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Shang-Chi sequel: Simu Liu conferma il ritorno di Destin Daniel-Cretton alla regia

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Sebbene i Marvel Studios debbano ancora annunciare ufficialmente i piani per un sequel di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, è chiaro che la PI verrà ancora sfruttata dai Marvel Studios.

Sono circolate voci secondo cui il progetto potrebbe essere stato sospeso a tempo indeterminato mentre lo studio lavora ai prossimi film dei Vendicatori, e si diceva che il coinvolgimento del regista Destin Daniel-Cretton fosse in sospeso. Tuttavia, la star del film, Simu Liu, ha ora confermato che il regista tornerà a dirigere il sequel.

“Oh cavolo, non lo so a dire il vero”, ha detto Liu a ComicBook.com quando gli è stato chiesto quando potremmo rivedere il suo personaggio nel MCU. “Voglio dire, quelle cose sono così al di sopra della mia retribuzione. Voglio solo continuare ad esserne un fan e rispondere ogni volta che vengo coinvolto in un film o in una storia. E mi presento. Ma generalmente succede sempre che vieni tenuto all’oscuro delle grandi decisioni. Ma sai, Destin è un regista davvero speciale e siamo molto felici di averlo nel sequel. Quindi lavorerà su questo e siamo davvero entusiasti di vedere cosa si inventa. Penso che farà un lavoro brillante.”

Non abbiamo ancora idea di quale trama seguirà il sequel, ma Daniel-Cretton ha confermato di avere alcune idee per un seguito già nel 2022. “Ci sono molte idee che avevamo all’inizio, e alcune di queste idee vengono poste sotto forma di domande, alla fine del nostro film. Ci sono cose che potenzialmente vorremmo esplorare in futuro. Tutto cambia così in fretta, quindi è difficile dire quante di queste idee arriveranno effettivamente al traguardo, ma ce ne sono molte lì.”

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli  è stato diretto da Destin Daniel Cretton e si basava su una sceneggiatura che ha scritto insieme a Dave Callaham e Andrew Lanham. Sebbene non ci sia stata alcuna parola ufficiale su un sequel di Shang-Chi o quando esattamente il personaggio riapparirà nell’universo cinematografico Marvel, il suggerimento di Liu suggerisce che la sua prossima apparizione potrebbe non essere troppo lontana.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è arrivato al cinema il 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, ha diretto il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Venom 3: Clark Backo nel cast in un ruolo misterioso

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Venom 3: Clark Backo nel cast in un ruolo misterioso

Variety rivela che Clark Backo, meglio conosciuta per aver recitato in The Changeling, si è unito a Tom Hardy in Venom 3 di Sony Pictures. Sfortunatamente, i dettagli del personaggio vengono tenuti nascosti, quindi al momento non abbiamo idea di chi interpreterà l’attrice nel trequel SONY/Marvel.

Backo ha recentemente interpretato il ruolo di Emma al fianco di LaKeith Stanfield nella serie limitata di Apple TV+ The Changeling, creata e prodotta esecutivamente proprio da Kelly Marcel, regista di Venom 3. La regista è stata anche showrunner del dramma che ha un punteggio di Rotten Tomatoes del 74%.

Clark Backo the changeling

Venom 3 segue i successi al botteghino consecutivi di Venom: La furia di Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.

Tom Hardy ha menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti appoggio.”

A parte il ritorno di Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include Morbius, Kraven the Hunter e Madame Web, tra gli altri – potrebbe comparire in Venom 3.

Gareth Edwards in trattative per dirigere un film del franchise di Jurassic World

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Il regista di Rogue One: A Star Wars Story, Gareth Edwards, è in trattative per dirigere Jurassic World 4, un nuovissimo film del franchise di Jurassic World, per la Universal. La notizia arriva pochi giorni dopo che le trattative dello studio con David Leitch sono andate a monte.

Jurassic World 4 sarà prodotto da Steven Spielberg attraverso Amblin Entertainment. Frank Marshall e Patrick Crowley produrranno, e anche David Leitch e Kelly McCormick produrranno attraverso 87North. David Koepp, lo sceneggiatore originale di Jurassic Park e Jurassic Park: il regno perduto, scriverà la sceneggiatura.

Il progetto Jurassic World 4 attualmente senza titolo, la cui uscita è prevista per il 2 luglio 2025, segnerà l’inizio di una nuova trama nella serie decennale sui dinosauri. Non è ancora chiaro se qualche star precedente, tra cui Bryce Dallas HowardChris PrattLaura Dern, Sam Neill o Jeff Goldblum, tornerà. Koepp è già stato co-sceneggiatore dell’originale Jurassic Park con Michael Crichton e ha scritto il primo sequel del franchise, Il mondo perduto: Jurassic Park. Più recentemente, Koepp ha scritto Indiana Jones e il quadrante del destino e il prossimo film di Steven Soderbergh Presence.

Il più recente credito alla regia di Edwards è stato The Creator, film di fantascienza che segue un ex agente delle forze speciali (John David Washington) inviato a distruggere un’arma costruita per ribaltare l’ago della bilancia della guerra tra l’umanità e L’intelligenza artificiale. Il film è nominato per il miglior suono e i migliori effetti visivi agli Oscar 2024. I suoi altri film includono Monsters del 2010 e Godzilla del 2014.

Blade Runner 2099: la serie sequel annuncia il regista e l’inizio della produzione

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Le riprese di Blade Runner 2099 di Prime Video inizieranno questa primavera. Secondo Deadline, Blade Runner 2099 entrerà in produzione nell’aprile 2024. Originariamente le riprese della serie dovevano essere effettuate nell’estate del 2023, ma sono state ritardate a causa degli scioperi della Writers Guild of America (WGA) e della Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA).

Jonathan van Tulleken, che ha diretto i primi due episodi della serie limitata Shōgun di FX, sarà il regista e produttore esecutivo dei primi due episodi di Blade Runner 2099. Sostituisce Jeremy Podeswa, che ha abbandonato il progetto a causa di conflitti di programmazione.

Cosa sappiamo di Blade Runner 2099?

Al momento i dettagli sulla trama di Blade Runner 2099 sono stati tenuti nascosti; tuttavia, in base al titolo della serie, sembra che lo show si svolgerà 50 anni dopo gli eventi di Blade Runner 2049 del 2017, diretto da Denis Villeneuve. Blade Runner 2049, invece, è ambientato 30 anni dopo Blade Runner di Ridley Scott, uscito nel 1982.

Silka Luisa è scrittrice, produttrice esecutiva e showrunner di Blade Runner 2099. Ridley Scott è produttore esecutivo insieme a Michael Green, Andrew Kosove, Broderick Johnson, Ben Roberts, David W. Zucker, Clayton Krueger, Cynthia Yorkin, Frank Giustra, Isa Dick Hackett, Tom Spezialy e Richard Sharkey.

Amazon Studios ha ufficialmente acquisito la serie per Prime Video nel settembre 2022. “L’originale Blade Runner, diretto da Ridley Scott, è considerato uno dei più grandi e influenti film di fantascienza di tutti i tempi, e siamo entusiasti di presentare Blade Runner 2099 ai nostri clienti globali di Prime Video“, ha dichiarato all’epoca Vernon Sanders di Amazon, secondo Deadline. “Siamo onorati di poter presentare questa continuazione del franchise di Blade Runner e siamo certi che, grazie alla collaborazione con Ridley, Alcon Entertainment, Scott Free Productions e la bravissima Silka Luisa, Blade Runner 2099 manterrà l’intelletto, i temi e lo spirito dei suoi predecessori“. La data di uscita di Blade Runner 2099 non è ancora stata fissata.

David Tennant disposto a portare nel MCU il suo Killgrave

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David Tennant disposto a portare nel MCU il suo Killgrave

Jessica Jones non ha avuto un destino felice, dopo una buona prima stagione, tanto che la serie non è stata rinnovata, tuttavia sia la protagonista Krysten Ritter, che il villain, David Tennant, hanno regalato ai fan delle ottime incarnazioni di Jessica e di Kilgrave, l’Uomo Porpora, che, anche se viene fatto fuori, torna a tormentare gli incubi di Jessica stessa.

Ma ora che i Marvel Studios e Disney+ tornano a portare sullo schermo i personaggi Marvel raccontati da Netflix, è legittimo chiedersi se i vecchi interpreti possano essere disposti a tornare. In occasione dei BAFTA, David Tennant ha dichiarato: “Mi piacerebbe fare di nuovo Kilgrave, sì, Kilgrave sarebbe fantastico. Sì, sarebbe bello, no?”. E poi ha continuato: “Voglio dire… si è rotto il collo, era davvero morto… ma mai dire mai nell’Universo Marvel”.

Nei fumetti Marvel, Killgrave è un personaggio importante nella saga Devil’s Rein, in cui Kingpin è il sindaco di New York. Con questo in mente, non possiamo fare a meno di chiederci se l’Uomo Porpora potrebbe in qualche modo fare il suo ritorno nella seconda metà di Daredevil: Born Again, in particolare se Jessica finisse per essere coinvolta.

Anche Krysten Ritter aveva dichiarato la sua disponibilità a tornare nel ruolo, e anzi ha addirittura lasciato intendere, con un recente post sui social, che questo ritorno fosse imminente.

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I Simpson: i 10 migliori episodi parodistici

I Simpson: i 10 migliori episodi parodistici

I Simpson, una delle più grandi serie animate per adulti di tutti i tempi, ideata da Matt Groening, padroneggiano l’arte della parodia con tale finezza da ispirare commedie televisive e cinematografiche per decenni. Ogni singolo episodio può contenere numerose o brevi imitazioni di film, show della cultura popolare, costruite in modo tutt’altro che banale. Ci sono anche alcuni interi episodi che nell’arco di questi anni si sono dedicati a rendere ripetutamente omaggio a altre opere, rimarcando anche il classico fascino de I Simpson. Ce ne sono di tutti i generi, non solo horror (per i quali la serie animata è anche tanto amata), e questa lista cerca di riassumerne i 10 migliori.

“Barthood” (stagione 27, episodio 09)

Simpson Boyhood

La 27a stagione ha dimostrato che i Simpson sono ancora vivi, nonostante la loro incredibile età, con l’acclamato episodio “Barthood”. Se lo spettatore non conosce il film Boyhood di Richard Linklater, non c’è problema: l’episodio sottolinea esplicitamente il collegamento alla fine. Utilizzando una struttura simile che salta in avanti nel tempo dalla prima infanzia del protagonista alla prima età adulta, questo episodio cattura le radici del comportamento scorretto di Bart, che cerca di attirare l’attenzione. Non sono esattamente sconvolgenti: Homer è un pessimo padre e Lisa è migliore di lui in tutto. Dal punto di vista del tono, questo episodio ha lo scopo di aiutarci a simpatizzare con Bart, ripercorrendo le cause e gli effetti delle insicurezze del ragazzo problematico. L’operazione è in gran parte riuscita, con un forte tocco di umorismo.

“24 minuti” (stagione 18, episodio 21)

Simpson 24

“24 Minutes” è insolitamente buono per la diciottesima stagione e si annuncia come un’evidente parodia della serie “24“, con protagonista Kiefer Sutherland, fin dall’inizio. Il vecchio contenitore di yogurt di Homer è andato a male e alla centrale nucleare non hanno idea di come smaltirlo. Jimbo e i suoi amici finiscono per creare una bomba puzzolente che rovinerà l’imminente vendita di torte della scuola elementare di Springfield. Il 90% dei profitti della scuola è in gioco, così il preside Skinner decide di assumere Bart per fermarli. I Simpson abbracciano pienamente lo stile di “24”, dagli split-screen, al tropo “Previously On”, al timer che indica quanto tempo rimane nell’episodio. L’episodio è stato anche premiato con un Annie Award per la migliore scrittura in una produzione televisiva animata.

“Cape Feare” (stagione 5, episodio 2)

Simpson Cape Fear

Nella quinta stagione Telespalla Bob viene rilasciato sulla parola ed è libero di iniziare una meravigliosa parodia di “Cape Fear” di Martin Scorsese con Robert De Niro (film a sua volta remake dell’originale del 1962). Bart non sarà un avvocato, ma ha svolto il ruolo di investigatore che ha fatto rinchiudere Telespalla Bob non una ma ben due volte. Telespalla Bob è il Max Cady di questo racconto, che viene perfettamente ritratto in una sequenza che ripresenta l’iconica scena del film con Cady che fuma il sigaro e ride sguaiatamente di fronte a uno schermo cinematografico, rovinando la visione della famiglia a cui dà la caccia.

“Marge in fuga” (stagione 5, episodio 6)

Simpson Thelma and Louise

“Marge in fuga” vede Marge fare amicizia con la vicina Ruth Powers. Povera Ruth: quando il marito se n’è andato, le ha portato via tutti gli attrezzi elettrici, l’auto, la sua giovinezza e la sua fede nel genere umano. Lui non le ha pagato gli alimenti per i figli, così lei finisce per rubargli l’auto. Non ci vuole molto perché le sue notti con Marge assomiglino a quelle del classico road-drama di Ridley Scott, Thelma e Louise, anche se con un inseguimento che nasce da circostanze comicamente diverse. Come nel film di cui è parodia, l’amicizia di fronte alle avversità è forse l’aspetto più importante. Le varie ambientazioni e la musica conferiscono a questo episodio una qualità ottimistica e avventurosa. Come richiesto, l’iconica inquadratura finale del film viene qui parodiata con effetto umoristico, pur rispettando chiaramente la sua meravigliosa fonte.

“Bart delle tenebre” (stagione 6, episodio 1)

Simpson La finestra sul cortile

Uno dei migliori episodi dedicati a Bart, il primo della sesta stagione vede il ragazzo bloccato nella sua stanza con una gamba rotta. Mentre tutti gli altri sono fuori nella piscina dei Simpson, lui usa un telescopio per osservare tutto, dallo spazio al preside Skinner che tempera le matite a scuola. Improvvisamente il ragazzo sente una donna urlare. Bart pensa che il suo vicino di casa  Ned Flanders abbia ucciso la moglie e da qui l’episodio si trasforma in un’eccellente parodia de La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock. In “Bart delle tenebre” compare persino due volte un sosia paranoico di James Stewart, anche se non si rivela molto utile.

“The Springfield Files” (stagione 8, episodio 10)

Simpson X-Files

Nell’ottava stagione, l’episodio dieci prende il nome da X-Files, ma l’introduzione e le successive apparizioni di Leonard Nimoy alludono anche al suo show In Search of… degli anni ’70 e ’80. Dopo che Homer si imbatte in quello che crede essere un alieno nel bosco, viene raggiunto dagli agenti Mulder e Scully (interpretati da David Duchovny e Gillian Anderson) per ritrovarlo. Alcuni però dubitano di lui: forse sono state solo quelle dieci birre a confondergli le idee. Nonostante questo episodio sia principalmente una parodia di X-Files, contiene anche molti altri riferimenti cinematografici.

“Chi ha sparato al signor Burns? Parte 1” (stagione 6, episodio 25)

Simpson Dallas

Prima metà di una narrazione in due parti, “Chi ha sparato al signor Burns? – Parte 1” prende il titolo dalla domanda “Chi ha sparato a J.R.?“, che tutti si ponevano dopo il finale della terza stagione di Dallas nel 1980. Dopo che il signor Burns ruba il petrolio appena estratto dalla Springfield Elementary e blocca il sole per rendere la città dipendente dalla sua elettricità, diventa il nemico pubblico numero uno. Come previsto, Burns viene gravemente ferito senza che nessuno sappia chi è stato. I sospetti sono talmente tanti che potrebbe trattarsi addirittura di Smithers. La stagione si conclude con questo cliffhanger, proprio come la soap a cui fa riferimento. L’atmosfera inquietante rende anche “Chi ha sparato al signor Burns? – Parte 1” uno degli episodi più spaventosi dei Simpson.

“Un tram chiamato Marge” (stagione 4, episodio 2)

Simpson Un tram chiamato Desiderio

Marge sta facendo un’audizione per una versione musicale di Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams, resa particolarmente famosa dall’omonimo film di Elia Kazan con Marlon Brando del 1951. Poiché il titolo dell’episodio è “Un tram chiamato Marge”, è ovvio che si tratterà di una parodia con Marge nei panni di Blanche Dubois. Flanders (tra tutti) è destinato a interpretare l’aggressivo Stanley. È tragicamente commovente vedere come la vita familiare di Marge rispecchi quella di Blanche. In effetti, il fatto di sentirla parlare sconsolata al telefono con Homer è ciò che ha spinto il regista a scegliere proprio lei. Ma questo episodio funziona anche come una doppia parodia, in quanto Maggie deve trascorrere alcuni giorni in un severo asilo nido (la Scuola per bambini di Ayn Rand) mentre Marge sta facendo le prove. I tentativi della bimba di recuperare il suo ciuccio sono incantevolmente ispirati al film “La grande fuga” del 1963.

“Il signor Lisa va a Washington”, (stagione 3, episodio 2)

Simpson Mr. Smith va a Washington

Lisa vince un posto in un concorso nazionale di discorsi e viene invitata a Washington D.C. per la finale. Ingenuamente ottimista come il personaggio di James Stuart in Mr. Smith va a Washington del 1939, Lisa scopre presto che non tutti i potenti condividono il suo rispetto per la democrazia. Mentre il senatore Smith scopre che una diga sta per essere costruita su un terreno che vuole utilizzare per un campo per ragazzi, Lisa scopre che una foresta sta per essere abbattuta a scopo di lucro. Purtroppo, questo episodio e il film da cui è tratto sono ancora attuali. “Il signor Lisa va a Washington” è diretto con sufficienti parallelismi visivi con il capolavoro di Frank Capra per paragonare la soggezione di Lisa nei confronti di Washington a quella del senatore Smith. Allo stesso modo, la sua improvvisa disillusione nei confronti del governo degli Stati Uniti è straziante. Lisa non farà ostruzionismo, ma riscrive il suo discorso patriottico trasformandolo nell’appello alla giustizia più critico.

“Si trasloca solo due volte” (stagione 8, episodio 2)

Simpson James Bond

Uno dei migliori episodi dell’ottava stagione vede la famiglia Simpson trasferirsi a Cypress Creek per il nuovo lavoro di Homer in una centrale elettrica più avanzata. Qui alla Globex Corporation, Homer riceve una paga più alta e più rispetto per aver motivato tre ragazzi che sono effettivamente competenti nel loro lavoro. Un altro vantaggio è che il suo capo, Hank Scorpio, è super amichevole. Almeno in apparenza perché in realtà si rivela un perfetto cattivo di James Bond. Mentre il signor Scorpio contratta con i leader mondiali, fa esplodere un ponte, punta un laser contro la Francia e intrappola un uomo che sembra Sean Connery in un dispositivo che lo ucciderà lentamente, l’episodio spunta istericamente la maggior parte dei tropi di James Bond. La musica in stile Bond nei titoli di coda rivaleggia con le migliori canzoni dei Simpson e rende questo episodio il migliore omaggio de I Simpson a un film o a un franchise.

Waller e Lanterns: rivelati nuovi dettagli sulle serie tv DCU

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Waller e Lanterns: rivelati nuovi dettagli sulle serie tv DCU

Anche se sappiamo bene che non dobbiamo dare troppo peso agli annunci di Production Weekly, in passato si sono rivelati una fonte di informazioni affidabili e ora potrebbero aver fatto luce sul DCU e sui piani dei DC Studios per il piccolo schermo.

La serie animata Creature Commandos debutterà su Max nel corso dell’anno, offrendo un assaggio di ciò che il DCU ha in serbo per noi. Tuttavia, sul fronte dei live-action, ci aspettiamo che Waller e Lanterns e la seconda stagione di Peacemaker guidino il cambiamento.

Il primo aveva in mente un lancio nel 2024, ma è rimasto coinvolto negli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA dello scorso anno. Secondo The Trail Blazer, Production Weekly ha scelto Chris Provenzano (Justified) come produttore insieme agli showrunner Christal Henry e Jeremy Carver.

Anche Viola Davis, che interpreta Amanda Waller, produrrà attraverso la JuVee Productions. Lars P. Winther (Guardiani della Galassia) è indicato come co-produttore.

Sembra che il direttore del casting John Papsidera (Superman: Legacy) sarà la Sarah Finn del DCU, dato che è stato nominato anche per la Waller. Per quanto riguarda la logline dello show, si legge:

Una serie live action, spin-off di Peacemaker, incentrata su Amanda Waller e sul suo rapporto con la figlia Leota. Se c’è un burocrate governativo con cui non si dovrebbe scherzare, quello è Amanda Waller, fondatrice della famigerata Task Force X, meglio conosciuta come Suicide Squad“.

In Peacemaker, Loeta Adebayo è stata interpretata da Danielle Brooks. Abbiamo anche un aggiornamento su Lanterns. Damon Lindelof è ora indicato come produttore dopo che si era vociferato che avrebbe potuto dare forma al ritorno in live-action di Lanterna Verde insieme allo scrittore di fumetti Tom King, mentre Chris Mundy (True Detective) sembra essere stato “confermato” come showrunner.

Tutti gli indizi sembrano indicare che Nathan Fillion riprenderà il suo ruolo di Lanterna Verde Guy Gardner in Superman: Legacy, anche se James Gunn ha già accennato a questa eventualità sui social media. È interessante notare che Lanterns è descritto come “terrestre”, il che suggerisce che l’azione si svolgerà in gran parte qui sulla Terra.

Questo dovrebbe ridurre il budget! Il tempo ci dirà quanto tutto ciò si rivelerà corretto e, con un po’ di fortuna, James Gunn interverrà su Threads per chiarire le cose in caso di confusione. Lo slate del DCU è stato annunciato più di un anno fa, ma a causa dei già citati scioperi, solo pochi progetti hanno iniziato a prendere forma.

Superman: Legacy, inizierà le riprese il mese prossimo e ci aspettiamo che Supergirl: Woman of Tomorrow sarà il prossimo, probabilmente per un’uscita nel 2026. Per quanto riguarda gli altri film del DCU, non c’è stato molto movimento, quindi per il momento potremmo trovarci di fronte a una sola uscita sul grande schermo all’anno.

Aquaman e il Regno Perduto è riuscito a rimanere a galla al box office

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Aquaman e il Regno Perduto è arrivato sulle piattaforme digitali USA solo poche settimane dopo l’uscita nelle sale, ma all’estero il film è rimasto a galla. Alla fine di gennaio, l’ultimo film DCEU ha persino raggiunto un’impresa che nessun’altra uscita di questo franchise è riuscita a raggiungere negli ultimi 5 anni: superare i 400 milioni di dollari in tutto il mondo.

L’adattamento della DC Comics sta ancora guadagnando soldi e, con 309,8 milioni di dollari dai mercati internazionali e 123,2 milioni di dollari in Nord America, il sequel di Aquaman ha guadagnato 433 milioni di dollari in tutto il mondo. Dal momento che il budget del film ha raggiunto la soglia dei 205 milioni di dollari, si potrebbe quasi dire che il film, tutto sommato, non è stato il flop che si immaginava.

Ecco come si è comportato ogni film DCEU dal successo di Aquaman da 1,1 miliardi di dollari cinque anni fa:

Shazam! (2019) – $ 363,5 milioni

Birds of Prey (2020) – 201 milioni di dollari

Wonder Woman 1984 (2020) – 166,3 milioni di dollari

The Suicide Squad (2021) – 167 milioni di dollari

Black Adam (2022) – 390,4 milioni di dollari

Shazam! La furia degli dei (2023) – 132,2 milioni di dollari

The Flash (2023) – 266,5 milioni di dollari

Blue Beetle (2023) – 128,7 milioni di dollari

Aquaman e il Regno Perduto è il film conclusivo dell’era “DCEU” prima che il franchise venga riavviato. Jason Momoa molto probabilmente metterà da parte il tridente, ma si dice che sia in trattative per interpretare un personaggio completamente diverso nel DCU di James Gunn e Peter Safran, Lobo.

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere il Re di Atlantide una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malevola. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello imprigionato Orm, l’ex re di Atlantide, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Aline – La voce dell’amore: il film ispirato alla storia vera di Céline Dion

Ci sono cantanti e musicisti le cui vite e i loro successi artistici non potevano non diventare oggetto di celebrazione al cinema. Nel corso dei decenni, infatti, sono molti i titoli biografici dedicate alle leggende della musica. Da Ray per Ray Charles passando per il grande successo di Bohemian Rhapsody dedicato ai Queen, da Rocketman per Elton John fino al recente Bob Marley – One Love, dedicato al celebre cantante giamaicano. Un caso particolare è invece il film del 2021 Aline – La voce dell’amore, dedicato alla cantante Céline Dion ma definito come “una fiction liberamente ispirata alla vita di Céline Dion”.

Nel film, scritto, diretto e interpretato da Valérie Lemercier (meglio nota come attrice per Un po’ per caso, un po’ per desiderio e Il piccolo Nicolas e i suoi genitori), tutti i personaggi hanno nomi diversi da quelli delle persone a cui sono realmente ispirati. Non si nominano mai – per via di motivi legali – i nomi di determinati eventi artistici e luoghi, ma gli eventi della vita della protagonista sono chiaramente ispirati a quelli della Dion, tanto per quanto riguarda la carrierà musicale quanto per ciò che concerne la sfera privata. Un’operazione particolare, dunque, definita come un omaggio ad una delle più grandi cantanti della storia.

Presentato Fuori concorso al Festival di Cannes, il film è poi arrivato anche nelle sale italiane, ottenendo discreti risultati. Il suo passaggio televisivo è ora un’occasione per scoprirlo o riscoprirlo, tanto nei suoi aspetti migliori quanto in quelli più dubbi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, ma anche alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Aline - La voce dell'amore cast

La trama e il cast di Aline – La voce dell’amore

Il film racconta la storia di Aline, nata da una famiglia, i Dieu, in cui la musica ha una grande importanza. Quattordicesima figlia di Sylvette e Anglomard, Aline a differenza dei suoi fratelli ha però una dote speciale: una magnifica voce. Il suo talento canoro viene ben presto scoperto da Guy-Claude Kamar, un produttore musicale, deciso a renderla la più grande cantante al mondo. Sostenuta dalla sua famiglia e aiutata da Guy-Claude, di cui in seguito si innamorerà, Aline inizia la sua scalata all’Olimpo della musica, divenendo una pop star senza eguali.

Ad interpretare Aline Dieu, il personaggio ispirato a Céline Dion, vi è la regista e attrice, Valérie Lemercier, la quale ha deciso di interpretare Aline in ogni fase della vita nel film, dall’infanzia fino alla mezza età, con l’utilizzo della tecnologia digitale di post-produzione che ne ha adattato il corpo e il viso, mentre la voce canora della protagonista è prestata dalla cantante francese Victoria Sio. L’attore Sylvain Marcel interpreta invece il ruolo di Guy-Claude Kamar, personaggio ispirato al manager e marito della Dion, René Angélil. Sono poi presenti Danielle Fichaud nel ruolo di Sylvette Dieu (Thérèse Dion) e Roc Lafortune in quello Anglomard Dieu (Adhémar Dion), rispettivamente madre e padre di Aline.

La vera storia dietro Aline – La voce dell’amore e le differenze con il film

Aline – La voce dell’amore è dunque un film liberamente ispirato alla vita della pluripremiata cantante Céline Dion, tanto che già fin da come suona il nome della protagonista (Aline Dieu) si sottolinea l’intento del film di celebrare e ripercorrere le principali tappe della vita della cantante. Si ripercorre dunque la sua storia sin dalle origini famigliari, con i due genitori e ben 13 fratelli, aspetto che il film ripropone fedelmente. Dopo che ebbe iniziato ad esibirsi con i suoi famigliari, Dio incise la sua prima canzone, Ce n’était qu’un rêve, con l’aiuto di sua madre e di suo fratello Jacques. Il fratello Michel inviò poi una cassetta della canzone all’imprenditore René Angélil, manager dell’idolo di famiglia, la cantante canadese Ginette Reno.

Angélil all’epoca era disoccupato e stava cercando un modo per rimettere in carreggiata la sua carriera quando sentì la cassetta che avrebbe cambiato la sua vita. Dopo aver sentito cantare la giovane Dion, capì di aver trovato la futura stella della musica e la mise subito sotto contratto. Angélil credette così tanto nel suo talento che ipotecò la propria casa per finanziare il suo primo album: La voix du bon Dieu. Da quel momento, iniziò per Dion una vera e propria carriera da cantante, che la portò nel 1988 a trionfare all’Eurovision Song Contest e a vincere numerosi riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 1992, Dion intraprese poi una relazione con il suo manager Angélil, di 26 anni più grande, tenendo però nascosta la cosa.

Aline - La voce dell'amore storia vera

Negli Novanta la carriera della cantante prosegue, ottenendo il successo internazionale, numerosi Grammy Awards e il premio Oscar per la miglior canzone nel 1997 per My Heart Will Go On, presente nel film Titanic. Dal Duemila in poi la vita di Dion è caratterizzata da ulteriori successi, dalla nascita di due gemelli ma anche della perdita del marito per un tumore, nel 2016. Tutti aspetti che il film ripropone fedelmente, pur cambiando i nomi dei personaggi, dei luoghi (non si nomina ad esempio mai l’Eurovision Song Contest) e si alteri la cronologia di alcuni eventi. La regista del film ha infatti dichiarato di aver voluto celebrare appieno la vita della cantante, anche se la famiglia Dion sembra essersi opposta al film.

Prima dell’uscita del film in Canada, infatti la famiglia Dion si è espressa contro il film, criticandolo per le inesattezze dei fatti e per aver ritratto la loro famiglia come “una banda di Bougons“, ovvero di truffatori. Aline – La voce dell’amore è invece stato approvato dal nuovo manager della Dion, Aldo Giampaolo, mentre la stessa Dion non ne ha mai parlato pubblicamente, anche se Lemercier ha affermato che il figlio della Dion, René-Charles, l’ha contattata per chiedere una visione privata. Non si sa però se questa sia effettivamente avvenuta e il parere della diretta interessata rimane dunque ad oggi ancora un mistero.

Il trailer di Aline – La voce dell’amore e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Aline – La voce dell’amore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 febbraio alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Operation Napoleon: il libro e la vera storia dietro il film

Operation Napoleon: il libro e la vera storia dietro il film

I paesi nordici sono noti per i loro racconti thriller, che dalla letteratura al cinema e fino alla televisione appassionano ormai tutto il mondo. Per l’audiovisivo, è nota la trilogia di Uomini che odiano le donne ma anche titoli presenti su Netflix come L’uomo delle castagne, Una famiglia quasi normale o Paziente 64 – Il giallo dell’isola dimenticata. A questi si può aggiungere anche il film del 2023  Operation Napoleon, lungometraggio islandese diretto dal regista  basato sull’omonimo bestseller di Arnaldur Indriðason, “Operation Napoleon” il quale mescola storia e fantasia in un thriller-action, coinvolgendo lo spettatore con ritmi serratissimi.

Girato in Islanda e in Vestfalia, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, il film propone dunque il freddo di questi ambienti quale luogo ideale per l’intricato mistero che si presenta alla protagonista. Il Napoleon dell’operazione non si riferisce pero allo storico imperatore a cui recentemente Ridley Scott ha dedicato un biopic con Joaquin Phoenix, bensì al misterioso carico dell’aereo, che nel film si dice sia potente quanto sconosciuto e il cui svelamento potrebbe cambiare per sempre il futuro e ciò che si credeva del passato.

Per gli appassionati di vicende intricate, dove niente e nessuno sembra essere quel che dice di essere, Operation Napoleon è dunque un ottimo thriller con cospirazioni, colpi di scena ed enigmi ricchi di fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, ma anche al libro da cui è tratto e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Operation Napoleon cast

La trama e il cast di Operation Napoleon

Protagonista del film è Kristín, avvocatessa di successo, che un giorno riceve una telefonata dal fratello che si trova sul ghiacciaio isladese Vatnajökull con un amico. I due hanno appena ritrovato un aereo militare tedesco risalente alla Seconda Guerra Mondiale. All’interno ci sono due cadaveri ibernati, presumibilmente un ufficiale tedesco e uno americano. Kristín è stata accusata di un omicidio che non ha commesso, ma il segreto che cela l’aereo ritrovato potrebbe essere la chiave per la sua salvezza. Al centro di una cospirazione internazionale, la donna decide dunque di partire per un lungo e pericoloso viaggio per indagare sul mistero denominato Operation Napoleon.

Nel ruolo della protagonista Kristín Jóhannesdóttir, vi è l’attrice Vivian Ólafsdóttir, mentre Jack Fox è il professor Steve Rush. L’attore Ian Glen – noto per essere stato Jorah Mormont nella serie Il Trono di Spade e Jack Taylor nell’omonima serie TV – interpreta invece qui William Car. Sono poi presenti gli attori Wotan Wilke Möhring nel ruolo di Simon, Ólafur Darri Ólafsson – visto nelle serie Scissione e Il turista – nel ruolo di Einar Ragnarsson e Atli Óskar Fjalarsson in quello di Elías Jóhannesson. Completano il cast Adesuwa Oni nel ruolo di Julie Ratoff, Annette Badland in quello di Sarah Steinkamp e Jaymes Butler nel ruolo del Generale Ferrell.

Operation Napoleon: il libro e la storia vera dietro al film

Come anticipato, Operation Napoleon è un adattamento dell’omonima opera dello scrittore islandese Arnaldur Indriðason, uno degli autori più popolari e prolifici del Paese, noto per i suoi racconti particolarmente avvincenti. I suoi complessi romanzi di spionaggio, orientati all’azione, sono l’equivalente letterario dei film blockbuster. L’azione continua, combinata con una trama interessante che sembra ogni volta essere ispirata ad eventi realmente accaduti, mantiene il pubblico in attesa di ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro. Il romanzo da cui è tratto questo romanzo è stato inoltre vincitore del premio Pugnale d’oro della Crime Writers Association.

Operation Napoleon libro storia vera

Storicamente però, non c’è stata una vera e propria Operazione Napoleone. Fino all’invasione nazista della Danimarca nel 1940, l’Islanda era una monarchia e faceva parte di un’unione con la Danimarca. Dopo che la Germania occupò il regno danese, la Gran Bretagna invase l’Islanda come protettorato e l’Islanda si dichiarò la repubblica che è ancora oggi. L’Islanda si dichiarò poi neutrale durante la guerra e nel 1941 i britannici trasferirono la responsabilità della sua difesa agli Stati Uniti, che fino a quel momento erano anch’essi un Paese neutrale. Questo non risparmiò però gli islandesi dalla guerra: centinaia di persone morirono a causa degli U-Boat nazisti e delle mine marine.

Come riportato da alcune fonti storiche, inoltre, la Germania nazista aveva un piano per invadere l’Islanda, chiamato Operazione Ikarus, pianificato per il 1940. Secondo quanto riportato, sarebbero state necessarie 5.000 truppe per conquistare l’isola in quattro giorni, la quale sarebbe poi diventata una base strategica per le successive operazioni di guerra. Il piano fu però abbandonato perché i pianificatori di guerra tedeschi stabilirono che sarebbe stato impossibile intraprendere l’operazione a causa del limitato supporto aereo, della forza della Royal Navy britannica, e la mancanza di navi da guerra di scorta. In Islanda, dunque, non si trova alcun aereo militare tedesco.

Il trailer di Operation Napoleon e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Avatar – La leggenda di Aang, trailer finale della serie Netflix

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Avatar – La leggenda di Aang, trailer finale della serie Netflix

Netflix ha pubblicato il trailer finale di Avatar – La leggenda di Aang (Avatar: The Last Airbender), adattamento live-action dell’amata serie animata. Il debutto è previsto per giovedì 22 febbraio sulla piattaforma di streaming.

Il trailer mostra Aang alle prese con l’idea di imparare tutti i diversi tipi di bending e di salvare il mondo. Vengono mostrate alcune delle principali battaglie dell’adattamento live-action, oltre a momenti in cui il team Avatar trascorre del tempo insieme e va in giro su Appa.

Basato sull’amata serie animata di Nickelodeon, Avatar – La leggenda di Aang (Avatar: The Last Airbender) è stato ideato da Albert Kim di Sleepy Hollow, che ne è showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo. La serie sarà guidata dall’attore filippino-canadese Gordon Cormier nel ruolo di Aang, Kiawentiio in quello di Katara, Ian Ousley in quello di Sokka e Dallas Liu in quello di Zuko. A loro si aggiungono Daniel Dae Kim nel ruolo del Signore del Fuoco Ozai, Paul Sun-Hyung Lee nel ruolo dello zio Iroh, Lim Kay Siu nel ruolo di Gyatso e Ken Leung nel ruolo del Comandante Zhao.

Il cast aggiuntivo comprende Elizabeth Yu nel ruolo della Principessa Azula, Maria Zhang nel ruolo della guerriera Kyoshi Suki, C.S. Lee nel ruolo dell’Avatar Roku, Amber Midthunder nel ruolo della Principessa Yue, A Martinez nel ruolo di Pakku, Yvonne Chapman nel ruolo dell’Avatar Kyoshi, Tamlyn Tomita nel ruolo di Yukari e Casey Camp-Horinek nel ruolo di Gran Gran.

Di cosa parla Avatar: The Last Airbender?

Acqua. Terra. Fuoco. Aria. Una volta le quattro nazioni vivevano in armonia e l’Avatar, il dominatore di tutti e quattro gli elementi, manteneva la pace tra loro. Ma tutto è cambiato quando la Nazione del Fuoco ha attaccato i Nomadi dell’Aria annientandoli e compiendo così il primo passo verso la conquista del mondo. L’attuale incarnazione dell’Avatar non è ancora emersa e il mondo ha perso la speranza.

Ma come un bagliore nell’oscurità, la speranza si riaccende quando Aang (Gordon Cormier), un giovane Nomade dell’Aria nonché l’ultimo della sua specie, si risveglia per assumere il ruolo che gli spetta come prossimo Avatar. Insieme ai suoi nuovi amici Sokka (Ian Ousley) e Katara (Kiawentiio), fratelli e membri della Tribù dell’Acqua del Sud, Aang intraprende una missione fantastica e ricca di azione per salvare il mondo e contrastare il temibile assalto del Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim). Ma non sarà un compito facile, dal momento che il principe ereditario Zuko (Dallas Liu) è determinato a catturarli. Avranno infatti bisogno dell’aiuto dei numerosi alleati e dei pittoreschi personaggi che incontreranno lungo il cammino.

Corvo rosso non avrai il mio scalpo: tutto quello che c’è da sapere sul film

Nell’ambito della cosiddetta New Hollywood, il movimento di rinnovamento cinematografico svoltosi a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, uno dei generi che più hanno subito trasformazioni è stato quello del western. Noti come “western revisionisti”, i film appartenenti ad esso mettevano in discussione alcuni dei temi tradizionali del genere, dalla raffigurazione data dei Nativi americani fino all’uso della violenza e al mito della frontiera. Titoli come Il piccolo grande uomo di Arthur Penn con Dustin Hoffman, I cancelli del cielo di Michael Cimino o Buffalo Bill e gli indiani di Robert Altman sono esemplari a riguardo e a questi si può affiancare anche Corvo rosso non avrai il mio scalpo, di Sydney Pollack con Robert Redford.

Realizzato nel 1972 e basato sui romanzi L’uccisore dei Corvi: la saga di “Mangiafegato” Johnson di Raymond Thorp e Robert Bunker e Mountain Man di Vardis Fisher, il film propone infatti un sguardo inedito sul legame tra l’uomo e la natura, compreniva anche dei popoli dei Nativi indiani. Lo scontro tra le culture non è mai semplice, ma gli autori in linea con la sensibilità di quegli anni si sono preoccupati di dar vita ad una rappresentazione degli indigeni che non risultasse né negativa né inferiore rispetto a quella dell’uomo bianco. Ha così preso forma un western avvincente, moralmente onesto e ricco di elementi culturalmente rilevanti.

Presentato in concorso al Festival di Cannes nello stesso 1972, Corvo rosso non avrai il mio scalpo raccolse da subito pareri entusiasti e ciò avviene ancora oggi. Si tratta infatti di un western da non perdere, sia per chi è appassionato del genere sia per chi vi si avvicina per la prima volta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altre curiosità. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Corvo rosso non avrai il mio scalpo

Il film si svolge intorno alla metà dell’Ottocento, quando Jeremiah Johnson, veterano della guerra messico-statunitense, decise di intraprendere una vita lontana dalla civiltà, ritirandosi sulle Montagne Rocciose. Qui, grazie agli insegnamenti di un altro eremita chiamato Chris Lapp, apprende ciò che gli occorre per poter sopravvivere in mezzo alla natura selvaggia. Nel corso delle sue nuove avventure Jeremiah troverà anche una donna da amare e un figlio da crescere, ma l’ostilità dei molti popoli indigeni presenti nel territorio renderanno sempre più fragile il suo desiderio di condurre una vita pacifica. Lo scontro sarà ben presto inevitabile.

Ad interpretare Jeremiah Johnson doveva inizialmente esserci Clint Eastwood, ma i contrasti tra questi e il regista inizialmente scelto, Sam Peckinpah, lo portarono a rinunciare al progetto. Al suo posto venne dunque scelto Robert Redford, che per la regia propose l’amico Pollack. Redford ha in seguito dichiarato di considerare questo come il suo film preferito tra tutti quelli interpretati e proprio questa devozione nei confronti di Corvo rosso non avrai il mio scalpo lo ha spinto a voler eseguire la maggior parte degli stunt previsti per il suo personaggio. Redford insistette anche affinché il film venisse girato nello stato dello Utah, dove egli risiede e che conosce molto bene, così da risultare più convincente nei panni del montanaro Johnson.

Accanto a lui si ritrovano poi gli attori Will Geer in quelli di Chris Lapp, mentre Joaquin Martinez è il nativo americano Mano Che Segna Rosso, capo della tribù dei Corvi. Delle Bolton interpreta Cigno, la donna indigena che Johnson sposa nel corso del film. Trovare l’interprete giusta per questo ruolo richiese molto tempo e la Bolton fu infine individuata tra gli studenti di un’accademia di teatro. Poiché però la Bolton non è una nativa americana, si rese necessario insegnarle a comportarsi come tale. Josh Albee, qui al suo film di debutto interpreta Caleb, il ragazzo adottato dal protagonista, mentre Stefan Gierasch è Del Gue, altro uomo delle montagne.

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Corvo rosso non avrai il mio scalpo: il significato della scena finale e la storia vera dietro il film

Per chi non avesse già visto il film, è bene sapere che quanto segue contiene spoiler e considerazioni sul finale. Difficile però non parlare di una delle scene più celebri e ambigue del film, ovvero la sua conclusione. Nella scena finale, infatti, uno stremato Johnson si rincontra con Mano Che Segna Rosso, il suo principale nemico. Entrambi a cavallo e parecchio distanti, Johnson allunga la mano per prendere il fucile per quello che pensa sarà un duello finale. Mano Che Segna Rosso invece alza il braccio, con il palmo aperto, in un gesto di pace che Johnson ricambia. Ciò che potrebbe accadere dopo, è però lasciato all’immaginazione dello spettatore.

Parlando del finale, infatti, Redford ha raccontato che Pollack voleva mostrare Johnson morire congelato dopo essersi allontanato da Mano Che Segna Rosso. L’attore, invece, suggerì di lasciare incerto il destino del personaggio, facendolo semplicemente sparire tra le montagne. Questo finale volutamente ambiguo è inoltre maggiormente aderente al destino ambiguo a cui è andato incontro John Johnson, l’uomo a cui è ispirato il personaggio di Jeremiah. Disertore della Marina degli Stati Uniti, questi divenne un eremita di montagna, scontrandosi in più occasioni con alcune tribù indiane. Sulla sua morte, avvenuta nel 1900, aleggia ancora oggi un mistero. Allo stesso modo il film ripropone questa ambiguità, tipica di quelle esistenze così al limite.

Corvo rosso non avrai il mio scalpo meme

Il meme tratto dal film Corvo rosso non avrai il mio scalpo

Uno dei meme più celebri di sempre, ovvero quello del barbuto Robert Redford che esprime la propria approvazione con un sorriso e un cenno del capo, è tratto proprio da Corvo rosso non avrai il mio scalpo. Non solo, ma ai tanti giovani imbattutisi prima nel meme, questo ha poi permesso di scoprire il film di Pollack, il quale ha così ottenuto una certa popolarità anche tra le generazioni più giovane, lanciatesi nella visione del film per poter vedere la scena del celebre meme e imbattendosi così in un film ricco di emozioni, con una storia tanto profonda quanto appassionante.

Il trailer di Corvo rosso non avrai il mio scalpo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Corvo rosso non avrai il mio scalpo grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile per l’acquisto o il noleggio sulla piattaforma Amazon Prime Video. Da qui, si avrà dunque modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Borderlands: una preview dal trailer mostra Cate Blanchett e il cast in azione

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È stata pubblicata una nuova anteprima del trailer di Borderlands per l’adattamento cinematografico del videogioco.

IGN ha rivelato una clip di nove secondi del film di Borderlands, che offre ai fan un breve sguardo a Jack Black nel ruolo di Claptrap, Cate Blanchett nel ruolo di Lilith, Kevin Hart nel ruolo di Roland, Jamie Lee Curtis nel ruolo della dottoressa Patricia Tannis, Ariana Greenblatt nel ruolo di Tiny Tina e uno Psycho. Nel video si legge anche che domani uscirà un trailer completo del film.

Borderlands è diretto da Eli Roth da una sceneggiatura scritta da Roth e Joe Crombie. È prodotto da Avi Arad e Ari Arad di Arad Productions, insieme a Erik Feig di Picturestart. Il film sarà prodotto esecutivamente dal fondatore di Gearbox Randy Pitchford e dal CEO di Take-Two Interactive Strauss Zelnick. James Myers e Aaron Edmonds di Lionsgate supervisionano il progetto insieme a Emmy Yu di Arad e Lucy Kitada e Royce Reeves-Darby di Picturestart.

Chi è il protagonista di Borderlands?

Borderlands è interpretato da Cate Blanchett, Jamie Lee Curtis, Kevin Hart, Jack Black, Edgar Ramirez, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu, Haley Bennett, , Bobby Lee, Olivier Richters, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Charles Babalola, Benjamin Byron Davis, Steven Boyer, Ryann Redmond e Penn Jillette.

Dune – Parte Due: maratona all’UCI

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Dune – Parte Due: maratona all’UCI

Il 28 febbraio arriva sul grande schermo Dune – Parte Due, l’attesissimo nuovo capitolo della saga diretta da Denis Villeneuve e nata dalla penna di Frank Herbert.

Nelle sale di UCI Cinemas, inoltre, i fan potranno rivivere le emozioni del primo capitolo della saga e a seguire assistere alla nuova avventura di Paul Atreides: acquistando un biglietto per l’anteprima di Dune – Parte Due gli spettatori avranno infatti la possibilità di vedere nella stessa sala anche Dune, per farlo basterà consultare l’orario di programmazione della multisala di riferimento e presentarsi con il biglietto circa tre ore e mezzo prima rispetto all’orario di inizio di Dune – Parte Due.

Questo appuntamento si aggiunge alle numerose iniziative che il Circuito ha organizzato per il lancio dal film distribuito da Warner Bros. Pictures. La prima è il concorso che mette in palio un viaggio da sogno ad Abu Dhabi. Per partecipare basterà acquistare il biglietto sui canali online del Circuito per le proiezioni dal 27 febbraio al 3 marzo sul sito dune2.ucicinemas. Il ricco premio includerà i voli di andata e ritorno per la splendida Abu Dhabi, un soggiorno di quattro notti nel quattro stelle The WB Hotel Abu Dhabi, una giornata mozzafiato al Warner Bros. World e un’avventura indimenticabile nel deserto di Liwa. Inoltre, acquistando il biglietto online sul sito dune2.ucicinemas o sull’app del Circuito per l’anteprima del 27 febbraio o per le proiezioni previste fino al 3 marzo gli spettatori riceveranno l’esclusivo artwork del film.

Infine, chi, nelle stesse date, acquisterà un biglietto online o offline per le sale IMAX di UCI Porta di Roma, UCI Orio e UCI Luxe Campi Bisenzio riceverà anche in omaggio il magnete di IMAX.

Dune – Parte Due esplora il mitico viaggio di Paul Atreides che si unisce a Chani e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film diretto da Denis Villeneuve vanta un cast d’eccezione, composto tra glia altri da Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Austin Butler, Florence Pugh, Dave Bautista, Christopher Walken, Léa Seydoux, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling e Javier Bardem.

Le multisala che proietteranno la maratona di Dune, con l’anteprima di Dune – Parte Due, sono:UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI Showville Bari (BA), UCI Bicocca (MI), UCI Cinemas Meridiana Bologna (BO), UCI Bolzano (BZ), UCI Casoria (NA), UCI Catania, (CT), UCI Certosa (MI), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FE), UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Fiume Veneto (PN), UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI Lissone (MB), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe Maximo (RM), UCI Megalò (CH), UCI MilanoFiori (MI), UCI Molfetta (BA), UCI Moncalieri (TO), UCI Montano Lucino (CO), UCI Orio (BG), UCI Palermo (PA), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC), UCI Pioltello (MI), UCI Porta di Roma (RM), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (RN), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Roma Est (RM), UCI Sinalunga (SI), UCI Torino Lingotto (TO), UCI Verona (VR), UCI Luxe Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).

Fantastici Quattro potrebbe essere ambientato su due linee temporali diverse

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I Fantastici Quattro stanno lentamente iniziando a prendere forma e, con un’ambientazione confermata degli anni ’60, i fan sono ansiosi di vedere cosa i Marvel Studios hanno pianificato per la loro Prima Famiglia di supereroi.

Al di fuori di un riferimento sfacciato in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, non abbiamo visto nulla che suggerisca che questa squadra esistesse sulla Terra-616 tra la scomparsa di Capitan America negli anni ’40 e la prima avventura di Capitan Marvel negli anni ’90. Ma con il Multiverso in gioco, è possibile che i Fantastici Quattro provengano da una linea temporale diversa o che in qualche modo si siano persi prima di arrivare ai giorni nostri.

Oggi, una nuova voce sui Fantastici Quattro sta circolando, messa in giro da Grace Randolph di Beyond The Trailer: “L’altra cosa che ho sentito è che la sceneggiatura ha due trame insieme”, spiega. “Il paragone che ho sentito era un po’ come Piccole Donne di Greta Gerwig. Non ho sentito quali fossero le due linee temporali o trame, una nel passato o una nel futuro.”

Anche se non è confermato, immaginiamo che i Fantastici Quattro racconterà la squadra già formata, per poi andare indietro e raccontare come hanno ottenuto i poteri. Sembra un approccio sensato, soprattutto dopo che abbiamo visto una storia tradizionale sulle origini della squadra svolgersi sia nel 2005 che nel 2015.

Un’altra possibilità, ovviamente, è che incontreremo gli eroi ai giorni nostri e poi torneremo agli anni ’60 per scoprire come hanno ottenuto i loro poteri e cosa li ha portati sulla Terra-616, intorno al 2025.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh Friedman, Jeff Kaplan e Ian Springer. La notizia del casting di Pascal era già trapelata a novembre, mentre anche gli altri nomi erano usciti da recenti indiscrezioni.

Pedro Pascal è noto al mondo per le sue interpretazioni in The Mandalorian, The Last of Us e prima ancora in Game of Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di Mission Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

L’uscita di Fantastici Quattro è ora fissata per il 25 luglio 2025.

Adolfo: il 9 marzo, in esclusiva su RaiPlay, il film d’esordio della regista Sofía Auza

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Arriva il 9 marzo in esclusiva su RaiPlay il film Adolfo, debutto alla regia di Sofía Auza e che vede come protagonisti gli attori Juan Daniel Garcia Treviño e Rocío de la Mañana.

Il lungometraggio, vincitore del “Orso di Cristallo per il Miglior Film” alla Berlinale nel 2023, racconta la storia di due ragazzi che si incontrano per caso a una fermata dell’autobus nella peggiore o forse migliore notte della loro vita. L’incontro cambierà per sempre il destino di entrambi.

Adolfo, la trama

Hugo e Momo si incontrano casualmente per strada, alla fermata di un autobus. Il ragazzo, che porta con sé un piccolo cactus chiamato Adolfo, ha appena perso il bus che avrebbe dovuto portarlo al funerale del padre, morto suicida, ed è deciso a passare lì la notte in attesa del prossimo; la ragazza sta per andare ad una festa in maschera, la prima festa della sua prima notte da “libera”, dopo aver trascorso un periodo in una comunità per la riabilitazione di giovani tossicodipendenti. Dopo un po’ di attesa, Momo convince Hugo a seguirlo: è l’inizio di una lunga notte fatta di risate, lacrime, avventure, parole e silenzi, con i due giovani determinati a portare a termine la “missione” affidata a Hugo da suo padre prima di togliersi la vita: trovare una casa ad Adolfo, il cactus. Per evitare di essere da soli con i loro problemi, Hugo e Momo decidono di vivere insieme un’avventura: dovranno trovare una nuova casa per Adolfo, prima che la notte finisca e che entrambi vadano per la loro strada.

“Adolfo” ha partecipato al Seattle International Film Festival, è stato vincitore del “Cavallo di bronzo per il Miglior Film” alla Stockholm International Film Festival. A Rocío de la Mañana è andato il premio come “Migliore attrice in un film messicano” al Guadalajara International Film Festival.

Tatami: al cinema in anteprima l’8 marzo. Ecco il trailer

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Tatami: al cinema in anteprima l’8 marzo. Ecco il trailer

Tatami, il film rivelazione della Mostra del Cinema di Venezia 2023, accolto al festival con un tripudio di applausi e una commossa ovazione, arriverà al cinema in anteprima l’8 marzo e dal 4 aprile con BiM Distribuzione.

Diretto dalla regista e attrice Zar Amir (vincitrice del Premio per la Migliore Attrice a Cannes 2022 per Holy Spider) e dal regista Guy Nattiv (Premio Oscar® nel 2019 per il cortometraggio Skin) con protagoniste Arienne Mandi e la stessa Zar Amir, è ispirato alle tante atlete iraniane che hanno fatto cose incredibili: Sadaf Khadem, la prima pugile iraniana che si è rifugiata in Francia dove è diventata promotrice dei diritti delle donne; l’arrampicatrice su roccia Elnaz Rekabi che ha gareggiato senza indossare la hijab, consapevole di rischiare la morte al suo ritorno a casa; Kimia Alizadeh, ragazza prodigio del taekwondo iraniano che ha lasciato il paese insieme al marito a causa delle minacce governative, e molte altre.

Negli ultimi decenni, il governo iraniano ha fatto tutto quanto in suo potere per impedire a iraniani e israeliani di incontrarsi in occasione di eventi internazionali, senza tenere in considerazione la realtà dei veri sentimenti delle persone. La storia che abbiamo deciso di raccontare in questo film è la storia di troppi artisti ed atleti costretti a rinunciare ai propri sogni e, in alcuni casi, obbligati a lasciare i propri paesi e i propri cari a causa del conflitto tra sistemi e governi. Speriamo di aver realizzato un film che mostri al mondo che l’umanità e la fratellanza vincono sempre” – hanno dichiarato la regista Zar Amir Ebrahimi e il regista Guy Nattiv.

Tatami – la trama

Durante i campionati mondiali di judo, la judoka iraniana Leila (Arienne Mandi) e la sua allenatrice Maryam (Zar Amir) ricevono un ultimatum da parte della Repubblica Islamica che intima a Leila di fingere un infortunio e perdere la gara, pena l’essere bollata come traditrice dello Stato. Vedendo minacciata la propria libertà e quella della sua famiglia, Leila si trova ad affrontare una scelta impossibile.

Sam Mendes dirigerà quattro film sui Beatles, uno per ogni componente della band di Liverpool

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John, Paul, George e Ringo saranno ciascuno il soggetto di un diverso lungometraggio di prossima uscita. Il regista Sam Mendes ha in programma di realizzare quattro film separati, uno dal punto di vista di ciascun membro dei Beatles. Lo scopo è quello di “raccontare la sorprendente storia della più grande band della storia”, fino al loro scioglimento nel 1970, secondo un comunicato stampa. Paul McCartney, Ringo Starr e le famiglie dei defunti John Lennon e George Harrison hanno concesso i diritti completi sulla storia della vita e sulla musica per i film.

“Sono onorato di raccontare la storia della più grande rock band di tutti i tempi e sono entusiasta di sfidare il concetto di ciò che costituisce un viaggio al cinema”, ha detto Mendes in una nota. Sony Pictures Entertainment finanzierà e distribuirà tutti e quattro i film nelle sale nel 2027. I dettagli sui piani di uscita saranno condivisi più avanti, ma lo studio promette che la strategia sarà “innovativa e rivoluzionaria”.

Sarebbe certamente uno sforzo rischioso presentare in anteprima tutti e quattro i film nello stesso anno. Tuttavia, i film biografici musicali stanno diventando sempre più popolari al botteghino. Elvis di Baz Luhrmann e Bob Marley: One Love della Paramount hanno incassato molto più del previsto, mentre The Eras Tour di Taylor Swift, una versione cinematografica del suo concerto da record, ha sovraperformato diversi franchise di Hollywood in termini di vendite di biglietti al livello globale. Molti altri progetti del genere sono in lavorazione; Antoine Fuqua sta trasformando la storia della vita di Michael Jackson in un lungometraggio, Amy Winehouse sarà la protagonista di un prossimo biopic, Back to Black, e Ridley Scott è in trattative per dirigere un film sull’ascesa dei Bee Gees.

Oltre a dirigere, Sam Mendes produrrà insieme alla sua partner di Neal Street Productions Pippa Harris e Julie Pastor di Neal Street. Jeff Jones sarà il produttore esecutivo per Apple Corps Limited, l’organizzazione multimediale fondata dai Beatles nel 1968.

“Vogliamo che questa sia un’esperienza cinematografica unica, elettrizzante ed epica: quattro film, raccontati da quattro diverse prospettive che raccontano un’unica storia sulla band più celebre di tutti i tempi”, ha dichiarato Harris in una nota. “Avere la benedizione dei Beatles e della Apple Corps per fare questo è un immenso privilegio”.

Questa è la prima volta che i Beatles garantiscono il loro pieno sostegno ad un film su di loro che non sia un documentario. La band è stata oggetto di numerosi documentari, tra cui il film degli anni ’70 Let It Be, che raccontava lo scioglimento del gruppo, così come Get Back di Peter Jackson, che catturava la realizzazione del loro album Let It Be. Le loro canzoni hanno anche ispirato film come il musical jukebox del 2007 Across the Universe.

Martin Scorsese attore per Julian Schnabel in Hand of Dante

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Martin Scorsese attore per Julian Schnabel in Hand of Dante

Martin Scorsese sarà presto sul grande schermo ma davanti alla macchina da presa. Il grande regista, che riceverà l’Orso d’Oro onorario al Festival di Berlino, interpreterà un anziano saggio che influenza Dante Alighieri mentre scrive “La Divina Commedia” nel prossimo giallo di Julian Schnabel, Hand of Dante.

Scorsese ha fatto dei cameo in molti dei suoi film e occasionalmente abbia recitato in film di altri registi, ha interpretato Vincent van Gogh in un segmento del film di Akira Kurosawa del 1990 “Dreams” e ha anche doppiato il pesce palla strozzino in “Shark Tale”. – questo ruolo probabilmente sarà tra i più carnosi. “È straordinario nel film“, dice Schnabel a Variety, definendo la parte di Scorsese “un ruolo brillante e importante” e aggiungendo: “Non puoi distogliere lo sguardo da lui“.

Hand of Dante presenta un cast stellare che comprende Oscar Isaac, Gal Gadot, Jason Momoa, Gerard Butler e Al Pacino. È basato sull’omonimo libro di Nick Tosches, che ruota attorno a un manoscritto de “La Divina Commedia” di Dante Alighieri che si trova nella Biblioteca Vaticana. L’opera passa da un prete a un boss della mafia di New York City, dove viene portata da Tosches dopo che gli è stato chiesto di verificarne l’autenticità. Quindi, come Dante, Tosches intraprende il suo viaggio. Ma la narrazione di Hand of Dante percorre anche il periodo tra il XIV e il XXI secolo, con alcuni personaggi che hanno vite parallele in epoche diverse.

Martin Scorsese con il suo Killers of the Flower Moon è trai protagonisti della stagione dei premi 2024 che culminerà con la notte degli Oscar il prossimo 10 marzo. Anche in questo film, nel finale, il regista si è ritagliato un breve e commovente cameo.

Fabbricante di Lacrime: il teaser del film Netflix

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Fabbricante di Lacrime: il teaser del film Netflix

Fabbricante di lacrime sarà disponibile dal 4 aprile 2024 solo su Netflix. Da oggi è disponibile il teaser del film dall’omonimo romanzo di Erin Doom, uno dei più importanti casi letterari degli ultimi tempi. Fabbricante di lacrime, edito da Magazzini Salani, è stato infatti il libro più venduto in Italia nel 2022.

Nel cast, accanto ai protagonisti Caterina Ferioli (Nica) e Simone Baldasseroni (Rigel), anche Nicky Passarella (Billie) e Alessandro Bedetti (Lionel).

Fabbricante di lacrime è una produzione Colorado Film ed è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai. Il film è scritto da Eleonora Fiorini e Alessandro Genovesi, che ne è anche il regista.

Fabbricante di lacrime, la trama

Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si racconta da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di Lacrime, un misterioso artigiano, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole. Il suo sogno più grande, sta per avverarsi: i coniugi Milligan hanno avviato le pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare.

Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune, la convivenza tra loro sembra impossibile… ma gentilezza e rabbia sono solo due diversi modi di combattere il dolore e saranno destinati a diventare l’una per l’altro proprio quel Fabbricante di Lacrime della leggenda. Al Fabbricante non puoi mentire e loro dovranno trovare il coraggio di accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

Dave Bautista dal MCU al DCU: ecco chi vorrebbe interpretare

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Dave Bautista dal MCU al DCU: ecco chi vorrebbe interpretare

Dave Bautista, trai protagonisti del Marvel Cinematic Universe ha anticipato un suo possibile ruolo (o anche solo un desiderio di un ruolo) nel DC Universe nei panni del cattivo di Batman, Bane. Essendo uno dei cattivi più famosi del Cavaliere Oscuro, Bane diventerà probabilmente uno dei personaggi introdotti nel DCU di James Gunn.

Su Instagram, l’attore che ha già interpretato Drax del franchise dei Guardiani della Galassia, per James Gunn e per la Marvel, ha anticipato il suo casting per il ruolo di Bane della DCU condividendo una fan art del cattivo di Batman.

bane dave bautista

L’attore è una delle scelte preferite dai fan per interpretare il ruolo ormai da qualche tempo, e questo si affianca ad alcune anticipazioni di Gunn secondo cui gli attori dei Guardiani della Galassia si uniranno al suo DCU alimentando le speranze dei fan di Bautista nei panni di Bane. Sebbene ci siano più personaggi DCU che Bautista potrebbe interpretare, è facile capire perché l’attore Drax sarebbe una scelta interessante per Bane in The Brave and the Bold o altri progetti DCU.

Ricordiamo che il personaggio è già stato interpretato da Tom Hardy in Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan.

Players: recensione del film con Gina Rodriguez e Tom Ellis

Players: recensione del film con Gina Rodriguez e Tom Ellis

“Eri così preoccupata di conquistarlo che non ti sei chiesta se avresti dovuto”: il fulcro di Players, il film girato nel 2021 ma lanciato su Netflix Italia nel giorno di San Valentino è tutto qui. La commedia romantica di Trish Sie porta in scena situazioni di spiccata comicità per offrire un’ironica ma non banale riflessione sulle dinamiche delle scelte che governano la nostra vita sentimentale.

I “players” del titolo, i giocatori, ovvero il gruppo di amici che si danno man forte in divertenti (o tragiche, a seconda della preda) scenette in locali pubblici per conquistare cuori solitari, offrono, tra i vari livelli di lettura, anche una parodia di Sex and the city, con variazioni sulla combinazione di generi e ruoli dove i protagonisti sono tre uomini e una donna. Nel film di Trish Sie, regista con prove da coreografa al suo attivo, i quattro amici della storia sono trentenni appagati del proprio lavoro all’interno della redazione di un giornale e vivono tutte le opportunità d’incontro che la brillante vita notturna di New York offre loro. L’amicizia che li lega li porta a vivere in maniera divertita la propria condizione di single e a cercare storie di una sola notte, certi di trovare nei propri sodali il rapporto di vicinanza di cui chiunque ha il bisogno. L’ingresso in scena di un aitante corrispondente di guerra cambia gli equilibri all’interno del gruppo: quello che sulla carta appare come un buon partito, ovvero l’uomo dei sogni bello, ricco e intelligente, reggerà poi alla prova della realtà e riuscirà a portare nella quotidianità di Mack, la girl del gruppo, quel senso di affidabilità che solo gli amici di lunga data sembrano offrire?

Players: come affrontare con leggerezza le paure della vita adulta

La sceneggiatura è firmata da Whit Anderson, insignita nel 2018 del premio Writers Guild of America per la serie Ozark e attrice in pellicole ad alto budget Ocean’s 8 di Gary Ross e Yes Man di Peyton Reed interpretato da Jim Carrey. 

La trama di Players pone al centro della narrazione gli standard più classici di quell’età di mezzo in cui si affrontano le paure della vita adulta: impegnarsi in una relazione stabile, prima fra tutte. “Mangi i falafel quando sei triste”, chiosa Adam Miles, interpretato da Damon Wayans Jr. alla migliore amica Mackenzie Cannon, detta Mack, alias Gina Rodriguez, attrice portoricana emersa nella serie Jane The Virgin. Se un amico è capace di rilevarci meccanismi che fino a quel momento erano sfuggiti a noi stessi grazie alla lunga osservazione, possiamo accontentarci di un amore che vede in noi un’immagine che non ci appartiene?  La protagonista deve fare i conti con se stessa per capirlo, per capire, soprattutto, se anche in Tom Ellis, l’uomo che ha deciso di conquistare non più per una notte, bensì per una vita intera, può ritrovare la stessa attenzione e cura, ovvero lo stesso amore che il suo migliore amico sa offrirle.

Mack e gli altri ‘giocatori’ si muovono da anni all’interno di schemi psicologici prefissati dove sanno gestire con abilità e spirito di squadra ogni variabile, certi della possibilità di riuscita di azioni che nel tempo si sono rivelate portatrici di successo ma che, adesso, sembrano non dare più sicurezza: si può basare una relazione su uno schema, chiede Adam a Mack?

Players Gina Rodriguez
Liza Koshy nel ruolo di Ashley, Augustus Prew nel ruolo di Brannagan, Joel Courtney nel ruolo di Little e Gina Rodriguez nel ruolo di Mack in Players. Cr. K.C. Bailey/Netflix ©2023.

La vera domanda che ogni ‘player’ in amore dovrebbe porsi

La scoperta che le interazioni ormai abilmente implementate non bastano più quando si tratta di affrontare il tratto di cammino che ci separa da un nuovo desiderio è la vera questione del film diretto da Sie. La protagonista vuole un cassetto, sagace metafora dello spazio di significanza che chiunque sia in cerca dell’amore vuole che l’altra persona gli riservi. Il punto è: siamo sicuri che quel cassetto sia grande abbastanza per contenere tutte le nostre cose, tutto quello che siamo e che vorremmo essere? Un interrogativo tutt’altro che banale, a cui Players offre una risposta divertente e non scontata, perché, per dirla con i protagonisti, quando vuoi una relazione vera non c’è uno schema che possa aiutarti, c’è solo l’istinto che ci porta a sentire con forza il nostro baricentro e a capire di quanto siamo disposti a spostarlo per raggiungere un nuovo livello di gioco in un rapporto di coppia.  

Spider-Man Noir, Nicolas Cage in trattative per il ruolo

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Spider-Man Noir, Nicolas Cage in trattative per il ruolo

Sembra che i sostenitori di Nicolas Cage abbiano un altro motivo per amare il proprio beniamino. A quanto pare, dopo una iniziale estraneità al progetto, l’attore è in trattative per interpretare Spider-Man Noir nell’omonima serie tv in lavorazione presso Amazon.

Dopo la notizia che Steve Lightfoot, che trai suoi lavori annovera The Punisher, si era unito a Oren Uziel nella sala di scrittura e di produzione, questo rumor sul casting per la serie è sicuramente allettante. Chiaramente non c’è ancora nulla di confermato, ma il casting di Cage per il ruolo avrebbe senso anche grazie allo splendido lavoro di doppiaggio che l’attore ha portato avanti per lo stesso personaggio in Spider-Man: Un nuovo universo.

La serie Spider-Man Noir è il secondo progetto noto basato sui personaggi Marvel controllati da Sony su Amazon. In precedenza era stato annunciato che Amazon stava andando avanti con la serie Silk: Spider Society della showrunner Angela Kang. Non è noto in questo momento quali altri personaggi Marvel saranno presenti negli altri show di Amazon, anche se Sony attualmente controlla oltre 900 di questi personaggi associati al franchise di Spider-Man.

Deadpool e Wolverine: il trailer in versione LEGO

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Deadpool e Wolverine: il trailer in versione LEGO

Sulla scia di 365 milioni di visualizzazioni in 24 ore, il primo trailer Deadpool e Wolverine è diventato il trailer più visto di tutti i tempi. Ora, un intraprendente utente di Twitter di nome Trevor Carlee è riuscito in qualche modo a ricreare l’intero trailer, e a essere onesti, sit ratta davvero di un piccolo capolavoro, perché è stato realizzato interamente in LEGO.

Il trailer iniziale, svelato lo scorso fine settimana durante il più grande evento sportivo dell’anno, il Super Bowl, reintroduce Ryan Reynolds nei panni dell’iconico Deadpool, che si ritrova invischiato con la Time Variance Authority (vista l’ultima volta nella serie Loki dei Marvel Studios su Disney+) e unisce le forze con altri supereroi per affrontare un avversario comune. Dopo due film che lo deridono da lontano, il terzo capitolo annuncia l’integrazione formale di Wade Wilson nell’universo cinematografico Marvel, con collaborazioni con personaggi importanti come Wolverine di Hugh Jackman e, come attualmente ipotizzato, Elektra di Jennifer Garner.

Il cast del film è ulteriormente arricchito da artisti del calibro di Matthew Macfadyen e gli attori di ritorno Morena Baccarin nei panni di Vanessa, Brianna Hildebrand nei panni di Testata Mutante Negasonica e Stefan Kapičić nei panni di Colosso. Anche Emma Corrin fa parte del cast come principale antagonista del film, ma il ruolo non è stato attualmente rivelato.

Deadpool e Wolverine uscirà il 26 luglio 2024. Puoi scoprire maggiori dettagli sul film qui e guardare in streaming i primi due film su Disney+. Guarda il trailer LEGO di Carlee di seguito:

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Ecco il trailer di Deadpool e Wolverine

Deadpool e Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio e segna l’introduzione del Mercenario Chiacchierone di Ryan Reynolds nell’universo cinematografico Marvel (con un rating decisamente diverso rispetto ai primi due capitoli). Soprannominandosi “Marvel Jesus”, Deadpool arriva nel MCU dopo essere stato rapito dalla Time Variance Authority, i manager del multiverso visti l’ultima volta in Loki, e si ritrova nello stesso mondo dei Vendicatori.

Sebbene il suo volto non si veda nel trailer, anche Wolverine di Hugh Jackman passa dall’universo di X-Men al MCU. Diretto da Shawn Levy, il film comprende anche Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew Macfadyen.

Road to Oscar 2024: la migliore sceneggiatura originale e adattata

Come ogni anni, gli Oscar 2024 prevedono due categorie di eccellenza dedicate alla sceneggiatura, la prima per la migliore sceneggiatura originale, ovvero la storia che è frutto dell’invenzione dell’autore della stessa, e la seconda è per la migliore sceneggiatura adattata, che parte invece da un’opera pre-esistente, più spesso un libro, ma può essere anche un articolo di giornale, un’inchiesta, un fumetto, insomma un’altra storia che già esiste e che viene declinata nel linguaggio cinematografico.

Le categorie dedicate alle sceneggiature, in occasione dei grandi premi di cinema, sono da sempre quelle che si aggiudicano gli Autori. Branagh, Fennell, Peele, Jonze, Tarantino, Ivory, Allen, Coppola, Almodovar, Coen sono solo alcuni dei nomi che impreziosiscono il palmares di una categoria dei Premi Oscar che più di ogni altra rappresentano l’aspetto culturale e alto della grande macchina cinematografica. E se da una parte è vero che la sceneggiatura è una scrittura di servizio, che per esistere davvero deve essere trasformata in film, è anche vero che la scrittura, la parola sono il seme dal quale poi germoglia il cinema.

Di seguito, ecco i candidati agli Oscar 2024 per migliore sceneggiatura originale e adattata.

Migliore Sceneggiatura (Originale)

Apriamo le danze con una delle sceneggiature che, in quest’anno cinematografico, sembra brillare di più per costruzione, originalità e interesse. Lo script di Anatomia di una caduta firmato da Justine Triet e Arthur Harari è un animale insolito e seducente, così come il film che ne è stato desunto, capace di insinuare il dubbio nella mente dello spettatore con un abilissimo gioco di non detti, mentre sposta continuamente il fuoco del suo discorso, passando con eleganza dal linguaggio procedurale a quello da thriller, fino a quello drammatico e romantico.

Al suo esordio con la sceneggiatura per il cinema, David Hemingson ha offerto a Alexander Payne, autore riconoscibile e ricercato, lo script di The Holdovers – lezioni di vita. La storia si innesta alla perfezione dentro la filmografia e la poetica di Payne, raccontando la vicenda di umanità perse che imparano a essere famiglia, arrangiandosi con quello che hanno e allo stesso tempo riscoprendo per se stessi uno spiraglio di futuro che pensavano non potesse esistere. È facile cadere nella definizione, a volte svalutante, di feel good movie, tuttavia The Holdovers rivendica con fierezza questa etichetta, innalzandone il livello.

Tra le modalità di racconto cinematografico, il biopic rientra in quelle più rischiose, perché si fa interpretazione di personaggi realmente esistiti, adottando un punto di vista, a volte anche solo un momento storico preciso, in cui questa “vita famosa” viene messa in scena. Bradley Cooper e Josh Singer sono consapevoli di questo rischio, tuttavia i potenti mezzi messi a disposizione di Maestro, inclusa la benedizione (e la produzione) di Steven Spielberg, permettono ai due massima libertà. E così, Cooper si prende la briga di non compiere apparentemente nessuna scelta e di bypassare l’importanza della parola come germe vitale del cinema. Lo script diventa strumento per la messa in scena di sé nei panni di Leonard Bernstein. Il risultato è uno sforzo egoriferito in cui l’attore, regista e sceneggiatore vuole a tutti i costi trovare un posto nell’Olimpo di Hollywood, che a tutti gli effetti lo premia (misteriosamente) e lo pone in compagnia di artisti di ben altro calibro.

Come nel caso di Hemingson, anche Samy Burch, esordiente alla sceneggiatura per il cinema, si fa affiancare da un solido narratore per immagini, Todd Haynes, per trasformare in film la sceneggiatura di May December. Il film, unico in categoria ad aver ottenuto una sola nomination, avrebbe mirato anche a dei cenni nelle categorie dedicate agli attori, cenni che non sono arrivati per una concorrenza serrata. Tuttavia è riuscito a spuntarla in questa divisione, che, dicevamo, celebra la potenza della parola. E effettivamente il film è scritto in maniera raffinata, riuscendo a districarsi con leggerezza, mai con superficialità, nei meandri di una storia torbida che manifesta da subito le sue pieghe più oscure. La sensazione generale però è che il film sia finito in cinquina principalmente come omaggio al percorso festivaliero abbastanza luminoso dei mesi scorsi.

Vero e proprio colpo di fulmine di questa stagione cinematografica, Past Lives di Celine Song ha conquistato un posto in cinquina a buon diritto. Ridefinendo i canoni narrativi della “storia d’amore”, la scrittura di Song si presenta delicata e leggera, è capace di raccontare un “amore in potenza” (in mancanza di una definizione migliore) attraverso i non detti, il silenzio e le pause. Il suo compito di sceneggiatrice è facilitato dal fatto che lei stasse ha diretto il film (è il suo esordio), facendo così coincidere le scelte della messa in quadro con l’intenzione dietro le parole stesse. Seppure le possibilità di vittoria sono esili per questi Oscar 2024, la sceneggiatura di Past Lives è un vero e proprio gioiello.

Migliore Sceneggiatura (Adattata)

Apre la cinquina delle migliori sceneggiature adattate American Fiction, scritto e diretto da Cord Jefferson e basato sul romanzo Erasure di Percival Everett. In una scatola apparentemente convenzionale, Jefferson, che esordisce alla regia e alla sceneggiatura con questo progetto, riesce a portare sullo schermo la compenetrazione di generi che si trovano nel testo di partenza. Quella che nasce come una commedia irriverente sui luoghi comuni legati alla percezione della popolazione afro-americanada parte di quella caucasica, negli Stati Uniti, diventa una riflessione agro-dolce sul potere della narrazione e sul senso di appartenenza a una comunità. Il testo si mantiene costantemente su alti livelli di ironia, consegnati con destrezza dal cast, guidato da uno splendido (e anche lui nominato) Jeffrey Wright.

Il fenomeno del box office del 2023, Barbie, arriva agli Oscar con moltissime nomination, e compare a buon diritto anche nella categoria dedicata alla migliore sceneggiatura adattata. Contrariamente a quanto accaduto per i WGA dove il film concorre per la migliore sceneggiatura originale, l’Academy ha deciso di spostare la sceneggiatura di Greta Gerwig e Noah Baumbach nell’altra categoria, dal momento che racconta di personaggi (le bambole Mattel) preesistenti. Di tutti gli elementi di grande valore che costituiscono il film di Gerwig, la sceneggiatura è senza dubbio un’eccellenza: non era semplice mettere in piedi una storia con protagonista Barbie, eppure con ironia, consapevolezza, uno sguardo alla contemporaneità e un tocco di furbizia, la coppia Gerwig/Baumbach è riuscita a sorprendere e, dati del box office alla mano, a farsi amare dal pubblico.

L’aspetto più interessante della visione di cinema di Christopher Nolan è che il regista trova sempre il modo di piegare l’immagine cinematografica alla sua visione. Lo ha fatto con il thriller, con la spy story, con i cinecomic, con lo sci-fi, e con Oppenheimer è riuscito a farlo anche con il biopic. Basato sulla biografia American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e Martin J. Sherwin il film è scritto e diretto da Nolan che plasma la sua creatura cinematografica a sua immagine. Riesce ancora una volta nell’intento di giocare con i piani temporali, fornendo allo spettatore, con una sceneggiatura densa e solida, tutti gli strumenti di cui necessita per orientarsi nella ricostruzione storica e emotiva dell’uomo e del genio Oppenheimer.

Povere Creature! è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray e sceneggiato da Tony McNamara, alla sua seconda collaborazione con Yorgos Lanthimos. Definibile come la storia di una esploratrice che cerca con l’esperienza, di sé e del mondo, di saziare la propria curiosità, la storia di Bella Baxter è strutturata come il più classico viaggio dell’eroe, e allo stesso tempo è assolutamente moderno e coerente. La scrittura si mette al servizio del personaggio, dal quale è guidata fino a un compimento perfetto e rotondo del suo viaggio. Povere Creature! è uno dei rari esempi in cui la sceneggiatura non solo è desunta da un romanzo, ma diventa anche uno strumento per creare un mondo adatto alla sua protagonista, la splendida Emma Stone (anche lei nominata).

Vero e proprio fenomeno di questa stagione cinematografica, nominato nella categoria del miglior film internazionale e del miglior film, La Zona di Interesse è senza dubbio, per citare il suo stesso titolo, il lavoro più interessante che vedremo trai protagonisti degli Oscar 2024. Il film, scritto e diretto da Jonathan Glazer e adattamento del romanzo omonimo del 2014 scritto da Martin Amis, racconta l’orrore dell’olocausto da un punto di vista inedito. Il lavoro svolto da Glazer nel trasportare al cinema le parole di Amis si è basato principalmente su ciò che non viene detto, né mostrato, ma soltanto evocato. Per questo, il sound design del film è una vera e propria opera d’arte e la sceneggiatura è la principale artefice di questa scelta artistica. Trai front runner di categoria, La Zona di Interesse è il film da tenere d’occhio.

Previsioni: chi vincerà per le migliori sceneggiature agli Oscar 2024?

Oscar 2024I dieci nominati di categoria comprendono storie che hanno dato voce al nostro tempo, storie che hanno trovato grande riscontro nel pubblico, che guardano all’universale e ai grandi temi legati all’esistenza, ma anche al piccolo e ai turbamenti e alle idiosincrasie quotidiane con cui ci confrontiamo tutti.

Il giudizio è rimesso al gusto dell’Academy, che la notte del 10 marzo, dal Dolby Theatre, incoronerà il meglio dell’industria cinematografica degli ultimi dodici mesi, tuttavia questo non toglie il divertimento e anche il tentativo di fare delle previsioni. Chiaramente non ci si riferisce al migliore di categoria, ma a quello che con più probabilità verrà riconosciuto dall’Academy e dai suoi votanti. Per quello che riguarda la categoria della migliore sceneggiatura originale, il premio a Anatomia di una caduta sembra in cassaforte. Triet sta riscuotendo un successo senza precedenti negli USA per una tale produzione. In merito alla migliore sceneggiatura adattata, invece, i giochi non sembrano così semplici. Se da una parte American Fiction è forse il titolo più forte in quanto a qualità di scrittura, La Zona di Interesse potrebbe essere il film che, a ragione, l’Academy vuole premiare in questa categoria, mentre gli altri tre titoli, trai più nominati degli Oscar 2024, sembrano destinati a splendere in altre categorie.

L’uomo da sei milioni di dollari, non c’è ancora uno studio per il remake della serie

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Un nuovo rapporto fornisce un aggiornamento deludente sulla produzione di L’uomo da sei milioni di dollari. Con protagonista Mark Wahlberg, il film è un remake della omonima serie TV che segue la storia di un pilota collaudatore nucleare ferito che viene ricostruito con arti e impianti bionici. L’uomo da sei milioni di dollari andò in onda per cinque stagioni dal 1974 al 1978.

Secondo un report di TheWrap, l’aggiornamento più recente sul progetto non sembra promettente. Secondo la fonte, L’uomo da sei milioni di dollari non ha ancora uno studio. Questo aggiornamento contraddice direttamente la notizia più recente in merito al progetto secondo cui Wahlberg sembrava molto più ottimista riguardo all’accordo con Skydance, affermando che avrebbero avuto i diritti sul film “molto presto”, dando il via alla produzione.

Sebbene Wahlberg non abbia detto che l’accordo con Skydance fosse concluso, sembrava implicare che ciò sarebbe certamente accaduto in tempi brevi. Nella sua dichiarazione di dicembre, Wahlberg ha anche fatto riferimento alla “dura battaglia” necessaria per realizzare L’uomo da sei milioni di dollari.

Nel 2014 ha cominciato a circolare la notizia della volontà di realizzare un film dalla serie, nel 2020 il titolo è stato addirittura nella schedule di programmazione delle uscite della Warner Bros, salvo poi venire eliminato. Chissà quando e se questo progetto riuscirà a vedere la luce.

Kurt Russell spiega la differenza tra Quentin Tarantino e John Carpenter

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Kurt Russell rivela ciò che ha imparato su Quentin Tarantino e John Carpenter riflettendo sulla sua carriera di attore. Russell ha lavorato per la prima volta con l’acclamato regista di Halloween nel film biografico di Carpenter del 1979, Elvis, e in seguito i due hanno collaborato in Fuga da New York, La cosa, Grosso guaio a Chinatown e Fuga da Los Angeles. Ha poi lavorato con Tarantino su due lungometraggi, a cominciare da Death Proof del 2007, prima di riunirsi a lui per The Hateful Eight del 2015.

Mentre Kurt Russell ripercorreva la sua carriera con GQ, l’attore ha brevemente accennato a ciò che rende sia Carpenter che Tarantino registi unici quando ha recensito il suo lavoro su Death Proof.

Mentre Russell afferma che Tarantino è stato ispirato dal lavoro di Carpenter, lo stile di Carpenter è più riservato rispetto a quello ampolloso del primo, sebbene le loro motivazioni li accomunino. Ecco cosa ha spiegato Kurt Russell sulla differenza tra Tarantino e Carpenter:

“Uno dei motivi per cui Quentin ha iniziato a fare film è grazie a John Carpenter. Voglio dire, lo so per sua stessa ammissione. John è più riservato nel suo umorismo e nel suo stile. Quentin è molto, molto estroverso. Ma ci sono anche molte somiglianze in ciò che guida il loro fascino nel realizzare un film. Non è come un regista che cerca una visione. Ce l’hanno in testa ed è solo questione di avere la libertà di dire “mi piace, mi piace, così, non mi piace, non mi piace”, sai, è facile per loro.”

Tarantino non è mai stato riservato riguardo alla sua ammirazione per la filmografia di Carpenter, raccontando in lunghe interviste le sue esperienze con il regista e il suo lavoro durante i suoi trentadue anni di carriera. Discutendo delle ispirazioni dietro The Hateful Eight nel 2015, Tarantino ha rivelato che La Cosa ha ispirato non solo il western, ma anche il suo debutto Le Iene attraverso il suo uso di tensione e paranoia in un ambiente limitato con un piccolo cast. Tarantino ha anche accreditato La Cosa come uno dei pochi film horror che lo spaventano, mostrando la sua ammirazione per Carpenter sia in qualità di regista che di spettatore.

Robert Downey Jr. commenta il passaggio dal MCU al ruolo da Oscar in Oppenheimer

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Robert Downey Jr. ha commentato il passaggio della sua carriera dall’interpretare Iron Man nel Marvel Cinematic Universe all’avere un ruolo chiave in Oppenheimer. Downey ha inaugurato l’MCU con Iron Man del 2008, interpretando Tony Stark fino a quando il personaggio si è sacrificato per salvare l’universo in Avengers: Endgame del 2019. Ora che il suo tempo alla Marvel è apparentemente finito – senza che nessun film in arrivo nel MCU abbia in programma di riproporlo – Robert Downey Jr. ha commentato il passaggio da un ruolo all’altro, quello di Lewis Strauss, una specie di avversario e nemico del protagonista (Cillian Murphy), nel film di Christopher Nolan.

Ai BAFTA di domenica scorsa, dove Robert Downey Jr. ha vinto il premio come migliore interprete maschile non protagonista, l’attore ha commentato scherzosamente il suo passaggio da Iron Man a Oppenheimer.

“Ho interpretato un ragazzo di nome Tony nel MCU per circa 12 anni. E poi recentemente Chris Nolan mi ha suggerito di tentare un approccio discreto come ultimo disperato tentativo di resuscitare la mia credibilità in declino.”

https://twitter.com/DiscussingFilm/status/1759279140920754375?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1759279140920754375%7Ctwgr%5Ec1fde9c5791d66e3f1d9d69a31af67311a248e71%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Frobert-downey-jr-mcu-oppenheimer-2024-bafta-speech%2F

Dopo poco più di un decennio nei panni di Iron Man in alcuni dei migliori film dell’MCU, Downey Jr. sta riscontrando un diverso tipo di successo grazie al suo ruolo in Oppenheimer del regista Christopher Nolan, con la star che sta collezionando premi come miglior attore non protagonista. Downey ha scherzato sul suo periodo come Iron Man, dicendo che l’Oppenheimer di Nolan è stato “un ultimo disperato tentativo di resuscitare la [sua] diminuita credibilità” dopo aver girato film del MCU.

Chiaramente l’attore è ironico, dal momento che ha sempre professato il suo amore per il personaggio di Tony Stark e per il MCU che gli hanno regalato una seconda vita cinematografica dopo dei periodi bui non troppo felici.

Dune: Dave Bautista descrive una scena tagliata dal primo film che non vedremo mai

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Dave Bautista ha parlato di una scena cancellata del primo film di Dune di Denis Villeneuve. Nell’adattamento del 2021, Bautista interpreta Glossu Rabban e riprenderà il ruolo per il prossimo sequel, Dune: Parte 2. In quanto nipote del barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård), Rabban è un individuo crudele e brutale messo al comando del pianeta Arrakis, ignaro di essere una pedina nei piani più grandi del barone. Rabban condivide la storia anche con Gurney Halleck (Josh Brolin), sopravvissuto al massacro della Casa Atreides e che ritornerà anche lui nel sequel.

Parlando con Collider, Dave Bautista ha condiviso nuovi dettagli su una scena cancellata del primo film con Rabban e il Mentat degli Harkonnen, Piter De Vries (David Dastmalchian). Dato che Villeneuve ha recentemente spiegato che non distribuirà mai nessuna delle scene cancellate di Dune, la scena tra Bautista e Dastmalchian non verrà mai vista. Ecco cosa ha raccontato l’attore:

“È solo che in questo momento sto pensando: “Dio, lui [Villeneuve] si arrabbierà con me se lo dico?” Ma no, non è niente di grave. Non sto svelando nulla, ma avevo una scena nel primo film con Dave Dastmalchian in cui intimidivo il suo personaggio, ed era molto breve, ma volevo che venisse vista per ragioni egoistiche, perché amo così tanto Dave. Immagino che semplicemente non si adattasse o ci fossero problemi di spazio o di ritmo. Quelle decisioni sono ben oltre la mia volontà. Ma sì, sono rimasto deluso di non averla vista nel film finito.”

Cosa aspettarsi da Dune – Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film Dune – Parte Due vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild 2024: vincono Maestro e Saltburn

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Maestro e Saltburn hanno portato a casa i premi principali ai premi Make-Up Artists and Hair Stylist Guild (IATSE Local 706). La gilda ha tenuto la sua undicesima cerimonia di premiazione annuale domenica sera al Beverly Hilton Hotel.

La serata si è aperta con la consegna dei premi d’onore. L’attrice nominata all’Oscar Annette Bening è stata insignita del premio Distinguished Artisan. Tuttavia, a causa del COVID, Diana Nyad ha accettato il premio a suo nome.

Michael Westmore ha ricevuto il Vanguard Award per il suo lavoro in “Rocky”, “Star Trek”, “Mask” e “Raging Bull”. Kevin Haney ha ricevuto il premio alla carriera per il suo lavoro in “A spasso con Daisy”, “Guardiani della Galassia Vol. 3” e “Hocus Pocus 2”.

Sembra interessante notare che, sebbene non sia riuscito a entrare in nessuna cinquina per gli Oscar 2024, Saltburn di Emerald Fennell ha conquistato la gilda. Ecco di seguito i vincitori:

FILM

Best Contemporary Makeup

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period and/or Character Makeup

“Maestro” (Sian Grigg, Jackie Risotto, Elisa Tallerico, Nicky Pattison-Illum)

Best Special Makeup Effects

“Maestro” (Kazu Hiro, Sian Grigg, Duncan Jarman, Mike Mekash)

Best Contemporary Hair Styling

“Saltburn” (Siân Miller, Laura Allen)

Best Period Hair Styling and/or Character Hair Styling

Barbie” (Ivana Primorac, Marie Larkin, Clare Corsick)

TELEVISION SERIES

Best Contemporary Makeup

“The Idol” (Kirsten Sage Coleman, Mandy Artusato, Jessie Bishop, Erin Blinn)

Best Period and /or Character Makeup

The Crown” (Cate Hall, Emilie Yong-Mills, Debbie Ormrod, Stacey Holman)

Best Special Makeup Effects

Best Contemporary Hair Styling 

“The Morning Show” (Nicole Venables, Jennifer Petrovich, Janine Thompson, Lona Vigi)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Queen Charlotte: A Bridgerton Story” (Nic Collins, Giorgio Galliero)

TELEVISION SPECIAL

Best Contemporary Makeup

“Dancing With the Stars” (Julie Socash, Donna Bard, Lois Harriman, Sarah Woolf)

Best Period and/or Character Makeup

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani, Joanna Pisani)

Best Special Makeup Effects

“Saturday Night Live” (Louie Zakarian, Jason Milani, Bradon Grether, Tom Denier Jr.)

Best Contemporary Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Joe Matke, Amber Nicholle Maher, Marion Rogers)

Best Period and/or Character Hair Styling

“Dancing With the Stars” (Kimi Messina, Dwayne Ross, Joe Matke, Brittany Spaulding)

DAYTIME TELEVISION GAME SHOW OR TALK SHOW

Best Makeup

“The Boulet Brothers’ Dragula” (Swanthula Boulet, Dracmorda Boulet)

Best Hair Styling

“The Young and the Restless” (Lauren Mendoza, Justin Jackson, Michelle Corona, Diana Santana)

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING

Best Makeup

“American Born Chinese” (Jorjee Linda Douglass, Mara Rouse, Nicole Hawkyard, Ralis Kahn)

Best Hair Styling

“The Santa Clauses” (Anissa Emily Salazar, Nina Adado, Morgan Ferrando, Patricia Lansingh)

COMMERCIALS AND MUSIC VIDEOS

Best Makeup

“American Horror Story: Delicate” (Kerry Ann Herta Jason Collins Alyssa Morgan Orlando Marin)

Best Hair Styling

“American Horror Story: Delicate” (Joe Matke, Jeri Baker, Johnny Lomeli)

THEATRICAL PRODUCTIONS (Live Stage)

Best Makeup

“Dr. Seuss’ How The Grinch Stole Christmas! The Musical” (Robyn-Marie Rebbe, Chloe Nil Acerol, Ashley Roller, Angelina Avallone)

Best Hair Styling

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