Andy Serkis, che interpreta il trafficante
d’armi Ulysses Klaue nel MCU, ha rivelato che una delle cose
di cui è più entusiasta a proposito di Black
Panther: Wakanda Forever è scoprire proprio come
si evolverà la nazione di Wakanda.
In una recente intervista con io9 in
occasione della promozione di Venom: La furia di
Carnage, Serkis ha discusso della sua lunga e variegata
carriera, incluso ciò che non vede l’ora di vedere nell’attesissimo
Wakanda
Forever. Oltre a riconoscere il profondo impatto che
Chadwick Boseman ha avuto in qualità di
interprete di Black Panther, l’attore e regista ha espresso anche
la sua ammirazione per Wakanda e tutto ciò che rappresenta,
dichiarandosi entusiasta all’idea di scoprire come la nazione si
evolverà e cambierà nel nuovo film.
“Il Wakanda come mondo, come
luogo, come filosofia è qualcosa di veramente straordinario”,
ha ammesso Andy Serkis. “Proprio per questo, sono
davvero entusiasta di scoprire come si evolverà, come si
svilupperà. Ovviamente, è molto, molto triste il fatto che Chadwick
non ci sia più, ma sono convinto che la storia servirà in qualche
modo ad omaggiare quella performance così straordinaria e, al tempo
stesso, un attore e una persona davvero incredibili.”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che
T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
In una recente intervista con
Uproxx,
Kevin Smith ha parlato del suo rapporto con i
Marvel
Studios e del perché, ad oggi, non abbia ancora
diretto un film del MCU, nonostante in molti lo
considerino un candidato ideale.
Smith ha ammesso di essere un
grandissimo fan dell’universo condiviso, ritenendo che il longevo
franchise di successo sia assolutamente fantastico. Tuttavia, ha
anche ammesso che molto probabilmente non dirigerà mai un film
dello studio, e questo perché, in base alla sua esperienza,
preferisce portare al cinema storie che siano originali, piuttosto
che adattamenti basati su proprietà altrui.
“Viviamo in quest’era in cui,
secondo alcuni, dovrei scatenarmi e passare dalla realizzazione di
un film a fumetti all’altro. È dagli anni ’90 che non si fa altro
che parlare di questa cosa, e per molti è arrivato il momento che
io lo faccia. Ma lasciatemelo dire… Non ho tutto questo
talento”, ha spiegato Kevin Smith.
“Non mi ritengo abbastanza
talentuoso da poter realizzare un film a fumetti. C’è bisogno di
uno stile visivo ben preciso per poter realizzare quel genere di
cose”, ha aggiunto. “E non parlo da un punto di vista
delle immagini. Mi riferisco proprio alle parole. Anche i miei
fumetti preferiti hanno più parole che immagini.”
“Inoltre, per quanto mi
riguarda, è più soddisfacente creare da solo le mie storie. Adoro
il Marvel Cinematic Universe e parte
del motivo per cui amo quel franchise è perché ha preso alcune
delle storie che mi hanno accompagnato da bambino e le ha portate
in vita, sul grande schermo. Tuttavia, io non ho quel tipo di
capacità”, ha concluso il regista.
Il network americano
NBC ha diffuso il promo e la trama di La
Brea 1×01, il primo episodio della nuova serie tv
La
Brea.
In La Brea 1×01
Quando a Los Angeles si apre un’enorme voragine, la famiglia Harris
si divide in due. Eve e suo figlio vengono inviati in un misterioso
mondo primordiale. Gavin scopre che le visioni che lo hanno
tormentato per anni potrebbero essere la chiave per riportarli a
casa.
La Brea 1×01
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
Certamente, i fan dei fumetti
ricorderanno che i due attori avevano già lavorato insieme in
X-Men:
Apocalisse, il sesto film degli X-Men uscito sotto
l’egida di Fox, in cui Sheridan ha interpretato per la prima volta
Scott Summers/Ciclope (ruolo che avrebbe poi ripreso anche in
X-Men:
Dark Phoenix) e Isaac, invece, En Sabah Nur/Apocalisse,
l’antagonista principale della storia, un antico mutante
sopravvissuto per secoli grazie alla sua abilità di trasferire la
sua coscienza da un corpo all’altro.
In una recente intervista con
Looper proprio in occasione della promozione del film di
Schrader,
Tye Sheridan ha ricordato il periodo trascorso sul set di
X-Men:
Apocalisse insieme a
Oscar Isaac, ricordando di aver sempre provato un senso di
dispiacere nei confronti del collega, che a causa del suo costume e
della quantità massiccia di protesi impiegata per ricreare il look
del villain, non riusciva mai a riposare comodamente durante le
pause tra un ciak e l’altro.
“Lo giuro, mi dispiaceva
veramente tanto per Oscar durante le riprese di X-Men: Apocalisse.
Stavamo girando a Montreal, in piena estate, e spesso le giornate
erano particolarmente afose. Faceva davvero caldo”, ha
raccontato Sheridan. “Ricordo ancora tutte quelle protesi, il
mantello… non riusciva neanche a sedersi su una normalissima sedia.
Doveva usare uno sgabello rialzato per riposare. Sembrava
costantemente a disagio. Mi ricordo che lo osservavo e mi sentivo
davvero male.”
Parlando, invece, del suo futuro
nella saga ora che i mutanti faranno il loro ingresso nel MCU e della possibilità di tornare
a vestire i panni di Ciclope, il giovane attore ha aggiunto:
“Adoro il franchise e sono convinto che esplori alcuni temi
veramente importanti. Se dovesse continuare, ne sarei davvero
felice. Per quanto riguarda il mio coinvolgimento, non so davvero
cosa pensare. Probabilmente, tutto dipenderà da chi sarà coinvolto
nei nuovi film e, soprattutto, da cosa tratteranno queste nuove
storie. È difficile da dire.”
Amazon Studios ha
ordinato una nuova serie spin-off di The
Boys, il dramma sovversivo di supereroi nominato agli
Emmy della Sony Pictures Television. La nuova serie senza
titolo sarà presentata in anteprima esclusivamente su Amazon Prime Video in oltre 240 paesi e territori
in tutto il mondo.
Ambientato nell’unico college
americano esclusivamente per supereroi giovani-adulti (gestito da
Vought International), Untitled The Boys
Spinoff è una serie irriverente e classificata R che
esplora le vite dei Supe ormonali e competitivi mentre mettono il
loro fisico, la loro sessualità e la loro morale alla prova,
gareggiando per i migliori lavori nelle migliori città. È in parte
uno spettacolo universitario, in parte Hunger Games, con tutto il
cuore, la satira e la volgarità di The
Boys. Jaz Sinclair, Lizze Broadway, Shane Paul McGhie, Aimee
Carrero, Reina Hardesty e Maddie Phillips interpreteranno giovani
supereroi, con un cast aggiuntivo da annunciare.
Michele Fazekas e Tara Butterss
sarà invece lo showrunner e produttori esecutivi. Eric
Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz,
Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis,
Darick Robertson e Michaela Starr saranno i produttori
esecutivi. In qualità di co-produttori esecutivi della serie
ci sono Zak Schwartz ed Erica Rosbe. La serie sarà prodotta da
Sony Pictures Television Studios e Amazon Studios, in associazione
con Kripke Enterprises, Point Gray Pictures e Original
Film. Loreli Alan’s sarà la responsabile esecutiva di Point
Gray Pictures.
“Proprio come Mork & Mindy derivato
da Happy Days – che è un fatto folle e vero – il nostro spin-off
esisterà nell’universo cinematografico di Vought, ma avrà un tono e
uno stile tutto suo. È la nostra interpretazione di uno
spettacolo universitario, con un insieme di Young Supe
affascinanti, complicati e talvolta mortali”, ha affermato lo
showrunner e produttore esecutivo di The Boys Eric
Kripke. “Michele e Tara sono dei geni gelidi, siamo entusiasti
di averli alla guida di questa nave e siamo grati a Sony e Amazon
per l’opportunità. Adoriamo questo spettacolo e non vediamo
l’ora che tu lo veda. Inoltre, Baywatch Nights è stato
derivato da Baywatch e aveva vampiri. Vampiri!”
The
Boys ha recentemente concluso la produzione della
terza
stagione: una data per la prima sarà annunciata in un
secondo momento.
Ad oggi, Thor:
The Dark World è considerato uno dei titoli meno
riusciti e apprezzati dell’intero MCU. Il
regista Alan Taylor ha sempre dichiarato, nel
corso degli anni, di non aver mai considerato il risultato finale
soddisfacente.
Di recente
il regista aveva spiegato perché venne assunto dai
Marvel Studios e cosa, secondo lui, era andato
storto con il secondo capitolo delle avventure dedicate al Dio del
Tuono interpretato da Chris Hemsworth. Ora è tornato nuovamente
sulla questione, rivelando di essere pronto a lavorare alla sua
“Snyder Cut” del film Marvel.
Parlando con
Inverse in occasione della promozione del film
I molti santi del New Jersey, Taylor ha spiegato che
sarebbe assolutamente favorevole alla release del suo taglio del
cinecomic, tirando in ballo la recente esperienza di Zack Snyder con
Justice League. Tuttavia, il regista non si aspetta
minimamente che accada davvero.
“Facevo il tifo per Zack Snyder
prima che la sua versione venisse distribuita ufficialmente.
Continuavano a chiedermi: ‘Ce la farà?’. È stato incredibile. Penso
che ogni regista facesso il tifo per lui”, ha ammesso
Alan Taylor. “Per quanto riguarda Thor: the Dark World… Sì, mi piacerebbe.
Provate ad immaginare la scena… Mi danno lo stesso budget che hanno
dato a lui per rimettere mano al mio film. Sarebbe bello, ma non
credo che riceverò mai quella telefonata.”
Taylor è tornato di recente
dietro la macchina da presa per occuparsi della regia
de I
molti santi del New Jersey, il tanto atteso prequel
della pluripremiata serie HBO I Soprano, che arriverà
prossimamente nelle sale italiane, distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Dopo aver organizzato una serie di
proiezioni dedicate esclusivamente ai fan, la Sony Pictures ha
finalmente mostrato alla stampa americana l’attesissimo Venom: La
furia di Carnage, proprio in vista dell’uscita nelle
sale il prossimo 1 ottobre (in Italia il film sarà disponibile a
partire dal 14 dello stesso mese).
Come da tradizione, sono già emerse
online le prime reazioni dei giornalisti (le recensioni vere e
proprie sono sotto embargo fino alla data di uscita del film).
Potete leggerne alcune di seguito:
Molly Freeman – Screen Rant: “Venom: La furia di Carnage ha
alcuni momenti davvero affascinanti, in particolare quelli tra
Eddie e il simbionte, la cui dinamica è ancora super divertente. Ma
il film è vittima della sua stessa “Carneficina”. Ci sono troppe
idee che alla fine si perdono nel caos generale.”
Germain Lussier – io9: “Quando si tratta di Venom: La furia
di Carnage, la questione è molto semplice. Vi è piaciuto il primo?
Vi piacerà anche questo. Non vi è piaciuto il primo? Allora
lasciate che vi dica che questo sequel è come se fosse la versione
più grande ed enfatizzata del primo film, che mi era piaciuto ma
che al tempo stesso avevo subito dimenticato. Resta un film
divertente, ma frivolo.”
Mike Ryan, Uproxx: “Venom:
La furia di Carnage… mio Dio, questi film sono così stupidi che
alla fine mi ritrovo comunque ad apprezzarli. Potrei guardare altri
10 film in cui Eddie e Venom si chiamano perdenti a vicenda. C’è
addirittura una scena in cui Eddie e Venom sono sdraiati insieme
sulla spiaggia e guardano il tramonto…”
Matt Neglia, Next Best
Picture: “Venom: La furia di Carnage approfondisce ancora
di più l’assurda storia d’amore del primo film. Andy Serkis
mantiene azione e umorismo vivi, ma non sempre riesce a centrare
l’obiettivo. La performance di Tom Hardy è ancora uno degli aspetti
più belli, mentre Woody Harrelson sembra essersi divertito
parecchio, anche nei momenti più sadici.”
Erik Davis – Fandango: “Tom Hardy è fantastico in Venom: La
furia di Carnage, un film che si appoggia in maniera folle su toni
cupi ma esilaranti. Per certi aspetti i cattivi ricordano Assassini
nati, ma alla fine è Hardy che ruba la scena con la sua performance
davvero unica. È uno spasso vederlo recitare.”
Dan Casey – Nerdist: “Venom: La furia di Carnage è un film
decisamente folle. Una rom-com strana, carica di violenza, ma
pienamente consapevole. Tom Hardy si impegna al 200%. E mi
raccomando: non perdetevi i post-credits.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
È stato diffuso il primo trailer
originale di Licorice Pizza, il nuovo film di
Paul Thomas Anderson con protagonista
Cooper Hoffman, figlio
di Philip Seymour Hoffman, frequente collaboratore del
regista, che ha diretto in Hard Eight,
Boogie Nights, Ubriaco d’amore, The Master e
Magnolia.
Ambientato nella San Fernando Valley
degli anni ’70, il film segue uno studente delle superiori, che è
anche un attore di successo.
Da molti considerato uno dei più
dotati autori del genere horror, il regista Eli
Roth si è affermato grazie a titoli particolarmente
violenti e spaventosi come Hostel e The Green Inferno. Nel
2018 si è però cimentato per la prima volta con un racconto più
leggero, ma non per questo meno inquietante, tratto da un racconto
per ragazzi. Il film in questione è Il mistero della
casa del tempo (qui la recensione), uscito al
cinema nel 2018 dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema
di Roma. Il film, inoltre, è scritto da Eric
Kripke, oggi noto per essere l’ideatore e produttore della
serie Amazon The
Boys.
Il mistero della casa del tempo: il
libro di John Bellairs
Quello da loro qui adattato è il
romanzo La pendola magica (il cui titolo originale è però
proprio The House with a Clock in Its Walls), scritto da
John Bellairs e pubblicato nel 1973. Si tratta del
primo capitolo di una serie di dodici volumi dedicati al
personaggio di Lewis Barnavelt. Pensata principalmente per un
pubblico di ragazzi, questa serie non manca di presentare elementi
anche particolarmente orrorifici, che hanno trovato in Roth il
regista giusto per essere rappresentati. Tutto ruota però intorno
alla magia, vista non più come materia per bambini ma come elemento
indispensabile per la vita e la crescita di ognuno di noi.
Apprezzato da critica e pubblico,
Il mistero della casa del tempo si presenta dunque come un
film ricco di particolarità, stravaganze, situazioni buffe e altre
più minacciose, con una costante atmosfera di tensione ad
impreziosire il racconto. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle differenze con il libro.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il mistero della casa del tempo: la
trama del film
Il film racconta l’avventura magica
e misteriosa di un ragazzino di 10 anni, Lewis
Barnavelt, che in seguito alla morte dei genitori si
trasferisce a vivere nella casa vecchia e scricchiolante
dell’eccentrico zio Jonathan. In questa strana
dimora si nasconde un mondo segreto ricco di magie, misteri,
streghe e stregoni che si rivelerà quando Lewis scoprirà che suo
zio e la sua migliore amica Mrs. Zimmerman sono
due potenti maghi che lo coinvolgeranno in una missione segreta:
scoprire l’origine e il significato del ticchettio di un orologio
nascosto da qualche parte nei muri di casa. Per Lewis, nuove
avventure stanno dunque per avere luogo, le quali si riveleranno
però non prive di pericoli.
Il mistero della casa del tempo: il
cast del film
Ad interpretare il ruolo del giovane
Lewis Barnavelt vi è l’attore Owen Vaccaro, già
visto anche nei film Daddy’s Home e Mother’s Day.
L’attore Jack Black interpreta invece lo stravagante
zio Jonathan, in un ruolo che riconferma il suo grande carisma e
che rappresenta una nuova partecipazione ad un film per famiglie
dopo Piccoli brividi e Jumanji – Benvenuti nella
giungla. Accanto a loro, nel ruolo di Mrs. Zimmerman vi è
invece la premio Oscar Cate Blanchett, la quale ha accettato di
partecipare poiché attratta dal mondo narrativo. Nel film compaiono
poi anche Collen Camp nei panni di Mrs. Hanchett,
la vicina di Jonathan e Lorenza Izzo in quelli
della madre di Lewis. Principali antagonisti del film sono invece
Kyle MacLachlan, noto per la serie Twin
Peaks, nel ruolo dello stregone Isaac e Renée Elise
Goldsberry in quelli della sua consorte Selena.
Il mistero della casa del tempo: il
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, Il mistero
della casa del tempo è solo il primo di una serie di dodici
romanzi aventi come protagonista ricorrente il giovane Lewis. In
seguito al successo di questo primo adattamento, il quale ha
raggiunto un incasso di 131 milioni di dollari a fronte di un
budget di 42, il regista si è dichiarato aperto alla possibilità di
realizzare uno o più sequel. Il romanzo successivo da adattare
sarebbe dunque The Figure in the Shadows, ma al momento
non è stato confermato se ciò avverrà e con quali tempistiche. Ad
ora Il mistero della casa del tempo rimane dunque un’opera
a sé, da guardare abbandonandosi alla sua magia.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il mistero della casa
del tempo è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Apple iTunes e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
27 settembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.
Oggi Netflix
rilascia le prime immagini dell’attesissima Bridgerton 2, la seconda
stagione della serie Bridgerton,
che sarà disponibile nel 2022 in tutti i Paesi in cui il servizio è
attivo. Inoltre viene rilasciata la clip integrale del panel
dedicato alla serie presentata durante l’evento Netflix
globale per i fan TUDUM, tenutosi sabato 25 settembre.
La seconda
stagione della serie Bridgerton
ha come protagonista Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey) alla
ricerca dell’amore; in una delle immagini rilasciate lo si vede
coinvolto in una conversazione con Kate Sharma (Simone Ashley). La
famiglia Sharma comprende anche Edwina Sharma (Charithra Chandran)
e Lady Mary Sharma (Shelley Conn) che si uniscono ai protagonisti
della seconda stagione, presenti in una delle immagini rilasciate
insieme a Lady Danbury (Adjoa Andoh).
Kate Sharma – Kate è
testarda e furba. Il suo spirito acuto e la sua natura indipendente
la rendono unica nel mercato matrimoniale del 1814, all’interno del
quale spera di trovare il vero amore per sua sorella minore,
Edwina.
Edwina Sharma – Seguendo
l’esempio di sua sorella maggiore, Edwina è diventata la perfetta
debuttante, di natura gentile e molto affascinante. È giovane e
ingenua, ma sa comunque quello che vuole: un vero matrimonio
d’amore.
Mary Sharma – Mary
Sharma era la figlia di un conte, ma ha rinunciato al suo titolo
per scappare con il suo vero amore: un mercante. Lo scandalo che ne
è seguito ha reso Mary un’estranea al suo ritorno nella società
londinese per il debutto delle sue figlie.
Gli ultimi vent’anni hanno portato
gioielli del cinema che hanno fatto storia tanto quanto i classici.
Si va dai migliori film degli anni Novanta (chi dei millennials non
è cresciuto con Forrest Gump?), ai film dell’ultimo decennio che
hanno fatto parlare e che abbiamo conosciuto e amato grazie agli
Oscar, come Manchester by the Sea o Spotlight.
Ecco una guida ai film
consigliati da vedere assolutamente: i migliori
film degli ultimi vent’anni. Alcuni molto conosciuti, alcuni meno,
ma di grande valore.
Film consigliati da vedere del 2021
The French Dispatch (2021). Alla morte del direttore di una
redazione, il personale pubblica un memoriale che riporta le
migliori storie realizzate dal giornale nel corso degli anni: un
artista condannato all’er
L’ultima notte a Soho (2021). In questo thriller psicologico,
Eloise, che sogna di diventare una fashion designer, riesce
misteriosamente a catapultarsi negli anni Sessanta dove incontra
Sandie, un’aspirante cantante di grande fascino. Ma il glamour non
è esattamente quello che sembra: i sogni del passato iniziano a
infrangersi e approderanno a qualcosa di molto più oscuro.
E’ stata la mano di Dio (2021). Napoli, anni Ottanta. La vita
del diciassettenne Fabietto Schisa cambia radicalmente in seguito a
due avvenimenti: l’arrivo di Maradona al Napoli e un grave
incidente, che interrompe la felicità familiare.
Film consigliati da vedere recenti
Jojo Rabbit (2020). Un ragazzino tedesco scopre che sua madre
nasconde una giovane ebrea nella loro soffitta. Aiutato dal suo
unico amico immaginario Adolf Hitler, Jojo deve fare i conti con il
proprio cieco ed infantile nazionalismo.
Tenet (2020). Un agente segreto riceve una sola parola come
arma e viene inviato per prevenire l’inizio della Terza Guerra
Mondiale. Deve viaggiare nel tempo e piegare le leggi della natura
per avere successo nella sua missione.
La vita nascosta – Hidden Life (2020). La storia dell’austriaco
Franz Jägerstätter, il quale si rifiutò di combattere per i nazisti
e di giurare fedeltà a Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per questo motivo viene giustiziato nel 1943.
Film consigliati da vedere: gli
anni Novanta
Cominciamo con dei film
consigliati dei fantastici anni Novanta. In cima alla
lista, due film diversissimi ma ugualmente indimenticabili.
Forrest Gump, Robert
Zemeckis, 1994. La storia di Forrest Gump, un
ragazzo dalla scarsa intelligenza ma dall’acuta sensibilità e
generosità. Attraversa la storia e una vita intera. E ha
vinto 9 Premi Oscar.
Casinò,Martin Scorsese,
1995. Il direttore del più grande casinò di Las Vegas
racconta la sua storia, dopo essere morto nella sua macchina
che esplode. Ci sono lui, la moglie, e un gangster violentissimo,
in un film molto teso e molto violento. Ma anche con tanta ironia.
Scorsese è sempre un Maestro.
Gli anni Novanta sono stati
anni visionari del cinema Postmoderno, tra i titoli consigliati ci
sono capolavori eccentrici come Fight Club
(David Fincher, 1999), Pulp
Fiction (Quentin Tarantino, 1994),
Trainspotting (Danny Boyle,
1996), Il grande Lebowski (Joel e Ethan
Cohen, 1998) e Paura e delirio a Las
Vegas (Terry Gilliam, 1998).
Film consigliati: 2013
Il corrente decennio ha
portato i film che sono proprio ora nella memoria collettiva, ma
anche qualche film che ogni tanto viene dimenticato. Ecco
migliori film del 2013, tra Francia, Italia e
Stati Uniti.
La vita di
Adèle, di Abdellatif
Kechiche. Adèle è un’adolescente, ha un appetito e
una vitalità inesauribili. Osserva costantemente il mondo attorno a
sé. Comincia a frequentare Thomas, del quale non riesce ad
innamorarsi. A farla innamorare è invece un’artista, una ragazza
dai capelli blu che incontra in un bar. Ha fatto scalpore ed è
stato oggetto di controversie, è stato idolatrato ed è stato
premiato a Cannes.
Dallas Buyers Club, di Jean-Marc
Vallée. La storia di un uomo che, dopo una vita passata
tra alcol e droga, scopre di avere l’Aids. Fa di tutto pur di
trovare una cura, e decide di andare in Messico per delle cure
alternative non approvate negli Stati Uniti.
Per altri consigli, ci sono film
vari, da un crudo esilarante film scozzese, Filth
(di Jon S. Baird, che vale la pena trovare in
lingua originale), al fantascientifico Gravity (Alfonso Cuarón). Il
2013 è anche l’anno di The Wolf of Wall Street (Martin
Scorsese), 12 anni schiavo (Steve
McQueen) e La grande bellezza (Paolo
Sorrentino).
Film consigliati: 2014
Un anno speciale per il
cinema anglofono: i nostri film consigliati del 2014 sono
tutti americani o britannici, e tutti accattivanti e intensi.
Birdman
(Alejandro Gonzáles Inárritu). Un’ex supereroe del
cinema ha un ruolo a Broadway, in cerca di nuova notorietà. Una
sola, lunghissima scena, nessun taglio, nessun montaggio. Un film
magistrale.
Whiplash (Damien Chazelle):
un futuro batterista jazz ha a che fare un con brutale e
inaccontentabile insegnante, che scarica la propria frutrazione
sugli alunni. Ne ricaverà dolore e insegnamenti preziosi.
Taxi Teheran (Jafar Panahi).
Il regista Panahi fa il tassita, e passeggeri di diversa estrazione
sociale salgono sulla sua auto, mentre lui registra il tutto a loro
insaputa. Esilarante, doloroso e politico.
Anomalisa (Charlie Kaufman).
Film d’animazione in stop-motion per adulti con gli incubi. E più
complicato di quel che sembra. Un uomo si trova a Cincinnati per
una conferenza, e in contra una donna con la quale passa la notte,
e la loro attrazione potrebbe cambiare la loro vita.
È stato un anno segnato da una
Hollywood brillante e in piena forma, che ama sé stessa. In cima
alla classifica, però, un film un po’ dimenticato ma eccezionale, e
un film molto impegnato e devastante, dai toni realistici ma
forti.
Arrival (Denis
Villeneuve). Delle navi aliene arrivano sulla terra: cosa
vogliono? L’esercito decite che è fondamentale imparare a
comunicare con i nuovi arrivati, e reclutano una linguista.
Io, Daniel Blake (Ken Loach).
Il regista irlandese torna con una storia di giustizia sociale, che
parla di un uomo che ha bisogno dell’assistenza dello Stato per
sopravvivere. Di fronte ad una burocrazia che non fa attenzione
alla persone, si sosterrà a vicenda con una giovane madre,
Daisy.
I titoli più famosi del 2015 sono
film che ovviamente consigliamo assolutamente:
Zootropolis (Byron Howard e
Rich Moore), La La Land
(Damien Chazelle), Moonlight
(Barry Jenkins), Ave, Cesare!
(Joel e Ethan Coen),
Manchester by the Sea (Kenneth
Lonergan), e The Neon Demon
(Nicolas Winding Refn).
Film horror consigliati
The ring (Gore Verbinski,
2002). Rimake di un horror giapponese, che parla di una leggendaria
videocassetta. Contiene scene orribili, e chi la guarda muore.
It (Andrés Muschietti, 2017).
Sette ragazzini in una cittadina del Maine si confrontano con un
antico demone che cambia forma ed emerge ogni 27 anni per cacciare
i bambini della città.
Film comici consigliati
L’alba dei morti dementi (Edgar
Wright, 2004). La parodia dei film di zombie migliore
della storia: un trentenne che non riesce a dare una svolta alla
propria vita si trova alle prese con un’invasione di zombie.
SuXbad – 3 menti sopra il pelo (Greg
Mottola, 2007). Due adolescenti maldestri cercano di
portare dell’alcol ad una festa per fare colpo sulle ragazze. Le
cose non vanno liscie.
Film thriller consigliati
Prisoners (Denis Villeneuve,
2013). Due bambine scompaiono senza lascaire traccia. I genitori
hanno reazioni diverse, e uno dei padri assume comportamenti sempre
più estremi e violenti nella sua ricerca di giustizia.
Memento (Christopher Nolan,
2000). Un uomo si sveglia in una stanza d’albergo senza ricordarsi
niente della propria vvita. Dovrà ricostruire come è arrivato fino
a lì, tra note e indizi. Nolan reinventa il montaggio
cinematografico e il modo in cui raccontiamo storie al cinema.
Ci sono quelli acclamati dal
pubblico, quelli acclamati dalla critica, quelli acclamati da tutti
e due, quelli che fanno scannare pubblico e critica. Quelli di cui
si parla molto. Ecco i film da non perdere
assolutamente, quelli di cui, almeno una volta, avete
sentito parlare.
Film da non perdere
assolutamente
Tra le storie più intense
del cinema, e tra due dei titoli che dovete assolutamente
conoscere. Se non li avete ancora visti, ecco due film da
non perdere assolutamente.
Nomadland (2020) Dopo aver perso il marito e
il lavoro durante la Grande recessione, la sessantenne Fern lascia
la città Empire, Nevada. Fern vuole attraversare gli Stati Uniti
occidentali a bordo del suo furgone.
Mad
Max Fury Road (2015) Dal regista George Miller,
ideatore del genere post-apocalittico e mente dietro il leggendario
franchise di “Mad Max”, arriva “Mad Max: Fury Road”, un ritorno al
mondo del guerriero della strada, Max Rockatansky. Perseguitato dal
suo turbolento passato, Mad Max crede che il modo migliore per
sopravvivere sia vagare da solo. Tuttavia, viene travolto da un
gruppo in fuga attraverso la Wasteland in un War Rig guidato da un
Imperator d’élite, Furiosa. Stanno scappando da una Cittadella
tiranneggiata dall’Immortan Joe, al quale è stato sottratto
qualcosa di insostituibile. Infuriato, il signore della guerra
schiera tutte le sue bande e insegue spietatamente i ribelli nella
guerra stradale ad alto numero di ottani che segue.
Film horror da non perdere
Se siete amanti del genere, del
brivido e dello splatter, ecco due film horror da non
perdere usciti nel 2017. È stato un anno intenso per il
genere, soprattutto per quanto riguarda i ritorni
in grande stile: stiamo parlando di Alien,The Ring e Jigsaw. Ecco altri
due film horror da non
perdere assolutamente, perché è importante
rimanere aggiornati su uno dei generi più popolari della
storia.
Hereditary – Le radici del male – In seguito
alla morte della matriarca della famiglia Graham, sua figlia e i
suoi nipoti iniziano a scontrarsi con alcuni segreti criptici e
terrificanti riguardo la propria discendenza, cercando di superare
il sinistro destino che hanno ereditato.
A Quiet Place – Un posto tranquillo (2018).
Una famiglia vive nel silenzio per nascondersi da predatori alieni
privi di vista ma dotati di un udito sensibile. Sapendo che anche
il minimo sussurro può portare alla morte, Evelyn e Lee devono
trovare un modo per proteggere i loro figli.
Film comici da non perdere
La commedia è uno dei
generi più popolari e più prodotti. Tra centinaia di titoli, è
facile perdere qualche perla della risata per strada. Ecco
due film da non perdere, diversissimi ma ugualmente
imperdibili.
The Big Sick, Michael
Showalter (2017). Kumail è un comico pakistano che
incontra una studentessa americana di nome Emily ad uno dei suoi
show di stand-up. Mentre la loro relazione fiorisce, lui è
preoccupato per quello che i suoi genitori, che sono musulmani e
abbastanza tradizionalisti, penseranno di lei. Quando Emily finisce
improvvisamente in come, Kumail stringe un legame molto stretto con
i genitori di lei.
La morte di Stalin, Armando
Iannucci (2017). Quando il dittatore Joseph Stalin muore
nel 1953, i suoi uomini più vicini, in realtà dei parassiti, si
ritrovano in una frenetica lotta per il potere. Una serie di
bighellonate, zuffe e pugnalarsi alle spalle. Ma c’è una domanda in
attesa di risposta: chi sta governando l’URSS?
Film da non perdere recenti
E quali sono le
uscite più recenti che bisogna recuperare? Quali sono,
finora, i migliori film del 2018, o quelli che non possiamo
tralasciare? Ecco quattro film da non perdere più
recenti.
Ritratto della giovane in fiamme (2019) Nel
1770, la giovane figlia di una contessa francese sviluppa
un’attrazione per Marianne, la pittrice incaricata di dipingere il
suo ritratto. Tra le due donne nasce una forte passione.
Ready Player
One, Steven Spielberg (2018). Nel 2045,
il mondo è sull’orlo del caos. Ma la gente trova un riparo e
salvezza in OASIS, una realtà virtuale immensa creata
dall’eccentrico James Halliday. Quando questi dorme, lascia la sua
immensa fortuna in un Easter egg digitale all’interno di OASIS,
dando origine ad un gioco che coinvolge il mondo intero. Il giovane
Wade Watts prenderà parte al gioco, scoprendo un universo
fantastico, fatto di scoperte e pericolo.
Dune di Denis Villeneuve. In un distante
futuro dell’umanità, il duca Leto Atreides accetta la gestione di
un pericoloso pianeta, Dune,
l’unica fonte di una droga in grado di allungare la vita e fornire
eccezionali capacità mentali.
Carbonia Film
Festivaltornadal 07 al 10
ottobre con How to Film the
World, appuntamento biennale organizzato
dal Centro Servizi Culturali Carbonia
dellaSocietà Umanitaria. Quattro
giorni di grande cinema, musica, spettacolo e fotografia, con
un focus sui temi cardine del festival,
ovvero lavoro e migrazioni,
attraverso anteprime, approfondimenti, incontri e masterclass.
Accanto ad Alexander
Nanau, regista
dell’acclamato Collective (doppia
candidatura agli Oscar 2021 per il miglior film straniero e il
miglior documentario, e vincitore Premio LUX del Pubblico 2021) e
membro della Giuria Internazionale all’ultimo Festival di Venezia, saranno a Carbonia
molti altri ospiti a partire da Vasco Brondi,
cantautore ferrarese che sarà protagonista di un recital speciale
tra canzoni e letture. E ancora l’illustratrice Sarah
Mazzetti, il giornalista e autore
televisivo Marco Villa, la voce degli Offlaga
Disco Pax e di Spartiti Max Collini, il
fotografo e
videoartista DélioJasse,
le registe e i registi Federica Di
Giacomo, Alessandro
Cassigoli, CaseyKauffman e Suranga
D. Katugampala.
I FILM
Come ogni anno le opere di autori internazionali, sardi e italiani
compongono un cartellone fitto di proiezioni e incontri con il
pubblico. Grande attesa, venerdì 8
ottobre alle 21.00 al
Cine-Teatro Centrale, per Alexander Nanau,
regista rumeno che quest’anno si è definitivamente affermato come
uno dei più importanti documentaristi al mondo grazie al
suo Collective, che ha ricevuto una
doppia candidatura agli Oscar 2021 e ha
vinto Premio LUX del Pubblico 2021. Fresco
membro della Giuria Internazionale all’ultima Mostra del Cinema di
Venezia, Nanau presenta a Carbonia il suo docu-thriller che ha
denunciato la scioccante corruzione all’interno del sistema
sanitario nazionale rumeno.
Sabato 09
ottobre appuntamento invece nel pomeriggio alla
Fabbrica del Cinema con S’Arrùndini,
cortometraggio in lingua sarda che racconta la piccola avventura di
un gruppo di adolescenti, e le loro grandi inquietudini.
Introducono il film a partire
dalle 17.00 gli autori, la disegnatrice
e animatrice Eleonora Gambula e il
filmmaker Daniele Arca. A seguire, negli
stessi spazi, il film d’animazione La mia
fantastica vita da canedi Anca Darmian, introdotto
dalla background designer Sarah Mazzetti.
Alle ore 21.00, al Cine-Teatro
Centrale, Federica Di
Giacomo presenterà Il
palazzo, documentario capace di rievocare Il
grande freddo attraverso il ritratto di un gruppo di
amici che, dopo anni, si ritrova in occasione della morte
improvvisa di uno di loro, presentato in anteprima a Venezia 2021
alle Giornate degli Autori.
Ultime proiezioni in programma
domenica 10
ottobre dalle 16.00 al
Cine-Teatro Centrale, con il teaser del prossimo lavoro
di Massimiliano
MazzottaCHEMICAL BROS., il
cortometraggio Issa di Stefano
Cau, e alle 17.00 il
pluripremiato Californie, dei
registi Alessandro
Cassigoli e Casey Kauffman. Uno
splendido romanzo di formazione girato nell’arco di 5 anni, con
protagonista un’adolescente nata in Marocco e cresciuta a Torre
Annunziata, presentato alle Giornate degli Autori
all’ultima Mostra del Cinema dove ha
conquistato il Label Europa Cinemas e il
premio per la Migliore Sceneggiatura.
GLI SPETTACOLI
Nella serata di apertura, giovedì 07 ottobre,
salirà sul palco Vasco Brondi, cantautore
ferrarese che dopo la conclusione del progetto
artistico Le luci della centrale
elettrica ha pubblicato il primo album a suo
nome, Paesaggio dopo la battaglia. Brondi sarà
protagonista di una speciale performance tra parole, canzoni e
letture, moderata dal giornalista e autore televisivo Marco Villa.
Vasco Brondi torna in Sardegna con un appuntamento esclusivo,
pensato apposta per il Carbonia Film Festival, nel suggestivo
scenario della Grande Miniera di Serbariu. Altro speciale
appuntamento domenica 10 ottobre alle ore
20.00 in chiusura del festival, con Max
Collini, voce di Offlaga Disco Pax e Spartiti, che porterà
a Carbonia il suo Hai paura
dell’indie?, uno spettacolo post teatrale in cui
Collini smonta e rimonta testi e temi iconici di quello che oggi è
a tutti gli effetti il nuovo pop italiano.
LA MOSTRA
Ad aprire l’edizione 2021 di HTFTW sarà l’inaugurazione della
mostra fotografica Sguardi Plurali sull’Italia
Plurale, realizzata a partire da un concorso e promossa da
FIERI – Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche
sull’Immigrazione insieme al CSC Carbonia
dellaSocietà Umanitaria, in
collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. La
mostra presenta fotografie realizzate da giovani
immigratie da ragazzi e ragazze italiani di
seconda generazione (di età inferiore ai 35 anni). Un
progetto nazionale e itinerante che debutta a Carbonia con la
premiazione dei vincitori del concorso fotografico. La mostra
raggiungerà in seguito numerose città d’Italia tra cui Torino,
Bologna, Padova e Milano. Taglio del nastro giovedì 07
ottobre alle 18.00 negli spazi
della Biblioteca Comunale.
EVENTI
COLLATERALI
A completare il cartellone anche una serie di eventi collaterali
come l’installazione del documentario
interattivo Babel – Il giorno del
giudizio di Manuel Coser, Gianluca De Serio,
Andrea Grasselli, Guido Nicolás Zingari. Un progetto di realtà
virtuale in cui si intrecciano le esperienze di tre richiedenti
asilo in attesa di giudizio. L’inaugurazione, in programma
venerdì 08 ottobre alle ore 19.00 alla
Biblioteca Comunale, sarà introdotta dall’antropologo
dell’Università di Cagliari Francesco Bachis.
L’installazione sarà fruibile sino a domenica 17 ottobre.
Mentre venerdì
08 il Festival ospiterà un appuntamento organizzato
dallo S.B.I.S. – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis
nell’ambito del Festival Tuttestorie: la presentazione del
libro 116 film da vedere prima dei 16
anni, di Manlio Castagna. A dialogare con l’autore,
dalle 17.00 sempre negli spazi della
Biblioteca Comunale, sarà Laura
Stochino, insegnante e operatrice culturale della
Federazione Italiana dei Circoli del Cinema.
Infine sabato 09
ottobre, a partire
dalle 23.00 al Nuovo Caffè del Portico
di piazza Roma, un momento di musica e condivisione con il dj-set
di Music is my boyfriend, il progetto di
Claudia Spettinè e Manuela Apple Girl che unisce influenze
elettroniche e afro-bit, tropical, electro e trap.
CFF SCUOLE
Punto di forza di How to Film the World è la
formazione dei giovani. Anche quest’anno verranno coinvolte le
scuole del territorio per una serie di incontri e workshop con gli
ospiti del festival.
Giovedì 07
ottobre protagonista all’istituto Angioy il fotografo
e videoartista Délio Jasse con un
laboratorio dal titolo Tornare
all’immagine.
Venerdì
08 spazio a Suranga D.
Katugampala, regista originario dello Sri Lanka e
cresciuto in Italia che, insieme a Pietro Cingolani di Fieri,
dialogherà con i ragazzi e le ragazze del Liceo Gramsci-Amaldi
prendendo spunto dal suo Per un
figlio, film che racconta i drammi del quotidiano e
le difficoltà d’integrazione di un ragazzo cresciuto lontano dal
suo Paese d’origine.
Ultimo appuntamento del
format sabato 09 con Sarah
Mazzetti, illustratrice e autrice del poster di questa
edizione, che terrà un laboratorio all’IIS Angioy, dal
titolo Fra collage e
reinvenzione.
CARBONIA CINEMA
GIOVANI
Ma il percorso formativo del festival comprende anche la presenza
di dieci ragazze e ragazzi selezionati in tutta Italia attraverso
il Bando Carbonia Cinema Giovani. Un
gruppo di studentesse e studenti, filmaker, operatori e operatrici
culturali, di età compresa tra i 19 e i 30 anni che parteciperanno
a un programma di incontri e masterclass dedicato con (da venerdì a
domenica) Suranga
Katugampala, Alexander Nanau, Sarah
Mazzetti e Federica Di
Giacomo.
Ecco un altro spot tv di Venom: la
furia di Carnage in cui vediamo il simbionte rosso
liberarsi dal corpo che lo ospita, quello di Cletus Kassady
(Woody Harrelson), nel momento in cui quest’ultimo
viene sottoposto all’iniezione letale. Il film arriverà al cinema
l’1 ottobre.
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
L’ultima fatica di Mike
Flanagan è finalmente approdata su Netflix dal 24 Settembre: Midnight
Mass si propone la sfida di replicare il successo
strepitoso ormai connaturato alle opere seriali di Flanagan
(The
Haunting of Hill House e Bly Manor), che dimostrano di riuscire a
coniugare l’impatto da cinema mainstream con una visione autoriale.
La nuova serie riprende sicuramente alcune propensioni narrative e
visive delle precedenti, pur stanziandosi prettamente su
un’assimilazione personale ed emotiva degli stilemi orrorifici
prediletti dal regista.
Midnight Mass: il progetto imponente di Mike Flanagan
Protagonista di Midnight
Mass è Riley Flynn (Zack
Gilford) che, dopo aver provocato da ubriaco la morte di
una giovane ragazza in un incidente stradale, ha scontato quattro
anni di carcere e, successivamente, è tornato a vivere assieme alla
sua famiglia nella desolata Crockett Island. La vita di questa
comunità isolata e intransigente subirà uno scossone all’arrivo del
nuovo prete, Padre Paul (Hamish
Linklater) che sembrerà portatore di miracoli e misteriosi
eventi sovrannaturali e il quale si rivolge ai membri della piccola
comunità come se li conoscesse da sempre: tra loro incontriamo non
solo la famiglia di Riley – composta da Annie
(Kristin Lehman), Ed
(Henry Thomas) e Warren
(Igby Rigney)-, ma anche la dottoressa
Sarah Gunning (Annabeth Gish) e
sua madre (Alex Essoe), affetta da demenza senile;
la figlia del sindaco, Leeza (Annarah
Cymone) rimasta paralizzata in un incidente; il nuovo
sceriffo (Rahul Kohli), di religione musulmana, e
suo figlio Ali (Rahul Abburi);
Erin Greene (Kate
Siegel), una donna incinta tornata a vivere nella casa
di sua madre dopo il matrimonio con un marito violento; l’alcolista
Joe Collie (Robert Longstreet) e
la devota Bev Keane (Samantha
Sloyan), fedele spalla del reverendo.
Flanagan ha dichiarato che
Midnight Mass era in cantiere da ben 10 anni e,
scovando attentamente nella sua filmografia, possiamo individuare
plausibili indizi: ne Il gioco di Gerlad, infatti,
vediamo inquadrato un libro fittizio intitolato proprio
Midnight Mass, che sarebbe scritto da
Maddie Young, sorda protagonista di Hush –
Il terrore del silenzio. Flanagan inoltre dirige
personalmente ognuno dei 7 episodi da cui è composta la serie, a
differenza di Hill House, e il salto registico qualitativo è
notevole.
Midnight Mass
esplora innumerevoli nuclei tematici, iponimi di un macro tema
piuttosto elaborato: fervore religioso e tormenti, devozione e
senso di colpa, misteri e miracoli sono dicotomie connaturate alla
vita dei cittadini di Crockett, emblema della comunità fiabesca
degenerata, lasciata appassire da una sinfonia decadente, come se
un metaforico Pifferaio magico avesse toccato con mano ogni
abitazione del territorio, derubandolo di ogni fonte di gioia e
speranza.
L’approccio che Flanagan aveva già
precedentemente adottato per incorniciare la suddivisione narrativa
in capitoli di Doctor
Sleep, ritorna in Midnight Mass, a
testimonianza di come il regista ambisca ad innovare il prodotto
seriale, concependo ciascun episodio come atto, capitolo, di un
libro da sfogliare. Scelta, questa, piuttosto interessante se
visualizzata tenendo in considerazione gli intenti registici di
Flanagan, ma che, tuttavia, va a discapito del ritmo narrativo
serrato che aveva caratterizzato Hill House. Indubbiamente si
tratta di una decisione stilistica e congeniale all’economia
narrativa, eppure difficilmente i primi episodi indurranno il
pubblico al binge watching.
Midnight Mass
rivela tutte le carte della concezione di cinema-seriale
elaborata da Flanagan: un’epopea discendente e intrinsecamente
umana, declinata attraverso un uso sapiente della macchina da presa
e del montaggio, che vada ad appigliarsi alla sensorialità
umbratile dello spettatore. La superstizione, tema cardine della
narrazione, si nutre di pregiudizi, timori irrazionali e credenze
irreprensibili che fanno parte della vita quotidiana e che non
faticheranno ad arrivare al cuore dello spettatore, benché le
tempistiche con cui queste riflessioni vengono lasciate fluire non
ricalchino il consueto, e ottimale, utilizzo del minutaggio da
parte di Flanagan.
Vera rivelazione di
Midnight Mass è l’interpretazione di Linklater,
magnetico e carismatico nella rappresentazione di un personaggio
cardine della comunità, che convoglia il fervore religioso con un
inquietante colpevolezza di fondo di difficile decodifica. Egli
riesce a incarnare effettivamente lo spirito dell’opera di
Flanagan, che si fonda su nuclei di pensiero, momenti, basati
sull’immersione in una realtà assoluta e filtrata dalla coscienza
individuale del soggetto, piuttosto che sulla fattualità della
vicenda.
L’accezione di horror con cui si
presenta Midnight Mass è sicuramente meno
spettacolarizzata rispetto a quella di
Hill House e
Bly Manor, ma certamente altrettanto disturbante: il racconto
di Flanagan indaga le tensioni sopite dietro al volto di ciascun
fedele della comunità, il concetto di misericordia cristiana visto
sotto una lente conturbante e dicotomie opprimenti che vengono
caratterizzate già a partire dalla messa in scena e dalla
encomiabile fotografia.
E’ doveroso citare l’influenza
dell’ormai riconoscibile sodalizio implicito tra Flanagan
e un maestro dell’horror quale Stephen King. L’influenza tematica e
stilistica di quest’ultimo è infatti evidente nell’immaginario di
Flanagan, che riesce a inserire riflessioni sul perdono, famiglia e
libero arbitrio all’interno della serie, marcati dal comune
denominatore del racconto horror. E’ proprio l’impiego delle
geometrie e della cornice caratteristica del racconto orrorifico a
marcare nel cinema mainstream: l’utilizzo dell’horror
come veicolo è ormai purtroppo quasi esclusivamente una qualifica
del cinema indipendente, e Flanagan risulta uno dei pochi registi
in grado di fondere la bellezza visiva dell’horror con una
visione autoriale personale.
È ormai un anno esatto da che la
pandemia ha rivoluzionato lo stile di vita delle persone in tutto
il mondo e che le piattaforme di streaming sono diventate il più
frequentato passatempo di molti. Per rispondere a questa domanda,
le suddette piattaforme si sono adoperate per offrire la migliore
offerta possibile, è così c’è stato un proliferare di film
Belli su Netflix,
Prime e le altre piattaforme.
Ogni settimana, le piattaforme si
ampliano e arricchiscono il loro catalogo, con titoli originali,
nuove serie e proposte, ma anche materiale d’archivio, film vecchi,
pellicole che hanno fatto la storia del cinema o anche
semplicemente che sono diventate parte del pensiero collettivo
condiviso. Ecco la lista dei migliori film da guardare
su Netflix.
Mettendoci però all’ombra della
grande N rossa, di seguito vi proponiamo una serie di titoli che
rientrano senza dubbio nella categoria di film Belli da
vedere su Netflix
e che potrebbero senza dubbio farci compagnia durante una delle
prossime sere, in attesa di poter uscire di casa e… andare in
sala!
Film da vedere assolutamente su
Netflix
Inception (2010). Il capolavoro di Christopher Nolan che dirige Leonardo DiCaprio in Inception, un avvincente thriller
fantascientifico, che ruota attorno alla figura di un
amministratore delegato coinvolto in una serie di oscuri
ricatti.
The Others (2001) Nessuna porta deve essere
aperta prima che l’ultima sia stata chiusa. Una Nicole Kidman
perfetta per il capolavoro di Alejandro Amenabar. La pellicola
racconta di Grace Stewart vive da sola in un’enorme casa coi due
figli, Anne e Nicolas, i quali soffrono di una malattia che non
permette loro di esporsi alla luce del giorno senza gravi
conseguenze per la loro salute. Dopo l’arrivo di tre domestici, una
vecchia governante di nome Bertha Mills, l’ancor più anziano
giardiniere Edmund Tuttle e una giovane cameriera muta chiamata
Lydia, iniziano a verificarsi strani avvenimenti nella casa e Grace
inizia a credere che possano esserci degli intrusi.
Million Dollar baby (2004) Scritto dal Premio
oscar Paul Haggis il film è diretto e prodotto da
Clint Eastwood e interpretato dallo
stesso Eastwood insieme a Hilary Swank e
Morgan Freeman. Il film parla di Frankie, coriaceo
allenatore di boxe, prende la giovane e talentuosa Maggie sotto la
sua ala e la trasforma di una atleta da competizione.
Perfetti sconosciuti (2018) Perfetti
sconosciuti inizia con lo start dato ad un gioco apparentemente
innocente e tutto da ridere: mettere sul tavolo il proprio
cellulare, accettando di leggere tutto ciò che arriva in entrata,
sms e chat di vario genere, e di ascoltare pubblicamente delle
telefonate. Ma ciò che sembrava solo un modo di divertirsi, diventa
in breve tempo fonte di tensione e specchio dei problemi sia dei
personaggi rappresentati, sia della società odierna. Insomma,
Perfetti sconosciuti si fa portatori dei problemi di oggi, di vite
che sembrano normale e che, invece, celano diversi segreti affidati
a quelle scatole nere che hanno stravolto il modo di vivere e di
relazionarsi l’uno con l’altro.
Whiplash (1997) Il primo acclamato
film diretto da Damien Chazelle racconta di
Andrew, un diciannove anni, sogna di diventare uno dei migliori
batteristi di jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è
spietata al conservatorio di Manhattan dove si esercita con
accanimento. Il ragazzo ha come obiettivo anche quello di entrare
in una delle orchestre del conservatorio, diretta dall’inflessibile
e feroce professore Terence Fletcher. Quando infine riesce nel suo
intento, Andrew si lancia, sotto la sua guida, alla ricerca
dell’eccellenza.
Zodiac (2007) Diretto da David Fincher, il film è un thriller
mozzafiato ed è basato sui libri di Robert Graysmith dedicati al
serial killer statunitense denominato Killer dello Zodiaco, che
negli anni sessanta e settanta sconvolse la città di San Francisco
(California). Presentato in concorso al 60º Festival
di Cannes, il film racconta la storia di tre personaggi che
rimangono ossessionati dalla ricerca del famigerato serial killer.
Robert Graysmith che ha il volto di
Jake Gyllenhaal, divorziato e padre di due figli, appassionato
di enigmistica che rimane subito intrigato dalla vicenda. Il
detective Dave Toschi (Mark
Ruffalo) che segue il caso e il giornalista del Chronicle Paul
Avery interpretato da Robert Downey Jr.
Il divo (2008) Scritto e diretto da Paolo Sorrentino la
pellicola è il discusso film basato sulla vita del senatore a vita
Giulio Andreotti negli anni novanta. Presentato in concorso al
Festival di
Cannes 2008, si è aggiudicato il premio della giuria. La storia
racconta la vita di Giulio Andreotti, protagonista della storia
politica italiana per decenni, nel periodo tra 1991 e 1993, a
cavallo tra la presentazione del suo VII governo e l’inizio del
processo di Palermo per collusioni con la mafia.
L’Uomo della pioggia (1997) L’Uomo della pioggia è il film
diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal libro omonimo di John
Grisham e vede protagonista l’attore Matt Damon,
un neo laureato in giurisprudenza, Rudy Baylor si scontra subito
con la realtà dei fatti. Il bisogno di lavorare lo porta a cercare
clienti e casi legali ovunque sia possibile, ma ciò significa
frequentare tipi di dubbia fama per sbarcare il lunario mentre,
allo stesso tempo, vuole combattere le ingiustizie di un sistema
che favorisce i ricchi e i potenti. Rudy viene assunto da Bruiser
Stone, avvocato legato alla criminalità.
Il processo ai Chicago 7 (2020). Scritto e diretto
dal vincitore del Premio Oscar e dell’Emmy Award Aaron
Sorkin,Il
processo ai Chicago 7 ha un cast stellare composto da
Sacha Baron Cohen,
Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella,
Eddie Redmayne, Mark Rylance, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen
II,
Michael Keaton, John Carroll Lynch e Alex
Sharp. Nel film quella che doveva essere una
manifestazione pacifica alla convention del partito democratico
statunitense del 1968 si è trasformata in una serie di scontri
violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori
delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e
Bobby Seale, sono stati accusati di cospirazione e incitamento alla
sommossa in uno dei processi più noti della storia americana.
Prodotto da: Marc Platt, Stuart Besser, Matt
Jackson e Tyler Thompson.
Il pianista è l’acclamati film diretto da
Roman Polanski e che ha regalato il premio oscar
al suo protagonista, l’attore Adrien Brody. Basato al romanzo autobiografico
omonimo di Władysław Szpilman, il film racconta quanto vissuto dal
pianista ebreo dallo scoppio della seconda guerra mondiale con
l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche,
l’occupazione di Varsavia, la creazione del ghetto, la vita nel
ghetto e la sua fuga e sopravvivenza fuori dal ghetto, fino alla
liberazione della città da parte dell’Armata Rossa.
Film Netflix del 2021
E’ stata la mano di Dio. Napoli, anni Ottanta. La vita del
diciassettenne Fabietto Schisa cambia radicalmente in seguito a due
avvenimenti: l’arrivo di Maradona al Napoli e un grave incidente,
che interrompe la felicità familiare.
The Power
of Dog (2021). l potere del cane è un film del 2021 scritto e
diretto da Jane Campion. Adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo del 1967 di Thomas Savage, è interpretato da Benedict
Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons e Kodi Smit-McPhee.
RED NOTICE (2021). Un agente dell’Interpol rintraccia il ladro
d’arte più ricercato al mondo.
The Guilty è un film del 2021 diretto da Antoine Fuqua. La
pellicola, con protagonista Jake Gyllenhaal, è il remake del film
del 2018 Il colpevole – The Guilty. The Guilty racconta gli eventi
di una sola mattina a seguito di una chiamata al 911. Nel tentativo
di salvare la persona al telefono in grave pericolo, l’operatore
Joe Baylor (Gyllenhaal) si rende conto ben presto che nulla è come
sembra e che l’unica via d’uscita è affrontare la realtà.
BRUISED (2021). Nel debutto alla regia di Halle Berry, una
combattente di MMA caduta in disgrazia (Berry) trova la redenzione
nella gabbia e il coraggio di affrontare i suoi demoni quando il
figlio a cui ha rinunciato da bambino rientra inaspettatamente
nella sua vita.
Sweet
Girl, (2021). Un marito distrutto (Jason Momoa) vuole
vendicarsi delle persone responsabili della morte di sua moglie,
proteggendo nel frattempo l’unico familiare che gli è rimasto, la
figlia (Isabela Merced).
Army of the Dead, (2021). In seguito ad un’epidemia di zombi a
Las Vegas, una squadra di mercenari corre un grosso rischio
intrufolandosi nella zona sotto quarantena per eseguire la più
grande rapina mai tentata.
Kate, (2021). Kate è un film thriller d’azione americano del
2021 diretto da Cedric Nicolas-Troyan e scritto da Umair Aleem. Il
film è interpretato da Mary Elizabeth Winstead, Miku Martineau,
Woody Harrelson, Tadanobu Asano, Michiel Huisman, Miyavi e Jun
Kunimura.
La nave sepolta (2021) Alle soglie della Seconda guerra
mondiale, una ricca vedova chiede a un archeologo dilettante di
occuparsi degli scavi di alcuni tumuli nella sua proprietà. Quando
fanno una scoperta di portata storica, risuonano gli echi del
passato britannico mentre la nazione si prepara a un futuro
incerto. Diretto da Simon Stone il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo del 2007 scritto da John
Preston, che narra degli scavi di Sutton Hoo avvenuti nel 1939, una
delle più grandi scoperte della storia britannica.
Film Netflix 2020
Pieces of Woman, (2020). Martha sceglie di partorire
in casa, assistita dal compagno Sean e dall’ostetrica Eva. A causa
di un imprevisto, la neonata muore pochi minuti dopo il parto. La
madre di Martha si batte affinché Eva sia condannata per
negligenza.
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, (2020). Un
ingegnere idealista costruisce la propria isola al largo delle
coste italiane e la dichiara nazione, attirando l’attenzione del
mondo. Quando il governo italiano dichiara nemico il nuovo stato,
per l’uomo cominciano i guai.
Ava,
(2020). Ava è un’assassina che lavora per
un’organizzazione segreta e prende di mira bersagli di alto rango
in tutto il mondo. Ma quando uno dei suoi incarichi fallisce,
diventa lei stessa un obiettivo e deve lottare per la sua
sopravvivenza.
Rebecca, (2020).
Una magica storia d’amore a Monte Carlo regala a una donna un
marito misterioso, una governante truce e una dimora decisamente
inquietante.
The Midnight Sky,
(2020). Rimasto solo in una stazione scientifica del Polo
Nord, unica zona ancora abitabile del pianeta Terra, lo scienziato
Augustine Lofthouse, malato terminale, cerca di avvertire degli
astronauti di ritorno sulla Terra di una catastrofe globale.
Holidate, (2020).
Stanchi di essere single in vacanza, due sconosciuti desiderano
solamente qualcuno con cui passare le feste e beffarsi degli altri.
Senza stress né passione, tanto comunque non è amore.
Sergio, (2020).
Vittima di una guerra a cui si era opposto, il diplomatico delle
Nazioni Unite Sergio Vieira de Mello deve lottare per la propria
vita dopo l’esplosione di una bomba a Baghdad, in Iraq.
Film Romantici su Netflix
Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004).
Conosciuto in Italia anche con il discusso e opinabile titolo
Se mi lasci ti cancello, il film è uno dei
titolo di maggior successo del regista Michel
Gondry e vede protagonisti Jim Carrey e
Kate Winslet. Vincitore del premio Oscar per la
migliore sceneggiatura andato al suo autore Charlie Kaufman,
racconta la storia Joel Barish e Clementine Kruczynski che dopo un
incontro casuale sulla spiaggia di Montauk, a New York, iniziano
una storia d’amore Tuttavia nessuno dei due sa che entrambi sono
stati insieme per due anni, e dopo l’ennesimo litigio, qualche
giorno prima, avevano deciso di lasciarsi dalla memoria.
Lei, nominato a 5 premio Oscar, e
vincitore del premio come miglior sceneggiatura originale esce
proprio è la pellicola scritta e diretta da Spike
Jonze e interpretato da Joaquin Phoenix, Amy
Adams, Rooney Mara, Olivia
Wilde e con la voce di Scarlett Johansson. Nella
versione doppiata in italiano, Samantha ha la voce di
Micaela Ramazzotti. Nel film in una Los Angeles
del prossimo futuro, uno scrittore solitario sviluppa un rapporto
con “Samantha”, un’entità artificiael perspicace e sensibile.
Il lato positivo – Silver Linings Playbook (2013). Pat Solatano
(Bradley Cooper) ha perso tutto: casa, lavoro, moglie. Dopo aver
trascorso otto mesi in un istituto psichiatrico, si ritrova, in
seguito ad un patteggiamento della pena che avrebbe dovuto
scontare, ad abitare nuovamente con sua madre (Jacki Weaver) e suo
padre (Robert De Niro). Pat, però, non ha perso il suo naturale
ottimismo: è deciso a ricostruire la propria vita e a riconciliarsi
con la sua ex-moglie, nonostante le problematiche circostanze della
loro separazione. I suoi genitori, invece, vorrebbero solo che si
rimettesse in piedi e che condividesse la passione/ossessione di
famiglia per la squadra di football locale: i Philadelphia Eagles.
La situazione si complica quando Pat conosce Tiffany (Jennifer
Lawrence), una misteriosa ragazza che ha qualche “problemino” da
risolvere. Tiffany si offre di aiutarlo a riconquistare la sua
donna e, in cambio, lui dovrà fare una cosa molto importante per
lei. Ma nel mettere in atto il loro piano, il loro rapporto prende
una piega inaspettata e nelle vite di entrambi sembra aprirsi uno
spiraglio…
Crazy Stupid Love (2011) Per ovviare alla sua inesperienza con
gli appuntamenti dopo l’improvvisa fine del matrimonio in Crazy Stupid Love, Cal (interpretato
magistralmente da
Steve Carrel) riceve aiuto da un playboy, il sexy
Ryan Gosling, tipo persuasivo che trova pane per i
suoi denti quando si imbatte nella tosta
Emma Stone.
Le conseguenze dell’amore (2004). Il film che ha confermato il
talento di Paolo Sorrentino è uno dei film
italiani su Netflix da vedere. Presentato in concorso al
57º Festival
di Cannes il film racconta di Titta Di Girolamo è un uomo
salernitano di mezz’età, che da otto anni vive in un lussuoso
albergo di Lugano, in Svizzera; soffre d’insonnia, è separato da
ormai dieci anni ed ha tre figli, a cui spesso telefona ma che non
gli vogliono parlare.
Film azione su Netflix
Enola Holmes, (2020). La madre? Scomparsa. I fratelli
Sherlock e Mycroft? Inutili. Potrà contare solamente su se stessa.
Che il gioco abbia inizio!
RED NOTICE (2021). Un agente dell’Interpol rintraccia il ladro
d’arte più ricercato al mondo.
The Old Guard, (2020). A una squadra di mercenari
immortali viene affidato l’incarico di salvare dei bambini rapiti.
Tuttavia, le cose si mettono male quando il loro segreto rischia di
venire allo scoperto.
Altri film belli da vedere su
Netflix
Orgoglio e Pregiudizio (2005)
Orgoglio e Pregiudizio è uno degli adattamenti
cinematografici più apprezzati dell’omonimo romanzo di Jane Austen.
Diretto dal regista inglese Joe Wright, la
pellicola è molto fedele al libro, tanto da riportarne talvolta
frasi citate quasi testualmente.
Prova a prendermi (2002). In una
lista che si rispetti non può mancare un film del regista
Steven Spielberg e quale titolo
migliore se non Prova a prendermi, la sua commedia brillante con
protagonista Leonardo DiCaprio. Mettere in gattabuia
l’astuto imbroglione Frank Abagnale Jr è la missione di un
agente dell’FBI, ma
Frank nn solo gli sfugge, diverte un mondo a prenderlo in
giro.
The Truman Show (1998). Il
capolavoro di Peter Weir che valse la consacrazione da attore a
Jim Carrey. fino ad allora conosciuto principalmente
per ruoli comici, The Truman Show, è l’incredibile storia Truman
Burbank, il protagonista inconsapevole di uno spettacolo
televisivo, il Truman Show, un racconto sulla sua stessa vita,
ripresa in diretta sin dalla nascita, 7 giorni su 7, h24.
Il caso Spotlight (2015).
Il caso Spotlight racconta la storia del team
Spotlight, la redazione di giornalisti investigativi del Boston
Globe, che nel 2002 sconvolse il mondo intero rivelando la
copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi
sessuali su minori, commessi da oltre 70 sacerdoti nella sola
Boston. L’inchiesta valse al team Spotlight il Premio
Pulitzer.
Il discorso del re (2010) Diretto
da Tom Hooper il film è stato candidato a ben 12 premi Oscar e
racconta la storia del il principe Albert, duca di York e secondo
figlio del re Giorgio V, che affronta il suo problema di problema
di balbuzie che poco si consilia con il suo impegno istituzionale.
In suo soccorso arriverà Lionel Logue, terapeuta di origine
australiana ed esperto nei problemi del linguaggio.
Quei Bravi Ragazzi (1990) Noto con
il titolo Goodfellas e considerato da molti il
miglior film diretto dal regista premio Oscar Martin Scorsese, Quei Bravi
Ragazzi è tratto dal romanzo Il delitto paga bene di
Nicholas Pileggi, a sua volta basato sulle vicende del pentito
Henry Hill. Candidato a sei Oscar nel 1991, si aggiudicò l’Oscar al
miglior attore non protagonista, andato a Joe Pesci, per l’interpretazione del mafioso
Tommy DeVito, ispirato al gangster Thomas DeSimone. L’ex gangster
Henry Hill racconta la sua vivace e violenta scalata al potere con
una famiglia criminale di New York: è un mirabolante sogno che si
trasforma in un incubo.
Sherlock Holmes Gioco d’ombre
(2012) Sherlock Holmes Gioco d’ombre è il secondo
capitolo della saga di Sherlock Holmen il dinamico ritratto del
personaggio più famoso di Arthur Conan Doyle, “Sherlock Holmes”
Holmes e il suo fidato socio Watson sono alle prese con la loro
ultima sfida. Rivelando delle capacità di combattimento letali
quanto il suo leggendario intelletto, Holmes combatterà come non ha
mai fatto prima per sconfiggere un nuovo nemico e sventare un piano
letale che potrebbe distruggere il paese. Il cast di Sherlock
Holmes Gioco d’ombre è capitanato dall’acclamato regista
Guy Ritchie, per la Warner Bros. Pictures e
Village Roadshow Pictures. Robert Downey Jr.
incarna il leggendario detective, e Jude Law
recita la parte del fidato collega di Holmes, Watson, un dottore e
veterano di guerra che e’ un formidabile alleato di Sherlock
Holmes. Rachel McAdams recita il ruolo di Irene
Adler, l’unica donna ad aver mai battuto Holmes e che ha mantenuto
un rapporto tempestuoso con il detective. Mark
Strong e’ il loro misterioso nuovo avversario, Blackwood.
Kelly Reilly veste i panni dell’oggetto del
desiderio di Watson, Mary.
Il castello errante di Howl (2004)
Il castello errante di Howl è l’acclamato film d’animazione del
regista culto Hayao Miyazaki. scritto e diretto dallo stesso
Miyazaki, il film è l’adattamento del romanzo omonimo del 1986
di Diana Wynne Jones, pubblicato in Italia nel 2005 da
Kappalab.
Panama Papers (2019) Presentato in
Concorso alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di VeneziaPanama Papers racconta di una vedova (Meryl
Streep) indaga su una frode assicurativa inseguendo a Panama City
due soci in affari (Gary Oldman e Antonio Banderas) che
strumentalizzano il sistema finanziario mondiale. Basato su
“Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of
Illicit Money Networks and the Global Elite” di Jake Bernstein
Protagonisti un cast d’eccezione composto da Meryl Streep,
Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Melissa Rauch, Jeff
Michalski, Jane Morris, Robert Patrick, David Schwimmer, Cristela
Alonzo, Larry Clarke, Will Forte, Chris Parnell, Nonso Anozie,
Larry Wilmore, Jessica Allain, Nikki Amuka-Bird, Matthias
Schoenaerts, Rosalind Chao, Kunjue Li, Ming Lo, con James Cromwell
e Sharon Stone.
Source Code (2011) Source
Code è il programma top secret di una misteriosa agenzia
governativa americana. Il Capitano Colter Stevens (Jake
Gyllenhaal) è costretto, suo malgrado, a rivivere gli ultimi 8
minuti di vita del passeggero di un treno che esploderà. 8 minuti
per scoprire chi è l’attentatore, 8 minuti per capire chi è lui, 8
minuti per capire chi è la donna che ha davanti (una splendida
Michelle Monaghan). Un allucinante viaggio nel tempo
imprigionato in una vita non sua cadenzata dalla voce di chi guida
il gioco, il colonnello Goodwin (Vera Farmiga)
C’è molta storia del
cinema in
The Tragedy of Macbeth.Quella dei pionieri, di coloro
che hanno fondato le coordinate estetiche della Settima Arte ai
suoi albori. C’è Carl Theodor Dreyer nel lavoro
sugli spazi scenici usati per esprimere lo straniamento dei
personaggi. C’è W.F. Murnau nell’uso
espressionista del bianco e nero che racconta uno stato psicologico
o morale ed esplicita la tensione interna alla scena con un
semplice taglio di luce.
Non è una novità nel
cinema di Joel Coen realizzato insieme al fratello
Ethan, tutt’altro: il lavoro sul contrasto tra luce e oscurità era
già stato magnificamente elaborato fin dal loro esordio
Blood Simple. Ma il fatto che Joel abbia scelto di
rivisitare l’arte di tali maestri al suo primo lungometraggio da
solista probabilmente ha un suo significato. Il suo adattamento del
testo di William Shakespeare non è assolutamente
derivativo, Dreyer e Murnau non vengono omaggiati o peggio ancora
copiati in maniera sterile: Joel Coen si appropria
di tali coordinate estetiche facendole proprie, componendo scena
dopo scena un puzzle visivo che incastra con enorme coerenza forma
e contenuto.
The Tragedy of
Macbethimmerge
lo spettatore in un universo filmico – e sottolineiamo filmico
in contrapposizione alla nozione di teatro filmato – che si pone
cornice espressiva del piano criminoso dei due protagonisti,
convinti di poter sottrarsi alle conseguenze del crimine commesso.
Una tematica ricorrente, se non addirittura portante, nel cinema
dei Coen: l’essere umano che tenta di imporre la sua logica di
fronte all’onnipotenza imperscrutabile del caso, finendo per
soccombere insieme alla propria (presunta) razionalità. In questo
caso però Lady Macbeth e il suo consorte crollano prima di tutto
sotto i colpi di un codice morale tradito, il quale si ritorce
contro di loro fino a condurli alla follia.
Uno scarto sottile eppure
fondamentale che trasforma il film in qualcosa di personale per il
regista e la moglie Frances McDormand: che la volontà di
raccontare la dicotomia tra razionalità e caos con toni
maggiormente vicini alla commedia dell’assurdo fosse il marchio
distintivo della scrittura di Ethan Coen? Sembra
provarlo il fatto che
The Tragedy of Macbeth è senza dubbio il lavoro più
“serio” del fratello maggiore, lungometraggio in cui non compare
alcuna traccia di incursione parossistica del Caso nella vicenda
dei protagonisti.
La malinconia del tempo che
scorre
Dietro la trama
principale il film esplora poi un tema più sottile e malinconico,
ovvero quello del tempo che inesorabilmente passa. E questo ci
porta in qualche modo all’analisi legata alla scelta degli attori:
fortemente voluto da McDormand, il film nello sviluppo narrativo
rimane quasi totalmente fedele al testo di Shakespeare, apportando
allo stesso tempo uno scivolamento concettuale molto importante:
Lady Macbeth e suo marito si sono già addentrati nell’autunno della
loro esistenza. L’opportunità di conquistare il potere attraverso
l’omicidio del re Duncan rappresenta in qualche modo la loro ultima
possibilità di affermazione personale, la catarsi perversa per una
coppia la cui amarezza e frustrazione si sono nel tempo trasformate
in corruzione morale.
Se inquadrati da
quest’angolazione, Macbeth e la consorte sono due antieroi ancor
più tragici perché non hanno veramente futuro: anche l’eventuale
successo delle loro azioni è cementato nel presente, sradicato
dalla speranza di protrarsi nel tempo. Se McDormand ci ha abituato
da anni a scelte professionali coraggiose quando si tratta di
interpretare figure femminili che mostrano il peso della vita
vissuta e dell’età – pensiamo soprattutto a Olive
Kitteridge, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e al più
recente Nomadland – la vera sorpresa è invece un
Denzel Washington che si spoglia del suo
carisma virile per sviluppare un Macbeth imbolsito, affaticato
dalle battaglie fisiche e soprattutto interiori che ha combattuto e
sta ancora affrontando. Un’interpretazione “opaca” ed estenuante,
perfetta per la visione della tragedia che il regista e la
co-protagonista intendevano sviluppare.
Un ritorno alle origini
del discorso poetico per Joel Coen
Formalmente ineccepibile
– meritano una menzione particolare il lavoro su ambienti e
scenografie di Stefan Dechant oltre che la fotografia in 4:3 di
Bruno Delbonnel – The Tragedy of Macbeth è un
progetto che Joel Coen per sua stessa ammissione
ha impiegato quindici anni a realizzare, resistendo nel tempo
all’insistenza di Frances McDormand. Averlo
realizzato senza la collaborazione di
Ethan Coen significa molto: Joel ha infatti scelto
di tornare alle origini del proprio discorso estetico e poetico,
facendolo nuovamente suo con un’adesione sia visiva che emotiva
impressionanti. Ci troviamo di fronte all’opera di un autore che
non doveva dimostrare nulla a nessuno – i fratelli Coen la storia
del cinema contemporaneo l’hanno scritta a caratteri cubitali –
mentre a conti fatti ha dimostrato qualcosa a se stesso. Eccome se
lo ha fatto…
Per quanto possibile, i
Marvel Studios ricercano sempre la
fedeltà quando si tratta di adottare le proprietà dei fumetti sul
grande schermo. Tuttavia, molte delle cose che abbiamo visto nel
MCU sono state modificate per le
esigenze più disparate, soprattutto ai fini narrativi. Nei film
degli Avengers, ad esempio, sono state apportate
numerose modifiche, proprio per permettere al MCU di apparire come un universo
sempre più coeso e interconnesso. Ma quali sono le principali
differenze riguardo la storia degli Avengers nei fumetti e quella
raccontata sul grande schermo?
La formazione originale era diversa
Nel primo film degli
Avengers c’è una cosa che accade allo stesso modo anche nei
fumetti, ossia il fatto che è Loki a riunire il gruppo. Tuttavia,
il modo in cui si è formata la squadra è stato molto diverso. Nel
film, infatti, è Nick Fury che raccoglie il gruppo di eroi e li
spinge a lavorare insieme.
Nei fumetti, invece, Loki ha mandato
Hulk su tutte le furie, sperando che il Gigante Verde avrebbe
ucciso Thor se questi avessero combattuto l’uno contro l’altro.
Invece, un gruppo di eroi si è unito per fermare Hulk, tra cui Iron
Man, Thor, Ant-Man e Wasp. Quando hanno scoperto che dietro tutto
c’era Loki, lo hanno sconfitto e hanno scelto di rimanere insieme
come un’unità.
Gli Avengers hanno lavorato per il governo nei fumetti
I Vendicatori, nei film,
hanno lavorato principalmente per Nick Fury, che li ha fatti
lavorare in associazione con lo S.H.I.E.L.D. Tuttavia, nonostante
la squadra avesse continuato ad avere un legame con lo
S.H.I.E.L.D., dopo quel primo film hanno iniziato a lavorare per lo
più da soli.
Nei fumetti, c’era una connessione
più forte. Non trascorse molto tempo dopo che i Vendicatori si
erano formati, che il governo prese subito il controllo. C’era
quasi sempre qualcuno al governo che aveva il controllo della
squadra, tra cui Henry Peter Gyrich, colui che spesso tirava le
redini e teneva i Vendicatori sotto controllo.
Il ruolo di Iron Man nella squadra
Nei film, Iron Man era
essenzialmente il leader, colui che alla fine doveva sempre
rispondere al governo e tenere la squadra in riga. Tony Stark ha
esordito come un ribelle e non ha mai voluto far parte di una
squadra, ma alla fine ha accettato il suo ruolo ed è diventato il
cuore e l’anima del MCU.
Tuttavia, quello non è l’Iron Man
rappresentato nei fumetti, dove ha commesso una serie di errori che
non hanno fatto altro che peggiorare le cose per gli eroi. Era
arrogante e si considerava al di sopra di tutti. Robert Downey Jr.
ha apportato una forte dose di umanità ad Iron Man, qualità che non
è mai appartenuta al personaggio nei fumetti.
Ant-Man e Wasp hanno avuto un ruolo
più importante nei fumetti
Nei film degli Avengers, Vedova Nera e Occhio
di Falco erano i membri fondatori della squadra. Questo perché
erano agenti dello S.H.I.E.L.D., con Nick Fury che li ha scelti per
tenere d’occhio il team. Tuttavia, non sono stati membri della
squadra nei fumetti.
Nei fumetti, infatti, lo erano Ant-Man e
Wasp, due versioni molto diverse rispetto a quelle del MCU. Nei fumetti, c’erano Hank Pym
e Janet Van Dyne, con quest’ultima che è diventata addirittura
caposquadra più di una volta. Nei film, Hank era un vecchio agente
dello S.H.I.E.L.D., mentre Janet si era persa in un’altra
dimensione. Entrambi sono stati invecchiati drasticamente rispetto
ai fumetti.
Hank Pym ha creato Ultron nei fumetti
Dal momento che Hank Pym
non era un membro degli Avengers nel MCU e si era già lasciato alle
spalle il suo passato da eroe quando il gruppo si formò, non era un
personaggio da poter impiegare già in Avengers: Age of Ultron. Nei
fumetti, è stato Hank Pym a creare Ultron, che è diventato malvagio
e, di conseguenza, uno dei nemici ricorrenti.
Nei film, il MCU ha dovuto prendere una
direzione diversa. Invece di Hank Pym, è stato Tony Stark a creare
Ultron. Questo ha cambiato notevolmente l’intera dinamica, poiché
Stark era un personaggio importante già da solo, mentre Pym era
essenzialmente noto proprio per aver creato Ultron.
Visione aveva una Gemma dell’Infinito nei film
Quando venne creato Ultron,
il suo corpo era fratturato. Così, decise che era necessario farsi
costruire un nuovo corpo, cosa che diede origine a Visione. In
seguito, i Vendicatori recuperarono quel corpo e poi Tony Stark
finì per trasferirvi al suo interno la sua vecchia A.I., Jarvis,
portandolo in vita con una Gemma dell’Infinito, ossia la Gemma
della Mente.
Nei fumetti, Visione non aveva nulla
a che fare con le Gemme dell’Infinito. È piuttosto Ultron che lo
“costruisce” come suo “figlio”, usando il corpo della versione
Androide di Torcia Umana della Seconda Guerra Mondiale e le onde
cerebrali del defunto Simon Williams. Alla fine, Visione voltò le
spalle ad Ultron e si unì ai Vendicatori.
Jarvis era un maggiordomo nei fumetti
Nei film, JARVIS era un
A.I. che Tony Stark usava per farsi aiutare nei suoi esperimenti.
Era molto supponente, anche se è stato molto utile in tutto ciò che
Stark aveva bisogno di portare a termine. In Avengers: Age of
Ultron, Stark ha trasferito JARVIS in Visione.
Nei fumetti, Jarvis era un vero
essere umano. Era Edwin Jarvis, che nel MCU era invece il maggiordomo di
Howard Stark nella serie Agent Carter. Questo è il nome da
cui ha avuto origine l’intelligenza artificiale di Stark. Nei
fumetti, Jarvis è stato il maggiordomo della Avengers Mansion, dove
ha servito con onore per anni.
Gli Asgardiani sono alieni nei film
La Marvel ha apportato enormi
cambiamenti quando si è trattato di Thor e suo fratello Loki. Nei
fumetti, gli Asgardiani erano alieni e Asgard si trova ai confini
dello spazio, con il Bifrost che rappresenta un mezzo per
raggiungere rapidamente la Terra quando necessario. InAvengers: Infinity War è stato
anche mostrato che potevano arrivare sulla Terra con
un’astronave.
Nei fumetti, gli Asgardiani non sono alieni.
Thor era, infatti, il Dio del Tuono e Odino il padre di tutti gli
dei nordici. Nei fumetti, gli dei erano reali, mentre nei film
erano tutti alieni.
Le origini di Quicksilver e Scarlet Witch sono diverse
Quicksilver e Scarlet
Witch sono molto diversi nei fumetti, sebbene le loro origini siano
cambiate nel corso degli anni. Nel MCU, erano due bambini orfani che
l’Hydra ha accolto e attraverso cui ha sperimentato l’uso di una
delle Gemme dell’Infinito, dando loro dei poteri, prima che
disertassero e aiutassero i Vendicatori a sconfiggere Ultron.
Nei fumetti, invece, credevano di
essere mutanti, ossia i figli di Magneto. Tuttavia, non erano i
suoi figli e non erano neanche mutanti. Nonostante ciò, le loro
origini nei fumetti erano comunque basate sul lavoro svolto al
fianco di Magneto. Questo doveva necessariamente cambiare nei film,
poiché i mutanti all’epoca non erano ancora stati introdotti nel
MCU. Di conseguenza, anche la fonte
dei loro poteri doveva essere diversa.
In Infinity War mancavano i personaggi chiave
La storia principale diAvengers: Infinity Warè stata più o meno la stessa, con Thanos che
schiocca le dita e spazza via metà degli esseri dell’universo.
Tuttavia, il MCU aveva i diritti solo su alcuni
dei personaggi e ha dovuto apportare alcune modifiche
importanti.
Innanzitutto, il motivo dello schiocco di
Thanos era diverso: nei fumetti, stava cercando di impressionare la
Morte. Ancora, i Vendicatori non avevano alcuna possibilità di
sconfiggere Thanos e, di fatto, ciò non accade. Inoltre, Adam
Warlock, che è stato solo accennato inGuardiani della
Galassia, era l’eroe
principale, e Silver Surfer, che all’epoca faceva parte del
Fox-Verse, era l’eroe secondario che combatteva contro
Thanos.
Daniel Craig ha finalmente rivelato come è
riuscito ad ottenere il suo cameo da Stormtrooper in Star Wars: Il Risveglio della Forza.
L’interprete di James
Bond è attualmente impegnato con la promozione dell’attesissimo
No
Time To Die, e ovviamente nel corso delle varie interviste
capita che emergano dettagli interessanti a proposito della sua
carriera e che esulano dal longevo franchise dedicato a 007.
Parlando con
BBC Radio 1, Craig ha parlato del suo coinvolgimento nel
franchise di Star Wars e del fatto che tutto sia avvenuto
proprio grazie a Bond. A quanto pare, infatti, un membro della
troupe de Il Risveglio della Forza, che aveva lavorato anche sul
set dei film di James Bond, ha chiesto esplicitamente al regista
J.J. Abrams, su richiesta dello stesso Craig,
se l’attore potesse fare un’apparizione nel film.
“Non credo che avrei potuto
farlo se non fosse stato per James Bond. Sì, a volte possono
succedere anche cose adorabili come questa. Ho avuto la fortuna di
farlo proprio perché sono James Bond. Non sarebbe stato possibile
farlo in altro modo”, ha spiegato Daniel Craig. “Ho chiesto al secondo aiuto
regista di Star
Wars, che era anche il nostro secondo aiuto regista, un ragazzo
adorabile di nome Ben Dixon: “Ben, andiamo. Ti prego. Fammi
partecipare. Posso essere uno stormtrooper”. Lui: ‘Lo chiedo a
J.J.’. E J.J. gli disse: ‘Portamelo!’. E mi diede proprio una
scena. Pensavo che sarei rimasto sullo sfondo con in mano una
pistola. Ne sarei stato felice ugualmente, ma alla fine mi ha
regalato una vera scena.”
Ghostbusters:
Legacy aprirà in anteprima
europea la XIX edizione di Alice nella
Città, la sezione autonoma e parallela della Festa
del Cinema di Roma, dedicata agli esordi, al talento e
alle nuove generazioni diretta da Fabia Bettini e
Gianluca Giannelli, in programma dal 14 fino al 24
ottobre 2021 in due location d’eccezione: l’Auditorium
Parco della Musica e, da quest’anno per tutta la durata
della manifestazione, anche l’Auditorium della
Conciliazione.
A quasi quarant’anni dall’uscita
nelle sale del primo film, torna una delle saghe cinematografiche
più iconiche e amate della storia: Ghostbusters:
Legacy che sarà presentato ad Alice nella Città
anticipando l’uscita nei cinema il 18
novembre distribuito da Warner Bros. Entertainment
Italia e prodotto da Sony Pictures.
Ghostbusters:
Legacy è diretto da Jason
Reitman già vincitore nel 2007 della Festa del Cinema di
Roma con “Juno” e figlio di Ivan Reitman regista
dei primi due episodi e produttore di questo nuovo film della saga.
Scritto da Gil Kenan e Jason
Reitman, ha tra i produttori esecutivi anche Dan
Aykroyd, sceneggiatore e protagonista dei primi due film
nel ruolo di Ray Stantz.
“Siamo grati a Sony Pictures e
Warner Bros. Entertainment Italia per averci offerto il privilegio
di aprire la diciannovesima edizione di Alice nella città con il
nuovo film di Jason Reitman, che rimanda ad un patrimonio di
immagini e storie che per varie generazioni di spettatori ha già il
sapore dei classici contemporanei. Ghostbusters: Legacy –
dichiarano Gianluca Giannelli e Fabia Bettini – è un film ponte
che va ben oltre l’effetto nostalgia del franchise: evoca
l’avventura, l’esperienza del fantastico, la celebrazione dei film
che abbiamo amato da ragazzi. Il film ideale per riscoprire
un’esperienza autenticamente collettiva, goduta nella sala
cinematografica”.
Sinossi: Arrivati
in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano
a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali
e la segreta eredità lasciata dal nonno.
Il Doctor Octopus di Alfred Molina e il Green Goblin di Willem Dafoe sono già stati confermati, e
siamo sicuri al 99,9% che rivedremo anche il Peter Parker di
Tobey Maguire. Tuttavia, chi abbiamo
effettivamente visto in azione nel primo trailer di No Way
Home è stato proprio il Doc Ock di Molina,
personaggio che l’attore aveva già interpretato in Spider-Man 2 del 2004, diretto appunto da Raimi.
SYFY Wire ha recentemente chiesto a Raimi cosa ne pensasse di
quel trailer, e sembra che il regista sia rimasto colpito tanto
quanto i fan dal ritorno dell’attore nei panni del celebre villain.
“È stato bellissimo. Sembra fantastico, l’animazione è
fantastica”, ha dichiarato Riami. “Presumo che sia animato
in digitale, perché quando abbiamo fatto noi Doc Ock, abbiamo
utilizzato una combinazione di animazione ed effetti pratici per i
suoi tentacoli di polpo. Ma era comunque fluido e potente nel
trailer e ho adorato il suo costume. Penso che sarà un grande
film”.
Il sito ha anche cercato di carpire
dal regista nuovi dettagli a proposito dell’attesissimo Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, ma purtroppo
Raimi non ha potuto rivelare nulla a proposito della trama:
“Non mi lasciano dire nulla, mi dispiace.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle
sale americane il 17 dicembre 2021.
La piattaforma HBO MAX ha diffuso
le anticipazioni di Titans 3×10, il decimo
episodio dell’annunciata
terza stagione della serie Titans.
In Titans 3×10 che si intitolerà
“Troubled Water” Craneincolpa i Titani di aver avvelenato
l’approvvigionamento idrico di Gotham.
Titans 3×10
Titans 3 sarà la
terza stagione della serie Titans
prodotta dalla DC Entertainmet
e creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg
Berlanti. Titans vede come produttori
esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e
Sarah Schechter.
In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick”
Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r /
Starfire,
Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e
Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan /
Beast Boy. Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan
Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka
Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey
Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno
Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua
Orpin nei panni di Superboy e Esai
Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.
Nella serie tv Dick Grayson emerge
dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi
eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono
aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche
che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di
fumetti di sempre. La prima stagione Titans
ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC
Universe, gestito da Warner Bros. Digital
Networks.
La prima volta che abbiamo
incontrato il personaggio di Cletus Kasady è stato nella scena
post-credit di Venom.
Ora, il personaggio interpretato da Woody Harrelson si prepara a fare il suo
ingresso trionfale nell’attesissimo Venom: La furia di
Carnage, dopo finalmente vedremo in azione il suo alter
ego.
Parlando con IGN (via
CBM), l’attore ha rivelato un curioso dettaglio a proposito
della sua apparizione nel primo film del franchise. Parlando
infatti del cambio di acconciatura di Cletus tra i due film,
Harrelson ha spiegato di non aver mai amato la parrucca della scena
post-credit e di aver apprezzato molto di più il lavoro fatto nel
sequel. “Nel primo, devo ammettere che non mi piaceva quella
parrucca”, ha confermato. “Era parecchio… era un po’
amatoriale. Mi piaciuto di più quello che abbiamo fatto con il
secondo film.”
Ovviamente, ciò che la maggior parte
dei fan sarà entusiasta di vedere è la trasformazione dell’attore
in Carnage, uno dei più grandi cattivi di Spider-Man che abbiano
mai onorato le pagine dei fumetti. Quel poco che abbiamo visto del
personaggio in azione nei vari trailer ha indubbiamente colpito nel
segno, e pare che il regista Andy Serkis si sia lasciato molto influenzare
dal materiale originale. Nonostante il rating PG-13, ci aspettiamo
comunque una carneficina alle stelle nel film.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Anime Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media annuncia l’uscita dell’attesissimo film
anime Josée, la Tigre e i Pesci di Kotaro Tamura, da
oggi al cinema in un evento speciale di soli tre giorni, il
27-28-29 settembre 2021.
Realizzato dallo STUDIO BONES, celebre per molti titoli di
successo come My Hero Academia, Fullmetal Alchemist,
Josée, la Tigre e i Pesci è una storia di formazione
che racconta la relazione tra Josée, un’artista disabile di talento
e Tsuneo, un laureando in biologia marina, che si incontrano per
caso e si scoprono attratti l’uno dall’altro.
La
storia di Josée, la Tigre e i Pesci è stata
precedentemente trasposta in un film live action nel 2003, ma solo
attraverso l’animazione si è potuta esaltare la brillantezza della
vita quotidiana, il batticuore dell’amore e lo scintillio della
vita. La narrazione è stata adattata e ambientata in tempi recenti,
in modo che Josée e Tsuneo potessero rispecchiare al meglio le
attuali generazioni, per rappresentare in maniera delicata e
rispettosa tutte le persone che a causa della loro disabilità si
muovono solo su una sedia a rotelle.
Josée, la Tigre e i Pesciè
stato nominato come “Miglior film d’animazione” al Japan Academy
Film Prize, è stato il film di apertura al Festival Internazionale
del film d’animazione di Annecy e di chiusura del Festival
internazionale del cinema di Busan. Kotaro Tamura (regista della
serieNoragami e assistente alla regia di Wolf
Children) fa il suo debutto alla regia cinematografica con una
sceneggiatura scritta da Sayaka Kuwamura (Strobe Edge,
Drive). Il disegnatore di manga Nao Emoto (Savage
Season) si è occupato dell’ideazione dei personaggi, mentre
Haruko Iizuka (Horimiya) ha curato character design e
direzione generale delle animazioni. Le musiche del film sono di
Evan Call (Violet Evergarden) e le canzoni di Eve, che vanta
un totale di circa 500 milioni di visualizzazioni di video musicali
e ha un talento in grado di ritagliare con parole semplici e
melodie sofisticate i dolori e le gioie di tutti i
giorni.
Il
romanzo Josée, la Tigre e i Pesci è molto popolare in
Giappone e la storia dei due protagonisti ha avuto una grande
influenza su diverse generazioni. Parlando del momento in cui ha
deciso di realizzare un film animato legato all’opera di Seiko
Tanabe, il regista Kotaro Tamura ha affermato: “Il mio primo
approccio con «Josée, la Tigre e i Pesci» è avvenuto grazie al
romanzo originale. A dire il vero, Shuzo Kazahara [producer] aveva
preparato un bel po’ di romanzi dentro un sacchetto e dopo averli
letti tutti scrupolosamente è stato «Josée» a venire da me. In quel
momento mi sono ricordato di averne già sentito il titolo grazie al
film live action.”
La
sceneggiatrice Sayaka Kuwamura ha aggiunto: “Ho conosciuto per
la prima volta «Josée» attraverso il film live action, ma poco
prima entrando per caso in una libreria ne ho notato il romanzo.
Riflettendo sul fatto che non avevo mai letto nulla di
quell’autrice l’ho preso in mano e gli ho dato una rapida lettura.
L’ho riletto poi con attenzione e ho trovato il personaggio di
Josée pieno di fascino, così come «Josée», «la tigre», «i pesci».
Il gusto di scegliere quei tre nomi per il loro valore simbolico
era meraviglioso.”
Josée, la Tigre e
i Pesci, la trama
Josée
vive nel suo mondo fatto di hobby come la pittura, i libri e
l’immaginazione. Si muove su una sedia a rotelle fin da piccola e
un giorno, quando ne perde il controllo scendendo per un pendio
pericoloso, viene salvata da Tsuneo, uno studente universitario.
Tsuneo, laureando in biologia marina, trascorre il suo tempo
lavorando part-time mentre insegue il suo sogno di vedere un pesce
leggendario che vive solo in Messico. Josée vive insieme a sua
nonna Chizu, che offre a Tsuneo un nuovo lavoro part-time: esaudire
qualsiasi richiesta di Josée. Tuttavia la ragazza ha una lingua
affilata che colpisce Tsuneo in modo duro, portando i due a
scontrarsi più volte. In questa situazione dove entrambi svelano e
nascondono ciò che provano, la distanza tra i loro cuori si fa via
via più vicina. Insieme a Tsuneo, Josée decide finalmente di
aprirsi al mondo esterno, cosa che non pensava sarebbe riuscire a
fare.
Manca ormai sempre meno all’arrivo
nelle sale cinematografiche di Eternals,
che a quanto pare potrebbe diventare uno dei cinecomic più lunghi
mai realizzati dai Marvel Studios. Sappiamo che il film coprirà
un arco temporale lungo 7000 anni e che introdurrà tantissimi nuovi
personaggi: per questo motivo, non dovrebbe sorprendere la notizia
che la durata dovrebbe essere di 156 minuti, ossia 2 ore e 36
minuti.
A riportare la notizia è stato il
sito web russo Kino Metro: se
tale durata dovesse essere confermata (ed è molto probabile,
considerato che già in passato il sito aveva anticipato una serie
di informazioni che si sono poi rivelate esatte), Eternals
sarà il secondo film più lungo mai realizzato dai Marvel Studios dopo Avengers:
Endgame, la cui durata sfiora di pochissimo le 3 ore.
Al terzo posto, invece, troviamo Avengers:
Infinity War, che dura ben 2 ore e 29 minuti.
E sempre a proposito di Eternals,
Kino Metro riporta
un altro interessante aggiornamento a proposito del film della
regista premio Oscar Chloé Zhao: pare infatti che
in Russia il film abbia ricevuto un Rating-R, ossia un divietato ai
minori di 18 anni. Nessuna motivazione specifica è stata data per
questa scelta così restrittiva. Tuttavia,
CBM ha provato ad avanzare un’ipotesi…
Perché Eternals sarà vietato in
Russia?
Secondo il sito, infatti, la
decisione potrebbe dipendere dal fatto che nel film Phastos,
personaggio interpretato da Brian Tyree Henry,
verrà presentato come il primo supereroe apertamente gay del
MCU. Inoltre, secondo quanto emerso
in passato, nel film vedremo anche un bacio con suo marito. Questo
potrebbe spiegare l’accenno alla “sessualità” menzionato nella
valutazione dell’MPA ed essere, molto probabilmente, la ragione
dietro al divieto ai minori di 18 anni in Russia (paese
notoriamente diffidente nei confronti di qualsiasi contenuto LGBTQ+
in film o serie tv).
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Arriva finalmente la prima foto
ufficiale di The Last of
US, l’attesissima serie tv adattamento dell’omonimo
videogames per playstation. La serie è scritta dal creatore di
ChernobylCraig Mazin al fianco di
Neil Druckmann, creatore dell’omonimo videogames e
debutterà nel 2022 su HBO MAX.
The Last Of Us, la serie tv
The Last of
US si svolge 20 anni dopo che la civiltà moderna è
stata distrutta da una malattia che rende le vittime mutanti
pericolosi e assetati di sangue. L’indurito sopravvissuto Joel
viene assunto per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di 14
anni, da un’oppressiva zona di quarantena. Quello che inizia come
un piccolo lavoro diventa presto un viaggio brutale e mozzafiato
poiché l’improbabile coppia dipenderà l’una dall’altra per la
sopravvivenza. La serie sarà disponibile su HBO e in streaming su
HBO Max.
The Last of
US è scritta dal creatore di ChernobylCraig Mazin al fianco diNeil
Druckmann, creatore dell’omonimo videogames. Il regista di
Beanpole Kantemir Balagov dirigerà il pilot. La serie è una
co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta da
PlayStation, Word Games, The Mighty Mint e Naughty Dog. Druckmann e
Mazin sono produttori esecutivi insieme a Carolyn Strauss, Evan
Wells di Naughty Dog e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation
Productions.
Molto tempo fa, la Sony Pictures
stava lavorando ad un film dedicato ai Sinistri
Sei che doveva esistere nell’universo impostato dal
franchise di The Amazing Spider-Man. Ad un certo punto, quel
progetto vide coinvolto anche Drew Goddard in
qualità non solo di sceneggiatore, ma anche di regista, ma alla
fine è naufragato e Spider-Man si è fatto strada nel MCU.
Tuttavia, i fan continuano ancora
oggi a sperare che i più grandi nemeci dell’arrampicamuri possano
prima o poi ritrovarsi insieme, sul grande schermo, in un film
incentrato su di loro. Secondo un nuovo report, Sony starebbe
lavorando nuovamente per portare i Sinistri Sei sul grande schermo.
Prima di procedere con la lettura dell’articolo, però, è giusto
avvisarvi che potreste incappare in eventuali spoiler su Venom: La
furia di Carnage…
Come riportato da
Deadline, infatti, pare che Sony non solo sia intenzionata a
far decollare un nuovo progetto dedicato ai Sinistri Sei, ma pare
anche che il sequel di Venom si
collegherà direttamente alla versione di Spider-Man del MCU. Chiaramente, si tratta di
informazioni che, per quanto interessanti, devono essere prese con
le pinze (mancando ancora una conferma ufficiale). Tuttavia, è da
tempo ormai che si vocifera che non solo Venom: La furia di
Carnage si legherà al MCU, ma anche che sarà
Spider-Man: No Way Home ad introdurre una nuova
incarnazione dei Sinistri Sei.
Dopotutto, già nel 2018 la
produttrice Amy Pascal aveva rivelato che il progetto incentrato
sui Sinistri Sei non era morto. In effetti, considerando anche
l’apparizione di Avvoltoio alla fine del trailer di Morbius,
sembra proprio che l’obiettivo ultimo sia quello di spianare la
strada al tanto agognato debutto del gruppo di supercriminali al
cinema.
Nell’articolo di
Deadline si leggono le seguenti dichiarazioni del giornalista
Anthony D’Alessandro: “Sony ha sempre tenuto le sue cose
separate da quelle della Marvel, ma ora il sequel di Venom
si collegherà effettivamente all’universo di Spider-Man creato da
Disney con il MCU. So, inoltre, che uno dei loro
obiettivi a lungo termine è realizzare un film sui Sinistri Sei. È
un progetto che tutti stanno aspettando… la loro versione dei
cattivi dell’universo di Spider-Man.”
Venom: La Furia di Carnage
e Spider-Man: No Way Home spianeranno la strada ai
Sinistri Sei?
Che Venom: La
furia di Carnage si collegherà allo Spider-Man del
MCU è ormai chiaro. Tuttavia,
ancora non sappiamo quali sorprese ci riserverà il film con
protagonista Tom Hardy. Quel che è certo è che saranno
tante, dal momento che di recente l’attore, in vista dell’arrivo
del film nelle sale, ha invitato i fan – via Instagram
– a non fare spoiler dopo la visione del film, lasciando intendere
che quanto vedremo nel film avrà un grosso impatto sul futuro del
Sony’s Spider-Man Universe e non solo.
Andy Serkis ha interpretato il Leader Supremo
Snoke in Star Wars: Il Risveglio della Forza di J.J.
Abrams e in Star Wars: Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson.
Sfortunatamente, Johnson non è riuscito a rispondere a nessuna
delle domande senza risposta lasciate da Abrams nell’episodio
precedente, e alla fine L’ascesa di Skywalker si è limitato a confermare in
maniera alquanto frettolosa che Snoke altri non era che un clone
utilizzato dall’Imperatore Palpatine.
Durante una recente intervista con
io9 in occasione della promozione di Venom: La furia di
Carnage, è stato proprio Serkis a riflettere su come si è
sentito quando ha dovuto dire addio ad uno dei personaggi più
controversi della celebre saga. “Ero devastato quando ho letto
la sceneggiatura, perché devo riconoscere che le cose stavano
andando davvero bene”, ha ammesso Andy Serkis.
“Pensavo sarebbe diventato un
personaggio chiave, un vero e proprio boss. Pensavo che mi sarebbe
piaciuto tantissimo interpretarlo, e alla fine non ci potevo
credere”, ha aggiunto l’attore, lasciando intendere che
probabilmente, al pari della maggior parte dei fan, neanche lui
credeva che sarebbe uscito di scena a quel punto della storia.
“Credevo che stesse andando
tutto per il meglio”, ha aggiunto riferendosi poi a come sono
state portate avanti le storyline di Rey e Kylo Ren. “Ho
adorato interpretate quel personaggio e adoro ancora oggi la scena
del confronto tra Rey e Kylo Ren. È stato fantastico”.
È innegabile che la Lucasfilm non
abbia saputo sfruttare le potenzialità di un personaggio come
Snoke, che all’interno della trilogia sequel avrebbe potuto avere
un ruolo completando diverso, di certo più in linea con quello che
Il Risveglio della Forza aveva fatto presagire
all’inizio.
C’è ancora spazio per la storia di
Snoke nell’universo di Star Wars?
Ad ogni modo, la serie tv The
Mandalorian ha anticipato la possibilità che, in
futuro, venga esplorata proprio la creazione di Snoke
(apparentemente per mano di Moff Gideon e delle sue restanti forze
imperiali). Considerato ciò, nulla esclude che a Serkis possa
essere concessa l’opportunità di riprendere il ruolo in qualche
forma, anche solo per spiegare perché Palpatine ha scelto di usare
questa creatura danneggiata come delegato per guidare il Primo
Ordine.
Transplant è la
nuova serie tv medical drama in arrivo su Sky
Serie e creata da Joseph Kay. Transplant
è una nuova serie di produzione e ambientazione canadese con al
centro un giovane e talentuoso medico siriano, rifugiato di guerra,
che non potendo recuperare i suoi diplomi di studio non riesce a
farsi assumere come dottore, e per sbarcare il lunario lavora in un
ristorante. Ma il caso è dalla sua parte: troverà il modo di
dimostrare con i fatti il suo valore e potrà cominciare a costruire
per lui e sua sorella una nuova vita.
Transplant: quando esce e dove
vederla in streaming
Transplant uscirà
in prima visione su Sky Serie da lunedì 27 settembre alle
21.15. Transplant in streaming è disponibile
su NOW.
Transplant è in arrivo suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Transplant: trama e
cast
Toronto. Il rifugiato siriano
Bashir (Bash) Hamed, un giovane dottore carismatico e di talento, è
stato costretto a fuggire dal suo Paese devastato dalla guerra
insieme alla sua sorellina di soli 12 anni, Amira. In Canada, Bash
che ha perso tutto e non è riuscito a recuperare i documenti
necessari per poter tornare a lavorare come medico, sopravvive
grazie a un lavoro decisamente lontano da ciò per cui ha studiato,
e si è reinventato cuoco in un ristorante di cucina mediorientale
della città. Un giorno, però, per puro caso si ritrova ad aiutare
diverse persone rimaste ferite nel locale in cui lavora a causa di
un grave incidente, e finalmente, grazie alle sue capacità e al suo
incredibile pronto intervento, ha la possibilità di farsi notare e
di riprendere la sua carriera in medicina d’urgenza. Riuscirà ad
unirsi a un team di medici in un affollato centro traumatologico,
lo York Memorial Hospital, dove Bash dovrà superare molte sfide
professionali e personali per integrarsi e costruire pezzo dopo
pezzo una nuova vita per lui e per sua sorella.
Protagonista di Transplant
è Hamza Haq, fra gli attori di Jett – Professione ladra.
Nel cast della serie creata da Joseph Kay anche John Hannah
(Spartacus)
che interpreta il primario dell’ospedale, Laurence Leboeuf, Ayisha
Issa, Jim Watson e la piccola Sirena Gulamgaus che veste i panni
della piccola sorella del protagonista.
Gli episodi della prima stagione di Transplant
Stagione 1, episodio 1: Quando si
verifica un tragico evento, Bashir Hamed, un rifugiato siriano che
era medico nel suo paese, non può fare a meno di usare la sua
formazione per salvare i feriti.
Stagione 1, episodio 2: Quando
Bash si unisce allo staff dello York Memorial, la sua esperienza
come medico durante la guerra in Siria informa il suo approccio non
convenzionale.
Stagione 1, episodio 3: Con il suo
futuro allo York Memorial incerto, Bash deve affrontare il
controllo a cui è sottoposto.
Stagione 1, episodio 4: Quando
l’amico di Bash dalla Siria lo chiama chiedendo il suo aiuto per
curare i pazienti, Bash deve capire come essere in due posti
contemporaneamente.
Stagione 1, episodio 5: Bash cerca
di rispettare le antiche tradizioni di famiglia e fatica ad aprirsi
sul suo passato.
Stagione 1, episodio 6: Il passato
di Bash torna in superficie in un modo che ha un impatto sul suo
lavoro.
Stagione 1, episodio 7: Bash vuole
sistemare le cose con Amira dopo che le loro vite sono state
capovolte ancora una volta.
Stagione 1, episodio 8: Bash deve
aiutare un paziente a prendere una decisione impossibile.
Stagione 1, episodio 9: Quando un
amico ha bisogno di cure mediche, Bash deve capire come essere il
suo medico.
Stagione 1, episodio 10:
Un’esplosione avviene nei pressi dello York Memorial Hospital,
mettendo a dura prova il pronto soccorso.
Stagione 1, episodio 11: Sulla
scia dell’esplosione, Bash è costretto a esaminare il suo
comportamento.
Stagione 1, episodio 12: Quando un
tossicodipendente da oppiacei viene ferito, Bash corre per scoprire
se i suoi sintomi mortali sono causati da droghe o da una malattia
misteriosa.
Stagione 1, episodio 13: Bash
cerca di proteggere l’eredità di Bishop e di salvarsi combattendo
per salvare un paziente quasi ucciso da un errore medico.
James McAvoy ha interpretato per la prima
volta Charles Xavier in X-Men: L’inizio del 2011. La sua ultima apparizione
nei panni del leader dei mutanti è arrivata circa otto anni dopo,
in X-Men: Dark Phoenix. Di certo, quello del Professor X
è uno dei ruoli più iconici della carriera dell’attore, che a
quanto pare sarebbe ben disposto ad interpretarlo di nuovo.
Ora che gli X-Men si preparano a
fare il loro debutto ufficiale nel MCU, è quasi certo che i Marvel Studios sceglieranno un nuovo attore
per il ruolo di Charles Xavier, ma sappiamo anche che ora che il
concetto di Multiverso è stato ufficialmente introdotto, tutto è
davvero possibile, anche un ritorno dei mutanti del Fox-Verse.
Ad ogni modo, durante una recente
intervista con
Collider, a James McAvoy è stato chiesto se, dal suo punto
di vista, l’arco narrativo del suo Professor X si è davvero
concluso, lasciando intendere di essere felice che d’ora in avanti
sia qualcun altro ad interpretare il personaggio. “Mi sento
come se avessi avuto l’opportunità di esplorare un sacco di cose
attraverso Charles Xavier, anche se non tutto ciò che avrei voluto
esplorare, perché c’è sempre di più quando si tratta di certi
personaggi”, ha spiegato McAvoy.
“Quindi, mi ritengo abbastanza
soddisfatto di ciò che sono riuscito ad ottenere da lui come
attore”, ha aggiunto. “Nella vita mai dire mai, come credo
abbia detto una volta James
Bond. Tuttavia, non sto scalpitando per tornare ad
interpretarlo. Se non dovesse accadere mai più, pazienza.”