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Avengers: altri 8 cattivi dei fumetti contro cui la squadra potrebbe ancora combattere nel MCU

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Gli eroi più potenti del Marvel Cinematic Universe si sono riuniti per la prima volta in The Avengers del 2012 per combattere Loki e i Chitauri. Tre anni dopo, si sono scontrati con Ultron prima di riunirsi di nuovo per combattere Thanos e il suo Ordine Nero per salvare l’universo nella saga dell’infinito

In Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, ci aspettiamo che nuove squadre di questi eroi si scontrino con Kang il Conquistatore e le sue numerose varianti. Oltre a questo, però, ci sono innumerevoli cattivi dei fumetti che non hanno ancora fatto il loro debutto sul grande schermo.

Alcuni dei personaggi qui elencati sono relativamente oscuri e sarebbe meglio se fossero impostati come cattivi secondari; altri, invece, hanno il potenziale per essere un grande cattivo simile ai sinistri nemici sopra menzionati. Per scoprire quali sono i cattivi della Marvel Comics che vorremmo vedere nel franchise dei Vendicatori, cliccate sui pulsanti “Avanti” qui sotto.

Conte Nefaria

Il Conte Nefaria è stato creato dallo scrittore Stan Lee e dall’artista Don Heck ed è apparso per la prima volta in Avengers #13 del 1965. Il vero nome del ricco aristocratico italiano è Luchino Nefaria e, sebbene inizialmente non possedesse capacità sovrumane innate, utilizzò la sua vasta ricchezza, la sua intelligenza e le sue risorse per diventare una formidabile minaccia.

In seguito ha acquisito una serie di poteri, tra cui forza sovrumana, velocità, resistenza, volo e proiezione di energia. Possiede anche la capacità di assorbire e manipolare l’energia ionica, il che lo rende un degno avversario degli Eroi più potenti della Terra.

Il Conte Nefaria è stato coinvolto in varie attività criminali, tra cui estorsioni, furti e dominio del mondo, e diremmo che è un cattivo adatto a combattere i Vendicatori del MCU. Oltre a governare un’organizzazione criminale internazionale nota come Maggia, anche sua figlia, Madame Masque, è una forza con cui fare i conti.

Korvac

Korvac

Michael Korvac, spesso conosciuto semplicemente come Korvac, è stato creato dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista George Pérez, debuttando sulle pagine di Giant-Size Defenders #3 nel 1975. Tecnico informatico di una realtà alternativa del 31° secolo, Korvac è stato trasformato in un cyborg dalla razza aliena nota come Badoon.

Dopo aver acquisito immensi poteri e conoscenze, si è disilluso sulla sua umanità e ha cercato di ascendere alla divinità viaggiando indietro nel tempo fino all’Universo Marvel del XX secolo. Capace di assorbire e manipolare l’energia cosmica, ha spinto i Vendicatori al loro limite.

Una delle storie più importanti di Korvac è stata la “Saga di Korvac”, che si è sviluppata su vari titoli Marvel, tra cui Avengers e Thor. Nel corso di questa storia, la ricerca della divinità da parte di Korvac ha portato a un enorme scontro con i più potenti eroi della Terra, e questa è una storia che ci piacerebbe vedere riprodotta sullo schermo.

U-Foes

U-Foes

Questi ragazzi non potrebbero mai essere protagonisti di un film sui Vendicatori, ma gli U-Foes hanno ancora il potenziale per essere una grande minaccia secondaria che finalmente mette la squadra di eroi del MCU contro un gruppo di cattivi. Per chi se lo stesse chiedendo, questo gruppo è stato creato dallo scrittore Bill Mantlo e dall’artista Sal Buscema per The Incredible Hulk #254 del 1980.

Gli U-Foes acquisirono i loro poteri in seguito a un incidente simile a quello che trasformò Bruce Banner in Hulk. In origine erano membri dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti; tuttavia, di stanza in una base missilistica nel deserto del New Mexico, tentarono di sabotare un test gamma per scopi personali.

Il piano fallì e si trasformarono in Vector, Vapor, Ironclad e X-Ray. Anche se non sono esattamente bravi in quello che fanno, un film che si apre con gli U-Foes che prendono a botte gli Eroi più potenti della Terra sarebbe un modo divertente per stabilire la prossima iterazione di questa squadra.

Grey Gargoyle

Grey Gargoyle

Un altro cattivo che forse è meglio conservare come minaccia secondaria per la squadra, Grey Gargoyle ha infatti molto potenziale sullo schermo. Dopo aver debuttato in Journey into Mystery #107 dello scrittore Stan Lee e dell’artista Jack Kirby, l’ex chimico Paul Pierre Duval si è inavvertitamente concesso la capacità di trasformare in pietra tutto ciò che tocca.

Nonostante i suoi sinistri poteri, il Gargoyle Grigio è spesso ritratto come una figura tragica. Le sue trasformazioni sono temporanee e cerca una soluzione permanente alla sua condizione. D’altra parte, le sue attività criminali sono guidate dal desiderio di ricchezza, potere e riconoscimento piuttosto che dalla pura cattiveria, quindi non è così simpatico.

Ci piacerebbe vedere un cattivo come questo contrapposto a personaggi del calibro di Thor e Hulk, soprattutto perché potrebbe ribaltare le sorti dei Vendicatori mettendo fuori gioco alcuni dei loro più importanti esponenti. Ha anche un legame con i Maestri del Male, di cui parleremo più avanti.

Morgan Le Fay

Morgan Le Fay

Apparsa per la prima volta nel 1955 sulle pagine di Black Knight #1, Morgan Le Fay è stata ideata dallo scrittore Stan Lee e dall’artista Joe Maneely. Potente maga legata all’antica Britannia e alla leggenda arturiana, la cattiva cerca il potere e il dominio sia sul regno mistico che su quello terrestre.

Uno degli avversari magici più importanti affrontati dai Vendicatori, ha avuto diverse storie di origine nel corso degli anni, ma è tipicamente ritratta come un’ex apprendista di Merlino le cui ambizioni e la cui brama di potere la portano spesso su un sentiero oscuro.

Le Fay è nota per la sua padronanza della magia nera, che le garantisce un’ampia gamma di abilità, tra cui incantesimi, teletrasporto, telecinesi e manipolazione della realtà. Nel MCU, ci piacerebbe vederla emergere come una minaccia mistica per gli Eroi più potenti della Terra, ancora più formidabile di Scarlet Witch!

Graviton

Graviton

Portato in vita per la prima volta sulla pagina dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista Sal Buscema in The Avengers #158 del 1977, Franklin Hall era un fisico canadese che ha acquisito i suoi poteri in seguito a un incidente che ha coinvolto un dispositivo gravitazionale sperimentale da lui creato.

Il corpo di Hall è stato infuso di particelle gravitoniche, che gli hanno conferito la capacità di manipolare la gravità a piacimento, ed è persino in grado di manipolare il campo gravitazionale della Terra. È troppo simile a Magneto? Dipenderà dall’esecuzione, ma senza dubbio merita di meglio di quello che abbiamo visto in Agents of S.H.I.E.L.D.

Tipicamente raffigurato come un antagonista megalomane e altamente intelligente che si crede superiore all’umanità, è un altro cattivo attorno al quale non costruiremmo necessariamente un film e lo faremmo invece unire a una certa squadra di supercriminali che spinge i Vendicatori ai loro limiti…

Masters of Evil

Masters Of Evil

È difficile credere che non abbiamo mai visto i Vendicatori del MCU scontrarsi con un’altra squadra, ma forse i Marvel Studios stanno risparmiando per il debutto sul grande schermo dei Maestri del Male, Masters of Evil. Il gruppo si è riunito per la prima volta in Avengers #6 nel 1964 e ha annoverato tra le sue fila alcuni dei più grandi cattivi dell’Universo Marvel.

Forse l’iterazione più nota dei Masters of Evil era guidata dal Barone Zemo. Questa versione della squadra comprendeva cattivi come il Cavaliere Nero, Melter, l’Uomo Radioattivo e Incantatrice, ma anche Ultron e il Dottor Octopus hanno guidato le loro versioni.

Abbiamo visto gli Eroi più potenti della Terra affrontare alieni e cyborg, quindi una battaglia con alcuni supercattivi terrestri vecchio stile sarebbe benvenuta. I Marvel Studios potrebbero anche riportare in vita alcuni nemici familiari del passato come Namor, l’Avvoltoio e Teschio Rosso.

The Beyonder

The Beyonder

Ideato dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista Mike Zeck, Beyonder è apparso per la prima volta in Secret Wars #1 nel 1984 e ci aspettiamo che faccia sentire la sua presenza in Avengers: Secret Wars tra qualche anno. Tuttavia, pensiamo che meriti qualcosa di più di una semplice variante di Kang il Conquistatore.

Un essere enigmatico e virtualmente onnipotente che esiste al di fuori dell’Universo Marvel convenzionale, è caratterizzato dal suo vasto potere cosmico e dalla sua curiosità sulla natura dell’esistenza. In sostanza, è l’incarnazione del Regno dell’Oltre, una dimensione al di là del Multiverso conosciuto.

Che trasporti i supereroi e i supercriminali del MCU su un pianeta lontano chiamato Battleworld per farli combattere tra loro o che serva semplicemente come minaccia cosmica, ci sono molte direzioni in cui portare il Beyonder. E, come già detto, speriamo che non sia solo un altro Kang quando appare per la prima volta.

Kinds of Kindness, nuova collaborazione tra Yorgos Lanthimos e Emma Stone, ha una data d’uscita

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Kinds of Kindness, la prossima collaborazione tra il regista Yorgos Lanthimos e Emma Stone, debutterà nei cinema quest’estate. Searchlight, lo studio indipendente che distribuisce il film, ha aggiunto il titolo al calendario delle uscite il 21 giugno.

Anche se la trama rimane nascosta, Kinds of Kindness è un film antologico che riunisce Stone con i suoi co-protagonisti di Povere Creature! Willem Dafoe e Margaret Qualley, così come con l’attore di La favorita Joe Alwyn. Jesse Plemons, Hong Chau e Hunter Schafer completeranno il cast.

Lanthimos ha scritto la sceneggiatura insieme a Efthimis Filippou, con il quale ha co-sceneggiato alcuni dei suoi lavori precedenti, The Lobster, Killing of a Sacred Deer e Dogtooth. Il film, originariamente intitolato And, è stato girato a New Orleans alla fine del 2022.

Kinds of Kindness è la quinta collaborazione tra Stone e Lanthimos, che si sono appena riuniti per Povere Creature!, che è valso a Emma Stone un secondo Oscar come migliore attrice. Quel film, anch’esso distribuito da Searchlight, ha vinto quattro Academy Awards in totale.

Stone e Lanthimos hanno lavorato insieme anche nel 2018 per La Favorita e nel cortometraggio Bleat. Sono già in trattative per organizzare il loro sesto film, un remake della commedia fantasy sudcoreana Save the Green Planet.

Juliette Binoche nuova presidentessa della European Film Academy, sostituisce Agnieszka Holland

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L’attrice francese Juliette Binoche è diventata la nuova presidentessa della European Film Academy, in sostituzione della regista polacca Agnieszka Holland. L’organismo ha affermato che Binoche è stata proposta all’unanimità dai membri del consiglio dell’EFA dopo che Holland aveva espresso il desiderio di dimettersi nel 2024. Il ruolo del Presidente dell’EFA è onorario e riveste un potere simbolico per l’ente con sede a Berlino e rappresenta più di 4.600 professionisti del cinema in tutta Europa.

Ingmar Bergman è stato il primo presidente ed è stato originariamente scelto dai 40 membri fondatori dell’Accademia nel 1989. Binoche assumerà formalmente il ruolo il 1 maggio 2024, dopo che la maggioranza dei 4.600 membri della European Film Academy avrà dato il proprio voto di approvazione fino alla fine di aprile 2024.

Agnieszka Holland ha palesato la sua decisione di dimettersi questa primavera, esprimendo il desiderio di dedicare completamente il suo tempo alla realizzazione di film. In una dichiarazione condivisa con tutti i membri dell’Academy in 52 paesi europei, l’attuale presidente del consiglio di amministrazione Mike Downey e il CEO dell’Academy Matthijs Wouter Knol hanno dichiarato: “Vogliamo onorare il desiderio di Agnieszka Holland e comprendere appieno che le responsabilità oltre al cinema, per quanto stimolanti e importanti, possono a volte ostacolare la creazione artistica. Una decisione come questa è anche quella che ci fa capire quanto dobbiamo al lavoro di Agnieszka Holland per la nostra istituzione”.

“A nome della European Film Academy, vorremmo ringraziarla per il suo straordinario supporto, forza e forte visione in tutte le funzioni che ha svolto all’interno della struttura dell’Accademia. Senza questo, il lavoro svolto negli ultimi anni non sarebbe stato lo stesso e sicuramente non sarebbe stato altrettanto piacevole”.

Fabbricante di lacrime: il trailer ufficiale del nuovo film Netflix

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Ecco disponibile il trailer del film Fabbricante di lacrime, in uscita il 4 aprile 2024 solo su Netflix, dall’omonimo romanzo di Erin Doom, uno dei più importanti casi letterari degli ultimi tempi. Fabbricante di lacrime, edito da Magazzini Salani, è stato infatti il libro più venduto in Italia nel 2022. Nel cast, accanto ai protagonisti Caterina Ferioli (Nica) e Simone Baldasseroni (Rigel), anche Nicky Passarella (Billie) e Alessandro Bedetti (Lionel).

Fabbricante di lacrime è una produzione Colorado Film ed è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai. Il film è scritto da Eleonora Fiorini e Alessandro Genovesi, che ne è anche il regista.

Fabbricante di lacrime, la trama

Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si racconta da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di Lacrime, un misterioso artigiano, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole. Il suo sogno più grande, sta per avverarsi: i coniugi Milligan hanno avviato le pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare.

Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune, la convivenza tra loro sembra impossibile… ma gentilezza e rabbia sono solo due diversi modi di combattere il dolore e saranno destinati a diventare l’una per l’altro proprio quel Fabbricante di Lacrime della leggenda.

Al Fabbricante non puoi mentire e loro dovranno trovare il coraggio di accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

The Bikeriders: il trailer del film con Austin Butler e Tom Hardy

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La Universal Pictures Italia ha diffuso il nuovo trailer italiano di The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy, Michael Shannon e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

The Bikeriders, interpretato da Austin Butler, Jodie Comer, Tom Hardy e Norman Reedus, racconta la storia di un club di motociclisti del Midwest, i Vandals, e le vite dei suoi membri.

Nell’arco di dieci anni il club, da luogo di ritrovo per gli outsider locali si trasforma in una gang losca e pericolosa che influenza e minaccia lo stile di vita unico del gruppo originario.

Confini e dipendenze: la storia vera dietro il film

Confini e dipendenze: la storia vera dietro il film

Una delle più grandi problematiche oggi esistenti negli Stati Uniti è quella della diffusione e dipendenza da oppiacei. Un dramma che miete ogni anno innumerevoli vittime e che si è cercato di affrontare tanto con discussioni pubbliche quanto con film, romanzi e ogni altro mezzo di comunicazione. Tra i più recenti ad aver ribadito l’urgenza di un intervento su tale dinamica vi è il film Confini e dipendenze, il cui titolo originale è Crisis. Questo è stato girato nel 2021 dal regista Nicholas Jarecki, specializzato in documentari ma autore anche di film quali The Outsiders (2005) e il thriller finanziario La frode (2012).

Jarecki torna dunque alla regia di un film di fiction per dar vita ad un’opera dal sapore documentaristico, con cui va ad indagare una tragica realtà e i suoi retroscena, con l’obiettivo di contribuire allo smascheramento di coloro che si nascondono dietro questa emergenza sociale. Realizzato in modo totalmente indipendente, Confini e dipendenze non ha potuto contare su particolari spinte distributive ed è dunque passato grossomodo inosservato. Nonostante ciò, può vantare la presenza di diversi celebri attori, dichiaratisi interessati al tema e a prendere parte ad un film che lo affronta con questo vigore.

Grazie ora al suo arrivo su Netflix, Confini e dipendenze è divenuto uno dei titoli più visti del momento e ciò sta dunque permettendo una sua riscoperta, a cui consegue una nuova riflessione sull’emergenza affrontata nel film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Confini e dipendenze. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Confini e dipendenze trama

La trama e il cast di Confini e dipendenze

La vicenda si svolge negli Stati Uniti d’America. Sullo sfondo di un’anomala serie di overdose da farmaci oppioidi, si incrociano tre storie diverse, quella dell’agente Jake Kelly, infiltrato della DEA in un’operazione di contrabbando di Fentanyl, quella di Claire Reimann, architetto che si sta riprendendo dalla dipendenza da ossicodone e deve affrontare la morte del figlio e infine quella del professore universitario Tyrone Brower, ricercatore per un farmaco antidolorifico esente da dipendenza alternativo all’ossicodone. Per quanto slegate, le loro vicende si riveleranno in realtà essere più correlate del previsto.

Ad interpretare quest’ultimo, il professore Tyron Brower vi è l’attore Gary Oldman, mentre Armie Hammer è l’agente Jake Kelly, della DEA. Evangeline Lilly interpreta Claire Reimann, architetto e tossicodipendente in fase di recupero, mentre Greg Kinnear è Dean Talbot, superiore di Brower all’Università di Everett. Nel cast si ritrova poi anche Michelle Rodriguez nel ruolo del Supervisore Garrett, superiore di Kelly alla DEA, Luke Evans nel ruolo del Dr. Bill Simons, un membro del consiglio di amministrazione della Northlight Pharmaceuticals e Lily-Rose Depp nel ruolo di Emmie Kelly, sorella minore di Jake e tossicodipendente.

La storia vera dietro il film

Il film Confini e dipendenze non è direttamente ispirato ad una vicenda reale, ma il regista Nicholas Jarecki, anche sceneggiatore del film, ha però rivelato di essersi basato per la scrittura della storia su alcuni elementi reali come anche sulla sua esperienza personale di perdita di persone che conosceva a causa della dipendenza da oppioidi. Il film esplora infatti i meccanismi interni e l’emergenza sanitaria indotta dalla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, in particolare dal Fentanyl. L’impatto emotivo dei decessi legati alla droga e il lavoro delle forze dell’ordine per arginare il traffico di stupefacenti sono dunque tratti da fatti realmente accaduti.

Jarecki ha parlato con giornalisti che si sono occupati della crisi degli oppioidi e ha raccolto informazioni da agenti della narcotici sotto copertura che hanno scoperto la verità dietro l’abuso di farmaci e gli scienziati delle case farmaceutiche. La dipendenza, potenzialmente letale, che colpisce la gente comune, deriva dalle pillole che vengono prescritte per alleviare il dolore. L’incursione di Jarecki nella verità che si cela dietro il ruolo delle multinazionali e delle autorità di regolamentazione lo ha portato a narrare una situazione in cui gli stessi antidolorifici sono diventati assassini. Un aspetto narrato anche nel recente romanzo premio Pulitzer Demon Copperhead, di Barbara Kingsolver.

Confini e dipendenze cast

La crisi degli oppioidi è iniziata negli anni ’90, quando le grandi aziende farmaceutiche hanno commercializzato in modo aggressivo i loro antidolorifici da prescrizione, rassicurando i medici che gli antidolorifici non inducevano dipendenza nei pazienti. Con l’impennata dei prezzi dei farmaci, si sono poi attivati diversi canali illegali che hanno iniziato a spacciare gli oppioidi, soprattutto la droga sintetica, il Fentanyl. Dall’inizio del secolo, gli oppioidi da prescrizione sono stati la presunta causa di morte di oltre 450.000 americani. Quando le tariffe di prescrizione sono state aumentate per scoraggiare l’uso incessante di oppioidi, i consumatori hanno cercato alternative più economiche.

Nel dicembre 2015, l’allora Presidente Barack Obama autorizzò uno stimolo finanziario per finanziare la ricerca sugli oppioidi, al fine di sottrarre la società ai danni dell’epidemia di oppioidi. Nel 2017, l’ex presidente Donald Trump ha invece dichiarato la crisi degli oppioidi un’emergenza di salute pubblica. Poco dopo, diversi Stati hanno intrapreso misure importanti per affrontare il grave problema. Ancora oggi si tratta di una guerra silenziosa, che miete migliaia di vittime ogni anno. Solo nel 2022, infatti, si stimano circa 100 mila morti per overdose da oppiacei.

Il trailer di Confini e dipendenze e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Confini e dipendenze grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

The Crow: il primo trailer del film con Bill Skarsgård

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The Crow: il primo trailer del film con Bill Skarsgård

Lionsgate ha diffuso il primo trailer di The Crow, il nuovo adattamento del graphin novel di James O’Barr, diretto da Rupert Sanders e con protagonisti Bill Skarsgård e FKA Twigs.

Le prime immagini del film avevano generato parecchie polemiche, dal momento che il look del protagonista è molto diverso rispetto a quello che nel 1994 era stato adottato da Brandon Lee che insieme a Alex Projas aveva portato sul grande schermo la storia di Eric Draven. Le immagini del trailer mostrano chiaramente che si tratta di una rilettura molto diversa del fumetto originale, che forse potrebbe essere più adatta al pubblico di oggi.

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

Rogue Squadron: Patty Jenkins è ancora al lavoro sul film di Star Wars

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In un’intervista in podcast Talking Pictures, la regista Patty Jenkins ha dichiarato di essere tornata a lavorare al film Rogue Squadron, appartenente all’universo di Star Wars ma fino ad oggi noto per essere stato cancellato. Il progetto era stato annunciato come un film di che avrebbe seguito una squadra di piloti di X-wing e sarebbe dovuto uscire dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Tuttavia, la data di uscita prevista per il dicembre 2023 è passata e il titolo non è stato incluso nemmeno nell’elenco dei prossimi film di Star Wars annunciato alla Star Wars Celebration 2023. Tutti gli indizi indicavano dunque che il progetto era stato cancellato, ma, secondo la regista, non è così.

Jenkins ha rivelato che attualmente “deve” una bozza del film a Star Wars. Questo suggerisce non solo che Rogue Squadron è ancora potenzialmente in arrivo in futuro, ma anche che si stanno facendo progressi. Ecco quanto dichiarato dalla Jenkins: “Quando ho lasciato Star Wars per fare Wonder Woman 3, pensavo che magari sarei tornata su Star Wars dopo quello. Abbiamo fatto un accordo di quel tipo, l’abbiamo avviato, ma pensavo che avrei fatto Wonder Woman prima. […] Quello non si è più concretizzato, così la Lucasfilm e io ci siamo detti: dobbiamo dare concretezza a quest’accordo. E l’abbiamo fatto appena prima degli scioperi“.

Ora devo produrre una stesura del film e vedere cosa succede. Chi lo sa? Hanno altri registi che stanno lavorando, al momento io sono tornata su Rogue Squaron e vedremo cosa succederà. Dobbiamo sviluppare qualcosa che renda molto contenti entrambi. Star Wars è bellissimo, sono bellissime le emozioni che suscita, i temi che mette in gioco, specialmente nel momento in cui siamo. Star Wars arrivava dalla Seconda Guerra Mondiale, no? Nasce da una metafora, parli con metafore, mi spiego? Ho sempre voluto fare un film sui piloti militari. È un mio sogno“, ha concluso la regista.

Cosa è successo al Rogue Squadron di Patty Jenkins?

Nel gennaio del 2021 era stato riportato da Patty Jenkins che il trattamento della storia per Rogue Squadron era quasi completo. Il film avrebbe dovuto essere incentrato su una nuova generazione di piloti di caccia stellari che si guadagnano le ali e rischiano la vita in un’avventura da brivido ad alta velocità che spinge i confini e sposta la saga nell’era futura della galassia. Uno spin-off, dunque, la cui uscita in sala era fissata al dicembre 2023, ma nel settembre 2022 la Disney ha rimosso il film dal suo programma di uscita, lasciando in sospeso il suo destino.

Secondo un rapporto datato all’anno precedente, la Jenkins e la Lucasfilm non sono stati in grado di arrivare ad un accordo su una sceneggiatura per il suo film in programma Rogue Squadron, con la regista che Jenkins ha poi virato su altri progetti che aveva pianificato, incluso l’attesissimo Wonder Woman 3 a Warner Bros Discovery. Quando poi anche quest’ultimo progetto è stato cancellato, la regista si è ritrovata apparentemente senza progetti tra le mani. Ora, però, dalle sue parole si evince che Rogue Squadron non è mai stato realmente cancellato e che potrebbe in futuro arrivare sul grande schermo.

Nicolas Cage sul suo ritorno in un cinecomic: “Non è nei miei pensieri”

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Negli ultimi sei mesi, Nicolas Cage ha espresso confusione e frustrazione per il suo cameo come Superman in The Flash. Questa settimana, in un’intervista rilasciata a Deadline in occasione del SXSW, l’attore ha invece espresso indifferenza al pensiero di tornare a recitare per un cinecomic, dopo essere stato Ghost Rider per ben due film. “Tornerei al genere dei fumetti?“. si è chiesto Cage, prima di continuare con un tiepido: “direi, mai direi mai“. Non si tratta però di un’approvazione entusiasta di quest’idea, con Cage che si è detto intenzionato a voltare pagina rispetto a quel mondo.

Si è parlato molto di questo. La mia collezione di fumetti diventa virale rapidamente, in modo esponenziale, e mi sembra che in qualche modo abbia eclissato ciò che leggo davvero“, ha dichiarato l’attore, “come “Il cappotto” di Nikolai Golgol o Herman Hesse. È come se fossi ancora bloccato a 12 anni, con il NyQuil e i biscotti al limone e l’Incredibile Hulk n. 72“. “Dai, sono cresciuto. Non sono più così. Il che non vuol dire che non lo apprezzi. Lo apprezzo. E probabilmente sarò ancora disponibile a interpretare qualcosa, ma per il momento non ci penso proprio“.

Nicolas Cage, da Pig ad Arcadian: gli ultimi film dell’attore

Le scelte cinematografiche di Cage negli ultimi anni – PigRenfield, Dream Scenario e Arcadian, che Cage era ad Austin per promuovere – hanno rispecchiato questa mentalità. A gennaio l’attore ha dichiarato a Deadline che intende essere più selettivo sui suoi progetti in futuro. “Sarò più severo e rigoroso con i film che faccio. Forse ne farò uno all’anno o uno ogni due anni, non lo so“, ha detto. Ma in ogni caso non esclude un ritorno ai film di fumetti e supereroi. Infatti, uno dei film che sarebbe entusiasta di realizzare è il sequel di una delle sue uscite più amate in questo genere.

Sto dicendo che se arrivasse qualcosa che ritengo abbia una certa popolarità, una certa scintilla, che forse potrebbe essere divertente per la gente rivisitare, come un Face/Off 2 o Ghost Rider, questo è un altro discorso. Ma questo non significa andare a cercare un materiale nuovo di zecca e provare qualcosa di diverso“. Non è dunque escluso che l’attore possa un giorno tornare ad indossare i panni di un qualche personaggio dei fumetti, ma al momento la cosa non sembra essere nei suoi piani.

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Imaginary: recensione del nuovo horror della Blumhouse

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Imaginary: recensione del nuovo horror della Blumhouse

La Blumhouse torna al cinema alla fine dell’inverno 2024 con un nuovo horror dal titolo esplicativo, Imaginary, diretto dal regista di Fantasy Island, Jeff Wadlow che firma anche la sceneggiatura insieme a Greg Erb e Jason Oremlan. Jason Blum, l’artefice della società dalle uova d’oro di Hollywood, è reduce dall’incredibile successo di Five Nights at Freddy’s e ora ci riprova a sbancare il box office con un orsacchiotto dall’apparenza innocua ma dalla sinistra presenza, con questo film.

Un tempo, i film horror avevano schemi molto semplici. Un susseguirsi di spaventi, l’uno dietro l’altro in un’escalation di salti dalla poltrona. Un film era bello anche nella semplicità della sua premessa: stalker a piede libero, fantasma in soffitta, non andare in cantina etc.

Oggi, dopo il successo di film horror come Insidious o Conjuring, quello stesso schema semplice non basta più. No, ora sono concentrati a costruire dei meccanismi molto più complessi, dinamiche impegnate e piene di convoluzioni. Invece di immediati spaventi a raffica, ci sono ostacoli da superare per costruire un mondo che di semplice ha ben poco.

Imaginary non è una storia semplice

Pyper Braun Tom Payne Taegen Burns in Imaginary
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

Imaginary ruota attorno a una bambina, Alice (Pyper Braun), che nel seminterrato della sua nuova casa scopre un vecchio orsetto di nome TEDDY, che diventa il suo amico immaginario. Ma, naturalmente, TEDDY non è solo il suo morbido ripieno: è una presenza sinistra con una vita propria. In tempi passati (cioè prima che i film di “Conjuring” diffondessero l’eccesso di complicazioni dell’horror), Imaginary sarebbe stato uno spettacolo su un giocattolo che porta scompiglio facendo cose malvagie. Sarebbe stato il “Ted” di Seth MacFarlane in chiave horror.

Ora, però, quella storia di base non è sufficiente. Deve essere stratificata con orpelli che contaminano l’horror con i generi più disparati. Alice ha un amico immaginario, ma anche la sua matrigna, Jessica (DeWanda Wise), che ha vissuto nella stessa casa fino a cinque anni. La famiglia, che comprende anche la sorella di Alice, la monella Taylor (Taegen Burns), e il padre delle due ragazze, Max (Tom Payne), un musicista rock hipster, sono tornati a vivere qui e la prima cosa che notano sono i disegni con cui Jessica ha ricoperto le pareti da bambina. La ragazza è diventata un’artista, un’autrice-illustratrice di libri bestseller per bambini, ma quei disegni, oltre ad alcuni criptici messaggi scarabocchiati, contengono indizi sul grande mistero. Così come un personaggio dei libri di Jessica, Simon il ragno (il nemico di Molly, Millipede), che prende vita come un incubo oversize.

La perdita del dono della sintesi nell’horror contemporaneo

DeWanda Wise e Taegen Burns Imaginary
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

La nuova narrazione dunque non solo perde la compente più efficace della narrazione, ovvero la semplicità, ma anche il dono della sintesi. La storia del cinema dell’orrore è stracolma di esempi eccellenti di narrazione che fa della sintesi il maggior “effetto speciale”. Basti pensare agli schemi dietro a horror di successo come Nightmare e Halloween e il suo protagonista Michael Mayers presto tornerà a spaventarci tutto sul piccolo schermo.

In questo contesto produttivo che mira a costruire film eccessivamente complessi si inserisce Imaginary, un film godibile che non si accontenta di spaventare ma ambisce a radicare la sua complessa macchinazione in dinamiche sociali e traumi familiari. Se nell’evoluzione generale della narrazione questo elemento conferisce al film un espediente solido, al tempo stesso lo espone al punto più debole della pellicola: i dialoghi. L’eccessiva radicazione nell’introspezione dei personaggi conduce il film su binari a tratti troppo enfatizzati che mostrano gli evidenti limiti della scrittura.

Piuttosto che far parlare troppo spesso i personaggi, i narratori avrebbero dovuto radicare maggiormente la storia di Imaginary in un sentimento fondato sulla psicologia che lega i bambini agli amici immaginari che si inventano, tralasciando alcune scene tipiche da ghoststory che poco rendono in termini di paura in un contesto del genere.

“L’immaginario” mondo di Imaginary

Imaginary DeWanda Wise
Foto di Parrish Lewis/Lionsgate/Parrish Lewis/Lionsgate – © 2023 Lionsgate

Se da un lato la debolezza del film è la dinamica familiare poco approfondita, l’aspetto più marcatamente fantasy e soprannaturale del film è l’elemento che conferisce alla pellicola un buon finale, che serve a unire i punti e a regalarci un quadro non troppo esaustivo di tutta la storia alla base di Imaginary. Il mondo immaginato nel finale del film fa ovviamente eco ad altri mondi visti sia al cinema che in film della BLUMHOUSE, su tutti l’oltretomba di Insidious. Tuttavia grazie ad elementi molto evocativi e ad un suggestivo utilizzo del colore, il mondo immaginario del film legato ad elementi tipici dell’infanzia di ogni bambini ci regalano momenti di puro godimento orrorifico.

Tuttavia, si sa di essere nelle mani di un professionista del cinema horror quando compare Betty Buckley, con occhiali oversize e capelli raccolti da donna di mezza età della periferia medio-americana, e con un sorrisetto invadente, nei panni di Gloria, l’impicciona vicina di casa che faceva da babysitter a Jessica quando era piccola. È grazie a questo personaggio che Jessica riesce a tornare indietro alla sua infanzia e a portarci in questo mondo degli amici immaginari che è probabilmente la parte migliore del film.

Dune – Parte Due: svelato il motivo dell’assenza di Alia Atreides

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Dune – Parte Due (qui la nostra recensione) è al cinema dal 28 febbraio è sta continuando ad ottenere ottimi riscontri di critica e di incassi. Il film, come noto, è una fedele trasposizione delle ultime due parti del romanzo di Frank Herbert, anche se apporta alcune significative modifiche. La più importante tra queste è probabilmente quella legata al personaggio di Alia Atredies (Anya Taylor-Joy), la sorella minore di Paul Atredies (Timothée Chalamet). Mentre Alia nasce durante il salto temporale di diversi anni presente nel libro e gioca un ruolo importante nell’atto finale come una giovane bambina, in Dune – Parte Due non è invece ancora nata e gli unici momenti a lei dedicati sono le conversazioni dal grembo con la madre Jessica Atredies (Rebecca Ferguson), oltre a un flash forward su di lei da adulta.

In una recente intervista con Inverse, il co-sceneggiatore di Dune – Parte Due, il co-sceneggiatore Jon Spaihts ha parlato di questa decisione, sostenendo che è stata presa per una serie di motivi. “Eravamo un po’ diffidenti nei confronti di quella bambina parlante, come fosse una distrazione nel mezzo del film“, ha detto Spaihts. “È una cosa difficile da realizzare su pellicola. Permettere un lasso di tempo così lungo avrebbe inevitabilmente raffreddato le passioni della Prima Parte. Se la morte di Duke Leto fosse avvenuta anni e anni fa, si sarebbe attenuato il trauma persistente che tutti i personaggi stavano provando. Volevamo che il calore della loro passione fosse fresco e che le loro ferite fossero fresche“.

Jessica parla dunque con una specie di fantasma dentro di lei e cammina nel mondo dei Fremen in un apparente stato di follia, parlando con qualcuno che non c’era. E ci è piaciuto molto il dramma di questa situazione. Il regista Denis Villeneuve era impegnato nella sfida visiva di rappresentare questo piccolo adulto prematuro nell’utero, avvolto in una luce rosa perlacea e fluttuante in un fluido“. Questo nuovo film si svolge infatti solo pochi mesi dopo gli eventi del precedente lungometraggio, ma è estremamente probabile che Alia Atreides possa affermarsi come un personaggio centrale e presente in scena in Dune – Parte Tre.

Dune – Parte Due: la trama e il cast del film

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune: Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune: Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Teyonah Parris sull’insuccesso di The Marvels: “Spero che la gente gli dia una possibilità”

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Uscito a novembre in sala, The Marvels (qui la recensione) ha guadagnato appena 206,1 milioni di dollari al botteghino mondiale, ben lontano dagli 1,1 miliardi di dollari del suo predecessore del 2019, Captain Marvel. Il sequel ha riunito Carol Danvers, Kamala Khan e Monica Rambeau per un team-up divertente, anche se dimenticabile. Le recensioni sono state per lo più positive, ma la sua scarsa performance al botteghino farà probabilmente sì che i Marvel Studios si allontanino dall’idea di realizzare un terzo capitolo.

Parlando con People, l’interprete di Monica Rambeau, Teyonah Parris ha condiviso la sua opinione sui fallimenti finanziari di The Marvels. “Penso che si sia parlato molto e che la gente non l’abbia visto“, dice l’attrice. “Quindi è frustrante, quando le persone commentano cose di cui non hanno realmente fatto esperienza“. L’attrice ha aggiunto che “ci sono molte persone che hanno dedicato molto del loro tempo, del loro spirito e del loro talento a portare avanti questo progetto“.

Spero che la gente faccia un tentativo, vedendolo o rivedendolo. Se non vi piacciono i primi 10 o 15 minuti, è giusto così. Il vostro tempo è prezioso. Ma noi facciamo questi film in modo che possano essere una fuga dal mondo reale in un momento di leggerezza, gioia e fantasia“. “Non deve piacervi per forza qualcosa“, ha aggiunto l’attrice, “ma dategli una possibilità vedendolo e formandovi una vostra opinione. E se lo avete fatto, allora è giusto. È così che vi sentite, e io non posso negarvelo“.

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The Marvels: il cast del film

Il sequel con protagonista il premio Oscar Brie Larson, è sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non sono tornati dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, è diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci sono anche Iman Vellani (Ms. Marvel) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreta il villain principale. Il film è uscito in sala dall’ 8 novembre 2023 ed è su Disney+ dal 7 febbraio.

Sam Neill esclude un suo ritorno in Jurassic World 4

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Sam Neill esclude un suo ritorno in Jurassic World 4

Non sono stati rilasciati dettagli sulla trama dell’imminente Jurassic World 4, anche se si dice che si tratterà in gran parte di un nuovo reset per la serie, che non si appoggerà ai personaggi dei film precedenti. La star Sam Neill ha fatto eco a queste osservazioni affermando che il suo coinvolgimento nel franchise appartiene ormai al passato. Non solo ha escluso un ritorno alla serie, ma ha anche detto di essere ignaro di ciò che potrebbe accadere nel prossimo film, proprio come lo sono i fan.

So solo quello che vedo sui social media, che non guardo quasi mai. Non ho la minima idea di cosa stiano pensando gli altri“, ha confermato Neill a Forbes. “Ovviamente so giocare a tennis, come si vede nella serie, ma per quanto riguarda la fuga dai dinosauri, forse questo è quanto“. Neill è apparso nell’originale Jurassic Park del 1993 nel ruolo del dottor Alan Grant, ruolo che avrebbe poi ripreso in Jurassic Park III. Questo film, che segna il primo capitolo non basato sugli scritti dell’autore Michael Crichton, non è stato all’altezza dei suoi predecessori, sia per la critica che per il pubblico.

Più di dieci anni dopo, Colin Trevorrow è subentrato come regista della serie per Jurassic World e con il terzo capitolo di questa nuova trilogia, Jurassic World: Il dominio, Neill ha ripreso nuovamente il ruolo di Alan Grant. Sembra però quella potrebbe rimanere l’ultima incursione dell’attore nel franchise, se davvero si dovesse decidere di seguire una strada che porta verso nuovi orizzonti narrativi e nuovi personaggi. Ad ora, sappiamo solo che Jurassic World 4 sarà diretto da Gareth Edwards e uscirà il 2 luglio 2025.

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Gareth Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast. Il film è previsto in sala per il 2 luglio 2025.

Daredevil: Born Again, novità in arrivo dalla serie Marvel

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Daredevil: Born Again, novità in arrivo dalla serie Marvel

Le riprese di Daredevil: Born Again sono in corso da un po’ di tempo ormai, ma a quanto pare alcuni casting per determinati episodi sono ancora in corso. Secondo l’insider Daniel Richtman, infatti, i Marvel Studios sarebbero attualmente alla ricerca di attori per interpretare quattro personaggi transgender che avranno un ruolo significativo in almeno un episodio della serie Disney+. Idealmente questi personaggi potrebbero essere coinvolti in uno dei casi di Matt Murdock, ma questa è una pura speculazione da parte nostra.

Durante un’apparizione all’Awesome Con, invece, Charlie Cox è stato interpellato sulla possibilità che Deborah Ann Woll e Elden Henson riprendano i ruoli di Karen Page e Foggy Nelson dall’ormai defunto show di Netflix a questa nuova serie. L’attore ha confermato che la decisione di riportare i migliori amici di Murdock è stata presa solo dopo il ritorno della serie dalla pausa per sciopero, in mezzo alla grande revisione creativa a cui è andata incontro nei mesi precedenti.

Quando siamo tornati a girare e sono stati fatti dei cambiamenti, è stato chiaro che Foggy e Karen dovevano essere il cuore pulsante del nostro show. Lo sono sempre stati. Quindi è davvero speciale riaverli con noi“. I fan saranno certamente felici di questa notizia, essendo Karen Page e Foggy Nelson due personaggi molto amati della serie Netflix. Non resta ora che avere maggior notizie riguardo Daredevil: Born Again. Di seguito, ecco il video dove Cox conferma il ritorno dei due colleghi:

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Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again?

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, sarebbe salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, ma la notizia non è ancora stata ufficializzata.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

Non è previsto che la serie Daredevil: Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe andare in onda per 9 (forse 6) episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil: Born Again  non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della Disney per il 2024.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

Ryan Gosling si è ufficialmente unito al MCU?

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Ryan Gosling si è ufficialmente unito al MCU?

Dopo numerose speculazioni a riguardo, alcuni rumor suggeriscono che Ryan Gosling si sarebbe ufficialmente unito al Marvel Cinematic Universe. L’indiscrezione proviene dall’account Twitter dello scooper @MyTimeToShineHello, che si pensa sia un dipendente della Disney o della Marvel o forse un account gestito da una società di pubbliche relazioni. Ad ogni modo, il post diffuso riporta che “Ryan Gosling è stato scritturato nel MCU“. La notizia, al momento, è assolutamente non confermata da fonti ufficiali ed è pertanto da ritenere solamente come un rumor tutto da verificare.

Di un possibile coinvolgimento di Ryan Gosling con il MCU si era già parlato anche a dicembre 2023, dove si riportava che avrebbe avuto un incontro con Kevin Feige per il suo coinvolgimento in un qualche progetto Marvel. Naturalmente tali rumor hanno portato all’aprirsi di una serie di speculazioni relative a chi Gosling potrebbe interpretare nel MCU. Tra i personaggi più citati ci sono Nova, Ghost Rider e Dottor Destino. Quest’ultimo è reso più probabile dall’attuale realizzazione di Fantastici Quattro, per il quale ad oggi non si ha un attore legato a tale personaggio.

Ryan Gosling: dove vedremo prossimamente l’attore?

Reduce dall’interpretazione di Ken in Barbie, che lo ha portato a guadagnare la sua terza nomination agli Oscar, stavolta come Miglior attore non protagonista, Gosling sarà prossimamente al cinema dal 1° maggio con The Fall Guy, film la cui sinossi recita: “Colt Seavers è uno stuntman e, come tutti nella comunità degli stuntman, viene fatto saltare in aria, colpito da colpi di arma da fuoco, schiantato, lanciato attraverso le finestre e lasciato cadere dall’altezza più alta, tutto per il divertimento del pubblico. E ora, reduce da un incidente che ha quasi messo fine alla sua carriera, questo eroe della classe operaia deve rintracciare una star del cinema scomparsa, risolvere una cospirazione e cercare di riconquistare l’amore della sua vita mentre continua a svolgere il suo lavoro quotidiano. Cosa potrebbe andare bene?

Zack Snyder sulle recensioni negative di Rebel Moon: “Non ho una risposta a riguardo”

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Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco (qui la recensione) , il primo film dell’epopea fantascientifica in due parti di Zack Snyder, è stato praticamente fatto a pezzi dalla critica quando è stato presentato su Netflix lo scorso dicembre. Con uno spaventoso 21% su Rotten Tomatoes, il consenso della critica recita: “Rebel Moon: Parte 1 – Figlia del Fuoco dimostra che Zack Snyder non ha perso il suo estro visivo, ma l’estetica non è sufficiente a compensare una trama fatta di vari tropi sci-fi/fantasy“. Benché il film sia stato tra i più visti dell’anno sulla piattaforma, il consenso è dunque molto basso.

come spesso accade con i film di Snyder, però, anche questo ha la sua parte di difensori. Proprio a Snyder è stato chiesto di parlare dell’accoglienza negativa di Rebel Moon: Parte 1 – Figlia del Fuoco durante un’intervista con Empire. “Non ho una vera e propria risposta a riguardo“, ha detto il regista. “Per qualsiasi motivo, la reazione ai miei film è sempre molto polarizzata, e lo è sempre stata. Il film non sembra contenere molto che possa giustificare reazioni così viscerali“. Non resta ora che attendere il sequel Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice, in arrivo il 19 aprile, per scoprire se sarà accolto in modo migliore.

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La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco di Zack Snyder

La sinossi del film di Zack Snyder recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice riprenderà l’epica saga di Kora e dei guerrieri sopravvissuti, pronti a sacrificare tutto combattendo al fianco dei coraggiosi abitanti di Veldt per difendere un villaggio un tempo pacifico dove ha trovato rifugio chi ha perso la propria casa nella guerra contro il Mondo Madre. Alla vigilia della battaglia i guerrieri devono affrontare il proprio passato rivelando uno a uno il motivo per cui combattono. Quando la scure del Regno si abbatte sulla nascente ribellione, si formano legami indissolubili, emergono eroi e nascono nuove leggende.

Star Wars: Daisy Ridley parla delle sue difficoltà dopo la trilogia sequel

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Star Wars: New Jedi Order (questo è l’attuale titolo provvisorio) dovrebbe arrivare nelle sale nel 2026 o 2027, con Daisy Ridley che riprenderà il ruolo di Rey Skywalker dalla trilogia sequel di Star Wars. C’è dunque molta eccitazione per vedere dove andrà a finire la storia di Rey e, in un’intervista a Screen Rant, Ridley ha accennato ad alcuni cambiamenti inaspettati per il suo personaggio in un film che dovrebbe fungere da “Episodio X“. “Non mi sembrava che ci fosse una pietra lasciata scoperta“, ha esordito. “Quindi, mi sono sentita molto soddisfatta. Ho iniziato a 21 anni e adesso ne ho 31. Mi sento diversa. Sarà interessante arrivare, personalmente, in una zona diversa“.

E poi, in questi anni trascorsi dall’ultimo film, cosa è successo e dove ha portato Rey?“. Durante un panel all’evento SXSW di questa domenica ad Austin, invece, Ridley ha anche parlato apertamente dell’impatto che il suo ruolo di Rey ha avuto sulla sua carriera e di cosa ha significato il suo addio a Rey quando è uscito L’ascesa di Skywalker nel 2019. “Non c’erano molte offerte in arrivo“, ha ammesso. “Non è che non ce ne fossero. Ricordo di aver finito e di aver pensato: ‘Oh, è tranquillo e strano’. Il periodo del Covid è stato un momento molto strano per stare seduti in silenzio e, onestamente, per elaborare il lutto di un periodo della mia vita“. Da allora, però, Ridley dice che le cose sono migliorate.

È stato molto impegnativo e sorprendente e ho potuto fare tante cose diverse per tante persone diverse. È stata un’esplorazione diversa di me stesso e della mia carriera“. Riguardo al nuovo film, invece, i fan sono curiosi di sapere quanti e quali altri personaggi torneranno dai sequel. I commenti di Oscar Isaac e John Boyega suggeriscono che i due attori non hanno alcun interesse a tornare in Star Wars, ma Ridley ha dichiarato che vorrebbe riunirsi con quest’ultimo per esplorare il suo ruolo come Jedi. “Questo è al di sopra delle mie possibilità“, ha detto ridendo. “Mi piacerebbe molto vederlo, ma non è una decisione che spetta a me“.

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Cosa sappiamo su Star Wars: New Jedi Order?

L’anno scorso, Daisy Ridley ha condiviso un aggiornamento rivelando che Lucasfilm le ha parlato solo di un nuovo film dedicato a Rey, con la porta aperta eventualmente per altre storie ambientate in questo periodo della storia di Star Wars.

“Conosco la trama di un film. Questo non vuol dire che sia solo quella, ma è quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film, credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto eccitata”.

Gli unici dettagli confermati su questo progetto di Star Wars, ancora senza titolo, sono che sarà diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy e sarà ambientato 15 anni dopo gli ultimi eventi della Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei poteri che si ergono per abbatterlo. Il ritorno di Rey ci porterà il più lontano possibile dalla Saga degli Skywalker nel “canone” e si spera che possa rispondere a molte delle domande persistenti che avevamo dopo aver visto la trilogia sequel.

Superman: Natalia Safran annuncia la futura rivelazione del costume

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Il 29 febbraio James Gunn ha annunciato l’inizio delle riprese di Superman condividendo un primo sguardo al logo che adornerà il petto del Clark Kent di David Corenswet. Chiaramente ispirato a Kingdom Come, è questo un design che si è guadagnato l’approvazione dei fan. Tuttavia, finché non vedremo l’intero costume, è troppo presto per dire se la rivisitazione dell’iconico aspetto dell’Uomo del Domani da parte dei DC Studios possa essere considerata un successo.

Poiché Gunn ha confermato che non parteciperà al Comic-Con di San Diego di quest’anno, al momento non sappiamo quando sarà possibile vedere il costume completo. Secondo Natalia Safran, moglie del co-CEO dei DC Studios Peter Safran, questo non sarà rivelato “ancora per un po’“. Ma ha poi aggiunto: “Ma presto, ed è così bello!“. Come noto, nei mesi scorsi Gunn ha in più occasioni ribadito come il costume di Superman non sarebbe mai stato svelato prima delle riprese, lasciando intendere che anche durante il corso di queste non era certo che qualcosa venisse mostrato.

Il rischio che possano emergere in rete foto e video dal set è però sempre alta e Gunn potrebbe quindi decidere di battere sul tempo eventuali leak condividendo uno scatto ufficiale di Corenswet in costume. Per quanto riguarda filmati, come ad esempio il trailer, Gunn ha dichiarato improbabile che questi vengano mostrati prima del 2025. Non resta a questo punto che attendere per scoprire come e quando si potrà vedere il costume per intero, avendo così modo di ammirare quello che sarà il Superman cinematografico da qui ai prossimi anni.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman racconta la storia del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville, Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al cinema l’11 luglio 2025.

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Race for Glory: Audi vs. Lancia, recensione del film con Riccardo Scamarcio

Nelle gare automobilistiche, quando si perde è sempre contro qualcun altro. Nel rally, invece, quando si perde lo si fa contro il tempo e dunque contro sé stessi. È questa la spiegazione che il Cesare Fiorio interpretato da Riccardo Scamarcio dà in Race for Glory: Audi vs. Lancia, quando gli chiedono di spiegare quale sia la posta in gioco e cosa distingue questo sport da altri apparentemente simili. Nonostante il sottotitolo rimandi alla celebre rivalità tra la Audi e la Lancia che ha avuto il suo culmine nel 1983, il film diretto da Stefano Mordini (Pericle il nero, La scuola cattolica) ha dunque come principale antagonista il tempo, contro cui Fiorio è chiamato a combattere su più fronti.

Mordini, lo sceneggiatore Filippo Bologna (Perfetti sconosciuti) e lo stesso Riccardo Scamarcio (anche produttore del film) rielaborano dunque la vicenda di Fiorio e di quell’agguerrita stagione del campionato da questo preciso punto di vista: quella sfida contro il tempo che ha costretto a fare di necessità virtù, circondandosi di persone la cui unica paura è quella di perdere e attraverso la quale si è ribadita quell’arte di arrangiarsi e quella caparbietà tutta italiana che tante volte si è manifestata con successo nel corso della storia. Race for Glory: Audi vs. Lancia è dunque prima di tutto una storia di uomini disposti a tutto pur di raggiungere un sogno, anche sacrificare la propria vita.

Race for Glory Daniel Brühl Riccardo Scamarcio
Daniel Brühl e Riccardo Scamarcio in una scena di Race for Glory: Audi vs. Lancia. Photo Credit: Matteo Leonetti

La trama di Race for Glory: Audi vs. Lancia

Il racconto si svolge nel 1983, l’anno in cui per il rally si fece la storia, in cui lo sfavorito team Lancia, guidato dal carismatico Cesare Fiorio (Riccardo Scamarcio), affronta il potente team Audi, guidato dal formidabile Roland Gumpert (Daniel Brühl), in una delle più grandi rivalità della storia dello sport. Con cuore, passione e capacità da fuoriclasse, Fiorio riesce a mettere insieme una squadra insolita, convincendo anche il campione Walter Röhrl (Volker Bruch) a guidare per la Lancia. Utilizzando tutti i trucchi a sua disposizione e piegando le regole, Fiorio si addentra in territori pericolosi, dentro e fuori la pista, per una vittoria che sembra però essere impossibile.

L’astuzia di Cesare Fiorio

Chi conosce la storia della Lancia e di Cesare Fiorio saprà che ci sono stati numerosi momenti importanti che potevano essere raccontati sul grande schermo, ma ad aver portato a prediligere quello proposto con Race for Glory: Audi vs. Lancia è il fatto che il 1983 segnò un anno di svolta, che portò Fiorio e la Lancia dall’essere degli outsider all’essere dei vincenti. Una dinamica simile a quella raccontata in Le Mans ’66 – La grande sfida (titolo originale: Ford vs. Ferrari), il film con Matt Damon e Christian Bale incentrato sulla volontà della Ford di sconfiggere la Ferrari per riguadagnare prestigio. Anche in questo caso, la sfida che si svolge sulla pista è in realtà solo l’ultimo di una serie di conflitti che si giocano ben prima della gara.

Nel film Fiorio deve infatti cercare di far combaciare le proprie ambizioni con le disponibilità tecniche ed economiche di cui dispone e alla luce delle quali darà prova di grande astuzia. Episodi come lo spostamento da un parcheggio all’altro delle Lancia o della rimozione del ghiaccio dalle strade con relativo spargimento di sale sono solo due brillanti esempi di questa sua dote. Race for Glory: Audi vs. Lancia celebra dunque Fiorio prensentandocelo come un personaggio capace di adattarsi e trovare sempre un percorso alternativo per giungere a quella vittoria tanto ardentemente desiderata. Così facendo, si ha a che fare con un protagonista carismatico e accattivante, che si segue con interesse.

Race For Glory Katie Clarkson-Hill Riccardo Scamarcio
Katie Clarkson-Hill e Riccardo Scamarcio in una scena di Race for Glory: Audi vs. Lancia. Photo Credit: Matteo Leonetti

Race for Glory: Audi vs. Lancia e il suo approccio al mondo del rally

Nel raccontare lo svolgersi del campionato e degli stratagemmi messi in atto da Fiorio non mancano certo alcuni dettagli stonati, come la superflua presenza della giornalista che dialoga con Fiorio, utile principalmente a far emergere una serie di aspetti del protagonista che potevano in realtà essere benissimo raccontati in altro modo. O ancora la presenza di alcuni dialoghi un po’ artificiosi. Elementi che dunque spezzano in parte l’attenzione o il ritmo, senza però che questo infici significativamente nella riuscita complessiva del film. Race for Glory: Audi vs. Lancia è infatti capace di riguadagnare posizioni grazie ad un approccio che mira a restituire il rapporto tra le auto da rally con l’ambiente e con il pubblico.

Mordini sceglie infatti di bandire una certa pulizia formale per prediligere invece lo sporco, il sudore, la fatica, la polvere che si solleva in aria allo sfrecciare delle auto. Un montaggio serrato che alterna totali della corsa a dettagli degli occhi degli autisti restituisce infine quel senso di prossimità necessario a sviluppare un certo coinvolgimento. A fare il resto ci pensano gli attori, Riccardo Scamarcio in primis, che si pone con generosità nei panni di Fiorio esaltandone tutte le qualità umane. Ma sono – come si diceva in apertura – le dinamiche oltre le gare automobilistiche su cui si concentra il film a renderlo interessante, specialmente per chi è un appassionato di questi sport, dove l’adrenalina diventa un vero e proprio antidoto alla morte.

Atlas: teaser trailer del nuovo film Netflix con Jennifer Lopez

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Atlas: teaser trailer del nuovo film Netflix con Jennifer Lopez

Netflix ha diffuso il teaser trailer di Atlas, il nuovo film originale Netflix di Fantascienza che vede protagonista assoluta Jennifer Lopez.

Diretto da Brad Peyton (San Andreas), il film segue Atlas Shepherd (Lopez), “un’analista di dati brillante ma misantropica con una profonda sfiducia nei confronti dell’intelligenza artificiale, mentre si unisce a una squadra incaricata di catturare un robot rinnegato con cui lei condivide una storia complicata. Quando le cose vanno male, però, “l’unica speranza di Atlas di salvare il futuro dell’umanità dall’intelligenza artificiale è fidarsi di essa”.

Nel cast di Atlas oltre alla cantate e attrice troviamo anche Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Lana Parrilla, Sterling K. Brown e Mark Strong.

Cosa sappiamo su Atlas?

Sebbene il teaser, che potete vedere qui sopra, non riveli molto, vediamo un montaggio di Atlas che si prepara per il suo viaggio fuori dallo spazio e un gruppo di tute high-tech che ricordano quelle della serie di videogiochi Titanfall. (È interessante notare che il modello originale dei mech nella storia del gioco si chiamava Atlas, anche se per il momento il collegamento con il film sembra solo casuale).

Controllo missione, qui Atlas Shepherd“, recita il personaggio di Jennifer Lopez attraverso un sistema di comunicazione nel promo, dopo essere rimasta bloccata su un pianeta apparentemente senza vita. “Mi sentite?” La cantante e attrice non è nuova ai film di Netflix: solo l’anno scorso ha interpretato un’ex agente dell’esercito americano che cerca di salvare la figlia rapita in The Mother.

Atlas sarà disponibile in streaming dal 24 maggio. Nell’attesa, date un’occhiata alle nostre scelte dei migliori film di Netflix disponibili per la visione in questo momento, o alla nostra ripartizione dei film più interessanti in arrivo.

Ryan Gosling svela di aver ricevuto consigli dalle figlie per la performance agli Oscar

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La 96esima edizione degli Academy Awards è stata caratterizzata da molti momenti memorabili. Infatti, ha ottenuto il più alto indice di gradimento per una cerimonia degli Oscar da quattro anni a questa parte. Uno dei momenti più discussi dello spettacolo è stata l’interpretazione di Ryan Gosling di “I’m Just Ken“, il brano candidato come Miglior canzone originale per il film Barbie. Proprio parlando di quella colorata e vivace esibizione, che ha fatto ballare e cantare l’intero Dolby Theater, Gosling ha recentemente rivelato che le sue due figlie, insieme all’attrice Eva Mendes, hanno assistito alle prove generali della performance e gli hanno dato alcuni consigli.

È stato fantastico“, ha detto Gosling a People quando gli è stato chiesto della sua performance. “È stato molto divertente perché sono venute alla prova generale il giorno prima e quindi erano in prima fila”.Mi hanno dato dei consigli e degli appunti, tutti ottimi“, ha aggiunto. “Sono una parte importante di questo lavoro per me… è stato l’interesse delle mie figlie per Barbie e il disinteresse per Ken che mi ha spinto a fare questo lavoro. È stato bellissimo averle lì alla fine“. Molly McNearney, che ha prodotto gli Academy Awards di quest’anno, ha poi rivelato che la performance è stata un’idea di Gosling.

Ryan Gosling è un vero professionista, quell’uomo – ci siamo incontrati con lui su Zooms mesi fa, parlando di quella performance“, ha detto McNearney. “Greta Gerwig ha contribuito anche dal punto di vista creativo. Si è impegnato moltissimo. La sua coreografa, Mandy Moore, è eccezionale: ha partecipato a tutte le telefonate. E anche Mark Ronson“. “È da lì che sono nati il vestito rosa e tutti gli altri in nero, e le scale sul retro. E abbiamo fatto un omaggio alle ragazze candelabro: Avevamo uomini Ken-delabra“. La performance si è poi rivelata uno dei momenti migliori della serata e se anche il brano non ha vinto l’Oscar, ha comunque vinto i cuori dei presenti.

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Madame Web: Sydney Sweeney rompe il silenzio sul flop del film

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Madame Web: Sydney Sweeney rompe il silenzio sul flop del film

È passato un mese da quando Madame Web ha fatto il suo debutto nelle sale, offrendo una visione molto diversa del mito Marvel Comics. Il film, ambientato nell’Universo Spider-Man della Sony, ruota attorno a quattro delle eroine meno conosciute dell’Uomo Ragno della Marvel, e finora ha avuto un riscontro critico e finanziario piuttosto singolare. In una recente intervista con il Los Angeles Times, l’attrice di Julia Cornwall, Sydney Sweeney, ha riflettuto sull’accoglienza riservata finora al film.

Sono stata appena ingaggiata come attrice, quindi ero coinvolta nell’avventura a prescindere da qualsiasi cosa sarebbe successa“, ha spiegato Sweeney, ribadendo come il suo ruolo si limita all’interpretare il personaggio interpretato e lasciando intendere di non aver avuto voce su altri aspetti del film. Naturalmente, il flop del film difficilmente avrà un’influenza negativa sulla carriera dell’attrice, reduce dal grande successo economico di Tutti tranne te e attesa prossimamente nell’horror Immaculate.

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La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Il film è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web è nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Race for Glory – Audi vs Lancia: intervista a Riccardo Scamarcio, Stefano Mordini e Volker Bruch

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Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Race for Glory: Audi vs Lancia, il regista Stefano Mordini, il protagonista e produttore Riccardo Scamarcio, l’interprete Volker Bruch. Il film arriva in sala il 14 marzo distribuito da Medusa.

Race for Glory: Audi vs Lancia racconta la storia della faida tra Audi e Lancia durante il Campionato del mondo di rally del 1983. Il film è diretto da Stefano Mordini e vede protagonisti Riccardo Scamarcio, Volker Bruch e Daniel Brühl, e si basa su una sceneggiatura scritta da Filippo Bologna, Stefano Mordini e Riccardo Scamarcio.

MCU: nuovi rumor su Eternals 2, Blade e Deadpool & Wolverine

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MCU: nuovi rumor su Eternals 2, Blade e Deadpool & Wolverine

Nuove indiscrezioni relative al Marvel Cinematic Universe sono emerse in rete, con diversi scoopers che hanno condiviso aggiornamenti su vari progetti in arrivo. Cominciamo con il generalmente affidabile Daniel Richtman, che sostiene che l’approccio “qualità più che quantità” che i Marvel Studios intendono adottare per il futuro del MCU dopo la scarsa performance di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels ha portato ad accantonare per il momento il previsto sequel di Eternals, ad oggi semplicemente noto come Eternals 2.

Si dice che lo studio stia infatti puntando tutto su “successi garantiti”, il che significa che molto probabilmente non vedremo un quarto film di Ant-Man o un seguito diretto di The Marvels. Per quanto riguarda l’imminente reboot di Blade, @CanWeGetSomeToast riporta che il film è attualmente in fase di rielaborazione da parte dello sceneggiatore Michael Green (Logan) e non sarà più un film d’epoca. Le riprese dovrebbero svolgersi nel Regno Unito.

Secondo recenti indiscrezioni, infine, l’ex Uomo d’Acciaio Henry Cavill sarebbe entrato a far parte del MCU in un ruolo segreto, e Giant Freakin’ Robot ritiene di sapere quale personaggio interpreterà. Secondo il sito, Cavill ricoprirà infatti una variante multiverso di Logan in Deadpool & Wolverine. Il sito riporta di aver appreso che nel film l’attore indosserà “un lungo cappotto marrone“, cosa che spinge appunto a pensare a questa possibile variante.

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Tutto quello che sappiamo sul film MCU Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Oppenheimer: la spiegazione del finale del film di Christopher Nolan

Dopo mesi di attesa, finalmente è arrivato anche nelle sale italiane Oppenheimer (qui la recensione), nuovo film di Christopher Nolan che costruisce il suo discorso narrativo attorno a una delle figure più affascinanti del XX secolo: il fisico Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), ossia l’uomo che inventò la bomba atomica. La pellicola del regista londinese è colma di significati e, oltre a restituire un impeccabile ritratto del fisico statunitense, affronta tematiche ancora molto attuali, come la minaccia del nucleare e il peso del progresso tecnologico, seppur questo sia intrinseco all’evoluzione dell’umanità.

Il suo finale, però, non può racchiudersi in una sola e specifica definizione, ma di sicuro non è propriamente felice, perché realizza quanto sia stato l’uomo stesso, in questo caso rappresentato da Oppenheimer, a plasmare un’arma in grado di distruggere la realtà in cui egli stesso vive. Una cosa però è certa: il film finisce come inizia, ossia con una visione brutale e senza filtri del mondo dopo la bomba. Ma cerchiamo di spiegare meglio il finale, capendo anche tutti i suoi significati, non proprio nascosti.

Cosa succede alla fine di Oppenheimer?

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Il finale di Oppenheimer inizia a prendere forma dopo il test Trinity. Tutto, in realtà, ruota attorno alla prima detonazione della bomba atomica, dagli eventi del passato sino a quelli del futuro. Quello che accade in seguito a quel momento è in risposta alla creazione di quell’arma tanto potente quanto spaventosa.

All’inizio della costruzione dell’impianto di Los Alamos, c’è una scena in cui Isidor Isaac Rabi, amico e collega di Oppenheimer, si oppone al progetto di mettere a punto una bomba, dicendogli che i militari stanno usando gli scienziati solo come strumenti. Ultimato il test Trinity, il pubblico assiste all’avverarsi delle parole di Rabi: il generale Leslie Groves (Matt Damon), che prima era stato uno dei più forti sostenitori di Oppenheimer, alla fine lo respinge. Promette di tenere il direttore aggiornato sui bombardamenti in Giappone, ma il suo tono fa capire quanto le sue parole non siano reali e veritiere.

Più tardi, dopo gli atroci attacchi su Hiroshima e Nagasaki, Oppenheimer si reca dal Presidente Harry S. Truman (Gary Oldman) per chiedere l’introduzione di regolamenti internazionali e di divieti severi sull’uso di ulteriori armi atomiche, ma il Presidente lo deride e alla fine lo manda via. Questo dà inizio a uno scontro con il governo degli Stati Uniti, che alla fine renderà Oppenheimer nemico numero uno di Lewis Strauss.

La vendetta di Strauss

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La rivalità fra Strauss (Robert Downey Jr.) e Oppenheimer nell’atto finale si accende parecchio. Il primo diventa una sorta di super cattivo, in quanto viene a galla che è stato proprio lui ad orchestrare le udienze per revocare l’autorizzazione di sicurezza del fisico. Nonostante il film non approfondisca l’astio fra i due uomini, assistiamo comunque allo sviluppo della loro relazione. All’inizio, Strauss cerca di corteggiare Oppenheimer affinché presieda l’Institute for Advanced Study di Princeton dopo la guerra.

Oppenheimer, poi, si trova a metterlo in imbarazzo in diverse occasioni, generalmente legate alla sua opposizione alla bomba a idrogeno, di cui Strauss è invece grande sostenitore. Pur riuscendo ad allontanare Oppenheimer dalla scena politica, Strauss si ritrova comunque a bocca asciutta, in quanto gli viene negata dal Presidente Kennedy la nomina a Segretario del Commercio, mettendo un punto alla sua carriera politica. Inoltre, oltre a essere ricordato come l’uomo che ha fatto della distruzione di Oppenheimer la sua missione, Strauss rappresenta un tipo opposto di figura storica.

Lui, infatti, desidera essere ricordato, vuole lasciare la sua eterna firma nel mondo, ed è ossessionato da come gli altri possano vederlo. A fargli da contraltare invece c’è Oppenheimer, il quale viene reso famoso a prescindere se gli piaccia o meno esserlo, poiché le sue azioni, che per alcuni lo fanno essere un eroe e per altri un cattivo, contribuiscono a renderlo qualcuno, cosa che a Strauss non accadrà mai pur volendolo.

Il processo a Oppenheimer

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Christopher Nolan costruisce il suo Oppenheimer principalmente attraverso le udienze di sicurezza, le quali privano il fisico della sua posizione e della sua reputazione. Una delle prime scene del film, mostra Oppenheimer impegnato a leggere una dichiarazione alla commissione di controllo, pur sapendo fin dall’inizio che questa revocherà la sua autorizzazione e lo ostracizzerà.

Mentre il governo americano fa di tutto per condannarlo, accusandolo di avere simpatie comuniste e di svolgere attività antiamericane, la pellicola lo mette sotto processo per questioni molto più grandi e importanti, che riguardano la sua moralità e il peso storico che la costruzione della bomba atomica avrà sul pianeta intero. La conferma l’abbiamo con la frase che il fisico rivolge a Truman, dicendogli di avere le mani sporche di sangue, cosa che effettivamente ha.

Anche la moglie, nelle scene delle udiziene, dice che la storia non lo perdonerà mai per quel che è successo, indi per cui, nonostante le sue inclinazioni politiche progressiste e la sua persistente spinta per fermare lo sviluppo nucleare dopo la guerra, Oppenheimer non può essere scagionato dai crimini causati dal suo lavoro. In sostanza, il film sembra non sapere cosa fare della sua eredità, presentandolo allo spettatore semplicemente come la somma delle sue azioni.

Lasciare un’impronta nel mondo

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C’è poi un momento in Oppenheimer in cui Strauss osserva il suo “nemico” disquisire con Einstein, credendo che questi stia parlando di lui e lo stia denigrando. Nel finale, però, attraverso un flashback, scopriamo cosa davvero i fisici si stessero dicendo.

La questione era molto più importante di quella che credeva Strauss, e riguarda l’eredità scientifica. L’ossessione di Strauss per se stesso, che è messa in rilievo proprio in queste occasioni, risulta però essere una delle idee principali del film: gli uomini che aspirano a diventare “grandi” spesso non tengono conto delle conseguenze più importanti delle loro azioni. La pellicola mette così in risalto la netta distinzione che c’è fra Einstein e Oppenheimer, i quali rimpiangono profondamente i loro successi, e Strauss, che si preoccupa solo di essere sulla copertina dei giornali.

Il premio Enrico Fermi… per gli altri

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Le battute finali di Oppenheimer accenano poi a quella che è stata la vita del fisico in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1963 Oppenheimer riceve l’Enrico Fermi Award, un premio con il compito di riabilitare la sua immagine nazionale. In riva al laghetto, però, Einstein confessa a Oppenheimer che quel riconoscimento non è davvero per lui, quanto piuttosto per tutte quelle persone che glielo daranno. Secondo il fisico, questa è la ricompensa per i grandi uomini che, nonostante la straordinarietà del loro operato, portano conseguenze terribili.

C’è però anche un altro significato: Oppenheimer non ha mai vinto il premio che probabilmente desiderava di più, ossia il Premio Nobel, nonostante sia stato nominato più volte per i suoi contributi allo studio della fisica. Secondo alcuni, il mancato premio è dovuto al fatto che Oppenheimer non si è mai soffermato per lungo tempo su uno specifico studio tanto da fargli fare una scoperta degna di un Nobel. Qualcun altro, invece, ha sostenuto che le sue prime ricerche sui buchi neri e sulle stelle di neutroni avrebbero potuto farglielo ottenere se solo avesse vissuto di più per vederle realizzate.

Le visioni di Oppenheimer e la paura, ancora oggi, del nucleare

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Una delle scene più cruciali di Oppenheimer, che segnano poi il senso del film e il suo finale, riguarda il discorso di Oppenheimer agli altri scienziati a Los Alamos. In quell’occasione, il fisico afferma che il suo unico rimpianto è che la bomba atomica non sia stata completata in tempo per essere usata contro i nazisti. Ma non solo. Inizia anche ad avere visioni infernali della fine del mondo: vede lampi di luce bianca che rispecchiano l’esplosione del test Trinity, seguiti da inquadrature grottesche della pelle che si stacca dagli scienziati.

All’esterno, invece, intravede una coppia terrorizzata che piange e un giovane che vomita. Con questi frame, Nolan mostra al pubblico le conseguenze e le atrocità commesse dagli Stati Uniti contro il Giappone derivanti dall’arma, che assumono un significato ancora più orribile e intenso poiché sono immaginate proprio dall’uomo che più conosce la sua potenza. Nel film, Oppenheimer continua poi ad essere tormentato da questi incubi nei quali vede il fuoco consumare la Terra, e che ritornano puntalmente in ogni momento della storia per essere promemoria di ciò che è stato commesso. Ed è proprio così arriviamo al finale, nel quale si ha una visione più vivida del futuro, mai fortunatamente avveratasi.

Mentre parla vicino il laghetto con Einstein, Oppenheimer vede gli ICBM che in seguito nasceranno dalla sua creazione. Inizia ad immaginarsi nella cabina di pilotaggio di un aereo a guardare il cielo mentre le testate nucleari sfrecciano sopra di lui. Dall’orbita, vediamo l’atmosfera stessa della Terra prendere fuoco. Seppur questo non sia mai successo nella realtà, la minaccia del nucleare rimane e il film fa sì che questa cosa non venga mai dimenticata. Se si pensa ai tempi che corrono oggi, con alcune guerre in atto e la paura di scatenare degli scontri nucleari, si realizza subito quanto quest’arma sia ancora adesso motivo di grande preoccupazione.

Un mondo peggiore

Oppenheimer Cillian Murphy-

Rimanendo sulla conversazione fra Einstein e Oppenheimer a Princeton, il primo dice al secondo che d’ora in avanti avrebbe passato il resto della vita a confrontarsi con le conseguenze dei suoi risultati. Nonostante Oppenheimer abbia lavorato fino in fondo alla costruzione della bomba atomica, quello che comprende nel momento dello sgancio è quanto tutte le convinzioni che lo avevano spinto a operare in quella direzione fino ad allora risultino assurde e vuote.

Pensando a quel che è stato lui prima di iniziare la progettazione dell’arma nucleare, tornano alla mente i suoi momenti all’università, quando era un semplice studente pieno di energia con una grande passione per la fisica quantistica. Le parole che escono dalla sua bocca sono genuine, pure, felici. E perciò il film porta il suo pubblico a chiedersi cosa sarebbe stato Oppenheimer se fosse rimasto in quel campo di studi, se avesse continuato sulla strada della teoria quantistica e non si fosse mai “arruolato” nel Progetto Manhattan. L’obiettivo di Oppenheimer con l’invenzione della bomba, come abbiamo più volte detto, era quello di sconfiggere la Germania, e il non esserci riuscito lo porta a realizzare di essersi spinto troppo oltre. In conclusione, come dimostra la pellicola di Nolan, la sua arma cambia solo il mondo in peggio.

Il finale: tutto è una reazione a catena

Oppenheimer Cillian Murphy

Oppenheimer si conclude con una nota definitiva che in verità è pilastro portante di tutto il film: le reazione a catena, che risultano essere il principio fondamentale che fa funzionare le armi nucleari. Sempre nel dialogo con Einestein, Oppenheimer ricorda di aver determinato, nei calcoli svolti a Los Alamos, che una detonazione atomica avrebbe potuto incendiare l’intero pianeta.

Sebbene questi calcoli si rivelino sbagliati, il fisico ritiene comunque che abbiano innescato una reazione a catena che distruggerà il mondo. Ed in fondo tutto il film è costruito come una reazione continua a catena, in cui assistiamo a scene frammentate che si alternano l’una all’altra, passando da un evento all’altro senza mai avere un arresto. Nolan innesca una serie di eventi che travolgono tutto, protagonisti e spettatori, proprio come accadde nel lavoro di Oppenheimer, e nessuno riesce a fermarli.

Il fisico si ritrova così costretto a portare sulle spalle il peso di ciò che ha fatto, poiché alla fine, la fisica, ha preso il sopravvento. Con il passare del tempo, questa reazione a catena gli va contro e lo porta alle udienze di sicurezza e alla revoca della sua autorizzazione governativa. Non solo. La bomba A genera la bomba H e di conseguenza vengono prodotte una quantità infinita di armi che possono neutralizzare il pianeta. E allora forse è tutto qua il finale del film, quando Oppenheimer ad un certo punto dice, parlando della morte delle stelle: “Più grande è la stella, più drammatica è la sua fine“.

Deadpool & Wolverine conterrà “un sacco di battute taglienti su Kevin Feige” secondo Karan Soni

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Il recente teaser trailer di Deadpool & Wolverine ha fatto capire chiaramente che il debutto di Wade Wilson nel MCU non si sottrarrà a qualche frecciatina ai Disney/Marvel Studios, e sembra che almeno alcune frecciatine saranno rivolte anche all’uomo a capo del Marvel Cinematic Universe Kevin Feige.

Karan Soni, che riprenderà il ruolo del fedele autista del mercenario trasformato in aspirante assassino Dopinder, ha condiviso alcuni dettagli divertenti sul prossimo threequel durante la promozione del suo nuovo film al SXSW e ha parlato di una visita di Kevin Feige sul set durante un’intervista con Collider.

Per me è stato molto diverso, perché non abbiamo avuto una sceneggiatura o altro. Era molto riservato. Quindi ci siamo trovati in questa situazione, ho avuto la scena tipo il giorno prima o quello che è, e siamo entrati nel sound stage, e lui è apparso accanto a Hugh Jackman, e io ho pensato: “Non so cosa stia succedendo”. È stato davvero pazzesco, ma è stato molto dolce, molto gentile. Si è avvicinato e ha salutato tutti noi dei film originali e altro, e sembrava lui stesso entusiasta di quello che stava accadendo. E poi Ryan lo sta chiamando spesso in causa in questo momento. Ci sono molte battute su Kevin [nel film]. Bisogna avere un buon senso dell’umorismo e lui ce l’ha. Quindi va bene così“.

She-Hulk: Attorney at Law ha effettivamente battuto Deadpool con alcune battute bonarie su Feige e lo studio, ma qualcosa ci dice che le gag del mercenaio saranno un po’ più… taglienti!

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Superman di James Gunn doveva essere film standalone come BATMAN prima del reboot del DCU

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Prima che l’amministratore delegato della Warner Bros. Discovery, David Zaslav, decidesse di abbandonare il DC Extended Universe e di ricominciare con il DCU dei DC Studios, James Gunn era in lizza per scrivere e dirigere un nuovo film su Superman.

Alla fine, il successo di Suicide Squad e Peacemaker ha portato lo studio a decidere che, insieme al veterano produttore cinematografico Peter Safran, James Gunn avrebbe dovuto occuparsi del DCU. Ora sta dirigendo SUPERMAN (ex Superman: Legacy) e supervisionando una serie di film e show televisivi denominata “Capitolo 1: Dei e Mostri“.

Solo il tempo ci dirà se il regista di Guardiani della Galassia è la scelta giusta per rinnovare questo franchise e SUPERMAN sarà un grande test per capire se i fan accetteranno la sua visione.

Il DCEU ha dato vita a una serie di delusioni critiche e commerciali, ma non sono mancati i successi. Tra i più importanti c’è stato il film DC standalone, The Batman, una nuova interpretazione del Crociato incappucciato che esisteva in una propria continuità.

Cosa ha rivelato James Gunn su Superman?

Ora, James Gunn ha rivelato che quando è stato contattato per la prima volta per SUPERMAN – nell’estate del 2022 – l’idea era che la sua interpretazione dell’Uomo del Domani fosse un progetto Elseworlds separato dal DCEU.

Da allora la storia si è evoluta parecchio e sembra che l’idea originale fosse che Henry Cavill facesse coppia con il Black Adam di Dwayne Johnson mentre il Superman di James Gunn esistesse separatamente. Sarebbe stato un po’ strano, ma non è che la Warner Bros. abbia mai fatto una vera e propria pianificazione ed è possibile che Henry Cavill non fosse stato arruolato da The Rock quando James Gunn è stato contattato per la prima volta. In ogni caso, Gunn non ha mai avuto intenzione di far interpretare a Henry Cavill il suo Clark Kent.

Cosa sappiamo sul nuovo Superman?

Superman racconta la storia del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville, Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al cinema l’11 luglio 2025.

Superman avrà come protagonisti anche Rachel Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a Isabela Merced nel ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister Terrific, Nathan Fillion in quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in quello di Metamorpho.

Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi The Authority e María Gabriela de Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo film su Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora stato confermato.

Poli Opposti: tutto quello che c’è da sapere sul film

Poli Opposti: tutto quello che c’è da sapere sul film

Opera prima del regista Max Croci, autore anche di Al posto tuo e La verità, vi spiego, sull’amore, il film Poli Opposti (qui la recensione) propone una classica situazione da commedia sentimentale, sfruttando però una serie di dinamiche sempre buone a partire dalle quali costruire un film emozionante e ricco di colpi di scena. Lo stesso Croci ha raccontato che: “Quello che abbiamo scelto di raccontare è un tema affrontato più volte dal cinema, abbiamo pensato ad esempio soprattutto alle commedie sofisticate americane di Howard Hawks con Cary Grant, con la battaglia dei sessi e il contrasto iniziale tra i due personaggi principali che porta all’inevitabile happy end“.

Poli Opposti, arrivato nelle sale nel 2015, ha dunque proposto sul grande schermo la coppia formata da Luca Argentero e Sarah Felberbaum, posti all’interno di una storia portata avanti dalle differenze che intercorrono tra i loro personaggi ma anche dagli elementi che invece li attraggono l’uno all’altro. Proprio la presenza di questi due interpreti ha poi favorito il buon risultato del film, arrivato ad un incasso di circa 2 milioni di euro. Poli Opposti è infatti stato tra le commedie sentimentali italiane più apprezzate del suo anno.

Girato interamente a Roma, il film è ancora oggi un buon titolo ricco di romanticismo che non manca di soddisfare gli appassionati di questo genere. Grazie al suo passaggio televisivo è poi possibile rivederlo e riscoprirlo, anche a distanza di quasi un decennio dalla sua uscita. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Poli Opposti. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Poli Opposti

Protagonisti del film sono Stefano Parisi e Claudia Torrini. I due fanno due lavori che, apparentemente, non potrebbero essere più distanti: terapista di coppia lui, avvocato divorzista lei. Stefano, inoltre, si è appena separato dalla moglie, mentre Claudia è invece una madre single. I loro uffici, con annessa abitazione, si ritrovano sullo stesso pianerottolo. L’antipatia (e l’attrazione) reciproca sono immediate, e a queste si aggiunge la rivalità professionale quando i pazienti dell’una cominciano a rivolgersi all’altro, e viceversa. Ma i poli opposti, si sà, sono destinati ad attrarsi.

Il cast di Poli Opposti

Ad interpreare Stefano e Claudia vi sono gli attori Luca Argentero e Sarah Felberbaum. Mentre Argentero si è trovato a dover interpretare un ruolo profondamente romantico, Felberbaum ha invece dovuto costruire la sua Claudia a partire da un’idea di austerità e severità. Accanto a loro, nel film, si ritrovano gli attori Tommaso Ragno e Anna Safroncik rispettivamente nei ruoli di Stefano e Mariasole, suocero ed ex moglie di Stefano. Riccardo Russo interpreta il figlio di Claudia, Luca, mentre Giampaolo Morelli è suo fratello Alessandro, sposato con la Rita di Elena Di Cioccio. Completano il cast Jack Queralt nel ruolo di Manolo, Grazia Schiavo in quello di Carolina e Stefano Fresi in quello di Marco.

Poli Opposti film trama

Il finale di Poli Opposti e il suo significato

Ma cosa vuol dire Poli Opposti? I poli costituiscono i due estremi opposti di una medesima realtà, essendo connessi inestricabilmente tra loro in una Unità. Non si può ad esempio comprendere il giorno senza la notte, né il freddo senza il caldo, o la povertà senza la ricchezza. Poli opposti sono però anche quelli che in una carica magnetica si attraggono. Ecco dunque che nel film Stefano e Claudia sono dunque Poli Opposti, in quanto operano all’opposto di uno stesso ambito ma proprio per questo finiscono per attrarsi. Così, dopo un iniziale allontanamento, nel finale del film grazie al figlio di Claudia i due protagonisti si ricongiungono e si riconoscono come inseparabili.

Leggi anche: Poli Opposti, Luca Argentero: “Mi piace essere l’eroe romantico”

Il trailer di Poli Opposti e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Poli Opposti grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video, Now, Rai Play e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 13 marzo alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Scream VII: Neve Campbell torna ufficialmente nei panni di Sidney Prescott; Kevin Williamson dirigerà

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Dopo aver abbandonato l’ultimo film per una disputa salariale, Neve Campbell ha annunciato che tornerà nei panni dell’iconico eroina franchise horror, Sidney Prescott, per Scream VII, ancora in fase di sviluppo.

“Sidney Prescott sta tornando!!!!” Campbell ha pubblicato su Instagram. “È sempre stato fantastico e un onore poter interpretare Sidney nei film di Scream. Il mio apprezzamento per questi film e per ciò che hanno significato per me non è mai venuto meno. Sono molto felice e orgoglioso di dire che mi è stato chiesto, nel modo più rispettoso, di riportare Sidney sullo schermo e non potrei essere più entusiasta.

Il ritorno di Neve Campbell arriva subito dopo la notizia che Melissa Barrera (Sam Carpenter) è stata licenziata dal film per aver condiviso commenti “antisemiti” sui social media, con Spyglass Entertainment che ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega perché hanno deciso di escluderla a breve dal film. dopo, citando “la retorica che oltrepassa palesemente il limite dell’incitamento all’odio“.

In seguito abbiamo appreso che anche la sua co-protagonista, Jenna Ortega (Tara Carpenter), si era separata dal sequel horror, ma in realtà aveva abbandonato il progetto qualche tempo prima del licenziamento di Barrera.

Non sappiamo ancora esattamente il perché, ma ai trade è stata addotta la solita motivazione di “conflitto di programmazione”. Più recentemente, il regista Christopher Landon ha annunciato di aver deciso di abbandonare il film Scream VII, ma ora è stato trovato un sostituto nel creatore e scrittore di Scream, Kevin Williamson.

“Sono passati quasi 30 anni da quando la mia prima sceneggiatura, Scream, è stata diretta dal leggendario Wes Craven”, ha scritto Williamson in un post su Instagram. “Non avrei mai previsto cosa sarebbe diventato. O che avrei diretto il settimo capitolo della saga. Sono sopraffatto dalla gratitudine e dall’eccitazione e non vedo l’ora di intraprendere questo viaggio con Neve e l’intera famiglia di “Scream” mentre riportiamo Sidney Prescott nel prossimo capitolo della serie “Scream”. Grazie a tutti i fan di ‘Scream’. Tu sei il dono che continua a dare.

Guy Busick, che ha scritto il quinto e il sesto film di Scream con Jared Vanderbilt, assumerà l’incarico di sceneggiatore. Mentre alcuni fan di Scream sono felici di riavere Campbell, altri ritengono che avrebbe dovuto sostenere Barrera rifiutandosi di lavorare con SpyGlass, e c’è stata una notevole quantità di reazioni negative alla decisione dell’attrice di riprendere il suo ruolo dopo tutto quello che è successo.

A Olivia Munn è stato diagnosticato un cancro al seno

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A Olivia Munn è stato diagnosticato un cancro al seno

Olivia Munn ha postato sui social questo mercoledì per rivelare che le è stato recentemente diagnosticato un cancro al seno e che, di conseguenza, si è sottoposta a una doppia mastectomia.

In un post su Instagram, mercoledì pomeriggio, la Munn ha condiviso diverse foto di sé in ospedale prima dell’intervento, oltre a un messaggio che illustra la storia della sua diagnosi.

Nel febbraio del 2023, nel tentativo di essere proattiva riguardo alla mia salute, ho fatto un test genetico che verifica la presenza di 90 diversi geni del cancro“, ha detto la Munn nel suo post”. Sono risultata negativa a tutti, compreso il BRCA (il gene più noto del cancro al seno). Anche mia sorella Sara era appena risultata negativa. Ci siamo chiamate e ci siamo date il cinque al telefono. Lo stesso inverno feci anche una mammografia normale. Due mesi dopo mi fu diagnosticato un cancro al seno“.

 

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Olivia Munn elogia i suoi medici per il loro ruolo nella scoperta della diagnosi
Secondo la Munn, la decisione del suo medico di calcolare il suo Breast Cancer Risk Assessment Score è ciò che ha portato alla diagnosi precoce, una mossa che la Munn elogia come salvavita.

Non avrei scoperto il mio cancro prima di un anno, alla mia successiva mammografia programmata, se non fosse che la mia ginecologa, la dottoressa Thaïs Aliabadi, ha deciso di calcolare il mio Breast Cancer Risk Assessment Score. Il fatto che l’abbia fatto mi ha salvato la vita“, ha detto Munn. “La dottoressa Aliabadi ha preso in considerazione fattori come la mia età, la mia storia familiare di cancro al seno e il fatto che ho avuto il mio primo figlio dopo i 30 anni. Ha scoperto che il mio rischio di vita era del 37%. A causa di questo punteggio sono stata inviata a fare una risonanza magnetica, che ha portato a un’ecografia e quindi a una biopsia. Dalla biopsia è emerso che avevo un tumore Luminal B in entrambi i seni. Il Luminal B è un cancro aggressivo e in rapida evoluzione“.

La Munnha poi raccontato di aver deciso molto rapidamente di sottoporsi a una doppia mastectomia e, appena 30 giorni dopo la biopsia, si è sottoposta all’intervento.

Sono passata dal sentirmi completamente bene un giorno, al risvegliarmi in un letto d’ospedale dopo un’operazione di 10 ore“, ha detto Munn. “Sono fortunata. L’abbiamo presa con un tempo sufficiente a permettermi di avere delle opzioni. Voglio che sia lo stesso per tutte le donne che un giorno potrebbero trovarsi ad affrontare questo problema”. Chiedete al vostro medico di calcolare il vostro punteggio di valutazione del rischio di cancro al seno. Il dottor Aliabadi dice che se il punteggio è superiore al 20%, è necessario sottoporsi a mammografie e risonanze magnetiche al seno annuali a partire dai 30 anni“.