Un nuovo aggiornamento per
Beetlejuice
Beetlejuice conferma che uno dei
personaggi principali della commedia horror originale del 1988 non
tornerà nel prossimo sequel diretto da Tim Burton.
Il film classico vedeva una coppia recentemente deceduta invocare
l’aiuto dello squallido e sboccato bioesorcista di Michael
Keaton per terrorizzare una ricca famiglia cittadina
impedendole di trasferirsi nella loro ex casa rurale. Al cast di
Beetlejuice si uniscono
Jenna Ortega,
Monica Bellucci,
Justin Theroux,
Willem Dafoe e Burn
Gorman.
Dopo il primo teaser trailer di
Beetlejuice Beetlejuice, un nuovo report di THR
conferma che Jeffrey Jones, che ha interpretato Charles, il
patriarca della famiglia Deetz in cerca di relax, non apparirà nel
prossimo sequel, e il trailer infatti conferma che il personaggio è
morto. L’attore è stato arrestato nel 2002 per adescamento e
possesso di materiale pedopornografico ed è un molestatore sessuale
registrato.
Il
visionario filmmaker Tim Burton e l’attore
candidato all’Oscar Michael Keaton tornano a fare squadra per
Beetlejuice
Beetlejuice, l’atteso sequel del pluripremiato
Beetlejuice – Spiritello porcello. Keaton torna nel
suo ruolo iconico accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things, Piccole
donne) nel ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy
Catherine O’Hara (Schitt’s
Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si
aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star
Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers),
Monica Bellucci (Spectre, i film di
Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto
in un lungometraggio, la candidata agli Emmy
Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo della figlia
di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh –
Sulla soglia dell’eternità).
Burton
dirige il film da una sceneggiatura di Alfred
Gough & Miles Millar
(Mercoledì).La
squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include
il direttore della fotografia Haris Zambarloukos
(Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient Express) e
diversi suoi collaboratori storici come lo scenografo Mark
Scruton (Mercoledì), il montatore Jay
Prychidny (Mercoledì), la costumista premio Oscar
Colleen Atwood (Alice in Wonderland, Sweeney
Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street), il supervisore
creativo degli effetti delle creature e del trucco speciale
vincitore del Premio Oscar Neal Scanlan
(Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, Charlie e
la fabbrica di cioccolato), il compositore Danny Elfman
(Big Fish, The Nightmare Before Christmas, Batman), e il
Premio Oscar per le acconciature e il trucco Christine
Blundell (Topsy-Turvy
Sotto-sopra).
Spider-Man di
Tom
Holland e Daredevil di Charlie Cox uniscono le forze per
combattere Kingpin di Vincent D’Onofrio in uno
cortometraggio in stop-motion creato da un fan del MCU, grande collezionista di action
figure. La lista di film e serie tv prossime del MCU si concentra
principalmente sul multiverso, ma anche la parte “street” del
franchise è destinata a crescere con progetti come
Daredevil: Born Again del 2025. D’altro canto,
sebbene sia ancora in fase di sviluppo, il
quarto capitolo della serie Spider-Man del MCU
sembra sarà più radicato rispetto ai precedenti film, dato il nuovo
stile di vita di Peter Parker dopo la fine di
Spider-Man: No Way Home.
Con il cammino di
Spidey e Daredevil che
probabilmente si intreccerà nel prossimo futuro, le previsioni dei
fan su come sarebbe stato il primo incontro di questi due eroi
nell’MCU sono diventate piuttosto creative. Il collezionista di
action figure TheLeoLegendary10 presenta la sua
interpretazione di un crossover tra l’Uomo Ragno e l’Uomo Senza
Paura sotto forma di un cortometraggio in stop-motion.
Nel video, i due eroi arrivano
all’attico di Wilson Fisk e si vendicano per l’apparente morte di
Elektra. Sia Daredevil che Spider-Man utilizzano mosse di
combattimento e combo mai viste prima in un film. Ecco il
video:
Spider-Man di
Tom Holland e Daredevil di
Charlie Coxsi sono già
incontrati brevemente in
No Way Homesul grande schermo
ma scommettiamo che la prossima serie sull’Uomo Senza Paura possa
offrire uno sguardo anche a Peter Parker.
Rebel Wilson ha appena rivelato sui social
media che Sasha Baron Cohen è la star di Hollywood
che le ha inviato minacce per impedirle di pubblicare il suo libro
di memorie “Rebel Rising”.
Finora l’attrice australiana non
aveva identificato Baron Cohen e lo aveva definito un “enorme
stronzo” con cui aveva lavorato. Ha detto che la star aveva assunto
un team di pubbliche relazioni di crisi e aveva iniziato a inviarle
minacce dopo aver affermato che gli avrebbe dedicato un intero
capitolo nelle sue memorie e avrebbe denunciato il suo
comportamento. Il capitolo 23 di “Rebel Rising” è dove Wilson dice
che rivelerà i dettagli.
“Non sarò vittima di bullismo o
messa a tacere da avvocati costosi o gestori di crisi di pubbliche
relazioni. Lo “stronzo” di cui parlo in UN CAPITOLO del mio libro è
Sasha Baron Cohen”, ha affermato in una storia pubblicata
su Instagram diverse ore fa. In un post
precedente Wilson ha affermato: “Ora quello stronzo sta
cercando di minacciarmi. Ha assunto un responsabile delle pubbliche
relazioni e avvocati. Sta cercando di impedire alla stampa di
parlare del mio nuovo libro. Ma il libro uscirà e voi tutti
conoscerete la verità”.
Rebel Wilson e Sasha Baron
Cohen hanno recitato insieme nel film del 2016 I
fratelli Grimsby.
L’attrice tedesca con origini turche
Aylin Tezel debutta alla regia con Falling
Into Place una storia d’amore tra
millennials. Un film che è la perfetta fusione tra
Prima dell’alba di
Richard Linklater ma con le paturnie e i numerosi problemi
esistenziali che tormentano i tipici protagonisti usciti invece
dalla penna di
Sally Rooney. Falling Into Place racconta
infatti di Kira e Ian che si incontrano fuori da
un locale in Scozia e trascorrono insieme due
giorni per poi perdersi di vista per sempre, ma forse non è così e
il destino alla fine gli riserverà una seconda possibilità.
La trama di Falling Into Place
All’inizio del film Falling
Into Place i protagonisti Kira,
interpretata dalla stessa regista Aylin Tezel, e
Ian, l’attore scozzese
Chris Fulton, vengono mostrati prima di conoscersi. La giovane
donna arriva da sola nella sua stanza d’albergo sull’Isola
di Skye per poi dirigersi verso un pub,
dove beve una birra con un ragazzo che però si comporta in modo
poco educato con lei. Ian invece è un uomo
originario del posto, in visita dai i suoi anziani genitori, che
per la serata in compagnia di vecchi amici si ritrova anche lui nel
locale dove ci sta anche la protagonista femminile. I due si
conoscono fuori dal locale, il primo a parlare è Ian che si accede
elegantemente una sigaretta e inizia una conversazione con Kira che
ne rimane affascinata, fin da subito, dal giovane.
Tra i protagonisti scatta
una scintilla dove si trovano a ballare e saltare per le
strade della cittadina turistica divertendosi come dei bambini.
All’alba del mattino successivo si siedono in riva ad un lago e
parlano di argomenti seri ma anche dell’amore e del sesso. La nuova
conoscenza è eccitante e intrigante, ma entrambi hanno un passato e
una relazione con un altro partner. Kira è legata
al suo ex Aiden, di cui è disposta per tornare con
lui di cambiare e perdere se stessa, invece Ian ha
una fidanzata che vuole un figlio. La protagonista
dopo questa dichiarazione davanti ad una tazza di caffè in un bar
vuole andarsene ma il bel Ian riesce a convincerla a seguirlo prima
in farmacia e poi a casa dei suoi genitori, perchè suo papà è
malato e ha bisogno di medicine ma anche di cure. Qui la ragazza
conosce la madre e il padre del giovane e scopre anche l’esistenza
di una sorella non presente e in cura psichiatrica in una
clinica.
Alla fine Kira
trascorre la seconda notte nella sua camera dell’hotel a letto con
Ian, che però la mattina successiva, scompare
senza lasciare niente. I due protagonisti quindi tornano alle loro
vite, come nulla fosse, a Londra dove Ian,
cantautore di scarso successo, torna a vivere
dalla sua compagna Emily e Kira a lavorare come designer e
assistente alla scenografia per una produzione teatrale
londinese. I mesi passano ma i protagonisti continuano a pensare
l’uno all’altro e Kira, che è anche una pittrice,
inizia a dipingere quadri che rappresentano Ian e i loro momenti
insieme in Scozia. I due si ritrovano durante l’inaugurazione della
mostra della giovane artista protagonista e Falling Into
Place si conclude con un lungo bacio al tramonto in una
via non ben definita di Londra.
Un altro lungometraggio sulle vite
melodrammatiche dei Millennials
Questo melodramma è
un altro film che rappresenta benissimo le relazioni
amorose tra i complicati millennials.
L’attrice al suo debutto dietro la macchina da presa è influenzata
molto dalla regia che abbiamo imparato a conoscere con la visione
di tutti quei film indipendenti ma sopratutto guardando le
trasposizioni dei romanzi generazionali di
Parlarne tra amici e
Persone normali.Kira ha molto in comune con
Marianne della miniserie Normal
people, infatti le due ragazze prima di trovare la persona
giusta e capace di capirle vivono relazioni umilianti che le fanno
solo soffrire.
Aylin Tezel riesce
a portare sullo schermo con sottile crudezza un’interpretazione che
mette in risalto sia il livello recitativo che quello nella regia,
ma senza demolire la performance del co-protagonista Chris Fulton.
Il problema principale del film è la durata e l’incostanza della
parte ambienta a Londra, troppo drammatica, che
sembra allungare un storia che già tutti possono immaginare dopo
che si capisce che entrambi vivono a Londra.
L’uso dell’intelligenza artificiale
nel cinema e nella televisione è diventato un argomento scottante
negli ultimi tempi e tutti i registi o gli studios che decidono di
utilizzare questa tecnologia rischiano di subire un forte
contraccolpo da parte di coloro che ritengono che non abbia posto
nel settore e che stia rubando il lavoro agli artisti veri e
propri. Recentemente è emerso che il nuovo film horror Late
Night With the Devil include arte generata
dall’intelligenza artificiale e i registi Cameron e Colin
Cairnes hanno risposto rilasciando una dichiarazione (via
Variety).
“In collaborazione con il
nostro straordinario team di grafica e design di produzione, che ha
lavorato instancabilmente per dare a questo film l’estetica anni
’70 che avevamo sempre immaginato, abbiamo sperimentato l’IA per
tre immagini fisse che abbiamo modificato ulteriormente e che alla
fine sono apparse come brevissimi intermezzi nel film. Ci sentiamo
incredibilmente fortunati ad aver avuto un cast, una troupe e un
team di produzione così talentuosi e appassionati che hanno fatto
di tutto per dare vita a questo film. Non vediamo l’ora che tutti
lo vedano di persona questo fine settimana“.
Mentre molti sono rimasti
favorevoli al film indipendente Late Night With the
Devil, altri invitano a boicottare Late Night With
the Devil e ritengono che il fatto di dare il via libera
anche a casi apparentemente minori di utilizzo dell’intelligenza
artificiale sia un terreno scivoloso.
La star David Dastmalchian è stata interpellata sulla
controversia dell’IA durante una recente intervista e, pur
rimanendo al fianco dei registi, riconosce che la conversazione
sull’IA è “importante da fare“.
Late Night With the
Devil ha ottenuto recensioni entusiastiche da parte della
critica e attualmente si trova al 97% su Rotten Tomatoes. Questo
sicuramente attirerà il pubblico in sala, ma sarà interessante
vedere se la controversia sull’IA avrà un impatto sulla vendita dei
biglietti.
L’attore di Suicide Squad interpreta Jack Delroy,
conduttore di un fittizio varietà e talk show notturno degli anni
’70 intitolato Night Owls with Jack Delroy.
“Il film sostiene di essere
derivato da un nastro master riscoperto di un episodio della sesta
stagione dello show, trasmesso ad Halloween del 1977. Durante
questa trasmissione televisiva in diretta, si scatena il caos
quando Delroy intervista una parapsicologa (Laura Gordon) e il
soggetto del suo recente libro, una giovane adolescente (Ingrid
Torelli) che è stata l’unica sopravvissuta al suicidio di massa di
una chiesa satanica“.
Dopo l’annuncio di un film di
Legend
of Zelda in live-action a novembre, il regista
Wes Ball ha chiarito di essere molto serio sul
progetto.
Secondo il commento di Wes
Ball qui sotto, i fan del longevo gioco di
Nintendo non devono aspettarsi un film d’azione
campagnolo.
Wes Ball ha
dichiarato: “Ho un’idea fantastica. Ci ho pensato a lungo, a
quanto sarebbe bello un film di Zelda… Voglio esaudire i più grandi
desideri delle persone. So che questo franchise [di Zelda] è
importante per la gente e voglio che sia un film serio. Un film
vero che possa dare alle persone una via di fuga. È questa la cosa
che voglio cercare di creare: deve sembrare qualcosa di reale.
Qualcosa di serio e di bello, ma anche divertente e
stravagante”.
Dopo il fallimento del film di
Super Mario Bros. del 1993, interpretato da
Bob Hoskins e John Leguizamo, Nintendo ha
(giustamente) evitato Hollywood per diversi decenni.
Ma nel 2023
Nintendo ha realizzato un film d’animazione di
Super Mario
Bros. con un budget di produzione di 100 milioni di
dollari, guadagnando 1,362 miliardi di dollari in tutto il
mondo.
Dopo questo enorme successo al
botteghino, lo sviluppatore di videogiochi non vuole solo dominare
il genere dei film d’animazione, visto che Legend
of Zelda sarà un adattamento live-action.
In precedenza,
Ball ha dichiarato che la sua ambizione per il
progetto è quella di creare un film live-action sullo
stile dello Studio Ghibli.
Descrivendo la sua visione del
film, il regista di Maze Runner ha dichiarato:
“Questo fantastico film d’avventura che non è come
Il Signore degli Anelli, è una cosa a sé. Ho sempre detto che
mi piacerebbe vedere un Miyazaki in live-action. Mi piacerebbe
vedere qualcosa di simile per la meraviglia e l’eccentricità che
lui mette nelle cose“.
Nintendo e Sony stanno
co-producendo il film Legend
of Zelda, mentre Derek Connolly si occuperà della
sceneggiatura. Tuttavia, già a dicembre, il regista di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie aveva avvertito che il film
live-action di Legend
of Zelda è ancora in fase di sviluppo e che non sa se
sarà il prossimo film che girerà.
“Stiamo lavorando alla
sceneggiatura e se sarà il prossimo film o no, è difficile dirlo
con precisione. Ma certamente il piano è quello di riposare un po’
dopo la fine di Apes, per poi tuffarci in [Zelda] e sperare di dare
ai fan quello che sperano, e anche di invitare nuove persone. Credo
che il desiderio di Nintendo sia quello di far conoscere alle
persone questo mondo che esiste ormai da 40 anni“.
Il franchise di Legend
of Zelda è incentrato principalmente su Link, un
giovane hyliano scelto dal destino per difendere la terra di Hyrule
dal malvagio mago Ganon. Zelda, la principessa di Hyrule, è
un’astuta e forte giovane monarca che possiede la Triforza della
Saggezza, una delle tre grandi reliquie sacre.
Il conflitto fondamentale della
storia è la continua lotta tra Link e Ganon per il possesso della
Triforza e di altre sacre reliquie. Ganon intende usare il loro
potere per controllare Hyrule, ma Link lavora spesso con Zelda per
proteggere la terra e la sua gente.
L’anno scorso, la società di
investimento del miliardario Nelson Peltz, Trian
Partners, ha utilizzato la sua partecipazione di 2,5 miliardi di
dollari nella Disney per lanciare una battaglia
per la delega al fine di imporre il suo ingresso nel consiglio di
amministrazione della società.
In seguito hanno rinunciato a
questa battaglia, ma ora sono di nuovo sul piede di guerra. Peltz è stato molto critico nei confronti
dell’acquisizione da 71 miliardi di dollari della 21st
Century Fox da parte della Disney e del
debito che ha ha provocato alla Disney, ed è il primo a
sottolineare i recenti problemi finanziari dello studio.
Negli ultimi due anni, questo si
è aggiunto alle considerevoli perdite accumulate dalla sale e
nello streaming, con marchi come Marvel e Pixar che
faticano ad avere lo stesso impatto di un tempo.
Parlando con il Financial
Times, Nelson Peltz – che sta nuovamente
facendo campagna per ottenere un posto nel consiglio di
amministrazione e ora detiene una quota di circa 3,5 miliardi di
dollari – ha dichiarato: “Disney è stupida perché non sto
cercando di licenziare [l’amministratore delegato] Bob Iger, voglio
aiutarlo. Non licenziamo gli amministratori delegati“.
La Disney non
vuole che Nelson Peltz o i suoi seguaci
facciano parte del consiglio di amministrazione e sostiene che non
sia riuscito a “presentare una sola idea strategica” per
risollevare le cose.
L’insinuazione sembra essere che
Peltz sia interessato solo ad aumentare i profitti per gli
investitori, anche se ciò va a scapito della produzione creativa
della Disney. Durante l’intervista, il sito ha messo alla berlina
l’apparente mancanza di idee di Nelson Peltz,
spingendo l’uomo d’affari a prendere di mira le recenti uscite
della Disney.
“Dicono che non sappiamo nulla
del mondo del cinema – non pretendiamo di saperlo – ma non credo
che lo sappiano, con cinque grandi sconfitte di fila. Hanno perso
il primo posto nell’animazione, hanno perso il primo posto nei
lungometraggi. Forse è ora di cambiare il management di queste
divisioni“.
Quindi, qualcuno che non sa nulla
del mondo del cinema vuole fare dei cambiamenti radicali, ma questo
si estenderà al licenziamento del presidente dei Marvel
StudiosKevin Feige che è l’artefice di un decennio di
successi con il Marvel Cinematic Universe?
“Non sono pronto a dirlo, ma
metto in dubbio il suo operato“, dice Peltz a proposito
dell’uomo che ha supervisionato un franchise da 30 miliardi di
dollari dal suo lancio nel 2008. In definitiva, sembra che ritenga
che la Disney (e la Marvel)
abbiano esagerato. “La gente va a vedere un film o uno
spettacolo per essere intrattenuta“, dice Peltz.
“Non va per ricevere un
messaggio. Perché devo avere una Marvel tutta al femminile? Non che
io abbia qualcosa contro le donne, ma perché devo farlo? Perché non
posso avere una Marvel che sia entrambe le cose? Perché ho bisogno
di un cast tutto nero?“.
Questi commenti sembrano riferirsi
a The
Marvels e Black
Panther; quest’ultimo ha incassato più di un miliardo
di dollari e si è guadagnato una nomination agli Oscar.
Riecheggiano molto i pensieri di
Ike Perlummter della Marvel, il dirigente che avrebbe
impedito a Kevin Feige di realizzare film che ruotano
attorno a personaggi non bianchi.
Interpellato su queste osservazioni
di Peltz, un portavoce della
Disney ha risposto: “Questo è esattamente il
motivo per cui Nelson Peltz non dovrebbe essere
vicino a una società guidata dalla creatività“.
Quarto Potere, il
capolavoro di Orson Welles del 1941, torna al
cinema dal 24 marzo in versione
restaurata e rimasterizzata. È l’occasione per vedere o rivedere
sul grande schermo uno dei più importanti e più bei film della
storia del cinema, in cui Welles fece infatti confluire in questo
suo primo lungometraggio da regista un tale conoscenza della
tecnica e del linguaggio cinematografico da aver aperto poi la
strada alle innovazioni venute negli anni e nei decenni successivi.
Dal racconto portato avanti da più punti di vista attraverso l’uso
di flashback fino all’utilizzo della profondità di campo, con cui
ha costruito immagini capaci di narrare su più livelli; dalla
riflessione sul potere dei media fino alle nostalgiche note di un
uomo in cerca della propria infanzia negata.
Al di là della storia vera dietro il
film (liberamente ispirato alla vita dell’imprenditore
William Randolph Hearst, il quale si oppose
fermamente alla realizzazione della pellicola) o alle vicende sulla
paternità della sceneggiatura (oggi attribuita tanto a Welles
quanto a Herman J. Mankiewicz), Quarto
Potere è ricco di numerose altre curiosità che
contribuiscono al suo mito e alla sua aura di opera unica,
irripetibile, realizzata nonostante numerose forze avverse. Un film
che proprio per la cura con cui è stato pensato e realizzato è
riuscito ad essere precursore tanto da un punto di vista tecnico
quanto tematico, anticipando molti dei problemi legati ai media e
all’identità su cui oggi si dibatte.
Quarto Potere: alcune curiosità sulla trama
In origine, il film doveva essere
basato sulla vita di Howard Hughes, il celebre
aviatore, regista e produttore cinematografico statunitense, ma
anche grande uomo d’affari, investitore e filantropo, nonché uno
degli uomini più influenti a livello finanziario nel mondo. Alla
fine, però Orson Welles si rese conto che nessuno
avrebbe creduto alla maggior parte delle cose che Hughes aveva
fatto, così decise di fare del protagonista Kane un barone dei
media. Nel 2005, tuttavia, il regista Martin Scorsese ha realizzato un biopic sulla
vita di Hughes, intitolato The Aviator e
interpretato da Leonardo DiCaprio.
Una sottotrama riguardava invece una
relazione clandestina di Susan Alexander Kane,
moglie del protagonista. Si dice che la cosa fosse basata sulla
presunta relazione di Marion Davies, amante di
Hearst, con Charles Chaplin. Quando l’ira di
Hearst nei confronti del film si fece sempre più insistente, Welles
ordinò di eliminarla dalla sceneggiatura, temendo serie
ripercussioni. A rendere così pericoloso raccontare di questa
vicenda vi era il suo esito: Welles sostenne che Davies ebbe
davvero una relazione con Chaplin e che Hearst, nel tentativo di
sparare a quest’ultimo finì invece per colpire il produttore
Thomas H. Ince, il quale morì poi per la
ferita,
Il cast di Quarto Potere
Oltre a scrivere, dirigere e
produrre il film, Orson Welles interpreta anche il
protagonista, Charles Foster Kane, tanto nella sua giovinezza
quanto nella sua vecchiaia, cosa che gli richiese dunque numerose
ore al trucco. Per il suo lavoro in questo film, Welles è poi stato
il primo in assoluto ad essere nominato agli Oscar come Miglior
attore, Miglior regista e Miglior sceneggiatura originale per lo
stesso film. Vinse però solo il premio per l’ultima di queste tre
categorie. L’attrice Dorothy Comingore,
invece, interpreta la moglie di Kane, Susan. Come noto, durante le
riprese, Welles iniziò a trattare terribilmente l’attrice,
umiliandola deliberatamente davanti al cast e alla troupe. Questo
per far sì che lei lo odiasse realmente, rafforzando la sua
interpretazione.
L’attore William
Alland, invece, il reporter Jerry Thompson, il cui volto
però non si vede mai completamente nel film, rimanendo sempre
nell’ombra e permettendo dunque di non renderlo un vero personaggio
quanto uno strumento attraverso la cui ricerca emerge la storia. Il
film rappresenta poi il debutto cinematografico di Ray
Collins (nei panni di Jim W. Gettys, rivale politico di
Kane), Joseph Cotten (nel ruolo di Jedediah
Leland, il migliore amico di Kane), Agnes
Moorehead (nel ruolo di Mary Kane, madre del
protagonista). Cotten, in particolare, intraprenderà a partire da
qui una fortunata collaborazione con Welles, recitando in diversi
altri suoi film.
Chi è Rosabella e qual è il suo significato nel finale?
Tutto il film si costruisce sul
mistero dell’ultima parola pronunciata dal protagonista prima di
morire: Rosabella. Parte da qui l’indagine del
reporter Jerry Thompson, il quale è convinto che dietro quel nome
si celi la chiave per comprendere la vita di Charles Foster Kane.
Tuttavia, né lui né altri scopriranno mai la verità. Con l’ultima
inquadratura, però, Welles permette agli spettatori di svelare
l’arcano: “Rosabella” è il marchio dello slittino
con cui Kane da piccolo stava giocando quando fu costretto a
lasciare la sua casa in Colorado. Quella slittino, dunque, assume
il significato dell’infanzia di cui il protagonista è stato privato
e a cui, in punto di morte, egli vorrebbe tornare. Nel tempo,
tuttavia, Welles ripudiò quella svolta, giudicandola
semplicistica.
Altre curiosità su Quarto Potere
Gli studiosi e gli storici del
cinema considerano questo film come il tentativo di Orson
Welles di creare un nuovo stile cinematografico studiando
varie forme di cinema e combinandole in una sola. Tuttavia, Welles
ha dichiarato che il suo amore per il cinema è iniziato solo quando
ha iniziato a lavorare al film. Quando gli fu chiesto dove avesse
trovato la fiducia, come regista esordiente, per dirigere un’opera
così radicalmente diversa dal cinema di quegli anni, rispose:
“Ignoranza, ignoranza, pura ignoranza. Non c’è confidenza che
la eguagli. Solo quando si conosce qualcosa di una professione,
credo, si è timidi o attenti“.
Con questo film, dunque, Welles
sembro dimostrare che “non c’è bisogno di preparazione“.
Welles imparò delle tecniche (come guardare in alto per i
personaggi importanti e in basso per quelli secondari) e fu
influenzato dal film western Ombre rosse (1939) di
John Ford, che si dice abbia guardato quasi 40
volte durante la produzione di Quarto Potere.
L’“inutile preparazione” costò però a Welles la carriera,
secondo il regista Robert Wise, che montò questo
film e il successivo L’orgoglio degli Amberson (1942)
sempre di Welles: “Semplicemente, dopo quel magnifico inizio,
non ha mai sfruttato il suo talento. È stata colpa sua, della sua
mancanza di disciplina“.
A dimostrazione anche
dell’impazienza di Welles di girare, senza dunque aspettare che
tutto fosse pronto e pianificato, vi è anche una delle prime scene
del film, quella in cui dei giornalisti discutono sul cinegiornale
dedicato alla vita di Kane. Poiché il set inizialmente scelto non
era ancora stato del tutto allestito, Welles usò per questa scena
la sala di proiezione della RKO. Tra i giornalisti che compaiono
nel gruppo, inoltre, figura anche Joseph Cotten
(l’interprete di Leland), il che non ha alcun senso dal punto di
vista della coerenza del racconto, a riprova che il cast non era
stato ancora definito con precisione.
La perenne ed estenuante
lotta tra scienza e religione ha da sempre
caratterizzato i numerosi e profondi dibattiti sull’esistenza
dell’umanità e tutto ciò che la circonda. Tuttavia, l’idea di cosa
accadrebbe se un “nuovo Dio” utilizzasse la
scienza per comunicare e giudicare gli uomini è un’ipotesi su cui
si è discusso ancora davvero poco. Ed è da questa complessa
riflessione che sembra nascere la nuova misteriosa hard
science fiction di Netflix dal
titolo Il problema dei 3 corpi.
Creata da David
Benioff e D.B. Weiss (già genitori
dell’iconica e gloriosa serie Game of
Thrones, conclusasi quasi cinque anni fa con l’ottava e
ultima stagione) insieme a Alexander Woo (The
Terror, True Blood), Il Problema dei 3
corpi è ispirata alla celebre trilogia
fantascientificaMemoria del passato della
Terra (Remembrance
of Earth’s Past) dell’acclamato autore cinese Liu Cixin. Composta da 8
episodi di circa un’ora ciascuna, è disponibile dal 21
marzo su Netflix.
La serie vanta un cast di talenti
tra cui si distinguono alcuni degli attori più riconosciuti del
panorama cinematografico e televisivo. Tra questi, spiccano alcune
figure familiari ai fan di Game of Thrones:
Jonathan Bradley, noto per il suo ruolo di Samwell
Tarly; Liam Cunningham, conosciuto per il
personaggio di sir Davos; e Jonathan Price, che ha
interpretato l’Alto Passero. Ad arricchire ulteriormente il cast
c’è Benedict Wong, amato dalla community del
Marvel Cinematic
Universe per il suo ruolo del supremo stregone Wong in Dottor Strange.
Il problema dei 3 corpi: una storia
oltre i confini del tempo e dello spazio
Nella severa e feroce Cina
degli anni ’60, la giovane astrofisica Ye Wenjie
(interpretata da Rosalind Chao di Star Trek:
Next Generation) – sopravvissuta alla tragica Rivoluzione
Culturale diretta da Mao Zedong – prende una fatidica decisione che
si ripercuote inevitabilmente ben oltre i confini dello spazio e
del tempo: intercetta una misteriosa popolazione aliena con un
profondo interesse per la Terra e per l’umanità stessa.
Oltre mezzo secolo dopo, la scoperta
di Wenjie, da cui nasce un inquietante culto di fanatici
sostenitori di questo “nuovo Dio”, coinvolge brutalmente la vita di
un gruppo di brillanti giovani scienziati, noti come “i
Cinque di Oxford”: la geniale fisica teorica Jin Cheng
(Jess Hong), la pioniera delle nanotecnologie
Auggie Salazar (Eiza Gonzalez), l’assistente
ricercatore Saul Durand (Jovan Adepo),
l’insegnante di fisica Will Downing (Alex Sharp) e
il ricco e scortese imprenditore Jack Rooney (John
Bradley).
Mentre le leggi della scienza si
sgretolano rapidamente e una serie di terribili suicidi affliggono
la comunità scientifica, i cinque amici e ex colleghi si trovano di
fronte a una scelta difficile e controversa: lottare per la
propria personale sopravvivenza o unirsi per salvare l’intera
umanità dalla più grande minaccia mai esistita.
In viaggio verso il Giorno del
Giudizio
Con un’emozionante e intricato
worldbuilding, Il Problema dei 3 Corpi trasporta
lo spettatore in un incredibile e angosciante viaggio che
attraversa, e talvolta confonde, continenti e linee temporali,
proiettando lo sguardo del pubblico su un universo non così
tanto improbabile, e che mette in discussione le
fondamenta stesse dell’esistenza umana. Dunque, con una intensa e
ricca trama, la serie porta sul piccolo schermo non solo
una storia che intreccia scienza, filosofia e psicologica,
ma anche e soprattutto un racconto che riflette sul
precario equilibrio tra vita e morte, tra noi e l’universo
intero, esplorando le sottili linee che separano la fede dalla
razionalità e la solitudine dalla collettività.
Dopo una convincente introduzione in
medias res e una prima parte che cattura e ammalia lo spettatore,
quasi costringendolo a desiderare di sapere sempre più sul “nuovo
Dio” e il destino dei cinque giovani, la vicenda procede
vorticosamente tra passato e presente, suscitando dubbi e
domande su ciò che accadrà. Quali sono le reali intenzioni che
si celano dietro l’interesse di questo popolo alieno?
L’umanità ha gli strumenti e il coraggio che servono per
poter affrontare la battaglia e, soprattutto,
vincerla?
Nonostante la serie non riesca a
catturare completamente l’essenza dell’opera letteraria originale
(criticità che affligge il 97% degli adattamenti televisivi e
cinematografici) e non approfondisca a sufficienza la
psicologia dei protagonisti (così da suscitare nel
pubblico una forte e duratura empatia), è evidente l’enorme lavoro
impiegato da Benioff, Weiss e Woo nel creare un prodotto
televisivo di valore e per nulla superficiale. Il
problema dei 3 corpi, infatti, si distingue come una serie
valida e tenace, che affronta con coraggio la sfida di
reinterpretare un capolavoro del genere fantascientifico.
In conclusione, seppur con qualche
difficoltà, Il problema dei 3 corpi riesce a
offrire agli spettatori un’esperienza autentica e
coinvolgente che, al di là del suo estremo scenario
immaginario e fantascientifico, oltre a invitare a
riflettere sulle fragilità umane e sull’inestimabile valore
della vita, evidenzia come anche la più piccola e
innocente decisione, nelle mani sbagliate, possa inevitabilmente
condizionare la storia dell’intera umanità.
La seconda stagione sarà in grado di
risolvere le incertezze rimaste in sospeso e soddisfare le
aspettative del pubblico?
I film incentrati su un loop
temporale sono, quando ben costruiti, molto affascinanti, in quanto
invogliano lo spettatore a cercare di risolvere l’enigma di quella
situazione insieme agli stessi protagonisti che ne sono coinvolti.
Film come Ricomincio da capo (1993), Mezzanotte e un
minuto (1993),
Source Code (2011),
Edge of Tomorrow (2014) e Palm
Springs (2020) hanno ad esempio affrontato tale dinamica
coniugandola su generi diversi. Per quanto riguarda l’horror, è
invece senza dubbio esemplare il film del 2017 Auguri
per la tuamorte,
diretto dal regista Christopher Langdon e
descritto come un “Ricomincio da capo che incontra
Scream“.
Non a caso la maschera
dell’assassino di questo slasher è stata ideata da Tony
Gardner, autore anche della maschera di Ghostface, il
killer dei film Scream. La particolare maschera usata per
Auguri
per la tuamorte,
però, è nata da una suggestione del regista, il quale in quel
momento aspettava il primo figlio ed era ossessionato dai neonati.
A produrre il film vi invece è la Blumhouse di
Jason Blum, lo studio di produzione esperto in
film horror a basso costo e capaci di affermarsi come grandissimi
successi di pubblico. Titoli come come Paranormal Activity,
Insidious, Scappa – Get
Out o i recenti M3GAN e
Imaginary,
sono solo alcuni di quelli che hanno reso grande questo studio.
Prima di arrivare alla Blumhouse, però, il progetto
Per tutti gli appassionati del
genere, dunque, si tratta di un titolo imperdibile, che regala
grandi colpi di scena insieme a brividi e risate, il tutto
accompagnato naturalmente dall’avvincente ricerca dell’identità
dell’assassino caratterizzato da questa particolare maschera. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Auguri
per la tua morte . Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
finale originale. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Auguri per la tua morte
Il film racconta della viziata e
prepotente studentessa Teresa ‘Tree’ Gelbman.
Orfana di madre e con un complicato rapporto con il padre, Tree è
la tipica ragazza convinta di poter ottenere tutto ciò che desidera
grazie alla sua bellezza. Il giorno del suo compleanno, tuttavia,
si scopre bloccata in un loop temporale al termine del quale viene
sempre brutalmente uccisa da un misterioso killer. Nel rivivere
continuamente quel giorno, la ragazza capirà di dover mettere da
parte il proprio egocentrismo per stringere nuove e alleanze nel
tentativo di scoprire chi si cela dietro la maschera, fermando così
il suo assassino e ripristinando il regolare scorrere del
tempo.
Ad interpretare Tree Gelbman vi è
l’attrice Jessica Rothe, vista anche
in L’estate
addosso, La La
Lande Per
sempre la mia ragazza.Israel Broussard
interpreta invece il compagno di college Carter Davis, mentre
Ruby Modine è l’amica Lori. Recita poi nel film
l’attore Charles Aitken nel ruolo del professore
sposato con cui sta avendo una relazione, Gregory Butler. L’attrice
Laura Clifton è invece la moglie di quest’ultimo,
Stephanie. Jason Bayle è invece David Gelbman,
padre di Tree, mentre Rob Mello interpreta John
Tombs, sospettato di essere l’assassino. L’attrice Rachel
Matthews, che nel film interpreta Danielle, è invece la
nipote del regista di questo film, Christopher Landon.
Il finale del film: ecco chi è l’assassino!
Inizialmente il film aveva un finale
diverso da quello poi effettivamente scelto. In questo Tree viene
portata in ospedale dopo l’incontro con Lori e il medico le
ordina di non assumere antidolorifici per almeno un giorno,
data l’entità delle ferite. Dopo che se ne è andato, arriva però
un’infermiera che dice di dare a Tree qualcosa per il dolore. Tree
informa allora l’infermiera degli ordini del medico. Questa si
presenta però come la moglie del dottor Butler, Stephanie, che dice
che lo fa per il suo dolore. A quel punto uccide Tree per
vendicarsi della relazione del marito con la ragazza. Questa
versione è stata mostrata durante le proiezioni di prova del film
ed è stata accolta negativamente dal pubblico, il che ha indotto
gli sceneggiatori a creare il finale che oggi conosciamo.
In questo, dopo aver apparentemente
risolto l’enigma, Tree mangia il cupcake che l’amica Lori continua
ad offrirle. La mattina seguente, tuttavia, si sveglia ancora nel
giorno del suo compleanno. Si rende così conto che il loop
precedente era l’unica volta in cui aveva mangiato il cupcake e che
era morta nel sonno. È dunque Lori la vera assassina, la quale
mossa da una profonda gelosia per Tree le aveva sempre offerto un
cupcake avvelenato. Poiché lei continuava a non mangiarlo, Lori ha
dovuto trovare un’alternativa per ucciderla. A quel punto le due si
scontrano e Tree riesce ad infilare il cupcake avvelenato nella
bocca di Lori, buttandola poi giù da una finestra al secondo piano
e uccidendola.
Auguri per la tua morte: i suoi sequel
Dato il successo di Auguri
per la tua morte, il regista ha poi parlato di un
possibile sequel, nel quale raccontare del perché Tree sia rimasta
intrappolata in un loop temporale. Questo è poi effettivamente
stato realizzato nel 2019, con il titolo Ancora auguri per la tua morte. In esso, Tree
si ritrova nuovamente bloccata in un loop temporale, con però
significative differenze che esplorano il funzionamento di tale
dinamica. Successivamente, il regista Landon ha dichiarato di avere
già in mente la storia per un possibile terzo capitolo. Nel giugno
2020 il produttore Jason
Blum ha dichiarato di volersi impegnare affinché il terzo film
si faccia, ma ad oggi non vi sono ancora stati aggiornamenti a
riguardo.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire
di Auguri
per la tua morte grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 23
marzo alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Divenuto uno dei franchise animati
di maggior successo degli ultimi anni, Kung Fu Panda ha conquistato spettatori da
ogni parte del mondo, tanto presso gli spettatori più giovani
quanto con i più adulti. Nel 2008 è uscito in sala il primo dei tre
film attualmente realizzati, da subito considerato uno dei migliori
film d’animazione della storia. Presentato fuori concorso al
Festival di Cannes, e nominato all’Oscar,
questo dà vita alle avventure del simpatico panda
Po, che aspira a diventare un grande guerriero di
arti marziali. Dall’universo del film sono inoltre stati tratti
cortometraggi, serie televisive, fumetti e videogiochi, a conferma
della grande attenzione nei confronti del titolo.
L’ispirazione per il primo film
nacque però dal videogioco T’ai Fu: Wrath of the Tiger e
dal film Kung Fu Hustle. Inizialmente, tuttavia, il
progetto nasceva per essere una parodia del genere arti marziali,
ma il co-regista John Stevenson non gradì tale
idea, preferendo dar vita ad una commedia basata sul genere Wǔxiá.
Insieme al regista Mark Osborne, questi lavorò
dunque per conferire al film una realistica atmosfera cinese, tra
tradizioni e ornamenti. Per la DreamWorks Animation si trattò di
uno dei loro progetti più complessi di sempre, data specialmente la
grande richiesta di dettagli animati.
Straordinario fu anche il successo
al box office registrato dal film. Con un cast di 130 milioni di
dollari, Kung Fu Panda arrivò a guadagnarne ben
631 in tutto il mondo, spingendo così verso la realizzazione del
franchise che oggi tutti conosciamo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
doppiatori e ai suoi sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama del film Kung Fu
Panda
La storia è quella di
Po, un panda goffo e in sovrappeso, nonché
fanatico del kung fu. Egli vive nella Valle della Pace, dove lavora
nel ristorante di suo padre. L’occasione di perseguire la sua
passione per la celebre arte marziale si presenta nel momento in
cui viene indetto un tornato per stabilire l’identità del
Guerriero Dragone. Tutti si aspettano che il
titolo verrà affidato ad uno dei Cinque Cicloni: Tigre,
Vipera, Gru, Scimmia e Mantide, addestrati dal
Maestro Shifu. Tuttavia, a gran sorpresa, Po viene
scelto per tale ruolo.
Rifiutando di credere che Po possa
essere il Guerriero Dragone, Shifu lo sottopone a tortuosi esercizi
di addestramento per scoraggiarlo. Egli, però, persevera nel suo
allenamento, arrivando a scoprire che presto che dovrà scontrarsi
con Tai Lung, un malvagio guerriero di kung fu che
è fuggito dalla prigione in cerca di vendetta. Shifu, arresosi nei
confronti di Po, decide di allenarlo seriamente, spronandolo grazie
al cibo. Solo con il duro allenamento e un’acquisita fiducia in sé
stesso, Po potrà sconfiggere il potente nemico.
Kung Fu Panda: il cast di
doppiatori dei personaggi del film
Tra gli elementi più noti della
trilogia vi è quello relativo ai celebri nomi di Hollywood che
hanno preso parte al doppiaggio dei personaggi protagonisti. A dare
voce al panda Po, è l’attore Jack
Black, mentre a doppiare in italiano il personaggio è
invece Fabio
Volo. Dustin
Hoffman dà voce al saggio maestro
Shifu. Per accettare la parte l’attore richiese,
qualora non fosse stato soddisfatto della propria performance, di
poter registrare nuovamente le proprie battute. La voce italiana
del personaggio è invece di Eros Pagni. Sono poi
presenti le voci di Randall Duk Kim nei panni
della tartaruga Oogway, doppiata in italiano da
Dante Biagioni, e Ian McShane in quelli del malvagio Tai
Lung, doppiato in italiano da Fabrizio
Pucci.
La premio Oscar Angelina
Jolie interpreta Tigre, la più forte
e coraggiosa dei guerrieri di Shifu e inizialmente favorita per la
conquista della Pergamena del Drago. La sua voce italiana è di
Francesca Fiorentini, nota doppiatrice di attrici
come Gwyneth Paltrow e Milla Jovovich. Jackie
Chan è invece presente nei panni di
Scimmia, la cui voce italiana è affidata ad
Angelo Maggi, doppiatore storico di Tom Hanks e Robert Downey Jr.. Lucy
Liu, nota per diversi film di arti marziali, è
Vipera, doppiata in italiano
da Tiziana Avarista. L’attore comico Seth
Rogen dà invece voce al piccolo guerriero
Mantide. Questi è doppiato in italiano da
Simone Mori. David Cross, infine,
è Gru, l’ultimo dei guerrieri di Shifu. Voce
italiana di Danilo De Girolamo.
Kung Fu Panda: i sequel del
film
Dato il grande successo del film,
sono stati realizzati negli anni due sequel cinematografici. Si
tratta di Kung Fu Panda
2, uscito nel 2011, e di Kung Fu Panda
3, arrivato in sala nel 2016. Questi hanno
ulteriormente esplorato le avventure del panda Po, introducendo
nuovi potenti nemici ma anche inaspettati alleati. Dopo
quest’ultimo, che ha confermato il successo della saga, si è
iniziato naturalmente a parlare di un quarto capitolo. I registi
hanno però dichiarato di non avere particolarmente fretta,
desiderando poter lavorare con calma ad ognuno dei film così da
rendere quanto più eccellenti possibile. Kung Fu Panda
4 (qui
la recensione) è così diventato realtà solo nel 2024,
narrando una nuova (e forse ultima) avventura per Po.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
In attesa di vedere i sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.Kung Fu Panda è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Infinity+, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno sabato 23 marzo alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Chi scrive adora le aree
classificazioni di Netflix: nel caso del film Shirley: in corsa per
la Casa Bianca diretto da John Ridley (Premio Oscar alla
miglior sceneggiatura non originale per 12 anni
schiavo del 2014), disponibile sulla piattaforma dal 22
marzo, le etichette di presentazione sono ‘linguaggio’ e ‘temi
forti’. Il biopic ripercorre l’ascesa politica di Shirley
Chisholm, la prima deputata di colore eletta al Congresso degli
Stati Uniti d’America: una donna che ha fatto di entrambe le parole
la linea guida della propria carriera politica a partire dal suo
motto: mai accettare le cose come sono. Nel biopic, tuttavia,
emerge il linguaggio, sì, ma i temi davvero forti che sconvolgevano
non solo l’America ma il mondo intero negli anni Sessanta e
Settanta rimangono ai margini dell’inquadratura.
Shirley racconta la storia di Shirley Chisholm ma non dei suoi
anni
Il film inizia nel 1968: le proteste
contro la guerra del Vietnam infiammano i campus, ai giochi
olimpici di Città del Messico i pugni chiusi alzati sul podio da
John Carlos e Tommie Smith portano la protesta
antirazzista in mondovisione e il movimento femminista avanza
stringendo tra le mani il libro di Betty Friedan ‘La mistica
della femminilità’. È una società in fermento quella in cui la
protagonista Shirley Chisholm matura la decisione di correre per la
presidenza agli Stati Uniti d’America: emergono la straordinaria
forza di volontà che la porta ad affermarsi come un’orgogliosa
mosca bianca in un contesto di WASP in giacca nera e il carattere
granitico di una donna in cui la determinazione va di pari passo
con l’incapacità di sottostare a convenzioni e gerarchie, forse per
le sue origini caraibiche, sottolineate, nella versione originale,
da un’interpretazione che vede la lingua inglese accentuata da
forti influenze creole.
Si rimane cioè nell’ambito della
storia personale, per quanto straordinaria, di una donna che non
era disposta ad aspettare per fare grandi cose, come le veniva
suggerito, e ha lottato per rimanere fedele a se stessa e alla
difesa dei diritti delle donne, delle persone di colore, degli
immigrati, degli operai. Quello che non si comprende appieno è la
portata della corsa di Shirley Chisholm e la sua rappresentatività
per un’opinione pubblica divisa da anni di violenza, fuori e dentro
gli Stati Uniti, con gli attentati del gruppo Black Panthers. Anche
l’ingresso in scena del loro leader, Huey Percy Newton,
scorre via incolore e così le strategie di potere che tessono
maglie sempre più strette attorno alla campagna elettorale
dell’aspirante candidata, determinandone l’esito.
I sette mesi della corsa alla Casa Bianca
Il film ripercorre i sette mesi che
intercorrono tra la presentazione dell candidatura di Shirley
Chisholm, nel gennaio del 1972, e la vittoria alle primarie del
Partito Democratico del candidato che si contese la presidenza alla
Casa Bianca, nel mese di luglio; momento spoiler: vincerà perla
seconda volta il repubblicano Richard Nixon. A giugno scatta
lo scandalo Watergate e non è un dettaglio da poco, dal momento che
le forze democratiche si coalizzeranno per scongiurare la
rielezione del presidente corrotto. La parabola di Shirley Chisholm
dipende anche e soprattutto da questo, non è un’avanzata legata
esclusivamente alle sue capacità oratorie o alla bravura e coesione
del suo staff ma tutto questo rimane fuori da una ricostruzione che
scorre a ritmo forzato e mantiene il campo troppo stretto, il
tutto, va detto, condito da buona musica anni Settanta.
Interprete della protagonista
Shirley Chisholm è Regina King, premio Oscar 2019 come miglior attrice non
protagonista per Se la strada potesse parlare, qui anche
co-produttrice del film, mentre Christina Jackson presta il
volto a Barbara Lee, attualmente deputato democratico al
Congresso, che ha lavorato nella campagna elettorale di Shirley
Chisholm e ne ha seguito le orme fino a raccoglierne il testimone
politico per cambiare le cose dall’interno, per citare un mantra
ripetuto più volte nel film.
La nuova serie Netflix
in otto episodi ideata da DavidBenioff, DB
Weiss (autori anche di Il
Trono di Spade) e Alexander Woo,
Il problema dei 3 corpi, adatta per il piccolo schermo
i popolarissimi e pluripremiati romanzi di Liu
Cixin. Questa prima stagione, però, non adatta unicamente
quanto narrato nel primo dei tre libri che compongono la trilogia
(Il problema dei 3 corpi, La materia del cosmo e Nella
quarta dimensione), ma mescola eventi presi da anche dai due
titoli successivi per dar vita ad un racconto di fantascienza
particolarmente avvincente e ambizioso, che si snoda nel tempo e
nello spazio. Naturalmente, nel far ciò, si è reso necessario dar
vita ad alcune modifiche rispetto ai romanzi e qui di seguito
esploriamo le principali tra queste.
In Il problema dei 3 corpi un
personaggio del libro è diviso in tre
Nel romanzo originale – durante le
sezioni del presente – il personaggio principale è Wang
Miao, un esperto di nanotecnologie che si trova coinvolto
nelle macchinazioni della graduale invasione aliena. Wang è la
prima persona che vediamo incontrare il bizzarro gioco di realtà
virtuale noto come “3 Body“, che ci mostra la vera
struttura del sistema stellare di Trisolarian. Il personaggio,
tuttavia, non è stato molto apprezzato, giudicato principalmente
come uno strumento utile solo a far muovere in avanti la trama. Nel
secondo romanzo della serie, La materia del cosmo, questo
viene addirittura messo da parte in favore di un nuovo
protagonista.
Similmente, la serie sceglie di non
avvalersi di Wang ma dividere questo personaggi in tre distinte
personalità: Auggie Salazar (Eiza
González), Jack Rooney (John Bradley)
e Jin Cheng (Jess Hong). Auggie assume il ruolo di
ricercatrice nanotecnologica, diventando così l’analogo più vicino
a Wang Miao. Anche se la sua storia è completamente diversa, sono
le fibre nanotecnologiche di Auggie (come quelle di Wang nel libro)
a distruggere l’enorme nave del Giorno del Giudizio. Tuttavia, a
differenza di Wang, Auggie non si trova coinvolta nell’esperienza
virtuale dei “3 corpi”. Sono però Jack e Jin a fare
quest’esperienza, venendo così a conoscenza dell’imminente
invasione aliena.
Gli archi narrativi di Jin e Will
in Il problema dei 3 corpi si estendono fino al terzo libro
Alex Sharp è Will Downing in Il problema dei 3 corpi. Cr. Ed
Miller/ Netflix
Alla fine della serie, Jin passa da
una parziale analogia con Wang Miao a una più stretta
corrispondenza con Cheng Xin, un personaggio
presente nel terzo libro, Nella quarta dimensione. In quel
romanzo, Xin chiede a Yun Tianming di inserire il
suo cervello in una sonda per aiutare il Progetto Scala. Nella
serie, Yun Tianming è diventato Will Downing
(Alex Sharp), che, insieme all’altro nucleo di
personaggi contemporanei, conosce tutti i suoi compagni di
università. Come nel terzo libro, Will compra a Jin una stella
attraverso il “Progetto Stelle: La nostra destinazione”. Poiché
l’episodio finale si conclude con la sonda cerebrale di Will che
non mantiene la traiettoria corretta, questa prima stagione termina
in parte dove inizia il terzo romanzo.
Le linee temporali del libro 2 e 3
coincidono parzialmente
Fino all’episodio 5,
Il problema dei 3 corpi si attiene agli eventi del
primo romanzo Tuttavia, dopo l’episodio 5 (Giorno del
Giudizio) e a partire dall’episodio 6 (Destinazione
stelle), la serie inizia ad adattare gli eventi di La
materia del cosmo e Nella quarta dimensione. Sebbene
i due romanzi siano noti soprattutto per il fatto che questi eventi
saltano molto più avanti nel futuro, entrambi iniziano con
situazioni più o meno contemporanee a quelle del primo libro. In
effetti, prima ancora che la serie Netflix si svolga,
Il
problema dei 3 corpi prende in prestito elementi
dell’inizio del terzo romanzo.
Anche se all’inizio non lo sappiamo,
Vera ha saputo che sua madre, Ye Wenjie, è stata la prima umana a
contattare i San-Ti, cosa che ha spinto gli alieni a inviare una
flotta di navi sulla Terra. Così, quando Vera si suicida all’inizio
della serie, è la controfigura di Yang Dong, la
figlia di Ye Wenjie nei libri. Per essere chiari, anche Yang Dong
si suicida all’inizio del primo libro, solo che il terzo libro
rivisita questi eventi dal suo punto di vista, mentre il primo non
lo fa. Nel rappresentare il suicidio di Vera nell’episodio 1, la
serie adatta quindi contemporaneamente il primo e il terzo
romanzo.
A proposito di Vera, nella serie si
apprende che è la figlia di Ye Wenjie e Mike
Evans. Nel libro, i due si uniscono sia nel passato che
nel presente, ma non hanno un figlio insieme. Yang Dong è la figlia
di Ye Wenjie e Yang Weining. Sempre nel libro, Ye
Wenjie uccide sia Yang Weining che Lei Zhicheng, suoi colleghi alla
Base della Costa Rossa. Lo fa in parte per coprire il fatto di aver
inviato il segnale agli alieni. Ma nella serie, Mike Evans – nel
passato e nel presente – è il padre segreto di Vera, e la sua vita
nel Giorno del Giudizio è descritta in modo molto più dettagliato
che nel primo romanzo. Il
problema dei 3 corpi rivela inoltre che l’intero culto
degli adoratori di San-Ti comprende famiglie e bambini.
Questo rende la distruzione
dell’astronave molto più macabra nella serie che nella pagina. In
questa versione, bambini innocenti vengono letteralmente uccisi dai
“buoni”, un’invenzione di Woo, Benioff e Weiss. In un’altra voce
nel reparto delle cose orribili che accadono ai bambini, lo show
trasforma il personaggio virtuale del gioco “Follower” in un
bambino, che dovrebbe rappresentare Vera quando era una bambina.
Nel primo romanzo, Follower non era un bambino e nel libro non
doveva essere una versione digitale di Yang Dong.
Nella trilogia di libri, gli alieni
invasori sono sempre chiamati Trisolariani. Questo
perché il loro sistema stellare ha tre soli, quindi “tri-solare”.
Tuttavia, lo show di Netflix cambia il nome in
San-Ti, che in cinese significa “persona a tre
corpi“. San-Ti fa inoltre riferimento a un adattamento anime
del 2022-2023 de La materia del cosmo. In entrambe le
versioni, apprendiamo che i San-Ti inviano computer complessi
tramite protoni chiamati Sophon. Questi aggeggi di
dimensioni superiori permettono agli alieni di controllare e
manipolare ciò che le persone vedono letteralmente ogni singolo
giorno della loro vita.
Inoltre, in entrambi i casi
l’impatto dei Sophon è essenzialmente lo stesso: l’umanità è
costantemente spiata e i risultati scientifici sono inaffidabili
grazie alla manipolazione dei dati da parte dei Sophon. La
differenza più grande è che nella serie i San-Ti hanno una sorta di
rappresentante dei Sophon sotto forma di una donna che porta una
spada sulla schiena. Interpretata da Sea Shimooka,
questa Sophon si confronta con i personaggi in un modo che non
avviene nei libri.
Senza dubbio, gli aspetti più
accurati di Il
problema dei 3 corpi riguardano Ye Wenjie. Nelle
sezioni ambientate negli anni Sessanta, in cui la giovane Ye Wenjie
è interpretata da Zine Tseng, abbiamo momenti
specifici del libro quasi alla lettera. Anche nel presente, dove Ye
Wenjie è interpretata dalla leggenda della fantascienza
Rosalind Chao, l’etica di questo importante
personaggio del libro si fa sentire alla grande. Tuttavia, la serie
fa un grande passo avanti cambiando la fine della storia di Ye
Wenjie.
Nel primo romanzo, nell’ultimo
capitolo (“Le rovine”), Ye Wenjie torna alla Base della
Costa Rossa e riflette sul “tramonto dell’umanità“. Nella
serie, alla fine dell’episodio 7, viene invece incontrata alle
rovine della Base Costa Rossa dall’agente umano San-Ti
Tatiana. Sebbene la loro conversazione sia tenera,
si capisce che Tatiana è lì per uccidere Ye Wenjie o, per lo meno,
per assicurarsi che salti dalla montagna. In “Le rovine“,
possiamo certamente dedurre che Ye Wenjie si getterà nella morte,
ma non lo vediamo effettivamente accadere sulla pagina.
Saul il Wallfacer in Il problema
dei 3 corpi
Jovan Adepo come Saul Durand, Jess Hong come Jin Cheng in Il
problema dei 3 corpi. Cr. Ed Miller/ Netflix
Nel finale della prima stagione,
Impenetrabili, Saul Durand (Jovan Adepo)
diventa un Wallfacer umano, uno stratega a cui vengono concessi
poteri multinazionali per combattere i San-Ti interamente nella
loro mente. Poiché i San-Ti non capiscono le bugie e non sono
telepatici, il più grande vantaggio degli umani è quello di
pianificare in segreto. Nella serie, Saul è uno dei tre Wallfacer,
ma nel libro La materia del cosmo sono cinque. Inoltre,
anche se all’inizio non è chiaro, alla fine della prima stagione
Saul si trasforma in un analogo abbastanza vicino al personaggio
del libro chiamato Luo Ji.
Introdotto per la prima volta ne La
foresta oscura, Luo Ji diventa forse il personaggio più dinamico
dell’intera serie. In due libri, passa da accademico cinico e
promiscuo a determinato salvatore del genere umano e di Trisolaris.
La serie fa un discreto lavoro nel ricreare il reclutamento di Luo
Ji/Saul nel progetto Wallfacer, riproponendo persino un momento de
La materia del cosmo in cui una donna innocente che ha
avuto un’avventura di una notte con Saul viene uccisa in un
incidente stradale che in realtà non è un incidente.
Per la maggior parte, il personaggio
di Saul è davvero simile a Luo Ji solo per la trama e le
circostanze. Poiché Auggie non esiste nella trilogia, la storia
d’amore tra Saul e Auggie è stata inventata per la serie. Nei
libri, Luo Ji esce con una scrittrice e diventa ossessionato
dall’idea di creare un’amante fittizia assolutamente perfetta, che
bizzarramente rende reale con i suoi poteri unilaterali di
Wallfacer. Alla fine, Saul, Jin, Auggie e Will si trovano su strade
simili a quelle delle loro controparti nei libri. Tuttavia, poiché
la serie li ha trasformati in personaggi totalmente nuovi, i loro
destini finali sono imprevedibili.
Ci sono tantissimi incantesimi nei
film di Harry Potter. Alcuni di essi sono
piuttosto di nicchia, come quello che la professoressa McGonagall
(Dame Maggie Smith) usa per trasformare un uccello
in un calice. In quale contesto sarebbe mai necessario farlo?
D’altra parte, alcuni incantesimi sono più comunemente usati,
perché sono pratici.
Proprio la praticità è il criterio
di questo elenco che espone i dieci incantesimi della saga di Harry
Potter che possono essere più utili nella vita quotidiana.
Imperio – Effetto: piega il target
alla volontà di chi lo usa
Ok, questa è una
maledizione imperdonabile. È una cosa terribile nelle mani della
persona sbagliata. Ma chi non lo utilizzerebbe almeno una volta? Si
spera che la maggior parte delle persone non lo utilizzi per scopi
troppo nefasti. Fondamentalmente, Imperio fa
temporaneamente fare a una persona qualunque cosa voglia
l’incantatore. Nella maggior parte dei casi, si tratta di
commettere crimini orribili. Ma potrebbe avere anche usi più
banali.
Ad esempio, se sei in macchina con un amico o un familiare e stanno
guidando in modo spericolato, potresti usare la Maledizione
Imperius per farli rallentare un po’. Oppure potresti usarlo per
convincere qualcuno a essere gentile con te se si comporta da
idiota. Solo perché è imperdonabile, non significa che non possa
avere i suoi utilizzi innocenti.
Incendio – Effetto: crea fuoco
Incendio è un
incantesimo che dà fuoco alle cose. Sicuramente può essere
distruttivo se utilizzato da persone malvagie o inesperte, ma può
essere utilizzato anche per compiti semplici come accendere
candele, caminetti o barbecue. Soprattutto se non vuoi correre il
piccolo rischio di darti fuoco involontariamente avvicinandoti e
usando un accendino. Inoltre, usare una bacchetta sarebbe comunque
molto più divertente.
Anche se in qualche modo
l’incantesimo sfugge al controllo e provoca un enorme incendio,
esistono anche incantesimi per spegnere gli incendi. Detto questo,
la maggior parte dei personaggi dei film lo usano per compiti più
umili. In Harry Potter e la pietra filosofale
(2001), Hagrid (Robbie Coltrane) lo usa per
accendere il camino dei Dursley, e in Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2 (2011), la professoressa McGranitt
lo usa per accendere tutti i bracieri in Sala Grande di Hogwarts.
Non è l’incantesimo più utile della serie, ma sicuramente sarebbe
carino usarlo di tanto in tanto.
Protego – Effetto: protegge
l’utente
Il mondo magico è
pericoloso, soprattutto con cattivi come Lord
Voldemort (Ralph Fiennes) in giro. Con tutti
gli incantesimi offensivi dannosi disponibili, vale la pena
sapere come proteggersi. Ecco Protego, un
incantesimo che crea uno scudo magico per chi lo usa, bloccando
tutti i proiettili magici che si avvicinano.
Questo è praticamente l’unico
utilizzo, purtroppo. Ma a seconda di chi sei e da quale percorso di
vita provieni, potresti ritrovarti a usarlo troppo spesso, se non
più di altri maghi e streghe. Non solo è efficace nel respingere i
proiettili magici, ma sembra essere efficace anche nel respingere i
proiettili fisici. Il che è fantastico se qualche bambino
“accidentalmente” ti lancia un pallone da calcio. Non si sa
mai.
Alohomora – Effetto: apre le
serrature
Alohomora è un
incantesimo che apre le porte, a condizione che tali porte non
siano magicamente incantate per rimanere chiuse. Anche se questo
avrebbe una varietà di usi, siamo onesti, la maggior parte delle
persone che lo usano lo lancerebbero solo per tirare fuori le
chiavi dall’auto dopo averle chiuse accidentalmente
all’interno.
Le persone più subdole lo userebbero
per scopi di violazione di domicilio, che è principalmente ciò per
cui lo usano i personaggi di Harry Potter. Ad essere onesti, è
colpa delle persone che chiudono le porte. Vivono in un mondo
magico e Alohomora è un incantesimo davvero semplice. Dovrebbero
saperlo meglio di quanto pensino che un semplice lucchetto non
proteggerà i loro segreti. A parte questo, sarebbe un incantesimo
relativamente utile da avere a tua disposizione.
Lumos – Effetto: crea luce
Sebbene la maggior parte
delle persone porti con sé smartphone dotati di torce integrate,
queste torce possono consumare molta batteria. Fortunatamente c’è
Lumos, un incantesimo che crea luce
dall’estremità della bacchetta. Non è richiesta alcuna durata della
batteria, solo la buona magia vecchio stile. Non solo sarebbe utile
vedere al buio, ma esistono anche varianti che lo rendono
ancora più utile.
Lumos Maxima rende
la luce ancora più intensa, tanto da illuminare un’intera stanza. E
Lumos Solem può lanciare la luce verso un punto
fisso in modo che tu non abbia bisogno di tenere la bacchetta
fuori. Sarebbe molto utile averlo se stai cercando qualcosa che hai
lasciato cadere nel buio o se porti fuori la spazzatura a tarda
notte. A proposito di Lumos, vale anche la pena
notare che anche Nox è un incantesimo utile perché
devi pur spegnerla la luce che accendi.
Reparo – Effetto: ripara gli
oggetti
Questo incantesimo è un
salvatore per chiunque. Relativamente semplice,
Reparo ripara istantaneamente qualsiasi oggetto
rotto, indipendentemente dalla complessità del danno. Le persone
goffe non dovranno più temere di rompere i loro pezzi di ceramica
preferiti perché, con questo incantesimo, non sarebbe un grosso
problema anche se succede. Un colpo di bacchetta magica e qualunque
cosa rotta tornerà come nuova.
La maggior parte delle volte,
Hermione (Emma Watson) usa questo incantesimo per
riparare gli occhiali di Harry (Daniel Radcliffe),
che vengono rotti numerose volte nel corso degli otto film. Gli
occhiali però sono costosi, quindi sicuramente l’incantesimo
impedisce al ragazzo che è sopravvissuto di diventare il ragazzo
che è andato in rovina.
Episkey – Effetto: guarisce ferite
minori
Episkey è un
incantesimo usato solo una volta nei film. Viene utilizzato da Luna
Lovegood (Evanna Lynch) per riparare il naso rotto
di Harry in Harry Potter e il Principe
Mezzosangue (2009). Ma non è un problema esclusivo dei
nasi rotti: l’episkey può guarire praticamente qualsiasi ferita
minore. Questo è un altro incantesimo che sarebbe fantastico avere
a portata di mano. Qualsiasi piccolo livido, protuberanza o
lacerazione può essere riparato istantaneamente con un semplice
movimento della bacchetta.
È davvero scioccante che Harry non
abbia usato questo incantesimo più spesso, dato che lui e molti dei
suoi amici vengono lanciati in giro come bambole di pezza durante i
film. Soprattutto durante il Quidditch, che è un gioco piuttosto
duro. Harry si rompe persino il braccio durante una delle partite.
Se Episkey può curare i nasi rotti, forse può guarire anche le
braccia rotte. Sarebbe valsa la pena provare e avrebbe funzionato
molto meglio di qualunque cosa il Professor Lockhart
(Kenneth Branagh) abbia provato a fare.
Wingardium Leviosa – Effetto: fa
levitare gli oggetti
Wingardium
Leviosa è uno dei primi incantesimi che i nuovi studenti
di Hogwarts imparano nel corso delle lezioni di Incantesimi. Questo
perché è basilare, ha poche conseguenze se sbagli ed è utile.
Quando l’utente lo lancia, qualsiasi oggetto verso cui sta puntando
la bacchetta inizierà a fluttuare nell’aria.
Supponendo che tu abbia pronunciato
correttamente l’incantesimo (è LeviOsa, non LeviosA!), potresti non
dover mai più sollevare un oggetto pesante. A meno che tu non
voglia, ovviamente. Renderebbe le cose molto più facili. Potresti
far fluttuare gli oggetti dall’altra parte della stanza nella tua
mano, oppure potresti riorganizzare i tuoi mobili molto, molto più
velocemente. Le possibilità con questo sono infinite, davvero.
Aguamenti – Effetto: crea
acqua
Aguamenti è un
incantesimo che crea un flusso d’acqua dalla punta della
bacchetta di chi lo utilizza. Anche se si tratta di una piccola
quantità d’acqua, questo incantesimo potrebbe potenzialmente
cambiare il mondo. Pensaci, se da qualche parte c’è siccità o se la
qualità dell’acqua non è delle migliori, questo incantesimo
potrebbe produrre acqua potabile velocemente in un batter d’occhio.
Potrebbe volerci un po’ di tempo per ottenere abbastanza acqua per
fare la differenza, ma almeno è qualcosa.
Oppure potrebbe essere utilizzato in
casa. Se hai un bicchiere vuoto sul tavolo e non hai proprio voglia
di alzarti per riempirlo, lancia semplicemente Aguamenti. O se
accidentalmente non hai aggiunto abbastanza acqua a una ricetta
durante la cottura o la cottura. Pigro? Sicuro. Conveniente?
Assolutamente.
Accio – Effetto: evoca un
oggetto
Accio è un
incantesimo molto semplice che fa volare verso di te qualunque cosa
tu stia puntando con la bacchetta. Se sei sul divano a guardare
Harry Potter e sei troppo pigro per alzarti e prendere il bicchiere
d’acqua che hai lasciato sul tavolo, puoi semplicemente puntare la
bacchetta e dire “accio” e così hai il tuo bicchiere d’acqua.
Ma non riguarda solo gli oggetti a
distanza ravvicinata. Se punti la bacchetta verso il cielo e dici
“accio” seguito dall’oggetto esatto che stai cercando, questa verrà
verso di te, non importa quanto sia lontano. Supponendo che tu
abbia lasciato una finestra aperta o qualcosa del genere,
ovviamente. Al lavoro e ti accorgi di aver dimenticato quel
documento importante a casa? Accio Documento. Questo è un
incantesimo che nessuno si stancherà di usare, ed è proprio ciò che
lo rende l’incantesimo più utile di sempre.
Danny DeVito e
Arnold Schwarzenegger hanno intenzione di collaborare
ancora una volta per un nuovo film. I due attori, che hanno
interpretato due fratelli e hanno recitato insieme in
“Twins” del 1988, sono anche apparsi insieme di
recente agli Oscar, dove hanno fatto una parte in
cui entrambi interpretavano i cattivi di
“Batman“.
“Arnold e io siamo buoni amici. Ci siamo conosciuti molto
prima di ‘Twins’, anni fa“, ha detto Danny DeVito alla CNN in una recente
intervista. “Stiamo lavorando a qualcosa, un progetto che
faremo insieme, un altro film. Andiamo molto d’accordo“.
Per quanto riguarda la loro
riunione agli Oscar, Danny DeVito ha detto che hanno cercato di
mantenere il riserbo prima dell’evento. “Quando ci hanno chiesto di
farlo, è stato così divertente e abbiamo mantenuto la sorpresa il
più possibile”, ha detto. “Non l’abbiamo detto a nessuno ed è
stato divertente andare là fuori e c’è stata una grande e buona
accoglienza. Sono stati molto, molto gentili con noi“.
Cosa sappiamo sul nuovo progetto
di Danny DeVito e Arnold Schwarzenegger?
Danny DeVito ha detto che il nuovo progetto
della coppia è attualmente in fase di scrittura. “Speriamo che
prima o poi avremo una bella sceneggiatura su cui lavorare“,
ha detto.
In attesa della sceneggiatura,
Danny DeVito ha ancora altri progetti, come il
suo ruolo in “Always Sunny in Philadelphia” e il recente
film d’animazione “Migration“. Il 22 marzo, inoltre, andrà
in scena con “Matilda” allo State Theater di New
Brunswick, nel New Jersey.
“Prima di tutto, amo il film.
L’ho sempre amato, è stato uno dei miei film preferiti“, ha
detto. “David Newman, che ha scritto la colonna sonora qualche
anno fa, ha detto: facciamo questa cosa di ‘Matilda’ dal vivo. Si
toglie la musica dal film e l’orchestra sinfonica è davanti allo
schermo“.
“Io narro il film e interpreto
Wormwood“, ha spiegato Danny DeVito. “Sarà una serata divertente.
Rhea [Pearlman] verrà, è la signora Wormwood. Verrà anche Mara
Wilson, che ha interpretato Matilda. Ho trovato la giacca e il
cappello“.
Danny DeVito ha detto che il film “Matilda”,
che ha debuttato nel 1996, gli è rimasto impresso perché l’ha fatto
quando i suoi figli erano piccoli.
“Mio figlio aveva circa l’età
di Matilda, otto o nove anni. E mi piaceva lavorare con i bambini.
E l’intera esperienza è stata davvero fantastica“, ha
ricordato DeVito. “Ogni volta che lo trasmettono, mi fermo a
guardarlo“.
Lucasfilm ha
rivelato per la prima volta i piani per una nuova trilogia di
Star
Wars degli showrunner di Game
of ThronesDavid Benioff e Dan Weiss
nel 2018.
La notizia ha generato una grande
eccitazione tra i fan, ma il duo non è mai riuscito a viaggiare da
Westeros a una Galassia Molto, Molto Lontana e si
è separato da Lucasfilm l’anno successivo.
Sono stati condivisi solo frammenti
di ciò che avevano pianificato o perché, al di là di un accordo da
200 milioni di dollari con Netflix
che finora ci ha dato solo
Il problema dei tre corpi attualmente in onda, hanno
rinunciato a quello che avrebbe dovuto essere un lavoro da
sogno.
Parlando con Games Radar, al duo è
stato chiesto se sono ancora intenzionati a lavorare con Lucasfilm
sulla trilogia di Star
Wars, presumibilmente quando il loro attuale rapporto di lavoro
conNetflix finirà.
Per il momento, però, non sembra
che siano intenzionati a lavorare su franchise preesistenti.
“No, non credo“, dice Benioff. “Penso che quando si ha
un franchise già così ben consolidato, come Star
Wars o James
Bond o così via, penso che ci sia meno indipendenza quando si
arriva per cercare di raccontare una storia che si vuole raccontare
e quindi penso che quello che Dan [Weiss] e io abbiamo imparato è
che è più divertente per noi iniziare qualcosa di nuovo“.
“Ovviamente, qui arriviamo
sulle spalle di [Cixin Liu, l’autore] che ha creato questi romanzi
e tutto il resto, ma perché siamo noi ad adattarli, almeno per la
lingua inglese“, dice a proposito di come
Il problema dei tre corpi si differenzia. “Abbiamo molta
flessibilità in termini di storia che vogliamo raccontare e questo
è molto più divertente per noi rispetto all’altra
versione“.
Weiss, nel frattempo, ha tenuto a
precisare che stanno già valutando le idee per continuare questa
storia specifica, quindi non c’è da stupirsi che non abbiano
pensato molto a Star Wars.
“Non abbiamo una seconda
stagione, ma dobbiamo continuare ad andare avanti a tutta forza
come se l’avessimo. Perché se ci sarà una seconda stagione, dovremo
darci da fare in termini di pre-produzione e produzione per farla
arrivare alla gente in tempi ragionevoli“.
All’inizio di quest’anno, Benioff
ha finalmente fatto luce sulle premesse della loro trilogia
dicendo: “Volevamo fare Il primo Jedi. In pratica come è nato
l’Ordine Jedi, perché è nato, la prima spada laser…“.
“[La Lucasfilm] alla fine non
ha voluto fare la storia del Primo Jedi“, ha continuato.
“Avevamo in mente un’idea di storia molto specifica, e alla
fine hanno deciso di non volerla fare. E lo capiamo perfettamente.
È la loro compagnia e la loro IP, ma non eravamo i droidi che
stavano cercando“.
Pensate che gli ex showrunner di
Game
of Thrones abbiano fatto la scelta giusta rinunciando
ai film di Star Wars?
La Fase 4
della Marvel è ormai avviata: dopo i successi dello
scorso anno, i prossimi progetti MCU
puntano all’introduzione sul grande schermo di sempre più
personaggi provenienti dai fumetti. È già stato annunciato che sono
in programma Blade e una nuova versione dei Fantastici
Quattro. In quest’ultimo, oltre al quartetto protagonista,
ci saranno sicuramente degli avversari per i supereroi. Chi, tra i
tanti, farà il suo ingresso nell’MCU?
Reddit ha immaginato che ci
sarà anche Silver Surfer nel prossimo film MCU sui Fantastici 4 e ha cercato gli
attori più adatti ad interpretare il ruolo dell’araldo
di
Galactus.
Paul Bettany come Silver
Surfer
È vero, Paul
Bettany è ormai legato a Visione, ma non sarebbe la prima volta per un attore
interpretare più ruoli all’interno dell’MCU: è già
accaduto per Gemma
Chan e Kenneth Choi.
L’utente di Reddit
Mnemosense pensa che Bettany sarebbe perfetto per il Silver
Surfer, soprattutto dopo la sua introduzione nella
Marvel come un androide avanzato.
Mnemosense scrive: “La sua rappresentazione di
Visione, specialmente in
Age of Ultron, mi ha ricordato la grazia, la compassione e
l’intelligenza imponente di Surfer.”
Nel
cast de Il Signore degli Anelli c’è anche
Viggo
Mortensen, l’eroico Aragorn. Per
l’utente
cap1206, Mortensen sarebbe perfetto
come Silver Surfer, vista la sua capacità di calarsi
nei panni dei personaggi che interpreta.
Rami Malek
Un attore da
Oscar come Rami Malek sarebbe un
sogno per l’MCU. Malek è
conosciuto al pubblico internazionale fin dai tempi di Una
Notte al Museo, ma ha conquistato il mondo (e
l’Academy) con la sua interpretazione di Freddie
Mercury in Bohemian Rhapsody. Inoltre, i suoi
ruoli in No Time To Die e nella serie
AmazonMr. Robot non sono da meno.
Malek è un attore
eclettico e per
Ades4Life potrebbe essere una grande scelta per il ruolo
dell’entità cosmica della Marvel. L’utente di
Reddit dice: “Rami
Malek sarebbe Silver Surfer cool“.
Matt Smith
Matt Smith
non è un neofita del genere fantascientifico e d’avventura: è lui
che si nasconde dietro all’Undicesimo Dottore della serie
britannica Doctor Who.
In aggiunta, Smith è stato parte di cast di
grande successo: ricordiamo, tra gli altri, il suo ruolo in
The
Crown e in Last Night
in Soho.
Per l’utente di
Reddit TheDonutDevil,
l’ingresso di Smith nell’MCU come
Silver Surfer darebbe all’attore modo di staccarsi dalla
serie BBC. L’utente aggiunge che vedrebbe Smith
bene anche nei panni di Kang, il Conquistatore apparso in Loki.
Il
post su Reddit di ksa331
ha suscitato un vivo interesse tra gli utenti.Dai commenti positivi alle discussioni sul
perché Zachary sarebbe un grande candidato per il
ruolo di Silver Surfer, sembra proprio che i fan
apprezzerebbero l’ingresso di Quinto in
MCU.
Riz Ahmed
Questo attore britannico
non interpreta mai lo stesso ruolo due volte. Riz
Ahmed è apparso in film appartenenti a generi
diversissimi, dal dramma Sound of Metal, a Venom, fino a Rogue One: A Star
Wars Story e il thriller Encounter.
Non sarebbe il primo ruolo
MCU per Ahmed e
Hermessum pensa che l’attore sarebbe un’ottima scelta per
interpretare “l’Amleto dell’infinito Cosmo della Marvel,
solitario, con i gli occhi da Nobel e dal cuore buono“.
Alan Tudyk
Forse non è il nome più
conosciuto della lista, ma Alan Tudyk ha un
curriculum non indifferente. È una
delle star della serie cult di fantascienza
Firefly e, la sua abilità nel cambiare voce, l’ha
portato a lavorare ai film d’animazione Disney – è
tra i più divertenti di Ralph
Spaccatutto.Inoltre, è la star della serie comedy
Resident Alien.
Grumpybear911 vede Tudyk come l’interprete
perfetto per il ruolo di Silver Surfer. D’altronde, come
anche Riz Ahmend, l’attore non è estraneo
all’ecosistema Disney…
Jessica Chastain
Jessica
Chastain è più legata al genere drammatico: pensiamo
a The Tree of Life di Malick e
The Help, fino ai più recenti Scene da un
matrimonio e Gli occhi di Tammy
Faye. L’attrice non disdegna però nessun genere: è
apparsa nell’horrorIt
– Capitolo 2 e ha recitato in The
Martian di Ridley Scott.
Forse anche per la sua parte nel
film d’azione The
355, l’utente 23_GenericRedittor
ha messo Jessica Chastain al primo posto nella
lista dei possibili interpreti del personaggio
MCU. L’attrice
potrebbe unirsi alle altre star femminili che hanno interpretato
sul grande schermo personaggi maschili iconici dei fumetti,
comeSalma
Hayak, Tilda Swinton e Hannah
John-Kamen.
Sterling K. Brown
I fan di serie come
This
is us, Brooklyn Nine-Nine o The Marvelous Mrs. Maisel conoscono bene il volto
dell’attore. Inoltre, Sterling K. Brown è già apparso
nell’MCU: in Black Panther è
N’Jobu, il padre di Killmonger e lo zio di
T’Challa.
Level-Rip-8507 pensa che Brown sarebbe
perfetto per il ruolo di Silver Surfer. Per l’utente,
l’attore potrebbe dare grandi risultati insieme al cinema
tecnologico avanzato della Marvel.
Keanu Reeves
La scelta più popolare
degli utenti sembra essere il grande Keanu Reeves:
l’interprete dell’assassino John Wick e la star della saga
Matrix ha tutte le carte in regola per indossare il
costume di Silver
Surfer.
C’è
chi ritiene che il match perfetto sarebbe ”Keanu Reeves
come Silver Surfer e Liam Neeson come Galactus.” Il post ha
ottenuto parecchio successo, soprattutto per quanto riguarda la
parte di Keanu! Chissà se dopo Matrix Ressurections vedremo l’attore uscire dal mondo
Matrix e entrare in azione nell’MCU…
Come ormai ampiamente noto,
l’universo cinematografico Marvel
inaugurato nel 2008 dal film Iron Man ha un nome ufficiale, ovvero
The Infinity Saga. A rivelarlo era stato
il presidente dei Marvel
StudiosKevin Feige
in un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita del film
Avengers:Endgame.
All’interno della The Infinity Saga sono
racchiuse le prime tre fasi di questo universo cinematografico, per
un totale di ben 22 film. Nel corso di 11 anni
questi hanno non solo permesso ad innumerevoli supereroi di trovare
il proprio spazio all’interno dell’industria cinematografica, ma
hanno anche profondamente cambiato quest’ultima verso direzioni
ancora da comprendere appieno.
Mai prima si era assistito ad un
progetto tanto ambizioso e complesso, che ha richiesto il
coinvolgimento di registi, sceneggiatori e tecnici profondamente
esperti della mezzo ma anche di nuove voci in grado di apportare
quel tocco di originalità e freschezza ad alcuni dei progetti più
delicati. Le prime tre fasi dell’MCU, racchiuse dunque all’interno
della dicitura The Infinity Saga, non
sono certo esenti da problematiche narrative o tecniche, ma hanno
avuto la forza di lasciar finire in secondo piano i difetti
proponendo spesso e volentieri intrattenimento di prima qualità,
riscrivendo i canoni del blockbuster.
Al di là delle opere che compongono
la The Infinity Saga, sono numerosissime
le curiosità e gli
easter egg approfonditi negli anni dai fan. Si può dire che
ognuno dei film che compongono questa prima grande saga dell’MCU
siano stati sviscerati a fondo più e più volte e i loro segreti
portati continuamente alla luce da più punti di vista. Eppure ci
sono alcune cose che è sempre bene riscoprire e altre, più recenti,
che è bene conoscere. Sopratutto ora che è in corso la The MultiverseSaga, può
essere affascinante guardarsi indietro e ammirare ciò che davvero
la The Infinity Saga rappresenta.
The Infinity Saga:
l’ordine cronologico di tutti i film
Della The Infinity
Saga esiste un ordine di uscita dei film al cinema e
un ordine cronologico degli eventi narrati in essi. Le due linee
temporali non sempre corrispondono, in quanto alcuni dei progetti
hanno storie ambientate anche diversi anni prima rispetto a titoli
usciti magari prima al cinema con racconti successivi in ordine
cronologico. Fare ordine non è sempre semplice, ma è ormai chiaro
quale dovrebbe essere l’ordine di visione se si vuole partire dal
film con l’ambientazione più lontana nel passato fino a quello con
la storia più contemporanea. Ecco dunque di seguito l’ordine
cronologico dei film della The Infinity Saga:
The Infinity Saga: ecco
quali sono i fumetti di riferimento
Ovviamente, essendo i personaggi
protagonisti di tali film tratti dai fumetti della Marvel Comics, anche le storie che li
raccontano al cinema hanno tratto ispirazione da quelle dei
fumetti, in modo più o meno diretto. Se è vero che per ognuno dei
personaggi dei vari film si possono ritrovare delle basi nei
fumetti a loro dedicati, per la The Infinity
Saganella sua totalità il
riferimento è certamente a Il guanto dell’infinito, una
miniserie a fumetti composta di sei albi, pubblicata negli Stati
Uniti d’America dalla Marvel Comics da luglio a dicembre 1991. La
saga è stata scritta da Jim Starlin e disegnata da
George Pérez e Ron Lim ed è
incentrata sui personaggi di Adam Warlock,
Silver Surfer e Thanos. Come
noto, però, al cinema è stato raccontato solo quest’ultimo.
Come si può intuire, dunque pur
ispirandosi a quella miniserie, la The Infinity
Saga presenta numerose differenze, a partire dai
personaggi coinvolti. Tra le maggiori differenze vi è certamente il
ruolo che ha Nebula nei film e nei
fumetti. Mentre nei primi contribuisce solamente alla sconfitta di
Thanos, nei fumetti è lei ad indossare il
guanto dell’infinito per annullare ciò che il padre aveva compiuto
con esso. La stessa ricerca delle gemme è nei fumetti molto più
semplice, in quanto
Thanos le localizza subito tutte e sei e in breve tempo le
ottiene, senza dover fronteggiare gli
Avengers come avviene nei film. Lo schiocco di dita con cui il
Titano cancella metà della vita nell’universo avviene dunque
all’inizio della miniserie, senza che nulla si opponga a tale
evento.
Ulteriori differenze si ritrovano
anche nelle motivazioni dietro la volontà di Thanos di eliminare
così tanti esseri viventi. Nei film tale azione è spiegata con la
rabbia di Thanos nell’aver visto il suo pianeta sopraffatto dalla
sovrappopolazione. Nella miniserie a fumetti, invece, il Titano
compie tale azione nel tentativo di impressionare Lady
Morte, di cui è follemente innamorato. Differente, infine,
è anche il finale della storia. Rispetto a quanto visto nei film,
nei fumetti Thanos è ormai divenuto un essere dal potere
ineguagliato e sottomette alla sua volontà ogni entità che osa
sfidarlo. Alla fine egli abbandona il suo corpo per diventare
l’incarnazione vivente dell’Universo. Anche dopo che gli eventi
dello schiocco vengono annullati, egli viene lasciato in vita,
poiché ritiratosi spontaneamente in esilio dopo aver conosciuto il
più grande dei poteri.
The Infinity Saga: il box set per l’home video
A conclusione della
TheInfinity Saga, i
Marvel Studios hanno rilasciato un box set per
l’Home Video contenente l’intera avventura cinematografica. Si
tratta di una special edition in vendita negli USA a partire dal 15
novembre 2019 alla straordinaria cifra di 549,99
dollari. il box contiene tutti i 23 film Marvel
Cinematic Universe su 4K UHD e Blu-ray, una lettera
firmata da Kevin
Feige, una litografia di Matt
Ferguson, confezione esclusiva firmata da Chris Evans, Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo e Jeremy Renner,
e un disco bonus con scene cancellate ed estese mai viste prima. Si
tratta di una meraviglia che tutti i fan della Marvel
desidererebbero possedere, ma che ad oggi risulta difficilmente
ritrovabile in rete.
The Infinity Saga: esiste
un fan-film con tutti i lungometraggi
Come anticipato, proprio perché la
The Infinity Saga si è conclusa c’è ora
la possibilità di riguardare tale epica collezione di film con
occhi nuovi, focalizzati più sul progetto d’insieme che non sul
singolo titolo. Questo è proprio quello che un accanito fan
dell’MCU ha voluto fare, dando vita ad un’opera altrettanto
ambiziosa e complessa. L’utente di Reddit Pizzabryon, di
professione montatore e cameraman, ha infatti affermato di aver
realizzato un rimontaggio di tutti i film posizionando in ordine
cronologico tutte le scene presenti in esso. Si tratta di un
rimontaggio che complessivamente supera le 50 e, stando a quanto
affermato dall’autore, potrebbe essere aggiornato con nuovi
contenuti.
Tale progetto è stato reso
possibile dalla timeline in ordine
cronologicodegli eventi della The Infinity
Saga pubblicata nel 2020. Proprio vedendo quel
lunghissimo elenco di eventi classificati in ordine cronologico
Pizzabryon ha deciso di recuperare una per una queste scene per dar
vita a tale colossale progetto. Pur essendo un progetto realizzato
senza alcun fine specifico, questo fan-film ha il merito di dare
nuova vita e forma ai lungometraggi delle prime tre fasi dell’MCU,
svelando quelle connessioni e riferimenti che Kevin Feige, presidente dei
Marvel Studios, ha iniziato a disseminare tra di
essi sin dal 2008.
Neslihan Atagül è
in onda in questo momento su Mediaset nella serie di successo
Endless Love, ma chi è l’attrice che interpreta Nihan
Sezin nello show turco del 2017 che è arrivato in Italia solo
nel 2024 distribuito da Mediaste.
Le origini di Neslihan
Atagül
Neslihan
Atagül è un’attrice turca, nota per alcune
serie turche di successo. È nota soprattutto per il suo ruolo
in Kara Sevda(2015-2017), serie venduta in oltre
110 Paesi e unica serie televisiva turca vincitrice
dell’International Emmy Award (2017). Ha
avuto ruoli da protagonista nella serie Fatih
Harbiye (2013-2014) e nei film Araf e Senden Bana Kalan. Nel corso
della sua carriera di attrice ha ricevuto numerosi premi e
riconoscimenti, tra cui l’Oscar come “Miglior attrice”
al Tokyo International Film Festival.
Atagül ha deciso di diventare
attrice a soli 8 anni. Nel 2005, all’età di 13 anni, ha trovato il
numero dell’agenzia Erberk, di proprietà di Neşe Erberk; ha
ottenuto l’indirizzo dell’agenzia Erberk ed è andata con la madre a
registrarsi. Un mese dopo ha recitato nel suo primo spot
pubblicitario.
Il matrimonio di Neslihan
Atagül
Neslihan Atagül è sposata
con la sua co-star Kadir DoğuluNeslihan
ha iniziato a frequentare la sua co-star di Fatih
Harbiye, Kadir Doğulu, nell’ottobre 2013.
Si sono fidanzati nel novembre 2015 e si sono sposati nel luglio
2016.
Il debutto sul piccolo
schermo
Nel 2006 ha debuttato come attrice
nel film İlk Aşk, per il quale ha vinto il primo premio della sua
carriera come “Giovane attrice promettente”. Tra il 2006 e il 2010
ha avuto un ruolo nella serie Yaprak Dökümü, basata sull’omonimo
romanzo. Negli anni successivi è apparsa in altre serie come Canım
Babam, Kalbim Seni Seçti, Hayat Devam Ediyor. Nel 2012 si è fatta
notare per il suo ruolo da protagonista nel film Araf, per il quale
ha vinto l’Oscar come “Miglior Attrice” al prestigioso Tokyo
International Film Festival.
Il successo di Neslihan
Atagül
Nel 2015 sarebbe arrivato uno dei
ruoli più importanti e più amati della sua carriera, quello di
Nihan Sezin nel melodramma Kara
Sevda, che è diventata la prima serie turca ad essere
premiata con l’International Emmy Award come miglior telenovela nel
2017. La
serie ha ricevuto anche il premio speciale della giuria
ai Seoul International Drama Awards.
Kara
Sevda è diventata una delle serie turche più seguite al
mondo, essendo
stata tradotta in più di 50 lingue e trasmessa in oltre 110 Paesi
come
Russia, Iran, Slovenia, Uruguay e Grecia.
Durante la sua trasmissione negli Stati Uniti per la comunità
ispanica, è diventata la serie non spagnola più vista sul
canale Univision.
Grazie alla sua interpretazione in
questa serie, Atagül ha vinto quattro premi e la sua popolarità e
il suo riconoscimento sono saliti alle stelle, non solo in Turchia
ma anche a livello internazionale, soprattutto nei Paesi arabi.
Neslihan Atagül è su instagram
L’attrice ha un profilo instagram molto aggiornato. Rispetto ad
altre attrici ci tiene a condividere la sua vita, i suoi impegni e
i suoi viaggi con i fan.
Attualmente, Neslihan
Atagül è immersa in un nuovo progetto professionale,
Hadsiz Magazine, che porterà fotografie
impressionanti, interviste esclusive con grandi ospiti. È stata
recentemente in ITALIA come possiamo vedere dal suo profilo
instagram.
The Acolyte: La Seguace ha rilasciato un solo trailer e, per qualche motivo, la serie
Disney+
sta già dividendo le opinioni. Lasciamo a voi comprendere le
ipotesi sul perché, ma i nuovi commenti della showrunner
Leslye Headland non possono che portare a un
ulteriore acceso dibattito tra i fan.
In un’intervista rilasciata a
The Hollywood Reporter sulla realizzazione
della prima stagione di otto episodi, la creatrice di Russian
Doll ha spiegato perché per lei era importante portare nella
stanza degli sceneggiatori qualcuno che non avesse alcuna
conoscenza del franchise di Star
Wars.
“Ho pensato che sarebbe stato
utile avere la prospettiva di una persona che non aveva
letteralmente mai visto Star
Wars prima di entrare nella stanza“, racconta la
Headland. “E lei mi ha detto: ‘Perché mi vuoi
in questa stanza? Non ho mai visto Star Wars. Non ne ho idea. Penso
che ci sia un cane, ma non so nulla‘”.
“E io: ‘Prima di tutto, sei uno
scrittore incredibile, ma è per questo che ti voglio qui. Voglio
che tu metta in discussione la narrazione. Non voglio che io, che
sono un fan da sempre, mi affidi a particolari riferimenti per
creare battute emotive. Voglio che quei battiti emotivi siano
guadagnati e verificati da qualcuno che non ha una super
familiarità con il film“.
“Ed è stato molto divertente
perché finalmente ha guardato la Trilogia Originale durante quel
Natale. Aveva visto anche i Prequel, ma continuava a scrivermi [a
proposito della Trilogia Originale] e diceva: ‘Luke e Fener
sono…'”. Ricorda Headland. “Tutte quelle cose che conosciamo da
sempre la stavano mandando fuori di testa“.
“Era come se dicesse: ‘Luke e
Leia sono fratello e sorella!? Ma che cazzo!?”. Mi scriveva tutte
queste cose e io pensavo che fosse così divertente”. Quindi si è
istruita da sola per poter essere presente in sala, ma è stato
davvero divertente avere qualcuno come lei per
collaborare“.
Una scelta che farà ancora più
discutere?
Questo farà sicuramente sollevare
le sopracciglia ai fan di Star Wars. che vogliono vedere questi progetti
realizzati con cura da esperti, ma si tratta di uno scrittore e
Headland spiega in modo convincente perché la loro
presenza avrebbe potuto giovare alla storia più ampia che viene
raccontata.
Non c’è nemmeno bisogno di farsi
prendere dal panico perché, in un’altra parte della conversazione,
la showrunner di
The Acolyte: La Seguace ha
condiviso alcune informazioni sui molti Easter Egg che vedremo in una serie che, come
ha confermato lei stessa, “non ha usato affatto la bibbia”
(ricordate quando farlo era considerato una cosa buona?).
“Vedrete un po’ di Vernestra
Rwoh dai romanzi dell’Alta Repubblica. Finisce per essere in
live-action per la prima volta, quindi è sicuramente un cameo per
quel pubblico, direi. Ci sono molti cammei di specie aliene che non
credo di aver mai visto in un live-action post-Disney, come ad
esempio un Jedi zigeriano e un Jedi mezzo texano e mezzo
umano“.
“C’è anche un sacco di roba
dell’Unione Europea che ho potuto utilizzare. Nessuno mi ha
fermato, quindi l’ho fatto“, aggiunge
Headland. “Quindi se siete fan, ci sarà una
specie che potreste riconoscere. Ci sono anche alcuni elementi
narrativi. In pratica, ci sono abbastanza uova di Pasqua se siete
fan della Trilogia Originale, dei Prequel o delle Guerre dei Cloni.
E poi c’è qualche spruzzata di UE“.
Siamo curiosi di vedere come verrà
realizzato, soprattutto perché sembra essere una svolta narrativa
così drastica per l’era della Lucasfilm di proprietà della
Disney (la storia si svolge alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica, circa 100 anni prima degli
eventi de La minaccia fantasma).
The Acolyte: La Seguace arriverà su Disney+ con una première di due episodi
il 4 giugno.
La sinossi ufficiale recita:
“Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un
rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del
suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due
percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che
tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante
l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di
Star Wars.
Dall’uscita di Iron Man nel 2008, i Marvel Studios hanno
cambiato la percezione che l’industria e il pubblico aveva dei film
di supereroi. Ora, non tutti i film – o le serie televisive – che
hanno realizzato sono stati perfetti e, sì, alcuni sono stati
decisamente brutti.
Nel complesso, però, il
MCU ha una media di battute impressionante per
usare una metafora ripresa dal baseball, che fa registrare sempre
ottimi risultati in questi adattamenti. Mentiremmo se dicessimo che
lungo il percorso non sono stati commessi alcuni passi falsi
creativi significativi, e oggi li analizziamo da vicino.
Non tutti i difetti sono stati
commessi e ogni fan avrà probabilmente la sua opinione in merito
che rispettiamo (la rappresentazione dei poteri di Ms.
Marvel ha mancato di poco l’inclusione in questa
lista). In definitiva, pensiamo che sarete d’accordo che questi
errori che sono difficili da perdonare!
Ant-Man e Wasp non sono stati i
Fondatori dei Vendicatori
Non possiamo biasimare i
Marvel Studios per aver aspettato Edgar
Wright per realizzare Ant-Man, ma così
facendo né Hank Pym né Janet Van Dyne sono stati membri
fondatori dei Vendicatori.
Al loro posto sono arrivati
Vedova Nera e Occhio di Falco,
uno dei tanti spunti che lo studio ha preso da The
Ultimates. Questi due sono stati membri efficaci della squadra
di supereroi, anche se non possiamo fare a meno di pensare che la
dinamica tra questi eroi sarebbe stata molto più interessante con
l’originale Ant-Man
and The Wasp.
Alla fine si è deciso di
invecchiare entrambi i personaggi, il che significa che non li
abbiamo mai visti nel loro periodo di massimo splendore. Adoriamo
Scott Lang e la nuova Hope Van
Dyne, ma questo sembra un passo falso nel MCU
che ci ha privato di molte storie e momenti fantastici.
Il mediocre adattamento di Pianeta
Hulk
Anche se possiamo comprendere il
fatto che non tutti abbiano apprezzato il tono bizzarro di Thor:
Ragnarok, il film nel complesso è stato molto buono (e
decisamente migliore di Thor:
Love and Thunder, un seguito che si è quasi guadagnato
un posto qui per la sua pessima rivisitazione di The Mighty Thor).
Fare di Hulk un personaggio
secondario in un film che essenzialmente riavvia il Dio del
Tuono è stata una mossa saggia per un personaggio che
all’epoca non poteva essere protagonista di un progetto proprio, ma
condensare l’arco del “Planet Hulk” in una sottotrama
sacrificata è stato più che deludente.
Molto di ciò che aveva reso quella
storia un successo è stato eliminato, compreso un finale che
gettava le basi per la Guerra Mondiale di Hulk. Il
Golia Verde non ha mai trovato una storia d’amore, non ha
avuto una squadra tutta sua e si è ridotto a essere coinvolto in
battute sull'”ano del diavolo”.
Il pessimo trattamento al film di
Vedova Nera, Black Widow
Sono accadute molte cose in questa
vicenda, tra cui il fatto che l’ex CEO della Disney Bob
Chapek non avrebbe mai dovuto far debuttare Black
Widow nelle sale e contemporaneamente sul servizio
“Premier Access” di Disney+,
che ha avuto vita breve. Una decisione che ha condannato il
progetto e danneggiato i film di supereroi al femminile nel loro
complesso.
Fare un film sulla Vedova Nera era impossibile quando i Marvel
Studios erano ancora governati da Ike
Perlmutter; tuttavia, darle finalmente un’uscita in
solitaria dopo la morte del personaggio in Avengers:
Endgame è sembrato… inutile.
Ambientare il film tra
Captain America: Civil War e Avengers:
Infinity War ha inoltre costretto il film a collocarsi
in una parte molto specifica della linea temporale del MCU che, in
ultima analisi, non era poi così interessante. Quanto sarebbe stato
più bello vedere il primo incontro tra
Natasha Romanoff e
Clint Barton?
The Kree/Skrull War
nell’MCU
Gestita nel modo giusto, la guerra
Kree/Skrull è una storia in grado di ispirare un intero
film degli Avengers. Come minimo, ci sarebbe
piaciuto vedere il conflitto alla base di una trilogia di Captain
Marvel. Purtroppo, nel blockbuster del 2019 sono stati
commessi troppi errori creativi.
Gli eroici Skrull,
l’ambientazione anni ’90, la scomparsa di Yon-Rogg,
l’eliminazione dell’Intelligenza Suprema in un flashback di
circostanza… tutto questo è andato storto in molti modi e rimane
decisamente sconcertante.
È un peccato anche perché da
qualche parte c’è un grande film di guerra con Carol Danvers che combatte contro i Kree e gli Skrull
in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’intera galassia.
Dopo The Marvels, purtroppo è troppo tardi per
questo.
Fare di Spider-Man un “Iron Man
Jr.”
Non abbiamo la stesse negativa
opinione che alcuni fan anno della trilogia di
Spider-Man dei Marvel
Studios (Far
From Home non era poi così male), ma la relazione tra
Peter Parker e Iron Man… beh, rimane una parte
fastidiosa del ritratto del web-slinger nel MCU.
Capiamo l’accoppiamento tra
Spidey e Tony Stark, perché sono due dei supereroi più popolari
della Marvel. Ma non riusciamo a credere che Peter
si sia schierato con Iron Man in Civil War… e in
nessun modo avrebbe dovuto essergli così fedele in Homecoming. E perché Mysterio doveva
essere di nuovo un cattivo di Iron Man?! Questi sono tutti
elementi in contrasto con la controparte a fumetti dei rispettivi
personaggi.
Spider-Man: No Way Home ha superato questo problema,
ma vedere l’eroe utilizzare la nanotecnologia e tutti quei gadget è
stato uno smacco. Fortunatamente, il film si è concluso ponendo le
basi per vedere finalmente un Uomo Ragno di quartiere amico dei
fumetti nel MCU, quindi li perdoneremo!
Un multiverso disordinato nei
MCU
I Marvel Studios
hanno completamente abbandonato il Multiverso? Sì
e no. In ultima analisi, la rappresentazione incoerente del
concetto è una parte importante di ciò che ha portato molti fan ad
abbandonare questa “Saga
del Multiverso“, un’epoca di narrazione che aveva il
potenziale per superare la “Saga
dell’Infinito“.
Ora non vediamo l’ora che finisca.
Il fatto che l’MCU sia costretto a estendersi tra
le storie in sala e quelle in streaming non ha aiutato molto, con
questi progetti multiversali che non riescono a fare
riferimento l’uno all’altro in un modo organico e
significativo.
Le incursioni continuano a non
avere senso, il What
If…? sembra in gran parte irrilevante per la
narrazione più ampia, e le realtà alternative che abbiamo visitato
– Terra-838, per esempio – erano penose.
Dov’era la TVA durante
Spider-Man: No Way Home? Perché alcune varianti sono
tutte uguali e altre completamente diverse? È un casino.
La rottura della quarta parete di
She-Hulk
Ci sono molti motivi per cui
She-Hulk: Attorney at Law è stato criticato (molti dei
quali provengono da ambienti sospetti di Internet), ma almeno
alcuni giudizi avevano una motivazione fondata. Gli effetti visivi
non erano abbastanza buoni e la gestione di personaggi come
Skaar e Abominio è stata un totale
fallimento.
Le lamentele infantili sul twerking
e la rappresentazione “offensiva” degli incel hanno poco
valore. Tuttavia, dove She-Hulk ha davvero sbagliato è stato il
tentativo di emulare i fumetti con un finale che ha rotto la quarta
parete nel peggiore dei modi.
Alcuni elementi hanno funzionato –
come She-Hulk che entra nel quartier generale dei
Marvel Studios – ma K.E.V.I.N.? È
stata un’idea stupida, così come la riscrittura del finale da parte
di Jennifer Walters. Questo ha tolto allo show la
sensazione di essere vitale per il più ampio MCU (l’Intelligenza
era una battuta di spirito e non aveva nulla a che fare con The
Leader) e ci ha lasciato un cattivo sapore in bocca.
Kang il Conquistatore era il cattivo che dovevamo temere, il
“boss finale”, per così dire. Invece, è stato relegato in questo
disordinato trequel e, alla fine, è stato eliminato da Scott
Lang e Hope Van Dyne in un combattimento insoddisfacente,
frutto di reshoots.
Non dubitiamo che ci fosse un piano
più grande in gioco. Forse, un giorno, ripensandoci, tutto questo
avrà un senso. Per ora, però, tutto ciò che ha fatto è stato
dimostrare che la Saga del Multiverso non dovrebbe essere
orchestrata dagli scrittori di Rick e Morty.
Dalla sua introduzione in Ant-Man
del 2015, Scott Lang è diventato una parte importante del
MCU. Si è unito al “Team
Cap” in
Captain America: Civil War e, intrappolato nel Regno
Quantico alla fine di Ant-Man
and The Wasp, l’ex criminale si è dimostrato un eroe
contribuendo a salvare l’universo in Avengers: Endgame.
È un peccato quindi che Ant-Man and The Wasp: Quantumania abbia deluso
lui e Paul Rudd lo scorso anno. Il film, girato
principalmente su The Volume, è stato una delusione e lo
scarso riscontro critico e commerciale probabilmente significa che
Ant-Man non
sarà mai più protagonista di un blockbuster tutto suo.
Tuttavia, visto che il trequel si
concludeva con Scott Lang convinto di aver condannato il
Multiverso sconfiggendo
Kang il Conquistatore, è destinato ad avere un ruolo
centrale nei prossimi film degli Avengers.
Per quel che vale, però, Paul Rudd – che sta girando per promuovere
Ghostbusters: Frozen Empire – sostiene di essere all’oscuro del suo
futuro nel MCU. “Non ne ho idea. Nessuna“, dice nel video
qui sotto. “Sai, questo è sempre nel loro campo. Vedremo. Se
hanno delle idee e se dovessero realizzarle, allora credo che lo
scopriremo… Non lo so davvero“.
Paul Rudd ha quasi sentito le chiacchiere sul
fatto che l’amministratore delegato della Disney Bob Iger ha
staccato la spina ai sequel dei film del MCU che non hanno avuto
successo e scommettiamo che probabilmente darà l’addio ad
Ant-Man nei prossimi film degli Avengers.
Parlando con noi l’anno scorso, in
merito alla possibilità di prendere in considerazione un diverso
finale di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, lo
sceneggiatore Jeff Loveness – che a quanto pare è
stato licenziato come unico sceneggiatore di
Avengers 5 – ha condiviso quanto segue sul viaggio
dell’eroe Scott nel threequel:
“Sì, abbiamo certamente
proposto e giocato su quante versioni di come fare il finale e
abbiamo certamente fatto i nostri passi con quello. Penso che, alla
fine, vedo i pensieri su internet riguardo al fatto di bloccare le
persone e ucciderle, ma, in fin dei conti, sarebbe stato lo stesso
finale di Ant Man 2. È come dire, ‘Oh, Scott è di nuovo
intrappolato nel Regno Quantico’, e poi, sarebbe stato lo stesso
punto di uscita di Endgame dove, ‘Oh, è nel Regno Quantico, e ora è
fuori dal Regno Quantico‘”.
“Ehi, i fan dei fumetti sono
come quelli dello sport, ci sarà casino e ci saranno opinioni, ma
ho amato il punto in cui siamo arrivati perché è un vero e proprio
Viaggio dell’Eroe di colui che era spensierato e pensava che i suoi
giorni da eroe fossero finiti, che deve davvero mordere il
proiettile, essere disposto a sacrificarsi e poi essere salvato
dalla sua famiglia e poi, salvato da sua figlia, rendersi conto che
non è così solo come pensava di essere, non è necessario buttarsi
sulla granata se si ha un aiuto“.
“Il ragazzo che inizia in modo
così spensierato è ora gravato da questo timore alla fine, e ora
sta per diventare quasi il Paul Revere del multiverso, credo. È
l’unico a sapere di Kang e non è del tutto sicuro di ciò che
accadrà e credo che in futuro lo vedremo, ma credo che il finale
che abbiamo scelto sia molto interessante. L’uomo che ha salvato
l’universo in Endgame potrebbe potenzialmente essere l’uomo che sta
distruggendo l’universo, anzi il multiverso. Sono sicuro che ci
sono video di reazione su YouTube a cui dovrei prestare molta
attenzione, ma credo che sarò soddisfatto di come andranno le
nostre storie“.
La 24 ore di Le Mans è una delle
gare più celebri dello sport automobilistico, dove i piloti vengono
messi duramente alla prova per dimostrare il loro valore e quello
delle auto che guidano. Ci sono numerosi celebri racconti legati
alla storia di questa gara, ma con il film Le
Mans ’66 – La grande sfida (qui la recensione) il regista
James Mangold(Quando
l’amore brucia l’anima, Logan – The Wolverine, Indiana Jones e il Quadrante del
Destino) si concentra su una precisa edizione di essa, che
ha riscritto il rapporto esistente tra due celebri
scuderie: Ford e Ferrari
(non a caso, il titolo originale del film è Ford vs.
Ferrari). Uscito nel 2019, il film ha dunque ripercorso i
retroscena che portarono all’edizione del 1966 e al suo valore
nella storia dell’automobilismo.
Il progetto per un film su tale
storia circolava ad Hollywood già dieci anni prima della
realizzazione di tale film. Inizialmente, doveva essere il regista
Michael Mann a dirigerlo, con protagonisti
Brad Pitt e Tom Cruise. Il progetto però non partì mai e
alla fine Mann decise di girare il suo film su Ferrari, intitolato
appunto Ferrari, andando però a
raccontare una storia diversa. Ad occuparsi della vicenda di
Le Mans ’66 – La grande sfida è dunque arrivato
Mangold, il quale ha dunque avuto l’occasione di mettersi
nuovamente alla prova con quello che è poi stato uno dei film più
apprezzati dell’anno. Ha poi rievuto quattro candidature ai Premi
Oscar 2020 nelle categorie Miglior Film, Miglior Montaggio Sonoro,
Miglior Montaggio e Miglior Sonoro, vincendo in queste ultime
due.
Il successo di
Le Mans ’66 – La grande sfida sta nell’aver raccontato
una storia d’amicizia e rivalsa in grado di appassionare tutti,
dimostrando che nessun obiettivo è irraggiungibile. Oltre a ciò,
ovviamente, è anche un film magnificamente interpretato e diretto,
con grandi colpi di scena ed entusiasmanti ricostruzioni storiche.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Le Mans ’66 – La grande sfida
Le Mans ’66 – La grande sfida racconta la storica
battaglia tra le case automobilistiche Ford e Ferrari per vincere
la famosa gara nota come 24 Ore di Le Mans. Dal 1958, le auto
Ferrari si aggiudicano il primo posto in ogni gara, ecco perché
Enzo Ferrari decide di opporsi fermamente ad un
possibile acquisto della compagnia da parte di Henry Ford
II. Quest’ultimo però non ci sta a farsi trattare così e
incinta dunque il proprio team, composto da ingegneri e designer, a
costruire un’automobile più veloce e in grado di sconfiggere la
rivale nella corsa del ’66. A capo della squadra di ingegneri
incaricati di realizzare il prototipo c’è il visionario
Carroll Shelby, il quale decide di affidarsi al
talentuoso pilota Ken Miles per ottenere il
risultato richiesto.
Ken Miles è interpretato da Christian Bale,
il quale in vista del ruolo ha preso lezioni di guida da corsa
presso la Bondurant High Performance Driving School, il cui
fondatore era un amico di Ken Miles. Così, oltre a guidare, Bale ha
avuto modo di ascoltare le storie della scena delle corse degli
anni ’60. L’istruttore di Bale e coordinatore degli stunt del film,
Robert Nagle, ha dichiarato in seguito: “È
senza dubbio il miglior attore che abbia mai addestrato“. Il
ruolo è però stato per Bale una sfida anche dal punto di vista
fisico, poiché ha dovuto perdere settanta chili prima dell’inizio
delle riprese. Bale era infatti ingrassato molto per il suo ruolo
in Vice
– L’uomo nell’ombra e ha avuto circa sette mesi di tempo
per perdere il peso necessario.
Nel ruolo Carroll Shelby vi è invece
l’attore Matt Damon, che ha affermato di aver accettato
il ruolo primariamente per poter lavorare con Bale, di cui si è
detto un ammiratore. Nel film recitano poi JonBernthal nei panni di Lee Lacocca, vice
presidente della Ford, e l’attrice Caitriona Balfe
in quelli di Mollie, moglie di Ken. Noah Jupe,
dopo essere stato il figlio di Matt
Damon in Suburbicon,
è qui Peter, il figlio del personaggio interpretato da Bale.
Josh Lucas recita nel ruolo di Leo Beebe,
vicepresidente della Ford, mentre Francesco Bauco
ricopre il ruolo del pilota italiano Lorenzo Bandini. Si ritrovano
poi Tracy Letts nel ruolo di Henry Ford II,
amministratore delegato della Ford e l’italiano Remo
Girone in quelli di Enzo Ferrari.
La storia vera e le differenze con
il film
All’inizio degli anni ’60, la
Ferrari era imbattibile sulle piste ma si trovava
in difficoltà economiche. Anziché cercare di battere le sue auto,
Henry Ford II ritenne più facile proporre
ad Enzo Ferrari di rilevare la sua
azienda. Ci fù dunque realmente un tentativo di acquisto, proprio
come mostrato nel film, per 10 milioni di dollari, che però non
ebbe esito positivo. Ferrari, infatti, capendo che tutta la sua
attività sportiva sarebbe a quel punto dipesa dall’approvazione dei
vertici Ford, decise di rifiutare l’offerta. Per risollevare le
sorti della sua azienda, Ford si affida allora al suggerimento del
vice presidente Lee Lacocca, ovvero di puntare a vincere l’edizione
del 1966 della prestigiosa gara 24 Ore di Le Mans. Ford, furioso
dal rifiuto di Ferrari, decise dunque di indirizzare ampi
finanziamenti allo sviluppo di una nuova imbattibile auto.
Le prime auto prodotte, le Ford
GT40, che hanno gareggiato a Le Mans nel 1964 e nel 1965 erano però
tutt’altro che perfette e in quelle occasioni le Ford non
riuscirono a terminare la gara. Sebbene le auto fossero veloci,
semplicemente si ruppero. I cambi si guastarono, le guarnizioni
delle teste esplosero e i rotori dei freni anteriori raggiunsero i
1.500 gradi in pochi secondi, smettendo di funzionare. Anche
l’aerodinamica era pericolosamente scadente. A oltre 200 miglia
orarie, le auto sviluppavano una portanza tale da provocare
un’impennata. Per migliorare questi aspetti, viene ingaggiato
Carroll Shelby, ex pilota ritiratosi per via di un
problema cardiaco e attivo ora come costruttore di automobili.
Shelby accetta, ma a condizione di poter portare nel team il
proprio pilota e meccanico: Ken Miles.
Per quanto i due abbiano
effettivamente contribuito allo sviluppo delle nuove auto Ford, il
film omette in gran parte il vasto gruppo di partecipanti che
furono a loro volta responsabili del successo della GT40 alla 24
Ore di Le Mans. Oltre a Shelby e Miles, molti altri dipendenti e
appaltatori di talento della Ford hanno infatti lavorato per
risolvere la complessa serie di ostacoli ingegneristici in un lasso
di tempo incredibilmente ristretto. Alla fine, in ogni caso, la
Ford GT40 viene perfezionata a Le Mans sbaraglia la concorrenza
della Ferrari, ricoprendo i primi tre posti della classifica, ma
contrariamente a quanto mostrato dal film, Enzo Ferrari non era
fisicamente lì presenta ad assistere alla sconfitta. Al traguardo
giungono due, perfettamente allineate le tre Ford in gara, ma la
vittoria viene assegnata solamente a quella guidata da
Bruce McLaren.
Questo perché partendo più indietro
in griglia ha percorso più chilometri rispetto alle altre due auto.
Ken Miles viene dunque derubato della vittoria. Sfortunatamente,
non avrà modo di rifarsi l’anno successivo, poiché morì due mesi
dopo la Le Mans del 1966. Rimase infatti ucciso in un incidente
mentre era alla guida della Ford J-car. In quell’occasione, Miles
si stava avvicinando al rettilineo in discesa di 1 miglio del
Riverside International Raceway, nel sud della California,
superando le 200 miglia orarie. Il sollevamento del retrotreno fece
sì che l’auto si girasse, si ribaltasse, si schiantasse e prendesse
fuoco, andando in pezzi ed uccidendo Miles sul colpo. Fu poi
inserito postumo nella Motorsports Hall of Fame of America nel
2001, mentre la Ford continuerà il suo duello con la Ferrari
vincendo anche le edizioni 1967, 1968 e 1969.
Il trailer di Le Mans ’66 – La grande sfida e dove vedere il
film
È possibile fruire
di Le
Mans ’66 – La grande sfida grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV, Prime Video, Disney+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Nonostante le prime notizie
furono negative Ghostbusters:
Minaccia Glaciale presenta in realtà
una scena dopo i titoli di coda.Se hai intenzione di
vedere il film quando uscirà ad Aprile, da questo momento in poi ci
saranno grandispoiler.
Mentre la scena dei titoli di
coda di Ghostbusters:
Legacyha impostato gli eventi di
Ghostbusters:
Minaccia Glaciale mostrando Winston
(Ernie Hudson) che ritorna al quartier generale
della caserma dei vigili del fuoco, questo nuova scena è piuttosto
irrilevante e non sembra gettare le basi per il prossimo
film.
Fondamentalmente, tutta la
sequenza mostra i Mini-Puft che rubano un camion
Staypuft Marshmallow da un garage. Questa è solo
una scena a metà dei titoli di coda, quindi non ti verrà richiesto
di aspettare fino alla fine di tutti i titoli di coda se vuoi
vederla.
Quali sono le prime reazioni al
film Ghostbusters: Minaccia Glaciale ?
Sembra che i fan di lunga
data del franchise si stiano divertendo, ma le recensioni per il
film Ghostbusters:
Minaccia Glacialesono state
contrastanti e negative e attualmente si trova al 45% su Rotten
Tomatoes. Tuttavia, ha un punteggio di pubblico molto migliore,
pari all’86%.
Ghostbusters: Minaccia Glaciale,
la trama e il cast del film
In Ghostbusters:
Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove
tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si
unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un
laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi
a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto
scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters
dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il
mondo da una seconda era glaciale.
Il nuovo film, seguito di
Ghostbusters:
Legacye
diretto da Gil Kenan, anche autrice della
sceneggiatura insieme a Jason Reitman, è il quinto
film della saga e vede molti dei membri superstiti del cast
originale (tra cui Bill Murray, Ernie Hudson,
Dan Aykroyd e Annie Potts)
riunirsi con il cast presentato dal precedente film (Finn
Wolfhard, Mckenna Grace,
Carrie Coon, Paul Rudd e Logan Kim). A
loro si uniscono i nuovi arrivati Kumail
Nanjiani e Patton Oswalt. sarà
al cinema dall’11 aprile distribuito da
Eagle Pictures.
Finalmente abbiamo un trailer
completo di Doctor
Who in vista del suo ritorno sugli schermi a
maggio. Inutile dire che l’iniezione di denaro da parte di Disney+
sembra aver fatto bene alla longeva serie fantascientifica.
Vediamo come il Dottore di Ncuti Gatwa viaggia nell’universo con
Ruby Sunday (Millie
Gibson), incontrando ogni sorta di minaccia
soprannaturale. Ci sono alcuni accenni a una forza ancora più
grande che mette a rischio la realtà stessa, e il trailer si
conclude con il TARDIS che sembra essere stato abbandonato per
molto tempo.
C’è anche da divertirsi, però, e
questo sembra un ritorno alla forma per lo show dopo quello che si
è rivelato un periodo turbolento per Chris Chibnall come
showrunner. Russell T Davies, l’uomo che ha
rilanciato Doctor
Who nel lontano 2005, ritorna per questa nuova
era e, finora, i fan sembrano essere impressionati da ciò che ha
portato in tavola.
“Finalmente, è con grande
piacere che lancio una nuova stagione di avventure del Dottore e di
Ruby insieme“, ha recentemente dichiarato a proposito di
questa nuova stagione. “Mostri! Inseguimenti! Cattivi! Misteri!
E un terrificante segreto che attraversa il tempo e lo spazio per
decenni. Non perdetevi nemmeno un secondo!“.
Cosa aspettarci dalla nuova
iterazione di Doctor Who targata Disney+
Doctor
Who segue il Dottore e Ruby Sunday attraverso infinite
avventure nel tempo e nello spazio a bordo del TARDIS.
Dall’Inghilterra dell’epoca della Reggenza al futuro devastato
dalla guerra, la coppia sostiene le forze del bene incontrando
amici incredibili e nemici pericolosi.
Il cast di ospiti già annunciato
comprende Aneurin Barnard, Anita Dobson, Yasmin Finney,
Michelle Greenidge, Jonathan Groff, Bonnie Langford, Genesis Lynea,
Jemma Redgrave, Lenny Rush, Indira Varma e Angela
Wynter.
Doctor
Who è prodotto da Bad Wolf, con i BBC Studios per
Disney Branded Television e BBC. Sotto la visione creativa di
Davies, i produttori esecutivi aggiuntivi sono
Phil Collinson, Joel Collins, Julie Gardner e Jane
Tranter.
La nuova stagione presenta episodi
diretti da Ben Chessell, Jamie Donoughue, Julie Anne
Robinson e Dylan Holmes Williams.
I primi due episodi di Doctor
Who saranno distribuiti a livello internazionale
venerdì 10 maggio alle 19.00 ET su Disney+ e
anche su BBC iPlayer nel Regno Unito alle 12.00 BST dell’11 maggio
(andranno poi in onda normalmente su BBC One più tardi nello stesso
giorno). Potete vedere il nuovo fantastico trailer del rilancio di
Doctor
Who nel player qui sotto.
Sembra che il tanto tormentato
remake su Barbarella stia vivendo un nuovo
rinnovato slancio di produzione. Sydney Sweeney ha confermato che il remake di
Barbarella è ancora in corso. Durante
un’intervista con Josh Horowitz sul podcast Happy
Sad Confused, a
Sydney Sweeney è stato chiesto se il remake,
annunciato nel 2022, è ancora in corso e lei ha risposto con
enfasi: “Lo è”.
Sydney Sweeney ha
anche condiviso i suoi pensieri su cosa l’ha attirata nel
progetto.
Sydney Sweeney ha detto che
Barbarella è un personaggio divertente da
esplorare, che abbraccia la sua femminilità e sessualità… cosa che
trova interessante. Ha anche espresso il desiderio di lavorare a un
progetto di fantascienza ed è entusiasta di vedere come si evolverà
la situazione.
Alla domanda se fossero vere le
voci secondo cui Edgar Wright, il regista di
Baby Driver, potrebbe essere in trattativa per
dirigere il film, Sydney Sweeney non ha risposto direttamente.
Tuttavia, ha ammesso di aver fatto la sua conoscenza.
Nell’ottobre del 2022, Deadline ha
riportato che Sydney Sweeney sarebbe stato produttore
esecutivo e protagonista del nuovo film di
Barbarella per Sony Pictures. Da allora, però, non
ci sono state più notizie sul progetto
Di cosa parlava il film originale
di Barbarella del 1968 con Jane Fonda
Barbarella è un
film di fantascienza del 1968, basato su una serie di fumetti
francesi di Jean-Claude Forest e diretto da
Roger Vadim. Jane Fonda interpreta il ruolo principale
di Barbarella, insieme ad altri importanti attori di oggi
come John Phillip Law, Anita Pallenberg, Milo O’Shea,
Marcel Marceau e David Hemmings.
La storia, ambientata nel 41°
secolo, segue Barbarella, una viaggiatrice spaziale che
viene incaricata dal Presidente della Terra di trovare e recuperare
lo scienziato Durand Durand. Il dottor Durand ha creato
una potente arma nota come Raggio Positronico. Nel suo
viaggio, Barbarella incontra diversi pianeti esotici e
strani esseri, tra cui l’angelico Pygar, la malvagia
Regina Nera e i figli ribelli del Grande
Tiranno.
Barbarella è
famoso per le sue immagini avanguardistiche e psichedeliche,
fortemente influenzate dai movimenti della controcultura degli anni
Sessanta. Le scenografie, i costumi e gli effetti speciali del film
contribuiscono alla sua atmosfera surreale e ultraterrena, creando
un’esperienza cinematografica unica e visivamente sorprendente.
L’interpretazione di Jane Fonda di Barbarella ha contribuito a
consolidare il suo status di sex symbol dell’epoca. I suoi abiti
iconici e le sue scene provocanti divennero emblematici della
miscela di erotismo e fantascienza del film. Il personaggio di
Barbarella sfida i tradizionali ruoli di genere, presentando una
protagonista femminile forte e indipendente che si fa strada in un
universo dominato dagli uomini con arguzia e fascino.
Sebbene Barbarella
abbia ricevuto recensioni contrastanti alla sua uscita, da allora
ha guadagnato un seguito di culto ed è ora considerato un classico
del cinema degli anni Sessanta. La sua miscela di umorismo campy,
narrazione fantasiosa e immagini rivoluzionarie continua ad
attirare il pubblico. Il film è un contributo significativo al
genere fantascientifico e un pezzo di storia del cinema senza
tempo.
Ci avviciniamo alla stagione dei
blockbuster estivi e la 20th Century Studios ha appena rilasciato
un nuovo spot televisivo per Il Regno del Pianeta delle Scimmie. In esso
vediamo altre emozionanti immagini del seguito della trilogia
prequel de Il pianeta delle scimmie di Rupert Wyatt e Matt
Reeves.
Proxima Caesar ha
il suo regno e vuole costringere Noa a inchinarsi davanti a lui; il
nuovo protagonista del franchise, però, non vuole piegarsi e sembra
che la guerra sia alle porte. La domanda è: in che modo tutto
questo ci avvicinerà al mondo visto per la prima volta ne
Il pianeta delle scimmie del 1968? Sembra che
dovremo aspettare e vedere.
In una recente intervista, la star
di The
WitcherFreya Allan ha parlato del suo ruolo di Mae
umana in Kingdom of the Planet of the Apes.
“È stato incredibile“, ha
dichiarato entusiasta. “Ho guardato molto la serie prima e sì,
è il momento più orgoglioso della mia carriera finora. Non vedo
l’ora che esca e sono orgogliosa di tutte le persone coinvolte:
tutti gli altri attori e il regista, Wes Ball, sono fantastici.
Tutti coloro che sono dietro le quinte sono semplicemente
fantastici. Non posso dire nulla, ma ve lo dico subito: andate a
vederlo“.
“Credetemi, è così strano
guardarlo e vedermi con quelli che erano esseri umani e ora sono
solo scimpanzé“, dice Allan a proposito dell’unico essere
umano del film Il Regno del Pianeta delle Scimmie. “È
pazzesco. E mi sento quasi parte di un club segreto, perché nessuno
potrà mai sapere quanto le performance di questi incredibili attori
siano state tradotte in questi animali“.
“È pazzesco quello che riescono
a fare con la tecnologia. Ma credo che nessuno saprà mai quanto sia
simile, a parte noi“. Potete vedere lo spot televisivo di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie di
seguito:
Tutto quello che sappiamo su
Il Regno del Pianeta delle Scimmie
La sinossi ufficiale di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Kingdom of the Planet of
theApes) riporta:
“Alcuni gruppi di scimmie non hanno mai sentito parlare di
Cesare, mentre altri hanno distorto il suo insegnamento per
costruire imperi fiorenti.In questo scenario, un leader
delle scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la
tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan
essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la
libertà. Una giovane donna umana, intanto, diventa la chiave per la
ricerca di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti
suoi.”
Il regista Wes Ball dà nuova vita
all’epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di
Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in
armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un
nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una
giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a
mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare
scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli
umani.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto da Wes
Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da
Owen Teague (It), Freya
Allan (The Witcher), Kevin
Durand (Locke & Key), Peter
Macon (Shameless) e William H.
Macy (Fargo). La sceneggiatura è di Josh
Friedman (La guerra dei mondi), Rick Jaffa & Amanda Silver
(Avatar: La Via dell’Acqua) e
Patrick Aison (Prey), basata sui personaggi creati da Rick
Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto da Wes Ball, Joe Hartwick
Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa, Amanda Silver e Jason Reed
(Mulan), mentre Peter Chernin (trilogia de Il
Pianeta delle Scimmie) e Jenno Topping (Le Mans ’66 – La
grande sfida) sono i produttori esecutivi.
Anche se si prevede che gli
X-Men avranno un ruolo nella della saga
del Multiverso del MCU, sarà solo dopo
Avengers: Secret Wars che il
franchise della squadra verrà riavviato.
Resta però da capire chi raccoglierà
il testimone dei personaggi in live action, che hanno avuto già più
di una incarnazione. Dopo le congetture su chi potrebbe
interpretare Wolverine nel MCU, ecco altre ipotesi su un altro
personaggio dei Mutanti Marvel. Ecco chi potrebbe
interpretare Jean Grey nel MCU.
Thomasin McKenzie
Thomasin
McKenzie ha ricevuto ampi consensi dalla critica per
il suo lavoro in Jojo Rabbit di
Taika Waititi e da allora ha recitato anche in
Old di M. Night Shyamalan,
Ultima notte a
Soho di Edgar Wright e
Il potere del
cane di Jane Campion. Combinare
l’attrice con il regista giusto porta a risultati spettacolari e
siamo fiduciosi che McKenzie possa rendere giustizia a Jean Grey in
diversi film.
A 23 anni, sarebbe la persona giusta
per una Jean giovane, anche se abbastanza esperta da diventare un
supereroe convincente con una forte presa sulle sue potenti abilità
mutanti. Seguire le orme di Famke Janssen non sarà facile (meno quelle di
Sophie Turner) ma McKenzie ha delle
possibilità.
McKenna Grace
Dopo aver interpretato la
giovane Carol Danvers in Captain
Marvel del 2019, Mckenna Grace
si è affermata come una delle stelle nascenti più brillanti di
Hollywood con performance straordinarie in film come Ghostbusters:
Legacy, Annabelle 3 e The
Handmaid’s Tale. Compirà 18 anni entro la fine dell’anno,
quindi se il piano dei Marvel Studios è quello di scegliere la
“prima classe” degli X-Men del Professor X, allora troviamo
difficile immaginare una persona più adatta per il ruolo.
Grace è un talento potente a cui
manca solo un ruolo importante per diventare un nome familiare.
Dando vita a Jean Gray nel MCU, può affermarsi come incarnazione di
questo personaggio nel corso di diversi anni, in modo simile a
Tom Holland nei panni di Spider-Man.
Conor Leslie
Attrice con esperienza da
supereroe, molti di voi conosceranno Conor Leslie
meglio per il suo ruolo di Donna Troy/Wonder Girl
in Titans. Gli altri suoi crediti
includono The Man in the High
Castle e Graves, anche se deve
ancora ottenere un vero ruolo da protagonista.
A 32 anni, sarebbe probabilmente una
Jean Grey che è già una supereroina veterana nel MCU. Abbiamo già
visto la squadra prima ancora che lo diventi nei recenti reboot, e
non sappiamo se Marvel Stuidos intende raccontare la prima classe o
gli eroi già in azione. Inoltre, Leslie sarebbe anche un’ottima
Madelyne Pryor…
Kiernan Shipka
Esplosa come giovanissima
attrice in Mad Men, Kiernan Shipka ha poi ottenuto il ruolo da
protagonista in Le terrificanti avventure
di Sabrina di Netflix. Anche se la serie è stata chiusa
prima del tempo, Shipka poi ha impressionato con
Wildflower e White House
Plumbers.
I prossimi due anni sembrano
destinati a essere cruciali per la sua carriera, visto che la
vedremo protagonista in film importanti come Red One e Twisters, e se
dovessero andare per il verso giusto, un importante ruolo da
supereroe sicuramente sarebbe adatto. Il 24enne sarebbe una scelta
fantastica per dare vita a Marvel Girl sullo schermo e ha il giusto
livello di sicurezza e presenza scenica per rendere giustizia a
questo mutante. Il ruolo di Shipka nei panni di Sabrina ne è la
prova.
Sadie Sink
La 21enne Sadie Sink è nota soprattutto per aver
interpretato Max di Stranger Things, un
ruolo che l’ha vista ottenere il plauso della critica e affermarsi
come un’attrice di grande respiro. È qualcosa che abbiamo visto
anche in The Whalee nel
nel video musicale “All Too Well: The Short Film” scritto e diretto
da Taylor Swift.
Sì, ha i capelli rossi, ma non è
l’unico motivo per cui Sink è nella lista. Tuttavia, sembra
innegabile che sia adeguata per la parte di Marvel Girl e dovrebbe
essere perfetta per il ruolo quando i Marvel Studios inizieranno il
casting e avrà ancora più esperienza come attrice al suo
attivo.
Leslie Grace
Le è mancato il ruolo di
un supereroe dai capelli rossi, ma la sconcertante decisione del
CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, di
eliminare la quasi completata Batgirl non
ha nulla a che fare con l’inclusione di Leslie
Grace qui.
In the Heights ha
segnato il suo ruolo da protagonista e dobbiamo ancora vedere cosa
può fare oltre a questo. Jean Grey sarebbe un ruolo entusiasmante
per la 29enne e crediamo che consentirebbe all’attrice di brillare
come uno dei membri più potenti degli X-Men. Ci sarebbe
inevitabilmente qualche prevedibile contraccolpo a questo casting;
è un peccato, ma siamo sicuri che Grace sia riuscita a mettere a
tacere gli haters come ha fatto quando è stata scelta per essere
Barbara Gordon.
Lily James
A 34 anni, Lily James è l’attrice più anziana elencata
qui ma, se presumiamo ancora una volta che l’MCU introdurrà gli
X-Men come eroi affermati, non vediamo perché questo sia
importante. Janssen, ricordiamo, aveva circa 35 anni quando fu
scelta per il cast di X-Men di Bryan
Singer.
Facendosi un nome
in Downton Abbey e Cenerentola, James da
allora ha sbalordito in film come Baby Driver,
Yesterday e The Warrior. Ha
anche offerto una performance trasformativa nel ruolo di
Pamela Anderson in Pam &
Tommy.
Crediamo che l’attrice britannica
sarebbe una fenomenale Jean Grey. James ha una grande presenza
scenica e senza dubbio fornirebbe la versione molto interessante di
questo personaggio che i fan stanno aspettando di vedere sullo
schermo.
Il teaser di Deadpool &
Wolverine, che ha debuttato durante il Super
Bowl di febbraio, ci ha permesso di dare un’occhiata a lungo
attesa ad alcune immagini del debutto del Merc With a
Mouth (Ryan Reynolds)
nel MCU, ma ha chiaramente
celato molte cose, tra cui il primo vero sguardo a
Wolverine (Hugh Jackman)
in azione.
Il trailer completo ci darà
sicuramente un’idea più precisa di cosa aspettarci dal threequel,
mettendo in luce almeno un altro paio di grandi rivelazioni, e
forse ora sappiamo quando uscirà il prossimo film.
Anche se non abbiamo una data
esatta, Trailer Track ritiene che il secondo trailer di
Deadpool &
Wolverine arriverà all’inizio di maggio, in tempo
per essere proiettato davanti a Il regno del pianeta delle scimmie, che
arriverà nelle sale lo stesso mese.
Le indiscrezioni sulla trama del
film continuano a dilagare, e ne abbiamo una nuova di
Daniel Richtman (ritenuto fonte attendibile) che
potrebbe fare un po’ più di luce su questo “nuovo concetto di
Multiverso” di cui abbiamo sentito parlare.
Come potrebbe essere il nuovo
concetto del multiverso dopo Deadpool &
Wolverine?
Secondo lo scooper, Deadpool &
Wolverine introdurrà qualcosa noto come “The Anchor”.
La sua spiegazione non è delle più chiare, ma per quanto ne
sappiamo, questo significa che quando una Variante Multiversale
viene uccisa (presumibilmente nell’area simile a
Battleworld del teaser e delle foto del set), il suo mondo
inizia a decadere fino a scomparire dall’esistenza.
Sembra un concetto simile a quello
della “potatura” della serie Disney+ di Loki
e, se accurato, potrebbe avvalorare le voci secondo cui questo film
servirà come una sorta di reboot per il Marvel Cinematic
Universe o, per lo meno, farà alcune importanti correzioni
di rotta per gettare le basi per Avengers:
Secret Wars.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
È da un po’ che si vocifera che
Joker:
Folie à Deux sarà un musical e, con un trailer
atteso a breve, Variety ha appena condiviso
ulteriori dettagli su ciò che i fan della DC possono aspettarsi dal
sequel.
Secondo il noto sito, il film è
“principalmente un musical jukebox” che include almeno 15
nuove versioni di canzoni “molto note“.
Tra queste c’è “That’s
Entertainment” di Judy Garland da
Spettacolo di varietà (1953),
anche se è probabile che vengano aggiunte un paio di canzoni
originali. Non è chiaro chi le scriverà o le eseguirà, ma visto
cheLady Gaga
interpreta
Harley Quinn,
diremmo che è una scommessa sicura!
Il rapporto aggiunge che
Hildur Guðnadóttir, la compositrice del Joker
che ha vinto l’Oscar, ha “infuso i suoi spunti musicali
distintivi e ossessionanti” in ciascuno dei numeri musicali
attuali, quindi siamo sicuramente curiosi di sentire come si
differenzieranno.
Per chiarire, i musical jukebox
sono noti per la presenza di canzoni popolari al posto di brani
originali:
Mamma Mia! e Moulin Rouge! sono i due esempi di maggior
successo. Forse l’acquisizione dei diritti di queste canzoni spiega
perché il budget di Joker:
Folie à Deux si dice sia lievitato a 200 milioni
di dollari, una differenza enorme rispetto ai 60 milioni del suo
predecessore.
Abbiamo già sentito che il sequel
si svolgerà principalmente nel manicomio di Arkham, dove Arthur
Fleck (Joaquin
Phoenix) incontrerà uno spirito affine nella collega
Harleen Quinzel/Harley Quinn (Lady
Gaga). Si tratta di un allontanamento dai fumetti, ma
non ci sorprende più di tanto visto che anche il Joker del
2019 era una storia Elseworlds.
Tuttavia, con le foto del set che
mostrano sia Arthur che Harley a piede libero a
Gotham City, immaginiamo che arriverà un momento in cui saranno
liberi di scatenare il caos. Sarà interessante scoprire dove
Todd Phillips intende portare questo
franchise.
I genitori di Bruce Wayne
sono stati uccisi da un uomo vestito da clown, e la scena è stata
preparata per far sì che anche lui si trasformasse in un
“Batman” desideroso di vendicarsi di Fleck.
Crediamo che sia ancora un po’
troppo presto per questo, ma non dubitiamo che Joker: Folie à Deux ci riserverà
alcune sorprese. Essendo l’unico film DC in uscita nel 2024, le
aspettative sono alte e la Warner Bros. punta sicuramente su un
grande successo di critica e commerciale che contribuisca a
inaugurare la nuova era narrativa dei DC Studios
con il DCU e le future storie “Elseworlds” come
The
Batman – Parte 2.
Joker: Folie à Deux,
quello che sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del
cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie
di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Il sequel di Joker
sarà conosciuto come un progetto Elseworlds,
secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione
sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri
progetti Elseworlds includono The
Batman – Parte II e la serie ThePenguin.
L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4
ottobre 2024.