In Aquaman e il
Regno PerdutoJason Momoa e
Patrick Wilson riprendono i ruoli di Arthur Curry
e del suo fratellastro, Orm. Nel film diretto da James
Wan, due uniscono le forze per scongiurare l’avvento del
Black Manta di Yahya Abdul-Mateen II, che vuole
vendicarsi di Arthur e minaccia di distruggere il mondo terrestre e
marino.
Qualche mese fa, Wan ha rivelato di
aver sempre presentato a questa storia come se fosse un racconto
che indaga il modo di Arthur e Orm di diventare una famiglia ed
essere fratelli, mettendo da parte l’aspetto romantico legato al
coinvolgimento di Mera nella vita di Arthur, elemento su cui si era
invece concentrato il primo film. In questo caso, la storia è un
“film d’azione e un’avventura bromance”.
Ma perché il suo piano funzionasse,
Wan aveva bisogno che l’alchimia tra Momoa e Wilson risaltasse
evidente. Fortunatamente per il regista, come ha raccontato a
Perri Nemiroff di Collider, ha scoperto che il
loro scontro culturale – Orm di Wilson, il principe viziato, e
Curry di Momoa, il guerriero sicuro di sé – creava un’interazione
che il pubblico apprezzava.
“Al pubblico è davvero piaciuto
il rapporto tra Arthur e Orm”, ha detto Wan. “Penso che
ciò che piace alla gente di questo film sia semplicemente
l’esplorazione del mondo che abbiamo creato, ma anche il viaggio
con questi due personaggi.” Ha poi aggiunto: “Ovviamente,
come potete vedere nel trailer, non vanno d’accordo, provengono da
mondi diversi e ovviamente erano antagonisti nel primo film, ma in
questa seconda avventura hanno dovuto in un certo senso mettere da
parte le loro differenze per cercare di lavorare insieme per una
causa più grande. Sento che questo è un tema universale che si
applica anche al nostro mondo e che apprezzo davvero, e spero che
le persone ne siano interessate.”
Osservando la coppia sul set e nel
montaggio, Wan si è trovato a paragonarli a un altro famoso duo che
si è fatto un nome tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni
2000. Citando i film cult Men in Black e in
particolare l’improbabile duo formato da Will
Smith e Tommy Lee Jones, Wan ha
sottolineato che gran parte dell’umorismo e della gioia nel film
sono venuti come ispirazione dal lavoro di Smith e Jones.
“Hanno un’alchimia davvero divertente insieme. Ancora una
volta, Jason è un tipo rilassato e selvaggio e si diverte e basta,
e Patrick recita in modo davvero severo e rigido, quindi è bello
vedere quel contrasto. È un po’ come Will Smith e Tommy Lee Jones
nei film Men in Black. È da lì che viene l’umorismo.”
Aquaman e il
Regno Perduto sarà il film conclusivo dell’era “DCEU”
prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto
probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in
trattative per interpretare un personaggio completamente diverso
nel DCU di James
Gunn e Peter Safran, Lobo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte.
Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché
brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza
antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al
fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Il mondo dietro di
te è il nuovo film di Netflix, scritto e diretto
da Sam Esmail e basato sull’omonimo
romanzo di Rumaan
Alam, in cui eventi apocalittici iniziano a
verificarsi nel mondo. Disponibile dall’8
dicembre, il titolo è da subito divenuto uno dei più visti
sulla piattaforma, merito anche della partecipazione di attori del
calibro di
Julia Roberts,
Ethan Hawke,
Mahershala Ali e
KevinBacon. Ad aver incuriosito gli spettatori vi
sono però anche i tanti elementi che preannunciano la fine del
mondo in cui vivono i protagonisti, per molti dei quali occorre
però qualche piccola spiegazione.
La trama di Il mondo dietro dite
Amanda, stressata
dalla vita frenetica di New York, decide di organizzare per tutta
la sua famiglia una vacanza fuori città, affittando una magnifica
villa immersa nel verde e vicina al mare. Al loro arrivo tutto
sembra perfetto, ma le prime stranezze non tardano ad accadere.
Mentre Amanda si trova in spiaggia con il marito
Clay e i suoi due figli Rose e
Archie, una petroliera si dirige verso di loro,
fino a raggiungere la sabbia. Da allora, tutti i mezzi di
comunicazione sembrano non funzionare: telefoni, computer ed infine
anche la televisione.
La sera, due persone si presentano
alla loro porta: George Scott, il proprietario
della casa, e sua figlia Ruth. I due hanno
preferito provare a rifugiarsi li, fuori dalla città, piuttosto che
tornare nella loro casa a Manhattan. Nonostante la diffidenza di
Amanda nei confronti dei due sconosciuti, questi restano per la
notte. La mattina seguente tutti insieme cercheranno di capire
meglio cosa stia succedendo: un cyberattacco sembra essere in
corso, ma la situazione sembra essere anche peggiore di così.
Spiegazione della struttura a
cinque parti de Il mondo dietro di te
Il mondo dietro di
te è diviso in cinque sezioni, ognuna delle quali è
caratterizzata da un titolo: I: la casa,
II: la curva, III: il rumore,
IV: l’inondazione e V: la fine.
Ogni titolo fa riferimento ad un avvenimento che caratterizzerà
quel capitolo, ma il significato della divisione in cinque parti
non si limita a questo. Le prime due sono infatti una sorta di
preludio, mentre le parti III, IV e V coincidono con una delle fasi
del programma che George descrive a Clay alla fine del film.
Con la fase I si crea isolamento, si
rende l’obbiettivo sordo e muto, il che coincide chiaramente con il
rumore della parte III. La fase II prevede invece un caos
sincronizzato, caratterizzato da attacchi sincronizzati e
disinformazione. Questo corrisponde all’inondazione della parte IV:
i personaggi sono inondati da disinformazione, come i volantini
piovuti dal cielo. Infine, l’ultima fase porterà naturalmente ad un
colpo di stato, che coincide con l’ultima parte: la fine. Il
mondo dietro di te avrebbe quindi potuto essere formato anche
da sole tre parti, ma le prime due sezioni permettono di
comprendere meglio il tutto.
Perché gli animali si comportavano
in maniera tanto bizzarra?
Dopo che i Sandford vedono la
petroliera incagliarsi nella spiaggia all’inizio de Il
mondo dietro di te, i quattro fanno ritorno a casa,
dove i genitori vedono dei cervi nel giardino. Inizialmente Clay
vede la presenza di tali animali in maniera positiva: questi erano
considerati un buon presagio secondo la cultura mesoamericana. Ma i
cervi non sono i soli animali a comparire vicino alla casa dei
Sandford: vengono trovati dei fenicotteri rosa nella piscina,
mentre durante tutto il film si mostrano in alcune scene degli
stormi di uccelli. Verso la fine, una spaventosa mandria di cervi
circonda Ruth e Amanda in maniera alquanto minacciosa, sembrando
quasi sul punto di attaccarle. Per quanto non ci sia una reale
spiegazione riguardo il comportamento anomalo degli animali, ci
sono alcuni indizi.
Mentre Clay cerca di raggiungere il
villaggio, nel momento in cui scende dall’auto, la radio riceve a
tratti del segnale e alcune frasi sono distinguibili: si fa
riferimento agli effetti catastrofici dal punto di vista ambientale
che il cyber attacco ha avuto, specialmente negli stati del sud,
compromettendo le normali migrazioni degli animali. La natura
effettiva dell’attacco non è chiara, ma eventi come l’arrivo della
petroliera sulla spiaggia può dare un’idea di cosa possa essere
successo nel resto del paese. Il posto più vicino da cui i
fenicotteri rosa possano provenire è la Florida: i danni causati da
un’altra petroliera incagliata nel golfo del Messico possono aver
spinto gli animali a migrare a nord.
Danny aveva saputo in anticipo
dell’attacco?
Quando Amanda va nella cittadina,
vede Danny che acquista grandi quantità di scorte di viveri, ma
solamente dopo lei si renderà conto che lui si stava già preparando
per la catastrofe che era in arrivo. Mentre George ha i suoi
sospetti per via dei comportamenti dei mercati finanziari e l’ha
previsto per via della “curva”, Danny non aveva la possibilità di
ottenere informazioni dalle sue stesse fonti. Ciononostante, lui
sapeva che qualcosa stava per succedere e si è assicurato di essere
pronto.
Danny ha letto i segnali di ciò che
sarebbe successo in tante piccole cose, informazioni che molti
altri non avevano notato come il ritiro del personale diplomatico
russo. Allo stesso tempo collega l’attacco o ai coreani o ai
cinesi, teoria nata da una base xenofoba unita alla testimonianza
di un amico da San Diego riguardo ai volantini rossi con scritte in
coreano o mandarino.
La spiegazione del finale e il
significato di Friends in Il mondo dietro di
te
Cosa realmente stia avvenendo al
mondo del film, non viene mai chiarito del tutto. Di base, il
guasto ad un satellite ha portato al blackout informatico e a tutti
gli inceidenti successivi, ma ci sono anche indizi per cui lo
scenario apocalittico che si viene a generare possa essere causato
da radiazioni o qualche degenerazione legata al clima o da tutte e
tre le cose insieme. Il mondo dietro di te, però, non
fornisce vere risposte in quanto vuole che l’attenzione dello
spettatore si concentri su come i personaggi protagonisti
reagiscono alla consapevolezza che il mondo sta per finire.
L’evoluzione dei personaggi in
Il mondo dietro di te, specialmente di
Amanda e Ruth, garantisce dunque la base per una riflessione
sull’umanità stessa. Dopo i numerosi contrasti avuti durante tutto
il film, le due trovano un punto comune nella visione della natura
umana. I Sandlord e gli Scott non si fidano gli uni degli altri e
non vorrebbero vivere nella stessa casa, finché tutti si rendono
conto di dover mettere da parte la loro diffidenza per aiutarsi
l’un l’altro per la sopravvivenza.
L’ossessione di Rose per Friends
serve da base e spunto di riflessione per il resto del film. Prima
che George e Ruth si presentino alla loro porta, Clay parla ad
Amanda del libro della sua studentessa che è un’esplorazione di
come i media servano come strumento di evasione e riflessione. Allo
stesso modo, Il mondo dietro di te è un
thriller sul collasso della società, ma rivela anche la verità
sulla natura umana attraverso i suoi personaggi. Mentre il mondo
sembra cadere a pezzi, Rose vuole solamente vedere il finale della
serie Friends. Allo stesso tempo, per Ruth
Friends è una serie nostalgica per un tempo che non è mai
esistito.
“Se non c’è speranza per questo mondo, almeno voglio sapere
come finisce tra loro” – Rose Sandford
Quando Rose non riesce più a
sopportare il caos alla fine de Il mondo dietro di
te, lei scappa e si rifugia nella casa dei Thorne a
mangiare tutti i dolci e cibi appetitosi che riesce a trovare. Qui
lei riesce a trovare anche il bunker e l’enorme collezione di DVD,
dove è presente anche la serie Friends. Mentre tutti gli
altri scoprono che New York viene bombardata, lei inizia il finale
di stagione, “The last one”, il quale è lo spunto che da
il titolo alla parte V.
“Per me rappresentava pura
evasione“, dice Esmail. “Nei momenti di crisi, quando
abbiamo perso di vista la nostra comune umanità, quando ci sentiamo
isolati, vogliamo fuggire per trovare conforto. E per Rose, ho
pensato che il suo viaggio non sarebbe stato completo finché non
avesse guardato l’ultimo episodio del suo show preferito. Penso che
per quanto questo film sia un racconto ammonitore e voglia essere
un avvertimento, non vuole darci una risposta su cosa fare dopo –
ma vuole dire: ‘Per quanto possa diventare buio, per quanto possa
diventare desolante, possiamo sempre sforzarci di trovare un po’ di
speranza’“, e Friends va dunque a rappresentare tale
elemento.
Il pubblico può dunque ritrovarsi a
ritenere Il mondo dietro di te sia come
un modo per evadere dal mondo esterno, sia come uno spunto di
riflessione su come ci si relaziona con le grandi catastrofi che
sempre più caratterizzano il nostro mondo. Dipende tutto dal punto
di vista da cui lo si vuole guardare.
Tra le uscite più attese del
prossimo anno c’è sicuramente Furiosa: A Mad
Max Saga, il ritorno di George Miller
all’immaginario desolato e post apocalittico in una veste inedita,
in cui seguiamo l’origine dell’eroina interpretata da Charlize Theron
in Fury Road.
Dopo il primo trailer, presentato al
pubblico in occasione del CCXP all’inizio di questo mese, la
promozione del film continua con l’uscita di un nuovo poster in cui
la protagonista, Anya
Taylor-Joy, svetta al centro, in alto e in basso con i
due look che ne caratterizzeranno il percorso nella storia. Il
poster ci riporta nella Zona Contaminata, dopo quasi dieci anni
dall’uscita di Mad Max: Fury Road.
Il poster, condiviso da Anya Taylor-Joy
e Chris Hemsworth sui
social media, mette in luce i personaggi che saranno al centro
della scena nel prequel. Il personaggio di Taylor-Joy fissa
minacciosamente l’interlocutore mentre cerca la strada di casa con
ogni mezzo necessario. Il signore della guerra Demtenus,
interpretato da Hemsworth, e Immortan Joe si
vedono ai lati della figura di Furiosa.
Anya Taylor-Joy è molto amata dal suo pubblico che l’ha già
vista protagonista di numerosi film di diverso genere, che spaziano
da The Witch, a The Menu passando per Last Night in Soho, la serie
La regina degli scacchi e il film in costume Emma. Sarà
interessante vederla ora in un ruolo da eroina action che ha
ereditato da Charlize
Theron.
Furiosa, quello che sappiamo sul film
In FuriosaAnya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che Furiosa è molto diverso da
Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che
si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto
come un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il
24 maggio 2024.
Il regista di Superman:
LegacyJames Gunn ha
parlato della versione di Lex Luthor che vedremo nel suo
film interpretata da Nicholas Hoult e di come il personaggio sarà
indimenticabile.
Sul suo account Instagram, James
Gunn ha confermato che Nicholas Hoult interpreterà l’iconico cattivo
di Superman nel prossimo film
dell’Universo DC. Ha poi descritto questa interpretazione di Luthor
come “diversa da qualsiasi cosa abbiate visto prima” e che “non
dimenticherete mai”.
“Sì, finalmente posso
rispondere, @NicholasHoult è Lex Luthor in #SupermanLegacy e non
potrei essere più felice”, si legge nel post. “Siamo
usciti a cena ieri sera per festeggiare e discutere di come creare
un Lex che sarà diverso da qualsiasi cosa abbiate visto prima e che
non dimenticherete mai”. ‘Ma, James, l’abbiamo saputo
settimane fa, perché non ci hai detto che era vero?’. Perché, anche
se ne stavamo discutendo, non era definitivo fino a un paio di
giorni fa e non voglio dire a tutti voi qualcosa che non è certo.
Comunque, brindiamo a Lex (e a Nicholas!), uno dei miei personaggi
preferiti del DCU“. Potete vedere il post qui sotto:
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela
Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e
Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas
Hoult sarà Lex Luthor, Skyler Gisondo
Jimmy Olsen e Sara Sampaio Eve Teschmacher.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Secondo quanto conferma Collider,
sembra che Denis Villeneuve abbia rivelato la
durata del suo prossimo Dune:
Parte Due, e si tratterà del film più lungo della
sua carriera. Il film, che porterà di nuovo il pubblico su Arrakis,
durerà 166 minuti, ben 11 minuti in più rispetto al capitolo
precedente. Dune:
Parte Dueuscirà
nei cinema il 28 Febbraio 2024!
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del
Barone e Christopher Walken nel ruolo
dell’Imperatore Shaddam IV.
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune
del 1965 di Frank Herbert. Dune:
Parte Dueuscirà
nei cinema il 28 Febbraio 2024!
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Prima di mettersi alla prova con
interpretazioni drammatiche, intense e sfaccettate, da Euphoria
a Saltburn, passando per Priscilla di Sofia Coppola,
Jacob Elordi si è fatto conoscere al pubblico
con una serie di teen drama. Oltre alla celebre serie di film
young adultThe Kissing Booth, è stato
anche tra i protagonisti di 2 Hearts – Intreccio di
destini, film del 2020 ora disponibile su Netflix. Basato su una
drammatica storia vera che ha unito due famiglie sulla scia del
dolore e della speranza in seguito a una circostanza imprevista, si
tratta di un film che affonda le sue radici nell’amore, nella
famiglia, nei sogni e nella fiducia in qualcosa di più.
2 Hearts – Intreccio di
destini, la trama
Ispirato alla vita di Jorge Bacardi, della
dinastia cubana del rum, e a quello che è stato descritto come un
“miracolo” che ha vissuto nel 2008, il film racconta due storie
d’amore parallele che convergeranno in maniera inaspettata. La
prima è incentrata su Chris Gregory (Jacob
Elordi), uno studente universitario che vediamo venire
trasportato al pronto soccorso, privo di sensi, all’inizio del
film. Un flashback ci riporta poi all’ultimo anno di liceo di
Chris, quando il ragazzo veniva spesso rimproverato dal padre
(Tahmoh Penikett) per il suo rendimento
scolastico, a malapena sufficiente per entrare alla Loyola
University in Louisiana. All’università, si invaghisce di una
studentessa dell’ultimo anno, Sam (Tiera
Skovbye, di “Riverdale“), e
si offre subito come volontario per il programma di sicurezza del
campus.
Dopo aver interrotto questa nascente
storia d’amore al college, il film ci presenta Jorge
Bolivar (Adan Canto), rampollo di una
famosa famiglia di produttori di rum. Jorge soffre di un problema
polmonare congenito e i medici gli dicono che potrebbe non superare
i 20 anni. Tuttavia, riesce a raggiungere i 30 anni, età in cui
incontra Leslie (Radha Mitchell),
una hostess della Pan Am, e tra i due nasce una storia d’amore
vorticosa. Queste due storyline sono collegate da un evento
drammatico che evidenzia il potere dell’amore e del destino. Senza
svelare troppo, il film esplora come le vite di queste due coppie
si intrecciano in modi imprevedibili, dimostrando che ciò che
sembra casuale potrebbe essere parte di un piano più grande.
Eccessivo sentimentalismo
Ci sarebbe stato sicuramente un modo
più sottile per presentare queste storie d’amore parallele e far
emergere il legame che le unisce, diverso dall’approccio insistente
di Hool, tra transizioni forzate, salti temporali
che minano la credibilità del legame e scenari affascinanti ma,
paradossalmente, monotonamente prevedibili, come le località
tropicali da cui Jorge ha seguito il volo di
Leslie con la Pan Am. Purtroppo, pur essendo a
tratti avvincente (Tiera Skovbye di
Riverdale dà il meglio di sé), il film del regista
Lance Hool si allinea rapidamente alla scuola di
romanticismo di Nicholas Sparks, in cui un tipo di
relazione molto specifico dà vita a tutte le istanze di sviluppo
dei personaggi. Di conseguenza, questo lega ogni personaggio
all’altro senza darci la possibilità di conoscere chi è veramente e
ci costringe a vederlo non come una persona realmente imperfetta e
complessa, ma come una figura salvatrice il cui ruolo è quello di
definire un partner.
Esecuzione troppo prevedibile per un messaggio non
scontato
C’è un messaggio dolce dopo la
rivelazione del colpo di scena centrale di 2 Hearts –
Intreccio di destini, sul sacrificio e sugli effetti
duraturi del pensare oltre la propria vita, ma per
arrivarci bisogna arrancare attraverso l’artificiosità e il
sentimentalismo forzato della sceneggiatura, firmata da
Robin U. Russin e Veronica Hool.
Sebbene questo messaggio positivo legato al desiderio di
connessione umana e spirituale possa sembrare scontato, riesce
comunque a colpire nel profondo, specialmente in tempi di pandemia
– il film è uscito proprio nel 2020. Nonostante l’interessante
tematica del legame tra donatori di organi e riceventi, e l’idea di
come la morte di una persona possa donare nuova vita, il film pecca
a causa di una sceneggiatura poco ispirata che mina ogni buona
interpretazione del cast.
Chi è appassionato di storie d’amore
che vanno oltre i confini del tempo, potrebbe trovare 2
Hearts – Intreccio di destini un’esperienza coinvolgente e
commovente. La trama fin troppo prevedibile e una sovrabbondanza di
momenti melodrammatici – oltre la natura già drammatica della
storia – certamente vanno minarne la profondità narrativa.
Tuttavia, si tratta comunque di un film che ha toccato il cuore di
molti giovani spettatori con il suo messaggio sulla forza
dell’amore e del destino.
Il concetto di What if… è ormai
estremamente diffuso nella cultura popolare, con film, serie,
romanzi e altro ancora pronti a chiamarlo in causa per far
interrogare su quanto determinati momenti della vita possano
stabilire il futuro di un’intera esistenza. Tra i film che hanno
riflettuto su tale dinamica, uno dei più popolari ed esplicativi è
senza dubbio Sliding Doors, il
lungometraggio del 1998 diretto da Peter Howitt e
prodotto da Sydney Pollack. Naturalmente, un film
che affronta le possibili ramificazioni della vita a partire da
precisi eventi non poteva che prendere spunto da un episodio
realmente avvenuto.
L’idea per il film è infatti venuta
a Howitt dopo che il regista è stato quasi investito da un’auto. In
ritardo ad un appuntamento, Howitt ha impulsivamente attraversato
la strada, rischiando di andare incontro alla morte. È stato quel
mancato incidente che ha spinto Howitt a domandarsi cosa sarebbe
potuto accadere se fosse effettivamente stato investito e quali
eventi si sarebbero potuti generare in seguito. Il regista ha così
iniziato a sviluppare la sceneggiatura del film, riprendendo l’idea
centrale dai film Destino cieco e Le doppia vita di
Veronica, entrambi del regista polacco Krzysztof
Kieslowski.
Ancora oggi, il suo Sliding
Doors rimane un titolo molto apprezzato, capace di rendere
perfettamente il concetto filosofico e psicologico che investe chi
si trova a porsi domande relative alle proprie scelte di vita.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e al significato di Sliding
Doors. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Sliding
Doors
Protagonista del film è
Helen Quiley, una giovane donna che lavora nel
mondo delle pubbliche relazioni, almeno fino a quando non viene
improvvisamente licenziata. Da quel momento, mentre se ne torna
sconsolata verso casa, la sua vita si divide in due distinte ma
parallele realtà. La prima si genera quando perde per un soffio la
metropolitana, evento che la porterà a vivere una precisa serie di
conseguenze, mentre la seconda ha luogo dal suo riuscire a prendere
la metro, cosa che la porterà dunque ad imbattersi in tutt’altri
eventi. Ben presto, però, le due versioni inizieranno ad
intrecciarsi tra loro.
Ad interpretare Helen vi è l’attrice
Gwyneth
Paltrow, anche se il ruolo era originariamente stato
offerto a Minnie Driver (Will Hunting – Genio
ribelle). Per distinguere le due Helen, Paltrow ha poi
accettato di indossare una parrucca castana per la Helen che non
riesce a prendere la metro. Accanto a lei, nel ruolo del fidanzato
Gerry vi è invece l’attore John Lynch, mentre
John Hannah è James, nuovo interesse amoroso di
Helen. Hannah ha raccontato che dopo questo film ha smesso di
preoccuparsi di prendere i treni. “Non corro più per prendere i
treni. Se devo prendere il treno, lo prendo“, ha dichiarato.
“Se non lo prendo, ce ne sarà un altro qualche minuto
dopo“.
Sliding Doors: il
significato del film in psicologia e nella vita
In psicologia, la sindrome
da sliding door si ha nel momento in cui una persona si
trova a vivere di rimpianti ed è continuamente impegnata a
rimuginare sul passato e sulle opportunità perse, domandandosi cosa
sarebbe successo se in determinati momenti si fosse fatta una
scelta o un’azione anziché un’altra. La vita è infatti ricca di
momenti apparentemente banali ma che possono rivelarsi decisivi,
proprio come si rivela essere il prendere o perdere la metro per la
protagonista. Si tratta spesso di eventi che portano a compiere
determinati incontri anziché altri o ad essere in determinati
luoghi in un tempo anziché un altro.
In base a ciò, si entra dunque in
contatto con variabili sempre diverse. Si torna però solo in
seguito a ripensare a come sarebbero potute andare le cose se un
determinato momento avesse portato ad altri risultati. Nasce così
il concetto di “what if”, quell’e se… oggi tanto
popolare al cinema grazie anche al concetto di Multiverso. Nella
vita pratica, dunque capita continuamente di trovarsi dinanzi a
momenti di questo tipo, che idealmente attivano innumerevoli altri
percorsi che però il nostro io principale non percorrerà mai. Il
significato di Sliding Doors, dunque, sta tutto nello
sdoppiamento del destino. Tutto è in mano ad un
frammento apparentemente insignificante e totalmente
imprevedibile.
La visione che il film offre di
entrambe le vite di Helen, come due film diversi con gli stessi
protagonisti, rende dunque perfettamente l’idea di una verità che
ci accomuna come esseri umani, ma di cui spesso dimentichiamo di
essere consapevoli. Nel caso del film, però, lo sdoppiamento del
percorso di Helen manifesta anche l’ineluttabilità di certi eventi,
che in un modo o nell’altro tenderanno a verificarsi in ogni caso,
senza possibilità di evitarli. Ciò può dunque spingere a riflettere
sul concetto di destino e di libero arbitrio, facendoci dunque
chiedere quanto di ciò che compiamo sia davvero opera nostra e
quanto invece il frutto di forze che vanno al di là della nostra
comprensione.
Il trailer di Sliding
Doors e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Sliding Doors grazie alla sua presenza
sulla piattaforma streaming Now. Per vederlo,
basterà iscriversi (qualora non lo si fosse già) ed effettuare il
pagamento richiesto. Successivamente si avrà modo di guardare
questo come anche tutto il resto del catalogo in totale comodità e
al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di lunedì 11 dicembre alle
ore 21:15 sul canale Cielo.
Detective
Knight, Survive the Night,
Reprisal,I predoni e
Trauma Center – Caccia al
testimone, questi sono solo alcuni dei film a cui ha preso
parte l’attore Bruce Willis
negli ultimi anni. Si tratta per lo più di thirller d’azione a
basso costo, nei quali Willis ha in realtà spesso e volentieri dei
ruoli marginali, ma che i suoi fan apprezzano per il genuino gusto
per l’intrattenimento che essi offrono. Tra questi suoi ultimi
titoli prima del ritiro forzato, si annovera anche
Survive the Game, diretto nel 2021 da
James Cullen
Bressack, che nello stesso anno ha realizzato con
Willis anche Fortress – La fortezza,
a sua volta aderente al genere e ai toni degli altri titoli fin qui
citati.
Survive the Game presenta
infatti una vicenda che si svolge in breve tempo, quasi con un
unica location. I protagonisti, bloccati in una pericolosa
situazione, si trovano dunque a dover fare affidamento alle proprie
abilità pur di sopravvivere. La sceneggiatura, scritta dal popolare
youtuber Ross Peacock, noto come Rossatron, sembra
dunque rifarsi a precedenti illustri, tra cui si ricorda in
particolare Distretto 13 – Brigate dellamorte, il popolare film del 1976 di John Carpenter
dove un gruppo di poliziotti è bloccato nel distretto del titolo
mentre tutt’intorno un gruppo di criminali cerca di penetrare
nell’edificio per dar vita ad un massacro.
Survive the Game riprende
dunque una dinamica di questo tipo, raccontando dunque una storia
già raccontata ma, con una sceneggiatura che evita la maggior parte
dei tropi ben noti di questo genere a favore di un’azione nuda e
cruda. Per i fan di Willis, dunque, si tratta di un titolo da non
perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Survive the Game
Protagonista del film è
David Watson, un poliziotto che, durante una
retata antidroga finita male, rimane gravemente ferito. Il suo
partner, Cal, decide allora di inseguire i due
colpevoli in una fattoria isolata di proprietà di
Eric, un veterano problematico. Qui Cal ed Eric
pianificano la loro difesa, insieme anche a David che pur ferito è
riuscito miracolosamente a raggiungerli. I tre uomini si ritrovano
però ben presto in inferiorità numerica quando iniziano ad arrivare
altri membri della banda criminale. Dovranno dunque usare la
furbizia, l’intelligenza e l’abilità di tiro per sconfiggere la
banda di spacciatori e sopravvivere a quella pericolosa
situazione.
Il cast di Survive the Game e altre curiosità
Come anticipato, a guidare il cast
di attori del film vi è Bruce Willisnel
ruolo del detective David Watson. L’attore è poi stato nominato per
la sua interpretazione in questo film, come per tutti quelli in cui
è apparso, nel 2021, nella categoria Peggior
interpretazione di Bruce Willis in un film del 2021 ai
Golden Raspberry Awards. La categoria è però poi stata eliminata
dopo l’annuncio del suo ritiro dalle scene a causa
dell’afasia. Accanto a Willis, nel ruolo di Cal, recita
l’attore SwenTemmel, mentre il
veterano Eric è Chad Michael Murray. Quest’ultimo
recita qui accanto alla moglie Sarah Roemer, la
quale ricopre il ruolo di Hanna.
Completano poi il cast gli attori
Michael Sirow nel ruolo di Frank,
Kate Katzman in quelli di Violet e
Zack Ward come Mickey Jean. Vi sono poi
Donna D’Errico nel ruolo di Carly,
Canyon Prince in quelli di Andrew e
Sean Kanan come Ed. Kristos
Andrews interpreta Michael, mentre Felix
Cortes è Arthur e Ramon
Vazquez è Rob. L’attore Simon
Phillips, visto anche nelle serie The Witcher e Fubar, recita invece
nel ruolo de L’Inglese. Come noto, lui e Willis hanno improvvisato
la maggior parte delle loro scene insieme.
Tra le varie altre curiosità da
riportare riguardo Survive the Game, vi sono alcune
sviste che il film presenta e che i fan potranno divertirsi ad
individuare. In particolare, all’inizio del film si può notare la
presenza di un cameraman che indossa una maschera. Durante la lotta
iniziale al piano inferiore della casa, infatti, nella stanza
accanto si nota un cameraman con una maschera blu, sfuggito al
controllo di chi supervisionava le riprese. Ad un ora, cinque
minuti e trenta secondi dall’inizio, invece, quando Eric sale
sull’auto blu e si abbassa per inserire la marcia, si può notare
come l’auto si avvii pur non essendoci chiavi nel quadro.
Il trailer di Survive the
Game e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Survive the Game grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
11 dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Dopo
avervi rivelato questa mattina che Stranger
Things 5 è pronta a partire con la lavorazione in
serata arrivano anche le parole dei creatori della serie che ci
svelano cosa dobbiamo aspettarci della quinta attesa stagione.
Parlando con The
Guardian, i creatori di Stranger
ThingsMatt e Ross Duffer hanno
anticipato cosa possiamo aspettarci. I fratelli Duffer hanno
promesso che per la serie di successo di Netflix sarà la stagione più “grande” di
sempre, confermando che il cast originale dei ragazzi della
Stagione 1, tra cui Eleven, Mike, Will, Dustin e Lucas,
avrà più interazioni nell’attesissimo prossimo capitolo.
“Questa stagione è come la
prima stagione con gli steroidi“, ha detto Matt Duffer. “È
la più grande che sia mai stata in termini di scala, ma è stato
davvero divertente, perché tutti sono tornati insieme a Hawkins: i
ragazzi e Undici che interagiscono più in linea con come era nella
prima stagione. E, sì, potrebbero esserci degli spin-off, ma la
storia di Eleven e Dustin e Lucas e Hopper, le loro storie sono
finite qui“.
Cosa aspettarsi da
Stranger Things 5?
Dopo la fine ufficiale degli
scioperi WGA e SAG-AFTRA, Netflix ha finalmente
fissato la data di inizio della produzione per la quinta stagione
di Stranger
Things. Originariamente previsto per l’inizio delle
riprese nel giugno 2023, il cast e la troupe dovrebbero ora tornare
sul set di Hawkins intorno a la prima settimana di gennaio 2024,
con il 5 e l’8 gennaio come potenziali date target per l’inizio
della produzione. In vista del ritorno dello show, è stato
confermato che l’imminente opera teatrale di Netflix
Stranger Things: The First Shadow includerà gli
Easter Egg della quinta stagione.
I membri del cast che dovrebbero
tornare per la quinta stagione includono Winona
Ryder nei panni di Joyce
Byers,David
Harbour nei panni di Jim
Hopper, Millie
Bobby Brown nei panni di Eleven, Finn
Wolfhard nei panni di Mike
Wheeler, Noah Schnapp nei panni di Will
Byers, Gaten Matarazzo nei panni di
Dustin Henderson, Caleb McLaughlin nei
panni di Lucas. Sinclair, Natalia
Dyer nei panni di Nancy Wheeler, Charlie
Heaton nei panni di Jonathan Byers, Sadie
Sink nei panni di Max Mayfield, Joe
Keery nei panni di Steve Harrington, Maya
Hawke nei panni di Robin Buckley
e Jamie Campbell Bower nei panni di
Vecna. Linda Hamilton, meglio conosciuta per
il ruolo di Sarah Connor nella serie The Terminator, è stata
recentemente scelta per un ruolo sconosciuto per la quinta
stagione. La notizia
del casting è stata annunciata all’evento Tudum
di Netflix .
I dettagli della trama per la
stagione 5 sono sconosciuti. Tuttavia, The Duffer
Brothers ha confermato che la quinta stagione è composta da
otto episodi. Il primo episodio è intitolato “Capitolo uno:
The Crawl”. Le riprese dovevano iniziare nel giugno 2023, ma
la produzione è stata ritardata a tempo indeterminato a causa
dello sciopero della WGA .
La quarta
stagione diStranger
Things ha stabilito un record per Netflix,
essendo stata vista per oltre 287 milioni di ore durante la
settimana dal 23 al 30 maggio. Questo non è solo un ottimo
risultato per il primo posto della settimana per Netflix, ma è
anche più che sufficiente per battere il record per il più grande
fine settimana di premiere della piattaforma di streaming per una
serie in lingua inglese, che era precedentemente detenuto
dalla seconda
stagione di Bridgerton (193
milioni di ore).
Mark Wahlberg ha confermato che
Uncharted 2 è attualmente in fase di scrittura.
Dunque il sequel di Uncharted
(recensione)
del 2022 sta davvero accadendo.
Parlando con The Direct,
Mark Wahlberg ha rivelato che la sceneggiatura di
Uncharted 2 è attualmente in fase di sviluppo.
“Ho sentito molte idee diverse“, ha detto. “So che
qualcuno ha scritto una sceneggiatura, e ci stanno ancora
lavorando, e consisterebbe nell’avere i baffi per tutto il tempo.
Il che ha perfettamente senso; ovviamente, nella scena finale, ho i
baffi”.
Uncharted
è uscito nelle sale cinematografiche nel febbraio 2022. Diretto da
Ruben Fleischer, il film è interpretato da
Tom Holland nel ruolo di Nathan
Drake, Antonio Banderas nel ruolo di Santiago
Moncada, Sophia Ali nel ruolo di Chloe Frazer,
Tati Gabrielle nel ruolo di Jo Braddock e
Ruby Pankow nel ruolo di Sam Drake insieme a
Mark Wahlberg. Uncharted ha
guadagnato 407,1 milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte
di un budget di circa 120 milioni di dollari.
Cosa sappiamo su Uncharted 2?
Le voci su un possibile
Uncharted 2 sono rimaste relativamente tranquille
dopo l’uscita del primo film, anche se è stato riferito che la Sony
sta potenzialmente cercando di trasformare la proprietà in un
franchise. Il produttore Charles Raven ha
dichiarato a The Hollywood Reporter nell’agosto 2023: “Ci siamo
divertiti molto con quel film. Il film è piaciuto molto ai fan e
anche a chi non conosceva il gioco è piaciuto molto. Quindi stiamo
sicuramente cercando di farne un altro“.
Station
19 sta per concludersi allaABC, il noto spin-off
diGrey’s
Anatomy si concluderà con la sua prossima
settima stagione. Prevista per il debutto il 14
marzo 2024, la settima stagione di Station 19 sarà composta da
dieci episodi finali.
Shonda Rhimes rilascia una
dichiarazione sulla fine di Station 19
Shonda Rhimes ha condiviso una dichiarazione sulla conclusione
dello spettacolo, scrivendo sulla sua paginaInstagram :
“Grata per una corsa indimenticabile. Un sentito saluto al
cast eccezionale, la cui genialità ha dato vita ai personaggi, e
agli spettatori che hanno continuato a renderlo
possibile! Grazie per la magia, i momenti e i
ricordi”.
Anche Craig Erwich, presidente del
Disney Television Group, ha commentato la conclusione di Station
19. “Per sette stagioni, Station 19 è stato un punto culminante
della formazione ABC grazie all’incredibile visione di Shonda e
Betsy, ai personaggi amati e alla narrazione avvincente.
Con [gli showrunner] Zoanne [Clark] e Peter [Paige] al timone
della prossima stagione di addio, abbiamo così tanto da aspettarci,
in particolare la celebrazione del centesimo episodio, pietra
miliare dello show.”
si concentra sulle vite degli
uomini e delle donne della stazione dei vigili del fuoco 19 di
Seattle. Ha come protagonisti
Jaina Lee Ortiz, Jason George, Gray Damon, Barrett Doss,
Alberto Frezza, Jay Hayden , Okieriete Onaodowan, Danielle Savre,
Miguel Sandoval, Boris Kodjoe , Stefania Spampinato, Carlos
Miranda, Josh Randall, Merle Dandridge e Pat Healy. McKee,
Shonda Rhimes, Betsy Beers e Paris Barclay sono i
produttori esecutivi della serie. È prodotto da Shondaland e ABC
Signature , con McKee che funge da showrunner per le prime due
stagioni, successivamente sostituito da Krista Vernoff a partire
dalla terza stagione.
Similmente a Grey’s Anatomy, lo spin-off è stato
elogiato per la sua rappresentazione delle questioni
sociali. La serie ha ricevuto un Sentinel Award da Hollywood,
Health & Society come risposta alla sua rappresentazione del
razzismo sistemico durante la sesta stagione.
Zoanne Clark e Peter Paige
saranno gli showrunner della settima stagione di Station 19,
prendendo il posto di Krista Vernoff. Il trio è produttore
esecutivo insieme alla creatrice originale Stacy McKee,
Rhimes, Betsy Beers e Paris Barclay. È prodotto da
ABC Signature e fa parte di Disney TV Studios e
Shondaland.
Anche il 2023 volge al termine,
portando finalmente tra noi le festività natalizie, uno dei momenti
più attesi dell’anno. L’atmosfera di queste settimane, tra luci,
canzoni e regali ha sempre un che di magico, oltre a rappresentare
un buon momento per riflettere sull’anno appena trascorso e
cogliere l’occasione per fare quelle buone azioni nei confronti del
prossimo che dovrebbero in realtà essere praticate senza sosta. Il
Natale è però anche un momento molto importante per il cinema, che
offre agli spettatori di tutto il mondo numerosi film di
Natale tra cui poter scegliere. Come ogni anno, anche
Netflix presenta un
ricco catalogo di opere dedicate a tale festività, che tra film e
serie TV, terranno compagnia
agli spettatori.
Sulla celebre piattaforma streaming
sono infatti numerosi i film di Natale che si possono vedere, dai
grandi classici fino a titoli più recenti, da quelli per bambini ad
altri buoni per tutta la famiglia. Non c’è infatti niente di meglio
che vedere un film di Natale in compagnia, lasciandosi conquistare
dalla magia che tali opere portano sempre con sé. Negli ultimi
anni, inoltre, Netflix si è lanciata nella produzione di propri
titoli originali dedicati a tale festività e ai suoi significati.
Qui di seguito, dunque, si riportano quelli che sono i film
di Natale da vedere assolutamente su Netflix!
Film di Natale romantici su Netflix
Falling for Christmas
In Falling for Christmas,
nei giorni che precedono il Natale un’ereditiera ribelle di nome
Sierra Belmon, che soffre di amnesia a seguito di un incidente
sugli scii, viene affidata all cure del proprietario di un albergo,
Jake, e sua figlia. Il film segna il ritorno di Lindsay
Lohan alla recitazione con una commedia romantica ben
accolta da critica e pubblico. Ha infatti avuto uno dei migliori
weekend di apertura per un film originale Netflix nel 2022 sul servizio di streaming ed è uno
dei migliori titoli da Natale da vedere in famiglia durante le
festività.
Let it Snow – Innamorarsi sotto la neve
Quando una tempesta di neve colpisce
Gracetown durante la vigilia di Natale, Jubilee, bloccata su un
treno, finisce per passare la vigilia con Stuart, un ragazzo appena
conosciuto, mentre Tobin dopo aver passato del tempo con un gruppo
di cheerleader, realizza che il suo vero amore è una vecchia amica,
Angie, ed Addie si occupa di un maialino nano mentre pensa alla
fine del suo amore con Jeb. Interpretato da
IsabelaMerced, Shameik
Moore e Kiernan Shipka,
il film è una commedia adolescenziale ricca di spirito natalizio,
che porta a riflettere sul vero amore e insegna a seguire il
proprio cuore.
La tavola di Natale
La tavola di
Natale segue il fatidico e dolce incontro tra
Molly Frost e Carson Harrison.
Lei è una giovane cuoca e imprenditrice in cerca di opportunità per
lanciare la sua nuova attività di ristorazione, lui invece è
l’attraente nipote della tanto stimata e rispettata Jean Harrison,
che ogni anno organizza il più grande evento di beneficenza nel New
Hampshire, il gala di Natale della Harrison Foundation. E proprio per questa attesa occasione
che l’esigente zia Jean, dopo un disguido con il catering già
scelto tempo prima, chiama il secondo servizio di ristorazione più
richiesto in città, quello di Molly, la quale però si troverà a
dover gestire anche l’imprevedibile Carson.
Natale tutto incluso
In Natale tutto
incluso Tracey Moore è una celebre travel blogger
specializzata nel lusso che si reca in una cittadina per
trascorrere le sue vacanze di Natale con l’opportunità di non
spendere nulla ad una condizione: che scriva una recensione su un
bed and breakfast della zona. Inizialmente riluttante, Tracey
scoprirà ben presto di apprezzare tantissimo il posto e di voler
contribuire al successo della struttura, che si trova però
schiacciata dalla concorrenza di un hotel sito nelle vicinanze.
Mentre cerca di vincere questa battaglia, Tracey conosce anche
l’amore.
I colori del Natale
In I colori del
Natale Charlotte cerca di affermarsi come artista, ma
i tanti passi falsi la stanno per portare alla decisione di
abbandonare la pittura. Tutto cambia quando scopre il suo ultimo
dipinto è stato presentato in forma anonima al festival d’arte di
Natale. Indagando, scopre così che Wyatt, un’artista in visita, si
è imbattuta nel suo lavoro scartato e ora sta sfruttando
l’esposizione del festival per trovare il suo misterioso creatore.
Inizierà così una ricerca reciproca che porterà i due ad
un’inaspettata relazione.
Film di Natale per bambini su Netflix
Qualcuno salvi il Natale
Qualcuno salvi il
Natale è un’avventura natalizia che racconta la storia di
Teddy (Judah Lewis) e Kate Pierce (Darby
Camp), fratello e sorella che, nel tentativo di fare una
fotografia a Babbo Natale (Kurt Russell),
si ritrovano catapultati in un viaggio inatteso. Dopo aver
aspettato Babbo Natale al varco, s’intrufolano nella sua slitta,
causano un incidente e per poco non rovinano il Natale. Nel corso
di una pazza notte, Kate e Teddy collaborano dunque con un Babbo
Natale molto particolare e con i suoi elfi per salvare l’amata
ricorrenza prima che sia troppo tardi. Di questo film è poi stato
realizzato un sequel nel 2020 dal titolo Qualcuno salvi il
Natale 2.
Un bambino chiamato Natale
Un bambino chiamato
Natale è il racconto di un gruppo di valorosi cittadini
che si mette alla ricerca del villaggio leggendario degli elfi,
convinti che questo riporterà la gioia tra di loro. Tra gli
esploratori vi è anche Joel, il padre di Nikolas. Mentre il
genitore è in viaggio, il bambino viene affidato alle cure di una
sadica zia. Dopo aver trovato la piantina che conduce al famoso
villaggio degli elfi, Nikolas decide però di partire per
raggiungere il padre. Sarà un cammino pieno di ostacoli, che lo
condurrà a conoscere personaggi magici e a costruirsi un futuro.
Basato sull’omonimo romanzo di Matt Haig, questo
film adatto per tutta la famiglia, il film vanta nel cast la premio
Oscar Maggie Smith.
Klaus – I segreti del Natale
Jesper (la cui voce italiana è
quella di Marco Mengoni) è il peggior allievo
dell’accademia postale e pertanto viene assegnato a un’isola
ricoperta di ghiaccio a nord del Circolo polare artico, dove i
litigiosi abitanti si parlano molto di rado e si scrivono ancora
meno. Jesper sta per gettare la spugna quando trova il sostegno
dell’insegnante Alva e conosce Klaus (la cui voce italiana è quella
di Francesco
Pannofino), un misterioso falegname e giocattolaio che
vive in una casetta piena di giocattoli fatti a mano. La loro
improbabile amicizia riporterà l’allegria sull’isola, e con essa
vicini generosi, tradizioni piene di magia e calze appese con cura
vicino al caminetto. Klaus – I segreti del
Natale è stato candidato agli Oscar come miglior film
d’animazione.
David e gli elfi
Albert, un elfo disilluso e stanco
per il troppo lavoro, scappa nel mondo reale dove cerca di vivere
la magia del Natale con l’aiuto di David, un bambino con il quale
fa amicizia. David e gli elfi, un film di produzione
polacca, è uno dei migliori titoli di Natale che si possono trovare
nel catalogo di Netflix. Distribuito sulla piattaforma nel 2021, in
esso si propone sì una classica atmosfera natalizia, caratterizzata
però da elementi comici molto originali, cosa che ne fa un prodotto
per famiglie particolarmente valido e imprevedibile.
Scrooge – Canto di Natale
Un altro film d’animazione dedicato
al Natale è Scrooge – Canto di Natale. La
storia si svolge alla vigilia di Natale, quando l’avaro uomo
d’affari Ebenezer Scrooge (doppiato in originale da Luke Evans)
riceve visita dallo spirito del suo vecchio socio, Jacob Marley, e
degli spiriti del Natale passato (la cui voce originale è quella
della premio Oscar Olivia Colman),
presente e futuro. Il film è un nuovo adattamento cinematografico
del celebre romanzo Canto di Natale di Charles
Dickens.
La famiglia Claus
In La famiglia Claus il
protagonista è il giovane Jules, il quale detesta le festività
natalizie. Quando però suo nonno si ammala, egli scopre che
l’anziano è in realtà il vero Babbo Natale. Jules scoprirà allora
la vera natura della sua famiglia e capirà di essere l’unico in
grado di sostituirsi al nonno e salvare il natale. Film di
produzione olandese, La famiglia Claus è divenuto uno dei
titoli natalizie più apprezzati di sempre sulla piattaforma, tanto
da aver portato Netflix a dar vita a due sequel, intitolati
semplicemente La famiglia Claus 2 e La famiglia Claus
3.
Jingle Jangle – Un’avventura natalizia
Nella città gloriosamente vibrante
di Cobbleton, le fantasiose invenzioni del leggendario produttore
di giocattoli Jeronicus Jangle (Forest
Whitaker) esplodono di fantasia e meraviglia. Ma
quando il suo fidato apprendista (Keegan-Michael
Key) ruba la sua creazione più preziosa, tocca alla nipote
(Madalen Mills), altrettanto brillante e
inventiva, e a un’invenzione dimenticata da tempo, guarire le
vecchie ferite e risvegliare la magia che c’è dentro. In assoluto
uno dei più apprezzati film di Natale presenti su Netflix,
vincitore di numerosi premi in tutto il mondo. Jingle Jangle –
Un’avventura natalizia offre divertimento e tante emozioni per
grandi e piccoli.
Natale, folle Natale
Rush Williams (Romany
Malco), celebre DJ di una radio di New York, vizia i suoi
quattro bambini da quando questi ultimi hanno perso la madre.
Purtroppo, però, rimane disoccupato proprio mentre i ragazzi
consegnano la loro lista di costosi regali natalizi. Per permettere
a Rush di continuare a lavorare, la sua produttrice Roxy Richardson
(Sonequa
Martin-Green) e sua zia Jo (Darlene
Love) decidono di aiutarlo ad acquistare un’altra stazione
radiofonica, ma solo se la famiglia Williams riuscirà a
ridimensionarsi velocemente accettando una vita più spartana. In
questo film commovente, un padre amoroso si trova dunque a dover
riallacciare i rapporti con i figli e aprire il suo cuore
all’amore. E così tutti insieme scoprono che la vera gioia arriva
non dagli oggetti, ma dalle persone intorno a sé.
Film di Natale italiani su Netflix
10 giorni con Babbo Natale
Dopo il successo di 10 giorni senza mamma,
Alessandro Genovesi realizza un sequel natalizio
dal titolo 10 giorni con BabboNatale, proponendo nuove avventure con il medesimo
cast del precedente, più qualche gradita aggiunta. Spicca in
particolare Diego Abatantuono nei panni di Babbo
Natale, chiamato a trascorrere del tempo con la famiglia capitanata
da Fabio De Luigi
e Ludovica Lodovini.
Anche in questo caso non mancheranno gli incidenti di percorso, ma
la famiglia saprà come destregiarsi tra le varie difficoltà.
Natale a 5 stelle
Protagonisti del film Natale a 5
stelle sono Massimo Ghini, Ricky Memphis, e Martina
Stella, a cui si affiancano in ruoli minori Biagio
Izzo, Massimo Ciavarro, Andrea Osvart, e Paola Minaccioni, tutti chiamati a dar vita a
personaggi che gravitano nel Grand Hotel della capitale ungherese,
dove si trova il Primo Ministro in visita ufficiale nel paese.
Scritto da Enrico Vanzina, il film è una sorta di
cinepanettone nel quale confluiscono tante gag ma anche una forte
satira sociale.
Natale a tutti i costi
Natale a tutti i
costi è la
commedia
natalizia con Christian De Sica e
Angela Finocchiaro il tema centrale è la famiglia.
Più nello specifico il viaggio di questo film attraversa le diverse
tappe che compongono il tema della separazione dal nido familiare,
le conseguenze e anche gli sbagli di determinate azioni. Quando
infatti i due figli decidono di lasciare la casa dei genitori per
passare il Natale altrove, la madre farà di tutto per evitare
questo vuoto, escogitando dei piani per far sì che i figli
rimangano con loro. Ne seguono naturalmente imprevisti e gag
comiche a non finire, per un titolo italiano punta però sempre a
far riflettere sul valore del nucleo famigliare.
Parenti serpenti
In Parenti
serpenti, come ogni anno, la famiglia intera si
riunisce per le festività di Natale; un sorprendente annuncio,
però, prende tutti alla sprovvista, e rischia di rompere i delicati
equilibri che regolano i rapporti di questo nucleo familiare
allargato. I due anziani genitori, infatti, vorrebbero andare a
vicere con uno dei figli. Diretto dal grande Mario
Monicelli, Parenti serpenti è un’opera che, già
dal titolo, svela la propria intenzione di raffigurare un gruppo
famigliare e il modo in cui esso possa rivelarsi diviso tra atroci
differenze, insanabili anche in un momento che dovrebbe essere di
pace come il Natale.
Il film, diretto da Mary
Lambert ha per protagonista una donna di nome Charlotte,
che quando per uno scherzo del destino vede riunirsi per Natale la
sua famiglia con quella d’amica apparentemente perfetta Jackie,
cercherà di dimostrare che la vita di quest’ultima non è come
sembrerebbe essere. Best. Christmas.
Ever!è una brillante commedia caratterizzata dalla
presenza di attori come Heather Graham
(Terapia d’urto,
Una notte da leoni) e Jason Biggs
(American
Pie, La
ragazza del mio migliore amico), affermandosi come un
titolo interamente votato alla risata con quel tocco di spirito
natalizio che non guasta mai.
Troppo cattivi – Un Natale troppo cattivo
Troppo cattivi – Un
Natale troppo cattivo è invece uno speciale
televisivo in streaming di mezz’ora a tema natalizio realizzato in
computer grafica e basato sul film del 2022 Troppo
cattivi, a sua volta basato sull’omonima serie di fumetti. Lo
special funge anche da prequel del film originale e vede il gruppo
di personaggi già conosciuto cercare di portare lo spirito
natalizio in città, così da poter poi mettere a segno il loro
tradizionale Gran Furto Natalizio. Questo episodio speciale è
dunque fonte di divertimento ed è una gradita espansione a quanto
già visto con il lungometraggio dello scorso anno.
Family Switch
Altra pellicola di Natale nel
catalogo di Netflix è Family
switch, una divertente commedia Diretta da
McG in cui si analizzano i problemi familiari dei
Walker, i quali precipitano nel caos pochi giorni prima di Natale,
quando un raro evento cosmico fa sì che i genitori si scambino i
corpi con i figli adolescenti. Nel cast ritroviamo figure già note
nel panorama cinematografico americano, specialmente nel genere
comico: l’attrice Jennifer Garner
qui interpreta Jess Walker, la madre, mentre Ed
Helms è il padre Bill.
Il Natale più dolce di sempre
In Il Natale più dolce
di sempre la protagonista, proprietaria di un azienda
di dolciumi da sempre appartenente alla sua famiglia, apprende con
fastidio l’ingresso di una sua vecchia cotta del liceo come socio.
Ha così inizio una difficile convivenza che però, con l’avvicinarsi
del Natale, porterà i due a conoscersi meglie e, forse, a
rivalutare il giudizio che hanno l’uno dell’altra. Il film, dunque,
da poco uscito su Netflix, è un perfetto esempio di film natalizio
romantico con cui riflettere sui rapporti che si hanno nella vita
di tutti i giorni.
Come sempre a Natale
Come sempre a
Natale è una commedia romantica diretta da
Petter Holmsen in cui si racconta la storia di
Thea e Jashan, due fidanzati che si ritrovano loro malgrado a
vivere il Natale più caotico della loro vita. Per festeggiare il
loro fidanzamento, Thea invita infatti Jashan a casa sua nel suo
piccolo paese di campagna in Norvegia. Ma le radici indiane di lui
e le tradizioni norvegesi della famiglia di lei trasformeranno il
tutto in uno scontro di culture destinato a creare caos. Quello che
doveva essere per tutti un Natale come al solito si trasformerà in
un periodo festivo tanto tumultuoso quanto commovente.
Durante
il Post Credit Podcast
di BroBible, all’attore è stato chiesto se pensava
che la nuova serie Daredevil avrebbe fatto parte della nuova
etichetta Marvel Spotlight. Lo scopo dell’etichetta, che includerà
anche la prossima serie Echo,
è quello di evidenziare storie più radicate incentrate sui
personaggi invece che sulla continuità complessiva del
Marvel Cinematic Universe.
“Certamente”, ha
affermato
Vincent D’Onofrio. “Questa è la mia opinione,
immagino che lo sarebbe. Nessuno ha detto: “Ehi, lo
sapevi?” Questo sta accadendo” – nessuno lo
ha detto. Ma ha lo stesso tono e la stessa sensazione [di
Echo]. L’attenzione che i grandi capi le stanno dando è
straordinaria e Charlie [Cox] e io siamo semplicemente stupiti di
quanto tengano a questa serie. Non riesco a immaginare che
venga trattato meno”.
A ottobre, è stato riferito
che Daredevil: Born
Againstava subendo un
“significativo riavvio creativo” dopo
l’interruzione della produzione dovuta agli scioperi WGA e
SAG-AFTRA. Gli sceneggiatori principali Chris Ord e
Matt Corman sono
stati rimossi
dal progetto insieme ai registi della serie, mentre alcune
scene ed episodi che erano già finiti verranno mantenuti con
l’aggiunta di ulteriori elementi serializzati.
La nuova serie Daredevil:
Born Again
Daredevil:
Born Again è descritto come un revival di 18 episodi
della serie Netflix originale, andata in onda per tre
stagioni. Vedrà il ritorno delle star principali Charlie Cox e
Vincent D’Onofrio mentre riprendono i rispettivi ruoli
di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin.
Entrambi i personaggi hanno fatto il loro debutto nel
Marvel Cinematic Universe nel 2021, con Kingpin
come guest star nella serie Disney+Hawkeye e
Matt Murdock che è apparso brevemente in Spider-Man:
No Way Home. Cox ha anche recentemente recitato
in due episodi di She-Hulk:
Attorney at Law, dove ha avuto modo di mostrare un
nuovo lato dell’eroe.
Jon Bernthal tornerà nei panni di Frank
Castle/The Punisher. E’ molto probabile che non vedremo nulla della
serie fino al Comic-Con del prossimo anno, anche se abbiamo la
sensazione vedremo molte foto dal set di New York che ci permetterò
di avere piccole anteprime della serie! Cox è chiaramente impegnato
a interpretare un nuovo Daredevil per
l’MCU e, se si devono credere alle voci recenti,
potrebbe andare direttamente da Born
Again a Spider-Man
4.Daredevil:
Born Again debutterà su Disney+ nel 2024.
Alberi addobbati, palline colorate,
luci scintillanti. Fuoco scoppiettante, cioccolata calda o tisana
fumante. Candele accese. In poche parole: Natale.
Il periodo della festa comandata più attesa e sentita dell’anno è
ufficialmente cominciato, e le piattaforme streaming sono subito
corse ai ripari per aggiornare i loro cataloghi con novità da
consumare proprio in questo mese di dicembre. Netflix è una di queste, e oltre
alle vecchie uscite, propone anche nuovi prodotti – tra film e serie – con cui
coccolarsi in attesa della Vigilia, per sentire ancora di più le
vibrazioni natalizie. Ma quali sono le migliori serie da
guardare? Ecco tutti gli show dalle christmas vibes da non
lasciarsi sfuggire.
Virgin River 5 – Parte 2
Il Natale a Virgin River non è mai stato così luminoso e
accogliente. Nella piccola cittadina di montagna fittizia della
California, Mel e Jack si preparano a vivere le feste per la prima
volta con la famiglia di entrambi. Il matrimonio è alle porte, e
quale modo migliore per riunirsi se non, appunto, la Vigilia?
Intanto, nei boschi di Virgin River i cittadini si stanno
adoperando per realizzare il loro perfetto albero di Natale, in una
gara “all’ultima pallina” in cui il vincitore vedrà la sua
creazione ricevere un premio speciale. Per chi conosce la serie
targata Netflix, ideata da Sue Tenney e adattata dai
romanzi di Robyn Carr, sa quanto Virgin River abbia
l’atmosfera ideale per immergersi nel clima delle feste. Fra
scenografie e paesaggi mozzafiato, pieni di luci, alberi e cottage
incantati, Virgin River 5 – Parte 2 è
lo show adatto da gustarsi in un pomeriggio di Natale con le
candele accese e la coperta addosso.
Julestorm – La tempesta di
Natale
Dall’impianto di un tipico film
natalizio arriva anche Julestorm – La tempesta di Natale,
nuova serie Netflix approdatta da poco in
piattaforma. Divisa in sei episodi e di produzione norvegese, lo
show è diretto da Per-Olav Sorensen, e si incentra
su un gruppo di persone che, a causa di una tempesta, sono
costrette a rimanere nell’aeroporto di Oslo proprio nel giorno
della Vigilia di Natale. Cosa succederà? Come convivranno degli
sconosciuti insieme? Se la situazione risulta frustrante, e ogni
personaggio deve fare i conti con un evento imprevisto a cui non
può porre rimedio, sarà lo spirito e la magia del Natale a mettere
lo zampino per ristabilire un equilibrio che sembra essersi
smarrito.
Tre giorni di Natale
Il Natale significa una cosa in
particolare: il calore della famiglia e la propria casa. È il
momento in cui si possono vivere al meglio i propri cari, anche
perché il vero senso della festività è celebrare proprio il tempo
con loro. Ma cosa succede se diventa il pretesto per far affiorare
segreti, confronti e parole taciute negli anni? Questo è il focus
della miniserie Netflix Tre giorni a
Natale, composta da soli tre episodi e ideata e
diretta da Pau Freixas. La storia si incentra su
quattro sorelle, le quali festeggiano il Natale nella loro casa di
famiglia in tre momenti diversi, i quali rappresentano tre fasi
fondamentali della loro vita: adolescenza, età adulta e vecchiaia.
Ognuna di loro ha però una visione diversa delle cose, e guarda
alla vita attraverso la propria prospettiva. Questo, però, può
scatenare situazioni imprevedibili.
Torno per Natale
Questioni di famiglia sono al centro
anche di un’altra miniserie Netflix di tre
episodi: Torno per Natale. Lo show, che ha debuttato
nell’oramai lontano 2020, è una produzione tedesca e ha come
protagonista l’attore/comico Luke Mockridge. La
storia si incentra su un aspirante musicista, Bastian, il quale
tira a campare lavorando in un call center mentre tenta di
realizzare il suo sogno. Nel frattempo, ha anche un dolore non
ancora assopito da affrontare: la rottura con la sua fidanzata.
Intanto, le vacanze di Natale si avvicinano, e il nostro
protagonista si appresta a passare le feste con i suoi genitori. Ma
una volta arrivato lì, le cose non vanno come se le aspettava:
scopre infatti che a condividere il Natale con loro sarà anche il
fratello Niklas, con la sua nuova ragazza, Fine, ossia l’ex ragazza
di Bastian. A quel punto, la situazione si riscalda. Come ha potuto
il fratello fargli un torto così grande? Ma si sa: il Natale sa
aggiustare tutto.
Natale con uno sconosciuto
Il Natale non è solo fatto di
condivisione e convivialità, o di famiglia e affetti, ma anche di
conti con se stessi. Il momento in cui, inevitabilmente, si tirano
le somme e si riflette sulla propria vita. E se magari sono proprio
i tuoi parenti a indurti certe riflessioni, è ancora peggio.
Soprattutto se insistono sul fatto che sei single e che invece alla
tua “veneranda” età (trent’anni) non hai ancora un fidanzato con
cui poi progettare un futuro. Ciò però vuol dire solo una cosa:
correre ai ripari. Ed è quello che fa Johanne, la quale ad un certo
punto decide di rimboccarsi le maniche e tentare di trovare un
ragazzo prima della Vigilia. Il problema, però, è che ha solo 24
giorni. Ce la farà? Questa è la storia di Natale con uno
sconosciuto, serie comedy norvegese sbarcata
sulla piattaforma Netflix nel 2019, che si consuma
in sole due stagioni. Frizzante, simpatico, coinvolgente, è il
perfetto show leggero che adempie al suo compito: strappare un
sorriso.
Odio il Natale
Odio il Natale è una delle serie natalizie migliori
targate Netflix. Adattamento italiano di
Natale con uno sconosciuto, segue la protagonista, Gianna,
un’esuberante e vivace Pilar Fogliati, nella sua ricerca
di un fidanzato da portare a casa alla Vigilia. La trama si può
dire molto simile alla sua versione originale, ma è la
protagonista, o meglio l’attrice che la interpreta, a fare la
differenza. Fogliati, come diciamo nella nostra recensione sia
della prima che della
seconda stagione, conduce con abilità ed elasticità recitativa
una narrazione serrata, che cede il fianco al divertimento puro e
leggero, senza mai risultare stonata o posticcia. Odio il
Natale è una serie che mira a far ridere, prima di ogni cosa,
ma al contempo riesce a far riflettere sui problemi esistenziali –
ma anche sociali – che vivono i giovani al giorno d’oggi. Costretti
a tenere botta alle continue pressioni sia esterne che interne. La
serie ideale da gustarsi vicino al caminetto, in compagnia magari
degli amici con cui condividere gli stessi disagi di Gianna.
Lena
Dunhame suo marito
Luis Felber hanno co-creato una serie di commedie
romantiche intitolata Too Much per Netflix. Megan
Stalter e Will Sharpe saranno i
protagonisti.
Too Much segue Jessica
(Stalter), una stacanovista newyorkese sulla trentina che si sta
riprendendo da una relazione finita male che pensava sarebbe durata
per sempre e che la sta ora isolando dal mondo che la circonda.
Quando ogni isolato di New York le racconta il suo passato, l’unica
soluzione è accettare un lavoro a Londra, dove intende vivere una
vita di solitudine come una sorella Brontë. Ma quando incontra
Felix (Sharpe) – che è proprio Hugh Grant in “Notting
Hill” ma più il compagno di stanza ubriaco
Spike – scopre che il loro insolito legame è impossibile da
ignorare, anche se crea più problemi di quanti ne risolva. Ora
devono chiedersi: Americani e inglesi parlano davvero la stessa
lingua? La serie è una commedia sentimentale per ex-patrioti
disillusi che si chiedono se il vero amore sia ancora possibile, ma
sperano sinceramente che lo sia.
Secondo le descrizioni ufficiali
dei personaggi, “Se aveste incontrato Jessica dieci anni fa,
sareste stati accecati dalla sua luce interiore – ma la vita l’ha
portata a fare un viaggio a piedi, quando lei pensava di fare solo
una corsetta. Felix stravolge tutte le sue aspettative, ma si
scopre che fidarsi di qualcuno fa più paura che non fidarsi di
nessuno. Felix è un tipo di 35 anni molto diverso: si comporta come
un eterno diciottenne, si veste come un elfo punk, scappa il più
velocemente possibile da un trauma a cui non sa dare un nome, va a
letto con tutte le donne che restano nel bar oltre l’orario di
chiusura e si sveglia chiedendosi perché non può godersi una notte
da solo. Nato nel Regno Unito e cresciuto tra i collegi inglesi e
la sua famiglia allargata in Giappone, non si sente né qui né là.
Fare musica è la sua unica consolazione, una musica che nessuno
ascolta“.
Lena Dunham scrive
e dirige Too Much, che avrà le musiche originali
di Felber. Dunham e Felber sono produttori
esecutivi insieme a Tim Bevan, Eric Fellner, Michael Cohen,
Surian Fletcher-Jones e Bruce Eric Kaplan, mentre
Camilla Bray è produttrice. La serie di 10 episodi
proviene dalla Working Title Television degli
Universal International Studios e dalla Good Thing
Going della Lena Dunham.
Too Much sarà la
prima serie creata dalla Dunham dopo “Camping“, andata in
onda sulla HBO per una stagione nel 2018.
Lena Dunhamè nota soprattutto come creatrice e
protagonista di “Girls” della HBO, andata in onda
per sei stagioni dal 2012 al 2017. Nel 2022, Dunham ha scritto e
diretto i film “Sharp Stick” e “Catherine
Called Birdy“.
Anche se risulta
piuttosto complesso tenerlo a mente, bisogna comunque costantemente
ricordare che il nuovo Il colore
viola, diretto
da BlitzBazawule, non è un secondo
adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Alice
Walker, ma la versione per il grande schermo del musical
che ha ottenuto enorme successo a Broadway negli anni precedenti.
Di conseguenza anche l’accostamento con il film di Steven Spielberg uscito nel 1985 potrebbe
essere fuorviante, anche se onestamente quasi impossibile da
evitare.
La sceneggiatura scritta
da Marcus Gardley proietta storia, ambientazione
e soprattutto i rapporti
tra i personaggi in un universo cinematografico aggiornato,
decisamente più vicino e consono ai gusti del pubblico
contemporaneo. Se alcune tematiche vengono rese maggiormente
esplicite – in particolar modo la storia d’amore tra la
protagonista Celie (Fantasia
Barrino) e la cantante Shug Avery (Taraji P.
Henson), altre invece rimangono in secondo piano. Una
scelta comprensibile visto il tipo di prodotto realizzato e gli
spettatori di riferimento. Condivisibile invece? Questo è un altro
discorso…
Le due anime di Il colore viola
Vedendo Il
colore viola risulta immediatamente evidente come il
talento visivo del regista Blitz Bazawule venga
espresso in maniera molto più compiuta nei momenti musicali che in
quelli narrativi. Quando gli attori in scena ballano e cantano il
suo film possiede una forza quasi prorompente, in alcuni momenti il
coinvolgimento emotivo è impossibile da negare. Nelle sequenze
rimanenti al contrario la messa in scena risulta piuttosto
accademica, con una certa retorica che spunta in momenti non sempre
opportuni. Il colore viola si sviluppa quindi come un
lungometraggio chiaramente spezzato in due, con una delle sue due
“anime” che funziona molto meglio dell’altra.
Ed è a questo punto che
risulta davvero molto difficile non accostare questa nuova versione
a quella di Spielberg, la quale possedeva una fluidità di
narrazione – anche per immagini – di fattura elevata. Appare chiaro
e condivisibile il fatto che Gardley e Bazawule non abbiano voluto
ricalcare le orme tanto ingombranti del cineasta due volte premio
Oscar per la regia, anche perché quando non possono esimersi dal
farlo ecco che la differenza di peso specifico del film si fa
sentire eccome: nella sequenza in cui Celie rade la barba di Mister
(Colman Domingo) l’odierno Il colore
viola non riesce a restituire un decimo della potenza emotiva
della scena che vedeva protagonisti Whoopi Goldberg e Danny
Glover.
Lo stesso vale per il
momento forse più importante dell’intera storia, ovvero la
“nascita” della nuova Celie e la maledizione nei confronti
dell’uomo che l’ha sfruttata per decenni. Ultima annotazione prima
di finirla con i paragoni: perché gli autori del musical hanno
deciso di cambiare totalmente il tono della scena della
riappacificazione tra Shug e suo padre, che tra l’altro nel film
del 1985 era uno straordinario momento musicale?
Gli attori non riescono a risollevare le sorti del film
Nel passare a commentare
la prova del cast scriviamo subito che vale lo stesso discorso
fatto poche righe qui sopra per il film: Fantasia
Barrino, Taraji P.
Henson, Corey Hawkins e il resto
degli attori sono efficaci, in alcune scene addirittura notevoli
quando si tratta di mettere in scena il musical vero e proprio. Per
il resto invece non riescono a sollevare i propri personaggi dalla
ricerca eccessivamente esplicita del tono melodrammatico,
sviluppato poi dentro una confezione talvolta fin troppo elegante a
livello visivo. Unica eccezione una Danielle
Brooks coriacea e grintosa, la quale regala alla sua Sofia
almeno un paio di sequenze che sanciscono la statura e la presenza
scenica dell’attrice.
Nonostante si tratti di
un film lungometraggio visivamente ineccepibile, che contiene
almeno un paio di sequenze di intensità emozionale, Il colore
viola non riesce veramente a trovare un equilibrio funzionale
tra musical e melodramma, finendo per possedere due “anime” che non
sanno fondersi con pienezza. Rimane senza dubbio un film con alcuni
pregi indiscutibili, escluso quello della coerenza
cinematgorafica.
Santocielo! Ma
Santocielo per davvero. Quante volte si è usata
questa esclamazione? Parecchie, per definire lo stupore, lo
sbigottimento, persino la felicità. Un’espressione multiuso,
potremmo dire, adatta a qualsiasi circostanza, e che diventa il
titolo – quanto più calzante – del nuovo film di Ficarra
e Picone. Prodotto da Attilio De Razza per Tramp
Limited in collaborazione con Medusa Film,
Santocielo è una pellicola natalizia –
mai stata più in tema – diretta da Francesco Amato e scritta dallo
stesso regista insieme al duo comico Valentino Picone e Salvo
Ficarra, con Davide Lantieri e Fabrizio Testini. Dopo aver portato
sugli schermi nel 2019 una prima commedia ambientata nel periodo
della Natività, Il primo
Natale, Ficarra e Picone decidono ancora di esplorare il
concetto di fede, religione e festività in chiave più moderna e
inedita, allargando al contempo gli orizzonti tematici per parlarci
di qualcosa che ci tocca molto da vicino. Ricorrendo a
quell’umorismo dissacrante su cui si fonda la loro arte.
Santocielo arriva nelle sale
italiane dal 14 dicembre ed è distribuito da Medusa.
Santocielo, la trama
C’è un gran scompiglio in Paradiso.
In un’aula che sembra quella del Senato, Dio discute con tutti gli
angeli del destino dell’uomo. Le cose, sulla Terra, non vanno
affatto bene. Troppe guerre, fanatismo, avidità. Per non parlare
del cambiamento climatico. L’umanità ha davvero toccato il fondo, e
sembra non avere più alcuna speranza. L’unica strada percorribile è
il diluvio universale. Dio, però, ha dimenticato che oramai nei
cieli vige la democrazia, e qualcuno inizia a pensare a
un’alternativa: mandare un nuovo Messia. Dopo averli messi ai voti,
la decisione pare essere presa: un angelo dovrà scendere fra gli
uomini e fare l’annunciazione. Nessuno, però, vuole farsi carico di
questo importante compito, tantomeno l’arcangelo Gabriele. E così a
farsi avanti è Aristide (Picone), un angelo che crede di sapere il
fatto suo ma che in realtà non conosce né l’animo umano né
tantomeno se stesso. Ma lui è deciso, anche perché Dio gli ha
promesso un avanzamento di carriera e l’angelo, che ama il canto,
sogna di far parte del coro dell’Altissimo. Ma una volta arrivato
sulla Terra le cose non vanno come previsto e per sbaglio Aristide
ingravida un uomo, un certo Nicola Balistreri (Ficarra). Questi,
fra l’altro, è un professore bigotto, che lavora in un liceo
cattolico e vive stretto nella morsa del giudizio altrui. Per
Nicola è importante ciò che le persone pensano, ma soprattutto è
fondamentale fare bella figura con la Preside della scuola, che è
una suora, arrivando a mentire anche sul suo matrimonio oramai
finito perché certe cose, la Chiesa, non le accetta proprio.
Trascinato però dagli eventi, farà squadra con Aristide, nella
speranza di uscire dai guai senza fare troppi danni.
Distruggere i pregiudizi
C’erano tante idee che bollivano in
pentola per Ficarra e Picone. Idee che hanno trovato una strada e
preso una forma grazie all’aiuto del regista Amato, da cui è poi
nata una commedia dal retrogusto amaro, ma che si mostra con una
grande tenerezza. Come gli stessi protagonisti ci fanno capire,
Santocielo è un film che vuole
confrontarsi con il suo pubblico su più tematiche, attualissime, in
maniera chiara e leggibile, senza fare la morale a nessuno. Una fra
queste è la religione, come dicevamo, e il mal uso che se ne fa,
anche a causa di alcune imposizioni della Chiesa, poiché spesso
legata a doppio giro con i pregiudizi, questi
ultimi pilastro portante dell’intera storia. Da sempre la religione
– in tal caso quella cristiana – è vista come una dottrina dominata
da regole imprescindibili, quando in realtà, ci dicono Ficarra e
Picone, serve solo per creare un legame astratto con quel qualcosa
che va oltre la nostra stessa comprensione, di cui abbiamo bisogno
semplicemente per saperci meno soli in un mondo in cui sentirsi
persi e incompresi è una condizione quotidiana.
Perché questo è, in sostanza, il
concetto di fede (ed è qui che il film si fa puramente natalizio),
e di cui Santocielo ci parla usando come
canale preferenziale Suor Luisa, secondo la quale pregare è
un’azione che serve a far star bene noi soltanto, a prescindere se
“lassù” qualcuno ci ascolta o esaudisce le nostre richieste. Come
ci dimostra il film, è stato proprio l’uomo, poi, con il suo
bigottismo – incarnato in Nicola in primis – ad averla utilizzata
come mezzo per stigmatizzare ciò che non è – per lui –
convenzionale. Il modo migliore per mostrarci quanto sia sbagliato
giudicare gli altri, i quali usano spesso come attenuante la
religione e le “leggi della Chiesa”, è quello di far diventare
qualcosa di impossibile, possibile. Come un uomo incinto (Nicola
per l’appunto), che solo facendo sua l’esperienza più alta, intima,
e piena d’amore che possa esserci, la gravidanza, capisce che ci
sono cose che vanno al di là di quello che gli altri ci vogliono
imporre come principio indiscutibile; e al di là di qualsiasi
visione esterna deformata.
Una commedia intelligente
Ficarra e Picone diventano
perciò provocatori nelle loro battute, e in tutte quelle
situazioni improbabili o equivoche che rappresentano, raccontandoci
attraverso di esse il mondo di oggi, le sue contraddizioni e
storture, trovando nell’ironia dissacrante un modo sempre
intelligente – ma comunque tagliente – per fare critica sociale.
Beneficiando di molte analogie con la nascita di Gesù, il duo di
comici ci dice con semplicità, evitando di cadere in scene verbose
o stucchevoli, quanto spesso ci facciamo influenzare dal
pregiudizio altrui, e quanto plasmiamo i nostri comportamenti e il
nostro modo di ragionare in base a ciò che pensano gli altri, come
appunto avviene con Nicola. Il quale, però, grazie alla
dimostrazione del vero amore, che sperimenta con il figlio che ha
in grembo, con la vicinanza di un amico quale Aristide e con gli
abitanti di un paesello che invece di accusarlo e deriderlo come
fanno quelli di città, lo accolgono e proteggono, riuscirà ad avere
una visione molto più “sana e pura” della vita.
Capendo che è solo avendo il
coraggio di lasciarsi andare, rompendo le barriere mentali, che si
possono scoprire – e capire – gli altri, ma soprattutto se stessi.
Santocielo, perciò, diventa una commedia significativa per i tempi
che corrono oggi, in cui non si accettano ancora le coppie gay
(Aristide e Nicola sono mal visti pur non essendo davvero una
coppia), i divorzi, la libertà d’espressione e la parità
dei sessi. In particolare quest’ultima è quanto più
importante, estremizzata sì dalla gravidanza di un uomo, ma che
come dice lo stesso Amato“è un argomento
molto “sentito” in un’epoca in cui agli uomini finalmente viene
chiesto di assumere responsabilità sulla famiglia che non siano
solo di sostentamento, ma anche e soprattutto di ordine
affettivo.”
C’è ancora domani continua ad incantare il pubblico
italiano, continuando ad attirare tanti spettatori nei cinema e
raggiungendo degli incassi record! Ad oggi la pellicola è la
seconda campione d’incassi nel 2023 in Italia, dopo
Barbie. Con i suoi 29 milioni e mezzo di incassi
totali C’è ancora domani supera anche
Oppenheimer di Christopher Nolan. Nel fine
settimana appena concluso, settimo dall’uscita nelle sale il 26
ottobre, il dramma diretto da Paola Cortellesi
incassa €375.999, mantenendo il primo posto nella classifica box
office.
Al secondo posto ritroviamo
Prendi il
volo, film di animazione che racconta le avventure di
una famiglia di germani. Il cartone incassa nel week end
€350.619 ed in totale supera il milione e mezzo di euro dal suo
arrivo nei cinema.
Terzo classificato è
Un colpo di fortuna (coup de chance), cinquantesima
pellicola scritta e diretta dal noto regista
Woody Allen, presentato al festival del cinema di Venezia fuori
concorso. Al suo primo fine settimana nelle sale il film incassa
€279.333 a fronte di un totale che già supera il milione di euro
dall’uscita il 6 dicembre.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente
Napoleon, dramma storico diretto da
Ridley Scott, e
Cento domeniche, pellicola italiana diretta da
Antonio
Albanese. Napoleon raggiunge un incasso di €270.283 a fronte di
un totale di 7 milioni di euro dal suo arrivo nei cinema il 23
novembre. Cento domeniche invece incassa €113.522 nel week end e
supera il milione e mezzo in totale. Sesto classificato è
Improvvisamente a Natale mi sposo, pellicola natalizia
con Diego Abatantuono, con un incasso di €78.547.
Al settimo ed ottavo posto si
stabiliscono
Hunger Games- la ballata dell’usignolo e del serpente,
prequel della serie cinematografica Hunger games, e
La guerra dei nonni, commedia italiana con Vincenzo
Salemme. Hunger games raggiunge un incasso di €77.065 a fronte di
un totale di quasi 5 milioni e mezzo di euro, mentre La guerra dei
nonni guadagna €74.212.
Ultimi due film nella classifica box
office sono rispettivamente
Diabolik- chi sei? e Palazzina
Laf. Diabolik incassa €53.408 mentre Palazzina
Laf raggiunge un guadagno di €52.740.
Nel corso degli anni sono numerosi i
film della DC Comics affermatisi come autentici
gioielli cinematografici. Per ogni storia straordinaria adattata su
personaggi come Il Cavaliere Oscuro, Superman o V per Vendetta, ci sono però anche una moltitudine di
film che non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi,
affermandosi dunque come titoli di scarso valore. Per un marchio
che realizza ormai adattamenti cinematografici da diversi decenni,
non tutti i film erano destinati a essere un successo agli occhi
dei fan. Letterboxd e la sua comunità, in quanto piattaforma di
riferimento per gli appassionati di cinema dei giorni nostri,
riflettono ora proprio su questo, indicando quelli che sono dunque
i peggiori film della DC.
Sequel del film originale di
successo del 2017, Wonder Woman 1984 continua la storia di Diana Prince
che si trova coinvolta in una battaglia globale contro Maxwell Lord
(interpretato da Pedro Pascal).
Lord è armato di un misterioso cristallo magico che gli permette di
esaudire i desideri, che presto scatena un panico di proporzioni
globali in cui i desideri di tutti creano solo più caos. Spetta a
Diana porre fine alla follia di Lord, anche a costo di rinunciare
al proprio desiderio. Soprattutto se paragonato alla storia più
solida e filosofica del film originale di Wonder Woman, i
fan non sono riusciti a entrare in sintonia con il tono più comico
e non serio del sequel. Il film è stato inoltre caratterizzato da
diverse decisioni discutibili riguardanti la trama e i personaggi.
Pur essendo lontano dall’essere il peggior film del
DC
Extended Universe agli occhi di
Letterboxd, il film è comunque molto lontano dal
suo innovativo predecessore.
Supergirl (1984)
– Valutazione media: 2.0/5
Spinoff del classico ciclo di film
di Superman di Christopher Reeve, Supergirl segue la
storia della cugina dell’uomo di acciaio, Kara, che arriva sulla
Terra dopo aver perso una potente sfera, che intende dunque
recuperare. Mentre si trova sulla Terra, Kara affronta una malvagia
strega e prenderà esempio da suo cugino diventando un’altra
protettrice della Terra e del suo popolo. Supergirl cerca
di recuperare la stessa magia ed energia dei film originali di
Superman, ma non riesce a
dare al suo personaggio principale il rispetto e l’autorità
riservati a Clark Kent, essendo più incentrati sullo status e sulla
bellezza di Supergirl che sulle sue imprese eroiche e sui
suoi punti di forza. Si spera che il personaggio riceva finalmente
la giustizia che gli spetta sul grande schermo con l’imminente film
Supergirl: Woman of
Tomorrow.
Suicide Squad (2016)
– Valutazione media: 2.0/5
Suicide Squad vede una squadra di supercattivi
incarcerati che sono costretti a lavorare per il governo degli
Stati Uniti. Ogni membro della squadra ha un chip esplosivo
impiantato nel cranio e viene dunque costretto a svolgere missioni
segrete ad alto rischio in cambio di una riduzione della pena
detentiva. La prima missione del gruppo è allora quella di
sconfiggere l’Incantatrice. Un compito, questo, che può essere
portato a termine solo da una squadra di cattivi violenti e
spietati, il che rende i membri della Suicide Squad perfetti per il lavoro.
Grazie alla produzione disordinata e ai cambiamenti dell’ultimo
secondo in reazione all’accoglienza negativa di Batman v Superman e a quella positiva di Guardiani della Galassia, Suicide Squad ha
finito con il perdere la propria identità, diventando un prodotto
finale che non è piaciuto quasi a nessuno.
Justice League (2017)
– Valutazione media: 1.9/5
Primo grande film di squadra e
culmine del DC Extended Universe, Justice League vede Bruce Wayne e Diana Prince riunire
una squadra di metaumani per affrontare una nuova e catastrofica
minaccia, Steppenwolf. Tuttavia, la squadra si trova ad affrontare
un compito difficile, in quanto sta ancora metabolizzando la
perdita di Superman e deve imparare a lavorare insieme in modo
coeso. Come nel caso di molti altri film del DC Extended
Universe, Justice League ha dovuto affrontare
diversi problemi dietro le quinte, che hanno causato continue
modifiche e cambiamenti durante la produzione. Il film ha dunque
finito per essere un pasticcio di reshoots e riscritture che andava
completamente contro i film precedenti della serie.
Batman e Robin (1997)
– Valutazione media: 1.8/5
Uno dei più odiati e famigerati film
di supereroi mai usciti, Batman e Robin vede il dinamico
duo unirsi alla nuova recluta Batgirl per affrontare un trio di
nuovi nemici. La potente squadra composta da Mr. Freeze
(interpretato da Arnold Schwarzenegger), Poison Ivy
(interpretata da Uma Thurman) e Bane (interpretato da
Jeep Swenson) si rivela una minaccia pericolosa e
potente. Diventa allora difficile per la squadra affrontare i
cattivi tutti insieme, mentre Freeze inizia il suo piano per
mettere l’intera città sotto ghiaccio e Poison Ivy inizia ad
accentuare la frattura tra Batman e Robin. Più che un semplice
sequel deludente, Batman e Robin ha raggiunto uno status
leggendario nel corso degli anni come il primo esempio di
fallimento monumentale di un film di supereroi.
Jonah Hex (2010)
– Valutazione media: 1.8/5
Film standalone basato su uno dei
personaggi minori dell’universo DC, Jonah Hex è un
supereroe western che segue il suo protagonista venire incaricato
dal Presidente Ulysses Grant di rintracciare il terrorista Quentin
Turnbull. Oltre a potersi assicurare la libertà portando a termine
l’incarico, Jonah può ottenere una bella vendetta eliminando
Turnbull, l’uomo che gli ha ucciso moglie e figlio. Il film
tuttavia non è riuscito a proporre un’adattamento convincento del
personaggio e delle sue avventure, finendo così per essere
schiacciato dagli altri cinecomic usciti in quell’anno. L’unica
eredità che il film ha ottenuto è dunque quella di essere
considerato uno dei peggiori film tratti da fumetti degli anni
2010.
Superman IV (1987)
– Valutazione media: 1.7/5
Ultima interpretazione di Christopher
Reeve dell’iconico uomo d’acciaio, Superman IV:
The Quest for Peace vede Superman alla guida di una crociata
per liberare il mondo dalle armi nucleari durante un’ostile corsa
agli armamenti globale. La situazione diventa molto più difficile
dopo la creazione da parte di Lex Luthor del
terrificante Uomo Nucleare, creato da una ciocca di capelli di
Superman per distruggere Superman una volta per tutte. La lotta tra
Superman e l’Uomo Nucleare va ben presto al di là di una normale
vicenda di cattivi e si estende a tutta la Terra e allo spazio. Il
film è anche caratterizzato da una grafica estremamente scadente
rispetto ai film precedenti, che lo fa sembrare più un’imitazione a
buon mercato che un vero e proprio sequel.
Steel (1997)
– Valutazione media: 1.7/5
Con Shaquille
O’Neal nel ruolo di protagonista, Steel segue la storia di
John Henry Irons, che assume il personaggio supereroe Steel,
intenzionato a farsi giustizia da solo quando una serie di
pericolose armi si diffondono in città. Indossando un’armatura
tecnologicamente avanzata e brandendo un potente martello
elettrico, Steel inizia a muovere guerra ai criminali del suo
quartiere, riuscendo a vincere le battaglie che la polizia non è in
grado di portare a termine. Il film ha un’eredità e un impatto
molto limitati, se non quello di essere considerato uno dei
peggiori adattamenti di supereroi dai fumetti allo schermo di tutti
i tempi.
Lanterna Verde (2011)
– Valutazione media: 1.5/5
Un film di supereroi così
notoriamente brutto da essere diventato una barzelletta per il
protagonista del film è Lanterna Verde, che segue Hal Jordan mentre viene
reclutato per unirsi a una potente squadra di guerrieri
intergalattici nota come Corpo delle Lanterne Verdi. Jordan ottiene
dunque una nuova serie di poteri dal suo anello di Lanterna Verde e
viene incaricato di sconfiggere un nuovo potente nemico chiamato
Parallax, che minaccia di distruggere l’equilibrio del potere
nell’Universo e sulla Terra. Lanterna Verde presenta
tutte le caratteristiche tipiche di un film di supereroi scadente
dei primi anni 2010, con una scrittura pigra, una scarsa
trasposizione dei personaggi iconici e una CGI penosamente al di
sotto della media. Soprattutto per un personaggio con una storia
così ricca e potente come quella di Lanterna Verde, il film
rende un pessimo servizio al personaggio nel suo complesso.
Catwoman (2004) –
Valutazione media: 1.4/5
Il fondo del barile assoluto per
quanto riguarda la vasta filmografia della DC è Catwoman,
che prende l’amata e iconica antieroina e la spoglia di tutti gli
aspetti positivi che aveva. Le molte decisioni sconcertanti e
confuse che circondano Catwoman trasformano quello che dovrebbe
essere un adattamento semplice e senza pretese di un personaggio
iconico in un esilarante film d’azione “so-bad-it’s-good“.
La trama goffa e insensata del film, unita agli effetti visivi
incredibilmente datati e a decisioni di montaggio assurde,
scatenano risate involontarie dall’inizio alla fine. La cosa
migliore del film, ironia della sorte, non ha nulla a che fare con
il film stesso, ma piuttosto con lo strano effetto positivo che il
film ha avuto sulla sua attrice principale, Halle Berry.
Arriva inaspettata nella categoria
Miglior film in lingua non inglese la nomination ai Golden
Globes 2024Matteo Garrone per Io
Capitano, il film che ha presentato al Festival di
Venezia e che riporta l’Italia Oltreoceano.
Il film, che ha vinto diversi
riconoscimenti nel corso del suo percorso festivaliero, è anche il
film italiano candidato ad entrare nella cinquina degli Oscar 2024
per il miglior film in lingua non inglese. Per quello che riguarda
invece le effettive possibilità di vittoria di Garrone ai
Golden Globes 2024, sarà davvero difficile battere
la concorrenza formata da
Anatomia di una caduta (vero favorito),
Fallen Leaves,
Past Lives,
La società della Neve e La
Zona di Interesse, ma è bello per l’Italia
esserci.
Io Capitano – il film
Io
Capitano racconta il viaggio avventuroso di due
giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere
l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del
deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli
del mare.
La stagione dei premi è
ufficialmente iniziata a Hollywood, con l’annuncio delle nomination
ai Golden Globe 2024. Cedric “The
Entertainer” e Wilmer Valderrama hanno
letto i nomi del candidati in un live streaming sul canale della
CBS, che ha acquisito i diritti di trasmissione della trasmissione
di quest’anno, in onda il 7 gennaio su CBS e in streaming su
Paramount+.
Arrivano ovviamente dal circuito dei
Festival dell’anno appena trascorso i film con il maggior numero di
nomination, quale
Killers of the Flower Moon,
Anatomia di una caduta,
Past Lives e Povere
Creature, oltre ovviamente a Barbie
e Oppenheimer
che oltre alle varie nomination prestigiose, occupano anche un
posto nella categoria nuova di zecca dedicata ai blockbuster. Nella
categoria Miglior film in lingua non inglese c’è anche l’Italia,
con Matteo Garrone e il suo Io
Capitano.
“Barbie”
— “What Was I Made For?” by Billie Eilish and Finneas
“Barbie”
— “Dance the Night” by Caroline Ailin, Dua Lipa, Mark Ronson and
Andrew Wyatt
“She Came to Me” — “Addicted to Romance” by Bruce
Springsteen and Patti Scialfa
“The
Super Mario Bros. Movie” — “Peaches” by Jack Black,
Aaron Horvath, Michael Jelenic, Eric Osmond, and John Spiker
“Barbie”
— “I’m Just Ken” by Mark Ronson, Andrew Wyatt
“Rustin”
— “Road to Freedom” by Lenny Kravitz
Da quando nel 2014 ha vinto l’Oscar
come miglior attrice non protagonista per
12 Years a Slave (regia di Steve McQueen), Lupita Nyong’o è diventata una delle attrici
internazionali di più alto profilo, ispirando pubblico e critica
cinematografica.
“Lupita Nyong’o incarna ciò che
amiamo del cinema: l’approccio versatile a diversi progetti,
l’attrattiva per diversi gruppi di destinatari e allo stesso tempo
una coerenza che è chiaramente visibile nei suoi ruoli, per quanto
diversi possano essere. Siamo felici e orgogliosi che abbia
accettato il nostro invito a essere il Presidente della Giuria
della 74a Berlinale“, affermano i direttori della Berlinale
Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian.
“Sono profondamente onorata di
essere stata nominata Presidente della Giuria Internazionale del
Festival di Berlino. Non vedo l’ora di celebrare e riconoscere
l’eccezionale lavoro dei registi di tutto il mondo“, ha
dichiarato Lupita Nyong’o.
Figlia di genitori kenioti, è nata
a Città del Messico ed è cresciuta in Kenya. Lupita Nyong’o ha studiato cinema e teatro
all’Hampshire College (USA) e inizialmente ha lavorato in diverse
produzioni cinematografiche negli Stati Uniti. Tornata in Kenya,
nel 2009 ha prodotto il suo primo film In My Genes, che ha anche
diretto e scritto. Dopo ulteriori studi alla Yale School of Drama,
ha iniziato la sua carriera di attrice e ha festeggiato il suo
successo con 12 anni schiavo. Oltre all’Oscar, ha ricevuto lo
Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award, l’Independent
Spirit Award e il NAACP Image Award.
Tra gli altri suoi successi
cinematografici ricordiamo We, Little Monsters, Queen of Katwe,
Star Wars: Il risveglio della forza e il thriller The 355, e presto
avrà un ruolo nello spin-off del franchise horror A
Quiet Place: Day One. Oltre alla sua carriera
cinematografica, Lupita Nyong’o è attiva anche sul palcoscenico di
Broadway e ha scritto il libro per bambini “Sulwe” nel 2020, che è
stato nella lista dei best seller del New York Times.
In occasione della nuova uscita in
sala di Funny Games (leggi
la nostra recensione) di Michael
Haneke del 1997, ecco una clip in esclusiva del film
riportato nelle sale da I Wonder Pictures dall’11 dicembre.
Torna nelle sale italiane FUNNY GAMES,
il nuovo titolo di I WONDER CLASSICS, la divisione di I
Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore.
Il film, diretto da Michael Haneke (La pianista, Il nastro
bianco) e presentato al Festival di Cannes nel 1997, è un thriller
crudo e affascinante che presenta una potente riflessione
sull’impatto della violenza nei media. È uno dei lavori più
radicali di Haneke su questo tema: l’occhio del regista non mitiga
alcuna scena, sfidando l’innocenza dello spettatore e
costringendolo a prendere posizione su quanto accade nel film.
Michael Haneke, nato a Monaco di Baviera nel 1942, ha
vinto il Grand Prix della Giuria al festival di Cannes nel 2001 con
La pianista. La sua trilogia composta da Il settimo
continente (1989), Benny’s video (1992) e 71
frammenti di una cronologia del caso (1994) descrive le
conseguenze della violenza dei media. FUNNY GAMES ne
è il completamento e il superamento: un’analisi straniante del
genere thriller che non lascerà indifferente nessuno spettatore. A
dieci anni dall’uscita, nel 2007, Michael Haneke ha diretto il
remake americano a cui hanno preso parte Naomi Watts, Tim Roth,
Brad
Pitt e Brady Corbet.
Ma poi ha aggiunto con un sorriso
sornione: “Prima voglio vederlo nel ‘Gladiatore‘“.
Paul Mescal, che non ha potuto partecipare
alla proiezione di sabato perché attualmente sta girando il sequel
del “Gladiatore” a Malta, è stato il favorito dei
fan per raccogliere l’eredità del franchise di James Bond dopo la
partenza di Daniel Craig.
Andrew Scott dice che Mescal gli ha inviato delle foto
dal set del “Gladiatore“.
“Sarà incredibile“, ha detto Scott. “È così eccitante.
Ho visto delle immagini che faranno la gioia di tutto il
mondo“.
Paul Mescal, che ha ricevuto una nomination
all’Oscar per il suo lavoro in “Aftersun”
del 2022, è il protagonista del seguito del film di Ridley Ridley nel ruolo di Lucius Verus. Il
cast comprende anche Denzel Washington,
Pedro Pascal e Connie Nielsen.
In
Gli Estranei (All of Us Strangers”), Scott e Mescal
interpretano dei vicini di casa la cui intensa storia d’amore porta
il personaggio di Scott a intraprendere un viaggio emotivo per
affrontare la morte dei suoi genitori (Claire Foy e Jamie
Bell).
L’intesa tra Scott e Mescal è stata
immediata. “Ci conoscevamo già da un po’, il giusto“, ha
detto Scott. “Volevamo avere quel freestyle. Volevamo quella
sensazione sexy che si prova quando le persone che non si conoscono
e che gradualmente, man mano che la storia va avanti, diventano più
a loro agio l’uno con l’altro… Ed entrambi ammiriamo molto il
lavoro dell’altro, quindi è stato davvero molto facile“.
Deadpool
3 si preannuncia come il più grande film della
Saga del Multiverso fino ad oggi, con questo
trequel che probabilmente getterà le basi per i prossimi film degli
Avengers.
La lista dei camei vociferati
sembra infinita e di recente abbiamo appreso che Dafne Keen dovrebbe fare un’apparizione nei
panni di X-23. Se così fosse, l’attrice – che ora ha 18
anni – vestirà quasi certamente i panni di X-23, potenzialmente nella sua uniforme di
X-Force o come Wolverine
femminile del MCU.
Ora, lo scooper @CanWeGetToast
sostiene che anche il figlio di Logan,
Daken, dovrebbe fare la sua comparsa in Deadpool
3. Non si sa chi interpreterà il personaggio, ma
sarebbe un ruolo divertente per qualsiasi attore, anche se per
pochi minuti.
Anche se dovremo aspettare per
vedere se le voci si confermeranno vere, è ormai chiaro che i
Marvel Studios stanno facendo un tuffo profondo nell’universo degli
X-Men per l’atteso team-up tra tra il
mercenario chiacchierone e Wolverine.
Daken, il cui vero nome è
Akihiro, è apparso per la prima volta in
Wolverine: Origins #10 del 2007. Daken è il figlio di
Wolverine e di sua moglie Itsu e possiede
molte delle abilità del padre, tra cui un fattore di guarigione,
artigli retrattili (anche se i suoi artigli si estendono dai polsi,
non dalle nocche) e sensi potenziati.
Daken ha un rapporto complicato e
conflittuale con Wolverine e si è alternato tra l’essere un
antagonista e un antieroe. Manipolatore, astuto e moralmente
ambiguo, Daken ha fatto parte di diverse squadre, tra cui i
Vendicatori Oscuri.
Chi c’è in Deadpool
3?
Deadpool
3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Nonostante sia stata acclamata da
molti fan come uno dei punti di forza di The
Flash, non sembra che Sasha Calle rimarrà nel ruolo di
Supergirl nel DCU di
James Gunn e Peter Safran.
L’attrice si è detta interessata a
riprendere il ruolo, ma dato che
James Gunn e Peter Safran hanno sostanzialmente
riavviato (a parte una manciata di personaggi) l’intero franchise,
la scelta di una nuova Supergirl era molto
probabile.
Sappiamo che il film
Supergirl: Woman of Tomorrow è nelle prime fasi di
sviluppo presso i Warner Bros. /DC Studios, ma secondo l’insider
Daniel Richtman, Kara farà il suo debutto in
Superman:
Legacy di
James Gunn. Il casting sarebbe attualmente in corso,
il che ovviamente significa che Calle non tornerà a indossare il
mantello.
Secondo quanto riferito, DC
Studios sta cercando attrici bianche per interpretare Supergirl,
suggerendo che vedremo una versione di Kara Danvers con
gli occhi azzurri e i capelli biondi più in linea con la sua
controparte dei fumetti.
Si dice che la fascia di età
desiderata sia compresa tra 18 e 25 anni, anche se è preferibile
qualcuno più giovane (Calle ha 28 anni). Per quanto riguarda
il suo ruolo in Superman:
Legacy, è destinato solo ad essere
un cameo e il casting non sarà finalizzato finché
Supergirl: Woman of Tomorrownon troverà
un regista. Se la notizia è esatta, Superman:
Legacy si preannuncia davvero un film ricco di
colpi di scena.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela
Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e
Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas
Hoult sarà Lex Luthor, Skyler Gisondo
Jimmy Olsen e Sara Sampaio Eve Teschmacher.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Qualche mese fa, si è diffusa in
rete una voce secondo cui la Lucasfilm stava
prendendo in considerazione l’idea di sviluppare la quarta
stagione dei The
Mandalorian come qualcosa pensato per il grande
schermo, e oggi sembra che la notizia fosse vera.
Nonostante l’indiscrezione fosse
stata inizialmente considerata non vera, Jeff
Sneider di The Hot Mic ha appreso che la prossima stagione
della serie Disney+Star Wars
potrebbe diventare ora un lungometraggio.
Precedenti rapporti hanno indicato
che il film incentrato su Rey e interpretato da
Daisy Ridley sarebbe stato il prossimo film di
Star
Wars ad arrivare nelle sale, ma la fonte molto
attendibile Jeff Sneide ha l’impressione che in
realtà non sarà così perché pare che invece si tratterà di The
Mandalorian.
“Un paio di mesi fa ho smentito
questa notizia, ovvero che c’erano voci che la quarta stagione di
The Mandalorian potesse essere trasformata in un film“, ha
detto Jeff Sneider.
“Credo che all’epoca non
pensassi che fosse necessariamente così. Tuttavia, ora è quello che
sto iniziando a sentire. Che le probabilità sono a favore del
progetto, qualunque sia la quarta stagione di The Mandalorian,
chiunque ne faccia parte, qualunque sia la forma che prenderà,
sembra che potrebbe essere il prossimo film di Star Wars e che
potrebbe essere annunciato prima della fine dell’anno“.
The
Mandalorian è stato un grande successo per il servizio
di streaming Disney+, e anche se gli spettatori sono
diminuiti dopo la prima stagione, portare lo show sul grande
schermo sarebbe uno sviluppo piuttosto sorprendente. Pedro Pascal tornerebbe (presumibilmente) nei
panni di Din Djarin, nonostante un
recente rumor sostenesse che non sarebbe stato presente sul set
per girare le scene della quarta stagione.
Come probabilmente saprete se siete
fan della serie, il personaggio di Pedro Pascal indossa un casco per la maggior
parte del suo tempo sullo schermo. L’attore di Game
of Thrones si è smascherato una volta nella prima
stagione e due volte nella seconda, ma ha tenuto il volto coperto
in tutti gli episodi della terza stagione. Nel corso di
un’intervista rilasciata a Variety all’inizio di
quest’anno, Pedro Pascal ha ammesso che la terza stagione
è stata per lui “soprattutto un lavoro da doppiatore“.
“Lo show mi è stato presentato
come The Mandalorian e tutta la sua identità visiva. A quel punto,
c’era così tanta esperienza per tutti coloro che erano coinvolti in
termini di creazione di questo personaggio, che è stato in grado di
diventare per lo più un lavoro da doppiatore per la terza
stagione“. Se tutto ciò si rivelerà esatto, diremo che ci sono
buone probabilità di vedere il volto di Mando nel film!
Recentemente, il co-presidente dei
DC Studios e regista di Superman:
Legacy,
James Gunn, ha rivelato che i fan appassionati della
DC Comics, che inseguono tutte le speculazioni sull’imminente
riavvio dell’Universo Cinematografico, non dovrebbero credere a
nessuna di queste voce almeno fino a quando le sceneggiature non
saranno complete.
Ora, nuove informazioni rivelate
direttamente da James Gunn [via Threads] hanno confermato che
i team creativi che guidano lo sviluppo della maggior parte della
serie televisiva annunciata dai DC Studios sono
già stati ingaggiati e stanno già lavorando.
Christal Henry
(serie TV Watchmen) e Jeremy Carver
(Doom Patrol) saranno gli showrunner di Waller,
mentre James Gunn stesso sarà al timone di
Creature Commandos e tornerà a
supervisionare la seconda stagione di Peacemaker.
A parte una marea di voci non
verificate, non si sa molto altro sugli altri show rimanenti,
Lanterns,
Booster Gold o Paradise
Lost, ma sembra che probabilmente abbiano già i loro
team creativi assegnato e un annuncio ufficiale potrebbe essere
imminente.
Una versione molto diversa dello
show televisivo dei Lanterns
era in cantiere con il precedente regime, ma la serie è stata
rielaborata da quando sono subentrati Gunn e Safran. Ad esempio,
invece di concentrarsi su Guy Gardner e Alan Scott, la
serie sarà ora incentrata su John Stewart e Hal
Jordan.
Durante il video di annuncio di
Gods and Monster: Chapter 1, James Gunn ha descritto la serie Lanterns come
“uno show televisivo su base terrestre che è quasi come True
Detective con una coppia di Lanterne Verdi, che sono come dei
poliziotti spaziali, che sorvegliano la Terra di Precint.
[Scoprono un mistero terrificante che si collega alla storia
più ampia del DCU“. Ci sono state molte voci su questo
progetto in particolare, ma non molto è stato confermato.
Nello stesso video, James Gunn ha descritto Paradise
Lost come “Game of Thrones ma con tutti gli abitanti
dell’Isola Paradiso“. Si dice che la serie sia ispirata a
Wonder Woman Historia: The Amazons di Kelly Sue DeConnick
e Phil Jimenez.
James Gunn ha poi descritto la serie TV di
Booster Gold come incentrata su “uno degli eroi di
culto più popolari dei fumetti… è un perdente del futuro che usa la
tecnologia del futuro per tornare nel presente e diventare un
supereroe per farsi amare dalla gente”.
Nuova serie francese di genere
crime, Pax Massilia (anche nota come
Blood Coast) è uno dei titoli più visti
del momento sulla piattaforma Netflix. Composta da sei episodi
con la regia di Olivier Marchal e Ivan
Fegyveres, si tratta di un titolo che porta lo spettatore
nel sottobosco della criminalità francese, tra grandi signori della
droga, avidi criminali in cerca di potere e forze dell’ordine
corrotte. Nella serie, infatti, mentre un feroce spacciatore cerca
di dominare su Marsiglia, un capitano di polizia ribelle e la sua
temeraria squadra accolgono una nuova recluta con un piano per
fermare la nuova ondata di criminalità. Naturalmente non tutto è
come sembra ed ecco perché per alcuni elementi può essere
necessaria una spiegazione.
All’inizio di Pax Massilia,
il signore della droga Ali Saidi viene mostrato
vivere lontano, a Dubai, a causa dei suoi vasti affari, mentre il
traffico di droga a Marsiglia è gestito principalmente da suo
nipote Kamel e da altri membri della famiglia.
Tuttavia, la situazione cambia molto rapidamente quando la famiglia
si scontra con l’ostilità di entrambe le parti. Se da un lato il
loro commercio di droga viene colpito dalla nuova partita di droga
in città, che guadagna facilmente popolarità, dall’altro i membri
della famiglia Saidi vengono presi di mira direttamente e uccisi
uno dopo l’altro, e anche Kamel viene presto spazzato via. La
persona dietro questi attacchi diretti ed economici è
Franck Murillo stesso, che si rivela essere ancora
vivo.
Murillo è convinto che il suo
giovane figlio sia stato ucciso da Ali Saidi a causa della loro
rivalità negli affari criminali, ed è per vendicarsi che Murillo è
tornato a Marsiglia. Insieme a Murillo c’è un altro uomo di nome
Tarek Hamadi, conosciuto più popolarmente come
l’Indiano, ed è Hamadi che ha prodotto questa nuova partita di
droga. Mentre Murillo intende spazzare via la famiglia Saidi,
Hamadi è più interessato a sottrarre completamente il business
della droga alla famiglia. Quando dunque i suoi parenti vengono
uccisi uno dopo l’altro, Ali Saidi torna in Francia da Dubai e si
mette alla ricerca di chi lo sta provocando.
In qualche modo lo aiuta anche
l’agente di polizia Lyes, visto che i due erano
stati molto amici durante l’infanzia. Poiché Lyes e Ali provengono
entrambi da famiglie di immigrati arabi, durante la giovinezza
erano molto legati tra loro, finché le loro vite non hanno preso
strade molto diverse. Anche oggi, tuttavia, Lyes viene talvolta
aiutato da Ali con informazioni, e quest’ultimo viene talvolta
avvertito o informato di raid o attacchi che potrebbero ostacolare
i suoi affari. Nonostante tutti in città siano a conoscenza degli
affari illegali di Ali e della sua impresa criminale, l’uomo non
può essere arrestato o fermato dalle autorità per mancanza di prove
e anche per la sua influenza e la sua rete.
Verso la fine della serie,
nell’assalto finale a Murillo,
Lyes e la sua squadra riescono infine ad
arrestarlo. In quel momento, Alice Vidal decide di
non ucciderlo per ciò che ha fatto a suo padre, ma di lasciare
invece che venga sottoposto a regolare processo. Con questa mossa,
Lyes e la sua squadra vengono accolti con un applauso, ma anche se
Lyes ottiene la vittoria e l’amore, non gode necessariamente di un
lieto fine. Miranda ha infatti trascorso l’intera
stagione a costruire un caso intorno ad Ali Saidi,
ma quest’ultimo alla fine è stato lasciato andare a causa di
un’evidente corruzione del procuratore distrettuale.
Così, al posto suo, Miranda si
limita ad arrestare Lyes per le sue passate attività
illegali.Proprio mentre la polizia arriva alla porta di casa di
Lyes per arrestarlo, però, lo schermo passa al nero subito dopo che
Lyes viene mostrato intento a sorridere. Sebbene sia implicito che
Lyes venga arrestato, il suo sorriso potrebbe anche significare che
in quel momento ha pensato di fuggire. Quindi, la seconda stagione
di Pax Massilia potrebbe essere incentrata su di lui che
vive come ricercato mentre cerca di catturare Ali Saidi e di
smascherare la corruzione che coinvolge il procuratore
distrettuale. Ma ad oggi non è ancora certo se ci sarà o meno una
seconda stagione.
Come si scopre nel finale della
serie, il figlio di Murillo è stato ucciso dall’Indiano.
Quest’ultimo non ha lasciato che Murillo lo scoprisse, ma alla fine
ha pagato comunque per le sue azioni morendo per mano di giovani
sicari. Viene poi rivelato che il figlio di Murillo è morto nel
fuoco incrociato quando qualcuno ha cercato di eliminare Ali Saidi.
Ma alla fine quel qualcuno si è rivelato essere proprio il braccio
destro di Murillo, l’Indiano. Egli voleva prendere il controllo
dell’operazione di Saidi, ma ha finito unicamente con l’uccidere il
figlio di Murillo. Ha dunque ottenuto sì ciò che voleva, ma ha poi
pagato per i suoi peccati quando i suoi scagnozzi più giovani lo
hanno ucciso per vendicarsi di ciò che aveva fatto a uno di loro
all’inizio della serie.
Successivamente ad uno scontro con
Murillo, in cui egli riesce a fuggire, Lyes può comunque dirsi
soddisfatto in quanto è riuscito a salvare Fanny e
Zoe. A quel punto decide di prendere parte ad un
test del DNA con la bambina, per sapere con certezza se è lui il
padre. Nel finale, una volta ricevuto il risultato, Lyes decide
però di non aprire la busta e di non leggere dunque ciò che essi
riportano. Il risultato non viene dunque svelato, anche se ci sono
forti probabilità che sia proprio Lyes il padre di Zoe. Il suo non
voler conoscere la verità potrebbe essere un modo per lasciare a
Fanny il compito di gestire la vita di Zoe, dato che lui è stato
assente dalla sua vita per tutto questo tempo, non sentendo dunque
il diritto di essere per lei un padre. I risultati del test del DNA
potrebbero comunque tornare centrali in un’eventuale seconda
stagione.
Neon ha
pubblicato una nuova clip dal film Ferrari(recensione),
che uscirà nelle sale cinematografiche a fine mese.La
clip vede i personaggi di
Adam Driver e Penelope Cruz litigare intensamente riguardo
alla morte del figlio, Alfredo “Dino” Ferrari.
Di cosa parla Ferrari?
“È l’estate del 1957″,
recita la sinossi ufficiale. “Dietro lo spettacolo della
Formula 1, l’ex pilota Enzo Ferrari è in crisi. La bancarotta
minaccia la fabbrica che lui e sua moglie Laura hanno costruito dal
nulla dieci anni prima. Il loro matrimonio instabile è stato scosso
dalla perdita del figlio Dino, avvenuta un anno prima. Ferrari
fatica a riconoscere il figlio Piero con Lina Lardi. Nel frattempo,
la passione dei suoi piloti per la vittoria li spinge al limite
quando si lanciano nell’insidiosa corsa di 1.000 miglia attraverso
l’Italia, la Mille Miglia“.
Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film, mentre
Penelope Cruz interpreta sua moglie Laura. Nel
film compaiono anche Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi,
Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian,
Gabriel Leone nel ruolo di Alfonso de Portago,
Jack O’Connell nel ruolo di Peter Collins,
Patrick Dempsey nel ruolo di Piero Trauffi e
Ben Collins nel ruolo di Stirling Moss.