Home Blog Pagina 571

Blade, Stephen Dorff molto duro contro la Marvel: “L’abbiamo già fatto e lo abbiamo fatto al meglio”

0

Mentre l’ex protagonista di Blade, Wesley Snipes, ha precedentemente dato la sua benedizione a Mahershala Ali che ha assunto il ruolo nel MCU, sembrerebbe che Stephen Dorff, che nel film del 1998 è l’antagonista Deacon Frost, non è neanche lontanamente entusiasta della prospettiva dell’imminente riavvio.

Definendo la maggior parte delle uscite di supereroi moderni “spazzatura senza valore”, Dorff offre un pungente rimprovero degli attuali piani del MCU per Blade mentre parla con The Daily Beast. Suggerendo che il nuovo film non sarà all’altezza dell’originale del 1998 diretto da Stephen Norrington, l’attore afferma che l’uscita di Ali “sarà derisa da tutti”.

“La Marvel è abituata a me che li distruggo, comunque. Come andrà quel film di “Blade”, che non riesce a trovare un regista? [ride] Perché chiunque accetti il lavoro sarà deriso da tutti, perché l’abbiamo già fatto e lo abbiamo fatto al meglio. Non c’è nessun Steve Norrington là fuori.”

Il nuovo Blade

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il Blade di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda il look del protagonista e dell’opera in sé.

Avatar: la Via dell’Acqua, ecco la scena diretta da Sigourney Weaver

0

James Cameron aveva una buona ragione per volere che Sigourney Weaver dirigesse una scena in Avatar: la via dell’acqua. Mentre il film continua a raccontare le avventure di Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) mentre forgiano la propria famiglia e il proprio percorso nella vita, sposta anche l’attenzione sui loro bambini, sia quelli naturali, sia quelli adottati. I loro figli, Neteyam (Jamie Flatters), Lo’ak (Britain Dalton), Tuk (Trinity Jo-Li Bliss), Spider (Jack Champion) e Kiri (Sigourney Weaver) hanno tutti i propri ruoli da interpretare nella narrazione, ma Kiri è sicuramente il personaggio più affascinante.

L’importanza di Kiri nella narrazione di Avatar: la via dell’acqua è evidente, come conferma Cameron in una sessione di domande e risposte con il cast e la troupe ripresa su YouTube da Vicky Marx. Ad un certo punto, Cameron ha persino chiesto alla Weaver di dirigere la sua scena per catturare correttamente la performance e il personaggio.

Nonostante la sua morte in Avatar, la dottoressa Grace ritorna in La via Dell’Acqua per interagire con sua figlia in una breve scena onirica. Nella scena, Kiri fa visita a sua madre ed è in grado di intrattenere una breve conversazione con lei, e la Weaver svolge in realtà un doppio compito, poiché recita e dirige la scena.

“Penso al giorno in cui Kiri era nel mondo degli spiriti, e stava incontrando sua madre, e Sigourney ha dovuto passare velocemente da una all’altra. Grace è una persona molto competente e scientifica, ma anche piuttosto amorevole, e poi cambia alla figlia che aveva solo bisogno di un po’ di supporto emotivo. Recitava una scena con se stessa! Quindi, abbiamo avuto una controfigura molto fidata, Alicia Vela-Bailey, con cui ha lavorato Sigourney. Abbiamo fatto una cosa interessante, che era… Alicia avrebbe fatto le cose che Sig non poteva fare fisicamente come saltare sul carro armato come una… ragazza gazzella Na’Vi di 15 anni. Volevo che si creasse in qualche modo un rapporto di fiducia, dove le cose che non poteva fare fisicamente, le avrebbe fatte Alicia per lei. Questo era il mio ricordo. E così ho praticamente detto, “Okay, quel ruolo da regista lo assegno a te in questa scena”, in modo che Alicia potesse fare tutte le cose fisiche, ma lei faceva i due personaggi e seguiva la regia. Sigourney ha fatto circa il 90% delle sue cose, inclusa la parte sott’acqua e tutto quel genere di cose.”

Avatar: la via dell’acqua, la recensione

Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14 dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Michael B. Jordan “entra nel personaggio” nello spot di SNL

0
Michael B. Jordan “entra nel personaggio” nello spot di SNL

Tra le prossime guest di Saturday Night Live, Michael B. Jordan ha partecipato ai promo per la nuova puntata dello show, in occasione della promozione del suo CREED 3. Per sfruttare al meglio la promozione del film in cui Jordan interpreta Adonis Creed, lo spot di SNL ha fatto appello al pugno dell’attore che è “rimasto in character”. Ecco il video!

Creed 3: l’avversario interpretato da Jonathan Majors sarà “difficile da odiare”

CREED 3 ci mostrerà Adonis Creed in azione contro Jonathan Majors nei panni del misterioso nuovo antagonista del film, Damian Anderson. Il primo trailer del film vede Adonis (Michael B. Jordan) alle prese con il suo successo, ma il suo passato lo raggiunge in grande stile quando un vecchio amico (supponiamo che Adonis avesse qualcosa a che fare con il suo arresto) esce di prigione dopo un periodo di 18 anni dietro le sbarre e si posiziona come il prossimo sfidante di Creed.

I film di Creed non hanno mai deciso di reinventare la storia di Rocky Balboa, ma i primi due sono stati molto efficaci nella posta in gioco di azione/dramma, e quest’ultima puntata sembra essere altrettanto incisiva. CREED 3 è diretto da Michael B. Jordan con Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors e Phylicia Rashad.

Creed 3 – la trama ufficiale

Dopo aver dominato il mondo della boxe, Adonis Creed (Michael B. Jordan) ha prosperato sia nella sua carriera che nella vita familiare. Quando un amico d’infanzia ed ex prodigio della boxe, Damian (Jonathan Majors), riemerge dopo aver scontato una lunga pena in prigione, è ansioso di dimostrare di meritare il suo posto sul ring. Il confronto tra ex amici è più di una semplice rissa. Per regolare i conti, Adonis deve mettere in gioco il suo futuro per combattere Damian, un combattente che non ha nulla da perdere.

Michael B. Jordan si siede per la prima volta dietro la macchina da presa per dirigere questo terzo capitolo del franchise drammatico di boxe. Tessa Thompson e Phylicia Rashad riprenderanno i rispettivi ruoli, ma Sylvester Stallone non tornerà come Rocky Balboa. Zach Baylin e Keenan Coogler hanno scritto la sceneggiatura. Prodotto da Irwin Winkler, pga, Charles Winkler, William Chartoff, David Winkler, Ryan Coogler, Michael B. Jordan, Elizabeth Raposo, Jonathan Glickman e Sylvester Stallone, Creed 3 uscirà nei cinema 2 marzo 2023. Distribuito da Warner Bros. Pictures.

 

La seconda via, la recensione del film di Alessandro Garilli

La seconda via, la recensione del film di Alessandro Garilli

Con una distribuzione mirata e una uscita non casuale, arriva nelle sale italiane La seconda via, lungometraggio d’esordio di Alessandro Garilli, qui anche sceneggiature di una storia che si annuncia come il primo film sugli alpini nella ritirata di Russia. Dopo l’uscita nei cinema dal 26 gennaio (distribuito da RS Productions, che lo presenta con QualityFilm e Angelika Vision in collaborazione con Rai Cinema), la vita produttiva di questo progetto dovrebbe continuare poi con un percorso pensato per le scuole medie, inferiori e superiori.

La seconda via, l’obbiettivo del film

L’obiettivo, quello di ricordare una storia che ha toccato molte famiglie italiane in occasione dell’ottantesimo anniversario della ritirata di Russia e della Prima Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio Alpino (stabilita dalla legge n. 44 del 5 maggio 2022, approvata all’unanimità dal Parlamento). Una data scelta perché quella della battaglia di Nikolajewka, combattuta nel 1943 dagli Alpini durante la ritirata dal fronte russo, che è anche alla base della vicenda che vediamo sullo schermo.

La battaglia di Nikolajewka e il Sacrificio Alpino

Gennaio 1943, fronte russo. La compagnia 604 si trova costretta ad attraversare la steppa per sfuggire all’accerchiamento nemico. Quando sopraggiunge la notte, però, di tutta la 604 non rimangono che sei alpini, più un mulo, che avanzano in silenzio sotto una neve incessante mentre la temperatura tocca i 40 gradi sottozero. L’esasperante cammino, compiuto in quel deserto bianco, spinge gli uomini a perdere la percezione del tempo e, passo dopo passo, li porta a rifugiarsi in una dimensione onirica dove esiste una “seconda via ” fatta di sogni, incubi e ricordi. Una lunga notte di guerra e un viaggio nell’umano, fra balke, boschi, laghi di montagna, villaggi infuocati, spiagge innevate e campi di grano.

Una fotografia d’altri tempi, troppo moderna

I produttori insistono sul fatto che “in un’epoca dominata dall’audiovisivo non possedere un’immagine è come cancellare un ricordo”, e per il regista corrispondeva a “una urgenza umana” il poter “asciugare le lacrime delle 100.000 madri che non han visto tornare i loro figli dalla Russia”. Una pagina di storia che anche Olmi – pare – avesse voluto trattare all’esordio e che qui e lì torna in film di altro genere (come il Letto a tre piazze di Steno con Totò protagonista), ma che anche in questo caso – esaurito il valore documentarle e la citazione – non sembra potersi dire raccontata compiutamente.

In parte per le difficoltà oggettive incontrate, sia per quanto riguarda le riprese nella neve sia per la mancanza di documentazione storica o immagini alle quali rifarsi, ma anche per alcune scelte di regia e narrative. Il viaggio a ritroso dei nostri soldati – allora alleati dei nazisti e inseguiti dalle truppe sovietiche – rende sicuramente la “perdita della concezione del tempo” e la ‘Seconda via‘ di ricordi e speranze che questi esuli si trovarono a percorrere oltre a quella durissima nel gelo, ma il film risulta più un risarcimento – apprezzato, a sentire le prime testimonianze – per gli eredi di quei caduti che qualcosa di diverso.

Fotograficamente, le immagini del deserto bianco che ci accolgono e accompagnano sono la cornice perfetta per lo sviluppo della ritirata dei sei protagonisti, ma tutto resta fin troppo patinato, senza mai rendere davvero la sofferenza, la durezza di quei momenti, di quella “naja balorda“. Tanti dettagli (le divise integre, le sciarpe intonse, le contadine depilate) e una rappresentazione parziale, se privata delle necessarie premesse, ne fanno qualcosa di più simile a una ricostruzione da reportage televisivo che a una cronaca credibile, nonostante l’impegno profuso, evidente anche nella ricerca linguistica e delle musiche (spesso dominanti, visto i lunghi silenzi).

The Flash: la trama della nona stagione!

0
The Flash: la trama della nona stagione!

A meno di 3 settimane dall’inizio della nona stagione della serie The Flash della The CW la rete ha finalmente rilasciato la descrizione ufficiale del primo episodio della stagione 9. C’è molto da scoprire nella descrizione, a partire dalla storia di Barry e Iris in questa stagione. Dopo averla persa più volte di quante ne possiamo contare, con la scorsa stagione che è stata il suo punto di svolta, il tempo che trascorreranno insieme sarà sicuramente più ampio che mai.

“Barry (Grant Gustin) crea un libro di mappe per guidare lui e Iris (Candice Patton) nel loro futuro al fine di tenerla al sicuro, ma i risultati non sono quelli che si aspettava, e invece rivivono lo stesso giorno ancora e ancora. “. Joe (Jesse L. Martin) ha un cuore a cuore con Cecile (Danielle Nicolet). Un nuovo grande cattivo viene presentato al Team Flash e amici e nemici, vecchi e nuovi, iniziano a scendere su Central City.”

Il tempo nel quale vedremo Barry di Grant Gustin proteggere Iris in modo efficace consisterà nel diventare ossessionato dal loro futuro insieme, e si presume che il tutto sarà incluso in questo “libro delle mappe” che ha creato per tenerla al sicuro. Tuttavia, abbiamo visto come in passato il loro futuro si svolge, quindi sembra che ancora una volta questo futuro si ritorcerà contro di loro, e il mondo sarà ancora una volta in pericolo contro di loro intrappolandoli in una sorta di loop temporale.

Nella nona stagione di The Flash immaginiamo che Joe fornirà la sua saggezza per il bene di sua moglie Cecile. Non è stato rivelato molto riguardo a questo aspetto della loro trama in questa stagione, ma si può prevedere che quando Cecile sale di livello, i suoi poteri potrebbero finire per causare più danni alla sua famiglia e ai suoi amici, piuttosto che benefici. Infine, il grande male. Red Death è stato confermato come uno dei cattivi per l’ultima stagione di The Flash, e causerà distruzione e caos ovunque vada. Il Team Flash non sarà l’unico eroe a opporsi a Red Death, poiché sappiamo che vecchi amici e nemici aiuteranno Barry ad affrontarlo.

The Hotness, Goldface, Pied Piper e Dio sa quanti altri cattivi riformati che il Team Flash ha nel loro arsenale, combatteranno al fianco di Barry in una delle battaglie, più epiche di sempre! Ovviamente man mano che ci avviciniamo alla data di uscita della nona stagione di The Flash (8 febbraio) nuovi dettagli sulla trama saranno rivelati, dunque rimanete sintonizzati con noi nel prossimo futuro!

Russell Crowe smentisce le voci sul suo ritorno ne Il Gladiatore 2

0

C’è un’enorme quantità di intrighi attorno Il Gladiatore 2, l’annunciato e discusso sequel del Gladiatore, ma le voci che la star di Thor: Love and Thunder Russell Crowe riprenderà il suo ruolo Massimo si sono ora rivelate false. In precedenza è stato affermato che il seguito ruoterà attorno a Lucius, figlio di Lucilla di Connie Nielsen, e nipote di Commodo, il cattivo interpretato da Joaquin Phoenix nel film di successo del 2000. Si dice che Paul Mescal (Normal People) sia in trattative per un ruolo da protagonista, il che rende probabile che questo sia il personaggio che dovrebbe interpretare.

Durante una recente intervista al programma radiofonico australiano Fitzy and Wippa, a Russell Crowe è stato chiesto se fa parte del sequel. “Niente affatto”, ha risposto. “Quindi, so più o meno come [Ridley Scott] sta dando forma alla storia. Ma sì, ti ricordi, c’era un ragazzino che voleva battere il Gladiatore? Il che porta al discorso ‘Mi chiamo’…. cresciuto, e ora è l’imperatore. “Non so cos’altro accadrà a quel punto, ma questa è l’idea”, ha concluso l’attore, apparentemente confermando i dettagli approssimativi della trama.

Mentre alcuni potrebbero obiettare che avrebbe senso per Russell Crowe interpretare un ruolo di supporto come Maximus Decimus Meridius solo per il potenziale di marketing, molte persone sembrano aver dimenticato un dettaglio cruciale: il personaggio nel film muore! Dopo essere diventato un Gladiatore, ottiene la sua vendetta sul malvagio Commodo, ma alla fine viene ucciso e si riunisce con la sua famiglia nell’aldilà.  Con questo in mente, concentrarsi su un nuovo protagonista e affrontare l’eredità di Commodo e Massimo è destinato a portare a una storia molto più interessante che se quest’ultimo fosse in qualche modo resuscitato.

Il Gladiatore è stato un grande successo, incassando 460,5 milioni di dollari al botteghino mondiale e vincendo cinque premi Oscar, tra cui “Miglior film” e “Miglior attore” per Russell Crowe. L’annunciato sequel Il Gladiatore 2 sarà diretto da Sir Ridley Scott, ma al momento non ha una data di uscita confermata.

Tobey Maguire vorrebbe tornare di nuovo nei panni di SPIDER-MAN

0
Tobey Maguire vorrebbe tornare di nuovo nei panni di SPIDER-MAN

È passato più di un anno da quando Spider-Man: No Way Home  ha unito tutti e tre gli Spider-Men dal vivo e sin dall’epico evento, i fan hanno chiesto a gran voce di vedere ancora i tre Spider-Man a lavoro. Sfortunatamente, tuttavia, né la Sony Pictures né i Marvel Studios sono stati particolarmente disponibili sul futuro del wall crawler di Tom Holland né hanno detto nulla sulle apparizioni aggiuntive di Tobey Maguire e/o Andrew Garfield, anche se sembra che tutte le parti siano molto interessate in un bis. 

In vista dell’uscita del mese prossimo di Spider-Man No Way Home: The Official Movie Special, la Marvel ha condiviso estratti di nuove interviste con Maguire e Garfield, con il primo che condivide alcuni commenti interessanti sulla potenziale ripresa del suo ruolo originale di Spider-Man in futuri film dell’MCU. Quando gli è stato chiesto di quando ha ricevuto la chiamata per entrare a far parte del cast di No Way Home, l’attore ha racconta:

Quando hanno chiamato inizialmente, ero come finalmente! [Ride] Ho ricevuto la chiamata e sono stato immediatamente disponibile a venire a farlo. Non senza ansie – sai, “Come sarà e quale sarà l’esperienza?” Ma arrivare a presentarsi con persone belle, talentuose e creative e recitare insieme? È divertente ed eccitante “. Tobey Maguire continua e dichiara con entusiasmo la sua disponibilità a tornare nei panni dell’Uomo Ragno originale, se/quando chiamato.  Amo questi film e amo tutte le diverse serie. Se questi ragazzi mi chiamassero e dicessero: “Ti presenteresti stasera per uscire e scherzare?” o “Ti presenteresti per fare questo film o leggere una scena o fare una cosa di Spider-Man?”, sarebbe un “sì!” Perché non dovrei volerlo fare?“. 

Sebbene Garfield non abbia rilasciato una dichiarazione così definitiva, tutti i segnali indicano che è anche molto interessato a riprendere la parte se/quando verrà il momento, da quando si è divertito moltissimo a lavorare su No Way Home  al fianco del suo predecessore e successore. L’attore due volte candidato all’Oscar dice alla Marvel Penso che io, Tom e Tobey siamo entrati in questa situazione dicendo: “Beh, come andrà?” In precedenza avevo avuto interazioni adorabili con Tom e Tobey; non grandi ritrovi, ma momenti davvero dolci alle feste o agli eventi – o dolci e profondi quanto possono essere queste cose, il che non è molto! Ma ho avuto un’atmosfera davvero positiva da Tom e un’atmosfera davvero positiva da parte di Tobey, quindi ero entusiasta di conoscere meglio questi ragazzi e di vedere cosa avremmo potuto creare insieme.

Siamo venuti tutti con la nostra storia e con il nostro rapporto con il personaggio nei nostri film. Penso che ciò che è stato è  davvero meraviglioso, e come si è svolto tutto molto veloce, sia Tobey e io ci siamo sentiti molto allineati e molto chiari su quali fossero le nostre intenzioni per essere lì. Alla fine, doveva servire Tom come attore e, come personaggi, servire il Peter Parker di Tom. Penso che da quell’intento sia fluito tutto. Ha permesso a Tobey e a me di divertirci forse un po’ di più di quello che avremmo avuto se fossimo stati noi a portare avanti la storia per intero“.

Nulla è scolpito nella pietra ed è probabile che Marvel Studios e Sony Pictures abbiano pianificato insieme cosa fare con Spider-Man nel corso del prossimo decennio, quindi speriamo di ricevere qualche tipo di notizia su questo fronte prima della fine dell’anno, se non al CinemaCon di aprile, al più presto. C’è da dire che la saga del multiverso continuerà dunque non è propriamente sbagliato presumere che qualche eroe da altri universi potrebbe correre a supportare altri eroi titolari! I rumors dei scooper continuano ad agitare le acque online e hanno affermano che Maguire e Garfield sono già pronti per avere un posto di rilievo in Avengers: Secret Wars che arriverà nel 2026, e questa è certamente una prospettiva entusiasmante, per non dire altro. Resta da vedere cosa accadrà realmente, ma stiamo sicuramente facendo il tifo perché gli eroi si presentino e aiutino a salvare il multiverso. 

Teen Wolf: Il film, Tyler Posey parla della crescita di Scott McCall

0

Dopo sei anni e 100 episodi, il personaggio di McCall Pack torna per salvare il mondo ancora una volta nel nuovo Teen Wolf: Il Film, un’avventura ricca di azione che costringerà Scott McCall (Tyler Posey) e la sua famiglia allargata a riunirsi a Beacon Hills per affrontare una minaccia più pericolosa di qualsiasi altra abbiano mai visto prima, cercando contemporaneamente di elaborare la scioccante resurrezione di un ex amico. 

Mentre la serie si è conclusa con un salto temporale di due anni, il film successivo riprenderà la storia oltre un decennio dopo gli eventi del finale di serie, il che significa che molto è cambiato per i lupi mannari, specialmente per Scott, che da allora se n’è andato. Beacon Hills – e Malia (Shelley Hennig) – per usare le sue abilità come True Alpha per continuare ad aiutare i bisognosi in tutto il paese.  A differenza della serie, in cui il protagonista Tyler Posey interpretava un adolescente per l’intera durata, l’enorme salto temporale del film gli ha permesso di interpretare Scott McCall come un 33enne, che gli ha permesso di immedesimarsi di più con il personaggio, dato che lui stesso ha 31 anni.

Parlando proprio di questo Tyler Posey, ha spiegato di come ha attinto alle proprie esperienze personale per tornare essenzialmente nel personaggio e capire come Scott è cresciuto in se stesso negli ultimi 10-15 anni. È sempre lo stesso vecchio Scott McCall, che fa del suo meglio per salvare coloro che ama, ma senza avere il peso del mondo sulle sue spalle da quando lo spettacolo è finito, è stato in grado di lavorare per trovare se stesso, abbracciare il suo status di True Alpha e riflettere su tutto ciò che è accaduto, incluso il lutto per la perdita del suo amore di una volta Allison Argent (Crystal Reed).

Volevo davvero sapere che il pubblico può guardarlo e sapere che è una persona diversa da come l’abbiamo visto l’ultima volta, e quindi, il mio approccio è stato semplicemente quello di usare quello che ho passato come esempio, e come sono ora , da adulto, sono un po’ più presente. Non sono così consumato e preoccupato per il passato e il futuro. Sono un po’ più rilassato riguardo alle mie scelte, ma ancora una volta, ho questo tipo di peso e questo bagaglio, questa oscurità, è sempre lì.

“Quindi, volevo avvicinarmi a Scott con quello e vederlo sotto una luce diversa. Questa è la prima volta che lo vediamo come un Alfa, come un Vero Alfa, come un lupo mannaro, ma un po’ abbandonato, e perso e senza conoscere la sua prossima direzione, mentre, nello show televisivo, non lo sapeva davvero tempo per pensarci, perché era così distratto dal salvare il mondo e salvare Beacon Hills.”

Teen Wolf: Il Film, scritto e prodotto da Jeff Davis, sarà disponibile in esclusiva su Paramount+ ad inizio 2023 negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Australia, in America Latina e in Brasile. Anche in Italia arriverà nei primi mesi del 2023. Le date delle première per gli altri mercati internazionali di Paramount+ saranno annunciate in seguito.

In Teen Wolf: Il Film, prodotto da MTV Entertainment Studios e MGM, la luna piena sorge a Beacon Hills e con essa emerge un male terrificante. I lupi ululano ancora una volta, invocando il ritorno di banshee, mannari, segugi infernali, kitsune e ogni altro mutaforma della notte. Ma solo un licantropo come Scott McCall (Posey), non più adolescente ma ancora alfa, può raccogliere nuovi alleati e riunire amici fidati per combattere quello che potrebbe essere il nemico più potente e letale che abbiano mai affrontato.

Il cast comprende Tyler Posey, Crystal Reed, Holland Roden, Shelley Hennig, JR Bourne, Orny Adams, Colton Haynes, Linden Ashby, Melissa Ponzio, Ryan Kelley, Seth Gilliam, Ian Bohen, Dylan Sprayberry, Vince Mattis, Khylin Rhambo, Amy Workman, Nobi Nakanishi e Tyler Hoechlin.

Fantastici Quattro: Ryan Gosling per un ruolo nel reboot del MCU?

0

Ennesimo rumors sul casting dei Fantastici Quattro, ma questa proviene da una fonte molto affidabile. Durante l’ultimo episodio del podcast The Hot Mic, Jeff Sneider ha affermato di aver sentito alcune voci che vedevano Ryan Gosling come uno dei grandi nomi che sono presenti “nel mix” per uno dei ruoli principali nel riavvio di Fantastici Quattro dei Marvel Studios, ma ha anche aggiunto che non ha saputo per quale dei quattro ruolo della squadra.

Reed Richards sembra la scommessa più probabile, ma Johnny Storm, Doctor Doom o persino Ben Grimm sono tutte possibilità. Sneider ha anche menzionato il nome di Adam Driver in relazione sia a Mr. Fantastic che a Doctor Doom alla fine dell’anno scorso, ma da allora non abbiamo avuto aggiornamenti concreti. Sappiamo che Kevin Feige e co. stanno lanciando un’ampia rosa di papabili interpreti nel tentativo di ottenere il miglior cast di ensemble possibile, quindi anche se Gosling è in lizza, potrebbe benissimo competere con numerosi altri attori di cui non abbiamo ancora sentito parlare.

Abbiamo anche sentito che Ryan Gosling potrebbe essere pronto per il ruolo di Sentry in Thunderbolts, quindi forse sta parlando con lo studio di più di una parte? Il casting è in corso da un po’, quindi i rumors potrebbero essere presto o confermati o smentiti.

Matt Shakman si è recentemente unito al progetto come regista, con Jeff Kaplan e Ian Springer stanno attualmente lavorando alla sceneggiatura. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma Kevin Feige ha confermato che questa non sarà un’altra storia sulle origini del super team. “Molte persone conoscono questa storia. Molte persone conoscono le basi. Come possiamo prenderlo e portare qualcosa che non hanno mai visto prima? ha detto in una recente intervista, confrontando questa nuova interpretazione degli eroi con il patto dei Marvel Studios con la Sony per portare Spider-Man nel MCU“Abbiamo fissato un livello molto alto per noi stessi portando questo sullo schermo.” Fantastici Quattro è attualmente impostato per uscire nei cinema nel 2025.

James Gunn parla della cancellazione di Doom Patrol e Titans

0
James Gunn parla della cancellazione di Doom Patrol e Titans

L’annuncio di ieri che Titans e Doom Patrol della DC sarebbero finiti è stato un ennesimo shock per molti fan, ma mentre alcuni di loro hanno iniziato a puntare il dito contro James Gunn e Peter Safran, il primo si è rivolto ai social media per notare che non avuto alcun ruolo nella decisione di cancellare le due serie tv.

Su Twitter, James Gunn ha risposto a un fan che aveva incolpato sia Gunn che Safran per la cancellazione dei due spettacoli. Nel suo tweet, Gunn ha affermato che la decisione di terminare la serie li ha preceduti, ma augura comunque il meglio a coloro che sono stati colpiti dalla cancellazione.

La decisione di terminare la serie ci precede“, ha detto Gunn nel suo tweet. “Ma sicuramente auguro il meglio al talentuoso gruppo di creatori, attori e al resto della troupe che ha prodotto entrambi gli spettacoli“. Il futuro del DCU rimane poco chiaro, ma Gunn ha recentemente affermato che ha in programma di svelare parte di ciò che i fan possono aspettarsi entro la fine di gennaio. Dunque rimanete sintonizzati con noi!

Entrambi gli spettacoli, prodotti da Greg Berlanti, erano stati sviluppati per DC Universe e successivamente sono stati assorbiti da HBO MaxTitans  ha debuttato nel 2017, mentre il suo spin-off  Doom Patrol  è arrivato un anno dopo. In una dichiarazione di ieri, HBO Max ha ringraziato tutti i soggetti coinvolti.

Thunderbolts: nuovo ingresso nel cast del film Marvel!

0
Thunderbolts: nuovo ingresso nel cast del film Marvel!

La Marvel ha rivelato molti degli attori che reciteranno nel suo film Thunderbolts, ma a quanto pare proprio non tutti. Secondo un nuovo rapporto, Ayo Edebiri, nota soprattutto per i suoi ruoli in The Bear e Big Mouth, è l’ultima arrivata ad essere stata aggiunta al roster del film.

Secondo quanto apprendiamo da Deadline, il ruolo di Edebiri non è attualmente noto. Tuttavia, sappiamo che sarà affiancata da Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), US Agent (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Yelena Belova/ Black Widow (Florence Pugh) e The Winter Soldier (Sebastian Stan). Sam Rockwell non è stato confermato, ma ha dichiarato che sarebbe disposto a riprendere il ruolo di Justin Hammer , il personaggio che ha interpretato in Iron Man 2 .

Thunderbolts sarà diretto da Jake Schreier, la cui storia come regista non è estremamente ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012, aPaper Towns del 2015  e alla versione girata del 2021 di Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.Vi ricordiamo che Thunderbolts  uscirà nelle sale il 26 luglio 2024. Il film sarà diretto da Jake Schreier, e vedrà protagonisti Florence Pugh, Hannah John-Kamen, Sebastian Stan, David Harbour, Olga Kurylenko, Wyatt Russell, Julia Louis-Dreyfus l’ultimo grande annuncio Harrison Ford.

Source Code: tra cinema e videogame, tutto quello che c’è da sapere sul film

Negli ultimi trent’anni l’industria videoludica ha raggiunto traguardi artistici estremamente importanti, influenzando spesso e volentieri le altre forme d’arte esistenti. In particolare, molti videogiochi di successo hanno poi trovato nuova vita anche al cinema, con film basati sulle loro storie e i loro personaggi, come dimostra il recente caso di The Last of Us. Se non attingendo esplicitamente dall’ampio bacino di storie offerte dal settore dei videogame, il cinema ha ad ogni modo acquisito molte delle canoniche logiche di gameplay, riadattandole e coniugandole con i propri canoni. Un esempio particolarmente brillante di ciò è il film del 2011 Source Code (qui la recensione).

Diretto da Duncan Jones, che nel 2016 avrebbe poi diretto il film Warcraft – L’inizio, esplicitamente basato su di un videogioco, Source Code deve infatti molto alle regole del videogame. È l’applicazione di queste, tra ripetizione delle azioni, presenza di livelli e ricompense che conferiscono valore ad una narrazione altrimenti canonica di genere, a cui non mancano anche elementi da film romantico. Scritto da Ben Rypley, autore anche di L’ottava nota – Boychoir e Flatliners, il film si è così potuto affermare come uno dei più apprezzati titoli del suo anno, tanto tra la critica quanto tra il pubblico.

Prima di esplorare meglio le caratteristiche che rendono Source Code un brillante esempio di cinema che incontra il videogioco, sarà utile sapere qualcosa di più sulla sua trama, il cast di attori che vi recitano e anche le piattaforme streaming dove poterlo trovare, qualora si sviluppi il desiderio di vederlo. Ad oggi, infatti, in un panorama cinematografico che sempre più, a livello più o meno esplicito, presenta narrazioni con dinamiche da videogioco, Source Code rimane un esemplare particolarmente interessante sia per una semplice visione a fini di intrattenimento, sia per essere guardato e analizzato con più attenzione, data la sua capacità di dire molto sul cinema contemporaneo.

Source-code-spiegazione

La trama di Source Code e il cast di attori del film

Protagonista del film è Colter Stevens, un soldato che fa parte di un programma governativo sperimentale per le investigazioni. Colter si sveglia improvvisamente nel corpo di un’altra persona che viaggia su un treno diretto a Chicago. Prima che possa capire da solo come sia finito lì, si verifica una tremenda esplosione che uccide tutti i passeggeri presenti sul convoglio. Quando riprende conoscenza, un ufficiale di collegamento, Colleen Goodwin, in un laboratorio segreto gli spiega che fa parte di un programma chiamato Source Code, che consente di rivivere gli ultimi 8 minuti dell’esistenza di una persona attraverso la tecnologia.

Il soldato si ritroverà quindi costretto a vivere la tragedia più volte, finché non riuscirà a identificare gli autori del crimine e assicurarli alla giustizia prima che possano compiere un nuovo attacco terroristico. Nonostante gli sviluppatori gli abbiano spiegato che non c’è nessuna possibilità di modificare gli eventi e cambiare il passato, Stevens tenterà in ogni modo di evitare la tragedia e salvare la vita di Christina, una ragazza di cui si è innamorato durante la missione. C’è però anche qualcos altro che non torna, qualcosa che la Goodwin sembra avergli nascosto, un elemento che potrebbe cambiare nettamente la sua percezione di quella delicata missione.

Ad interpretare Colter Stevens vi è l’attore Jake Gyllenhaal, il quale volle Jones come regista dopo aver visto il suo film Moon. Accanto a lui, nel ruolo di Colleen Goodwin vi è invece l’attrice Vera Farmiga, la quale si trovò a dover girare tutte le sue scene in soli 10 giorni in quanto, scopertasi incinta, non sarebbe poi più stata disponibile per le riprese. L’attore Jeffrey Wright interpreta il Dr. Rutledge, superiore della Goodwin. Poiché i due non condividevano nessuna scena con Gyllenhaal, ma i loro personaggi interagiscono comune tramite alcuni dispositivi, quest’ultimo decise di restare anche oltre i suoi orari per fornire loro le battute. Completa poi il cast l’attrice Michelle Monaghan nei panni di Christina Warren.

Source-code-cast

Source Code e i videogame, il significato del film tra livelli e ricompense

Come anticipato in apertura, Source Code riprende in modo piuttosto esplicito alcune delle regole base dei videogiochi, non tanto estranee a quelle della narrazione. Dalla ripetizione delle azioni alla presenza di diversi livelli di avventura, dalle distorsioni spazio-temporali alla presenza di obiettivi da raggiungere, ostacoli da superare, eventuali punizioni e ricompense da conquistare. Alla luce di ciò, guardando il film risulta evidente come questo si configuri come un gioco di ruolo, con un avatar (Colter Stevens) che rappresenta il giocatore all’interno dell’ambiente trene. Qui il protagonista si trova a dover compiere una serie di azioni nel tentativo di progredire nella sua ricerca. Se non riesce a completare queste prima che il tempo scada, la bomba esplode e il gioco termina.

Colter deve a quel punto ricominciare da capo, facendo tesoro degli errori precedenti per poter superare gli ostacoli. Ogni volta, dunque, egli impara e diventa più abile. Dunque l’ambiente treno, nel suo essere chiuso, presenta un inizio e una fine certi, ma diversi enigmi da risolvere per poter sperare di arrivare trionfanti alla conclusione del “livello”. Nell’arrivare al termine di esso, Colter non solo sconfigge l’ostacolo primario (trovare l’attentatore e disinnescare la bomba), ma ottiene anche delle ricompense che gratificano i suoi sforzi, ovvero il poter contattare suo padre e salvare i passeggeri, tra cui Christina, la donna di cui nel mentre si è innamorato.

Infine, Colter sembra approdare ad una modalità sandbox, con la possibilità dunque di esplorare la nuova realtà in cui si trova e sfuggire alle limitazioni precedentemente imposte. Ecco dunque come in Source Code si fondono le strutture del videogame con la narrazione cinematografica, dando dunque vita sì ad un’opera che fa dell’intrattenimento il suo obiettivo primario, ma capace di proporre brillanti riflessioni sull’ibridazione di queste due forme d’arte. Sono sempre di più i film che presentano infatti tali logiche, come ad esempio i film di Christopher Nolan Inception e Tenet. Ciò a dimostrazione di come i canoni narrativi, pur non perdendo i propri elementi tradizionali, si arricchiscano delle novità apportate dai nuovi media, con il cinema che le adatta alle proprie esigenze.

Il trailer di Source Code e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Source Code grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26 gennaio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la featurette dei BTS svela scene inedite del film!

0

Mancano poco più di tre settimane all’uscita di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e i Marvel Studios hanno condiviso la sua prima featurette dietro le quinte del trequel di Peyton Reed. Il video include clip di interviste con i membri principali del cast Paul Rudd, Evangeline Lilly e Michelle Pfeiffer, così come il capo della Marvel Kevin Feige, che spiega perché hanno deciso di fare di Ant-Man 3 il primo film della Fase 5 del MCU.

Mentre la maggior parte del filmato è stato ripreso dai trailer rilasciati in precedenza, c’è un nuovo momento divertente con Scott Lang e sua figlia Cassie proprio alla fine.

I Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man e Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) e Hank Pym (Michael Douglas), e alla figlia di Scott Cassie Lang (Kathryn Newton), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile.

Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and The Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Un fantasma in casa: trailer della commedia Netflix con Anthony Mackie & David Harbour

0

Netflix USA ha diffuso il trailer di Un fantasma in casa (We Have a Ghost) l’imminente commedia horror di Netflix con David Harbour e Anthony Mackie. Il progetto proviene dal regista di Happy Death Day Christopher Landon. Un fantasma in casa (We Have a Ghost) Uscirà sullo streamer venerdì 24 febbraio.

Kevin e la sua famiglia diventano celebri all’improvviso sui social dopo aver trovato un fantasma di nome Ernest che infesta la loro nuova casa. Ma quando infrangono le regole per indagare sul misterioso passato dello spettro, Kevin ed Ernest entrano nel mirino della CIA. Dai un’occhiata al trailer di Un fantasma in casa (We Have a Ghost) qui sotto:

Un fantasma in casa (We Have a Ghost) è scritto e diretto da Landon, basato sul racconto di Geoff Manaugh intitolato Ernest. Insieme a Harbour e Mackie ci sono la vincitrice del Golden Globe Jennifer Coolidge, Jahi Di’Allo Winston, Tig Notaro, Erica Ash, Faith Ford, Niles Fitch, Isabella Russo e Steve Coulter.

I Razzie Award si scusano per la nomination all’attrice attrice di 12 anni di Firestarter

0

Le nomination al Razzie Award sono state annunciate all’inizio di questa settimana, e mentre l’annuale “celebrazione” del peggior cinema ha ricevuto la solita pioggia di critiche, è stata una nomination in particolare a causare davvero scalpore online e nella community a Hollywood.  La dodicenne star di Firestarter Ryan Kiera Armstrong è stata nominata come “Peggior attrice” per la sua interpretazione nel tanto criticato adattamento di Stephen King, e la decisione di scegliere una così giovane interprete è stata accolta una pioggia di condanne e e accuse di bullismo.

Il fondatore di Razzies, John Wilson, ha ora rilasciato delle scuse (tramite Variety ), revocando la nomina di Armstrong e affermando che, andando avanti, nessuno di età inferiore ai 18 anni potrà essere nominato. “A volte, fai le cose senza pensare. Poi sei chiamato a riflettere su questo”, ha scritto Wilson in una dichiarazione. “Allora capisci. È per questo che i Razzies sono stati creati in primo luogo. La recente valida critica alla scelta dell’undicenne Armstrong come candidato per uno dei nostri premi ha portato la nostra attenzione su quanto siamo stati insensibili in questo caso. Di conseguenza, abbiamo rimosso il nome di Armstrong dal ballottaggio finale che i nostri membri esprimeranno il mese prossimo. Riteniamo inoltre che le scuse pubbliche siano dovute alla signora Armstrong e desideriamo esprimere il nostro rammarico per qualsiasi ferita subita a causa di le nostre scelte».

I Razzies sono stati fondati nel 1981 e il premio parodia degli Oscar è stato visto come un divertimento innocuo per molti anni (Halle Barry si è persino presentata per ritirare il suo premio come peggior attrice per Catwoman), ma è comprensibile capire perché questa particolare nomination sia stata una scelta infelice, che ha causato un generale sentimento di critica. Sebbene il nome della  Armstrong sia stato ora rimosso dalla votazione per la peggiore attrice, Firestarter rimane nominato per il peggior remake/fregatura/sequel.

Shazam! Furia degli Dei: secondo trailer ricco d’azione!

0
Shazam! Furia degli Dei: secondo trailer ricco d’azione!

Warner Bros. e New Line hanno pubblicato un nuovissimo trailer di Shazam! Furia degli Dei prima della sua uscita in arrivo al cinema il 17 marzo 2023. Quest’ultimo sguardo al sequel di DC Comics presenta molta azione, mentre il Big Red Cheese e i suoi compagni membri della famiglia Shazam affrontano le malvagie – e apparentemente molto potenti – Figlie di Atlante. Di seguito la versione in lingua originale, in attesa della versione italiana. 

Shazam! Furia degli Dei

Shazam! Furia degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“, si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.

Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam, Asher Angel nei panni di Billy Batson, Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman, Adam Brody nei panni del supereroe Freddy, Ross Butler nei panni del supereroe Eugene, Meagan Good nei panni del supereroe Darla, DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro, Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago, mentre Rachel Zegler, Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come cattivi appena creati.  Shazam! Furia degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto da Peter Safran.

65: Adam Driver contro i dinosauri nel primo trailer del film

0
65: Adam Driver contro i dinosauri nel primo trailer del film

Sony Pictures ha diffuso il trailer di 65, il prossimo thriller fantascientifico. Il trailer presenta Adam Driver e Ariana Greenblatt che rimangono bloccati su un pianeta pieno di dinosauri. Il nuovo contributo mostra le sequenze d’azione da batticuore del film, poiché il personaggio di Adam Driver dovrà affrontare creature preistoriche per sopravvivere.

Il film dovrebbe fare il suo debutto nelle sale il 17 marzo, nello stesso weekend di uscita del il sequel DC Shazam! Furia degli Dei. Inoltre la pellicola uscirà lo stesso mese di altre pellicole di alto profilo tra cui Creed III, Scream VIJohn Wick: Chapter 4 e Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri.

65 è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).

Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.

Il film è prodotto da Beck e Woods attraverso il loro banner Beck/Woods insieme al creatore di Evil Dead e al regista di Doctor Strange in the Multiverse of Madness Sam Raimi attraverso il suo banner Raimi Productions. Questo segnerà anche l’ultima collaborazione del duo di registi con Sam Raimi dopo aver lavorato insieme a un episodio di 50 States of Fright di Quibi . Altri produttori sono Zainab Azizi e Debbie Liebling di Raimi Productions, con Douglas Merrifield come produttore esecutivo.

Oltre a 65, Adam Driver sarà presto visto in alcuni progetti di alto profilo, tra cui il film biografico sulla Ferrari di Michael Mann e l’epico dramma di Francis Ford Coppola Megalopolis . Nel frattempo, Greenblatt e Coleman sono stati entrambi scelti per progetti imminenti ad alto budget, con Greenblatt che apparirà nell’adattamento cinematografico di Borderlands di Eli Roth. Per quanto riguarda Coleman, reciterà accanto a Chris Pine in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves della Paramount .

Succession: teaser trailer della quarta stagione!

0
Succession: teaser trailer della quarta stagione!

Pubblicato il teaser trailer della quarta, attesissima stagione di Succession, il premiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La nuova stagione, in dieci episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

Succession esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del magnate dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Succession: la trama

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Succession: il cast

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

Profeti, recensione del film di Alessio Cremonini

Profeti, recensione del film di Alessio Cremonini

Dopo Sulla mia pelle, dedicato all’Odissea di Stefano Cucchi e alla sua ultima settimana di vita, Alessio Cremonini si conferma un regista al quale dare ascolto, e sale. Mai banale, il suo cinema continua a raccontare storie comunque utili a sollevare interrogativi e a sfidare l’abitudine nella quale spesso pigrizia e timore ci spingono. Come succede anche nel suo nuovo Profeti, in sala dal 26 gennaio (distribuito da Lucky Red), nel quale torna a collaborare con Jasmine Trinca, già Ilaria Cucchi nel film del 2018.

Profeti: Jasmine Trinca prigioniera dell’ISIS nel Califfato

In Profeti l’attrice romana è Sara è una giornalista italiana, in Medio Oriente per un reportage sulla guerra nello Stato Islamico, che viene rapita dall’Isis. In quanto donna, quindi inferiore e rispettabile solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove siano anche degli uomini, per cui viene trasferita nella casa di Nur (interpretata dalla Isabella Nefar di Waiting for the Barbarians), che da quel momento diventa la sua carceriera.

Anche Nur è una straniera, una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha poi sposato un miliziano e ora vive nel Califfato nella casa che le due donne saranno costrette a condividere a lungo, proprio nel mezzo di un campo di addestramento dell’ISIS, dove altri prigionieri vengono torturati e uccisi. Fuori continua il conflitto che conosciamo, mentre tra le quattro mura si sviluppa una diversa guerra, psicologica, fatta di silenzi e sottili ricatti, per convertire Sara.

ISIS, Islam, religione, libertà

Non saranno mai abbastanza le occasioni di sottolineare l’abisso che intercorre tra fanatismo religioso e l’Islam praticato dai musulmani che la stessa foreign fighter attacca sullo schermo, un tema e un ambito culturale che il regista conosce bene, e al quale si dedica – come sottolinea lo stesso vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente del 2018 – sin dal Private di Saverio Costanzo (del quale era co-sceneggiatore) e dal Border del 2013, “un piccolissimo film sulla rivoluzione siriana mai uscito nelle sale“. Alla base il “desiderio di guardare fuori, a storie non italiane, ma che ci devono interessare“.

In Medio Oriente, se sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile“, queste parole ci accolgono all’inizio del film, ma più – e oltre – che essere un inevitabile riferimento a quanto vediamo accadere in Iran, con l’incedere della storia è altrettanto naturale tornare con la mente alla vicenda vissuta dalla cooperante Silvia Aisha Romano, convertitasi all’Islam durante la prigionia in Somalia. Una scelta sincera? Disperata? Figlia della costrizione? Per quanto riguarda i casi citati, non ci permettiamo di fare ipotesi, ma per quanto riguarda il film speriamo sia una scelta deliberata quella di lasciare il dubbio nello spettatore riguardo quel che accade nella casa, tra le due donne.

Nessun dubbio, troppi dubbi

In Profeti, ci sono due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte, una lontana da qualsiasi fede, l’altra assolutamente convinta della propria, come molti, troppi. Temi cardinali – insieme a quello della prigionia, fisica e non solo, declinato anche nel film sul caso Cucchi – che il film tratta in maniera forse troppo ordinata, dall’inizio, quando la prima stazione del calvario di Sara si rivela particolarmente sopportabile, evidentemente in considerazione del reale obiettivo della cellula.

In un cinema politico come quello di Cremonini, d’altronde, l’importante è mettere in scena una realtà e delle metafore che il pubblico possa digerire, e portare con sé, anche a costo di rischiare di non chiarire elementi narrativi importanti o di aprire crepe nella coerenza interna dei personaggi. Se dopo aver visto il film qualcuno in più penserà che sia meglio spegnere le fiamme della casa del vicino piuttosto che voltargli le spalle, il resto non sarà poi così importante.

Io rispetto la fede ma è il dubbio che ti educa. (Bruce Lee)

Aperte le prevendite per il film di James Cameron Titanic

Aperte le prevendite per il film di James Cameron Titanic

Sono ufficialmente aperte le prevendite dei biglietti per il celebre film di James CameronTitanic, che tornerà nelle sale italiane in 3D dal 9 febbraio in occasione del 25° anniversario, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Per prenotare i biglietti è possibile accedere al sito www.titanicilfilm.it, in continuo aggiornamento.

Una versione rimasterizzata di Titanic, il film di James Cameron pluripremiato agli Academy Award, torna nelle sale cinematografiche in 3D durante il periodo di San Valentino: con un cast guidato dai vincitori del premio Oscar Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, il film è un’epica storia d’amore ricca di azione ambientata nello sfortunato viaggio inaugurale dell’“inaffondabile” Titanic, all’epoca il più grande oggetto in movimento mai costruito.

Titanic ha vinto un record di 11 Academy Award, tra cui miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia, migliori costumi, miglior colonna sonora originale, miglior canzone originale, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Alla sua prima uscita, nel 1997, il film è diventato il campione d’incassi mondiale numero 1 di tutti i tempi ed è attualmente il terzo film di maggior incasso a livello mondiale.

Paramount Pictures e 20th Century Studios presentano una produzione Lightstorm Entertainment, Titanic, con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher, Bernard Hill, Jonathan Hyde, Danny Nucci, Gloria Stuart, David Warner, Victor Garber e Bill Paxton. Scritto e diretto da James Cameron, il film è prodotto da Cameron e Jon Landau, mentre Rae Sanchini è la produttrice esecutiva.

Spider-Man: 8 costumi che i Marvel Studios dovrebbero proporre nella prossima trilogia

La Sony Pictures sarà anche responsabile di portare Spider-Man sul grande schermo, ma la Disney è ancora proprietaria dei diritti di merchandising dell’arrampica muri. Questo spiega in parte il motivo per cui, da Captain America: Civil War del 2016, il Peter Parker di Tom Holland ha indossato così tanti costumi diversi!

Nei momenti finali di Spider-Man: No Way Home, l’adolescente ha dato l’addio alla sua tuta tecnologicamente avanzata per indossarne una più in linea con la sua controparte fumettistica. Una svolta praticamente perfetta e che rappresenta un’interpretazione dell’eroe che speriamo di vedere al centro della scena nella prossima trilogia di film. Tuttavia, non crediamo che Spidey rinuncerà presto a indossare costumi alternativi. Anzi, ci sono alcuni costumi dei fumetti che non vediamo l’ora di vedere un giorno in versione live-action.

La tuta del clone Ben Reilly

Ben Reilly clone Spider-Man

Ben Reilly farà parte di Spider-Man: Across the Spider-Verse, vestito con il costume classico che ha ispirato la tuta casalinga di Peter del MCU in Spider-Man: No Way Home. Tuttavia, quando è passato ad essere Spider-Man a tempo pieno, ha cominciato ad indossare il costume rosso e blu che vedete qui sopra.

I Marvel Studios si sono avvicinati all’idea di adattare il costume in diverse occasioni ma non si pensa che sia necessariamente questa la scelta definitiva. Quindi, perché non cedere questo costume allo Spider-Man di Holland? Potrebbe mantenere gli elementi classici della tuta che abbiamo visto per la prima volta alla fine di No Way Home, anche se in un modo che faccia risaltare questa variante dell’eroe. Il logo renderebbe omaggio ai tempi dell’Iron Spider, mentre gli spara-ragnatele esterni rimarrebbero sempre efficaci a livello di design.

Il  “bombastic Bag-Man”

Bombastic Bag-Man

I Fantastici Quattro stanno per arrivare nel Marvel Cinematic Universe e, sebbene Jon Watts non sia più al timone del film, una collaborazione tra Spider-Man e questi eroi rimane un must. Dopotutto, Peter ha un passato storico con la Prima Famiglia Marvel e sarebbe assurdo se non incrociasse la sua strada con quella dei prossimi Avengers. Se e quando ciò accadrà, dobbiamo assolutamente vedere il Bombastic Bag-Man in azione!

Se il suo costume venisse danneggiato o distrutto in battaglia, Peter potrebbe facilmente prendere in prestito una delle tute di Johnny Storm e indossare un comico sacchetto di carta per nascondere il suo volto durante il ritorno a casa. Sarebbe una chicca per i fan e un ottimo modo per aumentare il valore di Amazing Spider-Man #258 (al momento facile da trovare) se siete collezionisti!

Superior Spider-Man

Superior Spider-Man

Non vogliamo assolutamente che Otto Octavius diventi il nuovo Spider-Man del MCU, e la storyline di Superior Spider-Man nel suo complesso preferiremmo che rimanesse sulla pagina per il momento. Tuttavia, quel costume… beh, è davvero notevole. Il talentuoso team di concept artist dei Marvel Studios si è sicuramente ispirato a questo costume per Spider-Man: Far From Home, come si evince dal libro di approfondimento “Art of”. Il simbolo del ragno è davvero bello, mentre il nero e il rosso sono qualcosa che ormai sappiamo funzionare bene.

Potrebbe trattarsi di un semplice aggiornamento della tuta di Peter Parker con l’avanzare dell’età, e forse di un modo per alludere al fatto che sta imboccando una strada oscura dopo aver affrontato alcuni anni tragici che lo hanno visto perdere Tony Stark, zia May e persino l’amore della sua vita dopo che il mondo ha dimenticato chi è.

La tuta “Big Time”

tuta big-timeUna delle cose migliori della serie Amazing Spider-Man di Dan Slott sono stati i costumi. Questo è sicuramente il caso della tuta “Big Time” dell’Arrampica-Muri, un costume con lo scopo principale di proteggere l’eroe dalla risata sonica del nuovo Hobgoblin. Tuttavia, possiede anche una modalità mimetica che la rende una tuta stealth che siamo sicuri Spidey potrebbe utilizzare all’occorrenza. Dove troverebbe la tecnologia? Questa è una domanda a cui un film futuro dovrà rispondere.

Nel corso degli anni è stata sia verde che arancione, e una di queste due varianti potrebbe funzionare nel MCU. Ora che Spidey è apparentemente percepito come una minaccia grazie a J. Jonah Jameson, potrebbe essere costretto a essere un po’ più furtivo come Spidey!

 La tuta antiproiettile

tuta antiproiettile spider-man

Questa versione aggiornata della Spider-Armatura proviene anch’essa dalla serie Amazing Spider-Man di Dan Slott ed è stata creata per compensare la perdita del senso di ragno di Peter Parker (che è stato usato solo sporadicamente nel MCU tra Spider-Man: Far From Home e la scena con Norman Osborn nell’appartamento di Happy Hogan nel sequel).

Completamente antiproiettile, questa tuta è di grande impatto visivo e, se avete giocato al videogioco Spider-Man per PlayStation, saprete che in azione è a dir poco straordinaria. Cosa potrebbe portare al MCU? Beh, se Spider-Man è in qualche modo indebolito o ha bisogno di proteggersi dalla polizia, questo potrebbe essere un ottimo costume da utilizzare… tuttavia, vorremmo vederlo indossare per combattere il Punitore di Jon Bernthal!

Scarlet Spider II

Peter Parker non ha mai indossato questo costume, che apparteneva invece al suo clone Kaine. Come nuovo Scarlet Spider, era sicuramente un eroe, ma con un approccio molto diverso da quello di suo “fratello”.

Quindi, cosa potrebbe portare Peter a indossare questo costume da Ragno Scarlatto? Beh, non siamo sicuri che ci sia bisogno di un motivo… è semplicemente bello! Si tratterebbe di un grande cambiamento per lo spara-ragnatele, ma anche di un altro costume che potrebbe indicare la sua maturazione come supereroe. Se le voci che lo vogliono in squadra con Daredevil sono vere, questo costume sarebbe davvero tosto al fianco del vecchio Hornhead! Naturalmente, il modo più semplice per portare questo costume sul grande schermo sarebbe quello di adattare la Saga dei Cloni, e anche se non tutti saranno d’accordo, siamo sicuri che i Marvel Studios potrebbero rendere giustizia alla trama.

La Spider-Armor

Uno dei primi costumi alternativi di Peter Parker, lo “Spider-Armor Mk I”, non è rimasto a lungo in circolazione, ma rimane un costume di grande impatto visivo che potrebbe risultare incredibile in un’ambientazione live-action.

L’arrampica muri indossava questa tuta per combattere i Nuovi Enforcer e, sebbene lo rallentasse, ha reso l’eroe meno vulnerabile agli attacchi (in particolare ai proiettili). Benché Spidey abbia indossato un costume separato e isolante per combattere Electro, la combinazione di questi due costumi – mantenendo l’aspetto di questa tuta – potrebbe essere un modo intelligente per dare a Peter un potente aggiornamento per affrontare un futuro nemico mortale. Ci viene subito in mente Scorpion, così come il formidabile avversario che la versione di Kingpin del MCU si prospetta essere. Se Spider-Man sta per affrontare le famiglie del crimine organizzato della Grande Mela, questo potrebbe essere un must.

“Black Suit” Spider-Man

Se ci si ferma a pensare, è assurdo che Spider-Man non sia tornato dallo spazio con questa nuova tuta. È probabile che i piani della Sony per Venom abbiano fatto deragliare l’idea, ma No Way Home ha aperto la porta alla possibilità di realizzarla.

Non è un segreto che lo studio desideri che il Peter Parker di Tom Holland incroci la sua strada con l’Eddie Brock di Tom Hardy, ed entrambi gli attori hanno espresso il loro interesse a realizzarlo. Purtroppo, pensiamo che Venom: La furia di Carnage e Spider-Man: No Way Home siano quanto di più vicino a un crossover otteremo. Tuttavia, un pezzo del costume è ora nel MCU! Dovrebbe avvenire prima di Avengers: Secret Wars, giusto? Sarebbe anche la scusa perfetta per far sì che Spidey cerchi l’aiuto dei Fantastici Quattro, portando all’introduzione del già citato Bombastic Bag-Man

Quei due – Edda e Galeazzo Ciano in onda in prima serata su Rai Tre

0

Una donna, un uomo, la storia di una coppia tra amore, complicità, equivoci, tradimenti, addii. Una storia appassionata, unica e insieme comune, se non fosse per i nomi che portano: Mussolini lei, Ciano lui. Lei la figlia più amata del Capo del regime, lui lo sposo, il brillante diplomatico, l’uomo della comunicazione e dei rapporti col mondo. Una coppia seguita, discussa, invidiata. Due rampolli sotto i riflettori del novecento, destinati a diventare protagonisti schiacciati da un potere molto più grande di quello che pensavano di avere. Sono i protagonisti di “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano”, il nuovo film di Wilma Labate, prodotto da Luce Cinecittà con la collaborazione di Rai Documentari, ideato da Beppe Attene che lo sceneggia con la regista, in onda in prima serata su Rai Tre venerdì 3 febbraio, dopo il successo della presentazione al Tertio Millennio Film Festival, dove si è aggiudicato sia la Menzione speciale del Concorso che il premio del Sindacato Critici Cinematografici per il Miglior film. 

In un gioco cinematografico affascinante “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano” mescola, accanto alle straordinarie immagini dell’Archivio Luce con momenti anche privati e familiari della coppia Edda-Galeazzo, un racconto filmico contemporaneo, vivace e ‘pop’, che vive delle interpretazioni di due talenti come Silvia D’Amico e Simone Liberati, in azione all’interno di un teatro di Cinecittà, fotografati dalla lente creativa di Daniele Ciprì. Un racconto che rende emotiva una storia italiana e ci avvicina ai suoi contraddittori personaggi. Giocando con la scenografia e i costumi contaminati dall’attualità, Edda e Galeazzo si raccontano senza pudore grazio all’uso delle parole originali contenute nei diari privati e nei discorsi pubblici di Galeazzo Ciano e nelle autobiografie di Edda Mussolini. Un lavoro di tessitura che dà al vivo le espressioni dei protagonisti, in un dialogo serrato e coinvolgente. 

Importanti i contributi tecnico-artistici: oltre alla fotografia di Daniele Ciprì, le musiche di Riccardo Giagni, insieme al montaggio di Patrizia Penzo, le scenografie di Valeria Zamagni, i costumi di Metella Raboni. Le riprese del film si sono tenute interamente negli Studi di Cinecittà. Le parole di Galeazzo Ciano sono tratte dal ‘Diari 1937-1943’, e dai volumi di Giordano Bruno Guerri ‘Galeazzo Ciano, Una vita’, ‘Galeazzo Ciano’ e ‘Un amore fascista. Benito, Edda e Galeazzo’, e da ‘Ciano. L’ombra di Mussolini’ di Ray Moseley, oltre che da interventi parlamentari. Le parole di Edda provengono dai libri ‘La mia vita’ di Edda Ciano e Domenico Oliveri, e ‘La mia testimonianza’.  Dopo la prima serata firmata Rai Documentari su Rai Tre, “Quei due – Edda e Galeazzo Ciano” sarà disponibile su Raiplay.

Luce-Cinecittà – Direzione di Cinecittà spa attiva nella distribuzione di opere prime e seconde e nella produzione di documentari. Con una rilettura della nostra storia grazie al materiale dell’Archivio Luce, e di indagine del presente con grandi autori, scouting di giovani talenti, presenza nei festival internazionali, in sala e in tv, che ne fanno una grande Casa del cinema del reale.  

Rai Documentari – Creata nel gennaio 2020, Rai Documentari è la Direzione di riferimento all’interno dell’azienda per l’industria del documentario. Direttore Fabrizio Zappi. 

Tra il mondo e noi, la recensione della serie turca su Disney+

Tra il mondo e noi, la recensione della serie turca su Disney+

A dicembre del 2022 è approdata sulla piattaforma Disney+ Tra il mondo e noi, serie drammatico-sentimentale diretta dalla regista Hulya Gezer e scritta da Pinar Bulut. Conclusasi il 25 gennaio 2023, la storia ha come protagonista una delle attrici più famose nel panorama cinematografico turco, Demet Ozdemir, conosciuta e amata anche in Italia grazie al suo ruolo di Sanem in DayDreamer – Le ali del sogno.

Ozdemir, dopo il successo della soap opera che l’ha lanciata come stella nella serialità turca, ha svestito i panni della ingenua e sognatrice Sanem Aydin per potersi calare in ruoli più sfaccettati e drammatici, come quello di Zeynep nel drama Doğduğun Ev Kaderindir. Per questa nuova serie l’attrice ha dovuto ricoprire un ruolo complesso, quello della disillusa caporedattrice Ilkin, grazie alla quale Demet è tornata a mostrare le sue spiccate doti recitative. Tra il mondo e noi è prodotta da MF Yapim per The Walt Disney Company.

Tra il mondo e noi, la trama

Ilkin (Demet Ozdemir) è caporedattrice di una famosa rivista a Istanbul, fidanzata con un noto attore turco di nome Tolga (Bugra Gulsoy). La loro relazione però inizia a vacillare quando quest’ultimo entra in crisi con la produzione della sua nuova serie. A causa della incomunicabilità tra di loro, Ilkin, sotto suggerimento della sua amica nonché collega Burçin (Zerrin Tekindor), decide di creare un profilo falso per poter parlare con il suo compagno da perfetta sconosciuta.

Il rapporto che si instaura fra la fittizia Berlin (nome del profilo) e Tolga, finisce per degenerare, tanto da spingere Ilkin a dare un vero volto a questa donna inesistente. Il coinvolgimento di un’impiegata della rivista, Sinem (Hafsanur Sancaktutan), sarà la goccia che farà traboccare il vaso, capovolgendo all’improvviso la sfera sentimentale della giornalista a cui seguirà un crollo psicologico.

Turchia, allora sei brava!

Le produzioni turche, arrivate ad occupare il palinsesto delle reti italiane nel lontano 2016 con Cherry Season – La stagione del cuore, sono sempre apparse avvolte in una rigida atmosfera pudica agli occhi dei propri spettatori. Sembrava – e in realtà lo era – esserci una censura, motivo per il quale non erano concesse e contemplate né effusioni esplicite né tantomeno scene hardcore. Con il tempo però qualcosa nel sistema si è mosso e, complici gli investimenti delle grandi piattaforme di streaming, anche la Turchia ha cominciato ad aprirsi a prodotti di diverso tipo e registro. La serialità turca è riuscita così a compiere quel passo in avanti necessario per guadagnarsi una fetta di spazio nei servizi a pagamento, ottenendo anche un plauso per le proposte originali di cui oggi possiamo fruire.

Il velo, perciò, è caduto. Se prima erano le soap a riempire gran parte dell’offerta turca, adesso le serie disponibili sono di tutt’altro genere e tono, e le dinamiche al loro interno vengono presentate senza troppo filtri. Fra le novità del 2022 Tra il mondo e noi è quello che segue le nuove “linee guida” delle rinnovate produzioni turche, emancipandosi da operette di basso rilievo, portando su Disney+ una storia intensa e ben costruita. È Hulya Gezer a mettersi dietro la macchina da presa, strutturando una trama d’impatto emotivo e di bellezza formale.

Quel che colpisce subito l’occhio cinefilo è lo stile adottato dalla regista. Per seguire le dinamiche di Ilkin e Tolga, Gezer sceglie spesso lo split screen, arricchito con transizioni a tendina e dissolvenze, volte a separare visivamente i percorsi dei due protagonisti. Di entrambi i personaggi vengono così restituite le luci e le ombre e tale dicotomia è esaltata da una fotografia mista. Il bianco e nero racconta le sequenze di maggior pathos, enfatizzandone le emozioni e sottolineandone la solitudine; le immagini a colori, invece, fungono più da maschera metaforica, indossata da Ilkin e Tolga per interfacciarsi con il mondo esterno.

La trama progredisce senza interruzioni e il suo ritmo incalzante invoglia alla visione; unica pecca potrebbe essere il suo script, non proprio solido nella composizione di alcune parti, ma la cui ottima resa visiva arriva in soccorso per non lasciar navigare l’impianto drammaturgico negli abissi dell’inanità.

Perdere se stessi nell’oscurità

Il baricentro di Tra il mondo e noi è l’amore, ma non quello da favola. Il sentimento, nella storia fra Ilkin e Tolga, è trattato nella sua forma discinta e caduca, causa di un effetto che va oltre l’idilliaco romanticismo: la perdita di se stessi. È partendo dall’amore che Gezer incastra all’interno della narrazione un discorso più ampio, tanto contemporaneo quanto anacronistico. Amare qualcuno in modo errato conduce al disinnamoramento di se stessi e, di conseguenza, allo smarrimento. L’amore non è dunque il punto di arrivo, quanto piuttosto quello di partenza, da cui si ramificano le diverse tematiche quali fragilità psicologica, depressione e trauma, dispiegate in maniera omogenea fino alla risoluzione ultima.

È nell’impeccabile e audace recitazione di Demet Ozdemir che confluiscono tutti i contenuti di cui la serie si fa carico; Ozdemir riesce a frammentare lentamente e dolorosamente la sua Ilkin in numerosi beat strazianti, segmenti in cui lo sguardo spiritato e l’espressione angosciata irrompono sullo schermo stretto per riportare ogni singola sfaccettatura della donna. Ma è solo riducendo in mille pezzi il suo animo – nonché la sua vita – che Ilkin riesce a ricostruire la giusta versione di sé, pronta ad amare davvero se stessa.

Tra il mondo e noi si trasforma, in conclusione, in una bella parabola sulla forza delle donne, sul loro coraggio di rialzarsi nonostante le ferite e sulla determinazione nel chiedere aiuto; un invito a non lasciarsi mai abbattere né tantomeno ad avvilirsi per una relazione malsana; un monito ad amarsi sempre, anche quando allo specchio il trucco è sbavato, gli occhi sono stanchi e le lacrime solcano il viso. Perché, come la fenice, si può sempre rinascere dalle proprie ceneri.

Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

0
Sento ancora la vertigine: la prima docu-serie su Elodie

La prima docu-serie di Elodie, “Sento ancora la vertigine”, sarà disponibile dal 20 febbraio su Prime Video.

In “Sento ancora la vertigine”, una produzione Groøenlandia in collaborazione con Prime Video. Elodie per la prima volta sceglie la narrazione attraverso immagini video per mostrare alcuni dei momenti più importanti della sua carriera, la sua sfida per trovare la canzone per Sanremo 2023 e il suo essere costantemente in bilico tra la continua voglia di migliorarsi e la paura di non essere mai abbastanza. I tre episodi, prodotti da Matteo Rovere e Leonardo Godano, sono stati diretti da Nicola Sorcinelli.

Sempre a febbraio, venerdì 10, è prevista l’uscita del nuovo album “Ok. Respira”, all’interno del quale sarà contenuto anche “Due”, brano con cui Elodie sarà in gara al Festival della canzone italiana. Già annunciato, tra gli appuntamenti del 2023, anche il suo primo show al Mediolanum Forum il 12 maggio, prodotto da Vivo Concerti.

Brendan Gleeson: 10 cose che non sai sull’attore

Brendan Gleeson: 10 cose che non sai sull’attore

Brendan Gleeson, noto per i suoi personaggi da mentore o da figura burbera e autoritaria, è un attore dotato di un talento raro, che gli permette non solo di interpretare qualunque tipo di personaggio, passando con naturalezza da un genere cinematografico ad un altro, ma anche di conferire a tali personaggi una profonda umanità, ben oltre quella che viene per lo scritta. È proprio questo uno degli aspetti più incantevoli della sua attività di interprete e che lo rende tanto memorabile nel cuore degli spettatori.

Ecco 10 cose che non sai di Brendan Gleeson.

Brendan Gleeson: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Gleeson ottiene una prima popolarità al cinema recitando in film come Cuori ribelli (1992), Braveheart – Cuore impavido (1995) e Michael Collins (1996), con Liam Neeson. In seguito ha recitato in Mission: Impossible 2 (2000), con Tom Cruise, A.I. – Intelligenza artificiale (2001), 28 giorni dopo (2002), Gangs of New York (2002), con Daniel Day-Lewis, Troy (2004), The Village (2004), Le crociate (2005) e Harry Potter e il calice di fuoco (2005). Tra gli altri film in cui ha recitato negli ultimi anni si annoverano In Bruges – La coscienza dell’assassino (2008), Un poliziotto da happy hour (2011), Safe House (2012), Edge of Tomorrow (2014), Calvario (2014), Suffragette (2015), Heart of the Sea (2015), con Chris Hemsworth, La legge della notte (2016), Paddington 2 (2017), La ballata di Buster Sgruggs (2018), Frankie (2019), Macbeth (2021), con Denzel Washington, e Gli spiriti dell’isola (2022).

2. Ha preso parte anche a progetti per la TV. Oltre ai tanti film per il cinema in cui ha recitato, Gleeson ha preso parte, ancora agli inizi della sua carriera, anche a film per la TV come Hard Shoulder (1990), Saint Oscar (1991), The Treaty (1991), The Snapper (1993), Avventure nei mari del nord (1995), Making the Cut (1998) e Into the Storm – La guerra di Churchill (2009). Negli ultimi anni ha poi recitato anche in tre serie: 1916 Seachtar Dermadta (2013), Mr. Mercedes (2017-2019), tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King, e State of the Union (2022).

3. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera Gleeson ha ricevuto nomination ad alcuni dei più importanti premi assegnati per il cinema. Tra questi si anoverano sette candidature ai Satellite Award, dove ha vinto due volte come miglior attore per Into the Storm e Mr. Mercedes, due candidature agli Emmy Award, dove ha vinto come miglior attore per Into the Storm, e cinque nomination ai Golden Globe. Nel 2023 ha infine ricevuto la sua prima candidatura ai premi Oscar come miglior attore non protagonista per Gli spiriti dell’isola.

Brendan-Gleeson-harry-potter

Brendan Gleeson è Malocchio Moody in Harry Potter

4. Non era sicuro di voler recitare nel film. Il ruolo più celebre di Gleeson è senza dubbio quello di Alastor “Malocchio” Moody nella saga di Harry Potter. Più precisamente egli compare nel quarto, nel quinto e nel settimo film. Inizialmente, però, l’attore ha raccontato di aver firmato solo per un film, poiché non se la sentiva di partecipare ad una saga di un genere che non sentiva suo. In particolare, l’attore era preoccupato all’idea di lavorare con interpreti molto giovani. Una volta sul set, però, si è lasciato conquistare dall’atmosfera magica e tutt’altro che infantile, decidendo di rimanere nella saga.

5. Ha basato il personaggio su sue esperienze pregresse. Prima di diventare un attore, Gleeson a lavorato per dieci anni come insegnante di lingua e letteratura inglese e irlandese al Catholic Belcamp College di Dublino. L’attore ha raccontato di essersi basato sulle sue esperienze come docente per interpretare Malocchio Moody, riproponendo alcuni dei suoi atteggiamenti in aula, portandoli naturalmente all’estremo. Gleeson, inoltre, ha affermato di essersi sentito capace di “esorcizzare” qualche cattiveria compiuta nella sua carriera di professore.

Brendan Gleeson in Braveheart – Cuore impavido

6. Quello in Braveheart è stato uno dei suoi primi ruoli importanti. Dopo alcuni ruoli per il cinema e la televisione, Gleeson si è fatto conoscere per il personaggio di Hamish, ruolo secondario nel film Braveheart – Cuore impavido, diretto e interpretato da Mel Gibson. Nel film Gleeson interpreta dunque uno dei più fedeli capitani del protagonista, anche se il vero condottiero a cui il suo Hamish è ispirato era scozzese e non irlandese, come è invece l’attore. Ad ogni modo, fu questo uno dei primi ruoli a conferire popolarità a Gleeson.

Brendan-Gleeson-Colin-Farrell

Brendan Gleeson in Troy

7. Ha interpretato un celebre condottiero. Dopo essere stato un guerriero in Braveheart, Gleeson ha avuto l’occasione pochi anni dopo di interpretarne un altro ancor più celebre nel film epico Troy. Qui egli è infatti Menelao, l’uomo a cui Paride ruba la bella Elena, di fatto scatenando la guerra tra greci e troiani. Gleeson si è dunque stavolta trovato a doversi confrontare con abiti di scena particolarmente elaborati e con sequenze di battaglia molto complesse. Anche questo è poi divenuto un altro dei ruoli per cui l’attore è oggi maggiormente ricordato.

Brendan Gleeson e Colin Farrell

8. Ha lavorato in due occasioni con il collega irlandese. Brendan Gleeson e Colin Farrell si sono dimostrati essere una straordinaria coppia cinematografica, forte della grande sintonia esistente tra i due interpreti. I due hanno ad oggi lavorato insieme per i film In Bruges – La coscienza dell’assassino e Gli spiriti dell’isola, entrambi diretti da Martin McDonagh, anche lui irlandese di origini. In entrambi i casi i due si sono sempre dichiarati entusiasti del lavoro svolto insieme, considerando il periodo di lavoro sui due film realizzati insieme come estremamente creativo e personalmente rinvigorente.

Brendan Gleeson e i suoi figli

9. Ha quattro figli. Sposato dal 1982 con Mary Weldon, l’attore ha quattro figli: lo scrittore Rory e gli attori Fergus, Brian e Domhnall Gleeson. Quest’ultimo è il più noto tra i tre, celebre per aver recitato, come il padre, nella saga di Harry Potter, ricoprendo il ruolo di Bill Weasley, ma anche nei film Ex Machina, Anna Karenin e nella trilogia sequel di Star Wars nei pani del Generale Armitage Hux. Domhnall ha dunque recitato accanto al padre in Harry Potter, anche se inizialmente contrario alla cosa per via del suo non voler essere giudicato in base alla loro parentela.

Brendan Gleeson: età e altezza dell’attore

10. Brendan Gleeson è nato a Dublino, Irlanda, il 20 marzo del 1955. L’attore è alto complessivamente 1,86 metri.

Fonte: IMDb

La favorita: la vera storia dietro al film di Yorgos Lanthimos

La favorita: la vera storia dietro al film di Yorgos Lanthimos

Negli ultimi anni la figura femminile al cinema si è arricchita di sempre più sfumature e ruoli, allontanandosi dagli stereotipi con cui per troppo a lungo era stata raccontata e abbracciando rappresentazioni più variegate e fedeli alla realtà. Uno dei film più recenti che senza dubbio ha contribuito a ciò è La favorita (qui la recensione), uscito nel 2018 per la regia del greco Yorgos Lanthimos, già autore di The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro e ora al cinema con Povere creature! (qui la recensione). Scritto da Deborah Davis e Tony McNamara, il film non solo ritrae figure realmente esistite nella storia, ma si concentra su dinamiche e temi particolarmente attuali ancora oggi.

Le prime bozze della sceneggiatura erano in circolazione già dalla fine degli anni Novanta, ma il progetto faticava a trovare finanziatori per via della mancanza di personaggi maschili significativi e per i contenuti lesbici. Con il cambiamento della società e l’accresciuta popolarità del movimento #MeToo, il film ha infine potuto trovare il proprio posto in un contesto ormai pronto a questa tipologia di storie. Curato sino al minimo dettaglio e girato prevalentemente nella Hatfield House, nell’Hertfordshire, il film venne poi presentato in concorso al Festival di Venezia, dove ottenne i primi onori.

Osannato dalla critica, La favorita divenne uno dei principali protagonisti della stagione dei premi, ottenendo infine ben 10 nomination al premio Oscar. Tra i film più importanti del suo anno, è un’opera che merita più visioni per poter essere sviscerata in ogni suo elemento, tema e significato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast del film La favorita

Ambientato durante i primi ani del 1700, nel pieno della guerra tra Francia e Inghilterra, il film ha per protagonista la regia Anna Stuart, donna ormai non più giovane e con diversi problemi di salute che la portano a trascurare i suoi impegni di regnante. Al suo fianco non manca mai Sarah Churchill, sua fidata consigliera nonché amica intima. È lei ad amministrare il potere per conto della regina, traendone benefici di ogni sorta. L’arrivo a corte della cugina di Sarah, Abigail Masham, nobile caduta in disgrazia, finirà per scuotere gli equilibri vigenti. Ben presto, tra le due donne avrà inizio una vera e propria guerra per decretare chi sarà la favorita della regista.

Per il ruolo della regina Anna, Lanthimos aveva preso in considerazione un’unica interprete, Olivia Colman, che aveva già lavorato per lui in The Lobster. L’attrice si è dichiarata da subito molto attratta dal ruolo, per il quale ha accettato di guadagnare circa 16 chili. Per la sua complessa interpretazione, l’attrice ha poi vinto numerosi onori, tra cui la Coppa Volpi al Festival di Venezia e l’Oscar alla miglior attrice protagonista. Nel ruolo di Sarah Churchill vi è invece Rachel Weisz, la quale ha affermato di aver accettato la parte poiché raramente le erano capitati personaggi femminili tanto complessi. Anche lei è poi stata nominata all’Oscar nella categoria alla miglior attrice non protagonista.

Chiude il terzetto di attrici la premio Oscar Emma Stone, interprete di Abigail Masham. Inizialmente la Stone pensava di rifiutare il ruolo, credendo che il personaggio di Abigail non sarebbe stata altro che una succube, ma quando arrivò alla fine della sceneggiatura implorò Lanthimos di assegnarle la parte. Per prepararsi a questa, però, la Stone dovette fare molta pratica con l’accento britannico e in particolare con il modo di parlare vigente nell’700. Come le due colleghe, anche la Stone è poi stata candidata all’Oscar nella categoria alla miglior attrice non protagonista. Nel film si ritrovano poi anche Nicholas Hoult nel ruolo di Robert Harley e Joe Alwyn in quelli di Samuel Masham.

La favorita storia vera

La favorita: la vera storia dietro al film

Seppur molto romanzata e spesso discordante rispetto alla realtà, la vicenda di La favorita è ispirata alla vera regina Anna, salita al trono di Inghilterra nel 1702. Poiché questa aveva ricevuto una scarsa educazione, non poteva essere particolarmente autonoma nel prendere decisioni politiche. Per tale motivo le venne affiancata l’amica d’infanzia Sarah Churchill, duchessa di Marlborough, la quale divenne di fatto la detentrice del potere. Benché fossero legatissime, Sarah era solita abusare del controllo che aveva sulla regina, manipolandola proprio come un burattino. In breve, divenne così la donna più influente del regno.

Questo almeno fino a quando non si trovò spodestata dal suo ruolo di favorita dalla cugina Abigail Masham. Contrariamente a Sarah, Abigail si presentava come gentile, affabile e disposta ad esaudire ogni desiderio della regina. Ella finì con il diventare, nel 1704, Lady of the Bedchamber della Regina. A questo punto del film, il regista enfatizza le teorie su un possibile rapporto sentimentale tra le tre donne. In realtà gli storici tendono a screditare tali voci, le quali sembrerebbero essere state messe in giro dalla stessa Sarah al fine di rovinare il rapporto tra la regina e Abigail. Attraverso la vicenda delle tre, però, Lanthimos può parlare di tematiche a lui care: il potere e le sue implicazioni e sfumature.

La salute della regina peggiorò poi nel corso del 1713. Anna, che già soffriva di gotta, fu colpita da un’erisipela che le causò un ascesso e febbre, conducendola a 49 anni alla morte il 1º agosto 1714. Sarah, che dopo la definitiva rottura con Anna nel 1711 era stata allontanata insieme al marito dalla corte degli Stuart, ritornò in auge quando alla morte della regina salirono al trono gli Hannover, continuando dunque ad avere un ruolo importante fino alla sua morte, avvenuta nel 1744. Abigail, invece, si ritirò a vita privata nel 1714, alla morte della regina, spegnendosi poi il 6 dicembre 1734.

Il trailer di La favorita e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La favorita è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video, Disney+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Life Upside Down, la recensione del film con Bob Odenkirk

Life Upside Down, la recensione del film con Bob Odenkirk

Life Upside Down era stato presentato alla scorsa edizione delle Giornate degli Autori durante la 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Si tratta del nuovo film di Cecilia Miniucchi, cineasta italiana che lavora negli Stati Uniti, e che aveva inizialmente il titolo di Worlds Apart – Monti Lontani.

Interamente girato tra giugno e luglio 2020, in pieno lockdown, dagli stessi attori protagonisti della pellicola con i loro smartphone, tablet e PC, è stato poi man mano montato dalla regista che guidava il cast tramite FaceTime. Dal 27 gennaio uscirà on demand e in sala in diverse città USA, tra cui Los Angeles e New York, e in Italia verrà distribuito a maggio da Genoma Films.

Life Upside Down girato in pieno lockdown

I protagonisti di questa storia di (più o meno) vecchi ricordi da quarantena, sono Jonathan (Bob Odenkirk, celeberrimo per Better Call Saul), Clarissa (Radha Mitchell), Paul (Danny Huston) e Rita (Rosie Fellner). Nella prima sequenza (che è l’unica, oltre all’ultima, ad essere stata girata all’aperto, in presenza) il gallerista Paul accoglie entusiasta la sua amante Clarissa, accompagnata dai suoi ricchi amici Paul e Rita, venuti a trovarlo in occasione di una nuova esposizione di opere nel grande spazio che ha affittato. La passione e la complicità con Clarissa sono al massimo, mentre la loro coppia di amici, per quanto sembri poco avvezza all’arte, sta per comprare un quadro dalla cifra esorbitante garantendo così a Jonathan un incasso coi fiocchi. Tutto sembra andare per il meglio, se non fosse che un’epidemia di proporzioni globali mette in ginocchio il mondo attorno e dentro di loro.

L’effetto generato dalle riprese ottenute con device mobili è naturalmente straniante, dal punto di vista dell’immagine, perché è chiaro che i colori e la fluidità risultino inevitabilmente freddi, quasi come se spiassimo gli attori da telecamere di sorveglianza. Tra l’altro Cecilia Miniucchi sceglie di far posizionare il punto di vista delle riprese tendenzialmente in basso, accentuando l’impressione di cogliere di sorpresa le scene a cui assistiamo, sensazione alla quale siamo ben abituati, quali continui spettatori di filmati amatoriali che guardiamo instancabili dai nostri telefoni.

Chiusi in casa prima di tutto con noi stessi

Una volta blindati in casa i protagonisti, iniziano a innescarsi tutte le dinamiche che abbiamo imparato a conoscere molto bene, con fiumi d’inchiostro che si sono sprecati sulle riflessioni rispetto alle menzogne su cui costruiamo le nostre relazioni più intime (in primis verso noi stessi), e la quantità di idee che ci vengono per alienarci da esse.

Da una parte c’è la coppia composta da Paul e Rita: lui abbastanza più grande di lei, scrittore e intellettuale, lei affascinante, sportiva e giovanile, che inizieranno progressivamente a toccare con mano la distanza sostanziale tra loro e a riflettere su quale sia davvero il collante che li tiene insieme. Dall’altro lato, anzi: due, c’è Jonathan malvolentieri rinchiuso in casa con la moglie, e Clarissa, sola. Cercheranno in ogni modo di sentirsi in quei brevi ritagli di tempo tra la proverbiale passeggiata con il cane e il tragitto per buttare sacco dell’immondizia.

Quanti ricordi – e forse altrettanti incubi – lascia emergere Life Upside Down. È bello il coraggio creativo che Cecilia Miniucchi tira fuori e a cui dà vita insieme a questo piccolo cast di grandi attori. Riporta alla memoria tanti dei discorsi che abbiamo ascoltato e letto in ore e ore di calma (per chi ha avuto la grazia di non vivere l’emergenza in prima linea, chiaramente) e silenzi, quando riflettevamo sul senso delle nostre vite con un’ottica globale come forse mai prima di quei momenti era capitato. È quindi interessante fare un riepilogo di come stanno le cose a distanza di tre anni, perché le brevi storie dei quattro protagonisti di Life Upside Down sono identiche a quelle che ognuno di noi ha vissuto in quei mesi, quando ci siamo posti domande importanti senza però aver modo di sfuggire alle risposte.

JUNG_E, recensione del nuovo film Netflix

0
JUNG_E, recensione del nuovo film Netflix

Trasportandoci in un futuro dai tratti distopici, JUNG_E è la nuova pellicola sci-fi scritta e diretta dal regista sudcoreano Yeon Sang-ho. Il film prodotto dalla Climax Studios e distribuito in tutto il mondo da Netflix, presenta un cast di figure rilevanti nel cinema sudcoreano. Tra queste si ricorda specialmente l’attrice Kang Soo-yeon  nel ruolo di Yun Seo-hyun, prematuramente scomparsa il sette maggio dello scorso anno, dopo la fine delle riprese di JUNG_E. A questa si affiancano Kim Hyun-joo e Ryu Kyung-soo nei panni rispettivamente di JUNG_E e del direttore Kim Sang-Hoon. Nei primi giorni dall’uscita sulla piattaforma streaming, JUNG_E ha  scalato le classifiche piazzandosi ai primi posti a  livello globale su Netflix.

JUNG_E: un futuro di guerra

Con l’aggravarsi delle condizioni climatiche sul pianeta Terra per via dell’innalzamento delle temperature e del livello dei mari, gran parte della popolazione umana è costretta ad abbandonare la propria casa alla volta di rifugi spaziali. Qui alcuni di questi si auto proclamano indipendenti, formando la Repubblica Adriana, scatenando una guerra con le altre forze alleate, conflitto che durerà per decenni.

In questo contesto, il progetto JUNG_E si occupa di creare cloni da guerra; per fare ciò, la scienziata Yun Seo-hyun porta avanti numerosi esperimenti con la memoria della formidabile mercenaria Yun Jung-yi, sua madre, immagazzinata in cervelli artificiali. Numerosi cloni di Yun Jung-yi vengono sottoposti a delle simulazioni della sua ultima battaglia, per poterne studiare le stimolazioni cerebrali ed usare tale conoscenza per creare soldati perfetti come questa eroina. Trattandosi di una clonazione di tipo c, i cloni non vengono riconosciuti come persone e non hanno alcun diritto. Ma gli esperimenti non sembrano dare i risultati sperati, e con la fine della guerra il progetto JUNG_E sembra essere destinato a concludersi senza risultati.

Dalla clonazione al rapporto madre-figlia

Le tematiche trattate in JUNG_E sono molteplici: prima fra tutte la condizione umana in questo futuro dai tratti post apocalittici. L’elemento del disastro ambientale provocato dall’uomo permea nelle vicende già dal preambolo, dal motivo che ha portato gli umani a vivere nello spazio. Resta presente nel resto del film tramite visioni di paesaggi di inquietanti distese di rifiuti nel nuovo centro abitato. Anche dopo aver distrutto la Terra, non sembra si sia ancora imparata la lezione di dover avere cura dell’ambiente in cui si vive.

Jung_E netflixAltro fattore dominante è la clonazione. Si tratta di uno dei temi maggiormente presenti nelle pellicole sci-fi. Si pensi a film come Ghost in the shell, diretto da Rupert Sanders e con l’attrice Scarlett Johansson,  oppure al cult  Blade Runner, diretto da Ridley Scott con Harrison Ford. La possibilità  di prolungare la propria esistenza in corpi robotici sembra essere un tema molto affascinante nel cinema, ma anche qui in JUNG_E ne vengono riconosciuti i limiti: la macchina non potrà mai sostituire in tutto e per tutto l’uomo

Infine, l’ultimo tema che viene sviluppato nel film è il rapporto tra Yun Seo-hyun e sua madre. Yun Jung-yi ha fatto molti sacrifici per dare la possibilità alla figlia di guarire, malata da piccola di cancro. Questo la portò a divenire una mercenaria. Yun Seo crede che la madre sia bloccata nella simulazione per una sorta di risentimento nei suoi confronti, si sente in colpa ed in qualche modo responsabile per la morte di Jung-yi. Nel volgere verso la fine del film, la figlia potrà chiarire i propri sentimenti, se pur solo con un clone della propria madre.

La violazione dei diritti della personalità

Una tematica presente i JUNG_E che merita un  suo particolare focus è il trattamento dei dati personali, che qui non si limitano ad essere semplicemente nome cognome, data di nascita o altre cose simili. Qui ad essere venduti come se nulla fosse sono interi complessi cerebrali che danno vita a persone. Considerando il diritto privato attuale, una cosa del genere sarebbe al momento impensabile. La stessa Costituzione italiana, tra i diritti inviolabili dell’uomo all’articolo 2, garantisce il diritto all’identità personale. Ma riflettendoci un attimo, giorno dopo giorno, social dopo social, tutti noi accettiamo continuamente delle micro-violazioni della nostra privacy, accettando condizioni sul trattamento dei nostri dati, i “cookies”, a cui non facciamo molto caso. Pellicole di questo genere ci aiutano a riflettere sull’importanza e sull’unicità del nostro essere, che deve sempre essere salvaguardato, per evitare di divenire un giorno un clone di tipo c!

JUNG_E: una pellicola a metà

La più grande pecca di JUNG_E è il pressappochismo con cui tutti questi elementi vengono riportati sullo schermo. In soli 99 minuti si cerca di rappresentare tutta una realtà nuova, ma in tale maniera si lascia molto inspiegato ed in sospeso allo spettatore. Si sarebbe potuto approfondire l’aspetto sociale, che ci è noto solo in qualche fugace scena, mentre Yun Seo-hyun è sul treno. Piuttosto che posizionare delle semplici didascalie all’inizio del film, esplicative della  guerra tra adriani e forze alleate, sarebbe stato preferibile sviluppare alcune scene in funzione di flashback.

Alessio Cremonini, intervista al regista di Profeti

0
Alessio Cremonini, intervista al regista di Profeti

Ecco la nostra intervista a Alessio Cremonini, il regista di Sulla mia pelle che arriva in sala con la sua opera seconda, Profeti, interpretata da Jasmine Trinca. Il film arriva in sala dal 26 gennaio distribuito da Lucky Red.

Profeti, il nuovo film di Alessio Cremonini, vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente per Sulla mia pelle, arriverà solo al cinema dal 26 gennaio, dopo aver vinto il Black Panther Award 2022 – Menzione speciale della giuria al Noir InFestival, dove è stato presentato in anteprima. Il lungometraggio con protagonista Jasmine Trinca due volte David di Donatello come Migliore attrice e Premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes una sorprendente Isabella Nefar e Ziad Bakri, è una produzione Cinemaundici e Lucky Red con Rai Cinema in collaborazione con Sky Cinema.

Profeti è la storia del confronto tra Sara (Jasmine Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico, e Nur (Isabella Nefar), una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in custodia ad una sua “pari”: ad una donna. Nur diventa la sua carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E sarà proprio quella casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il luogo dove Sara e Nur si confronteranno. Un confronto quasi impossibile che si trasforma in guerra psicologica mentre attorno scoppiano le bombe e i nemici vengono bruciati vivi per vendetta. Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, e dal progressivo tentativo di Nur di convertire Sara.

Dopo aver raccontato le vicende di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, Alessio Cremonini si confronta con temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà. «Sono questi i temi della mia indagine: lo strumento è il cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema radicale. Un cinema essenziale» – ha dichiarato Cremonini – «Un film su due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara, una giornalista italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria, e Nur che la tiene prigioniera per mesi in una casa costruita in un campo di addestramento dello Stato Islamico. Quello che il cinema può e deve fare, è mettere in scena la vicenda di Sara e Nur senza manicheismi o semplificazioni retoriche. Questa storia, infatti, non soltanto è metafora di quello che accade in molte parti del Medio Oriente, ma ci riguarda da vicino. Poiché, ormai lo sappiamo, se nell’altra sponda del Mediterraneo inizia un incendio poi le fiamme arrivano anche da noi».

Il film inizia con le parole di una combattente curda intervistata da Sara, la giornalista italiana interpretata da Jasmine Trinca:  «Combatto per i curdi, per la libertà e per le donne. In Medio Oriente, se sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile. Qui, la maggior parte dei regimi è basata sulla sottomissione, sull’oppressione delle donne. È per questo che le uniche persone che possono cambiare questa mentalità sono le donne», parole che portano subito la mente quanto sta accadendo in Iran.

Shrinking, recensione della serie con Jason Segel e Harrison Ford

Dopo il successo di The Shrink Next Door con Will Ferrell e Paul Rudd, Apple TV+ propone Shrinking, una nuova serie dramedy, creata da Brett Goldstein, Bill Lawrence e lo stesso Jason Segel che la interpreta, che vede protagonisti un gruppo di psicoterapeuti, ognuno di essi alle prese con i propri problemi personali.

Shrinking, la trama

Al centro della storia di Shrinking si trova Jimmy (Jason Segel), il quale dopo aver perso la moglie in un tragico incidente non riesce a rimettere in piedi la propria vita. A farne le spese è principalmente sua figlia adolescente. Sua collega è Gaby (Jessica Williams), donna che riesce a vedere il lato positivo di ogni cosa, anche del divorzio che sta affrontando. A capo dello studio si trova invece il veterano Phil (Harrison Ford), affetto dalle prime fasi del Morbo di Parkinson. Insieme questi tre terapeuti devono affrontare non soltanto i pazienti che si presentano loro ma anche una serie di piccole, grandi catastrofi di tutti i giorni.

Fin dal pilot di Shrinking si può facilmente comprendere come ogni elemento dello show sia stato curato con discreta precisione, dall’ambientazione alla delineazione psicologica dei personaggi. Tutti i tasselli del puzzle sono stati incastrati con cura, a formare un ritratto che non possiede sbavature o imprecisioni. Il che però non significa necessariamente essere in grado di catturare l’attenzione del pubblico o rimanere impresso nella memoria.

Mancanza di originalità

Poiché per quanto non si riescano a trovare evidenti difetti nelle varie puntate di Shrinking, ugualmente si fatica a scovarne un minimo di originalità. Ogni elemento dello show realizzato per Apple TV+ possiede un vago sapore derivativo, il quale sembra essere stato già provato  – e probabilmente gustato con maggiore efficacia – da qualche altra parte. Certo, quando poi hai nel cast attori consumati alla commedia come Jason Segel (How I Met Your Mother) o Christa Miller (Scrubs), a cui aggiungere una leggenda vivente come Harrison Ford, è quasi scontato che non ci si annoi.

Harrison Ford, un’icona inossidabile

In particolare proprio l’attore che non vediamo l’ora di rivedere nel ruolo di Indiana Jones “gioca” con discreta intelligenza con il suo essere un’icona apparentemente inossidabile. E così gli episodi di Shrinking scorrono via leggeri e spigliati, lasciando comunque la sensazione costante che avrebbero potuto regalare allo spettatore qualche brivido emotivo in più, un momento di malinconia o addirittura di melodramma capace di produrre quella lacrimuccia che in fondo ci aspettiamo in produzioni di questo tipo. Tutto sommato il personaggio che convince maggiormente è quello di Gaby, anche perché Jessica Williams rappresenta l’elemento di novità e freschezza rispetto al resto del cast.

Creata da Brett Goldstein, Bill Lawrence e lo stesso Jason Segel, Shrinking è una serie dramedy che a conti fatti non aggiunge o toglie nulla al proprio genere di appartenenza. e questo è probabilmente il suo maggior difetto. Un prodotto che avesse rischiato qualcosa in più uscendo fuori dai binari del consueto, magari rischiando anche qualche strafalcione nel tono o nella linea narrativa, avrebbe probabilmente suscitato una maggiore curiosità rispetto uno show che invece scivola via pacato, fin troppo, tanto da non incidere mai veramente. Rimane l’efficacia di qualche duetto, il divertimento assicurato da alcune situazioni più propriamente di genere, elementi che di certo non bastano a fare di Shrinking uno show degno di essere ricordato a lungo…

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità