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Il Segreto di Liberato: il nuovo film di Francesco Lettieri

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Il Segreto di Liberato: il nuovo film di Francesco Lettieri

Uscirà il 9 maggio, data simbolica per chi conosce il cantante partenopeo, Il Segreto di Liberato, il nuovo film che Francesco Lettieri (Ultras, Lovely Boy) ha scritto e dirige insieme a Giorgio Testi, con le animazioni di Giuseppe Squillaci e LRNZ.

Con le voci di Liberato, Nando Paone e Simona Tabasco, il film sarà distribuito al cinema da Be Water Film per una settimana. Del progetto si sa ancora molto poco, fatta eccezione che per le bellissime illustrazioni di LRNZ e per una breve sinossi “in lingua”:

“A NAPULE TUTT’ QUANT’ TENIMM’ ‘NU SEGRET’.OGNI VICO, OGNI PALAZZO, OGNI MURO TEN’ ‘E MISTER’ SUOJE.CE STA ‘O SEGRET’ ‘RO MUNACIELL’, ‘ A BELLA ‘MBRIANA, ‘O SANG’ ‘E SANGENNARO, ‘E PRET’ ‘DA PEDAMENTINA, ‘A SIRENA PARTENOPE, LL’OV’ SOTT’ ‘OCASTIELL’, ‘O SEGRET’ ‘E PULECENELL’…E PO’ CE STA ‘O SEGRET’ MIE.”

Joker: Folie à Deux, ecco la preview del trailer in arrivo stanotte

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L’account Instagram di Joker: Folie à Deux ha diffuso la preview del trailer del film che arriverà questa notte alle 3.30 ora italiana.

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora. Il sequel di Joker sarà conosciuto come un progetto Elseworlds, secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti Elseworlds includono The Batman – Parte II e la serie The Penguin. L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4 ottobre 2024.

George Lucas riceverà la Palma d’oro alla carriera a Cannes 2024

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George Lucas riceverà la Palma d’oro alla carriera a Cannes 2024

Leggenda di Hollywood, il regista, sceneggiatore e produttore George Lucas riceverà la Palma d’oro alla carriera sabato 25 maggio, in occasione della cerimonia di chiusura del 77esimo Festival di Cannes 2024.

Alla sola menzione del suo nome si illumina un’intera sezione della Settima Arte e si sentono alcune indimenticabili note musicali (di John Williams!). Inseparabile dalle saghe di Star Wars e Indiana Jones, George Lucas ha regalato per sempre ai film di successo una storia illustre e al pubblico di tutto il mondo un piacere senza eguali.

“Il Festival di Cannes ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. Sono rimasto sorpreso ed euforico quando il mio primo film, THX-1138, è stato selezionato per essere proiettato in un nuovo programma per registi esordienti chiamato Quinzaine des Réalisateurs. Da allora, sono tornato al festival in molte occasioni in vari ruoli come scrittore, regista e produttore. Sono davvero onorato di questo riconoscimento speciale che significa molto per me.”

La Palma d’Oro Onoraria gli sarà consegnata sul palco del Grand Théâtre Lumière durante la Cerimonia di Chiusura sabato 25 maggio 2024. Il Festival di Cannes è lieto di rendere omaggio a una delle più grandi figure del cinema contemporaneo, un uomo dalla carriera straordinaria, che unisce grande spettacolo e innovazione, mitologia e modernità, cinefilia e tecnologia.

La cerimonia di chiusura del 77° Festival di Cannes 2024 si terrà la sera del 25 maggio. Camille Cottin fungerà da maestro di cerimonia.

Fabbricante di lacrime: le location dove è stato girato il film Netflix

Da quando è arrivato su Netflix, il 4 aprile, Fabbricante di lacrime (qui la recensione) è divenuto subito uno dei titoli più visti del momento sulla piattaforma, ottenendo ottimi riscontri anche all’estero. Sì, perché nonostante presenti un racconto ambientato negli Stati Uniti e con protagonisti ragazzi americani, il film è un progetto tutto italiano, diretto dal regista Alessandro Genovesi (10 giorni senza mamma, 7 donne e un mistero) a partire dal romanzo omonimo scritto dall’autrice Erin Doom. Questo adattamento di un grande successo editoriale era molto atteso da tempo, dunque non sorprende il successo che sta ottenendo.

Poiché è stato girato in Italia, i luoghi presenti nel film sono facilmente visitabili e qui di seguito si andrà proprio alla scoperta dei principali tra essi. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Fabbricante di lacrime. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e, in particolare, alle location dove è stato girato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il libro di Erin Doom

La storia editoriale di Fabbricante di lacrime è esemplificativa delle nuove possibilità che questo settore offre ai giovani emergenti. Nel 2017 Erin Doom condivise a puntate i suoi primi due libri, Nel modo in cui cade la neve e Fabbricante di lacrime, sul social network Wattpad, dove riscossero un notevole successo. Nel dicembre del 2020 decise poi di pubblicare a proprie spese su Amazon Fabbricante di lacrime che entrò subito in classifica. Poco dopo venne contattata da Magazzini Salani, che ne acquisì i diritti e decise di ripubblicarlo nel maggio del 2021 in un’edizione riveduta. Con circa 450.000 copie vendute è poi risultato essere il libro più venduto in Italia nel 2022.

Fabbricante di lacrime libro
Ph: Loris T. Zambelli/Netflix

La trama e il cast di Fabbricante di lacrime

Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si racconta da sempre una leggenda: quella del Fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole. Il suo sogno più grande, sta per avverarsi: i coniugi Milligan hanno avviato le pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso.

Egli è l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune, la convivenza tra loro sembra impossibile. Ma gentilezza e rabbia sono solo due diversi modi di combattere il dolore e saranno destinati a diventare l’una per l’altro proprio quel Fabbricante di Lacrime della leggenda. Al Fabbricante non puoi mentire e loro dovranno trovare il coraggio di accettare quella forza che li attrae che si chiama amore.

Protagonisti del film, nel ruolo di Nica e Rigel, sono gli attori Caterina Ferioli e Simone Baldasseroni. Mentre quest’ultima è qui al suo primo ruolo in un film, Baldasseroni è invece meglio noto con lo psudonimo Biondo, ed è un rapper con già 4 album all’attivo, oltre ad aver partecipato ai film È per il tuo bene e 50km all’ora. Recitano poi nel film Alessandro Bedetti nel ruolo di Lionel, Nicky Passarella in quello di Billie e Sveva Romana Candelletta nel ruolo di Miki. Infine, Roberta Rovelli interpreta Anna, Orlando Cinque è Norman e Sabrina Paravicini interpreta Margaret.

Fabbricante di lacrime location
Ph: Loris T. Zambelli/Netflix

Le location di Fabbricante di lacrime: dove è stato girato il film?

Come noto, il racconto è ambientato in una piccola città del Minnesota, negli Stati Uniti. Tuttavia, le riprese si sono in realtà svolte in Italia e in particolare a Roma e dintorni. La produzione si è dunque impegnata a far sì che i luoghi prescelti potessero reggere l’illusione di un racconto ambientato ben altrove. Innanzitutto per il Grave, l’orfanotrofio al centro del racconto, dove sono cresciuti i due protagonisti Nica e Rigel, è stato utilizzato il complesso del Buon Pastore, in via di Bravetta a Roma, edificio risalente alla prima metà del Novecento collocato all’interno della Riserva naturale della Valle dei Casali.

La casa dei coniugi Milligan, che adottano i due protagonisti, è invece una villetta situata in via del Pianello, a Bracciano, La Barnaby High School, che Nica e Rigel iniziano a frequentare dopo essere stati adottati, deve il suo ingresso al Museo Lasalle, Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane, situato in via Aurelia 476, a Roma. Qui i due giovani conoscono Miki, che vive invece in una residenza in stile inglese che nella realtà è conosciuta come Villa York, situata nella campagna a nord di Roma lungo la via Cassia, nel territorio di Campagnano Romano.

L’edificio neoclassico che fornisce gli esterni del tribunale è invece l’Accademia Britannica, in via Antonio Gramsci 61 nel parco di Villa Borghese a Roma. Nel visitarla, si può dunque effettuare un ampio giro nel parco, il quale come noto contiene numerosi luoghi di grande fascino. Infine, una delle location più affascinanti del film è senza dubbio il ponte di ferro che conduce alla scuola dei ragazzi. Nella realtà, questo è il ponte che a Pescara collega piazza Garibaldi con via Orazio. Per chi si fosse chiesto dove è girata la scena iniziale, questa ha come sfondo il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il trailer del film e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Fabbricante di lacrime unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Michael B. Jordan raggiunto da attori di The Batman e Loki nel suo nuovo thriller soprannaturale

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Michael B. Jordan sta collaborando con il regista di Creed e Black Panther Ryan Coogler per recitare in un thriller soprannaturale, che tutti i report indicano come un film sui vampiri. Nuovi membri del cast stanno ora iniziando a essere rivelati e includono volti familiari di The Batman e Loki.

Secondo Deadline, Jayme Lawson (The Batman) è entrato a far parte del cast del thriller senza titolo in un ruolo non rivelato. THR ha anche rivelato che anche Wunmi Mosaku (Loki) è stato scelto per un ruolo misterioso. I loro casting seguono le recenti aggiunte di Delroy Lindo e Jack O’Connell. Coogler scriverà e dirigerà il film, che ha scatenato un’intensa guerra di offerte prima che la Warner Bros. acquisisse i diritti. I dettagli della trama sono ancora in gran parte sconosciuti, al di là dei report secondo i quali il film coinvolgerà i vampiri, e si dice che Jordan interpreterà dei gemelli. Le riprese del film inizieranno alla fine di questo mese per una data di uscita fissata al 7 marzo 2025.

Mosaku ha interpretato B-15 nella serie Loki dei Marvel Studios su Disney+. È anche conosciuta per i suoi ruoli in altri spettacoli tra cui Lovecraft Country, Luther, We Own This City, Black Mirror e Vera. Nel film, ha avuto un ruolo nei film in franchising Batman v Superman: Dawn of Justice e Animali fantastici e dove trovarli. Più recentemente, ha avuto ruoli nei film Call Jane e Alice, Darling.

Lawson potrebbe essere meglio conosciuto per aver interpretato il sindaco di Gotham City Bella Reál in The Batman, il film di supereroi di Matt Reeves con Robert Pattinson nei panni del Cavaliere Oscuro. È apparsa anche in film come Till, The Woman King e How to Blow Up a Pipeline. Lawson ha interpretato una giovane Michelle Obama nella miniserie del 2022 The First Lady, e più recentemente è stata nella quarta stagione della serie Genius del National Geographic.

David Harbour nel cast del nuovo progetto di Sylvester Stallone

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David Harbour nel cast del nuovo progetto di Sylvester Stallone

Da quando ha scritto e interpretato Rocky (1976), Sylvester Stallone è stato un pilastro del genere d’azione a Hollywood. Il suo ultimo progetto, Levon’s Trade, ha appena scelto la star di Stranger Things David Harbour, insieme ad altri grandi nomi, per arricchire il suo cast.

Secondo Deadline, Harbour si è unito al cast di Levon’s Trade insieme a Michael Peña, Jason Flemyng e Arianna Rivas. Il film sarà diretto da David Ayer, che ha molta esperienza nel genere. Ayer ha diretto Harsh Times (2005), End of Watch (2012), Suicide Squad (2016) e The Beekeeper (2023).

La sceneggiatura di Levan’s Trade è stata scritta da Stallone e rivista da Ayer, ed era basata sul romanzo omonimo dell’autore di fumetti Chuck Dixon, meglio conosciuto per il suo lavoro con la Marvel su The Punisher e con la DC su personaggi come Batman, Nightwing, e Robin. Il romanzo adattato da Stallone e Ayer è il primo degli undici libri della serie di romanzi gialli di Levon Cade.

La sinossi ufficiale recita: “Levon Cade (Statham) ha lasciato la sua ‘professione’ alle spalle per andare dritto e lavorare nell’edilizia. Vuole vivere una vita semplice ed essere un buon padre per sua figlia (Gie). Ma quando la figlia adolescente del suo capo, Jenny (Rivas) scompare, è chiamato a impiegare nuovamente le abilità che lo hanno reso una figura leggendaria nell’oscuro mondo delle operazioni segrete. La sua caccia allo studente universitario scomparso lo porta nel cuore di una sinistra cospirazione criminale che crea un reazione a catena che minaccerà il suo nuovo modo di vivere.”

Peña, Harbour e Jason Statham, scelto per il ruolo principale, hanno già collaborato e hanno una storia lavorativa con David Ayer. Peña e Harbour hanno recitato in End of Watch, un thriller d’azione in stile documentario che segue il personaggio di Peña e quello di Jake Gylenhaal mentre pattugliano uno dei quartieri più pericolosi di Los Angeles.

David Harbour è diventato famoso nel 2016 con l’uscita dello show di successo di Netflix Stranger Things. Da allora, l’attore ha continuato a recitare in ruoli importanti, come assumere il ruolo principale in Hellboy (2019). Ha anche interpretato una versione molto arrabbiata e molto bellicosa di Babbo Natale in Violent Night (2022). Harbour ha recitato in Gran Turismo (2023) e ha doppiato Eric Frankenstein nel film animato Creature Commandos della DC. L’attore apparirà anche nel film Marvel del 2025, Thunderbolts, nel ruolo di Red Guardian.

Grey’s Anatomy 20 in streaming dal 25 Aprile su Disney+

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Grey’s Anatomy 20 in streaming dal 25 Aprile su Disney+

Disney+ ha annunciato che Grey’s Anatomy tornerà in Italia il 25 aprile sulla piattaforma streaming per la sua attesissima ventesima stagione, con nuovi episodi settimanali ogni giovedì. Le prime diciannove stagioni sono già disponibili in streaming.

Grey’s Anatomy è considerata una delle più grandi serie televisive contemporanee. Il medical drama, giunto alla sua ventesima stagione, segue un gruppo di medici del Grey Sloan Memorial che si trovano quotidianamente ad affrontare decisioni di vita o di morte. Cercano conforto l’uno nell’altro e, a volte, più di una semplice amicizia. Insieme scoprono che nella medicina e nelle relazioni non è tutto bianco o nero.

Grey’s Anatomy vede protagonisti Ellen Pompeo (Meredith Grey), Chandra Wilson (Miranda Bailey), James Pickens Jr. (Richard Webber), Kevin McKidd (Owen Hunt), Caterina Scorsone (Amelia Shepherd), Camilla Luddington (Jo Wilson), Kim Raver (Teddy Altman), Jake Borelli (Levi Schmitt), Chris Carmack (Atticus “Link” Lincoln), Anthony Hill (Winston Ndugu), Alexis Floyd (Simone Griffith), Harry Shum Jr. (Benson “Blue” Kwan), Adelaide Kane (Jules Millin), Midori Francis (Mika Yasuda) e Niko Terho (Lucas Adams).

Le guest star della ventesima stagione di Grey’s Anatomy

Tra le prime guest star annunciate per questa stagione ci saranno Jessica Capshaw che riprenderà il suo ruolo nei panni di Arizona Robbins, mentre Alex Landi tornerà nel ruolo del dottor Nico Kim. Nel frattempo, Natalie Morales arriverà al Grey Sloan Memorial Hospital per interpretare Monica Beltran, un chirurgo pediatrico il cui pragmatismo e la cui lucidità l’hanno resa una delle migliori nel suo campo. La sua volontà di spingersi oltre i limiti può essere ammirevole e seccante, ma è sempre finalizzata a fornire cure di alta qualità ai suoi pazienti. Freddy Miyares si unisce al cast con un ruolo ricorrente nel ruolo di Dorian, un paziente intelligente, affettuoso e simpatico che è stato coinvolto in un grave incidente e sta lottando per il suo futuro.

Shonda Rhimes è l’ideatrice e la produttrice esecutiva di Grey’s Anatomy. Meg Marinis è showrunner e produttrice esecutiva. Betsy Beers, Mark Gordon, Debbie Allen ed Ellen Pompeo sono produttori esecutivi. La serie è prodotta da ABC Signature, parte dei Disney Television Studios.

EVIL: trailer della quarta stagione in arrivo su Paramount+

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EVIL: trailer della quarta stagione in arrivo su Paramount+

Paramount+ ha svelato il trailer ufficiale la data della première della stagione finale della serie originale EVIL, amata dai fan e acclamata dalla critica.

La serie, che ha recentemente iniziato la produzione a New York City dei quattro episodi bonus precedentemente annunciati, sarà trasmessa in anteprima, dopo gli Stati Uniti e il Canada, venerdì 24 maggio in Italia, Australia, Francia, Germania, Svizzera e Austria.

La trama della quarta stagione di EVIL

Nella nuova stagione, Kristen, David e Ben continueranno a esaminare casi di sperimentazione tecnologica, maiali posseduti, oppressione e infestazione demoniaca, una musa danzante evocata da presunte streghe e una reliquia malvagia. Nel frattempo, Leland tenta di convincere Kristen a crescere un bambino anticristo concepito con il suo ovulo. David viene reclutato dai servizi segreti del Vaticano per la “visione remota”, una capacità paranormale di vedere l’invisibile per individuare il male. Ben viene colpito da un fascio di ioni che gli provoca visioni di un demone che lo deride, finché non scopre una soluzione insolita per scacciarlo. Infine, tutti e tre si rendono conto che restano solo poche settimane per esaminare i casi, perché la parrocchia ha deciso di sciogliere la squadra per mancanza di fondi. Il tutto culmina in un ultimo confronto con Leland e le 60 famiglie che costituiscono il Male nel mondo moderno.

La serie EVIL è interpretata da Katja Herbers, Mike Colter, Aasif Mandvi, Michael Emerson, Kurt Fuller, Andrea Martin, Christine Lahti, Brooklyn Shuck, Skylar Gray, Maddy Crocco e Dalya Knapp. EVIL è prodotto da CBS Studios in associazione con King Size Productions. Robert King, Michelle King, Liz Glotzer, Rockne S. O’Bannon e Sam Hoffman sono i produttori esecutivi. La serie è distribuita a livello internazionale da Paramount Global Content Distribution.

Kiseiju – La zona grigia: recensione del k-drama Netflix

Kiseiju – La zona grigia: recensione del k-drama Netflix

Il grande e visionario regista Yeon Sang-ho (conosciuto per gli acclamati film Train to Busan e Peninsula, e la cupa serie Hellbound) torna su Netflix con il primo spin-off sudcoreano dell’iconico manga giapponese Parasyte di Hitoshi Iwaaki, pubblicato da KODANSHA Ltd nel 1989 e da cui è tratto anche l’anime Kiseiju – L’ospite indesiderato. La miniserie – intitolata Kiseiju – La zona grigia (titolo originale Parasyte – The Grey) e costituita da 6 episodi di circa 50 min ciascuno – è un eccitante e cruento body horror che rielabora la storia di Shinichi e Miji in una chiave sudcoreana del tutto nuova e inaspettata. In questa lotta tra parassiti e umani, infatti, il protagonista non è più l’introverso Shinichi, bensì la giovane sfortunata Jeong Su-in, interpretata dalla talentuosa attrice Jeon So-nee, già nota per i suoi ruoli in Encounter, When My Love Blooms e Our Blooming Youth.

Kiseiju – La zona grigia, la trama

In seguito a un inspiegabile evento cosmico, la vita sulla Terra è sconvolta dall’arrivo di migliaia di misteriose larve aliene che, dopo essere cadute dal cielo, si insinuano nei cervelli degli esseri umani, nutrendosi di essi e prendendo possesso dei loro corpi. I parassiti, privi di qualsiasi forma di coscienza, seguono unicamente il loro istinto di sopravvivenza, diffondendo morte e scompiglio ovunque vadano. Ed è proprio a causa di questa tragica invasione che, dopo un violento attacco, si forma il “Grey Team”, una task force militare guidata dalla coraggiosa e determinata Jun-Kyung (interpretata da Lee Jung-hyun, PeninsulaDecision to Leave), istituita con lo scopo di smascherare e sterminare definitivamente i violenti parassiti.

Mentre i questi iniziano a evolversi, creando piccole sanguinarie comunità, e Jun-Kyung è impegnata in una guerra pericolosa e imprevedibile, un evento ancora più straordinario accade alla giovane Jeong Su-in (Jeon So-nee): svenuta e in fin di vita, diventa l’ospite di un parassita che non riesce a prendere completamente il controllo del suo cervello, possedendo quindi solo parzialmente il suo corpo e per pochi minuti al giorno. È così che, proprio come il dottor Jekyll e Mr Hyde, Su-in si trova presto a dover condividere la propria esistenza con il (non poi così malvagio) parassita “Heidi”.

“Se la popolazione umana si riducesse a un centesimo, i veleni diminuirebbero nella stessa misura?”

Fin dai primissimi istanti dell’episodio 1, emerge chiaramente l’intenzione di Yeon Sang-ho di creare un prodotto in gran parte diverso dalla fonte da cui trae ispirazione. Kiseiju – La zona grigia, infatti, si discosta dagli elementi tipici del romanzo di formazione che caratterizzavano il malinconico racconto dell’adolescente Shinischi e del suo parassita Migi, per abbracciare un’atmosfera horror ancor più cupa, angosciante e con un marcato taglio socio-politico. L’episodio 1 si apre con una premessa che sottolinea una critica sociale e politica intensa: se le azioni umane rappresentano la principale fonte di dolore nel mondo, quale sarebbe l’effetto di una drastica riduzione della popolazione? Saremmo capaci di ridurre le sofferenze e le tragedie che affliggono il nostro pianeta?

Ancora una volta, il maestro Yeon Sang-ho cela dietro le sue oscure e spaventose creature riflessioni profonde sull’autodistruzione umana. Che siano zombie o alieni a minacciare e parassitare la Terra, poco conta. L’opera di Yeon riesce magistralmente a mettere in evidenza come la malvagità e l’imprudenza umana siano più pericolose e dannose di qualsiasi altra forma mostruosa di male. A questo doloroso e potente messaggio, il regista aggiunge – attraverso i personaggi di Jeong Su-In e del furfante Koo Kyo-hwan (interpretato dall’attore Seol Kang-woo) – una speranza sincera e commovente: la chiave per la sopravvivenza risiede nell’unione e nella fiducia reciproca.

Kiseiju - La zona grigia | Immagine dal set.
Kiseiju – La zona grigia | Immagine dal set. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2024

Convivere con il proprio dolore e rinascere

Al di là delle intense scene d’azione, la trama avvincente e la critica socio-politica ben definita, un altro aspetto distintivo della serie è la straordinaria resilienza dei suoi personaggi principali, partendo da quelli femminili. Attraverso pochi flashback, infatti, il pubblico è immediatamente coinvolto nel vissuto delle protagoniste Su-In e Jun-Kyung, generando una forte empatia. Pur conoscendo ben poco sul loro passato, dunque, il pubblico viene catapultato direttamente nei loro traumi, in quei ricordi così tragici e dolorosi da aver segnato profondamente le loro vite e loro stesse. La lotta contro i mostruosi e spietati parassiti diventa così per entrambe un vero e proprio percorso di guarigione, un’opportunità per imparare a convivere con il proprio dolore e rinascere.

In particolare, il legame tra Su-In e il suo parassita diventa sempre più emblematico episodio dopo episodio, rivelando una profonda interdipendenza, elemento che caratterizza anche l’opera nipponica originale. Il parassita, nominato appunto Heidi, e Su-In sviluppano una relazione che va al di là della mera sopravvivenza. Mentre Heidi assiste Su-In nel processo di elaborazione dell’abbandono della madre e delle violenze subite dal padre; Su-In, a sua volta, instilla in Heidi l’importanza e il coraggio necessari per affidarsi agli altri, compresi i suoi simili.

Kiseiju – La zona grigia | Immagine dal set. In foto gli attori (da sinistra a destra) Koo Kyo-hwan, Yoon Hyun-gil e Jeon So Nee. Cr. Cho Wonjin/Netflix © 2024

In altre parole, Su-In non si limita a dimostra a Heidi quanto gli esseri umani possano sentirsi fragili e soli, ma anche e soprattutto quanto grande sia la forza naturale dell’umanità quando confida nella comunità e nella solidarietà reciproca. L’ambivalenza di questo personaggio diventa quindi una metafora potente del concetto che non si è soli su questa Terra, né tantomeno nell’universo, e che anche nei momenti più bui, c’è sempre la possibilità di trovare conforto e sostegno negli altri.

Un horror Netflix degno di Hitoshi Iwaaki

Con effetti speciali spettacolari, una buona dose di splatter e sequenze di azione coreografate in modo impeccabile grazie anche all’uso di rapidi movimenti di macchina, l’opera di Yeon Sang-ho riesce in pochi episodi a catturare l’attenzione del pubblico, immergendolo completamente nella stessa angoscia, repulsione e collera evocate dalla narrazione di Hitoshi Iwaaki.

Nonostante alcune lacune narrative e il ritmo precipitoso, Kiseiju non solo offre uno spettacolo visivo coinvolgente e convincente, ma arricchisce la narrazione con riflessioni che, seppur non del tutto originali (come dimostra La Creatura di Gyeonseong), regalano al pubblico un’esperienza televisiva cupa, intensa e decisa, all’altezza dell’opera madre.

Scream VII: i primi dettagli parlano di una “questione di famiglia”

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Scream VII si preannuncia come un affare di famiglia. Sono emersi nuovi dettagli sulla trama del sequel meta-slasher, rivelando che la famiglia di Sidney Prescott sarà l’obiettivo principale di Ghostface.

Secondo l’insider Daniel Richtman (via X), “Stanno cercando di scegliere i due figli di Sid. Sembra che il film si concentrerà sulla famiglia di Sid poiché tutti e 4 (lei, suo marito e i 2 figli) sono elencati come protagonisti.” Questi dettagli della trama sembrano confermare che Scream VII non presenterà nessuno dei personaggi introdotti nei sequel Scream (2022) e Scream VI (2023), in particolare i Core Four. Invece, il franchise si concentrerà nuovamente sulla protagonista originale, Sidney Prescott, con Neve Campbell che tornerà nel ruolo dopo che il personaggio era assente da Scream VI.

Mentre Campbell è finora l’unico nome ufficialmente collegato a Scream VII, secondo quanto riferito, anche i veterani del franchise Courteney Cox e Patrick Dempsey sarebbero in trattative per tornare. La Cox, che è l’unico attore oltre al doppiatore di Ghostface Roger L. Jackson ad apparire in tutti e sei gli episodi di Scream, riprenderebbe il ruolo della giornalista Gale Weathers, mentre Dempsey tornerebbe nei panni del detective Mark Kincaid, apparso in Scream 3 (2000). Nei due precedenti film di Scream, è stato rivelato che Sidney aveva ripreso la sua relazione con Mark fuori dallo schermo e che i due erano ora sposati e con figli.

Ripley: la spiegazione del finale fatta dal creatore e dagli interpreti

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Tom Ripley è un maestro della reinvenzione, ma le sue notevoli capacità possono portarlo in là solo fino a un certo punto. Alla fine di Ripley (la recensione), l’elegante truffatore interpretato da Andrew Scott è alle strette e la polizia italiana è disperatamente sulle tracce dell’uomo che sospettano di aver ucciso due persone, Freddie Miles (Eliot Sumner) e lo stesso Ripley. Questo dà a Ripley, che si è spacciato per Dickie Greenleaf (Johnny Flynn), una perfetta via di fuga. Poiché è Dickie che la polizia sospetta di omicidio – e Dickie di cui Ripley ha usato l’identità (e il conto in banca) – Ripley può tornare a un porto sicuro: il suo nome e il suo passaporto.

La gente ha un sacco di preconcetti su Tom Ripley“, ha detto Andrew Scott a Netflix in merito al personaggio creato da Patricia Highsmith nel suo romanzo del 1955 Il talento di Mr. Ripley. “Quindi il mio lavoro, in un certo senso, è ignorare tutto questo e cercare di creare la nostra versione particolare“. È un lavoro simile a quello di Tom Ripley, che mette insieme un’identità dai frammenti che ruba lungo la strada. Continuate a leggere per conoscere l’identità in erba di Tom e il destino delle sue vittime.

Cosa succede a Dickie Greenleaf?

Tom si reca in Italia su richiesta del padre di Dickie (Kenneth Lonergan), che lo ingaggia per convincere Dickie a tornare a casa dalla sua lunga vacanza italiana. Tom non ha molta fortuna: l’espatriato americano è perfettamente felice di dipingere nel villaggio di Atrani, dove vive con la sua fidanzata scrittrice, Marge Sherwood (Dakota Fanning). Ma Tom riesce a entrare nelle grazie di Dickie in un modo insolito: dice la verità, gettando il padre di Dickie sotto l’autobus e ammettendo ciò per cui è stato pagato.

Per Dickie, questo è sufficiente per accettare Tom nella sua cerchia ristretta. “[Dickie] si nasconde in Italia, fa una specie di Hemingway o di Gertrude Stein o altro e cerca di ricrearsi come artista bohémien“, racconta Flynn a Tudum. “Si vergogna di ciò che è, cioè un nouveau riche“. Quindi l’idea di fare amicizia con l’impiegato del padre e di mettere in difficoltà il suo vecchio fa ridere Dickie, finché Tom non si lascia coinvolgere un po’ troppo dalla relazione.

Credo che ami Dickie“, ha detto Scott. Ma “non è specificato quale sia la natura di questo amore dal punto di vista di Tom“. Scott ha apprezzato la natura indefinita della relazione. “Penso che con Tom sia molto importante capire che non è una persona che può essere etichettata“, ha detto. “Penso che sia molto importante non trovare una piccola scatola in cui metterlo“.

Per Flynn, i sentimenti di Tom erano più chiari. “Tom arriva e ha queste idee sulla profondità della loro amicizia rispetto al legame che hanno Dickie e Marge“, dice Flynn. “Vuole qualcosa di più. Vuole essere lui, e non sa cosa fare“.

Quando Dickie scopre che Tom indossa i suoi vestiti, il rapporto tra i due inizia ad arrossire. Ben presto Tom è stato estromesso dai piani natalizi di Marge e Dickie e, non tanto velatamente, allontanato dalle loro vite. Un’ultima fuga a Sanremo finisce nel sangue, quando Tom colpisce a morte Dickie durante una gita in barca e lo butta senza tante cerimonie in mare. Qualunque cosa fossero l’uno per l’altro – amici, coinquilini, qualcosa di più – è finita.

Tom Ripley riesce a farla franca?

Tom Ripley finale

Quando scorrono i titoli di coda dell’ottavo episodio (“Narciso”), Tom ha accumulato due cadaveri: Dickie e Freddie Miles, un amico di Dickie che ha sospettato un po’ troppo di Tom. A questo si aggiungono i numerosi crimini finanziari (incassare gli assegni di Dickie, vendere le sue proprietà, compiere piccole truffe a New York) e morali (spezzare il cuore di Marge, mentire continuamente) che Tom commette. Ma, avendo adottato l’identità di Dickie dopo il loro sfortunato viaggio in barca, Tom è perseguito dalla polizia italiana per l’unico crimine che non ha commesso: il suo stesso omicidio. Così torna alle origini, trasferendosi da Roma a Venezia e tornando a usare il suo vero passaporto e nome.

Tom è un truffatore, è un bugiardo, è intelligente ed è un criminale“, dice a Tudum il creatore e regista di Ripley Steven Zaillian. “Ma sento anche che ci relazioniamo con lui perché molti dei suoi tratti sono tratti che abbiamo anche noi. Ha aspirazioni, prova invidia, ha orgoglio, desidera delle cose“. L’ultima cosa che il Tom in continua evoluzione vuole è essere se stesso, ma creare una nuova versione ricca di sé in Italia non è poi così male.

A Venezia, Tom si costituisce alla polizia, fingendo sorpresa all’idea di essere una persona interessata a un caso di omicidio. Quando arriva l’ispettore Ravini (Maurizio Lombardi), Tom si mette una parrucca e una barba finta e sistema con cura l’illuminazione del suo appartamento per ingannare l’ispettore. Con le autorità convinte che Tom sia vivo, egli convince il padre di Dickie e Marge che Dickie si è ucciso, lasciando Tom libero in Italia.

Beh, per lo più. Nel finale, la serie torna nell’ufficio dell’ispettore Ravini, che riceve una copia del nuovo libro di Marge, La mia Atrani. Esaminando la dedica a Dickie, Ravini scopre una sorpresa inquietante: la foto di Dickie nel libro non è ovviamente il Dickie che ha interrogato in più occasioni.

Mi sono innamorato di questo ispettore mentre lo scrivevo”, dice Zaillian. “E mentre lo stavamo girando, credo che Maurizio sia stato così bravo [che] ho pensato: ‘Oh, sarebbe davvero bello avere un ultimo momento con lui e il suo coinvolgimento con Tom’“. Così Tom vive ancora, ma dovrà sempre guardarsi le spalle.

Cosa succede tra Marge e Tom?

Ripley Dakota fanning marge

Quando si incontrano ad Atrani, Marge è sospettosa nei confronti di Tom. Dapprima pensa che si stia approfittando di Dickie e di suo padre, poi ipotizza che la sua relazione con Dickie sia ancora più sordida. Ma quando Dickie scompare, le cose cambiano. Prende per buona la lettera di rifiuto di “Dickie” e crede a Tom quando questi inizia a raccontare la storia del tragico suicidio di Dickie. Flirta persino con l’idea di sfruttare l’entusiasmo della stampa per la scomparsa di Dickie per vendere il suo libro.

Credo che la vediamo evolvere verso una forma di accettazione e poi di leggero opportunismo”, dice Fanning a Tudum. “Se questo sta accadendo, e se questo è ciò che mi viene detto essere la verità e la realtà, allora credo che lo userò in qualche modo per trarne beneficio. Credo che questo sia un tratto del personaggio di Tom Ripley che vediamo nascere e crescere un po’ in Marge“.

Naturalmente, questo mette Marge in contrasto con Tom. “Vedono qualcosa l’uno nell’altra“, continua Fanning. “Tom è disgustato dalla versione di Marge e Marge è disgustata dalla versione di Tom, ma c’è qualcosa di simile“.

A parte le somiglianze, il loro rapporto arriva a un punto morto quando Tom prende in considerazione l’idea di spingerla in un canale di Venezia dopo aver trascorso una giornata estenuante con lei. Alla fine decide di non farlo e i due prendono strade diverse, liberi di vivere – e forse di approfittare – del ricordo di Dickie nel modo che ritengono più opportuno.

Qual è il legame con Caravaggio in Ripley?

ripley Caravaggio

L’arte è onnipresente in Ripley, senza parlare dei dipinti di Dickie Greenleaf, che Flynn descrive come “oggettivamente brutti”. Il finale si chiude con un’apertura sorprendente e allo stesso tempo familiare per gli spettatori di Ripley: un viale romano e un cadavere. L’unico problema? Questo omicidio è avvenuto più di 300 anni prima che Tom Ripley nascondesse il corpo di Freddie Miles sulla Via Appia. All’epoca, la polizia romana aveva subito indicato il pittore Caravaggio come l’assassino, e vediamo Caravaggio seduto con un bicchiere di vino, prima che un duro taglio con Tom faccia emergere il parallelismo tra i due uomini.

Ho iniziato scrivendo l’interesse di [Tom] per la bellezza dei dipinti, dell’arte, e poi sapendo che a un certo punto sarei entrato nella storia di Caravaggio“, dice Zaillian, “perché Caravaggio è un altro uomo vissuto a Roma che ha ucciso qualcuno e poi è stato in fuga per il resto della sua vita. Questo piccolo parallelo mi sembrava interessante“.

Nei momenti finali di Ripley, la serie torna a Caravaggio, mentre Tom siede con il suo bicchiere di vino e ammira un nuovo Picasso appeso nel suo appartamento di Venezia. (I lettori della Highsmith noteranno che in seguito Tom intraprenderà una carriera nel campo della falsificazione di opere d’arte) “Ho impiegato molto tempo per scegliere il Picasso che avremmo usato“, racconta Zaillian. “Sapevo di volere un quadro cubista e che il cubismo consiste nel decostruire una figura umana in parti, in modo da poterla vedere più chiaramente“.

Questo è, in sostanza, un altro modo di descrivere Tom. “Mi è sembrato che alla fine, vedendo questi pezzi di Tom e queste diverse personalità di Tom e queste diverse identità che ha assunto e queste cose che ha forgiato, lo vedessimo in realtà frammentato, come il quadro cubista che è proprio di fronte a lui“, aggiunge Zaillian. Tom Ripley: artista della truffa, con l’accento sull’artista.

Chi interpreta John Malkovich in Ripley?

ripley john malkovich

Il candidato all’Oscar John Malkovich fa una breve ma cruciale apparizione nell’ultimo episodio di Ripley, interpretando Reeves Minot, un compagno di chiacchiere che condivide con Tom il gusto per il vino e la buona compagnia (e il crimine). Ho pensato: “Non sarebbe divertente se John Malkovich facesse questa piccola parte?“. “, ricorda Zaillian. Con un divertente colpo di scena, Malkovich ha interpretato Ripley nel film del 2002 Ripley’s Game (tratto da uno dei romanzi preferiti di Zaillian, la Highsmith). “Il personaggio non appare fino al secondo libro di Ripley, ma ho pensato che sarebbe stato interessante incontrarlo in questa prima storia e sono stato felicissimo quando John ha accettato”, ha detto Zaillian a Netflix.

Per quanto riguarda i romanzi successivi: Come il suo materiale di partenza, Ripley si conclude con una nota concisa, con Tom che assume la nuova identità di Timothy Fanshaw. Ma se ne avesse l’opportunità, Zaillian vorrebbe continuare ad adattare l’affettuosamente soprannominata “Ripliade”. “Penso che gli altri libri siano buoni e che vediamo Tom in molti modi diversi mentre cresce“, dice Zaillian.

Per Andrew Scott, questi diversi aspetti di Ripley sono il fulcro della serie. “Si tratta di capire come ogni essere umano abbia entrambi gli aspetti: si possono fare cose terribili e si vuole fare del bene“, ha detto Scott. “Penso che questo sia il motivo per cui Tom Ripley è così affascinante. Io amo Tom“.

Jonathan Nolan racconta le prime disastrose proiezioni di Memento: “C’era un tale disprezzo”

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Lo sceneggiatore di Memento Jonathan Nolan ricorda le disastrose prime proiezioni del thriller psicologico. Il regista Christopher Nolan ha vissuto una svolta decisiva con il suo film del 2001, basato sul racconto di suo fratello Jonathan, su un uomo con perdita di memoria a breve termine che cerca tortuosamente di risolvere il caso dell’omicidio di sua moglie. Realizzato per meno di 10 milioni di dollari, il film ha utilizzato un approccio innovativo e non lineare simile allo stile che Nolan avrebbe poi utilizzato per il suo cinema successivo e anche per il blockbuster premio Oscar Oppenheimer.

Memento ha incassato 40 milioni di dollari con un budget relativamente piccolo, e ora è ampiamente acclamato, ma il film è stato inizialmente accolto piuttosto freddamente dai potenziali distributori, come ha rivelato di recente Jonathan Nolan, ricordando le disastrose prime proiezioni del film.

“Quindi l’abbiamo proiettato per tutti, tutti nello stesso giorno, marzo del 2000. Ho portato Chris fuori a mangiare una bistecca. Emma [Thomas] è andata a una proiezione, [i produttori], le sorelle Todd, sono andate a un’altra, Aaron Ryder, il nostro produttore, è andato a una terza, e mi hanno chiamato sul mio vecchio cellulare Nokia. Chris ed io aspettavamo le congratulazioni… arrivarono le chiamate e nessuno voleva comprarlo.

Tutto è iniziato con Harvey Weinstein e tutti gli altri… L’abbiamo proiettato per tutte queste sale cinematografiche e siamo rimasti totalmente male. Nessuno lo voleva e la risposta di tutti è stata: “Oh, pensavo fosse fantastico”. “Va bene, quanto vuoi offrire?” Non avremmo preso molti soldi. E la risposta è stata: “Lo capisco, ma il pubblico non lo capirà”. E c’era un tale disprezzo per il pubblico.

Questo aspetto è davvero ciò che ha motivato gran parte della mia carriera e gran parte del modo in cui ho affrontato la mia carriera. C’è un tale disprezzo per il pubblico, li considerano dei fottuti idioti. Quindi non lo avrebbero capito. E ho pensato tra me: “Dio, ho incontrato alcuni di questi dirigenti. Cosa ti fa pensare di essere molto più intelligente del pubblico? Perché non lo sei.”

David Lynch: Netflix non produrrà il suo film d’animazione Snootworld

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Il film d’animazione di David Lynch, Snootworld, non verrà presentato su Netflix. Ora però conosciamo qualche dettaglio in più rispetto al progetto. Parlando con Deadline, Lynch e la co-creatrice Caroline Thompson hanno rivelato che il loro film d’animazione Snootworld è stato rifiutato da Netflix. Nonostante ciò, entrambi intendono comunque trovare un modo per produrre il film. Il creatore di Twin Peaks ha rivelato la sua intenzione di realizzare un film per famiglie utilizzando la sua storia su “Snoots”, mentre Thompson ha spiegato quale sarà la storia esatta del film pianificato.

David Lynch: Non so quando ho iniziato a pensare a Snoots, ma facevo questi disegni di Snoots e così ha iniziato ad emergere una storia. Mi sono incontrato con Caroline e abbiamo lavorato su una sceneggiatura. Proprio di recente ho pensato che qualcuno potesse essere interessato a sostenere questo progetto, quindi l’ho presentato a Netflix negli ultimi mesi ma l’hanno rifiutato. Snootworld è una specie di storia vecchio stile e l’animazione oggi è più incentrata su battute superficiali. Le favole vecchio stile sono considerate lamentose: a quanto pare la gente non vuole vederle. Adesso è un mondo diverso ed è più facile dire di no che dire di sì.

Caroline Thompson: Mi toglie il fiato quanto sia stravagante. Gli Snoot sono queste minuscole creature che hanno una transizione rituale all’età di otto anni, momento in cui diventano più piccoli e vengono mandati via per un anno in modo da essere protetti. Il mondo va nel caos quando l’eroe Snoot della storia scompare nel tappeto e la sua famiglia non riesce a trovarlo ed entra in un mondo pazzo e magnifico.

Anche se il film per famiglie di David Lynch non verrà presentato su Netflix, questi nuovi dettagli da parte sua e di Thompson confermano che i due vogliono ancora dare vita al film. Anche se non è chiaro se lo stesso Lynch si occuperà della co-sceneggiatura e della regia del film, la possibilità rimane aperta. Ha anche menzionato che sua figlia, Jennifer Lynch, si occuperà del progetto, ma anche questo rimane un dettaglio vago.

Megalopolis di Francis Ford Coppola fatica a trovare un distributore

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Megalopolis di Francis Ford Coppola fatica a trovare un distributore. Il film drammatico di fantascienza è stato per lungo tempo un progetto di passione per il regista, che ha iniziato a scriverlo già nel 1983, con il risultato che Coppola in persona ha finanziato la produzione con 120 milioni di dollari di tasca propria. Con un cast stellare che include Adam Driver, Giancarlo Esposito e Aubrey Plaza, la storia segue un architetto idealista (Driver) che vuole ricostruire New York come megalopoli dopo un disastro globale.

Secondo un report di The Hollywood Reporter, il 28 marzo si è tenuta una proiezione di Megalopolis per trovare la distribuzione. Erano presenti dirigenti di studi cinematografici tra cui Warner Bros., Disney, Netflix e Paramount. Nonostante l’immensa curiosità per il progetto, i potenziali distributori sono rimasti delusi e disinteressati. A quanto pare, Megalopolis è troppo di nicchia per riscuotere un successo commerciale, ma uno studio più piccolo non sarà in grado di supportare un’ampia spinta di marketing, insieme all’uscita IMAX. Cosa che Coppola aveva previsto.

La riluttanza degli Studios ad accettare di distribuire Megalopolis è la manifestazione di un problema più ampio di Hollywood, ovvero la riluttanza a distribuire progetti che non siano commercialmente sicuri. Il fondatore di un’etichetta specializzata alla proiezione di Megalopolis ha condiviso che “mi è piaciuto enormemente” e che “è un film molto grande” che “ha una vita reale”. …Come definisci commerciale un film? Guardi film come Blade Runner, è diventato molto più commerciale rispetto al fine settimana di apertura.” Blade Runner non è andato bene al botteghino, ed è diventato un film di fantascienza amato e acclamato.

Tuttavia, questa etichetta specializzata non sceglierà Megalopolis, anche se si tratta del prossimo Blade Runner. Un altro partecipante alla proiezione ammette che Megalopolis “vacilla, vaga, va dappertutto? Sì. Ma è davvero fantasioso e dice qualcosa sul nostro tempo”. La produzione cinematografica fantasiosa e l’attualità dei suoi temi rendono il progetto ancora più intrigante, eppure viene ritenuto commercialmente pericoloso.

Sebbene dal punto di vista commerciale la posizione dei distributori è comprensibile, è necessario che si ricrea a Hollywood lo spazio per film “indipendenti”. È inoltre necessario che ci sia spazio per progetti ad alto budget che siano originali e non facciano parte di un franchising consolidato o di una proprietà intellettuale.

Flaminia, recensione del film di e con Michela Giraud

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Flaminia, recensione del film di e con Michela Giraud

“Visto da vicino nessuno è normale” e questo Flaminia, trentenne “perfettibile” di Roma Nord, con una sorella con la Sindrome di Asperger, ce lo mostra con grande onestà, mettendo a confronto la presunta normalità con ciò che è diverso e “fuori dagli schemi” previsti dall’ambiente sociale. È lei la protagonista dell’esordio dietro alla macchina da presa di Michela Giraud (qui l’intervista), ed è pronta a rubare il cuore degli spettatori… Ma facciamo un passo indietro.

La maggior parte del pubblico italiano conosce Michela Giraud per il suo “Mignottone pazzo”, hit nata durante la prima stagione di LOL – chi ride è fuori, ma chi la segue anche nei suoi spettacoli di stand-up comedy, sa molte più cose di lei, che si evincono da quello che racconta nel corso dei suoi show. Per questo, i suoi accoliti non rimarranno sorpresi dallo scoprire che Flaminia, che Giraud scrive dirige e interpreta, è tratto dalla sua storia personale.

Flaminia, una storia personale. La trama

Nel film, Flaminia De Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord deve essere: sorridente, ossessionata dalla forma fisica, sempre attenta all’abbigliamento e ricca, o meglio arricchita. Subendo la pressione del mondo in cui vive e soprattutto di sua madre Francesca, la giovane donna sta per sposare Alberto, un buono a nulla belloccio e con più di un vizio, ma figlio di un importante diplomatico. Il matrimonio regalerà all’intera famiglia di borghesi arricchiti la tanto agognata scalata sociale.

Tutto è pronto per il grande evento quando nella vita patinata della protagonista (che scopriremo molto presto essere tenuta insieme con fatica e insoddisfazione) piomba Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di complessità. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe nei ritmi di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a nudo tutte le ipocrisie con cui la donna crede di convivere benissimo. Questo scontro farà deflagrare l’ordine delle cose, spingendola a rimettersi in discussione.

Smussare gli angoli per adattare il linguaggio

La stand-up comedy ha di un codice linguistico e soprattutto contenutistico ben preciso. Su quei palchi, gli stand-up comedian hanno la licenza di dire tutto e con grande cattiveria. La battuta scorretta, il doppio senso, il commento pesante, si accetta tutto in quelle occasioni, è un patto che lo spettatore sottoscrive tacitamente. Per il suo esordio alla regia (e alla sceneggiatura) Michela Giraud ha dovuto però aggiustare il tiro, limare quella cattiveria e trasformare il suo linguaggio da stan-up in storia, sviluppo dei personaggi e archi narrativi. A questa esigenza puramente tecnica si è aggiunta anche la decisione, coraggiosa, di mettere in piazza una parte di se stessa molto personale, e non con i toni sarcastici e buffi con cui ne aveva già parlato nei suoi show, ma drammatizzando gli avvenimenti e trasformandoli in fiction.

Flaminia recensioneLudovica, il motore del cambiamento

La storia di Flaminia prende il via quando Ludovica entra in scena. La donna è uno “strumento” grazie al quale la vicenda si mette in moto in una direzione ben precisa; il suo irrompere nella vita dell’altra “figlia di suo padre” genera una serie di reazioni che scuotono Flaminia dal suo torpore e dalla sua routine. Per quanto assolutamente sopra le righe, Ludovica è una donna che ha già fatto il suo percorso, è compiuta e centrata, con tutte le sue difficoltà, e questo spaventa anche più della diversità che manifesta. E Flaminia non può che arrendersi di fronte alla sua purezza e onestà, mentre cerca di arginare una personalità così consapevole anche nella sua difficoltà.

Forse con un pizzico di sorpresa, l’aspetto drammatico è quello che risulta meglio riuscito e più autentico in Flaminia, che non è né un film comico né una commedia vera e propria. Si distanzia dai primi perché ha una storia articolata e non si risolve in una serie di situazioni e sketch, ma si scosta anche dalla seconda perché i toni che assume quando la storia di incupisce sono davvero seri, quasi oscuri, molto (forse troppo?) distanti dalla comicità parodistica dell’inizio del film. E allora viene il dubbio che, forse anche comprensibilmente, il lavoro di Giraud sia stato pavido. Abbandonando la sua “cattiveria” ed esponendosi così intimamente ha giocato con cautela lì dove avrebbe potuto avventurarsi, forte di doti drammatiche davvero notevoli.

I momenti più emozionanti del film, che la vedono protagonista insieme alla splendida Rita Abela, superba interprete di Ludovica, sono i migliori, e anche in una scena in particolare che non sveliamo, in cui Flaminia mostra la sua fragilità, Giraud è un’interprete drammatica davvero notevole. Ed è in questi piccoli spazi di grande espressione e interpretazione che si intuisce che forse il coraggio di osare avrebbe reso il film un’opera più completa e significativa.

Zendaya e il cast a Roma per presentare Challengers

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Zendaya e il cast a Roma per presentare Challengers

L’acclamatissima protagonista di Dune – Parte Due Zendaya è arrivata a Roma per presentare il suo nuovo film da protagonista, ovvero Challengers del regista italiano Luca Guadagnino. L’attrice ha presenziato sia stamattina che questa sera alla premiere tenutasi al Cinema Barberini di Roma. L’attrice era accompagnata dal regista Luca Guadagnino e dai protagonisti Josh O’Connor e Mike Faist.

Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’Connor), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della vittoria. Ecco tutte le foto:

Ecco anche le foto del photocall di Challengers sullo sfondo di Roma

Challengers

Il candidato all’Oscar e al BAFTA Luca Guadagnino (“Chiamami col tuo nome”, “Io sono l’amore”), ha diretto il film da una sceneggiatura di Justin Kuritzkes. I produttori di Challengers sono Amy Pascal, Guadagnino, Zendaya e Rachel O’Connor, con Bernard Bellew in veste di produttore esecutivo. La vincitrice del Golden Globe, Zendaya (i film “Dune”, la serie TV “Euphoria”) recita al fianco del vincitore del Golden Globe e del SAG Award e candidato ai BAFTA Josh O’Connor (“The Crown”) e al candidato ai BAFTA Mike Faist (“West Side Story”).

Il team creativo di Guadagnino include collaboratori abituali come il direttore della fotografia Sayonbhu Mukdeeprom, la scenografa Merissa Lombardo, il montatore Marco Costa e il costumista Jonathan Anderson. La colonna sonora del film è opera dei vincitori dei premi Oscar, Golden Globe e BAFTA Trent Reznor e Atticus Ross (“Soul”, “The Social Network”, “Bones and All”). Metro Goldwyn Mayer Pictures presenta una produzione Why Are You Acting? / Frenesy Films / Pascal Pictures, un film di Luca Guadagnino, “Challengers“. Il film uscirà nelle sale italiane il 24 aprile 2024, e sarà distribuito dalla Warner Bros. Pictures.

Dredd – Il giudice dell’apocalisse: tutto quello che c’è da sapere sul film

Gli ultimi anni di cinema ci hanno dimostrato quanto i personaggi dei fumetti e le loro storie possano essere fonte di grande fascino anche sul grande schermo. Al di là dei supereroi della Marvel o della DC, sono numerosi i casi di adattamenti di questo tipo, risalenti anche a ben prima che i cosiddetti cinecomic diventassero una solida realtà. Un brillante esempio, criticato alla sua uscita ma divenuto con il tempo un cult, è il film del 1995 Dredd – La legge sono io. Nel 2012 è poi stato realizzato un reboot, diretto da Pete Davis, dal titolo Dredd – Il giudice dell’apocalisse, che ha riportato il personaggio sul grande schermo.

Ambientato in un futuro distopico, il film ha per protagonista il Giudice Dredd, personaggio dei fumetti ideato nel 1977 da John Wagner e Carlos Ezquerra. Questo nacque come satira della società contemporanea e come denuncia al continuo aumento di potere dei corpi di Polizia nello stato moderno democratico. Attraverso la distopia e la fantascienza, dunque, si raccontavano risvolti preoccupanti della società, elementi poi riprodotti fedelmente anche nel primo film realizzato. Questo secondo, scritto da Alex Garland (Ex Machina, Annientamento, Civil War), si caratterizza invece per la presenza di toni più cupi, una maggiore violenza, un approccio più realistico e il minor spazio concesso alla satira.

Apprezzato da critica e pubblico, Dredd – Il giudice dell’apocalisse è diventato negli anni un film cult, con un nutrito seguito di fan che ancora oggi sperano nella realizzazione di un sequel. Per gli amanti del genere è dunque un film imperdibile, ma prima di intraprendere una visione del film sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dredd - Il giudice dell'apocalisse cast
Olivia Thirlby in Dredd – Il giudice dell’apocalisse. Photo credit: Joe Alblas – © 2012 – Lionsgate

La trama di Dredd – Il giudice dell’apocalisse

Ambientato in un futuro postapocalittico, nel quale gli Stati Uniti sono ridotti ad una landa devastata e radioattiva, Mega City è un agglomerato urbano abitato da circa 800 milioni di persone. La legge, in questo luogo infernale, è rappresantata dai “Giudici”, un corpo di forze speciali con l’autorità di poter ricercare i criminali ed emettere la loro sentenza seduta stante. Tra i più temuti tra questi vi è Joseph Dredd, un imperturbabile giudice che non si fa scrupoli nel perseguire la giustizia. Data la sua esperienza, a lui viene affidato il compito di valutare la recluta Cassandra Anderson.

La ragazza non sembra soddisfare tutti i requisiti necessari per far parte dell’Accademia che forma i Giudici, ma a cui si è voluto comunque concedere un’opportunità. Nel mentre, vengono ritrovati alcuni cadaveri contrassegnati dalla firma di Madeline Madrigal, una spietata assassina ancora a piede libero. Per Dredd e Cassandra ha dunque inizio la caccia, durante la quale, però, emergeranno una serie di verità inaspettate. Cassandra, infatti, è ben più che una semplice umana e ben presto Dredd scoprirà di dover compiere delle scelte estremamente difficili anche per un giudice come lui.

 

Il cast di attori del film

Ad interpretare il personaggio che fu di Sylvester Stallone vi è qui l’attore Karl Urban. Egli è stato fin da subito affascinato da Dredd e dal fatto che interpretarlo significava recitare costantemente con il volto coperto dall’elmetto. Per lui fu dunque importante imparare a trasmettere emozioni senza l’uso delle espressioni facciali. Per poter dar vita ad una miglior interpretazione del celebre personaggio dei fumetti, Urban ha inoltre affermato di non essere mai uscito dal personaggio, neanche nelle pause tra una ripresa e l’altra. Questa scelta lo ha pertanto portato a mantenere una grande serietà e nessuno lo ha mai visto sorridere sul set.

Accanto a lui, nei panni di Cassandra, vi è l’attrice Olivia Thirlby. Per interpretare il suo personaggio, l’attrice si è addestrata all’uso di armi e al combattimento, così da poter essere fisicamente credibile accanto a Dredd. Nel ruolo di Madeline Madrigal, l’antagonista del film, vi è invece l’attrice Lena Headey. Originariamente il personaggio era stato immaginato come una donna anziana, ma l’attrice ha convinto lo sceneggiatore a riscriverlo come una persona di mezz’età. I tatuaggi che Madeline sfoggia nel film sono i veri tatuaggi dell’attrice, i quali sono però stati ampliati dagli addetti al trucco. Nel film compare anche l’attore Domhnall Gleeson nei panni del tecnico informatico di Madeline.

Dredd - Il giudice dell'apocalisse sequel
Karl Urban in Dredd – Il giudice dell’apocalisse. Foto di Joe Alblas – © 2011 ~ DNA Films Limited (UK) & Kalahari Pictures (Pty) Limited (South Africa).

Dredd – Il giudice dell’apocalisse: ci sarà un sequel?

Data la buona accoglienza di pubblico e critica, lo sceneggiatore Alex Garland confermò l’interesse a realizzare ulteriori due film dedicati al personaggio. Il primo di questi due sequel avrebbe dovuto concentrarsi sulle origini di Dredd e di Mega City, mentre il secondo avrebbe visto il giudice scontrarsi con la sua nemesi più celebre, ovvero Giudice Morte. Successivamente, però, si ipotizzò di realizzare una serie televisiva piuttosto che ulteriori film. I piani per realizzare tutto ciò subirono però una battuta d’arresto e nonostante alcune petizioni e la volontà di Urban di realizzare un sequel, ad oggi non sembrano esserci piani concreti per riportare Dredd al cinema o in televisione.

Nel 2016, Urban aveva però dichiarato che “sono in corso conversazioni” riguardo a una continuazione di Dredd sui servizi di streaming Netflix o Prime Video. In un’intervista del maggio 2016, Urban ha dichiarato che, sebbene la strategia di marketing “mal gestita” del film e la “sfortunata” performance al botteghino abbiano reso “problematico” il tentativo di realizzare un sequel, “il successo che ha ottenuto in tutti i media successivi alla proiezione ha sicuramente rafforzato l’argomento a favore di un sequel”. Nel maggio 2017 è stato annunciato che una serie televisiva intitolata Judge Dredd: Mega-City One è in fase di sviluppo da parte di IM Global Television e Rebellion e che Urban è discussione per recitare nella serie. Ad oggi, però, non sono stati forniti aggiornamenti.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Dredd – Il giudice dell’apocalisse grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Infinity+, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 aprile alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Robert Downey Jr. conferma di essere disponibile a ritornare come Iron Man: “Kevin Feige vincerà sempre”.

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Robert Downey Jr. ha interpretato per la prima volta Tony Stark nel film Iron Man del 2008, dando un’impronta al supereroe che lo ha fatto emergere dalla B-List e ha reso il Vendicatore corazzato forse il volto più amato del Marvel Cinematic Universe.

L’attore ha dato l’addio al ruolo con Avengers: Endgame e da allora si è dedicato a film più seri, tra cui un ruolo in Oppenheimer di Christopher Nolan, un progetto che è valso a Robert Downey Jr. un Oscar come “Miglior attore non protagonista”.

Continuano a circolare voci che vedranno il premio Oscar tornare nei panni di una variante malvagia di Iron Man in Avengers: Secret Wars e Robert Downey Jr. dichiara ora a Esquire di non aver chiuso la porta alla possibilità di interpretare nuovamente Tony.

Felicemente. È una parte troppo integrante del mio DNA“, ha detto Robert Downey Jr. a proposito di un possibile ritorno. “Quel ruolo mi ha scelto. E sentite, io dico sempre: mai e poi mai scommettere contro Kevin Feige. È una scommessa persa. Lui è la casa. Vincerà sempre“.

Kevin Feige ha dichiarato che l’Iron Man morto in Avengers: Endgame non tornerà a farsi vedere perché i Marvel Studioshanno intenzione di conservare quel momento e di non toccarlo più“. Ha poi aggiunto: “Abbiamo lavorato tutti duramente per molti anni per arrivare a quel momento, e non vorremmo mai annullarlo magicamente in alcun modo“.

Questo però non esclude una variante multiversale, vero?

In un’altra parte della copertina, l’attrice di Pepper Potts Gwyneth Paltrow ha riflettuto sulle collaborazioni uniche tra lei e Downey nel MCU.

C’era questo processo in cui [il regista] Jon Favreau, Robert e io andavamo nella roulotte di Jon la mattina e Robert diceva: ‘Non ho intenzione di dire queste battute’ e le buttava via“, ha ricordato l’attrice.

E poi improvvisavamo dal vivo nella roulotte o sul set“. “Penso che per far sì che qualcosa sia vivo per Robert, deve essere fresco, e lui lo rende fresco facendolo sembrare appena inventato. Molte di quelle battute famose sono state scritte dieci minuti prima che le dicessimo“.

Gwyneth Paltrow ha anche detto che sarebbe disposta a interpretare di nuovo Pepper, anche se non senza Robert Downey Jr. al suo fianco. “Oh mio Dio, smettila di urlarmi contro“, ha scherzato lo scorso settembre.  “Abbiamo smesso di farlo perché Iron Man è morto. E che bisogno c’è di Pepper Potts senza Iron Man? Non lo so. Chiamate la Marvel e sgridateli, non io. Io me ne sto seduto qui“.

Special Delivery: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Gli appassionati di questo genere, dunque, potranno trovare qui tutto ciò che ci si aspetta da un film di questo tipo. Grazie al suo passaggio televisivo, sarà dunque possibile scoprirlo e lasciarsi incantare dalle sue tante qualità. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Special Delivery. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai dettagli sul suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Special Delivery cast attori

La trama di Special Delivery

Protagonista del film è Eun-ha, una ragazza che all’apparenza lavora in una rimessa al porto di Seoul. In realtà, ha una professione segreta ben diversa: sotto la guida del signor Baek e con la collaborazione del giovane Asif, offre infatti un servizio di “consegne speciali” alla guida di auto truccate, trasportando cose e persone per conto di chi può pagare per le sue capacità tutt’altro che comuni al volante. Una notte, però, le cose prendono una piega inaspettata quando un uomo in fuga da un poliziotto corrotto le affida il figlio Seo-won, assieme alla chiave di sicurezza di un conto in banca pieno di soldi. Per lei sarà l’inizio di un’avventura senza precedenti.

Il cast di attori del film

Ad interpretare la protagonista, Eun-ha, vi è l’attrice Park So-dam, divenuta celebre a livello internazionale per la sua interpretazione di Kim Ki-jung nel film premiato agli Oscar Parasite. Prima di girare questo film, tuttavia, Park So Dam aveva paura di guidare a causa di un suo passato incidente d’auto. Per prepararsi al ruolo, dunque, si è allenata tre mesi prima delle riprese due volte alla settimana con un esperto di arti marziali e la sua controfigura, con l’obiettivo di poter girare quante più scene possibile lei stessa. A causa del particolare colore dei capelli del suo personaggio, inoltre, la produzione ha dovuto affittare un parrucchiere a Busan per tingere i capelli dell’attrice.

Accanto a lei, nel ruolo di Jo Kyung-pil, l’investigatore che le dà la caccia, vi è invece Song Sae-byeok, visto anche nel recente Broker – Le buone stelle. Kim Eui-sung interpreta il ruolo di Baek Kang-cheol, presidente della Baekgang Industries, una società di consegne speciali, mentre Jung Hyeon-jun interpreta Kim Seo-won. Quest’ultimo si è a sua volta distinto per il film Parasite, dove interpretava Da Song, e ritrova dunque qui la sua collega di quel set, Park So-dam. Completano poi il cast Yeon Woo-jin nel ruolo di Kim Doo-shik, il cliente speciale e padre di Seo-won, Yeom Hye-ran in quello di Han Mi-Young, inseguitrice di Eun-ha da parte del Servizio di Intelligence Nazionale e Han Hyun-min nel ruolo di Asif, esperto di riparazioni di veicoli express.

Special Delivery finale

Il finale di Special Delivery

Nel finale di Spiecial Delivery, Eun-ha si ritrova dunque coinvolta in un traffico di gioco d’azzardo illegale di cui l’ufficiale di polizia corrotto Kyeong-pil è l’artefice. Egli sta inseguendo l’ex giocatore di baseball Kim Doo-Sik, ma ancor di più il figlio Seo-won, in quanto vuole recuperare la chiave di sicurezza del conto bancario contenente 30 milioni di dollari, che è in possesso di Seo-won. Ha così inizio un lungo inseguimento tra le strade di Seoul che si risolve solo quando Eun-ha e Kyeong-pil arrivano allo scontro diretto. Lei riesce ad accoltellarlo a morte, ma entrambi finiscono in mare e sembrano annegare. Euh-ha, in realtà, finge la propria morte così da poter sfuggire alla polizia che le dà la caccia.

Il piccolo Seo-won si salva e viene recuperato dalle autorità, venendo poi ammesso in un orfanotrofio e a scuola, potendo così tornare a vivere una vita quanto più normale possibile. Dopo la scuola, tuttavia, Seo-won rincontra finalmente Eun-ha e i due si dirigono verso l’orfanotrofio di Seo-won. Eun-ha, però, riceve un messaggio da un cliente e dice a Seo-won che devono dirigersi verso un punto di raccolta. Questo risvolto finale ci rivela che lei lavora ancora come addetta alle consegne speciali e che dunque potrebbero esserci in serbo altre avventure nel suo futuro. Questo finale, dunque, sembra lasciare aperta la porta per un eventuale sequel, sul quale però al momento non si hanno notizie.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Special Delivery grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Il Cavaliere Oscuro: Jonathan Nolan rivela che l’Enigmista è stato preso in considerazione e perché non è apparso

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Jonathan Nolan ha scritto Il Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Oscuro – Il Risveglio insieme al fratello, il regista Christopher Nolan, e da allora si è dedicato a progetti per il piccolo schermo come Westworld e Fallout.

Parlando con Josh Horowitz per promuovere proprio Fallout, Jonathan Nolan ha confermato di aver avuto delle idee per l’Enigmista nel capitolo finale della trilogia.

Tuttavia, ha spiegato che “sembrava che fosse abbastanza vicino allo spazio di ciò che avevamo fatto con Heath [Ledger] che era davvero necessario… spostarsi lì“.

Jonathan Nolan ha poi spiegato che volevano fare di The Dark Knight Rises un film “post-apocalittico“, rendendo Bane più adatto alla storia raccontata.

Dopo l’uscita de Il Cavaliere Oscuro, abbiamo iniziato a sentire voci sulla possibilità che Leonardo DiCaprio interpretasse l’Enigmista, cosa che David S. Goyer ha recentemente confermato essere stata fortemente voluta dallo studio.

Questo potrebbe spiegare il motivo per cui Jonathan ha iniziato a rimuginare sulle idee per il cattivo.

In un’altra conversazione con Dax Shepard, Jonathan Nolan ha rivelato l’entità del suo coinvolgimento in Batman Begins (l’unico film di questa trilogia per il quale non ha ottenuto un credito di sceneggiatura) e ha confermato che Chris non era inizialmente intenzionato a tornare per un sequel.

Ho lavorato a ‘Batman Begins’ in una posizione un po’ defilata, ma era l’unico fumetto che mio fratello mi aveva regalato da bambino, ‘Batman: Anno Uno’, per il mio quattordicesimo compleanno, e dieci anni dopo ero sul set a lavorare con lui“.

Chris era indeciso se farne un altro“, continua. “Penso che non volesse diventare un regista di film di supereroi. Era molto orgoglioso di ‘Batman Begins’, ma per me era come se avessimo costruito questa fantastica auto sportiva e io gli dissi: ‘Facciamoci un giro. Non vuoi farne un’altra?“.

Abbiamo passato un’ora a raccontare la storia delle origini, ed è fantastico, ma è come se ci chiedessimo: “Cosa possiamo fare di più con questo?”. Possiamo prendere gli stessi personaggi e spostarci leggermente in un genere diverso? Possiamo passare da un film d’avventura a un film poliziesco, a un film sulla mafia, e portarci dentro quella sensazione?“.

Jonathan Majors condannato a 1 anno di consulenza in un caso di aggressione domestica

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Jonathan Majors è stato condannato a un anno di consulenza per violenza domestica dopo essere stato giudicato colpevole l’anno scorso dell’accusa di aver aggredito e molestato la sua ex fidanzata, Grace Jabbari.

L’attore deve completare un programma di riabilitazione per violenza domestica di 52 settimane a Los Angeles, dove attualmente risiede. In futuro ci sarà la possibilità che le sessioni siano in parte virtuali. Deve continuare la terapia di salute mentale a cui è stato iscritto e fornire aggiornamenti sui suoi progressi. Il giudice ha inoltre emesso un ordine di protezione permanente contro qualsiasi contatto tra Jabbari e Majors. Qualsiasi violazione o attività criminale potrebbe portarlo ad affrontare il carcere.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Michael Gaffey in un’aula di tribunale di Lower Manhattan, quasi quattro mesi dopo che Majors è stato giudicato colpevole di due reati minori di molestie e aggressioni contro Jabbari. Dopo un processo durato due settimane, la sua condanna sarebbe dovuta avvenire a gennaio, ma la sentenza è stata posticipata ad aprile a causa delle istanze ora respinte presentate dal suo team legale.

Jonathan Majors è arrivato in tribunale con la sua attuale fidanzata, l’attrice Meagan Good. Ha stretto la mano e abbracciato la sua famiglia e i suoi sostenitori dalla sua parte dell’aula, poi si è seduto tra i suoi avvocati, Priya Chaudhry e Seth Zuckerman. Jabbari è entrata nella stanza poco dopo e ha rilasciato una dichiarazione sull’impatto della vittima, dicendo che Majors “non è dispiaciuto e non si è assunto la responsabilità” dell’aggressione. “Lo farà di nuovo. Farà del male a un’altra donna. Questo è un uomo che crede di essere al di sopra della legge”, ha detto Jabbari. “Ho avuto una carriera, una vita e un corpo, tutti danneggiati.” Ha anche definito “abominevole” e “orribile” la tattica di Chaudhry e Zuckerman di attribuire a lei la colpa durante il processo. “Non mi fermerò finché non sarà più un pericolo. Si rifiuta di riconoscere la colpa e di assumersi la responsabilità. Rimane un pericolo per tutti coloro che lo circondano. Ho visto la sua rabbia e non ha il controllo su di essa”, ha detto Jabbari.

Il giudice Gaffey ha spiegato che l’assenza di precedenti penali e di precedenti arresti di Majors hanno contribuito alla sua decisione di non dare all’attore il carcere. Avrebbe rischiato fino a un anno di prigione. Jonathan Majors hanno mostrato poca reazione nell’aula affollata del tribunale e hanno rifiutato di rilasciare una dichiarazione.

Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024

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Kevin Costner presenterà la prima parte di Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, fuori concorso. Questo progetto in più episodi sulla conquista del West americano è diretto dallo stesso Costner, che è anche co-protagonista insieme a Sienna Miller. Kevin Costner, come già riportato, ha sempre avuto l’obiettivo di dipingere un ritratto dell’America: le sue origini, i suoi difetti e le sue leggende. Come sappiamo da Balla coi lupi, il western è diventato il suo genere preferito per esprimere il suo impegno politico a favore della democrazia e dell’ambiente.

“Vorrei ringraziare il Festival di Cannes per aver incluso il mio film Horizon, An American Saga nella selezione di quest’anno“, ha affermato Kevin Costner. “Erano 20 anni che non avevo il piacere di essere sulla Croisette. Ho aspettato il momento giusto per tornare e sono orgoglioso di dire che questo momento è arrivato. Horizon: An American Saga è una storia iniziata 35 anni fa, e non riesco a pensare a un posto migliore di Cannes per rivelare al mondo il risultato di un’avventura così meravigliosa. I francesi hanno sempre sostenuto i film e hanno creduto profondamente nella cinematografia. Così come io credo profondamente nel mio film…“.

Dopo le incursioni nelle serie Hatfields and McCoys e Yellowstone, Costner torna dunque al genere che ha fatto la fortuna del cinema americano per un progetto monumentale sul costo, in termini di guerra e violenza, della costruzione e dell’espansione degli Stati Uniti d’America. Il Festival di Cannes è dunque lieto di accogliere Kevin Costner per presentare il suo nuovo film Horizon, che sarà proiettato domenica 19 maggio 2024.

Quello che sappiamo su Horizon: An American Saga

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di 15 anni di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti e anche il Capitolo 2 dovrebbe debuttare nel 2024. Oltre a Costner, il cast, come confermato dal trailer, include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Premio Film Impresa, al via la seconda edizione

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Premio Film Impresa, al via la seconda edizione

Parte la seconda edizione del Premio Film Impresa, che avrà luogo il 9, 10 e 11 aprile alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Creatività e coraggio, territorio e innovazione, radici nel passato e disegno del futuro: questo e tanto altro nei cortometraggi e mediometraggi che concorreranno a questa seconda edizione del Premio Film Impresa diretto da Mario Sesti e presieduto da Giampaolo Letta.

Si tratta di un cantiere di ricerca, conoscenza, esplorazione di quelle opere che incrociano linguaggio del cinema e dinamica imprenditoriale, l’universo di intensa mediatizzazione in cui viviamo e l’immenso potere di trasformazione delle nuove tecnologie.

Premio Film Impresa è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria, che mira a valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa di chi ci lavora attraverso i film d’impresa che, sempre più spesso, le aziende realizzano per raccontare la loro storia, il loro prodotto, il lavoro delle persone, il rapporto con il territorio.

Nel corso delle tre giornate di aprile le proiezioni dei film si alterneranno ad incontri e talk tematici su sostenibilità, creatività, capitale umano e formazione.

Martedì 9 aprile, per l’apertura della manifestazione, è previsto il talk “Comunicare l’impresa, l’impresa di comunicare. Connessione, emozione, narrazione: il valore del racconto” insieme a Ferzan Özpetek, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

Per l’occasione interverranno anche Angelo Camilli, presidente Unindustria, Carlo Bonomi, presidente Confindustria, Francesco Rutelli, presidente ANICA Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, Monica Lucarelli, assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità Roma Capitale, Lorenza Lei, responsabile della Struttura Autonoma Cinema della Regione Lazio, Alberto Tripi,  presidente Almaviva, Cristina Parenti, direttore relazioni esterne e comunicazione Edison, Luca Torchia, chief Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana e Roberto Fiorini, chief communication officer UniCredit.

Al termine del talk di apertura il Presidente di Unindustria Angelo Camilli consegnerà il Premio Speciale Film Impresa al regista Ferzan Özpetek.

Il programma di giornata proseguirà con la visione di “Corti da Rai Teche – C’era ancora domani|Flash. La donna che lavora – La fabbrica”, di Ugo Zatterin e Giovanni Salvi, 1959.
A seguire spazio alle proiezioni delle opere in concorso e all’evento speciale “C’era ancora domani: Libertà, famiglia, impresa. Dalla parità sul lavoro all’innovazione del brand” a cura di Caterina Taricano e con gli interventi di Francesca Cadin, Customer Service Enti, Istituzioni, Eventi Celebrativi di Rai Teche, Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana, eSara Gay – Head of Group Diversity, Equity and Inclusion, Unicredit.
A conclusione della giornata di apertura si svolgerà l’evento “Video essay: Gabriele Salvatores: il suo canto libero. Lasciateci perdere: memoria, passione e cinema di un premio Oscar”, seguito da una conversazione con Gabriele Salvatores, Gloria Satta e Mario Sesti.

Ad inaugurare la giornata di mercoledì 10 aprile spazio all’evento speciale “Streaming, web, serie: l’avventura continua. La nuova serialità sbarca nella comunicazione d’impresa”, al termine del quale si svolgerà il talk “Nuova serialità, comunicazione imprenditoriale e la generazione Zeta” con Andrea Minuz e Mario Sesti che dialogheranno con gli studenti e gli imprenditori presenti in sala.
A seguire, oltre alle proiezioni delle opere in concorso, è in programma il talk “Il talento non ha genere. Nel cinema, nello sport, in azienda. Equità di genere: un confronto su coraggio, libertà, visione e possibili rivoluzioni”, a cura di Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e i seguenti eventi: “Corti da Rai teche – C’era ancora domani|Flash. La stampa femminile (Casa e lavoro)”, di Giulietta Vergombello, 1973; “C’era ancora domani|Flash. Si dice donna”, di Tilde Capomazza, 1977; “C’era ancora domani: il privato, il lavoro, la libertà. Dal diritto all’occupazione all’autonomia dei sentimenti”, dopo il quale seguirà una conversazione con Sabrina De Filippis, AD Mercitalia Logistic – Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Valeria Sandei, AD Almawave – Gruppo Almaviva, Barbara Terenghi, chief sustenibility officier Edison, Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, Roy Menarini, direttore de La Settima Arte Cinema e Industria e docente di Cinema e Industria Culturale all’Università di Bologna e Francesca Cadin, customer service Entrti, Istituzioni, Eventi Celebrativi di Rai Teche.

PFI FOCUS – Innovazione, cura, formazione: il campus Biomedico” sarà l’evento che chiuderà la seconda giornata della manifestazione, con la proiezione di “Radici profonde e sguardo al futuro – Trentesimo anniversario di Andrea Pellizzer” prodotto dal Campus Biomedico di Roma, a cui seguirà una conversazione con Carlo Tosti, Presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Giampaolo Letta, Mario Sesti e con donne e uomini protagonisti del documentario.

L’ultima giornata del Premio Film Impresa, in programma l’11 aprile, prenderà il via con la proiezione dei dieci video realizzati nell’ambito della masterclass “Dall’impresa allo schermo. Videoracconti e storie in forma breve”, ideata da Unindustria e Confindustria con il suo Archivio Storico per La Sapienza Università di Roma, a cui saranno presenti Luca Lucini, Presidente di giuria, e le aziende partner.

A seguire si svolgerà l’evento “Corti da Rai Teche – C’era ancora domani|Flash, Uomini e affari (Gianola Nonino – la signora della grappa)” di Marcella Gabbiano, 1989.

Il programma riprenderà con le proiezioni delle opere in concorso e ci sarà spazio anche per gli eventi “PFI Explore | Lazio terra dell’audiovisivo. Sfide, esperienze, territori” e “PFI Explore a cura di Würth. Sfide, esperienze, territori” – seguito da una conversazione con la direttrice del Museo Würth Valentina Spagnuolo -, iniziative che apriranno le porte ad alcune speciali produzioni fuori concorso.

A seguire ci sarà un’anticipata dedicata alla stampa grazie alla quale sarà possibile visionare due speciali inediti: “L’eroe e il mito” di Ermanno Olmi e “M.A.D.E. Made in Italy. Made with Bravery featuring Renzo Rosso – Ep. 8 di Francesco di Giorgio”, una produzione Frame by Frame per OTB.
Successivamente spazio al talk “Le porte aperte di una città inclusiva e sostenibile, i grandi eventi che cambiano il volto delle città” con la visione di “Il cinema e l’anno giubilare”, alla quale seguirà una conversazione con il sindaco di Roma Roberto Gualtieriinsieme ad Angelo Camilli, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

L’inedito fuori concorso “L’eroe e il mito” di Ermanno Olmi, prodotto dall’azienda Dainese e con protagonista Valentino Rossi, verrà poi proiettato anche a favore del pubblico presente all’evento e seguiranno gli interventi di Guido Meda, Elisabetta Olmi, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

A chiudere la seconda edizione del Premio Film Impresa ci sarà l’attesissima cerimonia di premiazione inaugurata dalla visione del video essay “Scaraventare lo spettatore addosso agli attori: l’occhio di Francesca”, in ricordo del maestro Ermanno Olmi e seguita da una conversazione con Francesca Archibugi insieme a Mario Sesti e Francesca Magliulo, direttore Fondazione EOS EDISON.

Una giuria d’onore d’eccezione, presieduta dal regista premio Oscar Gabriele Salvatores, assegnerà un premio alle opere in concorso in ciascuna delle seguenti categorie: Miglior Film d’Impresa Umana – Area Narrativa – Scrittura, immaginario, messa in scena; Miglior Film D’Impresa UniCredit – Area Documentaria – Storia, testimonianze, fatti e Percorsi, testimonianze, fatti; Miglior Film Almaviva – Area II&S: Innovative, Image & Sound – Ritmo, luce, percezione.
La regista e sceneggiatrice Francesca Archibugi riceverà il Premio Olmi, promosso dalla Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale ETS; il Premio Speciale Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane verrà consegnato alla cantante e produttrice discografica Caterina Caselli, che parteciperà anche a una conversazione con Mario Sesti a margine della visione del video essay “Caterina Caselli: arte e impresa di una ragazza tutta d’oro”.

Il Premio Speciale Film Impresa-Unindustria alla creatività verrà consegnato all’imprenditore Renzo Rosso, che a conclusione della terza giornata sarà protagonista di una conversazione con Giampaolo Letta.

Durante la ricca tre-giorni di aprile ci sarà spazio anche per due segnalazioni collaterali: quella popolare della platea competente per il film più amato dal pubblico e quello dell’Ente dello Spettacolo – Rivista del Cinematografo che premierà un film che sarà poi proiettato al Lecco Film Festival.

È possibile seguire le tre giornate del Premio Film Impresa in streaming sui canali ufficiali della manifestazione. La manifestazione è patrocinata da Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma e Rai Teche, in collaborazione con Confindustria e Regione Lazio, ANICA, UNA e Casa del Cinema di Roma.

L’iniziativa ha visto per il secondo anno consecutivo il contributo di Almaviva, Edison,Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale ETS, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Umana e UniCredit, ai quali si sono aggiunti nel 2024 Università Campus Bio-Medico di Roma, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Würth, ITS Meccatronico del Lazio. Adnkronos è media partner.

Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza torna al cinema 20, 21, 22 maggio

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È il 9 aprile del 1979 quando il pubblico italiano “incontra” per la prima volta uno dei personaggi più iconici dell’intera animazione giapponese in una serie tv divenuta leggendaria. 45 anni dopo, il pirata dello spazio creato dalla fantasia del geniale Leiji Matsumoto torna al cinema con Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza, l’anime che narra la giovinezza del celebre corsaro. L’evento speciale sarà la più grande reunion al cinema dei fan di Capitan Harlock, pensata per festeggiare l’anniversario in compagnia dei personaggi storici della serie (da Tochiro a Emeraldas passando per Mayu). L’appuntamento nelle sale è fissato per il 20, 21, 22 maggiograzie alla Stagione degli Anime al Cinema 2024, un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Yamato Video.

Spietato, idealista, leale e incorruttibile, Capitan Harlock è il pirata spaziale più famoso dell’animazione giapponese. Benda nera a coprire un occhio, cicatrice che gli attraversa il volto, un lungo mantello nero, stivali che anticipano il suo arrivo con passo leggero ma autoritario. Capitan Harlock è prima di tutto un personaggio nato a fumetti nel 1977 per mano di Leiji Matsumoto, che al corsaro dello spazio aveva in realtà dedicato più di un’opera, quelle dove il protagonista è conosciuto come il “proto-Harlock”. In un manga del 1972, Gun Frontier, ambientato nel vecchio West, Harlock fa per esempio la conoscenza con il giapponese Tochiro: colui che diventerà nella fenomenologia della serie il suo migliore amico, nonché il costruttore geniale della nave Arcadia.

Il pirata diventa una star nel 1978 quando Toei dà vita alla celeberrima serie animata in 42 episodi diretta da Rintarō. Nell’anime l’Arcadia cambia colore rispetto al fumetto, un colore blu notte. Inoltre, per accentuare il tono drammatico e nostalgico della trama viene creato il personaggio di Mayu: la piccola è molto affezionata a Harlock e in più di un’occasione giocherà un ruolo centrale nell’affetto e nelle decisioni del pirata. Se in Giappone il corsaro spaziale occupa le pagine dei principali mensili specializzati in animazione e viene omaggiato da numerosi libri illustrati, in Italia la popolarità della serie si fa registrare anche grazie al successo della sigla cantata da La banda dei bucanieri (Fonit Cetra), scritta da Luigi Albertelli con Vince Tempera.

La trama di Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza

In Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza la guerra contro gli Illumidiani é perduta, la libertà una chimera. Un valoroso guerriero torna, stanco ma indomito, sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti non hanno esitato a vendersi all’invasore. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la “voce” della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Emeraldas, una piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni, il geniale costruttore di una possente astronave che porta il nome di un’utopia: Arcadia. La battaglia per la libertà sta per iniziare.

Dopo Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza l’appuntamento della Stagione degli Anime al cinema proseguirà con Lupin III. La pietra della saggezza (1978).

Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna: trailer con Scarlett Johansson e Channing Tatum

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Eagle Pictures ha diffuso il trailer di Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna con Scarlett Johansson e Channing Tatum. Diretto da Greg Berlanti, il film è scritto da Rose Gilroy ed è basato sulla storia di Bill Kirstein e Keenan Flynn. I produttori sono Scarlett Johansson, Jonathan Lia, Keenan Flynn, Sarah Schechter e Robert J. Dohrmann è il produttore esecutivo.

Completano il cast Nick Dillenburg, Anna Garcia, Jim Rash, Noah Robbins, Colin Woodell, Christian Zuber, Donald Elise Watkins con Ray Romano e Woody Harrelson. Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna sarà al cinema dall’11 luglio distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna

Interpretato da Scarlett Johansson e Channing Tatum, Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna è un’intelligente ed emozionante commedia drammatica, ambientata nel contesto dello storico allunaggio NASA dell’Apollo 11. Assunta per rilanciare l’immagine pubblica della NASA, Kelly Jones (Johansson), ragazza prodigio del marketing, si scontrerà con Cole Davis (Tatum), direttore del programma di lancio,  creando scompiglio nel suo già difficile compito. Quando la Casa Bianca ritiene che la missione sia troppo importante per fallire, Kelly Jones viene incaricata di inscenare un finto sbarco sulla Luna come piano di riserva. A quel punto il conto alla rovescia inizia davvero.

Superman: David Corenswet rivela quali sono i fumetti a cui si ispira il reboot

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La star di Superman, David Corenswet, ha fatto un’apparizione a sorpresa alla proiezione del suo nuovo film, The Greatest Hits, ieri sera, e ha risposto a un paio di domande sul prossimo reboot del DCU.

Come ci si aspetterebbe, l’attore non è sceso nei dettagli, ma ha rivelato alcune delle serie di fumetti a cui si è ispirato lo sceneggiatore/regista James Gunn, pur sottolineando che il film è “una cosa tutta sua”.

David Corenswet cita All-Star Superman (che conoscevamo) e Superman for all Seasons, la serie limitata in 4 numeri di Jeph Loeb e Tim Sale.

Di cosa parla Superman for all Seasons? 

Pubblicata nel 1998, la storia racconta le origini dell’Uomo d’Acciaio attraverso la narrazione di quattro delle persone a lui più vicine, Jonathan Kent, Lois Lane, Lex Luthor e Lana Lang. Qui di seguito potete vedere un breve video del discorso di Corenswet.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Those About to Die: teaser trailer della serie sui Gladiatori girata a Roma

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Il regista di Independence Day, Roland Emmerich, ha presentato un nuovo teaser della serie Those About To Die (Quelli che stanno per morire), che introduce il complesso e corrotto mondo dei combattimenti gladiatori nell’Antica Roma, con un piccolo aiuto da parte dell’imperatore romano Vespasiano, interpretato dal due volte premio Oscar Sir Anthony Hopkins. Come si conviene, tutti i 10 episodi della serie usciranno su Peacock giovedì 18 luglio negli USA, poco più di una settimana prima dell’inizio dei Giochi Olimpici estivi di Parigi, il 26 luglio.

Sviluppato da Robert Rodat e diretto da Emmerich e Marco Kreuzpaintner, Those About To Die (Quelli che stanno per morire) esplora lo squallido ventre della competizione gladiatoria, dove si intrecciano intrattenimento per le masse, manovre politiche e dinastie romane. L’obiettivo esteriore è dare al pubblico il sangue e lo sport che desidera con ogni mezzo necessario. Sotto lo spettacolo, tuttavia, ogni sorta di personaggio proveniente da tutto l’Impero usa il Colosseo come luogo per perseguire i propri scopi. La serie promette un alto livello di pericolo e di eccitazione: i gladiatori si scontrano e il sangue scorre in questo mondo di corruzione e morte, mentre la lotta per la successione all’imperatore invecchiato infuria.

Il teaser è narrato da Anthony Hopkins, che prepara il terreno per lo spettacolo di sangue che verrà. Mentre passano flash di guerrieri con spade, scudi e archi, racconta come le battaglie nell’arena facciano parte della storia della guerra tanto quanto gli scontri sul campo e le dispute verbali e i sotterfugi a porte chiuse. Sebbene sembri che si stia rivolgendo al popolo di Roma per l’inizio dei giochi, le sue parole riflettono anche gli intrighi politici che si svolgono dietro le quinte. L’azione non mancherà comunque nella serie di Emmerich e Rodat, visto che un’inquadratura finale mostra cavalli e carri che attraversano l’arena mentre i guerrieri combattono con furia e grazia.

https://youtu.be/6xouFXMOvaU

Cosa sappiamo su Those About To Die (Quelli che stanno per morire)

La descrizione del personaggio di Vespasian descrive il personaggio come “provato in battaglia, un novellino rurale che ha reclamato il suo trono dopo aver vinto una sanguinosa guerra civile durata dieci anni. Sta invecchiando ed è disprezzato dai Patrizi che lottano per una posizione nell’Impero e cercano di soppiantare i suoi eredi al trono alla prima occasione che ne hanno.”

Those About To Die sarà prodotto esecutivamente e diretto da Emmerich attraverso la sua società Centropolis Entertainment e lo sceneggiatore di Salvate il soldato Ryan Robert Rodat,  scriverà la sceneggiatura basata sull’omonimo libro di saggistica di Daniel Mannix. La produzione dovrebbe iniziare quest’anno in Italia. “È un dramma epico ambientato nel mondo complesso e corrotto della competizione tra gladiatori guidata dallo spettacolo“, recita la sinossi. “La serie introduce un insieme di personaggi diversi provenienti da tutte le parti della società romana che si scontrano all’incrocio tra sport, politica e dinastie del mondo antico.

Those About To Die segna il primo progetto televisivo di Roland Emmerich in un decennio dal suo debutto alla regia televisiva nel 2012 con Dark Horse. È meglio conosciuto per aver diretto film di sopravvivenza ai disastri come Universal SoldierIndependence Day Godzilla , The Day After Tomorrow2012 e Moonfall. Altri produttori esecutivi sono Gianni Nunnari, Harald Kloser, Herbert G. Kloiber, Oliver Berben, Martin Moszkowicz, Stuart Ford, Lourdes Diaz e Jonas Bauer. È una produzione di AGC Studios, con la produzione di Centropolis Entertainment, Hollywood Gang Productions e Street Entertainment.

Scoop: la storia vera dietro al film Netflix sul Principe Andrea

Scoop: la storia vera dietro al film Netflix sul Principe Andrea

Nel 2020, prima di produrre Scoop, il film sulla storia vera dell’intervista che la BBC fece al Principe Andrea in merito al suo legame con Jeffrey Epstein, Netflix aveva pubblicato Jeffrey Epstein: Filthy Rich, uno sguardo approfondito sullo scandalo del traffico sessuale di Jeffrey Epstein e su come ha usato il suo potere e la sua ricchezza per coprire i propri crimini. La docuserie approfondisce il ruolo di Epstein e Guylaine Maxwell nel reclutamento di donne (anche minorenni) che in seguito si sono fatte avanti come vittime di uno “schema piramidale” di molestie.

Sebbene la docu serie originale di Netflix abbia fornito una panoramica di ciò che è accaduto a porte chiuse nel processo penale contro il finanziere, non ha approfondito uno dei personaggi legati a questa operazione. La famiglia reale britannica è negli ultimi tempi al centro dell’interessa dei media, da Meghan Markle e il Principe Harry che si sono dimessi dai loro doveri reali, fino alle recenti ossessioni per lo stato di salute di re Carlo III e Kate Middleton, con quest’ultima costretta a dover fare un annuncio pubblico sulla sua battaglia contro il cancro.

Tuttavia, la notizia del legame del Principe Andrea con Epstein e delle accuse di violenza sessuale nei suoi confronti è stata probabilmente la più controversa di tutte. Dopo aver lasciato i suoi doveri reali e aver visto la sua reputazione macchiata, il Duca di York ha accettato di rilasciare un’intervista esclusiva alla BBC nel 2019 con la speranza di chiarire la sua relazione con il finanziere. Questa storia di vita reale è al centro dell’ultimo film Netflix, Scoop (qui la recensione), interamente incentrata sulla preparazione della famigerata intervista a Newsnight e sulle sue ripercussioni.

Il principe Andrea e Jeffrey Epstein erano vicini dagli anni ’90

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Come viene riportato da Scoop (qui la recensione) nell’intervista del Principe Andrea (Rufus Sewell) a Emily Maitlis (Gillian Anderson), egli incontrò Jeffrey Epstein per la prima volta nel 1999 per tramite di Guylaine Maxwell. Lui e la Maxwell si conoscevano da quando lei era una studentessa universitaria a Oxford. Secondo il Daily Mail, il Duca di York ha trascorso una vacanza sull’isola privata di Epstein nei Caraibi nel 1999, la prima di molte interazioni che hanno avuto nel corso degli anni. Dai 40 anni di Andrew ai 18 anni della Principessa Beatrice, i due sono stati fotografati insieme in diverse occasioni, anche dopo che il finanziere è stato condannato al carcere nel 2008.

Quando Maitlis ha chiesto nell’intervista a Newsnight del suo incontro con Epstein a Central Park nel 2010, il principe ha detto che quel giorno si erano incontrati per rompere i legami a causa delle accuse. Tuttavia, Andrew è rimasto a casa di Epstein per alcuni giorni dopo questa conversazione, rendendo meno credibili le sue affermazioni sulla rottura dell’amicizia. Soprattutto perché ha negato l’affermazione di essere stato un ospite d’onore a una festa di quattro giorni, presumibilmente per celebrare la scarcerazione di Epstein. Secondo un’intervista rilasciata nel 2019 alla BBC, il Duca di York ha dichiarato che non si trattava di una festa, ma piuttosto di un piccolo incontro con solo otto o dieci persone presenti.

Il principe Andrea fu accusato di aver abusato di Virginia Roberts Giuffre, una delle vittime di Epstein

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Oltre al suo legame con un trafficante di sesso condannato, il Principe Andrea è stato citato anche nel caso giudiziario di Epstein del 2015. La menzione non era dovuta solo alla sua relazione con il finanziere, ma piuttosto al legame del reale con Virginia Roberts Giuffre, una delle vittime di Epstein. La Giuffre ha avuto un’infanzia difficile, avendo subito abusi e la mancanza di una vera famiglia prima di incontrare Maxwell ed Epstein per quello che credeva fosse un colloquio di lavoro per diventare una massaggiatrice. Dopo essere stata abusata dallo stesso finanziere, ha accusato il principe Andrea di violenza sessuale dopo il loro incontro a Londra nel 2001.

All’epoca la ragazza aveva solo 17 anni e da allora è circolata su Internet una fotografia scattata quella notte, che mostra il Duca di York con il braccio intorno alla vita di lei. Non è stata l’unica volta che la Giuffre ha accusato il reale di cattiva condotta sessuale. Nella sua causa civile, la donna ha raccontato che Epstein ha abusato di lei altre due volte, nelle proprietà di Epstein a Manhattan e a Little St. Nell’intervista rilasciata a Newsnight, il Principe Andrea ha dichiarato di non ricordare di aver incontrato la Giuffre e ha negato di aver avuto rapporti sessuali con lei.

Scoop si concentra sul modo in cui i giornalisti della BBC si sono assicurati un’intervista con il principe Andrea in mezzo allo scandalo

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Sebbene il film Scoop di Netflix tratti delle accuse e dell’amicizia tra il principe Andrea e Epstein (principalmente attraverso la conversazione con la BBC), la pellicola si concentra anche su le donne che hanno assicurato l’intervista al canale britannico. La protagonista è Sam McAlister (Billie Piper), l’ex produttrice di Newsnight che convinse il principe reale e la sua segretaria privata di allora Amanda Thirsk (Keeley Hawes) a dare il via libera all’intervista. In un colloquio con Esquire, la McAlister in carne e ossa ha raccontato come ha usato la brutale onestà per convincere il principe e il suo team:

Il lavoro si basava sulla connessione e sull’integrità. Le persone dovevano fidarsi di te e di ciò che dicevi. E così ho dimostrato la mia fiducia alle persone essendo onesta e diretta con loro. In quel momento eravamo circa a metà della trattativa, quindi eravamo lì da un’ora, quindi non è così schietto come sembra, ma abbiamo creato un vero e proprio rapporto. Sapevo che si fidava delle mie parole“.

Dopo che McAlister ha organizzato l’intervista (un processo che ha richiesto circa 13 mesi in totale, con la principessa Beatrice che si è presentata durante la negoziazione), è stato il momento per Emily Maitlis e la produttrice Esme Wren (Romala Garai) di preparare e orchestrare l’intervista. In un’intervista a Vanity Fair, la Maitlis ha raccontato di essere stata molto ansiosa durante questo periodo di preparazione e fin troppo consapevole di dover realizzare “un’intervista che potesse reggere in tribunale“.

Una volta terminata l’intervista, McAlister ha dichiarato che il Principe Andrea e il suo team erano molto ottimisti, mentre la BBC non riusciva a credere che l’intervista sarebbe arrivata alla luce del sole. Dopo la messa in onda, al Principe Andrea sono stati tolti i titoli militari e il diritto di essere chiamato “Sua Altezza Reale“. Ha anche patteggiato la causa per violenza sessuale e ha pagato una somma non rivelata a Giuffre. Quanto alla McAlister, ha scritto il libro di memorie che ha ispirato il film di Netflix, Scoops: Inside theBBC’s Most Shocking Interviews from Prince Andrew to Steven Seagal. Come la McAlister, anche Maitlis ha lasciato la BBC e ora conduce The News Agents su LBC Radio.

Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

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Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

Ecco il trailer di Girasoli, l’opera prima di Catrinel Marlon che, dopo essere stato presentato Fuori Concorso al 41.mo Festival di Torino esce al cinema il prossimo 23 maggio distribuito da Masi Film. Nel cast del film Gaia Girace (L’amica Geniale, The Good Mothers) al suo esordio in un lungometraggio, Mariarosaria Mingione, Monica Guerritore, Pietro Ragusa.

Il film, ispirato a una storia vera, racconta dei “bimbi sperduti” che abitavano i manicomi fino agli anni ’70 in Italia, cercando di restare bambini il più a lungo possibile in un luogo senza gioia, per non venire trasferiti nei reparti degli adulti. Attraverso una storia d’amore e di solidarietà femminile, i tre personaggi principali Lucia (una giovane paziente), Anna(un’infermiera alle prime armi) e la dottoressa Marie (pioniera delle successive teorie di Basaglia) mostrano un periodo storico di cambiamento della disciplina psichiatrica. Un film corale, in cui l’immaginazione dei ragazzi dimenticati è centrale.

Sei Fratelli, il trailer del film di Simone Godano

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Sei Fratelli, il trailer del film di Simone Godano

Arriva al cinema dal 1° maggio, Sei Fratelli, il nuovo film di Simone Godano, prodotto da Grøenlandia con Rai Cinema, e distribuito da 01 Distribution. Ecco il trailer.

Simone Godano, che firma anche la sceneggiatura insieme a Luca Infascelli, dirige un cast corale composto da Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain, Mati Galey, Linda Caridi, Judith El Zein, Imma Villa, Antonella Ponziani, Camilla Barbieri e con Gioele Dix.

Sei Fratelli, la trama

Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante. Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.

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