Oppenheimer
continua la sua corsa inarrestabile in questa stagione dei premi a
Hollywood, sbaragliando la concorrenza anche ai SAG Awards
2024 e vincendo il premio per il miglior cast, oltre a
altre due statue per la performance principale di Cillian
Murphy e per il lavoro di supporto di Robert
Downey Jr. La strada verso gli Oscar 2024
è ormai spianata!
Il cast di
Succession della HBO è stato eletto vincitore per
il miglior ensemble in una serie drammatica, mentre
The
Bear di FX ha guadagnato un premio per la migliore
serie comica corale. È stata una notte a ruota libera, piena di
sorprese, cose certe e tante bombe f,
poiché molti dei vincitori hanno parlato con franchezza delle lotte
e dei sacrifici che caratterizzano una vita artistica.
Intanto, la protagonista di
Killers
of the Flower Moon Lily
Gladstone ha fatto la storia, diventando la prima
attrice indigena a vincere il premio. “Portiamo empatia in un
mondo che ne ha bisogno”, ha detto ai suoi colleghi artisti,
esortando gli attori nella stanza a “continuare a dire la
vostra verità”.
I SAG Awards, che
tradizionalmente vanno in onda sulla televisione via cavo, sono
stati trasmessi in diretta su Netflix per la prima volta. Anche se la serata era
celebrativa, i premi sono stati consegnati in un momento tumultuoso
a Hollywood, con la rivoluzione dello streaming in gran parte
responsabile di un periodo di intenso conflitto sindacale e di
crisi economica. I membri del sindacato degli attori, così come la
Writers Guild of America, hanno trascorso mesi in sciopero nel
2023, arrabbiati per il modo in cui lo streaming aveva ridotto le
royalties che una volta guadagnavano quando i film e gli spettacoli
in cui apparivano venivano concessi in licenza. A novembre è stato
raggiunto un nuovo accordo, con gli attori che hanno ricevuto
aumenti salariali e residui più elevati. Il patto prevedeva anche
protezioni contro l’uso dell’intelligenza artificiale. Ma
l’interruzione del lavoro ha portato a ritardi nella produzione e a
perdite di reddito.
Alla premiazione, Fran Drescher, che
ha supervisionato lo sciopero di 118 giorni in qualità di
presidente della SAG-AFTRA, ha elogiato i membri per la loro
solidarietà, affermando che i loro sforzi hanno portato a un patto
“storico”. “Voi siete i campioni”, ha detto Dreshcer. “Siete
sopravvissuti allo sciopero più lungo della storia del nostro
sindacato con coraggio e convinzione”.
Una vincitrice è entrata alla
cerimonia di sabato pienamente consapevole che avrebbe tenuto un
discorso. Barbra Streisand, la leggendaria
cantante, attrice, produttrice e regista, ha ricevuto
l’onoreficenza alla carriera del SAG, salendo sul palco mentre
suonava il tema di Come eravamo. “Non mi
piaceva la realtà”, ha detto. “Volevo essere nel
cinema.”
Domenica scorsa a Londra si sono
svolti i
BAFTA 2024, presentati dall’attore David Tennant, e dove a dominare tra i
vincitori è stato ovviamente
Oppenheimer di
Christopher Nolan. Un risultato che si prevede verrà replicato
agli Oscar 2024. Trai premi portati a casa dal film del
regista britannico, spicca quello per il miglior attore non
protagonista andato a
Robert Downey Jr. che è sempre più vicino all’ambita
statuetta che racchiuderebbe la consacrazione della sua lunga
carriera. Ma il Tony Stark dei film Marvel non è l’unico che vuole
portarsi a casa l’Oscar
2024, nella stessa categoria ci sono anche
Sterling K. Brown,
Robert De Niro,
Ryan Gosling e
Mark Ruffalo.
Di seguito, ecco i
candidati agli Oscar 2024 per la categoria
miglior attore non protagonista
Sterling K. Brown, American Fiction
In
American Fiction, il protagonista è l’attore
Jeffrey Wright che interpreta Monk, uno scrittore e
professore represso che deve abbattere i propri muri.
Sterling K. Brown è suo fratello
Cliff, che ha già percorso questa strada: dopo anni di
matrimonio l’uomo ha dichiarato di essere gay e si
lascia andare con sesso e droga. Questa commedia
drammatica, ispirata al romanzo Erasure
di Percival Everett, diretta e scritta
dall’esordiente Cord Jefferson ha ricevuto
ben cinque nomination per gli Oscar 2024. Oltre alla già citata per miglior
attore non protagonista di Sterling K.
Brown, troviamo anche quella per sceneggiatura non
originale, per miglior attore
protagonista, miglior colonna sonora e la
più importante di tutte cioe per miglior film.
Per Brown, già star della serie di
successo
This is us, con cui si è aggiudicato diversi premi
come Golden Globe e un Emmy
Awards, potrebbe davvero sorprendere se nella
Notte degli Oscar fosse lui, il più
outsider di questa categoria, a sollevare il premio più
importante del cinema?
Mentre il collega più giovane
Leonardo DiCaprio, è stato snobbato
dall’Academy quest’anno, il veterano
Robert De Niro è arrivato alla sua ottava
candidatura. De Niro, che oggi ha 80 anni, è stato
nominato come miglior attore non protagonista in
riconoscimento della sua interpretazione del vero boss del crimine
dell’Oklahoma William King Hale, al centro degli eventi di
Killers of the Flower Moon di Martin
Scorsese.
Per l’attore italo-americano si
tratta di un nuovo incredibile record di longevità con i Premi
Oscar, dato che questa nomination arriva a ben 49 anni dalla sua
prima candidatura, quella ottenuta per
Il Padrino: Parte II del 1975, per la
quale vinse il suo primo Oscar come
miglior attore non protagonista. L’Oscar invece
come migliore attore protagonista è arrivato solo
qualche anno dopo nel 1981, grazie
all’interpretazione del pugile Jake LaMotta in
Toro Scatenato. Sarà forse di nuovo, grazie all’amico
Scorsese, che De Niro può iniziare a sognare di portarsi a casa la
sua terza statuetta?
Robert Downey Jr.,
Oppenheimer
Robert
Downey Jr. attualmente è il favorito
per questo premio da tutti, e i premi precedenti lo confermano come
anche il recente
Bafta Awardse il SAG
Awards. Figlio d’arte e attore fin da
bambino, ha ricevuto la sua prima candidatura nel
1993 con l’interpretazione di Charlie
Chaplin nel
film Charlot. Nel 2000 si è unito al
cast della serie TVAlly
McBeal, grazie alla quale ha ricevuto
un Golden Globe per miglior attore
non protagonista in una serie e
lo Screen Actors Guild Award per il
miglior attore in unaserie commedia. Il
suo personaggio è stato eliminato dalla serie quando è stato
licenziato, a causa di due arresti per droga
avvenuti tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001. Rinato delle sue
ceneri, come una fenice, nei primi Duemila è
scelto per essere
Iron Man, il supereroe che gli ha ridato la notorietà e le
chiavi di Hollywood.
Robert Downey Jr. con
Oppenheimer, ci ha regalato decisamente una delle
interpretazioni migliori della sua carriera. Il suo personaggio,
l’ex-ammiraglio e presidente della Commissione per l’energia
atomica degli Stati Uniti d’America, Lewis Strauss
è sfaccettato, diabolico e capace anche di grandi silenzi. Tutto
questo è grazie al talento dell’attore, che è riuscito a donargli
sia una sorta di strana purezza iniziale, per poi svelarne la vera
natura, riuscendo a bilanciare alla perfezione compostezza e
rabbia. Ora bisogna solo aspettare la notte più lunga
dell’anno per la consacrazione di un’intera stagione degli
Awards.
Ryan Gosling,
Barbie
Se l’Academy
americana ha voglia di sconvolgere tutti, durante la
cerimonia, il premio andrebbe immediatamente all’attore Ryan Gosling, arrivato alla sua terza
canditatura. L’attore canadese appena
dopo aver ricevuto la nomination ha subito dichiarato, con un
comunicato stampa, che era molto deluso delle
mancate candidature alla co-star
Margot Robbie e alla regista di
Barbie: “Non c’è Ken senza Barbie e non c’è
film su Barbie senza Greta
Gerwig e Margot
Robbie, le due persone più responsabili per questo film che ha
fatto la storia”.
Dopo il “quasi furto” del
2017, in cui per poco non ha vinto con
Sebastian, il sognatore e amante del jazz di
La La Land, sarà Ken ha donargli il suo primo Oscar?
Certo la serata di premiazione potrebbe essere ancora più
sorprendente del previsto, perchè c’è la possibilità che Gosling si
esibisca dal vivo sul palco con la
canzone, simbolo e manifesto della
Ken-Energy, il pezzo di Mark Ronson
intitolato
“I’m Just Ken”.
Mark Ruffalo, Poor
things
Il personaggio
interpretato da
Mark Ruffalo in
Povere Creature! di Yorgos Lanthimos,
Duncan Wedderburn, ha spaventato non poco
l’attore, tanto che il cast scherzava sul fatto che sarebbe stato
sostituito dall’amico
Oscar Isaac. Ruffalo per la prima volta, nella sua fantastica
carriera, porta sul grande schermo un meschino e
affascinanteavvocato che seduce, almeno
all’inizio della storia, la protagonita Bella
Baxter.
Questo ruolo “oscuro” arriva dopo
una carriera in cui ha interpretato principalmente padri di
famiglia, uomini fondamentalmente buoni e con una giusta
morale. Intanto Ruffalo, alla sua ben
quarta nomination, può gia cantar vittoria, visto
che recentemente si è guadagnato la sua stella
sulla Walk of Fame, situata al 6777 di
Hollywood Boulevard.
Miglior attore non
protagonista… chi vincerà ?
Inutile ripetere che
durante la 96ª edizione dei premi Oscar, che si
terrà a Los Angeles al Dolby Theatre nella
notte tra il 10 e 11 marzo 2024, almeno in questa
categoria non ci saranno grandi sorprese. Perché il
Bafta come miglior attore non
protagonista a Robert
Downey Jr. lo conferma, per chi sottovaluta questi
premi, come un evento laterale e troppo lontano da Hollywood, fa un
grosso sbaglio perchè molti dei membri votano sia per la
British Academy che per l’Academy
americana. Ora non ci resta che aspettare e magari sperare
in un bel colpo di scena, che potrebbe arrivare solo dal
bambolotto Ken di Gosling o dal
sexy Duncan di Ruffalo.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Il silenzio degli innocenti sono solo
alcuni tra i titoli più celebri di questo genere. Un titolo recente
che propone un nuovo assassino e le sue perverse attività è
Hangman – Il gioco dell’impiccato, che
come si può intuire dal titolo è incentrato sul celebre gioco.
Diretto nel 2017 da Johnny
Martin, il film è dunque un altro affascinante film di
questo genere per gli appassionati di queste storie. Anche in
questo caso, tutti gli indizi sono sotto gli occhi, occorrerà solo
individuarli correttamente per poter risolvere il mistero proposto.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Hangman –
Il gioco dell’impiccato
Il film segue le indagini del
criminologo e profiler Will Ruiney e dell’esperto
detective Ray Archer, costretti a seguire le
tracce di un nuovo serial killer che sta sconvolgendo al città con
una serie di brutali omicidi, ispirati al gioco per bambini
L’Impiccato. Ogni cadavere è dunque accompagnato da un indizio
criptato e ogni messaggio viene fatto seguire da un omicidio ancora
più efferato. Con l’aiuto della reporter Christi
Davies, Archer e Ruiney cercheranno allora di prevedere le
prossime mosse dell’assassino, nella speranza di catturarlo prima
che possa continuare a fare del male.
Ad interpretare il detective Ray
Archer vi è l’attore premio Oscar Al Pacino, il quale per la nona volta nella
sua carriera interpreta questo tipo di ruolo. Le altre otto volte è
stato per: Sfida senza regole (2008), The Son of No One (2011), Insomnia (2002), Heat – La sfida (1995), Seduzione pericolosa
(1989), 88 minuti (2007), Cruising (1980) e Serpico (1973). Accanto a
lui, nel ruolo del detective Ruiney vi è invece Karl Urban, oggi noto per il ruolo di Butcher
nella serie The
Boys. Brittany Snow è la reporter Christi Davies,
mentre Joe Anderson è l’assassino noto come
Hangman. Sarah Shahi è invece il capitano Lisa
Watson.
La spiegazione del finale di
Hangman – Il gioco dell’impiccato
Negli ultimi istanti del film,
Christi, la giornalista che stava aiutando i due detective a
risolvere il caso, viene rapita dall’assassino. Quando i detective
cercano indizi nella sua casa, Archer trova un ciondolo che rimanda
al prologo del film. Utilizzando questo ciondolo, riesce a dedurre
chi sia l’assassino. Anche se non lo spiega, riesce anche a capire
dove si trova l’assassino e lo raggiunge prima che Christi venga
uccisa. A questo punto il film rivela un flashback in cui una
versione più giovane di Archer entra in una casa e trova un uomo
appeso con un cappio intorno al collo.
In un angolo, vede un bambino,
seduto lì tutto turbato dal suicidio del padre. Questo flashback
rivela dunque che l’assassino è quel bambino ora cresciuto. Nel
flashback si vede anche un avviso di sfratto che giace sul
pavimento della casa. Questo spiega che il padre del ragazzo si era
ucciso dopo aver ricevuto tale avviso. Dopo che quel giorno Archer
aveva abbandonato il ragazzo, quest’ultimo ha iniziato a nutrire
rancore nei suoi confronti per non avergli evitato all’epoca di
essere affidato agli assistenti sociali. Inoltre, il trauma della
morte del padre e il dolore per essere stato cacciato dalla casa
della sua infanzia lo hanno reso l’assassino che è.
Inoltre, per quanto riguarda la
cronologia degli omicidi, sembra esserci un lungo intervallo tra il
primo e i successivi. Questo può essere spiegato sempre ricordando
la scena in cui Archer trova un ciondolo a forma di teschio nella
casa di Christi. Il ciondolo era infatti lo stesso che Archer aveva
notato nell’auto di un automobilista in corsa nel prologo del film.
Se si uniscono i puntini, diventa evidente che l’autista in eccesso
di velocità non era altri che l’assassino. All’epoca non era
sospettato di omicidio, ma era stato mandato in prigione per aver
infranto il codice della strada.
Ma poiché era in prigione, dunque,
la sua serie di omicidi è stata interrotta subito dopo il primo
omicidio. Uscito dal carcere, ha dunque ricominciato con i propri
delitti. L’assassino gioca inoltre a questo gioco dell’impiccato
solo per avere un senso di controllo sui suoi omicidi e alla fine
l’impiccato diventa anche la sua “firma”. Inoltre, nei momenti
finali, si scopre che la parola del gioco dell’impiccato che si
cercava di risolvere era “EVICTIONEM”. Si tratta di una parola di
origine latina che significa “sfratto”.
Nella sua testa, dunque, l’assassino
stava semplicemente rivivendo il suo ricordo d’infanzia, in cui suo
padre si era suicidato dopo aver ricevuto l’avviso di sfratto.
Così, con la sua mentalità infantile, spesso incideva la lettera
della parola sulle sue vittime e rievocava il suicidio del padre
appendendole a un cappio. Nel finale, dunque, mentre Ruiney e
Archer si scontrano con l’assassino, questi ultimi due rimangono
uccisi. La vicenda sembra risolta, anche se conclusasi con la morte
del detective. Al funerale di questi, però, Ruiney riceve un pezzo
di carta su cui è disegnato un altro gioco dell’impiccato.
Questo impiccato sembra avere dieci
lettere, con la quarta che è una “A”. È molto probabile che anche
in questo caso si tratti di una parola latina, quindi non si può
certo prevedere di cosa si tratti. Tuttavia, il finale del film
sembra suggerire che l’assassino aveva probabilmente anche un
partner. Questo partner potrebbe essere un fratello o semplicemente
qualcuno che ha una mentalità perversa simile e desidera emulare
quanto compiuto dall’assassino di questo film. Per Ruiney, dunque,
ha inizio un nuovo caso.
Hangman – Il gioco dell’impiccato: ci sarà un
sequel?
Nonostante questo finale
particolarmente aperto, ad oggi non sembra esserci in programma un
sequel di Hangman – Il gioco dell’impiccato. Ad aver
influito su tale mancanza di seguito c’è sicuramente stato lo
scarso riscontro economico ottenuto dal film, come anche il parere
negativo espresso dalla critica nei confronti di quest’opera.
Nonostante ciò, chi ha apprezzato il film non ha mancato di
esprimere online il proprio desiderio di vedere un nuovo racconto
dedicato a questo particolare assassino e al suo gioco
dell’impiccato. Ad oggi, però, queste richieste non hanno sortito
alcun effetto.
Il trailer di Hangman – Il
gioco dell’impiccato e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Hangman – Il gioco dell’impiccato grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 24
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Quello del
thriller è da sempre uno dei generi più popolari e amati del
cinema. Film appartenenti a questo si sono visti declinati in tutti
i modi possibili, pur mantenendo sempre le stesse caratteristiche
di base. Ci sono poi opere che traggono ispirazione da eventi
realmente accaduti, e tra questi si colloca Formula per
un delitto, diretto nel 2002 da Barbet
Schroeder, regista candidato all’Oscar per il
film Il mistero Von Bulow. Con questo suo film, uno
degli ultimi da lui diretti, si è così confrontato con la storia
scritta da Tony Gayton, incentrata su di un
omicidio apparentemente perfetto ma che, come ogni delitto,
presenta in sé anche le cause del proprio smascheramento.
Come accennato, la vicenda qui
narrata è ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto negli
anni Venti del Novecento, ovvero l’omicidio perpetrato dagli
studenti Leopold e Loeb. Un
evento che ha avuto un grande impatto nella cultura di massa,
divenendo in più occasioni oggetto di rielaborazione per opere
cinematografiche. Tra le più celebri si ricordano Nodo alla
gola, diretto dal maestro Alfred Hitchcock, e
Funny Games di Michael Haneke. Con il
film del 2002 si riporta dunque al cinema tale storia, adattata
ovviamente al proprio tempo. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Formula per un
delitto non ottenne da subito un particolare favore di critica
e pubblico, passando in sordina al suo debutto in sala.
Con gli anni ha però acquisito lo
status di cult, ed è divenuta un’opera che tutti gli amanti del
genere riguardano con piacere, ritrovandovi tutti gli elementi più
classici relativi all’omicidio e alle relative indagini. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia che ha
ispirato il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Formula per un
delitto
Protagonisti del film sono
Richard Haywood e Justin
Pendleton, compagni di scuola i quali nutrono il desiderio
di mettere in pratica le regole per commettere l’omicidio perfetto,
quello che nessun potrà mai risolvere. Dopo aver studiato e
preparato tutto nei dettagli, i due giovani passano così al rapire
un’innocente e casuale vittima. Per evitare che il delitto possa
essere ricondotto a loro, fanno in modo che la colpa ricada sul
bidello Ray Feathers, il quale non è nuovo allo
spaccio di marijuana tra gli studenti. Quando il corpo della
vittima viene ritrovato in un sacco, le indagini hanno inizio.
Per i due ragazzi, convinti
dell’accuratezza di quanto fatto, sorge così il più grande degli
imprevisti. A gestire il caso è infatti la detective Cassie
Mayweather, esperta e assolutamente non disposta a scedere
a compromessi. Questa, infatti, individua da subito una serie di
tracce che farebbero ricadere la colpa sui due ragazzi,
sopravvalutatisi nelle rispettive capacità. A causa dell’influenza
dei genitori di Richard, però, Cassie si vede privata del caso.
Dovrà a questo punto operare in autonomia, trovando il modo di
smascherare quelli che ritiene i veri colpevoli del caso.
Formula per un delitto: il
cast del film
Ad interpretare la determinata
detective Cassie Mayweather vi è l’attrice premio Oscar Sandra Bullock.
Questa non era nuova a film di questo genere, ma era
prevalentemente conosciuta per diverse commedie romantiche. Con
questo ruolo contribuì dunque una volta di più a dimostrare le
proprie capacità anche con personaggi e storie diverse da quelle a
cui era solita partecipare. L’attrice dovette inoltre raggiungere
una notevole forma fisica, necessaria per poter eseguire alcune
delle scene più complesse previste per lei. Nel ruolo del suo
collega, il detective Sam Kennedy vi è invece l’attore Ben
Chaplin, noto per film come
La sottile linea rossa,
The New World e The Water
Horse. Chris Penn, noto per Le iene e America oggi, interpreta qui il
bidello Ray Feathers.
Nei panni dei due ragazzi omicidi,
Justin Pendleton e Richard Haywood, si ritrovano rispettivamente
gli attori Michael Pitt e Ryan Gosling.
Pitt, noto per film come
The Dreamers e Last Days, ha poi avuto modo
qualche anno dopo di recitare in un altro dei film ispirati al
reale omicidio, ovvero il già citato Funny Games. Gosling,
invece, era qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, e
raccontò in seguito di aver avuto molta difficoltà ad interpretare
alcune scene del film. In particolare, quella in cui i due
protagonisti commettono l’omicidio lo ha portato ad uno stato di
stress tale da culminare nel vomito. Il set fu però per lui anche
un nido d’amore, dato che proprio qui conobbe la Bullock, con cui
ebbe poi una relazione per circa un anno.
La vera storia che ha ispirato il film Formula per un
delitto
Come anticipato, il film è ispirato
ad un reale caso di cronaca verificatosi nel 1924, e che ha visto
protagonisti gli studenti Nathan Freudenthal Leopold
Jr. e Richard A. Loeb. Ricchi e
provenienti da agiate famiglie dell’alta borghesia, i due si
conobbero nel 1919, e trovarono da subito nel proprio status, nella
passione per i crimini e nel disprezzo per le donne i loro
interessi in comune. Da subito iniziarono a commettere alcuni furti
e vandalismi per spezzare la noia delle loro vite borghesi. Con il
passare del tempo, però, iniziarono a diventare sempre più
ambiziosi, fino a progetterare quello che consideravano il piano
perfetto per un delitto.
I due studiarono per mesi ogni
dettaglio affinché non potessero essere identificati e catturati.
Il 21 maggio del 1924 misero infine in atto il loro piano, rapendo
e uccidendo il quattordicenne Bobby Frank, figlio di un ricco
imprenditore. Dopo averlo deturpato con l’acido, si sbarazzarono
del corpo gettandolo in un canale. Successivamente, inviarono una
lettera ai genitori di Bobby con la richiesta di riscatto. A
tradirli, tuttavia, fu un semplice paio di occhiali. Rinvenuti sul
luogo del ritrovamento del cadavere, questi presentavano una
speciale montatura, indossata da sole tre persone a Chicago.
Leopold, il proprietario di questi,
venne così interrogato, e con l’emergere di ulteriori indizi questi
fu costretto a confessare. Grazie ad un esperto avvocato i due
ragazzi riuscirono ad evitare la pena di morte, venendo però
condannati all’ergastolo. Il delitto scosse l’opinione pubblica del
periodo per vari motivi: per l’efferatezza dell’omicidio, per lo
status sociale dei ragazzi, e per l’aver ucciso un innocente per
tedio e per il solo gusto di farlo e provare le proprie abilità. La
cosa sollevò dunque accesi dibattiti, spingendo a riflettere sul
ruolo delle nuove generazioni.
Il trailer di Formula per un
delitto e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Formula
per un delitto grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
sabato 24 febbraio alle ore 21:00
sul canale Iris.
Ci sono voluti anni, ma la serie
live-actionAvatar – La leggenda di
Aangdi Netflix
è finalmente arrivata. Lo streamer ha pubblicato tutti gli
otto episodi contemporaneamente e i fan ora hanno la tanto attesa
opportunità di tornare a uno dei franchise più amati della cultura
pop. Anche se una seconda stagione non è ancora
confermata, questo primo gruppo di episodi lascia
sicuramente la porta aperta per altri, offrendo un finale
che rispecchia quello della serie originale animata di
Nickelodeon. Mentre Aang (Gordon
Cormier), Katara (Kiawentiio) e Sokka
(Ian Ousley) raggiungono la Tribù dell’Acqua del
Nord dopo un viaggio lungo e pericoloso, la Nazione del Fuoco si
avvicina a loro sotto il comando dell’avido e spietato Ammiraglio
Zhao (Ken Leung). Ma cosa succede una volta
iniziata la battaglia?
In Avatar – La leggenda di
Aang, Team di Avatar e i Dominatori dell’Acqua uniscono le
forze contro la Nazione del Fuoco
Nell’episodio 7 di Avatar –
La leggenda di Aang, intitolato “Il Nord“, Aang,
Sokka e Katara arrivano alla capitale della Tribù dell’Acqua del
Nord, Agna Qel’a, e iniziano immediatamente a prepararsi per la
loro imminente battaglia contro la Nazione del
Fuoco. Katara scopre i poteri curativi del Dominio
dell’Acqua ma viene rifiutata quando chiede al Maestro Pakku di
addestrarsi come guerriero. Secondo lui le donne non possono
combattere e devono usare le loro capacità solo come guaritrici.
Quando lei lo sfida a duello, lui vince, ma lei riesce
comunque a dimostrare la sua abilità di guerriera.
Nel frattempo, Sokka si lega alla
principessa Yue (Amber Midthunder). Spiega che è
quasi morta quando era bambina ed è stata salvata dallo Spirito
della Luna, che le ha trasferito parte della sua energia vitale.
Aang, a sua volta, entra finalmente in comunione con Avatar Kuruk
(Meegwun Fairbrother), che gli dice
che essere un Avatar significa essere solo e fare
scelte impossibili quando si tratta di sacrificarsi, ma si
rifiuta di aiutarlo ulteriormente.
Quando inizia l’episodio 8 di
Avatar – La leggenda di Aang, intitolato
“Legends“, i Gaang guidano una missione di ricognizione
verso la flotta della Nazione del Fuoco, ma ripiegano quando vedono
che ci sono centinaia di navi. Il piano della Nazione del Fuoco
consiste in un attacco frontale al Muro di Ghiaccio di Agna Qel’a e
un pallone aerostatico nascosto che lo sorvola e atterra nell’Oasi
Sacra della Tribù dell’Acqua del Nord. L’ammiraglio Zhao
intende trovare gli spiriti della Luna e dell’Oceano, che
sono la fonte dei poteri dei Dominatori dell’Acqua, e ucciderli
prima, impedendo così del tutto alle persone di dominare l’Acqua.
Zio Iroh (Paul Sun-Hyung Lee) cerca di convincere
Zhao a rinunciare a questo piano perché getterebbe il mondo intero
nello scompiglio, ma Zhao rifiuta. Nel frattempo, Zuko
(Dallas Liu), che Zhao pensava fosse morto,
si infiltra in Agna Qel’a per riprendere la sua ricerca
dell’Avatar .
Una volta iniziata la battaglia in
Avatar – La leggenda di Aang, Avatar
Kuruk appare ad Aang per avvertirlo della vicinanza del suo
coltello, il che significa che qualcosa di terribile sta per
accadere agli spiriti della Luna e dell’Oceano. Katara guida un
intero battaglione di studenti di Dominio dell’Acqua dopo che il
Maestro Pakku accetta di lasciare combattere anche le donne, mentre
Sokka e Yue hanno il compito di tenere le persone lontane dal Muro
di Ghiaccio. Tuttavia, mentre li proteggono dalla caduta dei
detriti, Momo, il lemure volante, viene ferito a
morte. Per aiutarlo, Yue rivela a Sokka l’Oasi
Sacra, dove può curare Momo e proteggere gli spiriti della
Luna e dell’Oceano, che sono lì come carpe che nuotano nello
stagno.
L’ammiraglio Zhao raggiunge il suo
obiettivo ma deve affrontare conseguenze
Nel disperato tentativo di
proteggere gli spiriti della Luna e dell’Oceano, Aang prende Katara
e si precipitano verso l’Oasi Sacra ma vengono intercettati da
Zuko. Katara decide di trattenere Zuko e iniziano a
duellare, mentre Aang incontra Sokka e Yue all’Oasi
Sacra. Inizia uno stallo quando Aang e Zhao si affrontano dai
lati opposti dello stagno dell’Oasi Sacra, con Zhao che tiene la
carpa catturata dello Spirito della Luna in una borsa. Mentre
si provocano a vicenda, Iroh attacca Zhao, che lascia cadere lo
Spirito della Luna. Aang cerca di recuperarlo usando
il suo Dominio dell’Aria ma fallisce poiché Zhao riesce ad alzarsi
e pugnalare lo spirito .
Il cielo diventa improvvisamente
rosso mentre la luna svanisce nel nulla e i Dominatori
dell’Acqua perdono improvvisamente i loro poteri. La Nazione
del Fuoco quindi fa breccia nel Muro di Ghiaccio e inizia a
saccheggiare Agna Qel’a. Arrabbiato e disperato, Aang si tuffa
nello stagno dell’Oasi Sacra e si consegna allo Spirito
dell’Oceano. Insieme diventano un colossale mostro
fatto d’acqua, e Yue spiega a Sokka che non esiste più un
Avatar e che Aang è stato consumato dallo Spirito dell’Oceano, il
quale ora è destinato a vagare per gli oceani del mondo alla
ricerca del suo partner, il Moon Spirit, ma senza mai
trovarlo. Il mostro acquatico procede quindi ad
attaccare violentemente la flotta della Nazione del
Fuoco.
Zhao, Iroh e gli altri soldati
della Nazione del Fuoco fuggono dall’Oasi Sacra e Iroh
trova Zuko appena fuori dal santuario di Avatar Kuruk.
Zuko vede Zhao scappare e si arrabbia, ingaggiandolo immediatamente
in un combattimento su un ponte. Il principe è arrabbiato per il
modo in cui Zhao ha complottato per ucciderlo e portargli via
tutto, al che l’ammiraglio lo schernisce ulteriormente dicendo che
ha avuto aiuto dalla stessa principessa Azula (Elizabeth
Yu) e che il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim) non avrebbe mai
voluto riavere Zuko come suo erede. Sconvolto, Zuko libera
Zhang, che sta per colpire il principe da dietro, ma viene fermato
quando un attacco di Iroh lo fa cadere dal ponte e
nell’acqua gelata, uccidendolo.
Il mostro acquatico distrugge la
flotta della Nazione del Fuoco ma non ferma la sua furia mentre
Katara cerca inutilmente di farsi ascoltare da Aang. All’Oasi
Sacra, Sokka si chiede se esiste un modo per riportare in vita lo
Spirito della Luna, e Yue si rende conto che esiste. Poiché
lei ha in sé parte dell’energia vitale dello Spirito della
Luna, la soluzione è che lei prenda il posto dello
spirito e diventi lei stessa la Luna. Entra nello stagno e
scompare in una pozza di luce, mentre la Luna si riaccende nel
cielo. Il mostro acquatico si gira a guardare la Luna, realizzando
che il suo partner è tornato, e si scioglie nell’oceano. Lo Spirito
dell’Oceano viene domato e Aang, che si era perso, ritorna.
Ci sarà una seconda stagione di
Avatar – La leggenda di Aang?
All’indomani della battaglia, Aang
e Katara piangono le numerose morti tra la Tribù dell’Acqua, e
Sokka viene confortato dal capo Arnook (Nathaniel
Arcand), il padre di Yue, che è orgoglioso di sua figlia e
grato a Sokka per averla protetta. Katara viene ringraziata
anche dal Maestro Pakku, che le regala una bottiglia contenente
l’acqua dell’Oasi Sacra e la invita a restare e ad insegnare ai
giovani Dominatori dell’Acqua. Lei rifiuta perché c’è uno
studente più importante che ha bisogno della sua guida:
Aang. Insieme, Aang, Katara e Sokka decidono di continuare il
loro viaggio insieme.
Lontano, nella Nazione del Fuoco,
il Signore del Fuoco Ozai viene a sapere della loro sconfitta ma
non vede alcun problema. Mentre il mondo era preoccupato per
la Tribù dell’Acqua del Nord, mandò Azula a
conquistare Omashu, la seconda roccaforte più grande del Regno
della Terra, lasciando libero solo Ba Sing Se. Apprende
anche dal Grande Saggio (François Chau) che la
cometa di Sozin sta per tornare dopo il suo ciclo di 100 anni,
promettendo di trasformare la Nazione del Fuoco in un nemico ancora
più mortale.
Dall’uscita di
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame sono passati rispettivamente sei e cinque
anni, un tempo abbastanza lungo in cui i Marvel Studios non sono ancora
riusciti a risolvere alcuni misteri presenti al loro
interno. I due film sappiamo aver concluso la
Saga dell’Infinito e gettato le basi per quella del
Multiverso, e perciò sono stati colmi di eventi e dinamiche,
alcune delle quali rimaste “in sospeso”. Questo ha di conseguenza
non solo portato nel corso degli anni a varie ipotesi da parte dei
fan, ma ha anche aumentato il desiderio di avere delle spiegazioni
in merito. Scopriamo perciò quali sono i principali misteri del
MCU
che devono ancora essere risolti.
L’avvertimento dell’Antico
Quando in Avengers: Endgame assistiamo alla sequenza del furto
nel tempo dei Vendicatori, contemporaneamente vediamo anche Smart
Hulk andare a New York City nel 2012 per acquisire la Gemma del
Tempo dall’Antico. Tuttavia il mago esita a consegnargliela,
avvertendolo che la sua rimozione dalla linea temporale, essendo la
principale arma contro le forze dell’oscurità, avrebbe permesso al
mondo di essere invaso. In quel momento però non si capisce bene a
cosa si riferisca con precisione, e Bruce Banner sembra anche
dimenticarsi dell’avvertimento. Nella linea temporale che sta
venendo trattata adesso non ci sono più le Gemme dell’Infinito,
eppure il mondo non è stato invaso come invece l’Antico aveva
detto. Un punto che invece si sarebbe dovuto chiarire.
La posizione di Kraglin
Un personaggio di cui alcune
dinamiche non sono state chiarite è Kraglin. Quando Infinity
War uscì, James
Gunn fu interrogato sulla sua posizione, in quanto Kragilin si
era unito ai Guardiani della Galassia alla fine del Vol.
2, film uscito prima di Avengers: Infinity War, ma in quest’ultimo era stato
assente. Il regista aveva affermato, secondo quanto riportato da
Reddit, che il personaggio stava “facendo qualcosa di
importante”, eppure tutto questo non è mai stato rivelato né
in Avengers:
Infinity War né in Endgame,
né tantomeno è stato menzionato o accennato qualcosa in Guardiani della Galassia Vol. 3. Essendo il loro
futuro incerto dopo il passaggio di Gunn alla DC, non sappiamo se
il MCU risolverà il mistero.
I dubbi sul vecchio Steve
Rogers
Il
Captain America di
Steve Rogers è stato uno degli Avengers più amati dell’intera
saga, e molti hanno vissuto con commozione e dispiacere il
passaggio del testimone con Sam Wilson. Facendo un passo indietro,
torniamo alla fine di Avengers: Endgame, quando Steve Rogers intraprende la
sua missione in solitaria per riportare le Gemme dell’Infinito
nelle rispettive linee temporali. Invece di tornare immediatamente
nel presente, però, egli coglie l’occasione per andare nel passato
e ricominciare con Peggy Carter, avendo il suo happy ending come ci
viene mostrato.
Nonostante questo, Rogers riappare
in una delle ultime sequenze del film per poter dare, come dicevamo
prima, il suo scudo. In quella circostanza lo vediamo invecchiato,
il tempo trascorso è evidente sul suo volto, eppure non conosciamo
i dettagli su come abbia fatto ritorno perché non sono mai stati
spiegati. Inoltre, non è chiaro se Steve Rogers sia ancora vivo
nell’attuale continuità del MCU, quindi è possibile avere anche un suo
come back.
Chi è Braddock?
Restando su Avengers:
Endgame, c’è un momento in cui dopo aver perso il
Tesseract, Tony Stark e Steve Rogers viaggiano ancora più indietro
nel tempo per prendere la Gemma dello Spazio di un altro periodo
temporale. Vanno così nel 1970, a Camp Lehigh, dove è stato
istituito lo SHIELD, e mentre Stark rintraccia il Tesseract, Rogers
va alla ricerca di altre Particelle Pym che gli permettano di far
ritorno a casa. In quel momento, però, l’Avenger intravede Peggy, e
possiamo sentirla chiedere cosa sia successo a un uomo di nome
Braddock. Nei fumetti Marvel Comics, Brian Braddock è Capitan
Bretagna, e pur avendo avuto un ruolo incisivo nelle storie del
multiverso, questo personaggio non è ancora apparso nel MCU.
Thanos e la Gemma del Potere
Torniamo ad Avengers:
Infinity War, ed esaminiamo la scena in cui Thor incontra
i Guardiani della Galassia. È in quella occasione che l’Avenger
rivela che
Thanos, una settimana prima, aveva decimato Xandar per
reclamare la Gemma del Potere, conservata al sicuro presso i Nova
Corps (come avevamo appreso nel primo Guardiani della Galassia).
Questa è l’unica Gemma dell’Infinito che gli spettatori non hanno
mai visto effettivamente reclamare da Thanos sullo schermo, e molti
chiedono che sia mostrato nel MCU.
Nonostante non si conoscano i dettagli, è iniziata a circolare
l’ipotesi che la serieNova dei Marvel Studios possa
finalmente mostrarlo.
Che fine fa il Teschio Rosso?
Nel finale di Captain America – Il Primo Vendicatore si vedeva il
Teschio Rosso essere spinto nello spazio dopo aver impugnato il
Tesseract, e in Avengers:
Infinity War scopriamo che era stato mandato su Vormir per
custodire la Gemma dell’Anima. Una maledizione apparentemente
ineluttabile, eppure l’MCU
non ha mai rivelato cosa gli sia successo dopo che questa viene
presa prima da Thanos, nella sequenza straziante della morte di
Gamora, e dopo da Clint Barton in Avengers:
Endgame. Potrebbe anche essere che la Gemma dell’Anima sia
stata presa per liberare il Teschio Rosso, permettendogli di
tornare nel futuro del MCU, ma da allora di lui
non si è saputo più niente.
La morte del Collezionista
Conosciamo per la prima volta il
Collezionista nella scena post-credits di Thor:
The Dark World, dove viene presentato come un
collezionista di ogni specie bizzarra, al quale è stato affidato il
compito di conservare la Gemma della Realtà. Ed è proprio perché ne
è il custode che in Avengers:
Infinity War diventa un bersaglio per
Thanos, il quale si reca a Knowhere per reclamarla. Una volta
ottenuta, il destino del Collezionista non si conoscerà mai, anche
se si è ipotizzato che i Guardiani della Galassia abbiano
acquistato Knowhere da lui prima che arrivasse il loro Speciale
Vacanze. Non è detto però che sia sopravvissuto all’attacco del
Titano.
Dov’è Harley Keener?
Chi si ricorda di Harley Keener, il
bambino con cui Tony Stark fa amicizia in Tennessee in Iron Man
3? Ebbene, in quell’occasione il ragazzino aiuta l’Avenger
a tornare in azione, e con il suo ritorno – oramai cresciuto – al
funerale di Stark avvenuto in Avengers: Endgame, capiamo molto bene che il loro
rapporto era forte, o comunque Keener aveva avuto sulla vita del
Vendicatore un grande impatto. Il suo cameo nel film, che ha
lasciato molti felicemente sorpresi, aveva fatto ipotizzare un suo
ruolo più incisivo nel futuro del MCU, ma al momento non è apparso da nessun
altra parte, quindi non è chiaro il suo destino nella saga.
La TVA e le linee temporali
alternative
Prima che debuttasse la serie tv
Loki, le linee temporali ramificate e le realtà
alternative non erano molto comuni all’interno del MCU. Con esso, invece, vediamo ufficialmente
l’Autorità per le Variazioni Temporali portare queste linee
temporali ramificate per cancellare qualsiasi variante di
Kang il Conquistatore. L’esistenza della TVA ha fatto nascere
alcuni dubbi sul fatto che abbia portato o meno le linee temporali
create durante il Time Heist in Avengers:
Endgame. In Loki, Ravonna Renslayer rivela che gli Avengers
avrebbero dovuto viaggiare nel tempo, e ciò implica che la TVA non
abbia tagliato queste realtà. Nonostante questo, con alcuni grandi
cambiamenti apportati, come l’assenza di Thanos, Steve Rogers che
sa che Bucky è vivo e il furto del Tesseract, la TVA non può averli
ignorati totalmente.
Captain America e le Gemme
dell’Infinito
Concludiamo con uno dei misteri
forse più importanti sia di Avengers:
Infinity War che di Avengers:
Endgame, e che riguarda ciò che è accaduto durante la
missione di Steve Rogers per restituire le Gemme dell’Infinito.
Dopo aver sconfitto
Thanos, l’Avenger viaggia nel tempo per riportare sia queste
che Mjolnir nella loro linea temporale. Tuttavia, la Gemma dello
Spazio non è più nel Tesseract, quella del Potere non è nell’Orb,
quella della Realtà non è liquida, quella della Mente non è nello
scettro di Loki e restituire quella dell’Anima al Teschio Rosso
sarebbe stata un’interazione interessante. Noi non vediamo come
Captain America faccia a riportarle tutte al loro posto, e sebbene
molti vogliano vedere questo viaggio, rimane un mistero
assoluto.
Le cose stanno veloce ancora una
volta per uno dei più grandi franchise più redditizi della storia
del cinema. È stato
appena annunciato che il regista di Rogue
One e The
Creator, Gareth Edwards,
prenderà le redini della regia di Jurassic
World 4, il prossimo film della serie Jurassic
World, e sembra che sia entusiasta dell’incarico,
qualcosa che lo ha allontanato dal lavorare sui propri progetti
originali per cogliere tale opportunità.
All’evento FYC di Collider
per The
Creator ieri sera, moderato
da Steve Weintraub , Edwards ha potuto parlare
un po’ dell’ottenimento del lavoro, che lo pone accanto a grandi
del settore come Colin
Trevorrow, JA
Bayona e Steven
Spielberg. Dato che la notizia è venuta fuori
così in fretta, dice di aver tentato di avvisare la sua famiglia
prima che arrivasse su Internet, anche se è un compito difficile al
giorno d’oggi. “Ho fatto del mio meglio per contattare mia
madre e dirglielo prima che la notizia fosse pubblicata su
Internet”, dice, “e ho fatto lo stesso con mia
sorella. Ho svegliato mia sorella per dirglielo. Ho
lasciato un messaggio a mio padre, ma a causa della differenza di
fuso orario sta dormendo. Quindi spero che non guarderà su
Internet quando si sveglierà”.
Edwards si unisce a un franchising
iconico
Come fa di solito ogni regista,
Gareth Edwards ha anche elogiato molto il regista
originale di Jurassic ParkSteven
Spielberg, che cita come “la ragione per cui [lui]
ha sempre voluto diventare un regista“. L’opportunità di
lavorare sul franchise è stata una di quelle che ha colto al volo
immediatamente, anche se era destinato ad allontanarsi dal cinema
per un po’ dopo la corsa agli Oscar per The
Creator :
“Stavo per prendermi una pausa
e ho iniziato a scrivere la mia prossima idea per un film e questo
è l’unico film che mi farebbe mollare tutto come un sasso e
tuffarmi dentro. Adoro Jurassic Park. Penso che il primo
film sia un capolavoro cinematografico… quindi questa opportunità è
come un sogno per me. E lavorare con Frank Marshall, la
Universal e David Koepp, che sta scrivendo la sceneggiatura, penso
che siano tutte leggende. Quindi sono semplicemente molto
emozionato”.
Edwards è il secondo regista ad
avere il suo nome associato al nuovo film di Jurassic
World , dopo che il regista di The
Fall
Guy, David
Leitch, è stato per un breve periodo in trattative
con il regista. David Koepp, responsabile sia
della sceneggiatura di Jurassic Park che del suo
seguito, Il
mondo perduto, scriverà la sceneggiatura, e
sembra che le cose stiano andando in una direzione positiva per il
sequel, nonostante abbia una data di uscita nel 2025 e nessuna cast
o finestra delle riprese già impostata. Steven Spielberg produrrà anche Jurassic
World 4 attraverso la sua Amblin Entertainment,
insieme a Frank Marshall, ma nessuna stella
di Jurassic
Park o Jurassic
World tornerà per il nuovo sequel.
Il sequel Jurassic
World 4, ancora senza titolo, segnerà il settimo
capitolo della serie Jurassic Park, senza contare la serie
spin-off animata di Netflix, Jurassic World: Camp
Cretaceous. L’ultimo film della
serie, Jurassic
World – Il Dominio, è uscito nel 2022, è stato in
gran parte un successo finanziario, incassando oltre 1 miliardo di
dollari in tutto il mondo, con il ritorno (che provoca nostalgia)
di Sam Neill , Laura
Dern e Jeff Goldblum, con
protagonista accanto a Chris Pratt e Bryce
Dallas Howard, tra gli altri.
Sony Pictures Classics ha
appena pubblicato il trailer
di Daddio,
l’ultimo film con Dakota Johnson e si spera,
per la star, che questo sarà accolto meglio della sua attuale
uscita cinematografica, Madame
Web. Il film, presentato lo
scorso anno al Toronto International Film Festival, racconta la
storia di una corsa in taxi che cambia la vita dall’aeroporto John
F. Kennedy di New York al cuore di Manhattan. Dakota Johnson è il passeggero,
mentre Sean
Penn guida il taxi nel
lungometraggio d’esordio alla regia della scrittrice e
regista Christy
Hall.
In particolare,il film è anche il primo dramma “con i piedi per terra” a
utilizzare latecnologia “WALL” di
The Mandalorian, girato interamente
in teatri di posa con scorci di strada proiettati sullo
schermo. La cabina era circondata da pannelli LED ad alta
risoluzione, utilizzando lenti anamorfiche depotenziate per un look
vintage, che aggiungeva un’aria di autenticità al prodotto finale
del film.
Il film è un un film a doppio
gioco, con Johnson e Penn gli unici membri del cast coinvolti, che
dannoal film un’aria di teatralità, e c’è chiaramente
un enorme livello di recitazione molto altoin quello
spazio ristretto di un iconico taxi giallo. Sean
Penn ha detto – tramite Hall, l’anno scorso – che il
film gli aveva fatto venire voglia di calcare le scene e salire sul
palco ancora una volta. “Hanno davvero realizzato lo spettacolo
perché sono entrambi gente di teatro“, ha spiegato Hall,
“Sean è stato aBroadway; ha lavorato
con Sam Shepherd per
molti anni, originando gran parte del suo lavoro a San
Francisco. Dakota ha fatto teatro prima di diventare la
gloriosa star del cinema che è. Quindi l’abbiamo semplicemente
trattato come una commedia.
Dakota Johnson e Sean Penn sono i produttori di “Daddio”
Hall ha detto a Perri
Nemiroff di Collider l’anno scorso che sia Sean Penn che Dakota Johnson sono alleati fondamentali da
avere al suo fianco, non solo come star, ma anche come produttori
del progetto, riponendo la loro fiducia in lei come la persona
giusta per dirigere il film nonostante la sua inesperienza nel
cinema.
“Essendo il mio primo
lungometraggio, ho alzato la mano per alcune delle mie
sceneggiature e, molte volte, mi è stato detto di no. Avevo
davvero bisogno che le persone mi circondassero, e Sean e Dakota
hanno riposto la loro fiducia in me, hanno riposto la loro fiducia
in questa sceneggiatura e hanno detto: “No, Christy è quella che
dirigerà questo film e noi aiuteremo. Sarà lei a spingere questo
masso su per la montagna.’”
Frankenstein di Guillermo del
Toroè ad un
passo dal diventare realtà, con il regista che annuncia attraverso
i suoi account sui social media che le riprese per il suo prossimo
progetto sono iniziate. Con un selfie in mezzo a un campo
innevato, Guillermo del Toro ha fatto sapere al
pubblico che le riprese hanno preso il via per l’ultimo adattamento
della storia senza tempo scritta daMary
Shelley. Frankensteinsegnerà il primo film di del Toro
dall’uscita di Pinocchio,
poiché il regista distingue la sua versione della storia dei mostri
dagli adattamenti precedenti grazie al suo stile visivo
caratteristico e all’amore per i misteri irrisolti.
Frankenstein è rimasto per molto tempo un
progetto che ha appassionato Guillermo del Toro, e
il regista messicano ha finalmente riunito un cast potente per dare
vita alla storia. Jacob
Elordiha
recentemente sostituito Andrew
Garfieldnel ruolo
del mostro, unendosi a Oscar
Isaac, Mia
Gothe Christoph Waltz come parte
del cast. Oscar
Isaac interpreterà lo stesso Dottor Victor
Frankenstein, uno scienziato che spinge i confini tra la vita e la
morte con i suoi esperimenti non convenzionali. Il resto dei
personaggi del film non sono stati ancora rivelati e, a giudicare
dai luoghi freddi che il regista ha visitato durante la ricerca dei
luoghi delle location, sembra che la storia del Dottor Frankenstein
e della sua creazione sarà ambientata in un luogo lontano e
misterioso.
Chi c’è nel cast del Frankenstein di Guillermo del
Toro?
Guillermo del Toro scrive, dirige e
produce Frankenstein insieme a J. Miles Dale,
che è stato produttore di Guillermo del Toro’s Cabinet Of
Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary
Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno
scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un
mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del
creatore che della sua tragica creazione. Del Toro sta sviluppando
il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo
desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di
Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul
racconto classico.
Nel film Oscar
Isaac interpreterà Victor
Frankenstein, mentre Mia Goth sarà
la protagonista femminile, ma il suo ruolo effettivo è ancora
sconosciuto. Così come è sconosciuto il ruolo che avranno Christoph Waltz e Charles Dance. Andrew
Garfield era inizialmente stato scelto per
interpretare la Creatura, ma ha dovuto rinunciare al film per via
di altri impegni, venendo sostituito da Jacob Elordi. Le riprese del film dovrebbero
svolgersi nel corso dei prossimi mesi, con una distribuizione
prevista su Netflix per il 2025.
Vin Diesel ha inviato un messaggio a
tutti i membri della famiglia
Fast and Furious, facendo sapere al mondo che il
prossimo capitolo del franchise sarà davvero l’ultimo. Sebbene
Vin Diesel avesse già accennato in precedenza
all’estensione del franchise oltre Fast
XI – o Fast X: Part
Two come potrebbe essere conosciuto – questo è quanto
di più definitivo.
Nella dichiarazione rilasciata su
Instagram, Vin Diesel fa molteplici riferimenti al
“finale” della serie e invia un messaggio ai fan di
Fast and Furious, ringraziandoli per il
loro entusiasmo, passione e supporto nel corso degli anni. La
dichiarazione completa di Vin Diesel può essere trovata di
seguito:
Abbiamo appena concluso il
nostro incontro di fine settimana con gli scrittori e l’intero
team… dire che l’eccitazione per il nostro finale è stata
incredibilmente potente è un eufemismo. Oh. Così
emozionante…
Mentre tutti si avviavano verso
il fine settimana carichi ed emozionati, ho pensato a tutti voi…
ricordando gli innumerevoli momenti in cui il vostro entusiasmo e
la vostra passione sono diventati la forza trainante del nostro
viaggio creativo. Il tuo impegno per la nostra saga ha avuto
un impatto unico sul suo successo e sulla sua evoluzione… come
direbbe la mia figlia più giovane, è profondo.
Grazie per essere la spina
dorsale di questa saga globale che, grazie a te, trascende lo
schermo.Questo gran finale non è solo un finale; è
una celebrazione dell’incredibile famiglia che abbiamo costruito
insieme.
Alla conclusione
di Fast
X, siamo rimasti con un cliffhanger quando
Dante di Jason
Momoa sembrava andarsene con il
sopravvento su Dominic Toretto di Vin
Diesel, dopo aver tentato di raggiungere il figlio di Dom,
Brian, tramite l’aiuto del voltagabbana Aimes (Alan Ritchson). Il
fratello di Dom, Jakob (John
Cena), si sacrifica per salvare Brian e
portarlo in salvo. Dom e Brian si gettano in acqua, ovviamente, da
una diga e sopravvivono a malapena. Nel frattempo, Letty
(Michelle
Rodriguez) si ritrova in una prigione
artica insieme a Cipher di Charlize
Theron, prima che Gisele
di Gal
Gadot, presumibilmente morta dopo gli
eventi di Fast
and Furious 6, arrivi in un
sottomarino per aiutare.
Una scena a metà titoli
rivela che ancheDwayne Johnsontornerà
nel franchise per il finale. Dopo
essere stato etichettato come criminale, Hobbs è stato al
lavoro per rintracciare i suoi obiettivi e scoprire una delle reti
di sorveglianza di Dante. Dante promette che anche Hobbs sarà
un obiettivo, creando una potenziale faida che potrebbe estendersi
anche a un altro film spin-off in cui
Dwayne Johnson sarà il protagonista, una volta che la
sua attuale storia in WWE sarà terminata.
Non ci sono personaggi nel Marvel Cinematic
Universe come Tony
Stark: irriverente e mordacemente sarcastico, è una di
quelle persone che sarebbe molto facile non amare ma, poiché è così
incredibilmente affascinante, la sua aura riesce a colpire chiunque
in modo sorprendente. Per di più, è anche colui che compie il più
grande sacrificio nella battaglia contro Thanos e la sua intenzione di piegare
l’universo alla sua volontà. Oltre a tutto il resto, ha anche un
senso dell’umorismo molto acuto e alcune sue citazioni sono
diventate assolutamente iconiche!
“Dammi uno scotch. Sto morendo di
fame”.
Tony Stark
non ha certamente paura di dire in maniera sfacciata ciò che vuole,
e questo include l’essere sincero…anche quando vuole bere qualcosa.
In questo caso, ciò che rende la citazione così divertente è che
sta essenzialmente ammettendo che, piuttosto che mangiare
effettivamente qualcosa, vuole soltanto gustarsi uno scotch per
concludere al meglio la giornata. Tony può non
essere il miglior modello di comportamento a volte, ma almeno si
conosce abbastanza bene da capire cosa desidera in un dato
momento.
“Tieniti forte, Legolas”.
Tony Stark
si autocompiace nell’insultare le persone in modi che sa che li
infastidiranno, e non c’è nessuno che sia immune dal suo sarcasmo.
Questo include Occhio di Falco, che è più volte bersaglio
delle battute di Tony. Naturalmente, non aiuta il fatto che
Tony stia paragonando Occhio di
Falco all’attraente Legolas de Il Signore degli Anelli, sebbene a suo modo
sia anche un complimento (dato che Legolas era un
arciere molto rinomato: questo è sicuramente considerato come uno
degli insulti più divertenti del MCU.
“Te l’ho detto. Non voglio unirmi
alla tua boyband super segreta”.
Ci vuole coraggio smisurato
per andare contro a Nick Fury (uno dei migliori ruoli di Samuel L. Jackson), ma è proprio quello che
Tony fa con questa
battuta impertinente.
Naturalmente, deve dimostrare, a se
stesso come a Nick, che vede i
Vendicatori come non degni di essere presi sul
serio, ed è per questo che decide di riferirsi a loro come una boy
band piuttosto che utilizzando un epiteto che ne trasmetta
l’eroismo.
“Sono un grande fan del modo in
cui perdi il controllo e ti trasformi in un enorme mostro verde di
rabbia”.
Ogni volta che Tony Stark
incontra qualcuno per la prima volta, sembra incapace di esimersi
dal fare una battuta o un commento sarcastico, di solito riuscendo
a colpire direttamente i punti sensibili dell’interlocutore. In
questo caso, quando incontra Hulk, e anche se
sembra ammirare la sua (in)capacità di Banner di controllare la rabbia, è chiaro che
sta facendo una battuta a spese del supereroe.
E’ sicuramente una battuta molto
divertente, ma mostra anche che c’è sempre un limite all’approccio
di Tony con gli altri.
”Iron Man.” Accattivante, suona
bene. Non è tecnicamente preciso. L’armatura è in lega di oro e
titanio, ma è un nome evocativo, simbolico”
Oltre ad avere un malvagio
senso dell’umorismo sui difetti e le manie degli altri, Tony Stark
ha anche la tendenza ad essere pedante. È una “libertà” che si
prende e gli si può anche riconoscere, dato che è innegabilmente un
genio e merita credito per le sue capacità di leadership.
Per di più, è difficile non ridere
di Tony che fa notare che il nome Iron
Man, che è diventato iconico come la tuta stessa è,
in effetti, un nome fuorviante.
“Vostra madre sa che indossate le
sue vesti?”
Se c’è una persona per cui
Tony
dovrebbe avere almeno un po’ di rispetto, dovrebbe essere Thor che,
dopo tutto, è uno dei personaggi più forti del MCU.
Tuttavia, questo non impedisce a Tony di prenderlo
in giro con toni shakespeariani e, dato il rapporto di Thor con sua madre, è una battuta abbastanza
infelice.
Ma visto che è
Tony che lo pronuncia, non risulta così crudele
come potrebbe essere se fosse qualcun altro a scagliare questo
particolare insulto.
“Il signor Stark esibisce
narcisismo da manuale?”.
Tony Stark
è molte cose, ma non è cieco ai suoi difetti e alle sue
imperfezioni, che è precisamente ciò che rende questa citazione sia
molto divertente che, a suo modo, tragica. Riconosce di mostrare i
tratti che si associano al narcisismo e, piuttosto che difendersi o
arrabbiarsi, ammette semplicemente che è la verità.
I fan non possono fare a meno di
ammirare che qualcuno con i suoi poteri e le sue capacità sia
disposto ad ammettere i propri difetti caratteriali.
“Tu sei Spider-ino… il ragno che
combatte il crimine. Sei Spider-Boy?”
Uno dei rapporti più
sinceramente toccanti nel MCU
è quello tra Tony Stark
e Peter Parker: è chiaro che
Parker ammira davvero Stark, così
come è chiaro che Stark riconosce con affetto
l’innocenza giovanile di Parker e il suo desiderio di essere una
brava persona e un eroe.
Tuttavia, questo non impedisce a
Stark di esibire il suo consueto senso
dell’umorismo quando incontra Peter Parker, riferendosi a lui, in
modo piuttosto sprezzante, come “Spider-Boy”. È un Tony
Stark da manuale, ed è questo che la rende una citazione
iconica: la loro è sicuramente una delle migliori amicizie del
MCU.
“E’ lui il capo, io metto solo i
soldi, i progetti e faccio sembrare tutto più affascinante!”
Anche se ha la tendenza ad
essere disinvoltamente brutale con quasi tutti, bisogna dire che
Tony non è
più gentile quando si tratta di se stesso. Infatti, ammette un
rispetto piuttosto rancoroso per Capitan America, come dimostra questa
battuta.
Allo stesso tempo, non resiste
all’occasione di far capire che paga davvero tutto lui e che ha un
glamour da rock star che innegabilmente gli appartiene, il che
aumenta l’impatto cool dell’immagine dei Vendicatori.
“Meglio essere temuti, o
rispettati?… Io dico: è troppo chiedere entrambe le cose?”
Questa è una domanda che ha
ossessionato i leader per secoli, e quindi ovviamente anche
Tony si perde a rifletterci. Essendo Tony
Stark, tuttavia, non potrà mai schierarsi solo da una
parte o dall’altra.
In questa battuta molto umoristica,
mette in chiaro, ancora una volta, che non ha intenzione di
accontentarsi di niente di meno di ciò che vede come suo dovere, e
se qualcuno nel MCU
è destinato ad essere sia temuto che rispettato, è proprio lui.
Credeteci! La serie di anime e
manga Naruto, famosa in tutto il mondo, ha
finalmente trovato il regista e lo sceneggiatore che daranno vita a
Konoha sul grande schermo. Lionsgate ha
affidato il progetto a Destin Daniel Cretton,
regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, per
cercare finalmente di far decollare l’adattamento.
Oltre a scrivere la sceneggiatura e
a passare dietro la macchina da presa, Destin Daniel
Cretton sarà anche produttore insieme a Jeyun
Munford sotto la sua società Hisako. La
mossa riunirà il regista e lo studio dopo la loro precedente
collaborazione per Il castello di vetro.
Un film su Naruto
è in lavorazione presso la Lionsgate da diverso tempo, essendo
stato annunciato per la prima volta nel 2015. Da allora, il
progetto è rimasto in sospeso fino all’arrivo della sceneggiatrice
Tasha Huo alla fine dello scorso anno. Con
l’aggiunta di Cretton, tuttavia, la storia del
giovane ninja Naruto Uzumaki dovrebbe iniziare a
muoversi molto più velocemente verso la produzione. Non è chiaro se
Huo sia ancora coinvolta in qualche modo, ma il film vede ancora la
presenza di Avi Arad, Ari Arad ed Emmy Yu della
Arad Productions, il team dietro il prossimo film di Borderlands,
nel team di produzione insieme a Jeremy Latcham.
Creato dal leggendario mangaka
Masashi Kishimoto, Naruto segue le avventure del
suo protagonista, un giovane ninja eternamente entusiasta e
motivato, che insegue il sogno di diventare Hokage, il leader del
suo villaggio, the Hidden Leaf Village. Dentro di lui, però, c’è
una bestia a nove code che ha attaccato la sua casa anni prima,
rendendolo un emarginato tra gli abitanti del villaggio. La serie
segue la sua crescita da emarginato immaturo a ninja rispettoso e
potente che combatte insieme ai suoi amici per proteggere Konoha da
una serie di minacce con poteri malvagi propri. Nella rivista
giapponese Weekly Shonen Jump, Naruto ha avuto un
periodo di grande successo dal 1999 al 2014, vendendo 250 milioni
di copie di volumi raccolti in 60 paesi e territori in tutto il
mondo e generando diverse serie animate, tra cui il popolare sequel
Boruto.
Cretton ha l’approvazione di
Kishimoto per ‘Naruto’
Grazie a
Shang-Chi, Cretton si è guadagnato un meritato riconoscimento
sia come sceneggiatore che come regista, continuando a lavorare
all’adattamento della serie Disney+American Born
Chinese e sviluppando un sequel del film diretto da
Simu Liu. Anche gli altri suoi lungometraggi,
Short Term 12 e Just Mercy, sono stati premiati.
Soprattutto, quando si tratta di adattare qualcosa di così amato e
con un’ampia tradizione come Naruto,
Cretton ha anche ricevuto un voto di fiducia da
Kishimoto dopo averlo incontrato a Tokyo. Il creatore del manga ha
detto di Cretton:
“Quando ho saputo dell’ingaggio
di Destin, è successo subito dopo aver visto un suo film d’azione
di successo, e ho pensato che sarebbe stato il regista perfetto per
Naruto. Dopo aver apprezzato gli altri suoi film e aver capito che
il suo forte è creare solidi drammi sulle persone, mi sono convinto
che non c’era altro regista per Naturo. Incontrando Destin, l’ho
trovato un regista di mentalità aperta, disposto ad accogliere i
miei suggerimenti, e ho sentito che saremmo stati in grado di
collaborare insieme nel processo di produzione“.
Restate sintonizzati qui su
Cinefilos.it per ulteriori informazioni sul film live-action di
Naruto, man mano che Cretton si metterà al
lavoro.
Avatar: L’ultimo dominatore
dell’aria è un’amata serie televisiva animata con una
fanbase devota e, dopo il deludente adattamento live-action del
2010 di M. Night Shyamalan, la pressione
sull’annunciata serie Netflix
Avatar – La leggenda di Aang erano tante.
I fan hanno trovato fin dall’inizio
motivi per lamentarsi di questa trasposizione della serie, che si
sono intensificati nelle ultime settimane con la rivelazione di
ulteriori dettagli (in particolare su come lo show differirà dalla
sua controparte animata). Ad aumentare ulteriormente le
preoccupazioni è stato il fatto che l’embargo sulle recensioni di
Avatar – La leggenda di Aang non è stato revocato
fino alla première dello show, avvenuta oggi.
Ebbene, la prima ondata di verdetti
è stata emessa e sono innegabilmente contrastanti, se non del tutto
negativi.
Anche le recensioni positive di
Avatar – La leggenda di Aang non sono esattamente
entusiasmanti e, per la maggior parte, sembra che i fan della serie
originale rimarranno delusi da questa nuova versione live-action di
Avatar – La leggenda di Aang.
L’importantissimo punteggio di
Rotten Tomatoes è attualmente pari al 58% sulla
base di 40 recensioni e lo terremo d’occhio nei prossimi
giorni.
Per ora, potete dare un’occhiata a
un campione di recensioni di Avatar – La leggenda di Aang qui sotto
.
Alla fine, è difficile dire a
chi si rivolga esattamente questa versione di Avatar. I fan
dell’originale rimarranno delusi dalla rivisitazione senza fascino
e da una sorta di “valle del mistero” del mondo che conoscono e
amano. I nuovi arrivati potrebbero essere scoraggiati in
generale. [C- – AV Club]
[La maggior parte di queste
critiche non saranno importanti per gli spettatori che si
avvicinano al mondo di Avatar per la prima volta. Per coloro che
sono aperti a prendere il remake al valore nominale, c’è molto da
divertirsi, e questo vale anche per i fan di lunga data che si
avvicinano alla serie con una mente aperta – anche se alcuni pezzi
potrebbero sembrare fuori luogo. [3/5] – Digital Spy
In definitiva, Avatar: L’ultimo
dominatore dell’aria di Netflix è una versione peggiore della
commedia in-universale “Il ragazzo nell’iceberg” dell’episodio “I
giocatori dell’isola di Ember” della serie originale. [1,5/5] –
Discussing Film
Questo adattamento è in bilico tra
due impulsi: si fida del suo pubblico meno di quanto facesse uno
show per bambini, pur cercando di essere “L’ultimo dominatore
dell’aria per adulti”. Alcune scelte di casting azzeccate non
riescono a salvare la serie da un lavoro poco stimolante e da una
confusione tonale. [2/5] – Empire
Dato che l’Avatar originale è stato
acclamato da più parti (compresa questa) come una delle migliori
serie degli ultimi decenni, essere all’altezza della sua memoria
sarebbe stato un traguardo quasi impossibile da raggiungere per
qualsiasi reboot o adattamento.
Ma i difetti che affliggono questo Avatar sono interamente suoi,
separati dal peso insostenibile delle aspettative dei fan. –
L’Hollywood Reporter
La serie live-action Avatar: The
Last Airbender arricchisce la storia originale con nuovo materiale
significativo, ma il ritmo incalzante, i dialoghi ricchi di
esposizioni e gli effetti poco efficaci non sono esattamente in
equilibrio. [7/10] – IGN
Migliore di Cowboy Bebop, meno
godibile di One Piece, Avatar: The Last Airbender si colloca nel
mezzo degli adattamenti live-action di Netflix, proprio come i suoi
predecessori. In un modo strano, la sua qualità riflette uno dei
principi fondamentali di Avatar: l’equilibrio. Né terribile né
sorprendente, è semplicemente… bello. – Mashable Dimenticate la
minaccia di Zuko o i dubbi di Aang che affliggono ogni passo del
suo viaggio: la sfida più grande di Avatar si rivela essere niente
meno che il modello stesso di streaming. [4/10] – Slash Film
La serie live-action Avatar:
L’ultimo dominatore dell’aria di Netflix ha i suoi punti di forza,
come il remix intelligente delle trame della serie animata
originale e un cast e una troupe diversi, ma il tentativo di
accontentare sia i fan che i nuovi arrivati rende l’adattamento
mediocre e spesso sconcertante. [2,5/5] – Total Film
Non doveva essere così. Forse non
c’era un modo migliore per adattare questa storia, ma forse non era
necessario adattarla. L’originale “Avatar” non mancava; non c’era
bisogno di rifarlo, se non per l’insaziabile avidità di Hollywood.
[1/4] – USA Today
Più di ogni altra cosa, il ritmo
del nuovo Avatar è ciò che lo fa sentire fuori posto, non solo per
la velocità con cui la serie si muove, ma anche per il modo in cui
quella velocità crea un senso di urgenza che non sembra emanare da
molti dei personaggi stessi.
Con un po’ più di spazio per
respirare, le sottotrame dello show avrebbero potuto essere più
ricche e i suoi eroi centrali più avvincenti – e aiutare Netflix ad
avere un altro One Piece invece di un Cowboy Bebop. – The Verge
Nel complesso, l’ambizioso “Avatar”
di Netflix si presenta come un accattivante passaggio di testimone
– onorando i fan dell’acclamato originale e iniziando una nuova
generazione al suo intricato mondo. Speriamo che il finale sia solo
il primo capitolo di una saga live-action. – The Wrap
Il regista di Superman:
LegacyJames
Gunn ha rivelato che il suo prossimo reboot del
DCU introdurrà una nuova versione della spalla
pasticciona di Lex Luthor.
All’inizio di oggi, il regista ha
condiviso una foto dell’intero cast principale del film poco dopo
aver completato la prima lettura del tavolo, e ora è emerso che
Terence Rosemore, apparso in tutti e tre i film di Guardiani della Galassia, interpreterà una
nuova versione di Otis.
L’imbranato scagnozzo è stato
interpretato dal compianto Ned Beatty in
Superman: The Movie di
Richard Donner e ha ripreso il ruolo per
Superman II. Una nuova incarnazione del
personaggio è stata poi introdotta nelle pagine della serie a
fumetti Smallville: Stagione 11.
Non è ancora chiaro in che modo
questa nuova versione di Otis si inserirà nella storia di Superman:
Legacy, ma è probabilmente lecito supporre che sarà in
qualche modo affiliato al cattivo megalomane di Nicholas Hoult.
L’inizio delle riprese è previsto
per l’inizio
la prossima settimana ad Atlanta, quindi c’è la possibilità di
vedere alcuni di questi attori in costume, anche se pensiamo che
James Gunn si
assicurerà che la sicurezza sia molto alta sul set. Potete dare
un’altra occhiata alla foto del dietro le quinte
qui.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU).
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Nessuno è rimasto sorpreso, ai César
Awards 2024, quando Anatomia di una caduta e Justine
Triet, sua regista e co-sceneggiatrice, hanno fatto
incetta di premi. Il film francese, che ha stregato anche Hollywood
e l’Academy, si avvia con le sue 5 nomination agli Oscar a una
serata davvero indimenticabile, forte anche del sostegno di
casa.
Tra gli altri
vincitori, Adèle
Exarchopoulos per All Your
Faces e il documentario nominato agli Oscar
Four Doughters, la cui regista ha pronunciato un
appassionato discorso condannando il massacro dei bambini a
Gaza.
Ecco la lista completa dei vincitori dei César Awards
2024:
Dopo numerose false partenze, il
reboot de Il Corvo, dal titolo originale The
Crow ha finalmente una data di uscita ufficiale.
Abbiamo perso il conto del numero di volte in cui una nuova
versione della graphic novel gotica è stata sviluppata per poi
essere accantonata o accantonata per un motivo o per l’altro, ma
nel 2022 abbiamo saputo che un reboot stava andando avanti con la
star di It,
Bill Skarsgård nel ruolo principale di Eric
Draven e il regista di Biancaneve e il
Cacciatore e Ghost
in the ShellRupert Sanders dietro la
macchina da presa.
Ora, Deadline riporta che The
Crow prenderà il volo il 7 giugno di quest’anno negli
USA.La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven
(Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente
assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li
raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore
sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata
vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei
morti per mettere a posto le cose sbagliate“.
Va sottolineato che questo film non
è un vero e proprio remake, bensì un nuovo adattamento dall’omonima
graphic novel. Sembra che questa versione possa apportare alcune
modifiche all’iconica serie a fumetti di James
O’Barr, incentrata su un uomo di nome Eric Draven che,
insieme alla sua fidanzata, viene brutalmente ucciso da una banda
di teppisti. Un anno dopo, viene resuscitato da una forza mistica
sotto forma di corvo e si mette in viaggio per vendicarsi.
Anche in questo caso, diversi
registi hanno tentato di riproporre questo racconto gotico e,
mentre alcuni fan saranno sicuramente felicissimi di sapere che
questo riadattamento ha ricevuto una nuova vita, la notizia
potrebbe non essere accolta con particolare entusiasmo da
tutti.
Molti ritengono che il film di Alex
Proyas del 1994, interpretato dal compianto Brandon Lee, abbia svolto un lavoro perfetto
di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il
film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook.
The
Crow sarà interpretato anche da Danny Huston,
Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non
rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la
sceneggiatura.
Avevamo sentito dire che le riprese
di Superman:
Legacy sarebbero iniziate all’inizio di marzo e,
durante la telefonata di venerdì dedicata ai guadagni del quarto
trimestre, il CEO di Warner Bros. DiscoveryDavid Zaslav ha rivelato che le riprese del reboot
del DCU inizieranno ufficialmente la
prossima settimana.
Sebbene Zaslav si sia detto
ottimista riguardo a Superman:
Legacy e al futuro del nuovo DCU
in generale, ha ammesso che lo studio non ha ottenuto i risultati
sperati. “In definitiva, lo studio ha avuto un rendimento
insufficiente, anche alla fine dell’anno, quando abbiamo avuto
qualche difficoltà, ma siamo molto ottimisti per l’anno in corso,
che ci ha dato la possibilità di avere molti vantaggi nei prossimi
due anni“.
Gunnar Wiedenfels, CFO di Warner
Bros. Discovery, ha anche osservato che lo studio ha dovuto
affrontare “sfide” per quanto riguarda la produzione di
supereroi.
“Per quanto riguarda i film, è
ovvio che continuerà ad essere un’attività guidata dai successi.
L’anno scorso è stato un grande esempio, con il più grande successo
nella storia dello studio cinematografico, e alcune sfide reali in
tutto il settore sul lato dei supereroi. Il colore
viola” e il sequel di supereroi “Aquaman e il regno
perduto” non hanno avuto grandi risultati“.
Ecco la fan art che dopo avervi
rivelato quello che potrebbe essere
il nuovo logo, ci da un’idea di come potrebbe essere il nuovo
superman:
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU).
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Il terzo spin-off di Harry
Potter, Animali
fantastici – I segreti di Silente (qui
la recensione), aveva promesso un’espansione del mondo magico
di J.K. Rowlings ricca di
riferimenti, e così è stato. L’ambientazione negli anni ’30 può
rendere impossibile un cameo del trio di protagonisti di Harry
Potter, ma è subito evidente che il ritratto della storia
d’amore e dell’esplosiva
spaccatura tra Silente e
Grindelwald sa esattamente a quale mondo
appartiene. E nonostante le recensioni negative del film è
assolutamente un miglioramento rispetto a I crimini di Grindelwald. Ci sono comunque molti
riferimenti, richiami e battute interessanti che strizzano l’occhio
allo spettatore fan di Harry Potter. Ecco tutti gli easter
egg del mondo magico in Animali
fantastici: I segreti di Silente.
L’orologio magico di Silente
Mentre i film di Harry
Potter hanno scelto di omettere l’orologio magico da tasca
di Albus Silente, nonostante la sua apparizione in due dei libri
originali di JK Rowlings, esso compare nel film. Ne I
segreti di Silente, l’insegnante di Hogwarts (Jude
Law) lo usa per trovare la posizione di Credence, dopo
averlo usato per la prima volta nei libri di Harry Potter per
capire che Hagrid era in ritardo nel consegnare il neonato Harry
Potter al 4 di Privet Drive.
Il cameo di Minerva McGonagall
A causa della collocazione di
Animali Fantastici: I Segreti di Silente nella linea
temporale di Harry Potter, non ci sono molte apparizioni
di personaggi potteriani, ma la Minerva McGonagall
di Fiona Glascott appare di nuovo, dopo il suo debutto ne I Crimini di
Grindelwald.
Lo specchio magico di Aberforth
Silente
La rivelazione che Credence Barebone è in realtà il figlio di
Aberforth Silente ne I
segreti di Silente non si concilia del tutto con il colpo
di scena de I crimini di Grindelwald, ma rappresenta una
conclusione più soddisfacente per la sua storia. La loro relazione
viene rivelata nel corso del film con un legame inedito che li vede
comunicare tra specchi incantati, scrivendo messaggi sul vetro
smerigliato. Sebbene sia una variazione leggermente diversa
rispetto a I Doni della Morte, nel complesso, si tratta di un
buon modo per far sì che la storia di Credence con Silente si
inserisca maggiormente nel mondo.
L’origine della parola d’ordine
dell’ufficio di Silente
Nonostante il fatto che Silente e
Jacob non abbiano un rapporto abbastanza buono da permettere al
primo di partecipare al matrimonio del secondo (per qualche motivo
poco chiaro), c’è un accenno al fatto che il babbano ha significato
per il futuro preside di Hogwarts più di quanto possa sembrare. Ne
I
segreti di Silente, Jacob viene ingannato da un gruppo di
studenti Serpeverde e costretto a mangiare dei grappoli di
scarafaggi, come Albus rivela con orrore. In un futuro di Harry
Potter di circa 50 anni dopo, Silente usava “Cluster di scarafaggi”
come una delle parole d’ordine del suo ufficio a Hogwarts. Forse
come tributo?
La Stanza delle Necessità
A rigor di logica, Silente avrebbe
potuto usare la Stanza delle Necessità per creare magicamente le
false valigie incantate che il suo gruppo di eroi porta in Bhutan,
ma la logica non è sempre il punto forte di Animali
Fantastici. In ogni caso, la famigerata Stanza delle
Necessità di Hogwarts gioca un ruolo chiave nel complotto contro
Grindelwald, poiché ospita una gigantesca
campana-chiave che porta Newt e il gruppo alla resa dei conti con
Grindelwald.
Il ritorno dei libri dei
mostri
Durante il finale di Animali
Fantastici: I Segreti di Silente in Bhutan, quando i
seguaci di Grindelwald aprono le valigie false, vengono rivelati i
loro incantesimi. Una delle valigie sembra contenere solo libri,
finché la verità non viene rivelata e ogni tomo si rivela essere un
Libro dei Mostri, scatenando un attacco di massa ai cattivi maghi.
Il libro dei mostri è apparso per la prima volta in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,
quando Hagrid lo introduce nella sua lista di letture per la Cura
delle Creature Magiche.
Il ritorno del Deluminatore di
Silente (con un tocco)
Il Deluminatore di Albus Silente ha avuto un ruolo
importante ne I Doni della Morte, quando ha permesso al Ron Weasley
di
Rupert Grint di riconnettersi con Harry e Hermione durante la
loro ricerca dei Doni. Prima di allora, era stato mostrato mentre
esercitava i suoi poteri magici, per lo più previsti, di accendere
e spegnere le luci. E ora, Animali
Fantastici: I Segreti di Silente rivela un nuovo potere
del Deluminatore, che Silente sembra usare per teletrasportare se
stesso e Credence nella versione del Mondo Magico del
Sottosopra.
Il segno dei Doni della Morte
Stranamente, i fan di Harry
Potter si sono appropriati del segno dei Doni della Morte in
un modo che lo ha allontanato dal suo significato nella tradizione
del Mondo Magico, scegliendolo come un simbolo frequentemente usato
dal fandom. In Animali
Fantastici: i Segreti di Silente, il simbolo si intravede
brevemente sopra una porta del quartier generale del castello di
Grindelwald. In un nuovo sviluppo, Grindelwald introduce anche il
proprio simbolo, incorporando elementi dei Doni della Morte insieme
alle sue iniziali per creare una sorta di logo politico.
L’origine del Boccino d’Oro di
Harry Potter?
Dopo che il Quidditch è stato
abbandonato dai film di Harry Potter, riappare brevemente in
Animali
Fantastici: I Segreti di Silente: la prima sequenza di
Hogwarts si apre con due Cercatori che inseguono un Boccino d’Oro
sopra le torri della scuola. In seguito, una delle valigie
incantate nella sequenza del Bhutan contiene un set di palle da
Quidditch, con il Bludger che crea scompiglio. Durante la sequenza,
Silente recupera il Boccino e lo mette in tasca: potrebbe essere lo
stesso Boccino che in seguito diventerà così importante nei film di
Harry Potter? Dopotutto, Silente era un sentimentale e avrebbe
potuto scegliere di usare nella prima partita di Quidditch di Harry
lo stesso Boccino usato per sconfiggere Grindelwald.
“Sempre”
Dato il suo arco di redenzione,
Animali
Fantastici: I Segreti di Silente cerca chiaramente di
trasformare il Credence Barebone di Ezra Miller in una nuova versione di
Piton, aggiungendo tragedie e traumi alla sua storia. Come
ultimo cenno a questa trasformazione, quando Credence rivela ad
Aberforth di essere in fin di vita, chiede al padre se ha pensato a
lui. La risposta di Aberforth è un semplice “Sempre”, in un
evidente richiamo al tributo di Piton a Lily Potter che da allora è
diventato un simbolo duraturo del fandom del mondo magico.
L’amministratore delegato della
Disney Bob Iger ha recentemente annunciato i piani
per Oceania
2, un nuovo film su Oceania,
che arriverà nelle sale il prossimo luglio (meno di un anno dopo
averne appreso l’esistenza). Se da un lato la notizia ha generato
entusiasmo tra i fan della Disney Animation, dall’altro ha lasciato
molte persone perplesse.
Già nel 2020 era stata annunciata
una serie TV Disney+ su
Moana, con l’idea di fungere da seguito libero come i sequel di
Big Hero 6, Zootopia e Cars.
Quindi, cosa è cambiato?
Secondo The Wrap, tutto ciò fa
parte della strategia Disney per aumentare le
entrate dopo l’impatto che COVID e la gestione dell’amministratore
delegato Bob Chapek hanno avuto sui profitti dello studio.
Durante il suo mandato, per
aumentare gli abbonamenti a Disney+ è
stato sviluppato un flusso apparentemente infinito di contenuti
costosi e molti film, soprattutto quelli della Pixar, hanno saltato
completamente le sale.
Gli addetti ai lavori rivelano che
l’evoluzione di Oceania
2 è stata avviata solo pochi mesi fa, quando i
dirigenti Disney hanno avuto l’opportunità di guardare gli episodi
quasi finiti della serie.
Lo sceneggiatore e regista
David G. Derrick Jr. deve aver superato le
aspettative, perché si è deciso di unire gli episodi in un unico
racconto per il grande schermo. Si dice che lo studio abbia
“lottato” con l’idea, tenendo libero lo slot del Giorno del
Ringraziamento 2024 nel caso in cui uno dei suoi altri film –
Zootopia
2, per esempio – potesse occuparlo.
Parte della ragione di questo
cambiamento inaspettato è il guadagno che la Disney può creare al
di là della semplice vendita dei biglietti; tornando a franchise
già collaudati, si spera di aumentare l’interesse per le nuove
attrazioni del parco a tema e, in ultima analisi, di incrementare
le vendite di merchandising (che saranno inevitabilmente più alte
per un film che per una serie TV che passa su
Disney+ un
mercoledì a caso).
Sarà molto interessante vedere se
questa strategia andrà a buon fine; ci risulta difficile credere
che la versione per il piccolo schermo avrebbe arruolato
Dwayne Johnson per più di un cameo, visto quanto è
costoso il suo tempo, ma probabilmente le cose saranno cambiate ora
che Oceania
2 è un film.
Sicuramente questo ha portato a
cambiamenti radicali nella storia e alla necessità di creare nuove
scene in fretta e furia.
Cosa sappiamo su Oceania 2?
Oceania
2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation
Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Moana,
Maui e un nuovo equipaggio di improbabili marinai.
Dopo aver ricevuto un’inaspettata
chiamata dai suoi antenati, Moana deve viaggiare verso i
mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane per
un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai
affrontato.
Diretto da Dave Derrick
Jr. con le musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow
ed Emily Bear, del candidato al Grammy Opetaia Foa’i e del tre
volte vincitore del Grammy Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda non
tornerà), Oceania
2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.
Dune: Parte
Due non ha ancora debuttato nelle sale di tutto il
mondo, ma solo in base alle prevendite dei biglietti, il sequel di
Denis Villeneuve, acclamato dalla critica, si
preannuncia un successo molto più grande del film precedente.
Il primo film è uscito
durante la pandemia, debuttando nelle sale e in streaming nello
stesso periodo. Questo, insieme alla durata di oltre 2 ore e mezza,
ha fatto sì che le aspettative fossero un po’ più ridimensionate,
ma il film è riuscito comunque a incassare oltre 400 milioni di
dollari al botteghino globale (niente di spettacolare se paragonato
alla media dei film del MCU, è stato abbastanza da
giustificare un seguito).
Ora, Erik Davis di Fandango riporta
che Dune: Parte
Due si è già affermata come la più grande
prevendita del regista Denis Villeneuve fino ad
oggi, superando Blade
Runner 2049 e Arrival
allo stesso punto del ciclo di vendita e vendendo il doppio dei
biglietti di Dune: Parte
Uno.
Naturalmente, Dune: Parte
Due avrebbe sempre beneficiato del fatto di
essere uscito dopo la pandemia e di essere la diretta continuazione
del suo apprezzato predecessore. Anche le recensioni stellari
dovrebbero aiutare (il punteggio su Rotten Tomatoes è ora del
98%).
“Dune è
senza dubbio la grande saga di fantascienza dei nostri tempi
(assieme ad Avatar di
James Cameron). Lo è per le ambizioni che
Villeneuve dimostra nelle sue idee di messa in scena; per la sua
ostinata fedeltà al romanzo di Herbert; per la sua ricerca
dell’elemento materiale accanto all’effetto speciale in CGI;”
– si legge nella
nostra recensione “...per il suo pretendere il meglio dal
comparto del sonoro, della scenografia, della fotografia e da ogni
altro aspetto tecnico; per il suo dimostrare i forti richiami al
presente di un racconto composto ormai circa sessant’anni fa; ma
soprattutto per il suo essere un’opera con precisi intenti
autoriali rivolta però ad un pubblico di massa“.
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan
Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher
Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.
Dune: Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune: Parte
Dueuscirà nei
cinema il 28 Febbraio 2024!
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune: Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Blade
è passato attraverso diversi team creativi e date di uscita,
portando alla convinzione diffusa che il film abbia incontrato
serie difficoltà.
Dopo tutto, è passato quasi mezzo
decennio da quando è stato annunciato, anche se la pandemia può
aver provocato almeno una parte dei ritardi.
Sembra che i Marvel Studios stiano lottando per
il ritorno sul grande schermo del Daywalker, anche se ora
abbiamo un aggiornamento positivo da parte dello scooper
Daniel Richtman.
Smentitre le recenti affermazioni
secondo cui il premio Oscar Mahershala Ali starebbe pensando di lasciare
Blade e
conferma che Michael Green (Blade Runner 2049) sta
riscrivendo la sceneggiatura. Mahershala Ali sarebbe soddisfatto delle
modifiche apportate e sembra che sarà il regista Yann
Demange a portare il film al traguardo.
L’informatore ha anche menzionato che Midnight
Sons è ancora in lavorazione presso i Marvel
Studios, con l’idea attuale che la squadra sarà composta
da personaggi che non si sono riuniti al fianco dei Vendicatori. Di
conseguenza, è improbabile che Doctor Strange
compaia.
Per quanto riguarda i Fantastici
Quattro, Richtman conferma le recenti affermazioni di
Jeff Sneider, secondo cui Javier Bardem è l’attuale è l’attore in
trattative per interpretare Galactus, e fa notare che i Marvel
Studios sperano di ingaggiare almeno altri due cattivi.
Per quanto riguarda il casting del robotioc
H.E.R.B.I.E., si sta cercando un comico – uomo o
donna – per assumere il ruolo e questo ha spinto Ricky Gervais a
scrivere un post su X:
Marvel Studios is reportedly interested in
casting a comedian for the role of H.E.R.B.I.E. in ‘THE FANTASTIC
FOUR’.
L’uscita del film Fantastici
Quattro nelle sale è prevista per il 25 luglio 2025.
Per quanto riguarda Blade,
l’uscita è ancora prevista per il prossimo novembre, ma dovrebbe
slittare al 2026. Potrebbe arrivare anche più tardi, naturalmente,
ma i Marvel Studios hanno davvero bisogno di premere il grilletto
su questo film prima che passi troppo tempo!
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Bladedi
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade.
Nel finale della seconda stagione di Loki,
il Dio dell’inganno è diventato il Dio delle storie quando ha
salvato il Multiverso ponendosi al centro di esso.
Ora tiene insieme i tanti fili della realtà, condannandosi a
un’infinità di tempo trascorso da solo mentre ogni linea temporale
esistente prospera.
Naturalmente, il Multiverso non
sarà al sicuro per molto tempo, poiché la minaccia incombente delle
incursioni e di Kang (o forse di
Beyonder) è ancora in agguato.
Loki è destinato a tornare e, in Deadpool &
Wolverine, faremo di nuovo visita all’Autorità per le
variazioni temporali.
Sappiamo che ora sorvegliano tutte
le diverse linee temporali (invece di tagliarle), ma cosa vogliano
dal Mercante con la Bocca larga resta da vedere.
Inutile dire che è molto probabile
che Loki
venga citato in qualche modo, ma
Tom Hiddleston potrebbe essere tra gli attori che
faranno un cameo? Se non altro, ci aspettiamo di incontrare il
cattivo diventato eroe in una scena post-credits.
Alla domanda se apparirà in
Deadpool
& Wolverine durante una recente convention,
Tom Hiddleston ha risposto: “Non lo so, e se lo
sapessi… potrei non essere autorizzato a dirvelo. Non lo so
davvero, la Marvel protegge correttamente le
sue informazioni“.
Si dice che questo film porti
direttamente ad Avengers
5, quindi una sorta di tessuto connettivo con la più ampia saga
del Multiverso è sicuramente inevitabile. Date un’occhiata ai
commenti di
Tom Hiddleston per intero qui sotto e, come sempre,
restate sintonizzati con noi per ulteriori informazioni sul
MCU.
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Finalmente Doc – Nelle tue
mani 3 ha deciso di prendere lezioni dalle serie d’oltre
oceano lasciando il suo fedele pubblico a bocca aperta. Se
l’undicesimo episodio è molto classico e negli standard della
fiction, il dodicesimo invece punta sul “disaster episode”
in perfetto stile Grey’s
Anatomy, in cui il Policlinico Ambrosiano
viene colpito da una calamità naturale che colpisce tutta
Milano.
La trama di Doc – Nelle
tue mani 3episodio 11
L’undicesimo
episodiodella
serieDoc – Nelle tue mani 3 intitolato
“Lontani” si focalizza su Doc,
Luca Argentero, di nuovo in crisi e questa volta è colpa di
Diana. La donna che Andrea vedeva giovane, come una sorta
d’allucinazione qualche puntata fa, e che ora si
trova nell’ospedale perchè la figlia sta male. Intanto in reparto
c’è una crisi di letti, che deve risolvere
la caposala Teresa, invece Giulia,
Matilde Gioli, è a Roma per la sua ricerca per il futuro
trasferimento. Nelle stesse ore viene ricoverata
Elisabetta, la giovane donna seguita dal dottore
Damiano Cesconi, affetta da la
porpora, una malattia rara che sta curando da anni e che
prima seguiva la dottoressa Giordano.
Federico, l’attore
Giacomo Giorgio e Lin continuano a vivere
inisieme, nel frattempo poi appare, per la prima volta nella serie,
il padre del ragazzo che invita il figlio a
visitare la sua clinica oculistica. Nel frattempo
Martina è andata a chiedere aiuto ad un avvocato e
Riccardo, Pierpaolo Spollon, ha ricevuto la
proposta ufficiale di diventare medico sportivo della squadra
paraolimpica di pallanuoto di cui fa parte
Laura.
Il finale dell’undicesimo episodio
di Doc – Nelle tue mani 3 è forse quello che
più fa riflettere, mostrando una realtà troppo nota e che sentiamo
ogni giorno alla televisione. In realtà la figlia di Diana è stata
ricoverata per delle complicazioni a furia di ricevere le
botte dal suo compagno, quello che per tutti era il
classico bravo ragazzo, che invece come ci insegna la cronaca non
era. La causa di questa violenza era perchè la giovane donna non
riusciva a rimanere incinta, ma per fortuna Andrea
Fanti scopre tutto, il fidanzato viene denunciato e Diana
si scusa con Doc.
La trama di Doc – Nelle tue mani
3episodio 12
Eccoci qui con
“La scossa”, il “disaster episode” e quello che si può
ritenere il più riuscito e più bello di tutte le tre stagioni fino
ad ora. La prima scena svela subito il momento più
drammatico e da cardio palma dell’intero episodio, per poi
tornare indietro a ben 48 minuti prima. Sono le
8.00 del mattino e il dottore Fanti è pronto per
il suo turno, solo che avviene una scossa improvvisa, ammettiamolo
un po’ lunghina per essere successa a Milano, ma che per fortuna
non crea danni, a parte che Doc rimane bloccato dentro un
ascensore con un infermiera diretta alla sala
parto in compagnia di una paziente incinta.
Le cose da qui si complicano, certo
l’ospedale non cade anche perchè è un edificio
antisismico, ma ovviamente i pazienti sono spaventati
anche per delle possibile altre scosse di assestamento. Andrea
rinchiuso scopre che la gestante soffre di una bolla
d’aria, che potrebbe complicare la situazione il parto
imminente, quindi con i pochi mezzi che trova nella borsa della
collega effetua un piccolo intervento chirurgico
alla futura madre. Intanto Federico supera una
prova con se stesso, pratica una tracheotomia ad
una donna che rischia di soffocare, operazione che
il giovane non riusciva mai a superare quando faceva le prove con
il manichino.
Quando sembra che tutto si sia
risolto arriva una seconda scossa, Doc e
l’infermiera fanno partorire la donna, Riccardo
porta in braccio in sala operatoria una signora che deve essere
operata d’urgenza e Giulia dirige il reparto. Nel momento che viene
fatto funzionare l’ascensore, siamo al momento più drammatico
dell’intero episodio, la paziente che ha appena dato alla luce il
suo primo figlio, che sta benissimo, va in arresto cardiaco e Doc
per fortuna prima con un continuo massaggio cardiaco e poi con
l’aiuto di un defibrillatore riesce a salvarla. L’episodio di
Doc – Nelle tue mani 3 poi si conclude nei
migliori dei modi, cioè con un bacioappassionato tra Andrea e
Giulia.
L’episodio 12 un grande esempio di
serialità
In “La scossa” si cerca di mostrare
come anche in Italia si possa osare, senza troppo traumatizzare il
pubblico della Rai, non rischiando mai il famoso “salto
dello squalo”, che ormai i medical drama americani hanno
purtroppo superato da tempo. Per concludere il secondo episodio di
questa sesta serata di Doc – Nelle tue
mani 3 è un ottimo esempio di come si scrive una
sceneggiatura in grado di tenere il respiro, il pubblico a casa sul
divano, fino all’ultimo minuto.
Scarlett Johansson sta componendo il cast per
il suo debutto alla regia e stando a quanto riportato da Variety i primi nomi ad unirsi
al progetto sono quelli di June Squibb, l’attrice
candidata all’Oscar per “Nebraska“,
Chiwetel Ejiofor, candidato all’Oscar per
“12 anni
schiavo“, la veterana di Broadway Jessica
Hecht e da Erin Kellyman. Il film,
intitolato “Eleanor the Great“, ha per protagonista
Eleanor Morgenstein (Squibb), una donna di 90 anni che cerca di
ricostruire la sua vita dopo la morte della sua migliore amica. Per
questo motivo, si trasferisce di nuovo a New York City dopo aver
vissuto in Florida per decenni.
La sceneggiatura è stata scritta da
Tory Kamen, mentre TriStar Pictures e Sony
Pictures Classics, che collaborano per la prima volta,
distribuiranno il film nelle sale in una data ancora da definire.
La Johansson produce anche il film con Jonathan
Lia e Keenan Flynn per la These Pictures,
Kara Durrett e Jessamine Burgum
per la Pinky Promise e Celine Rattray e
Trudie Styler della Maven Screen Media. Questo è
il secondo ruolo da protagonista per la Squibb, dopo la commedia
nonagenaria “Thelma“. Ejiofor lo si potrà invece vedere
prossimamente nei film The Life of Chuck e Venom
3.
“Eleanor the Great” riunirà
poi Scarlett Johansson con Hecht dopo che le
due hanno recitato nella commedia di Broadway “A View From The
Bridge” (che è valsa a entrambe una nomination ai Tony).
Recentemente la Hecht è poi tornata sul palcoscenico, al fianco di
Laura Linney, nella commedia “Summer,
1976“. Ora che il cast del film si sta dunque formando, non
resta che attendere informazioni riguardo alle riprese, così da
poter poi poter stabilire anche la data di uscita del film. Al
momento, questo è quanto noto del film, che rappresenterà dunque un
momento importante nella carriera di Johansson.
Dei tanti film d’azione di serie B
prodotti ogni anno, la maggior parte dei quali vengono poi spesso
distribuiti direttamente in home-video (come ad esempio White Elephant o Fortress), Castle Falls è
uno dei più degni di nota. Film del 2020 diretto ed interpretato
dall’iconico Dolph Lundgren (l’Ivan
Drago di Rocky IV), specializzatosi in questo genere di opere,
Castle Falls ha il pregio di saper sfruttare adeguatamente
la sua quasi unica ambientazione, un pericoloso edificio in via di
demolizione al cui interno si trova un vero e proprio tesoro.
Con abili sequenze d’azione
magnificamente coreografate, Castle Falls offre dunque
un’esperienza di visione particolarmente soddisfacente, dotata di
sano intrattenimento, solidi colpi di scena e un uso degli spazi
capace di trasmettere tutta la tensione e la pericolosità della
vicenda. Passato in sordina per via della pandemia di Covid-19, il
film è stato poi primariamente distribuito in home-video,
nonostante un breve passaggio in un numero limitato di sale
cinematografiche.
Per tutti gli appassionati del
genere, questo film ispirato ai classici degli anni Ottanta è
dunque un titolo da non perdere e grazie al suo passaggio
televisivo è ora possibile scoprirlo o riscoprirlo. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle location.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Castle Falls
Dopo decenni di abbandono, il
Castle Heights Hospital, simbolo del passato
segregazionista della città in cui si trova, è stato riempito di
dinamite ed è pronto per essere demolito. Nessuno sa però che il
capo di una gang, Damian Glass, ora in
prigione, ha nascosto i 3 milioni di dollari in contanti rubati ai
suoi rivali proprio all’interno dell’edificio abbandonato. Il primo
a scoprirlo è l’ex pugile ora membro della squadra di demolizione
di nome Mike Wade, il quale tenta da subito di
recuperare il denaro.
A lui faranno seguito la guardia
carceraria Richard Ericson – disposta a tutto
pur di pagare le cure per il cancro della figlia – e una spietata
banda che sostiene di essere la legittima proprietaria del denaro.
Tra le tre parti ha dunque inizio una vera e propria caccia al
tesoro senza esclusione di colpi. Avranno però a disposizione solo
90 minuti, dopodiché gli esplosivi si detoneranno e i 3 milioni
verranno sepolti per sempre sotto cumuli di macerie, insieme a
chiunque non si sia allontanato in tempo da quel luogo.
Il cast di Castle Falls
Ad interpretare la guardia
carceraria Richard Ericson vi è l’attore Dolph
Lundgren, celebre per aver interpretato l’imponente pugile
sovietico di nome Ivan Drago nel film
Rocky IV, accanto a Sylvester Stallone. Nel ruolo della figlia di
Richard, Emily, vi è Ida Sigrid Lundgren, che come
si può intuire è la figlia di Dolph, da lui avuta nel 1996. Nel
ruolo dell’ex pugile Mike Wade vi è invece l’attore
ScottAdkins, visto anche in
X-Men le origini: Wolverine nel ruolo dell’Arma XI e
in John Wick
4 nel ruolo di Killa Harkan.
Recitano poi nel film gli attori
Jim Chandler nel ruolo di Foreman, Kim
Delonghi in quello di Kat, Dave Halls in
quello di Vince e Kevin Wayne in quello di James.
Robert Berlin interpreta il boss Damian Glass,
mentre Scott Hunter è suo fratello Deacon Glass.
Il wresler e stuntman LukeHawx,
visto anche in successi al botteghino come Logan
– The Wolverine e
Fast & Furious 8, recita qui nel ruolo di uno dei
detenuti.
Dove è stato girato Castle Falls?
L’ospedale destinato alla
demolizione (chiamato nel film Castle Falls) è stato “interpretato”
dall’edificio del Carraway Methodist Medical
Center di Birmingham,
Alabama, allora in disuso. Il Carraway Hospital fu
aperto all’inizio del 1900 come struttura segregata, per poi venire
desegregato alla fine degli anni Sessanta. Una grande stella sul
tetto, originariamente una decorazione natalizia ma poi mantenuta
sull’edificio tutto l’anno, è diventata un simbolo di Birmingham;
la stella è ancora visibile in alcune inquadrature di questo
film.
All’inizio degli anni Duemila
l’ospedale era caduto in difficoltà finanziarie e chiuse
definitivamente nel 2008. L’edificio era ancora inutilizzato
all’epoca delle riprese del film nel 2020, ma alla fine del 2021
una società immobiliare annunciò l’intenzione di ristrutturarlo per
farne un complesso a uso misto chiamato “The Star Uptown”, con
riferimento all’elemento più riconoscibile dell’edificio. I
graffiti che si vedono all’interno e intorno all’ospedale nel film
sono autentici, alcuni dei quali fanno addirittura riferimento alle
gang locali di Birmingham, Alabama.
Il trailer di Castle Falls
e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 4. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Uno degli episodi più sconvolgenti
di terrorismo svoltosi dal 2000 ad oggi è quello avvenuto a nella
capitale indiana Mumbai, nel 2008. Un episodio così drammatico e in
cui persero la vita così tante persone che all’inizio sembrava
impossibile raccontarlo in modo onesto. A farlo ci ha però poi
pensato, nel 2018, l’esordiente Anthony Maras,
rimansto impressionato dai tanti esempi di coraggio emersi nel
corso di quell’attacco, da volervi a tutti i costi rendere omaggio,
celebrando così le gesta di quanti si sono opposti al male per
preservare l’umanità. È così nato il film Attacco a
Mumbai – Una vera storia di coraggio.
Maras si è infatti concentrato su
uno specifico episodio di quelle tre giornate infernali, che hanno
contribuito a scuotere ulteriormente il precario equilibrio
dell’India ma anche del mondo intero, portando avanti l’intento di
essere quanto più fedele possibile a quanto avvenuto. Per
riuscirci, ha avuto accesso alle trascrizioni originali delle
chiamate intercettate tra i vari terroristi, ma portando avanti
anche ore e ore di interviste ai sopravvissuti a quell’evento. Il
regista, anche sceneggiatore JohnCollee, ha così potuto dar forma sì all’orrore
verificatosi ma anche al coraggio che vi si è opposto.
Attacco a Mumbai è dunque
un film capace di riproporre quanto avvenuto affinché non venga
dimenticato, rispolverando dunque la sempre valida capacità del
cinema di immortalare per sempre pagine della storia per
tramandarle ai posteri. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Si ripercorrerà poi la vera
storia e le sue differenze con il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Attacco a Mumbai
Basato sulla storia vera del
devastante attacco terroristico al Taj Mahal Palace Hotel nel 2008,
in cui diversi terroristi diffusero odio e morte per la città, il
film si concentra sul personale dell’hotel che gli ospiti chiamati
a compiere sacrifici impensabili per proteggersi e tenere tutti al
sicuro, in attesa dei soccorsi. Tra questi vi sono lo chef
Hemant Oberoi e un umile cameriere sikh di noem
Arjun, che cercheranno di organizzarsi per mettere
in salvo quanti più individui possibile trovando una via di fuga.
Accomunati nient’altro che dal destino, uomini e donne di diversa
provenienza ed estrazione sociale si ritroveranno dunque uniti
nella lotta per la sopravvivenza.
L’attore Dev Patel, noto
per i film The Millionaire e Lion, ricopre il ruolo
di Arjun. Patel, di origini indiane, all’epoca dell’attacco rimase
particolarmente sconvolto dalla vicenda e quando ha saputo che era
in fase di sviluppo un film su tale drammatico evento ha fatto di
tutto pur di poter ottenere un ruolo. Ad interpretare lo Chef
Hemant Oberoi vi è invece Anupam Kher, il quale ha
poi ricevuto i complimenti dal vero Oberoi per l’interpretazione
data di lui. L’attore Armie Hammer
interpreta David, mentre Nazanin Boniadi è sua
Zahra Kashani, ed entrambi sono tra gli ostaggi del Taj Mahal.
Recitano poi nel film anche Tilda Cobham-Hervey
nel ruolo di Sally e Jason Isaacs in
quello di Vasili.
Attacco a Mumbai: la storia vera e le differenze con
il film
Come accennato, il film si propone
di raccontare i drammatici attentati di Mumbai, svoltisi il
26 novembre 2008. Alle 21.30 di quel giorno, a
Mumbai hanno avuto luogo una serie di attacchi verso cittadini
stranieri, concentrati principalmente nel quartiere turistico e
nella stazione ferroviaria. Tutti gli attacchi, tranne quello alla
periferia nord di Mumbai che ha visto l’esplosione di un’autobomba,
sono stati caratterizzati da sparatorie per mezzo di fucili AK-47,
lancio di granate e presa di ostaggi. Il più grave degli attacchi
ha avuto luogo nella sala d’aspetto della stazione, dove uomini
armati hanno sparato e lanciato granate contro la folla.
Successivamente sono stati poi presi
d’assalto gli hotel di lusso della città con la presa di numerosi
ostaggi. Gli hotel assaltati sono stati: Oberoi,
Taj Mahal e Trident. Al Taj
Mahal, in particolare, si sono registrate numerose esplosioni e
incendi. In ognuno di questi casi, testimoni hanno riferito che i
terroristi cercavano persone con passaporto britannico o
statunitense, ma tra i vari obiettivi vi era anche un centro di
studio ebraico dove hanno perso la vita il rabbino, sua moglie e
altri ostaggi. Circa 400 soldati dei reparti speciali dell’Esercito
e 300 appartenenti allo Special Action Group della Guardia di
Sicurezza Nazionale sono stati mandati a Mumbai per prestare
soccorso.
Questi corpi di élite sono
infatti stati protagonisti di numerose operazioni per stanare i
terroristi e liberare gli ostaggi sia negli hotel che nel centro
ebraico. In seguito, gli attentati sono stati rivendicati dai
Deccan Mujahideen, un’organizzazione terroristica
fino a quel momento poco conosciuta. Nella mattina del 29 novembre,
a circa 60 ore dall’inizio degli attentati, il blitz ha fine, con
gli ultimi tre terroristi asserragliati dentro il Taj Mahal che
vengono uccisi. Le operazioni vengono a quel punto dichiarate
concluse, ma a quel punto 195 persone hanno perso la vita negli
attacchi, e più di 300 hanno riportato ferite.
Le differenze tra il film e la storia vera
Il film di Maras si concentra in
particolare proprio sugli eventi svoltisi all’interno del Taj
Mahal, l’ultimo degli hotel ad essere liberato. Benché la
rappresentazione di ciò che avvenne all’interno della struttura
segue fedelmente quanto realmente avvenuto, il personaggio Arjun è
in realtà l’amalgama di due persone reali: un cameriere in uno dei
ristoranti del Taj e una guardia di sicurezza disarmata che ha
aiutato a stabilire la posizione dei quattro terroristi. Allo
stesso modo gli altri ostaggi non sono basati su specifiche persone
reali, ma molti dei loro tratti e azioni sono basati su quelli di
chi venne realmente reso ostaggio quel giorno.
Per il regista, la scelta di
romanzare questi personaggi è sembrata più rispettosa della privacy
di coloro che sono sopravvissuti agli attacchi, così come della
memoria di coloro che non sono sopravvissuti. L’unico personaggio
ispirato ad una reale persona è lo Hermant Oberoi, che ha servito
come chef esecutivo al Taj per decenni ed è conosciuto come una
delle principali stelle della cucina indiana. Si tratta di una
persona così famosa che non c’era modo di romanzarla, in quanto
tutti avrebbero colto che ci si stava riferendo proprio a lui. In
generale, comunque, Maras cercò di rimanere fedele nella
rappresentazione del coraggio mostrato dallo staff del Taj Mahal
nel difendere gli ospiti dell’hotel.
Il trailer di Attacco a
Mumbai e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 febbraio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Sulla scia de I Crimini di
Grindelwald, Animali fantastici: I segreti di Silente ha
apportato alcune
retcon al franchise di Harry
Potter. Alcuni di questi sono dettagli e non sono
rilevanti, ma altri vanno a scuotere le fondamenta di quello che
era il percorso narrativo perfetto che JK Rowling
aveva affidato alle sue pagine. Ecco di seguito le retcon
di Animali fantastici: I segreti di Silente al franchise di
Harry
Potter.
La morte di Ariana Silente
La morte di Ariana Silente
è uno degli elementi più tragici del retroscena dei libri e dei
film di Harry
Potter, il più grande segno del passato più oscuro di
Albus Silente di cui la maggior parte delle persone è
completamente all’oscuro. Oltre a confermare che Ariana era
un’obscuriale, Animali
fantastici: I segreti di Silente apporta altre
modifiche alla sua storia.
Harry Potter aveva
precedentemente stabilito che la morte di Ariana era il risultato
di un duello a tre tra Aberforth, Albus e
Gellert Grindelwald nella casa di Silente a Godric’s Hollow. In
Harry Potter e i Doni della Morte, si dice che
Aberforth abbia affrontato suo fratello una volta venuto a
conoscenza dei piani suoi e di Grindelwald, dicendo che non poteva
conquistare il mondo con la loro sorella in quelle condizioni;
scoppiò una lite che si intensificò rapidamente, con Grindelwald
che usò la Maledizione Cruciatus su Aberforth e scoppiò una rissa
più grande. Ariana cercò di aiutare, e rimase colpita e uccisa da
un incantesimo vagante.
Silente racconta questi eventi a
Newt Scamander in Animali
fantastici: I segreti di Silente, mantenendo
inalterati alcuni dettagli – una lite tra i due fratelli, Ariana
inconsapevolmente coinvolta nel fuoco incrociato, senza che nessuno
riesca a capire quale incantesimo l’ha uccisa – ma modifica un
dettaglio chiave che c’è invece in Harry
Potter: il coinvolgimento di Grindelwald.
Invece di menzionare l’uso della
Maledizione senza Perdono, Silente dice che lui è semplicemente
rimasto lì e ha riso quando i due fratelli hanno puntato le loro
bacchette l’uno contro l’altro. È possibile, ovviamente, che sia
stato coinvolto più tardi nel duello, ma è una strana omissione che
colora diversamente la morte di Ariana; mentre è comunque molto
probabile che sia stato Albus a lanciare l’incantesimo fatale, se
ci fossero solo due combattenti allora sarebbe più probabile,
mentre spiegherebbe anche perché Aberforth sia così furioso con suo
fratello, rendendo la questione ancora più personale tra loro.
Cambia la battuta “Segreti” di
Aberforth da Harry Potter
Con Animali
fantastici 3 intitolato Animali
fantastici: I segreti di Silente, il presupposto era
che il film si riferisse ad Albus. Dopotutto, c’erano tutti i
presupposti per esplorare ulteriormente il suo personaggio e il suo
retroscena, e come uno dei più grandi personaggi di
Harry
Potter, attorno al quale aleggia comunque del mistero,
sarebbe naturale che fossero scoperti altri segreti. In un certo
senso il film parla di quei segreti, soprattutto perché rivela di
più sulla relazione di Silente e Grindelwald, ma il più grande
segreto di tutti appartiene ad Aberforth, ed è in questo che
Animali fantastici 3 “riscrive” Harry
Potter, o almeno lo riformula.
In Harry Potter e i Doni
della Morte, Aberforth dice a Harry: “Segreti e bugie, è
così che siamo cresciuti, e per Albus era naturale”. Nello stesso
passaggio, si chiede anche perché Harry – o chiunque altro –
dovrebbe mai fidarsi di Albus, ed è molto chiaro che ha ancora un
profondo risentimento e sfiducia nei confronti di suo fratello,
l’implicazione è che Albus era il più riservato e ingannevole
di tutti.
Tuttavia, non è del tutto vero, dal
momento che ad un certo punto del film arriva la conferma che
Credence, o Aurelius, è il figlio di Aberforth, un segreto che
apparentemente ha custodito per diversi anni e che è ingombrante
quanto qualsiasi segreto abbia custodito Albus. Le circostanze di
questa rivelazione sembrano complicate, ma Animali fantastici 3
cambia la battuta di Aberforth in Harry Potter.
Albus e Aberforth di Animali
fantastici 3 hanno una relazione più stretta rispetto a quella di
Harry Potter
Oltre a cambiare la
natura della battuta di Aberforth su Albus, Animali
fantastici: I segreti di Silente riformula anche
la relazione dei fratelli. In Harry Potter, dove comunque Aberforth
è appena menzionato, c’è un vero senso di amarezza da parte sua nei
confronti di suo fratello maggiore. Aveva senso, dato quello che
era successo con Ariana, e implicava che Aberforth non aveva mai
veramente perdonato Albus per quello che era successo alla loro
sorella. Animali fantastici 3 fa sembrare Albus e
Aberforth molto più vicini: non sono esattamente i migliori amici,
ma c’è un più chiaro senso di parentela, tanto che i pasti alla
Testa di Porco che Aberforth offre al fratello e ai suoi amici,
sembrano una cosa frequente.
In Harry
Potter, Albus visita occasionalmente la Testa di Porco
perché il bar più tranquillo aveva le sue utilità – come fare il
colloquio a Sibilla Cooman, per esempio – ma non c’era un vero
senso del rapporto trai fratelli. È possibile che esistesse fuori
dalla pagina, ovviamente, o che il risentimento sia cresciuto nel
corso degli anni, quando Albus divenne Preside di Hogwarts, e
divenne l’uomo che molti volevano come Ministro della Magia,
assunse la carica di Supremo Mugwump e in generale veniva
considerato il grande eroe, quando Aberforth sapeva la verità su di
lui, ma Animali fantastici 4 e 5 (se dovessero essere realizzati)
potrebbero mostrare anche la coppia che si allontana, fino a
giungere alle dinamiche di Harry
Potter.
Albus Silente è puro di cuore? Non lo è in Harry Potter
Parlando
di
Albus Silente che diventa Supreme Mugwump, rispecchia qualcosa
che accade quasi anche inAnimali
fantastici: I segreti di Silente.
Dopo che Grindelwald è stato smascherato, il vero Qilin si inchina
davanti a lui, dopo aver guardato nella sua anima e aver deciso che
era il più puro di cuore tra loro. Non c’è dubbio che Silente sia
uno dei più grandi maghi mai vissuti e, nonostante i suoi errori
passati con Grindelwald, un brav’uomo. Ma puro di
cuore
Sembra una caratteristica che il Silente di Harry
Potter non possiede, visto che nel canone è
estremamente imperfetto – non che sia una brutta cosa, poiché è ciò
che ha contribuito a rendere avvincente il suo personaggio.
Manteneva molti segreti, usava le persone ed era disposto a fare
qualsiasi cosa necessaria, anche a costo della perdita di vite
umane, per garantire la sicurezza del mondo magico da
Lord Voldemort; una nobile causa, certo, ma non definita dalla
sua purezza. Il finale di Animali fantastici 3
invece lo rende un eroe più puro e giusto.
Il duello di Silente e
Grindelwald
Una delle prime cose
rivelate sul retroscena di
Albus Silente in Harry
Potter è che ha duellato – e sconfitto – il mago
oscuro Grindelwald nel 1945, come si vede sul retro della sua carta
delle Cioccorane, nel primo capitolo. Allora non veniva fornito
nessun altro dettaglio del contesto, ma era un accenno allettante
del suo incredibile potere che sarebbe stato mostrato solo in pochi
flash nei libri e nei film di Harry
Potter, come quando combatte contro
Lord Voldemort in Harry Potter e l’Ordine della Fenice, o
affronta il Inferi in Harry Potter e il principe mezzosangue.
Con i successivi libri di
Harry
Potter che fanno più luce su Grindelwald, e
successivamente con il franchise di Animali
fantastici che lo introduce come personaggio principale,
l’idea è proprio quella di mostrare quel duello del 1945 (ammesso
che il franchise venga completato, il che dipenderà dal box
office). Tuttavia, non si è mai parlato di più di un duello tra di
loro; in effetti, è stato più volte detto che il confronto di
Silente con Grindelwald è arrivato dopo anni di guerra magica,
quando Albus non poteva più ignorare il pericolo del suo vecchio
amante.
Animali
fantastici: I segreti di Silente riscrive questa parte
della storia, rivelando che Silente e Grindelwald hanno avuto uno
scontro recedente a quello definitivo, poiché i due combattono in
una sorta di dimensione mentale magica dopo che il loro patto di
sangue è stato rotto. Dopodiché, Silente promette di continuare a
dare la caccia a Grindelwald per sconfiggerlo. Con questa
consapevolezza, sembra strano che ci sia voluto così tanto tempo
per raggiungere lo scopo, poiché la sequenza temporale suggerisce
che passerà più di un decennio prima che Silente duelli con
Grindelwald e lo batta.
Il suggerimento del loro duello del
1945 lasciava immaginare che finalmente Silente si fosse deciso a
intervenire, e invece in questo modo sembra che Albus abbia tentato
più volte, nell’arco di 10 anni, prima di riuscirci.
La maledizione che uccide
Animali
fantastici: I segreti di Silente apporta un
cambiamento al metodo per lanciare l’anatema che uccide. Lo stesso
Harry
Potter è, ovviamente, l’unica persona conosciuta ad
essere mai sopravvissuta alla maledizione, e oltre a questo il
canone di Harry
Potter ha stabilito un paio di altre regole: che Avada
Kedavra non poteva essere bloccato da nessun tipico incantesimo
protettivo e che uccideva immediatamente il bersaglio previsto. Le
eccezioni sono arrivate esclusivamente con Harry stesso, grazie
alla protezione fornitagli dell’amore di sua madre, e poi al suo
legame con
Lord Voldemort e al legame condiviso tra le loro bacchette, ma
Animali
fantastici: I segreti di Silente offre un paio di
altre eccezioni.
Nell’atto di apertura del film, la
madre Qilin viene colpita da due anatemi che uccidono, eppure dopo
una lunga sequenza di inseguimenti che coinvolge
Newt, il piccolo Qilin e i seguaci di Grindelwald, si vede la
madre ancora morente, ma non ancora morta. È possibile, ovviamente,
che questa retcon di Harry
Potter sia spiegato dal grande potere magico di Qilin,
dal momento che è una creatura così rara, ma sembra più che altro
importante per servire la trama e presentare il gemello di
Qilin.
Passando rapidamente all’atto
finale del film,
Grindelwald punta una maledizione mortale contro
Credence, con Albus e Aberforth Silente che lanciano
incantesimi protettivi per bloccarlo. Non è chiaro quali
incantesimi utilizzino – producendo una magia dorata che suggerisce
qualcosa di molto più grande di qualsiasi incantesimo scudo visto
in precedenza – ma il risultato è che salvano la vita di
Credence.
Ancora una volta, è possibile che
ci siano spiegazioni per questa scelta: potrebbe essere uno
scenario simile a quello di
Lily Potter che salva Harry, dove l’amore è la ragione per cui
l’Avada Kedavra non funziona; potrebbe anche essere collegato al
patto di sangue di Silente e Grindelwald, che si rompe in questo
momento, ma comunque lo si voglia leggere, è un altro modo di
Animali
fantastici: I segreti di Silente che stride con la
tradizione di Harry
Potter.
Capita sempre più di frequente che
attori e attrici del nostro cinema decidano di compiere il
passaggio dietro la macchina da presa, che sia per dar vita ad una
nuova carriera come registi o solo per provare anche fosse per una
volta il brivido di dirigere un proprio film. È quanto capitato
solo negli ultimi mesi a Micaela
Ramazzotticon Felicità, Alessandro
Rojacon Con la grazia di un
Dioe a Paola
Cortellesi con C’è ancora domani,
quest’ultimo presentato nella cornice della Festa del
Cinema di Roma. In questa stessa occasione si può però
assistere anche ad un’altro esordio alla regia: quello di Margherita Buy,
che ha assunto tale ruolo per il film intitolato
Volare.
Per dar vita ad un proprio film
occorre avere qualcosa da dire, è la base, e questo qualcosa deve
poter coinvolgere non solo chi lo dice ma anche chi ascolta. Di
certo, Buy non ha dubbi su cosa dire, scegliendo infatti per questo
suo esordio di parlarci di un qualcosa che la riguarda in prima
persona: la paura di volare. La realizzazione del suo film diventa
dunque un modo per esorcizzare (o quantomeno provarci) questa
paura, scherzarci sù e cercare di intercettare quanti a loro volta
ne sono affetti. Tuttavia, se pure l’argomento c’è, quel che in
parte manca è invece uno sviluppo di esso tale da rendere
insindacabile la volontà di parlarne.
La trama di Volare
Nel film Margherita
Buy interpreta Annabì, un’attrice di successo che però,
per sua sfortuna, soffre di aviofobia, ovvero la paura di volare.
Proprio a causa di ciò, sono molte le occasioni lavorative di
carattere internazionale che le sono sfuggite, l’ultima delle quali
relativa ad un ruolo pronto per lei in Corea. Annabì, dunque, si
vede costretta ad accettare continuamente parti in fiction
televisive tanto longeve quanto scadenti, sviluppando però così
continue nevrosi. Quando però sua figlia le annuncia che andrà a
studiare in California, Annabì, desiderosa di accompagnarla,
deciderà che è giunto il momento di sconfiggere tale fobia.
Parlare di ciò che si conosce
Per il suo film d’esordio, dunque,
Buy sceglie di parlare di un qualcosa che conosce bene, il che è
evidentemente positivo, perché – insieme agli sceneggiatori
Doriana Leondeff e Antonio
Leotti – può mettere in campo tutta una serie di elementi,
dettagli e riflessioni proprie di chi soffre della paura di volare.
Ciò porta dunque il film a sfoggiare una certa precisione nella
trattazione di questo argomento, anche grazie ad un gruppo di
comprimari variegati, ognuno dei quali (anche se con qualche
stereotipo di troppo) porta avanti una specifica sfumatura di
questa paura. Da questo punto di vista Volare funziona
dunque bene, ma l’esordiente regista non si fa sfuggire l’occasione
per introdurre anche altri aspetti della propria vita.
La prima mezz’ora di film, ad
esempio, è una divertente presa in giro di sé stessa e del suo
ambiente lavorativo. Andando dalla competizione tra attrici (dove
ad interpretare la sua “rivale” ritroviamo una Elena Sofia
Ricci che si presta con generosità al gioco) fino alla
carenza di idee dell’industria, che continua ad esempio a proporre
sempre nuove stagioni di fiction di dubbio valore, Volare
riesce ad essere particolarmente divertente. In questa prima parte
di film, infatti, non mancano battute semplici ma genuinamente
divertenti, proposte con il giusto ritmo, come ad esempio la
risposta che la protagonista dà alla figlia che le suggerisce di
trovarsi un nuovo uomo da avere accanto: “ma no perché
poverino”.
Buy costruisce dunque un inizio che
fa ben sperare per il film, che tuttavia rallenta nel momento in
cui ha inizio un corso di gruppo specificatamente pensato per
aiutare a superare l’aviofobia. A partire da quel momento, e
sostanzialmente per il resto del film, è sullo svolgersi di tale
terapia collettiva che si articola il film, tra confessioni,
esercizi per tranquillizzarsi e chiarimenti da parte degli esperti.
Ecco allora che Volare sembra da qui in poi adagiarsi
troppo su tali dinamiche, provando sì ad approfondire le vicende
dei singoli personaggi ma senza aggiungere nulla di particolarmente
significativo o interessante al racconto.
Vincere le proprie paure ridendone
Certo, l’obiettivo è chiaro: poter
ridere ulteriormente, grazie a questo corso, delle paure che
caratterizzano chi proprio non ne vuol sapere di volare, oppure chi
vorrebbe riuscirci ma senza risultati. La risata come terapia,
dunque, anche se appunto riesce a risultare molto più brillante in
tal senso la prima parte di film. Questo perché molto più
autoironica, a confronto invece con uno sviluppo che si dilunga
talvolta in modo eccessivo su sottotrame che non vengono però poi
portate a compimento, ma che anzi vedono un accumularsi di elementi
che sottraggono tempo alla costruzione di un arco narrativo più
completo per Annabì e il modo in cui riesce (o non riesce) a
sconfiggere questa sua paura.
Volare è allora davvero da
intendere come un film non tanto interessato a raccontare una
storia (che è sostanzialmente quella di una donna che cerca di
vincere le proprie paure e riprendere il controllo della propria
vita) quanto far accomodare gli spettatori (meglio se aviofobici)
accanto ai personaggi in questa seduta di gruppo e ridere con loro
di questa paura. Se apprezzare o meno questa trattazione così
statica del problema dipenderà dal proprio gusto, ma c’è il rischio
per coloro che non sono vittime della medesima paura della
protagonista, di perdere interesse e finire quindi con il ridere
solo a metà.
I film fantasy sono particolarmente apprezzati
per la loro narrazione creativa e i personaggi “larger than
life“, in primis i cattivi, che risultano più malvagi che in
qualsiasi altro genere. Difatti, la loro enorme forza e il potere
che esercitano all’interno della storia li rendono ancora più
capaci di mettere in atto la loro crudeltà sul mondo. Questi film
sono spesso basati sulle migliori saghe di libri fantasy, che si
preoccupano di dare corpo ai loro antagonisti, conferendogli
profondità e motivazioni valide, il che non fa che accrescere il
loro sinistro fascino. Se un film fantasy non dedica al cattivo lo
stesso trattamento riservato all’eroe, la posta in gioco viene
indubbiamente meno e il conflitto sembra unilaterale. Non è il caso
dei 10 cattivi più malvagi di sempre nei film fantasy, che ripercorriamo con voi in
questo articolo, dal Re Stregone di Angmar all’iconico Voldemort della saga di Harry Potter.
Il Re Stregone di Angmar – Il
Signore degli Anelli
Il Signore degli Anelli è, senza alcun dubbio,
una delle saghe fantasy più celebri di sempre. Sebbene il
Re Stregone non sia il cattivo principale
dell’intera serie, quando si scontra con Gandalf
(Ian
McKellen) riesce a battere facilmente il potente mago.
È il capo dei Nazgûl e parte di ciò che lo rende
così terrificante è che ha permesso che la sua umanità venisse
prosciugata e tormenta coloro che sono più deboli di lui in nome
dell’anello.
La Strega Bianca – Le Cronache
di Narnia
Interpretata
dall’impareggiabile Tilda Swinton, la Strega
Bianca de Il leone, la strega e l’armadio è tanto
cattiva quanto veniva da immaginare leggendo il libro. Mentre
alcuni cattivi dei film fantasy mettono subito in chiaro la portata
delle loro capacità e la sfruttano a scopo intimidatorio per
mantenere il controllo, altri si servono del potere della
manipolazione per ottenere ciò che vogliono. La Strega Bianca fa un
po’ entrambe le cose, dato che gli abitanti di
Narnia si piegano alla sua volontà per paura di
una punizione, ma mostra un atteggiamento decisamente più “morbido”
quando si tratta di ottenere ciò che vuole dall’ingenuo
Edmund (SkandarKeynes).
È una tattica subdola che evidenzia
la sua corruzione morale e la sua volontà di sfruttare chiunque pur
di mantenere il suo controllo su Narnia. Inoltre,
confrontata con il nobile Aslan (interpretato da
Liam Neeson), appare quasi spaventosa, poiché
la distinzione tra bene e male è estremamente chiara nella trama.
Quando la marea della guerra comincia a voltarsi contro di lei e il
suo potere inizia a svanire, diventa solo più ferocemente
determinata e non mostra alcun rimorso per aver messo in pericolo,
o addirittura ucciso, dei bambini.
Malefica – La bella
addormentata nel bosco
Malefica
potrebbe aver ottenuto un nuovo volto e una nuova backstory nel
film interpretato da Angelina Jolie, ma le sue
origini sono molto diverse. È uno dei cattivi Disney più spaventosi
e non esita a compiere azioni estreme per garantire che la giovane
principessa Aurora si allontani dalla sua famiglia
e subisca un destino peggiore della morte stessa. La maledizione
del sonno profondo condanna Aurora a un eterno
stato di incoscienza e, anche se esiste un modo per rompere
l’incantesimo, Malefica si impegna affinché Aurora
rimanga dormiente per l’eternità. La ferocia di
Malefica come villain dei film fantasy è
alimentata dalla magia oscura e dalla sua determinazione a causare
dolore e sofferenza quando e come lo desidera.
Marisa Coulter – La Bussola
d’oro
Fonte: The Movie Database
Basato sulla serie di libri His
Dark Materials di Philip Pullman, il film
fantasy
La bussola d’oro vede Nicole Kidman interpretare la fredda e
spietata signora Coulter. La recente serie
televisiva His Dark Materials è considerata migliore del film, ma
l’interpretazione di Coulter da parte della Kidman mette in luce
quanto sia temibile come cattiva. La Coulter ha la classica
convinzione malvagia che tutte le sue azioni siano per un bene
superiore, il che la porta a eseguire esperimenti sui bambini che
li separano essenzialmente dalla loro anima.
Quando si scopre che
Lyra (Dakota Blue Richards),
l’eroina del film, è la figlia di Coulter, la sua
capacità di sfruttare i bambini a suo piacimento prende risvolti
ancora più sinistri. Parte di ciò che rende Lyra una grande eroina
è la sua storia complicata e il fatto che sia in antitesi con i
suoi genitori. Allo stesso modo, la malvagità della
Coulter risulta ancora più incredibile quando
riesce a ottenere un po’ di empatia da parte del pubblico nel ruolo
della madre di Lyra. Tutto l’amore che prova per Lyra viene messo
in ombra dal suo desiderio di potere e controllo.
Morgana Le Fay –
Excalibur
Fonte: IMDb
Excalibur è un
adattamento senza tempo della leggenda di Re Artù
(Nigel Terry) e di Camelot e,
come sappiamo, nessuna leggenda arturiana è completa senza la
comparsa di Morgana le Fay (Helen
Mirren). Anche se il figlio di
Morgana, Mordred (Charley
Boorman), è l’antagonista finale di Artù,
è proprio grazie a Morgana che esiste. Morgana le
Fay è un cattivo complesso che lascia che il suo odio la
consumi e diventa più interessato alla vendetta che alla propria
felicità. Arriva persino a sedurre Artù con l’inganno, nonostante
sia suo fratellastro.
Davy Jones – Pirati dei
Caraibi
Si dice che la figura
leggendaria di Davy Jones (Bill
Nighy) regni sui sette mari, ma in Pirati
dei Caraibi abusa di questo potere e punisce tutti gli
uomini persi nelle profondità dell’oceano. Le sue fattezze si sono
trasformate in una piovra dalle sembianze umane a rappresentare
quanto si sia allontanato dai suoi doveri originari. Uno dei suoi
ultimi poteri è il controllo della bestia terrificante
Kraken, che rispecchia la natura volubile e
pericolosa del mare: spesso gli avversari più terrificanti sono
quelli impossibili da prevedere e controllare.
Il signore delle tenebre –
Legend
Fonte: IMDb
Tim Curry ha indossato le numerose
protesi necessarie per creare il temibile aspetto del Signore delle
Tenebre in Legend. Affiancato anche da un giovane
Tom Cruise nei panni del protagonista,
Jack, il Signore delle Tenebre
intende far calare sul mondo la notte eterna e cerca di sposare con
la forza la principessa Lili (Mia
Sara). Essendo l’incarnazione del concetto di oscurità,
non è un cattivo con cui scherzare, poiché esiste in ogni parte del
mondo ed è alimentato dall’oscurità degli altri. Cattivi come
questo sono particolarmente spaventosi e intriganti perché
rappresentano così da vicino la complessa natura dell’umanità.
Sauron – Il Signore degli
Anelli
Nessuna discussione sulla
crudeltà dei cattivi fantasy sarebbe completa senza menzionare
Sauron de Il Signore degli Anelli. Un antico re la cui
ombra si proietta su tutta la saga, ogni cosa terribile che accade
a Frodo (Elijah
Wood) e ai suoi alleati è merito di Sauron. Il suo
onnipresente occhio maligno che veglia sulla Terra di Mezzo è un
aspetto agghiacciante del film; mentre l’Unico Anello porta gli
uomini e le altre creature ad abbandonare la loro morale per il
potere, Sauron è l’unico essere che può brandire l’Anello perché
entrambi hanno lo stesso obiettivo di distruzione.
La regina Bavmorda –
Willow
Fonte: The Movie Database
Willow potrebbe essere un titolo meno
conosciuto rispetto agli altri di questa lista, ma è comunque da
considerarsi un classico di culto. Per la regia di Ron
Howard, il film presenta un villain assolutamente malvagio
e irredimibile, la regina Bavmorda (Jean
Marsh). Anche se i bambini sono spesso messi in posizioni
pericolose nei film fantasy, Willow fa in modo che
il pubblico sappia che nessuno è al sicuro, facendo sì che
Bavmorda si lanci in una caccia spietata per porre
fine alla vita di una bambina che, secondo le profezie, un giorno
sarà la sua rovina. Naturalmente, sono le azioni di
Bavmorda a portarla alla sconfitta molto prima di
quanto lei stessa pensi, ma prima di essere sconfitta, riesce
comunque a causare danni significativi al suo regno.
Voldemort – Harry
Potter
La saga di Harry
Potter è definita tanto dal suo eroe, Harry
(Daniel
Radcliffe) quanto dal suo oscuto villain, Voldemort (Ralph
Fiennes). Non importa quante volte
Harry abbia affrontato Lord Voldemort – e sia sempre riuscito a
fuggire – ma questo non significa che Voldemort non fosse un nemico
formidabile. Con il progredire della serie, il pubblico scopre di
più sul passato di Voldemort e su come sia arrivato al punto di
sentirsi giustificato a uccidere senza pietà e a mettere in atto un
regime totalitario.
Voldemort è un
nemico particolarmente insidioso perché non ambisce solo al potere,
ma è alimentato dal pregiudizio e dall’odio per particolari gruppi
di persone, motivazione che si ricollega direttamente alle lotte
del mondo reale, e che rende un film fantasy sempre attuale.
Harry si cala nel ruolo di eroe perché gli viene
richiesto a causa delle azioni di Voldemort, che priva
Harry della vita che avrebbe dovuto avere e porta
a una perdita esponenziale intorno a lui.
Mark Ruffalo sarebbe ad una svolta nella sua
carriera: “Sono stufo di essere così educato“, dice
l’attore parlando con Deadline. “Voglio solo
portare la nave il più vicino possibile alla barriera corallina
senza farla schiantare davvero. E forse mi schianterò anch’io. Non
me ne frega più niente“. L’attore avrebbe iniziato a
manifestare questo desiderio grazie al film Povere
creature!, dove interpreta Duncan Wedderburn, un uomo
narcisista e dedito al vizio che sottrae la protagonista Bella a
suo padre e al suo promesso sposo per portarla con sé in un viaggio
all’insegna del sesso e dell’alcol attraverso l’Europa.
Prima di questo ruolo, Ruffalo ha
quasi sempre interpretato personaggi positivi, dall’adorabile
migliore amico della protagonista di 30 anni in 1 secondo all’ispettore Toschi in Zodiac; dall’attivista ambientalista Rob Bilott in
Cattive
acque al giornalista Mike Rezendes in
Il caso Spotlight. Persino il suo
Hulk della Marvel è un personaggio
particolarmente meno minaccioso e addomesticato di quanto non sia
la sua controparte a fumetti. Ci sono naturalmente le eccezioni
nella lunga carriera dell’attore, ma è con Povere
creature! che egli sarebbe ora giunto ad un punto di
svolta.
Dove vedremo prossimamente Mark Ruffalo?
Dopo Povere creature!, per
il quale è stato nominato per la quarta volta agli Oscar come
Miglior attore non protagonista, Ruffalo sarà tra i protagonisti
del film fantascientifico di Bong Joon-hoMichey17,
interpretato anche da Robert Pattinson e atteso al cinema
per il 31 gennaio 2025. Sarà poi nella serie Hal & Harper
e in una miniserie dramma ancora senza titolo della HBO. Si
attendono poi maggiori indicazioni su quanto Ruffalo ricomparirà
nel ruolo di Hulk all’interno del Marvel Cinematic Universe, dove
la sua ultima comparsa nei panni del gigante verde risale alla
serie She-Hulk: Attorney at Laws.