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Eliza Scanlen: 10 cose che non sai sull’attrice

Eliza Scanlen: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovanissima attrice Eliza Scanlen si è affermata negli ultimi anni per alcuni ruoli, sia cinematografici che televisivi, che le hanno permesso di essere indicata come una delle promesse della sua generazione. Ad oggi l’attrice, pur avendo una filmografia ancora esigua, vanta importanti collaborazioni con noti registi o attori. Ecco 10 cose che non sai di Eliza Scanlen.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Eliza Scanlen Sharp Object

Eliza Scanlen: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in un due noti film recenti. L’esordio al cinema per l’attrice avviene nel 2019, recitando in due acclamati film. È infatti la protagonista del film Babyteeth, dove condivide la scena con l’attore Ben Mendelsohn. Il film è stato presentato alla Mostra de l Cinema di Venezia, ottenendo buoni responsi di critica e pubblico. Nello stesso anno ricopre il ruolo di Elizabeth March in Piccole donne, dove ha l’occasione di recitare accanto a Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Laura Dern, Timothée Chalamet, Meryl Streep e Bob Odenkirk. Tornerà poi al cinema nel 2020 con il film The Devil All the Time, con Tom Holland.

9. Ha preso parte a celebri serie TV. L’attrice esordisce nel mondo della recitazione con un piccolo ruolo nella serie A Class Act (2015), mentre la notorietà arriva grazie al personaggio di Tabitha Ford in Home and Away (2016). Nel 2018 si fa ulteriormente notare recitando nella serie Sharp Object, accanto alle attrici Amy Adams e Sophia Lillis.

8. Ha scritto e diretto un cortometraggio. Nel 2020 l’attrice dimostra di essere interessata anche a ricoprire altri ruoli all’interno della settima arte. Debutta infatti alla regia di un cortometraggio, Mukbang, da lei anche sceneggiato. Questo, della durata di dieci minuti, racconta la storia di Mara, la quale vivrà un insolita esperienza dopo aver scoperto un sito internet chiamato Mukbang. È possibile trovare e vedere il cortometraggio sulla piattaforma Vimeo.

Eliza Scanlen è su Instagram e Twitter

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 50 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago o ritraenti sue curiosità quotidiane. Non mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da attrice o di servizi fotografici da lei realizzati.

6. Non è presente su Twitter. L’attrice non possiede alcun profilo sul social network Twitter. La Scanlen è infatti attiva unicamente su Instagram. È tuttavia possibile trovare alcune fan page che, anche se recenti e quindi ancora poco ricche, tengono aggiornati i fan dell’interprete su tutte le ultime notizie che la riguardano, da quelle professionali a quelle non.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Eliza Scanlen Piccole donne

Eliza Scanlen si è rasata i capelli

5. Si è tagliata i capelli per un ruolo. Nel marzo del 2019 l’attrice ha attirato su di sé le attenzioni dopo essere apparsa completamente rasata ad alcuni eventi. La Scanlen si è infatti dovuta completamente tagliare i capelli per assumere i panni di Milla Finlay, adolescente malata di cancro protagonista del film Babyteeth.

Eliza Scanlen in Sharp Object

4. Ha ricoperto un ruolo di rilievo nella serie. Nella serie Sharp Object, a metà tra il dramma e il giallo, l’attrice ha dato vita al personaggio di Amma Crellin, sorellastra adolescente della protagonista. Questa si presenta come una ragazza sempre in cerca di guai, pronta a coinvolgere nelle proprie scorribande anche la sorella adulta.

3. È stata da subito intrigata dal ruolo. Parlando del suo personaggio, l’attrice ha dichiarato di essersi interessata da subito all’aspetto enigmatico che questo presentava. Interpretare Amma si è infatti per lei rivelata una continua scoperta di un carattere difficile, molto distante da quello della Scanlen.

Eliza Scanlen è Beth March in Piccole donne

2. Suona davvero il pianoforte nel film. Per ricoprire il personaggio di Beth March, una delle quattro sorelle protagoniste di Piccole donne, l’attrice ha dovuto imparare a suonare il piano, abilità richiesta espressamente per la parte. La Scanlen si è così esercitata per tre ore al giorno, arrivando infine a poter eseguire personalmente i brani ascoltati nel film.

Eliza Scanlen: età e altezza

1. Eliza Scanlen è nata a Sydney, in Australia, il 6 gennaio 1999. L’attrice è alta complessivamente 162 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Iron Man: il poster che celebra i suoi momenti più iconici

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Iron Man: il poster che celebra i suoi momenti più iconici

L’artista dei Marvel Studios, Ryan Meinerding, ha condiviso via Instagram un bellissimo poster celebrativo di Iron Man in occasione del compleanno di Robert Downey Jr., nato il 4 aprile 1965.

Iron Man è sicuramente l’eroe più amato del MCU nonché il Vendicatore la cui storia ha ufficialmente inaugurato, 10 anni fa, l’Universo Cinematografico Marvel. L’uscita nelle sale di Avengers: Endgame ha segnato l’ultima apparizione di Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark: nella battaglia finale, utilizza le Gemme dell’Infinito per far dissolvere Thanos e il suo esercito, morendo devastato dal potere di esse.

Nel poster condiviso via Instagram da Meinerding, vengono celebrati i momenti più iconici di Tony Stark all’interno del MCU. Oltre alle varie versioni della sua potentissima armatura, vediamo anche i personaggi di Thanos e Hulk. Nella didascalia che ha accompagnato la creazione, Meinerding ha spiegato che il manifesto era stato creato in origine per la D23 Expo dello scorso anno: adesso, l’artista lo ha condiviso per celebrare il compleanno di Downey dello scorso 4 aprile.

Potete ammirare il bellissimo artwork di seguito:

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Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Film evento del decennio, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima alla classifica Avatar di James Cameron.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd e Brie Larson.

Fonte: Screen Rant

Renato Carpentieri: 10 cose che non sai sull’attore

Renato Carpentieri: 10 cose che non sai sull’attore

Negli ultimi anni Renato Carpentieri si è affermato come uno degli interpreti più interessanti del panorama cinematografico italiano. Si è infatti distinto per aver partecipato ad alcuni celebri film, resi memorabili anche dalla sua presenza. Carpentieri è infatti capace come pochi di dar voce a personaggi tra lo differenti, ma tutti profondamente umani.

Ecco 10 cose che non sai di Renato Carpentieri.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Renato Carpentieri La tenerezza

Renato Carpentieri: i suoi film e i programmi televisivi

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Carpentieri debutta al cinema nel 1990 con il film Porte aperte, con cui ottiene subito una buona notorietà. Successivamente recita in Il ladro di bambini (1992), Puerto Escondido (1992), con Claudio Bisio, Morte di un matematico napoletano (1992), con Toni Servillo, Caro diario (1993), Fiorile (1993), Fortapàsc (2009), Noi credevamo (2010), Corpo celeste (2011), La scoperta dell’alba (2013), Il giovane favoloso (2014), con Elio Germano, La stoffa dei sogni (2016), con Sergio Rubini, e La tenerezza (2017), con Giovanna Mezzogiorno, grazie al quale ottiene lodi da parte della critica. Recentemente ha invece recitato in Una storia senza nome (2018), con Micaela Ramazzotti, Ride (2018), di Valerio Mastandrea, La paranza dei bambini (2019), Momenti di trascurabile felicità (2019), con Pif, e Hammamet (2020), con Pierfrancesco Favino.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo in serie come Il fascino dell’insolito (1982), Don Matteo (2002), La squadra (2005-2007), La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa (2007), con Sarah Felberbaum, e Solo (2016). Ha inoltre recitato nei film televisivi A che punto è la notte (1994), La casa bruciata (1998), La voce del sangue (1999), Piccolo mondo antico (2001) e Il Sindaco pescatore (2016), con Sergio Castellitto.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel 2018 l’attore vince il premio come miglior attore protagonista per il film La tenerezza. Per Carpentieri si tratta della prima volta, essendo stato soltanto nominato nel 1993 per Fiorile. Per lo stesso film ha inoltre vinto il Nastro d’argento e il Ciak d’oro.

Renato Carpentieri: chi è sua moglie

7. È molto riservato. Spesso gli attori non gradiscono che la propria vita privata finisca sotto i riflettori, e Carpentieri è uno di questi. L’attore ha infatti sempre tenuto particolarmente riservata la propria vita fuori dal set, non amando la mondanità. Per questo ha inoltre sempre tenuto riservata l’identità della moglie nonché della propria vita sentimentale.

Renato Carpentieri è anche doppiatore

6. Ha partecipato al doppiaggio di alcuni film. In un paio di occasioni Carpentieri si è cimentato anche nel doppiaggio, prestando prima la propria voce al personaggio di Luciano Cometa nel film d’animazione L’arte della felicità (2013), mentre nel 2017 doppia il personaggio del Commissario nel film Gatta Cenerentola.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Renato Carpentieri Hammamet

Renato Carpentieri in Hammamet

5. Non si sa chi sia il suo personaggio. In Hammamet, film incentrato sulla figura di Bettino Craxi, Carpentieri ricopre un ruolo indicato semplicemente come “il politico”. In molti si sono interrogati circa quale politico sia stato la fonte d’ispirazione, ma nessuna notizia è stata data in merito né dall’interprete né dal regista. È probabile dunque che si tratti di un personaggio che raccoglie in sé le caratteristiche della politica dell’epoca.

Renato Carpentieri in La tenerezza

4. Attendeva questo film da molto tempo. Carpentieri ha più volte collaborato nell’arco della sua carriera con il regista Gianni Amelio, ma mai con un ruolo da protagonista. Durante alcune interviste ha infatti affermato di aver desiderato per molto di poter fare un film da protagonista con l’amico regista, dicendosi entusiasta di aver potuto infine realizzare tale desiderio.

3. Si è affidato completamente al regista. Per via del legame che unisce Carpentieri ad Amelio, l’attore ha affermato di essersi completamente affidato alle sue indicazioni e le sue riflessioni sul personaggio protagonista, certo che seguendole avrebbe potuto dar vita al personaggio richiesto e allo stesso tempo dar vita ad un’ottima performance attoriale.

Renato Carpentieri a teatro

2. Ha lavorato molto in teatro. Prima di diventare una attore cinematografico, Carpentieri ha costruito una solida fama in ambito teatrale. Nel corso degli anni ha infatti fondato una compagnia chiamata Teatro dei Mutamenti, mentre tra le sue regie si annoverano Maestri cercando (1977), Il nipote di Rameau (1978), Storie di Ferdinando Galiani (1981), Negli spazi oltre la luna – Stramberie di Gustavo Modena (1983) e L’intervista (2017).

Renato Carpentieri: età e altezza

1. Renato Carpentieri è nato a Savignano Irpino, in Campania, il 2 aprile 1943. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Ed Harris: 10 cose che non sai sull’attore

Ed Harris: 10 cose che non sai sull’attore

L’attor Ed Harris è uno dei più popolari interpreti dagli anni Ottanta ad oggi. Distintosi attraverso i generi, e con ruoli sempre diversi, Harris ha portato al cinema esseri umani fragili, talvolta spietati, ma sempre alla ricerca di una propria affermazione. Apprezzato e premiato dalla critica, a lui si devono alcuni dei ruoli più celebri degli ultimi decenni. Ecco 10 cose che non sai di Ed Harris.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ed Harris moglie

Ed Harris: i suoi film e le serie televisive

10. Ha recitato in un celebre lungometraggio. L’attore esordisce al cinema con una piccola parte in Coma profondo (1978), ma diventa celebre grazie a Knightriders – I cavalieri (1980). Negli anni seguenti accrescerà la propria fama recitando in film come Le stagioni del cuore (1984), The Abyss (1989), Il socio (1993), Apollo 13 (1995), con Tom Hanks, The Rock (1996), The Truman Show (1998), con Jim Carrey, Pollock (2000), A Beautiful Mind (2001), The Hours (2002), A History of Violence (2005), con William Hurt, Gone Baby Gone (2007), di Ben Affleck e con Casey Affleck, Appaloosa (2008),  The Way Back (2010), Snowpiercer (2013), di Bong Joon-Ho, Run All Night (2015), L’eccezione alla regola (2016), Madre! (2017), con Jennifer Lawrence e Michelle Pfeiffer, Geostorm (2017), Era mio figlio (2020) e Top Gun: Maverick (2020), con Tom Cruise.

9. Ha diretto dei film. Nel corso della sua carriera Harris ha compiuto anche il passaggio dietro la macchina da presa, firmando la regia di due film. Il primo è il biografico Pollock, incentrato sulla vita del celebre pittore dell’action painting. Il secondo, arrivato a distanza di otto anni, è il western Appaloosa, dove recita al fianco di attori come Viggo Mortensen, Renée Zellweger e Jeremy Irons.

8. Ha recitato in una nota serie televisiva. A partire dal 2016 Harris ricopre il ruolo di William, detto “Uomo in Nero”, all’interno della serie Westworld – Dove tutto è concesso. Qui recita accanto ad attori come Evan Rachel Wood e Jeffrey Wright. Il suo personaggio si è distinto per il mistero che lo avvolge, nonché per il suo carattere sadico.

Ed Harris: la sua vita privata

7. È sposato. Durante le riprese del film Le stagioni del cuore, Harris conosce l’attrice Amy Madigan, nota anche per il suo ruolo nel film Due volte nella vita (1985). I due si sposano nel 1983, e dalla loro unione nasce, nel 1993, l’unico figlio della coppia. I due coniugi hanno poi lavorato insieme altre volte, recitando nei film Pollock, Gone Baby Gone, L’eccezione alla regola e Era mio figlio.

Ed Harris in Top Gun

6. Ha un ruolo nel film. Nel 2020 l’attore tornerà al cinema recitando in Top Gun: Maverik, sequel del noto film del 1986. Harris reciterà al fianco di attori come Tom Cruise, Miles Teller, Val Kimer, Jennifer Connelly e Jon Hamm. Ad oggi ancora non si sa nulla del personaggio interpretato dall’attore, tenuto volutamente misterioso dalla produzione.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ed Harris Pollock

Ed Harris in Pollock

5. Desiderava realizzare il film da molto tempo. Harris nutre da sempre una grande passione per il pittore Jackson Pollock, e il film era da tempo tra i suoi progetti più voluti. Per realizzarlo, decise di debuttare alla regia, cercando di mostrare tutti i risvolti del processo creativo messo in atto dal pittore.

4. Ha dipinto realmente. Per poter risultare più realistico e comprendere meglio la tecnica artistica del pittore, Harris ha realmente dipinto i quadri visti nel film, cercando di simulare quanto più possibile la tecnica dell’action painting di cui Pollock è il massimo esponente. Per farlo, l’attore si è avvalso della presenza di alcuni esperti di storia dell’arte, il quale lo hanno aiutato a progettare i dipinti da dover realizzare.

3. È stato nominato all’Oscar. Il film è stato uno dei biopic sull’arte più apprezzati dalla critica. Questo successo ha permesso ad Harris di arrivare ad ottenere una nomination come miglior attore ai prestigiosi premi Oscar nel 2001. La sua performance è infatti stata particolarmente lodata, anche per via dell’impressionante somiglianza fisica tra l’attore e il pittore.

Ed Harris e RoboCop

2. Non ha interpretato il celebre poliziotto robot. Per diversi anni l’attore è stato erroneamente considerato il protagonista del film RoboCop, del 1987. Harris presenta infatti una notevole somiglianza con il volto del personaggio mostrato nel film, ma l’attore che in realtà ricopriva il ruolo era Peter Weller, ed Harris non ha avuto alcun coinvolgimento nel progetto.

Ed Harris: età e altezza

1. Ed Harris è nato a Tenafly, New Jersey, Stati Uniti, il 28 novembre 1950. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Shane Black: 10 cose che non sai sul regista e sceneggiatore

Shane Black: 10 cose che non sai sul regista e sceneggiatore

Shane Black ha raggiunto la notorietà negli anni Ottanta e Novanta scrivendo le sceneggiature di alcuni dei film d’azione di maggior successo. In breve, Black è diventato lo scrittore più pagato di Hollywood. La sua passione per il cinema lo ha però spinto a ricoprire anche altri ambiti, come la regia e la recitazione. Negli ultimi anni si è nuovamente distinto per aver diretto film particolarmente popolari. Ecco 10 cose che non sai di Shane Black.

Parte delle cose che non sai sul regista e sceneggiatore

Shane Black Iron Man 3

Shane Black: i suoi film

10. Ha scritto celebri film d’azione. La prima sceneggiatura firmata da Black è quella di Arma letale (1987), con Mel Gibson. Il film si rivela un grande successo, facendo di Black una figura particolarmente richiesta ad Hollywood. Negli anni seguenti scrive così le pellicole Scuola di mostri (1987), Arma letale 2 (1989), L’ultimo boy scout (1991), con Bruce Willis, Last Action Hero (1993), con Arnold Schwarzenegger, Spy (1996), Kiss Kiss Bang Bang (2005), Iron Man 3 (2013), con Robert Downey Jr. e Guy Pierce, The Nice Guys (2016), con Russell Crowe e Ryan Gosling, e The Predator (2018), con Jacob Tremblay.

9. È anche regista. Dopo un periodo di inattività, Black torna al cinema firmando la regia del film Kiss Kiss Bang Bang, il suo esordio dietro la macchina da presa. Successivamente viene chiamato a dirigere anche Iron Man 3, terzo capitolo della trilogia dedicata al supereroe Marvel. Il film si rivela uno dei più grandi incassi della storia. È in seguito il regista del buddy movie The Nice Guys, mentre più di recente ha riportato al cinema il celebre alieno protagonista di The Predator.

8. Ha lavorato anche come attore. Nel corso della sua carriera Black si fatto notare canche come interprete, con un’attività limitata però ai soli anni Ottanta e Novanta. Ha infatti recitato inizialmente nel film Dimensione terrore (1986), e in seguito in Predator (1987), Sbirri oltre la vita (1988), Caccia a Ottobre Rosso (1990), con Alec Baldwin. Prende poi a parte a RoboCop 3 (1993), Qualcosa è cambiato (1997), con Jack Nicholson, ed ha un breve cameo in Hollywood brucia (1998).

Shane Black è su Instagram e Twitter

7. Ha un account personale. Black è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 10,1 mila persone. All’interno di questo il regista e sceneggiatore è solito condividere fotografie scattate sui set dei film da lui diretti, ma non mancano anche diverse immagini promozionali dei suoi progetti. Particolarmente presenti e ricorrenti, infine, sono anche le foto che Black dedica al suo amato cane.

6. È presente anche su Twitter. Il regista si è dimostrato ben più attivo su Twitter, dove possiede un totale di 31,3 mila follower. Sul suo profilo si possono trovare suoi tweet riguardanti i suoi progetti cinematografici, ma non mancano anche suoi pensieri su questioni di attualità o curiosità da lui ricondivise.

Parte delle cose che non sai sul regista e sceneggiatore

Shane Black Predator

Shane Black in Predator

5. È il primo personaggio a morire. Nel 1987 l’attore viene chiamato a recitare nel ruolo di Hawkins nel film Predator. All’epoca egli era divenuto celebre come sceneggiatore, e i produttori volevano che Black aiutasse anche nella riscrittura del film. Questi tuttavia si rifiutò, affermando di essere stato ingaggiato come attore e non altro. Per punizione, il suo personaggio venne fatto morire dopo solo sette minuti dall’inizio del film.

4. Ha infine scritto e diretto il nuovo film della saga. Per una strana ironia della sorte, circa venti anni dopo Black avrebbe effettivamente scritto il nuovo film dedicato al pericolo predatore. Inizialmente il progetto doveva essere un reboot del film originale, ma Black si impose per poter realizzare invece un sequel, poiché desiderava continuare ad esplorare la mitologia dell’alieno.

Shane Black dirige Iron Man 3

3. Ha lavorato a lungo sul personaggio del Mandarino. Chiamato a dirigere il terzo film della trilogia di Iron Man, Black affermò di non essere sicuro di voler inserire il personaggio del Mandarino all’interno del film, per via degli stereotipi incarnati. Convintosi, decise però di fare del personaggio la summa di tutte le paure globali legate al tema del terrorismo. Il produttore Kevin Feige affermò che si trattava di un’idea rischiosa, ma decise di permettere a Black di proseguire con la sua idea.

Shane Black e il Natale

2. È ossessionato dal periodo natalizio. Chi avrà visto alcuni dei film diretti o sceneggiati da Black, si sarà accorto di un elemento ricorrente: il periodo natalizio. Interrogato a riguardo, il regista ha affermato che prima di tutto tale colorato periodo gli permette di inserire uno sfondo festoso a storie che non lo sono particolarmente. In secondo luogo rappresenta per lui come un momento di pausa dalla vita quotidiana in cui i personaggi hanno la possibilità di fare i conti con quanto accaduto fino a quel momento.

Shane Black: età e altezza

1. Shane Black è nato a Pittsburgh, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 16 dicembre 1961. Il regista e sceneggiatore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Ben Kingsley: 10 cose che non sai sull’attore

Ben Kingsley: 10 cose che non sai sull’attore

Con una lunga carriera alle spalle, l’attore Ben Kingsley è oggi uno dei più apprezzati interpreti della sua generazione. Divenuto celebre grazie al suo film di debutto, egli si è distinto negli anni per aver partecipato ad alcuni celebri lungometraggi, arrivando a conquistare il favore del pubblico e della critica. Ecco 10 cose che non sai di Ben Kingsley.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ben Kingsley Oliver Twist

Ben Kingsley: i film in cui ha recitato

10. Ha preso parte a celebri lungometraggi. L’attore esordisce al cinema nel 1982 con il film Gandhi, che gli permette di raggiungere da subito una grande popolarità. Successivamente recita in celebri film come Harem (1985), Bugsy (1990), Schindler’s List (1993), con Liam Neeson e Ralph Fiennes, La dodicesima notte (1996), Sexy Beast (2000), La casa di nebbia e sabbia (2003), Oliver Twist (2005), Slevin – Patto criminale (2006), con Bruce Willis, Shutter Island (2010), con Leonardo DiCaprio, Prince of Persia – Le sabbie del tempo (2010), Hugo Cabret (2011), Il dittatore (2012), con Sacha Baron Cohen, Iron Man 3 (2013), Ender’s Game (2013), Self/less (2015), Autobahn – Fuori controllo (2016), e Giochi di potere (2018).

9. Si è distinto come doppiatore. Kingsley ricopre per la prima volta il ruolo di doppiatore nel momento in cui si presta come voce narrante del film A.I. – Intelligenza artificiale. È poi noto per aver doppiato il personaggio di Snatcher nel film d’animazione Boxtrolls – Le scatole magiche (2014), mentre in Dragonheart 3 – La maledizione dello stregone (2015) è la voce del Drago, e più di recente ha doppiato la pantera Bagheera in Il libro della giungla (2016), diretto da Jon Favreau.

8. Ha vinto un premio Oscar. Kingsley è uno dei pochi interpreti ad aver vinto un premio Oscar come miglior attore per il suo film di debutto. Ricevette infatti la statuetta nel 1983 per Gandhi. Venne poi nominato nel 1991 come miglior attore non protagonista per Bugsy, e nel 2002 di nuovo nella stessa categoria per Sexy Beast. La sua ultima candidatura risale al 2004, nella categoria di miglior attore per La casa di nebbia e sabbia.

Ben Kingsley: quanti figli ha l’attore

7. Ha avuto più figli da diversi matrimoni. Kingsley diventa padre per la prima volta grazie al matrimonio avuto tra il 1966 e il 1972 con l’attrice televisiva Angela Morant, da cui ebbe due figli. Successivamente diventa di nuovo padre durante il matrimonio con la regista teatrale Alison Sutcliffe, con il quale è stato sposato dal 1978 al 1992, dando vita ad altri due figli.

Ben Kingsley in Oliver Twist

6. È rimasto sempre nel personaggio. Nel film Oliver Twist, l’attore ricopre il ruolo di Fagin, il padrone del gruppo di orfani ridottisi al vivere di piccoli furti. Per far si che i giovani attori non si distraessero, Kingsley decise di rimanere nel personaggio anche al di fuori delle riprese, con tutti i suoi manierismi e il suo strano modo di muoversi e parlare. Ciò aiutò i giovani protagonisti a sentirsi continuamente all’interno della storia del film.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ben Kingsley Gandhi

Ben Kingsley in Gandhi

5. Dimostrava un’impressionante somiglianza con Gandhi. Quello di Kingsley nel ruolo di Gandhi è da sempre indicato come una delle maggiori somiglianze tra attore e personalità storica da lui interpretata. Kingsley ricordava infatti così tanto il celebre attivista da aver impressionato molti nativi indiani, il quale pensavano si trattasse del fantasma del vero Gandhi.

4. Ha studiato molto per il ruolo. Per prepararsi ad interpretare Gandhi, l’attore ha speso molto tempo ad osservare vecchi filmati su di lui, per poterne imitare le movenze. Inoltre per diverse settimane ha praticato yoga e seguito una ferrea dieta che lo ha portato a perdere diverso peso, arrivando così ad una maggior somiglianza fisica con il noto attivista.

Ben Kingsley in Iron Man

3. Si credeva fosse il vero villain. Per il capitolo conclusivo della trilogia dedicata ad Iron Man, l’attore fu ingaggiato per ricoprire il ruolo del Mandarino, celebre villain del supereroe. Dalle foto diffuse, che lo vedevano vestito e acconciato come un terrorista, si pensò dunque che fosse Kingsley a ricoprire il ruolo. Al momento dell’uscita del film, invece, ci si accorse che si trattava di un tranello, e il vero villain era interpretato da un altro attore.

Ben Kingsley in Shutter Island

2. Ha recitato nel film di Martin Scorsese. Nel thriller psicologico Shutter Island, l’attore ricopre il ruolo di John Cawley, il primario dell’ospedale da cui sembra essere fuggito uno dei pazienti. Egli si rivelerà fondamentale nell’aiutare i due protagonisti in tale ricerca, conducendoli nei luoghi più oscuri dell’isola e dei suoi abitanti.

Ben Kingsley: età e altezza

1. Ben Kingsley è nato a Scarborough, Inghilterra, il 31 dicembre del 1943. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Star Wars: la commovente lettera di addio di Mark Hamill

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Mark Hamill ha condiviso via Twitter la sua commovente lettera di addio alla saga di Star Wars che sarà inclusa nell’esclusivo box set home video della “Saga degli Skywalker“, contenente tutti gli episodi delle tre iconiche trilogie cinematografiche. Indipendentemente dalle critiche, L’Ascesa di Skywalker ha segnato la fine di un’era per la celebre saga.

La storia di Luke Skywalker è giunta al termine, con il destino degli Jedi affidato alle sorti di Rey. Al di là di ciò che la saga di Star Wars ci riserverà sul grande schermo, l’arco narrativo di Luke e la sua ascesa da umile contadino a eroe della rivoluzione e simbolo di speranza per una Galassia divisa, ha inevitabilmente raggiunto la sua naturale conclusione.

Per celebrare la fine della storia di Star Wars così come la conosciamo, la Disney ha deciso di rilasciare “The Skywalker Saga“, un enorme box set composto da tutti e nove i film della saga principale, in un’unica edizione speciale. Oltre ad una serie di contenuti extra ed immagini 4K all’avanguardia, l’enorme box set include anche il tocco personalissimo di uno degli interpreti più amati del franchise, ossia Mark Hamill.

Ogni copia del box set “The Skywalker Saga” conterrà una lettera scritta dall’iconico interprete di Luke Skywalker e indirizzata ai fan. Nel breve messaggio, che l’attore ha condiviso anche via Twitter, Hamill ha omaggiato Carrie Fisher e George Lucas, riportando così i fan ai primissimi tempi della saga di Star Wars. All’epoca, Hamill, la Fisher e Harrison Ford si preparavano a diventare i protagonisti di un’avventura che – di lì a pochi anni – sarebbe diventata la più grande mai raccontata al cinema.

Potete vedere la lettera originale di seguito:

Photo: Twitter/@HamillHimself

LEGGI ANCHE – Star Wars: ecco come guardare tutti i film e le serie in ordine cronologico

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam DriverDaisy RidleyJohn Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

CORRELATE: 

Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Fonte: Screen Rant

Anthony e Joe Russo (Fratelli Russo): 10 cose che non sai sui registi e produttori

I fratelli Anthony e Joe Russo (Fratelli Russo) sono oggi particolarmente popolari per il loro coinvolgimento all’interno del Marvel Cinematic Universe. Ben prima di questo, però, si sono distinti per aver diretto, e ancor di più prodotto, noti titoli per il cinema e la televisione. Ad oggi, forti del loro successo, sono considerati registi di punta all’interno del panorama cinematografico statunitense. Ecco 10 cose che non sai di Anthony e Joe Russo (Fratelli Russo).

Anthony e Joe Russo patrimonio

Anthony e Joe Russo: i loro film

10. Sono noti per alcuni lungometraggi Marvel I due fratelli esordiscono alla regia nel 1997 con il piccolo Pieces. Ottengono maggiore notorietà grazie a Welcome to Collinwood (2002), con Sam Rockwell nel cast. Successivamente dirigono la commedia Tu, io e Dupree (2006), con Owen Wilson. La vera notorietà arriva però con il loro coinvolgimento nell’MCU, ottenendo la regia dei film Captain America: The Winter Soldier (2014) e Captain America: Civil War (2016), con Chris Evans, e in seguito di Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019), con attori come Robert Downey Jr., Scarlett Johansson e Josh Brolin.

9. Sono degli affermati produttori. Più che come registi, i due fratelli sono particolarmente attivi nell’ambito della produzione. Negli anni hanno infatti ricoperto tale ruolo per serie TV come Lax (2004-2005), Happy Endings (2011-2012), Community (2009-2014) e Animal Practice (2012). Di recente sono invece stati i produttori dei film City of Crime (2019), con Chadwick Boseman, Extraction (2020), con Chris Hemsworth, e Cherry (2020), con Tom Holland.

8. Hanno diretto anche serie televisive. I Russo spaziano senza problemi dal cinema alla televisione, affrontando sempre generi diversi. Per il piccolo schermo sono noti principalmente per aver diretto numerosi episodi delle serie Arrested Development (2003-2005) e Community (2009-2012), come anche Happy Endings (2011-2012) e Up all Night (2011-2012).

Anthony e Joe Russo sono su Instagram

7. Hanno un profilo condiviso. I due registi e produttori sono entrambi presenti sul social network Instagram, dove vantano un totale di 2,8 milioni di follower. Qui i due sono soliti condividere immagini promozionali dei loro progetti, sia che essi li vedano in qualità di registi che di produttori. Non mancano poi numerose foto scattate sui set a cui hanno lavorato, tra cui quelli Marvel.

Anthony e Joe Russo: il loro patrimonio

6. Sono registi particolarmente ricchi. Negli ultimi anni i due fratelli hanno diretto quelli che si sono affermati come film campioni d’incasso nella storia del cinema. Per questo, e per i numerosi altri lavori svolti, i due vantano un patrimonio di circa 10 milioni di dolllari ciascuno. Tali cifre sono destinate ad aumentare, dati i numerosi progetti in programma per i due.

Anthony e Joe Russo Avengers

Anthony e Joe Russo hanno origini italiane

5. I loro genitori sono originari del Bel Paese. I fratelli Russo sono nati e cresciuti nel quartiere italiano di Cleveland, e come il loro cognome suggerisce presentano profonde radici con l’Italia. Entrambi i genitori sono infatti originari della penisola, con il padre nato a Longi, in provincia di Messina, e la madre a Pescara, in Abruzzo.

Anthony e Joe Russo dirigono gli Avengers

4. Hanno diretto il film con il maggior incasso della storia. Con il film Avengers: Endgame i due registi entrano nell’olimpo del box office. Il loro film arriva infatti a guadagnare un miliardo di dollari dopo soli 5 giorni di programmazione, e il 21 luglio 2019 viene confermato come il maggior incasso nella storia del cinema, con un guadagno complessivo di 2.797.800.564 miliardi di dollari.

3. Hanno insistito per avere Spider-Man. I fratelli Russo hanno più volte affermato di essere grandi fan del personaggio di Spider-Man, a tal punto da chiedere a Kevin Feige di tentare di ottenere i permessi per poterlo inserire nei loro film. Dopo alcune contrattazioni con la Sony, detentrice dei diritti, il celebre uomo ragno ha potuto fare il suo ingresso nell’MCU grazie all’insistenza dei Russo.

2. Hanno deciso di inserire una frase diventata celebre. Durante una conversazione informale con l’attore Downey Jr., questi raccontò ai Russo di come una volta suo figlio gli disse “ti amo 3000”. Ai due registi la frase piacque così tanto che decisero di inserirla nel film, e proprio quell’espressione avrebbe poi ottenuto una grande successo tra il pubblico.

Anthony e Joe Russo: l’età dei due registi

1. I fratelli Anthony e Joe Russo sono nati entrambi a Cleveland, in Ohio, Stati Uniti, rispettivamente il 3 febbraio 1970 e l’8 luglio 1971.

Fonti: IMDb; IMDb

Quentin Tarantino parla del suo film su Luke Cage mai realizzato

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In una nuova intervista, Quentin Tarantino ha spiegato perché il suo film dedicato a Luke Cage non ha mai visto la luce. Negli ultimi anni, il personaggio dei fumetti Marvel creato Roy Thomas, George Tuska, Archie Goodwin e John Romita Sr. è balzato all’attenzione del pubblico mainstream grazie all’omonima serie targata Netflix.

La fama del personaggio a livello mondiale, però, sarebbe potuta esplodere già nel corso degli anni ’90 proprio grazie a Tarantino, che in seguito al successo de Le Iene e Pulp Fiction aveva pensato di dirigere un film basato proprio sul supereroe mercenario.

Adesso, in una recente intervista in occasione del podcast di Amy Schumer (via Screen Rant), il regista ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a non realizzare più un film basato su “Luke Cage: Hero for Hire“, serie a fumetti del 1972 che segnò il debutto del personaggio.

Come spiegato da Tarantino, non si trattò all’epoca di problemi con la Marvel, né di problemi di produzione, ma bensì di una mera questione legata al casting: gli amici appassionati di fumetti del regista, infatti, continuavano a dirgli che il protagonista sarebbe dovuto essere Wesley Snipes – attore molto in voga negli anni ’90 -, mentre Tarantino voleva affidare la parte a Laurence Fishburne:

“Tutti i miei amici continuavano a dirmi: ‘No, no, no, amico. Deve essere Wesley Snipers’. E io dicevo ogni volta: ‘Sentite, a me piace Wesley Snipes, ma voglio dire… Laurence Fishburne è praticamente Marlon Brando. Penso che ‘Fish’ sia la persona giusta’.”

Tarantino ha rivelato che la sua idea di un film dedicato a Luke Cage è nata tra la fine della post-produzione de Le Iene e l’inizio della produzione di Pulp Fiction. All’epoca, Wesley Snipes era certamente più popolare di Laurence Fishburne, nonostante quest’ultimo avesse già recitato in film molto acclamati come Il colore viola e Boyz n the hood. Tarantino ha ammesso di aver pensato a Fishburne per il ruolo di Luke Cage dopo averlo visto recitare in King of New York di Abel Ferrara del 1990.

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Black Widow rivelerà le gesta di Nat che non abbiamo visto sullo schermo

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Lo scorso weekend la Disney ha finalmente annunciato la nuova data di uscita di Black Widow, che dal 1° maggio è stato ufficialmente posticipato al prossimo 6 novembre. Sappiamo che il film con Scarlett Johansson sarà ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e quelli di Avengers: Infinity War: adesso, sappiamo anche che il cinecomic rivelerà cosa ha fatto Natasha quando non l’abbiamo vista negli altri film del MCU.

Nell’ultimo speciale di Total Film (via Screen Rant) dedicato al film, Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios, ha anticipato nuovi dettagli a proposito dell’affascinante backstory di Natasha che verrà raccontata nel film, spiegando che “la storia di Natasha è stata soltanto accennata negli altri film. Ci siamo approcciati ad essa in un modo completamente inaspettato. Natasha ha sempre fatto tanto, anche quando non l’abbiamo vista negli altri film del MCU, e molte di queste cose lasceranno davvero sorpreso il pubblico.”

Dalle parole di Feige sembra quindi che il film permetterà ai fan di scoprire le gesta eroiche di Natasha al di là delle avventure che hanno avuto luogo tra gli eventi di Civil War e Infinity War.

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

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Avengers: Endgame, la bellissima cover Mondo del vinile della colonna sonora

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Mondo ha appena rilasciato la nuova cover del vinile della colonna sonora di Avengers: Endgame e si tratta di un disegno dal gusto pittorico che rappresenta un grande omaggio a Captain America.

Il film è stato diretto da Joe e Anthony Russo con la sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely. Il film ha concluso l’arco narrativo di una storia durata 22 film del MCU che è iniziato nel 2008 con Iron Man.

Incaricandosi di svolgere la sua ultima missione dopo la sconfitta di Thanos (Josh Brolin) e il sacrificio di Iron Man (Robert Downey Jr.), Captain America (Chris Evans) torna indietro nel tempo per restituire tutte e sei le Gemme dell’Infinito usate nel corso della storia, proprio come Smart Hulk (Mark Ruffalo) promette all’Antico (Tilda Swinton).

Ritorna quindi nel 2023, consegnando a Sam Wilson (Anthony Mackie) il suo scudo e passandogli effettivamente le responsabilità e il titolo di Captain America. Lì, i fan hanno appreso che dopo aver completato la sua missione, Steve si è riunito con Peggy (Hayley Atwell) e ha vissuto una vita piena con lei. Il momento che svela questa celta, insolita per il personaggio di Cap, è una delle scene più memorabili di Endgame ed è ora immortalata nel magnifico Mondo Poster che fa da copertina al vinile.

Eccolo di seguito:

La colonna sonora di Endgame è stata distribuita in digitale lo stesso giorno in cui il film è uscito nelle sale il 26 aprile 2019, a questa uscita ha fatto seguito la distribuzione “fisica” il 24 maggio. Composta da Alan Silvestri, contiene 35 brani. Silvestri è l’uomo dietro l’ormai iconico tema dei Vendicatori, che ha debuttato per la prima volta nel film The Avengers del 2012 diretto da Joss Whedon.

Fu sostituito da Brian Tyler e Danny Elfman per Avengers: Age of Ultron, ma alla fine tornò a lavorare su Avengers: Infinity War e il suo sequel. Non sappiamo se il prossimo vinile di Mondo conterrà tutte e 35 le composizioni di Silvestri o solo i 23 brani selezionati dall’uscita fisica.

Il Buco: la recensione del nuovo film Netflix

Il Buco: la recensione del nuovo film Netflix

Un libro ed un coltello, sono questi i due oggetti che meglio descrivono Il Buco, nuovo film Netflix che segna l’esordio alla regia dello spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia. Due oggetti che si pongono in contrapposizione per il loro valore metaforico, e che possono essere facilmente utilizzati per riassumere le due forze che si danno battaglia all’interno di un discorso sulla lotta di classe qui particolarmente esplicito. Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, la pellicola spagnola si è infatti distinta per il suo intreccio tra fantascienza distopica e horror, ed è ora disponibile al pubblico sulla celebre piattaforma streaming.

Protagonista del film è un uomo di nome Goreng (Iván Massagué), il quale si risveglia in quello che viene chiamato il buco. Questo edificio, che si estende in verticale, è composto di innumerevoli livelli, i quali presentano un foro rettangolare al centro. Da qui, una volta al giorno, passa una piattaforma che si rivela essere una tavola imbandita. Il meccanismo è semplice: chi sta più in alto ha la possibilità di sfamarsi, chi si trova ai livelli inferiori finirà invece con l’avere da mangiare solamente gli scarti.

Il Buco: la legge del coltello e la sapienza del libro

All’interno del film non esiste altra ambientazione se non quella rinominata il buco. Questo non è altro se non una prigione infernale, dove i detenuti possono portare con sé un solo oggetto di propria scelta. Per Goreng, il protagonista, si tratta del romanzo Don Chisciotte de la Mancia, per il suo compagno di livello, il viscido Trimagasi, è invece un affilatissimo coltello. Nella loro scelta si ritrova così da subito la lotta tra la forza bruta e l’intelletto, in una dialettica che si articolerà per l’intera narrazione. Compreso infatti il meccanismo che porta chi sta sopra a vivere a discapito di chi sta sotto, il protagonista cercherà di usare il cervello per cambiare quell’ordine innaturale delle cose, ottenendo tuttavia scarso successo.

Si parla di lotta di classe, dunque, e l’esordiente regista e sceneggiatore spagnolo sceglie di farlo attraverso un ambiente probabilmente fin troppo esplicito a riguardo, ma che viene arricchito da quei dettagli che rendono la visione più interessante di tante altre opere a riguardo. Questo perché all’interno di un film che fa della metafora il proprio strumento di comunicazione prediletto, Gatzelu-Urrutia costruisce una serie di indizi, riferimenti e chiavi di lettura che stimolano lo spettatore, introducendolo in una serie di perversi meccanismi dai quali è difficile uscire.

Se Il Buco è in modo anche ovvio una gigantesca rappresentazione dell’inferno dantesco, con i suoi gironi e personaggi raccapriccianti, ciò che emerge realmente è l’utilizzo di un genere popolare per trattare un tema sociale oggi particolarmente presente al cinema. Difficile non pensare all’ormai iconico Parasite, di Bong Joon-Ho, mentre in questa variante spagnola del tema si ritrova un occhio meno imparziale e più pronto al giudizio di quanti fanno prevalere la propria individualità a discapito dei meno fortunati.

Il buco film

Il Buco: la recensione del film

Il nuovo film Netflix si inserisce all’interno di un catalogo dove distopia e tematiche sociali non mancano di certo, e sembrano anzi essere particolarmente sostenute dall’azienda di streaming. Ciò che, al di là dei diversi riferimenti biblici, letterari o sociali, appare interessante all’interno della pellicola è l’abilità dell’autore nell’affermare la propria regia. Pur trovandosi all’interno di un unico, minimale ambiente, risulta infatti difficile avvertire una sensazione di stanchezza nel corso della visione.

Gatzelu-Urrutia è attento a costruire una grande varietà nelle inquadrature, permettendo così allo spettatore di non assistere a qualcosa di troppo ripetitivo, ma al contrario catturandone l’attenzione con una messa in scena stimolante, dove non manca una generale claustrofobia, essenziale per sostenere il tono orrorifico che il film assume con il procedere della narrazione.

Con Il Buco, lo spettatore ha sul piatto molto di cui poter riflettere, con la pellicola che non manca di arrivare a proporre una propria interpretazione del problema e delle sue possibili soluzioni. E se in parte a penalizzare il film può essere la costruzione visiva della metafora trattata, che rischia di essere didascalica per il tema, è nella costruzione della messa in scena che si possono fortunatamente ritrovare le idee più brillanti, che conferiscono un carattere unico all’intero lungometraggio.

Black Panther: un Killmonger fedele ai fumetti nei nuovi concept

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Black Panther: un Killmonger fedele ai fumetti nei nuovi concept

I nuovi concept art di Black Panther mostrano dei bozzetti non utilizzati per il costume di Erik Killmonger, interpretato da Michael B. Jordan.

Black Panther / T’Challa (con il volto di Chadwick Boseman) è stato presentato nel MCU in Captain America: Civil War, nel 2016, e due anni dopo ha avuto il suo film da protagonista. Black Panther è stato un enorme successo per la Marvel, incassando oltre $ 1,3 miliardi in tutto il mondo e diventando il primo film basato su un personaggi dei fumetti ad essere nominato agli Oscar nella categoria miglior film.

La storia segue le peripezie di T’Challa all’indomani di Civil War e della morte del re, suo padre, nel momento in cui si trova lui a dover gestire il regno e ad imparare ad essere re.  Lo scorso anno è stato annunciato ufficialmente un sequel previsto per maggio 2022, che riporterà Boseman nei panni del protagonista e alla regia di nuovo Ryan Coogler.

Uno dei punti più alti di Black Panther è stato senza dubbio la rappresentazione del villain, Killmonger. Jordan è stato ampiamente elogiato per la sua interpretazione e Killmonger è diventato istantaneamente uno dei migliori cattivi dell’MCU.

Questo perché questo villain in particolare ha delle motivazioni comprensibili a tutti e con lui si può entrare in relazione. Alla fine, Killmonger muore dopo uno scontro con T’Challa, e sebbene T’Challa si sia offerto di salvarlo, lui rifiuta il suo aiuto per irmanere fedele ai suoi ideali. Molti sperano che Killmonger tornerà in qualche modo in Black Panther 2, anche se nulla è stato confermato. Tuttavia, Jordan riprenderà il ruolo nella serie animata Disney+ What If …? che ci mostrerà un futuro alternativo per il personaggio.

Il concept artist in forze alla Marvel, Rodney Fuentebella, ha condiviso due progetti inutilizzati per Killmonger su Instagram. Il primo mostra una versione accurata rispetto ai fumetti della maschera e il secondo un costume tattico di Killmonger che Fuentebella ha descritto come un “look mimetico avanzato”.

Sebbene non siano del tutto uguali al suo outfit su carta, i due disegni presentano alcune somiglianze con l’originale. Eccoli di seguito:

Ant-Man 3: la Marvel assume lo sceneggiatore di Rick e Morty

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Ant-Man 3: la Marvel assume lo sceneggiatore di Rick e Morty

La Marvel ha assunto Jeff Loveness per lavorare alla sceneggiatura di Ant-Man 3, a riferirlo è  THR. Secondo il report, lo sceneggiatore della serie del blocco Adult Swim, Rick e Morty, affiancherà Paul Rudd nella stesura del copione di quello che dovrebbe confermarsi essere il franchise più leggero trai vari titoli che compongono il MCU.

Già in precedenza, le avventure di Scott Lang sono state applaudite dal pubblico come un leggero divertissement, che ha aiutato a stemperare l’emozione forte di titoli come Infinity War, ad esempio, che si conclude con la sconfitta degli Avengers.

Anche se Ant-Man 3 è attualmente senza una data di uscita ufficiale, i Marvel Studios stanno facendo delle mosse per spingere in avanti la produzione del titolo in cui Lang e la sua banda torneranno a fare danni.

Ant-Man 3: Michael Peña sulle riprese e sul ritorno di Luis

Secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter, Leveness ha firmato questo accordo proprio nel momento in cui il mondo del cinema è completamente bloccato, a testimonianza che nonostante la difficoltà del momento, si pensa già al futuro.

L’ultimo film di questo franchise che abbiamo visto al cinema è stato Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed. Il cast del film comprende Paul Rudd, Evangeline Lilly, Bobby Cannavale, Michael Pena, Judy Greer, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishbourne, Hannah John-Kamen e Walton Goggins.

Scott Derrickson favorevole alla posticipazione dei blockbuster del prossimo anno

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Ieri la Disney ha annunciato tutte le nuove date di uscita dei prossimi titoli blockbuster. L’emergenza coronavirus ha ovviamente imposto allo Studio di posticiparne le uscite ma anche di posticipare la lavorazione di molti degli altri progetti in cantiere.

In particolare, tutti i nuovi film Marvel Studios, sotto l’enorme ombrello Disney, sono stati posticipati e sembra che Scott Derrickson, regista di Doctor Strange che però ha lasciato la regia del sequel, sia molto felice di questo spostamento.

La ragione è presto detta: posticipare la produzione effettiva del film significa lasciare più tempo e spazio alla scrittura che, non importa quanto sia grande il film, dovrebbe rimanere la parte più importante del processo.

Ecco cosa scrive su Twitter il regista: “Il ritardo dell’uscita di tutti questi grandi film blockbuster migliorerà la loro qualità, ci sarà più tempo per la sceneggiatura e per lo sviluppo dell’aspetto visivo. 

Blade Runner ha quell’aspetto incredibile perché Ridley Scott e il suo team lavorarono un intero anno, dal ’80 al ’81 con gli attori e gli sceneggiatori per perfezionare l’aspetto visivo del film.”

E poi aggiunge: “Inoltre, abbiamo ritardato l’uscita di Doctor Strange di cinque mesi pur di avere Benedict Cumberbatch. Se non lo avessimo fatto, non avremmo avuto quel tempo per la sceneggiatura o per capire come gestire al meglio gli effetti visivi”

https://twitter.com/scottderrickson/status/1246188776587776002?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1246188776587776002&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fdoctor-strange-director-scott-derrickson-movie-release-delays-better%2F

Senza dubbio la posizione del regista è artisticamente condivisibile, ma resta sicuramente difficile per Disney e Marvel Studios gestire questa situazione senza precedenti che mette in ginocchio l’industria cinematografica.

Tutti i film Marvel in programma saranno spostati. Ecco le nuove date: Black Widow 6 novembre, Gli Eterni 12 febbraio 2021, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli 7 maggio 2021, Doctor Strange 2 5 novembre 2021. Questi spostamento spingono Thor: Love And Thunder al 18 febbraio 2022. La data del 6 maggio 2022 di Black Panther 2 è invariata, mentre il Capitano Marvel 2 si sposta di due settimane all’8 luglio 2022.

William Hurt: 10 cose che non sai sull’attore

William Hurt: 10 cose che non sai sull’attore

Affermatosi come uno dei più interessanti interpreti degli anni Ottanta, William Hurt ha guadagnato celebrità ruolo dopo ruolo, arrivando ad ottenere alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti dell’industria statunitense. Negli anni non ha mai smesso di prendere parte a quelli che si sono rivelati grandi successi cinematografici, mettendo continuamente in mostra la sua duttilità d’interprete. Ecco 10 cose che non sai di William Hurt.

Parte delle cose che non sai sull’attore

William Hurt figli

William Hurt: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1980 con il film Stati di allucinazione, con cui ottiene una prima notorietà. Si afferma poi come interprete grazie a pellicole come Brivido caldo (1981), Il grande freddo (1983), Il bacio della donna ragno (1985), Dentro la notizia (1987) e Alice (1990). Successivamente recita anche in La peste (1992), Jane Eyre (1996), Dark City (1998), Sunshine (1999), A.I. – Intelligenza artificiale (2001), Ipotesi di reato (2002), A History of Violence (2005), con Viggo Mortensen, Syriana (2005), Into the Wild (2007), di Sean Penn, L’incredibile Hulk (2008), Robin Hood (2010), Captain America: Civil War (2016), con Chris Evans e Robert Downey Jr., Avenger: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e Black Widow (2020), con Scarlett Johansson.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Hurt non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo ad esempio in film come Varian Fry – Un eroe dimenticato (2001) e Too Big to Fail – Il crollo dei giganti (2011), con anche l’attore Paul Giamatti. Negli ultimi anni ha invece recitato nelle serie Frankenstein (2004), Incubi e deliri (2006), Damages (2009), Moby Dick (2011), Bonnie & Clyde (2013), Humans (2015), Golia (2016) e Beowulf: Return to the Shieldlands (2016).

8. È stato più volte nominato all’Oscar. Ad oggi Hurt vanta ben quattro nomination al premio Oscar. Alla sua prima candidatura, nel 1986, ha vinto il prestigioso premio come miglior attore per Il bacio della donna ragno. Viene nominato nella medesima categoria anche nel 1987 per Figlio di un dio minore, e nel 1988 per Dentro la notizia. Nel 2006 viene invece nominato come miglior attore non protagonista per A History of Violence.

William Hurt: i figli dell’attore

7. Ha avuto diversi figli da più relazioni. L’attore diventa padre per la prima volta nel 1982, quando dà alla luce un bambino dalla relazione avuta con la sceneggiatrice Sandra Jennings. Successivamente, dal matrimonio con Heidi Henderson, diventa padre di altri due figli, nati rispettivamente nel 1989 e nel 1991. Nel 1994 nasce l’ultima figlia, avuta dalla sua relazione con l’attrice Sandrine Bonnaire, conosciuta sul set del film La peste.

William Hurt: il suo 2019

6. Ha recitato in diversi film. Il 2019 è stato un anno particolarmente ricco per l’attore. Non solo questi è apparso sul grande schermo nuovamente nei panni del Generale Ross in Avengers: Endgame, ma ha anche preso parte alle riprese del film Black Widow, con Scarlett Johansson, dove comparirà nuovamente nei panni del personaggio.

Parte delle cose che non sai sull’attore

William Hurt Hulk

William Hurt in L’incredibile Hulk

5. Ha interpretato un celebre personaggio. L’attore diventa noto all’interno del Marvel Cinematic Universe per aver dato vita al Generale Ross, uno dei principali opponenti di Bruce Banner e Hulk. Originariamente l’attore Sam Elliott chiese di poter ricoprire nuovamente il ruolo, avendolo interpretato nell’Hulk del 2003, ma la produzione preferì assegnarlo ad un nuovo volto, scegliendo quello di Hurt.

4. Si è ispirato ad un celebre personaggio della letteratura. Per dar vita al suo Generale Ross, l’attore ha affermato di essersi ispirato al celebre capitano Achab, che nel romanzo Moby Dick dà la caccia alla celebre balena bianca. Per Hurt, Ross dà vita allo stesso modo ad un’ossessiva caccia al celebre gigante verde.

3. È l’unico attore del film ad aver ripreso il suo ruolo. Del cast del film, composto tra gli altri dall’attore Edward Norton, Hurt è l’unico che avrebbe ripreso il proprio ruolo anche per successivi film Marvel. È infatti poi ricomparso in Captain America: Civil War, in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

William Hurt in Avengers

2. I registi lo hanno voluto nel film. Dopo essere comparso in L’incredibile Hulk, Hurt torna a vestire i panni del Generale Ross soltanto dopo diversi anni. I registi Anthony e Joe Russo hanno infatti espresso il desiderio di poter includere l’attore nei film Marvel da loro diretti, poiché pensavano che il personaggio fosse stato ingiustamente dimenticato.

William Hurt: età e altezza

1. William Hurt è nato a Washington, Stati Uniti, il 20 marzo 1950. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

Mickey Rourke: 10 cose che non sai sull’attore

Mickey Rourke: 10 cose che non sai sull’attore

Mickey Rourke è stato uno degli attori più popolari degli anni ’80, caduto però poi nel silenzio anche per via della sua turbolenta vita al di fuori dello schermo. Riportato a nuova vita dal film The Wrestler, Rourke è riuscito ad affermare nuovamente la propria figura, fondata sul ruolo dell’antieroe dal carattere ruvido e solitario. Si è così trovato a vivere una seconda giovinezza cinematografica, dimostrando ancora di poter essere quell’interprete drammatico di grande levatura, il quale nasconde talento dietro ad ogni cicatrice.

Ecco 10 cose che non sai di Mickey Rourke.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Mickey Rourke pugile

Mickey Rourke: i film in cui ha recitato

10. Ha avuto una lunga carriera con celebri lungometraggi. Rourke esordisce al cinema con un ruolo nel film 1941 – Allarme a Hollywood (1979), per poi prendere parte a celebri pellicole come I cancelli del cielo (1980), Brivido caldo (1981), Rusty il selvaggio (1983), L’anno del dragone (1985), 9 settimane e ½ (1986) e Angel Heart (1987), con Robert De Niro. Negli anni successivi l’attore vive un forte declino, che lo porterà anche ad abbandonare temporaneamente le scene. Torna alla ribalta soltanto nel 2008, quando viene scelto come protagonista del film The Wrestler, dove recita accanto a Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. Da quel momento vive una nuova parentesi di popolarità, che lo porta ad apparire in film come Iron Man 2 (2010), con Robert Downey Jr., I Mercenari (2010), di Sylvester Stallone, Immortals (2011) e Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), con Eva Green.

9. Ha scritto alcune sceneggiature. Nel corso della sua carriera Rourke non si è limitato soltanto alla recitazione, collaborando anche alla scrittura di alcuni soggetti e sceneggiature di film a cui si è dichiarato particolarmente legato. Tra queste si annoverano il drammatico Homeboy (1988), incentrato sul pugile Johnny Walker, F.T.W. – Fuck The World (1994), la cui vicenda ruota intorno ad un cowboy accusato d’omicidio, e Bullet (1995), con protagonista un ex detenuto in cerca di riscatto. Rourke è poi apparso in qualità di protagonista all’interno di questi film.

8. È stato nominato all’Oscar. Nel 2008 l’attore ottiene grandi attenzioni all’interno di Hollywood per il suo ruolo in The Wrestler. Grazie a questo film non solo rilancia la propria carriera, ma inizia a ricevere sempre più riconoscimenti durante la stagione dei premi. Arriva infine ad ottenere la sua prima nomination come miglior attore ai prestigiosi premi Oscar. Qui viene tuttavia sconfitto dall’amico Sean Penn, ma grazie a tale fortunata stagione Rourke ottiene la possibilità di rientrare a far parte dell’industria, ottenendo nuovi ruoli di rilievo in importanti film.

Mickey Rourke: chi è sua moglie

7. Si è sposato due volte. Nel 1981 l’attore sposa Debra Feuer, con la quale reciterà insieme nel film Homeboy. Poco dopo aver girato la pellicola, tuttavia, i due annunciano il divorzio nel 1989. Successivamente si sposa una seconda volta con l’attrice Carré Otis, conosciuta sul set del film softcore Orchidea selvaggia. Dopo una turbolenta relazione, anche il secondo matrimonio di Rourke finisce con il divorzio, annunciato nel 1998. Attualmente non è noto se l’attore si impegnato in una relazione sentimentale o meno.

Mickey Rourke e la carriera da pugile

6. Ha avuto una promettente carriera nel pugilato. Prima di entrare nel mondo della recitazione Rourke si è costruito una certa fama come pugile, con un’attività dilettantistica che vantava 17 incontri vinti per KO su 20 totali. L’attore abbandona però lo sport, salvo riprenderlo nei primi anni Novanta. Qui si riconferma ancora come un pugile particolarmente forte, ma non riesce a raggiungere una caratura sportiva di livello nazionale. Per tale motivo, dopo poco decide di abbandonare per sempre la disciplina, affermando che tale periodo gli è però servito per ritrovare la grinta giusta per recitare.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Mickey Rourke The Wreslter

Mickey Rourke in The Wrestler

5. Si è realmente procurato delle ferite. Nel mondo del wrestling è pratica diffusa quella di procurarsi delle piccole ferite con dei rasoi per aggiungere “colore” all’incontro, spargendo così del sangue sul ring. Anche Rourke, nel ricoprire il ruolo del lottatore Randy Robinson, decise di adottare tale stratagemma, ferendosi realmente la fronte per aggiungere realismo alla scena. I tagli da lui eseguiti sono sempre stati sotto controllo, ma hanno certamente sconvolto gli spettatori per via della loro cruda realisticità.

4. Era la prima e unica scelta per il ruolo. Quando il regista Darren Aronofsky propose il film ai produttori, questi non erano d’accordo con la scelta di Rourke per il protagonista, considerando questi un attore ormai fuori dai radar dell’industria. Al suo posto suggerirono l’attore Nicolas Cage. Il regista, tuttavia, si oppose però in modo ferreo a tale proposta, insistendo e infine riuscendo ad ottenere che fosse chi diceva lui a ricoprire la parte. La scelta si rivelò poi ovviamente vincente, e la performance di Rourke ha certamente contribuito al successo del film.

3. Non era convinto di voler accettare la parte. Nonostante fosse la prima ed unica scelta del regista, Rourke si era inizialmente dimostrato restio all’idea di accettare la parte, non apprezzando particolarmente né la sceneggiatura né il mondo del wrestling. Pur di convincerlo, Aronofsky gli permise allora di riscrivere insieme alcuni dialoghi e scene, così da spingerlo ad accettare la parte. Rourke si dedicò dunque a perfezionare il personaggio, rendendolo più vicino alle proprie corde e al proprio vissuto. In seguito a ciò, si convinse ad accettare la parte.

Mickey Rourke in Iron Man 2

2. Ha partecipato alla costruzione del personaggio. Per ricoprire il ruolo del villain Whiplash in Iron Man 2, l’attore ha richiesto di poter lavorare personalmente sull’aspetto estetico del personaggio. Diede così il suo parere su alcuni dei tatuaggi previsti per la parte, così come sulla dentiera dorata e perfino sul pappagallino che il personaggio porta sempre con sé. Ha poi preteso di poter recitare metà delle sue battute in russo, sostenendo che questo avrebbe conferito ulteriore carattere al personaggio e alla sua interpretazione.

Mickey Rourke: età, altezza e dov’è oggi

1. Mickey Rourke è nato a Schenectady, New York, Stati Uniti, il 16 settembre 1952. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri. Dopo aver vissuto una seconda possibilità all’interno di Hollywood, ad oggi l’attore sembra essere tornato ad apparire prevalentemente in progetti di scarso rilievo, mantenendo però una certa prolificità.

Fonte: IMDb

 

David Dastmalchian: 10 cose che non sai sull’attore

David Dastmalchian: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore David Dastmalchian ha negli anni collezionato partecipazioni da caratterista in diversi celebri film. Così facendo ha potuto guadagnare una buona notorietà agli occhi di pubblico e critica, dimostrando inoltre la sua versatilità attraverso i generi, con una particolare predilezione per il l’action e i cinecomic. Ecco 10 cose che non sai di David Dastmalchian.

Parte delle cose che non sai sull’attore

David Dastmalchian Il cavaliere oscuro

David Dastmalchian: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Dastmalchian esordisce al cinema nel 2008, ricoprendo un piccolo ruolo nel film Il cavaliere oscuro, con protagonista Christian Bale. Successivamente recita in The Horsemen (2009), Prisoners (2013), con Hugh Jackman, Angry Video Game Nerd: The Movie (2014), Animals (2014), Chronic (2015), Ant-Man (2015), con Paul Rudd, The Belko Experiment (2016), Blade Runner 2049 (2017), Ant-Man and the Wasp (2018), A Million Little Pieces (2018) e Bird Box (2018), con Sandra Bullock. Prossimamente l’attore reciterà nei film Dune (2020) e The Suicide Squad (2021).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore non ha perso occasione di comparire anche sul piccolo schermo, partecipando ad alcune puntate di serie come E.R. – Medici in prima linea (2008), Ray Donovan (2013), CSI – Scena del crimine (2014), L’esercito delle 12 scimmie (2016) e MacGyver (2016-2019), dove ha ricoperto il ruolo di Murdoc. Negli ultimi anni ha invece recitato in Gotham (2017), The Flash (2017), Twin Peaks (2017) e Reprisal (2019).

8. Ha scritto e prodotto un film. Nel 2014 l’attore si mette alla prova come sceneggiatore e produttore del film indipendente Animals, di cui è anche interprete. Questo narra la storia di Jude e Bobbie, una giovane coppia divisa tra il vagabondaggio e la fantasia della loro immaginazione. Nel momento in cui, per cercare di soddisfare la propria dipendenza, uno dei due finisce in ospedale, la coppia si troverà a fare i conti con la realtà della propria situazione.

David Dastmalchian è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 52,8 mila persone. All’interno di questo Dastmalchian è solito condividere fotografie promozionali dei suoi progetti da interprete, ma non mancano anche immagini ritraenti momenti di svago, dove l’attore è in compagnia di amici, colleghi o celebrità.

David Dastmalchian: il suo patrimonio

6. È un attore ben pagato. Nel corso degli ultimi anni l’attore ha partecipato a sempre più progetti per il cinema o la televisione, rendendosi particolarmente prolifico. Quest’accresciuta presenza sullo schermo gli ha così permesso di raggiungere dei buoni compensi, arrivando ad ottenere un patrimonio stimato tra l’uno e i cinque milioni di dollari.

Parte delle cose che non sai sull’attore

David Dastmalchian Gotham

David Dastmalchian in Il cavaliere oscuro

5. Ha un piccolo ruolo nel celebre film su Batman. Per il suo debutto cinematografico l’attore ottiene una parte che gli permette di recitare a contatto con i protagonisti del film. Egli è infatti uno degli scagnozzi del Joker, personaggio interpretato da Heath Ledger. Pur comparendo relativamente poco, Dastmalchian ha potuto farsi notare anche grazie al suo caratteristico volto.

David Dastmalchian in Gotham

4. Ha recitato nella serie prequel sul cavaliere oscuro. Gotham è la serie dedicata all’universo narrativo di Batman, ma ambientata quando il celebre supereroe era ancora solo un bambino. In tutto ciò, Dastmalchian fa la sua comparsa nel dodicesimo episodio della terza stagione, ricoprendo il ruolo di Dwight Pollard. Il personaggio è stato descritto dall’attore come una sorta di dr. Frankenstein, impegnato nel dar nuova vita al deforme Jerome.

David Dastmalchian in Ant-Man

3. È uno degli aiutanti del protagonista. L’attore è diventato poi noto grazie al personaggio di Kurt nel film Marvel Ant-Man. Questi è uno degli aiutanti del protagonista, Paul Rudd, e nel lavorare con lui l’attore ha affermato di aver vissuto una delle esperienze più stimolanti della sua carriera, continuamente sorpreso dall’inventiva del collega.

David Dastmalchian sarà in Dune

2. È entrato a far parte del cast dell’atteso film di fantascienza. Dopo Blade Runner 2049, l’attore tornerà a collaborare con il regista Denis Villeneuve per l’atteso Dune. Qui ricoprirà il ruolo di Peter De Vries. Questi si rivelerà essere un mentat malvagio, ovvero un essere umano in grado di mettere in atto nella propria mente funzioni di norma affidate ai soli computer.

David Dastmalchian: età e altezza

1. David Dastmalchian è nato in Kansas, Stati Uniti, il 21 luglio 1977. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Hugo Weaving: 10 cose che non sai sull’attore

Hugo Weaving: 10 cose che non sai sull’attore

Hugo Weaving è uno di quei pochi attori a poter vantare nella propria filmografia una serie di personaggi divenuti particolarmente iconici. Dal fantasy alla fantascienza, senza dimenticarsi degli altri generi, Weaving ha conquistato generazioni di spettatori, dimostrando una certa predilezione per personaggi spietati o psicologicamente complessi. Ecco 10 cose che non sai di Hugo Weaving.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Hugo Weaving Il signore degli anelli

Hugo Weaving: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in celebri saghe cinematografiche. L’attore debutta al cinema nel 1980 con The City’s Edge, piccolo film australiano. La vera notorietà arriverà poi con il film Priscilla – La regina del deserto (1994), per poi consacrarsi definitivamente grazie al ruolo dell’agente Smith in Matrix (1999), Matrix Reloaded (2003) e Matrix Revolutions (2003), dove recita accanto a Keanu Reeves, Laurence Fishburne e Carrie-Anne Moss. Contemporaneamente diventa celebre per il personaggio di re Elrond nella trilogia fantasy Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello (2001), Il Signore degli AnelliLe due torri (2002) e Il Signore degli AnelliIl ritorno del re (2003). Negli anni successivi recita nei film V per Vendetta (2005), con Natalie Portman, Captain America – Il primo vendicatore (2011), Cloud Atlas (2012), The Dressmaker (2015), La battaglia di Hacksaw Ridge (2016), con Andrew Garfield, e Macchine mortali (2018).

9. Ha recitato in una miniserie televisiva. Nel corso degli anni Weaving non ha mancato di partecipare ad alcuni prodotti televisivi, ma la sua incursione più significativa sul piccolo schermo è senza dubbio quella per la miniserie Patrick Melrose (2018), liberamente tratta dal ciclo narrativo I Melrose. All’interno di questa, l’attore ricopre il ruolo di David Melrose, padre del protagonista interpretato dall’attore Benedict Cumberbatch.

8. Si è distinto come doppiatore. In diverse occasioni Weaving si è dimostrato un doppiatore di gran livello, ricoprendo per la prima volta il ruolo per il film Babe, maialino coraggioso (1995). Presterà poi la voce al personaggio di Noè l’anziano per i film d’animazione Happy Feet (2006) e Happy Feet 2 (2011). Si è poi distinto per aver doppiato il personaggio di Megatron in Transformers (2007), Transformers – La vendetta del caduto (2009) e Transformers 3 (2011).

Hugo Weaving è Teschio Rosso

7. Non è entusiasta del personaggio. Weaving ha ricoperto il ruolo di Teschio Rosso, storico villain di Captain America nel film a lui dedicato. Parlando della pellicola, l’attore si è detto felice per l’esperienza ma che questo non è il genere di film che preferisce. Ha inoltre affermato di non nutrire particolare interesse nel personaggio ricoperto, e che per tanto non avrebbe voluto riprendere il ruolo.

Hugo Weaving in Priscilla – La regina del deserto

6. Il suo personaggio è ispirato ad una persona realmente esistente. Nel 1994 l’attore ottiene fama internazionale recitando nel film Priscilla – La regina del deserto. Qui ricopre il ruolo di Anthony “Tick” Belrose, il quale assume i panni e il nome d’arte di Mitzi Del Bra. Per la sua figura l’attore si è ispirato ad una drag-queen realmente esistente a Sydney.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Hugo Weaving Matrix

Hugo Weaving in Matrix

5. Ha lavorato molto sulla voce del personaggio. Per dar vita all’agente Smith, forse il suo ruolo più celebre, l’attore ha speso molto tempo nella ricerca della giusta voce. Ha infatti lavorato per ottenere un tono privo di qualunque accento, che non sembrasse né umano né robotico. Tra le fonti di ispirazione vi è stata quella di un cronista degli anni ’50.

4. Ha rischiato di perdere il ruolo. Impossibile immaginare oggi un volto diverso per l’agente Smith, eppure Weaving stava per essere sostituito in seguito ad una frattura alla gamba subita durante il primo giorno di riprese. Per sua fortuna, i registi decisero di rivedere il calendario delle riprese, spostando le scene con l’attore alla fine, così che egli avesse il tempo di rimettersi.

Hugo Weaving in Il Signore degli Anelli

3. Aveva un’agguerrita concorrenza per il ruolo. All’interno della trilogia di Il Signore degli Anelli, l’attore ricopre il ruolo di Elrond, signore di Gran Burrone e tra i più potenti Elfi dei Tempi Antichi ad essere rimasto nella Terra di Mezzo. Il ruolo era ovviamente molto ambito, e tra i candidati desiderosi di ricoprirlo vi era anche David Bowie. Quest’ultimo fu tuttavia bocciato dal regista, che preferì il volto di Weaving.

2. Ha avuto problemi con la voce. Durante parte delle riprese l’attore era sotto convalescenza da un’influenza. Riguardandosi in seguito, ha notato come questa gli abbia fatto ottenere un’insolita voce roca. Il regista decise tuttavia di non farlo doppiare trovando che questo particolare tono esaltava le qualità della sua voce.

Hugo Weaving: età e altezza

1. Hugo Weaving è nato a Ibadan, Nigeria, il 4 aprile 1960. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

Corey Stoll: 10 cose che non sai sull’attore

Corey Stoll: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Corey Stoll è diventato negli ultimi anni un volto noto del cinema e della televisione statunitense. Egli vanta infatti la partecipazione a celebri film d’autore come anche ad alcuni blockbuster, e in poco tempo si è affermato come caratterista ma anche come interprete di alto livello. Tra le sue interpretazioni più memorabili si annoverano quella nel film Midnight in Paris Ant-Man. Ecco 10 cose che non sai di Corey Stoll.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Corey Stoll altezza

Corey Stoll: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 2005 con il film North Country – Storia di Josey, per poi recitare in Slevin – Patto criminale (2006) e Number 23 (2007). Ottiene popolarità recitando nel ruolo di Ernest Hemingway nel film Midnight in Paris (2011), con Owen Wilson. Successivamente recita in film come The Bourne Legacy (2012), Non-Stop (2014), Dark Places – Nei luoghi oscuri (2015), Ant-Man (2015), con Paul Rudd, Black Mass – L’ultimo gangster (2015), con Johnny Depp, Café Society (2016), con Jesse Eisenberg, Gold – La grande truffa (2016), First Man – Il primo uomo (2018), con Ryan Gosling, e The Report (2019).

9. È stato protagonista di alcune serie TV. Nel corso della sua carriera Stoll non ha mai smesso di recitare anche per la televisione, comparendo in alcuni episodi di serie come CSI – Scena del crimine (2004), Law & Order – I due volti della giustizia (2006), The Good Wife (2009) e Law & Order: LA (2010-2011). A partire dal 2013 al 2016 ricopre il ruolo di Peter Russo in House of Cards, con Kevin Spacey, mentre diventa ulteriormente popolare recitando nel ruolo del protagonista nella serie horror The Strain (2014-2017). Negli ultimi anni ha invece recitato in The Deuce: La via del porno (2019), Baghdad Central (2020), Billions (2020) e Ratched (2020).

8. È stato nominato per prestigiosi premi. Grazie al suo ruolo nella serie House of Cards, l’attore ha ricevuto alcuni dei riconoscimenti più importanti per un attore hollywoodiano. È infatti stato nominato ai Critics Choice Television Awards, ai Satellite Awards e ai Golden Globe come miglior attore non protagonista per una serie televisiva. Pur non riportando la vittoria, l’attore ha avuto così modo di ottenere una maggiore visibilità.

Corey Stoll in House of Cards

7. Rimase stregato dal personaggio. Stoll ha più volte dichiarato che quando sostenne il provino per il personaggio pensava si trattasse del solito ruolo stereotipato, e che ne capì la vera natura soltanto in seguito. Nei mesi successivi all’audizione l’attore continuò infatti a pensare e ripensare alla parte, convincendosi di dover ottenere la possibilità di interpretarla. Decise così di richiamare la produzione per avere notizie, scoprendo di aver vinto il ruolo.

6. Conosceva le sorti del personaggio. L’attore ha affermato di aver sempre saputo quale sarebbe stato il destino del personaggio, ma di non sapere concretamente come questo si sarebbe verificato. Quando gli poi spiegato come si sarebbe concluso il suo arco narrativo, Stoll affermò che era perfettamente coerente con il personaggio e particolarmente emozionante.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Corey Stoll Midnight in Paris

Corey Stoll in Midnight in Paris

5. Ha ricevuto i complimenti da parte del regista. All’idea di interpretare il celebre Ernest Hemingway l’attore era particolarmente nervoso, indeciso su come affrontare la parte. Al termine della sua prima ripresa, tuttavia, Stoll ricevette i complimenti del regista Woody Allen, il quale è invece noto per non complimentarsi mai con i propri attori.

4. Ha indossato una parrucca. L’attore è notoriamente calvo, motivo per cui per ricoprire il ruolo assegnatogli ha dovuto indossare una parrucca, sottoponendosi ad un lavoro di trucco che rendesse la cosa il più realistica possibile. Questo è stato uno dei pochi ruoli in cui Stoll è stato chiamato a coprire la propria calvizie.

Corey Stoll in Ant-Man

3. Non indossava un vero costume. Nel film Marvel Ant-Man l’attore ricopre il ruolo del villain Darren Cross, il quale acquisisce poi l’alias di Calabrone. Rispetto al protagonista, tuttavia, durante le riprese l’attore non indossava il costume del proprio personaggio, poiché troppo complesso da riprodurre. Stoll indossava invece una tuta per la motion capture, e il resto venne ricostruito in seguito grazie alla CGI.

2. Considera il carattere del suo personaggio molto simile a quello di uno dei protagonisti. Nel descrivere Darren Cross, che si rivelerà essere il villain del film, l’attore ha affermato che dal suo punto di vista egli è una versione più oscura del personaggio di Hank Pym, interpretato da Michael Douglas. Entrambi sono infatti brillanti scienziati che si spingono ai confini dell’etica.

Corey Stoll: età e altezza

1. Corey Stoll è nato a New York, Stati Uniti, il 14 marzo 1976. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Cyborg: Zack Snyder celebra l’iniziale data d’uscita del film

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Cyborg: Zack Snyder celebra l’iniziale data d’uscita del film

Zack Snyder ha pubblicato sui suoi social una nuova foto di Cyborg, il 3 aprile 2020, la data che dall’inizio della pianificazione del naufragato DCEU doveva vedere sbarcare al cinema il film con Ray Fisher protagonista.

Come didascalia, il regista ha scelto una frase molto semplice, ma che descrive bene il personaggio: “Metà uomo e metà macchina, tutto cuore”.

Parallelamente, anche l’interprete del personaggio, Ray Fisher, ha celebrato la data della mancata uscita del film mai realizzato. Su Twitter, Fisher ha ringraziato tutti quelli che hanno supportato il progetto, non importa quanto complicato sin dall’inizio.

“Grazie a tutti quelli che hanno condiviso amore e supporto per me e per tutto il progetto di Cyborg, oggi! Nonostante l’esito del viaggio, sono fiero della strada che abbiamo fatto insieme.”

https://twitter.com/rehsifyar/status/1246248750735130632?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1246248750735130632&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fcyborg-ray-fisher-thanks-fans-release-date-dceu%2F

Justice League: una nuova scena con Cyborg dalla Snyder Cut

Abbiamo visto il personaggio in Justice League. Nella versione cinematografica del film, tutta la storia d’origine del personaggio si risolve in un racconto, ma questa storia doveva essere approfondita in un film da solista che poi non è mai stato realizzato ed è stato uno dei primi progetti del DCEU a venire accantonato.

Black Widow, Mulan e gli altri: nuove date d’uscita per i film Disney

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Le uscite di Mulan e Black Widow erano state spostate a data da destinarsi, e ora la Disney ha annunciato la nuova schedule. I due film usciranno, rispettivamente, il 24 luglio e il 6 novembre 2020, mentre un altro film della casa di Topolino, previsto per la prima parte di quest’anno, Jungle Cruise, è stato spostato addirittura al 2021, il 30 luglio.

La conferenza dei vertici Disney di questo pomeriggio ha svelato il destino dei film che sarebbero dovuti uscire nei prossimi mesi e che sono stati ritirati dal mercato a causa dell’emergenza da coronavirus.

Tra questi titoli, Artemis Fowl, per esempio, uscirà direttamente su Disney+, una mossa che non piace certamente agli esercenti, ma che sembra condizionata dall’esigenza dello studio di far uscire comunque dei prodotti.

Purtroppo la remunerativa stagione estiva sarà pesantemente “tagliata” a causa della situazione attuale e molte uscite saranno rimandate o dirottate sui canali digitali.

Di conseguenza, anche tutti i film Marvel in programma saranno spostati. Ecco le nuove date: Black Widow 6 novembre, Gli Eterni 12 febbraio 2021, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli 7 maggio 2021, Doctor Strange 2 5 novembre 2021. Questi spostamento spingono Thor: Love And Thunder al 18 febbraio 2022. La data del 6 maggio 2022 di Black Panther 2 è invariata, mentre il Capitano Marvel 2 si sposta di due settimane all’8 luglio 2022.

Tra gli altri cambiamenti nell’impero cinematografico Disney, il film con Ryan Reynolds Free Guy della Fox è stati spostato dal 3 luglio all’11 dicembre di quest’anno. Anche West Side Story di Steven Spielberg e The Last Duel di Ridley Scott sono stati spostati, rispettivamente il 18 dicembre e il 25 dicembre.

The French Dispatch di Wes Anderson uscirà il 16 ottobre invece del 14 luglio, in prossimità della stagione dei premi. Anche la produzione di Indiana Jones 5 si sposta, con l’uscita ora prevista per il 29 luglio 2022. David Copperfield, Antlers, Woman in the Window e The New Mutants non hanno ancora altre date ufficiali.

La vie en rose: vita e musica di Édit Piaf

La vie en rose: vita e musica di Édit Piaf

Marion Cotillard nel ritirare l’Oscar come miglior attrice protagonista per La vie en rose nel 2007 ha ringraziato con parole commosse il regista Olivier Dahan: “Maestro Olivier, hai davvero sconvolto la mia vita!”. Dal canto suo, anche Dahan deve molto all’attrice che gli ha permesso di emergere nettamente dopo I fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’apocalisse ed ha aperto la strada alle sue future esplorazioni dell’universo femminile, come quella in Grace di Monaco. L’Academy ha premiato anche il trucco di Didier Lavergne e Jan Arcibald, che ha trasformato il volto dell’interprete affinché si avvicinasse il più possibile alla Piaf.

La vie en rose, i premi vinti

Non è stata solo l’Academy a premiare Cotillard, che ha ottenuto il Golden Globe e il BAFTA per la sua potente performance di attrice. BAFTA anche per il trucco, i costumi di Marit Allen e la colonna sonora di Christopher Gunning. In patria il film ha fatto incetta di César con il premio per Marion Cotillard come miglior attrice protagonista, per la fotografia di Tetsuo Nagata , la scenografia di Olivier Raoux e i costumi.

Olivier Dahan e la sua Piaf lontana dal mito

Dahan non vuole fare della Piaf un mito. La sua Piaf è una donna minuta nel fisico, fragile dal punto di vista emotivo, proprio come il suo nome d’arte suggerisce – Piaf: passerotto. Una donna che ha sperimentato il dolore, le difficoltà di un’infanzia e una giovinezza difficili, la vita di strada. La sua età adulta è segnata da grandi amori – nel film soprattutto di quello per il pugile Marcel Cerdan (Jean -Pierre Martins), morto tragicamente – e grandi delusioni, oltre che dalla malattia e dalla conseguente dipendenza da farmaci. Tuttavia, Piaf è anche una donna piena di energia, di passione che mette al servizio della sua dote più grande: il canto, magnetico e intenso grazie a una voce potente e ad una capacità di interpretare che proprio dalla sua travagliata esistenza trae forza.

Dahan coglie e palesa questo contrasto, conducendo lo spettatore tra gli alti e bassi della vita della cantante, cui attinge liberamente. Mai schiavo dell’ordine cronologico, ma neppure vittima di un errare caotico, sceglie accuratamente i momenti e le figure più significativi, posizionandoli ad hoc con abile uso del flashback. Tra le figure centrali, Gerard Depardieu nel ruolo di Louis Leplée, primo impresario della giovane Edith, che sceglierà per lei il nome di “Piaf”.

L’interpretazione di Marion Cotillard ne La vie en rose

Una prova difficile ed emotivamente intensa per l’attrice francese, che però ha saputo condurla con sicurezza, svolgendo un grande lavoro sul corpo: non solo sul volto, che ha richiesto lunghe sedute di trucco, senza però intaccare la capacità espressiva dell’attrice, ma sulla postura, via via sempre più curva a causa dell’artrite deformante di cui Piaf soffriva, sulle movenze, che ha reso estremamente credibile il personaggio. Lavoro che non ha risparmiato la voce, con la scelta di  un timbro piuttosto sporco, retaggio dei bassi da cui la cantante proveniva.

L’adesione di Cotillard al personaggio l’ha condotta, come ha dichiarato, alla difficoltà ad abbandonarlo: “E’ stata la prima volta in cui ho avuto problemi nel liberarmi dal personaggio”. “ Avevo trascorso sei mesi con lei e sono entrata davvero in un’altra dimensione”. “Quando fai un film passi tanto tempo con questa persona (il personaggio ndr). In un certo senso te ne innamori. Poi, arriva l’ultimo ciack e non condividerai più la tua vita con lui. A volte può essere brutale”.

Piaf e Jil Aigrot cantano Piaf

L’interpretazione dell’attrice non è per nulla sminuita dal fatto che non sia lei a cantare. A darle voce al microfono con straordinaria adesione è l’interprete francese Jil Aigrot, in tutti i brani di cui non è stato possibile utilizzare una versione cantata dalla stessa Piaf. La voce originale della Piaf si può apprezzare in brani come La vie en rose, L’hymne a l’amour, Non, je ne regrette rien, Milord tra gli altri. Così Cotillard parla di questo aspetto del lavoro in un’intervista: “E’ stata la parte più dura della preparazione”. “Ho voluto prendere lezioni di canto, anche se nel film non avrei cantato. Volevo imparare la sua tecnica, come posizionare la lingua, come posizionarmi sul palco, la respirazione e così via. Perché doveva essere realistico. Se non credi che io stia cantando, allora puoi gettare il film nella spazzatura”.  Un rischio che La vie en rose non corre.

Non, je ne regrette rien e l’invito ad amare

Non, je ne regrette rien è indubbiamente il brano più toccante, vero e proprio testamento di Edith Piaf, che guardando indietro alla propria vita, segnata dal dolore ma anche dal successo e da una popolarità senza precedenti, rivendica le proprie scelte con forza, sempre confidando nell’amore. E’ proprio questo il messaggio che la protagonista lascia in una delle sue ultime interviste: “Che consiglio darebbe a una donna?” “Ama” “A una ragazza?” “Ama” “A una bambina?” “Ama”.

Sull’onda di questo invito, Olivier Dahan affida a Marion Cotillard la costruzione di un finale commovente per La vie en rose, un film che svela la Piaf donna accanto all’idolo della canzone, coinvolgendo lo spettatore con la sua umanità.

Emma, recensione del film con Anya Taylor-Joy

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Emma, recensione del film con Anya Taylor-Joy

Emma è bella, intelligente e ricca. Emma non sbaglia mai, è sempre gentile e spiritosa e trova divertente “combinare” matrimoni, visto che, tra le altre doti, si attribuisce anche un acume fuori dal comune e grande intuito. Emma è una delle protagonista austeniane più singolari ma anche leggere, oseremmo dire frivole, se non fosse che dietro di lei si nasconde pure sempre una delle autrici più dotate e importanti della storia della letteratura.

Emma è disponibile on demand

Emma sarebbe dovuto arrivare al cinema, purtroppo l’emergenza sanitaria mondiale ha spinto il film direttamente in streaming, su Chili dal 20 marzo, e disponibile per la visione a tutti i quarantenati che cercano, ogni giorno, diversivi e intrattenimento per andare avanti, senza impazzire, un giorno alla volta.

Come da originale, il film racconta la storia di Emma Woodhouse, una giovane donna di buona famiglia, molto bella, intelligente, ma un pò viziata, che vede l’amore romantico come un’idea molto lontana da lei. La giovane donna non mostra alcun interesse per i sentimenti dell’altro sesso, troppo impegnata, invece, a combinare matrimoni per gli altri. Questa sua convinzione di possedere un talento per accoppiare le persone la porterà a commettere alcuni errori che, alla fine della sua parabola nella storia, la porteranno a rivedere molte delle sue posizioni.

emma

A dirigere questo ennesimo adattamento austeniano c’è Autumn de Wilde, talentuosa fotografa ritrattista che nella messa ins cena e nella scelta delle inquadrature riversa tutto il suo talento e il suo gusto per l’immagine. Coadiuvata da una scenografia e dei costumi che non rispecchiano perfettamente l’epoca me che conferiscono un tocco di modernità e audacia ai personaggi, la regista confeziona un’opera prima davvero elegante, che paga il suo tributo a chi, prima di lei, si è cimentato negli adattamenti dai romanzi di Jane Austen, primo tra tutti Joe Wright.

Nel cast, ad interpretare i giovani alle prese con corteggiamenti goffi, delusioni e primi palpiti, ci sono un gruppo di attori dal sicuro fascino, tra cui spicca, ovviamente, Anya Taylor-Joy, vista in Split e Glass e che con i suoi lineamenti aggraziati e insoliti ci regala un ritratto moderno e frizzante di Emma. Accanto a lei il sempre istrionico Bill Nighy, nei panni di suo padre, il Signor Woodhouse, Mia Goth, che abbiamo visto in Suspiria, insieme a Josh O’Connor, lo splendido Carlo di The CrownCallum Turner, il fratelli di Newt Scamander in Animali Fantastici: i Crimini di GrindelwaldGemma Whelan, una irriconoscibile Yara Greyjoy di Game of Thornes.

Emma è un adattamento fedele e intelligente

Emma di Autumn de Wilde è un adattamento fedele, intelligente e scritto con grande acume dalla sceneggiatrice, anche lei al suo primo lungometraggio, Eleanor Catton. Nella sua semplicità, Emma (e con lei la Austen) ha ancora qualcosa da insegnare a chi sa guardare a questo tipo di storie con occhio acuto, a chi si prende troppo sul serio, a chi non riesce a guardare oltre il suo naso, a chi, convinto delle proprie posizioni, perde delle opportunità che avrebbero potuto arricchirlo.

Disney: quando la spalla è meglio dell’eroe, e viceversa

Disney: quando la spalla è meglio dell’eroe, e viceversa

La Disney ha sempre fatto un ottimo lavoro quando si è trattato di definire narrativamente i personaggi principali dei suoi film d’animazione, ma ciò non significa che tali personaggi siano sempre stati i più memorabili. Molto spesso, infatti, sono state le loro spalle a rubare la scena.

Ecco 5 volte in cui le spalle di un classico Disney hanno superato – in termini di caratterizzazione – l’eroe principale e 5 volte in cui, purtroppo, non sono state all’altezza di brillare al pari del protagonista:

Grillo Parlante – Pinocchio

Pinocchio è uno dei primi titoli realizzati dalla Disney, nonché uno dei Classici più amati. Il burattino di legno è sicuramente un personaggio eccezionale, ma è innegabile come venga oscurato in numerosi passaggi narrativi dal saggio Grillo Parlante, personificazione della voce della coscienza di Pinocchio, che cerca di orientare l’ingenuo burattino verso le scelte giuste. La lealtà del personaggio e l’iconica canzone che contraddistingue la sua figura nonché la sua filosofia (“Give A Little Whistle”) hanno contribuito ad accrescere la sua popolarità tra i fan della Casa di Topolino e all’interno della stessa multinazionale, che ha spesso usato la sua voce e il suo personaggio in numerosissimi altri media. 

Flounder – La sirenetta

Da un classico all’altro: La sirenetta è l’ennesimo esempio di quanto la Disney ami inserire al fianco dei personaggi principali delle spalle indimenticabili, anche quando la storia riguarda una Principessa. Sfortunatamente per Flounder, però, il tenero pesciolino combinaguai finisce per essere offuscato da un fatto molto semplice: ci sono tantissimi altri grandi personaggi secondari nel film. Inoltre, nel film Ariel può contare non su una, ma su ben tre spalle: oltre a Flounder, infatti, ci sono anche Sebastian e Scuttle, le cui personalità sono di gran lunga più incisive. Flounder occuperà sempre un posticino speciale nel cuore di tutti noi, ma come riescono a brillare nella storia Sebastian e Scuttle è un’altra storia…

B.E.N. – Il pianeta del tesoro 

Il pianeta del tesoro è sicuramente uno dei titoli meno popolari del vastissimo catalog Disney, il che è un grandissimo peccato. Il film contiene al suo interno diversi grandi aiutanti che intervengono a sostegno del protagonista: tra questi, a rubare la scena è indubbiamente il robot B.E.N., rendendosi da solo il centro di alcuni grandi momenti. Porta un sacco di umorismo e di cuore alla storia, e la amicizia con Jim è davvero in grado di alzare la qualità del livello narrativo.

Pascal – Rapunzel: L’intreccio della torre

Pascal è un personaggio molto divertente all’interno di Rapunzel – L’intreccio della torre, specialmente all’inizio del film, quando si prende gioco di Flynn Rider. Tuttavia, a mano a mano che la storia si evolve, Pascal viene coinvolto sempre meno, con altri personaggi che scavalcano ed oscurano la sua presenza. È infatti Maximus, il cavallo capo della Guardia Reale, a risultare – alla fine – la spalla migliore del film, nonostante neanche lui sia in grado mettere in ombra il carisma, la gioia di vivere e la comicità di Rapunzel.

Terk – Tarzan 

Tarzan è un altro fantastico Classico Disney che presenta alcuni dei più grandi personaggi di tutto l’intero canone, anche se il vero protagonista è il giovane gorilla Terk. È il migliore amico di Tarzan: l’ignoranza del giovane uomo è ciò che gli impedisce di parlare; paradossalmente, la parola non è certamente ciò che manca a Terk. Dispettosa, arrogante e maleducata, ma dotata di un grande cuore, il personaggio apporta una quantità sconfinata di energia al film; ciò che in fondo manca a Tarzan, semplicemente a causa della natura del suo personaggio. Proprio per questo, non sorprende che Terk sia diventato un personaggio così amato, divenuto col tempo – forse – anche più popolare dello stesso protagonista. 

HeiHei – Oceania

Un’altra spalla che non ha avuto chissà quale impatto, tanto a livello narrativo quanto a livello culturale, è sicuramente Hei Hei, il gallo presente in Oceania. Nonostante contribuisca al lato più comico della storia grazie al suo essere eccessivamente svampito, in realtà il personaggio aggiunge molto poco all’avventura della protagonista. Non fa che combinarne una dopo l’altra: sicuramente è protagonista di alcuni momenti molto divertenti, ma è innegabile quanto non abbia l’impatto che hanno avuto altre spalle decisamente più leggendarie.

Ray – La principessa e il ranocchio

Nessuna spalla ha avuto un impatto emotivo paragonabile a quello della lucciola Ray ne La principessa e il ranocchio. Nonostante sia un personaggio piccolissimo da un punto di vista di dimensioni, Ray è pieno di vita ed ha un cuore enorme. Fin da subito è utilissimo a Tiana e Naveen, e non avrebbe nessuna ragione per essere così disponibile. Il fatto che abbia perso l’amore della sua vita aggiunge ancora più carica emotiva al suo personaggio. Il suo essere così estroso, il suo romanticismo e la sua dolcezza finisco davvero per rubare la scena…

Cri-Kee – Mulan

Mulan è un Classico che vanta al suo interno una delle più grandi spalle di sempre: il draghetto Mushu, così amato dai fan anche grazie al bellissimo lavoro di doppiaggio svolto da Eddie Murphy nella versione originale. Purtroppo, lo stesso non si può dire di Cri-Kee, il grillo consegnato a Mulan dalla nonna come portafortuna, che diventa un fedele compagno di avventura per Mulan e, soprattutto, anche per Mushu. Tuttavia, Cri-Kee ha sempre faticato ad imporsi nell’immaginario collettivo, non apportando davvero alcun momento significato o memorabile alla storia.

Il Genio – Aladdin

A scanso di equivoci, Aladdin è un personaggio straordinario ed è senza alcun dubbio il Principe più carismatico della Disney. Tuttavia, non si può negare che alla fine venga oscurato dal Genio, diventato uno dei migliori personaggi della Disney, se non uno dei più iconici (forse). Gran parte di ciò è da attribuire principalmente all’incredibile performance che Robin Williams, che ha regalato al personaggio tutta la sua creatività, passione e – soprattutto – le due doti d’improvvisazione. L’energia, i numerosi colorati e sfarzeschi, il suo ego sconfinato… tutte questi elementi sono talmente grandi e travolgenti che a volte risulta davvero difficile non vedere Aladdin senza pensare al film come ad un unico e grande one-man-show del Genio.

Giac e Gas – Cenerentola

Cenerentola è considerato un classico Disney immortale, ma al tempo stesso è un film che manca di spalle che possano davvero ritenersi tali. Se è vero che Giac e Gas fanno sicuramente la loro figura, soprattutto nell’aiutare Cenerentola a raggiungere il ballo, è altrettanto vero che il loro reale scopo si esaurisce quasi subito. È la Fata Madrina, probabilmente, la migliore spalla del film, ma anche in questo caso le sue azioni sono abbastanza limitate. Probabilmente, a ben rifletterci, Cenerentola è semplicemente una storia che non necessita di grandissimi personaggi secondari…

Fonte: ScreenRant

Avengers: Endgame, i Vendicatori uniti contro il Covid-19

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Avengers: Endgame, i Vendicatori uniti contro il Covid-19

Il celebre artista BossLogic ha voluto celebrare attraverso Avengers: Endgame tutti gli sforzi dei medici e del personale sanitario che, a livello mondiale, si stanno impegnando e sacrificando in prima linea per cercare di arginare il più possibile i contagi da Coronavirus e per assistere la popolazione colpita dalla terribile malattia.

BossLogic ha chiamato in causa proprio i Vendicatori, reimmaginando la celebre ed epica scena del cinecomic di Anthony e Joe Russo in cui, attraverso i portali di Doctor Strange, tutti i vendicatori si schierano accanto a Steve Rogers, sul campo di battaglia, per fronteggiare l’esercito di Thanos.

Ecco la nuova fan art al grido “Avengers, uniti!”: 

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Ricordiamo che Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Endgame ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti speciali.

Fonte: ScreenRant

Shadowed: ecco il nuovo corto horror del regista di Shazam!

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Shadowed: ecco il nuovo corto horror del regista di Shazam!

In queste settimane di reclusione forzata a causa della pandemia di Coronavirus, il regista David F. Sandberg non sta soltanto completando i lavori sulla sceneggiatura di Shazam 2 (come rivelato dallo stesso), ma si è anche dedicato alla realizzazione di un nuovo corto horror insieme alla moglie Lotta Losten.

Il corto, intitolato Shadowed, è stato definito da David F. Sandberg via Twitter una sorta di “fratello” di Lights Out (corto dello stesso regista che aveva riscosso un incredibile successo sul web e che aveva ispirato anche il film omonimo). Il regista ha anche promesso che a breve pubblicherà un backstage per spiegare come il corto è stato realizzato durante la quarantena.

Shadowed, della durata di circa tre minuti, ha come protagonista una donna (interpretata dalla Losten, la moglie di Sandberg) che continua a vedere alcune strane e misteriose “ombre” nella sua casa. Queste ombre non sembrano appartenere ad una creatura reale e ben presto le cose diventeranno sempre più spaventose…

Potete gustarvi il corto di seguito:

Shadowed, il nuovo corto horror del regista di Shazam!, realizzato durante la quarantena

A proposito di Shazam 2, il regista David F. Sanberg ha aggiornato di recente sui lavori attorno al sequel e parlato di un ipotetico slittamento dell’inizio della produzione. Sandberg ha rivelato che lui e il suo team creativo sono ancora alle prese con la pre-produzione, impegnati a terminare la sceneggiatura: “Vedremo come si metteranno le cose… dovremmo iniziare a girare quest’anno”, ha dichiarato il regista.

Il primo Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Fonte: ScreenRant

A Quiet Place 2: annunciata la nuova data di uscita

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A Quiet Place 2: annunciata la nuova data di uscita

La Paramount Pictures ha annunciato la nuova data di uscita di A Quiet Place 2, inizialmente previsto per lo scorso 20 marzo e posticipato a causa della pandemia di Covid-19. L’attesissimo sequel arriverà adesso nelle sale americane il prossimo 4 settembre.

Insieme alla nuova uscita di A Quiet Place 2, la Paramount ha anche annunciato di aver posticipato da giugno a dicembre 2020 l’uscita al cinema di Top Gun: Maverick, l’attesissimo sequel del cult con protagonista Tom Cruise.

La stampa americana aveva già avuto modo di vedere A Quiet Place 2, proprio in vista della release originale fissata per marzo. Le reazioni emerse online all’inizio del mese scorso hanno parlato di un sequel ancora più entusiasmante del predecessore: sono stati elogiati i toni e le atmosfere del film, il ritmo, le interpretazioni del cast e il lavoro di John Krasinski tanto in qualità di sceneggiatore quanto in quello di regista.

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Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

John Krasinski ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

Fonte: ScreenRant

Star Wars IX: nuovi dettagli sull’addestramento Jedi di Leia

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Star Wars IX: nuovi dettagli sull’addestramento Jedi di Leia

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker contiene una scena flashback con i giovani Luke e Leia intenti ad allenarsi con le spade laser. Inizialmente, Leia era destinata a diventare un Jedi come suo fratello e suo padre: le cose cambiarono quando una sorta di premonizione le suggerì che suo figlio Ben sarebbe morto se avesse portato a termine il suo addestramento.

La storia dell’addestramento Jedi di Leia è iniziata nel romanzo antologico “From A Certain Point of View”, che rivelava che Yoda volesse in realtà addestrare Leia, non Luke. Yoda preferiva Leia, in parte, perché credeva che la Principessa di Alderaan avesse l’autocontrollo necessario per diventare un grande Jedi, mentre non era così sicuro di Luke. Purtroppo, Luke fu l’ultimo Jedi addestrato dal Gran Maestro prima della sua morte ne Il Ritorno dello Jedi.

Il film di J.J. Abrams ha poi rivelato che Luke aveva fatto sua l’eredità di Yoda e trasmesso così alla sorella tutto ciò che aveva davvero imparato. Adesso, il romanzo di Rae Carson basato su L’Ascesa di Skywalker aggiunge un ulteriore dettaglio alla backstory dell’addestramento del Generale, rivelando che Leia ha ricevuto un addestramento aggiuntivo dai Fantasmi di Forza sia di Yoda che di Obi-Wan Kenobi.

Un estratto dal romanzo, infatti, recita: “Leia non era un maestro Jedi, ma aveva imparato dai migliori. E non solo da Luke; negli anni aveva sentito di tanto in tanto la voce di Obi-Wan Kenobi attraverso la Forza e, ancora più raramente, quella di Yoda. Alcuni giorni sembrava che avesse imparato dalla Forza stessa.”

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Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam DriverDaisy RidleyJohn Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

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Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Fonte: ScreenRant

Grey’s Anatomy 16×21: promo e trama dall’episodio

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Grey’s Anatomy 16×21: promo e trama dall’episodio

Il network americano della ABC ha diffuso promo e trama di Grey’s Anatomy 16×21, il  ventunesimo episodio della sedicesimo stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 16×21 che si intitolerà “Put on a Happy Face” Link cerca di convincere Amelia a prendersela comoda durante l’ultima fase della sua gravidanza. Hayes pone a Meredith una domanda sorprendente, e Owen fa una scoperta scioccante, in un episodio completamente nuovo di Grey’s Anatomy, che andrà in onda giovedì  9 APRILE sulla ABC.

In Grey’s Anatomy 16×20 protagonisti sono Ellen Pompeo nei panni di Meredith Grey, Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey, James Pickens Jr. nei panni di Richard Webber, Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Jesse Williams nei panni di Jackson Avery, Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd, Camilla Luddington nei panni di Jo Wilson, Kelly McCreary come Maggie Pierce, Kim Raver come Teddy Altman, Giacomo Gianniotti come Andrew DeLuca, Greg Germann come Tom Koracick, Chris Carmack come Atticus “Link” Lincoln e Jake Borelli come Levi Schmitt.

Le guest star di Grey’s Anatomy 16×21 sono Debbie Allen nel ruolo di Catherine Fox, Stephanie Spampinato nel ruolo di Carina DeLuca, Richard Flood come Cormac Hayes, Jaicy Elliot come Taryn Helm, Caroline Basu come Daya, Raoul Bhaneja come Samar e Chris Meyer come CJ Madison. “Put on a Happy Face” è stato scritto da Mark Driscoll e Tameson Duffy e diretto da Deborah Pratt.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Grey’s Anatomy 16×21

Grey’s Anatomy 16 è la sedicesima stagione della serie creata Grey’s Anatomy da creata da Shonda Rhimes per la ABC Studios.

Nella sedicesima stagione di Grey’s Anatomy ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Greg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti e Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

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