Dave Bautista, trai protagonisti del
Marvel Cinematic Universe
ha anticipato un suo possibile ruolo (o anche solo un desiderio di
un ruolo) nel DC
Universe nei panni del cattivo di Batman,
Bane. Essendo uno dei cattivi più famosi del
Cavaliere Oscuro, Bane diventerà probabilmente uno dei personaggi
introdotti nel DCU di James
Gunn.
Su Instagram, l’attore che ha già
interpretato Drax del franchise dei Guardiani della
Galassia, per James Gunn e per la
Marvel, ha anticipato il suo
casting per il ruolo di Bane della DCU condividendo una fan art del cattivo di
Batman.
L’attore è una delle scelte
preferite dai fan per interpretare il ruolo ormai da qualche tempo,
e questo si affianca ad alcune anticipazioni di Gunn secondo cui
gli attori dei Guardiani della Galassia si
uniranno al suo DCU alimentando le speranze dei fan di Bautista
nei panni di Bane. Sebbene ci siano più personaggi DCU che Bautista potrebbe interpretare, è facile
capire perché l’attore Drax sarebbe una scelta interessante per
Bane in The Brave and the Bold o
altri progetti DCU.
“Eri così preoccupata di
conquistarlo che non ti sei chiesta se avresti dovuto”: il fulcro
di Players, il film girato nel 2021 ma lanciato su
Netflix Italia nel giorno di San Valentino è
tutto qui. La commedia romantica di Trish Sie porta in scena
situazioni di spiccata comicità per offrire un’ironica ma non
banale riflessione sulle dinamiche delle scelte che governano la
nostra vita sentimentale.
I “players” del titolo, i giocatori,
ovvero il gruppo di amici che si danno man forte in divertenti (o
tragiche, a seconda della preda) scenette in locali pubblici per
conquistare cuori solitari, offrono, tra i vari livelli di lettura,
anche una parodia di Sex and the city, con variazioni sulla combinazione di
generi e ruoli dove i protagonisti sono tre uomini e una donna. Nel
film di Trish Sie, regista con prove da coreografa al suo attivo, i
quattro amici della storia sono trentenni appagati del proprio
lavoro all’interno della redazione di un giornale e vivono tutte le
opportunità d’incontro che la brillante vita notturna di New York
offre loro. L’amicizia che li lega li porta a vivere in maniera
divertita la propria condizione di single e a cercare storie di una
sola notte, certi di trovare nei propri sodali il rapporto di
vicinanza di cui chiunque ha il bisogno. L’ingresso in scena di un
aitante corrispondente di guerra cambia gli equilibri all’interno
del gruppo: quello che sulla carta appare come un buon partito,
ovvero l’uomo dei sogni bello, ricco e intelligente, reggerà poi
alla prova della realtà e riuscirà a portare nella quotidianità di
Mack, la girl del gruppo, quel senso di affidabilità che solo gli
amici di lunga data sembrano offrire?
Players: come affrontare con
leggerezza le paure della vita adulta
La sceneggiatura è firmata da
Whit Anderson, insignita nel 2018 del premio Writers Guild
of America per la serie Ozark e attrice in pellicole ad alto
budget Ocean’s 8
di Gary Ross e Yes Man di Peyton Reed interpretato da Jim Carrey.
La trama di Players pone al centro
della narrazione gli standard più classici di quell’età di mezzo in
cui si affrontano le paure della vita adulta: impegnarsi in una
relazione stabile, prima fra tutte. “Mangi i falafel quando sei
triste”, chiosa Adam Miles, interpretato da Damon Wayans Jr.
alla migliore amica Mackenzie Cannon, detta Mack, alias Gina Rodriguez, attrice portoricana emersa nella serie
Jane The Virgin. Se un amico è capace di rilevarci
meccanismi che fino a quel momento erano sfuggiti a noi stessi
grazie alla lunga osservazione, possiamo accontentarci di un amore
che vede in noi un’immagine che non ci appartiene? La protagonista deve fare i
conti con se stessa per capirlo, per capire, soprattutto, se anche
in Tom Ellis, l’uomo che ha deciso di conquistare non più
per una notte, bensì per una vita intera, può ritrovare la stessa
attenzione e cura, ovvero lo stesso amore che il suo migliore amico
sa offrirle.
Mack e gli altri ‘giocatori’ si
muovono da anni all’interno di schemi psicologici prefissati dove
sanno gestire con abilità e spirito di squadra ogni variabile,
certi della possibilità di riuscita di azioni che nel tempo si sono
rivelate portatrici di successo ma che, adesso, sembrano non dare
più sicurezza: si può basare una relazione su uno schema, chiede
Adam a Mack?
La vera domanda che ogni ‘player’
in amore dovrebbe porsi
La scoperta che le interazioni ormai
abilmente implementate non bastano più quando si tratta di
affrontare il tratto di cammino che ci separa da un nuovo desiderio
è la vera questione del film diretto da Sie. La protagonista vuole
un cassetto, sagace metafora dello spazio di significanza che
chiunque sia in cerca dell’amore vuole che l’altra persona gli
riservi. Il punto è: siamo sicuri che quel cassetto sia grande
abbastanza per contenere tutte le nostre cose, tutto quello che
siamo e che vorremmo essere? Un interrogativo tutt’altro che
banale, a cui Players offre una risposta divertente e non scontata,
perché, per dirla con i protagonisti, quando vuoi una relazione
vera non c’è uno schema che possa aiutarti, c’è solo l’istinto che
ci porta a sentire con forza il nostro baricentro e a capire di
quanto siamo disposti a spostarlo per raggiungere un nuovo livello
di gioco in un rapporto di coppia.
Sembra che i sostenitori di
Nicolas Cage abbiano un altro motivo per amare il
proprio beniamino. A quanto pare, dopo una iniziale estraneità al
progetto, l’attore è in trattative per interpretare
Spider-Man Noir nell’omonima serie tv in
lavorazione presso Amazon.
Dopo la notizia
che Steve Lightfoot, che trai suoi lavori
annovera The Punisher, si era unito a Oren
Uziel nella sala di scrittura e di produzione, questo
rumor sul casting per la serie è sicuramente allettante.
Chiaramente non c’è ancora nulla di confermato, ma il casting di
Cage per il ruolo avrebbe senso anche grazie allo splendido lavoro
di doppiaggio che l’attore ha portato avanti per lo stesso
personaggio in
Spider-Man: Un nuovo universo.
La serie Spider-Man
Noir è il secondo progetto noto basato sui personaggi
Marvel controllati da Sony su
Amazon. In precedenza era stato annunciato che Amazon stava andando
avanti con la serie Silk: Spider Society della showrunner
Angela Kang. Non è noto in questo momento quali
altri personaggi Marvel saranno presenti negli altri
show di Amazon, anche se Sony attualmente controlla oltre 900 di
questi personaggi associati al franchise di Spider-Man.
Sulla scia di 365 milioni di
visualizzazioni in 24 ore, il primo trailer Deadpool e
Wolverine è diventato il trailer più visto di tutti i
tempi. Ora, un intraprendente utente di Twitter di nome
Trevor Carlee è riuscito in qualche modo a
ricreare l’intero trailer, e a essere onesti, sit ratta davvero di
un piccolo capolavoro, perché è stato realizzato interamente in
LEGO.
Il trailer iniziale, svelato lo
scorso fine settimana durante il più grande evento sportivo
dell’anno, il Super Bowl, reintroduce Ryan Reynolds nei panni dell’iconico
Deadpool, che si ritrova invischiato con la Time Variance Authority
(vista l’ultima volta nella serie Loki dei
Marvel Studios su Disney+) e unisce le forze con altri
supereroi per affrontare un avversario comune. Dopo due film che lo
deridono da lontano, il terzo capitolo annuncia l’integrazione
formale di Wade Wilson nell’universo cinematografico Marvel, con collaborazioni con
personaggi importanti come Wolverine di Hugh Jackman e, come attualmente
ipotizzato, Elektra di Jennifer Garner.
Il cast del film è ulteriormente
arricchito da artisti del calibro di Matthew
Macfadyen e gli attori di ritorno
Morena
Baccarin nei panni di Vanessa, Brianna
Hildebrand nei panni di Testata Mutante Negasonica e
Stefan Kapičić nei panni di Colosso. Anche
Emma Corrin fa parte del cast come principale
antagonista del film, ma il ruolo non è stato attualmente
rivelato.
Deadpool e
Wolverine uscirà il 26 luglio 2024. Puoi scoprire
maggiori dettagli sul film qui e guardare in streaming i primi due
film su Disney+. Guarda il trailer LEGO di Carlee di
seguito:
Deadpool e
Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna
l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico
Marvel (con un rating decisamente
diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi
“Marvel Jesus”,
Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla
Time Variance Authority, i manager del multiverso
visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello
stesso mondo dei Vendicatori.
Sebbene il suo volto non si veda nel
trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di
X-Men al MCU. Diretto da Shawn
Levy, il film comprende anche Emma Corrin,
Morena Baccarin, Rob Delaney,
Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.
Come ogni anni, gli
Oscar 2024 prevedono due categorie di eccellenza
dedicate alla sceneggiatura, la prima per la migliore
sceneggiatura originale, ovvero la storia che è frutto
dell’invenzione dell’autore della stessa, e la seconda è per la
migliore sceneggiatura adattata, che parte invece da
un’opera pre-esistente, più spesso un libro, ma può essere anche un
articolo di giornale, un’inchiesta, un fumetto, insomma un’altra
storia che già esiste e che viene declinata nel linguaggio
cinematografico.
Le categorie dedicate
alle sceneggiature, in occasione dei grandi premi di cinema, sono
da sempre quelle che si aggiudicano gli Autori. Branagh,
Fennell, Peele, Jonze, Tarantino, Ivory, Allen, Coppola, Almodovar,
Coen sono solo alcuni dei nomi che impreziosiscono il
palmares di una categoria dei Premi Oscar che più di ogni altra
rappresentano l’aspetto culturale e alto della grande macchina
cinematografica. E se da una parte è vero che la sceneggiatura è
una scrittura di servizio, che per esistere davvero deve essere
trasformata in film, è anche vero che la scrittura, la parola sono
il seme dal quale poi germoglia il cinema.
Di seguito, ecco i
candidati agli Oscar 2024 per migliore sceneggiatura
originale e adattata.
Apriamo le danze con una
delle sceneggiature che, in quest’anno cinematografico, sembra
brillare di più per costruzione, originalità e interesse. Lo script
di Anatomia di una caduta firmato
da Justine Triet e Arthur Harari
è un animale insolito e seducente, così come il film che ne è stato
desunto, capace di insinuare il dubbio nella mente dello spettatore
con un abilissimo gioco di non detti, mentre sposta continuamente
il fuoco del suo discorso, passando con eleganza dal linguaggio
procedurale a quello da thriller, fino a quello drammatico e
romantico.
Al suo esordio con la
sceneggiatura per il cinema, David Hemingson ha
offerto a Alexander Payne, autore riconoscibile e
ricercato, lo script di
The Holdovers – lezioni di vita. La storia si
innesta alla perfezione dentro la filmografia e la poetica di
Payne, raccontando la vicenda di umanità perse che imparano a
essere famiglia, arrangiandosi con quello che hanno e allo stesso
tempo riscoprendo per se stessi uno spiraglio di futuro che
pensavano non potesse esistere. È facile cadere nella definizione,
a volte svalutante, di feel good movie, tuttavia
The Holdovers rivendica con fierezza questa
etichetta, innalzandone il livello.
Tra le modalità di
racconto cinematografico, il biopic rientra in quelle più
rischiose, perché si fa interpretazione di personaggi realmente
esistiti, adottando un punto di vista, a volte anche solo un
momento storico preciso, in cui questa “vita famosa” viene messa in
scena.
Bradley Coopere Josh Singer
sono consapevoli di questo rischio, tuttavia i potenti mezzi messi
a disposizione di Maestro,
inclusa la benedizione (e la produzione) di Steven Spielberg, permettono ai due
massima libertà. E così, Cooper si prende la briga di non compiere
apparentemente nessuna scelta e di bypassare l’importanza
della parola come germe vitale del cinema. Lo script diventa
strumento per la messa in scena di sé nei panni diLeonard Bernstein. Il risultato è uno sforzo egoriferito in cui l’attore,
regista e sceneggiatore vuole a tutti i costi trovare un posto
nell’Olimpo di Hollywood, che a tutti gli effetti lo premia
(misteriosamente) e lo pone in compagnia di artisti di ben altro
calibro.
Come nel caso di
Hemingson, anche Samy Burch,
esordiente alla sceneggiatura per il cinema, si fa affiancare da un
solido narratore per immagini, Todd Haynes, per
trasformare in film la sceneggiatura di May December. Il film, unico
in categoria ad aver ottenuto una sola nomination, avrebbe mirato
anche a dei cenni nelle categorie dedicate agli attori, cenni che
non sono arrivati per una concorrenza serrata. Tuttavia è riuscito
a spuntarla in questa divisione, che, dicevamo, celebra la potenza
della parola. E effettivamente il film è scritto in maniera
raffinata, riuscendo a districarsi con leggerezza, mai con
superficialità, nei meandri di una storia torbida che manifesta da
subito le sue pieghe più oscure. La sensazione generale però è che
il film sia finito in cinquina principalmente come omaggio al
percorso festivaliero abbastanza luminoso dei mesi scorsi.
Vero e proprio colpo di
fulmine di questa stagione cinematografica, Past Lives di Celine Song
ha conquistato un posto in cinquina a buon diritto. Ridefinendo i
canoni narrativi della “storia d’amore”, la scrittura di
Song si presenta delicata e leggera, è capace di raccontare un
“amore in potenza” (in mancanza di una definizione
migliore) attraverso i non detti, il silenzio e le pause. Il suo
compito di sceneggiatrice è facilitato dal fatto che lei stasse ha
diretto il film (è il suo esordio), facendo così coincidere le
scelte della messa in quadro con l’intenzione dietro le parole
stesse. Seppure le possibilità di vittoria sono esili per questi
Oscar 2024, la sceneggiatura di Past Lives è un vero e proprio
gioiello.
Migliore
Sceneggiatura (Adattata)
1 di 5
Apre la cinquina delle
migliori sceneggiature adattate American Fiction, scritto e
diretto da Cord Jefferson e basato sul
romanzo Erasure di Percival Everett. In una scatola
apparentemente convenzionale, Jefferson, che esordisce alla regia e
alla sceneggiatura con questo progetto, riesce a portare sullo
schermo la compenetrazione di generi che si trovano nel testo di
partenza. Quella che nasce come una commedia irriverente sui luoghi
comuni legati alla percezione della popolazione afro-americanada
parte di quella caucasica, negli Stati Uniti, diventa una
riflessione agro-dolce sul potere della narrazione e sul senso di
appartenenza a una comunità. Il testo si mantiene costantemente su
alti livelli di ironia, consegnati con destrezza dal cast, guidato
da uno splendido (e anche lui nominato)
Jeffrey Wright.
Il fenomeno del box
office del 2023, Barbie,
arriva agli Oscar con moltissime nomination, e compare a buon
diritto anche nella categoria dedicata alla migliore sceneggiatura
adattata. Contrariamente a quanto accaduto per i WGA dove il film
concorre per la migliore sceneggiatura originale, l’Academy ha
deciso di spostare la sceneggiatura di Greta
Gerwig e Noah Baumbach nell’altra
categoria, dal momento che racconta di personaggi (le
bambole Mattel) preesistenti. Di tutti gli
elementi di grande valore che costituiscono il film di Gerwig, la
sceneggiatura è senza dubbio un’eccellenza: non era semplice
mettere in piedi una storia con protagonista Barbie,
eppure con ironia, consapevolezza, uno sguardo alla contemporaneità
e un tocco di furbizia, la coppia Gerwig/Baumbach
è riuscita a sorprendere e, dati del box office alla mano,
a farsi amare dal pubblico.
L’aspetto più
interessante della visione di cinema di
Christopher Nolan è che il regista trova sempre il
modo di piegare l’immagine cinematografica alla sua visione. Lo ha
fatto con il thriller, con la spy story, con i cinecomic, con lo
sci-fi, e con Oppenheimer è riuscito a farlo anche con il
biopic. Basato sulla biografia American
Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai
BirdeMartin J.
Sherwin il film è scritto e diretto da Nolan
che plasma la sua creatura cinematografica a sua immagine. Riesce
ancora una volta nell’intento di giocare con i piani temporali,
fornendo allo spettatore, con una sceneggiatura densa e solida,
tutti gli strumenti di cui necessita per orientarsi nella
ricostruzione storica e emotiva dell’uomo e del genio
Oppenheimer.
Povere
Creature!è
l’adattamento
cinematografico dell’omonimo
romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray e sceneggiato da
Tony McNamara, alla sua seconda collaborazione con
Yorgos Lanthimos. Definibile come la storia di una
esploratrice che cerca con l’esperienza, di sé e del mondo, di
saziare la propria curiosità, la storia di Bella
Baxter è strutturata come il più classico viaggio
dell’eroe, e allo stesso tempo è assolutamente moderno e coerente.
La scrittura si mette al servizio del personaggio, dal quale è
guidata fino a un compimento perfetto e rotondo del suo viaggio.
Povere
Creature! è uno dei rari esempi in cui la
sceneggiatura non solo è desunta da un romanzo, ma diventa anche
uno strumento per creare un mondo adatto alla sua protagonista, la
splendida
Emma Stone (anche lei nominata).
Vero e
proprio fenomeno di questa stagione cinematografica, nominato nella
categoria del miglior film internazionale e del miglior film,
La
Zona di Interesse è senza dubbio, per citare il suo
stesso titolo, il lavoro più interessante che vedremo trai
protagonisti degli Oscar 2024. Il film, scritto e diretto da
Jonathan Glazer e adattamentodel romanzo omonimo del 2014 scritto
da Martin Amis,
racconta l’orrore dell’olocausto da un punto di vista inedito. Il
lavoro svolto da Glazer nel trasportare al cinema le parole di Amis
si è basato principalmente su ciò che non viene detto, né mostrato,
ma soltanto evocato. Per questo, il sound design del film è una
vera e propria opera d’arte e la sceneggiatura è la principale
artefice di questa scelta artistica. Trai front runner di
categoria, La
Zona di Interesse è il film da tenere
d’occhio.
Previsioni: chi vincerà per le migliori sceneggiature agli
Oscar 2024?
I dieci nominati di
categoria comprendono storie che hanno dato voce al nostro tempo,
storie che hanno trovato grande riscontro nel pubblico, che
guardano all’universale e ai grandi temi legati all’esistenza, ma
anche al piccolo e ai turbamenti e alle idiosincrasie quotidiane
con cui ci confrontiamo tutti.
Il giudizio è rimesso al
gusto dell’Academy, che la notte del 10 marzo, dal Dolby
Theatre, incoronerà il meglio dell’industria cinematografica
degli ultimi dodici mesi, tuttavia questo non toglie il
divertimento e anche il tentativo di fare delle previsioni.
Chiaramente non ci si riferisce al migliore di categoria, ma a
quello che con più probabilità verrà riconosciuto dall’Academy e
dai suoi votanti. Per quello che riguarda la categoria della
migliore sceneggiatura originale, il premio a Anatomia di una caduta sembra
in cassaforte. Triet sta riscuotendo un successo senza precedenti
negli USA per una tale produzione. In merito alla migliore
sceneggiatura adattata, invece, i giochi non sembrano così
semplici. Se da una parte American Fiction è forse
il titolo più forte in quanto a qualità di scrittura, La
Zona di Interesse potrebbe essere il film che,
a ragione, l’Academy vuole premiare in questa categoria, mentre gli
altri tre titoli, trai più nominati degli Oscar 2024, sembrano destinati a splendere in
altre categorie.
Un nuovo rapporto fornisce un
aggiornamento deludente sulla produzione di L’uomo da sei
milioni di dollari. Con protagonista Mark Wahlberg, il film è un remake della
omonima serie TV che segue la storia di un pilota collaudatore
nucleare ferito che viene ricostruito con arti e impianti bionici.
L’uomo da sei milioni di dollari andò in onda per
cinque stagioni dal 1974 al 1978.
Secondo un report di
TheWrap, l’aggiornamento più recente sul progetto non
sembra promettente. Secondo la fonte, L’uomo da sei milioni
di dollari non ha ancora uno studio. Questo aggiornamento
contraddice direttamente la notizia più recente in merito al
progetto secondo cui Wahlberg sembrava molto più ottimista riguardo
all’accordo con Skydance, affermando che avrebbero avuto i diritti
sul film “molto presto”, dando il via alla produzione.
Sebbene Wahlberg non abbia detto che
l’accordo con Skydance fosse concluso, sembrava implicare che ciò
sarebbe certamente accaduto in tempi brevi. Nella sua
dichiarazione di dicembre, Wahlberg ha anche fatto riferimento
alla “dura battaglia” necessaria per realizzare L’uomo
da sei milioni di dollari.
Nel 2014 ha cominciato a circolare la notizia della volontà di
realizzare un film dalla serie, nel 2020 il titolo è stato
addirittura nella schedule di programmazione delle uscite della
Warner Bros, salvo poi venire eliminato. Chissà quando e se questo
progetto riuscirà a vedere la luce.
Kurt Russell rivela ciò che ha imparato
su Quentin Tarantino e John
Carpenter riflettendo sulla sua carriera di attore.
Russell ha lavorato per la prima volta con l’acclamato regista di
Halloween nel film biografico di Carpenter del
1979, Elvis, e in seguito i due hanno collaborato
in Fuga da New York, La cosa, Grosso guaio a
Chinatown e Fuga da Los Angeles. Ha poi
lavorato con Tarantino su due lungometraggi, a cominciare da
Death Proof del 2007, prima di riunirsi a lui per
The Hateful
Eight del 2015.
Mentre Kurt Russell ripercorreva la sua carriera con
GQ, l’attore ha brevemente accennato a
ciò che rende sia Carpenter che Tarantino registi unici quando ha
recensito il suo lavoro su Death Proof.
Mentre Russell afferma che Tarantino
è stato ispirato dal lavoro di Carpenter, lo stile di Carpenter è
più riservato rispetto a quello ampolloso del primo, sebbene le
loro motivazioni li accomunino. Ecco cosa ha spiegato Kurt Russell sulla differenza tra Tarantino e
Carpenter:
“Uno dei motivi per cui Quentin ha
iniziato a fare film è grazie a John Carpenter. Voglio dire, lo so
per sua stessa ammissione. John è più riservato nel suo umorismo e
nel suo stile. Quentin è molto, molto estroverso. Ma ci sono anche
molte somiglianze in ciò che guida il loro fascino nel realizzare
un film. Non è come un regista che cerca una visione. Ce l’hanno in
testa ed è solo questione di avere la libertà di dire “mi piace, mi
piace, così, non mi piace, non mi piace”, sai, è facile per
loro.”
Tarantino non è mai stato riservato
riguardo alla sua ammirazione per la filmografia di Carpenter,
raccontando in lunghe interviste le sue esperienze con il regista e
il suo lavoro durante i suoi trentadue anni di carriera. Discutendo
delle ispirazioni dietro The Hateful Eight nel
2015, Tarantino ha rivelato che La Cosa ha
ispirato non solo il western, ma anche il suo debutto Le
Iene attraverso il suo uso di tensione e paranoia in un
ambiente limitato con un piccolo cast. Tarantino ha anche
accreditato La Cosa come uno dei pochi film horror
che lo spaventano, mostrando la sua ammirazione per Carpenter sia
in qualità di regista che di spettatore.
Robert Downey Jr. ha commentato il passaggio
della sua carriera dall’interpretare Iron Man nel
Marvel Cinematic Universe
all’avere un ruolo chiave in Oppenheimer.
Downey ha inaugurato l’MCU con Iron Man del
2008, interpretando Tony Stark fino a quando il
personaggio si è sacrificato per salvare l’universo in Avengers:
Endgame del 2019. Ora che il suo tempo alla Marvel è apparentemente finito –
senza che nessun film in arrivo nel MCU abbia in programma di
riproporlo – Robert Downey Jr. ha commentato il passaggio
da un ruolo all’altro, quello di Lewis Strauss, una specie di
avversario e nemico del protagonista (Cillian
Murphy), nel film di Christopher Nolan.
“Ho interpretato un ragazzo di
nome Tony nel MCU per circa 12 anni. E poi
recentemente Chris Nolan mi ha suggerito di tentare un approccio
discreto come ultimo disperato tentativo di resuscitare la mia
credibilità in declino.”
Dopo poco più di un decennio nei
panni di Iron Man in alcuni dei migliori film dell’MCU, Downey Jr. sta riscontrando un
diverso tipo di successo grazie al suo ruolo in
Oppenheimer del regista Christopher
Nolan, con la star che sta collezionando premi come
miglior attore non protagonista. Downey ha scherzato sul suo
periodo come Iron Man, dicendo che l’Oppenheimer di Nolan è stato
“un ultimo disperato tentativo di resuscitare la [sua]
diminuita credibilità” dopo aver girato film del MCU.
Chiaramente l’attore è ironico, dal
momento che ha sempre professato il suo amore per il personaggio di
Tony Stark e per il MCU che gli hanno regalato una
seconda vita cinematografica dopo dei periodi bui non troppo
felici.
Dave Bautista ha parlato di una scena
cancellata del primo film di Dune di Denis Villeneuve.
Nell’adattamento del 2021, Bautista interpreta Glossu Rabban e
riprenderà il ruolo per il prossimo sequel, Dune: Parte
2. In quanto nipote del barone Vladimir Harkonnen
(Stellan
Skarsgård), Rabban è un individuo crudele e brutale
messo al comando del pianeta Arrakis, ignaro di essere una pedina
nei piani più grandi del barone. Rabban condivide la storia anche
con Gurney Halleck (Josh
Brolin), sopravvissuto al massacro della Casa Atreides
e che ritornerà anche lui nel sequel.
Parlando con Collider, Dave
Bautista ha condiviso nuovi dettagli su una scena
cancellata del primo film con Rabban e il Mentat degli Harkonnen,
Piter De Vries (David Dastmalchian). Dato che
Villeneuve ha recentemente spiegato che non distribuirà mai nessuna
delle scene cancellate di Dune, la scena tra
Bautista e Dastmalchian non verrà mai vista. Ecco cosa ha
raccontato l’attore:
“È solo che in questo momento
sto pensando: “Dio, lui [Villeneuve] si arrabbierà con me se lo
dico?” Ma no, non è niente di grave. Non sto svelando nulla, ma
avevo una scena nel primo film con Dave Dastmalchian in cui
intimidivo il suo personaggio, ed era molto breve, ma volevo che
venisse vista per ragioni egoistiche, perché amo così tanto Dave.
Immagino che semplicemente non si adattasse o ci fossero problemi
di spazio o di ritmo. Quelle decisioni sono ben oltre la mia
volontà. Ma sì, sono rimasto deluso di non averla vista nel film
finito.”
Cosa aspettarsi da Dune – Parte
Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà
nei cinema il 28 Febbraio 2024.
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Maestro
e
Saltburn hanno portato a casa i premi principali ai
premi Make-Up Artists and Hair Stylist Guild
(IATSE Local 706). La gilda ha tenuto la sua undicesima cerimonia
di premiazione annuale domenica sera al Beverly Hilton Hotel.
La serata si è aperta con la
consegna dei premi d’onore. L’attrice nominata all’Oscar
Annette Bening è stata insignita del premio
Distinguished Artisan. Tuttavia, a causa del COVID, Diana
Nyad ha accettato il premio a suo nome.
Michael Westmore ha
ricevuto il Vanguard Award per il suo lavoro in “Rocky”, “Star
Trek”, “Mask” e “Raging Bull”. Kevin Haney ha
ricevuto il premio alla carriera per il suo lavoro in “A spasso con
Daisy”, “Guardiani della Galassia Vol.
3” e “Hocus Pocus 2”.
Sembra interessante notare che,
sebbene non sia riuscito a entrare in nessuna cinquina per gli
Oscar 2024,
Saltburn di Emerald Fennell ha
conquistato la gilda. Ecco di seguito i vincitori:
Arrivato nelle sale il 14 febbraio,
Finalmente
l’alba di Saverio Costanzo si
sta guadagnando l’attenzione di un pubblico molto variegato, che lo
ha già riconosciuto come uno di quei
film metacinematografici di cui la nostra industria ha bisogno,
e che ne porta in scena magia e atmosfere senza dimenticarsi di
trattare tematiche importanti quali il femminicidio. Ed è in realtà
proprio da qui che parte il lungometraggio del regista, il quale
traccia le coordinate della storia ispirandosi liberamente a un
fatto di cronaca nera che sconvolse l’Italia degli anni Cinquanta,
denominato il caso Montesi.
L’inizio
È il 9 aprile 1953 quando
sulle spiagge di Torvaianica una giovanissima muore infatti in
circostanze sospette. Viene ritrovata riversa sulla
battigia, priva di alcuni indumenti fra cui reggicalze e scarpe, ma
nessuno capisce cosa sia accaduto. Forse un malore mentre tentava
di fare un pediluvio in acqua. O forse un omicidio? La vittima è
Wilma Montesi, appartenente alla Roma popolare, con un sogno nel
cassetto mai realizzato: farsi strada in quel mondo di luci – e
ombre – che è il cinema, nell’allora Hollywood sul Tevere,
Cinecittà, luogo da sempre magico e, se vogliamo, senza tempo. Un
cold case che coinvolse lo Stivale intero, dove l’estasi dello
scandalo inebriava una società che piuttosto che piangere la
vittima e chiedere per essa giustizia, speculava e formulava
congetture, ipotesi, storie, per riempire le pagine dei grandi
rotocalchi, abbandonando un’ “ingenuità” che non sarebbe più
tornata.
Fra i presunti colpevoli di un
assassinio in seguito mai chiarito ci furono politici di un
certo spessore e alcuni personaggi della Capitale
elitaria, che trasformarono a tutti gli effetti la morte
di Wilma Montesi nel primo caso dal forte rilievo mediatico. Un
evento amaro e triste, fatto di sogni infranti, verità non dette e
abuso del potere. Elementi serviti a Saverio Costanzo per assestare
dunque l’ossatura narrativa del suo Finalmente
l’alba, da cui parte un racconto di riscatto, reso
possibile grazie a Mimosa, protagonista di un
percorso di crescita avvenuto in una sola notte, talmente densa e
articolata da sembrare una vita intera. Notte di festa dove però
fra alcol, decadenza e illusioni, Mimosa scrive la sua storia, e
con coraggio, addentrandosi nei chiaroscuri di divi o aspiranti
tali, scopre se stessa. Ma a Wilma cosa è
successo?
Il ritrovamento di Wilma sulla
spiaggia
I riferimenti al caso Montesi in
Finalmente l’alba sono tanti e
influenzano il processo di formazione della stessa protagonista.
Oltre ad alcune immagini visivamente potenti e simboliche (una fra
queste l’ “incontro” fra Mimosa e Wilma a Cinecittà, con la
scoperta da parte della prima dell’omicidio attraverso un filmato
che alcuni uomini stanno guardando in sala), ci sono dei personaggi
inseriti nel contesto filmico che – se non si conosce la storia –
coglierne il significato e l’importanza della loro presenza risulta
più difficile. Perciò, facciamo un passo indietro e cerchiamo di
capire cosa successe dopo la scoperta del corpo di Wilma Montesi, e
chi fu accusato di essere implicato nella sua morte. Lo diciamo
subito: all’epoca ci furono diverse versioni dei fatti e come
accennavamo poco prima la risoluzione del caso non c’è mai stata,
per cui quello che spieghiamo sono le linee principali su cui si
sono sviluppate le indagini.
Il corpo della Montesi venne
ritrovato da un manovale che faceva colazione sulla spiaggia,
Fortunato Bettini, l’11 aprile del 1953, ancora in buono stato,
indi per cui il medico legale stabilì che la morte poteva essere
avvenuta almeno quarantotto ore prima e la causa, inizialmente, la
attribuirono a un malore che la giovane ebbe mentre bagnava i piedi
in acqua. Scivolata dopo aver perso i sensi, sarebbe di conseguenza
annegata. Esclusero la violenza sessuale, nonostante poco dopo un
altro medico constatò che le tracce di sabbia negli indumenti
intimi potevano invece essere conferma di un abuso. Nonostante
questo, la polizia diede per buona l’ipotesi dell’incidente e il
caso si chiuse.
Le nuove ipotesi e la riapertura
delle indagini
Il 4 maggio, però, ci furono degli
sviluppi. Il quotidiano napoletano Romaipotizzò
che ci fosse un grosso complotto dietro la morte di Wilma,
e che qualcuno voleva proteggere i veri assassini. A esso, si
unirono altre testate rinomate quali Corriere della Sera e Paese
Sera, di cui quest’ultimo pubblicò un articolo in cui diceva che un
certo “biondino” aveva portato in questura l’abbigliamento mancante
di Wilma. L’identità, fino alla fine di maggio, non fu svelata, pur
i giornalisti sapendo di chi si trattasse. Solo più avanti è una
rivista comunista – Vie Nuove – a confermarlo,
riconoscendo nel “biondino” la figura di Piero
Piccioni, figlio del Vicepresidente del Consiglio Attilio
Piccioni. Piero era anche compagno di Alida Valli. La notizia
sollevò un certo scalpore, e lo scandalo continuò a essere
alimentato fra i cittadini e nei rotocalchi stessi, finché Piccioni
non querelò per diffamazione il giornalista dell’articolo, Marco
Cesarini Sforza. A ottobre dello stesso anno è il direttore del
periodico scandalistico Attualità, Silvano Muto, a
riportare l’attenzione sulla morte della giovane. Da quanto
scrisse, aveva svolto alcune indagini nella Roma bene dove c’era
una certa Adriana Concetta Bisaccia, giovane che
aveva raccontato di aver partecipato assieme a Wilma a un’orgia
in una villa a Capocotta, sul litorale romano.
Lì le due avevano interagito con
personaggi famosi – soprattutto politici – e Montesi aveva in
quell’occasione assunto droghe e alcol che l’avrebbero fatta
sentire male. Non solo, dopo il mancamento, secondo Bisaccia
qualcuno l’avrebbe portata incosciente sulla spiaggia dove sarebbe
stata poi abbandonata. Chi venne citato nell’articolo come
responsabile fu, di nuovo, Piero Piccioni e poi Ugo
Montagna, il proprietario della villa. Pensiero comune da
lì in poi fu che le forze dell’ordine stavano insabbiando tutto per
difendere tali noti esponenti. Più avanti, un’altra ragazza che si
dichiarava essere stata amante di Montagna, Maria Augusta Moneta
Caglio Bessier d’Istrai, scrisse un memoriale dove confermò quanto
raccontato dai giornali fino ad allora, ossia che Piccioni e
Montagna erano coinvolti, e che con Montesi quest’ultimo aveva una
liason. In seguito, si disse che Ugo Montagna era stato addirittura
informatore dei nazisti, oltre che essere responsabile di
organizzare incontri con diverse donne nella sua tenuta per
soddisfare necessità dei suoi invitati. Ufficialmente, il caso
sull’omicidio Montesi fu riaperto a marzo del ’54 e vennero
arrestati sia Montagna che Piccioni, il primo accusato di omicidio
colposo e uso di droghe, il secondo di favoreggiamento insieme al
questore Saverio Polito, per il medesimo motivo.
Un caso mai risolto
Arriviamo al 1957. Dopo aver indetto
un processo penale per Montagna, Piccioni e Polito, le cose
cambiarono ancora. Alida Valli, infatti, andò in soccorso di
Piccioni, sganciando un alibi in suo favore, in cui diceva che nei
giorni prima della morte di Wilma lui si trovava con lei a Ravello
e che se ne era andato da lì il 9 aprile ma solo dopo le due di
pomeriggio, per recarsi poi da un medico in quanto aveva dolori
alla gola. La versione fu confermata, fra gli altri, anche
dall’infermiere che se ne prese cura a casa. Montagna, invece,
disse che non aveva mai conosciuto Montesi, mentre Polito confermò
di nuovo la tesi ufficiale del malore in acqua. Alla fine, il
tribunale li diede per innocenti, assolvendoli con formula piena.
Da lì in poi il caso è stato avvolto sempre più nel
mistero e non si è mai riuscito a capire chi fosse il
colpevole. Molte sono le piste tracciate, ma ancora oggi è
difficile credere alla tesi secondo cui Wilma Montesi si sia
sentita male. Una cosa è certa: dalla scoperta del corpo,
l’attenzione non fu mai per la ragazza, bensì per tutto quello che
c’era dietro, tanto da surclassare la tragedia.
Mimosa, non solo Wilma
Saverio Costanzo non è stato il
primo a parlare del caso Montesi, né tantomeno a portare sul grande
schermo quella che fu l’Italia del Dopoguerra, fra contraddizioni,
illusioni e abuso dell’informazione. Nel 1960, con La dolce
vita,
Federico Fellini si immerge completamente in quel mondo oramai
privo di scrupoli, e attraverso l’odissea di Marcello, catapulta il
pubblico in quella che era la società degli anni Cinquanta: una
Babilonia hollywoodiana governata da un’euforia incontrollata.
In Finalmente
l’alba ci sono diversi collegamenti e
suggestioni del film del regista romagnolo: dalla
rappresentazione di una decadenza, ai paparazzi e giornalisti
invadenti, alle dive (anche solo negli abiti Josephine Esperanto
ricorda la Sylvia di Anita Ekberg), fino alla festa in una villa
sul litorale romano, dove nel caso de La dolce vita il
giorno seguente viene ritrovato morto sulla spiaggia un pesce
strano, chiamato “mostro marino”, che simbolicamente rappresenta
Wilma Montesi. Se è vero che Mimosa ripercorre gli stessi passi di
Wilma, come afferma Costanzo, e lo fa con una consapevolezza
diversa poiché è a conoscenza di quanto accaduto (il viaggio di
Mimosa si svolge, come abbiamo accennato, poco dopo), è vero anche
che non ne aderisce totalmente, avendo Mimosa non solo un epilogo
differente, ma una dimensione di sé diversa che le permette di non
essere risucchiata in quel vortice infame.
C’è un collegamento con la Paola
felliniana?
Ecco che da qui nasce una
riflessione molto particolare, che potrebbe collegare
Mimosa a Paola, l’angelica ragazza che Marcello incontra
ne La dolce vita in una trattoria sul mare dove
quest’ultima lavora. Il giornalista, ne apprezza di lei non solo la
semplicità, ma la purezza delle sue aspirazioni mentre racconta di
voler diventare una dattilografa. Lei non è disillusa come
Marcello, ed infonde una tenerezza sia nell’atteggiamento che nello
sguardo molto simile a Mimosa. Paola la ritroviamo nel finale de
La dolce vita sulla stessa spiaggia dove giace il pesce
morto, all’indomani del festino a cui Marcello ha partecipato (un
parallelismo con Mimosa, la quale in una delle scene finali si
ritrova proprio come Paola sulla spiaggia dove è stata rinvenuta
Wilma).
In quella scena, vediamo Paola non
riuscire a parlare con Marcello, ma capiamo che è felice, forse è
riuscita pure a realizzare il suo sogno. Cerca di farlo andare
verso di lei, prova in tutti i modi a farsi sentire, ma non c’è
niente da fare. Sembra impossibile udirla. Marcello ci prova e ci
riprova, poi se ne va. Da sempre questo finale rappresenta
l’incomunicabilità fra due mondi opposti, quello puro della ragazza
e quello calante e corrotto di Marcello, il quale si dice non abbia
compreso le sue parole perché oramai smarritosi e in una condizione
di perdizione irrecuperabile. Un contrasto che si nota tanto ne
La dolce vita, mettendo a confronto Paola e Marcello,
quanto in Finalmente l’alba, fa la medesima cosa con Mimosa e tutto
il resto dei partecipanti alla festa nella villa dove la
protagonista trascorre l’indimenticabile notte.
Finalmente l’alba e Fellini
Come vediamo in Finalmente
l’alba, Mimosa si scontra con una furiosa realtà
che cade man mano in pezzi durante tutta la narrazione,
ma sceglie di rimanere se stessa, di preservare la
sua semplicità, la sua vera essenza, a favore di una crescita
consapevole. Paola, allo stesso modo, sceglie di non raggiungere
Marcello, ma bensì di invitarlo a fare il contrario, e in quel caso
è come se opponesse la stessa resistenza di Mimosa. Non cade, non
cede.
Rimane fedele a se stessa. Il
contrasto, dunque, è molto simile, così come paiono chiari i punti
di contatto fra le due, e per cui ci fa chiedere: se ciò
che è rappresentato simbolicamente da Fellini, attraverso Paola, ci
fosse stato mostrato concretamente da Saverio con Mimosa?
Fra l’altro, il fatto che Paola sia sullo stesso lembo di battigia
dove è stato ritrovato il pesce, quindi la Montesi, potrebbe
rafforzare questa connessione fra le due. Da una parte, infatti,
c’è la vita, dall’altra la morte. Da una parte Wilma, dall’altra
Mimosa e Paola, e quel lieto fine, quel riscatto, che i registi,
come noi tutti, volevano per un’anima che forse così potrebbe
trovare la pace. E allora, cosa ha fatto Saverio Costanzo con
Finalmente l’alba? Ha dato a Wilma
Montesi la possibilità di vivere ancora. Le ha dato quel futuro che
immaginava.
Si è conclusa con un successo di
pubblico la quarta
stagione di True
Detective, intitolata
True Detective: Night Country che ha visto
protagonisti
Jodie Foster e Kali Reis. Come spesso
è già successo nel corso delle altre stagioni dello show targato
HBO, il finale rimane enigmatico. Vale anche per il finale di
Night Country dove la storia è colma di
riferimenti a leggente e credenze dei nativi dell’Alaska. Ma cosa
succede veramente nel finale della serie tv? Ripercorriamolo
insieme con tutte le spiegazioni del finale di True
Detective: Night Country.
Cosa succede nel finale di True
Detective: Night Country?
Dopo aver scoperto che lo
scienziato scomparso Raymond Clark (Owen
McDonnell) si è nascosto in un laboratorio segreto
sotterraneo in una grotta di ghiaccio che si collega al centro di
ricerca Tsalal, Danvers e Navarro si rendono conto che il
laboratorio è stato il luogo in cui Annie K è stata uccisa.
Costringono quindi Clark a rivelare tutti i suoi segreti.
Mentre usciva con Clark, Annie K
aveva scoperto che Tsalal non solo falsificava i numeri della
tossicità di Silver Sky, ma pagava la miniera per produrre ancora
più rifiuti, perché l’inquinamento ammorbidiva il permafrost artico
al punto che i ricercatori potevano estrarre con successo dal
ghiaccio un microrganismo scientificamente rivoluzionario.
Inorridita da ciò che avevano fatto, Annie si intrufolò nel
laboratorio e distrusse anni di lavoro prima di essere aggredita e
pugnalata più di 30 volte dagli altri scienziati mentre Clark la
guardava. Nonostante abbia detto che non le avrebbe mai fatto del
male, alla fine è stato Clark a finire il lavoro soffocando Annie.
Tuttavia, sostiene che sia stato il poliziotto inviato dalla
miniera per spostare il suo corpo, cioè Hank (John
Hawkes), a tagliarle la lingua.
Clark continua a dire che Annie è
tornata dalla morte per uccidere gli altri scienziati. Ma dopo
essere fuggito all’esterno per suicidarsi nella tempesta, Danvers e
Navarro pensano di ispezionare la botola del laboratorio
sotterraneo per cercare indizi su ciò che potrebbe essere accaduto
la notte in cui gli uomini di Tsalal sono scomparsi. Lì trovano
l’impronta di una mano a cui manca la metà superiore delle ultime
due dita, proprio come la mano di Blair Hartman (Kathryn
Wilder), la donna del posto che lavora all’impianto di
lavorazione dei granchi Blue King e che abbiamo conosciuto
nell’episodio 1, quando Navarro si è presentato per indagare su un
confronto tra Blair, il suo ex violento, e Bee (Diane E. Benson),
la collega di Blair. Sia Blair che Bee sono comparse più volte nel
corso della stagione.
Nel finale di True
Detective: Night Country Danvers e Navarro si recano a
casa di Bee, dove si trova Blair, e Bee racconta loro la sua
storia. Nelle scene di flashback vediamo che, mentre lavorava come
addetta alle pulizie presso le strutture di Tsalal, Bee scoprì che
erano stati gli scienziati a uccidere Annie K. Lei, Blair e un
gruppo di altre donne indigene locali fecero quindi irruzione a
Tsalal con le armi, radunarono gli uomini e li lasciarono liberi
nella natura artica nuda. Quando Navarro chiede se sono state loro
a uccidere gli uomini, Bee risponde che “se lo sono fatto da sole”.
Quando hanno scavato nella sua casa nel ghiaccio. Quando hanno
ucciso sua figlia lì dentro… Se li voleva, li prendeva. E se non li
voleva, i loro vestiti erano lì per loro. Sarebbero stati mezzi
congelati, ma sarebbero sopravvissuti. Ma non lo fecero. Credo che
lei volesse prenderli”.
Jodie Foster è Liz Danvers e Kali Reis è Evangeline Navarro nel
finale di True Detective: Night Country. Michele K.
Short—HBO
In base a una serie di allusioni
emerse nel corso della stagioneTrue Detective: Night Country, l’inafferrabile
“lei” in questione sembra essere un riferimento a
Sedna, la dea inuit del mare (la stessa figura
mitica di cui Darwin, il figlio di Prior, ha fatto un disegno
nell’episodio 1). Esistono varie iterazioni della leggenda di
Sedna, ma in generale si racconta che Sedna fu
annegata nell’oceano dal padre, che le tagliò le dita per impedirle
di risalire sulla sua barca. Poi tornò come dea per vendicarsi di
coloro che le avevano fatto un torto e che avevano alterato
l’equilibrio del mondo naturale.
“C’è una lettura degli eventi
nella serie, come nell’originale True
Detective, tra l’altro, che si attiene assolutamente alla
realtà“, ha detto lo showrunner Issa López
durante una tavola rotonda in vista della prima stagione. “C’è
una spiegazione reale per ogni singolo evento della serie che non
richiede la presenza del soprannaturale. Ma c’è una lettura in cui
ogni evento è legato a quello che io chiamo un mondo più ampio, e
sta a voi, come in un test a macchia d’inchiostro, decidere quale
serie state guardando“.
Danvers e Navarro prendono la
storia di Bee con filosofia, chiarendo che sosterranno la
spiegazione che una valanga di lastroni ha ucciso gli uomini di
Tsalal piuttosto che denunciare le donne. La loro reazione è in
linea con quanto abbiamo appreso sulla coppia: Navarro “ha un
problema” con la violenza sulle donne e Danvers, anche se a
volte è più riluttante a mostrarlo, condivide questo
sentimento.
Jodie Foster è Liz Danvers nel finale di True Detective: Night
Country. Michele K. Short—HBO
Cosa significa il finale di True
Detective: Night Country?
Durante la loro notte a Tsalal,
Navarro e Danvers sono tormentati da segni provenienti da quello
che chiameremo l’aldilà (il misterioso regno dei morti che ha avuto
un ruolo significativo in Night Country). Infatti, oltre alle
inquietanti apparizioni di arance fantasma e vetri rotti, entrambe
sembrano letteralmente perseguitate dai fantasmi del loro passato
(Danvers dal figlio Holden e Navarro dalla madre e dalla
sorella).
Secondo López, Danvers rappresenta
“la non credente che nei momenti di dubbio crede, e [Navarro]
la credente che nei momenti di dubbio dubita“, e la tensione
tra i due per la loro diversa visione della morte è cresciuta nel
corso della stagione. “C’è qualcosa là fuori che mi chiama”,
dice Navarro a una Danvers frustrata a un certo punto del finale.
“Devi sapere qualcosa. C’è di più, Liz. C’è molto di più di
questo“.
Proprio come Rust
(Matthew
McConaughey), un tempo impenitente e nichilista, nella
prima stagione, Danvers sembra alla fine cambiare idea. Dopo che
Navarro ha salvato Danvers da sotto il ghiaccio, Navarro le dice
che quando Holden è apparso in una delle sue visioni, le ha detto
che “vede” Danvers. Questo è un riferimento diretto al gioco del
“peek-a-boo” che Danvers e Holden fanno ripetutamente
nelle sequenze di flashback, ma si collega anche al simbolismo
della cecità in un occhio che ricorre in tutta la stagione (si
pensi all’orso polare con un occhio solo, sia impagliato che
vivente, ecc.)
Nel podcast ufficiale di Night
Country della HBO, López ha dichiarato che il gioco è “un po’
una metafora” e “un riferimento al fatto che vediamo solo
una parte di ciò che ci circonda“.
Quando nel 2014 andò in onda il
finale della prima stagione, l’allora critico televisivo del TIME
James Poniewozik sostenne che lo sviluppo più scioccante della
serie era il cambiamento di prospettiva di Rust
(Matthew
McConaughey) dopo aver percepito la presenza della
figlia defunta durante la sua esperienza di pre-morte. “C’era
un colpo di scena finale, però, e non aveva nulla a che fare con la
trama, ma piuttosto con la psiche, o oserei dire l’anima, del cupo
Rust Cohle“, scrisse Poniewozik. “Lui vede il significato.
Qui c’è una storia, una sola storia, la più antica, sulla lotta tra
luce e oscurità. A lui e a Marty è stato dato un pezzetto di buio
da estinguere ma, proprio come per gli uomini con le maschere, non
riusciranno mai a ottenerlo tutto. Ma, dice, “una volta c’era solo
il buio. Secondo me, la luce sta vincendo“.
Considerando questa nota
conclusiva, è giusto che le scene finali di Night Country si svolgano mesi dopo la fine
della notte polare, nel primo lungo giorno dell’anno. Mentre
Danvers viene interrogato sugli eventi accaduti intorno agli
omicidi di Tsalal, vediamo nei flashback che (dopo essersi
assicurato che Danvers trovasse la registrazione che aveva fatto di
Clark che confessava tutto quello che avevano fatto gli uomini di
Tsalal) Navarro alla fine si è allontanato dal ghiaccio,
presumibilmente per raggiungere sua madre e sua sorella
nell’aldilà.
Tuttavia, come notano i poliziotti
che interrogano Danvers, nei mesi successivi alla
scomparsa di Navarro, la si è vista ancora in giro per la città.
Con la miniera chiusa e la situazione a Ennis apparentemente in
ripresa, la presenza simbolica di Navarro sembra rimandare alla
rivelazione del finale del significato del suo nome
Iñupiaq: il ritorno del sole dopo una lunga
oscurità.
Una delle grandi regole non scritte
del cinema è: parla di ciò che conosci. Solo così, infatti, si può
dar vita a qualcosa realmente in grado di comunicare ad un ampio
numero di persone. Il regista Alex Kurtzman ha
dunque preso in parola tale detto per il suo debutto dietro la
macchina da presa, andando a raccontare con il film Una
famiglia all’improvviso una vicenda accadutagli
realmente, riadattando però il tutto affinché non coincidesse
interamente con la realtà. Insieme al suo storico collaboratore
Roberto Orci ha dunque dato vita ad un racconto
incentrato sulla famiglia e sul modo in cui questa può
evolvere e cambiare in modi inaspettati.
Autore di film come The Island, The Legend of Zorro, Mission Impossible III, Transformers e The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro,
Kurtzman si è dunque allontanato da questi grandi blockbuster per
dar vita ad un racconto molto più intimo, che parlando di famiglia
porta ad una profonda riscoperta di sé stessi a partire dalla
riscoperta delle proprie origini. Kurtzman – che poi tornerà ad
occuparsi di blockbuster dirigendo nel 2017 il film La
mummia con Tom Cruise – affronta dunque con grande tatto
e sensibilità un tema universale.
Una famiglia
all’improvviso (da non confondere con il film francese del
2016 Famiglia all’improvviso – Istruzioni
non incluse con protagonista Omar Sy) è dunque un titolo da non perdere se
si è in cerca di un film ricco di buoni sentimenti e capace di far
emozionare scena dopo scena. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Una famiglia all’improvviso
Protagonista del film è
Sam, un uomo d’affari sommerso dai debiti,
costretto a lasciare New York per partecipare, seppur controvoglia,
ai funerali del padre Jerry a Los Angeles, con il
quale ha chiuso i rapporti da molto tempo. La lettura del
testamento metterà poi Sam di fronte a un inatteso scenario: Jerry
ha lasciato una smisurata somma di denaro non a lui, in quanto
unico figlio, ma a una giovane sconosciuta di nome
Frankie e al suo piccolo Josh. Il
compito di consegnare i soldi all’estranea beneficiaria spetta
proprio a Sam, naturalmente infastidito dall’idea che il padre
abbia destinato tutti i suoi averi a quella che crede essere la sua
giovane amante. Le cose cambieranno quando scoprirà che Frankie in
realtà è sua sorella e Josh suo nipote.
L’attrice Michelle Pfeiffer interpreta Lillian, madre di
Sam, un ruolo per cui era stata considerata anche Meryl Streep. L’attore Michael Hall
D’Addario, scelto tra migliaia di candidati, interpreta
invece il giovane Josh. Infine, Olivia Wilde è Hannah, compagna di Sam. Anni
dopo l’attrice avrebbe diretto Pine nel suo secondo film da
regista, Don’t
Worry Darling.
La vera storia dietro al film
Una famiglia all’improvviso
Come rivelato nel corso di un’intervista dal regista, il
film Una famiglia all’improvviso è parzialmente ispirato
alla storia vera della sua famiglia e di come ha conosciuto solo da
adulto i suoi fratellastri. “Ho conosciuto mia sorella quando
ho compiuto 30 anni. Mio padre aveva avuto un’altra famiglia prima
della nostra. Ne avevo sentito parlare quando ero già cresciuto un
po’, ma non li avevo mai incontrati“, ha spiegato il
regista. “Poi io e mia moglie abbiamo iniziato a pensare
di avere dei figli e questo ti porta a pensare alla tua famiglia e
alle tue origini. Ho iniziato a pensare alla mia
sorellastra e al mio fratellastro e a chiedermi chi fossero e come
fossero“.
“Poi una sera sono andato a una
festa. Una donna si avvicinò e mi disse: “Sono tua sorella”. Così
sono iniziati i sette anni in cui ho cercato di elaborare quella
scoperta e la storia da cui poi è nato questo film, cercando di
separare la verità dalla finzione. Quindi quello che vedete è per
molti versi molto autobiografico e per altri versi c’è molta
invenzione“, ha raccontato il regista. Kurtzman ha poi
raccontato che da quando ha conosciuto i suoi fratellastri ha
stretto un ottimo rapporto con loro e sono oggi molto legati. La
storia del film si differenzia dunque per diversi aspetti da quella
vissuta dal regista, ma resta quel desiderio di riscoprire la
propria famiglia per scoprire meglio sé stessi.
Il trailer di Una famiglia
all’improvviso e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Una famiglia all’improvviso grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 19
febbraio alle ore 21:10 sul canale
La 5.
Delle tante opere del drammaturgo
William Shakespeare, Amleto è senza
dubbio tra le più rappresentate, tanto a teatro quanto al cinema e
in televisione. Numerosi sono infatti le trasposizioni fedeli al
testo, ma altrettante sono anche le rivisitazioni o le
reinterpretazioni da punti di vista diversi. Nel 2018, ad esempio,
è stato portato al cinema quello di Ofelia, tra i
personaggi più celebri e tragici dell’opera di Shakespeare. Con il
film Ophelia – Amore e morte, diretto da
Claire McCarthy
(regista anche di alcuni episodi della serie Domina, con
Kasia Smutniak), si ripropone la classica
vicenda da una prospettiva diversa, che permette di confrontarsi
con sfumature e dinamiche inedite.
Il film non si basa però
primariamente sull’opera di Shakespeare, bensì sul romanzo omonimo
di Lisa Klein, nota per i suoi romanzi storici e
le rivisitazioni di determinati eventi da nuovi punti di vista.
Oltre a quello di Ofelia, ha infatti riproposto anche il racconto
di Macbeth dalla prospettiva della figlia di Lady Macbeth,
personaggio in realtà semi-inventato dalla Klein. In entrambi i
casi, ad ogni modo, la scrittrice ha ripreso quelle celebri storie
per dar vita a romanzi young adult, con personaggi
femminili spesso bistrattati ma a cui viene qui ridata dignità.
Per gli appassionati di racconti
storici, dove si alternano sentimenti d’amore e morte, è dunque
questo un film ideale, da riscoprire e rivalutare a seguito di un
passaggio nelle sale poco incisivo. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle sue location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Ophelia – Amore e morte
Protagonista è
Ophelia, dama del castello di Elsinore in
Danimarca, fidata amica della Regina Gertrude, a
cui viene affidata da bambina dopo aver perso la madre dal
padre Polonio, consigliere di corte.
La natura ribelle di Ophelia attira
ben l’attenzione del giovane principe Amleto, del
quale dopo un lungo corteggiamento finisce per innamorarsi a sua
volta. Quando però il re viene assassinato e suo fratello
Claudio prende il suo posto, Amleto si rifiuta di
accettarlo e ben presto intuisce che c’è stato un complotto nei
confronti di suo padre. Ophelia si troverà a sua volta inclusa
nella torbida vicenda, vedendosi ben presto costretta a scegliere
tra l’amore e la propria vita.
Il cast di Ophelia – Amore e morte
Opheli – Amore e morte può
contare su un cast composto da celebri interpreti, a partire da
Daisy Ridley, protagonista della trilogia
sequel di
Star Wars, qui nei panni di Ofelia. Ad interpretare
Amleto, invece, vi è George
MacKay, attore visto anche in 1917 e Captain Fantastic.
Accanto a loro, nel doppio ruolo della regina Gertrude e Matilde vi
è l’attrice Naomi Watts.
L’attore
Tom Felton, noto per il ruolo di
Draco Malfoy in Harry Potterè Laerte, mentre
Nathaniel Parker è il re e Clive Owen Claudio, che subentrerà nel ruolo
di governante. Completano il cast Devon
Terrell nel ruolo di Orazio e Dominic
Mafham in quello di Polonio, padre di Ofelia.
Dov’è stato girato il film Ophelia – Amore e morte?
Ecco le location del film
La vicenda di Amleto si svolge come
noto in Danimarca, ma non è lì che si è recata la produzione di
Ophelia – Amore e morte per realizzare il film. Le
riprese, infatti, si sono svolte interamente in Repubblica
Ceca, in location storiche come il castello di
Křivoklát e il borgo medioevale di Kutná
Hora, ma anche in ambienti d’epoca ricostruiti all’interno
dei Barrandov Studios a Praga. Il
castello, distrutto e ricostruito più volte dal XIII secolo ad
oggi, è attualmente sede di un museo visitabile, i cui interni
storici comprendono la Sala dei Cavalieri, la Sala Reale, la
cappella, la biblioteca, e la galleria con i ritratti della
famiglia Fürstenberg.
Il trailer di Ophelia – Amore
e morte e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Ophelia – Amore e morte grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 19
febbraio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Da quando si sono accesi i motori di
Fast &
Furious, nel lontano 2001, la saga è cresciuta
film dopo film, arrivando ad essere uno dei franchise più redditizi
della storia del cinema. Inizialmente incentrata sulle corse
d’auto, la serie ha progressivamente mutato le proprie
caratteristiche. Film dopo film si sono infatti aggiunti elementi
che l’accomunano sempre di più ai fortunati filoni di film action e
di spionaggio. Ormai iconica, la saga ha negli anni visto crescere
l’apprezzamento del pubblico. Questo attende infatti come un vero e
proprio evento l’uscita di ogni nuovo capitolo. Tra i più
apprezzati si annovera Fast & Furious 6
(qui la recensione),
uscito al cinema nel 2013 per la regia di Justin
Lin.
Ormai iconica, la saga ha negli anni
visto crescere l’apprezzamento del pubblico, il quale attende come
un vero e proprio evento l’uscita di ogni nuovo capitolo. Dal primo
capitolo, che guadagnò poco più di 200 milioni, si è infatti
passati con gli ultimi titoli ad incassi che superano il miliardo.
Ad oggi, la saga vanta un incasso complessivo di quasi 6 miliardi
di dollari. Come già accaduto, inoltre, anche questo quinto
capitolo ha visto l’ingresso di personaggi inediti, interpretati da
grandi attori hollywoodiani sempre più attratti dall’indiscutibile
fascino che ormai la saga può vantare. Questo quinto capitolo diede
così ulteriore lustro alla saga, affermandosi come uno dei suoi
maggiori successi.
Con un budget di 160 milioni di
dollari, questo arrivò a guadagnarne circa 788 a livello globale.
Con questo nuovo capitolo, inoltre, si riconferma la tanta
adrenalina in più che caratterizzerà anche i successivi film, a cui
si unisce un nuovo villain più spietato che mai. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Fast & Furious 6
Le vicende del film hanno luogo poco
dopo gli eventi del precedente. Dominic Toretto e
la sua banda hanno incassato un cospicuo bottino dopo aver fatto
crollare gli affari del criminale brasiliano Hernan Reyes, e si
sono ora divisi e nascosti negli angoli più remoti del mondo. A
richiamare il gruppo a nuove avventure è però l’agente
LukeHobbs. Questi offre infatti
a Toretto, Brian O’Connor e il resto del
gruppo la completa amnistia qualora accetteranno di recarsi a
Londra con lui per dare la caccia ad un pericoloso mercenario di
nome Owen Shaw. Non sapendo stare con le mani in
mano, Toretto accetta da subito, convincendo infine anche gli
altri.
La missione ha così inizio,
rivelandosi da subito come una delle più complesse per la squadra.
Shaw è infatti uno spietato assassino, nonché uno dei migliori
villain affrontati nel corso della loro esperienza. Questi sta
infatti commettendo una serie di crimini internazionali, senza che
nessuno riesca ad avvicinarsi a lui. Nel momento in cui le cose si
faranno più complesse, Toretto arriva a scoprire che
Letty, la donna che ama e credeva morta, è ora
membro del gruppo di Shaw. La questione diventa dunque personale,
ma ancora una volta le cose sono meno prevedibili di quanto si
potrebbe sperare. Nessuno, infatti, può immaginare che Shaw non
stia lavorando da solo e che c’è un altro folle nemico sulle loro
tracce.
Fast & Furious 6: il cast dei personaggi del film
Ancora una volta il protagonista
assoluto è Vin Diesel, nei
panni dell’ormai iconico Dominic Toretto. Come sempre, l’attore ha
sfoggiato anche in questo caso un’invidiabile forma fisica, che gli
ha permesso di prendere personalmente parte a molte delle più
spericolate sequenze del film. Paul Walker
torna invece a vestire i panni di Brian O’Connor. Per l’occasione,
egli si è allenato in particolare nell’attività del parkour,
eseguendo molte delle acrobazie più spericolate senza l’uso di
controfigure. Tyrese Gibson è
Roman Pearce e Jordana
Brewster interpreta Mia Toretto. Sung
Kang ricopre il ruolo di Han Seoul-Oh. Gal Gadot
riprende invece il ruolo di Gisele Yashar.
Dwayne Johnson, ormai
confermato come membro fisso del cast del film, riprende il ruolo
dell’agente Luke Hobbs. L’attore, già noto per il suo possente
fisico, si è sottoposto ancora una volta ad un allenamento più
massiccio e intensivo del solito, così da raggiungere una forma
fisica mai avuta prima. L’attrice Elsa Pataky
interpreta invece l’agente Elena Neves, ruolo per cui si è a sua
volta preparata seguendo un addestramento speciale e imparando a
maneggiare le armi. Ad interpretare Owen Shaw vi è l’attore
Luke Evans,
mentre Michelle Rodriguez riprende il ruolo di Letty.
Gina Carano
compare nei panni di Riley Hicks, mentre Clara
Paget è Vegh. Infine, vi è anche un cameo di Jason Statham
nei panni di Deckard Shaw, che diventerà poi il nemico principale
del successivo film.
Fast & Furious 6: le auto
presenti nel film
Elemento immancabile nei film della
saga sono le auto da corsa, vere e proprie fonti di attrattiva che
ancora oggi caratterizzano Fast & Furious. In questo sesto
capitolo, in particolare, si annoverano una Alfa Romeo
Giulietta QV, guidata da Brian e Mia, e una Aston
Martin DB9 guidata da Owen Shaw. Dominic Toretto è invece
visto al volante di auto come una BMW M5 E60, una
Dodge Challenger, e una Dodge Charger
Daytona del 1969. Dodge Charger
SRT/8 del 2011 guidata dal team
di.Brian è invece visto guidare anche una Ford Escort Mark
I Mexico del 1970 e una Nissan GT-R.
Anche Letty ha una sua scena a bordo di un auto, precisamente una
Jensen Interceptor Mark 3 del 1973.
Sono poi presenti le auto
Ford Mustang Boss 429 del 1969 – guidata da Roman
– la Ferrari Enzo (replica imperfetta della
FXX) – guidata da Tej ad inizio film davanti al
bancomat. Compaiono poi nel film anche due Flip
Car, guidate una da un membro del gruppo di Owen Shaw,
Vegh, e l’altra guidata dallo stesso Shaw. Infine, si ritrovano nel
film anche un Range Rover del 2007, guidato dagli
uomini di Owen Shaw e una Lucra LC470 del 2013,
guidata da Tej. Come sempre, dunque, le auto sono grandi
protagoniste all’interno del film, che siano usate per pura
bellezza estetica o per fini narrativi o di intrattenimento.
Il trailer di Fast & Furious
6 e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati della saga è
possibile fruire di Fast & Furious 6
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Netflix, Now, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
19 febbraio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema gratis Volare, esordio alla regia di Margherita Buy,
con Buy, Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Euridice
Auxen e Francesco Colella, in sala dal 22
febbraio con Fandango.
Ecco le città in cui sarà possibile
partecipare alle proiezioni:
ROMA
CINEMA ODEON
giovedì 22 febbraio – 10
biglietti
venerdì 23 febbraio – 10
biglietti
sabato 24 febbraio – 10
biglietti
domenica 25 febbraio – 10
biglietti
CINEMA GIULIO CESARE
giovedì 22 febbraio – 10 biglietti
venerdì 23 febbraio – 10 biglietti
sabato 24 febbraio – 10 biglietti
domenica 25 febbraio – 10 biglietti
CINEMA EURCINE
giovedì 22 febbraio – 10 biglietti
venerdì 23 febbraio – 10 biglietti
sabato 24 febbraio – 10 biglietti
domenica 25 febbraio – 10 biglietti
CINEMA IN TRASTEVERE
giovedì 22 febbraio – 10 biglietti
venerdì 23 febbraio – 10 biglietti
sabato 24 febbraio – 10 biglietti
domenica 25 febbraio – 10 biglietti
CINEMA LUX
solo giovedì 22 febbraio – 10 biglietti
TORINO
CINEMA MASSIMO
solo giovedì 22 febbraio – spettacolo delle 20,30 con il
saluto in sala della regista Margherita Buy – 5
biglietti
MILANO
ANTEO PALAZZO DEL
CINEMA
giovedì 22 febbraio – 10 biglietti
venerdì 23 febbraio – 10 biglietti
sabato 24 febbraio – 10 biglietti
domenica 25 febbraio – 10 biglietti
Ad eccezione di Torino, biglietti
assegnati saranno validi per qualsiasi spettacolo della giornata
scelta.
Gli orari degli spettacoli saranno consultabili direttamente sul
sito dei cinema.
I
biglietti saranno validi per il primo spettacolo serale dagiovedì
22 febbraio a domenica 25 febbraioe
potranno essere richiesti inviando una e-mail a[email protected]. E’
fondamentale specificare nel testo della e-mail che si effettua la
richiesta viaCINEFILOS.
Per questioni legate
all’organizzazione degli eventi, sarà necessario inviare la
richiesta dei biglietti entro e non oltre il prossimo giovedì 22
febbraio. Di conseguenza non verranno accettate richieste che ci
perverranno oltre tale data.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità.
Volare, la trama
La storia di Annabì, un’attrice di
successo, che soffre di aviofobia, ovvero la paura di volare. A
causa di questa sua fobia, l’attrice è stata costretta a rinunciare
a scritture importanti. Avrebbe potuto aspirare a un successo
internazionale, ma l’idea di salire su un aereo per un casting o
per le riprese l’ha sempre frenata. Adesso che sua figlia si è
trasferita in California per studiare, Annabì è alla ricerca di
qualcosa da fare e decide di iscriversi a un corso nell’aeroporto
di Fiumicino. Riuscirà a vincere la sa paura?
Le storie dei ninja, le loro
imperterrite abilità di combattimento e la loro natura misteriosa
sono state immortalate in proporzioni epiche sullo schermo. Ma
House of Ninjas di Netflix
mira a portare questi formidabili combattenti fuori dal mito e nel
mondo moderno, ponendo la domanda: Cosa succederebbe se i ninja
operassero ancora tra noi, salvando segretamente il mondo dalle
crisi come eroi invisibili?
La serie drammatica e thriller
esplora la storia di una di queste famiglie che hanno abbandonato
il loro passato e sono svanite nell’ombra, e ora vivono una vita
apparentemente “normale”. La disfunzionale famiglia Tawara è
l’ultimo clan di ninja sopravvissuto, che si è lasciato alle spalle
la propria vita e le proprie radici. Ma quando la nazione si trova
ad affrontare una grave minaccia, i Tawara devono tornare al loro
scopo originario e intraprendere missioni discrete per sventare il
pericolo.
Diretto dal regista Dave Boyle di
Man from Reno, House of Ninjas viene presentato
come uno “spettacolo non convenzionale” che “fonde
azione spionistica top-secret e dramma familiare“, ruotando
intorno a un gruppo di personaggi colorati. Boyle
è anche coautore della sceneggiatura, tratta da una storia scritta
da Kento Kaku, uno degli attori principali della
serie, che interpreta Haru, uno dei personaggi principali.
Intitolata in giapponese Shinobi no le, House of
Ninjas si preannuncia come una serie ricca di suspense e
anticonvenzionale, pronta a offrire un’azione di arti marziali
tagliente e brillante, un intenso dramma familiare e un thriller
spionistico ricco di suspense, avvolti in un’avvincente storia di
famiglia.
House of Ninjas è
una delle numerose uscite imminenti di Netflix.
Nel 2023, i titoli giapponesi sono stati il terzo contenuto non
inglese più visto sulla rete di streaming (dopo il coreano e lo
spagnolo) e il suo elenco per il 2024 include diverse uscite
attese. Oltre a quest’ultima serie drammatica e thriller, lo
streaming ha annunciato anche City Hunter, l’adattamento
cinematografico in live action dell’omonimo manga di
Tsukasa Hōjō. L’uscita del film è prevista per
l’aprile 2024. Tra gli altri titoli live-action in uscita
quest’anno sullo streamer, i fan possono aspettarsi anche i film
The Parades, Drawing Closer e The Queen of Villains, e
spettacoli come Tokyo Swindlers e Beyond Goodbye.
Di cosa parla House of
Ninjas ?
Netflix, uno dei più grandi servizi di
intrattenimento del mondo, ha sviluppato e prodotto la serie “House
of Ninjas”, che debutta in streaming globale e in esclusiva giovedì
15 febbraio 2024. Spesso protagonisti sul piccolo e grande schermo,
i ninja affascinano con le loro capacità fisiche misteriose e
terribili. E se nel moderno Giappone agissero ancora nell’ombra? La
risposta alla domanda si trova in questa inconsueta serie ninja di
Netflix che affianca scene d’azione fulminee e realistiche a una
suspense da brividi.
Quanti episodi ci sono in ‘House
of Ninjas’?
House of
Ninjasprevede otto episodi, che molto
probabilmente verranno trasmessi in streaming il giorno della
première.
Esiste un trailer di “House of
Ninjas”?
Il trailer ufficiale
di House of Ninjas,
pubblicato da Netflix, si apre con una voce fuori campo sulla vita
e lo scopo di un ninja, in cui possiamo intravedere la famiglia
Tawara e il loro ruolo di salvatori nell’ombra. Il trailer di tre
minuti accenna brevemente alla trama, in cui Shoichi Tawara, il
patriarca della famiglia, viene chiamato da un’organizzazione
governativa segreta per contrastare una minaccia
nazionale.
La clip rivela anche che un
nuovo clan di ninja è in aumento e sta rappresentando un pericolo
per la nazione. Apprendiamo anche da una rapida sequenza d’azione
che Haru, il secondo figlio della famiglia, ha commesso un errore
in passato, non adempiendo al suo dovere di ninja. La sua
gentilezza è costata a lui e alla sua famiglia la sicurezza e la
discrezione, che, al giorno d’oggi, tornano a perseguitare lui e il
resto dei Tawara.
Il tono oscuro e misterioso della
clip mantiene la promessa di un’emozionante serie thriller, che
sembra giustapporre azione, mistero, dramma e dinamiche familiari.
Le azioni brillanti e le tese dinamiche familiari ricorderanno
sicuramente ai fan la serie d’azione commedia nera recentemente
pubblicata da Netflix, The Brothers Sun. Sebbene sia ricco di azione
classica delle arti marziali, House of Ninjas ,
come rivela il trailer, probabilmente esplorerà anche l’essenza di
ogni personaggio in profondità e seguirà il loro viaggio emotivo.
Che tu sia un fan dell’azione sulle arti marziali o semplicemente
un thriller drammatico avvincente, questa nuovissima serie
giapponese soddisferà sicuramente il bisogno di una buona serie
degna di nota.
Chi recita in House of
Ninjas?
Come rivelato da
Netflix, House of
Ninjas presenta un cast interessante con
Kento Kaku,Yosuke
Eguchi , Tae
Kimura , Kengo
Kora , Aju
Makita e Nobuko
Miyamoto nei ruoli principali. Anche se
la maggior parte di loro farà il suo debutto su Netflix con questa
nuovissima serie, ognuno di loro è un volto familiare
dell’intrattenimento giapponese e i fan potrebbero riconoscerlo dal
suo progetto precedente.
Kaku interpreta Haru, il
secondo figlio della famiglia Tawara, un ninja d’élite con abilità
ineguagliabili il cui passato ancora lo perseguita. I fan
potrebbero riconoscere Kaku dal suo ruolo di Miwa Aoi nella serie
drammatica Disney+/Hulu, My
Family, o dall’adattamento live-action
di The Disastrous Life of
Saiki K.
Eguchi e Kimura interpretano
rispettivamente i genitori di Haru, Soichi e Yoko Tawara. Eguchi è
già apparso in tre film
Netflix: BLEACH, Rurouni
Kenshin: The
Beginning e Rurouni
Kenshin: The
Final . House
of Ninjas segna il debutto su Netflix di
Kimura, un’attrice nota soprattutto
per Zero
Focus.
Kengo Kora
( Shoplifters )
interpreta il fratello maggiore di Haru, Gaku, e Aju Makita
( The Makanai: Cooking for the Maiko
House ) interpreta la loro sorella,
Nagi.
L’attrice giapponese veterana
Nobuko Miyamoto ( A Taxing
Woman ) interpreta Taki, la misteriosa nonna
dei fratelli, “che osserva la famiglia dall’ombra”.
Tra gli altri membri del cast
aggiuntivi, Riho
Yoshioka interpreta Karen Ito, una
giornalista che ha coperto un incidente che ha coinvolto i Tawara
sei anni prima; Tomorowo
Taguchi nel ruolo di Jin Hamashima, un
discreto funzionario governativo che cerca di prevenire una crisi
nazionale; Tokio
Emoto nei panni di Masamitsu Oki, una
nuova recluta nella squadra di Hamashima ed esperto di attrezzature
high-tech; Pierre
Taki nel ruolo di Zensuke Omi, un
detective che indaga su una serie di misteriose
rapine; Kyusaku
Shimada nel ruolo di Kosaku Kuze, il
leader di una squadra di pulizie incaricata da Hamashima di coprire
le tracce dei ninja; Mariko
Tsutsui nel ruolo di Toko Mukai, un
politico che una volta fu salvato dalla famiglia Tawara. Il cast è
completato da Tenta
Banka nei panni di Riku, il terzo figlio
e il figlio più giovane dei Tawara e l’unico membro della famiglia
che non è a conoscenza della loro identità ninja.
Chi è l’autore di House of
Ninjas?
House of Ninjas è
diretto da Dave Boyle e basato su una storia di
Kento Kaku, Yoshiaki Murao e Takafumi Imai, con Boyle, Masahiro
Yamaura , Kota Oura e Kanna Kimura come scrittori. Regista,
scrittore, montatore e attore americano, Dave Boyle è noto
soprattutto per aver scritto e diretto film con cast e personaggi
asiatici e/o asiatico-americani. Alcuni dei suoi lavori precedenti
includono Big Dreams Little Tokyo (2006), White on Rice
(2009), Surrogate Valentine (2011), Daylight Savings (2012) e Man
from Reno (2014).
Di questi, Surrogate
Valentine, Man from Reno e White on Rice hanno vinto premi
in diversi festival cinematografici internazionali. Il prossimo
progetto di Boyle include il film drammatico di prossima uscita,
Tokyo Cowboy, diretto da Marc Marriott , di cui
Boyle scrive la sceneggiatura.
MUBI, il distributore globale, servizio di
streaming e società di produzione, distribuirà l’ultimo
documentario del vincitore BAFTA David
Hinton, Made in England: The Films of Powell and
Pressburger, in Germania, Austria, Svizzera, Italia,
Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, America Latina, Turchia
e India SAARC.
Il film sarà presentato in
anteprima mondiale al Festival Internazionale del Cinema di
Berlino 2024 nella sezione Berlinale
Special questa settimana.
Diretto da David
Hinton, vincitore Emmy e due volte vincitore del
BAFTA, questo è lo sguardo personale e commovente di Martin Scorsese su due dei più grandi registi
del cinema britannico.
Produttori, sceneggiatori e
registi, Powell e Pressburger hanno creato alcuni dei grandi
classici dell’epoca d’oro britannica, tra cui Scarpette rosse,
Narciso Nero, Scala al Paradiso e Duello a Berlino. Nelle parole di
Scorsese, i loro film erano “grandiosi, poetici, saggi,
avventurosi, ostinati, estasiati dalla bellezza, profondamente
romantici e completamente privi di compromessi”. Questo film sarà
un’esplorazione senza precedenti del loro genio.
Martin Scorsese accompagnerà il pubblico in un
viaggio molto personale, raccontando come, fin da giovane, sia
stato affascinato dai loro film, come abbiano contribuito a
plasmare il suo modo di fare cinema e come la successiva amicizia
con Michael Powell abbia lasciato un segno indelebile nella sua
vita.
Grazie a un tesoro di rari
materiali d’archivio, tra cui le collezioni personali di Powell,
Pressburger e Scorsese, la storia sarà raccontata utilizzando
diari, registrazioni audio, filmati amatoriali, fotografie
personali e, naturalmente, i film stessi.
Diretto da David Hinton, il film è
prodotto da Nick Varley per Ten Thousand 86 e Matthew Wells per Ice
Cream Films in associazione con Sikelia Productions. Martin Scorsese, Olivia Harrison e Thelma
Schoonmaker sono i produttori esecutivi.
Il film è finanziato da BBC Film e
dalla National Lottery attraverso Screen Scotland. I produttori
esecutivi per BBC Film sono Claudia Yusef ed Eva Yates, Mark Thomas
è produttore esecutivo per Screen Scotland, Will Clarke è
produttore esecutivo per Altitude. Thomas Hoegh è anche produttore
esecutivo.
Ulteriori dettagli sull’uscita di
Made in England: The Films of Powell and
Pressburger saranno annunciati nei prossimi mesi.
Dopo il grande entusiasmo dimostrato
dai fan di tutto il mondo lo scorso anno, la k-wave sembra essere
diventata un fenomeno ormai inarrestabile. Con il passare dei mesi,
infatti, Netflix si impegna sempre di più
a fornire una vasta gamma di contenuti coreani di alta
qualità, capaci di conquistare e emozionare anche il
pubblico più scettico e meno incline al cinema e alla serialità
dell’Asia Orientale. «Quest’anno il nostro catalogo di
contenuti dalla Corea offre titoli diversi che catturano la
vera essenza dei narratori coreani» – ha dichiarato
pochi giorni fa Don Kang, Vice Presidente di
Netflix Corea.
«Che si tratti di serie
TV, film o innovativi titoli unscripted, condivideremo
esperienze indimenticabili con i fan dell’intrattenimento in tutto
il mondo e titoli imperdibili che saranno disponibili solo su
Netflix». Tra attesi ritorni (come le nuove stagioni di
Sweet Home, Squid Game e La Creatura di
Gyeongseong) e una vasta selezione di serie TV e film di
ogni genere, il catalogo Netflix del
2024 – già inaugurato da alcuni avvincenti e oscuri
k-thriller, tra cui Eredità Sepolta, Badland Hunters e
A Killer Paradox –
promette dunque un anno ricco di emozioni, suspense e nuove
scoperte che continueranno a catturare l’immaginazione degli
spettatori e a consolidare ulteriormente il fenomeno globale della
k-wave.
MY NAME IS LOH KIWAN
My Name is Loh Kiwan | In foto l’attore Song Joong-ki nei panni di
Loh Kiwan.
Il celebre attore Song
Joong-ki (conosciuto su Netflix per il suo ruolo nella
serie Vincenzo) torna su Netflix con il toccante
dramma romanticoMy Name is Loh Kiwan. Diretto da
Kim Hee-jin e basato sul romanzo I Met Loh Kiwan di Cho
Hae-jin, il film racconta la tragica storia di un disertore
nordcoreano che, nella speranza di poter sopravvivere e
avere una seconda possibilità, si rifugia in Europa, dove cercherà
di ricostruirsi una vita senza soldi né conoscenze. Mentre cerca di
ottenere con grande difficoltà l’asilo in Belgio, conosce Marie
(interpretata da Choi Sung-eun, già vista in
The Sound of Magic accanto a Ji Chang-wook), una donna
sola e sconsolata in cerca di un valido motivo per ricostruire la
propria vita. My Name is Loh Kiwan sarà disponibile su
Netflix a partire dal 1° marzo.
CHICKEN NUGGET
Chicken Nugget | In foto (da sinistra a destra) Ryu Seung-ryong
(Choi Sun-man) e Ahn Jae-hong (Ko Baek-joong).
Basato sull’omonimo webtoon
Naver di Park Jidok, Chicken Nugget è la
spiritosa serie fantasy diretta da Lee Byeong-heon
e con protagonisti gli attori Ryu Seung-ryong, Ahn Jae-hong e Kim
You-jung (My Demon, qui la
recensione). La serie comica segue le vicende di una giovane
donna che, dopo essere entrata in un misterioso macchinario, si
ritrova improvvisamente trasformata in una crocchetta di
pollo agrodolce (Dakgangjeong). Determinati a riportarla
alla sua forma originale, suo padre e il suo migliore amico
intraprendono una serie di buffe e imprevedibili avventure,
ritrovandosi ad affrontare una catena di bizzarri eventi lungo il
cammino.
La prima stagione di Chicken
Nugget arriverà su Netflix Italia il 15 marzo
2024.
QUEEN OF TEARS
Queen of Tears | In foto (da sinistra a destra) gli attori Kim
Ji-won e Kim Soo-hyun.
Queen of Tears è il nuovo
anticonformistico e romantico k-drama con
protagonisti i talentuosi attori Kim Soo-hyun
(It’s Okay to Not Be Okay), Kim Ji-won
(Il diario della mia libertà, Lovestruck in the
City), Kwak Dong-yeon e Lee Joo-been. Diretto da Jang
Young-woo e Kim Hee-won, la storia segue due giovani
coniugi provenienti da ricche famiglie: Hong Hae-in è l’erede di
un’importante azienda di grandi magazzini, mentre la famiglia di
Baek Hyeon-u domina la scena dei supermercati. Dopo soli tre anni
di matrimonio, la regina dei grandi magazzini e il principe dei
supermercati attraversano una crisi coniugale che darà loro la
possibilità di poter ricominciare da capo e veder sbocciare
l’amore.
Queen of Tears arriverà su
Netflix nel primo trimestre del 2024 e sarà
formato da 16 episodi che, con molta probabilità,
seguiranno una programmazione di rilascio settimanale.
THE 8 SHOW
The 8 Show | In foto l’attrice Chun Woo-hee.
In attesa del ritorno di
Squid
Game, la serie sudcoreana più vista al mondo, Netflix
presenta il nuovo survival game, The 8
Show. Diretto da Han Jae-rim e basato sui webtoon Money
Game e Pie Game di Bae Jin-soo, la serie segue
otto individui che partecipano a un programma
televisivo per il quale saranno intrappolate all’interno
di un misterioso edificio di otto piani. Ma quella
che sembrava una normale competizione televisiva, tuttavia, si
trasforma ben presto in un pericoloso e inquietante gioco. Nel cast
sono presenti Ryu Jun-yeol, Chun Woo-hee (Unlocked), Park
Jeong-min, Lee Yul-eum, Park Hae-joon, Lee Zoo-young, Moon
Jeong-hee e Bae Seong-woo.
The 8 Show arriverà su
Netflix nel secondo trimestre 2024.
PARASYTE: THE GREY
Parasyte – The Grey | In foto gli attori (da sinistra a destra) Koo
Kyo-hwan e Jeon So-nee..
Basato sul celebre manga di
Hitoshi IwaakiKiseiju – L’ospite
indesiderato (di cui su Netflix è disponibile anche
l’omonimo anime del 2014), Parasyte: The grey è l’atteso
live-action sudcoreano diretto dal regista Yeong
Sang-ho, già noto al pubblico netflixiano per JUNG_E e
Hellbound. La serie seguirà nuovi personaggi, inclusa
l’attrice Jeon So-nee (When My Love Blooms ed
Encounter) nel ruolo di una giovane donna invasa
da un misterioso parassita che, stranamente, piuttosto di
prendere il pieno controllo del suo cervello, instaura una sorta di
convivenza con lei. Il cast include anche Koo Kyo-hwan
(D.P., Kill Boksoon), Lee Jung-hyun, Kwon Hae-hyo
e Kim In-kwon.
Parasyte: The grey sarà
reso disponibile nel secondo trimestre del
2024.
SWEET HOME Stagione 3
Sweet Home | In foto l’attore protagonista Song Kang.
Dopo la lunga attesa per il secondo
capitolo, l’amato action-horror Sweet Home – diretto dai registi Lee Eung-bok
e Park So-hyeon – è in dirittura d’arrivo. La terza e ultima
stagione, infatti, arriverà su Netflix nell’estate del
2024 e offrirà un “gran finale”: mentre Yi-kyung
(Lee Si-young) è ancora viva come ibrido
umano-mostro, Eun-hyeok (Lee Do-hyun) ha oramai
completato la trasformazione e si riunirà con Eun-yu (Go
Min-si), rappresentando una potenziale minaccia.
RESIDENT PLAYBOOK
Resident Playbook | In foto l’attrice Go Youn-jung.
Diretta da Lee Min-su, nel
secondo trimestre del 2024 debutterà su Netflix la
serie Resident Playbook (titolo provvisorio),
spin-off dell’iconico e commovente dramma medico
Hospital Playlist (2020) che vedeva protagonisti
gli attori Jeon Mi-Do, Jo Jung-suk, Yoo Yeon-seok, Jung Kyung Ho e
Kim Dae-myung nei panni di cinque amici e medici alle prese con
storie di “nascita, morte e tutto ciò che accade nel
mezzo”. Anche se Resident Playbook sarà ambientato
nello stesso ospedale di Hospital Playlist, la nuova serie
seguirà un gruppo di personaggi completamente
nuovi: gli specializzandi ginecologi del Jongno Yulje
Medical Center. La serie vede protagonisti Go Youn-jung, Shin Si-a,
Kang You-seok, Han Ye-ji e Jung Jun-won.
HIERARCHY
Hierarchy | In foto gli attori Lee Chae-min e Kim
Jae-won.
Il regista Bae Hyeon-jin dirige
l’emozionante dramma di formazione
Hierarchy, in arrivo nel secondo
trimestre del 2024. La serie è una storia d’amore
e di vendetta adolescenziale ambientata nella Jusin High
School, una scuola superiore d’élite governata da un gruppo di
studenti più ricchi. Qui l’equilibrio di potere viene
improvvisamente minato dall’arrivo di un nuovo studente
riservato, che mette in discussione il dominio di questo
mondo apparentemente inaccessibile. Hierarchy offre un
intreccio ricco di drammi, tradimenti e complicate amicizie. Nel
cast spiccano i giovani attori Roh Jeong-eui, Lee Chae-min, Kim
Jae-won, Chi Hae-won e Lee Won-jeong.
LA CREATURA DI GYEONGSEONG Stagione 2
La Creatura di Gyeongseong | In foto gli attori (da sinistra a
destra) Han So-hee e Park Seo-joon.
Dopo il successo del suo debutto lo
scorso dicembre, La Creatura di Gyeongseong (qui la recensione) farà il suo
ritorno nel terzo trimestre del 2024 su Netflix
con il suo secondo capitolo. Diretta da Chung
Dong-yoon, il drama trasporterà il pubblico dall’antica e
dominata Gyeongseong del 1945 a una moderna e familiare Seoul.
L’attrice Han So-hee tornerà nei panni della coraggiosa e
determinata Chae-ok, mentre Park Seo-joon interpreterà un
misterioso personaggio, apparentemente nuovo, dal nome Ho-jae. Il
destino riporterà i due giovani sulla stessa via?
Il cast della seconda stagione di
La Creatura diGyeongseong include anche Lee
Mu-saeng e Bae Hyeon-seong.
THE WHIRLWIND
The Whirlwind | In foto gli attori Kim Hee-ae e Sul
Kyung-gu.
The Whirlwind è un
dramma politico diretto da Kim Yong-wan (If
You Wish Upon Me) e scritto dallo sceneggiatore Park Kyung Soo
(Punch). La serie si concentra sul conflitto tra
due persone con ideologie opposte: il vice primo ministro
dell’economia (interpretato da Kim Hee-ae) e il primo ministro
(l’attore Sul Kyung-gu). Questo loro scontro politico scatena una
serie di eventi critici che influenzeranno profondamente il paese e
gli stessi personaggi. The Whirlwind debutterà su Netflix
nel terzo trimestre del 2024.
OFFICER BLACK BELT
Officer Black Belt – In foto il celebre attore Kim
Woo-bin.
Officer Black Belt è
un’avvincente commedia d’azione diretta da Jason
Kim (creatore dell’adrenalinica serie I Segugi) e con
protagonista il talentuoso (e tanto amato in patria) attore
Kim Woo-bin (Black Knight, Our
Blues). Il film intreccia le vite di un ufficiale di
sorveglianza e un prodigio delle arti marziali, due uomini che si
ritrovano presto impegnati nella lotta contro il
crimine per proteggere i partecipanti al nuovo programma
di sicurezza. Officer Black Belt è già uno dei film
d’azione Netflix più attesi e promettenti del 2024 e l’uscita è
prevista per il terzo trimestre. Nel cast anche
Kim Sung-kyun, che interpreta il protagonista Lee Jung-do.
THE FROG
The Frog – In foto l’attrice Go Min-si.
The Frog è
l’enigmatico thriller diretto da Mo Wan Il (noto
in patria per il dramma di successo The World of the
Married) disponibile su Netflix nel terzo trimestre
del 2024. La serie – con protagonisti gli attori
Kim Yun-seok, Go Min-si (da
Sweet Home), Yoon Kye-sang e Lee Jung-eun
– segue la complicata vita di Jeon Yeong-ha, proprietario di un
isolato motel il cui mondo viene sconvolto dall’arrivo di una
misteriosa donna che lo costringerà a lottare e ad aggrapparsi con
forza a ciò che più ama.
MR. PLANKTON
Mr. Plankton – In foto l’attrice Lee You Min.
Hae-jo (Woo Do
Hwan, Bloodhounds, The King: Eternal
Monarch) e Jae-mi (Lee You Min, volto noto
per il pubblico di Netflix grazie ai suoi iconici ruoli in
Squid Game e All of Us Are Dead) sono due
ex fidanzati terribilmente insoddisfatti delle proprie
attuali vite: lui si sente privo di un vero scopo e dispera nel
trovare la felicità; lei, invece, è sul punto di sposare un uomo
che non ama. Costretti a intraprendere insieme il loro
ultimo viaggio, Jae-mi mostrerà a Hae-jo l’importanza
dell’amore e del sentirsi parte di una famiglia.
Diretto da Hong Jong Chan (La
giudice) e scritta dallo sceneggiatore Jo Yong (It’s Ok to
Not Be Ok), Mr. Plankton è una deliziosa
commedia romantica che arriverà sulla piattaforma nel
quarto trimestre del 2024.
THE GREAT FLOOD
The Great Flood – In foto l’attore Park Hae Soo.
In quello che potrebbe essere
l’ultimo giorno sulla Terra, una scienziata e una
guardia della sicurezza cercano di salvare disperatamente la vita
di un bambino durante una catastrofica alluvione
che devasta tutto ciò che incontra. The Great Flood è
l’apocalittico k-thriller di Kim Byung-woo, con
protagonisti gli attori Kim Da Mi (da Itaewon Class) e
Park Hae Soo (Squid Game). Il film sarà disponibile su
Netflix nel quarto trimestre del 2024.
UPRISING
Co-scritto e co-prodotto dal famoso
autore coreano Park Chan-wook (Oldboy,
Decision to Leave), Uprising è il period drama
in costume diretto da Kim Byung-woo e con protagonisti gli
attori Gang Dong-won (Broker – Le buone stelle), Park
Jeong-min, Cha Seung-won e Kim Shin-rok. Ambientato durante
l’antica dinastia Joseon, un padrone e un servitore –
cresciuti insieme come amici d’infanzia – si ritrovano nel
dopoguerra schierati su fronti opposti. Il film è descritto come un
violento dramma umano combinato con tanta storia e
azione. Uprising arriverà su Netflix nel
quarto trimestre del 2024.
HELLBOUND
Quasi tre anni dopo la première di
Hellbound, e dopo alcune controversie legate all’attore
Yoo Ah-in (protagonista della prima stagione),
l’angosciante e infernale serie di Yeon Sang-ho
torna con un secondo capitolo che vedrà il ritorno di vecchi volti
e l’ingresso di nuovi attori in una storia sull’ascesa della
New Truth Society. Hellbound
narra dell’arrivo improvviso di mostruose e misteriose
creature sulla Terra, che giudicano e maledicono le
persone seminando caos e disperazione. La seconda
stagione debutterà nell’ultimo trimestre del 2024,
con un cast che include Kim Hyun-joo, Kim Sung-cheol, Kim
Shin-rock, Im Seong-jae, Lee Dong-hee e Yang Ik-june.
THE TRUNK
The Trunk – In foto l’attore Gong Yoo.
Seo Hyun-jin, nota
per le sue performance trasformative in Another Miss Oh e
The Beauty Inside, e il talentuoso Gong
Yoo, acclamato dai fan per il suo ruolo in Guardian:
The Lonely and Great God, si uniscono in questo
attesissimothriller diretto da
Kim Gyu-tae (Our Blues). The Trunk vede protagonisti
In-ji, dipendente di un’intrigante agenzia di matchmaking, e
Jeong-won, un solitario produttore musicale che si ritrova
improvvisamente legato a In-ji da un contratto matrimoniale
organizzato dalla sua ex-moglie. Tuttavia, il loro incontro prende
una svolta ancora più misteriosa quando un insolito ritrovamento li
getta in un vortice di segreti ed eventi dietro il
servizio di matchmaking.
The Trunk sarà disponibile su
Netflix alla fine del 2024.
SQUID GAMEStagione 2
Squid Game | In foto l’attore protagonista Lee Jung-jae. Credit:
Netflix
Uno dei prodotti più attesi di
quest’anno è senz’altro la seconda stagione
dell’angosciante e adrenalinico thriller Squid
Game, la serie Netflix diretta da Hwang Dong-hyuk e
divenuta in poco tempo un vero e proprio fenomeno globale. Gwi-num
(Lee Jung-jae), il Front Man (Lee Byung-hun), il detective Hwang
Jun-ho (Wi Ha-jun) e il Venditore (Gong Yoo) torneranno in questo
secondo capitolo che riprenderà esattamente da dove si era
interrotta la prima stagione. Ora milionario dopo aver vissuto
innumerevoli orrori, Gwi-num è determinato a trovare il Front Man e
a porre fine agli atroci giochi. Squid Game
2 darà il benvenuto anche a nuovi membri del cast, tra cui
Kang Ha-neul, Park Gyu-young, Choi Seung-hyun e altri.
Presentato
in anteprima al Festiva di Cannes e candidato
all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, May
December di Todd Haynes arriva al
cinema con Lucky Red dal 21 marzo.
A confrontarsi le due
attrici premio Oscar
Natalie Portman e
Julianne Moore, in un racconto tra il melò e il
thriller. Ad affiancarle Charles Melton che per la
sua interpretazione ha ricevuto la candidatura al Golden Globe e
svariati riconoscimenti, tra cui quello di Miglior attore non
protagonista dell’anno dal National Society of Film Critics.
Todd Haynes con
May
December porta sullo schermo uno scandalo americano,
riuscendo ad essere allo stesso tempo divertente e
affascinante.
La trama di May
December
Una famosa attrice è intenzionata a
realizzare un film sulla storia vera di una coppia, la cui
relazione clandestina aveva infiammato la stampa scandalistica e
sconvolto gli Stati Uniti vent’anni prima. Per prepararsi al
suo nuovo ruolo, entrerà nella loro vita rischiando di metterla in
crisi.
San Valentino, la giornata degli
innamorati, ha portato nelle sale italiane un commovente dramma
romantico diretto da Celine Song: si tratta
di Past Lives (qui
la recensione). La pellicola, candidata agli Oscar come miglior
film e miglior sceneggiatura originale, ottiene un ottimo risultato
al suo primo fine settimana nei cinema. Past Lives incassa €316.337
a fronte di un totale che supera il milione di euro dalla sua
uscita il 14 febbraio.
Terzo classificato è Povere Creature!. Questa commedia dai tratti
grotteschi con
Emma Stone ha ottenuto un’ottima accoglienza sua dalla critica,
venendo candidata anche a ben undici premi Oscar, e anche dal
grande pubblico. Povere Creature! Incassa €205.175 nel week end e
ben più di 7 milioni di euro dal suo arrivo nelle sale il 25
gennaio.
Il resto della classifica oltre
Past Lives
Al quarto e quinto posto si
stabiliscono rispettivamente
Madame Web, nuova pellicola Marvel appartenente al Sony’s
Spider-Man Universe, e
Tutti tranne te, commedia romantica con Glen Powell e
Sidney Sweeney. Madame web incassa al suo primo fine settimana
in sala €182.556, mentre Tutti tranne te
raggiunge un incasso di €114.537 nel week end e sfiora i 6 milioni
di euro dalla sua uscita il 25 gennaio.
Sesto e settimo classificati sono
Finalmente l’alba, pellicola drammatica con
Lily James e
Willem Dafoe, e Sansone e Margot- due cuccioli
all’opera, film animato. Finalmente l’alba incassa
€82.970, mentre Sansone e Margot raggiunge un incasso di €73.020.
All’ottavo posto si stabilisce I
tre moschettieri- milady, nuovo adattamento
dell’omonimo romanzo di Alexandre Dumas con
Eva Green e
Vincent Cassel, con un incasso di €68.207.
Perfect Days tiene in top ten
Ultimi due classificati al box
office sono rispettivamente
Perfect Days, altra pellicola insieme a Past Lives
distribuita dalla Lucky Red Distribution, e
The Holdovers- lezioni di vita, altra commedia
candidata agli Oscar in cinque categorie. Perfect days incassa
€67.500 a fronte di un totale dipiù di 5 milioni di euro, mentre
The holdovers raggiunge un incasso di €36.613 nel week end e 2
milioni dall’uscita il 18 gennaio.
Quando parliamo di saghe action, i
titoli che vengono subito in mente sono Die Hard, Arma Leatale, Fast & Furious e
Mission: Impossible. Quest’ultima, in
particolare, è una saga che negli anni si è continuamente
rinnovata, includendo sempre più nuovi personaggi, situazioni e,
soprattutto, sequenze al limite dell’impossibile, proprio sfidando
il suo titolo. Il primo
Mission: Impossible, uscito nel 1996, è ispirato alla
serie televisiva omonima del 1966 e per anni la
Paramount Pictures aveva cercato di portare al cinema quella
storia, consapevole che gli anni Novanta si stavano rivelando un
periodo particolarmente propizio per questo genere di
lungometraggi.
A spingere affinché il film venisse
infine realizzato vi fu TomCruise, fan della serie,
che desiderava ardentemente interpretare il ruolo del protagonista.
Con il suo supporto, ha dunque preso poi vita un’intera saga che
continua anche oggi, riscuotendo sempre un’accoglienza generalmente
positiva da parte della critica. Ad oggi, è la diciassettesima
serie di film che ha incassato di più in assoluto, con oltre 4,09
miliardi di dollari in tutto il mondo, ed è spesso citata come uno
dei migliori franchise d’azione di tutti i tempi.
Mission: Impossible, l’ordine di
visione dei film
Per quanto riguarda l’ordine di
visione dei film, questo coincide con l’ordine di uscita al cinema.
Ogni nuovo film racconta infatti eventi successivi al precedente
capitolo e anche se questi eventi non sono strettamente legati tra
loro (eccezion fatta per Rogue Nation e Fallout), si consiglia di seguire tale ordine
per poter avere un quadro più preciso sui vari personaggi, la loro
evoluzione e il progredire delle loro vicende.
Come guardare la
serie di film in ordine
Di seguito, ecco dunque l’ordine
cronologico dei film:
Protagonista del
film Mission:
Impossible è Ethan Hunt, membro
della Impossible Mission Force, una sezione speciale e segreta
della CIA, incaricato di svolgere le missioni più delicate e
apparentemente impossibili. Dopo che una di queste va in malora,
con l’intero team rimasto vittima di una trappola, Hunt si trova ad
essere il sospettato numero uno e per far cadere queste accuse nei
suoi confronti dovrà intraprendere una delicata indagine, che lo
condurrà fino al quartiere generale della CIA, dove sembra si
trovino le prove che gli occorrono. Per far ciò, potrà contare
sull’aiuto dell’esperto di computer Luther
Stickell, il pilota Franz Krieger e la
moglie del suo ex capo Claire.
Primo film della saga, diretto da
Brian de Palma, questo è stato fortemente voluto
da Tom Cruise,
grande fan della serie originale, che dichiarò di aver voluto
realizzare il film anche per poter “giocare” con i tanti gadget da
spia segreta di cui il suo personaggio è ovviamente dotato. Cruise,
in quanto anche produttore del film, ebbe grande influenza su molte
scelte narrative e tecniche. In particolare, egli interpretò come
suo solito tutte le acrobazie più spericolate, senza ricorrere a
controfigure. Accanto a lui, si ritrovano anche gli attori
Jon Voight, Jean Reno,
Ving Rhames, Emmanuelle
Béart e Vanessa
Redgrave.
Mission: Impossible 2 (2000)
Il film Mission:
Impossible 2 racconta di nuove avventure ad alto
tasso adrenalinico di Ethan Hunt, agente dell’IMF.
Proprio mentre si trova in vacanza, egli viene convocato per
svolgere un incarico d’importanza internazionale. L’agente
traditore Sean Ambrose ha rubato il pericoloso
virus Chimera e il suo antidoto, noto col nome di Bellerofonte, con
l’obiettivo di ricavarne miliardi di dollari. Aiutato dall’esperto
di computer Luthor Stickell e dal pilota di
elicottero Billy Baird ma anche dall’abile e
affascinante ladra Nyah Hall, ex di Ambrose, Hunt
dovrà dunque cercare di rintracciare il terrorista prima che possa
finire con lo spargere il virus per tutto il mondo, causando una
tragedia senza precedenti.
Per reintrodurre il personaggio di
Hunt, TomCruise ha ideato la sequenza in cui egli si
arrampica a mani nude sul Dead Horse Point State Park a Moab, nello
Utah. La cosa preoccupava molto i produttori, che temevano che
l’attore potesse farsi male. Cruise insistette però per svolgere la
scena, senza avvalersi di alcuna rete di protezione ma unicamente
dell’ausilio di alcuni cavi di sicurezza ancorati al suo corpo.
Accanto a lui in questo secondo capitolo vi sono Thandiwe
Newton, Ving Rhames, John
Polson, Brendan
Gleeson, Dougray Scott e
Anthony Hopkins.
Mission: Impossible III (2006)
L’agente Ethan
Hunt conduce adesso una vita più tranquilla occupandosi
dell’addestramento delle nuove reclute e portando avanti la sua
vita sentimentale con l’infermiera Julia, con la
quale dorvà presto sposarsi e che, però, è assolutamente ignara del
vero lavoro di Ethan. Nonostante l’intenzione di rimanere lontano
dai pericoli per lei, Ethan sarà però costretto a rientrare in
azione quando una delle sue allieve, Lindsey
Farris, viene catturata. Comincia così per lui una
missione di salvataggio in piena regola, il cui esito è quantomai
incerto. La situazione precipiterà ulteriormente quando Ethan
capirà che Lindsey è stata fatta prigioniera in virtù delle
informazioni che possiede riguardo un’arma chiamata “Zampa di
Lepre”.
Tom Cruise
riprende in Mission:
Impossible III– diretto
da J.
J. Abrams– il ruolo dell’agente Ethan Hunt,
cimentandosi come suo solito nella stragrande maggioranza delle
acrobazie previste per il suo personaggio, senza voler ricorrere a
controfigure. L’attore Philip Seymour
Hoffman interpreta l’antagonista del film, mentre nel
cast si ritrovano anche Ving Rhames, Maggie Q,
Laurence
Fishburne, Billy Crudup,
Jonathan
Rhys-Meyers, Michelle
Monaghan, Keri Russell e
Simon Pegg, che
assume da qui il ruolo dell’agente Benjamin “Benji” Dunn, presente
poi anche nei successivi film della saga.
Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011)
In questo nuovo film della saga la
spia dell’agenzia americana IMF Ethan Hunt è alla
ricerca di informazioni riguardo ad un misterioso e spietato
terrorista chiamato Cobalt. Per riuscire in ciò,
si troverà a doversi introdurre nel Cremlino, dove viene però colto
alla sprovvista. Dato il suo errore, viene attivato il cosiddetto
Protocollo fantasma. Ciò significa che per lui e i suoi
collaboratori non vi è più alcun tipo di supporto dall’agenzia di
spionaggio a cui fanno capo. Sono ora lasciati soli, in balia del
destino. Divenuti dunque degli spettri, Hunt e i suoi si troveranno
a dover sventare quanto prima i piani dei terroristi, ottenendo
quanto prima la possibilità di rientrare sotto l’ala protettiva del
governo degli Stati Uniti.
Per il quarto film della saga,
Mission: Impossible – Protocollo fantasma
(qui
la recensione), Cruise ha realmente scalato l’esterno della
torre Burj Khalifa, uno degli edifici più alti del mondo,
raggiungendo un altezza di circa 500 metri da terra. Nel cast sono
poi presenti Simon Pegg, Jeremy Renner,
Paula Patton, Michael Nyqvist,
Tom Wilkinson e Léa Seydoux. L’attore
Ving Rhames compare sul finale con un cameo
confermandosi così come l’unico attore oltre a Cruise ad aver preso
parte a tutti i film della saga.
Mission: Impossible – Rogue Nation (2015)
L’agente Ethan
Hunt è alle prese con una nuova missione. Dopo essere
venuto a conoscenza dell’acquisto di gas nervino da parte di un
gruppo di terroristi, decide di distruggere la nuova attività
criminale internazionale chiamata il Sindacato, fino ad allora
ignota alla CIA. Ethan scopre ben presto che il Sindacato non è una
semplice organizzazione, bensì un gruppo addestrato di spie
rinnegate che hanno intenzione di riscattarsi creando un nuovo
programma che intimorisca la civiltà. Consapevole della presenza di
numerosi uomini dei servizi segreti che lo vogliono morto, Hunt si
trova a dover fuggire a agire autonomamente, sventando quanto prima
i piani criminali del Sindacato e dimostrando la propria lealtà
verso la giustizia.
Per Mission: Impossible
– Rogue Nation (qui la recensione) Cruise si è
cimentato in alcune riprese che lo vedono appeso all’esterno di un
Airbus A400M in volo, senza l’ausilio di controfigure. Una scena
che Cruise è stato costretto a ripetere per ben otto volte,
riuscendo però così a dar vita ad una nuova straordinaria
acrobazia. Accanto a lui vi sono gli attori Ving
Rhames, Simon Pegg, Jeremy Renner,
Alec Baldwin e
Rebecca
Ferguson, che da qui in poi sarà presente nella saga
con il ruolo della letale spia Isla Faust. L’attore Sean
Harris interpreta infine il protagonista, un ruolo per lui
rivelatosi così affascinante da voler tornare anche nel sequel.
Mission: Impossible – Fallout (2018)
Due anni dopo gli eventi del
precedente film, dalle ceneri dell’organizzazione Il
Sindacato è nato un nuovo gruppo terroristico noto come
gli Apostoli. Questi riescono ad impossessarsi di un
prezioso nucleo di plutonio. A tentare di fermarli vi è ovviamente
l’agente Ethan Hunt, affiancato però da un
supervisore della CIA di nome August Walker. Per i
due ha dunque inizio la caccia ai terroristi, prima che questi
possano utilizzare quanto da loro ottenuto per scopi potenzialmente
letali. Ben presto, però, Hunt capirà di non potersi fidare di chi
si dice suo alleato, intraprendendo una lotta solitaria per
mantenere l’equilibrio mondiale.
Per Mission: Impossible – Fallout, Cruise
si è esercitato per oltre un anno prendendo lezioni di volo al fine
di poter pilotare personalmente l’elicottero previsto per una
sequenza di inseguimento. L’attore si è poi lanciato numerose volte
da un aereo con paracadute, rifiutando anche in questo caso di
essere sostituito. Accanto a lui recitano Herny
Cavill nel ruolo di August Walker, Ving
Rhames, Simon
Pegg, Rebecca
Ferguson, Sean Harris, Alec
Baldwin, Angela
Bassett e VanessaKirby, che da qui in poi assumerà nella saga
il ruolo di Vedova Bianca.
Mission: Impossible – Dead Reckoning (2023)
In Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt e la
sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa
che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova
terrificante arma basata sull’intelligenza artificiale che minaccia
l’intera umanità. Con il destino del mondo e il controllo del
futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione
in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani
sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente,
tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a
decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite
di coloro che gli stanno più a cuore.
Per questo film (qui
la recensione) Cruise ha dato vita ad una nuova strabiliante
acrobazia. Si è infatti lanciato da un precipizio dopo una rincorsa
in moto, abbandonando poi questa e lasciandosi cadere nel vuoto
prima di aprire un paracadute che lo ha portato in salvo a terra.
Un’acrobazia tra le più impressionanti tra quelle in cui si è
cimentato l’attore e che ha naturalmente richiesto una grande
preparazione. Accanto a Cruise, nel cast figurano
anche Ving Rhames,
Rebecca Ferguson, Esai Morales,
Simon Pegg,
Vanessa Kirby,Hayley
Atwell,
Pom Klementieff e Shea Whigham.
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due
(2025)
Ad oggi intitolato
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte
Due (titolo che potrebbe però essere
cambiato in vista dell’uscita in sala), questo ottavo capitolo
porterà avanti quanto raccontato in Mission: Impossible –
Dead Reckoning, con Hunt e la sua squadra ancora intenti a
cercare di fermare la temibile intelligenza artificiale che
minaccia l’intera umanità. Nel cast ritroveremo Tom Cruise, Ving Rhames,
Esai Morales,
Simon Pegg,
Vanessa Kirby,Hayley
Atwell,
Pom Klementieff e Shea Whigham.
Mentre maggiori informazioni sulla trama non sono ad oggi
disponibili, sappiamo che il film uscirà in sala il 22
maggio 2025.
Mission: Impossible, dove
vedere i film della saga in streaming
Per poter vedere i film della saga
in streaming, è bene sapere che questi si trovano tutti disponibili
su Paramount+, piattaforma alla quale basta
sottoscrivere un abbonamento generale per poter accedere al
catalogo. Alternativamente, i film di Mission: Impossible
si possono ritrovare anche su Infinity+,
Now, PrimeVideo, Rakuten TV, Google
Play e Apple TV. In base a quella che si
preferità tra queste piattaforme, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
A marzo la programmazione di
Pluto TV – il servizio digitale FAST (Free
Ad-Supported Streaming Television) completamente gratuito
di Paramount – accoglie la primavera con tanti nuovi
contenuti gratuiti e festeggia le donne con una programmazione
unica, assolutamente da non perdere.
LE DIVE
DELL’INTRATTENIMENTO SONO SU PLUTO TV
A partire dall’8 marzo si
accende il nuovo canale VH1+ Girl Power! Un intero canale
musicale dedicato alle donne e al loro enorme sostegno
all’industria musicale. Un viaggio dal passato al presente per
mostrare quanto gli artisti e le artiste hanno fatto per portare le
donne a liberarsi e a rivendicare i propri diritti.
Dal 4 al 10 marzo, su Pluto TV Serie va in onda una
programmazione dedicata alle donne più iconiche delle serie TV:
“Donne Protagoniste”. Tra le produzioni disponibili sul
canale “United States of
Tara“, le avventure di Tara Gregson, una
giovane affetta da disturbo dissociativo dell’identità,
interpretata magistralmente da Toni Collette.“Chasing Life” ci porta nel mondo
di April Carver, una giovane giornalista alle prese con la scoperta
di una malattia terminale mentre cerca di bilanciare la sua
carriera e la vita personale. “Call the
Midwife” un emozionante dramma che si
svolge nel quartiere popolare di Poplar a Londra negli anni ’50 e
’60, che si incentra sulla vita delle ostetriche in quegli anni.
Infine, “The Paradise” ci trasporta in
un grande magazzino alla fine del XIX secolo, seguendo le vicende
di Denise Lovett mentre cerca di farsi strada nel mondo del
lavoro.
Su Pluto TV Cinema Italiano
ogni martedì alle 21.00, va in onda la
programmazione speciale
“Dive Italiane” dedicata alle dive
del cinema italiano. Il primo appuntamento è il 5
marzo con “Caccia al marito” con
una giovanissima Sandra Mondaini, una commedia che segue
le avventure di quattro donne che decidono di investire i loro
risparmi in una vacanza di lusso nella speranza di catturare un
marito facoltoso, lasciando i loro fidanzati in città.
Il 13 marzo, è la volta di
“Urlatori Alla Sbarra” con Mina,
Adriano Celentano, Elke Sommer e Joe Sentieri, una
meravigliosa commedia musicale che segue un gruppo di giovani
musicisti mentre cercano di esibirsi in televisione tra
raccomandazioni ed amicizie.
Il 19 marzo, va in onda
“Il Crimine non va in Pensione”
con Stefania Sandrelli, dove un gruppo di anziani
residenti in una casa di riposo decide di formare una banda
criminale per organizzare una rapina alla sala bingo dove
trascorrono le loro giornate.
Infine, il 26 marzo, su
Pluto TV torna l’eterna Gina Lollobrigida protagonista di
“Alina”, una storia
d’amore tra una contrabbandiera e George, complicata dall’amante di
lui e da un criminale infatuato di lei, portando a una serie di
pericolose vicende prima che possano provare a fuggire insieme
LA PROGRAMMAZIONE DI MARZO:
UN MIX IMPERDIBILE TRA SUSPENCE E RISATE
Il mese di marzo su Pluto TV
promette anche un mix irresistibile di suspense e risate.
Da marzo si accende il nuovo canale dedicato a
“NUMB3RS”, una delle serie più amate dal pubblico,
ambientata a Los Angeles, incentrata sull’agente speciale
dell’FBI Don
Eppes e il suo giovane fratello Charlie Eppes genio matematico che
aiuta Don a risolvere i suoi casi.
Il giovedì, invece, è all’insegna delle risate e della
comicità. Dalle 21.00 su Pluto TV Film Commedia tornano le commedie
americane più amate, ricche di momenti leggeri e
divertenti. Il 7 marzo va in onda “Uno
spostato sotto tiro” con
Jamie Foxx nei panni di Michael, le cui vacanze
romantiche vengono stravolte quando la fidanzata scopre che ha
speso tutti i risparmi per comprare l’auto nuova. Rimasto solo,
Michael finisce in una serie di guai. Il 14 marzo, “The
fighting temptations” con Beyoncé e
Cuba Gooding Jr.
La storia di uno sfortunato manager
di New York, torna nella sua città natale per reclamare l’eredità
lasciatagli dalla zia. Ma prima di averla, dovrà esaudire il suo
ultimo desiderio. Il 21 marzo, va in onda
“Una rapina quasi
perfetta” le avventure di un poliziotto,
la sua fidanzata e un bancario che progettano la rapina perfetta,
ma devono affrontare i sospetti dell’FBI. Infine, il 28
marzo, chiude il ciclo comico
“Kingpin” che porta sullo schermo
Bill Murray e
Woody Harrelson in una commedia incentrata su una star
del bowling che cerca di riscattare la sua carriera allenando un
giovane prodigio.
Prime
Video ha annunciato un documentario che racconta gli
ultimi 12 giorni della carriera tennistica professionistica di
Roger Federer. Il documentario debutterà in
esclusiva su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo ed è
l’ultima novità l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in
Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con
un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.
Diretto dal regista premio Oscar Asif Kapadia e
dal co-regista Joe Sabia, il documentario segue in
maniera intima gli ultimi 12 giorni dell’illustre carriera di Roger
Federer. Nato come home video non destinato alla visione pubblica,
il film mostra Federer nella sua versione più vulnerabile e
sincera, mentre dice addio a uno sport e ai fan che hanno plasmato
la sua vita negli ultimi due decenni. Arricchito dalle interviste
dei leggendari rivali, nonché intimi amici Rafael Nadal, Novak
Djokovic e Andy Murray, il documentario su Federer offre un accesso
senza precedenti alla relazione tra queste stelle senza eguali.
“Inizialmente, l’idea era quella di riprendere gli
ultimi momenti della mia carriera da tennista professionista in
modo da poterli mostrare poi alla mia famiglia e ai miei
amici” ha affermato Federer. “Durante la mia carriera,
tendevo a evitare di avere telecamere intorno a me e alla mia
famiglia, specialmente nei momenti importanti. In ogni modo, non
vedevo alcun problema nel girare questo documentario perché non era
pensato per il pubblico. Tuttavia, abbiamo immortalato tanti
momenti intensi, e si è trasformato in un profondo viaggio
personale. Sono felice di collaborare con Prime Video per la loro vasta portata a livello
globale e la loro significativa presenza nell’industria
cinematografica. Tutto questo fa sì che la storia dei miei ultimi
giorni nel mondo del tennis avrà risonanza sia tra gli appassionati
di questo sport, sia tra un pubblico più vasto in tutto il
mondo.”
Presentato da Prime Video, il
documentario senza titolo su Roger Federer è una
produzione Lafcadia Productions. Il film è prodotto da Asif Kapadia
e George Chignell, e diretto da Kapadia e Joe Sabia.
Anime Factory,
etichetta di proprietà di Plaion Pictures che
racchiude il meglio dell’offerta anime, cinematografica e home
video, annuncia l’uscita al cinema dell’attesissimo film anime
City Hunter The Movie: Angel Dust.
Diretto da Kenji Kodama e Kazuyoshi
Takeuchi, il titolo arriva proprio oggi in oltre 250 sale
cinematografiche in un evento speciale di tre giorni, il
19, 20 e 21 febbraio
2024. In alcuni cinema, oltre alla versione
doppiata in italiano, il film sarà disponibile anche
in lingua originale con sottotitoli in
italiano.
Che si tratti di impugnare la sua
infallibile Colt Magnum o di esibire il suo fascino nel vano
tentativo di conquistare una fanciulla, Saeba Ryo rimane dopo tanti
anni uno dei volti più iconici dell’animazione giapponese. Una
formula, quella che unisce azione da poliziesco alle gag dal gusto
slapstick che ha sancito il successo di questo franchise, nato come
manga e divenuto poi una popolare serie anime, di cui questo nuovo
film festeggia il 35° anniversario.
Rimanendo fedele alle proprie
radici, City Hunter the Movie: Angel Dust
bilancia perfettamente il divertimento con una narrazione dalla
forte componente narrativa. Il pubblico ritroverà infatti
l’esilarante chimica fra Ryo e Kaori, da sempre fonte di risate
assicurate, ma avrà anche l’occasione di scavare nel passato del
protagonista. In questa avventura, infatti, lo sweeper si trova ad
affrontare la sua battaglia più grande, in quello che è l’inizio
dell’epica conclusione del manga originale.
Il film sancirà anche
l’esordio animato dell’Unione Teope,
organizzazione criminale a capo della quale vi è una vecchia
conoscenza dello sweeper, e che finora sullo schermo era stata
sostituita da Pegaso Rosso. Le cose, però, stanno per cambiare e le
sorprese che il titolo ha in serbo per i fan sono numerose, fra
tutte la partecipazione di personaggi indimenticabili del mondo
anime quali le protagoniste di Occhi di gatto e
Lupin III.
I fan della serie originale
potranno fare un tuffo nei ricordi anche grazie al cast di
doppiatori, che vede il ritorno di Guido Cavalleri e
Jasmine Laurenti, voci storiche di Saeba Ryo e Makimura
Kaori. A dirigerli è stato Mosé Singh, che assieme
al resto del cast ha lavorato per assicurare agli spettatori un
capitolo che fosse quanto più fedele all’opera del maestro
Tsukasa Hojo.
Tratto dall’iconico manga firmato
da Hojo, fenomeno mondiale che ha venduto oltre 50 milioni di copie
solo in Giappone, City Hunter The Movie: Angel
Dust è un appuntamento imperdibile per i fan di Ryo e
Kaori, ma è anche un’avventura perfetta per chiunque ami gli anime
ricchi di divertimento e adrenalina. Impreziosito dalla mitica
colonna sonora dei TM NETWORK, questo nuovo capitolo guarda con
rispetto alla storia del franchise, ma anche all’animazione di
oggi, facendo vanto di un setting moderno ritratto con una veste
grafica mozzafiato.
Dopo il successo dell’uscita
giapponese, City Hunter The Movie: Angel
Dust è pronto a conquistare il pubblico italiano
grazie ad Anime Factory, con un evento speciale
al cinema il 19, 20 e 21 febbraio.
La trama di City
Hunter The Movie: Angel Dust
Quando la video creator Angie
bussa all’agenzia investigativa City Hunter in cerca di un gatto
scomparso, Ryo Saeba e Kaori Makimura pensano di avere un caso
semplice fra le mani. Un attentato alla vita di Angie cambia però
le carte in tavola, lasciando Ryo nel mirino di misteriosi sicari
sulle tracce di Angel Dust, una tecnologia militare in grado di
creare super soldati. Sotto l’occhio del padre adottivo Kaibara,
Ryo dovrà fare i conti con un passato da cui troppo a lungo ha
tentato di fuggire.
Il regista di Poor
ThingsYorgos Lanthimos
collaborerà con Element Pictures per il remake
della commedia fantasy sudcoreana “Save the Green
Planet“. A darne conferma è il sito americano Variety.
Yorgos Lanthimos –
il cui ultimo film, “Poor
Things“, è candidato a 11 Oscar e ha appena vinto
cinque BAFTA (tra cui quello per la migliore
attrice a Emma Stone) – dovrebbe iniziare le riprese del
film nel Regno Unito e a New York quest’estate. Ed Guiney e
Andrew Lowe della Element Pictures produrranno il film
insieme alla Square Peg di Ari Aster e alla CJ ENM
(precedentemente denominata CJ Entertainment). Si tratta della
sesta collaborazione tra Yorgos Lanthimos e la
Element Pictures.
Il progetto, che sembra essere un
veicolo perfetto per Lanthimos, è una commedia nera eccentrica che
coinvolge un giovane disilluso che cattura e tortura un uomo
d’affari che crede faccia parte di un’invasione aliena. Ne consegue
una battaglia d’ingegno tra il rapitore, la sua devota fidanzata,
l’uomo d’affari e un detective privato.
Il film originale sudcoreano è
stato diretto da Jang Joon-hwan nel 2003 ed è
diventato un successo di culto e uno dei preferiti dai festival per
CJ Entertainment. “Green Planet” ha vinto premi in
festival di fantasy, tra cui quelli di Bucheon, Buenos Aires e
Bruxelles, e in mercati come Rotterdam, Tokyo Filmex e Mosca.
Inoltre, ha fatto guadagnare a Jang il Golden Bell Award come
miglior regista esordiente in Corea nel 2003.
Lo stesso Jang era stato
precedentemente incaricato di dirigere il remake del film, basato
su una sceneggiatura di Will Tracy, i cui crediti
includono “Succession” della HBO e “The
Menu” della Searchlight.
Sia la CJ ENM che la Element
Pictures non hanno rilasciato commenti. CJ ENM possiede un’ampia
library di contenuti cinematografici e televisivi coreani e
asiatici e ha rifatto diversi titoli della sua library ad alto
contenuto, come la commedia musicale del 2014 “Miss
Granny“, che è stata rifatta in almeno nove versioni in
lingua locale. La società sudcoreana è anche a lavoro sul remake
del film tailandese “The Classic“.
La divisione statunitense della
società, CJ America, ha cercato registi hollywoodiani di alto
profilo per molti dei suoi titoli, da ultimo Michael
Mann per il rifacimento di “Veteran”.
Yorgos Lanthimos
ha già girato un altro film dopo “Poor Things“. Il
suo prossimo film, “Kinds
of Kindness“, è entrato in post-produzione un paio di
mesi fa ed è interpretato da Emma Stone, Margaret Qualley,
Willem Dafoe e Joe Alwyn.
Emma Stone ha ringraziato sua madre per averle
dato la vita e lo sceneggiatore di Poor
Things Tony McNamara per la battuta “Devo
andare a prendere a pugni quel bambino” quando ha ritirato il
premio BAFTA come attrice protagonista domenica
sera.
Tony, grazie per la battuta
“Devo andare a prendere a pugni quel bambino”. Mi ha cambiato la
vita”, ha detto Emma Stone sul palco, ringraziando anche il
regista Yorgos Lanthimos, i colleghi del cast e della troupe e il
suo insegnante di dialetto Neil Swain.
“In questo film interpretavo
una persona inglese e [Neil] non ha riso di me quando mi ha
insegnato a dire ‘wart-ter’, anche se da americana dico
‘wahter'”, ha scherzato Emma Stone. “Quindi grazie all’Inghilterra
per avermi accettato“.
L’attrice si è anche assicurato di
ringraziare sua madre. “Perché è la persona migliore che
conosca al mondo e mi ispira ogni singolo giorno. Mi ha sempre
fatto credere a questa pazza idea di poter fare una cosa del genere
e le sono molto grata. Senza di lei nulla di tutto questo esiste,
compresa la mia vita! Quindi grazie anche per questo,
mamma!“.
Emma Stone è stato anche produttrice di
Poor
Things. “Questo è stato il primo film che ho
prodotto insieme a quello che ho recitato, e quindi mi sembra
doppiamente significativo perché entrambi mi sono passati davanti.
È stato incredibile farne parte“, ha dichiarato.
In Poor
Things, Emma Stone interpreta Bella, simile a
Frankenstein, creata da un medico vittoriano solitario. Ha
l’aspetto di una donna adulta ma, all’inizio del film, ha le
capacità mentali di un bambino e presto si imbarca in una ricerca
piena di sesso per capire il mondo che la circonda.
Per il premio di attrice
protagonista, Emma Stone ha dovuto competere contro
Fantasia Barrino in “Il colore viola“,
Sandra Hüller in “Anatomia di una
caduta“, Vivian Oparah in “Rye
Lane“, Carey Mulligan in “Maestro” e Margot Robbie in “Barbie”.
Emma Stone si tratta della seconda vittoria ai
BAFTA, avendo già portato a casa la maschera d’oro
come attrice protagonista nel 2017 per il suo ruolo in
“La
La Land” al fianco di Ryan Gosling.
Gosling è stato anche nominato domenica sera come
miglior attore non protagonista per il suo ruolo in
“Barbie“, che non ha portato a casa alcun premio.
La Stone è stata nominata anche in tre precedenti
occasioni: per il premio Rising Star nel 2011, come attrice non
protagonista nel 2015 per “Birdman” e come attrice protagonista nel
2019 per “The Favourite”.
Dopo aver vinto il
BAFTA come miglior attore non protagonista per la
sua interpretazione in “Oppenheimer“,
Robert Downey Jr. è salito sul palco per
riflettere sulla sua carriera e gridare “quel tipo” di Christopher Nolan.
“Quando avevo 15 anni, volevo
essere Peter O’Toole. A 25 anni ho lavorato per Richard Attenbourgh
e Anthony Hopkins. A 35 anni ho finalmente capito perché Dickie
pensava che Tony fosse un modello migliore per me rispetto a
Peter”, ha detto Downey Jr. “A 42 anni ho fatto due film per Guy
Ritchie e ho imparato a fare grandi film hollywoodiani con un tocco
civile e britannico. Poi ho interpretato un tizio di nome Tony nel
MCU per circa 12 anni“.
E poi, di recente, quel tizio,
Chris Nolan, mi ha suggerito di tentare un
approccio sobrio come ultimo tentativo di resuscitare la mia
credibilità in calo. Quindi condivido con i miei colleghi nominati,
questo è stato un anno eccezionale“.
Nell’epico biopic di Christopher Nolan su J. Robert Oppenheimer, creatore della prima bomba atomica
al mondo,
Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, un membro di alto rango
della Commissione statunitense per l’energia atomica che divenne
ostile a Oppenheimer
e cercò di dimostrare la sua infedeltà agli Stati Uniti.
Downey Jr. aveva già vinto il BAFTA come miglior attore per
“Chaplin” nel 1992 ed era stato nominato come miglior
attore non protagonista nel 2009 per “Tropic Thunder“.
Downey Jr. era in lizza contro Robert De Niro
per “Killers of the Flower Moon”,
Jacob Elordi per “Saltburn”, Ryan
Gosling per “Barbie”, Paul Mescal per “All of Us Strangers” e
Dominic Sessa per “The Holdovers”.
La 49esima edizione dei People’s Choice Awards si è svolta ieri
sera ed ecco tutti i vincitori. Tra le sorprese la seconda stagione
di Loki si è aggiudicata il premio come “Show
Sci-Fi/Fantasy dell’anno“.
Mariska Hargitay, Law & Order: Special Victims Unit
Quinta Brunson, Abbott Elementary
Reese Witherspoon, The Morning Show
Rosario Dawson, Ahsoka
Selena Gomez, Only Murders in the Building
(WINNER)
THE COMEDY TV STAR OF
THE YEAR
Ali Wong, Beef
Bowen Yang, Saturday Night
Live
Hannah Waddingham, Ted
Lasso
Jason Sudeikis, Ted
Lasso
Jeremy Allen
White, The Bear (WINNER)
Quinta Brunson, Abbott
Elementary
Selena Gomez, Only Murders in
the Building
Steve Martin, Only Murders in
the Building
THE DRAMA TV STAR OF THE YEAR
Bella Ramsey, The Last of Us
Chase Stokes, Outer Banks
Ice-T, Law & Order: Special Victims Unit Jennifer Aniston, The Morning Show
(WINNER)
Kieran Culkin, Succession
Mariska Hargitay, Law & Order: Special Victims Unit
Pedro Pascal, The Last of Us
Reese Witherspoon, The Morning Show
THE TV PERFORMANCE OF THE YEAR
Adjoa Andoh, Queen Charlotte: A Bridgerton Story
Ayo Edebiri, The Bear Billie Eilish, Swarm (WINNER)
Jon Hamm, The Morning Show
Matt Bomer, Fellow Travelers
Meryl Streep, Only Murders in the Building
Steven Yuen, Beef
Storm Reid, The Last of Us
THE REALITY TV STAR OF THE YEAR
Ariana Madix, Vanderpump Rules
Chrishell Stause, Selling Sunset
Garcelle Beauvais, The Real Housewives of Beverly Hills
Kandi Burruss, The Real Housewives of Atlanta Khloé Kardashian, The Kardashians
(WINNER)
Kim Kardashian, The Kardashians
Kyle Richards, The Real Housewives of Beverly Hills
Mike “The Situation” Sorrentino, Jersey Shore Family Vacation
THE COMPETITION CONTESTANT OF THE YEAR
Anetra, RuPaul’s Drag Race Ariana Madix, Dancing with the Stars
(WINNER)
Charity Lawson, The Bachelorette
Theresa Nist, The Golden Bachelor
Iam Tongi, American Idol
Keke Palmer, That’s My Jam
Sasha Colby, RuPaul’s Drag Race
Xochitl Gomez, Dancing with the Stars
THE DAYTIME TALK SHOW OF THE YEAR
Good Morning America
LIVE with Kelly and Mark
Sherri
The Drew Barrymore Show
The Jennifer Hudson Show The Kelly Clarkson Show (WINNER)
The View
Today
THE NIGHTTIME TALK SHOW OF THE YEAR
Hart to Heart
Jimmy Kimmel Live!
Last Week Tonight with John Oliver
Late Night with Seth Meyers
The Daily Show
The Late Show with Stephen Colbert The Tonight Show Starring Jimmy Fallon
(WINNER)
Watch What Happens Live with Andy Cohen
THE HOST OF THE YEAR
Gordon Ramsay, Hell’s Kitchen Jimmy Fallon, That’s My Jam (WINNER)
Nick Cannon, The Masked Singer
Padma Lakshmi, Top Chef
RuPaul, RuPaul’s Drag Race
Ryan Seacrest, American Idol
Steve Harvey, Celebrity Family Feud
Terry Crews, America’s Got Talent
Frank Grillo stava recentemente promuovendo il
suo ultimo thriller d’azione, Lights Out, che
uscirà nelle sale USA il 16 febbraio 2024, quando in un’intervista
con Moviefone ha subito parlato dell’imminente apparizione nel
ruolo di Rick Flag Sr. nella serie animata Creature
Commandos, che uscirà nel corso dell’anno.
Parlando con Moviefone, Frank Grillo ha rivelato se ha finito di
registrare tutte le sue battute. “Amo James
Gunn e Peter Safran e quello che stanno facendo alla DC e per
il DCU, e questi personaggi vivono in tutti i loro
film. Resterò in giro per un po’ e vorrei potervi dire cosa ho in
serbo per loro, ma non posso“.
“Ma è eccitante. Sono appena
stato con i
fratelli Russo,
Kevin Feige e Lou D’Esposito ed è come se dicessi: “Mi mancano
quei ragazzi, ma avete fatto un casino! Ora andiamo
qui“.
Frank Grillo ha fatto alcune osservazioni
negative sulla Marvel in passato, in
quanto è ovviamente arrabbiato per il modo in cui la storyline di
Crossbones si è svolta nel Marvel Cinematic Universe.
Crossbones è famoso per aver assassinato Capitan
America nei fumetti ed è evidente che Frank Grillo voleva che qualcosa di simile
accadesse nel MCU.
Nell’intervista con Moviefone,
Frank Grillo ha anche dichiarato che Flag Sr.
apparirà in future produzioni live-action del DCU, anche se non ha potuto rivelare
quali.
Tuttavia, ha confermato che Flag
non sarà presente in Superman:
Legacy. In un’intervista separata ma simile con
ScreenRant, Grillo ha descritto Creature Commandos come uno show
“hard R”.
Frank Grillo ha dichiarato: “…credo che,
trattandosi di una R dura – Creature Commandos è una R dura – sia
divertente. Quando lo stavamo facendo, credo che un giorno eravamo
io e David Harbour a registrare, ero a terra. Mi sono dovuto
fermare nello studio di registrazione, sono dovuto andare a terra e
ridere, tanto è divertente e sporco. [È incredibile, sono così
felice di farne parte. Credo che l’aspetto diverso sia che questo
tizio è il capo, è brizzolato, bianco ai lati e bianco nella barba,
e io mi sto immedesimando in tutto questo“.
Creature
Commando ha combattuto contro le voci di ritardo per
mesi, con James Gunn che ha recentemente confermato una
finestra di uscita alla fine del 2024 per la serie Max [via
Threads]. Se dovessimo fare un’ipotesi logica, sarebbe logico
pensare che Creature Commandos potrebbe debuttare intorno ad
Halloween.
La serie animata Creature
Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in
streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma
nel ruolo della Sposa, Zoe Chao nel ruolo della
Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del
Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di
Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag
Senior.
Steve Agee
riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista
anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa
di Indira Varma come il personaggio principale
della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun
episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun
attore.