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Katherine McNamara: 10 cose che non sai sull’attrice

Katherine McNamara: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Katherine McNamara si è affermata in televisione grazie ad alcune serie TV di successo, che le hanno permesso di raggiungere un ampio pubblico. L’attrice si è poi fatta conoscere anche al cinema grazie alla sua partecipazione ai film a tema distopia Maze Runner. Grazie ai ruoli affrontati fino ad ora, la McNamara ha dimostrato una buona versatilità, che la rende una giovane promessa per il futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Katherine McNamara.

Katherine McNamara: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film Young Adult. L’attrice debutta al cinema recitando nel film Capodanno a New York (2011), per poi partecipare a Last Ounce of Courage (2012), Contest (2013), Tom Sawyer & Huckleberry Finn (2014), e A Sort of Homecoming (2015). Si fa poi notare grazie al ruolo di Sonya nei film Maze Runner – La fuga (2015) e Maze Runner – La rivelazione (2018).

2. È nota per i suoi ruoli televisivi. La McNamara si è affermata grazie alla sua partecipazione ad alcuni episodi di celebri serie come 30 Rock (2011), Glee (2012), Jessie (2013) e CSI – Scena del crimine (2014). Ottiene poi un ruolo di rilievo nella serie Happyland (2014), e diventa popolare ricoprendo il personaggio di Clary Fray in Shadowhunters (2016-2019). Recita poi nel ruolo di Mia Smoak nella serie Arrow (2018-2020), riprendendo poi il ruolo anche per The Flash (2019), Batwoman (2019) e Supergirl (2019). Nel 2020 sarà tra i protagonisti della serie L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Katherine McNamara è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 3,7 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini promozionali dei suoi progetti da attrice. Non mancano inoltre scatti realizzati per servizi di celebri riviste di moda.

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Katherine McNamara e il suo fidanzato

4. Avrebbe una relazione con un suo collega. Dal settembre del 2018 sono sempre più insistenti le voci circa un fidanzamento tra la McNamara e l’attore Will Tudor, entrambi facenti parte del cast di Shadowhunters. I due interpreti hanno infatti pubblicato sui rispettivi social diverse foto che li ritraggono insieme, sia in vacanza che sul set della serie. I due, tuttavia, non hanno mai confermato la loro relazione.

Katherine McNamara in Jessie

5. Ha preso parte alla serie di Disney Channel. Agli inizi della sua carriera l’attrice ha partecipato anche a due puntate della seconda stagione della serie Jessie, targata Disney Channel. Qui l’attrice ha ricoperto il ruolo di Bryn Brietbart, rivale del personaggio Emma Ross.

Katherine McNamara in Arrow

6. Ha fatto parte dell’ultima stagione della serie. L’attrice ha ricoperto il ruolo di Mia Smoak nell’ultima stagione della serie Arrow. Questa è la figlia del protagonista, pronta a prenderne l’eredità. Infatti l’attrice sarà protagonista di una serie dedicata al suo personaggio, dove porterà avanti quanto fin qui compiuto dal celebre arciere verde.

Katherine McNamara in Shadowhunters

7. Ha interpretato la protagonista. La McNamara è stata la protagonista delle tre stagioni della serie Shadowhunters, dove ha dato vita al personaggio di Clarissa Adele Fray, brillante studentessa che scopre di essere una shadowhunter, con il compito di dare la caccia ai demoni presenti sulla terra.

8. Condivide un tatuaggio con gli altri membri del cast. Durante le riprese della prima stagione di Shadowhunters, l’attrice e i suoi colleghi di set hanno deciso di consolidare il loro rapporto tatuandosi il simbolo della serie, la celebre runa angelica. 

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Katherine McNamara in L’ombra dello scorpione

9. Farà parte dell’attesa serie. Nella serie L’ombra dello scorpione, basata sull’omonimo personaggio di Stephen King, l’attrice ricoprirà il ruolo di Julie Lawry, una ragazza proveniente da una piccola città, la cui vita verrà stravolta nel momento in cui si diffonderà una terribile epidemia.

Katherine McNamara età e altezza

10. Katherine McNamara è nata a Kansas City, nel Missouri, Stati Uniti, il 22 novembre 1995. L’altezza complessiva dell’attrice è di 164 centimetri.

Fonte: IMDb

Christian Bale e David O. Russell di nuovo insieme dopo American Hustle

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Dopo aver lavorato insieme per The Fighter e American Hustle, Christian Bale e David O. Russell si ritroveranno sul set per il prossimo progetto cinematografico del regista de Il Lato Positivo e Joy, tra le priorità della New Regency che ne affiderà la distribuzione alla Fox/Disney.

Oltre a Bale (che proprio grazie a The Fighter di O. Russell ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista), nel film dovrebbero recitare anche Jamie Foxx e Angelina Jolie. Non ci sarà invece Jennifer Lawrence, che con il regista americano ha realizzato ben tre film: inizialmente, l’attrice premio Oscar era stata coinvolta nel progetto in qualità di protagonista femminile, ma a quanto pare ha dovuto rinunciare a causa di altri impegni. Secondo la fonte, al suo posto O. Russell starebbe valutando di coinvolgere Margot Robbie, tra le grandi protagoniste della season award di quest’anno grazie ai suoi ruoli in C’era una volta a Hollywood e Bombshell

Altre indiscrezioni riportate dalla fonte ci informano che il titolo di lavorazione del film sarà Amsterdam e che la trama, nonostante sia ancora sotto chiave, ruoterà attorno alla storia di un improbabile accordo tra un dottore e un avvocato.

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Matthew Budman, produttore di numerosi film per la Annapurna Pictures, si occuperà della produzione del nuovo film di David O. Russell per la New Regency. La produzione del film dovrebbe partire il prossimo aprile, in modo da permettere a Christian Bale di potersi poi dedicare alle riprese di Thor: Love and Thunder, che dovrebbero invece partire a luglio.

Fonte: Collider

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Palpatine nella prima foto ufficiale

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È stata diffusa online la prima immagine ufficiale dell’Imperatore Palpatine tratta da Star Wars: L’Ascesa di SkywalkerNonostante il coinvolgimento del Signore Oscuro dei Sith all’interno della storia non è mai stato tenuto segreto dalla Lucasfilm (già nel teaser trailer ufficiale era possibile sentire l’iconica risata del villian chiudere il filmato), la sua presenza all’interno dei materiali promozionali è stata ridotta al minimo. Per lo più i fan hanno avuto modo di ascoltare la sua voce, ma la Lucasfilm ha sempre cercato di non rivelare il look che il personaggio avrebbe sfoggiato nel film di J.J. Abrams: anche per il poster in cui l’immagine dell’Imperatore incombeva sulle sagome di Rey e Kylo Ren intenti a sfidarsi con le spade laser, è stata utilizzata un’immagine delle action figure del personaggio, e non uno scatto proveniente dal materiale ufficiale relativo proprio al film.

Si è trattato naturalmente di una strategia, al fine di non rivelare troppo sul ruolo che Palpatine avrebbe avuto all’interno di Episodio IX. Dopo l’uscita del film nelle sale, abbiamo finalmente scoperto che l’Imperatore era misteriosamente sopravvissuto agli eventi de Il Ritorno dello Jedi, ma che il suo corpo in decomposizione aveva bisogno di tutta una serie di sofisticatissimi ingranaggi per potersi muovere. Adesso, finalmente, è stata diffusa online – via  Star Wars Databank – la prima immagine ufficiale del personaggio tratta da L’Ascesa di Skywalker.

Di recente sono emersi online numerosi dettagli in merito alla versione di Star Wars: Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow, regista inizialmente incaricato dalla Lucasfilm di dirigere quello che poi sarebbe diventato L’Ascesa di Skywalker per mano di J.J. Abrams. La versione di Trevorrow, intitolata Duel of the Fates, include molte differenze rispetto al film di Abrams uscito nelle sale: una di queste riguarda proprio Palpatine (che nel film è stato interpretato ancora una volta dal suo storico interprete, Ian McDiarmid), che nella versione di Trevorrow non solo non sarebbe dovuto comparire, ma non era neanche lontanamente imparentato con il personaggio di Rey (Daisy Ridley).

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Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Fonte: ScreenRant

The Falcon and the Winter Soldier: il primo scatto ufficiale di Bucky

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Le riprese di The Falcon and the Winter Soldier in Puerto Rico sono state annullate a causa dei terremoti che hanno colpito la scorsa settimana l’isola caraibica. In attesa di scoprire quando ripartiranno le riprese della serie Marvel destinata a Disney+, Sebastian Stan ha deciso di continuare a tenere alto l’hype del fandom intorno al progetto.

La star di Avengers: Endgame ha infatti condiviso online la prima immagine ufficiale dal backstage dello show che ci mostra il personaggio di Bucky Barnes, nell’ombra, in una posa e in una location decisamente suggestive. Niente di particolarmente entusiasmante, sia chiaro, ma è probabile che Stan abbia voluto anticipare che molto presto vedremo i primi materiali ufficiali della serie.

Potete vedere lo scatto di seguito:

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Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo.

Per quanto concerne la serie, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Fonte: ComicBookMovie

DC Film: ecco chi guiderà il franchise in futuro?

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DC Film: ecco chi guiderà il franchise in futuro?

Il franchise DC Film alla Warner Bros sta subendo una trasformazione radicale. Abbandonato il progetto di un universo condiviso “à la Marvel”, i film che portano sullo schermo i personaggi DC si stanno specializzando nella realizzazione di standalone, come abbiamo visto da Aquaman, Shazam, Wonder Woman e ovviamente Joker. Ma adesso sembra che all’orizzonte ci siano dei cambiamenti e che l’uomo scelto per guidare il nuovo corso DC Film possa essere Jim Lee.

Al momento, i progetti solisti hanno la priorità e mentre lo studio continua a lavorare in questa direzione, sembra che Lee sarà l’uomo del futuro per i film a marchio DC/Warner. Alla luce del sorprendente cameo del Flash di Ezra Miller in The Crisis on the Infinite Earths di The CW, in cui ha incontrato la sua controparte per il piccolo schermo interpretata da Grant Gustin, è stato chiesto al produttore esecutivo dell’Arrowverse, Marc Guggenheim, in che modo sono stati in grado di realizzare una tale impresa.

In un’intervista a Variety, allo showrunner è stato chiesto se gli eventi dello speciale televisivo volessero dire che il film con Miller non esiste più. Guggenheim ha rifiutato di commentare, e invece ha indirizzato le domande allo studio e, sorprendentemente, a Lee. “Lascerò la risposta a questa domanda a Warner Bros. e DC. Hanno una visione meravigliosa non solo per il Flash di Ezra, ma anche per l’intero universo DC. Jim Lee è l’uomo con cui parlare”.

Mentre Guggenheim non ha detto direttamente che Lee è creativamente responsabile del franchise cinematografico DC, la sua risposta implica che è a conoscenza di come Warner Bros. abbia intenzione di affrontare questo universo cinematografico in futuro.

Fumettista a tutto tondo, Lee ha iniziato come artista per i fumetti Marvel nel 1987, ma è principalmente noto per il suo lavoro sotto la DC. Lì, insieme a Geoff Johns, ha lanciato “The New 52” che ha rilanciato 52 nuove storie, essenzialmente il riavvio dell’universo di stampa per il marchio. Attualmente, Lee è il Chief Creative Officer di DC Comics, una posizione precedentemente ricoperta da Johns prima di dimettersi nel 2018. Vale la pena notare, tuttavia, che Walter Hamada è ancora il presidente della produzione cinematografica DC.

Con Hamada al comando, non significa che non ci sia spazio per Lee in quanto possono svolgere ruoli diversi nell’organizzazione. Dato che Hamada supervisiona la maggior parte degli affari logistici, agendo come un produttore tradizionale, Lee potrebbe concentrarsi sul lato creativo delle operazioni.

Mentre i Marvel Studios hanno Kevin Feige che si destreggia in entrambi i ruoli per il MCU, Warner Bros. e DC potrebbero strutturare la loro formazione esecutiva in maniera personalizzata.

MCU: le decisioni più discutibili prese dai Vendicatori

MCU: le decisioni più discutibili prese dai Vendicatori

Avengers: Endgame ha segnato la chiusura di un cerchio, ponendo ufficialmente la parola fine alla storia delle avventure dei Vendicatori originali alle quali ci siamo appassionati fin dal primo The Avengers. In attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro del MCU sul grande schermo, che nuove storie e nuovi personaggi che dovrebbero condurre alla discesa in campo di un nuovo grande team di supereroi, abbiamo deciso di analizzare quanto alcune scelte compiute in passato dai supereroi più potenti della Terra siano decisamente discutibili.

D’altronde, ci siamo sempre trovati di fronte a personaggi che abbiamo imparato ad amare anche nelle loro imperfezioni. Personaggi che hanno commesso errori e che molte volte si sono ritrovati a dover perfezionare non solo le loro tecniche d’azione ma anche la loro capacità di giudizio. Ecco di seguito 10 discutibili decisioni che sono state prese durante il primo decennio del MCU:

Cap rifiuta di firmare gli accordi

La trama di Captain America: Civil War è ispirata alla medesima storia a fumetti, ma ciò non significa che alcune scelte prese nelle pagine scritte possano giustificare quanto accaduto sullo schermo. Quando Cap si rifiutò di firmare gli accordi, portò alla scissione degli Avengers. Si può essere d’accordo con la volontà di alcuni eroi di voler mantenere segreta la loro identità, ma è innegabile quanto rottura all’interno degli Avengers sia dipesa essenzialmente da Captain America. 

Come personaggio che avrebbe dovuto rappresentare a tutti gli effetti il team, la cui morale è completamente opposta rispetto a quella di Tony Stark, questa non è stata certamente la più ponderata tra le scelte messe in atto da Steve Rogers.

Cap non dice a Sam che rimarrà nel passato

Dopo il finale di Endgame, in molti continuano a chiedersi perché Steve Rogers non abbia fatto sapere al suo migliore amico Sam Wilson che sarebbe tornato nel passato per ricollocare temporalmente le Gemme dell’Infinito e, soprattutto, che non sarebbe tornato nel presente ma che avrebbe deciso di vivere la sua vita con Peggy Carter.

Sicuramente la scena in cui un vecchio Steve, seduto su una panchina, appare a Bucky e Sam, è uno dei momenti più belli del film, ma è parecchio discutibile la sua decisione di non rivelare ai compagni quali saranno le sue prossime mosse, dal momento che quasi certamente Rogers aveva già pianificato da tempo di riunirsi con la sua amata.

Clint diventa Ronin

Occhio di Falco appare in Avengers: Endgame nei panni dello spietato assassino Ronin, sulle cui tracce è stata inviata Natasha. Una scelta alquanto discutibile, dal momento che Clint Barton non è stato l’unico a perdere qualcuno di importante in seguito alla decimazione di Thanos; eppure, è l’unico personaggio che ha scelto di vendicarsi dando libero sfogo al suo letale alter ego. Comprenderebbe i suoi sentimenti e le sue azioni è forse legittimo, ma cosa penserebbe la sua famiglia se scoprisse che Clint non è riuscito a tenere a freno la sua rabbia? 

Peter non chiede aiuto nella lotta contro Avvoltoio

Non era ancora un membro dei Vendicatori a tutti gli effetti, ma essendolo diventato in seguito, anche una delle decisioni prese da Pet in Homecoming è altamente discutibile. Quando Parker sceglie di inseguire Avvoltoio sul traghetto per Staten Island, decide di entrare in azione da solo, anche se era già in contatto con il suo mentore, Iron Man. 

Tale scelta ha portato all’epica scena dei traghetti di Homecoming, ma solo perché abbiamo assistitato ad un momento di grande cinema, questo non significa che il giovane Peter abbia preso una decisione saggia.

Thor abbandona Asgard

All’inizio di Avengers: Endgame, Bruce Banner e Rocket Raccoon partono alla ricerca di Thor e lo ritrovano depresso e ingrassato su New Asgard. La nuova residenza del Dio del Tuono è molto diversa rispetto alla location che abbiamo visto in passato, con Valchiria che  in un certo senso ha assunto il ruolo di nuovo leader.

Dopo aver visto Thor trascorrere così tanto tempo in Ragnorak per combattere e cercare di salvare Asgard e il suo popolo, è alquanto scioccante e triste vederlo abbandonare tutte le sue responsabilità, soprattutto quando incontra gli Asgardiani che sono sopravvissuti. 

Hulk si scatena contro Natasha

È davvero difficile incolpare Bruce per uno qualsiasi dei suoi sfortunati momenti alla “Hulk, SPACCA!”; dopo tutto, parte del potere di Bruce deriva proprio da una perdita totale del controllo del suo cervello. Quando Hulk si libera a bordo di Helicarrier e si fa strada tra i resti della nave lasciando una Vedova Nera terrorizzata, è un momento in cui è ancora più difficile riuscire a separare l’uomo dalla bestia. 

Non è colpa sua, davvero non lo è; ma è vero che spesso il Gigante Verde ha causato più problemi ai suoi amici di quanti ne abbia effettivamente risolti. Forse, la vera scelta sbagliata è stata proprio mandare Bruce su Helicarrier.

Tony crea Ultron

Tony è stato molto esaustivo sia nei confronti dei suoi amici Vendicatori che in quelli del pubblico quando ha spiegato perché ha inventato Ultron: una forza in grado di mantenere la pace in tutto il mondo che toglierebbe dalle spalle dei Vendicatori un po’ di responsabilità e pressione…

Come fatto anche con il suo protetto Peter, però, Tony custodisce troppo gelosamente le informazioni su Ultron: forse avrebbe dovuto rivelare ai suoi compagni cosa aveva in mente. Purtroppo non lo fa, dedicandosi anima e corpo alla creazione dell’androide… esponendo il mondo alla distruzione totale.

Tony rivela il suo indirizzo ai terroristi

Sappiamo tutti che Tony spesso non pensa alle conseguenze delle sue azioni. La scelta di rivelare il suo indirizzo in diretta nazionale mentre il Mandarino gli sta dando la caccia, è assolutamente sconsiderata, forse una delle scelte più discutibili di tutta la carriera del genio miliardario, playboy e filantropo. Il motivo? A questo punto della storia, quell’indirizzo non corrisponde più soltanto all’abitazione di Tony, ma anche a quella di Pepper Potts, l’amore della sua vita. 

Nebula non dice nulla a proposito di Vormir

Nebula ha fatto molta strada da quando era soltanto una scagnozza al servizio di suo padre. Aiutando Tony a rimettersi in cammino verso la Terra, ha iniziato il suo viaggio verso la redenzione. Tuttavia, quando i Vendicatori si divisero per seguire ognuno una Gemma dell’Infinito in diversi momenti indietro nel tempo, non disse nulla a Clint e Natasha mentre si dirigevano su Vormir per cercare di recuperare la Gemma dell’Anima.

Nebula sapeva che Thanos aveva portato Gamora a Vormir e quando il Titano Pazzo si presentò su Titan con la Gemma dell’Anima, senza Gamora, la supercriminale aliena capì cosa era successo. Anche se non poteva saperlo con precisione, un segnale per avvertire Occhio di Falco e Vedova Nera avrebbe potuto evitare la tragedia.

Steve mente a Tony

Non è stato un bel momento quando Cap si è rifiutato di firmare gli accordi all’inizio di Captain America: Civil War, ma la sua decisione più discutibile è arrivata soltanto durante l’atto finale del film. Tutti sappiamo quanto Steve sia devoto a Bucky, ma quando scopriamo che Cap non solo lo aveva protetto ma sapeva anche la verità sulla morte dei genitori di Tony, è stato un momento decisamente straziante.

Tony credeva che i due fossero amici. Il dolore per la morte della sua famiglia non sarebbe scomparso, ma se Steve fosse stato onesto con Tony, forse le cose sarebbe potute andare diversamente… 

Fonte: ScreenRant

Robert Downey Jr. sulla possibilità di interpretare ancora Iron Man

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Robert Downey Jr. è attualmente impegnato con la promozione di Dolittle, il suo primo ruolo dal lontano 2015 dopo ben 5 film del MCU nei panni di Iron Man, incluso il campione d’incassi Avengers: Endgame in cui abbiamo assistito alla morte di Tony Stark. La promozione del film basato sul personaggio ideato da Hugh Lofting si sta naturalmente rivelando una ghiotta occasione da parte della stampa estera per chiedere alla celebre star se ci sarà mai un ritorno di Iron Man sul grande schermo.

Durante un podcast di Joe Rogan – lo stesso in cui l’attore ha parlato brevemente di The Batman con Robert Pattinson -, è stato chiesto a Robert Downey Jr. se fosse interessato a interpretare nuovamente Iron Man: l’attore ha spiegato di essere adesso proiettato su ruoli differenti, ma non ha escluso categoricamente la possibilità di tornare a vestire i panni del il personaggio se un’eventuale storia futura del MCU dovesse richiederlo.

“Per me, ricominciare è fuori discussione”, ha spiegato Downey. “Mi sento di aver fatto tutto ciò che avrei potuto fare con quel personaggio. Ci dovrebbero essere le giuste argomentazioni e una serie di eventi utili a giustificarne il ritorno per convincermi a tornare. Ma la verità è che sono interessato a fare altre cose.”

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In un’altra intervista con Today, invece, l’attore è apparso decisamente possibilista in merito ad un ritorno dell’iconico supereroe: “Sono davvero contento di essere arrivato dove sono arrivato”, ha spiegato Downey. “Mi sento veramente fortunato. Non solo quel genere di persona che… insomma, voglio provare a mantenere una certa classe. Vedremo!”

Al momento non sappiamo se rivedremo mai il personaggio di Iron Man sul grande schermo, né sappiamo se i Marvel Studios siano intenzionati a reintrodurlo nelle loro storie, magari attraverso un recasting. Per lungo tempo si è parlato di un possibile ritorno del personaggio in un cameo nell’attesissimo Black Widow: essendo però il film ambientato tra gli eventi di Civil War e quelli di Infinity War, la presenza di Tony Stark sarebbe giustificata dalla collocazione temporale degli eventi narrati nel cinecomic dedicato a Natasha Romanoff. Come Iron Man possa effettivamente tornare in vita nel MCU dopo quanto accaduto in Endgame, resta ad oggi un mistero.

Fonte: ComicBookMovie

Star Trek: Picard, nuovo promo e foto promozionali

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Star Trek: Picard, nuovo promo e foto promozionali

La CBC ha diffuso il nuovo inedito promo e le foto promozionali di Star Trek: Picard, la nuova serie tv sci-fi in arrivo quest’anno.

Patrick Stewart, è protagonista di Star Trek: Picard la nuova serie su Jean-Luc Picard che arriverà in oltre 200 paesi e territori, al di fuori degli Stati Uniti e del Canada.

 

In base all’accordo pluriennale con CBS, ogni episodio sarà disponibile su Amazon Prime Video entro 24 ore dall’anteprima americana. L’annuncio congiunto è stato presentato oggi da CBS Studios International e Amazon Prime Video.

La nuova serie Star Trek: Picard vede Sir Patrick Stewart riprendere il ruolo del venerabile Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: Next Generation”. La serie seguirà questo personaggio iconico nel prossimo capitolo della sua vita.

Negli Stati Uniti, la serie sarà disponibile esclusivamente su CBS All Access, il servizio di abbonamento diretto al consumatore di CBS, disponibile su tutte le principali piattaforme digitali, incluso Amazon Channels e Fire TV.

Star Trek: Picard, il cast

Accanto a Stewart, il cast della serie vede anche la presenza di Alison Pill (The Newsroom), Harry Treadaway (Penny Dreadful), Isa Briones (American Crime Story: Versace), Santiago Cabrera (Salvezza), Evan Evagora (nuovo arrivato), e Michelle Hurd (Blindspot). La serie sarà prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth saranno i produttori esecutivi e Aaron Baiers (Secret Hideout) sarà il co-produttore esecutivo e Kirsten Beyer sarà il produttore supervisore.

Spider-Man 3: una delle location del film suggerisce il possibile villain

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Le riprese del terzo Spider-Man con Tom Holland dovrebbero partire quest’estate: tra le location in cui il film verrà girato, pare sia inclusa anche l’Islanda, dettaglio che potrebbe aver anticipato chi sarà il villain principale del film. Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Al momento sappiamo ancora pochissimo circa il nuovo Spider-Man ambientato nel MCU. Il film arriverà nelle sale americane a luglio 2021 e sarà diretto ancora una volta da Jon Watts, già regista di Homecoming e Far From Home. Oltre a Tom Holland, nel cast dovrebbero tornare anche Zendaya (MJ) e Jacob Batalon (Ned Leeds), nonostante la loro presenza nel film non sia stata ancora confermata ufficialmente. È probabile che la storia del terzo film prenderà le mosse dalla scena post-credits di Far From Home, nella quale abbiamo visto J. Jonah Jameson (J.K: Simmons) rivelare l’identità segreta di Peter ed annunciare che Spidey ha ucciso Mysterio.

Adesso, a circa un anno e mezzo dall’arrivo del film nelle sale, sembra che tutto sia pronto per l’inizio della produzione di Spider-Man 3. Come apprendiamo grazie a ComicBook, le riprese del nuovo film dedicato al simpatico arrampicamuri dovrebbe partire il prossimo luglio e concludersi a novembre, e svolgersi ad Atlanta, New York, Los Angeles e perfino in Islanda. La fonte sottolinea che il film con Holland non sarà il primo film del MCU ad essere girato in Islanda, dal momento che anche alcune scene di Thor: The Dark World sono state girate sull’isola nordica. Sempre la fonte suggerisce che il dettaglio relativo alle riprese in Islanda avrebbe anticipato quello che sarà il villain principale del film, ossia Kraven il Cacciatore.

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Tra le location menzionate dalla fonte, l’Islanda è senza dubbio quella più interessante, perché suggerisce che Peter Parker viaggerà ancora una volta al di fuori degli Stati Uniti: forse Peter raggiungerà l’isola proprio perché il personaggio di Kraven, uno dei più grandi nemici dell’Uomo Ragno, farà effettivamente parte della storia. Chiaramente, si tratta di una mera speculazione, dal momento che le riprese in Islanda potrebbero riferirsi all’inclusione di un altro personaggio e quindi di una differente storyline.

Better Call Saul: AMC rinnova per la sesta e ultima stagione

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Better Call Saul: AMC rinnova per la sesta e ultima stagione

La AMC annuncia oggi di aver rinnovato per la sesta e ultima stagione Better Call Saul, l’acclamata serie spin-off di Breaking Bad. AMC e Sony Pictures Television lo hanno annunciato oggi dal Press Tour della Television Critics ‘Association (TCA). La serie prequel di Breaking Bad, Better Call Saul dunque arriverà per una sesta e ultima stagione di 13 episodi, che andrà in produzione entro la fine dell’anno e in onda nel 2021.

La serie riprenderà esattamente dal finale della quinta stagione, quando la decisione di Jimmy McGill (Bob Odenkirk) di praticare la legge come “Saul Goodman” crea ondate di cambiamento inattese e profonde per coloro che sono in orbita.

“Fin dal primo giorno di Better Call Saul il mio sogno era quello di raccontare la storia completa del nostro eroe complicato e compromesso, Jimmy McGill – ora AMC e Sony stanno realizzando quel sogno”, ha dichiarato Showrunner e il produttore esecutivo Peter Gould. “Non potremmo essere più grati ai fan e ai critici che stanno rendendo possibile questo viaggio. Il prossimo mese inizieremo a lavorare alla sesta e ultima stagione – faremo del nostro meglio per attaccare l’atterraggio. “

“Il via libera al prequel di una delle serie più iconiche della storia della televisione è una delle scelte più audaci che AMC abbia mai preso. Ma, grazie al genio creativo di Vince Gilligan e Peter Gould, è stato anche uno dei più gratificanti “, ha affermato Sarah Barnett, presidente di AMC Networks Entertainment Group e AMC Studios. “È stata una gioia assoluta collaborare con il team di straordinario talento di Better Call Saul, che – dopo cinque stagioni – continua a offrire alcune delle migliori interpretazioni narrative e dalle sfumature più belle oggi in televisione. Ci congratuliamo con Vince, Peter, i nostri produttori, scrittori e abbiamo fatto una corsa straordinaria e non vediamo l’ora di condividere questo capitolo finale con i fan ”

Come Breaking Bad, Better Call Saul è la narrazione brillante al suo meglio. Vince e Peter hanno creato un mondo affascinante e personaggi avvincenti che sono diversi da qualsiasi altra cosa in televisione “, ha dichiarato Jeff Frost, presidente della Sony Pictures Television. “E le eccezionali esibizioni di questo straordinario cast hanno incantato e affascinato il pubblico ogni stagione. Mentre siamo tristi che questa straordinaria serie sta per concludersi, non vediamo l’ora che Vince e Peter divulgino la conclusione sensazionale.”

Prodotto da Sony Pictures Television, Better Call Saul è interpretato da Odenkirk, Jonathan Banks, Rhea Seehorn, Patrick Fabian, Michael Mando, Tony Dalton e Giancarlo Esposito ed è prodotto da Gould, Gilligan, Mark Johnson, Melissa Bernstein e Thomas Schnauz. Better Call Saul ha ottenuto un Peabody Award 2018 e, in quattro stagioni, ha ottenuto 32 nomination agli Emmy Award, tre nomination ai Golden Globe Award, due Writers Guild Awards, tre Critics ‘Choice Awards, due Television Critics Association Awards e tre AFI Awards per “Programmi TV dell’anno”, tra le altre nomination alla Gilda.

Star Wars: Taika Waititi lavorerà ad un nuovo film della saga?

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Star Wars: Taika Waititi lavorerà ad un nuovo film della saga?

A quanto pare, la Lucasfilm starebbe corteggiando Taika Waititi per affidargli lo sviluppo di un nuovo film della saga di Star Wars. Con l’uscita nelle sale lo scorso dicembre de L’Ascesa di Skywalker, la saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977 è finalmente giunta a conclusione. Nonostante la Lucasfilm abbia annunciato tre nuovi film del franchise previsti per il 2022, il 2024 e il 2026, al momento non sappiamo di che tipo di progetti si tratta. Dopo la cancellazione dei nuovi film della serie ad opera di David Benioff e D.B. Weiss (creatori di Game of Thrones), al momento gli unici nuovi film della serie ancora in carreggiata sono quelli ai quali sta lavorando Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, e il film che starebbe sviluppando Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios.

Considerata la sua storia con la Disney, la Lucasfilm e anche con i Marvel Studios (è stato il regista di Thor: Ragnarok e uno dei registi della prima stagione di The Mandalorian), Taika Waititi – attualmente impegnato sul set del suo nuovo film, Next Goal Wins, con Michael Fassbender – è da sempre considerato dai fan uno dei possibili nuovi registi della saga di Star Wars. E a quanto pare, la stessa Lucasfilm sembrerebbe condividere le opinioni del fandom…

Come riportato nelle ultime ore da The Hollywood Reporter, la Lucasfilm avrebbe proposto a Waititi di sviluppare un nuovo film di Star Wars: la fonte non specifica se Waititi è stato incaricato soltato della sceneggiatura, o se gli sia stata proposta anche la regia. THR, inoltre, specifica che non è chiaro se il film che sia stato proposto a Waititi è un progetto originale o se si tratta del film che starebbe sviluppando Feige.

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In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che JoJo Rabbit, l’ultima facita di Taika Waititi, è uscito ieri nelle nostre sale. Il film, che annovera nel cast anche Scarlett Johansson e Sam Rockwell, è candidato a sei premi Oscar, incluso miglior film e miglior sceneggiatura non originale.

Accantonato ufficialmente il progetto sul live action di Akira, una volta terminate le riprese di Next Goal Wins, Taika Waititi si dedicherà alla produzione di Thor: Love and Thunder, il nuovo attesissimo film dedicato al Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth, che vedrà il ritorno del premio Oscar Natalie Portman nei panni di Jane Foster.

Sex Education 2: recensione della nuova stagione della serie Netflix

Crescere è non è mai facile, e a complicare le cose ci si mette di mezzo il sesso. Dalla scoperta al desiderio, ecco che questo caratterizza in modo quasi ossessivo le vite degli adolescenti protagonisti di Sex Education 2, la nuova stagione della fortunata e apprezzata serie TV targata Netflix, ideata da Laurie Nunn, e in arrivo sulla piattaforma dal 17 gennaio. Se i primi otto episodi portavano lo spettatore all’interno del liceo Moordale, dove era possibile conoscere i vari protagonisti e i loro conflitti, le nuove puntate sono pronte a regalare ulteriori sviluppi, ma non senza riservare sorprese. Forse leggermente inferiore rispetto all’esplosiva prima stagione, la serie non manca ad ogni modo di riproporre, in modo innovativo, quegli elementi che ne hanno decretato il successo.

Se la prima stagione si concludeva con il fidanzamento di Otis (Asa Butterfield) con Ola (Patricia Allison), i nuovi episodi presenteranno un protagonista ormai definitivamente sbocciato sessualmente. Questi dovrà però ora imparare a padroneggiare gli impulsi sessuali appena emersi per portare avanti la sua relazione, cercando allo stesso tempo di gestire il rapporto conflittuale con Maeve (Emma Mackey). Nel frattempo, il liceo Moordale è alle prese con un’epidemia di clamidia, che rende evidente la necessità di una migliore educazione sessuale scolastica.

Sex Education 2: il sesso è parte di noi

«Il sesso non ci rende completi, quindi come potrebbe mancarti un pezzo?». È questa frase, pronunciata dalla terapista sessuale Jean Milburn, a racchiudere il cuore di questa seconda stagione. Se infatti nella prima molti dei ragazzi si trovavano alle prese con i primi contatti sessuali, ora è tempo di imparare a gestire quanto appreso. Una responsabilità non da poco, perché si sa, dall’attrazione fisica può nascere quella sentimentale, ed è questa a causare le vere ferite emotive. Le nuove puntate affrontano dunque di petto quanto fino ad ora costruito, ponendo i personaggi di fronte a nuovi conflitti, eventi apparentemente “normali” che assumono, se guardati con occhi da adolescenti, proporzioni catastrofiche.

Ora più che mai, infatti, è tempo di scoprirsi. Ed è così che Sex Education si apre ad un’incredibile varietà sessuale, trattandola con una gentilezza ed una spontaneità straordinarie. L’amore, che sia eterosessuale, bisessuale, omosessuale o pansessuale, non è qui mai una cosa a cui guardare con sospetto. Questo passa quasi inosservato, non desta scandalo. È una realtà mentalmente aperta quella qui raffigurata. E se qualche personaggio prova paure circa la propria sessualità, queste nascono da sé stessi, dalle proprie insicurezze, dal non piacersi abbastanza. D’altronde «è difficile farsi piacere uno che non si piace», come recita uno dei protagonisti.

Ma oltre al sesso c’è di più, e così la serie si apre ad un più ampio respiro arrivando a trattare tematiche particolarmente attuali nel contesto giovanile, dal conflitto acceso con i genitori all’incertezza e alle pressioni verso il futuro, fino alla solidarietà femminile, a cui è riservata una delle sotto trame più emozionanti all’interno dei nuovi episodi. Il tutto sorretto da quella scrittura intelligente che ha caratterizzato la serie sin dal suo debutto. Una sceneggiatura che si basa su luoghi e personaggi canonici a cui è poi dato modo di sbocciare in tutta la loro forza, dando vita a percorsi che mostrano la capacità degli autori di mantenere gli elementi di successo della serie senza ripetersi. Autori che, pur se non più adolescenti, sanno descrivere con la giusta dose di nostalgia quell’età, fatta di piccoli dettagli e grandi esplosioni interne.

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Sex Education: la recensione della serie Netflix

Pur non raggiungendo, probabilmente per motivi narrativi, il picco raggiunto dalla prima stagione, Sex Education riesce nuovamente ad affermarsi come un prodotto gioioso, in grado di rappresentare nel modo più vivace possibile un contesto tanto fervido. Lo fa grazie ad una messa in scena dai colori vividi, i quali associati a brillanti dialoghi costruiscono alcuni dei momenti emotivamente più forti della serie, a cui non manca anche in questo caso una calzante colonna sonora. Grazie ad un cast che ancora una volta conferma la sua forte alchimia, dando vita ad una coralità ai cui è difficile rimanere estranei. Ognuno dei giovani protagonisti, anche quelli con meno spazio narrativo, segue un percorso che trova progressivo sviluppo, e si rivela fondamentale per dar vita ad un ritratto completo di un’adolescenza tanto inclusiva.

Accompagnata da sincere emozioni, momenti di puro umorismo, sequenze, scene e immagini dal forte impatto, e una dilagante libertà di linguaggio, la serie si ripropone così come uno dei prodotti più interessanti della piattaforma streaming, di quelli che, senza tabù, meglio sa parlare di e ad un’adolescenza che si definisce anche attraverso la scoperta della sessualità. Un processo di crescita qui messo in scena con tutte le difficoltà del caso, a cui è però possibile sopravvivere se si trova il coraggio di esprimere i propri sentimenti, anche qualora questo dovesse far soffrire.

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Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trailer internazionale

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Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trailer internazionale

La Sony Pictures ha diffuso il trailer internazionale di Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, il sequel del film Peter Rabbit, a sua volta basato sull’omonimo personaggio protagonista dei racconti di Beatrix.

Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trama

L’amabile canaglia è tornata. Bea, Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.

Nel cast ritornano i protagonisti Domhnall Gleeson nel ruolo di Thomas McGregor, Rose Byrne nel ruolo di Bea e David Oyelowo.

Bergamo Film Meeting 2020: focus su João Nicolau, Rúnar Rúnarsson e Danis Tanović

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La ricognizione nel cinema europeo contemporaneo della 38a edizione di Bergamo Film Meeting si soffermerà sul lavoro di João Nicolau (Portogallo), Rúnar Rúnarsson (Islanda) e Danis Tanović (Bosnia ed Erzegovina). Dei tre registi, le cui opere si caraterizzano per l’attenzione alle vicissitudini di individui immersi nelle contraddizioni della società, in balia delle turbolente problematiche generazionali, e straziati dalle complessità dei conflitti socio politici, sarà presentata la personale completa.

La sezione si completerà con Boys & Girls. The best of Cilect Prize, che mostrerà una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, e con Europe, Now! Film Industry Meetings, due giornate professionali, in programma il 13 e 14 marzo, che intendono essere una piattaforma di networking e aggiornamento sulle opportunità che festival, mercati, training programmes e fondi europei e nazionali offrono oggi a giovani registi e produttori italiani, in un’ottica di internazionalizzazione e professionalizzazione.

Il Festival, in programma dal 7 al 15 marzo, proporrà inoltre 7 lungometraggi in anteprima italiana nella Mostra Concorso; 15 documentari nel concorso Visti da Vicino; la retrospettiva dedicata a Jerzy Skolimowski, regista, sceneggiatore e attore polacco, figura tra le più importanti e originali del cinema d’autore mondiale; l’omaggio, accompagnato dalla mostra Gwen, le livre de sable, al maestro dell’animazione Jean-François Laguionie; il passaggio di testimone con Bergamo Jazz; il Kino Club, sezione per i giovani spettatori; insieme alle anteprime e ad un vivace contorno di appuntamenti realizzati grazie al network di collaborazioni con le diverse realtà culturali del territorio e non solo.
Bergamo Film Meeting inaugurerà ufficialmente la sua 38a edizione venerdì 6 marzo, presso il Teatro Sociale di Bergamo alle ore 21.00 con il film THX 1138 (L’uomo che fuggì dal futuro, 1971) di George Lucas musicato dal vivo dagli Asian Dub Foundation, in anteprima europea.

Il programma completo della 38a edizione sarà annunciato a fine febbraio.

Robert Downey Jr. non vede l’ora di vedere il Batman di Pattinson

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Robert Downey Jr. è entusiasta del casting di Robert Pattinson in The Batman. Downey Jr. ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema negli anni ’80, e dopo un periodo non proprio fortunato, è tornato alla ribalta grazie al ruolo di Iron Man nel MCU. A partire dal 2008, l’attore ha interpretato Tony Stark in ben 9 film della Saga dell’Infinito, fino a quando il suo personaggio non è stato ucciso in Avengers: Endgame, uscito nelle sale lo scorso anno.

Riguardo alla controparte DC del genere supereroistico, Robert Pattinson è attualmente impeganto a girare le sue scene di The Batman, film che – al pari di Joker – non dovrebbe far parte del DCEU. In seguito alla notizia del casting di Pattinson, il popolo di internet non si è risparmiato in quanto a critiche sulla decisione della Warner Bros., critiche insorte soprattutto per il passato dell’attore legato alla saga di Twilight. Ad essere onesti, le medesime reazioni sono state riservate anche a Michael Keaton e a Ben Affleck, quindi è possibile che si tratti di uno scetticismo più radicato in merito al Crociato di Gotham che di un risentimento vero e proprio nei confronti dell’attore.

Una persona che non sembra affatto nutrire dubbi sulla scelta della Warner, è appunto Robert Doweny Jr. In un recente podcast di Joe Rogan, infatti, la star del film di prossima uscita Dolittle ha parlato brevemente di The Batman e ha avuto la possibilità di commentare la scelta di Robert Pattinson come nuovo Uomo Pipistrello, dichiarando: “Voglio vedere cosa farà Pattinson. Mi piace quel ragazzo.”

Cosa ne pensate? Condividete l’opinione di Tony Stark?

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright (commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista), infine John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

Black Widow, nuova sinossi: Nat affronterà il suo passato

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Black Widow, nuova sinossi: Nat affronterà il suo passato

La Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel prenderà ufficialmente il via il prossimo maggio con l’arrivo nelle sale di Black Widow, il cinecomic totalmente incentrato sul personaggio di Natasha Romanoff, interpretato da Scarlett Johansson. Nelle ultime ore, i Marvel Studios hanno diffuso online una nuova sinossi ufficiale del film.

Ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e quelli di Avengers: Infinity War, Black Widow racconterà la storia di un’oscura cospirazione che inevitabilmente porterà lo spettatore a scoprire di più sul passato di Natasha come spia russa. Ora qualcuno sembra essere sulle sue tracce, e Natasha sarà costretta a chiudere i conti con alcune relazioni che aveva lasciato in sospeso prima di unirsi allo SHIELD e agli eroi più potenti della Terra.

Di seguito la sinossi aggiornata del film:

“Nei thriller spionistico ad alto tasso d’azione Black Widow dei Marvel Studios, Natasha Romanoff, meglio conosciuta come Vedova Nera, affronta le parti più oscure dei recessi della sua anima quando una pericolosa cospirazione insorge ed è legata proprio al suo passato. Inseguita da una forza che non si fermerà di fronte a nulla pur di eliminarla, Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le relazioni interrotte che si è lasciata alle spalle prima che diventasse un membro degli Avengers.”

La nuova anteprima ufficiale del film ha mostrato Natasha riunirsi con la sua “famiglia surrogata”, ossia con Yelena (Florence Pugh) e Alexei (David Harbour). Insieme, i tre pianificano come fronteggiare un nuovo programma legato alla Red Room, la struttura di addestramento sovietica dove si sono allenati a diventare degli assassini letali, come il temibile Taskmaster. La nuova sinossi suggerisce che Black Widow dovrà confrontarsi con il suo passato per cercar di salvare il futuro del MCU.

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Fonte: CBR

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 cose che il film ha cambiato della saga

In qualità di grande episodio finale della saga, L’Ascesa di Skywalker prende alcune importanti decisioni sull’universo di Star Wars, tanto in merito al passato e al presente del franchise, quanto in merito al suo futuro. Non solo i film che verranno saranno completamente diversi, ma da ora in avanti anche guardare i vecchi episodi con la conoscenza di ciò che accadrà in seguito sarà, inevitabilmente, un’esperienza totalmente nuova.

Dopo i 10 riferimenti alle vecchie trilogie che potreste non aver notato, di seguito abbiamo raccolto 10 modi in cui il film di J.J. Abrams ha cambiato completamente la saga di Star Wars. Per fortuna, nessuno di questi modi rovina effettivamente il franchise: così, anche se non siete amanti della trilogia sequel, potrete sembra guardare a quella originale come al capolavoro che è sempre stato.

La progenie di Rey

Ne Il Risveglio della Forza, Rey non sa molto circa il suo passato. Non ha memoria dei suoi genitori, ricordando in maniera molto vaga che sono scappati via su una nave. Ne Gli Ultimi Jedi, Kylo le rivela che i suoi genitori non sono “nessuno”, abbandonata su Jakku e venduta ad un trafficante di rottami. Ne L’Ascesa di Skywalker viene finalmente rivelato che suo padre era figlio dell’Imperatore Palpatine: Rey è quindi la nipote del Signore Oscuro dei Sith.

Mentre alcuni avrebbero preferito che Rey non avesse una progenie così definita, il film di J.J. Abrams sottolinea come a volte, voltare le spalle al proprio destino, sia necessario per fare la cosa giusta e forgiare il proprio percorso al servizio della giustizia.

Distruggere il Primo Ordine

La tangibile minaccia che affligge la Galassia nei film della trilogia sequel è il Primo Ordine. Non è esattamente chiaro come l’organismo politico sia arrivato ​​al potere, anche se Palpatine potrebbe certamente avere a che fare con la sua creazione. In ogni caso, il Primo Ordine non potrà più fare del male a nessuno dopo la gloriosa vittoria di Rey e della Resistenza nella battaglia di Exegol, con l’intera Galassia che unisce le forze per fermare una volta per tutte le loro terribili azioni.

Snoke

Uno dei più grandi misteri che circondava il Primo Ordine era l’identità del suo enigmatico leader, Snoke. I fan sono rimasti scioccati quando Kylo lo ha eliminato ne Gli Ultimi Jedi, anche se la prima scena de L’Ascesa di Skywalker spiega subito da dove provenisse e quale fosse il suo obiettivo. 

Il Leader Supremo che il Primo Ordine aveva così tanto ammirato non era altri che un clone creato da Palpatine. E il Signore Oscuro dei Sith non si è neanche risparmiato nel realizzarlo, considerando quanto Snoke sia sia spinto lontano nel suo piano per controllare la Galassia.

L’addestramento Jedi di Leia

Come membro della famiglia Skywalker, la sensibilità di Leia nei confronti della Forza è qualcosa di innato. Le sue abilità si rivelano essere molto più forti di quanto inizialmente pensato, come quando la vediamo tornare in salvo dallo spazio ne Gli Ultimi Jedi. La prima scena di Rey ne L’Ascesa di Skywalker ci mostra il suo addestramento sotto la direzione di Leia, mentre la scena con Luke contiene un flashback che mostra il suo addestramento Jedi con la sorella dopo gli eventi narrati ne Gli Ultimi Jedi. Tuttavia, Leia rinunciò all’addestramento, sebbene pare abbia comunque avuto abbastanza esperienza per riuscire ad utilizzare la Forza al momento opportuno. 

Il mondo occulto dei Sith

Nonostante il loro status di villain principali del franchise, i Sith sono rimasti dei personaggi alquanto misteriosi per tutti e nove i film. L’unico vero Sith sotto forma di vera forza del male che abbiamo avuto modo di conoscere è stato Palpatine, e neanche abbiamo saputo troppo circa il suo passato. Finalmente, ne L’Ascesa di Skywalker è stato rivelato il loro mondo occulto, Exegol.

All’inizio del film vediamo Kylo Ren arrivare sul pianeta desertico, mentre nel gran finale toccherà anche a Rey e al resto della Resistenza. Il film ci ha permesso di scoprire qualcosa in più sui Sith rispetto a quanto fatto in precedenza da altri media, nonostante le misteriose figure che venerano Palpatine e lavorano per lui, aggiungono ancora più mistero alle loro origini e alla loro dimora. 

La corruzione di Kylo

In tutti e due gli episodi precedenti, si pensava che fosse Snoke a manipolare la mente di Kylo. All’inizio de L’Ascesa di Skywalker, invece, scopriamo che è stato sempre Palpatine a tormentare i pensieri del figlio di Han e Leia. Se da un lato è stato entusiasmante assistere al ritorno dell’Imperatore, dall’altro è stato sicuramente deludente scoprire che nessuna delle teorie su chi fosse realmente a manipolare la mente di Ben – Darth Vader? Snoke? – aveva il minimo fondamento. 

La relazione tra Kylo e Rey

Kylo ha sempre sentito una sorta di connessione con Rey, legame che non è mai riuscito a spiegarsi. Perfino Palpatine, nonostante tutte le sue conoscenze e il suo immenso potere, brancolava nel buio in merito alla loro vera relazione. Ne L’Ascesa di Skywalker li vediamo diventare una diade nella Forza: due persone unite al misterioso potere grazie alla loro sensibilità, cosa che li rende essenzialmente un solo essere agli occhi della Forza.

Questo spiega come i due siano stati in grado di comunicare anche a considerevoli distanze. Inoltre, sempre grazie a questa diade, ne film di Abrams li vediamo protagonisti di uno dei duelli con le spade laser più belli dell’intera saga, quando Kylo si trova sul pianeta Kijimi e lei sullo Star Destroyer dove Ben aveva nascosto la maschera di Darth Vader.

La morte di tutti i membri degli Skywalker

I nove film di Star Wars costituiscono la saga degli Skywalker perché raccontano la storia del lignaggio della famiglia, da Anakin fino a Ben Solo. Alla fine de L’Ascesa di Skywalker, tutti i membri della famiglia Skywalker risultano morti o scomparsi. Per quanto sia triste prenderne atto, sarà comunque Rey a portare avanti il ​​nome della famiglia, sebbene non sia imparentata con Luke, Leia e tutti gli altri dal sangue. Questo è un tema centrale all’interno del film di J.J. Abrams, anche se il personaggio principale della trilogia sequel volta le spalle al destino per abbracciare uno diverso.

Distruggere Palpatine una volta per tutte

Per nove film e oltre quarant’anni, Palpatine ha controllato gli eventi, principalmente agendo nell’oscurità. Si pensava fosse stato eliminato una volta per tutte ne Il Ritorno dello Jedi, ma a quanto pare neanche cadere in una fossa senza fine può fermare Il Signore Oscuro dei Sith. Rey è l’unica che riesce a sconfiggerlo definitivamente, trasformandolo letteralmente in nient’altro che in un cumulo di polvere. Neanche l’essere più potente dell’Universo potrà resuscitare dopo una morte del genere…

Rendere possibile la clonazione dei Jedi

Nel videogioco Star Wars: Il potere della Forza, viene affrontato per la prima volta il tema della clonazione degli Jedi, qualcosa che si pensava fosse impossibile. Anche ne L’Ascesa di Skywalker, l’uso da parte di Palpatine dei cloni di Snoke sembra implicare che la clonazione di un essere sensibile alla Forza è possibile. Tutto ciò solleva però un importante quesito che forse non troverà mai risposta: c’è mai stato un vero Snoke che sia servito da modello per i suoi cloni, o il Leader Supremo è stato creato da uno scarto?

Fonte: ScreenRant

Venezia 77: Cate Blanchett presidente di Giuria del Concorso

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Venezia 77: Cate Blanchett presidente di Giuria del Concorso

Sarà l’attrice e produttrice Cate Blanchett a presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (2 > 12 settembre 2020), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali.

La decisione è stata presa venerdì 10 gennaio u.s. dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico del settore cinema Alberto Barbera.

Cate Blanchett nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Ogni anno attendo la selezione di Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole. Venezia è uno dei festival di cinema più suggestivi al mondo – una celebrazione di quel mezzo provocatorio e stimolante che è il cinema in tutte le sue forme. E’ un privilegio e un piacere essere quest’anno presidente di giuria”.

Alberto Barbera ha dichiarato: “Cate Blanchett non è soltanto un’icona del cinema contemporaneo, corteggiata dai più grandi registi dell’ultimo ventennio e adorata dagli spettatori di ogni tipo. Il suo impegno in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi pienamente con i pregiudizi maschilisti, ne fanno una figura di riferimento per l’intera società. Il suo immenso talento d’attrice, unitamente a un’intelligenza unica e alla sincera passione per il cinema, sono le doti ideali per un presidente di giuria. Sarà un enorme piacere ritrovarla in questa nuova veste a Venezia, dopo averla applaudita come magnifica interprete dei film Elizabeth di Shekhar Kapur e I’m not there di Todd Haynes, che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice nel 2007”.

Judy: al cinema dal 30 gennaio con Notorious Pictures

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Judy: al cinema dal 30 gennaio con Notorious Pictures

Ecco il trailer italiano di Judy, il film di Rupert Goold con Renée Zellweger, che sarà al cinema dal 30 gennaio 2020, distribuito da Notorious Pictures.

Renée Zellweger, protagonista dell’emozionate biopic  Judy, continua a ricevere importanti riconoscimenti che confermano la sua eccezionale interpretazione. Dopo aver vinto il Golden Globe come Miglior Attrice in un film drammatico e il premio come Miglior Attrice ai Critics Choice Awards – i premi che la critica statunitense assegna ai migliori film e programmi televisivi – ha ottenuto la candidatura come Miglior Attrice Protagonista agli Oscar®, dove il film è candidato anche per Miglior trucco e acconciatura.

L’attrice premio Oscar® interpreta Judy Garland, leggendaria icona internazionale e protagonista di enormi successi come Il mago di OzÈ nata una stella Incontriamoci a St. Louis. Diretto dal regista britannico Rupert Goold (True Story), il film – attraverso flashback che regalano alcune delle performance più eccezionali della sua carriera – esplora in particolare l’ultimo periodo della vita della Garland, prima della sua morte, tra amori tormentati, drammi familiari e il costante amore dei suoi fan. A completare il cast, tra gli altri, sono Rufus Sewell (Dark CityL’uomo nell’alto castello), Jessie Buckley (A proposito di RoseChernobyl), Michael Gambon (Il mistero di Sleepy Hollow, la saga di Harry Potter) e Finn Wittrock (The Normal HeartAmerican Horror Story).

Judy sarà distribuito nelle nostre sale da Notorious Pictures a partire dal 30 gennaio 2020, in occasione del 50° anniversario della morte della Garland e dell’80° anniversario de Il Mago di Oz.

Richard Jewell: recensione del film di Clint Eastwood

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Richard Jewell: recensione del film di Clint Eastwood

Con Richard Jewell, Clint Eastwood torna a raccontare sul grande schermo la figura dell’”eroe americano”, idea portata avanti ormai da diversi anni, con Sully, American Sniper e Ore 15:17 – Attacco al treno. I quattro film formano infatti una tetralogia immaginaria in cui il regista analizza il personaggio eroe, l’uomo comune che assurge a figura pubblica per un caso, un accidente, una semplice circostanza che l’ha visto al posto giusto nel momento giusto.

Già nel racconto di American Sniper, Clint Eastwood trova il suo modo di mettere in scena la figura del soldato, reduce e sopravvissuto, che viene poi distrutto dal suo stesso spettro. E così accade anche in Sully, in maniera differente, naturalmente, visto che nel film il personaggio comune diventa brevemente eroe per caso per poi precipitare nel vortice del dubbio.

Richard Jewell, eroe inconsapevole

Proprio questo accade a Richard Jewell, una guardia di sicurezza che pensa, con grande candore, che il suo scopo nella vita sia proprio quello di difendere le persone. Questo suo eccesso di zelo lo trasforma in un buffo collega e in un tipo facile da prendere in giro,per le altre guardie di sicurezza. Per Richard però sembra non rappresentare un problema, visto che fintanto che indossa una divisa si considera un difensore dei cittadini. E la situazione non cambia quando viene assunto come addetto alla sicurezza, uno tra mille, in occasione delle Olimpiadi del ’96, ad Atlanta.

Fiero di rappresentare un sistema che difende le persone, Richard prende molto sul serio il suo incarico, e quando trova uno zaino abbandonato in un parco, durante uno dei concerti che precedono l’inizio delle gare, nessuno affronta la situazione con la sua stessa serietà. Nell’arco di pochi minuti, gli artificieri scoprono un ordigno fatto in casa e riescono ad allontanare dalla zona il maggior numero di civili possibili.

Richard diventa così, per tre magiche ore, un eroe. Senza il suo pronto intervento moltissime persone avrebbero perso la vita o sarebbero rimaste ferite nell’attacco. Ma la gloria dell’omino grasso e goffo dura poco. Subito gli agenti del FBI si mettono sulle sue tracce ed è proprio lui a diventare il sospettato numero 1.

Clint Eastwood racconta i moderni eroi americani

Come era già accaduto con Sully, anche per Richard Jewell Clint Eastwood parte da un fatto di cronaca (la sceneggiatura firmata da Billy Ray è basata sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad of Richard Jewell” di Marie Brenner) per individuare l’eroe riluttante che “ha solo fatto il suo dovere” e che viene messo al centro delle indagini, unico sospettato di un crimine che non ha commesso.

L’intento del regista è quello di focalizzare l’attenzione sulla convinzione, quasi ottusa, del suo protagonista, di fare la cosa giusta a mettersi a disposizione delle indagini, del FBI, dello Stato. Una convinzione che viene scossa solo dal suo avvocato, interpretato da Sam Rockwell, e da sua madre, Kathy Bates (nominata all’Oscar 2020 per questo ruolo). Entrambi si fanno spalle, forza, anima e rabbia di Richard, interpretato da Paul Walter Hauser (I, Tonya), che invece sembra voler subire tutto e tutti. Solo quando deciderà di alzare la testa, senza per questo tradire se stesso, riuscirà a diventare protagonista attivo della sua storia.

La distanza tra sogno e realtà

Clint Eastwood mette in scena proprio la sfasatura tra quello che dovrebbe essere il sistema, rappresentato dal “puro” Richard, e la realtà dei fatti, impersonata dall’agente del FBI con il volto di Jon Hamm. È invece un vero peccato che il ruolo di Olivia Wilde, che interpreta la cronista rampante e arrivista, priva di scrupoli, sia così sfuocato nel suo tratto psicologico, lei che sarebbe dovuta essere la personificazione dei media, e quindi di uno dei grandi poteri/mali di questo mondo.

Solido nella scrittura e nella regia, senza rinunciare ad alcuni momenti di delicatezza che caratterizzano l’ultima produzione di Eastwood, Richard Jewell è un nuovo tassello nel racconto del suo Paese che il regista sta portando avanti, un racconto fatto di storie vere e persone comuni che a tutti gli effetti è l’America, oggi.

Lucca Film Festival e Europa Cinema 2020, aperte le iscrizioni

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Lucca Film Festival e Europa Cinema 2020, aperte le iscrizioni

Aperte le iscrizioni ai concorsi internazionali per lungometraggi e cortometraggi del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2020, il festival in programma dal 18 al 26 aprile 2020 tra Lucca e Viareggio, uno degli eventi di punta tra le manifestazioni organizzate e supportate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Il festival, che ha portato negli anni in Toscana grandi nomi del cinema internazionale da Oliver Stone David Lynch, da Rutger Hauer George Romero, è da sempre impegnato a valorizzare produzioni contemporanee indipendenti e il concorso rappresenta una vetrina internazionale grazie al quale registi da tutto il mondo potranno candidare i propri film alla sezione competitiva in programma al festival.

Concorso Lungometraggi

I film selezionati per il concorso lungometraggi saranno 12 e competeranno per l’assegnazione di tre premi: il Miglior lungometraggio (3000 euro), assegnato da una giuria composta da nomi di spicco nel panorama cinematografico, Miglior lungometraggio – giuria studentesca, conferito da una giuria di studenti universitari e Miglior lungometraggio – giuria popolare (premio del pubblico).  I film possono essere iscritti entro il 28 febbraio. La giuria internazionale delle precedenti edizioni è stata composta da celebrità del mondo del cinema quali Paulo Branco, Daniele Gaglianone, Cristi Puiu, Rutger Hauer e Philip Groening. Il comitato di selezione sarà composto da Martino Martinelli, Stefano Giorgi e Cristina Puccinelli. Le pellicole selezionate saranno annunciate (sul sito e sulla pagina Facebook della manifestazione) entro il 27 marzo 2020 (per informazioni: [email protected]). Il bando completo è disponibile sul sito del Festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-concorso-lungometraggi-2020

Concorso Cortometraggi

Confermata la storica competizione dei cortometraggi – alla sua quindicesima edizione – che offre un premio in denaro per l’opera vincitrice del valore di 500 euro. Le candidature potranno essere presentate entro il 28 febbraio, inviando il lavoro sotto forma di link a [email protected] oppure iscrivendosi sulle piattaforme di Filmfreeway e Festhome. Sono più di 300 i lavori che ogni anno arrivano al vaglio del comitato di selezione; tra gli autori anche nomi celebri, come quello di Adan Jodorowsky, figlio del celeberrimo artista cileno, ma anche registi del calibro di Luca Ferri, Adriano Valerio, Giuseppe Boccassini, Giuseppe Spina, Leonardo Carrano. Le opere selezionate dal comitato presieduto da Rachele Pollastrini saranno annunciate ufficialmente (sul sito e sulla pagina Facebook della manifestazione) entro il 27 marzo (per informazioni scrivere a [email protected]) Il bando è disponibile sul sito del festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-al-concorso-di-cortometraggi-2020 .

Per iscriversi alle giurie studentesca bisogna inviare una e-mail a [email protected] con oggetto: “LFFEC20 Giuria Studentesca” (entro il 27 marzo).

Il Lucca Film Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, è un evento a cadenza annuale di celebrazione e diffusione della cultura cinematografica che coinvolge ogni anno un pubblico sempre più ampio. Grazie a proiezioni, mostre, convegni e concerti il Festival si distingue tra i tanti grazie a programmazioni audaci ma al contempo attentamente studiate.

Il Lucca Film Festival e Europa Cinema è tra gli eventi di punta delle manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Banca Generali Private e Banca Pictet sono i Main Sponsor della manifestazione e le mostre sono prodotte con il sostegno di Societe Generale. Il festival si avvale inoltre del supporto di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar S.p.A, ICare, Martinelli Luce, Wella, Lions Club Lucca Le Mura, Luccaorganizza, Il Ciocco S.p.A, Cantina Campo alle Comete, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, Comune di Lucca, Comune di Viareggio della collaborazione e co produzione di Provincia di Lucca, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum – Casa Natale, Fondazione Carlo Ludovico Ragghianti, Fondazione UIBI, Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di Carrara, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, Istituto Luigi Boccherini e Liceo Artistico Musicale e Coreutico Augusto Passaglia. Si ringraziano anche Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA), Lucca Comics & Games, la Direzione Regionale di Trenitalia, Unicoop Firenze, Confcommercio delle Province di Lucca e Massa Carrara, il Corso di Laurea in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e Photolux Festival per la collaborazione

New Mutants: 5 motivi per cui attendiamo il film sui Nuovi Mutanti

New Mutants arriverà finalmente nelle sale americane il prossimo 3 aprile, grazie alla Disney. Nonostante la travagliatissima produzione, il primo trailer ufficiale del film di Josh Boone sembra confermare che il progetto non sia particolarmente cambiato in seguito all’acquisizione della Fox da parte della Casa di Topolino.

Anche se il film sembrava essere destinato a non vedere mai la luce, le cose sono fortunatamente cambiante e le prime immagini ufficiali hanno dimostrato che ci sono diversi elementi per cui essere ancora emozionati in merito all’uscita del tredicesimo film dell’universo X-Men. Di seguito abbiamo raccolti 5 motivi per cui non vediamo l’ora di vedere il cinecomic basato sulla serie a fumetti Marvel “Nuovi Mutanti”:

Nuovi personaggi

È sempre emozionante vedere nuovi personaggi sul grande schermo, soprattutto se si è fan delle storie a fumetti. Tuttavia, raccontare la storia di alcuni giovani mutanti alle prese con lo sviluppo dei loro poteri rappresenta una scelta decisamente inedita. È sempre bello vedere nuova linfa vitale prendere corpo sul grande schermo.

È un processo che permette di puntare i riflettori su alcuni personaggi meno conosciuti che potrebbero rubare la scena, offrendo opportunità agli attori di interpretare personaggi che potrebbe essere molti amati dal pubblico.

I mutanti verso il MCU?

Anche se è altamente improbabile, la prospettiva che New Mutants rappresenti l’introduzione degli X-Men all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel è comunque allettante. Le potenzialità dell’introduzione di questi personaggi nell’universo condiviso creato da Kevin Feige sarebbero davvero sconfinate.

I fan aspettano da tantissimo tempo di vedere gli X-Men al fianco degli Avengers: ecco perché sono in molti a sperare che New Mutants possa effettivamente essere collegato al MCU. Sarà davvero così? La speranza è sempre l’ultima a morire…

Magik

Uno dei più grandi personaggi ad aver il potenziale necessario a catturare davvero il favore del pubblico è senza ombra di dubbio Magik. Il casting di Anya Taylor-Joy sembra particolarmente azzeccato, ma c’è qualcosa di veramente speciale che riguarda questo membro dei Nuovi Mutanti.

Le abilità di Magik sono sorprendenti e negli ultimi anni è diventata sempre più popolare grazie ai fumetti. Con una storia sviluppata su più livelli ed un viaggio reso interessante, crediamo che il personaggio possa davvero essere una delle cose migliori del film.

Il tono horror del film

La decisione di particolareggiare questo film con una serie di venature horror è stata certamente un colpo di genio: è innegabile quanto il progetto risalti e si allontani da alcuni canoni piuttosto tradizionali che avrebbero potuto etichettarlo come il “classico film di supereroi”. Ci auguriamo davvero che il film riesca a spingersi oltre i limiti e che non si limiti alla tradizionale confezione del prodotto per famiglie. 

Non ci sono mai stati film di supereroi che abbiano provato a giocare con il genere horror, quindi pensiamo che New Mutants possa essere l’occasione perfetta per regalare agli spettatore qualche momento davvero spaventoso.

Sinistro

Ci sono stati diversi rumor sui villain che sarebbero stati coinvolti nel film. Se da un lato sembra essere certa la presenza di alcuni antagonisti mutanti, dall’altro c’è da essere alquanto entusiasti all’idea che il film possa introdurre il personaggio di Sinistro sul grande schermo. 

L’arrivo del personaggio è stato anticipato diverse volte, anche nella scena dei titoli di coda di X-Men: Apocalisse, con riferimento alla Essex Corporation. È uno degli storici nemici degli X-Men, noto per le sue abilità e per i suoi esperimenti sui mutanti. I fan non vedono l’ora di vedere il personaggio prendere vita al cinema. E se fosse proprio New Mutants l’occasione che molti aspettavano?

Fonte: ScreenRant

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker supera il miliardo di dollari al box office

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha ufficialmente superato il miliardo di dollari al box office mondiale. Uscito lo scorso dicembre, il film ha ufficialmente chiuso la saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977 con Una Nuova Speranza. Nonostante l’importante traguardo, però, la corsa al box office del film di J.J. Abrams è stata certamente più lenta rispetto ai precedenti due episodi della trilogia sequel.

Stando ai dati riportati da CNBC, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha ufficialmente superato il miliardo di dollari al box office mondiale, diventando il settimo film della Disney uscito nel 2019 a tagliare l’importante traguardo. In America la pellicola ha incassato fino ad ora 481 milioni di dollari, mentre nel resto del mondo ne ha raccolti 591 milioni, arrivando così a toccare la vetta del miliardo a 28 giorni dalla sua release.

Se messo a paragone con i risultati raggiunti da Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi, la cosa al miliardo de L’Ascesa di Skywalker è stata certamente più indolente: Episodio VII ha raggiunto il miliardo al botteghino a soli 12 giorni dall’uscita, mentre Episodio VIII a soli 19. Anche se la vita in sala del film non si è ancora esaurita, è altamente improbabile che Episodio IX riesca a chiudere la sua corsa superando gli 1.3 miliardi del film di Rian Johnson.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 riferimenti alle vecchie trilogie che non avevi notato

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Robert Downey Jr. incontra un giovane fan a cui Iron Man ha cambiato la vita

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Ospite dello show di Ellen DeGeneres in occasione della promozione di Dolittle, Robert Downey Jr. ha incontrato un giovane fan che gli ha raccontato come il personaggio di Iron Man abbia cambiato la sua vita. Sul canale YouTube del popolarissimo show americano, è stato caricato un estratto dell’ospitata a Downey Jr. in cui è lo stesso attore ad intervistare Vincent, un ragazzino di 10 anni, ospite del talk insieme ai suoi genitori.

La madre di Vincent ha spiegato che il bambino ha smesso di parlare quando aveva soltanto un anno e che all’età di quattro gli è stato diagnosticato l’autismo. Quando Robert Downey Jr. ha chiesto a Vincent com’è stato perdere la capacità di comunicare, il bambino ha spiegato che è stato estremamente doloroso. Il padre di Vincent ha raccontato che è stato molto difficile per suo figlio imparare a farsi degli amici e a comunicare i propri bisogni e i propri sentimenti.

Nel corso dell’intervista il piccolo Vincent ha orgogliosamente rivelato che i suoi genitori gli hanno regalato un elmetto di Iron Man. Una volta indossato, Vincent è riuscito a superare le sue paure e a diventare molto più sicuro di sé. Lo stesso padre di Vincent ha spiegato che proprio grazie all’elmetto, suo figlio è diventato un bambino diverso, capace adesso di sfruttare ancora di più la sua immaginazione, di comunicare con gli altri e di aprirsi a loro.

Potete vedere il bellissimo estratto dell’intervista di seguito:

Molte persone sottovalutano l’impatto significativo che i film di supereroi e i fumetti possono avere sui bambini, che guardando questi personaggi ordinari trasformarsi in supereroi e salvare il mondo si sentono ispirati e diventano più sicuri. È molto importante, in una società come la nostra, che i bambini abbiano modelli da seguire come questi eroi, portatori di valori positivi utili a migliorare la fiducia in se stessi. Celebrità come Robert Downey Jr., che sfruttano l’opportunità di interpretare personaggi come Iron Man per entrare in contatto con le milioni di persone che li ammirano, meritano soltanto elogi.

LEGGI ANCHE – Robert Downey Jr. e la ragione per cui ha scelto di fare Dolittle

A proposito di Dolittle, ricordiamo che il film arriverà nelle sale italiane il 30 gennaio. Il personaggio del Dottor Dolittle è stato creato dall’autore britannico Hugh Lofting nel 1920. Il cast del film è pieno di star che prestano la loro voce ai protagonisti in CGI, tra cui Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen, Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion Cotillard Tom Holland.

Fonte: ScreenRant

No Time to Die: i produttori confermano che il nuovo Bond non sarà una donna

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Il prossimo James Bond potrebbe essere interpretato da un attore di colore, ma di sicuro non da una donna, stando a quanto rivelato di recente dai produttori della saga. No Time to Die, in arrivo nelle sale italiane il prossimo aprile, segnerà l’ultima apparizione cinematografica di Daniel Craig nei panni dell’agente 007. Da tempo ormai si vocifera su chi sarà a raccogliere l’eredità dell’attore britannico: Idris Elba e Tom Hiddleston sono stati a lungo i più quotati, ma per un certo periodo si è parlato anche della possibilità che l’iconico James Bond venisse interpretato da una donna.

Al centro della discussione è poi finita l’attrice Lashana Lynch (Captain Marvel), che in molti hanno dato come futura interprete del famoso agente. In effetti, il primo trailer ufficiale di No Time to Die ha svelato che la Lynch interpreterà nel film il personaggio di Nomi, conosciuta anche come Agente 00: e se il personaggio anticipasse la venuta di una nuova generazione di spie? Se fosse proprio Nomi a raccogliere l’eredità di Bond? Ad ogni modo, dal primo trailer emerge tanto una certa rivalità tra l’agente in questione e Bond, quanto il fatto che alla fine i due uniranno le forze per combattere il villain Safin interpretato dal premio Oscar Rami Malek.

Al momento i dettagli più nascosti della trama di No Time to Die non sono stati sviscerati, ecco perché – trattandosi dell’ultima interpretazione di Craig – in molti continuano a chiedersi chi sarà il prossimo James Bond. In una recente intervista con Variety, gli storici produttori della saga Barbara Broccoli e Michael G. Wilson hanno affrontato proprio la questione, rivelando di non aver ancora iniziato a pensare al prossimo attore per la saga, essendo ancora troppo focalizzati su Bond 25. I due produttori, però, hanno anche confermato che, al di là del nuovo attore che verrà scelto per l’iconico ruolo, questo non sarà di sicuro una donna. La Broccoli ha spiegato: “Potrebbe essere un attore di colore, ma sarà un uomo. Credo assolutamente che si debbano creare nuovi personaggi per le donne, nuovi personaggi femminili forti. Ma non sono particolarmente interessata a prendere un personaggio maschile e a farlo interpretare ad una donna. Penso che le donne possano aspirare a personaggi ancora più interessanti di questo.”

E sempre a proposito del futuro della saga di James Bond, sempre la Broccoli nel corso della medesima intervista ha spiegato che nulla esclude che i prossimi film del franchise possano essere destinati non più al grande schermo, ma bensì ad uno dei colossi dello streaming. Queste le sue parole: “Facciamo questi film per il pubblico. Ci piace pensare che questi film vengano realizzati per essere fruiti attraverso il grande schermo. Detto questo, però, bisogna anche guardare al futuro. Sono i fan che decidono in che modo preferiscono consumare un determinato prodotto e goderne il più possibile. Credo che non si possa escludere nulla, perché è il pubblico che prende quel tipo di decisioni. Non siamo noi.”

LEGGI ANCHE – No Time to Die: ecco perché Daniel Craig ha deciso di tornare nei panni di 007

Il film, atteso nelle sale l’8 aprile 2020, vede nel cast Daniel Craig (James Bond), Ralph Fiennes (M), Naomie Harris (Eve Moneypenny), Ben Whishaw (Q), Rory Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono invece Rami MalekBilly Magnussen, Lashana Lynch e Ana de Armas.

Vi ricordiamo che la produzione ha assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo script di Bond 25 sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di Fleabag e Killing Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Star Wars Episodio IX: il rapporto tra Luke e Kylo nella versione di Trevorrow

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Luke Skywalker sarebbe dovuto apparire sotto forma di Fantasma di Forza a Kylo Ren nella versione di Star Wars: Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow. Come sappiamo ormai tutti, il regista di Jurassic World era stato incaricato dalla Lucasfilm di scrivere e dirigere Star Wars 9, per poi abbandonare il progetto a causa di alcune divergenze creative. Così, J.J. Abrams venne nuovamente coinvolto nella saga – dopo aver già diretto Il Risveglio della Forza – e lavorò a quello che è poi diventato L’Ascesa di Skywalker

Nonostante abbia ufficialmente superato il miliardo al box office mondiale e sia stato comunque accolto in maniera positiva da una larga fetta del fandom di Guerre Stellari, il film ha ricevuto anche molte critiche negative, spingendo tanto il pubblico quanto gli addetti ai lavori a chiedersi come sarebbe effettivamente stata la versione del film firmata da Trevorrow.

Nella giornata di ieri vi abbiamo appunto riportato i dettagli sulla versione di Star Wars: Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow, emersi online grazie ad un report di The Playlist. La sceneggiatura del regista, intitolata Duel of the Fates“, contiene alcune differenze sostanziali rispetto a quella de L’Ascesa di Skywalker. Le principali differenze riguardano il ruolo di Rose Tico e il fatto che Rey non sia la nipote di Palpatine (che nel film non sarebbe neanche dovuto comparire). Anche l’arco narrativo di Kylo Ren doveva essere completamente diverso. Ne L’Ascesa di Skywalker assistiamo alla sua redenzione e al sacrificio da parte di Ben per salvare Rey (e la Galassia); in Duel of the Fates, invece, tutti i tentativi di riportare Ben al Lato Chiaro della Forza si rivelano vani, e il personaggio muore restando il villain che abbiamo imparato a conoscere nei primi due capitoli.

Adesso, nuovi dettagli emersi sulla versione di Star Wars 9 di Trevorrow rivelano che in Duel of the Fates il personaggio di Kylo avrebbe dovuto fare i conti con un estremo conflitto personale, molto diverso rispetto a quello visto nel film di Abrams. Stando ad un nuovo report di Collider, infatti, la missione principale di Kylo nella sceneggiatura di Trevorrow era quella di porre fine alla lotta tra i Jedi e i Sith una volta per tutte. All’inizio del film, Kylo si trovava nel vecchio castello di Vader, su Mustafar, a combattere contro le voci e perfino contro le visioni di suo nonno. Ancora più interessante è il fatto che il personaggio di Luke Skywalker sarebbe apparso a Kylo sotto forma di Fantasma di Forza, collegamento diretto alla battuta di Luke “Ci vediamo, ragazzino!” alla fine de Gli Ultimi Jedi. 

I personaggi di Luke e Kylo hanno sempre avuto una dinamica molto affascinante all’interno della trilogia sequel e sarebbe stato sicuramente interessante vedere un’ultima interazione tra i due personaggi nel capitolo finale della saga degli Skywalker. Nonostante Gli Ultimi Jedi sembra anticipare che la storyline di Luke e Kylo non si sia ancora conclusa, ne L’Ascesa di Skywalker i due personaggi non interagiscono mai, mentre vediamo Kylo in preda ai suoi tormenti e alle sue angosce per l’assassinio di suo padre Han Solo.

LEGGI ANCHE – Star Wars: i piani originali di George Lucas per i nove film

Kate Walsh: 10 cose che non sai sull’attrice

Kate Walsh: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Kate Walsh si è distinta per la sua capacità di assumere ruoli sempre diversi, in generi distanti l’uno dall’altro. A renderla famosa, in particolare, è stato il ruolo di Addison Montgomery nella serie Grey’s Anatomy. Negli anni ha saputo reinventarsi, trovando in più occasioni il favore della critica e del pubblico.

Ecco 10 cose che non sai su Kate Walsh.

Kate Walsh: i suoi film

1. È celebre per aver partecipato ad un noto film. L’attrice debutta al cinema nel 1996 con il film Crocevia per l’inferno. Successivamente recita in The Family Man (2000), Sotto il sole della Toscana (2003), After the Sunset (2004), Derby in famiglia (2005), Vita da strega (2005), e Legion (2010). Nel 2012 diventa celebre con la sua partecipazione al film Noi siamo infinito, dove recita accanto all’attrice Emma Watson. Negli anni seguenti recita in Scary Movie V (2013), Estate a Staten Island (2015), The Silent Man (2017), Il viaggio delle ragazze (2017) e A Modern Family (2018).

2. È celebre per i ruoli televisivi. Negli anni l’attrice si è distinta per i suoi ruoli televisivi, recitando in serie come Homicide (1997), Law & Order (1997), Il fuggitivo (2001), e CSI – Scena del crimine (2004). Ottiene però la fama con la serie Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005 al 2012. Riprende il ruolo di Addison Montgomery nello spin-off Private Practice, in onda dal 2007 al 2013. Successivamente recita nelle serie Fargo (2014), Bad Judge (2014-2015), Tredici (2017-in corso) e The Umbrella Academy (2019-in corso).

3. Ha prodotto una serie TV. La Walsh figura come produttrice esecutiva della serie Bad Judge, di cui è protagonista nel ruolo di Rebecca Wright. Composta da una stagione di tredici episodi, la serie è una commedia incentrata sulla vita privata di un giudice della Corte Criminale.

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Kate Walsh è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2,6 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche immagini o video promozionali dei suoi progetti da interprete.

Kate Walsh in Grey’s Anatomy

5. Potrebbe tornare nella nuova stagione. Presenza fissa durante le prime tre stagioni della serie, l’attrice ha in seguito lasciato per recitare nello spin-off a lei dedicato. Stando a quanto riportato da alcune indiscrezioni, l’attrice potrebbe apparire nella celebre serie medical-drama, anche solo come guest star. La Walsh non ha né confermato né smentito la notizia, affermando solo di essere sempre rimasta vicino alle vicende di Grey’s Anatomy.

Kate Walsh in Private Practice

6. Ha lasciato la serie per nuovi progetti. Dopo aver recitato in oltre cento episodi della serie Private Practice, l’attrice ha confermato la sua decisione di abbandonare il ruolo per potersi dedicare a nuovi progetti, cinematografici e televisivi, appendendo dunque al chiodo il personaggio che l’ha accompagnata per diversi anni della sua carriera.

Kate Walsh in Tredici

7. Ha interpretato un ruolo importante. L’attrice ha recitato nelle prime due stagioni della serie Netflix Tredici, ricoprendo il ruolo di Olivia Baker, madre della protagonista Hannah Baker. Per vendicare la morte della figlia, la donna darà il via ad un duro processo legale contro la scuola dove la figlia era vittima di bullismo.

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Kate Walsh in The Umbrella Academy

8. Ha avuto un ruolo ricorrente. Nella serie Netflix The Umbrella Academy l’attrice dà vita al personaggio The Handler, una donna che lavora per la Commissione ed ha la capacità di viaggiare nello spazio e nel tempo grazie ad alcune speciali valigette. Il personaggio si è affermato come uno dei principali villain, dando modo all’attrice di sfoggiare nuove sfumature del suo talento.

Kate Walsh non ha figli

9. Non ha avuto figli. Nonostante diverse relazioni ed un matrimonio, l’attrice non ha avuto figli. In generale, riguardo la sua vita sentimentale, si è sempre mostrata piuttosto riservata, preferendo non diffondere notizie a riguardo, né tramite i social network né tramite interviste.

Kate Walsh età e altezza

10. Kate Walsh è nata a San Jose, in California, Stati Uniti, il 13 ottobre 1967. L’attrice è alta complessivamente 174 centimetri.

Fonte: IMDb

Jason Biggs: 10 cose che non sai sull’attore

Jason Biggs: 10 cose che non sai sull’attore

Noto per la serie di film di American Pie, l’attore Jason Biggs si è negli anni costruito una carriera all’insegna della comicità, recitando in celebri commedie e numerose serie TV. I fan lo ricordano tuttavia per il ruolo dell’imbranato Jim Levenstein, il quale gli ha permesso di sfoggiare il suo carisma comico.

Ecco 10 cose che non sai di Jason Biggs.

Jason Biggs: i suoi film

1. È celebre per i suoi film comici. L’attore debutta al cinema nel 1997 con il film Camp Stories, per poi ottenere la fama con American Pie (1999), film divenuto negli anni un vero e proprio cult, dove l’attore interpreta il personaggio di Jim Levenstein. Successivamente l’attore recita in commedie come Boys and Girls – Attenzione: il sesso cambia tutto (2000), American School (2000), Assatanata (2001) e American Pie 2 (2001) e American Pie – Il matrimonio (2003). Prende parte poi ai film Anything Else (2003), Jersey Girl (2004), 8 amici da salvare (2006), La sposa fantasma (2008), e La ragazza del mio migliore amico (2008). Nel 2012 riprende il ruolo che l’ha reso celebre nel film American Pie: Ancora insieme. Negli ultimi anni recita invece nei film Grassroots (2011), Amateur Night (2016) e Caro dittatore (2018).

2. Ha recitato anche in televisione. Biggs ottiene una prima notorietà recitando nella serie Un professore alle elementari (1991-1992), per poi prendere parte a Così gira il mondo (1994-1995), Total Security (1997), Mad Love (2011), The Good Wife (2012-2013) e in Orange Is The New Black (2013-2019), dove ricopre il ruolo di Larry Bloom. Nel 2016 recita invece nella serie I Like You Just the Way I Am.

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3. Ha ricoperto il ruolo di produttore. L’attore ha ricoperto in più occasioni il ruolo di produttore, il più delle volte per progetti che lo vedevano partecipare anche come interprete. Tra questi si annoverano la serie Mad Love e il film American Pie: ancora insieme.

4. Ha doppiato un celebre personaggio. Biggs si è affermato anche come doppiatore della serie animata Teenage Mutant Ninja Turtles, andata in onda dal 2012 al 2014. Qui l’attore prestava la voce a Leonardo, il leader del celebre gruppo di tartarughe ninja.

Jason Biggs è su Instagram

5. Ha un acocunt personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 562 mila persone. All’interno di questo Biggs è solito condividere foto scattate in momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Jason Biggs e Adam Sandler

6. Viene spesso confuso con il noto attore. Biggs viene spesso confuso con il celebre attore comico Adam Sandler. Date le loro carriere composte di film talvolta simili, i due interpreti sono infatti stati più volte oggetto di tale scambio, a tal punto che in molti sono convinti che sia Sandler ad aver recitato in American Pie.

Jason Biggs e Woody Allen

7. È stato protagonista di un film del noto autore. Nel 2003, nel pieno della sua popolarità, l’attore è stato scelto da Woody Allen come interprete principale del suo film Anything Else. Qui ricopre il ruolo di Jerry Falk, problematico autore comico in piena crisi di coppia. Ad aiutarlo sarà l’anziano David Dobel, interpretato dallo stesso Allen.

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Jason Biggs in American Pie

8. Ha dovuto personalmente girare le scene di sesso. Per girare le scene di sesso del film, la produzione aveva previsto delle controfigure per gli interpreti principali. La controfigura di Biggs, però, si presentò il giorno delle riprese con una profonda cicatrice sullo stomaco, venendo così licenziato perché inutilizzabile. L’attore fu così costretto a girare personalmente tali scene.

Jason Biggs in Orange Is The New Black

9. Il suo personaggio non è stato sviluppato. Nella celebre serie Netflix, l’attore aveva ricoperto il ruolo di Larry Bloom, ex fidanzato del personaggio Piper. Tuttavia l’attore ha dichiarato che gli sceneggiatori hanno preferito tralasciare il personaggio per concentrarsi sulle storie di altri personaggi, e che per tanto non sarebbe comparso nelle nuove stagioni.

Jason Biggs età e altezza

10. Jason Biggs è nato a Pompton Plains, New Jersey, stati Uniti, il 12 maggio 1978. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.

Fonte: IMDb

The Lodge: recensione del film con Riley Keough

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The Lodge: recensione del film con Riley Keough

Dopo il successo di Goodnight Mommy, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alla sua 71° edizione, Severin Fiala e Veronika Franz tornano al cinema con The Lodge, che parte da un concept molto simile al loro film d’esordio, ma che ha esiti estremamente differenti.

Nell’opera prima dei registi austriaci una donna, a seguito di un incidente, rimane profondamente sfigurata e i suoi figli non riescono a riconoscere, sotto alle bende che le proteggono il volto, la madre che conoscevano. In questo film, invece, una giovane donna rimane da sola con i figli del nuovo fidanzato, che rifiutano la sua esistenza nella vita del padre e la colpevolizzano per il suicidio della madre. In una baita in montagna, isolati dal resto del mondo, i tre dovranno fare i conti con fantasmi del passato e segreti inconfessabili, mentre lo spettatore sarà di volta in volta tratto in inganno, senza capire da che parte sia la verità.

La trama di The Lodge

Riley Keough, Jaeden Martell e Lia McHugh in The Lodge (2019)
Foto di Bertrand Calmeau/Bertrand Calmeau – © 2018 The Lodge

Il concept del film è decisamente vincente. La prima mezz’ora della storia imposta una serie di elementi molto intriganti, che sembrano appartenere al genere thriller che volge al sovrannaturale, dal trauma nella vita dei piccoli protagonisti (il suicidio della madre) al passato inquietante della loro aspirante matrigna che, da piccola, fu l’unica sopravvissuta di una strage dai risvolti misteriosi che vide vittima un’intera setta religiosa guidata dal padre della donna.

A questi elementi, che si collocano perfettamente nella tradizione del genere thriller, e che quasi arrivano a lambire l’horror, si infrangono però contro un problema di fondo, in The Lodge: la storia sembra girare su se stessa e moltissimi di questi elementi non trovano un vero e proprio riscontro nello sviluppo delle vicende, non trovano una giustificazione nel corso degli eventi. La casa delle bambole sembra premonire ed evocare ciò che accadrà, ma non assume mai un vero e proprio senso diegetico, limitandosi ad essere una specie di elemento premonitorio soltanto per lo spettatore.

Allo stesso modo, il passato traumatico della protagonista femminile finisce per essere solamente tratteggiato, un gancio per spingere i due bambini a prendere delle decisioni specifiche, nel film, che porteranno avanti la narrazione in maniera che confonde lo spettatore, ma forse non nella maniera partecipativa sperata. Ovvero lo spettatore si ritrova confuso dal racconto, ma non perché i registi riescono ad instillare in lui il dubbio sull’identità del “cattivo” nella storia, ma perché loro stessi sembrano confusi nella rappresentazione degli eventi.

Una bella regia non basta

Nonostante questo aspetto abbastanza importante, Severin Fiala e Veronika Franz si confermano maestri della messa in scena e della regia, riuscendo a sopperire alle mancanze della scrittura con uno stile davvero elegante, che mette in risalto le location incredibili e le performance, anch’esse degne di nota. Su tutti Riley Keough che riesce con grande bravura a tratteggiare il suo personaggio, nonostante una scrittura non troppo solida.

The Lodge utilizza al meglio il linguaggio del thriller ma distribuisce male gli elementi della sua storia, provocando un effetto di insoddisfazione laddove non tutti i nodi narrativi sembrano trovare una risoluzione o una spiegazione.

Bloodshot: trailer del film con Vin Diesel

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Bloodshot: trailer del film con Vin Diesel

La Sony Pictures ha diffuso il trailer internazionale di Bloodshot, l’atteso film che vedrà protagonista l’attore Vin Diesel. Basato sull’omonimo fumetto bestseller, Vin Diesel, nel ruolo di Ray Garrison, interpreta un soldato riportato in vita dopo essere stato ucciso in battaglia.

Trasformato nel supereroe Bloodshot dalla società RST e potenziato grazie alla nanotecnologia, Ray diventa una forza inarrestabile, più forte che mai e in grado di rimarginare le proprie ferite all’istante. Nel controllare il suo corpo, però, la società è in grado di manipolare anche la sua mente e i suoi ricordi. L’obiettivo di Ray sarà quello di scoprire cos’è reale e cosa non lo è.

 

Nel cast del film anche Eiza González, Sam Heughan nel ruolo di Jimmy Dalton, Toby Kebbell nel ruolo di Ax, Guy Pearce nel ruolo del Dr. Emil Harting, Lamorne Morris nel ruolo di Wilfred Wigans, Talulah Riley nel ruolo di Gina DeCarlo, Alex Hernandez nel ruolo di Tibbs Jóhannes e Haukur Jóhannesson nel ruolo di Nick Baris.

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