere grande popolarità, ma anche di ricevere una candidatura
come miglior giovane interprete ai prestigiosi Critics’ Choice Awards. A
vincere il premio poi stato il giovane Roman Griffin
Davis, suo collega nel film di Waititi, ma anche solo il
fatto di essere stata candidata ha permesso alla McKenzie di farsi
notare ulteriormente e ottenere nuovi importanti ruoli.
Thomasin McKenzie in
Old
5. Ha avuto una parte
importante nel film. Nel film thriller Old, la
McKenzie ricopre il ruolo di Maddox all’età di 16 anni. Il suo
personaggio è la figlia maggiore dei due adulti protagonisti,
interpretati da Gael Garcia
Bernal e Vicky Krieps. Benché
interpreti una fase di passagio del suo personaggio, l’attrice ha
dato vita alla versione di Maddox che compare per più tempo in
scena, partecipando dunque ai principali risvolti narrativi.
Thomasin McKenzie in Ultima
notte a SoHo
6. Ha guardato diversi film
per prepararsi al ruolo. Dopo averla vista in Senza
lasciare traccia, il regista Edgar Wright ha
fortemente voluto la McKenzie per il ruolo di Eloise, personaggio
co-protagonista del film insieme alla Sandie di Anya
Taylor-Joy. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha
guardato, su consiglio di Wright, i 50 film preferiti del suddetto
regista. La McKenzie ha però affermato di averli visti tutti tranne
uno, Suspiria (1977) diretto da Dario
Argento, grande ispirazione nella carriera cinematografica
di Wright, ma da lei giudicato troppo spaventoso.
Thomasin McKenzie in Lo
Hobbit
7. Ha avuto una parte nel
terzo film della trilogia. In Lo Hobbit – La battaglia delle
cinque armate, il terzo film della trilogia diretta da
Peter Jackson, la McKenzie, in una delle sue prime
prove come attrice, compare brevemente nei panni di Astrid, giovane
abitante di Ponte Lago Lungo. Per lei fu un esperienza
particolarmente importante, che le permise di confrontarsi con un
set imponente. L’attrice ha inoltre raccontato che proprio su quel
set ha sviluppato una forte passione per gli elfi, aspirando ad
interpretarne uno un giorno.
Thomasin McKenzie ha un
fidanzato?
8. È molto
riservata. Da quando è diventata popolare grazie a
Jojo Rabbit e Senza lasciare traccia, la McKenzie
si è da subito distinta per il suo tenerci molto affinché la
propria vita privata rimanga estranea ai riflettori della
notorietà. Non ha infatti mai condiviso molti dettagli sulla
propria vita personale e ancor meno su quella sentimentale. Ad oggi
infatti non si sa nulla riguardo possibili relazioni passate, né di
eventuali attualmente in corso.
Thomasin McKenzie è su
Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 391 mila
persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 400 post.
Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o
promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità,
momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni
ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le
sue novità.
Thomasin McKenzie: età e altezza
dell’attrice
10. Thomasin McKenzie è nata
il 26 luglio del 2000 a Wellington, in Nuova Zelanda.
L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.
Dopo la parentesi
americana di grande successo, Martin McDonagh si
ritira nella sua Irlanda con il nuovo film, The Banshees of Inisherin, che in Italia
uscirà con
il titolo di Gli Spiriti dell’Isola e che
vede protagonista la straordinaria coppia di suoi connazionali
formata da
Colin Farrell e Brendan Gleeson,
che aveva già diretto in In Bruges – La coscienza dell’assassino, del
2008.
Gli Spiriti dell’Isola, la
storia
Ambientato su una remota
isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli
Spiriti dell’Isola segue le vicende di due amici di
vecchia data, Padraic e Colm, che si ritrovano in un’impasse quando
Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia. Padraic,
sbalordito, non accetta questo rifiuto e tenta di ricucire la
relazione, aiutato dalla sorella Siobhan e da Dominic, un giovane
isolano tormentato. I ripetuti sforzi di Padraic, tuttavia, non
fanno che rafforzare la determinazione dell’ex amico e, quando Colm
lancia un disperato ultimatum, gli eventi precipitano rapidamente,
con conseguenze scioccanti.
Se indagare nelle paure
e nei dubbi della psiche umana è un’abitudine dello sceneggiatore e
regista irlandese, con Gli Spiriti
dell’Isola McDonagh racconta anche quel sottile
confine che traccia la separazione tra ingenuità e inettitudine,
tra depressione e noia, attraverso i personaggi di
Farrelle
Gleeson che proprio non riescono a trovare un
terreno di incontro di fronte a un cambiamento dello status
quo.
Colm e Padraic, tra profondità e
superficie
È questo il gap che si
crea trai due: Colm, forse perché più anziano e più prossimo alla
morte, sente avvicinarsi la fine e con essa l’urgenza e la
necessità di lasciare qualcosa al mondo, vuole sopravvivere a se
stesso e non gli basta il ricordo e l’affetto di chi lo ha
conosciuto. Vuole creare musica e rimanere trai vivi, come è
successo, ad esempio, a Mozart, che viene più volte citato nel
film. Padraic invece si esaurisce nel qui e ora, si trascina lungo
le coste dell’isola, beve birra, intrattiene conversazioni futili
con chi incontra e questo lo soddisfa, perché non ci sono domande o
paure, nella sua vita, almeno non fino a che Colm non comincia ad
ignorarlo.
I due interpreti
regalano due performance misurate ed eleganti, dando corpo a due
personaggi quasi antitetici che prendono la vita molto diversamente
ma che sono entrambi sovrastati dalla paura del domani. Se da una
parte c’è chi sente l’approssimarsi della fine, dall’altra non ci
si pone nessun tipo di domanda e si prova ad andare avanti come se
niente fosse, come se la vita fosse immobile in un eterno presente
senza prospettive né cambiamenti. Cosa che non sta bene alla
sorella di Padraic che invece vuole lasciare l’isola e costruire
qualcosa per se stessa, per la sua vita e il suo futuro.
Martin McDonagh firma anche la
sceneggiatura
La scrittura di
Martin McDonagh è ancora una volta ironica e
drammatica allo stesso tempo, tratteggia con grande precisione non
solo i protagonisti, ma anche tutti i personaggi di contorno,
creando un microcosmo realistico e coerente seppure immerso in un
mondo ai margini che sembra non essere mai esistito e su cui
aleggia un velo di antica magia. La decisione scatenante di Colm fa
piombare Padraic in una depressione travolgente che non conosce
rimedio se non la continua ricerca del confronto, la richiesta di
spiegazioni e, di fronte al rifiuto dell’altro, la frustrazione
totale.
Un elemento importante
della storia è senza dubbio l’ambientazione, che grazie all’occhio
di McDonagh si mostra sempre come essenziale e fondamentale. Perché
abbraccia le storie narrate, perché si erge a sfondo e testimone
impassibile e perché il regista stesso riesce a sfruttarne la
bellezza selvaggia senza farne una cartolina dell’azienda Soggiorno
e Turismo ma rendendo il territorio uno strumento narrativo. Le
lunghe traversate delle colline verdi e desolate sembrano
simboleggiare la noia, la fatica, l’insoddisfazione che regna in
quei luoghi, nonostante la bellezza naturale, e ogni personaggio,
anche gli splendidi comprimari, trova il suo momento e il suo
spazio per brillare, immerso com’è in una natura che dialoga con
chi la abita.
Gli Spiriti
dell’Isola racconta di un’amicizia, di chi è capace di
porsi nel mondo in maniera critica e di chi invece si lascia
soltanto trascinare dalla contingenza, il film di Martin
McDonagh lo fa con realismo, intelligenza e delicatezza,
dimostrandosi una delle opere più coese e compiute del regista. Un
film piccolo con lo spirito di una bellissima novella.
SKY ha diffuso il trailer
di Maria Antonietta, la nuova serie che racconta
la storia della giovane regina austriaca che sconvolse la corte di
Francia per la sua mentalità moderna e all’avanguardia. Creata e
scritta da Deborah Davis, sceneggiatrice del film
La Favorita (per cui è stata candidata agli Oscar del
2018), e con protagonista l’attrice tedesca Emilia
Schüle, la serie in 8 episodi andrà in onda in esclusiva
su Sky e in streaming solo su NOW dal 15 febbraio, con due nuovi
episodi ogni mercoledì su Sky Serie (disponibili anche on
demand).
https://youtu.be/Oe90RziBhuA
La trama di Maria
Antonietta
Maria Antonietta,
attraverso uno sguardo contemporaneo, esplora il lato oscuro e
misogino della corte di Versailles della seconda metà del XVIII
secolo, quando la futura regina, allora solo 14enne, lasciò
l’Austria per diventare la moglie del Delfino di Francia (Luigi
XVI). All’inizio inibita dallo stretto protocollo di corte, dalle
rigide regole imposte dalla società, e sotto la pressione di una
nazione straniera che avrebbe dovuto accettarla come sovrana, Maria
Antonietta riuscì a rivoluzionare la sua immagine, grazie alla sua
indole testarda e il suo grande carisma. Con coraggio e dignità la
regina si scagliò contro il sistema decidendo di vivere in modo
innovativo malgrado il disappunto francese.
Il cast
Nel cast anche James
Purefoy (A
Discovery of Witches), Jack Archer (The Bay), Roxane Duran
(Riviera), Jasmine Blackborow (Shadow and Bone) e Louis Cunningham
(Bridgerton). Maria Antonietta è prodotta da
Alban Étienne e Stéphanie Chartreux di Banijay Studios France,
Claude Chelli e Aude Albano di Capa Drama e Christophe Toulemonde
di Les Gen
Ancora una volta
le 3 Concessionarie (DCA, MovieMedia, Rai Pubblicità) che curano il
mezzo cinema in Italia si sono riunite per raccontare in modo coeso
il ‘valore’ del media e del sistema cinema stesso e le prospettive
per i prossimi mesi, alla luce dei positivi segnali del 2022 appena
concluso e dei trend significativi che stanno emergendo per la
nuova stagione cinematografica.
La proiezione in
prima visione del pluricandidato agli Oscar Gli Spiriti dell’Isola, dal 2 febbraio
in sala distribuito da The Walt Disney Company Italia, è stata
l’occasione per l’evento tenutosi ieri 2 febbraio presso il
Notorious Cinemas di Sesto San Giovanni alla presenza di centinaia
di ospiti provenienti da Aziende e Centri Media e
organizzato da FCP – Federazione
Concessionarie Pubblicità in collaborazione con ANEC e Anica,
Associazioni che rappresentano l’esercizio e la distribuzione
cinematografica.
Durante la
serata sono stati presentati alcuni dati relativi alla scorsa
stagione e all’anno appena iniziato direttamente dai Responsabili
delle Concessionarie – Alessandro Maggioni (DCA), Fabio
Poli (MovieMedia) e Vittorio Perina (Rai Pubblicità) –
che gestiscono gli spazi sullo schermo e nei foyer di tutta
Italia.
Emerge in prima
istanza dai dati rilevati da CINETEL il ritorno del pubblico al
cinema, con un + 81% di presenze 2022 vs 2021, con un trend
in continua crescita dallo scorso luglio a dicembre, e anche il
mese di gennaio 2023 continua a confermare il trend positivo;
un aumento di prodotti usciti in sala – 498 nuovi film al
cinema nel 2022 (+141 vs 2021) e 126 contenuti complementari
extra-film (+45 vs 2021); infine un maggior numero di
strutture censite 1.121 cinema e 3.412 schermi, ossia un numero
superiore al 2021 (+33 cinema, +63 schermi) grazie anche all’uso
del tax credit per le sale e le produzioni.
Relativamente ai
trend di fine 2022 e inizio 2023 si può affermare che Avatar La via dell’Acqua ha riacceso l’attenzione sul
3D, il cinema italiano continua ad ottenere importanti
risultati e di quota di mercato sul totale box-office grazie ai
recenti successi de Il Grande
Giorno,
Le Otto Montagne, Tre di Troppo, Grazie Ragazzi e altri
titoli. Avatar La via dell’Acqua è stato un successo
planetario nonostante la situazione odierna così differente
rispetto al primo film: in Italia ad oggi è a oltre 43 milioni di
incasso destinati ancora a crescere ed è il 7 incasso di sempre,
nel mondo è a oltre 1.7 miliardi di dollari).
Nel 2023
aumenteranno però anche i dati di profilazione da
mettere a disposizione dei possibili investitori: la novità più
importante riguarda infatti CINEXPERT, un progetto di
ricerca realizzato da Cinetel a cui Audimovie ha aderito. Il
monitoraggio settimanale di CINEXPERT ha lo scopo di profilare nel
dettaglio chi frequenta le sale e che cosa sceglie per la visione
in sala, anche in relazione alle variabili storiche del momento.
Per la sua realizzazione sono state utilizzate le metodologie di
rilevazione e di analisi più accreditate a livello internazionale,
anche attraverso il coinvolgimento di importati operatori
stranieri. L’obiettivo è fornire un’analisi del mercato completa,
integrando le informazioni quantitative sul numero di spettatori
con dati qualitativi.
Paramount+ annuncia l’inizio delle
riprese di Miss
Fallaci, la nuova serie Paramount+ original con
protagonista Miriam Leone, che debutterà prossimamente in
esclusiva sul servizio di streaming.
Miss
Fallaci è la serie in 8 episodi
prodotta da Paramount e Minerva Pictures che racconta un periodo
molto intenso e poco esplorato della vita di Oriana Fallaci,
quando, alla fine degli anni ’50, inizia a viaggiare tra New York e
Hollywood per intervistare le star del cinema, prima di diventare
la prima inviata di guerra e una delle più importanti scrittrici e
firme del giornalismo italiano nel mondo, con 20 milioni di copie
vendute e tradotte in 25 lingue.
Nella serie, ambientata tra il 1956
e il ‘59 tra Milano, New York, Los Angeles, Roma, Londra, Firenze,
Oriana Fallaci – interpretata da Miriam Leone – è una giovane inviata de
L’Europeo, intelligente, brillante, dal piglio polemico e
insofferente alle dinamiche di una redazione di soli uomini che
possono occuparsi di politica mentre lei è relegata al ruolo della
“ragazza del cinema”. Grazie alla sua determinazione, Oriana riesce
a ottenere un viaggio a New York, con la promessa di intervistare
la star più ambita e irraggiungibile:
Marilyn Monroe.
Mettere a soqquadro la città,
tuttavia, non l’aiuta a trovare l’attrice. Scrive invece di come
non ce l’ha fatta, un articolo che le fa assegnare una serie di
reportage da Hollywood. Con sguardo disincantato e l’inconfondibile
stile caustico e irriverente della sua penna, Oriana racconta la
“fabbrica dei divi”, smascherando le contraddizioni della società
americana, in bilico tra moralismo ed emancipazione.
Miss
Fallaci è la storia degli inizi della brillante
carriera di Oriana, che affronta e racconta per la prima volta la
società americana degli anni Cinquanta. Ma è anche la storia di
come una giovane e testarda donna di Firenze diventerà l’impavida
reporter per cui è oggi ricordata e di che cosa ha sacrificato
sulla strada del successo. Seguiremo Oriana nel suo viaggio per
diventare una giornalista politica, un’autrice di best seller,
un’icona mondiale che ha reinventato il giornalismo e la scrittura,
documentando il mondo con l’obiettivo di cercare la verità, in una
società dominata principalmente dagli uomini.
Miss Fallaci
è una coproduzione Paramount e Minerva Pictures, prodotta da Santo
Versace e Gianluca Curti, in associazione con
RedString. La serie è basata su eventi raccontati
dalla stessa Fallaci ne “I sette peccati di Hollywood” e “Penelope
alla guerra”, editi da Rizzoli.
Scritta da un team internazionale,
guidato dai creator e head writer Viola Rispoli
(CIRCEO, “Il commissario Ricciardi”, “Doc nelle tue mani”,
“Non uccidere”) e Thomas Grieves (“Safe Space”,
“Dracula”), di cui fanno parte la stessa Miriam
Leone, Laura Grimaldi (“Nero a metà”, “Mental”),
Alice Urciuolo (“Skam”, “Prisma”), e Alessandra
Gonnella, autrice e regista di “A cup of coffee with
Marilyn”, il corto vincitore del Nastro d’Argento sulla
giovane Fallaci che cerca di intervistare l’imprendibile diva, che
ha ispirato la serie. Edoardo Perazzi, nipote ed
erede di Oriana Fallaci, è tra i consulenti del progetto.
Produttore creativo Francesca de Michele. Head
Director è Luca Ribuoli, che dirige i primi 4
episodi, mentre la regia degli altri è affidata a Giacomo
Martelli (episodi 5-7-8) e Alessandra
Gonnella (episodio 6). Ivan Casalgrandi è
direttore della fotografia, Eva Coen è la
costumista, Paolo Bonfini lo scenografo. Casting
di Maurilio Mangano, Montaggio di Pietro Morana, Marco
Spoletini. Produttore associato Diego Loreggian. Head Line
Producer Gabriele Guidi, produttore Gianluca Curti.