Ecco tutte le novità in arrivo e
tutti i film originali Netflix in uscita durante
il mese di Aprile 2019.
I FILM ORIGINALI NETFLIX
THE PERFECT DATE
12/04/2019
Il giovane studente Brooks Rattigan (Noah Centineo) nel
fingersi fidanzato di una donna per guadagnare soldi, scopre di
avere un vero e proprio talento come accompagnatore. Decide così di
lanciare di un’app con cui si offre come +1 a pagamento
per tutte le occasioni.
THE SILENCE
12/04/2019
Il mondo è sotto attacco: creature terrificanti danno la caccia
agli uomini, individuandoli tramite i suoni che emettono. La
giovane Ally (Kiernan Shipka), che ha perso l’udito da
bambina, e la sua famiglia cercano riparo e scoprono che in molti
sono pronti a sfruttare i sensi amplificati di Ally.
Il successo ottenuto da Captain
Marvel e il ruolo centrale del personaggio all’interno
del MCU hanno proiettato lo scenario
migliore per un eventuale sequel, per il quale lo stesso Kevin
Feige ha promesso “cose
straordinarie“.
E noi invece, quali soluzioni
vorremmo vedere nel secondo capitolo delle avventure di Carol
Danvers?
1Nuove sfide per Carol
Danvers
Si,
Carol Danvers è l’eroina più potente del MCU, è caparbia,
determinata, ma vorremmo vederla alle prese con una sfida degna
delle sue capacità. Il confronto con Yon-Rogg
sembra inevitabile, e nel film è apparso leggermente sottotono,
dunque nel sequel dovrebbe trovarsi di fronte ad una minaccia di
proporzioni cosmiche.
Forse la Suprema Intelligenza, o una legione
di accusatori?
Netflix ha diffuso il trailer di
Lo
Spietato, il nuovo film originale Netflix italiano con
protagonista Riccardo Scamarcio.
Lo
Spietato, dopo un’uscita evento in cinema selezionati
l’8-9-10 Aprile, sarà disponibile su
Netflix dal 19 Aprile.
Lo Spietato è un
viaggio lungo un quarto di secolo nell’universo della mala italiana
raccontato attraverso la storia di Santo Russo, un gangster dalla
mentalità yuppie, che si muove nella realtà caleidoscopica e
vertiginosa della Milano da bere negli anni d’oro della moda, dei
soldi facili, dell’arte d’avanguardia e della disco music.
Diretto da Renato De Maria, e scritto dallo
stesso De Maria insieme a Valentina Strada e
Federico Gnesini, il film è liberamente ispirato a
“Manager Calibro 9” di Pietro Colaprico e
Luca Fazzo.
Riccardo Scamarcio è il volto di Santo Russo,
affiancato da Sara Serraiocco, Alessio Praticò, Alessandro
Tedeschi e Marie-Ange Casta.
Lo Spietato trama
Siamo nel periodo del boom, in una
metropoli – Milano – destinata a una crescita economica e criminale
vertiginosa. Santo Russo, calabrese cresciuto nell’hinterland, dopo
i primi furti in periferia e il carcere minorile, decide di seguire
le sue aspirazioni e di intraprendere definitivamente la vita del
criminale. Nel giro di pochi anni diventa la mente e il braccio
armato di una potente e temuta gang, lanciandosi in affari sempre
più sporchi e redditizi: rapine, sequestri, traffici di droga,
riciclaggio di denaro sporco, e non ultimi i miracoli, esecuzioni a
sangue freddo.
Nella sua corsa sfrenata verso la
ricchezza e la soddisfazione sociale, Santo Russo è diviso tra due
donne: la moglie, remissiva e devota, e l’amante, una donna
bellissima, elegante e irraggiungibile. Due scelte di vita agli
antipodi e due opposte facce di sé. Il percorso criminale di Santo
è fatto di scelte inevitabili e traiettorie dolorose: chi vive o
chi muore, l’amore passionale o la famiglia, il sogno borghese o
una vita da Spietato.
A meno di un mese dal debutto
dell’ottava stagione di
Games Of Thrones, l’ultima in senso assoluto
dello show principale (poi verranno spin-off e prequel), Emilia
Clarke ha discusso con Variety della sua carriera
oltre i confini dell’esperienza televisiva attraverso successi e
qualche fallimento, paragonando il suo percorso professionale a
quello dell’amico e collega Kit
Harington.
“In termini lavorativi, Kit ed
io siamo uguali e controparti, Abbiamo praticamente la stessa età,
i nostri personaggi hanno intrapreso viaggi paralleli e noi, come
attori, abbiamo intrapreso gli stessi viaggi. Abbiamo entrambi
commesso degli errori recitando in stupidi film d’azione di cui
siamo pentiti, ma anche lavorato a cose favolose di cui siamo
orgogliosi, tornando sempre a Game of Thrones. Kit è la persona
alla quale chiedo ogni volta ‘Come stai gestendo questa cosa? Stai
bene?’, perché siamo in perfetta sincronia, anche se filmiamo da
parti opposte del mondo.“
Non è difficile ipotizzare a quali
“stupidi film action” si riferisca l’attrice: nel 2015, nel pieno
entusiasmo per la serie targata HBO, la Clarke è stata scelta per
interpretare la protagonista femminile Sarah Connor nel disastroso
Terminator Genesys, progetto che lei stessa definì
“infernale“, al fianco del regista Alan
Taylor descritto come “irriconoscibile” rispetto
all’atmosfera di armonia in cui lo aveva conosciuto lei lavorando
al Trono di Spade. “Quel film fu masticato e sputato dalla
produzione”, raccontò all’epoca.
Fortunatamente la carriera
dell’attrice sembra essersi brillantemente ripresa, prima grazie al
delizioso Io prima di di
te, poi con Solo: A Star Wars
Story; attualmente è impegnata con le riprese della
nuova commedia natalizia firmata da Paul Feig al
fianco di Emma Thompson e Henry
Golding. I dettagli della trama sono scarsi al momento ma
si sa che il film sarà ambientato a Londra durante una vacanza
romantica tra i due protagonisti.
La promozione di un cinecomic passa
anche attraverso il suo merchandise ufficiale
(tra le più importanti fonti di guadagno per le aziende), e quello
relativo ad Avengers:
Endgame continua a regalare sorprese e qualche gustosa
anticipazione sul film. O almeno è ciò che ogni fan desidera, il
più delle volte non proprio corrispondente alla realtà.
E se è vero, come hanno spiegato i
registi Anthony e Joe Russo, che giocattoli,
action figure e immagini varie sono da prendere con la dovuta
cautela, è anche possibile che alcune di queste svelino una piccola
parte dello spettacolo che vedremo in sala il 24 aprile.
Prendiamo ad esempio le foto qui
sotto, dove vengono presentate due “coppie” di supereroi: da una
parte Captain
Marvel e Captain America, futuro e
presente del MCU ed entrambi leader nati
all’interno della squadra, di fianco invece Thor e
Rocket Raccoon, che avevano già collaborato a
stretto contatto in Infinity
War lungo la ricerca della Stormbreaker e
durante la battaglia del Wakanda contro l’esercito di Thanos.
È facile ipotizzare che i due
accoppiamenti di supereroi nel merchandise
rispecchino quanto accadrà nel film, e ci piace pensare che sia
molto più che una scatola “comune” oltre l’evidenza. Se po
scendiamo nel dettaglio, noterete che il Dio del Tuono e il
procione indossano un’uniforme diversa (forse quella per i viaggi
nello spazio) mentre Carol e Steve figurano nei loro costumi
abituali.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il “processo” a Bohemian
Rhapsody continua e non c’è Oscar o risultato al
box office che possano arginare l’ondata di critiche rivolte al
biopic su Freddie Mercury e i Queen uscito nelle sale lo scorso
novembre e vincitore di ben quattro Academy
Awards.
Tra questi c’è stato il
riconoscimento al lavoro del montatore John
Ottman, bersaglio di una video-analisi pubblicata su
YouTube dal canale Thomas
Flight che studia tutto ciò che c’è di sbagliato, almeno
tecnicamente e ritmicamente, sull’editing di una scena in
particolare (quella del confronto tra la band e il futuro manager
John Reid.
Ottman aveva già collaborato con
Bryan Singer in Public Access,
I soliti sospetti, L’allievo,
X-Men 2, Superman Returns,
Operazione Valchiria, Il cacciatore di
giganti, X-Men: Giorni di Un futuro
passato e X-Men: Apocalisse, oltre a
vantare una rinomata carriera a Hollywood e il rispetto dei
colleghi, dunque un errore del genere è sembrato a molti
ingiustificabile e non meritevole dell’Oscar.
La replica del montatore è arrivata
in un’intervista con il Washington Post insieme alle sue
scuse: “Quella era una delle scene girate da Dexter Fletcher
dopo il licenziamento di Bryan Singer. Fletcher ha lavorato
principalmente ai passaggi dedicati alle relazioni di Freddie
insieme a quelli sulla creazione dei brani We Will Rock You e
Another One Bites the Dust. Ma anche la storyline è stata rivista a
tal punto che i dialoghi dell’incontro fra la band e John Reid non
avevano più alcun senso […]Ogni volta che la vedo vorrei
mettermi una busta in testa perché non rispecchia la mia estetica
di montaggio. E se mai dovessimo realizzare una versione estesa del
film dove avrò la possibilità di inserire un paio di scene la
rimonterei”.
Qui sotto il video che abbiamo
menzionato prima e che illustra i vari passaggi sbagliati nel
montaggio della sequenza.
Il primo trailer ufficiale di
Toy
Story 4 diffuso due giorni fa dalla Disney Pixar ci ha
mostrato solo un piccolo assaggio della storia e della magia
racchiusa nel terzo capitolo della serie che “profuma” di addio ai
personaggi.
Tuttavia l’occhio vigile dei fan
sembra aver scovato un dettaglio impercettibile che collegherebbe
il film ad un altro indimenticabile titolo della galleria di
capolavori Pixar…ma di quale parliamo?
Se ci fate caso, nella scena in cui
Bonnie sta lavorando alla costruzione del suo nuovo giocattolo,
Forky, in alto a destra dell’inquadratura ci sono due figure
sfocate e una di queste sembrerebbe corrispondere a Boo, la bambina
protagonista di Monsters & Co.!
Easter egg o semplice omaggio? Che
fine aveva fatto Boo dopo gli eventi del sequel? Forse questa è la
risposta che stavamo cercando.
Secondo diverse teorie, il
personaggio è già apparso nel corso del franchise di Toy
Story, in particolare nel terzo film dove avrebbe
frequentato la Sunnyside Daycare insieme alla piccola Bonnie.
Sappiamo inoltre che la Pixar ama distribuire piccoli riferimenti
per legare insieme i progetti, passati o presenti, e Toy Story ha
già avuto altre connessioni con Monster’s Inc.
(come la bambola di Jessie mostrata a Sully), quindi non ci
stupisce che anche nel quarto capitolo ci sia qualche uovo di
pasqua disseminato qua e là…
Boo from Monsters, Inc makes a cameo in Toy
Story 4 – Look to the right of Bonnie in the background! pic.twitter.com/a2ht5gnFEY
Vi ricordiamo che Toy Story
4 arriverà nelle sale italiane il 27 giugno, con il
ritorno di Bo Peep, l’amica di Woody, Buzz e della
banda di giocattoli. Diretto da Josh Cooley,
prodotto da Jonas
Rivera e Mark
Nielsen, Toy Story 4 vedrà
Woody e Buzz alle prese con un viaggio in compagnia di vecchi e
nuovi amici.
La sinossi ufficiale:
Woody ha sempre saputo quale
fosse il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata
prendersi cura del suo bambino, che si trattasse di Andy o di
Bonnie. Quando Forky, il nuovo progetto scolastico di Bonnie
trasformato in un giocattolo, si autodefinisce “spazzatura” e non
giocattolo, Woody decide di mostrargli gli aspetti positivi di
questa nuova vita.
Ma quando Bonnie porta con sé
tutta la banda di giocattoli in un viaggio con la sua famiglia,
Woody fa un’inaspettata deviazione, che lo porta a ritrovare la sua
amica scomparsa da tempo, Bo Peep. Dopo aver trascorso anni per
conto proprio, lo spirito avventuroso di Bo e la vita “on the road”
hanno rovinato la sua porcellana. Woody e Bo scopriranno che le
loro rispettive vite come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma
presto si renderanno conto che questo è l’ultimo dei loro
problemi.
Dopo mesi di silenzio e altri di
speculazioni, sembra che sia tutto pronto per l’inizio delle
riprese di The Batman fissato, come riportato dal
sito di Production Weekly, a Dicembre 2019. Il
progetto affidato al regista Matt Reeves riavvierà
le sorti del crociato di Gotham al cinema dopo l’addio al costume
di Ben Affleck ufficializzato nelle scorse
settimane, esternamente al DC
Extended Universe sulla falsa riga degli spin-off Birds of
Prey (ora in lavorazione) e Joker con
Joaquin Phoenix.
Le ultime indiscrezioni parlano di
un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel
corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro
cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios, confermando così
l’ipotesi del casting di un protagonista molto più giovane di
Affleck che possa calarsi nei panni del supereroe.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Vi ricordiamo che per The
Batman è stata già fissata l’uscita in sala il 25
giugno 2021. Durante la promozione della
serie The Passage, di cui è produttore
esecutivo, Revees ha confermato che la pre-produzione del suo film
sul Cavaliere Oscuro è in atto e che sta
lavorando a una nuova riscrittura del copione.
Per quanto riguarda l’approccio alla
storia e al personaggio, Matt Revees ha
dichiarato: “Sarà un racconto di Batman a toni noir, dal
suo punto di vista… Si tratterà di Batman nella sua versione
detective, più di quanto non abbiamo visto le ultime volte. I
fumetti hanno una grande storia per quello che riguarda questo
aspetto. Dovrebbe essere il più grande detective del mondo, e
questo non è stato ancora parte dei film che abbiamo
visto.”
Batman: i
migliori momenti di Ben Affleck nel DCEU
Mancano esattamente trentacinque
giorni all’uscita nelle sale di Avengers:
Endgame, il film che chiuderà la Infinity
Saga (questo il nome attribuito dai Marvel Studios alle prime tre Fasi
dell’universo condiviso) e metterà il punto su un racconto durato
dieci anni. Nel frattempo, dopo la rivelazione del terzo trailer, sul
sito ufficiale della Marvel è comparsa la sinossi ufficiale del
quarto capitolo sui Vendicatori che ricompone a grandi linee tutto
ciò che sappiamo ma con un senso di “fine” ancora più
pronunciato.
Di seguito vi riportiamo la traduzione:
“Il grave ciclo di eventi messo
in atto da Thanos che ha spazzato via metà dell’universo e
fratturato i ranghi dei Vendicatori costringe i rimanenti Avengers
a prendere una posizione finale nella grande conclusione dei Marvel
Studios di ventidue film, “Avengers: Endgame.“
Come saprete in Endgame ritroveremo
i sopravvissuti alla Decimazione avvenuta sul finale di Infinity
War, tra cui i sei Vendicatori originali (Iron Man, Captain
America, Vedova Nera, Hulk, Thor e Occhio di Falco), Ant-Man,
Rocket Raccoo, Nebula e, ovviamente, Captain
Marvel (ora al cinema protagonista dello standalone
con Brie
Larson), mentre cercano un modo per rimediare alla
catastrofe e tornare indietro nel tempo per fermare il Titano
Pazzo.
A cambiare, rispetto al precedente
film, sarà proprio il punto di vista sugli eventi e la centralità
degli eroi rispetto al loro antagonista, e a confermarlo è stato
uno degli sceneggiatori, Stephen McFeely in un’intervista con
Empire:
“Avengers: Infinity War
presentava 23 personaggi sul poster e nello script, e questa
abbondanza ha dettato un certo tipo di ritmo. Qui, come vedete, ci
sono solo nove eroi sul poster…forse dovremmo aspettarci un diverso
tipo di narrazione.“
Avengers:
Endgame, 5 cose che non avete notato nel nuovo trailer
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Primo capitolo della Fase 4 del
MCU, Spider-Man: Far
From Home riprenderà le sorti di Peter Parker dopo gli
eventi di Avengers:
Endgame e seguirà il nostro eroe, insieme ai suoi
compagni di scuola, lungo un avventuroso viaggio in Europa. Proprio
nel vecchio continente farà la conoscenza dei suoi nuovi
antagonisti, due dei quali sembrerebbero essere stati confermati
dal nuovo set LEGO dedicato al film che vedete qui sotto.
Se il merchandise ufficiale non
mente, è chiaro che Spidey dovrà vedersela con Molten
Man e Hydro-Man: il primo è l’alter ego
di Mark Allan Raxton, personaggio creato da Stan Lee e Steve
Ditko e conosciuto come l’uomo di metallo fuso; il secondo, aka
Morris Bench, acquista nei fumetti i suoi superpoteri grazie
all’Uomo Ragno che lo getta accidentalmente nell’oceano dove stava
lavorando ad un generatore sperimentale.
L’aspetto è sicuramente diverso da
quello originale, ed è probabile che i Marvel Studios abbiano
scelto di ispirarsi a quei villain offrendo la loro versione degli
Elementali per il grande
schermo. Da quanto mostrato nel trailer, Hydro-Man dovrebbe fare la
sua comparsa tra i canali di Venezia, mentre Peter, MJ e gli altri
ragazzi si trovano in gita. È anche possibile che la manifestazione
dei due mostri sia il frutto delle illusioni create da
Mysterio, avversario annunciato del sequel che
esordì sulle pagine Marvel nel 1964 nei panni di un mago degli
effetti speciali fallito che lavorava nell’industria
cinematografica.
L’altro set LEGO si concentra invece
su quella che potrebbe essere la battaglia finale del film, dove
vediamo il protagonista a bordo di un jet della Stark Industries
insieme a Mysterio, Nick
Fury e Happy Hogan alla guida. Dunque il
personaggio interpretato da Jake
Gyllenhaal passerà dalla parte dei “buoni” o si tratta
soltanto di una trappola per ingannare i fan sulla vera direzione
della storia?
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Entertainment Weekly ha diffuso una
nuova immagine di Tom Hanks nei panni di Mister
Rogers in A Beautiful Day in the Neighborhood per
celebrare il compleanno del defunto Fred Rogers.
L’anno scorso, l’acclamato
documentario Will not You Be My Neighbor? ha esplorato il duraturo
impatto culturale dell’amato programma televisivo Mister Rogers
‘Neighborhood, e ora la figura iconica sta per diventare
protagonista di un tradizionale trattamento biografico di
Hollywood. L’atteso titolo A Beautiful Day in the Neighborhood è
diretto da Marielle Heller (Copia
Originale) e uscirà a novembre prossimo, in tempo per i
prossimi Oscar, con Hank in pole position per una candidatura.
A Beautiful Day in the Neighborhood
ruota intorno alla dinamica tra Rogers e il cinico giornalista
Lloyd Vogel (Matthew Rhys), che ha il compito di
scrivere un profilo di Rogers per una rivista. Le loro interazioni
hanno aiutato a cambiare la prospettiva di Vogel sulla vita.
In onore di quello che sarebbe stato
il novantunesimo compleanno di Rogers, Sony ha rilasciato una nuova
immagine di Hanks dal set del film in uscita. L’immagine sembra
essere presa dall’apertura dello show del protagonista, dove Rogers
passa dalle scarpe da sera alle scarpe da ginnastica.
Vedremo presto, anzi, sentiremo
presto Tom Hanks al cinema in Toy Story
4, dove torna a dare la voce al cowboy sceriffo Woody,
mentre per quanto riguarda la versione italiana, a seguito della
prematura morte di Fabrizio Frizzi, il personaggio
verrà doppiato dal doppiatore consueto di Hanks.
I registi Joe e Anthony
Russo hanno ammesso di aver manipolare alcune immagini nei
trailer già diffusi di Avengers: Endgame, per
depistare i fan dalla trama ufficiale del film. I cineasti hanno
collaborato con gli sceneggiatori Christopher Markus e
Stephen McFeely per la quarta volta nel MCU per realizzare il 22° film che
chiuderà il primo arco narrativo, l’Infinity Saga, dei
Marvel Studios.
I dettagli ufficiali sul film sono
ancora scarsi per quanto riguarda le specifiche della storia del
film, per il quale si sta usando ogni tipo di precauzione per
prevenire che la trama del film trapeli prima dell’uscita.
Finora, i Marvel
Studios hanno rilasciato tre anteprime per
Avengers: Endgame, due trailer completi e
uno spot trasmesso
durante il Super Bowl. Ma nonostante si sia vista una buona
quantità di filmati, è ancora estremamente difficile valutare cosa
succederà esattamente nel film. E non aiuta il modo in cui le cose
si sono concluse in Avengers: Infinity War. Alla
luce delle nuove dichiarazioni dei registi, però, sarà molto più
difficile decifrare cosa accadrà nell’imminente scontro dei
Vendicatori contro Thanos (Josh Brolin).
Nell’ultimo numero di Empire
Magazine (tramite ComingSoon.net), i
Russo hanno abbondantemente commentato la campagna promozionale del
film e la sua pianificazione. Durante la conversazione, Joe rivela
che usano “tutto il materiale che abbiamo a nostra disposizione
per creare un trailer. Consideriamo il trailer un’esperienza molto
diversa rispetto al film, e penso che il pubblico sia così
perspicace adesso che devi essere molto intelligente su come
costruisci un trailer perché un pubblico può guardare un trailer e
sostanzialmente dirti cosa succederà in il film.” Aggiunge poi
che con la quantità di materiale realizzato in fase di produzione,
alcune riprese sono esclusivamente utilizzate per i trailer:
“Consumiamo troppi contenuti.
Quindi a nostra disposizione ci sono molte riprese diverse che non
sono nel film che possiamo manipolare attraverso CGI per raccontare
una storia che vogliamo raccontare specificatamente per il trailer
e non per il film”.
Questo non è sorprendente se si
considera che i Russi hanno una lunga storia in fatto di rimozione
e aggiunta di elementi nei film rispetto ai trailer. In
Captain America: Civil War, il Team Iron Man non
svelava la presenza di Spider-Man, nello spot del Super Bowl. Allo
stesso modo, in Infinity War l’iconica scena degli
eroi che caricano in battaglia vede schierato Hulk, che nel film si
rifiuta di uscire.
Inoltre, dato che hanno anche
pensato di non fare alcun marketing tradizionale per il film,
significa solo che faranno di tutto per preservare la segretezza
del film. Alla luce di queste informazioni, tutte le congetture che sono
conseguite dall’ultimo trailer sembrano perdere consistenza, in
quanto le immagini viste sono sì fedeli al film, ma potrebbero
comunque trarci in inganno!
All’inizio della sua produzione,
Rogue One: A Star
Wars Story nascondeva la connessione del film con la
famigerata Morte Nera e aveva anche un lieto fine che includeva un
matrimonio, secondo il suo sceneggiatore.
Così come Solo: A Star Wars
Story, anche Rogue One ha attraversato
una produzione turbolenta, con ripetute riscritture durante le fasi
iniziali e anche durante le riprese, con Tony
Gilroy che si è occupato dei reshooting al posto di
Gareth Edwards. A differenza di Solo, tuttavia,
Rogue One ha sfidato il suo difficile processo di
creazione diventando un successo critico e commerciale,
raccogliendo oltre $ 1 miliardo al botteghino.
Una caratteristica distintiva di
Rogue One era la capacità del film di raccontare
con uno stile molto diverso della storia di Star Wars, ma che
faceva sentire forte la sua connessione con il franchising.
Il punto cruciale della
sceneggiatura di Rogue One ruotava intorno ai
tentativi dell’Alleanza Ribelle di rubare i piani per la Morte Nera
dell’Impero – qualcosa a cui si fa riferimento nel film originale
del 1977. Un altro fattore chiave nella reazione positiva dei fan
di Rogue One è stato il finale inaspettatamente tragico del film,
in cui ogni personaggio principale muore per la causa ribelle.
Lo sceneggiatore di Rogue
One, Chris Weitz, ha ora rivelato come
questi elementi principali fossero assenti da certe versioni
precedenti della sceneggiatura. Parlando al podcast della Cult
Popture (tramite The Playlist), Weitz ha detto:
“La versione precedente alla
[mia] non precedeva la morte di tutti, infatti si è concludeva con
un matrimonio, penso che fosse stata scritta sul preconcetto che la
Disney non avrebbe permesso ai personaggi principali di morire. Ma
era necessario (che morissero) perché nessuno mai li menziona o li
vede di nuovo, ma anche perché abbiamo affrontato il tema del
sacrificio per una causa più grande, per cui era
appropriato.”
Per quanto riguarda invece la
connessione con la Morte Nera, Weitz afferma che la sua versione
della sceneggiatura lasciava nel mistero il progetto a cui stava
lavorando l’Impero, senza far riferimento diretto alla tremenda
macchina da guerra:
“All’inizio del film non era
chiaro che la Morte Nera sarebbe stata la Morte Nera. Era solo il
senso [della] Ribellione che qualcosa di brutto stava accadendo e
c’era la necessità di scoprirlo. E il film prevedeva questo
costante senso di terrore crescente.”
Per fortuna entrambe le scelte
narrative sono state trasformate in ciò che abbiamo visto al
cinema, ovvero il miglior prodotto del franchise dall’epoca de
Il Ritorno dello Jedi.
Il Deadpool
di
Ryan Reynolds sarà l’unico personaggio della serie
degli X-Men di Fox a non essere riavviato
da Disney dopo la finalizzazione dell’accordo di fusione tra le due
aziende.
La 20th Century
Fox ha inaugurato per la prima volta la serie di film
sugli X-Men nel 2000. Nei due decenni successivi lo studio ha
completato la trilogia originale, ha dato il via a una trilogia
spinoff su Wolverine interpretata da Hugh Jackman
e ha riavviato la serie con un gruppo di giovani attori. Inoltre,
nel 2016, Fox ha distribuito il primo film su Deadpool,
che è stato ben accolto da fan e critici, diventando uno dei film
di maggior successo finanziario di sempre per il franchise.
Tuttavia, quando è stato riferito
per la prima volta che la Disney stava cercando di acquistare le
attività cinematografiche e televisive della Fox, che include i
personaggi della Marvel Comics, il futuro sullo schermo
degli X-Men e di Deadpool è
stato messi in discussione. Ora che l’accordo tra
Disney e Fox è chiuso, i fan dei Mutanti
Marvel sono in trepida attesa di conoscere l’esito che
questa operazione avrà sui film dedicati ai personaggi.
Ci sono ancora due film di Fox
degli X-Men da distribuire; Disney gestirà il marketing e la
distribuzione di Dark Phoenix, mentre il futuro di
New Mutants è meno chiaro. Tuttavia, a prescindere
da quale sia il risultato per entrambi i film, sembra che solo Wade
Wilson di Reynolds si trasferirà a Disney.
Sulla scia dell’affare Disney e Fox
ufficialmente entrato in vigore il 20 marzo, THR ha riportato un
aggiornamento sui personaggi X-Men di Fox, ora che appartengono a
Disney e ai Marvel Studios. Secondo il rapporto,
Deadpool di Reynolds è l’unico personaggio degli
X-Men che dovrebbe passare alla Disney così com’è,
mentre tutti gli altri X-Men su grande schermo saranno
probabilmente raccontati di nuovo da zero, con nuovi volti, a
partire dal 2021.
La mossa è molto intelligente da
parte di Disney, perché se da un lato lo studio dovrà gestire un
prodotto “vietato” e insolito per i suoi standard, dall’altra
quello di Deadpool è un personaggio troppo amato e
ancora relativamente inesplorato per affidarlo a qualcuno che non
sia
Ryan Reynolds.
Nel giorno dell’ufficializzazione
dell’acquisizione, proprio l’attore canadese aveva salutato la
Disney, su Twitter, nel suo
modo irriverente, servendosi del suo alter ego Wade Wilson.
Dopo
l’intromissione di Deadpool nell’ultimo emozionante
trailer di Avengers: Endgame, anche
Spongebob prova a riadattare il racconto Marvel con il suo stile, e il
risultato è decisamente esilarante!
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Oscar Isaac ha
smentito le voci secondo cui sarebbe stato ingaggiato per recitare
in The Batman del regista Matt
Reeves, ma conferma che sarebbe una possibilità che gli
farebbe molto piacere.
Un nuovo film su Batman ambientato
nel fallimentare DCEU è stato nell’aria da quando Ben
Affleck ha firmato per il ruolo di Bruce Wayne in
Batman V Superman: Dawn of Justice. A quel tempo,
era previsto che Affleck scrivesse, dirigesse e recitasse nel film
sull’Uomo PIpistrello, ma i piani sono cambiati. Innanzitutto,
Affleck è uscito come sceneggiatore e regista, aprendo la strada a
Matt Reeves per dirigere The Batman.
Quindi, c’è stata una lunga fase in
cui il progetto è stato oggetto di ogni tipo di congettura, periodo
terminato nel momento in cui Ben Affleck stesso ha
annunciato il fatto che lasciava il ruolo. Contemporaneamente, a
gennaio, Warner Bros. ha stabilito una data di uscita per il film,
2021. Nell’ultimo anno, anche prima che Affleck si fosse
ufficialmente allontanato dal ruolo, ci sono stati report e
speculazioni su chi avrebbe interpretato la nuova incarnazione
dell’Uomo Pipistrello, da Armie Hammer a Robert
Pattinson, ma la scorsa estate, anche Oscar Isaac sembrava
legato a tale progetto.
Parlando con Metro del suo recente
film di Netflix, Triple
Frontier (in cui è co-protagonista di Ben
Affleck), a Isaac è stato chiesto di queste voci. Nello
specifico, nell’agosto 2018 è stato riferito che Isaac aveva
incontrato la Warner Bros. per un ruolo in The
Batman di Reeves. Isaac ha dichiarato: “No. L’ho letto
solo online come tutti gli altri. Sfortunatamente non ho avuto
conversazioni su Batman, ma sono sicuro che sarà grandioso.
Matt Reeves è un così grande regista. Se vuole,
può avere il mio numero.”
Al momento ci sono molte poche
notizie ufficiali su The Batman, mentre gli ultimi rumors,
risalenti alla scorsa settimana, riferiscono di un film ambientato negli anni
’90, mentre Reeves aveva già dichiarato che la storia si
concentrerà sull’aspetto noir del personaggio e sulla sue doti da
investigatore.
Masters of the
Universe, prodotto da Sony, potrebbe aver trovato il suo
He-Man in Noah Centineo, visto in To All
The Boys I am Loved Before. Lo studio è da diversi anni al
lavoro su questo progetto, e sembra che nell’ultimo anno la
produzione si sia mossa in una direzione concreta.
David Goyer era
stato scelto per scrivere e dirigere il film, ma alla fine ha
deciso di rinunciare alla regia poco più di un anno fa, così la
Sony lo ha
rimpiazzato con Aaron e Adam Nee nell’aprile
del 2018, quando la data di uscita del film era prevista per
dicembre 2019.
La Sony ha poi cancellato quella
data e ordinato una riscrittura della sceneggiatura a Matt Holloway
e Art Marcum, che vantano nel CV Iron Man e MIB: International. Con
la sceneggiatura approvata, i fan dei popolari giocattoli Mattel
degli anni ’80, degli spettacoli animati e del film live-action con
protagonista Dolph Lundgren sperano adesso in novità più
concrete.
Come riporta The
Wrap, Noah Centineo è in trattative per
recitare nei panni di He-Man in Masters of the
Universe. Centineo è ha trovato il successo in USA con To
All The Boys I’ve Ioved Before e presto adesso lo vedremo in
Charlie’s Angels.
Se l’accordo di Centineo si chiude,
He-Man sarà un ruolo importante per lui da affrontare. A soli 22
anni, è probabilmente più giovane di quanto ci si aspettasse per
l’uomo più potente dell’universo.
Il personaggio di He-Man ha
ispirato la serie televisiva, He-Man- I
dominatoridell’universo, She-Ra: La principessa
del potere, He-Man (Le nuove avventure) e un
primo live action nel 1987 con Dolph Ludgren e
Frank Langella.
Il film è prodotto da Tood
Black, Jason Blumenthal e Steve
Tisch per la Escape Artist. I produttori esecutivi sono
Julia Pistor e David Voss per la
Mattel e Matthew Milam per la
Sony.
A dirigere ci sono i Nee
Brothers, mentre la sceneggiatura è firmata da
David S. Goyer.
Un recente report suggerisce che la
produzione di Guardiani
della Galassia Vol. 3 inizierà nel febbraio del 2021.
Il film è stato messo in pausa dopo il licenziamento da parte di
Disney dello sceneggiatore e regista James
Gunn.
Inizialmente, la Disney non voleva
riassumere Gunn, ma con una mossa, non troppo a sorpresa, la casa
di Topolino è tornata sui suoi passi ed ha reintegrato Gunn, che
nel frattempo aveva ricevuto un nuovo prestigioso incarico presso
Warner Bros: scrivere e
dirigere il reboot di Suicide Squad.
Il film doveva originariamente
arrivare nei cinema in un momento non meglio precisato del 2020, ma
questo incidente di percorso ha cambiato le carte in tavola,
spostando l’inizio della produzione al 2021.
I protagonisti di questo
sotto-franchise erano per lo più sconosciuti al grande pubblico,
fino a quando Gunn li ha trasformati in un grande successo in tutto
il mondo a partire dal primo film del 2014, Guardiani della
Galassia. Non si sa molto sulla trama del film, ma Gunn ha
confermato che completerà la storia della sua versione della
squadra cosmica. Inoltre Guardiani della Galassia Vol.
3 preparerà anche la strada ad un decennio o due di futuri
film Marvel.
Le star Chris Pratt, Pom
Klementieff e Dave Bautista hanno
confermato che torneranno per riprendere i rispettivi ruoli.
Bautista, che di recente è tornato alla WWE, ha difeso Gunn da
quando è stato licenziato dal progetto, e ha persino minacciato di
lasciare il ruolo di Drax a un certo punto. Ma tutto il cast del
film, in maniera coesa, si è schierato dalla parte di Gunn, durante
i mesi in cui era stato licenziato.
Per quanto riguarda gli altri
membri del cast, non sappiamo con certezza chi tornerà, ma dato il
finale tragico di Avengers: Infinity War, che ha
visto sopravvivere soltanto Rocket, dovremmo aspettare la fine di
Avengers: Endgame per capire chi tornerà e chi
invece rimarrà morto.
Adattamento cinematografico del
romanzo di Rhidian Brook, La
Conseguenza è il nuovo film di James
Kent (Generazione perduta, 2014) che vede
ancora una volta Keira Knightley protagonista di
un dramma in costume, sono gli anni ’40 del post Seconda Guerra
Mondiale.
Il film racconta un classico
triangolo amoroso, in cui Rachel Morgan, moglie dell’ufficiale
inglese Lewis Morgan (Jason Clarke), si trova
sradicata dal suo Paese per seguire i doveri del marito con
l’esercito e si lascia sedurre dal Signor Lubert (Alexander
Skasgard), proprietario della villa confiscata poco fuori
Amburgo, dove i Morgan vanno a vivere. Devastata dalla perdita del
figlio durante i bombardamenti di Londra e trascurata dal marito
che sembra essere troppo preso dal lavoro per curarsi della moglie,
Rachel troverà conforto tra le braccia dell’affascinante Lubert,
anche lui alle prese con la sofferenza per la morte della moglie, e
con una figlia adolescente.
La trama sembra apparentemente
semplice e i meccanismi messi in gioco elementari, tuttavia il film
di Kent possiede un cuore più cupo, rivelandosi un racconto fatto
di rabbia e di coraggio, ma anche di perdono e di espiazione.
Il film è connotato storicamente e
geograficamente in maniera molto precisa: 1945, Amburgo distrutta,
il signor Lubert che sottostà agli ordini dell’esercito inglese e
ospita l’ufficiale e sua moglie potrebbe essere un simpatizzante
nazista, ma “ha perso la guerra” ed è quindi relegato a prigioniero
nella sua stessa casa. La tensione emotiva è forte sin dall’inizio
e le parti in gioco sono ben delineate.
Tuttavia lo sguardo di Kent decide
deliberatamente di non raccontarci la Storia e la città,
limitandosi alle stanze, ai saloni, con qualche piccola
significativa incursione nei boschi circostanti alla casa. Quello
del film è un microcosmo domestico, all’interno del quale esplode
la passione.
Tuttavia, nonostante l’innegabile
sex appeal di Skasgard e la comodità con cui la Knightley indossa
la donne d’altri tempi, i due non hanno una grande chimica né
l’esplosione della loro passione è costruita in maniera tale da
risultare credibile. Chi invece sorprende è Jason
Clarke, nei panni di Lewis Morgan, non tanto perché mostra
delle raffinate doti da interprete drammatico (è risaputo che
l’attore abbia grande talento e troppo spesso venga relegato a
ruoli di margine), ma perché il suo personaggio è quello che più
mette a nudo la sua ferita emotiva, sorprendendo lo spettatore,
così come lo sorprende il finale della storia.
La Conseguenza è
in superficie un racconto di passione, ma in profondità una storia
di anime ferite che tentano di ricucirsi, facendosi ancora più male
nel tentativo di rimettersi in sesto.
Dopo nove anni di assenza
(Dieci Inverni, il film d’esordio, è del 2009),
Valerio Mieli torna a raccontare l’amore al
cinema, lo fa con Ricordi?, in cui dirige Luca Marinelli e la bravissima Linda Caridi. La storia che segue il film è
però priva di coordinate, non conosciamo neppure i nomi dei
protagonisti, li osserviamo soltanto raccontarsi e raccontare la
loro storia d’amore, anche viverla, in un flusso narrativo che
diventa flusso di coscienza, a metà tra ciò che conservano nella
memoria e ciò che, nell’impossibilità del presente assoluto,
vivono.
Sì, perché
Ricordi? sostiene la tesi secondo cui ogni istante
è sospeso tra il passato, che finisce nella memoria e rischia di
essere dimenticato o alterato dal tempo e dagli stati d’animo, e il
futuro che è completamente indifferenti in quanto ignoto, se non
per la certezza della fine di tutte le cose. E così, in mezzo a
queste due dimensioni, rinnegando il presente, il film su muove tra
ricordi e flachback, in una forma “liquida”.
Tuttavia, Mieli sceglie di
raccontare queste memorie senza una successione precisa, mostrando
spesso lo stesso ricordo da due punti di vista differenti e che per
questo sembra incongruente, proprio perché anche se protagonisti di
medesime circostanze, ricordiamo tutti i maniera diversa. Lui,
cupo, ai limiti della depressione, che si crogiola nella tristezza,
e lei, di una purezza disarmante, sorridente e luminosa, si
incontrano e vivono ogni stadio dell’amore, dalla passione
dell’inizio, alla solidità della vita insieme, fino alla noia,
all’insoddisfazione e alla fine. La memoria (dello spettatore,
questa volta) va a Se mi lasci ti cancello, per la frammentazione
del racconto, che Mieli non solo tenta di sgrammaticare il nel suo
contenuto, ma anche nella sua forma.
La definizione più congeniale a
quello che realizza il regista di Ricordi? è
quella di un flusso di coscienza a due, in cui la storia viene
mostrata esattamente come nel racconto della rievocazione di un
ricordo, di una memoria condivisa ma vissuta comunque da due
individualità differenti. Gli interpreti si mettono completamente
al servizio di questo tentativo anarchico, e, nonostante Marinelli
sia di comprovata bravura, è la Caridi a risplendere e rendere
sempre plausibile il suo personaggio, dalla luminosa presenza di
inizio film, fino alla consapevole e “indurita” donna che ci
accompagna alla fine di questo amore.
I luoghi, i paesaggi, i pezzetti di
città che si vedono nel film sono anch’essi senza nome, anch’essi
resi universali dalla mancanza di una definizione geografica che
sostiene il tentativo di Mieli di raccontare l’universale
attraverso una sola esperienza. Perché ogni amore e ogni coppia si
sente unica, ma anche nella sua unicità racconta sempre due
prospettive, e lascia sempre due memorie, due versioni dello stesso
ricordo.
Anche Elizabeth
Debicki è entrata a far parte del cast del nuovo film di
Christopher Nolan che è ancora avvolto nel
mistero. L’attrice si unisce a David John
Washington e Robert Pattinson, che sono
stati ufficializzati nel cast nelle ultime ore.
Nolan ha recentemente terminato la
sceneggiatura del film e la Warner Bros. ha scelto prontamente la
data d’uscita, 18 luglio 2020, una finestra che lo studio spesso
riserva al regista, come abbiamo visto di recente con
Dunkirk.
Il film è diventato uno dei più
attesi, nonostante non si sappia assolutamente nulla della storia.
Si era detto che il film sarebbe stato un incrocio tra
Inception e Intrigo
Internazionale, ma sembra che le fonti ufficiali stiano
smentendo questa informazione. Una nuova voce ha invece
descritto il film come un enorme, innovativo, action blockbuster,
che sarà nuovamente mostrato in Imax.
Nolan si occuperà anche della
produzione insieme alla sua compagna Emma Thomas.
La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno.
Al momento, sono confermati nel cast
Robert
Pattinson, Elizabeth Debicki e
John David Washington.
Abbiamo visto quest’anno la Debicki
in Widows di Steve McQueen, dove
ha confermato la sua fama di attrice versatile e presenza luminosa
del grande schermo.
Ecco l’intervista a Jason
Clarke, Keira Knightley, Alexander Skarsgård e al regista
James Kent per La
Conseguenza, il nuovo film 20th Century Fox al cinema
dal 21 marzo.
Jason Clarke
(Mudbound) e Alexander
Skarsgård (Big Little Lies)
fanno parte del cast al fianco della Knightley, con with
Kate Phillips (Wolf
Hall) e Fionn O’Shea
(Roy). Ambientato nel
1946, The Aftermath racconta di una
donna di nome Rachael Morgan (Knightley) e del suo viaggio nella
Amburgo post Seconda Guerra Mondiale, alla fine dell’inverno, per
ricongiungersi con suo marito Lewis (Clarke), un colonnello
britannico che è stato incaricato di supervisionare la
ricostruzione della città durante le settimane dopo la fine della
guerra. Tuttavia, con grande sgomento di Rachel, la donna arriva a
scoprire che Lewis ha deciso di condividere la loro con il suo
proprietario originale, Stefan Lubert (Skarsgård), e sua figlia. Da
lì “l’inimicizia e il dolore lasciano il posto alla passione e
al tradimento”, come dice la sinossi del film.
La Conseguenza,
recensione del film
con Keira Knightley
“Sono trascorsi 25 anni
dall’uscita del mio primo film, Cronos, e non
riesco a ricordare un momento nel quale io non sia stato coinvolto
in qualche modo con qualche divisione della Fox. Penso al mio amico
James Cameron, che ha ottenuto i suoi successi
alla Fox, che è stata la prima persona a raccomandarmi. O alle mie
prime produzioni vere e proprie, come Il Libro della
Vita con Fox Animation e le quattro stagioni di
The Strain presso FX. Per non parlare de La Forma
dell’Acqua, con Fox Searchlight, tutto il processo è
stata una vera gioia cinematografica. Mi mancherà la 20th Century
Fox? No, perché a prescindere dal nome che avrà o la forma che
prenderà, lo spirito e le persone più importanti rimarranno
uguali”
Chris Meledandri, presidente della
20th Century Fox Animation dal 1999 al 2007
“Il mio primissimo lavoro nel
settore fu insieme al produttore Daniel Melnick, i cui uffici erano
nel lotto della 20th Century Fox nello Stars Building. Ogni giorno
guidavo attraverso quei cancelli e mi sentivo come se stessi
viaggiando indietro nel tempo fino al momento in cui Darryl Zanuck
era ancora a capo della compagnia, quando veniva girato Furore…Il
giorno in cui ho visto il mio nome dipinto su un parcheggio di
fronte al nostro edificio mi sono sentito come se avessi vinto alla
lotteria“
Roland Emmerich, regista
“Per noi registi questo
significa avere una major in meno che possa acquistare i nostri
film. Se le cose andranno avanti così, ci ritroveremo con solo un
paio di studi cinematografici, e questa cosa potrebbe avere un
forte impatto sulla carriera di un regista.“
Paul Feig, regista
“Non riesco a immaginare a un
mondo senza il logo della Fox e la sua fanfara all’inizio di un
film. Quella musica, quella grafica erano indimenticabili. Quando
ero un adolescente rimasero impresse nella mia mente subito dopo
aver visto Star
Wars la prima volta“
Simon Kinberg, regista
“La cosa che mi
sorprese di più è il fatto che ci lasciarono fare Deadpool. Nessuno aveva
mai realizzato un cinecomic vietato ai minori di quel tipo, nel
momento storico in cui le commedie vietate stavano scomparendo. Ci
hanno incoraggiati a fare qualcosa di innovativo, ed è proprio ciò
che ogni artista desidera sentirsi dire“.
Chris Columbus, regista
“Mamma ho perso
l’aereo è stato un grande punto di svolta per me. Era un
film che avevamo sviluppato con un altro studio, e ci servivano 19
milioni di dollari per realizzarlo. Fu allora che intervenì Joe
Roth, mi chiamò e disse ‘Faremo il film’ […] Sapevamo che avrebbe
funzionato bene con il pubblico, e speravamo che sarebbe stato un
bel passaparola, ma il suo successo è stata una sorpresa totale.
Siamo stati primi al botteghino per 13 o 14 settimane. Se la Fox
non fosse venuta in soccorso, forse non avrei avuto una
carriera “.
Ecco il primo trailer di C’era una volta
a… Hollywood, il nuovo film di Quentin
Tarantino, con Leonardo DiCaprio, Brad
Pitt e Margot Robbie.
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Taranino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Ecco il teaser trailer anche in
italiano:
Le prime immagini del
film suggeriscono che Tarantino e la sua troupe – tra cui la
costumista Arianne Phillips
(Kingsman) e la scenografa Barbara
Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano
davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.
La
storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che
viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick
Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva
western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi
stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono
più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon
Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota Fanning, Nicholas
Hammond,Emile Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret
Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Il film sarà anche
l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di
C’era una volta
a… Hollywood è fissata al 9
agosto 2019.
Dopo John David
Washington, primo nome a entrare nel cast del prossimo
progetto registico di Christopher Nolan, arriva da
Collider la notizia
che Robert Pattinson si unirà al cast del
film.
Nolan ha recentemente terminato la
sceneggiatura del film e la Warner Bros. ha scelto prontamente la
data d’uscita, 18 luglio 2020, una finestra che lo studio spesso
riserva al regista, come abbiamo visto di recente con
Dunkirk.
Il film è diventato uno dei più
attesi, nonostante non si sappia assolutamente nulla della storia.
Si era detto che il film sarebbe stato un incrocio tra
Inception e Intrigo
Internazionale, ma sembra che le fonti ufficiali stiano
smentendo questa informazione. Una nuova voce ha invece
descritto il film come un enorme, innovativo, action blockbuster,
che sarà nuovamente mostrato in Imax.
Nolan si occuperà anche della
produzione insieme alla sua compagna Emma Thomas.
La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno.
Al momento, sono confermati nel cast
Robert
Pattinson e John David
Washington.
Dopo una carriera cominciata nel
mondo degli Young Adult, con la saga di Twilight, Pattinson ha
decisamente cambiato marcia, dedicandosi ad un cinema più
impegnato, lavorando con David Cronenberg,
Werner Herzog, James Gray
e Anton Corbijn. Nolan si
aggiunge alla sua importante lista di autori contemporanei.
Arriva direttamente dalla Lionsgate
la prima clip ufficiale tratta da Hellboy, il film
diretto da Neil Marshall che riporterà sul
grande schermo l’eroe demoniaco della saga di fumetti cult creata
da Mike Mignola dieci anni dopo l’ultimo
adattamento.
David
Harbour (star della serie Stranger
Things) veste i panni del semi-demone che protegge la
Terra dalle creature soprannaturali che la minacciano, come la
Regina di Sangue, interpretata dalla bellissima Milla
Jovovich (Resident Evil, Zoolander
2). Completano il cast Ian McShane (John Wick 1, 2),
Sasha Lane (American Honey) e Daniel Dae Kim (The
Divergent Series: Allegiant).
Hellboy sarà
distribuito in Italia da M2 Pictures,
in anteprima mondiale, dall’11
aprile.
La sinossi:
Hellboy è tornato ed è più
indemoniato che mai nel reboot della saga tratta dai fumetti cult
di Mike Mignola. Il leggendario supereroe demoniaco, detective del
BPRD (Bureau for Paranormal Research and Defense) che protegge la
Terra dalle creature sovrannaturali che la minacciano, è chiamato
in Inghilterra per combattere tre giganti infuriati. Qui scoprirà
le sue origini e dovrà vedersela con Nimue, la Regina di Sangue,
un’antica strega resuscitata dal passato e assetata di vendetta
contro l’umanità. Hellboy dovrà cercare di fermare Nimue con ogni
mezzo, in un epico scontro per scongiurare la fine del
mondo.
Ecco il trailer e il poster italiani
del film Cafarnao – Caos e miracoli di
Nadine Labaki, nelle sale italiane dall’11 aprile
distribuito da Lucky Red.
Candidato agli Oscar® e ai Golden
Globe 2018 nella categoria miglior film straniero e vincitore del
Premio della Giuria a Cannes, il film è un’opera struggente ed
emozionante. Al centro della vicenda Zain, un bambino coraggioso di
Beirut che decide di ribellarsi alla vita difficile a cui sembra
essere destinato. Dopo il sorprendente esordio alla regia con
“Caramel” nel 2007, la cineasta libanese torna dietro la macchina
da presa per raccontare, ancora una volta, la complessa realtà
della Beirut contemporanea, stavolta attraverso lo sguardo
emozionante del piccolo Zain.
Cafarnao – Caos e
miracoli è frutto di mesi di ricerca sul campo della
regista, che nella realizzazione dell’opera ha coinvolto attori non
professionisti e con esistenze molto vicine a quelle raccontate nel
film. Il giovane protagonista è stato individuato nel 2016 nel suo
quartiere a Beirut dalla direttrice del casting che rimase subito
affascinata dalla complessità del suo carattere: una sintesi di
umorismo e straziante carisma, che fa di lui la “perla rara” che
Nadine Labaki stava cercando. In allegato il
poster italiano e il pressbook del film.
Zain ha dodici anni, ha una
famiglia numerosa e dal suo sguardo trapela il dramma vissuto da un
intero Paese. Siamo a Beirut, nei quartieri più disagiati della
città. Zaid non ha però perso la speranza ed è pronto a ribellarsi
al sistema, portando in tribunale i suoi stessi genitori…
Non abbiamo ancora la conferma
ufficiale, ma pare che Quentin Tarantino stia
facendo tutto il possibile per finire il montaggio del suo ultimo
film, C’era una volta a Hollywood, in tempo per la
72° edizione del
Festival di Cannes (che si svolgerà dal 14 al
25 maggio). A rivelarlo è l’Hollywood Reporter.
Se così fosse e la pellicola dovesse
essere pronta, l’evento segnerebbe il ritorno del regista sulla
croisette venticinque anni dopo la vittoria della palma d’oro con
Pulp Fiction del 1994.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
A giorni dovrebbe arrivare il primo trailer del film.
È stato spiegato dal regista che
Once Upon a Time in Hollywood non si focalizzerà
unicamente sugli omicidi ad opera della comune di Charles Manson,
ma più in generale sulla vita e la cultura americana alla fine
degli anni ’60. Sappiamo inoltre che Margot Robbie
interpreterà Sharon Tate, probabile vicina di casa
di Rick (DiCaprio).
La storia
si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson.
Il film segnerà anche
l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale
di Once
Upon a Time In Hollywood è fissata
al 9 agosto 2019.
Non sarà stato il protagonista
assoluto del film, eppure Tony Stark sembra essere
il personaggio che ha definito la campagna marketing di Avengers:
Endgame (d’altronde con la sua voce si aprono i due
trailer e l’eroe compare in diverse scene chiave).
E proprio grazie ai trailer mostrati
finora siamo in grado di ipotizzare delle possibili direzioni di
trama per Iron Man che vi riportiamo qui sotto:
1Nuovi alleati
Sappiamo già che Nebula e Tony trascorreranno
del tempo insieme, probabilmente all’inizio del film sull’astronave
che li riporterà (si spera) a Terra, e che i due collaboreranno per
riparare i danni del mezzo, ma è evidente che una volta ricongiunto
con i Vendicatori l’eroe dovrà confrontarsi con i nuovi volti della
squadra.
A
partire da Carol Danvers, introdotta nella scena finale del trailer
e ora protagonista dello standalone con Brie
Larson.
Ha lavorato con Milena
Canonero, contribuendo al trionfo agli Oscar dei costumi
di Marie Antoinette di Sofia
Coppola, ma non ne fa un affare di Stato. Per
Bojana Nikitovic già lavorare accanto alla
costumista italiana sembra essere un premio sufficiente, visto che
parla del suo incontro con la Canonero come “la cosa
professionalmente più importante che mi sia mai capitata.”
“Ci siamo incontrate a Belgrado
sul set di un film italiano, poi lei mi ha portata con sé. –
ha raccontato la Nikitovic, ospite a Milano per parlare del suo
lavoro ai costumi de La
Conseguenza, di James Kent, in uscita
il 21 marzo – Quando mi chiedono del mio lavoro, io dico sempre
che tutto quello che so l’ho imparato da lei, non solo in merito al
costume per il cinema, ma anche per quello che riguarda
l’organizzazione delle comparse, il lavoro con gli attori. Lei è un
genio. Ci sentiamo sempre e spero di fare altri film insieme. Con
lei farei sempre l’assistente, non avrei nessun problema.”
Nonostante il grande debito
professionale che sente verso Milena Canonero, Bojana Nikitovic
cammina da tempo sulle sue gambe, svolgendo con successo il suo
lavoro di costumista, un impegno che comincia con la ricerca e le
preparazioni preliminari.
“La prima parte è di ricerca,
naturalmente. E per me è stato un viaggio bellissimo, ci sono
tantissimi documenti e fotografie d’epoca. Poi i tedeschi sono
organizzati e nonostante tutti i bombardamenti, sono state
conservate tantissime foto, e ci sono anche dei libri. E mi piace
molto che nel film si veda bene quanto Amburgo fosse distrutta, non
esisteva più.”
Nel film sono rappresentate diverse
classi sociali e attraverso i costumi, principalmente, è stata
evidenziata questa separazione di estrazione. E anche tra le mogli
degli ufficiali, una borghesia ricca dunque, c’è una leggera
differenza, visto che Rachel, la protagonista interpretata da
Keira Knightley, ha molto più stile delle altre
donne. “Il casting del film è stato molto ben fatto perché
tutte le attrici scelte per interpretare queste donne sono molto
diverse, quindi è stato anche interessante lavorare su questi
aspetti e differenziarle nei costumi.”
Tra queste attrici ovviamente
spicca la Knightley, la protagonista femminile del
film: “Keira è il sogno di ogni costumista. Avevo già
lavorato con James Kent e quando mi ha chiamata stavo lavorando a
un altro film. Appena mi ha detto che c’era lei, ho detto subito di
sì, anche se ero occupata su un altro set. C’è qualcosa in lei che
è incredibile, come porta gli abiti lei, il suo viso, le sue
spalle. Non è un caso che sia lei una delle testimonial di Chanel.
Ha un’eleganza incredibile!”
“Il mio ricordo principale
legato al set è il freddo, e la povera Keira indossava dei costumi
leggerissimi, dei tessuti per cui non potevi indossare nulla sotto,
e a fine riprese ha voluto conoscere il nome di quei tessuti così
che non li avrebbe mai più indossati!”.
Nel film il lavoro dei costumi non
serve solo a vestire e coprire gli attori, ma, nel caso del
personaggio della Knightley, anche a raccontare il suo percorso, e
la Nikitovic ha usato un indumento preciso per spiegarne
l’evoluzione: il cappotto. Un elegantissimo cappotto lungo,
accompagnato, a inizio e a fine film, da un abbigliamento (e un
atteggiamento) molto differente, a indicare la progressiva
“apertura” della donna, sempre secondo la moda degli anni ’40.
La Conseguenza,
recensione del film
con Keira Knightley
Ma il lavoro concreto sugli abiti è
stato di ricostruzione o recupero? “È stato complesso e
abbiamo studiato e ricostruito, ma anche recuperato, sistemato e
riadattato, cambiando fibbie e bottoni, per esempio. Il lavoro è
stato fatto principalmente con case italiane, ma anche con alcune
case inglese, perché abbiamo preso spunto dalla moda inglese,
ovviamente.”
Il risultato è stato un lavoro di
assemblaggio che, ispirandosi ovviamente alle ricerche e allo stile
dell’epoca, ha dato vita a un look completamente personale, con una
serie di capi d’abbigliamento che si indosserebbero anche oggi,
cosa che sembra sia stata molto gradita anche all’attrice. Una
serie di golfini e twin-set appositamente realizzati per
Keira Knightley sono dei pezzi unici che si
confonderebbero molto bene nella moda contemporanea, portando con
sé un tocco di eleganza e stile.
Per il personaggio di Jason
Clarke, l’ufficiale Lewis Morgan, è stato un po’ più
difficile mostrare l’evoluzione del personaggio attraverso i
costumi, visto che lo vediamo sempre in divisa, tuttavia, proprio
attraverso i costumi riusciamo a scoprire la fragilità, la crepa
dentro a quest’uomo ligio e dedito al dovere: quando Lewis ricorda
il figlio morto, si aggrappa a un golfino del bambino, con un buco
nel centro, il segno della ferita che lo ha ucciso. “Quando
Jason ha girato quella scena, abbiamo pianto tutti” ha
raccontato la Nikitovic.
Si è potuto giocare e raccontare
molto di più con i costumi del personaggio di Alexander
Skarsgård, Lubert. Un uomo bello ed elegante, ma che
veniva da un momento difficile, già dalla sua prima apparizione e
dall’incontro dei due, possiamo intuire la storia di quest’uomo.
“Doveva essere un uomo elegante ma con un abito di almeno dieci
anni addosso. Sono almeno 4 o 5 anni che lui non compra nulla di
nuovo, quindi ci voleva un abito giusto. Un volta, probabilmente,
si vestiva benissimo, essendo molto ricco e di bell’aspetto, ma in
questa scena si doveva vedere che era in difficoltà, che era
dimagrito, anche, quindi abbiamo realizzato una camicia un po’ più
larga.”
Per quanto riguarda, di nuovo, i
costumi di Rachel (Keira Knightley), nella storia
è lei che cuce da sola i suoi vestiti, quindi è lei stessa che
adatta i suoi abiti ai suoi cambiamenti emotivi. Emblematico è
l’abito di velluto blu che indossa a metà film, un abito iconico
con cui, simbolicamente, rinuncia al marito e abbraccia la
possibilità di una nuova esperienza.
Oltre a cappotto, i golfini, e il
velluto blu, un altro momento importantissimo per il personaggio di
Keira Knightley e soprattutto per il lavoro di
Bojana Nikitovic è stato l’abito oro, una
realizzazione preziosa e fondamentale per ciò che accade nel
film.
“Abbiamo realizzato un abito
verde acqua, ed era importantissimo che il vestito risaltasse sulla
neve. Io volevo usare il fucsia, perché sta benissimo a Keira, ma
non potevamo usare quel colore, e nemmeno il rosso, perché nella
scena deve risaltare il sangue che macchia l’abito. Non potevamo
usare nemmeno il verde, perché il costume di Espiazione è
famosissimo ed è verde. Così abbiamo scelto questo verde acqua, che
è piaciuto a tutti, era un abito molto bello, ma non ero convinta e
così, nonostante le prove fossero andate bene, ho deciso di
realizzare un’altra possibilità.
Ho trovato questo tessuto a
Praga, ma non è che di questi abiti se ne fa uno soltanto, allora
mi servivano almeno 25 metri di tessuto. Di questo abito ne sono
stati realizzati almeno sei. E la prima scena che abbiamo girato
era proprio questa sulla neve, e il giorno prima dell’inizio delle
riprese, Keira è venuta sul set per le prove e quando l’hanno vista
con l’abito dorato, tutti hanno scelto quello. Questo abito
comunicava proprio perfettamente la sua esigenza di fuggire. Il
tessuto era molto difficile da indossare, satin di seta, non poteva
mettere niente sotto e nelle scene sulla neve aveva degli scarponi
da sci, mentre correva. E poi le pieghe che si creavano ad ogni
pausa… insomma, è stato un vestito dalla gestione
difficilissima.”
Ma dove vengono conservati gli
abiti di scena, dopo il film? “Per la maggior parte
finiscono dentro a scatoloni, a portata di mano per delle eventuali
riprese aggiuntive, alcuni abiti vengono usati per delle
esposizioni, altri invece diventano proprietà della casa di
sartoria che li ha prodotti.”
Come ha raccontato Bojana
Nikitovic, il percorso di un film si può dunque scoprire e
ricostruire anche attraverso il lavoro di artigianato e ricerca che
porta alla realizzazione dei costumi. Storie, segreti e percorsi
emotivi parlano non solo attraverso sceneggiature e
interpretazioni, ma anche attraverso il modo in cui gli attori, i
personaggi si presentano a noi.
Di seguito, alcuni bozzetti degli
abiti realizzato per La conseguenza: