La star di Handmaid’s
Tale, Madeline
Brewer, si unirà a Joe
Goldberg interpretato daPenn Badgley in You 5, la
quinta e ultima stagione del thriller psicologico di
NetflixYou,
ha annunciato lo streamer.
SecondoDeadline,
Madeline Brewer è pronto a unirsi a
You 5 come personaggio regolare e interpreterà
Bronte, un personaggio descritto come “un drammaturgo
enigmatico e dallo spirito libero“, che sarà il nuovo
impiegato presso la libreria di Joe
Goldberg.
Mentre i due si legano al
loro comune interesse per la “letteratura” e alle loro
relative esperienze con la “perdita“, Bronte fa emergere
la nostalgia per Joe e il suo vecchio sé, facendogli mettere in
dubbio la persona in cui si è appena trasformato.
Conosciuta per aver
interpretato il ruolo di Janine Lindo in The
Handmaid’s Tale di Hulu , Brewer è apparsa
anche in diversi film e programmi televisivi, tra
cui Orange
Is the New Black, Hemlock Grove, Cam,
The Ultimate Playlist of Noise e Space
Oddity. Inoltre reciterà nel thriller di prossima
uscita Anniversary e nel film horror
psicologico I Live Here
Now.
Cosa ci
aspettiamo dalla stagione finale di You?
Mentre i dettagli sulla
quinta e ultima stagione di You rimangono
nascosti, il pubblico può aspettarsi che la quinta stagione segua
ancora l’intensamente ossessivo Joe, la cui ossessione per
l’attuale donna da cui è attualmente paralizzato può diventare
mortale.
Un personaggio disposto ad
andare oltre – anche con misure estreme – il personaggio di Brewer
potrebbe diventare la nuova ossessione di Joe,
presumibilmente seguendo il terribile destino di Guinevere Beck
(Elizabeth Lail), Candace Stone (mbyr Childers), Love Quinn.
(Victoria
Pedretti) e Marienne
Bellamy Tati
Gabrielle).
Basato sui libri di Caroline
Kepnes, You – creato da Greg Berlanti e Sera
Gamble – vedeva nel cast anche Carmela Zumbado nel ruolo di Delilah
Alves, Jenna Ortega nel ruolo di Ellie Alves, James Scully nel
ruolo di Forty Quinn, Shalita Grant nel ruolo di Sherry Conrad, Ed
Speleers nel ruolo di Rhys Montrose, Lukas Gage nel ruolo di Adam
Pratt e altro ancora.
Tutte e
quattro le stagioni di You sono in streaming
su Netflix.
Non è stata ancora fissata alcuna finestra di rilascio per la
quinta stagione di You.
Oggi è il Mario Day e per celebrare
l’amato franchise di Nintendo, il leggendario
direttore del gioco Shigeru Miyamoto ha fatto un annuncio davvero
entusiasmante: Super
Mario Bros. 2, il sequel di Super Mario
Bros. Movie arriverà nelle sale il 3 aprile 2026.
I registi Aaron Horvath e
Michael Jelenic, che hanno diretto il primo film, tornano
per il sequel, che è ancora in fase di produzione.
“Aaron Horvath e
Michael Jelenic e i talentuosi artisti degli Illumination Studios
Paris, che hanno dato vita al Regno dei Funghi in The Super Mario
Bros. Movie, sono stati impegnati nello storyboarding delle scene e
nello sviluppo delle scenografie per i nuovi
ambienti”, ha dichiarato Chris
Meledandri, CEO di Illumination, in un video
pre-registrato. “Presto inizieremo l’animazione e vi
assicuriamo che saremo ossessionati da ogni dettaglio per ottenere
il massimo“.
Non sono stati rivelati dettagli
specifici sulla trama di Super
Mario Bros. 2, ma Miyamoto ha promesso che ne
condividerà di più quando saranno in grado di farlo. Ha lasciato
intendere che “stiamo pensando di ampliare
ulteriormente il mondo di Mario e che avrà una storia brillante e
divertente“.
Sebbene The Super Mario
Bros. Movie fosse ispirato all’amata serie di videogiochi
Nintendo, non seguiva la trama di alcun gioco specifico. Piuttosto,
ha combinato vari elementi dei videogiochi in una trama originale
che vede Mario e Luigi risucchiati in un tubo di curvatura e
portati in una terra misteriosa. Mario finisce nel Regno dei
Funghi, governato dalla Principessa Peach, mentre Luigi approda
nelle Terre Oscure, governate dal malvagio Re Bowser. Con Bowser
che minaccia di distruggere il Regno dei Funghi a meno che la
Principessa Peach non lo sposi, Mario e gli altri si uniscono per
respingere la minaccia del male.
Mentre molti personaggi preferiti
dai fan sono apparsi nel primo film, alcuni pilastri di Mario erano
assenti, tra cui Wario, Waluigi, Daisy e Yoshi. Anche se
quest’ultimo è stato presentato in una scena post-credits.
Il suo personaggio segue le orme di
grandi personaggi come Lord Humungus, Immortan Joe e
Rictus Erectus, ma cosa porta in tavola di nuovo questo
cattivo? “È un individuo piuttosto orribile“, dice
Chris Hemsworth a Empire Online in una nuova
intervista.
“Durante l’intero film
abbiamo continuato a tornare a chiederci: “Questo è malvagio, ma
qual è l’intenzione che c’è dietro?”. Non è solo follia sadica. C’è
uno scopo reale, gli ingranaggi stanno girando, lui sta tramando e
pianificando ed è dieci passi avanti a tutti gli
altri“. “Penso che sia così che vede se
stesso“, ha detto l’attore di Thor
quando gli è stato fatto notare che Dementus
agisce come una sorta di figura paterna per
Furiosa.
“Penso
che ai suoi occhi ci sia una qualità e una natura paterna nel
rapporto. Sono certo che [Furiosa] sosterrebbe fino alla morte
l’esatto contrario“. Per quanto riguarda il tipo di
azione che l’attore del MCU ha potuto intraprendere in
Furiosa: A Mad
Max Saga, sembra che si sia divertito un mondo.
“La biga è il mezzo più
selvaggio che abbia mai guidato e ne ho amato ogni
secondo“, esclama Hemsworth. “Voglio
dire, a un certo punto sono stato appeso a una gru e caricato su un
monster truck, e poi sul monster truck qualcuno mi ha sganciato da
un’imbracatura e il camion ha fatto un burnout“.
EXCLUSIVE 🔥
In
#Furiosa, @chrishemsworth‘s
new warlord Dementus is “a pretty horrible individual,” he tells
Empire.
But “it’s not just sadistic insanity. There’s real purpose, the
wheels are turning, he’s ten steps ahead of everyone else.”
Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film
InFuriosa: A Mad
Max SagaAnya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
IL RE del carcere
S. Michele è tornato: rilasciato il trailer della nuova stagione
del prison drama Sky Original con Luca Zingaretti, dal 12 aprile in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. I nuovi
episodi sono prodotti da Sky Studios con Lorenzo Mieli per The
Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in
collaborazione con Zocotoco.
In otto episodi diretti da
Giuseppe Gagliardi, la seconda stagione de
IL RE è scritta da Peppe Fiore,
Alessandro Fabbri e Federico
Gnesini e vede l’amatissimo attore romano di nuovo nei
panni di Bruno Testori, il direttore di un carcere di frontiera
alla fine della prima stagione reso prigioniero del suo stesso
regno, il San Michele.
Accanto a Luca Zingaretti (Il commissario
Montalbano, Sanguepazzo, No Activity – Niente da
segnalare) tornano Isabella Ragonese (Come pecore in mezzo ai
lupi, Yara, Il padre d’Italia), che
interpreta di nuovo Sonia Massini, ora comandante delle guardie
penitenziarie del San Michele, Anna Bonaiuto
(Volare, Loro, Mio fratello è figlio
unico) ancora nei panni del pubblico ministero che indaga
sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori, Laura
Lombardo, che nella nuova stagione verrà “promossa e trasferita” in
un altro tribunale proprio per colpa sua, e Barbora
Bobulova (Il sol dell’avvenire, Brado,
Nata per te), che nei nuovi episodi sarà di nuovo l’ex
moglie del personaggio interpretato da Zingaretti, un’agente dei
servizi che lavora nel reparto cybersicurezza.
Torna anche Alida Baldari
Calabria (Pinocchio, Brado, That
Dirty Black Bag), interprete della giovanissima figlia di
Bruno, nonché i pretoriani del San Michele: Alessandro
Gazale (Ipersonnia, Tutti i cani muoiono da
soli),Antonio Gargiulo (Gomorra – La
serie, Sulla mia pelle), Paolo D.
Bovani (A casa tutti bene, Leonardo,
Bella da morire), Salvatore D’Onofrio
(Capri Revolution, Certi bambini) e
Federico Pasquali (Il Divin Codino,
Io sono l’abisso, un Amore).
New-entry nel cast di questa
stagione sono Fabrizio Ferracane
(L’Arminuta, The Bad Guy, Ariaferma) nei
panni di Gregorio Verna, a capo dei servizi segreti, Thomas
Trabacchi (Nico, 1988, Romanzo di una
strage, Studio Battaglia) in quelli di un magistrato
detenuto al San Michele, Vittorio Mancuso, Caterina
Shulha (L’uomo del labirinto,
Ipersonnia, Tutta colpa di Freud – La serie) che
sarà Claudia Agosti, l’avvocata di Mancuso, e Stefano
Dionisi (Tre piani, Il grande gioco,
Il sangue dei vinti) nei panni di un detenuto del carcere
che diventerà presto amico di Testori.
La trama della seconda stagione de
IL RE
Bruno Testori è ora un detenuto nel
suo stesso carcere, quando Gregorio Verna, capo dei servizi
segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di
direttore. In cambio deve far parlare un detenuto, il magistrato
Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di una dipendente della
Slimpetroil Spa, rinomata compagnia energetica di bandiera,
scoprendo perché si sia macchiato di quel delitto prima che l’uomo
testimoni davanti a un GIP. Quando Bruno comincia a sospettare la
sua innocenza e a temere che i servizi lo stiano usando, decide di
vederci chiaro. Sarà l’inizio di una battaglia per la verità il cui
prezzo da pagare si rivelerà altissimo.
Disney+ ha annunciato che
Povere
Creature!(la
nostra recensione), vincitore di quattro
Premi Oscar (Miglior attrice protagonista a
Emma Stone, Miglior scenografia, Migliori costumi e
Miglior trucco e acconciatura) e di cinque premi BAFTA (Miglior
attrice, Miglior scenografia, Migliori costumi, Miglior trucco e
acconciatura e Migliori effetti speciali), sarà disponibile dal 14
marzo in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia.
Dal regista Yorgos
Lanthimos e dalla produttrice
Emma Stone arriva l’incredibile storia e la fantastica
evoluzione di Bella Baxter (Emma
Stone), una giovane donna riportata in vita dal
brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem
Dafoe). Sotto la protezione di Baxter, Bella è
desiderosa di imparare. Affamata della mondanità che le manca,
Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark
Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una
travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai
pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo
proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.
Basata sul romanzo di Alasdair Gray
(edito in Italia da Safarà editore), la sceneggiatura è scritta da
Tony McNamara, segnando così la seconda collaborazione tra
Lanthimos e McNamara (La favorita). Il film è prodotto da
Ed Guiney, Andrew Lowe, Yorgos Lanthimos ed Emma Stone.
X-Men
’97 è ormai a soli 10 giorni dall’arrivo su
Disney+ con una première di 2
episodi, e Marvel Studios ha pubblicato oggi un nuovo
fantastico spot televisivo per il revival di X-Men: La
serie animata.
La presentazione qui è geniale in
quanto è formattata come uno spot pubblicitario che vedresti su un
televisore vecchio stile degli anni ’90, qualcosa che sappiamo che
i fan di quello show televisivo originale apprezzeranno. Ci
sono però tanti nuovi filmati da trovare, tra cui Wolverine che
dichiara: “Papà è a casa!“
Ciclope, nel frattempo, si scontra
con alcuni teppisti che odiano i mutanti e ci sono alcuni
fantastiche sequenze di eroi come Rogue, Storm e Jubilee che
entrano in azione. Lo stile di animazione è davvero impressionante,
soprattutto perché richiama i ricordi dello spettacolo
classico.
All’inizio di questa settimana, i
Marvel Studios hanno condiviso un
elenco completo dei titoli degli episodi e delle date di messa in
onda della prima stagione di dieci episodi di X-Men
’97. Guarda questo divertente nuovo spot
televisivo per X-Men
’97 di seguito.
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, arriverà in streaming a
partire dal 20 marzo. X-Men ‘97 rivisita l’epoca iconica
degli anni ‘90, mentre gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri
poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme,
vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad
affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Il cast delle
voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer
Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd
(Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo
di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit),
Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).
Beau DeMayo è il caposceneggiatore;
gli episodi sono diretti da Jake Castorena, Chase Conley e Emi
Yonemura. Con le musiche dei Newton Brothers, Brad Winderbaum,
Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e DeMayo sono i
produttori esecutivi della serie.
La star di Madame Web (la
nostra recensione), Dakota Johnson, non è mai sembrata
particolarmente entusiasta quando si è trattato di promuovere il
film nel periodo che ha preceduto l’uscita e, una volta nelle sale,
ha detto alcune cose durante le interviste che potrebbero essere
prese come un po’ denigratorie.
Dopo un’intervista in cui l’attrice
di Cinquanta sfumature di grigio ha ammesso di non
aver ancora visto il film (nonostante si sia presentata alla
prima), Dakota Johnson ha
dichiarato di “non essere sorpresa” dalla scarsa
performance al botteghino o dalle recensioni negative.
“È così difficile fare
film, e in questi grandi film che vengono fatti – e sta iniziando a
succedere anche con quelli piccoli, che è ciò che mi spaventa
davvero – le decisioni vengono prese da comitati, e l’arte non va
bene quando è fatta da comitati“, ha detto a Bustle.
“I film sono realizzati da un regista e da un team di
artisti che lo circondano. Non si può fare arte basandosi su numeri
e algoritmi. Da tempo penso che il pubblico sia estremamente
intelligente, mentre i dirigenti hanno iniziato a credere che non
lo sia.
“Il pubblico sarà
sempre in grado di riconoscere le stronzate. Anche se si cominciano
a fare film con l’intelligenza artificiale, gli esseri umani non
vorranno vederli.Ma per me è stata
sicuramente un’esperienza fare quel film. Non avevo mai fatto nulla
di simile prima. Probabilmente non farò mai più nulla di simile
perché non ho senso in quel mondo“.
Niente di troppo negativo, ma si
dice che i dirigenti della Sony Pictures non abbiano gradito molto
i commenti di Dakota Johnson su Madame
Web.
“Molte persone alla
Sony stanno mettendo in dubbio il suo potere di star, e il modo in
cui ha reagito a questo fallimento probabilmente tornerà a
perseguitarla“, spiega un insider al DailyMail.com.
“Va bene scherzare sul fatto che il proprio film non
sta andando bene e persino appoggiarsi alle recensioni negative
come ha fatto Sydney Sweeney al SNL con il suo monologo – ma i
produttori e la Sony non stanno ridendo per il continuo trascinarsi
di Dakota su come vede le ricadute di Madame Web e su come non si
sta assumendo alcuna responsabilità per i suoi risultati poco
brillanti”.
“Non tutti i film
funzionano, ma si lavora sodo anche per i film brutti, e la tua
star non ci fa una bella figura“. Anche se non
abbiamo problemi a credere che la Sony sia un po’ arrabbiata con
Dakota Johnson, questa fonte non è sempre
stata la più affidabile, quindi i dettagli di questo rapporto
dovrebbero essere considerati voci per il momento. Anche se fosse
esatto, non sembra che Dakota Johnson abbia fretta di tornare a
vestire i panni di Madame Web in SSU – non che un sequel sia molto
probabile, comunque.
Deadpool
2 non ha ricevuto lo stesso successo di critica del
suo predecessore, ma il film è stato comunque un successo e
l’introduzione di personaggi come Cable e Domino
ha entusiasmato i fan (la rappresentazione di
X-Force, meno).
Anche il ruolo di Julian
Dennison, Russell Collins, alias
Firefist, era centrale nella storia. La stella del giovane
attore era in ascesa grazie a un’interpretazione di spicco in Hunt
for the Wilderpeople e, sebbene il suo personaggio abbia diviso le
opinioni, il suo lavoro nel sequel ha comunque impressionato.
Ora, però, ha confermato che i
Marvel Studios non gli hanno chiesto
di tornare per Deadpool &
Wolverine. “Purtroppo non mi vedrete nel
film“, ha dichiarato a CBR. “Ma sono
super eccitato che la gente lo veda. Comprerò un biglietto per
andare a vederlo. Ehi, è quello che è, che ci vuoi
fare?“.
Siamo sorpresi che non ci sia un
cameo, ma sembra che la priorità dei Marvel Studios fosse quella di
riportare in scena i personaggi più famosi del passato del
franchise degli X-Men.
“È buffo, mi hanno appena chiesto di fare Deadpool,
il nuovo film che sta per uscire“, ha detto Vinnie
Jones la scorsa settimana a proposito della richiesta di riprendere
il suo ruolo di Juggernaut in X-Men: The Last
Stand. “Ho parlato con il regista e gli ho
detto: “È un dramma indossare quella tuta, mentalmente e
fisicamente“”.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Dune – Parte
Due corre dritto verso le prime posizioni in tutto il
mondo. Il film di Denis Villeneuve è al primo
posto al BOX OFFICE ITALIA con con altri 754 mila
euro raccolti questa domenica porta al totale dopo due settimane di
6.743.723 milioni di euro e oltre 830 mila presenze.
Dune – Parte
Due ha continuato a registrare ottime performance
durante la sua seconda settimana anche nelle sale USA e, dopo aver
incassato 157 milioni di dollari in patria e altri 210 milioni di
dollari in oltre 70 mercati esteri, si sta avvicinando ai 380
milioni di dollari in tutto il mondo.
Con un budget di produzione di 190
milioni di dollari (senza contare i costi pubblicitari, ecc.), il
sequel fantascientifico di Denis Villeneuve dovrà
incassare circa 500 milioni di dollari a livello globale per
raggiungere il pareggio. Allo stato attuale, si prevede che il film
incasserà almeno 700 milioni di dollari al termine della sua corsa
nelle sale.
Anche se un posto nel club del
miliardo di dollari è improbabile, questo sarebbe un risultato
piuttosto impressionante nell’attuale clima post-pandemico e
garantirebbe a Denis Villeneuve l’opportunità di
completare la sua trilogia con il previsto adattamento di Dune:
Parte Tre che dovrebbe intitolarsi Messiah.
“Duneè senza dubbio la grande saga di fantascienza dei nostri
tempi (assieme ad Avatar di
James Cameron)“. abbiamo detto
nella nostra
recensione “Lo è per le ambizioni che
Villeneuve dimostra nelle sue idee di messa in scena; per la sua
ostinata fedeltà al romanzo di Herbert; per la sua ricerca
dell’elemento materiale accanto all’effetto speciale in CGI; per il
suo pretendere il meglio dal comparto del sonoro, della
scenografia, della fotografia e da ogni altro aspetto tecnico; per
il suo dimostrare i forti richiami al presente di un racconto
composto ormai circa sessant’anni fa; ma soprattutto per il suo
essere un’opera con precisi intenti autoriali rivolta però ad un
pubblico di massa“.
Cosa aspettarsi da Dune:
Parte Tre ?
Cosa questo significhi per Dune:
Parte Tre resta ovviamente da vedere, ma non possiamo
pensare che Chani accetti la sua posizione di
concubina/”spalla” di Paul come fa nel libro.
Le
recensioni stellari di Dune
2 sono sicuramente in grado di attirare più persone
nelle sale, e il film è ora “certificato fresco” su Rotten
Tomatoes con un impressionante 95% di critica e pubblico.
James Gunn ha pubblicato su Threads alcuni
aggiornamenti sulla
seconda stagione di Peacemaker,
e alcune domande dei fan hanno portato ad alcune intriganti
rivelazioni.
James Gunn ha inizialmente parlato di
Jennifer Holland (Emilia Harcourt) dicendo che le riprese
inizieranno quest’estate, confermando che ha effettivamente
intenzione di girare la seconda stagione di Peacemaker e
Superman
nello stesso periodo.
“La fonte è piuttosto
incerta, ma è vero“, ha esordito James
Gunn. “John
Cena ha condiviso questa notizia su Howard Stern la scorsa
settimana. Per rispondere alle vostre domande successive: sì,
gireremo Superman e
Peacemaker contemporaneamente; sì, ho scritto tutti gli episodi; ma
no, nell’interesse di far uscire lo show non potrò dirigerli tutti
(solo alcuni); e sì, Waller è ancora in corso e Jeremy e Christal
sono duramente al lavoro per scrivere grandi cose, ma il programma
è stato influenzato dagli scioperi, quindi verrà dopo
Peacemaker“.
Quando
Gunn ha assunto l’incarico di co-CEO dei DC
Studios insieme a Peter Safran, sembrava abbastanza ovvio
che la seconda stagione di Peacemaker sarebbe
stata parte del nuovo DCU, e mentre questo è il caso, la prima stagione
non lo è!
Non sappiamo con certezza il motivo
(probabilmente la Justice League che appare nel
finale della S1 ha qualcosa a che fare con questo), ma, per quanto
ne sappiamo, questa è la prima volta che due stagioni della stessa
serie esisteranno in continuità diverse.
James Gunn ha anche rivelato che la seconda
stagione di Peacemaker
sarà ambientata dopo gli eventi di Superman e
che il reboot “avrà un impatto” sulla serie Max. Questo
significa che possiamo aspettarci di vedere alcuni personaggi di
Peacemaker
apparire in Superman?
Non necessariamente, ma in fondo è a questo che servono le scene
post-credits!
“Superman racconta la storia
del viaggio di Superman per conciliare la sua eredità kryptoniana
con la sua educazione umana come Clark Kent di Smallville,
Kansas“, si legge nella sinossi ufficiale del
film. “È l’incarnazione della verità, della giustizia e
dello stile americano, guidato dalla gentilezza umana in un mondo
che vede la gentilezza come antiquata.” Il film uscirà al
cinema l’11 luglio 2025.
Superman avrà
come protagonisti anche Rachel
Brosnahan nel ruolo di Lois Lane e
Nicholas Hoult in quello di Lex Luthor, oltre a
Isabela Merced nel
ruolo di Hawkgirl, Edi Gathegi in quello di Mister
Terrific, Nathan Fillion in
quello della Lanterna Verde Guy Gardner e Anthony Carrigan in
quello di Metamorpho.
Più recentemente, Sara Sampaio ha firmato per interpretare
l’assistente/amante di Lex, Eve Teschmacher, e Skyler
Gisondo è stato scritturato per il ruolo di Jimmy
Olsen.Sono attesi anche i membri della squadra di antieroi
The Authority e María Gabriela de
Faría (Animal Control) è stata scritturata per il ruolo di
Angela Spica/The Engineer. Si dice anche che la
Supergirl di Milly Alcock farà il suo debutto prima del suo
film su
Supergirl: Woman of Tomorrow, ma non è ancora
stato confermato.
Nella notte degli Oscar 2024 che ha
visto il trionfo di Oppenheimer
e del suo ingegnere capo,
Christopher Nolan, la serata si è svolta seguendo una
rotta più o meno tracciata dalla maggior parte dei pronostici. Il
film Universal ha portato a casa sette statuette, forse una di meno
del previsto, dato che il sonoro è andato a La
Zona di Interesse che ha portato a casa due premi;
Emma Stone ha vinto il suo rush finale contro
Lily Gladstone; Godzilla Minus One ha
sbaragliato la concorrenza di grandi e costosi blockbuster.
Ci sono stati diversi momenti
memorabili, in questa serata dei 96esimi Academy Awards, che, pure
se non entreranno negli annali degli Oscar, vale la pena
raccontare, per chi non ha seguito la cerimonia e per chi vuole
ripassarla insieme a noi.
Oscar 2024: i migliori momenti
della serata
John Cena nudo
Nel 1974, il fotografo americano Robert Opel,
dopo essersi infiltrato nel backstage del palcoscenico degli Oscar,
fece irruzione sul palco completamente nudo, mostrando il segno
della pace. David Niven era sul palco in quel
momento e stava per presentare Elizabeth Taylor, e
la sorpresa fu genuina per tutti.
Nell’anniversario dei 50 anni da quel gesto politico, John Cena si presta a replicare lo sketch.
Entra nudo sul palco, coperto solo dalla busta con dentro il nome
del vincitore per i Migliori Costumi (andato a Povere
Creature!). C’è chi ha storto il naso, noi invece
pensiamo che da una parte si sia trovato un modo carino per
ricordare il fuori programma del ’74 e dall’altra che John Cena abbia un futuro di attore comico
davvero radioso.
Wahzhazhe (A Song for My People)
Tutte le canzoni nominate hanno avuto il loro spazio sul
palcoscenico, con gli interpreti che le hanno eseguite in versione
ridotta per rientrare nei tempi di una cerimonia per fortuna
tendenzialmente sintetica anche se generalmente sottotono.
E proprio una delle esibizioni è stato uno dei momenti più
toccanti della Notte. L’esibizione degli Osage che hanno intonato
la potente ed emozionante Wahzhazhe (A Song for My
People), che chiude lo splendido (e ingiustamente a mani
vuote)
Killers of the Flower Moon. Complice anche la
scenografia, l’esibizione è stata davvero potente, riuscendo a
trasmettere la dignità e la bellezza di questo popolo.
Mstyslav Černov
Il regista di
20 Days in Mariupol,
Mstyslav Černov, ha
vinto il premio Oscar per il miglior documentario. Salito sul
palco, emozionato e felice per la vittoria, non ha però perso
l’occasione di una vita, per portare l’attenzione del Dolby Theatre
sul conflitto in Ucraina.
Stringendo la sua statuetta, ha detto nel suo discorso di
ringraziamento: “Vorrei non aver fatto questo film, vorrei non
aver mai vinto questo Oscar e che la Russia non avesse mai invaso
l’Ucraina. Scambierei con la pace questa statuetta anche
subito”. (qui il video)
Godzilla distrugge
Hollywood
Mission: Impossible –
Dead Reckoning Part One 291 milioni di dollari, Guardiani della Galassia Vol. 3 250 milioni di
dollari, Napoleon 200 milioni di dollari, The
Creator 80 milioni di dollari. E il premio per i
migliori effetti visivi va a Godzilla Minus One,
budget stimato 10 milioni di dollari.
Hollywood è un posto pieno di
contraddizioni, si sa. Ma riuscire a smascherarsi da sola, in
questo modo disarmante, è stato davvero un momento divertente. Il
film di Takashi Yamazaki, sceneggiatore, regista e
autore degli effetti, potrebbe indicare un nuovo percorso per
l’industria, una via in cui non servono poi così tanti soldi per
fare bene. Dopotutto anche The Creator di Gareth Edwards, in
maniera meno estrema, ha dimostrato che quella è una strada
percorribile.
I Gemelli vs Batman
La Notte degli Oscar
2024 ha visto partecipare alla cerimonia molti
presentatori, alcuni in solitaria, altri in coppia. Occasione
perfetta per mettere in scena siparietti e reunion, come quello tra
Kate McKinnon e
America Ferrera, co-star di Barbie,
o quello tra
Emily Blunte
Ryan Gosling che si sono presi in giro con il
Barbienheimer, o ancora la reunion di Beetlejuice, con
Michael Keaton e Catherine
O’Hara.
Ma una coppia di presentatori ha
davvero rubato la scena. Arnold Schwarzenegger e
Danny De Vito hanno proposto una reunion de
I Gemelli che si è poi trasformata in una sfida a…
Batman! Entrambi gli attori, in progetti diversi, hanno avuto modo
di interpretare dei villain dell’Uomo Pipistrello al cinema.
Schwarzenegger per Joel Schumacher in
Batman e Robin, e De Vito il Pinguino in
Batman – Il Ritorno. Non c’è da stupirsi se la
regia della cerimonia ha indugiato a lungo sul volto impassibile e
“in character” di Michael Keaton!
In memoriam
Trai grandi snobbati di questa
edizione ci sono anche tutti i dipartiti che dovevano essere
ricordati nella classica e sempre commovente sequenza In
Memoriam. Momento imprescindibile di ogni cerimonia degli
Academy Awards, il segmento è quasi sempre costituito da un
montaggio che mostra e omaggia coloro che appartenevano a Hollywood
e che sono scomparsi nell’ultimo anno, accompagnato da musica e
molto spesso canzone.
Quest’anno si è deciso però di
strafare. Ballerini, strumentisti e pure Bocelli padre e figlio sul
palco hanno letteralmente rubato la scena al video In
Memoriam, frammentato su diverse superfici, schermi
mobili, pannelli luminosi, con scritte e foto che scorrevano
rapidissime. La scelta di affollare così tanto il palcoscenico e di
rendere “movimentato” il classico video era forse un azzardo, che
non è stato premiato dal risultato finale. Quello che ricorderemo
di quel momento sono solo le brutte giacche dei Bocellis, e non i
nomi di tutti quegli artisti che ci hanno lasciati.
Gli Oppenheimer
boys
Christopher Nolan,
Robert Downey Jr. e
Cillian Murphy hanno tutti vinto i loro premi
individuali per Oppenheimer
e si sono assicurati le frasi/battute più divertenti nei loro
discorsi di ringraziamento, tre momenti distinti che però meritano
uno spotlight, dal momento che hanno colpito particolarmente.
Robert Downey Jr. ha cominciato il suo discorso
ringraziando la sua “terribile infanzia”, riferendosi chiaramente
alla sua giovinezza turbolenta, passando poi a ringraziare il suo
avvocato che ha lottato tutta la sua vita per concedergli le
assicurazioni sui vari set.
Cillian Murphy, il più dimesso ma anche il meno
avvezzo a questo tipo di circostanze ha concluso il suo discorso
dichiarandosi un “fiero irlandese”, il primo a vincere quel premio.
E se anche i due attori hanno ringraziato le rispettive compagne
con parole d’amore,
Christopher Nolan li ha superarti tutti, ringraziando
Emma Thomas, con la quale lui lavora da sempre, dicendo che lei “è
la produttrice di tutti i nostri film… e di tutti i nostri bambini,
ti amo”.
Lui è solo Ryan
Già l’annuncio della sua performance
live nel corso della Notte degli Oscar 2024 ha fatto tremare i
polsi del suo pubblico, ma interpretando I’m Just Ken in
completo rosa e paillettes, con l’ironia che lo contraddistingue,
Ryan Gosling ha davvero conquistato il palcoscenico
del Dolby e offerto l’unico momento di vero intrattenimento della
serata. Di fronte a un Jimmy Kimmel estremamente
cauto e ingessato e a una cerimonia concisa e sottotono, lui ha
brillato come una vera stella.
L’esibizione è stata accompagnata da
scenografie, luci, balli e da tutto il cast di supporto di Barbie,
tutti i Ken del film, che hanno sostenuto il loro portavoce nella
ballad in cui si interroga su se stesso. Colpo di scena, sul
finale, è intervenuto anche Slash, il chitarrista
dei Guns N’ Roses che ha eseguito l’assolo di chitarra per
il singolo.
Jonathan Glazer
Il regista britannico ha vinto il
premio Oscar per il miglior film Internazionale, La
Zona di Interesse, un dramma che racconta l’orrore
dell’olocausto senza mai mostrarlo, attraverso un muro che separa
un campo di sterminio dalla villetta immersa nel verde della
famiglia di un SS. Il film ha vinto anche il premio al miglior
sonoro.
Glazer ha preso la parola per
ringraziare l’Academy e non si è fatto sfuggire l’occasione per
portare sul palcoscenico gli orrori della guerra in corso a Gaza,
senza puntare il dito su nessuna delle parti coinvolte: “Il
nostro lavoro è stato rivolto non al raccontare cosa hanno fatto
allora, ma a cosa facciamo oggi. Il film mostra dove la
disumanizzazione porta al suo peggio. Ha plasmato tutto il nostro
passato e il nostro presente. In questo momento siamo qui come
uomini che rifiutano la loro ebraicità in un olocausto dirottato da
un’occupazione che ha portato al conflitto per così tante persone
innocenti. Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o
dell’attacco in corso a Gaza – tutte vittime di questa
disumanizzazione, come possiamo resistere?”. Chapeau.
Jimmy Kimmel si è
preso un momento durante la trasmissione degli Oscar, subito
prima che Al Pacino presentasse il miglior film, per
leggere ad alta voce l’ultimo post di Donald Trump sui social media
che criticava Kimmel come conduttore degli Oscar di
quest’anno.
“C’è mai stato un
conduttore peggiore di Jimmy Kimmel agli Oscar. La sua apertura è
stata quella di una persona inferiore alla media che cerca di
essere qualcosa che non è, e che non potrà mai essere. Sbarazzatevi
di Kimmel e magari sostituitelo con un altro ‘talento’ della ABC,
George Slopanopoulos, che è stato fatto a pezzi ma a basso
costo“, ha scritto Trump, intendendo probabilmente
George Stephanopoulos. “Farebbe sembrare tutti sul
palco più grandi, più forti e più affascinanti“.
“Anche uno show
politicamente corretto davvero pessimo stasera, e per anni –
Disarticolato, noioso e molto ingiusto“, ha
continuato Trump. “Perché non danno gli Oscar a chi se
li merita? Forse in questo modo il pubblico e gli ascolti
televisivi torneranno a galla. RENDIAMO L’AMERICA DI NUOVO
GRANDE!”.
Kimmel ha risposto a Trump sul
palco dicendo: “Bla, bla, bla… Ok, ora vediamo se
riuscite a indovinare quale ex presidente ha appena postato questa
frase su TruthSocial. Qualcuno? No? Beh, grazie, Presidente Trump.
Grazie per aver guardato, sono sorpreso che tu sia ancora – non è
passato il tempo della prigione?“.
A parte la frecciatina di Kimmel
prima dell’annuncio del premio finale, gli Oscar 2024 sono stati
una serata sostanzialmente priva di riferimenti a Trump. Tuttavia,
la politica ha giocato un ruolo importante. Molti partecipanti agli
Oscar, tra cui
Mark Ruffalo e Billie Eilish, hanno indossato spille
rosse a sostegno del cessate il fuoco a Gaza. Le proteste legate al
conflitto in corso a Gaza hanno attirato centinaia di partecipanti
intorno al Kodak Theater e hanno finito per
bloccare il traffico al punto che la cerimonia è iniziata con
cinque minuti di ritardo.
Debutterà in prima visione su Rai 1
da martedì 19 marzo STUDIO BATTAGLIA – seconda
stagione, e oggi vi sveliamo le
foto e la trama dei primi due episodi della serie tv scritto da
Lisa Nur Sultan, una produzione Palomar con
Tempesta in collaborazione con Rai Fiction.
Premiata per la prima stagione con
il Nastro d’Argento Speciale alla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan e
all’intero cast femminile, la serie racconta le storie di uno degli
studi legali più famosi di Milano nonché le vicende della famiglia
Battaglia, composta da quattro donne: avvocate, madri, figlie,
mogli, sorelle, alle prese ogni giorno con il lavoro che spesso si
intreccia con la vita privata, rendendole protagoniste di incontri
e decisioni difficili…
Nella seconda stagione diretta da
Simone Spada, ritornano Barbora Bobulova, Lunetta Savino,
Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina
Occhionero, David Sebasti e con
Thomas Trabacchi. Nel cast
anche la partecipazione di Carla
Signoris, e di Massimo Ghini.
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Claudio_Iannone
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La trama dei primi due episodi di
STUDIO BATTAGLIA – seconda stagione
Nel primo e nel secondo episodio di
STUDIO BATTAGLIA – seconda stagione – Dopo
l’acquisizione dello Studio Battaglia da parte di Zander, le tre
avvocate Battaglia tornano a lavorare insieme, stavolta nello
splendido studio vetrato, che ora si chiama Studio Zander
Battaglia. Gli accordi prevedono che Marina si faccia da parte non
appena chiuse le pratiche ancora in corso, concedendosi il tanto
agognato viaggio in Giappone e godendosi il tempo libero, ma lei
sembra avere altri piani e questo porta non poca tensione con
Zander.
Mentre Marina e Nina lavorano sul
caso del Professor Loi, un docente di religione in pensione che
vorrebbe cambiare vita, Anna è concentrata su Massimo: la passione
è sempre più travolgente, ma lei cerca ancora di far funzionare il
matrimonio con Alberto e teme di far soffrire i figli. All’uscita
di scuola conosce Michela Fini, una famosa chef-influencer nota a
tutti come “Michela in famiglia”, che ha bisogno del suo aiuto.
Novità in arrivo anche per Nina e Viola, anche se non sempre le
buone notizie danno l’esito tanto aspettato.
Nel frattempo, Carla Parmegiani ha
un problema con alcuni haters che stanno danneggiando sui social
l’immagine del bel ristorante che ha appena acquistato con i soldi
del divorzio. Ma come dice “Rinascite”, il podcast del momento che
Marina inizia ad ascoltare facendo una scoperta inaspettata, “Non è
mai troppo tardi per cominciare una nuova vita”.
La serie tv
In
questa nuova stagione le avvocate Battaglia – le sorelle Anna e
Nina e la madre Marina –torneranno a lavorare insieme nel
prestigioso Studio Zander, ora diventato Zander Battaglia. I patti
erano che Marina sarebbe uscita di scena non appena chiuse le
ultime pratiche, ma per Zander liberarsi di lei sarà più arduo del
previsto. Ritroviamo anche Massimo con cui Anna, nel finale della
prima stagione, si era lasciata andare a una travolgente passione.
Per lei, sposata con Alberto da cui ha avuto due figli, è arrivata
l’ora di chiedersi quale sia la scelta giusta, tra i sentimenti e
le emozioni, anche se questo significa rinunciare a una parte della
propria felicità.
Cuore del racconto sono come sempre le donne
Battaglia, tre divorziste e una neo-sposa, la sorella minore Viola.
Quattro donne in diverse fasi della vita, ognuna con i propri sogni
e turbamenti, unite da un amore profondo e un’invincibile ironia
che le ha sempre salvate. Se Viola cerca di emanciparsi dalla
famiglia, ma si scontra con le difficoltà della vita adulta e con
il costo folle degli affitti milanesi, Nina dovrà mettere in
discussione quello che credeva di desiderare, perché a volte
crescere significa anche non aver paura di cambiare.
Come nella precedente stagione, in ogni
episodio si svilupperà un caso legale di cui si dovrà occupare lo
Studio Zander Battaglia, andando a trattare alcuni tra i temi più
attuali del diritto di famiglia. Inoltre, Anna sarà alle prese con
un delicato e doloroso caso di separazione legale, accettando di
rappresentare la famosa chef-influencer “Michela in famiglia”
contro il marito Corrado, uomo manipolatore che controlla e
gestisce il fortunato business che hanno creato.
Cillian Murphy ha vinto l’Oscar come miglior
attore per la sua interpretazione di J. Robert
Oppenheimer, il fisico teorico e “padre della bomba atomica”,
in Oppenheimer di
Christopher Nolan.
L’attore, che ha ammesso di essere
“sopraffatto“, ha ringraziato l’Academy, Nolan e la
produttrice esecutiva Emma Thomas. “È
stato il viaggio più selvaggio, esilarante e creativamente
soddisfacente in cui mi avete portato negli ultimi 20 anni, vi devo
più di quanto possa dire“, ha detto.
“Grazie mille [a] tutti
i membri della troupe e del cast di ‘Oppenheimer’, mi avete portato
avanti. A tutti i miei colleghi nominati, sono sempre in soggezione
nei vostri confronti. Davvero“.
L’attore si è poi soffermato per un
momento personale ringraziando: “I miei due ragazzi che
sono seduti lassù, vi voglio tanto bene e sono un irlandese molto
orgoglioso di essere qui stasera“.
Passando alla serietà, Cillian Murphy ha poi dedicato il suo momento
sul palco a coloro che lottano per la pace. “Abbiamo
fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica e, nel bene
o nel male, viviamo tutti nel mondo di Oppenheimer, quindi vorrei
dedicare questo film ai costruttori di pace di tutto il
mondo“.
Cillian Murphy, alla sua prima nomination e
vittoria agli Oscar, si è portato a casa l’ambito premio dopo aver
già vinto un Golden Globe, uno Screen Actors Guild Awards e un
British Academy of Film and Television Arts Awards per la sua
interpretazione nel thriller bellico di Nolan. Il film è incentrato
sulla figura di Oppenheimer,
alle prese con la necessità di creare un’arma atomica per
contrastare la minaccia tedesca nella Seconda Guerra Mondiale e con
gli effetti del ritrovamento di un’arma così pericolosa.
Christopher Nolan è ufficialmente un vincitore
di Oscar. Dopo otto
nomination in due decenni, il regista ha portato a casa il primo
Oscar della sua carriera, per la regia di Oppenheimer.
Poco dopo, ha vinto un secondo Oscar: Oppenheimer
è stato nominato miglior film. In passato è stato nominato per
Memento del 2000 (sceneggiatura),
Inception del 2010 (miglior film, sceneggiatura) e
Dunkirk del 2017 (miglior film, regia).
“All’Academy – i film
hanno poco più di 100 anni“, ha detto Christopher Nolan durante il suo primo
discorso di accettazione della serata. “Non sappiamo
dove andrà a finire questo incredibile viaggio. Ma sapere che voi
pensate che io ne sia una parte significativa significa molto per
me“.
Nella corsa alla regia di
quest’anno, Christopher Nolan è stato nominato
contro Justine Triet (“Anatomia di una caduta”),
Martin Scorsese (“Killers of the Flower Moon”), Yorgos
Lanthimos (“Poor Things”) e Jonathan Glazer (“The
Zone of Interest”). Nonostante la folta concorrenza, Christopher Nolan è stato il favorito per la
vittoria perché è stato premiato in quasi tutte le cerimonie
precedenti, compresi i DGA Awards e i Golden Globes.
Dal palco ha ringraziato una lista
di nomi, tra cui sua moglie (“l’incredibile Emma Thomas,
produttrice di tutti i nostri film e di tutti i nostri figli”), il
suo cast (“Matt Damon, Robert [Downey Jr.], Emily [Blunt], Florence
[Pugh]… tanti altri, tutti al top, guidati dall’incredibile Cillian
Murphy”) e il capo della Universal Pictures Donna Langley (“per
aver visto il potenziale in questo film”). “Grazie a coloro
che hanno creduto in me per tutta la mia carriera“, ha
concluso.
Ecco il suo ringraziamento:
Nolan ha anche scritto e prodotto
Oppenheimer,
un’epopea storica di tre ore sulla creazione della bomba atomica
durante la Seconda Guerra Mondiale. La storia segue la carriera di
J. Robert Oppenheimer (Cillian
Murphy), dai suoi sforzi a Los Alamos per costruire le armi di
distruzione di massa che hanno posto fine alla guerra fino alla sua
caduta in disgrazia durante un’udienza per l’autorizzazione di
sicurezza.
Oppenheimer
è diventato un fenomeno al botteghino con 957 milioni di dollari a
livello globale, posizionandosi come terzo film più grande del
2023. Ha ottenuto 13 nomination agli Oscar (tra cui quella per il
miglior film), il maggior numero di film alla cerimonia di
quest’anno. Ha ricevuto anche nomination per il miglior attore
(Murphy), attore non protagonista (Robert Downey Jr.), attrice non
protagonista (Emily Blunt) e sceneggiatura adattata. In totale ha
portato a casa sette premi ed è diventato il film con il maggior
incasso a vincere il premio per il miglior film in più di due
decenni.
Seconda vittoria all’Oscar in sette
anni, Emma Stone ha portato a casa il premio come
migliore attrice per Povere
Creature.
“Il mio vestito è
rotto. Penso che sia successo durante
‘I’m Just Ken’, ha detto Emma Stoneritirando il
premio.“L’altra notte, ero nel panico,
come puoi vedere, succede spesso – che forse qualcosa del genere
potrebbe accadere e Yorgos [Lanthimos] mi ha detto, per favore,
tirati fuori da questa situazione“, ha aggiunto
Stone. “E aveva ragione, perché non si tratta di
me. Si tratta di una squadra che si è unita per creare
qualcosa di più grande della somma delle sue
parti”.
Dopo aver ringraziato tutti i
membri del cast e della troupe di Povere
Creature, la Stone ha scelto il suo regista, Yorgos
Lanthimos, dicendo: “Grazie per il dono di una
vita a Bella Baxter”.
La Stone aveva già vinto l’Oscar come attrice
protagonista per “La La Land” nel
2017. Ha anche ricevuto nomination agli Oscar nella categoria
attrice non protagonista per “Birdman” e “La
Favorita”, la sua prima collaborazione con Lanthimos. In totale,
Stone ha ricevuto cinque nomination agli
Oscar, quattro nella categoria recitazione e una come miglior film
come produttore in Povere
Creature.
La Stone interpreta Povere
Creature nei panni di Bella Baxter, una donna incinta
in difficoltà che si suicida e viene riportata in vita con il
cervello del suo feto non ancora nato. Nei panni di Bella, la
Stone imita le fasi della crescita, dallo
stadio più primitivo alla piena età adulta. Ha anche portato a casa
i premi come migliore attrice ai Golden Globes di
quest’anno nella categoria musical o commedia, ai BAFTA e
ai Critics Choice Awards.
Robert Downey
Jr.ha vinto l’Oscar come
miglior attore non protagonista per il suo lavoro inOppenheimerdi
Christopher Nolan. La serata ha completato la
stagione dei premi per la star, con la sua vittoria
agli Oscar che
si è aggiunta alle precedenti vittorie come attore non protagonista
ai Golden Globe, ai Critic’s Choice Awards, ai
SAG Awards e ai BAFTA Film Awards.
“Vorrei ringraziare la mia
terribile infanzia e l’Accademia – in quest’ordine“,
ha scherzato Robert Downey Jr. all’inizio del suo
discorso, prima di lanciare un’altra battuta. “Vorrei
ringraziare il mio veterinario, volevo dire la moglie, Susan
Downey. Mi ha trovato un animale domestico ringhiante e tu mi
hai riportato in vita. Questo è il motivo per cui sono
qui.“
“Ecco il mio piccolo
segreto. Avevo bisogno di questo lavoro più di quanto lui
avesse bisogno di me. Chris lo sapeva. Emma si è
assicurata di circondarmi con uno dei più grandi cast e troupe di
tutti i tempi: Emily, Cillian. Era fantastico. E per
questo sono qui davanti a voi come un uomo migliore”, ha continuato
Downey. “Ciò che facciamo è significativo e le cose che
decidiamo di realizzare sono importanti.”
“Il mio avvocato
dell’intrattenimento Tom Hanson, di 40 anni, la metà dei quali ha
trascorso cercando di assicurarmi e salvandomi dal caos – grazie,
fratello“, ha detto Downey, concludendo il suo tempo
sul palco. Durante il suo discorso l’attore ha anche
ringraziato il suo stilista, pubblicista e manager.
Robert Downey Jr. ha dominato gli spettacoli
di premiazione di questa stagione con i suoi carismatici discorsi
di accettazione. Ai Critics Choice Awards, ha deciso di leggere
direttamente le recensioni ottenute nel corso degli anni e che non
erano esattamente gentili con lui.
“Stavo pensando
stamattina: adoro i critici“, ha detto Downey con
sarcasmo. “Mi hanno dato un feedback così bello,
davvero tanti momenti meravigliosi, e alcuni di essi sono così
poetici, voglio solo condividere alcuni dei loro pensieri con voi
nel corso degli anni.”
“Il primo è una specie di
haiku: ‘Sciatto, disordinato e pigro‘”, ha
continuato, “Il successivo è più metaforico: ‘Come
Pee-wee Herman che emerge da un coma.’ Questo veniva da un
inglese: “Uno sconcertante spreco di talento”. E infine, e
questo indugiava: ‘Divertente come una scoreggia chiusa a
letto.’”
Il segmento In
Memoriam degli Academy Awards (Oscar) è sempre uno
dei momenti più emozionanti dello spettacolo. Quest’anno non ha
fatto eccezione, poiché la 96esima edizione degli
Oscar celebra
gli artisti, i registi e i talenti artigiani morti l’anno
scorso. Il segmento In Memoriam è iniziato
con il ricordo di Alexei Navalny, il prigioniero politico
morto il 16 febbraio e protagonista del documentario vincitore
dello scorso anno “Navalny”.
Il contributo è stato trasmesso con
una performance dal vivo del nostro Andrea Boccelli e suo figlio,
Matteo, cantavano “Time to Say Goodbye“.Ogni
anno, l’Accademia esclude alcuni nomi amati dal montaggio,
provocando la rabbia di alcuni spettatori. Sebbene sul sito
Oscars.org sia presentato un elenco molto più lungo, l’indignazione
per chi appare sullo schermo fa parte della tradizione di guardare
gli Oscar.
Quest’anno diversi amati artisti e
registi non hanno partecipato al segmento principale, tra cui
Treat Williams,Angus
Cloud, Lance Reddick, Norman Lear, Burt
Young, Lance Reddick, Ron Cephas Jones, Suzanne Somers e Terence
Davies. Ad eccezione di Cloud, i loro nomi sono stati
mostrati in una breve diapositiva collettiva alla fine del
segmento.
Tra i talenti riconosciuti durante il
segmento c’erano gli attori Ryan O’Neal, Tom Wilkinson,
Jane Birkin, Richard Roundtree, Glenda Jackson e Carl
Weathers. Sono stati ricordati anche i registi
William Friedkin e Norman
Jewison.Sebbene fossero conosciuti più per la
loro carriera televisiva, sullo schermo sono stati inclusi anche
star del piccolo schermo come
Matthew Perry e Andre Braugher. Erano inclusi anche
Tina Turner, Robbie Robertson e Ryuichi
Sakamoto.Nel 2023, Anne
Heche e Charlbi Deanerano tra le persone che non
venivano menzionate sullo schermo. Di seguito
l’esibizione:
Un vero e proprio tripudio quello
riservato a Ryan Gosling, protagonista di una degli
intermezzi più apprezzati nella notte degli Oscar 2024. L’attore che era candidato come
miglior attore non protagonista si è esibito sul palco e non solo
con la canzone di BarbieI’m Just Ken. Il film prodotto da Margot Robbie e diretto da Greta
Gerwing esce sconfitto dalla mattanza Oppenheimer
che si aggiudica ben sette statuette (ecco
tutti i vincitori).
Vincitore morale dunque è stata la
performance di Ryan Gosling che ha letteralmente fatto
cantare tutto il teatro di Los Angeles (provocando anche la rottura
del vestito di Emma Stone, come lei stessa ammette prima di
ritirare la statuetta come miglior protagonista femminile) nella
notte delle stelle. Ma il suo film in ogni caso si è aggiudicata la
statuetta per la miglior canzone originale di Billie Eilish.
Prima dell’esibizione, Simu Liu,
co-protagonista di Barbie,
ha chiesto al pubblico degli Oscar di accendere le luci dei loro
telefoni e di cantare insieme alla performance di Gosling. Ryan Gosling, illuminato da luci viola e con
un abito rosa scintillante e guanti rosa, ha iniziato a cantare
“I’m Just Ken” tra il pubblico seduto dietro Margot Robbie, che non ha potuto fare a meno
di ridere. Poi si è diretto verso il palco, dove è stato raggiunto
da Mark Ronson alla chitarra e da una manciata di
ballerini di supporto. Anche Slash è apparso sul palco,
contribuendo con la chitarra alla canzone.
Con Gosling sul palco c’erano anche i suoi colleghi attori di
Ken, Simu Liu, Scott Evans, Ncuti Gatwa e Kingsley
Ben-Adir. A un certo punto, Ryan Gosling si è fatto strada tra il pubblico
e ha teso il microfono ai suoi collaboratori di “Barbie”,
Greta
Gerwig, Robbie e America Ferrera, che cantavano insieme a lui.
Ha anche chiesto alla sua co-star di “La La Land“,
Emma Stone, di cantare insieme a lui.
Nelle settimane precedenti agli
Oscar, c’è stato il mistero sul fatto se Ryan Gosling sarebbe salito o meno sul palco
per eseguire “I’m Just Ken” dal vivo. Ha scelto di non
cantare la canzone “City of Stars” di “La La Land” agli
Oscar 2017, dove il suo co-protagonista John
Legend ha invece eseguito il singolo. Gosling ha
confermato la sua partecipazione agli Oscar solo poche settimane
prima della cerimonia.
Di seguito l’incredibile e divertente performance di Ryan Gosling
Sono stati annunciati i vincitori
del 96° Academy Awards, gli Oscar
2024 che hanno visto trionfare il meglio del cinema
mondiale. Oppenheimer
ha effettivamente portato a casa la maggior parte delle statuette,
tra cui Film, Regia e attori protagonista e non, per un totale di
ben otto statuette sulle tredici nomination.
Di contro, torna a casa a bocca
asciutta Scorsese, con il suo splendido Killers of the
Flower Moon, mentre una sola statuetta per
Barbie, per la migliore canzone ‘What I Was
Made For?’ andata a Billie Eilish, che
diventa così la persona più giovane della storia a vincere due
premi Oscar. Con un colpo a sorpresa,
Emma Stone fa doppietta e porta il quarto Oscar a
Povere
Creature!.
American Fiction,
The Holdovers – lezioni di vita e Anatomia di una caduta hanno portato a casa
tutti un premio, così come, a sorpresa, Godzilla Minus
One, che ha conquistato l’Oscar per i migliori effetti
visivi, nonostante sia quasi un film indipendente in fatto di
budget rispetto agli altri nominati di categoria. La
Zona di Interesse, amatissimo dagli Academy, ha
portato a casa ben due premi Oscar.
Parte la serata più attesa di
Hollywood, quella degli Oscar 2024, e si comincia dal red carpet.
Nominati, presentatori, ospiti e accompagnatori stanno già calcando
il lunghissimo tappeto rosso che li porterà fino alla sala del
Dolby Theatre. Ecco le immagini dal red carpet degli Oscar
2024:
Spin-off dell’omonimo
film con
Matthew McConaughey, The gentlemen è
una nuova miniserie targata Netflix ideata dallo stesso Guy
Richie, regista della precedente versione cinematografica.
La serie, formata da una sola stagione da otto episodi, ognuno da
circa 50 minuti l’uno, vede Theo James, attore
noto per il ruolo di Quattro/Tobias nella serie Divergent, nei
panni del protagonista.
Edward Horniman, secondo genito del
duca di Halstead, viene richiamato dalla sua attività di soldato
per l’imminente morte del padre. Dopo il decesso del vecchio duca,
il testamento mostra delle strane sorprese per Edward: è lui ad
ereditare il titolo nobiliare e tutti i possedimenti, a scapito del
fratello maggiore Freddie. Ma il titolo di duca sembra presto
rivelarsi un onere più che un onore. Edward viene a conoscenza dei
traffichi sommersi che garantivano al padre una tale ricchezza: un
imponente produzione e vendita di marjuana, gestita dalla temuta
famiglia Glass. Con il boss Bobby Glass in prigione, è la figlia
maggiore Susan a gestire gli affari. Ha così inizio la
collaborazione tra Edward e Susan, prima per risolvere i tanti
problemi causati da Freddie, e poi per far prosperare e ingrandire
la loro “impresa”.
Tanti saranno gli ostacoli che si
porranno nella loro strada, tra cui il misterioso Signor Johnston,
interessato a comprare la tenuta degli Horniman a qualunque prezzo
per via della sua bellezza, o forse per il tesoro che si trova al
di sotto?
Credits: Christopher Rafael/Netflix
Edward il duca boss di
Halstead
Il personaggio su cui si concentra
maggiormente l’attenzione durante la narrazione in The
gentlemen è senza alcun dubbio Edward. Il pubblico vede
passare questo protagonista dall’essere un outsider nella propria
famiglia nobiliare, avendo intrapreso la carriera militare, fino a
diventare la figura di spicco come nuovo duca. Da questo momento in
poi, Edward inizia a trasformarsi sempre più in un gangster senza
alcuno scrupolo, con l’unico scopo di mantenere la propria famiglia
al sicuro. Questa sua poliedricità sembra essere l’elemento che
rende Edward un soggetto utile e interessante agni occhi di Susan:
un ricco duca che non ha paura di sporcarsi le mani.
Per quanto Edward cerchi fino
all’ultimo di reprimere la propria parte oscura, negando di voler
continuare a lavorare con i Glass, non può ignorare i suoi impulsi
e desideri.
The gentlemen: una relazione
mancata
Dal primo incontro tra Susan e
Edward sembra essere chiaro dove si arriverà seguendo i classici
cliché amati dal pubblico: l’amore tra i due. Con lo scorrere della
narrazione diviene subito chiaro come il rapporto tra i due non
sembri essere più solamente lavorativo ma anche solo d’amicizia. Un
ulteriore passaggio per arrivare a una relazione sarebbe stato
molto immediato, attirando magari maggiormente un grande pubblico
ma sfociando anche in una certa banalità. Guy
Richie è riuscito a non perdere di vista il punto della
storia, limitandosi a sottolineare le affinità tra Edward e Susan,
senza farle sfociare in nulla di effettivo.
Freddie: la pecora nera della
famiglia
L’elemento che sembra portare
maggiore comicità in The gentlemen è sicuramente
il personaggio di Freddie, fratello maggiore di Edward. Questo nel
primo episodio viene presentato come un figlio avido, reso folle
dall’ingiustizia di non essere l’erede designato dal padre,
nonostante avesse un maggiore diritto di successione come primo
genito. Si rendono ben presto chiari i motivi che hanno portato il
padre a lasciare tutto a Edward: Freddie è una persona impulsiva,
con una terribile tendenza al gioco e con debiti per ben otto
milioni di sterline.
Dopo che Edward riesce a risolvere
il problema dei suoi debiti, Freddie non esita a crearne altri,
finché sia il duca che Susan non lo mettono definitivamente da
parte. A questo punto, vediamo Freddie vagare per la tenuta e i
laboratori, insieme a Jimmy, collaboratore di Susan, o solo; ciò
che sembra mancargli è uno scopo nella vita, viene pervaso da una
sorta di perenne insoddisfazione. Questo stato sembra risolversi
nel finale, quando Freddie è intenzionato a sacrificarsi per la sua
famiglia.
In un perenne alternarsi di saloni
di alta società e covi di gangster, The gentlemen
sembra essere tutt’altro che scontata come serie. Nonostante le
numerose scene di azione, si mantiene limitata la visione di
sangue, rendendo The gentleman fruibile anche per un pubblico più
sensibile, e, grazie anche ai momenti più comici, intrattiene il
pubblico al meglio!
In Una devota damigella accetta di
sposare un affascinante principe, per poi scoprire che la famiglia
reale vuole offrirla in sacrificio per ripagare un vecchio debito.
Intrappolata in una caverna con un drago sputafuoco, dovrà
utilizzare astuzia e caparbietà per sopravvivere.
La star dell’ultima avventura
d’azione di Netflix
potrebbe essere una damigella, ma non è una persona in
pericolo. Bene, nonostante il personaggio del titolo
sia intrappolato in una prigione sacrificale che ospita un drago
assetato di sangue, il che sarebbe un po’ angosciante per chiunque
( anche se non è ancora così inquietante come Netflix che
aumenta di nuovo i prezzi).
Damsel di
Netflix offre una nuova svolta agli archetipi delle fiabe,
mostrando come una giovane aspirante principessa è costretta a
combattere e sopravvivere quando viene presentata come un
sacrificio, un sacrificio involontario da parte di una regina
spietata e spietata. Tutta sola in una grotta buia e desolata,
Elodie (Millie
Bobby Brown) dovrà usare ogni grammo di grinta e
determinazione a sua disposizione per uccidere il drago e tornare a
casa. Damsel
è guidato da un cast davvero incantevole, con la star di Damsel che
è anche la protagonista di alcuni dei più grandi successi di
Netflix.
Sono finalmente iniziate le riprese
di Superman,
il reboot dell’Uomo d’Acciaio diretto da James Gunn che vedrà David Corenswet prendere il posto di Henry Cavill come nuova versione più giovane
dell’eroe che, a quanto pare, sarà anche più in linea con i
fumetti. Sappiamo poi che Nicholas Hoult ha ottenuto il ruolo di
Lex Luthor in un film che, per
il momento, presenta molti più eroi che cattivi. Questo spinge a
pensare che potrebbe e dovrebbe esserci almeno un alleato su cui
Luthor possa contare. Nell’attesa di scoprire se ciò verrà
confermato e chi potrebbe schierarsi accanto al celebre antagonista
di Superman, ecco qui di seguito 7 possibili villain da affiancare
a Luthor.
Metallo
Un cattivo di Superman che utilizza
il potere della kryptonite. John Corben, questo il
suo vero nome, ha infatti ricevuto un cuore ricavato dai resti
mortali del pianeta natale dell’Uomo d’Acciaio per salvarsi la vita
dopo essere stato ferito mortalmente. Metallo ha
poi sempre utilizzato sia questo cuore che i potenziamenti
cibernetici per affrontare Superman quando si sono scontrati. Pur
essendo un personaggio a cui non è ancora stata data la possibilità
di brillare su un grande palcoscenico – il più delle volte è stato
usato solo come scagnozzo – il cattivo è incredibilmente potente ed
è uno dei pochi in grado di spingere Superman al suo limite. Gunn
potrebbe facilmente dare una nuova veste a Metallo, ritraendolo in
un modo molto più interessante rispetto al passato, ma se è
destinato a essere poco più di uno scagnozzo, sarebbe una buona
fonte di muscoli per Lex.
Mongul
Il suo nome potrebbe non
essere così riconoscibile come quello di altri cattivi qui
elencati, ma Mongul è una minaccia importante sia
per Superman che per l’intero DCU. Esiliato dal pianeta che ha conquistato, il
cattivo ha poi puntato gli occhi sulla Terra e questo lo ha portato
a scontrarsi con l’Uomo d’Acciaio. Sfortunatamente per Superman,
Mongul è potente quanto lui, per non dire astuto e spietato. Questo
è diventato evidente quando ha distrutto Coast City (la casa di Hal
Jordan/Lanterna Verde), e di conseguenza si distingue come il
cattivo forse più sadico. Se Gunn vuole mettere l’Uomo del Domani
di fronte ad una seria minaccia, allora chi meglio di un grande
cattivo che una volta ha tentato di distruggere il sole? Sarebbe un
bel cambio di passo rispetto ad alcuni dei nomi più
riconoscibili.
Cyborg Superman
In seguito alla morte
apparente di Superman, sono arrivati quattro sosia, che sostenevano
di essere tutti veri. Tuttavia, l’impostore che riuscì a ingannare
tutti fu Cyborg Superman. Segretamente lo
squilibrato Hank Henshaw, era stato trasformato
anni prima durante un volo spaziale andato storto e incolpava
l’Uomo d’Acciaio dei propri errori, motivo per cui tentava di
sostituirlo. In seguito è stato rivelato che il Cyborg aveva ideato
il devastante attacco di Mongul a Coast City, il che lo rende un
candidato solido per un ruolo da cattivo secondario. Come molti
personaggi della DC Comics, è stato reinventato negli ultimi anni e
queste idee potrebbero entrare in gioco anche nel DCU.
Bizarro
Mettendo da parte la
bizzarra storia delle origini del personaggio, questo clone di
Superman che parla per opposti è stato un grosso problema per
l’Uomo d’Acciaio per decenni. Ritratto sia come ferocemente
intelligente che come esilarantemente stupido, qualsiasi versione
di Bizarro è una minaccia per Superman perché
ovviamente condividono gli stessi poteri, solo di natura opposta.
Bizarro, ad esempio, ha vista congelante invece di quella termica.
È inoltre in grado di causare distruzioni di massa. Questo è uno di
quei cattivi apparentemente sciocchi ma potenzialmente letali dei
fumetti con cui Gunn potrebbe fare qualcosa di veramente
memorabile. Bizarro ha probabilmente più senso di Cyborg Superman
perché, nel DCU, potrebbe essere un “Superman” che Luthor ha
cercato di creare con il DNA di Kal-El, scatenando inavvertitamente
un mostro.
Parasite
La premessa di base di
Parasite è sempre la stessa: viene esposto a
strani materiali radioattivi e finisce per diventare un mostro
vampirico. Per vivere ha bisogno di nutrirsi di energia e, dato che
è in grado di drenare l’energia vitale dagli altri, ciò rende
ovviamente Superman il bersaglio perfetto per permettere a Parasite
di continuare a vivere. Oltre a essere una pericolosa minaccia
fisica, il tocco del Parassita significa anche che succhia i
ricordi delle sue vittime, quindi è uno dei pochi cattivi ad aver
appreso l’identità segreta di Superman. Questo cattivo è stato
mostrato in televisione in più di un’occasione, ma mai nella sua
versione più mostruosa. Con un budget adeguato e una nuova
interpretazione da parte di Gunn, Parasite potrebbe presto
classificarsi tra i più grandi nemici dell’iconico supereroe e,
come minimo, essere un divertente cattivo secondario manipolato per
eseguire gli ordini di Lex.
Giocattolaio
Sebbene sia stato
inizialmente introdotto come personaggio comico (cosa che gli è
rimasta impressa per anni), Giocattolaio ha poi
dimostrato di essere uno dei nemici più letali di Superman. Certo,
può passare il tempo a costruire giocattoli più omicidi che
coccolosi, ma egli ha anche messo insieme vasti costrutti meccanici
con un tipo di potenza che ha finito per mettere a dura prova
persino la resistenza dell’Uomo d’Acciaio. Completamente
squilibrato, Winslow Schott ha anche creato una serie di sosia
robotici e una volta ha ucciso la madre di Supergirl. Sappiamo che
Gunn ama scegliere personaggi piuttosto oscuri dai fumetti e
portarli sullo schermo, ma Giocattolaio sarebbe una sfida notevole
da portare avanti.
Brainiac
Sebbene
Brainiac abbia attaccato gli eroi della Terra
talmente tanto da essere considerato un cattivo della Justice
League al suo completo, la sua storia con Superman risale
addirittura a Krypton. Uno degli esseri più intelligenti
dell’universo, questo cattivo quasi indistruttibile raccoglie le
città dai pianeti che distrugge e poi le rimpicciolisce per tenerle
sulla sua nave. Nel corso degli anni, Superman ha dovuto impedire a
Brainiac di fare lo stesso con Metropolis. I fan desiderano
ardentemente vedere Brainiac sullo schermo e i fumetti ci hanno
dimostrato che ci sono innumerevoli modi per farlo. Difficile
pensare ad un villain migliore per spingere Superman ai suoi limiti
e permettere all’Uomo del Domani di sentirsi il più grande eroe del
mondo quando alla fine salverà la situazione.
Questa sera si terrà a Los
Angeles come ogni anno la Oscar 2024 e
come ogni anno l’attesa è tanta. In attesa dell’inizio della nostra
live streaming sulle previsioni dei vincitori vi segnaliamo
dove poter guardare la notte degli Oscar 2024 in streaming
e in tv.
Quest’anno a differenza degli ultimi
decenni la notte degli Oscar 2024 sarà
un’esclusiva RAI. Dopo decenni di dominio e
trasmissione SKY, per la prima volta sarà
trasmessa in esclusiva da RAI, la tv pubblica italiana.
Da Roma, dallo studio 3 di via
Teulada, Alberto Matano seguirà e commenterà la diretta dal Dolby
Theatre di Los Angeles insieme a Stefania Sandrelli,
Gabriele Muccino,
Claudia Gerini,
Ambra Angiolini,
Claudio Santamaria, Antonio Monda e Paola Jacobbi.
Collegato dal Tappeto Rosso degli Academy
Awards, invece, l’inviato del TG1 Paolo Sommaruga
racconterà al pubblico italiano la magia della serata intervistando
le star internazionali presenti.
Dove guardare la notte
degli Oscar 2024 in tv
La cerimonia di premiazione della
96esima edizione, condotta quest’anno, per la quarta volta, dal
popolare presentatore e comico Jimmy Kimmel sarà
trasmessa domenica 10 marzo su Rai 1 a partire dalle 23.30.
Dove guardare la notte
degli Oscar 2024 in streaming
La notte degli Oscar 2024 in
streaming sarà disponibile su Raiplay.
Notte degli Oscar 2024, chi sono i
candidati?
Trai più accreditati per il
miglior film c’è il film di Christopher Nolan, Oppenheimer
che è anche il film candidato a vincere in altre categorie come
miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior
fotografia, sonoro e miglior montaggio. E’ anche uno dei titolo con
più
nomination.
Per quanto riguarda la categoria che
più ci interessa a noi, miglior film internazionale ovviamente il
nostro tifo è per
Matteo Garrone e il suo “Io Capitano”
che concorre per una categoria che è ricca di film di successo,
trai quali:
La società delle neve, Perfect Days,
La sala Professori e il papabile vincitore secondo gli addetti
ai lavoro La Zona d’interesse.
Il film più visto al cinema in
Italia nel 2023 con oltre 5,3 milioni di spettatori, C’è
ancora domani, arriverà in prima TV
su Sky Cinema a Pasqua, domenica 31 marzo
alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle
21.45 anche su Sky Cinema Due) in streaming su NOW e
disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile
on demand anche in 4K.
C’è
ancora domani (recensione)
è un film entrato direttamente nella storia del cinema italiano,
uno straordinario successo di pubblico e critica a partire dal
successo al botteghino: un incasso di oltre 36 milioni di euro, 9°
posto della top ten box office Italia di tutti i tempi e 5° tra le
produzioni nazionali. Presentato in concorso alla Festa del
Cinema di Roma 2023, ha ottenuto Menzione
speciale miglior opera prima, Premio speciale
della giuria e Premio del pubblico. È
stato inoltre premiato come Film dell’anno ai
Nastri d’argento 2024.
Il film C’è
ancora domani è una produzione
Wildside, società del gruppo Fremantle e
Vision Distribution, società del gruppo Sky,
prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa. Soggetto e
sceneggiatura sono di Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi.
La protagonista, Delia, è
interpretata da Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea è Ivano, suo marito, e
Romana Maggiora Vergano è Marcella, loro figlia,
Giorgio Colangeli è il Sor Ottorino; Emanuela
Fanelli infine interpreta la parte di Marisa, l’amica di Delia
mentre Vinicio Marchioni è Nino.
La trama di C’è ancora
domani
Delia (Paola
Cortellesi) è la moglie di Ivano, la madre di tre
figli. Moglie, madre. Questi sono i ruoli che la definiscono e
questo le basta. Siamo nella seconda metà degli anni 40 e questa
famiglia qualunque vive in una Roma divisa tra la spinta positiva
della liberazione e le miserie della guerra da poco alle
spalle.
Ivano (Valerio
Mastandrea) è capo supremo e padrone della famiglia,
lavora duro per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione
di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente
con la cinghia. Ha rispetto solo per quella canaglia di suo padre,
il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e
dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante.
L’unico sollievo di Delia è l’amica
Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza
e qualche intima confidenza. È primavera e tutta la famiglia è in
fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita
Marcella (Romana Maggiora Vergano), che, dal canto suo, spera solo
di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio
(Francesco Centorame), e liberarsi finalmente di quella famiglia
imbarazzante. Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le
è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui
aspiri. L’arrivo di una lettera misteriosa però, le accenderà il
coraggio per rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro
migliore, non solo per lei.
L’opera prima di Paola Cortellesi, anche protagonista, è un
film emozionante, vero, che nel solco del nostro neorealismo
racconta le imprese straordinarie delle tante donne qualunque che
hanno costruito, ignare, il nostro Paese.
Ormai sono circolate in lungo e in
largo tra i fan di Star
Wars voci sulla trama
del prossimo ritorno di Daisy Ridley nella Galassia Molto, Molto
Lontana, che la vedrà riprendere il ruolo di Rey 15 anni dopo
la fine de L’Ascesa di Skywalker. Per quanto dettagliate
possano essere queste voci, sembra che si tratti solo di questo.
Voci.
Durante una conversazione al SXSW
per promuovere il suo nuovo film Magpie, a Daisy Ridley è stato chiesto da
Steve Weintraub di
Collider se fosse vero che il suo nuovo film si sarebbe
chiamato New
Jedi Order, e Ridley ha risposto: “Non lo so!
Voglio dire, credo di sì. Dall’annuncio, non credo che sia
cambiato“. E mentre sappiamo che sa cosa aspettarsi
in termini di trama, ha aggiunto che deve ancora leggere la
sceneggiatura, dicendo: “So che c’è una sceneggiatura e
la leggerò a breve, il che è molto eccitante“.
La sua eccitazione fa eco ai
sentimenti simili della regista Sharmeen
Obaid-Chinoy, che all’inizio di quest’anno ha dichiarato
alla CNN: “Sono molto entusiasta del progetto perché
penso che quello che stiamo per creare sia qualcosa di molto
speciale“. L’entusiasmo per il progetto è aumentato
da quando è stato annunciato alla Star
Wars Celebration Europe la
scorsa primavera: quando potremo vederlo esattamente?
Quando inizieranno le riprese del
film di Star Wars con Daisy Ridley?
Anche se al momento non c’è una
data di uscita del film, Daisy Ridley ha detto a Weintraub che
spera di passare davanti alla macchina da presa nei panni
dell’iconica Jedi il prima possibile. Alla domanda se fosse vero
che il film dovrebbe essere girato quest’anno, la Ridley ha
risposto:
“Penso che potrebbe
essere quest’anno. Potrebbe essere, ma non ne sono sicura. Ad
essere onesti, lo sciopero degli sceneggiatori ha ovviamente
ritardato molte cose. Quindi l’intenzione era quella di farlo più
avanti nel corso dell’anno. Speriamo che sia così. Altrimenti,
immagino all’inizio del prossimo“.
Al momento non esiste una data di
uscita per il prossimo film di Daisy Ridley su Star
Wars. Magpie è attualmente in
proiezione al SXSW.
Dune: Parte Due
adatta la seconda metà dell’iconico romanzo Dune di
Frank Herbert. Nel romanzo, come nel film, ci sono
sei schieramenti principali, tra casate e fazioni politiche da
conoscere, in modo tale da avere un quadro più chiaro delle forze
in campo. L’universo di Dune è molto vasto, ecco perché può essere
difficile individuare tutte le principali case e fazioni che
svolgono un ruolo nella storia.
Con Dune: Parte
due, diventa particolarmente importante comprendere
come ciascuna di queste fazioni e casate si inserisce
nell’intricato mondo stratificato in cui è ambientata la storia.
Ecco di seguito una breve guida alle casate e le fazioni di
Dune.
Casa Atreides – Pianeta natale:
Caladan
La Casata Atreides
costituisce il fulcro della storia di Dune e, sebbene questa
potente casata sia stata quasi distrutta dalla Casata Harkonnen e
dai Sardaukar in Dune, Paul Atreides sopravvive al genocidio ed è
pronto a riportare la sua casata alla gloria in Dune: Parte Due. La
Casata Atreides proviene originariamente dal pianeta Caladan, che è
rigoglioso e noto per la sua mancanza di inquinamento industriale.
La Casata è ampiamente amata dal popolo di Caladan e dalla maggior
parte delle persone nel suo feudo planetario. Gli Atreides
affermano di discendere dai Greci dell’antica Terra, suggerendo
anche che siano imparentati con diversi membri importanti
dell’antica mitologia greca.
La Casa Atreides è stata potente per
generazioni prima degli eventi di Dune, e Leto Atreides I l’ha
trasformata in una delle casate più rispettate e influenti
dell’Impero Padishah. Il loro successo e la crescente influenza
fecero sì che l’Imperatore Shaddam nutrisse odio verso la Casata,
che divenne ai suoi occhi una rivale. Questo è il motivo per cui
l’Imperatore entrò in combutta con la Casata Harkonnen e la aiutò a
sterminare gli Atreides su Arrakis (vicenda che viene raccontata in
Dune). In Dune: Parte Due, spetta a Paul e ai suoi alleati Fremen
vendicare Leto e riportare gli Atreides alla ribalta.
La Casa Harkonnen proviene dal
pianeta fortemente industrializzato di Giedi Prime ed è l’antica
rivale della Casa Atreides. Si pensa che gli Harkonnen discendano
dal paese della Finlandia sull’antica Terra, e trascorsero molti
anni come casata minore fino alla loro ascesa sotto il padre del
barone Vladimir Harkonnen. Gli Harkonnen stabilirono un’efficace
forma di governo basata sulla paura, arricchendosi attraverso
tattiche economiche brutali che ignorano gli standard etici
comunemente accettati.
Anche il Barone Vladimir della Casa
Harkonnen ha un collegamento interessante con la Casa Atreides. La
Casa Harkonnen governava il pianeta di Arrakis con un pugno di
ferro prima di unirsi al complotto dell’Imperatore per distruggere
la Casa Atreides e, dopo averlo messo in pratica, Gli Harkonnens
tornano a controllare l’importantissimo pianeta ricco di spezie. La
posizione della Casa Harkonnen su Arrakis la rende estremamente
potente a causa dell’importanza delle spezie, e il Barone progetta
addirittura di usurpare l’Imperatore Padishah e stabilire la
propria dinastia.
Casa Corrino – Pianeti natale:
Kaitain, Salusa Secundus
La Casa Corrino è la
famiglia regnante e governa l’Impero da un millennio al tempo degli
eventi nel primo romanzo di Dune di Herbert. La Casa Corrino
divenne capo dell’Impero dopo la Battaglia di Corrin e stabilì una
residenza imperiale sul pianeta Kaitain. Il loro pianeta natale
originale è Salusa Secundus, che viene trasformato in un mondo
prigione e campo di addestramento per i Sardaukar dopo il
trasferimento dei Corrino a Kaitain. I Sardaukar sono la forza
militare più formidabile dell’universo conosciuto e sono il cuore
del potere della Casata Corrino.
Si dice che sarebbe necessaria la
forza combinata di tutte le Grandi Casate del Landsraad per
sopraffare i Sardaukar, ma Paul Atreides e i Fremen hanno
decisamente creato dei problemi a queste forze di terra. L’attuale
sovrano della Casata Corrino è l’Imperatore Shaddam IV, la cui
paura e gelosia verso la Casa Atreides lo convincono a prestare i
Sardaukar alla Casa Harkonnen per spazzare via gli Atreides. La
Casata Corrino affronta la sua sfida più grande quando Paul
Atreides e i Fremen emergono dalla clandestinità e combattono per
il controllo dell’importantissimo pianeta Arrakis.
Casa Fenring – Pianeta natale:
Kaitain
La Casa Fenring è una
stretta alleata della Casa Imperiale di Corrino e, sebbene non
abbia un proprio pianeta natale, rimane prossima alla Casa
Imperiale. La Casata Fenring ha sede su Kaitain, e sfrutta i suoi
stretti legami con la Casata Corrino per fare di Kaitain la sua
base operativa. La Casata governa brevemente su Caladan dopo la
morte di Leto Atreides.
L’attuale leader della Casa Fenring
è il Conte Hasimir Fenring, che è uno stretto consigliere e amico
dell’Imperatore Shaddam IV. Hasimir e sua moglie, Lady Margot
Fenring, sono astuti manovratori politici che avrebbero dovuto
giocare un ruolo molto importante in Dune: Parte Due. Hasimir è un
abile assassino e Lady Margot è un membro importante del Bene
Gesserit, tuttavia nel film le parti con Hasimir, interpretato da
Tim Blake Nelson, non sono sopravvissute alla sala di montaggio,
mentre Lady Margot, con il volto di Léa
Seydoux, ha un breve ruolo in cui mette alla prova
Feyd-Rautha.
Il Bene Gesserit – Quartier
generale: Wallach IX
L’Ordine Bene Gesserit è
un’organizzazione di tutte le donne spie, suore, teologhe e
scienziate che utilizzano una varietà di metodi segreti per
avvicinarsi al loro obiettivo di elevare l’umanità attraverso la
creazione di un messia noto come Kwistatz Haderach. Il Bene
Gesserit utilizza un miscuglio di intrighi politici, ingegneria
genetica e ingegneria religiosa per aprire la strada al Kwisatz
Haderach. Conosciute anche come La Sorellanza, le Bene Gesserit
hanno migliaia di anni e la loro influenza sullo sviluppo
dell’umanità in tutta la galassia è profonda a un livello in cui
potrebbero facilmente plasmare parti significative della narrativa
di Dune.
Sono addestrate per massimizzare il
potenziale umano mentale e fisico, portando le persone ad avere
sensi incredibilmente acuti e diventando capaci di fare a mente
calcoli simili a quelli di un computer. L’addestramento del Bene
Gesserit rende i suoi membri qualcosa di vicino a una specie
superiore e evoluti rispetto alla razza umana. Sono in grado di
controllare la chimica del proprio corpo e di influenzare
consapevolmente i processi del corpo su cui la maggior parte delle
persone non ha alcun controllo. Le Bene Gesserit sono guidate dalla
Reverenda Madre Superiora, che ha il controllo supremo sull’ordine,
e il loro quartier generale è sul pianeta Wallach IX.
La Gilda dello Spazio – Sede:
Junction
La Gilda Spaziale è una
delle entità più potenti dell’Impero e il loro monopolio sui viaggi
spaziali e sulle banche internazionali la rende incredibilmente
potente. La Gilda Spaziale utilizza il melange di spezie per
consentire ai suoi Navigatori di vedere i percorsi attraverso le
stelle, consentendo i viaggi interstellari. Sono una parte
fondamentale dell’Impero e non sono vincolati ad alcuna casa o
ordine a causa del loro controllo sui viaggi interstellari. Tutte
le principali casate e le altre fazioni dipendono da loro, il che
lascia loro la libertà di fare quasi qualsiasi cosa.
I Navigatori della Gilda vengono
addestrati in una scuola su un pianeta chiamato Junction e la
quantità di spezie che questi Navigatori consumano alla fine li
costringe a vivere in vasche piene di vapore di melange. La Gilda
Spaziale giocherà un ruolo fondamentale in Dune: Parte Due, poiché
accetta di abbassare temporaneamente il costo dei viaggi spaziali
per aiutare l’Imperatore Shaddam IV a rafforzare il suo esercito
prima della Battaglia di Arrakis. L’unico vero punto debole della
Gilda è la sua dipendenza dalle spezie per mantenere il monopolio
sui viaggi interstellari, vero e proprio tallone d’Achille, visto
che le spezie possono essere trovate solo su Arrakis.
Dopo aver trionfato al
73° Festival di Berlino, il documentario Sull’Adamant –
Dove l’impossibile diventa possibile arriva nei cinema
italiani con un’uscita speciale, dall’11 al 13 marzo, grazie a I
Wonder. Il nuovo lavoro del documentarista francese Nicolas
Philibert è un viaggio emozionante e toccante nel cuore di
Parigi, che ci porta all’Adamant, un centro diurno unico nel suo
genere, che galleggia sulla Senna, offrendo cure e speranza a
coloro che lottano con disturbi mentali. Con uno sguardo intimo,
semplice e profondo, Philibert ci guida attraverso le vite dei
pazienti e degli operatori che animano questa struttura così
speciale.
Philibert decide di
aprire il film con delle immagini molto suggestive: la Senna che
scorre placida, sulle sue rive si staglia l’Adamant, con le sue
grandi vetrate che si affacciano sul fiume. È un inizio che cattura
subito l’attenzione dello spettatore, perché lo mette in uno stato
d’animo di placida accoglienza e lo prepara nel migliore dei modi a
quello che verrà. Il regista introduce poi i protagonisti di questa
storia: pazienti di tutte le età e provenienze sociali, uniti da un
comune disagio, ma anche dal forte desiderio di guarigione e
speranza.
Sull’Adamant – Dove
l’impossibile diventa possibile, la recensione
Quello che rende
Sull’Adamant un’opera così toccante (tanto che ha illuminato la
giuria della Berlinale), è proprio l’approccio umano, il rispetto e
la delicatezza con cui Philibert si avvicina a queste anime in
cerca di una strada e il modo in cui riesce non solo a farle aprire
e a raccontarsi, ma anche la maniera discreta e partecipata con cui
li riprende durante le loro attività, la loro gioia quotidiana. La
macchina da presa diventa braccia che accolgono, mostrando
un’empatia davvero rara e facendo della visione del film
un’esperienza preziosa.
Il blocco centrale del
film mostra come le attività che svolgono i pazienti, dai corsi di
cucito, alla pittura, alla musica, fino alla scrittura, sono non
solo attività ricreative che servono meramente a far passare le
giornate, ma diventano anche strumenti terapeutici per far
riconnettere le persone con se stessi e con il mondo che li
circonda. I pazienti trovano così il modo di esprimersi e di
ritrovare un senso di scopo e di realizzazione. Philibert cattura
magistralmente l’energia e la vitalità di questi momenti.
Oltre al racconto delle
attività, Sull’Adamant è anche un ritratto della
lotta quotidiana dell’équipe del centro che si scontra con il
disinteresse delle autorità sanitarie. Il documentario serve
infatti anche a sottolineare il valore e l’importanza di strutture
come l’Adamant, che offrono un’alternativa umana e rispettosa della
dignità personale alla sanità mentale tradizionale. Il film diventa
così un appello appassionato a proteggere e sostenere questi spazi
preziosi.
Con un valore produttivo
raffinato e un tema così importante di cui si fa carico,
Sull’Adamant è un prezioso contributo che il
cinema di documentario offre all’esperienza umana.
In Dune – Parte
Due di Denis Villeneuve, il
viaggio di Paul Atreides (Timothée
Chalamet) potrebbe essere molto semplice: costruire un
esercito e mettersi sulle tracce della Casata Harkonnen. Questo gli
permetterà di avere la sua vendetta per il modo in cui gli
Harkonnen e l’Impero hanno massacrato il Duca Leto Atreides I
(Oscar Isaac) e tanti altri reali della Casa
Atreides.
Nel corso del film, Paul Atreides si
unisce ai Fremen e lavora con loro per organizzare un contrattacco.
Tuttavia la storia non è proprio lineare e lascia qualche dubbio e
questioni in sospeso che non sembra voglia spiegare al
pubblico.
Perché la Casata Harkonnen non ha
usato armi da fuoco?
Nell’Universo di
Dune, le Casate e i loro eserciti hanno scudi
corporei. Tuttavia, i Fremen non hanno nessuno di questi scudi a
causa del loro stile di vita più semplice come tribù del deserto.
Questo desta delle perplessità sul motivo per cui i soldati
Harkonnen non usano le armi da fuoco a terra contro i Fremen che
sono molto più bravi nel combattimento corpo a corpo e che portano
a termine molte missioni massacrando i soldati che proteggono le
colonie di spezie.
Gli Harkonnen usano l’artiglieria
sui loro elicotteri per proteggere i crawler delle spezie, quindi
sarebbe più efficiente equipaggiare i soldati con armi da fuoco per
i combattimenti con i Fremen. I romanzi di Frank
Herbert vedevano gli Harkonnen usare le armi in tempi
disperati, quindi questa scelta sarebbe stata adatta al loro
esercito nell’adattamento cinematografico.
Perché i Fremen non usano armi più
moderne?
I Fremen hanno cecchini e
pistole laser che fanno esplodere i crawler quando si tratta di
restare ai margini di piccoli scontri. Usano persino i bazooka per
distruggere gli elicotteri Harkonnen. Eppure la maggior parte delle
loro missioni li vede cacciare a terra, mettendo a rischio la vita
dei loro guerrieri.
I Fremen non utilizzano nemmeno le
granate o altri tipi di armi da fuoco. Se fanno esplodere i crawler
e usano altri elementi esplosivi nel loro arsenale, potrebbero
eliminare la maggior parte dei nemici. Dune – Parte
Due cerca di presentare i Fremen come brillanti
tattici, ma ci sono troppe incoerenze con la loro strategia
militare e su come ridurre al minimo le perdite.
Perché Feyd-Rautha fa drogare i
suoi avversari?
Feyd-Rautha di Austin Butler è il nipote del barone
Harkonnen, suo successore designato. Dune – Parte
Due mostra la natura violenta di Feyd-Rautha
quando combatte nel Colosseo di suo zio. Lì si vede come si diverte
a massacrare uomini. Si toglie persino lo scudo per rendere la
sfida più eccitante. Curiosamente, le sue guardie sono lì per
aiutarlo, tanto che feriscono uno dei combattenti contro cui si sta
scontrando. Feyd-Rautha li rimprovera e dice loro di fare marcia
indietro.
Se Feyd-Rautha voleva uno scontro
leale, perché avere le guardie in giro? Un altro sotto-arco
incoerente nasce quando rimprovera il Barone per non aver drogato
uno dei combattenti. Suo zio voleva solo alzare la posta. Tuttavia,
se Feyd-Rautha avesse voluto offrire una prova migliore, non
avrebbe dovuto inabilitare affatto i nemici. Il fatto che questi
venissero drogati, diminuisce a tutti gli effetti il valore del suo
combattimento e della sua vittoria nell’arena.
Perché Feyd-Rautha ha ucciso sua
madre?
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures
Dune – Parte
Due parte cambia il background di Feyd-Rautha per
renderlo più sinistro. Nel romanzo il Barone lo adottava e lo
affilava come una lama perché sentiva che l’altro nipote, Rabban
(Dave
Bautista), non era un buon generale. Il film rivela
che il barone amava il carattere e i tratti viziosi di Feyd-Rautha.
È confermato che Feyd-Rautha ha ucciso sua madre.
Il motivo per cui Feyd-Rautha ha
ucciso sua madre non è però spiegato, insieme ad altre cose come la
sua propensione a mutilare le persone e a far sì che i suoi servi
si nutrano di loro come cannibali. La questione della madre è più
urgente perché indica al barone la sua natura di traditore del suo
sangue. Ciò è stato ulteriormente elaborato nel romanzo, dove è
stato stabilito che Feyd-Rautha voleva il trono di suo zio.
Feyd-Rautha arriva ad Arrakis e
prende il comando dell’esercito Harkonnen dalle mani di Rabban di
Dave Bautista. Suo zio crede che elaborerà una
nuova tattica dopo che Rabban non è riuscito a uccidere i Fremen.
Ma tutto ciò che Feyd-Rautha fa è prendere dirigibili giganti,
bombardare e bruciare varie grotte, dune di sabbia e località del
nord. Il fatto è che Rabban conosceva tutti questi punti e aveva le
stesse risorse.
Anche Rabban avrebbe potuto chiedere
maggiore potenza di fuoco, se necessario. Il film non spiega mai
perché Rabban non abbia messo in atto questo semplice genocidio di
propria iniziativa. Feyd-Rautha non porta nulla di nuovo sul
tavolo, inoltre il Barone avrebbe potuto semplicemente dare
l’ordine a Rabban di farlo prima. Invece, l’inazione di Rabban
sembra una scelta di trama conveniente, solo per turbare il Barone
facendo sì che altre incursioni dei Fremen interrompano la
produzione di spezie nella capitale di Arrakeen.
Perché i Fremen non avevano
esploratori che monitorassero lo seitch?
In entrambi i due film di
Dune, così come nel materiale originale, i Fremen
hanno esploratori ovunque. Si nascondono nella sabbia e nelle
caverne per scovare gli intrusi. Nel sequel non sono presenti
esploratori quando le navi da guerra attaccano il loro seitch. Si
tratta di un luogo sacro che conserva leader morti, missionari e
acqua sacra.
Si potrebbe supporre che siano
proattivi e abbiano cecchini e bombardieri in giro per individuare
gli aggressori e proteggere qualcosa di molto prezioso. Invece, le
navi appaiono dal nulla. E sembra che i filmmaker abbiano voluto
permettere agli Harkonnen di distruggere lo seitch così da
inasprire la volontà di Paul.
Come fanno tutti a salire e
scendere dai vermi della sabbia?
Dune – Parte
Due rende il l’atto di cavalcare i vermi della
sabbia una prova significativa. Paul ci riesce, provando sulla
propria pelle tutta la difficoltà che si deve affrontare per
potersi agganciare alle bestie. Tuttavia, il film mostra
costantemente gli entourage di Fremen trasportati intorno ad
Arrakis sui vermi della sabbia come se fossero un autobus o una
metropolitana.
Questa scelta lascia perplessi, dal
momento che sembra che tutti i Fremen riescano a salire sui vermi
della sabbia, e questo potrebbe anche essere possibile, se non
fosse che ad un certo punto anche la gravida Lady Jessica (Rebecca
Ferguson) usa un verme della sabbia per migrare
a sud. Questi vermi non smettono mai di muoversi, quindi deve
essere rigoroso cronometrare questi trasporti e far salire e
scendere tutti. Il regista Villeneuve ha però detto che questo
aspetto verrà spiegato nel terzo film.
Davvero Lady Jessica non sapeva di
essere la figlia del barone?
Dopo essere andata a sud, Lady
Jessica viene sottoposta a una prova unica con la sacra bile di un
verme delle sabbie. Diventa una Reverenda Madre, apprendendo i
segreti del passato. Paul fa lo stesso e poi confessa di sapere che
in realtà sua madre è la figlia del barone. Dune – Parte
Due non approfondisce questo aspetto ma
supponiamo che la piccola Jessicva venne consegnata alle Bene
Gesserit.
Lady Jessica conosceva da sempre le
sue origini e sperava di manipolare Paul per farlo diventare il
messia e uno dei partecipanti al gioco del potere? Jessica è a
tutti gli effetti molto potente per il suo culto e sarebbe stata
capace di manipolare Paul con la Voce. Non ci si può fidare di
Jessica e potrebbe anche aver ingannato Leto fin dall’inizio. Il
Bene Gesserit è noto per questo modus operandi, e sembra che
Jessica stia nascondendo certe cose a Paul sulla sua nascita e sul
suo destino.
Perché Paul ha rischiato la vita
vicino ai Sardaukar?
L’esercito di Paul alla
fine attacca Arrakeen durante un incontro tra il Barone e
l’Imperatore. Dopo aver decimato i nemici, Paul entra nelle stanze
e va ad uccidere il barone. Tuttavia, lo fa da solo e molto vicino
ai soldati d’élite Sardaukar. sembra una scelta avventata e
pericolosa. I soldati sono tanti e armati e Paul non ha lo scudo.
Sebbene sia visto come una leggenda, i Sardaukar sanno che è un
uomo in carne e ossa.
Ci si aspetterebbe che alcuni
soldati lo attacchino in quella circostanza, soprattutto quando lui
volta le spalle per uccidere suo nonno. Il fatto che Paul sia così
disinvolto nei confronti del nemico solitamente spietato è qualcosa
di cui Gurney di Josh Brolin e Chani di Zendaya sono consapevoli e hanno timore.
Quindi, è una pessima mossa, dal momento che Paul è diventato a
tutti gli effetti un simbolo di cui il culto ha bisogno di questa
figura per continuare a sperare.
Come faceva Feyd-Rautha a sapere
che Chani era l’amata di Paul?
Paul combatte il campione nominato
dall’Imperatore Feyd-Rautha nel finale di Dune – Parte
Due. Durante il combattimento, Feyd-Rautha guarda
Chani e la chiama “l’animale domestico” di Paul. Questo non ha
senso perché i reali non hanno spie e non hanno modo di sapere che
Chani è l’amata di Paul.
Ci sono molti Fremen in giro, maschi
e femmine, che mostrano le stesse reazioni durante la rissa. Quindi
non è che il cattivo possa guardare la folla e individuare l’anima
gemella di Paul. Il film sceglie di fornire questa informazione a
Feyd-Rautha per aumentare la posta in gioco durante il
combattimento finale, ma senza dare una spiegazione logica a questa
scelta.