Home Blog Pagina 430

Ridley Scott: 10 cose che non sai sul regista

Dagli anni Settanta ad oggi, Ridley Scott si è affermato come uno dei registi più innovativi e influenti dell’industria hollywoodiana. Con le sue opere Scott ha contribuito alla rivoluzione dei generi, dall’horror alla fantascienza, dal dramma al film storico, e molte delle sue pellicole sono diventate dei cult imprescindibili della storia del cinema. Ancora oggi Scott dimostra un’abilità invidiabile, nonché un energia e un amore sconfinato per la settima arte riscontrabili in ogni suo nuovo progetto.

Ecco 10 cose che non sai di Ridley Scott.

Ridley Scott: i suoi film da regista e produttore

1. Ha diretto lungometraggi particolarmente celebri. Scott debutta alla regia nel 1977 con il film I duellanti, per poi sconvolgere il mondo con il suo secondo lungometraggio: Alien (1979), con Sigourney Weaver. Realizza poi il cult fantascientifico Blade Runner (1982), con Harrison Ford. Negli anni seguenti realizza Legend (1985), Thelma & Louise (1991), 1492 – La conquista del paradiso (1992), Soldato Jane (1997) e Il Gladiatore (2000), con Russel Crowe. A partire dal nuovo millennio firma invece la regia di titoli come Black Hawk Down (2001), Le crociate (2005), Un’ottima annata (2006), American Gangster (2007), con Denzel Washington, Nessuna verità (2008), con Leonardo DiCaprio, Robin Hood (2010), Prometheus (2012), con Michael Fassbender, The Counselor (2013), Exodus – Dei e re (2014), Sopravvissuto – The Martian (2015), con Matt Damon, Alien: Covenant (2017) e Tutti i soldi del mondo (2017). Negli ultimi anni ha invece realizzato The Last Duel (2021), House of Gucci (2021) e Napoleon (2023). Nel 2024 sarà regista di Il gladiatore 2.

2. È un affermato produttore di cinema e televisione. Oltre ad aver prodotto molti dei suoi film, Scott si è distinto negli ultimi anni per aver ricoperto tale ruolo anche per altri noti progetti. Tra i titoli da lui sostenuti si annoverano Stoker (2013), Il fuoco della vendetta (2013), Italy in a Day (2014), Child 44 (2015), Zona d’ombra (2015), con Will Smith, Blade Runner 2049 (2017), con Ryan Gosling, Assassinio sull’Orient Express (2017), Assassinio sul Nilo (2022), Lo strangolatore di Boston (2023) e Assassinio a Venezia (2023). Per la televisione ha invece partecipato alla produzione di note serie come The Good Wife (2009-2016), I pilastri della terra (2010), L’uomo nell’alto castello (2015-2019), Taboo (2017), con Tom Hardy, The Terror (2018-in corso), Raised by Wolf (2020-2022) e Grandi speranze (2023)

Ridley Scott: chi è sua moglie

3. Si è sposato più volte. Nel corso della sua vita Scott ha avuto un totale di tre mogli. Con la prima, Felicity Heywood, è stato unito dal 1964 al 1975, e da lei ha avuto due figli. Nel 1979 sposa invece la produttrice Sandy Watson, da cui avrà la terza figlia. La coppia divorzia poi nel 1989. Dal 2000 è invece legato all’attrice Giannina Facio, che ha poi sposato nel 2015. Scott ha poi diretto l’attuale moglie in diversi dei suoi film, tra cui Il gladiatore.

Il gladiatore 2 film

Ridley Scott e suo fratello Tony

4. Aveva un fratello regista. Scott aveva un fratello minore, Tony, anch’egli noto regista. Aveva infatti diretto film di grande successo come Top Gun, Beverly Hills Cop II, Una vita al massimo e Nemico pubblico. Questi, tuttavia, è scomparso nel 2012, anno in cui si suicidò. Ridley raccontò soltanto due anni dopo che il fratello aveva dovuto affrontare una lunga battaglia contro un tumore, il quale lo aveva portato allo stremo. A lui dedicò i suoi film The Counselor ed Exodus – Dei e re.

Ridley Scott ha diretto Hannibal

5. Per il film è stato usato il finale che Scott aveva immaginato. Chiamato a dirigere nel 2001 il film Hannibal, sequel di Il silenzio degli innocenti, Scott si è trovato a dover lottare per poter far sì che il finale del film corrispondesse a come lo aveva immaginato lui. Secondo il direttore della fotografia John Mathieson, infatti, sono stati girati tre finali diversi. Incerti se il finale del romanzo di Thomas Harris, da cui è tratto il film, avrebbe funzionato, hanno girato tre versioni: una secondo quanto scritto da Harris, una secondo quanto voluto dal produttore Dino De Laurentiis e una secondo quanto voluto dal Scott. Alla fine è stato proprio il finale di quest’ultimo a prevalere.

Ridley Scott dirige Napoleon

6. Non ha badato all’accuratezza storica. Il nuovo progetto di Scott è il kolossal epico Napoleon, incentrato sulla vita di Napoleone Bonaparte, interpretato da Joaquin Phoenix. Il film ripercorre dunque le principali tappe dell’esistenza dell’imperatore francese, tanto nelle sue attività politiche e militari quanto in quelle private. Scott, tuttavia, non si è preoccupato di voler essere fedele a quanto si riporta di Napoleone e delle sue gesta, preferendo favorire la spettacolarità cinematografica. In risposta alle critiche sulle inesattezze storiche, Scott ha semplicemente risposto: “Fatevi una vita“, ma anche “Scusa, amico, eri lì? No? Beh, allora chiudi quella cavolo di bocca“.

Napoleon Joaquin Phoenix Vanessa Kirby

Ridley Scott: i suoi film di fantascienza da Alien a Prometheus

7. È celebre per i suoi film di fantascienza. Scott è uno di quei registi che nel corso della propria carriera si è sempre cimentato con generi diversi, passando con naturalezza dal kolossal epico al film di guerra, dal thriller al biopic. In particolare, però, egli è ricordato per alcuni film di fantascienza, affermatisi tra i migliori di questo genere. Il primo che ha diretto è Alien, del 1979, a cui ha poi fatto seguito nel 1982 Blade Runner. Da quel momento Scott si è poi dedicato ad altre tipologie di film, tornando però alla fantascienza nel 2012 proprio ricollegandosi alla saga di Alien con Prometheus, a cui ha poi fatto seguito nel 2017 Alien: Covenant. Del 2015 è invece Sopravvissuto – The Martian.

8. Voleva utilizzare particolari effetti speciali. Per dar vita allo Xenomorfo protagonista del film Alien, Scott desiderava ricorrere ad un animatronics, poiché riteneva che far indossare il costume da alieno ad un attore avrebbe reso meno credibile e spaventosa la creatura. La tecnologia dell’epoca, però, non era abbastanza all’avanguardia per ciò che aveva in mente. Tuttavia, quando gli fu presentato Bolaji Badejo, un uomo alto più di due metri e con lunghe ed esili braccia, capì che questi avrebbe potuto interpretare l’alieno senza ricordare le movenze di un umano, decidendo pertanto di affidargli la parte.

9. Blade Runner è  il film a cui è più legato. Nel 1982 Scott dirige il fantascientifico Blade Runner, film oggi divenuto vero e proprio cult, che ha contribuito a ridefinire il suo genere di riferimento. Recentemente, intervistato riguardo a tale pellicola, Scott ha dichiarato di considerarlo il suo film più personale e completo, contenente tutte le tematiche a lui più care. La versione a cui egli ovviamente si riferisce è quella denominata “Final Cut”, rappresentante al meglio la sua idea del film.

Ridley Scott e gli Oscar

10. Ha ricevuto diverse nomination ma non ha mai vinto. Scott è considerato uno dei più grandi registi di cinema a non aver mai vinto un Oscar. Egli vanta tre nomination come Miglior regista, ricevute per Thelma & Louise, Il gladiatore e Black Hawk Dawn. È poi stato nominato come produttore del Miglior film per Sopravvissuto – The Martian. Recentemente Scott ha però affermato di non essere poi troppo infastidito dal non aver mai vinto l’ambito premio, preferendo piuttosto concentrarsi sul realizzare buoni film.

Fonte: IMDb

The War – Il pianeta delle scimmie: guida agli Easter Eggs principali del film

Nel 2017, sotto la regia di Matt Reeves, arriva The War – Il pianeta delle scimmie, nono film del media franchise Il pianeta delle scimmie, e terzo film del reboot iniziato nel 2011 con L’alba del pianeta delle scimmie. L’originale del 1968, Il pianeta delle scimmie, è una delle pellicole più importanti del genere fantascientifico: al centro della storia c’è l’astronauta George Taylor, il quale precipita su un misterioso pianeta in cui le scimmie sono altamente evolute e gli esseri umani sono ridotti in schiavitù. Il film ottenne un grande successo sia di critica che di pubblico, a cui seguirono dei sequel, che conclusero l’origin saga nel 1973 con Anno 2670 – Ultimo atto. Nel 2011 arrivò, come dicevamo, il reboot, il quale si è concluso proprio con The War – Il pianeta delle scimmie, pellicola che presenta alcuni easter eggs interessanti, molti dei quali fanno riferimento alla serie originale. Scopriamo quali sono i principali.

Cornelius

Il pianeta delle scimmie

In The War – Il pianeta delle scimmie ritroviamo lo scimpanzè Cesare, il quale aveva guidato le scimmie evolute durante la guerra con gli umani sopravvissuti in Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie. Sappiamo che ha un figlio, il quale si chiama Cornelius. Il nome datogli non è però sconosciuto: infatti Cornelius è il gentile scimpanzé – nonché archeologo – presente nel film originale del 1968 Il pianeta delle scimmie, il quale insieme a Zira, una veterinaria nonché sua compagna, è l’unico a simpatizzare con la razza umana. Lo scimpanzé fa amicizia proprio con l’astronauta George Taylor, il protagonista, interpretato da Charlton Heston.

Nova

Il pianeta delle scimmie 1968

In The War – Il pianeta delle scimmie, ad un certo punto Cesare, insieme ai suoi compagni, si imbattono in un villaggio quasi abbandonato, dove incontrano per puro caso un uomo, che alla fine viene ucciso dallo scimpanzé. In quello stesso momento, in una casa disabitata, trovano una bambina, la quale non solo è malata ma è anche muta. La bambina si chiamerà Nova, altro nome che ci rimanda ancora una volta all’originale film del ’68. Nova – una donna muta, esattamente come lei – è la primitiva che incontra l’astronauta Taylor quando entrambi sono prigionieri delle scimmie e di cui, alla fine, si innamora.

Il virus

Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie film

The War – Il pianeta delle scimmie fa una rivelazione molto importante riguardante l’influenza Simian, un virus creato inizialmente per curare l’Alzheimer, e che era stato testato sulle scimmie fino a potenziarne l’intelligenza. Nel film viene svelato che tale virus – causa della decimazione dell’umanità – si è evoluto, e adesso è in grado di rendere gli esseri umani muti, veri e propri primitivi senza parola, perché innesca una regressione cerebrale. Una cosa accaduta già in precedenza a Nova, e che alla fine attacca anche il Colonnello McCullogh, lo stesso che aveva confessato a Cesare la trasmutazione del virus.

La bomba

L'alba del pianeta delle scimmie film

In The War – Il pianeta delle scimmie, il gruppo paramilitare si chiama Alpha-Omega, stesso nome che nel sequel del 1970, L’altra faccia del pianeta delle scimmie, indica il nome con cui viene chiamata una bomba atomica, la quale si palesa nel film quando a New York Brent (astronauta mandato alla ricerca della nave di Taylor, l’Icarus) scopre una società di uomini mutanti con poteri telepatici che venerano l’ordigno come divinità. Lo stesso che poi si capisce vogliono usare per sconfiggere le scimmie. In quell’occasione Brent – dopo essere stato catturato – incontra Taylor.

La lacrima di Cesare

The War - Il pianeta delle scimmie

La scena finale di The War – Il pianeta delle scimmie segna la morte di Cesare, che avviene fra le braccia della sua amata Maurice. Lo scimpanzè è stato ferito gravemente e, dopo aver condotto il suo popolo in salvo, spira, non prima di aver detto alla compagna che rimanendo unite le scimmie saranno sempre forti. Una lacrima gli scende lungo la guancia, e questo è un chiaro riferimento alla statua di una scimmia che fa la stessa cosa nell’inquadratura finale di Anno 2670 – Ultimo atto, quinto e ultimo episodio della saga originale de Il pianeta delle scimmie.

Donkey Kong

Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie

In The War – Il pianeta delle scimmie, le scimmie che si schierano con gli esseri umani sono soprannominate “Donkey”, mentre la fazione apposta, quella capitanata da Cesare, si chiama invece “Kong”. Anche questo diventa un palese riferimento al classico – nonché famoso – videogioco arcade Donkey Kong, sviluppato e prodotto da Nintendo e poi uscito nelle sale giochi nel 1981. Grazie a Donkey Kong – che nel videogame è un gorilla – c’è stato anche il debutto del celebre Mario.

Apocalypse Now

apocalypse-now

In The War – Il pianeta delle scimmie ci sono, infine, un paio di riferimenti ad Apocalypse Now, film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola e liberamente ispirato al famoso romanzo di Joseph Conrad, Cuore di tenebra. Il primo è relativo alla guerra, la quale comporta in entrambi i casi un’odissea per rintracciare un colonnello impazzito. La seconda, invece, è un gioco di parole presente all’interno della pellicola, “Ape-ocalypse Now”, che viene visto scarabocchiato su un muro.

Leo, spiegazione del finale del film d’animazione su Netflix

Leo è tra le recentissime proposte di Netflix nell’ambito dell’animazione. Il film, scritto da Adam Sandler, Robert Smigel e Paul Sad e diretto dallo stesso Smigle assieme a Robert Marianetti e David Wachtenheim, è stato lodato dalla critica internazionale per la sua gestione della comicità che lascia spazio anche a momenti di riflessione profonda, tanto per un pubblico di bambini-ragazzi quanto per gli adulti. Questa pellicola racconta la storia di Leo (Adam Sandler) e Squirtle (Bill Burr), tatuara che hanno vissuto tutta la loro vita in una classe di quinta elementare. Quando Leo viene a sapere che potrebbe avere solo un anno di vita, decide di scappare per vedere il mondo; tuttavia, il suo piano prende una piega inaspettata quando i bambini scoprono che sa parlare, e il tatuara inizia a dispensare consigli e lezioni di vita agli alunni.

Tutti i bambini iniziano a ottenere risultati eccellenti a scuola, il che rende fiera la loro supplente, la signora Malkin (Cecily Strong), finché questa non si rende conto che il merito non è suo, ma del piccolo tatuara. Così, decide di abbandonare Leo nelle Everglades, almeno finché l’intera classe non le fa cambiare idea e la esorta a salvarlo. Alla fine di Leo, la signora Malkin vince il titolo di insegnante dell’anno e porta Leo e Squirtle con sé nella sua nuova classe, ma la loro nuova sistemazione è davvero migliore rispetto alla classe di quinta elementare in cui hanno trascorso la loro vita finora? Scopriamolo in questa spiegazione del finale di Leo.

Perché Leo non è fuggito come previsto?

Inizialmente, Leo e Squirtle ci vengono presentati come felici di vivere nel loro piccolo terraio di una classe di quinta elementare, finché una sera, durante una riunione con i genitori, Leo sente uno dei papà dire che i tuatara vivono fino a circa 75 anni. Il nostro piccolo protagonista sa di essere nato nel 1949, ma non conosce l’addizione e la sottrazione perché ha vissuto tutta la vita nell’aula di quinta elementare, quindi solo quando incontra Cinnabon (Nick Swardson), il coniglietto dell’aula di seconda elementare, scopre di avere 74 anni, il che significa che, teoricamente, gli resta solo un anno da vivere. Questa stima cozza con il piano di Leo, che vuole vedere il mondo e fare nuove esperienze, dunque escogita un piano per fuggire.

La prima occasione per la fuga tanto desiderata da Leo si manifesta quando viene portato a casa da una studentessa di quinta, Summer (Sunny Sandler), non fosse che il tatuara si lascia scappare che sa parlare: invece di fuggire come aveva programmato, Leo dà a Summer dei consigli di vita su come interagire meglio con le altre persone e su come fare domande coinvolgenti durante le conversazioni con gli altri bambini. La bambina segue il suo consiglio il giorno dopo e ne trae immediatamente beneficio. Quando gli altri bambini iniziano a cercare l’aiuto di Leo, il tatuara è felice di tutta questa attenzione e apprezzamento che i bambini gli dimostrano, così smette di cercare di scappare.

Perché Squirtle ha smascherato Leo

Squirtle non aveva idea che Leo elargisse consigli a tutti i bambini, finché questi non iniziano a lasciare i loro telefoni nel terrario, per poter parlare con Leo di notte e nei fine settimana e Squirtle comincia a essere geloso. Inizialmente, è più arrabbiato per aver perso le attenzioni di Leo, ma quando va a casa con Anthony (Ethan Smigel) e cerca di interagire con lui come fa Leo, Anthony dice alla classe che “Squirtle fa schifo” e tutti concordano che Leo è “il migliore“.

Una sera, mentre Leo sta cercando di destreggiarsi tra le varie telefonate con i ragazzi, Squirtle trasmette una telefonata in diretta streaming a tutti gli altri bambini. Fino a quel momento, il tatuara aveva detto a tutti i bambini che erano gli unici con cui stava parlando, perché tecnicamente non avrebbe dovuto far sapere a nessuno di loro che gli animali potevano parlare. Ora, non solo sanno che può parlare, ma sanno anche che ha mentito a ciascuno di loro dicendo che avevano un rapporto esclusivo.

Perché la signora Malkin ha abbandonato Leo nelle Everglades

Leo, film NetflixSquirtle non era l’unico ad essere geloso di Leo. La signora Malkin era inizialmente soddisfatta dei progressi che gli studenti stavano facendo ed era molto orgogliosa degli elogi che stava ricevendo come insegnante, finché non ha sentito gli studenti attribuire a Leo il merito di ogni loro successo. La supplente decide dunque di portare il tatuara a casa sua, in modo che gli studenti non possano più consultarlo ma, come era sua abitudine con tutti gli studenti, Leo inizia a parlare con la signora Malkin dei suoi problemi, ricordandole il motivo per cui aveva iniziato a insegnare. Purtroppo, però, quando i genitori alla Fiera della Storia la elogiano e lei vince il premio di insegnante dell’anno, ha un altro ripensamento.

La signora Malkin sa che Leo era la vera ragione del successo dei ragazzi ma, ora che tutti pensano che sia stata lei a portare la classe a questo livello, riceve le lodi che ha sempre desiderato e non vuole che le cose cambino, così porta Leo alle Everglades e gli dice che i ragazzi hanno perso la Fiera della Storia e che la colpa è sua. Inoltre, gli dice che può vivere il suo sogno nelle Evergladessenza la possibilità di incontrare i bambini. O i loro genitori. O il preside. O i media“. Il motivo per cui lo porta lì è che nessuno parlerà mai con lui e scoprirà che tutti gli elogi che ha ricevuto sono in realtà merito del tatuara.

Naturalmente, dopo che Squirtle e il Drone rintracciano i bambini sull’autobus e Squirtle spiega che la supplente vuole accaparrarsi tutti i meriti, questa cambia di nuovo idea e confessa di aver portato Leo alle Everglades perché pensava che ottenere il riconoscimento dei genitori l’avrebbe resa felice. Nonostante il suo terzo ripensamento, l’allenatore Kimura (Jo Koy) non vuole cambiare rotta per andare alle Everglades, così la signora Malkin e i ragazzi cospirano per rubare l’autobus e andarci da soli per salvare Leo.

La nuova classe di Leo e Squirtle è peggio della quinta elementare?

Leo, una scena del film NetflixDa un lato, tutti ottengono ciò che vogliono alla fine del film Leo. La signora Malkin ottiene un posto di insegnante a tempo pieno in una nuova classe e i due tatuara si trasferiscono in una nuova aula; tuttavia, forse sarebbe stato meglio se fossero rimasti nella classe di quinta elementare. La loro nuova classe è composta da ragazzi più piccoli e scalmanati, che in ogni scena si comportano in modo rude con gli animali e con gli insegnanti. Leo e Squirtle erano preoccupati di farsi male quando i bambini di quinta li hanno portati a casa, e questo rischio è maggiore con i bambini più piccoli. Così, anche se sono entusiasti di poter finalmente imparare l’ABC, la loro vita potrebbe essere letteralmente a rischio.

Nella classe di quinta elementare, i due amici tatuara sono stati trattati bene dagli alunni, perché erano in grado di parlare e ragionare con loro ed erano decisamente più maturi. Nella loro nuova classe, la situazione sarà completamente diversa e potrebbe mettere a rischio Leo e Squirtle. L’aspetto più positivo alla fine di Leo è che la signora Malkin sa che possono parlare e si spera che si prenda cura di loro ma, considerando quante volte ha cambiato opinione nel corso del film, non c’è alcuna garanzia che si prenderà cura di loro. Lo scenario migliore per Leo e Squirtle sarebbe quello di essere trasferiti in una classe più grande il prima possibile!

Barbie 2: Margot Robbie risponde alle speculazioni sul sequel

0

Durante una recente intervista con AP, la candidata all’Oscar Margot Robbie ha parlato della possibilità di tornare per un eventuale film su Barbie 2, dopo il successo critico e commerciale dell’ultimo film di Greta Gerwig.

Penso che abbiamo messo tutto in questo film“, ha detto Margot Robbie. “Non ci piaceva costruirlo come una trilogia o qualcosa del genere. Greta ha messo tutto in questo film, quindi non riesco a immaginare quale sarà il prossimo“.

Inoltre, l’attrice che interpreta anche Harley Quinn ha anche spiegato il significato del successo al botteghino del film di Barbie.

Direi che la cosa più importante per me è che i film originali possono ancora avere un grande successo al botteghino”, ha detto. “Non deve essere per forza un sequel, un prequel o un remake. Può essere totalmente originale. Si può ancora disporre di un grande budget per farlo“.

Margot Robbie ha continuato: “E solo perché c’è una protagonista femminile non significa che non colpirà tutti e quattro i quadranti, che è, sapete, penso che un’idea sbagliata che molte persone hanno ancora. Quindi è davvero importante che Barbie sia andato bene. Per quanto sia bello, è anche molto importante che vada bene, in modo che anche in futuro le persone possano avere grandi idee originali e ricevere il budget necessario per realizzarle correttamente“.

Chi c’era nel film di Barbie?

Barbie è stato diretto da Greta Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di dollari, diventando così il film di maggior incasso del 2023.

Il film è interpretato da Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell, Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora. La colonna sonora originale è attualmente candidata a 11 Grammy, tra cui Record of the Year, Song of the Year e Best Song Written for Visual Media, con Ryan Gosling che ha ricevuto la sua prima nomination ai Grammy per “I’m Just Ken”.

Now You See Me 3: Jesse Eisenberg rivela la data di inizio delle riprese

0

Da quanto apprendiamo oggi Now You See Me 3, terzo capitolo del franchise Now You See Me che ancora in sviluppo e da quello che sembra pare sia anche in uno stato avanzato. Infatti uno degli attori del film, Jesse Eisenberg ha oggi rivelato i piani di produzione e l’inizio delle riprese.

Parlando con ComingSoon, a Eisenberg è stato chiesto se fosse interessato a Now You See Me 3, e l’attore ha risposto che la produzione dovrebbe iniziare il prossimo anno. Per quanto riguarda il suo ruolo di J. Daniels Atlas, Jesse Eisenberg ha descritto il personaggio come un necessario cambiamento di ritmo rispetto ad alcuni dei suoi ruoli più recenti.

Sì, sì, sì. Dovremmo farlo all’inizio del prossimo anno“, ha detto Eisenberg, prima di parlare delle differenze del suo personaggio in quel franchise rispetto a quello del suo prossimo film, Manodrome. “Non vedo l’ora. A differenza di un film come questo, in cui il mio personaggio prova una rabbia, un’ansia e una depressione così profonde, in quello il mio personaggio è così sicuro di sé, è un performer e un uomo di spettacolo ed è una boccata d’aria fresca, come attore, poter vivere anche in quel tipo di mondo“.

Cosa sappiamo di Now You See Me 3?

Jesse Eisenberg, Woody Harrelson e Morgan Freeman riprenderanno tutti i loro ruoli dai primi due film, mentre Ruben Fleischer di Venom è stato chiamato a dirigere. Michael Lesslie di Assassin’s Creed sta lavorando all’attuale bozza della sceneggiatura, mentre Alex Kurtzman e Bobby Cohen sono i produttori.

Diretto da Louis Leterrier, il film originale Now You See Me è uscito nelle sale statunitensi nel maggio 2013. Il film segue un gruppo di maghi – interpretati da Eisenberg, Harrelson, Isla Fisher e Dave Franco – che durante i loro spettacoli compiono rapine in banca e poi consegnano il denaro rubato al pubblico. Il film è interpretato anche da Mark Ruffalo, che veste i panni di un agente dell’FBI che cerca di consegnare i maghi alla giustizia, mentre Freeman interpreta un debunker della magia.

Now You See Me ha guadagnato 351,7 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 75 milioni di dollari. Ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica.

Un sequel, Now You See Me 2, è stato realizzato nel giugno 2016. Diretto da Jon M. Chu, il film ha riproposto nel cast Ruffalo, Harrelson, Franco, Freeman e Eisnenberg, mentre Lizzy Caplan e Daniel Radcliffe si sono uniti al cast. Il film ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, ma ha guadagnato 334 milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte di un budget stimato di 90-120 milioni di dollari.

Iman Vellani di The Marvels condivide la sua teoria su Kang in Avengers: Secret Wars

0

Da vera fangirl della Marvel, la star di The Marvels Iman Vellani ha condiviso la sua teoria sul ruolo di Kang il Conquistatore nell’attesissimo Avengers: Secret Wars. Parlando con New Rockstars, Iman Vellani ha proposto l’idea che il sesto film dei sui Vendicatori potrebbe presentare una variante “ultra-potente” di Kang, che potrebbe possedere sia i poteri dell’Uomo Molecola che del Beyonder.

Penso che avrebbe senso che Kang fosse una versione dell’Uomo Molecola, che esiste in ogni singolo universo, e che ci sono diverse varianti di lui“, ha detto Vellani. “L’abbiamo già visto. Quindi ha senso. Ma sento anche che potrebbe essere l’Uomo Molecola e Beyonder allo stesso tempo“.

 

Quando uscirà Avengers: Secret Wars?

Originariamente previsto per il 2025, Avengers: Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood. Dopo Avengers: The Kang Dynasty che debutterà nelle sale il 1° maggio 2026, Secret Wars arriverà nelle sale il 7 maggio 2027. Entrambi i film non hanno ancora un regista, dato che il regista di Shang-Chi Destin Daniel Cretton ha recentemente annunciato la sua uscita da Avengers 5.

Avengers: Secret Wars è il sesto capitolo della serie di film di successo Avengers. Dovrebbe concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic Universe e la Saga del Multiverso. I fan attendono da tempo la notizia di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove poi si scontrano su un pianeta chiamato Battleworld.

Star Wars: Ahsoka, Dave Filoni parla del futuro di Baylan Skoll

0

Al creatore di Star Wars: Ahsoka Dave Filoni, recentemente promosso a Chief Creative Officer di Lucasfilm, è stato chiesto se la storia di Baylan Skoll continuerà dopo l’improvvisa scomparsa di Ray Stevenson lo scorso 21 maggio.

Parlando con Vanity Fair, Dave Filoni ha ricordato com’è stato lavorare con Stevenson, rivelando che all’attore scomparso sarebbe piaciuto sapere quanto cose positive i fan hanno detto sul suo personaggio.

Ovviamente c’è una storia“, ha suggerito Dave Filoni. “A questo punto siamo in una fase di attesa. Ma sono contento che si parli di Ray e di quanto fosse grande. Avevo dei piccoli dibattiti con lui e gli dicevo: ‘Ray, sei tu il cattivo qui’. E lui rispondeva: “Non credo proprio”. Io gli dicevo: “So che non lo pensi, ma lo sei. Mi piace che tu faccia finta di niente”. Che è esattamente il modo in cui Baylan pensa. Penso che sarebbe stato al settimo cielo [per l’accoglienza dei fan]. Il grande rimpianto è che non abbia potuto sperimentarlo“.

Cosa sappiamo su Ahsoka?

Star Wars: Ahsoka è stata scritta e prodotta esecutivamente da Dave Filoni, conosciuto soprattutto per il suo lavoro sugli show animati di Star Wars The Clone Wars e Rebels, molto amati dai fan. Ambientata nella stessa linea temporale di The Mandalorian, la prima stagione è incentrata sulla ricerca della Jedi protagonista attraverso la galassia, mentre indaga su una minaccia emergente dopo la caduta dell’Impero.

Star Wars: Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson nel ruolo dell’ex Cavaliere Jedi, Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren, Mary Elizabeth Winstead nel ruolo di Hera Syndulla, Eman Esfandi nel ruolo di Ezra Bridger, Lars Mikkelsen nel ruolo del Grand’Ammiraglio Thrawn, Ivanna Sakhno nel ruolo di Shin Hati, Ray Stevenson nel ruolo di Baylan Skoll, Wes Chatham nel ruolo del Capitano Enoch, Diana Lee Inosanto nel ruolo di Morgan Elsbeth, David Tennant nel ruolo della voce di Huyang e altri ancora.

Sophia Di Martino spera di vedere Sylvie nei futuri film del MCU

0

Parlando con GamesRadar+, la star di LOKI Sophia Di Martino ha espresso il desiderio di continuare a interpretare Sylvie nei futuri progetti del Marvel Cinematic Universe. Spera che il viaggio del suo personaggio includa delle apparizioni nei film del MCU.

Voglio solo fare più Sylvie possibile“, ha detto la Di Martino. “Portare avanti la sua storia, vedere dove andrà a finire e vederla trovare la sua strada in alcuni film sarebbe super cool. Sì, sicuramente“.

Inoltre, l’attrice ha anche condiviso con quale personaggio del MCU vorrebbe che Sylvie interagisse, rivelando che le piacerebbe “avere una sfida tra streghe” contro l’Agatha Harkness di Kathryn Hahn. Quest’ultima sarà protagonista della sua serie Disney+ Agatha: Darkhold Diaries, che debutterà nel 2024.

Di cosa parla la seconda stagione di Loki?

“La seconda stagione riprende dopo lo scioccante finale di stagione, quando Loki si ritrova a combattere per l’anima della Time Variance Authority”, si legge nella sinossi. “Insieme a Mobius, al cacciatore B-15 e a una squadra di personaggi nuovi e di ritorno, Loki naviga in un Multiverso in continua espansione e sempre più pericoloso alla ricerca di Sylvie, del Giudice Renslayer, di Miss Minutes e della verità su cosa significhi possedere il libero arbitrio e uno scopo glorioso“.

La seconda stagione di LOKI è stata ideata dallo sceneggiatore e produttore esecutivo Eric Martin, mentre la regia è stata affidata a Justin Benson e Aaron Moorhead. La serie è interpretata anche da Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Wunmi Mosaku, Jonathan Majors, Ke Huy Quan, Rafael Casal, Kate Dickie e altri ancora.

Edgar Wright rivela parte dei suoi progetti originali per Ant-Man

0

Dopo oltre nove anni da quando Edgar Wright è uscito dal primo film di Ant-Man dei Marvel Studios, il regista britannico ha rivelato alcuni nuovi dettagli interessanti sulla sua visione originale per il film con protagonista Paul Rudd. Su Instagram, Wright ha risposto alla domanda di un fan sulla differenza tra la sua versione di Ant-Man e il film di Peyton Reed del 2015.

Il regista di L’Alba dei morti dementi ha descritto la sua sceneggiatura originale come un “film su una rapina criminale”, che avrebbe caratterizzato Scott Lang come un “vero criminale”. Wright in precedenza intendeva mostrare la trasformazione di Scott dal criminale di partenza all’eroe del finale.

Ant-Man: Rudd e Lilly stavano per abbandonare dopo l’addio di Edgar Wright

“Avendo firmato una NDA quando me ne sono andato, non c’è molto che posso dire”, ha scritto Wright. “Immagino che la differenza più grande nella nostra sceneggiatura fosse che era autonoma e non aveva cameo di altri personaggi del MCU (a parte un’anticipazione finale) ed era molto più un film su una rapina, con rapine intrecciate e rapine ovunque, un po’ come The Hot Rock di Donald Westlake. Penso che anche la differenza cruciale sia che (come nei fumetti originali) Scott Lang era un vero criminale all’inizio del film e non un bravo ragazzo al 100% già all’inizio della storia. Abbiamo pensato che sarebbe stato un arco di redenzione più soddisfacente se fosse passato da criminale a eroe. C’è molto altro da dire, ma non posso per motivi legali!”

Con il suo terso capitolo, Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la trilogia dedicata al personaggio non si è conclusa nel migliore dei modi. Il film ha incassato in tutto il mondo oltre 470 milioni di dollari a fronte di un budget dichiarato di 200 milioni di dollari. Le sue scarse prestazioni al botteghino hanno reso il film uno dei minori incassi dei Marvel Studios fino ad oggi.

Diretto da Peyton Reed su una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness , il film vede co-protagonisti anche Evangeline Lilly nel ruolo di Hope van Dyne/Wasp, Michael Douglas nel ruolo di Hank Pym, Michelle Pfeiffer nel ruolo di Janet Van Dyne, Jonathan Majors nel ruolo di Kang il Conquistatore, Kathryn Newton nel ruolo di Cassie Lang, Corey Stoll nel ruolo di Darren Cross / M.O.D.O.K., Bill Murray nel ruolo di Lord Krylar, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra e William Jackson Harper nel ruolo di Quaz.

Law & Order: Reid Scott nel cast della ventitreesima stagione

0

L’imminente ventitreesima stagione del dramma poliziesco Law & Order si arricchirà di un nuovo detective della polizia di New York. L’attore Reid Scott (The Marvelous Mrs. Maisel) si è unito al cast dello show della NBC come nuovo volto regular.

I dettagli sul personaggio del detective della polizia di New York, compreso il nome, non sono stati resi noti. L’attore si unirà allo show dopo che il detective Frank Cosgrove, interpretato da Jeffrey Donovan, ha lasciato la serie a causa di “divergenze creative“. Donovan è apparso nelle stagioni 21 e 22 di Law & Order.

Non è la prima volta che lo show subisce un cambiamento importante nel cast, soprattutto nel ruolo del detective. Prima che Donovan entrasse nella serie nel ruolo del detective Frank, Anthony Anderson aveva ripreso il ruolo del detective Kevin Bernard e se ne era andato dopo la 21a stagione. A lui è succeduto Mehcad Brooks nella stagione 22 nel ruolo di Jalen Shaw.Prodotta da Wolf Entertainment e Universal Television, la prossima 23ª stagione di Law & Order debutterà il 18 gennaio 2024.

Law & Order va ad aggiungersi all’impressionante portfolio televisivo di Reid Scott. Dopo aver recentemente recitato in The Marvelous Mrs. Maisel, l’attore è noto soprattutto per il ruolo di Dan Egan nella commedia politica Veep della HBO. Ha anche interpretato Bobby O’Neil nella sitcom della ABC It’s All Relative e Brando Dorff nella sitcom della TBS My Boys. Tra gli altri suoi lavori televisivi ricordiamo La vita segreta dell’adolescente americano, The Big C, Perché le donne uccidono e, più recentemente, American Horror Story: Delicate.

Per David Ayer: “James Gunn è l’uomo più coraggioso di Hollywood”

0

Il regista di Suicide Squad David Ayer ha difeso il co-CEO dei DC Studios James Gunn dai fan della DC su X, che stanno speculando sulla posizione di James Gunn sulla discussa director’s cut del film di supereroi del 2016. David Ayer ha espresso la sua eccitazione per Superman: Legacy di James Gunn, lodandolo anche per aver guidato uno dei franchise di supereroi più difficili.

Non vedo assolutamente l’ora di vedere il Superman di Gunn. Devo dire questo“, ha scritto Ayer. “Gunn è l’uomo più coraggioso di Hollywood in questi giorni. Sta prendendo il comando della nave più difficile da capitanare in questa industria“.

Chi ha partecipato alla realizzazione di Suicide Squad?

Basato sull’omonima squadra di antieroi della DC Comics, Suicide Squad è stato scritto e diretto da David Ayer. Il film è stato interpretato da Will Smith nel ruolo di Deadshot, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller, Joel Kinnaman nel ruolo di Rick Flag, Jai Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Jay Hernandez nel ruolo di El Diablo, Adewale Akinnuoye-Agbaje nel ruolo di Killer Croc, Cara Delevingne nel ruolo di Enchantress, Karen Fukuhara nel ruolo di Katana e Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn, che è diventata subito una delle più amate dai fan ed è ora uno dei personaggi DC più popolari. Nonostante abbia ricevuto recensioni per lo più negative, il film ha comunque incassato oltre 726 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Dopo il successo della campagna dei fan per l’uscita della Zack Snyder’s Justice League, alcuni fan della DC hanno iniziato a discutere della possibile uscita della versione di  David Ayer del film del 2016. Secondo Ayer, la sua versione era più cupa ed emotiva rispetto alla versione che abbiamo visto al cinema di Suicide Squad. La sua versione avrebbe visto anche un maggior coinvolgimento del Joker di Jared Leto.

SAG-AFTRA pubblica i nuovi termini contrattuali mentre si avvicina la scadenza per il voto di ratifica

0

SAG-AFTRA ha pubblicato il contratto completo di 128 pagine (che potete leggere qui) che l‘8 novembre scorso ha posto fine allo sciopero degli attori, mentre i leader sindacali esortano i membri a votare sì all’accordo entro la scadenza per la ratifica del 5 dicembre.

L’accordo provvisorio è stato siglato dopo uno sciopero di 118 giorni, che ha segnato l’interruzione del lavoro più lunga mai registrata dal sindacato e la prima da quando Jimmy Carter era alla Casa Bianca. L’accordo concluso dal presidente della SAG-AFTRA Fran Drescher e da Duncan Crabtree-Ireland, direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore, è stato ampiamente elogiato come rivoluzionario. Ma i termini relativi all’intelligenza artificiale generativa hanno dato vita a un certo dibattito, con alcuni membri di spicco che hanno promesso di bocciare il contratto perché, a loro avviso, le tutele a lungo termine dell’IA non sono sufficienti a proteggere i posti di lavoro.

Tuttavia, dopo il sacrificio di un lungo sciopero che ha coinciso in parte con lo sciopero di 148 giorni della Writers Guild of America, sembra davvero difficile che i membri del SAG-AFTRA rifiutino i termini del nuovo accordo. Drescher ha ripetutamente sottolineato i significativi guadagni finanziari e lavorativi ottenuti dopo lunghe ore al tavolo delle trattative con l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi.

“Questi contratti fruttano più di 1 miliardo di dollari in NUOVI finanziamenti per piani di compensazione e benefit (inclusi ulteriori 317,2 milioni di dollari per i piani di benefit). I contratti stabiliscono protezioni dalle IA lunghe e dettagliate che non esistevano prima e ci proteggono mentre affrontiamo la sfida di questa nuova tecnologia, equità nel reparto capelli e trucco, copertura di fondo significativamente aumentata, residui di streaming fuori misura, un nuovo fondo per il successo dello streaming e così via, ancora di più. Questi guadagni sono stati possibili solo grazie al vostro sacrificio, alla solidarietà e alla tenacia durante i 118 giorni di sciopero e sono assicurati se voterete per ratificare l’accordo”, ha scritto Crabtree-Ireland nella sua lettera di accompagnamento al mailing.

Se approvato, il Memorandum of Agreement del 2023 avrà validità dal 9 novembre 2023 al 30 giugno 2026. Il termine ultimo per esprimere un voto tramite cartolina o online è fissato alle 17:00 PT del 5 dicembre.

The Mandalorian: Katee Sackhoff commenta le voci sul ruolo di Bo-Katan nella quarta stagione

0

In una recente intervista con The Direct, la star di The Mandalorian Katee Sackhoff ha affrontato le recenti speculazioni dei fan sul fatto che Bo-Katan potrebbe diventare il nuovo protagonista dell’imminente quarta stagione della serie The Mandalorian basata sull’universo di Star Wars. La Sackhoff ha confermato che non ci sono state discussioni sul fatto che Bo-Katan possa prendere il posto di Pedro Pascal.

No. Penso che ci saranno sempre molte speculazioni in questo fandom“, ha detto. “Sai, penso che sia uno dei motivi per cui le persone amano così tanto questo fandom. E amano così tanto questo universo che molte volte permette un’ambiguità sufficiente a far sì che le persone interpretino le cose nel modo in cui vogliono interpretarle. E da questo deriva la possibilità di far trapelare molte informazioni errate, o semplicemente, sapete, un pensiero velleitario“.

Inoltre, l’attrice di Star Wars: Clone Wars ha rassicurato i fan che The Mandalorian rimarrà sempre “lo show di Din Djarin“. Le voci su Bo-Katan sono arrivate dopo che l’eroina preferita dai fan ha assunto un ruolo molto più importante nella terza stagione, che si è conclusa con l’unione di due fazioni di Mandaloriani per ricostruire il loro pianeta natale, Mandalore.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di The Mandalorian e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Di cosa parlava la terza stagione di The Mandalorian?

The Mandalorian è stato creato e prodotto da Jon Favreau. La terza stagione ha visto la partecipazione di Carl Weathers nel ruolo di Greef Karga, Amy Sedaris nel ruolo di Peli Motto, Emily Swallow nel ruolo di The Armorer, Giancarlo Esposito nel ruolo di Moff Gideon e altri ancora. L’ultima puntata ha visto anche la partecipazione di Ahmed Best, Jack Black, Lizzo e Christopher Lloyd.

I viaggi dei Mandalorian nella galassia di Star Wars continuano. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu”, si legge nella sinossi della terza stagione. “Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dalla sua storia oscura. Il Mandaloriano incrocerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme“.

The Mandalorian è stato ideato dai produttori esecutivi Dave Filoni, Kathleen Kennedy, Colin Wilson, Karen Gilchrist e Carrie Beck. Favreau è anche showrunner e uno dei registi. Le stagioni 1-3 sono ora disponibili in streaming su Disney+.

Nosferatu di Robert Eggers, primo sguardo a Nicholas Hoult: “Sarà un vero horror gotico”

0

Dopo la prima immagine del Nosferatu di Robert Eggers, la versione cartacea di Empire Magazine offre un primissimo sguardo al personaggio protagonista del film, Thomas Hutter, che è interpretato da Nicholas Hoult. Proprio lui si troverà faccia a faccia con il Conte Orlok, interpretato da Bill Skarsgård.

Anche se l’immagine non va molto oltre una raffigurazione dell’attore, vediamo un primo piano di Hoult nel ruolo del protagonista, mentre con sguardo allarmato guarda verso quello che immaginiamo sia Orlok, di quinta nell’immagine, fuori fuoco.

I dettagli della trama sul personaggio di Hoult rimangono per lo più nell’ombra. Il film originale del 1922 seguiva Hutter mentre incontrava il vampiro in veste di agente immobiliare in Transilvania, ricalcando il rapporto tra Jonathan Harker e Dracula nella storia di Bram Stoker. Hutter deve quindi cercare di respingere il conte Orlok dopo che il vampiro è diventato ossessionato da sua moglie Ellen, che sarà interpretata nel prossimo film da Lily-Rose Depp.

Parlando del genere di film che sta realizzando, Eggers ha dichiarato a Empire: “Sì, è un film spaventoso. È un film horror. È un film horror gotico, e penso che da tempo non ci sia un film gotico vecchia scuola che sia davvero spaventoso. E penso che la maggior parte del pubblico troverà che questo sia il caso.”

“Dirò che Bill [Skarsgård] si è completamente trasformato, temo che potrebbe non ottenere il credito che merita perché è semplicemente… non è lì”, ha aggiunto Eggers riguardo alla performance di Skarsgård. “Penso che la cosa principale sia che è un vampiro popolare. Secondo me assomiglia a un nobile morto della Transilvania, e in un modo che non abbiamo mai visto come sarebbe e come sarebbe vestito un vero nobile morto della Transilvania.”

Eggers ha anche specificato che il ruolo più importante del film sarà quello assegnato alla Ellen di Lily Rose-Depp: “È ancora più fedele alla storia di Ellen rispetto alle versioni precedenti. E Lily-Rose è assolutamente fenomenale”, ha detto.

Oltre al suddetto trio, Nosferatu avrà un cast corale composto da Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, Willem Dafoe e Ralph Inseon, che interpreteranno tutti personaggi reinventati del film del 1922. Eggers ha diretto Nosferatu da una sua sceneggiatura. Il film della Focus Features proviene da Regency Enterprises, Studio 8 e Maiden Voyage Pictures ed è prodotto da Eggers, Jeff Robinov e John Graham per Studio 8 e Chris Columbus ed Eleanor Columbus per Maiden Voyage. L’uscita di Nosferatu è prevista per il 2024.

Tomb Raider: la serie sarà scritta anche dalla sceneggiatrice di The Marvels

0

Non si sa ancora chi prenderà il posto di Angelina Jolie e Alicia Vikander nei panni della prossima Lara Croft, ma sembra che l’adattamento in serie del videogioco Tomb Raider stia andando avanti. Secondo quanto riferito da Prime Video, Megan McDonnell, scrittrice di The Marvels e WandaVision, si è unita alla serie tv annunciata!

Secondo quanto riportato da Variety, la scrittrice del Marvel Cinematic Universe è stata ingaggiata per unirsi alla stanza degli sceneggiatori dell’annunciato adattamento di Tomb Raider da parte della creatrice di Fleabag Phoebe Waller-Bridge. Anche se la serie potrebbe essere ancora nelle prime fasi di sviluppo – con la trama e gli altri personaggi coinvolti che rimangono in sospeso – il coinvolgimento di McDonnell ci suggerisce che lo show ha ottenuto una luce verde da parte dello studio che dunque ha intenzione di portare avanti il progetto.

Oltre al previsto adattamento della serie, all’inizio di quest’anno Deadline ha riportato la notizia che MGM e Amazon Studios stanno lavorando insieme per un altro adattamento cinematografico di Tomb Raider. Tuttavia, al momento non sono stati rivelati ulteriori annunci o date di uscita.

La storia cinematografica di Tomb Raider

Molto prima che Lara Croft: Tomb Raider, interpretata da Angelina Jolie, debuttasse nelle sale nel 2001, il gioco d’azione e avventura da cui è tratto il film è diventato un successo fin dal suo debutto nel 1996. Ha anche generato diversi sequel.

L’attrice di Maleficent ha ripreso il ruolo del personaggio principale nel 2003 con Lara Croft: Tomb Raider – La culla della vita. Tomb Raider della Jolie era interpretato anche da Iain Glen, Jon Voight e Daniel Craig.

Deadpool 3: Ryan Reynolds adora le voci su Taylor Swift

0

Dopo aver ricevuto il prestigioso Ordine della Columbia Britannica, la star di Deadpool Ryan Reynolds ha affrontato le recenti voci sul coinvolgimento di Taylor Swift nel MCU per Deadpool 3, l’attesissimo terzo capitolo della serie che lo vede protagonista. Parlando con il Vancouver Sun, Ryan Reynolds non ha confermato né smentito il coinvolgimento della Taylor Swift in Deadpool 3, ma ha espresso quanto sia entusiasta del livello di attenzione che sta ricevendo il suo primo film del Marvel Cinematic Universe.

Sì, l’ho sentito dire“, ha detto Ryan Reynolds ridendo. “Mi piace (il gossip). Penso che sia un segno di quanto la gente sia ansiosa di sbirciare dietro il sipario di questo mondo. Ognuno di questi segreti e spoiler sarà rivelato il 26 luglio“.

Dopo la fine degli scioperi a Hollywood, la produzione di Deadpool 3 è finalmente ripresa a Londra, che l’attore ha ammesso non essere stata la sua prima scelta per le riprese. Ha raccontato di aver “lottato come un dannato” per convincere i Marvel Studios a girare il threequel del supereroe vietato ai minori in Canada. Ha aggiunto: “Hanno le loro infrastrutture e tu devi solo metterti in riga. In un certo senso lo capisco, ma mi manca casa“.

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman e Jennifer Garner usciranno finalmente dal loro pensionamento da supereroi per riprendere i rispettivi ruoli iconici della Marvel come Wolverine ed Elektra in Deadpool 3.

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

Squid Game: La Sfida, dei concorrenti minacciano di intentare causa a Netflix per danni fisici

0

Alcuni partecipanti a Squid Game: La Sfida (qui la nostra recensione) stanno minacciando di intraprendere azioni legali contro Netflix. I concorrenti anonimi affermano di essere rimasti feriti dopo essere rimasti immobili a temperature molto basse per un periodo prolungato di tempo, cosa che ha causato ipotermia e danni fisici. Le riprese del reality show si sono svolte nel Regno Unito.

Squid Game: La Sfida è stato creato dopo il clamoroso successo che Squid Game ha riscontrato al suo debutto, con la consapevolezza che la produzione di una seconda stagione dell’acclamato dramma avrebbe richiesto parecchio tempo. Nel tentativo di espandere il franchise e mantenere alto l’interesse intorno al brand, mentre veniva prodotto il secondo capitolo, la piattaforma di streaming ha avuto l’idea di simulare le sfide viste nella serie in un reality show. Ma una competizione basata su una serie in cui i partecipanti muoiono era un concetto discutibile fin dall’inizio.

La prima stagione di Squid Game seguiva la storia di Seong Gi-hun (Lee Jung-jae), un dipendente dal gioco d’azzardo che lotta per arrivare a fine mese. Il protagonista ha un disperato bisogno di denaro e gli viene offerto di partecipare alla crudele competizione di Oh Il-Nam (O Yeong-su). Seong Gi-hun partecipa al concorso, incontrando persone che lentamente si trasformano quando si rendono conto che dovranno lasciare morire altre persone per ottenere il premio. Ma nel finale, sembra che Seong Gi-hun non abbia ancora finito con i giochi.

Ora, due concorrenti del reality che sono rimasti anonimi hanno assunto uno studio legale britannico, Express Solicitors, perché affermano di aver subito ipotermia e danni ai nervi durante le riprese della serie. Affermano di essersi procurati queste lesioni durante le riprese di una versione del memorabile gioco “luce rossa, luce verde” dello show. Un portavoce di Squid Game: La Sfida ha detto a Deadline che “nessuna causa è stata ancora intentata”, dicendo: “Prendiamo estremamente sul serio il benessere dei nostri concorrenti”. Anche Daniel Slade, CEO di Express Solicitors, ha condiviso una dichiarazione sul potenziale caso, affermando: “Ci rendiamo conto che le persone potrebbero vedere questa come una classica battaglia tra Davide e Golia con la società e i suoi partner di produzione. I concorrenti pensavano di prendere parte a qualcosa di divertente e gli infortunati non si aspettavano di soffrire così. Ora sono rimasti feriti dopo aver trascorso del tempo bloccati in posizioni di stress dolorose a basse temperature.”

Tom Hardy conferma che la produzione di Venom 3 è ripresa

0

La produzione di Venom 3 è ricominciata, stando alle dichiarazioni su Instagram di Tom Hardy, protagonista del film che torna a interpretare Eddie Brock. “Per fortuna siamo tornati a girare; e voglio prendermi un momento solo per ringraziare tutto il team che ha lavorato nel corso del viaggio da Venom 1 fino a questo momento, tutto il nostro fantastico cast e troupe, buoni amici e famiglia, abbiamo fatto molta strada”, ha scritto l’attore, commentando il lavoro sull’ultimo capitolo della trilogia dedicata al simbionte alieno che esiste nello stesso universo di Spider-Man.

Hardy aveva già pubblicato una foto dal set di Venom 3 il 16 novembre, quindi a quanto pare le riprese sono in corso da diversi giorni. La notizia segue l’approvazione da parte di SAG-AFTRA, l’8 novembre, di un accordo provvisorio per porre fine allo sciopero di 118 giorni degli attori.

Lo stesso giorno in cui è terminato lo sciopero, Sony Pictures ha posticipato l’uscita del film di alcuni mesi, dal 12 luglio 2024 all’8 novembre. Dato che Venom 3 ha bloccato la sua produzione per diversi mesi, probabilmente non sarebbe stato completato in tempo per uscire nella data estiva prevista originariamente. È un destino che spetta anche a altri film di questa portata produttiva, come Mission: Impossible 8, che la Paramount ha già posticipato di quasi un anno intero.

Venom 3 segue i successi al botteghino consecutivi di Venom: La furia di Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.

Tom Hardy ha menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti appoggio.”

A parte il ritorno di Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include Morbius, Kraven the Hunter e Madame Web, tra gli altri – potrebbe comparire in Venom 3.

MCU: 10 scelte di casting rischiose rivelatesi perfette

L’MCU ha azzeccato la maggior parte delle sue scelte di casting, ma non significa che lo studio non abbia corso dei rischi con alcune di queste. Tante delle stelle più luminose del MCU sono diventate icone di Hollywood ma, prima di diventare supereroi, erano attori ancora poco conosciuti nell’industria, o alle prime esperienze. Iron Man, Spider-Man e Captain America, prima che arrivasse l’universo cinematografico Marvel, erano eroi della Marvel Comics che i fan volevano vedere incarnati su schermo fedelmente. Fortunatamente, molti dei rischi che la Marvel ha corso si sono rivelate scelte più che azzeccate, nonostante i dubbi iniziali. In particolare, analizziamo le 10 scelte di casting considerate inizialmente rischiose per il MCU, ma che si sono rivelate assolutamente perfette.

Chris Pratt – Star-Lord

Il leggendario Star-Lord Guardiani della Galassia Vol 3Chris Pratt è diventato un attore di fama mondiale grazie al ruolo di Peter Quill/Star-Lord in Guardiani della Galassia. Nonostante il suo ruolo di spicco in Parks and Recreation, infatti, l’attore non era ancora un nome affermato nell’indutria prima di far parte del’universo Marvel. Una volta ottenuta la parte, non solo Pratt ha portato il suo umorismo al franchise dei Guardiani, ma ha anche dimostrato di essere una vera star d’azione con la capacità di dedicarsi perfino segmenti drammatici. Dal suo debutto nell’MCU nel 2014, Pratt è stato a capo di altri franchise, tra cui la trilogia di Jurassic World, The Lego Movie e il film di Super Mario Bros.

Mark Ruffalo – Hulk

Hulk Bruce Banner MCUMark Ruffalo non era un attore sconosciuto quando ha interpretato per la prima volta Hulk nel film “The Avengers” del 2012. In precedenza aveva recitato in film come 30 Anni in 1 Secondo e Zodiac di David Fincher. Tuttavia, a Ruffalo fu assegnato il ​​difficile compito di sostituire Edward Norton, che aveva interpretato Bruce Banner ne L’Incredibile Hulk (2008). Fortunatamente, Ruffalo ha ricoperto il personaggio in modo impeccabile e continua ad interpretare Hulk ancora oggi, nonostante vi sia una continua evoluzione del personaggio nell’MCU.

Simu Liu – Shang-Chi

Shang-Chi Simu LiuSimu Liu ha avuto un ruolo da protagonista in Kim’s Convenience, una serie comica canadese con un seguito molto limitato ma appassionato. Anche se aveva indubbiamente mostrato il suo talento nella serie, passare da una produzione relativamente piccola a un blockbuster Marvel è stato un salto inaspettato e sorprendente per Simu Liu. L’attore ha rapidamente dimostrato di essere all’altezza del compito ed è già diventato uno dei preferiti dai fan, nonostante sia apparso solo una volta. Il suo ruolo di Shang-Chi ha già portato ad altre opportunità per il giovane attore, tra cui Barbie. Inoltre, Shang-Chi rimane uno dei migliori film dell’MCU dopo Endgame.

Dave Bautista – Drax

Drax il DistruttoreOltre a Dwayne Johnson e John Cena, è stato difficile per molte star della WWE passare dal wrestling alla recitazione. Il primo ruolo significativo di Dave Bautista è stato quello di Drax in Guardiani della Galassia. Anche se, inizialmente, non era chiaro se Bautista sarebbe riuscito a dedicarsi a un ruolo di tale portata, è riuscito a regalare al pubblico performance esilarante e commovente. Anche se il suo tempo nei panni di Drax potrebbe essere giunto al termine dopo la fine di Guardiani della Galassia Vol. 3, ha dato modo di far valere il suo carisma in altri progetti come Dune e Bussano alla porta.

Iman Vellani – Ms Marvel

Iman Vellani in Ms MarvelMarvel ama spesso rischiare con i nuovi arrivati, ed è esattamente ciò che hanno fatto con Iman Vellani. L’attrice di origine pakistane non aveva mai recitato prima di Ms. Marvel, ma si è rivelata la scelta migliore in quanto super fan dell’universo Marvel: Iman Vellani adora il suo personaggio, e questo traspare in ogni aspetto della sua interpretazione. Oltre alla serie, Vellani ha anche dimostrato di poter reggere il confronto con giganti della recitazione come Brie Larson e Teyonah Parris in The Marvels. Potrebbe essere stato un rischio scritturare qualcuno che potrebbe essere ancora ritenuto inesperto, ma al momento sta pagando bene per Marvel.

Chris Hemsworth – Thor

ThorChris Hemsworth, nonostante il suo aspetto da dio norreno, è stato in passato oggetto di dubbi sul fatto che fosse la scelta giusta per il ruolo di Thor. Prima di debuttare come Thor nel 2011, l’attore era conosciuto solo per una breve apparizione in Star Trek, reboot targato J.J Abrams. Tuttavia, Hemsworth non solo si è dimostrato perfetto per il ruolo, ma è anche cresciuto come attore durante l’espansione stessa dell’MCU. Ha dimostrato di maneggiare perfettamente la comicità e anche spiccata profondità emotiva in film come Avengers: Infinity War e Thor: Ragnarok.

Paul Rudd – Ant-Man

Scott Lang Ant-Man She HulkPrima di diventare un supereroe, Paul Rudd era noto soprattutto come attore comico, grazie alle sue partecipazioni in film come Anchorman, Molto Incinta e A Cena con un cretino. Quando è stato annunciato che avrebbe interpretato Ant-Man/Scott Lang nell’MCU, molti fan si sono chiesti se sarebbe stato in grado di sostenere il ruolo di un supereroe sulle sue spalle. Tuttavia, si è rivelata una scelta perfetta poiché il regista Peyton Reed ha adottato un approccio più comico nella rappresentazione del personaggio, evidenziando i talenti di Rudd e le caratteristiche vincenti del personaggio stesso. Ha anche dimostrato di poter reggere il confronto con gli altri Vendicatori in Captain America: Civil War e Avengers: Endgame. Rudd ha portato inoltre un mix unico di umorismo e cuore al ruolo di Ant-Man, rendendolo uno dei supereroi preferiti dai fan.

Tom Holland – Spider-Man

Tom Holland Spider-Man in No Way HomeQuando Marvel annunciò che Spider-Man sarebbe entrato a far parte del MCU, il pubblico ha espresso dubbi sul fatto che una nuova iterazione del personaggio potesse in qualche modo superare le precedenti interpretazioni. Tobey Maguire e Andrew Garfield sono stati entrambi fenomenali nei ruoli, e ognuno ha fornito un’interpretazione unica del famoso amichevole Spider-Man di quartiere. Tom Holland ha dovuto farsi valere, e si è dimostrato immediatamente degno del ruolo, a partire da Captain America: Civil War. Il giovane attore incarna i migliori attributi di Spider-Man e Peter Parker, e vederlo al fianco degli altri due attori in No Way Home è stato il regalo più grande per i fan Marvel!

Chris Evans – Capitan America

Captain America avengersSebbene tutti associno Chris Evans a Capitan America ora, questo non è stato il suo primo ruolo Marvel. L’attore aveva infatti già interpretato la Torcia Umana nei primi due film dei Fantastici Quattro, che non erano stati affatto ben accolti dal pubblico o dalla critica. C’erano dunque preoccupazioni per portare Evans da un franchise Marvel fallito a uno nuovo, ma l’attore ha superato le aspettative di tutti. È difficile immaginare qualcun altro interpretare Steve Rogers, e ha spesso portato sulle spalle l’MCU con alcuni dei migliori film del franchise.

Robert Downey Jr. – Iron Man

Iron Man MCURobert Downey Jr. era una stella nascente negli anni ’80 e ’90. Tuttavia, diversi arresti e problemi con la droga e l’alcol hanno portato la sua carriera a una battuta d’arresto. L’attore è rimasto diversi anni senza interpretare un ruolo significativo, finché le cose non sono cambiate negli anni 2000, con film come Zodiac e Kiss Kiss Bang Bang. Nonostante ciò, tanti si sono chiesti valesse la pena fare dell’attore il perno di un nuovo franchise. Jon Favreau ha creduto in lui e lo ha scelto per interpretare Iron Man nel film del 2008: questa scommessa si è trasformata in un successo commerciale, e il ruolo di Downey Jr. ha dato il via al MCU nel migliore dei modi, contribuendo a renderlo l’universo cinematografico di maggior successo di sempre.

In guardia!: il film francese contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, un momento molto importante di riflessione su una problematica tristemente sempre più diffusa in Italia ma anche nel mondo intero. Le testimonianze intorno tale tema sono molte e tutte fondamentali per poterlo comprendere da più punti di vista. Anche il cinema ha negli anni partecipato a tale dibattito, proponendo film con al centro donne decise a non farsi intimidire e a riprendere in mano le proprie vite. Film recenti come Una donna promettente o Anche io, passando per serie come The Handmaid’s Tale ne sono un esempio. Ad essi si aggiunge anche il francese In guardia!.

Il film è l’opera prima da regista dell’attrice Alexandra Lamy ed è l’adattamento cinematografico della graphic novel del 2019 “Touchées” di Quentin Zuitton, edita in Francia da Payot. Come il titolo lascia intuire, le donne protagoniste di questo racconto si trovano a doversi mettere in guardia dalle violenze nei loro confronti e per farlo uniscono le forze, praticando uno sport che diventa metafora di ciò che la vita richiede loro. In guardia! è però prima di tutto una storia di solidarietà e speranza, che parte dai traumi subiti per compiere un vero e proprio percorso di guarigione alla riscoperta di sé e delle proprie capacità.

Si tratta dunque di un ottimo titolo, meno noto rispetto ad altri e proprio per questo da scoprire, con cui riflettere su queste tematiche ogni giorno sempre più drammaticamente urgenti, su cui urge un profondo cambiamento culturale e sociale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di In guardia!

Il film ha per protagoniste tre donne vittime di violenze e abusi. La prima è Lucie, che dorme sempre con un coltello a portata di mano, vivendo con una paura perenne degli uomini. C’è poi Tamara, che è invece una combattiva e decisa a non essere mai più vittima si trasforma in aggressore. Infine c’è Nicole, che ha scelto di isolarsi, di diventare invisibile per non essere più presa di mira. Il destino di queste tre donne cambia quando Lucie decide di allontanarsi il più possibile dall’ex marito violento e di trasferirsi con il figlio Leo a Anduze, piccolo comune nel sud della Francia.

E lì che incontra le altre due donne, con le quali instaura subito una profonda e sincera amicizia. Decise a non lasciarsi vincere dalle loro paure, tutte e tre decidono poi di iniziare a seguire un corso si scherma: imparano così ad attaccare e a difendersi, a toccare e farsi toccare. Quello sport si rivela dunque per loro un vero e proprio percorso terapeutico che le porterà passo dopo passo a riprendere in mano le loro vite e a non dover più avere paura di ciò che fino a quel momento le ha intimorite. Ma sconfiggere i propri traumi ovviamente non sarà semplice.

Il cast di In guardia!

A recitare nel film si ritrovano attori francesi forse poco noti a livello internazionale, ma che vantano partecipazioni a film noti anche al di fuori dei confini francesi. Nel ruolo di Lucie vi è l’attrice Melanie Doutey, nota anche per i film 7 uomini a mollo, Paradise Beach e Post Partum. L’attrice Claudia Tagbo, vista in Il club dei divorziati e Non sposate le mie figlie 2, intrepreta invece Nicole, mentre Chloe Jouannet è Tamara. Quest’ultima si è fatta notare grazie al film Un’estate in Provenza e alle serie Infidèle e Derby Girl. Completano poi il cast Hugo Fie’ nel ruolo di Le Kiné, mentre Hugo Diego Garcia interpreta Lucas.

Il trailer di In guardia! e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente In guardia! non è presente su nessuna delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Tuttavia, il film è presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di venerdì 24 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3. Sarà dunque possibile vederlo in quell’occasione, ritrovandolo poi – per un periodo limitato di tempo – anche sulla piattaforma Rai Play.

Battleship: tutto quello che c’è da sapere sul film con Rihanna

Ci sono giochi molto popolari che, proprio per la loro natura e le loro caratteristiche, si crede siano inadattabili per il cinema. Tuttavia, sono diversi i casi in cui tale credenza è stata smentita, a partire dal recente successo di Barbie, ma si possono citare anche i film di Transformers e G.I. Joe – La nascita dei Cobra. Naturalmente, si tratta di film che principalmente si rifanno ai personaggio o alle regole di base del gioco per adattarli poi ad un racconto originale che vada bene per il cinema. È questo il caso anche del gioco Battaglia Navale, portato al cinema nel 2012 come film di fantascienza dal titolo Battleship.

Diretto da Peter Berg, noto per film d’azione adrenalinici come Spencer Confidential, Hancock Red Zone – 22 miglia di fuoco, il film offre dunque un’esperienza cinematografica basata sulle regole del gioco, portate però nella realtà. Battleship è dunque più di un semplice adattamento di un gioco da tavolo, ma è un’opera cinematografica che riesce a trasformare un concetto apparentemente semplice in un’esperienza coinvolgente e appassionante. La sua combinazione di azione, effetti speciali e complessi personaggi lo distingue dunque come un film d’intrattenimento completo perfetto per gli appassionati del genere.

Alla sua uscita in sala il film non ha fatto registrare incassi particolarmente soddisfacenti, ma resta in ogni caso un lungometraggio che offre esattamente ciò che promette: un’avventura spettacolare e avvincente. Con il tempo, poi, è stato in parte rivalutato dagli amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e molto altro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Battleship

Dopo essere entrate in contatto con una forma di vita extraterrestre tecnologicamente avanzata, cinque astronavi aliene penetrano nel nostro sistema solare, mettendo in campo tre navi da guerra. In quello stesso istante, però, ci sono già altre imbarcazioni militari che si stanno esercitando in mare nei loro paragi. Tra queste, la nave capitanata dal marine Alex Hopper, che si troverà allora a dover fronteggiare la flotta aliena. L’obiettivo sarà impedire agli invasori di comunicare al loro pianeta le coordinate ed evitare così la tanto temuta invasione, distruggendo poi quanti si sono ad ora introdotti sul pianeta terra. Al largo delle Hawaii, la battaglia feroce e decisiva tra umani e alieni deciderà dunque il destino dell’umanità.

Battleship Rihanna

Il cast di Battleship e gli alieni del film

Peter Berg voleva ingaggiare la cantante Rihanna per il ruol del ottufficiale Cora Raikes dopo aver visto la sua intervista a Diane Sawyer in seguito alle percosse subite dall’allora fidanzato Chris Brown. Berg era convinto che se la cantante poteva essere grado di gestire un’intervista così complicata, poteva altresì essere un’ottima attrice. Tuttavia, per questo film, Rihanna si è affermata come la decima cantante a vincere un Razzie Awards come Peggior attrice al suo film di debutto. Protagonista maschile del film è invece Taylor Kitsch, nel ruolo del tenente comandante Alex Hopper.

Accanto a loro ritroviamo poi Alexander Skarsgård nei panni del comandante Stone Hopper, Liam Neeson in quelli del Vice Ammiraglio Terrance Shane e Brooklyn Decker nei panni di Samantha “Sam” Shane. Gli attori Rami Malek e Jesse Plemons interpretano invece rispettivamente il Tenente Hill e Jimmy “Ordy” Ord. Per prepararsi al ruolo di marinai nel film, gli attori si sono sottoposti a un campo di addestramento di un mese con veri Navy Seals, che ha comportato un intenso allenamento fisico, esercitazioni con armi da fuoco e simulazioni tattiche.

Per quanto riguarda gli alieni presenti nel film, questi sono noti come Reggenti. Si tratta di una specie di mammiferi alti dalle sembianze umanoidi, dotati di tute corazzate scure con riflessi bronzo-oro sopra una tuta attillata. Hanno quattro dita su ogni mano, orecchie minuscole, occhi verdi con pupille simili, facce piatte, una setola simile a quella di un porcospino sul mento e occhi verdi con riflessi dorati che sono estremamente sensibili alla luce intensa. I Reggenti non vivono sulla superficie del loro pianeta natale, ma piuttosto nelle sue profondità, in grotte ed edifici fatti di roccia. Tuttavia, possono avventurarsi fuori alla luce della sera.

Battleship

 

La colonna sonora di Battleship

Grazie al successo ottenuto con il franchise di Transformers, il compositore Steve Jablonsky è stato scelto per la colonna sonora ufficiale. La colonna sonora contiene composizioni originali di Jablonsky e vede la partecipazione del chitarrista rock Tom Morello dei Rage Against the Machine. Tra i brani composti dai due si sono in particolare affermati quelli intitolati The Aliens, The Art of War, Super Battle e Thug Fight. Nel film sono però presenti anche altri brani, non originali, che arricchiscono ulteriormente la narrazione. Eccoli di seguito:

  • Stone Temple Pilots – “Interstate Love Song”
  • Billy Squier – “Everybody Wants You”
  • Henry Mancini – “The Pink Panther Theme”
  • Lucky Clark – “My Lai”
  • The Black Keys – “Gold on the Ceiling”
  • Citizen Cope – “One Lovely Day”
  • Dropkick Murphys – “Hang ‘Em High”
  • Carl Perkins – “Blue Suede Shoes”
  • AC/DC – “Hard as a Rock”
  • ZZ Top – “I Gotsta Get Paid”
  • Royal Philharmonic Orchestra – “Waltz: On the Beautiful Blue Danube”
  • AC/DC – “Thunderstruck”
  • Band of Horses – “The Funeral”
  • Creedence Clearwater Revival – “Fortunate Son”

il trailer di Battleship e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Battleship grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Ultima chiamata per Istanbul: recensione della rom-com turca su Netflix

La Turchia, negli anni, ha dimostrato di saperci fare con i prodotti audiovisivi. Dai film romantici, alle serie total drama, le offerte con il passare del tempo sono cresciute molto, imponendosi non solo nei nostri palinsesti televisivi, ma anche nei colossi streaming quali Netflix. E quando si parla di alto numero di visualizzazioni, la piattaforma della N rossa non può di certo lasciarsi sfuggire l’opportunità di cavalcare l’onda del loro successo. Le proposte sono perciò divenute frequenti e con esse anche la fama delle opere turche: basti pensare al più recente drama Il Sarto, l’inquietante Ambizione, o ancora Fatma. Per poi continuare con pellicole leggere, comedy travolgenti, come Tattiche d’amore o Lezioni private. Ed è proprio in quest’ultima categoria che rientra Ultima chiamata per Istanbul, rom-com firmata Gönenç Uyanık, con protagonisti Kıvanç Tatlıtuğ, conosciuto in particolare in Italia per essere stato protagonista di soap quali Brave and Beautiful e La ragazza e l’ufficiale, e Beren Saat, la quale ha spiccato in prodotti come Il secolo magnifico: Kösem e The Gift. Un film, lo diciamo subito, che dimostra, nel suo fluire, di avere valore, di poter essere uno scoglio solido in un mare di pietre dalla forma identica che si lasciano trasportare dalle onde, e di avere qualcosa da dire sull’amore senza inciampare nel trito e ritrito. Ultima chiamata per Istanbul è disponibile su Netflix dal 24 novembre.

Ultima chiamata per Istanbul, la trama

All’aeroporto di New York due sconosciuti stanno aspettando di prendere le loro valigie dal nastro. Si scambiano uno sguardo, lei ride quasi sotto i baffi, finché non si accorge che il suo bagaglio è stato scambiato con quello di un altro signore. Allora lui si avvicina, le chiede se ha bisogno di una mano, lei però non vuole fargli perdere tempo. Ma lui insiste, non può certo lasciarla da sola, senza soldi né telefono. Non si dicono come si chiamano, fino a quando non arrivano in un hotel dove dovrebbe esserci colui che ha preso la valigia di lei: allora, dato che oramai lui ha deciso di rimanerle accanto per aiutarla, decidono di chiamarsi Ryan e Samantha. Da quel momento in poi, dividersi diventa impossibile: chiacchierano davanti a un drink, si scambiano opinioni sui rapporti, figli, tradimenti, matrimonio, lealtà fra partner. Poi vanno alla scoperta di New York, dei suoi locali a luci rosse, ballano, ridono, si ritrovano persino in un quartiere malfamato, e alla fine vivono una notte di pura passione. Sembrano essersi innamorati, quel colpo di fulmine che stordisce, ma non possono dimenticare di essere entrambi sono sposati. Sposati, sì… ma con chi?

Ultima chiamata per Istanbul

Sotto il cielo di New York

Il pattern delle rom-com spesso segue una scaletta definita e irrinunciabile: due sconosciuti si incontrano per pura casualità, scocca la scintilla dell’amore, si frequentano, poi qualcosa o qualcuno smonta il loro idillio, finché l’amore, come nelle più classiche favole, vince su tutto. Ultima chiamata per Istanbul comincia tracciando lo stesso schema, enfatizzato e supportato dalla città di riferimento, la stroboscopica New York, la quale si scopre non solo fare da sfondo alla vicenda, ma anche essere causa (oltre che prestesto) delle incrinature interne della storia. Un dettaglio – importante – che capiamo solo a metà atto (non possiamo rivelare niente), snodo centrale dell’intera narrazione, dove da lì in poi l’intero film cambia di tono e prospettiva. Ed è proprio in questo cambio di registro, di sguardi, di racconto, che si nasconde il successo della commedia. Un prodotto che sembra muoversi secondo i soliti canovacci rom-com da piattaforma, ma che cela un sub-strato inedito, per niente scontato, ma anzi profondo; e che pur restando tale nei suoi stilemi, assume un aspetto avvincente, una veste perturbante, in grado di coinvolgere e, persino, sorprendere.

Perché è la sorpresa a cambiare le carte in tavola dell’opera. Un plot twist inaspettato, il quale ribalta l’intera visione che si ha di quanto fruito fino a quel momento. Un colpo di scena deciso, netto, dal quale si arriva con gradualità a imbastire un climax finale funzionante e congeniale alla sua progressione. Il ritmo c’è, è sincopato, e si incastra bene con gli eventi; c’è armonia nella costruzione narrativa, che pur allestita di topos tipici della comedy non è mai né leziosa né stancante. E soprattutto c’è New York, la città che non dorme mai, con le sue luci accecanti, i surreali rooftop, le strade affollate e gli angoli maledetti, fotografata in tutti i suoi scorci più belli. Un luogo in cui si è liberi di lasciarsi andare e che serve a Serin e Memhet per comprendere non solo il loro rapporto, ma le loro singole vite, diventando di conseguenza la terza protagonista.

Cos’è l’amore?

Oltre all’aspetto narrativo valido, a cui vanno accostandosi soluzioni registiche e visive calzanti, e una colonna sonora che verso la fine ci rammenta essere in un prodotto turco, c’è da considerare anche la buona tridimensionalità data ai personaggi, che spesso in determinate opere è sacrificata. Intanto il ricorrere al voice over di entrambi (chi è cultore di opere turche sa che è un’opzione spesso scelta per raccontare meglio l’interiorità dei protagonisti, potremmo quasi dire un marchio di fabbrica) aiuta a comprenderne le posizioni senza risultare stonato. Non spiega, ma arricchisce, fino a quando il colpo di scena sopraggiunge per completare il puzzle. Da qui, Ultima chiamata per Istanbul avvia una propria riflessione sull’amore e sul modo di intendere i rapporti, che è in fondo fulcro del film, e che inevitabilmente rimabalza sullo spettatore quando sceglie di affidarsi, in alcune sequenze, alla rottura della quarta parete, risucchiandolo dentro totalmente.

L’amore cos’è? Come si coltiva? Il tradimento è sopravvalutato, come dice Serin, oppure è un divieto categorico come afferma Memhet? Quali sono le regole per vivere un matrimonio felice? Esistono le seconde opportunità? Posizioni e pareri diversi che suscitano di conseguenza un pensiero in un pubblico che, se dapprima solo osservava, adesso ne diventa parte integrante ponendosi le stesse domande. Una risposta, alla fine, Ultima chiamata per Istanbul la dà, ma non è quella definitiva che tendenzialmente provano a dare la maggior parte delle commedie: ognuno vede le relazioni in maniera differente, da diverse angolazioni e prospettive. Ognuno le vive secondo la propria logica e il proprio vissuto e nessuno disegna per noi uno schema da seguire pedissequamente, dandoci delle linee guida a cui fare riferimento. Trovare dei compromessi è la scelta più saggia se si vuole avere un legame più solido, ma in fondo, la verità, è che l’amore diventa una scelta ponderata. Di tutti i giorni. Bisogna solo capire se si è disposti a farla.

Parthenope: le prime foto ufficiali del nuovo film di Paolo Sorrentino!

0

Sono state diffuso le foto del nuovo film del regista premio Oscar Paolo SorrentinoParthenope. Nel cast, in ordine alfabetico, Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata. Le foto sono sono di Greg Williams.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Il direttore della fotografia è Daria D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da paolo sorrentino (@paolosorrentino_real)

Il film è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

La trama del film Parthenope

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Una famiglia quasi normale: recensione della serie thriller di Netflix

L’acclamato bestseller Una famiglia quasi normale (titolo inglese A Nearly Normal Family) dello scrittore svedese Mattias Evardsson arriva con la sua prima trasposizione televisiva sul piccolo schermo degli abbonati Netflix. La miniserie – composta da una stagione di 6 episodi di circa 45 min ciascuno – è diretta da Per Hanefjord (Hamilton, The Hidden Child) e scritta da Anna Platt (The Congregation, La verità verrà fuori) e Hans Jörnlind (Top Dog). I ruoli principali sono interpretati da Alexandra Karlsson Tyrefors, che debutta come attrice nel ruolo della giovane Stella, Lo Kauppi è la madre Ulrika e Björn Bengtsson recita nei panni del padre Adam Sandell.

Trama Una famiglia quasi normale

I Sandell sono, agli occhi degli altri, una famiglia quasi perfetta. Hanno una grande casa in un elegante quartiere della periferia di Lund, una bella figlia di nome Stella e due stimabili lavori: Ulrika è un’avvocata esperta e Adam è un gentile e rispettato pastore della Chiesa di Svezia. Ma la loro invidiabile e tranquilla vita viene improvvisamente scossa da un traumatico evento: durante un ritiro sportivo, la figlia quindicenne viene stuprata dall’assistente del coach. Esterrefatti e addolorati dall’accaduto, Ulrika e Adam decidono di non far denunciare la violenza per proteggere Stella da un eventuale processo che non avrebbe possibilità di vincere senza prove. È la parola di una ragazzina contro quella di un giovane uomo, chi la crederebbe? Scelgono, dunque, il silenzio, nella speranza di poter dimenticare e recuperare quella bella e invidiabile famiglia.

Quattro anni dopo, i Sandell si ritrovano a dover fronteggiare una nuova violenta crisi: la sera del suo diciannovesimo compleanno, mentre festeggia in un locale con la sua amica Amina (Melisa Ferhatovic), Stella incontra un affascinante e misterioso trentenne, Chris Olsen (Christian Fandango Sundgren), di cui si invaghisce perdutamente. Iniziano a frequentarsi e, dopo qualche tempo, l’uomo viene ritrovato morto. È così che un evento ancor più tragico di quello vissuto pochi anni prima bussa alla porta dei Sandell: Stella viene presa in custodia dalla polizia con l’accusa di omicidio. Ulrika e Adam, allibiti e sconfortati, si ritrovano ora coinvolti in una rete asfissiante di bugie e inganni dove faranno di tutto pur di liberare la loro Stella.

“Che cosa è successo? Vogliono aiutare la figlia a ogni costo, ma la conoscono davvero? E si conoscono l’un l’altra?”

La famiglia prima di ogni altra cosa

Una famiglia quasi normale è molto più di un freddo e intenso noir scandinavo. È, anche e soprattutto, un profondo dramma familiare che riflette su temi universali e, purtroppo, estremamente attuali. La serie di Hanefjord affronta il difficile rapporto genitori e figli, la violenza di genere, le ingiustizie giudiziarie. Racconta di tradimenti, di fede, dell’importanza dell’elaborazione del dolore, della difficoltà di saper riconoscere sempre la “cosa giusta da fare”.

Proprio per la ricchezza delle tematiche trattate, ciò che cattura davvero lo spettatore non sono la suspense o i particolari colpi di scena. Fin dall’inizio è, infatti, evidente chi sia il colpevole, ma resta un dato irrilevante. Il pubblico non può fare a meno di continuare la visione perché sente il bisogno di comprendere quello che è accaduto quella notte, di sapere semplicemente la verità nascosta dietro un mare di bugie e omissioni. Ciò che tiene davvero incollato allo schermo, quindi, è la storia di una famiglia come tante altre, “normale”, che si ritrova travolta da ingiustizie sociali e scelte sbagliate. È una storia sincera, disarmante, rumorosa e attuale che nel silenzio assordante di Stella dà voce a tante donne nel mondo, vittime di violenza e non, spesso condannate a un dolore indomabile, soprattutto quando sole, senza l’aiuto di professionisti e delle persone care.

Oltre al racconto, un altro punto di forza di questo thriller nordeuropeo è senza dubbio la grande attenzione alla psicologia dei personaggi. Hanefjord dà il meglio di sé affinché il pubblico possa leggere Stella, Ulrika e Adam al di là delle loro parole e delle loro azioni, invitandolo a soffermarsi sulle forti e sofferenti emozioni che li portano addirittura a tradire se stessi, la propria dignità e fede. Pur di proteggere Stella, Ulrika fa tutto ciò che è in suo possesso per poter raggirare i suoi colleghi, nascondere prove e giocare le migliori carte al processo. Così, allo stesso modo, Adam approfitta della propria immagine di pastore per poter ingannare l’accusa e tutelare la giovane.

Una famiglia quasi normale è, dunque, un appassionante e coinvolgente thriller che, nonostante la sua prevedibilità e l’assenza di una particolare maestria registica, entra a gamba tesa nel catalogo Netflix dedicato ai prodotti del Nord Europa, arricchendolo con un racconto degno e dalle nobili intenzioni.

Coupon – Il film della felicità: recensione del cortometraggio di Agostino Ferrente con Pierluigi Bersani

Depressione, solitudine, immobilità, routine: Coupon – Il film della felicità cortometraggio di Agostino Ferrente tocca tutti questi punti con semplicità e umiltà. Una Roma deserta fa da sfondo alla vicenda per giustificare l’immobilità di una città e dei suoi cittadini rimasti perché non possono permettersi la villeggiatura fuori porta. Uno di questi è Andrea, uno stralunato, solitario, individuo che vive la sua vita come se fosse un film in bianco e nero, dove si apre alle persone solo cantando. La sua quotidianità è fatta di routine: ogni mattina deve raggiungere il supermercato dove acquistare scatolette di tonno con cui accumulare punti che gli faranno vincere il misterioso “Coupon della felicità”.

La felicità rende felici? Coupon – Il film della felicità

Nel cortometraggio di Ferrente, presentato a Roma e che poi avrà il suo debutto ufficiale al Torino Film Festival, la felicità e le persone sono al centro di tutto. Andrea Satta, che interpreta Andrea, è anche autore della colonna sonora del film che si presenta al pubblico come un lungo e articolato videoclip musicale. Ad affiancarlo, il politico Pierluigi Bersani che interpreta sette ruoli diversi in dieci minuti: dal testimonial del manifesto dei coupon al rider delle pizze, passando per il fruttivendolo, cassiere e prete. “Penso che l’autoironia sia un meccanismo di salute mentale consigliabile a tutti”, queste le prime parole dette alla stampa durante la conferenza: “Mi è piaciuta l’idea di questo film, che credo rappresenti la realtà. Se c’è una possibilità di essere felici è solo nella relazione con gli altri”.

L’idea di Coupon – Il film della felicità è nata proprio per essere realizzato come un video clip ma “ci siamo lasciati prendere un po’ la mano”, afferma il regista. Alla fine il risultato è un film che mette al centro le persone con i loro demoni: Andrea è un solitario che ogni giorno vive la sua routine tra scatolette di tonno, a cui è allergico, e pubblicità che promettono felicità. Felicità che può arrivare in qualsiasi momento se solo racchiusa dalle persone che ti stanno intorno. Il fine ultimo rimane però quello di raccontare il vero, non i personaggi in quanto tali, ma le persone. Anche la scelta di far interpretare a Pierluigi Bersani (ora con dei baffi, ora con il pizzetto) tuttu personaggi diversi che fanno parte della quodianità di Andrea è sinonimo della società in cui viviamo che non si sofferma sulle persone dietro un bancone, e le vede tutte uguali a se stesse. Una riflessione sociale, mascherata da mini musicarello semi-muto.

I Delitti del Barlume torna con tre nuove storie a gennaio su SKY

0

È stato rilasciato oggi il trailer delle nuove storie de I Delitti del Barlume, la collection Sky Original prodotta da Sky Studios e Palomar, liberamente ispirata al mondo della serie “I delitti del BarLume” di Marco Malvaldi (edita da Sellerio Editore), che tornerà con l’undicesima stagione in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW dal 12 gennaio 2024 per tre venerdì.

Le tre nuove storie saranno “Il pozzo dei desideri”, “La girata” e “Sopra la panca”. La prima, “Il pozzo dei desideri”, sarà presentata fuori concorso domenica 26 novembre al 41esimo Torino Film Festival, alla presenza del cast.

I film sono diretti da Roan Johnson – che delle storie è anche produttore creativo – e Milena Cocozza. Alla sceneggiatura Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi.

Confermatissimo il cast, con tutti i personaggi che hanno reso celebre il “BarLume”: Filippo Timi è Massimo Viviani, Lucia Mascino il Commissario Fusco, Alessandro Benvenuti (Emo), Atos Davini (Pilade), Massimo Paganelli (Aldo), Marcello Marziali (Gino) sono i “vecchini”. E ancora Enrica Guidi (la Tizi), Corrado Guzzanti (Paolo Pasquali) e Stefano Fresi (Beppe Battaglia).

Non mancheranno dei divertentissimi cammei di quattro guest star d’eccezione: Orietta Berti, Marco Messeri, Francesco Motta e Sandro Veronesi.

I Delitti del Barlume, la trama

Torna l’estate a Pineta e con lei risate e indagini. Il padrone di casa di Massimo, Beppe e Tizi viene trovato morto in un pozzo; loro rischiano di rimanere senza casa e Pasquali la bancarotta. C’è un incidente durante una battuta di caccia e la Fusco non ci vede chiaro mentre il sindaco Pasquali, per far fronte ai debiti del Comune, multa tutta Pineta scatenando le ire dei bimbi. L’accoltellamento di un imprenditore vede coinvolto il padre della Tizi, preda delle amnesie. Ma davvero è stato lui? Una valigetta piena di soldi sembra essere la risposta a tutto, anche ai debiti di Pasquali, mentre al BarLume si svolge un improvvisato concerto di Orietta Berti con i bimbi e Beppe a fare da coro.

Fantasticon Film Fest: un week-end spettacolare con nuove anteprime, ospiti e la premiazione di Dario Argento

0

Si preannuncia un week-end spettacolare al Fantasticon Film Fest (qui il programma), il nuovo festival dedicato ai film di genere che si svolgerà dal 24 al 26 novembre presso l’auditorium di Fiera Milano Rho nell’ambito di Milan Games Week & Cartoomics 2023 (MGW CMX 2023): l’avveniristica sala da 900 posti allestita con impianto audio/video di ultima generazione è pronta ad accogliere anche per il fine settimana il pubblico con due nuove giornate all’insegna di incontri, anticipazioni, anteprime e grandi ospiti che ruotano intorno al mondo anime, fantasy e horror.

Questi gli appuntamenti imperdibili della manifestazione:

Sabato 25 novembre

  • Slotherhouse: in anteprima nazionale l’attesissimo film horror sulle gesta del bradipo assassino all’interno di una confraternita universitaria femminile. Per il prestigioso quotidiano The Guardian «Le persone devono andare a vedere Slotherhouse. E ce ne devono andare tante quanto per Barbie, è un instant cult». Proiezione in anteprima italiana OV con sub ITA sabato 25 novembre alle 10.15;
  • Mad God: un interessante film d’animazione sperimentale ambientato in un mondo di mostri, scienziati pazzi e maiali da guerra. In questo lavoro portato avanti per passione nell’arco di 30 anni, il regista Phil Tippett – creatore degli effetti speciali di Jurassic Park e Star Wars qui alla sua opera prima – ha coniugato diverse innovative tecniche di animazione, facendone un titolo perfetto per il festival. Proiezione OV con sub ITA sabato 25 novembre alle 12.15;
  • Vermin è il primo lungometraggio di Sébastien Vaniček, vincitore di numerosi premi internazionali per i suoi cortometraggi, e considerato una giovane promessa del nuovo cinema horror francese. Aracnofobia incontra Les Miserables in un film di genere al cardiopalma che non lascia tregua e con un importante messaggio, dove l’invasione dei ragni funge da allegoria sociale. Proiezione OV con sub ITA sabato 25 novembre alle 14.00;
  • I primi 5 minuti di Silent Night – Il Silenzio Della Vendetta, l’adrenalinico revenge movie natalizio in uscita il 30 novembre con Plaion Pictures, che segna il ritorno alla regia del grande maestro dell’action John Woo, il regista di Hong Kong che ha riscritto le regole del genere action americano. La proiezione sabato 25 novembre alle ore 16.00 sarà introdotta da Roberto Recchioni, una delle rockstar del fumetto italiano, sceneggiatore di Dylan Dog, scrittore di Tex, Diabolik e Topolino, recentemente passato alla regia con Carne Fredda;
  • Blue Giant: un emozionante e avvincente anime sui sogni e sulla passione nel mondo della musica, tratto dal premiato manga di Shinichi Ishizuka con 11 milioni di copie vendute e diretto con maestria da Yuzuru Tachikawa, campione di incassi in Giappone, proiezione in anteprima italiana OV con sub ITA alle 16.30 introdotta dal mangaka Ishizuka in persona;
  • grande chiusura della giornata alle ore 19.30 con i Manetti bros., i fratelli registi, sceneggiatori e produttori più estroversi del cinema di genere italiano che saranno presenti per incontrare il pubblico e introdurre l’anteprima di Diabolik chi sei? in uscita il 30 novembre, prodotto da Mompracem con Rai Cinema in associazione con Astorina e con Bleidwin, distribuito da 01 Distribution.

Domenica 26 novembre

  • L’armata delle tenebre – director’s cut: in occasione del trentesimo anniversario verrà presentata la director’s cut del film di Sam Raimi (terzo capitolo della trilogia di La casa) che ha generato un vero e proprio fenomeno di culto e che ha reso il commesso dei magazzini S-Mart Ash Williams uno dei personaggi più iconici della storia del cinema. La proiezione OV con sub ITA domenica 26 novembre alle 10.30 sarà introdotta da Roberto Recchioni;
  • Mind Game: pluripremiato anime underground, con indice di gradimento 100% su Rotten Tomatoes, realizzato dall’innovativo STUDIO 4 e che vede alla regia, per la prima volta sul grande schermo, il geniale Masaaki Yuasa con un’avventura all’avanguardia. La proiezione OV con sub ITA domenica 26 novembre alle 12.30 sarà introdotta da Dario Moccia, uno degli streamer più seguiti d’Italia e punto di riferimento per gli amanti della cultura pop e nerd;
  • tra le anticipazioni assolutamente da non perdere la programmazione per la prima volta sul grande schermo alle 12.30 del trailer di Godzilla Minus One, il nuovo impressionante capitolo del fenomeno globale Godzilla, trentesimo e attesissimo film sul Re dei Mostri prodotto dall’iconica Casa di produzione TOHO e al cinema solo dal 1 al 6 dicembre come evento speciale distribuito da Nexo Digital;
  • Dario Argento, tra i più grandi registi italiani viventi e indiscusso maestro del brivido, riceverà alle 15.00 il Legend Award, il premio alla carriera riservato alle grandi personalità del cinema fantastico, e introdurrà la proiezione di Dario Argento Panico, l’acclamato documentario di Simone Scafidi sulla sua vita e sulla sua carriera, che vanta la partecipazione straordinaria di Guillermo Del Toro, Gaspar Noé e Nicolas Winding Refn; il premio gli verrà consegnato dall’attrice Ilenia Pastorelli, l’altra grande protagonista della giornata e che è stata diretta dallo stesso Argento in Occhiali Neri;
  • alle 14:45 incontro speciale con Luca Micheli, Head of Sound di Chora Media seguito da un un ascolto speciale a luci spente tratto da The Horror Podcast, il primo podcast in Italia prodotto in Dolby Atmos, ideato per risvegliare gli incubi e trasportare gli ascoltatori in un mondo in cui la realtà e la fantasia si mescolano, dando vita a orrori inquietanti e inaspettati;
  • I Cavalieri dello Zodiaco: Saint Seya – Sould of Gold: in esclusiva per la prima volta doppiati in italiano i primi due episodi della serie commemorativa dell’amata saga creata dal sensei Masami Kurumada, per celebrarne i quaranta anni di carriera. La trama originale si svolge durante I Capitoli di Ade e vede come protagonisti i dodici Cavalieri d’Oro, che si ritrovano inspiegabilmente nelle terre ghiacciate di Asgard dopo il loro sacrificio: proiezione doppiata in ITA domenica 26 novembre alle ore 18.00.

I 10 biopic più controversi e perché sono risultati divisivi

Ormai sono decenni che Hollywood punta nel raccontare storie di vita reale, vedi Napoleon ora al cinema, e che siano poi diventati trasposizioni cinematografiche. Certo alcuni di questi sono risultati i biopic più controversi d’altri e tutti indipendentemente dalla qualità del film o dalla fedeltà degli eventi mostrati davvero accaduti. Questi film possiedono grossolane imprecisioni, invenzioni di trama ridicole o mostrano stereotipi offensivi ma comunque sono sempre presenti nella stagione degli Awards ed alcuni si sono pure aggiudicati l’Oscar.

Tuttavia, alcuni di questi biopic vanno oltre la divisione dei fans più accaniti o degli storici e provocano un vero dibattito mediatico per le loro controverse rappresentazioni di personaggi ed eventi reali. Il genere è stato testimone di numerosi film controversi, ma alcuni si distinguono come i biopic più controversi.

Ecco i 10 biopic più controversi di sempre

Bohemian Rhapsody

Bohemian Rhapsody storia veraNonostante la performance trasformativa e anche vincitrice dell’Oscar di Rami Malek nel 2019 , Bohemian Rhapsody ha dovuto affrontare numerose critiche. Molti hanno sottoliniato, fin dalle prime proiezioni stampa, la gestione della bisessualità di Freddie Mercury. Il film ha assegnato una parte significativa del tempo sullo schermo alle relazioni di Mercury con le donne, minimizzando poi sulle sue relazioni omosessuali. Nella rappresentazione di rapporti con gli uomini, il film è stato accusato di perpetuare stereotipi, comprese idee potenzialmente dannose come ritrarre Mercury come un predatore sessuale.

Al di là dei problemi con la rappresentazione, il film è stato criticato per aver romanzato gli eventi sia nel percorso della band che nella vita personale del cantante. Naturalmente, questo ha messo alla prova la pazienza dei fan devoti. La vittoria del film per il miglior montaggio agli Academy Awards ha suscitato ulteriori reazioni, poiché le clip online hanno evidenziato la vittoria ridicola e la realizzazione cinematografica scadente.

Perché è controverso: per la sua rappresentazione della bisessualità e il cattivo montaggio. 

Blonde

blonde ana de armas adrien brodyBlonde ha suscitato un intenso dibattito a causa della sua estesa durata di tre ore, della sconcertante struttura simile a un collage e della sua rappresentazione sessista di Norma Jean, alias Marilyn Monroe. Il film ha affrontato crescenti polemiche per la rappresentazione di Monroe costretta ad abortire, una scelta narrativa che ha suscitato reazioni negative, in particolare data la mancanza di prove di cui la diva abbia mai subito una tale procedura.

L’inclusione di un feto CGI ha ulteriormente alimentato le critiche, con alcuni che lo hanno definito un’aggiunta vergognosa e una presa di posizione contro l’aborto.

Perché è controverso: per la gestione della violenza sessuale e dell’aborto.  

Nina

Questo biopic del 2016 ritrae la vita della musicista americana e attivista per i diritti civili Nina Simone e ha suscitato forti polemiche a causa della scelta di Zoe Saldaña, un’attrice afro-latina e non nera. La trasformazione di Saldaña ha comportato l’uso di un trucco pesante per rappresentare la cantante dalla pelle più scura, una scelta di cui in seguito ha espresso rammarico e che ha causato il rifiuto della famiglia di Nina Simone di promuovere il film.

Al di là del problema del casting, la pellicola di Cynthia Mort ha dovuto affrontare ulteriori critiche per la sua narrazione cliché e l’esecuzione piatta, risultando in un punteggio incredibilmente basso del 2% su Rotten Tomatoes.

Perché è controverso: per il casting di Zoe Saldaña

Green Book

Green Book filmIspirato alla storia vera del pianista afroamericano Don Shirley, interpretato da Mahershala Ali e del suo autista-guardia del corpo italoamericano Frank Vallelonga l’attore Viggo Mortensen. Green Book ha vinto il premio come miglior film agli Oscar, insieme al miglior attore non protagonista per Ali. Tuttavia, il film suscitò intensi dibattiti sulla sua accuratezza e sulla sua rappresentazione dell’amicizia tra due uomini di razze diverse nel sud americano degli anni Sessanta.

Molti hanno criticato il personaggio di Shirley, evidenziando la rappresentazione scarsamente disegnata del suo personaggio e suggerendo che il personaggio esisteva principalmente per cambiare la prospettiva di una persona bianca. Inoltre, molti critici hanno condannato il film per aver reinventato la storia vera, in cui un personaggio bianco viene celebrato per aver presumibilmente salvato qualcuno di un’altra razza.

Perché è controverso: per l’uso di troppi e dannosi steriotipi. 

Richard Jewell

Richard JewellNel caso reale di Richard Jewell, la giornalista Kathy Scruggs è stata la prima a raccontare la storia secondo cui Jewell era il principale sospettato dell’attentato avvenuto al Centennial Olympic Park di Atlanta, in Georgia, il 27 luglio 1996. In realtà, Jewell, una guardia di sicurezza, era un eroe che invece salvò la folla riunita per le Olimpiadi estive scoprendo un dispositivo prima che potesse esplodere.

Nel film Scruggs, che affrontò sfide considerevoli negli anni successivi al caso e morì solo pochi anni dopo, è ritratta in uno scenario completamente romanzato in cui scambia, per aver informazioni, del sesso con un agente dell’FBI. Questa rappresentazione non solo mostra un cliché sessista già visto nei film sulle donne giornaliste, ma introduce anche eventi che sono stati interamente immaginati.

Perché è controverso: per la rappresentazione sessista e inventata di una  giornalista. 

The Blind Side

The Blind Side filmQuest’anno The Blind Side ha dovuto affrontare una nuova sfida, quando l’ex giocatore della NFL Michael Oher, la cui vita d’adolescente ha ispirato il film, ha intentato una causa contro i suoi genitori adottivi Leigh Ann e Sean Tuohy. Oher ha affermato che la coppia non l’ha mai adottato formalmente, sfruttando invece la loro tutela per trarre profitto dal film senza ricompensarlo. Il procedimento legale ha ulteriormente smascherato il film che, anche dopo la sua uscita iniziale, ha attirato critiche per aver perpetuato il cliché della famiglia bianca che adotta una persona di colore come un atto di carità.

Il biopic è stato anche criticato per aver descritto il giocatore come un ingenuo, con lo stesso Michael Oher che ha rifiutato il modo in cui è stato ritratto nel libro I Beat the Odds: From Homelessness, to The Blind Side, and Beyond, uscito nel 2012.

Perché è controverso: il vero Michael Oher ha intentato una causa contro i suoi genitori adottivi e si è espresso contro il film. 

The Greatest Showman

The Greatest Showman recensione filmDopo l’uscita di The Greatest Showman nel 2017, lo Smithsonian Magazine ha pubblicato un articolo in cui criticava l’eroica rappresentazione del film di PT Barnum, spiegando di come il suo viaggio verso la fama comportasse lo sfruttamento. Nello specifico, scrissero del suo debutto nel 1835, durante il quale mise in mostra una schiava afroamericana di nome Joice Heth, sostenendo che aveva 161 anni. Nonostante l’illegalità di possedere schiavi a New York Barnum trovò una scappatoia.

Il film omette opportunamente la dura realtà dello sfruttamento da parte di Barnum di individui emarginati per il successo, la fama e la ricchezza. Opta invece per una narrazione piena di canti, balli e intrattenimento spensierato, deviando sulla verità più oscura delle azioni di Barnum.

Perché è controverso: perché omette lo sfruttamento e la schiavitù illegale di PT Barnum. 

American Sniper

Chris Kyle American SniperAmerican Sniper racconta la storia di Chris Kyle, un cecchino dei Navy SEAL, e le sue esperienze durante la guerra in Iraq. Il film, diretto da Clint Eastwood, ha dovuto affrontare critiche per essersi preso delle libertà con la narrazione. Questo biopic infatti apporta una serie di modifiche alla storia vera su cui è basato. Ha anche suscitato una notevole attenzione negativa per il suo uso ridicolo di un bambolotto, ovviamente finto, in una scena in cui Bradley Cooper tiene in braccio la figlia appena nata. L’aspetto e la mancanza di realismo della bambola, sono diventati oggetto di scherno e hanno rovinato il peso drammatico del film stesso.

Perché è controverso: per l’inesattezze storiche e la mancanza di realismo. 

J. Edgar

Il film del 2011 J. Edgar, un altro tra i biopic più controversi con la regia di Clint Eastwood, con Leonardo DiCaprio nel ruolo di J. Edgar Hoover, è stato criticato dagli storici e dai funzionari governativi che avevano opinioni divergenti sull’accuratezza della rappresentazione della relazione romantica tra Hoover e il suo stretto collaboratore. Per concludere anche il pubblico non era entusiasta del casting, dato che DiCaprio era molto più giovane di Hoover durante il periodo coperto dal film. L’attore infatti è stato invecchiato con il trucco che non era di certo tra i migliori visti sul grande schermo.

Perché è controverso: disaccordi sull’accuratezza storica e per il pessimo trucco. 

House of Gucci

House of Gucci film 2021Il film di questa Top 10 che risulta tra i biopic più controversi è decisamente House of Gucci. Il lungometraggio del 2021 ha suscitato polemiche per le libertà creative prese nel ritrarre l’omicidio di Maurizio Gucci, interpretato da Adam Driver, da parte della sua ex moglie Patrizia Reggiani di Lady Gaga. Inoltre, le scelte del casting e le performance esagerate degli attori, hanno acceso discussioni sulla rappresentazione dei personaggi e degli accenti italiani.

La controversia è stata ulteriormente alimentata dalla disapprovazione del biopic da parte della famiglia Gucci, con diversi membri della dinastia che hanno espresso insoddisfazione per il prodotto finale.

Perché è controverso: per le performance degli attori protagonisti che erano esagerate come i finti accenti. 

Cristóbal Balenciaga: la nuova serie spagnola in arrivo su Disney+

0

Cristóbal Balenciaga, la serie drama originale ispirata alla vita e all’eredità del creatore spagnolo di Guetaria, uno degli stilisti più iconici di tutti i tempi, debutterà il 19 gennaio 2024 in esclusiva su Disney+. Nella serie, creata da Lourdes Iglesias e dai 12 volte vincitori del premio Goya Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga (La trincea infinita), l’attore Alberto San Juan interpreta Cristóbal Balenciaga, un uomo enigmatico e di straordinario talento che sfidò le convenzioni sociali dell’epoca e rivoluzionò il mondo della moda.

Cristóbal Balenciaga: quando esce e dove vederla in streaming

Cristóbal Balenciaga in streaming debutterà il 19 gennaio 2024 in esclusiva su Disney+

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Cristóbal Balenciaga: trailer

Cristóbal Balenciaga: trama 

Cristóbal Balenciaga inizia quando lo stilista presenta la sua prima collezione di Haute Couture parigina nel 1937. Si è lasciato alle spalle una carriera di successo nei suoi atelier di Madrid e San Sebastian vestendo l’élite e l’aristocrazia spagnola. Tuttavia, i modelli che avevano fatto tendenza in Spagna non funzionano nell’impero della moda sofisticata di Parigi, dove Chanel, Dior e Givenchy sono il punto di riferimento dell’Haute Couture. Guidato dall’ossessione per il controllo in tutti gli aspetti della sua vita, Cristóbal Balenciaga definirà il suo stile e alla fine diventerà uno dei più importanti stilisti di tutti i tempi.

Cristóbal Balenciaga: il cast

Cristóbal Balenciaga è interpretato da Alberto San Juan e da un cast internazionale di attori che danno vita a celebri personaggi del XX secolo che sono stati fondamentali nella vita del Maestro. Tra questi, Belén Cuesta (Fabiola de Mora y Aragón); Josean Bengoetxea (l’uomo d’affari di San Sebastian, Nicolás Bizkarrondo); Cecilia Solaguren(sua moglie, Virgilia Mendizabal); Adam Quintero (Ramón Esparza, collaboratore dello stilista); Thomas Coumans (Wladzio D’Attainville, socio e partner commerciale di Cristóbal Balenciaga); Gemma Whelan (Prudence Glynn, giornalista del Times); Anouk Grinberg (Coco Chanel); Gabrielle Lazure (Carmel Snow, fashion director di Harper’s Bazaar); Patrice Thibaud (Christian Dior); Nine d’Urso (la modella Colette); Anna-Victoire Olivier (l’attrice Audrey Hepburn).

La serie

Per quanto riguarda la parte tecnica di Cristóbal Balenciaga, il team è composto da professionisti eccellenti. Tra gli altri, il compositore Alberto Iglesias, vincitore di 11 Premi Goya (nominato 19 volte), quattro volte candidato agli Academy Award, tre volte ai Bafta Award e due volte ai Golden Globes, è responsabile della colonna sonora originale; Bina Daigeler, candidata agli Academy Award per il film live-action Mulan dei Walt Disney Studios e candidata agli Emmy Award per i costumi di Mrs. America, è la costumista di Cristóbal Balenciaga, insieme al suo collaboratore Pepo Ruiz Dorado; Javier Agirre Erauso (vincitore del Premio Goya per Handia) è il direttore della fotografia; Mikel Serrano (vincitore del Goya per Handia e Il sabba) è il direttore artistico; Karmele Soler(vincitore del Premio Goya per La pelle che abito) è la makeup artist.

La serie è prodotta da Xabier Berzosa per Moriarti Produkzioak e Irusoin. Moriarti Produkzioak è stata fondata nel 2001 e i suoi film hanno partecipato a numerosi festival internazionali e hanno ottenuto più di 450 premi. Tra i riconoscimenti: 12 premi Goya e 31 nomination; due candidature per rappresentare la Spagna agli Academy Awards. Premio Speciale della Giuria al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, oltre alla Concha de Plata per la Miglior Regia, al Premio per la Miglior Sceneggiatura e al Premio FIPRESCI; Premio Forqué per il Miglior Film; un Premio EFA; un Premio Platino e il Premio Sant Jordi per il Miglior Film. Irusoin, invece, è stata fondata nel 1982 come società di produzione di scripted, documentari e film d’animazione. Ha due centri di produzione e post-produzione: uno a Bilbao e l’altro a San Sebastian. Le sue produzioni hanno ricevuto numerosi premi e hanno avuto un’importante presenza nei festival internazionali.

Unica: recensione del documentario su Ilary Blasi su Netflix

Di questa storia se n’è parlato troppo, troppo poco e in modo sbagliato. In questo modo Ilary Blasi racconta a Unica, documentario Netflix in arrivo sulla piattaforma il 24 novembre, la sua verità. Una verità che i giornali hanno bramato, che hanno richiesto, a cui è stata negata e che arriva per la prima volta dalla conduttrice italiana più chiacchierata del momento. Un racconto preciso, puntuale e meticoloso nella sua ricostruzione, dopo un anno dalla separazione ufficiale, con ancora un processo in tribunale in atto, e che mette Ilary Blasi e Francesco Totti ancora nel mirino di paparazzi, giornalisti e mondo dello spettacolo. Una coppia nata grazie alla televisione e al mondo dell’intrattenimento che ha fatto sognare milioni di italiani, romani e romanisti ma che l’anno scorso ha preso la decisione di separarsi per motivi che sono ormai sulla bocca di tutti.

Unica, la verità di Ilary Blasi

La conduttrice del Grande Fratello Vip, Isola dei Famosi, volto noto di Mediaset racconta la sua verità in un luogo neutro, non tra le pareti di casa sua perché una relazione che è nata sotto i riflettori non può certo “lavare i panni sporchi in casa”. Dopo le dichiarazioni dell’ex calciatore della Roma su Il Corriere arriva anche la versione della storia di Ilary Blasi che inizia subito mettendo a posto tutte le pedine. Partendo dal 2021 anno in cui inizia a rompersi qualcosa nel legame tra lei e l’ex marito. Non esistono schieramenti o colpevolizzazioni, ma una disamina apparentemente chiara di una vicenda di cui i gossippari italiani si sono nutriti. A fare da sfondo alla vicenda una Roma che Blasi descrive come parte integrante di questo processo. Una Roma che le ha voltato le spalle per difendere il suo capitano, ancora una volta.

Roma pettegola, Roma che nasconde gli sbagli di un uomo che, secondo il racconto di Ilary Blasi, ha fatto di tutto per farsi scoprire pur di non raccontare a viso aperto la verità alla, ormai, ex moglie. Lei stessa che è stata additata come traditrice per un caffè preso con un giovane ragazzo e la sua amica nell’intimità di un appartamento vicino alla stazione dei treni di Milano. È difficile parlare di Totti e Blasi come due persone separate ma in sostanza i loro mondi, anche durante il matrimonio, non si sono mai incontrati. Il mondo dello spettacolo e dei riflettori non è mai stato ambiente frequentato da Francesco Totti che invece ha sempre fatto parlare di sé per le sue prodezze con il pallone. Viceversa, dopo vent’anni di matrimonio, Ilary Blasi non si è mai interessata al mondo del calcio portando avanti il suo lavoro in televisione. Due persone distinte che in questo lungo viaggio di matrimonio hanno usato le loro carte vincenti per andare avanti e farsi un nome.

unica

A chi credo? Ai giornalisti o a mio marito?

Insieme in tutti i momenti della vita, belli e brutti, la coppia Blasi-Totti si è davvero coperta le spalle a vicenda anche quando, come racconta Blasi in Unica, la popolarità di lui come calciatore, varie storie e tradimenti che gli sono stati affibbiati, sono stati una cosa che ha subito. In Unica c’è molto di Francesco Totti, così come molto ce n’è nella vita di Ilary Blasi per cui raccontare la sua storia senza parlare dell’ex marito sarebbe stato impossibile. Un punto importante della loro storia è l’addio al calcio dell’ex capitano della A.S. Roma (matrimonio calcistico durato più di quello sentimentale). Quel 28 maggio lo ricordiamo tutti e tra le mura di casa, racconta Blasi, si consumava un dramma. Lei stessa si commuove pensando a quei momenti di sofferenza del marito. Paradossalmente però il momento in cui Totti va in “pensione” lei ha sempre più opportunità nel mondo della televisione. Molto spesso è via per lavoro, soprattutto a Milano, luogo nevralgico dello show business italiano.

Asse Milano-Roma. La prima offre opportunità, la seconda sempre troppo ostile per Blasi, una Roma a cui piace parlare sottovoce e mai in faccia. Dopo l’addio al calcio, si racconta in Unica, le cose sono sempre andate bene per la coppia che non ha mai perso quell’intimità in camera da letto. Nel racconto di Ilary Blasi appare molta sincerità sulla fine del loro matrimonio e sui presunti lati oscuri del suo ex marito, fin ora mai raccontati. Totti viene descritto come un uomo non tanto vendicativo quanto furbo, quasi manipolatore, doppiogiochista, come un boss silenzioso della sua Roma che non vuole farsi beccare a parlare male di lui. Le sue mosse sembrano studiate a tavolino e messo di fronte alla verità mente con freddezza. Freddezza che però non traspare in Ilary Blasi che in Unica si racconta per la donna di spettacolo che è, abituata a stare con un cono di luce puntato sulla testa e lo fa con precisione, commozione ma anche con autoironia.