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Deadpool & Wolverine: Jessica Alba potrebbe interpretare una particolare Sue Storm nel film

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In Deadpool & Wolverine, si sa, sono previsti molti camei, molti dei quali di personaggi appartenenti all'”Universo X-Men” della 20th Century Fox. Le foto del set hanno già messo in evidenza personaggi del calibro di Sabretooth, Toad e Pyro, ma sembra che il franchise degli X-Men non sarà l’unica serie di film a cui si farà riferimento nel prossimo trequel. Non sorprende infatti che tutti gli indizi portino a pensare che i Marvel Studios abbiano preso in considerazione anche i primi film dei Fantastici Quattro, anche se con un piccolo ma significativo colpo di scena.

Secondo lo scooper Caleb Williams, il piano prevedrebbe che Jessica Alba riprenda il suo ruolo da I Fantastici 4 I Fantastici 4 e Silver Surfer come Sue Storm/Donna invisibile in Deadpool & Wolverine ma come moglie del Reed Richards/Mister Fantastic di Terra-838, ovvero la versione interpretata da John Krasinski in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Ciò sarebbe in linea con le prime voci sul nuovo film di Deadpool, che parlavano di come questo film tratterà le conseguenze del sequel di Doctor Strange. Con la brutale morte degli Illuminati di Terra-838, gli altri eroi di quel mondo potrebbero volerli vendicare e Sue Storm potrebbe essere tra questi.

Ad oggi si tratta solo di rumor e non è noto se Jessica Alba o altri elementi del film del 2022 saranno effettivamente presenti nel film. Ancora non sappiamo inoltre come verranno effettivamente gestiti i tanti cameo previsti per il film, per cui potrebbe sempre presentarsi l’occasione per Alba di fare una comparsata in scena. Nel 2022, l’attrice aveva riflettuto su cosa abbia significato interpretare Sue Storm e sul fatto di essere un’attrice latina che interpretava un personaggio che nei fumetti è rappresentato come bianco, notando come oggi ci sia più diversità. Includerla in Deadpool & Wolverine potrebbe essere un bel modo per omaggiarla.

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Omen – L’Origine del Presagio: intervista a Andrea Arcangeli e Nicole Sorace

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Andrea Arcangeli e Nicole Sorace fanno parte del cast italiano di Omen – L’Origine del Presagio, diretto da Arkasha Stevenson e al cinema dal 4 aprile distribuito da The Walt Disney Company Italia. Ecco cosa ci hanno raccontato del film che fa da prequel al cult omonimo di Richard Donner del 1976.

Di cosa parla Omen – L’Origine del Presagio?

Quando una giovane donna americana viene mandata a Roma per iniziare una vita al servizio della chiesa, incontra un’oscurità che la porta a mettere in discussione la sua stessa fede e a scoprire una terrificante cospirazione che spera di far nascere l’incarnazione del male. Omen – L’Origine del Presagio è interpretato da Nell Tiger Free (Servant), Tawfeek Barhom (Maria Maddalena), Sonia Braga (Il bacio della donna ragno), Ralph Ineson (The Northman), Nicole Sorace (The Good Mothers), Andrea Arcangeli (Il Divin Codino), con Charles Dance (Il Trono di Spade) e Bill Nighy (Living).

Il film è diretto da Arkasha Stevenson ed è basato sui personaggi creati da David Seltzer (Il presagio), con un soggetto di Ben Jacoby (Bleed) e una sceneggiatura di Tim Smith & Arkasha Stevenson e Keith Thomas (Firestarter). David S. Goyer (Hellraiser) e Keith Levine (The Night House – La casa oscura) sono i produttori, mentre Tim Smith, Whitney Brown (Rosaline) e Gracie Wheelan sono i produttori esecutivi.

Julia Garner nel cast di Fantastici Quattro come versione Shalla-Bal di Silver Surfer

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Dopo aver scelto i quattro attori che interpreteranno gli iconici membri della super-squadra, il film Fantastici Quattro dei Marvel Studios hanno ora deciso chi interpreterà Silver Surfer, e sembra che la scelta ricada su una delle più grandi stelle nascenti della recitazione, l’attrice Julia Garner. Alcune fonti hanno infatti rivelato a Deadline che la vincitrice di un Emmy è pronta a interpretare l’iconico personaggio dei fumetti in Fantastici Quattro dei Marvel Studios nella sua versione Shalla-Bal.

Tale versione è apparsa per la prima volta nei fumetti originali di Silver Surfer. È l’imperatrice del pianeta che Silver Surfer chiama casa ed è un’aliena secolare che ha ancora l’aspetto di una giovane donna. È anche l’amante di Norrin Radd, il Silver Surfer che diventa l’Araldo di Galactus in cambio della salvezza del suo pianeta, cosa che però lo allontana dalla sua amata. Nell’Universo X, dopo la morte del Galactus originale e l’insediamento di Franklin Richards come nuovo Galactus, quest’ultimo permette a Norrin e Shalla-Bal di ricongiungersi, poiché a Shall-Ball è stato conferito lo stesso Potere Cosmico di Radd, diviene il secondo Silver Surfer e insieme i due amanti fungono da araldi gemelli.

La stella di Julia Garner è in ascesa da quando ha vinto il suo primo dei tre Emmy per il ruolo di Ruth nel dramma poliziesco di Netflix Ozark. Ha anche ottenuto una nomination agli Emmy per la sua interpretazione di Anna Delvey nella serie limitata Inventing Anna. Dopo la fine di Ozark, la Garner ha ampliato la sua lista di film, a partire dal recente The Royal Hotel. In seguito ha in programma il film Wolfman di Blumhouse e Universal, in cui reciterà accanto a Christopher Abbott, e il thriller Apartment 7A di Paramount.

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Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, è completamente trasformato in, beh, una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza – e un perpetuo cuore pesante per il suo aspetto apparentemente mostruoso.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. La notizia del casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni. Pedro Pascal è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby ha fatto parte del franchise di Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Supergirl: Woman of Tomorrow, Craig Gillespie in trattative per la regia

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Il regista di Crudelia e Tonya, Craig Gillespie, è in trattative per dirigere Supergirl: Woman of Tomorrow per Warner Bros. DC Studios. Il piano è che la DC giri il film nel quarto trimestre dopo aver completato Superman di James Gunn. Come riportato in precedenza, Milly Alcock di House of the Dragon ha conquistato il ruolo di Supergirl. I boss della DC Gunn e Peter Safran si occuperanno della produzione.

Craig Gillespie, rappresentante della CAA, è quasi specializzato in progetti guidati da donne: con Tonya ha vinto un Oscar Allion Janney come migliore attrice non protagonista, oltre a altre tre nomination agli Oscar, tra cui Margot Robbie nella categoria Miglior Attrice. Crudelia è stato un grande successo per Disney+ nonostante la pandemia, incassando oltre 233 milioni di dollari in tutto il mondo e ha vinto un Oscar per i costumi.

Nella serie di fumetti del 2022 di “Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di 14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10 titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere.”

Fabbricante di lacrime: recensione del film di Netflix

Fabbricante di lacrime: recensione del film di Netflix

Netflix ormai sono anni che è molto attento al suo pubblico giovane e non si è fatto perdere l’occasione di realizzare il film Fabbricante di lacrime. Il titolo in questione è la trasposizione dell’omonimo romanzo young adult di Eric Doom, diventato in poco tempo uno dei casi letterari italiani più importanti, in poche parole un po’ l’equivalente di Federico Moccia nei primi anni Duemila. In parte anche grazie alla scelta in stile Elena Ferrante, almeno iniziale, della scrittrice di non mostrarsi in pubblico ha creato il personaggio, ma per poi cambiare idea e rivelarsi a tutti in tv a Che tempo che fa nel Maggio 2023.

Matilde, questo è il vero nome dell’autrice, ha esordito come tante sue colleghe americane e non, sulla piattaforma Wattpad nel 2017 diffondere lì i suoi primi racconti. Nel dicembre del 2020 decise poi di pubblicare, a proprie spese su Amazon, Fabbricante di lacrime che entrò subito in classifica e poco dopo venne contattata da Magazzini Salani che ne acquisì i diritti e decise di ripubblicarlo nel maggio del 2021 in un’edizione riveduta. Da qui Erin Doom non si è più fermata, ha pubblicato altri due libri Nel modo in cui cade la neve e Stigma e poi è arrivato Netflix che ha deciso di trasportare il suo fenomeno #BookTok sullo schermo.

Fabbricante di lacrime Ph.Loris T. Zambelli
Ph.Loris T. Zambelli

La trama di Fabbricante di lacrime

La protagonista e voce narrante di Fabbricante di lacrime è Nica, una bambina che all’improvviso, dopo un bruttissimo incidente d’auto, si ritrova orfana e viene mandata a vivere all’orfanotrofio Grave. Qui in questo istituto, che sembra uscito da un film horror a tema religioso cristiano cattolico, non troviamo cattive suore ma Margaret, una severa istitutrice che dovrebbe cambiare lavoro visto che è in grado solo di causare traumi ai poveri minorenni finiti lì.

Gli anni passano, Nica diventa una bellissima ragazza di 17 anni, interpretata dal giovanissima Caterina Ferioli, finalmente ha trovato una famiglia, i coniugi Milligan, che hanno intenzione d’adottarla. La giovane però non lascia le mure del Grave da sola, ma in compagnia di Rigel, Simone Baldasseroni quel Biondo di Amici, un ragazzo moro inquieto e misterioso, ultima persona al mondo che la protagonista desidererebbe come fratello adottivo. Anche perché, come si mostra in alcuni sfuggenti flashback della loro triste infanzia, non sono di certo mai stati amici, anzi Rigel era anche l’unico bambino che misteriosamente non veniva maltrattato o subiva punizioni da Margaret, l’attrice e regista Sabrina Paravicini. 

Nica si ritrova quindi catapultata in una nuova vita, accolta in una grande e bella casa solare, con una camera da letto tutta per sua e la possibilità di frequentare una vera high school. Fin dal primo giorno farà amicizia con Billie e Miki, ma non solo troverà anche Lionel, un compagno di classe che sembra interessato alla nuova arrivata. Ovviamente Rigel non starà di certo in un angolo a guardare, anche perché la stessa Nica è consapevole, che il passato in comune, lì ha uniti in un legame impenetrabile che nessuno può capire e neanche rompere.

Nica e Rigel, così diversi e decisi a combattere il dolore, lei con gentilezza e lui con rabbia, saranno destinati a diventare, l’una per l’altro, proprio quel Fabbricante di Lacrime, quello protagonista della leggenda che raccontavano all’orfanotrofio. Perché al Fabbricante non puoi mentire e i due protagonisti dovranno trovare il coraggio d’accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

Fabbricante di lacrime
Ph Loris T Zambelli

Un film pensato solo per il pubblico Gen Z

Fabbricante di lacrime diretto Alessandro Genovesi riesce a portare sullo schermo il romanzo, girando un film a Roma ma che sembra ambientato, come il libro, veramente nella tipica provincia americana. Durante la visione si può notare l’estetica Dark Academia, focalizzata benissimo nelle scene iniziali all’interno del Grave ma anche le atmosfere alla Twilight, grazie all’uso del filtro blu che rende tutto più malinconico e drammatico perfetto per questa storia. Ma non finiscono qua i rimandi al primo capitolo della Twilight Saga, ci sono ben tre scene che sembrano omaggiare il film di Catherine Hardwicke. Infine lo stesso Rigel suona il piano proprio come Edward Cullen solo che in questa storia il protagonista viene paragonato al lupo cattivo delle favole, quelle che ha sempre spaventato e affascinato Nica che porta invece il nome di una farfalla.

Per concludere Fabbricante di lacrime possiede una confezione sopra la media se si pensa al genere young adult ma che punta su due protagonisti che si vede che sono alle prime armi. Nica e Rigel funzionano benissimo visivamente perché sembrano aver preso vita direttamente dalle pagine del libro, ma quando aprono bocca rompono qualcosa e pure la tensione tra i due “enemies to lovers” di questa struggente favola dark.

Monkey Man: recensione del debutto alla regia di Dev Patel

Monkey Man: recensione del debutto alla regia di Dev Patel

Azione, revenge movie, critica sociale e Bollywood si mescolano in un solo film, al cinema dal 4 aprile. Distribuito da Universal Pictures, arriva in sala Monkey Man, atteso debutto alla regia di Dev Patel, volto noto a tutti sin dai tempi del The Millionaire che per l’occasione passa dietro la macchina da presa con un thriller d’azione non proprio classico – ispirato alla leggenda indiana di Hanuman – che lo vede tra i produttori, insieme al Premio Oscar Jordan Peele. Oltre che tra gli sceneggiatori, con Paul Angunawela e John Collee (Master & Commander: Sfida ai confini del mare), e tra i protagonisti, insieme a Sharlto Copley (District 9), Sobhita Dhulipala (Made in Heaven), Pitobash (Million Dollar Arm), Vipin Sharma (Attacco a Mumbai) e Sobhita Dhulipala.

Monkey Man, trama

Difficile definire “protagonista” il giovane senza nome che vediamo combattere sul ring di un fight club clandestino per guadagnarsi da vivere. Un corpo senza volto, nascosto da una maschera da scimmia, che il proprietario del Tiger Temple sfrutta come vittima designata per lottatori più forti e più famosi in nome dello spettacolo. Un inferno che si ripete, notte dopo notte, in attesa di una occasione, per ottenere una vendetta insperata più che una quasi impossibile svolta, quella che il giovane aspetta da tempo, da quando dei crudeli uomini corrotti che hanno ucciso sua madre e continuano a vittimizzare sistematicamente i poveri e i deboli del suo Paese. Quella che sembra concretizzarsi quando, dopo anni di rabbia repressa, il nostro ‘eroe’ scopre un modo per infiltrarsi nell’enclave della sinistra élite della città e scatenare una esplosiva ondata di vendetta per regolare i conti con chi gli ha tolto tutto.

Monkey Man, né The Raid né John Wick

Un uomo vestito di nero accarezza un cane, lo nutre, gli si affeziona, poi, quello stesso uomo vestito di nero scatena l’inferno, in un crescendo di violenza nel quale avanza mietendo vittime nei modi più coloriti e fantasiosi… Impossibile non pensare all’ormai celebre John Wick (che con intelligenza viene esplicitamente citato) o all’inarrivabile The Raid seguendo la parabola del povero protagonista dell’esordio alla regia di Dev Patel, un pastiche – o pasticcio – che gli appassionati del genere apprezzeranno molto, ma con dentro qualcosa di più del solito: delle differenze.

Nella forma, nella sostanza, nella premessa e nella conclusione, tanto per sintetizzare. E per non trascurare i meriti di Patel, che pur con qualche distrazione o sbandamento si presenta con una prova notevole, soprattutto dal punto di vista dell’impegno, messo in ogni aspetto della realizzazione, dalla produzione alla sceneggiatura, fino alla regia e all’interpretazione (stunt e lesioni comprese), ma soprattutto per la conoscenza e consapevolezza dello strumento e dei mezzi con cui raggiungere il risultato voluto.

Una storia di rivalsa e giustizia, più che un Revenge Movie

Che, come dicevamo, non è esente da appunti, soprattutto per il tentativo di mettere troppa carne al fuoco, anche in una storia atipica – per il nostro mercato o rispetto ai prodotti cui siamo abituati – come questa. Monkey Man è una storia di rivalsa più che di vendetta, nella quale le questioni sociali e civili sostengono la ragione principale che anima il lottatore con la maschera da scimmia. Un signor nessuno, pronto e abituato a fare i lavori che nessuno vuole, a sanguinare e a portare su di sé i segni del dolore provato, senza nasconderli, più per il disinteresse altrui che per altro.

Un signor nessuno che non ambisce a diventare qualcuno, quanto semmai a restituire il potere al popolo, dei diseredati, dei paria, oggi vittime della Gig economy, trans, omosessuali e discriminati di ogni sorta. Ed è sicuramente forte l’influenza delle radici indiane, di un Paese dove classi e diritto divino sono parte di una cultura millenaria di generazioni, tanto nel tentativo di restituire dignità a certe categorie, quanto nella costruzione di certe scene di combattimento, figlie del cinema di Bollywood più classico, purtroppo almeno in un caso scimmiottato in maniera confusa invece che reso con la fubizia che ci aveva mostrato il RRR del 2022.

Confuso, diseguale e folcloristico, ma esplosivo

Doveva essere parecchio che il buon Dev covava questo desiderio, forse certa rabbia, e che si era stufato di fare “l’indiano” in qualche maniera, e queste sono le conseguenze: una curiosa combinazione di cliché e istanze personali, nella quale non sempre è facile conservare un equilibrio, nella quale il ritmo è inevitabilmente diseguale, a tratti compresso, a tratti spiazzante (soprattutto nella parte centrale, nella quale si ‘inciampa’ e che allenta la tensione), spesso portato avanti per immagini giustapposte (che in compenso aiutano a evitare i danni fatti dagli sceneggiatori di titoli analoghi) o per l’intervento di personaggi secondari, a turno fatti emergere dallo sfondo senza esser particolarmente presentati o curati.

Certo, non una storia alla quale chiedere verosimiglianza – per quanto la sua anima ‘ribelle’ grondi realtà – anche per certi eccessi al limite del folcloristico e una cura visiva esagerata. Che fa sì che l’Uomo Scimmia non sanguini mai in volto nonostante pestaggi da carcere, restando sempre fascinoso e scarmigliato ad hoc, non mostri nemmeno un occhio tumefatto dopo esser stato colpito da una mazza ferrata, o – nella canonica mezz’ora finale di ultraviolenza – non ci sia nessuno, in una struttura piena di agenti di sicurezza e guardie del corpo, che spari al “terrorista” di turno. Come viene definito il nostro, non a caso, tanto per citare anche la facilità con cui si bolla chi va contro il sistema, l’ingiustizia o il pensiero comune – nel film quello del partito supremo – e per aggiungere agli altri un implicito monito a evitare l’uniformità di pensiero, di visione, di giudizio dilagante.

La maledizione del cuculo: la spiegazione del finale del film

La maledizione del cuculo: la spiegazione del finale del film

Thriller spagnolo con elementi soprannaturali, il fim La maledizione del cuculo sembra rilegge la favola di Hansel e Gretel, aggiornandola ai tempi moderni e riempiendola di temi che hanno profonda risonanza con le moderne relazioni di coppia. Il regista Mar Targarona – anche autore di Sequestro e Dogs, ma anche produttore di The Orphanage – affronta infatti con questo film il desiderio di scambio – di vita, ma anche del corpo -, inserendo il tutto all’interno di una cornisce incentrata sulle tradizioni e sul folclore della Germania, con moderne streghe capaci di accontentare anche i desideri più taciuti.

Il titolo fa riferimento all’uccello omonimo, che depone le sue uova nei nidi di altri uccelli. Mi è sembrata una metafora molto suggestiva per un thriller di suspense sovrannaturale riguardante uno scambio di corpi”, ha commentato Taragona, parlando del film, evidenziando dunque la natura contorta e diabolica del racconto. La maledizione del cuculo offre dunque grandi colpi di scena e un racconto che via via si fa sempre più intrigante, scavando a pieno nel contesto in cui il tutto si svolge e portando alla luce dinamiche orrorifiche.

Per gli appassionati di questo genere e per chi ha apprezzato un titolo a suo modo simile come La abuela – Legami di sangue, è dunque questo un film da non perdere, che grazie al suo passaggio televisivo sarà possibile scoprire o riscoprire. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La maledizione del cuculo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La maledizione del cuculo trama

La trama e il cast di La maledizione del cuculo

Protagonista del film è la giovane coppia formata da Marc e Anna. Con lei incinta all’ottavo mese, i due decidono di approfittare di questo ultimo periodo della gravidanza per fare una piccola vacanza e staccare dalla routine prima dell’arrivo del bambino. Scelgono lo scambio di casa e tramite un sito entrano in contatto con Hans e Olga, una coppia tedesca di una certa età che ha una bellissima villa. Avvenuto lo scambio di chiavi, Marc e Olga si trasferiscono nell’abitazione che sembra davvero perfetta. Circondata da un giardino e con una piscina, la casa dell’anziana coppia ha tutta l’aria di essere il posto ideale per rilassarsi. Ma ben presto, l’idillio si spezza e Marc e Anna iniziano a notare segnali sinistri e oggetti inquietanti nella casa.

Ad interpretare Anna e Marc vi sono gli attori Belén Cuesta e Jorge Suquet. Lei, in particolare, è il nome più noto del cast, celebre attrice spagnola vincitrice del premio Goya alla Migliore attrice protagonista nel 2020 per il film La trincea infinita, ma vista anche in La casa di carta, dove ha interpretato Manila. Suquet, invece, è noto per aver interpretato Martin nella serie Élite. Recitano poi nel film gli attori Rainer Reiners nel ruolo di Hans e Hildegard Schroedter in quello di Olga. Completano poi il cast Chacha Huang nel ruolo di Lili, Manuel Dueso in quello di Serafín, David Selvas in quello di Lucas e Marina Gatell in quello di Mónica.

La maledizione del cuculo cast

La spiegazione del finale del film

In La maledizione del cuculo, dunque, la coppia inizia a vivere situazioni davvero strane, mentre nella loro casa Hans e Olga trascorrono il loro tempo recitando degli incantesimi e proprio durante uno di questi l’anziana uccide suo marito pugnalandolo alla gola. Mentre Anna riceve dunque notizie preoccupanti dalla Spagna sullo strano comportamento della coppia di tedeschi, Marc cambia carattere, sfoggiando anche una perfetta parlata in tedesco. A questo punto, la donna decide di indagare meglio su quella casa, arrivando a trovare una stanza segreta in cui riesce ad introdursi. Qui trova due foto che mostrano Olga e Hans con altezze diverse dall’una all’altra.

In una di queste, Anna riconosce la strana donna che in precedenza l’aveva avvertita consigliandole di fuggire da quella casa. Si decide ora ad accettare il consiglio, tentando di allontanarsi da lì. Tuttavia, viene fermata da Marc, che sembra poi procedere ad annegarla nella vasca da bagno. Quando lei riprende conoscenza, non tenta più di opporsi al marito e, proprio come Marc, inizia a comunicare in tedesco. Nell’appartamento spagnolo, intanto, la mente di Olga torna a funzionare normalmente quando tenta di annegarsi a sua volta nella vasca da bagno. Marc e Anna tornano a quel punto dalla Germania ma non appena entrano in Olga riesce a intrappolare Marc in cantina.

L’anziana induce poi Anna ad un parto accelerato con l’ossitocina (ignorando l’offerta di Anna di restituire il suo corpo in cambio del sangue del bambino), facendo nascere il neonato con la massima cura e avvolgendolo con profondo amore. In una successiva colluttazione con Marc lo pugnala mortalmente con le forbici. Anna la attacca alle spalle, ma Olga si vendica con un colpo sul viso di Anna con un frullatore, dicendo a sé stessa (in spagnolo) “Non mi è mai piaciuto il mio naso“. Prima di lasciare l’appartamento, pochi secondi prima dell’arrivo della polizia, avvolge nuovamente il bambino con delicatezza e gli dice teneramente “Ti voglio bene”.

Il trailer di La maledizione del cuculo e dove vedere il film in streaming e in TV

La maledizione del cuculo è disponibile per il noleggio o l’acquisto sulla piattaforma Prime Video. Sfortunatamente, non è presente su nessuna delle altre piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 3 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Karate Kid: cresce il cast del nuovo film Sony

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Karate Kid: cresce il cast del nuovo film Sony

Aramis Knight (Ms. Marvel) e Wyatt Oleff (Guardiani della Galassia, It) sono i nuovi membri del cast del prossimo Karate Kid di Sony Pictures, con Ben Wang nel ruolo del protagonista.

Come annunciato in precedenza, Jackie Chan e Ralph Macchio riprenderanno i loro ruoli per continuare la mitologia del franchise originale, con Joshua Jackson, Sadie Stanley e Ming-Na Wen a bordo. I dettagli sui ruoli che ricopriranno i nuovi arrivati sono ancora segreti. Jonathan Entwistle (The End of the F***ing World) dirigerà da una sceneggiatura di Rob Lieber (Peter Rabbit), con la produzione di Karen Rosenfelt (The Summer I Turned Pretty).

Fenomeno della cultura pop che abbraccia quasi tre decenni, i film di Karate Kid hanno guadagnato 618 milioni di dollari a livello globale, stimolando la creazione della serie nominata agli Emmy Cobra Kai, che ha introdotto il franchise a un’intera nuova generazione in tutto il mondo.

Macchio riprenderà il ruolo di Daniel LaRusso, che ha interpretato nella trilogia cinematografica originale di Karate Kid iniziata nel 1984 e ripreso nella serie Cobra Kai di Netflix, che ha da poco annunciato la sua sesta e ultima stagione. Chan tornerà nel ruolo di Mr. Han, un maestro di kung fu ispirato al personaggio del Maestro Miyagi, che ha allenato Dre Parker di Jaden Smith nel film remake del 2010.

Il meglio di te: tutto quello che c’è da sapere sul film

Il meglio di te: tutto quello che c’è da sapere sul film

Da sempre molto attento a tematiche come i legami famigliari, la disabilità e l’avanzare dell’età, il regista Fabrizio Maria Cortese aveva già affrontato tutto ciò con il suo film Ho amici in Paradiso, andando poi a concentrarsi in particolare sulla terza età con il film Free – Liberi, distribuito nel 2020. Con il suo nuovo lungometraggio, Il meglio di te, egli torna su questi temi realizzando un film estremamente personale, scritto a partire da riflessioni scaturite in seguito alla scomparsa del padre. La sceneggiatura – scritta da Cortese insieme a Maria Azzurra De Lollis, Marcello Cantoni e Carlo La Greca – riflette dunque sullo scorrere del tempo, sull’evoluzione dei rapporti e sul recupero di quanto andato perduto.

Un film struggente ma non straziante, che pone dunque l’attenzione sui sentimenti ed emoziona proprio per la sincerità con cui questi vengono raccontati. Il suo passaggio televisivo è dunque l’occasione per scoprire o riscoprire questo delicato ma intenso lungometraggio, capace di parlare una lingua universale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il meglio di te. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location dove il film è stato girato e alla colonna sonora che lo accompagna. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama di Il meglio di te

Protagonisti del film sono Antonio e Nicole, i quali dopo essersi amati intensamente si sono ritrovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L’inevitabile separazione traccia allora un confine molto netto tra le loro vite e entrambi proseguono da quel momento per la propria strada, in cerca di nuova serenità. Quando però Antonio si ammala, Nicole decide di tornare da lui mettendo da parte il risentimento del passato e cercando di recuperare qualcosa di molto importante per lei. Quel riavvicinamento sarà dunque l’occasione per loro per ripercorrere la propria storia insieme, alla ricerca di risposte a situazioni mai chiarite.

Il meglio di te cast

Il cast di Il meglio di te e le location dove è stato girato

Ad interpretare Antonio e Nicole vi sono gli attori Vincent Riotta e Maria Grazia Cucinotta. Se quest’ultima è nota per film come Il postino, I laureati e Il mondo non basta, Riotta – attore britannico di origini italiane – è invece conosciuto in Italia per la miniserie Il capo dei capi, ma si è anche distinto per la sua partecipazione ai film Il cavaliere oscuro, Rush e House of Gucci. Accanto a loro, recitano gli attori Anita Kravos – celebre per La grande bellezza e Alza la testa – nel ruolo di Paola, Giusi Merli – vista in La grande bellezza e Dune – Parte due – in quello di Mimì e Simone Montedoro – il capitano Giulio Tommasi di Don Matteo – in quelli di Simone.

Completano poi il cast Vanessa Contucci nel ruolo di Veronica, Michele Olita in quello di Lello, Mattia Iasevoli in quello di Lorenzo e Antonio Roma in quello di Lucio. Grande protagonista del film è però anche la Basilicata, regione dove si sono svolte le riprese e che fa da cornice di questa storia. Mentre gli interni sono quelli di una villa privata, gli esterni sono quelli di Brindisi di Montagna, Satriano di Lucania, Tricarico, Maratea, Pignola e Potenza. Il film contribuisce così alla “scoperta” cinematografica di questi luoghi, che permettono di allontanarsi da classici ambienti del cinema per mostrare altre bellezze paesaggistiche e urbane presenti in Italia.

Il meglio di te location

La canzone di Giusy Ferreri

Degna di nota è ovviamente anche la colonna sonora del film, curata da Valerio Calisse, Daniele Bonaviri e Gabriele Cannarozzo. Spicca poi in particolare il brano della cantante Giusy Ferreri, che porta il medesimo titolo del film. «Giusy mi piace tantissimo, adoro le sue canzoni, quando ho scritto la sceneggiatura de Il meglio di te le ho chiesto se aveva voglia di partecipare e lei ha accettato dopo aver letto il copione.», ha raccontato Cortese in un’intervista, nella quale Ferreri ha invece raccontato di aver elaborato il brano a partire da una musica già esistente ma ancora inutilizzata e di averci «costruito sopra una nuova melodia entrando in sostanza in quella che è la parte Nicole.»

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è ad oggi presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente in prima visione assoluta nel palinsesto televisivo di mercoledì 3 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Disney: gli azionisti respingono l’offerta di Nelson Peltz, una vittoria per Bob Iger

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È ufficiale: Gli azionisti della Disney hanno respinto il tentativo dell’investitore attivista Nelson Peltz di ottenere posti nel consiglio di amministrazione della società. Gli investitori hanno votato per la rielezione di tutti e 12 i membri del consiglio di amministrazione sostenuti dalla società, compreso l’amministratore delegato Bob Iger, ponendo fine alla più costosa battaglia di deleghe aziendali della storia.

I risultati delle votazioni per i candidati al consiglio di amministrazione della Disney sono stati annunciati mercoledì in occasione dell’assemblea degli azionisti della società per il 2024, che si è tenuta virtualmente. Peltz, che dirige la società di investimenti Trian Partners, non ha ottenuto abbastanza voti a suo favore per ottenere un posto nel consiglio di amministrazione (così come l’altro candidato di Trian, l’ex Disney Jay Rasulo).

Horacio Gutierrez, senior EVP, chief legal and compliance officer di Disney, che ha supervisionato i lavori della riunione, ha dichiarato che le tabulazioni preliminari dei voti hanno mostrato che i 12 amministratori di Disney hanno vinto la rielezione con un “margine sostanziale”. (Ha aggiunto che i conteggi ufficiali dei voti saranno resi noti nei successivi verbali della riunione).

Gli investitori hanno votato su tre liste di candidati al consiglio di amministrazione in competizione tra loro: la lista di 12 membri raccomandata dalla Disney stessa, i candidati di Trian, Peltz e Rasulo, e i tre della società di investimento Blackwells Capital, che non hanno ottenuto abbastanza voti per aggiudicarsi un posto nel consiglio.

In una dichiarazione preparata, il presidente della Disney Mark Parker ha dichiarato: “Siamo immensamente grati ai nostri azionisti per il loro investimento nella Disney e per la loro fiducia nel suo futuro, in particolare in questo periodo di grandi cambiamenti nell’industria dell’intrattenimento in generale. Abbiamo la fortuna di avere un consiglio di amministrazione altamente qualificato che possiede un profondo impegno per la forza duratura di questa azienda e un’enorme quantità di esperienza e competenza, compresa la pianificazione della successione“.

Parker ha anche ringraziato Iger, “il suo eccezionale team di gestione” e i dipendenti della Disney “per aver continuato a fare i conti con i consumatori e gli azionisti durante questa distraente battaglia per procura”.

In una dichiarazione rilasciata dopo i risultati del voto, Iger ha dichiarato: “Voglio ringraziare i nostri azionisti per la fiducia che hanno riposto nel nostro consiglio di amministrazione e nel management. Con la distrazione del concorso per procura ormai alle spalle, siamo ansiosi di concentrare il 100% della nostra attenzione sulle nostre priorità più importanti: la crescita e la creazione di valore per i nostri azionisti e l’eccellenza creativa per i nostri consumatori“.

La Trian di Peltz aveva fatto una campagna per un cambiamento urgente del consiglio di amministrazione della Disney, citando la sottoperformance delle azioni della società di media negli ultimi anni e la pianificazione “pasticciata” del consiglio di amministrazione per la successione all’ex amministratore delegato Bob Chapek (il successore scelto da Iger, che è stato estromesso dopo meno di due anni). In risposta, Disney ha dichiarato che il consiglio di amministrazione sta già conducendo un diligente processo di selezione dell’amministratore delegato “guidato da amministratori delegati di successo con una recente e apprezzata esperienza di successione“.

I 30 migliori film epici da vedere

I 30 migliori film epici da vedere

Ambientazioni antiche o medievali, battaglie, eroismo, esotismo, temi profondi quali l’amore, l’odio, la morte, il coraggio. Sono questi gli elementi caratterizzanti dei cosiddetti film epici, i quali condividono molte similitudini con poemi epici come l’Iliade e l’Odissea, ma anche il ciclo di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, l’Orlando Furioso o l’Epopea di Gilgamesh, giusto per citare i più celebri. La Hollywood degli anni Sessanta è stata il luogo dove hanno preso forma alcuni tra i più celebri film epici di sempre, spesso caratterizzati da uno specifico sottogenere di riferimento.

Film storico, di guerra, di fantascienza, fantasy o di carattere religioso, sono tanti i modi in cui i film epici si sono manifestati nel tempo, sempre riproponendo gli elementi citati in apertura anche se applicati al genere di riferimento. Anche in tempi più recenti sono stati realizzati lungometraggi di questo genere che meritano di essere visti e approfonditi e per orientarsi tra i tanti titoli esistenti, ecco i 30 film epici da vedere assolutamente.

Film epici storici

Film epici storici Ben Hur

I film epici di carattere storico – sia che propongano vicende o personaggi realmente esistiti, sia che si prendano libertà narrative raccontano anche elementi originali – sono tra gli esempi più celebri di questo genere di opere. Scopriamo alcuni tra i migliori.

  • Sentieri selvaggi, John Ford (1956). Un veterano confederato e il suo compagno mezzo Cherokee si imbarcano in un lungo viaggio alla ricerca di una bambina rapita. Grande classico del cinema, interpretato da John Wayne, il film unisce il senso dell’epica proprio degli antichi poemi ai canoni del genere western, divenendo uno dei più celebri esempi di questo connubio.
  • Ben Hur, William Wyler (1959). Al tempo di Gesù, un principe Ebreo viene tradito e mandato in schiavitù insieme alla propria famiglia da un amico Romano. L’incontro con Gesù in persona cambierà tutto. Affronterà il suo rivale in una memorabile corsa con le bighe, con l’obiettivo di salvare la propria famiglia. Charlton Heston è il protagonista di questo memorabile film, il primo a vincere ben 11 Oscar, che pur non narrando fatti realmente avvenuti si basa su un contesto storico documentato.
  • Spartacus, Stanley Kubrick (1960). In un impero romano decadente, il gladiatore Spartaco guida la rivolta degli schiavi, e tenta di portare i suoi seguaci alla libertà. Prima dei film per cui è principalmente noto, Kubrick realizza questo film epico ispirato alla figura di uno schiavo romano realmente vissuto tra il 109 e il 71 a.C., interpretato nel film dal celebre Kirk Douglas.
  • Lawrence d’Arabia, David Lean (1962). La storia comincia al Cairo, dove, per la sua conoscenza delle tribù beduine, il Luogotenente inglese T.E. Lawrence viene mandato in cerca del principe Faisal e viene incaricato di essere il legame tra arabi e britannici nella battaglia contro i turchi. Con l’aiuto del nativo Sherif Ali, Lawrence si ribella contro gli ordini dei superiori, e si imbarca in un lungo viaggio a dorso di un cammello attraverso il deserto. Altro grande classico del cinema epico, il film racconta di T. E. Lawrence, che guidò la rivolta araba durante la prima guerra mondiale.
  • L’ultimo Imperatore, Bernardo Bertolucci (1987). La storia della vita di Pu Yi, l’ultimo imperatore della Cina, e del suo regno scosso da continui tumulti. Dopo essere stato catturato dall’Armata Rossa come criminale di guerra nel 1950, Pu Yi, in prigione, ripensa alla propria giovinezza. Una vita di lusso ma isolata dal mondo esterno, e dalla complessa situazione politica del Paese. Con la Rivoluzione, il suo mondo viene completamente rivoltato.
  • Braveheart – Cuore impavido, Mel Gibson (1995). La storia del leggendario eroe scozzese del Tredicesimo secolo di nome William Wallace, che fece alleare tutti i clan scozzesi con l’obiettivo di combattere il monarca inglese Edoardo I, dopo aver sofferto una tragedia personale causata da soldati inglesi. Wallace mette insieme un gruppo di soldati scozzesi, non professionisti, che si rivela essere più forte di qualunque esercito.
  • Il Gladiatore, Ridley Scott (2000). Forse il film epico per antonomasia. L’imperatore Commodo prende il potere e si libera di Massimo, uno dei generali favoriti del padre e predecessore, l’Imperatore-filosofo Marco Aurelio. Quest’ultima, infatti, aveva designato Massimo come suo successore. Questi, però, viene venduto in schiavitù e finisce per diventare uno dei combattenti del Colosseo più famosi di Roma. La sua sete di giustizia lo porterà però a sfidare il nuovo imperatore. Russell Crowe e Joaquin Phoenix guidano questo epico film, che ha dato nuova vita a questo genere di opere.

Film epici di guerra

Film epici guerra Apocalypse Now

Anche il film di guerra si è spesso e volentieri configurato come film epico, in quanto nei conflitti bellici si possono ritrovare coraggio, amore, morte, gesta eroiche e numerosi altri elementi proprio dell’opera epica.

  • Apocalypse Now, Francis Ford Coppola (1979). Durante la guerra in Vietnam un agente dell’esercito americano si avventura in Cambogia alla ricerca di un pericoloso tiranno, il colonnello Kurtz, un tempo soldato modello poi convertitosi alla causa del nemico. Coppola vola fino nelle Filippine per realizzare quello che è considerato tra i film sulla guerra del Vietnam più celebri di sempre, vivida rappresentazione dell’insolubile dilemma morale costituito dalla guerra e del suo essere esteriorizzazione degli orrori interni all’essere umano.
  • Salvate il soldato Ryan, Steven Spielberg (1998). Nel 1944, un gruppo di soldati riceve l’ordine di evacuare il soldato James Ryan da dietro le linee tedesche. Ryan ha perso i suoi tre fratelli sul campo di battaglia e ha bisogno di essere riportato a casa rapidamente. Tra i più celebri film di Spielberg, che gli è valso il secondo Oscar per la Miglior regia, è questo un film epico di guerra che pone l’essere umano al centro di tutto.

Film epici biblici

Film epici biblici La passione di Cristo

  • I dieci comandamenti, Cecil B. DeMille (1956). Cresciuto come un principe egizio, Mosè scopre le sue origini ebraiche e combatte contro il Faraone per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù. Un grande classico del cinema, apoteosi non solo di un modo di intendere l’epica ma anche di una serie di elementi tecnici all’epoca estremamente all’avanguardia.
  • Il re dei re, Nicholas Ray (1961). Quando nasce Gesú a Betlemme, tutta la Giudea è in fermento per la spietata dominazione romana. A ciò si aggiunge la tirannica soggezione in cui è tenuto il popolo ebraico da Erode, una fosca figura di regnante, cui presto succederà il figlio Antipa. Altro grande classico del cinema epico di carattere biblico, con Orson Welles con voce narrante.
  • La passione di Cristo, Mel Gibson (2005). Le ultime dodici ore di vita di Gesù, dall’orto degli Ulivi, all’arresto e la condanna a morte. La decisione di Ponzio Pilato di affidare la scelta alla folla, la flagellazione e, infine, la crocifissione. Opera controversa e oggetto di innumerevoli critiche, il film coniuga elementi biblici ad uno sguardo ampio su una vicenda ricca di dramma ed emozioni forti.

Film epici fantasy e di fantascienza

Film epici fantascienza fantasy Il Signore degli Anelli

La fantascienza e il fantasy sono da sempre due generi con cui l’epica ben si sposa. I loro canoni estetici e narrativi sono infatti facilmente adattabili all’epica, che trova così nuova vita e rinnovato valore.

  • 2001: Odissea nello spazio, Stanley Kubric (1968). Il dottor Bowman viene inviato nello spazio con altri astronauti a studiare un monolite nero. Durante il viaggio, HAL, il computer di bordo dell’astronave, comincia a disobbedire agli ordini e ciò porta alla resa dei conti tra uomo e macchina. Ancora Kubric, qui con uno dei suoi massimi capolavori. Un film enigmatico nel quale si ritrovano però tensioni ed emozioni propri del cinema epico.
  • Star Wars (1977). Con l’aiuto di fedeli robot e altri preziosi alleati, il giovane Luke Skywalker deve salvare la principessa ribelle Leila e sconfiggere l’Impero che costringe la galassia sotto il suo controllo. Grande classico della fantascienza, questo film di George Lucas è a sua volta uno dei film d’avventura più celebri ed iconici di sempre, così come i diversi sequel usciti nel corso del tempo. (Qui la recensione)
  • Il Signore degli Anelli (trilogia) (2001-2003). Un giovane hobbit e un variegato gruppo, composto da umani, un nano, un elfo e altri hobbit, partono per un delicata missione, guidati dal potente mago Gandalf. Devono distruggere un anello magico e sconfiggere così il malvagio Sauron. I tre film di questa trilogia – La Compagnia dell’Anello, Le due torri e Il ritorno del re – contribuirono alla rinnovata popolarità del genere d’avventura, mescolato in questo caso con evidente elementi fantasy.
  • 300, Zack Snyder (2007). Nel 480 a.C., la Grecia è in guerra con la Persia, guidata dal re Serse. Il re Leonida, re della città di Sparta, conduce un esercito di trecento uomini alla storica battaglia delle Termopili, contro l’enorme esercito persiano. Nonostante la consapevolezza dall’andare incontro a morte certa, gli uomini combattono con onore, e il loro sacrificio ispira tutti i greci ad unirsi contro il nemico comune. Snyder adatta l’omonima graphic novel dando vita ad un film a metà tra lo storico e il fantasy, data la presenza di diversi elementi appartenente al mondo del fantastico.
  • Dune e Dune – Parte Due, Denis Villeneuve (2021 e 2024). In un distante futuro dell’umanità, il duca Leto Atreides accetta la gestione di un pericoloso pianeta, Dune, l’unica fonte di una droga in grado di allungare la vita e fornire eccezionali capacità mentali, ma la cosa lo porterà alla rovina. Suo figlio Paul Atreides giurerà dunque vendetta contro coloro che hanno distrutto la sua famiglia, andando incontro al suo destino di messia. Villeneuve adatta il romanzo di Frank Herbert in due film straordinari dove il connubio tra epica e fantascienza tocca i massimi livelli.

Film epici recenti

Film epici recenti Napoleon

Sebbene i film epici in senso tradizionale siano oggi piuttosto rari, ci sono stati anche negli ultimi anni alcuni titoli che a loro modo si sono rifatti a questa tipologia di opere per raccontare nuove ed entusiasmanti vicende. Eccone 5 tra i più importanti.

  • Il primo re, Matteo Rovere (2019). Due fratelli, Romolo e Remo, catturati e resi schiavi dai cittadini di Alba Longa, guidano una rivolta delle popolazioni italiche. La nascita di una nuova tribù dal destino glorioso metterà però i due l’uno contro l’altro. Rovere rispolvera il film epico in Italia proponendo una strabiliante ricostruzione della nascita di Roma, attraverso trucchi, costumi, scenografie e la lingua latina. (Qui la recensione).
  • Sir Gawain e il Cavaliere Verde, David Lowery (2021). Il nipote di Re Artù intraprende un’audace ricerca per affrontare il Cavaliere Verde, un misterioso gigante che appare a Camelot. Rischiando la testa, si imbarca in un’avventura epica per mettersi alla prova con la sua famiglia e la sua corte. Ispirato al poema cavalleresco Sir Gawain e il Cavaliere Verde, il film di Lowery con protagonista Dev Patel è un’appassionante e suggestiva riflessione sulla morte e il valore della vita. (Qui la recensione).
  • The Northman, Robert Eggers (2021). Il principe Amleth sta per diventare un uomo quando suo padre viene brutalmente assassinato. Due decenni dopo, Amleth, ora un vichingo, incontra una veggente che gli ricorda il suo voto. Al suo terzo lungometraggio, Eggers realizza un’opera epica ispirata a Gesta Danorum di Saxo Grammaticus e all’Amleto di Shakespeare. Protagonista, nel ruolo di Amleth, è l’attore Alexander Skarsgard. (Qui la recensione).
  • Napoleon, Ridley Scott (2023). La rapida e spietata scalata di Napoleone Bonaparte per diventare imperatore di Francia si scontra con la sua disfunzionale e volatile relazione con la moglie Giuseppina, il suo vero amore. Joaquin Phoenix torna a collaborare con Scott assumendo i panni del celebre imperatore francese in un film epico che ha fatto tanto discutere per il suo ritratto sia di Napoleone che delle sue gesta. (Qui la recensione).
  • Killers of the Flower Moon, Martin Scorsese (2023). Negli anni Venti, alcuni membri della tribù di nativi americani Osage, della contea di Osage, in Oklahoma, vengono assassinati dopo che del petrolio viene trovato sulla loro terra, e l’FBI decide di indagare. Scorsese torna alla regia realizzando non solo uno dei migliori film dell’anno ma anche dei tempi recenti. Un racconto epico che coniuga western e gangster movie con una capacità narrativa inarrivabili. Nel cast, Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone e Robert De Niro. (Qui la recensione).

Film epici cinesi

Film epici cinesi La tigre e il dragone

Il cinema cinese ha in più occasioni dimostrato di essere ricco di risorse e sorprese e diversi film epici provenienti da questo paese si sono nel tempo affermati come opere di grande valore. Ecco i tre migliori.

  • La tigre e il dragone, Ang Lee (2001). Li Mu Bai, esperto di arti marziali, affida alla sua amata, un’abile guerriera, una spada dai poteri magici. Quando l’arma viene rubata dai suoi nemici, i due innamorati intraprendono una pericolosa missione per recuperarla. Premiato con l’Oscar per il Miglior film straniero, è questo un film di genere wuxia, incentrato dunque sulle arti marziali, dove si ripercorrono epici combattimenti e profondi sentimenti.
  • 7 guerrieri, Ronny Yu (2013). Nell’antica Cina, i sette figli di un ufficiale prigioniero cercano di salvare il padre minacciato da un esercito di migliaia di persone. La storia è basata su una leggenda cinese intitolata “I generali della famiglia Yang“, a sua volta tratta da una vicenda reale. 7 guerrieri è ancora oggi uno dei più popolari film epici prodotti in Cina.
  • 800 eroi, Guan Hu (2020). La storia della battaglia fra Cina e Giappone durante gli anni Trenta a Shanghai. Di fronte all’avanzata dell’esercito giapponese, circa 800 soldati cinesi resistono agli assalti imperiali. Ambientato nel corso della battaglia di Shanghai verificatasi durante la brutale seconda guerra sino-giapponese, il film è un altro grande esempio di epica cinese, affermatosi come il secondo maggiore incasso mondiale del 2020. (Qui la recensione).

Film epici su Netflix

Film epici Netflix Rebel Moon

Anche su Netflix si possono trovare diversi film epici da vedere, ma qui di seguito si riportano i Netflix Original, titoli che non si possono trovare da nessun’altra parte se non su tale piattaforma.

  • Il re, David Michod (2019). Il giovane Hal ha abbandonato le sue responsabilità per vivere liberamente tra la gente comune, ma quando le circostanze familiari lo costringono ad accettare il trono d’Inghilterra, non ha altra scelta che accettare il suo destino. Protagonista di questo film ispirato in maniera estremamente libera all’Enrico V di William Shakespeare, è l’attore Timothée Chalamet, alle prese con una delle sue prove d’attore più cupe. (Qui la recensione).
  • Outlaw King – Il re fuorilegge, David Mackenzie (2018). Dopo essere stato incoronato re di Scozia, il leggendario guerriero Robert Bruce viene costretto all’esilio dagli inglesi. Postosi a guida di una banda di fuorilegge, l’uomo reclama il trono. Il film, incentrato sulla figura storica di Roberto I di Scozia, è interpretato da Chris Pine.
  • Niente di nuovo sul fronte occidentale, Edward Berger (2022). Nella Germania del 1917, il giovane Paul Baumer mente riguardo la sua età per potersi arruolare con i suoi amici, tutti giovani uomini patrioti. La realtà della guerra però, smantella quasi immediatamente la loro esuberanza. Berger propone un nuovo adattamento del celebre romanzo di Erich Maria Remarque, premiato vincitore di 4 Oscar tra cui Miglior film internazionale. (Qui la recensione).
  • Rebel Moon, Zack Snyder (2023). Quando le forze armate del Mondo Madre minacciano un tranquillo villaggio di contadini su una luna distante, una misteriosa outsider diventa l’unica speranza di sopravvivenza. Snyder torna all’epica, stavolta con un film di fantascienza diviso in due parti, Figlia del fuoco e La sfregiatrice, dove si rielabora la figura del potere malvagio e di coloro che tentano di opporvisi. (Qui la recensione della Parte 1).
  • Troy – La caduta di Troia (2018). Mentre è alla ricerca della donna che Afrodite gli ha promesso, Paride scopre la sua vera identità e si innamora perdutamente di Elena di Sparta. Così, ha inizio la guerra di Troia. In questa miniserie di 8 puntate, si ripercorre la vicenda narrata nel poema epico Iliade, con la guerra tra greci e troiani già a suo modo proposta dal celebre film del 2004 Troy.

The Witcher – stagione 4: Sharlto Copley e altre due new entry nel cast della serie Netflix

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Il cast della quarta stagione di The Witcher – stagione 4 si è ampliato: altre tre star si sono unite alla prossima stagione dell’adattamento della serie The Witcher di Netflix.

Variety ha riportato che Danny Woodburn, Sharlto Copley e James Purefoy si sono uniti al cast di The Witcher – stagione 4, il quarto capitolo di The Witcher. Woodburn interpreterà il memorabile personaggio del nano Zoltan, mentre Copley vestirà i panni del cacciatore di taglie Leo Bonhart. Infine, Purefoy avrà il ruolo del consigliere di corte e spia Skellen.

Woodburn ha una vasta filmografia di film e televisione, tra cui apparizioni in Watchmen e Teenage Mutant Ninja Turtles del 2014, mentre uno dei suoi ruoli più famosi è quello di Mickey, l’amico di Kramer in Seinfeld. Copley è già apparso in District 9, The A-Team ed Elysium, oltre che in Monkey Man, mentre Purefoy è apparso in film come A Knight’s Tale, V for Vendetta e Fisherman’s Friends.

In precedenza la serie era guidata da Henry Cavill nel ruolo di Geralt di Rivia, ma la terza stagione ha segnato l’ultima stagione di Cavill nei panni del cacciatore, sostituito da Liam Hemsworth, veterano di Hunger Games, a partire dalla quarta stagione. La serie è interpretata anche da Freya Allan nel ruolo della principessa Ciri, Anya Chalotra nel ruolo di Yennefer di Vengerberg e Joey Batey nel ruolo di Jaskier.

Cosa sappiamo su The Witcher – stagione 4

La produzione della quarta stagione di “The Witcher” inizierà questa primavera. La terza stagione della serie è andata in onda su Netflix tra giugno e luglio 2023. La descrizione ufficiale della nuova stagione afferma che:

Dopo gli sconvolgenti eventi che hanno alterato il Continente e che hanno chiuso la terza stagione, la nuova stagione segue Geralt, Yennefer e Ciri che si trovano a dover attraversare il Continente devastato dalla guerra e i suoi numerosi demoni separati gli uni dagli altri. Se riusciranno ad abbracciare e guidare i gruppi di disadattati in cui si trovano, avranno la possibilità di sopravvivere al battesimo del fuoco e di ritrovarsi.

Chi ha creato The Witcher?

Basato sui racconti e sui romanzi di Andrzej Sapkowski, The Witcher è creato e prodotto esecutivamente da Lauren Schmidt Hissrich, che ne è anche la showrunner. Sean Daniel e Jason Brown della Sean Daniel Company sono i produttori esecutivi insieme a Tomek Baginski e Jarek Sawko della Platige Image.

Marlon Brando, 100 anni dalla nascita del leggendario attore

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Marlon Brando, 100 anni dalla nascita del leggendario attore

Ricorre oggi il centenario di Marlon Brando, il “selvaggio” di Hollywood che attraversò a testa alta il passaggio dal cinema classico al cinema moderno senza restarne schiacciato, ma anzi contribuendo attivamente alla rivoluzione in corso. Vincitore di due premi Oscar (nel 1955 per Fronte del porto e nel 1973 per Il padrino), Brando si distinse infatti per un approccio estremamente fisico, quasi animalesco, ai suoi personaggi, rifuggendo da ogni teatralità per andare alla ricerca  della loro vera anima e psicologia.

Ma Brando è ricordato non solo per i suoi ruoli quanto anche per le tante vicissitudini personali che hanno contribuito alla formazione del suo mito. Dalle numerose cause umanitarie sostenute alla turbolenta vita sentimentale e fino alle tragedie legate ai figli. Ma mentre questi sono aspetti che appunto non fanno che confermare la natura di “genio e sregolatezza” di Brando, è sul suo lascito artistico che oggi ha più che mai senso interrogarsi.

Interpretazioni come quelle in Un tram chiamato Desiderio, Fronte del porto, Il selvaggio, Il padrino, Ultimo tango a Parigi e Apocalypse Now – tanto per citare le più celebrate – sono ancora oggi considerate tra le più memorabili interpretazioni della storia della recitazione. Brando ha infatti dato vita ad uno scarto enorme rispetto alla generazione precedente di attori, segnando nuovi standard per quella venuta in seguito e che avrà proprio lui come nume tutelare.

Marlon Brando protagonista del manifesto del 42° Torino Film Festival

Scomparso ormai da 20 anni, Brando continua dunque ad essere una figura di riferimento imprescindibile, a cui la prossima edizione del Torino Film Festival dedicherà come noto una rassegna celebrativa proprio in occasione del suo centenario, con 24 titoli che ne ripercorrono la carriera dagli esordi del 1950 fino a una delle ultime interpretazioni del 1996. Sarà dunque l’ennesima occasione per riscoprire questo gigante della recitazione.

Negli UCI Cinemas arriva il tour per il lancio di Un mondo a parte

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In occasione dell’arrivo in sala di Un mondo a parte, commedia distribuita da Medusa Film, UCI Cinemas ospiterà il tour del regista Riccardo Milani e dei protagonisti del film Antonio Albanese e Virginia Raffaele.

I tre, a partire dal 29 marzo, presenteranno il film in diverse multisala del Circuito, incontrando gli spettatori prima della proiezione. Di seguito le tappe del tour:

  • Venerdì 29 marzo: UCI Parco Leonardo alle ore 19:00
  • Sabato 30 marzo: UCI Luxe Campi Bisenzio alle ore 16:30
  • Domenica 31 marzo:  UCI Porta di Roma alle ore 19:30
  • Giovedì 4 aprile: UCI Cinepolis Marcianise alle ore 20:30
  • Venerdì 5 aprile: UCI Casoria alle ore 19:30
  • Sabato 6 aprile: UCI Showville Bari alle ore 19:45
  • Domenica 7 aprile: UCI Molfetta alle ore 20:00

Un mondo a parte racconta la storia del maestro elementare Michele Cortese, a cui sembra aprirsi una nuova vita. Dopo 40 anni di insegnamento nella giungla romana, Cortese, riesce a farsi assegnare all’Istituto Cesidio Gentile detto Jurico: una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Grazie all’aiuto della vicepreside Agnese e dei bambini, il maestro supera la sua inadeguatezza metropolitana e diventa uno di loro. Quando tutto sembra andare per il meglio però, arriva la notizia che la scuola, per mancanza di iscrizioni, a giugno chiuderà. Inizia così una corsa contro il tempo per evitarne la chiusura in qualsiasi modo.

Matrix 5: il film in sviluppo senza nessuna delle Wachowski alla regia

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La Warner Bros. tornerà al franchise dell’eletto con Matrix 5. Lo studio ha annunciato che un quinto film è in fase di sviluppo. Sarà il primo capitolo senza Lana o Lily Wachowski come registe. Invece, lo sceneggiatore di The Martian Drew Goddard si occuperà della regia. Scriverà anche la sceneggiatura e produrrà il film insieme alla sua compagna della Goddard Textiles, Sarah Esberg. Lana Wachowski, che ha diretto l’ultimo episodio del franchise, Matrix: Resurrections del 2021, è la produttrice esecutiva.

Non è chiaro chi dell’universo di Matrix tornerà: Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss hanno interpretato tutti i film precedenti come Neo e Trinity, mentre Yahya Abdul-Mateen II, Jonathan Groff, Neil Patrick Harris e Priyanka Chopra Jonas si sono uniti all’universo di Matrix nell’iterazione più recente.

I dettagli della trama non sono stati rivelati, ma il presidente della produzione della Warner Bros. Motion Pictures, Jesse Ehrman, anticipa che la storia farà avanzare il mondo fantasy senza allontanarsi troppo da ciò che ha reso la serie un successo.

“Drew è arrivato alla Warner Bros. con una nuova idea che tutti noi crediamo sarebbe un modo incredibile per continuare il mondo di Matrix, sia onorando ciò che Lana e Lilly iniziarono più di 25 anni fa, sia offrendo una prospettiva unica basata sul suo amore per il mondo di Matrix”, ha detto Ehrman in una nota. “L’intero team della Warner Bros. Discovery è entusiasta che Drew realizzi questo nuovo film di ‘Matrix’, aggiungendo la sua visione al canone cinematografico che le Wachowski hanno impiegato un quarto di secolo a costruire qui in studio”.

The Matrix, che ha dato il via al franchise nel 1999, è considerato uno dei film di fantascienza più influenti di tutti i tempi. Ha ispirato tre sequel, The Matrix Reloaded e The Matrix Revolutions del 2003 e The Matrix Resurrections del 2021. Il quarto episodio, arrivato dopo un intervallo di 18 anni e il primo ad essere diretto esclusivamente da Lana, è stato un’enorme delusione al botteghino. Ciò è in parte dovuto al fatto cheil film, come l’intera lista del 2021 di Warner Bros., era disponibile contemporaneamente su HBO Max senza costi aggiuntivi.

Festival di Cannes 2024: Le Deuxième Acte di Quentin Dupieux è il film d’apertura

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Le Deuxième Acte (The Second Act titolo internazionale) di Quentin Dupieux, l’ultimo film del prolifico regista e sceneggiatore francese, che è anche musicista, aprirà il prossimo Festival di Cannes. Presentata fuori concorso in prima mondiale sulla Croisette martedì 14 maggio, questa commedia in quattro parti uscirà lo stesso giorno in tutte le sale francesi.

Per inaugurare i festeggiamenti della 77a edizione, un artista audace e imprevedibile calcherà il tappeto rosso del Grand Théâtre Lumière, circondato da tutta la sua squadra. Regista che abbraccia la libertà – nel tono, nella forma e nel soggetto – Quentin Dupieux si è liberato dalle convenzioni attraverso un corpus di opere già vasto (13 lungometraggi in 17 anni), stabilendo l’assurdo come genere a sé stante e sconvolgendo tutto gli altri e The Second Act è un perfetto esempio di questo!

Come i precedenti, The Second Act si presenta come una nuova mise en abyme attorno alla recitazione – già uno dei temi centrali di Yannick e Daaaaaali! Il cast è tanto prestigioso quanto inaspettato: Léa Seydoux, Vincent Lindon e Louis Garrel entrano per la prima volta nell’universo demenziale di Quentin Dupieux, mentre Raphaël Quenard ritorna per la quarta volta, dopo Mandibles, Smoking Causes Coughing e Yannick.

Il premio del destino, la seconda stagione della serie in arrivo su AppleTV+

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Apple TV+ ha svelato oggi la seconda stagione di Il premio del destino, la serie comedy creata dal vincitore dell’Emmy David West Read (“Schitt’s Creek”) e interpretata da un cast corale guidato da Chris O’Dowd.

Il premio del destino: quando esce e dove vederla in streaming

La nuova stagione, composta da 10 episodi, farà il suo debutto su Apple TV+ il 24 aprile con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale ogni mercoledì fino al 12 giugno.

Il premio del destino: la trama e il cast

Basata sull’omonimo romanzo di M.O. Walsh, la seconda stagione torna a seguire gli abitanti di Deerfield quando la macchina Morpho li prepara per la misteriosa “fase successiva”. Mentre i potenziali rivelati di ognuno vengono scambiati per visioni, nascono nuove relazioni e si pongono nuove domande in città. Dusty (Chris O’Dowd) e Cass (Gabrielle Dennis) decidono di separarsi, mentre Trina (Djouliet Amara) e Jacob (Sammy Fourlas) imparano che possono liberarsi delle loro vecchie etichette. Giorgio (Josh Segarra) e Izzy (Crystal Fox) trovano la propria storia d’amore, mentre Hana (Ally Maki) e Padre Reuben (Damon Gupton) cercano di scoprire quale sia lo scopo della macchina. La piccola comunità si trova ancora una volta a mettere in discussione ciò che pensava di sapere sulla vita dei propri abitanti, sui loro rapporti, le loro potenzialità e sulla Morpho stessa.

La seconda stagione accoglie vecchie e nuove guest star, tra cui Justine Lupe, Aaron Roman Weiner, Mary Holland, Patrick Kerr, Cocoa Brown, Carrie Barrett, Elizabeth Hunter, Jim Meskimen, Matt Dellapina e Melissa Ponzio ed è prodotta da Skydance Television e CJ ENM/Studio Dragon.

David West Read è showrunner e produttore esecutivo, insieme a David Ellison, Dana Goldberg e Matt Thunell per Skydance Television, Miky Lee, Jey-hyun Kim e Hyun Park per Studio Dragon, Bill Bost e Sarah Walker. Steven Tsuchida, Heather Jack, Jordan Canning, Satya Bhabha e Declan Lowney dirigono la serie.

La prima stagione di “Il premio del destino” ha rapidamente raggiunto lo status Certified Fresh su Rotten Tomatoes ed è stata definita come “stimolante”, “esilarante” e “uno dei migliori debutti comici degli ultimi anni”.

Dead Boy Detectives: trailer e foto della serie ambientata nel mondo di Sandman

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Dopo il successo di The Sandman, arriva su Netflix Dead Boy Detectives, la nuova serie ispirata all’universo dell’omonimo comic book di Neil Gaiman. Demoni, fantasmi e personaggi dell’universo di The Sandman, tra cui Morte, ritornano nella serie – di cui da oggi è disponibile il trailer – in arrivo solo su Netflix dal 25 aprile.

I Dead Boy Detectives sono sono Edwin Payne (George Rexstrew) e Charles Rowland (Jayden Revri), ovvero “il cervello” e “i muscoli” dell’agenzia Detective defunti. Adolescenti nati a decenni di distanza che si incontrano nell’aldilà, Edwin e Charles sono migliori amici e fantasmi…che si occupano di risolvere misteri. Insieme affrontano folli avventure, incluso sfuggire a streghe malvagie, all’inferno e alla Morte stessa. Con l’aiuto di una sensitiva di nome Crystal (Kassius Nelson) e della sua amica Niko (Yuyu Kitamura) riescono a risolvere alcuni dei casi paranormali più complessi del mondo dei mortali.

Dead Boy Detectives è stata sviluppata da Steve Yockey (che ha rivestito il ruolo di co-showrunner insieme a Beth Schwartz) ed è stata prodotta da Greg Berlanti. Anche Jeremy Carver e Sarah Schechter si occupano della produzione esecutiva.

Nel cast della serie George Rexstrew e Jayden Revri nel ruolo rispettivamente di Edwin e Charles, Kassius Nelson nel ruolo della sensitiva Crystal e Yuyu Kitamura in quello della sua amica Niko. Oltre a loro anche Jenn Lyon, Briana Cuoco, Lukas Gage, David Iacono e Ruth Connell.

The Acolyte: La Seguace, un primo sguardo al personaggio di Dafne Keen

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Entertainment Weekly ha rivelato che la star di Logan Dafne Keen interpreterà una Padawan Theelin chiamata Jecki Lon in The Acolyte: La Seguace. Padawan del Maestro Jedi Sol di Lee Jung-jae, sembra che lo aiuterà a indagare sulla misteriosa minaccia, probabilmente Sith, per l’Ordine Jedi. Il sito ha anche incontrato l’attrice e le ha chiesto cosa potesse dire sul ruolo di Jecki Lon nella prossima serie TV di Star Wars.

“Beh, sono molto felice che ora conosciamo il suo nome, perché è stato segreto per così tanto tempo. E sono molto felice di poter dire che è un’aliena, una Padawan e una Jedi. Lei è una specie mista: in parte Theelin, in parte umana.” “È davvero fantastica e ho dei combattimenti davvero fantastici con la spada laser. La adoro davvero”, ha continuato Keen. “È un personaggio fantastico ed è stato davvero divertente da interpretare. Sono molto emozionata che sia uscito il trailer. Ero in fermento da giorni.”

Alla richiesta di dettagli sul tipo di rapporto che la Padawan ha con il suo Maestro, ha aggiunto: “Direi che è una Padawan molto devota. È decisamente in soggezione nei suoi confronti in un modo molto dolce. E’ molto devota verso di lui in un modo tale che penso abbiano un rapporto molto dolce, ma lei è molto più consapevole della differenza di autorità rispetto, ad esempio, a Obi-Wan e Anakin. Si dice cose del tipo ‘No, lui è il maestro e io sono il Padawan e lui è perfetto. E tutto quello che dice, devo seguirlo alla lettera.'”

Si tratta di uno dei tanti nuovi personaggi che incontreremo nello show, ovviamente, e con un assassino in libertà e i giorni migliori dell’Ordine Jedi prossimi alla fine, non prevediamo che tutti ne usciranno vivi. Ci sono piani provvisori per una seconda stagione, quindi vedremo cosa succede.

Cos’altro ha detto la Headland in merito a The Acolyte: La Seguace ?

Vedrete un po’ di Vernestra Rwoh dai romanzi dell’Alta Repubblica. Finisce per essere in live-action per la prima volta, quindi è sicuramente un cameo per quel pubblico, direi. Ci sono molti cammei di specie aliene che non credo di aver mai visto in un live-action post-Disney, come ad esempio un Jedi zigeriano e un Jedi mezzo texano e mezzo umano“.

C’è anche un sacco di roba dell’Unione Europea che ho potuto utilizzare. Nessuno mi ha fermato, quindi l’ho fatto“, aggiunge Headland. “Quindi se siete fan, ci sarà una specie che potreste riconoscere. Ci sono anche alcuni elementi narrativi. In pratica, ci sono abbastanza uova di Pasqua se siete fan della Trilogia Originale, dei Prequel o delle Guerre dei Cloni. E poi c’è qualche spruzzata di UE“.

Siamo curiosi di vedere come verrà realizzato, soprattutto perché sembra essere una svolta narrativa così drastica per l’era della Lucasfilm di proprietà della Disney (la storia si svolge alla fine dell’era dell’Alta Repubblica, circa 100 anni prima degli eventi de La minaccia fantasma). The Acolyte: La Seguace arriverà su Disney+ con una première di due episodi il 4 giugno.

Iscriviti a Disney+ per guardare The Acolyte: La Seguace e le più belle storie di Star Wars, e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

The Acolyte: La Seguace: la trama e il cast della serie

The Acolyte: La Seguace è interpretata da Amandla Stenberg, Lee Jung-jae, Manny Jacinto, Dafne Keen, Charlie Barnett, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson, Dean-Charles Chapman, Joonas Suotamo e Carrie-Anne Moss.

La sinossi ufficiale recita: “Un’indagine su una scioccante serie di crimini mette un rispettato Maestro Jedi (Lee) contro una pericolosa guerriera del suo passato (Stenberg). Mentre emergono altri indizi, i due percorrono un sentiero oscuro dove forze sinistre rivelano che tutto non è ciò che sembra“. La serie è ambientata durante l’era dell’Alta Repubblica della linea temporale di Star Wars, ovvero prima degli eventi dei film di Star Wars.

Dead Boy Detectives, la nuova serie in arrivo su Netflix

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Dead Boy Detectives, la nuova serie in arrivo su Netflix

Dopo il successo di The Sandman, arriva su Netflix Dead Boy Detectives, la nuova serie ispirata all’universo dell’omonimo comic book di Neil Gaiman. Demoni, fantasmi e personaggi dell’universo di The Sandman, tra cui Morte, ritornano nella serie – di cui da oggi è disponibile il trailer – in arrivo solo su Netflix dal 25 aprile.

I Dead Boy Detectives sono sono Edwin Payne (George Rexstrew) e Charles Rowland (Jayden Revri), ovvero “il cervello” e “i muscoli” dell’agenzia Detective defunti. Adolescenti nati a decenni di distanza che si incontrano nell’aldilà, Edwin e Charles sono migliori amici e fantasmi…che si occupano di risolvere misteri. Insieme affrontano folli avventure, incluso sfuggire a streghe malvagie, all’inferno e alla Morte stessa. Con l’aiuto di una sensitiva di nome Crystal (Kassius Nelson) e della sua amica Niko (Yuyu Kitamura) riescono a risolvere alcuni dei casi paranormali più complessi del mondo dei mortali.

Dead Boy Detectives è stata sviluppata da Steve Yockey (che ha rivestito il ruolo di co-showrunner insieme a Beth Schwartz) ed è stata prodotta da Greg Berlanti. Anche Jeremy Carver e Sarah Schechter si occupano della produzione esecutiva.

Nel cast della serie George Rexstrew e Jayden Revri nel ruolo rispettivamente di Edwin e Charles, Kassius Nelson nel ruolo della sensitiva Crystal e Yuyu Kitamura in quello della sua amica Niko. Oltre a loro anche Jenn Lyon, Briana Cuoco, Lukas Gage, David Iacono e Ruth Connell.

Tatami, la recensione di un film rivelazione

Tatami, la recensione di un film rivelazione

Definito, non senza esagerazione, come il film rivelazione della Mostra del Cinema di Venezia 2023, arriva al cinema Tatami, film diretto dal regista di origine israeliana Guy Nattiv (Premio Oscar per Skin) e dalla regista e attrice franco-iraniana Zar Amir (Miglior Attrice a Cannes per Holy Spider) che il Direttore Alberto Barbera ha definito “un thriller di forza politica impressionante” inserendolo nella sezione Orizzonti di Venezia 80. Una storia molto attuale, nel suo raccontare del divieto agli atleti iraniani a incontrare gli avversari israeliani in occasione di eventi internazionali e della rinuncia di molti di quelli ai propri sogni, o alla propria vita. Variety, anche per questo, ne aveva parlato come di un film “straordinario potente, glorioso” e “destinato a fare la storia”, ora saranno gli spettatori italiani a poter giudicare, in sala, dove BiM lo distribuisce dal 4 aprile.

Tatami, la trama

Arrivata ai campionati mondiali di judo con la convinzione di far bene, dopo i primi incontri vittoriosi la judoka iraniana Leila Hosseini (Arienne Mandi) e la sua allenatrice Maryam Ghanbari (Zar Amir) ricevono l’ordine da parte della Federazione nazionale e dalla ‘Guida Suprema’ della Repubblica islamica di ritirarsi dalla che competizione. Leila dovrà fingere un infortunio per non incontrare l’avversaria israeliana (Lir Katz) e non essere vista come traditrice dello Stato, ma soprattutto per non vedere minacciata la propria libertà e quella della sua famiglia. Terrorizzata per la sorte del marito, del figlio piccolo e degli anziani genitori, Leila non vuole però obbedire al regime, come la sua allenatrice la implora di fare, e rinunciare a quell’oro per il quale ha sacrificato tanto.

Il primo film co-diretto da un’iraniana e un israeliano

La storia che raccontiamo in questo film è la storia di troppi atleti iraniani che hanno perso le opportunità della vita e sono stati talvolta costretti a lasciare il proprio Paese e i propri cari a causa del conflitto tra governi“, ha dichiarato Zar Amir-Ebrahimi, che con il collega ricompone dietro la macchina da presa un’accoppiata che sana idealmente il conflitto mostrato sullo schermo e si propone di omaggiare la memoria delle varie Sadaf Khadem (prima pugile iraniana a rifugiarsi in Francia, dove è diventata promotrice dei diritti delle donne) Elnaz Rekabi (l’arrampicatrice su roccia che ha gareggiato senza indossare la hijab, consapevole di rischiare la morte al suo ritorno), Kimia Alizadeh (ragazza prodigio del taekwondo iraniano che ha lasciato il paese insieme al marito a causa delle minacce governative), e molte altre.

Tatami è un invito alla fratellanza che arrivano in un momento in cui il prolungato massacro in corso nella Striscia di Gaza rischia di portare a una escalation pericolosa, dopo l’attacco a Damasco di questi giorni e la reazione iraniana. Due modi diversi di fare la storia, che i registi sottolineano anche con il racconto sullo schermo, girato “a due ore di distanza da Tel Aviv e da Tehran, a Tbilisi, in Georgia”, al crocevia tra Asia ed Europa, dove si svolgono i Campionati Mondiali teatro del dramma.

Forma e sostanza di un dramma moderno e contemporaneo

Che sin dall’inizio punta a combinare immagini ricche di significati con una forma capace di sostenerle e sottolinearle. Come per il bianco e nero scelto per evidenziare la polarizzazione e il radicalismo della realtà rappresentata (e che a qualcuno ricorderà certo Von Trier o i vecchi Coen, anche per i primi piani insistiti e le riprese di dettagli ‘secondari’, anche fisici). O come per la circolarità e compiutezza che suggeriscono le immagini iniziale e finale, speculari e insieme assolutamente opposte e contrarie, e la scelta di ritirarsi a osservare da lontano, in alcuni casi da dietro una porta, con una visuale ridotta, che evidenzia – anche oltre il necessario – il ruolo del regista e la sua distanza dall’oggetto, spostando il punto di vista dello stesso spettatore e invitandolo a considerarne di diversi.

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Foto di Juda Khatia Psuturi

C’è una sorta di didascalismo in queste esagerazioni (per esempio, nella difficoltà di respirare della protagonista durante i quarti di finale) del quale si sarebbe potuto fare a meno, ma che non indebolisce la drammaturgia generale. Anzi. Più variazione sul tema del courtroom drama che film sportivo tout court, nonostante ambientazione e cliché, Tatami guarda all’epica oltre che al cinema politico, sempre riuscendo a far convivere anime tanto diverse approfittando di flashback e linee parallele (con gli accenni alla sorte di familiari e amici rimasti in Iran). Elementi – apparentemente inessenziali – che aggiungono dinamismo alla storia, ma che pur interrompendo la sostanziale unità di tempo (tutto si svolge in una notte) e luogo scelta non allentano la tensione né distraggono dal racconto principale, grazie anche al fondamentale apporto della fotografia di Todd Martin e del montaggio di Yuval Orr.

Una guerra senza vincitori

Il resto, lo fanno le due intense protagoniste, la judoka e l’allenatrice, e in generale le tante donne che circondano la stessa Leila, dalla sua ipotetica avversaria Shani (con la quale il rapporto umano sarebbe diverso se non fosse condizionato dalle politiche di nazioni che continuano guerre senza fine, a meno di non sterminare intere etnie) alle rappresentanti dell’istituzione sportiva (ma è facile vedere nella Federazione mondiale di Judo una ipotetica ONU), costrette a scontrarsi tra loro da un sistema che le priva della libertà e le sfrutta. L’impotenza, la paura e ancor più la rabbia che esprimono – anche fisicamente, con un linguaggio del corpo notevole o con alcuni gesti simbolici (come il rifiuto del velo) – e che emerge dall’evolversi degli eventi e della determinazione delle due donne, danno al film una forza allegorica e narrativa che raggiunge comunque lo spettatore con durezza. E alla quale la traduzione di “tools” con “marionette”, nel ridondante e un po’ retorico finale, toglie qualcosa, soprattutto considerata la difficoltà di molti a riconoscere come “strumento” in mano a interessi superiori tanto chi perpetra certi crimini, quanto chi continua a subirli come vittima innocente.

ARF! Festival del Fumetto, Silvio Camboni firma il poster della decima edizione

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Silvio Camboni firma il manifesto della decima edizione di ARF! Festival del Fumetto, che celebra il suo talento attraverso una specialissima mostra che lo racconta autorialmente a tutto tondo, sottolineandone il respiro internazionale: dalle sue storie per il Topolino settimanale – che lo hanno visto disegnare anche su testate di culto come Mickey Mouse Mistery Magazine e X-Mickey – ai due splendidi volumi Mickey e l’Oceano Perduto e Mickey e la Terra degli Antichi di quella incredibile collana francese Disney/Glénat su cui ARF! aveva già puntato i propri riflettori con l’esposizione Mickey by Glénat del 2018.

In questo excursus dal titolo !, tra layout, matite digitali e tavole definitive che esplodono in tutto il loro colore, si passerà dalle avventure de Il Viaggio Straordinario (di cui Panini Comics ha già tradotto e pubblicato i primi 9 capitoli) alle tavole ancora inedite in Italia di Prima Spatia, la nuova saga fantascientifica che lo vede ancora una volta “trasformare” in spettacolari disegni i testi di Denis-Pierre Filippi, lo sceneggiatore che – non a caso, come nella maggior parte del percorso artistico d’Oltralpe di Camboni – è la penna di altre opere in mostra tratte da Gargouilles e da Les mondes cachés. Il viaggio sarà davvero straordinario!

«Nel rinnovare la suggestione della favola di Cappuccetto Rosso (fil rouge di tanti manifesti delle prime 9 edizioni del Festival – n.d.r.) che cavalca una sorta di Pterodattilo (citazione esplicita all’Arzach di Moebius – n.d.r.),ella vola sopra sopra una Roma post-atomica dove la vegetazione si sta riprendendo tutti i suoi diritti: il Ponte dell’Industria è invaso da liane e rampicanti, così come il Gazometro, che sembra avere addirittura radici, quasi si fosse trasformato in albero metallico anch’esso. Si riconoscono i pini parasole romani; il Tevere è incorporeo, riflette il cielo senza esitazioni, e sembra non esistere più, un vuoto più che un pieno.» Silvio Camboni

La decima edizione di “ARF! – Festival di Storie, Segni & Disegni” si terrà a Roma dal 24 al 26 maggio 2024 negli spazi del Mattatoio La Pelanda e della Città dell’Altra Economia.

Silvio Camboni (Santadi, Cagliari, 1967) mentre è ancora studente di Architettura al Politecnico di Milano, nel 1988 inizia la sua attività professionale da fumettista con la Walt Disney, pubblicando regolarmente su Topolino (su cui esordisce nel n. 1778) e altre testate disneyane. Ma è dal 2001 che comincia quello che sarà il suo lungo e acclamato percorso fumettistico in Francia, in coppia con lo sceneggiatore Denis-Pierre Filippi, con il quale firmerà la saga dei Gargouilles e Les mondes cachés per Les Humanoïdes Associés e Nefesis per l’editore belga Dupuis.

Comincia poi a collaborare per Vents d’Ouest/Glénat; dopo un unico libro di Willie Wonder (2010) sui testi di Francesco Artibani, dall’anno seguente – nuovamente insieme al sodale Filippi – illustra la lunga serie Le voyage extraordinaire, giunta al suo 12° volume (pubblicata in Italia da Panini Comics); in casa Glénat, per la splendida collana del cosiddetto Mickey Mouse d’autore, firma i disegni dei due volumi Mickey et l’Océan perdu (2018) e Mickey et la Terre des Anciens (2020), entrambi tradotti e pubblicati anche in italiano nel 2021. La sua più recente fatica è l’opera fantascientifica Prima Spatia (inedita in Italia), giunta già al secondo volume.

Tra le tante curiosità in ambito fumettistico, insieme a Bepi Vigna ha creato il personaggio Baby Legs (pubblicata su Legs Waver #50 del gennaio 2000, Sergio Bonelli Editore) e, sui testi di Tito Faraci, ha anche disegnato una storia del Bone di Jeff Smith per Macchia Nera; nella primavera del 2020, durante il lockdown pandemico, è stato inoltre uno degli autori che hanno partecipato al progetto benefico COme VIte Distanti curato da ARF! Festival.

Alla straordinaria carriera nel fumetto, che lo hanno visto pubblicare anche per Source/La Sirène, IDW Publishing ed Egmont, Camboni affianca molteplici attività di architetto e giornalista, animatore (ha diretto Dopo trent’anni prima del 2006 e i cortometraggi Mosca, W la neve e Santa Notte per l’Antoniano di Bologna e Rai Cinema), docente, curatore editoriale, autore e conduttore radiofonico e televisivo sulle emittenti sarde Radiolina e Videolina.

Superman: nuovi rumor parlano di un altro cattivo per l’Uomo d’Acciaio

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Abbiamo sentito voci secondo cui il nuovo Uomo d’Acciaio (David Corenswet) affronterà una minaccia fisica oltre a Lex Luthor (Nicholas Hoult) nel Superman di James Gunn, e una nuova voce potrebbe dare sostanza a questa speculazione.

Secondo Can We Get Some Toast, l’Uomo di domani combatterà davvero con un clone/doppelgänger di se stesso, ma non si chiamerà Bizzaro! Se questa voce dovesse essere accurata, il riavvio della DCU introdurrà una versione di Ultraman quando Luthor utilizzerà parte del DNA di Superman per creare un clone esatto dell’iconico eroe.

Diversi personaggi hanno preso questo soprannome nei fumetti nel corso degli anni, ma sembra che questa versione di Ultraman sarà basata principalmente sulla versione Silver Age Earth-Three.

Non sarebbe la prima volta che vediamo Superman scontrarsi con una sorta di duplicato (anche Doomsday è stato reinventato come un mostruoso clone in Batman V Superman: Dawn of Justice), ma siamo fiduciosi che James Gunn possa portare qualcosa di nuovo alla conversazione.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Daredevil: Born Again, The Punisher insanguinato nelle nuove foto dal set

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Nuove foto e filmati dal set di Daredevil: Born Again sono arrivate online e finalmente possiamo dare uno sguardo approfondito a Jon Bernthal nei panni di The Punisher.

L’attore sembra uscito direttamente dalla sua serie TV Netflix e, nonostante le speculazioni secondo cui i Marvel Studios potrebbero non incorporare il logo di Frank Castle a causa di come è stato utilizzato nel mondo reale, lo vediamo qui in tutto il suo splendore. Bernthal chiaramente non ha perso un passo dall’ultima volta che ha interpretato Frank Castle nel 2019, e nel filmato girato sul set del revival, vediamo lui e l’Uomo senza paura di Charlie Cox dirigersi insieme in battaglia. Entrambi si stanno coprendo le orecchie per qualche motivo mentre un nemico sconosciuto sembra sparare ai due.

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Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again?

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, sarebbe salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, ma la notizia non è ancora stata ufficializzata.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

Non è previsto che la serie Daredevil: Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe andare in onda per 9 (forse 6) episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil: Born Again  non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della Disney per il 2024.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

Premi David di Donatello: tutti i nominati della 69° edizione

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Premi David di Donatello: tutti i nominati della 69° edizione

Come c’era da aspettarsi, C’è ancora domani di Paola Cortellesi porta a casa il maggior numero di nomination ai 69.mi Premi David di Donatello. Nominata per l’esordio alla regia ma anche in tutte le altre categorie è effettivamente il titano da battere, mentre gli altri film, pure con molte candidature (Io Capitano 15 e La chimera 13, ad esempio), seguono a ruota.

Queste le candidature, per i 69.mi Premi David di Donatello, dei film usciti al cinema dal 1˚ gennaio al 31 dicembre 2023, in ordine alfabetico, votate dal 1° al 14 marzo 2024 dai componenti la Giuria dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile Vincenzo Papi. Le comunica alla stampa Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia.

MIGLIOR FILM

MIGLIOR ATTORE

  • Valerio Mastandrea – C’è ancora domani
  • Antonio Albanese – Cento domeniche
  • Pierfrancesco Favino – Comandante
  • Josh O’Connor – La chimera
  • Michele Riondino – Palazzina LAF

MIGLIOR ATTRICE

  • Paola Cortellesi – C’è ancora domani
  • Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi
  • Micaela Ramazzotti – Felicità
  • Linda Caridi – L’ultima notte di Amore
  • Barbara Ronchi – Rapito

MIGLIOR REGIA

MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA

  • Paola Cortellesi – C’è ancora domani
  • Giacomo Abbruzzese – Disco Boy
  • Micaela Ramazzotti – Felicità
  • Michele Riondino – Palazzina LAF
  • Giuseppe Fiorello – Stranizza d’amuri

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

  • Le vele scarlatte
  • Lubo
  • Misericordia
  • Mixed by Erry
  • Rapito

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

  • Emanuela Fanelli – C’è ancora domani
  • Romana Maggiora Vergano – C’è ancora domani
  • Barbora Bobulova – Il sol dell’avvenire
  • Alba Rohrwacher – La chimera
  • Isabella Rossellini – La chimera

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Adriano Giannini – Adagio
  • Giorgio Colangeli – C’è ancora domani
  • Vinicio Marchioni – C’è ancora domani
  • Silvio Orlando – Il sol dell’avvenire
  • Elio Germano – Palazzina LAF

MIGLIOR DOCUMENTARIO

  • Enzo Jannacci – Vengo anch’io
  • Io, noi e Gaber
  • Laggiù qualcuno mi ama
  • Mur
  • Roma, santa e dannata

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

MIGLIOR PRODUZIONE

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Disco Boy
  • Io capitano
  • La chimera

MIGLIOR AUTORE DELLA FOTOGRAFIA

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • La chimera
  • Rapito

MIGLIOR COMPOSITORE

  • Adagio
  • C’è ancora domani
  • Il sol dell’avvenire
  • Io capitano
  • L’ultima notte di Amore

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE

  • Adagio
  • Il più bel secolo della mia vita
  • Io capitano
  • Mixed by Erry
  • Palazzina LAF
  • MIGLIOR SCENOGRAFIA
  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • La chimera
  • Rapito

MIGLIORI COSTUMI

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • La chimera
  • Rapito

MIGLIOR TRUCCATORE

  • Adagio
  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • Rapito

MIGLIOR ACCONCIATURA

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • La chimera
  • Rapito

MIGLIOR MONTAGGIO

  • C’è ancora domani
  • Io capitano
  • L’ultima notte di Amore
  • La chimera
  • Rapito

MIGLIOR SUONO

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Il sol dell’avvenire
  • Io capitano
  • La chimera

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI VISIVI

  • Adagio
  • Comandante
  • Denti da squalo
  • Io capitano
  • Rapito

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

  • Asterion
  • Foto di gruppo
  • In quanto a noi
  • The Meatseller
  • We Should All Be Futurist

DAVID GIOVANI

  • C’è ancora domani
  • Comandante
  • Io capitano
  • L’ultima volta che siamo stati bambini
  • Stranizza d’amuri

Il premio al miglior cortometraggio viene assegnato da una commissione composta da Domenico Dinoia, Mauro Donzelli, Francesco Giai Via, Marzia Gandolfi, Paola Jacobbi, Maria Grazia Mattei, Claudia Panzica, Marina Sanna, Maria Carolina Terzi.

Joker: Folie à Deux: il film avrà un rating R

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Joker: Folie à Deux: il film avrà un rating R

Joker: Folie à Deux è stato classificato R dalla Motion Picture Association. Il sequel musicale di Joker del 2019, con Joaquin Phoenix e Lady Gaga, è stato classificato R per “una certa violenza forte, linguaggio, un po’ di sessualità e una breve nudità completa”, secondo il bollettino di valutazione giornaliero della MPA. Questo giudizio è in linea con l’originale Joker, che è stato classificato R per “forte violenza sanguinosa, comportamento inquietante, linguaggio e brevi immagini sessuali”. 

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora. Il sequel di Joker sarà conosciuto come un progetto Elseworlds, secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti Elseworlds includono The Batman – Parte II e la serie The Penguin. L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4 ottobre 2024.

Vanina – Una vice questore a Catania: anticipazioni dal prossimo episodio

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Debutterà mercoledì 3 Aprile 2025 il nuovo episodio di Vanina – Una vice questore a Catania, la serie tv una coproduzione RTI – PALOMAR. La seconda puntata è sceneggiatura di Leonardo Marini con la collaborazione di Cristina Cassar Scalia e tratta dal romanzo “Sabbia nera” di Cristina Cassar Scalia edito da Giulio Einaudi editore.

La trama del secondo episodi di Vanina – Una vice questore a Catania

Nel secondo episodio che si intitola “Sabbia Nera”  A Sciara, in una villa disabitata da decenni, Alfio, nipote e futuro erede dell’anziana e ricchissima Teresa Burrano, trova il cadavere mummificato di una donna chiuso dentro la cabina di un montavivande. Vanina non è in grado di risalire all’identità della donna, ma ben presto scopre che in quella casa, cinquant’anni prima, era morto assassinato Gaetano Burrano, marito di Teresa. Un delitto che all’epoca fu risolto fin troppo frettolosamente.

Vanina fiuta subito che si tratta tutt’altro che di una coincidenza, ma, soprattutto, malgrado il capo della Mobile Tito Macchia cerchi di dissuaderla, è determinata a risolvere quel delitto avvenuto decenni fa, perché vuole dare giustizia a quella povera donna assassinata in modo orribile, della quale nessuno aveva mai neppure denunciato la scomparsa. E con le sue indagini scoprirà un terribile passato che era rimasto sepolto per tanti anni insieme a quel cadavere, un passato che tornerà più vivo che mai e provocherà ancora morte e dolore.

La fiction, prodotta da Palomar per RTI e diretta da Davide Marengo, vanta nel cast anche Claudio Castrogiovanni, Orlando Cinque, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Giulio Della Monica, Danilo Arena, Paola Giannini e Alessandro Lui. La serie è tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia e scritta da Leonardo Marini.

Avengers: Secret Wars, Sam Raimi vorrebbe dirigere il film ma…

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Avengers: Secret Wars, Sam Raimi vorrebbe dirigere il film ma…

Avengers: Secret Wars non ha mai avuto un regista, anche se diversi nomi sono stati collegati al film negli ultimi diciotto mesi o giù di lì. Tra questi, il regista di Spider-Man e Doctor Strange nel Multiverso della Follia Sam Raimi.

Quest’ultimo ha lavorato con lo sceneggiatore Michael Waldron e, nonostante la natura disordinata del sequel, ha dimostrato di essere un professionista nel gestire cast corali.

La regia di Avengers: Secret Wars potrebbe dare a Raimi la possibilità di riunirsi con Tobey Maguire, ed è difficile immaginare che qualcuno si arrabbi se i Marvel Studios lo scelgono per dirigere forse il più grande film sui Vendicatori di tutti i tempi.

Raimi era presente al WonderCon questo fine settimana per discutere del suo nuovo film, Boy Kills World, ed è stato interpellato da Screen Geek sulla possibilità di dirigere il finale della Saga del Multiverso.

Amo il 90% degli eroi Marvel che ho letto nei grandi fumetti dell’Universo Marvel di Stan Lee”, ha detto al sito. “Mi piacerebbe lavorare di nuovo con la Marvel. Non mi hanno ragionevolmente chiesto di farlo. Spero che abbiano avuto una buona esperienza con me. Non me l’hanno ancora chiesto. Spero che lo facciano“.

Sam Raimi dunque è disposto a farlo, ma resta da vedere se i Marvel Studios lo vogliono.

Il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Destin Daniel Cretton, era già stato coinvolto in Avengers: La dinastia Kang, ma il film ha perso lui, lo sceneggiatore originale Jeff Loveness e persino il titolo (per non parlare del protagonista Jonathan Majors nel ruolo di Kang il Conquistatore).

Quando uscirà Avengers: Secret Wars?

Originariamente previsto per il 2025, Avengers: Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood insieme ad Avengers 6. Entrambi i film non hanno ancora un regista. Si tratta del sesto capitolo della serie di film di successo Avengers. Dovrebbe concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic Universe e la Saga del Multiverso. I fan attendono da tempo la notizia di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove poi si scontrano su un pianeta chiamato Battleworld.

Amazon MGM Studios firma un accordo di prima visione con Nine Stories di Jake Gyllenhaal

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Dopo l’uscita di Road House, Amazon MGM Studios ha concluso un accordo triennale di prima visione con Nine Stories la società di produzione di Jake Gyllenhaal. In base all’accordo, Amazon MGM Studios avrà la precedenza sui lungometraggi narrativi realizzati dalla casa di produzione dell’attore. L’accordo prevede l’uscita nelle sale cinematografiche e in streaming.

Jake Gyllenhaal ha recentemente recitato in Road House (La recensione), un remake del film cult di Patrick Swayze, che è stato distribuito sul servizio di streaming di Amazon, Prime Video. Il film ha debuttato il 21 marzo e ha raggiunto oltre 50 milioni di spettatori in tutto il mondo sul servizio. In precedenza, Jake Gyllenhaal ha recitato in “The Covenant” di Guy Ritchie, che lo studio ha distribuito nelle sale l’anno scorso.

Jake Gyllenhaal e la sua Nine Stories

Jake Gyllenhaal ha fondato Nine Stories nel 2015 con Riva Marker. Di recente, Nine Stories ha prodotto “The Guilty” di Antoine Fuqua, interpretato da Jake Gyllenhaal e debuttato su Netflix. Ha prodotto anche “Wildlife“, che ha segnato il debutto alla regia di Paul Dano con Carey Mulligan; “Stronger” di David Gordon Green, con Gyllenhaal nel ruolo del sopravvissuto all’attentato alla maratona di Boston Jeff Bauman; e il gotico sudista “The Devil All the Time” di Antonio Campos. Altri film in uscita sono “Joe Bell” di Reinaldo Marcus Green e “Breaking News in Yuba County” di Tate Taylor. Per il palcoscenico, Nine Stories ha prodotto “We’re Only Alive for a Short Amount of Time” del drammaturgo David Cale, mentre Jake Gyllenhaalè stato produttore di “Sea Wall/A Life” e “Slave Play” di Jeremy O. Harris. Marker ha lasciato la compagnia per unirsi alla Linden Entertainment nel 2022.

Tra i titoli più famosi da attore di Jake Gyllenhaal figurano “Jarhead”, “Brokeback Mountain”, “Prisoners” e “Spider-Man: Far From Home. È stato candidato agli Oscar e ai Tony Award.

Jake è un talento unico nel suo genere, la cui passione e il cui occhio per il cinema lo rendono un narratore potente sia davanti alla macchina da presa che dietro le quinte“, ha dichiarato Julie Rapaport, responsabile della produzione e dello sviluppo di Amazon MGM Studios. “Dopo il successo record di ‘Road House’, non potevamo immaginare un momento migliore per consolidare ufficialmente il nostro rapporto. Jake è stato un partner incredibile e non vediamo l’ora di collaborare con lui e con il team di Nine Stories per creare film avvincenti e coinvolgenti di registi visionari“.

Sex Crimes – Giochi pericolosi: la spiegazione del finale del film

Gli anni Novanta hanno regalato agli appassionati di cinema numerosi film cult, opere al loro tempo non propriamente riuscite ma che con il passare degli anni si sono guadagnate tale status, che sia per l’estremizzazione di certi risvolti narrativi o per la trattazione di tematiche bizzarre. Tra i tanti titoli che si potrebbero citare a riguardo, uno dei più interessati è certamente Sex Crimes – Giochi pericolosi, film del 1998 diretto da John McNaughton, regista noto anche per il thriller Henry, pioggia di sangue e il poliziesco Crocevia per l’inferno. Con questo lungometraggio egli si è invece concentrato su una storia a sfondo erotico.

Sin dalla sua uscita il film ha acquisito notorietà per le sue scene di sesso – tra cui una scena di lesbismo tra le due protagoniste femminili, e un’altra raffigurante un trio tra le due attrici e il protagonista maschile. Queste erano particolarmente più esplicite di quanto si vedesse tipicamente nelle principali produzioni di Hollywood, suscitando non poca attenzione e scandalo. Anche per questo motivo Sex Crimes – Giochi pericolosi ottenne un buon successo di critica e pubblico, affermandosi come un film che non si prende troppo sul serio ma capace di offrire uno spensierato intrattenimento e colpi di scena quanto mai imprevedibili ed estremi.

Grazie a tale popolarità sono poi stati realizzati ben tre sequel, tutti però riservati direttamente al mercato dell’home video. Ovviamente questi non vantavano lo stesso cast, né ebbero lo stesso successo, ma contribuirono a dotare l’originale di ulteriore fama e mistero. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Sex Crimes – Giochi pericolosi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Sex Crimes - Giochi pericolosi trama

La trama di Sex Crimes – Giochi pericolosi

Protagonista del film è Sam Lombardo, mite insegnante di un liceo in Florida che vede la sua vita improvvisamente stravolta dalle accuse di stupro ricevute da due sue studentesse. Queste sono Kelly Van Ryan e Suzie Toller, quest’ultima affetta da problemi di tossicodipendenza ed alcolismo. L’accusa rovina la reputazione e l’esistenza di Sam che viene dapprima allontanato dalla scuola e successivamente messo sotto processo, rischiando il carcere. Nel tentativo di riabilitarsi e provare la propria innocenza, egli decide di rivolgersi all’avvocato Ken Bowden, l’unico dimostratosi disposto ad accettare il caso.

Durante il processo, Suzie messa sotto pressione cede e rivela la verità: non c’è stato nessuno stupro e loro accuse sono state una farsa orchestrata ai danni dell’insegnante. Sam si vede così assolto e riabilitato, nonché risarcito per danni morali con una ricca somma di denaro. Il detective Ray Duquette, però, non è convinto di come si siano svolte le cose e decide di indagare personalmente sulla vicenda. Pedinando Sam e le due studentesse, egli arriverà a scoprire una verità quanto mai inaspettata e complessa, che lo renderà un testimone indesiderato e pertanto in pericolo di vita.

 

Il cast del film

Sex Crimes è ricordato anche per la presenza di diversi attori particolarmente noti, qui impegnati a dar vita a personaggio complessi o ricchi di aspetti imprevedibili. Per il ruolo dell’insegnante Sam Lombardo, i produttori avevano inizialmente considerato l’attore Robert Downey Jr., in quel periodo noto per i suoi problemi con la droga, i quali lo rendevano però a suo modo perfetto per il ruolo. Non potendo ottenere lui, la scelta ricadde su Matt Dillon. Accanto a lui, nei panni di Suzie Toller, vi è l’attrice Neve Campbell, in quegli anni popolare grazie ai film di Scream. L’attrice accettò il ruolo in Sex Crimes perché voleva mettersi alla prova con qualcosa di diverso, evitando di venire identificata solo con determinati personaggi. Per il film, però, ha stipulato una clausola che le consentiva di non apparire interamente nuda.

Denise Richards è invece l’altra studentessa, Kelly Van Ryan. L’attrice negoziò a lungo la nudità a cui si sarebbe concessa per il film. Alla fine finì con il non usare controfigure, ma affrontò le scene di sesso bevendo molti margaritas insieme alla Campbell e a Dillon. Nei panni del detective Ray Duquette vi è invece l’attore Kevin Bacon. L’attore accettò la parte attratto dalla natura “trash” del progetto e dai suoi continui colpi di scena. Anche lui si avvalse di una clausola per non dover apparire nudo, ma alla fine acconsentì a una sua scena senza vestiti. Nei panni dell’avvocato Ken Bowden si può infine ritrovare l’attore Bill Murray. Nonostante egli venga indicato come uno dei protagonisti, compare nel film per appena venti minuti.

Sex Crimes - Giochi pericolosi cast

La spiegazione del finale di Sex Crimes – Giochi pericolosi

Nel corso del film si scopre che Sam e le due ragazze avevano un accordo per spartirsi i soldi del risarcimento versato nei confronti del docente. Tuttavia, l’improssiva scomparsa di Suzie porta il detective Duquette a sospettare che Sam abbia ucciso la ragazza con l’obiettivo di intascare l’intera somma. Nel tentativo di indagare a riguardo, si reca ad interrogare Kelly, la quale tenta però di uccidere Duquette, il quale per legittima difesa le spara a morte. Arriva però a questo punto un ulteriore colpo di scena, che rivela che Sam è in combutta con Ray. I due effettuano allora un uscita in barca sulla barca per parlare di affari, ma Sam rivela il suo doppiogoco tentando di uccidere Duquette.

Quando Ray tenta di reagire, viene però colpito e ucciso con un fucile subacqueo da Suzie, che ha inscenato il suo omicidio con Sam. Suzie rivela di essere stata motivata a uccidere Ray per vendicare l’omicidio del suo migliore amico, Davey, a cui Ray ha erroneamente sparato a morte e di cui si è liberato come omicidio per legittima difesa. Sam, mentre guarda Ray morire, accetta con riluttanza un drink da Suzie, che gli assicura che ha chiuso con i doppi giochi. Tuttavia, scopriamo ben presto che ha mentito, perché dopo averlo bevuto, Sam si rende conto che è stato avvelenato. A quel punto Suzie lo butta in mare e salpa verso il tramonto.

Una serie scene di mid-credits rivelano a questo punto che è Suzie era la mente del complotto: dopo aver scoperto che Sam e Kelly avevano una relazione sessuale, Suzie ha ricattato Sam con delle fotografie che ritraevano i due mentre facevano uso di droghe durante il sesso, convincendolo a collaborare al suo piano. Suzie ha poi orchestrato l’incontro tra Sam e Ray in un bar locale. In seguito, durante la messinscena del suo omicidio sulla spiaggia, Suzie si è strappata i denti con una pinza per far sembrare la sua morte legittima. Si scopre inoltre che Ray ha sparato per primo a Kelly prima di spararsi alla spalla per fingere di averla uccisa per legittima difesa.

Alla fine, con Kelly, Ray e Sam tutti morti, Suzie viene raggiunta dall’avvocato Kenneth Bowden, che le dà una valigetta piena di soldi e un assegno di milioni di dollari. Mentre se ne va, le dice di “fare la brava” prima di prendere il suo drink, il quale a questo punto è lecito immaginare essere a sua volta avvelenato. Così facendo, Suzie si sarebbe liberata anche dell’ultima persona rimasta a sapere la verità sulla vicenda, non dovendo dunque più temere nessuno e potendosi guastare la propria ottenuta vendetta fuggendo verso la libertà.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Sex Crimes – Giochi pericolosi è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare o acquistare il film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 marzo alle ore 21:20 su Rai 4.

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