Dopo il
teaserPrime Video ha diffuso il trailer ufficiale
dell’attesissima serie musical-drama Daisy Jones & The
Six, accompagnato da “Regret Me”, una delle 24
canzoni originali scritte esclusivamente per la serie e registrata
dal cast. La musica originale sarà pubblicata da Atlantic Records
in concomitanza con l’uscita della serie, che debutterà il 3
marzo, con nuovi episodi ogni venerdì fino al 24 marzo,
esclusivamente su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori in tutto il mondo.
Basata sul romanzo best-seller di
Taylor Jenkins Reid, la limited series Daisy Jones &
The Six è un musical-drama che narra l’ascesa e la
precipitosa caduta di una famosa rock band. Nel 1977, Daisy Jones &
The Six sono sul tetto del mondo. Guidata da due cantanti
carismatici – Daisy Jones (Riley Keough) e Billy Dunne (Sam
Claflin) – la band è uscita dall’anonimato e ha avuto
un grandissimo successo, ma in seguito a un concerto sold-out al
Soldier Field di Chicago sparisce. Ora, a distanza di decenni, i
componenti della band hanno finalmente deciso di raccontare la
verità. Questa è la storia di come una band iconica è implosa
all’apice del successo.
Nel cast della serie Riley
Keough interpreta Daisy Jones, mentre Sam Claflin è Billy Dunne, Camila
Morrone veste i panni di Camila Dunne, Will
Harrison di Graham Dunne, Suki Waterhouse
ha il ruolo di Karen Sirko, Josh Whitehouse quello di Eddie
Roundtree, Sebastian Chacon è Warren Rhodes, Nabiyah
Be interpreta Simone Jackson e Tom Wright è Teddy Price,
con la partecipazione straordinaria di Timothy Olyphant nel ruolo
di Rod Reyes.
Da Amazon Studios e Hello Sunshine,
Daisy Jones & The Six ha come executive
producer Reese Witherspoon e Lauren Neustadter per
Hello Sunshine e Brad Mendelsohn per Circle of Confusion. Scott
Neustadter e Michael H. Weber hanno creato la serie basata sul
romanzo di Taylor Jenkins Reid, qui anche in veste di produttrice.
Scott Neustadter è executive producer e co-showrunner con Will
Graham, anch’egli executive producer. James Ponsoldt ha diretto i
primi cinque episodi e ricopre anche il ruolo di executive
producer, Nzingha Stewart ne ha diretti quattro e Graham uno. La
serie conterrà brani originali scritti e prodotti dal produttore
nominato ai Grammy Blake Mills e da una serie di altri talentuosi
co-sceneggiatori.
Da domenica 19 febbraio arriva su
Rai Uno Resta con me, la nuova serie tv
con
Francesco Arca e Laura
Adriani, nata da un’idea di Maurizio De
Giovanni e diretta da Monica Vullo – già
regista di numerosi progetti Rai Fiction – Il paradiso
delle signore,
Un passo dal cielo 3, Don
Matteo (stagioni 9 e 10), I Bastardi di
Pizzofalcone 3, solo per citarne alcuni. Ricco il
cast, che oltre ai due protagonisti può contare su una presenza
inossidabile delle fiction Rai come Antonio Milo e
su Maria Pia Calzone.
La trama di Resta con me
Alessandro Scudieri,
Francesco Arca, è il vicequestore della Mobile di
Napoli ed è da tempo sulle tracce di una pericolosa banda di
criminali. Per verificare una segnalazione ricevuta riguardo ad
essa, va a pranzo in un ristorante sul lungomare, portando con sé
la moglie Paola, Laura Adriani, in attesa del loro
primo figlio, convinto che si tratti di una faccenda semplice e
senza rischi. Purtroppo, però, la coppia resta coinvolta in una
sparatoria all’interno del ristorante e Paola perde il bambino. Il
loro rapporto è profondamente segnato dall’evento e Paola non
riesce più a fidarsi di Alessandro. Quando l’amico d’infanzia di
Alessandro, Gennaro, viene ucciso, il vicequestore si fa carico di
Diego, Mario Di Leva, il figlio dell’amico. Decide
perciò di portarlo a casa con sé. Paola è inizialmente contraria,
ma poi sceglie di accettare questa presenza, finchè con il
Tribunale dei Minori, presso cui è giudice, non troverà una
sistemazione più idonea per il bambino. Nel frattempo Alessandro,
che si sente responsabile per quanto accaduto a Paola e per la
crisi del loro rapporto, chiede di unirsi ad un’unità di intervento
speciale, che lavora solo di notte. Così, i due resteranno
distanti, ma riusciranno ad occuparsi di Diego, mentre cercano di
ridare un senso alle proprie vite.
Una nuova serie crime della Rai, da
un’idea di Maurizio De Giovanni
Invitare il pubblico ad
appassionarsi all’ennesima serie crime, poliziesca proposta dalla
Rai, peraltro dopo diversi precedenti, anche di grande successo, è
una bella sfida. Basterebbe citare quelle che, come Resta con me,
hanno a che fare con Maurizio De Giovanni: I Bastardi
di Pizzofalcone, Il Commissario
Ricciardi, Mina Settembre.
Sicuramente, vi è l’idea che lo scrittore partenopeo sia una specie
di re Mida e che tutto ciò a cui dà in qualche modo il via possa
diventare oro, visti i precedenti. Non tutto però è così scontato,
anche perchè per Resta con me non si
parte da suoi romanzi di successo, che hanno già ottenuto un grande
seguito, come nei casi succitati. Qui, De Giovanni porta “solo”
un’idea, tutta da sviluppare e costruire.
Buoni spunti, ancora non
valorizzati a pieno
Resta con
me ha diversi buoni spunti, anche elementi di novità,
che possono incuriosire e interessare lo spettatore. C’è, ad
esempio, l’idea di raccontare una Napoli notturna, assai poco
raccontata finora. Tuttavia, nella prima serata della serie,
l’azione avviene ancora prevalentemente di giorno e non emerge
molto questo aspetto inedito di Napoli. Stessa cosa si può dire per
l’ambientazione sotterranea. La banda cui dà la caccia il
commissario Scudieri, interpretato da Francesco Arca, infatti,
agisce nei sotterranei della città. Questo elemento, però, non
trova ancora spazio nel primo episodio, ma viene solo accennato.
Ciò sicuramente fa crescere la curiosità nello spettatore. Si
attende che questo elemento venga sviluppato adeguatamente in
seguito.
Resta con me, una squadra molto
omogenea
Set della serie TV “L’ultimo spettacolo!” di Monica Vullo.
Nella foto Francesco Arca, Laura Adriani e Mario Di Leva.
Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è
della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla
società di produzione del film e può essere riprodotto solo da
pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni
Fiorito.
Set of TV series “L’ultimo spettacolo!” by Monica Vullo.
in the picture Francesco Arca, Laura Adriani and Mario Di Leva.
Photo by Gianni Fiorito
This photograph is for editorial use only, the copyright is of the
film company and the photographer assigned by the film production
company and can only be reproduced by publications in conjunction
with the promotion of the film.
The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni
Fiorito.
Il focus del progetto
Resta con me vogliono essere le relazioni
personali e i caratteri dei singoli personaggi. L’intenzione è
quella di creare una squadra di poliziotti con varie sensibilità,
vari tipi umani, differenti età e caratteri, così che il pubblico
possa affezionarsi e riconoscersi nell’uno o nell’altro
personaggio. Qualcosa però, almeno nel primo episodio, sembra non
funzionare benissimo. Gli attori, pur bravi, rappresentano tutti
caratteri “medi”, senza grossi tratti distintivi, non troppo
distanti per età, salvo un paio di eccezioni. Sono un gruppo forse
troppo omogeneo. In questi casi, invece, a vincere ed avvincere il
pubblico è proprio la forte tipicità di ciascun personaggio. E’
difficile trovarne qui uno che spicchi, che catturi al primo
sguardo o alla prima scena. Questo stupisce, se si pensa al team di
sceneggiatori che ha dato vita alle otto puntate della serie.
Donatella Diamanti, ideatrice del soggetto
originale e guida del team di sceneggiatura, è stata infatti
affiancata da un corposo gruppo di lavoro: Mario
Cristiani, Fabrizia Midulla,
Giovanni Galassi, Angelo Petrella
e Tommaso Renzoni. Eppure, nella prima serata, la
squadra Mobile di Napoli non coinvolge fino in fondo.
Il cast e le interpretazioni di
Resta con me
Dal punto di vista attoriale, i
protagonisti, Francesco Arca e Laura
Adriani, si trovano di fronte alla sfida di dare corpo a
un dramma come la perdita di un figlio, non facile da
rappresentare. I due non conquistano pienamente lo spettatore.
Adriani ha una efficacia altalenante. Arca sembra comunicare poco
con la sua espressività. Inoltre, il suo accento, tra il toscano e
il napoletano, non convince molto, dando vita a un ibrido forse non
necessario. Il resto del cast è composto da Antonio
Milo, che interpreta Salvatore Ciullo, non molto presente
nella prima serata della serie, come anche Chiara
Celotto, nei panni di Linda Fiore, che saranno i nuovi
colleghi di Alessandro. Arturo Muselli è Marco,
amico e collega di Alessandro. Fanno parte della vecchia squadra di
Scudieri anche Alessia Spada, cui dà corpo Angela
Ciaburri, Stefano D’Angelo e sua sorella Ilaria,
interpretati da Amedeo Gullà e Claudia
Tranchese. Raffaella Rea, Gemma, e
Liliana Bottone, Vittoria, vestono invece i panni
delle sorelle di Paola, mentre Nunzia Raimondi, interpertata da
Maria Pia Calzone, è il capo della squadra Mobile.
Nel complesso le interpretazioni sono abbastanza convincenti, ma
non colpiscono in modo particolare. Un’eccezione è Angela
Ciaburri, forse per il carattere deciso del suo
personaggio, che si distacca un po’ dalla medietas di cui si
parlava in precedenza, ma anche per il piglio con cui l’attrice lo
affronta. L’unico però a spiccare davvero è il piccolo
Mario Di Leva, che interpreta Diego con la
spontaneità e la simpatia necessaria per conquistare il
pubblico.
In attesa di uno scatto in
avanti
Molti i temi affrontati, sia dai
singoli casi proposti, che dal filo narrativo orizzontale della
storia: maternità, affido, crisi delle relazioni di coppia, legame
tra sorelle, amicizia. Si resta in attesa che questa si sviluppi e
i personaggi crescano, dispiegando a pieno il loro potenziale, e
riescano ad avvincere davvero lo spettatore. Come si attende che
Napoli, nella sua dimensione meno raccontata, diventi l’altra
protagonista del progetto. L’auspicio è che ciò accada nei
successivi episodi. Nel frattempo, ci si può godere una perla come
Resta, resta cu’mme’ di Pino Daniele, che
accompagna i titoli di testa della serie. Piacevoli anche le
musiche originali di Andrea Guerra.
Resta con me arriva da domenica 19
febbraio in prima serata su Rai Uno.
Secondo quanto riferito, un nuovo
film di Hellboy è in lavorazione presso Millennium Media con
un regista già incaricato e una sceneggiatura già scritta. DiscussingFilm ha
riferito che Brian Taylor dirigerà il prossimo film di Hellboy.
Taylor è meglio conosciuto per aver diretto diversi episodi di
Happy! e ha co-diretto due dei film di
Crank e Ghost Rider: Spirit of Vengeance
con Mark Neveldine. Ha anche co-scritto Jonah Hex
del 2010 per Neveldine.
Nessun attore al momento è stato
ancora rivelato per interpretate il personaggio titolare e il film
attualmente non ha un distributore. Secondo quanto riferito, le
riprese inizieranno in Bulgaria questo aprile.
Il sito rileva che il creatore
di Hellboy Mike Mignola e l’autore
Christopher Golden stanno ricevendo crediti per la storia del film,
anche se non è chiaro se abbiano lavorato alla sceneggiatura. Le
fonti affermano che il titolo provvisorio del film è Hellboy:
The Crooked Man, anche se non è
noto se il film sarà basato sulla storia di The Crooked Man dei
fumetti di Hellboy .
Continua irrefrenabile la stagione
dei premi 2023, e mentre questa sera ci sarà la piccola parentesi
Europea dei BAFTA 2023, ci avviamo spediti verso
gli Oscar 2023, annunciando anche i vincitori per le migliori
scenografie, i ADG Awards 2023.
ONE-HOUR CONTEMPORARY SINGLE-CAMERA SERIES
“Severance: Good News About Hell” (Production
Designer: Jeremy Hindle)
TELEVISION MOVIE OR LIMITED SERIES
“Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities” (Production Designer:
Tamara Deverell)
HALF HOUR SINGLE-CAMERA SERIES
“Our Flag Means Death: Pilot” (Production Designer: Ra
Vincent)
MULTI-CAMERA SERIES
“How I Met Your Father: Pilot” (Production Designer: Glenda
Rovello)
COMMERCIALS
“The Lord of the Rings: The Rings of Power – Title Announcement”
(Production Designer: Brian Branstetter)
SHORT FORMAT: MUSIC VIDEO OR WEBSERIES
Adele “I Drink Wine” (Production Designer: Liam Moore)
VARIETY, REALITY OR COMPETITION SERIES
“Saturday Night Live: Jack Harlow Hosts Season 48 Episode 4, Jack
Harlow Musical Guest” (Production Designers: Keith Raywood, Eugene
Lee, Akira Yoshimura, N. Joseph De Tullio)
VARIETY SPECIAL
“94th Annual Oscars” (Production Designer: David Korins)
Una vittoria che non arriva troppo
inaspettata ma che comunque indica una precisa direzione che
prenderà questa stagione dei premi in vista degli Oscar 2023:
Daniel Kwan e Daneil Scheinert
hanno vinto i DGA Awards 2023 per la migliore
regia di Everything Everywhere All At Once.
L’avversario più forte dei Daniels
era Steven Spielberg, che ancora una
volta ha realizzato l’ennesimo film straordinario con The Fabelmans che però a quanto pare verrà
messo da parte per dare spazio alle novità. E non è del tutto
sbagliato!
Il premio al migliore esordio alla
regia è andato invece a Charlotte Wells che con il
suo splendido Aftersun ha realizzato davvero un piccolo
miracolo, uno dei film più emozionali e delicati dell’intera
stagione. Ecco di seguito tutti i vincitore dei DGA Awards
2023:
Migliore regia in un film per il
cinema
WINNERS:
DANIEL KWAN, DANIEL SCHEINERT, “Everything Everywhere All at Once”
(A24) –
Unit Production Manager: Allison Rose Carter, First Assistant
Director: Rodney Smith, Second Assistant Director: John Nasraway,
Second Second Assistant Director: Ken C. Wu
Migliore
debutto alla regia
WINNER: Charlotte Wells, “Aftersun” (A24)
Serie
Drammatica
WINNER: SAM LEVINSON, Euphoria, “Stand Still Like the Hummingbird” (HBO)
–Directorial Team: Unit Production Manager: Will
Greenfield; First Assistant Directors: Valerie Johnson, Sally
Brunski; Second Assistant Directors: Cindy King, Colin Duffy;
Second Second Assistant Directors: James Chestnut; Additional
Second Assistant Director: Aaron Rose Leone
Serie
Comedy
WINNER: BILL HADER, Barry, “710N” (HBO) –Directorial Team: Unit Production Manager: Aida Rodgers;
First Assistant Director: Gavin Kleintop; Second Assistant
Director: Erin Stern Linares; Second Second Assistant Directors:
Yarden Levo, Chalis Romero
Film per
la tv o serie limitata
WINNER: HELEN SHAVER, Station Eleven, “Who’s There?” (HBO
Max) –Directorial Team: Unit Production Manager:
David Nicksay; First Assistant Director: Jennifer Wilkinson; Second
Assistant Director: Anna Vogt
Documentario
WINNER: SARA DOSA, “Fire of Love” (National
Geographic)
Sono tanti i registi che
hanno voluto raccontarsi sfruttando un alter ego sullo schermo,
attraverso il cinema. Pensiamo, per esempio, a capolavori come
È stata la mano di Dio di Paolo
Sorrentino o al più recente The Fabelmans di Steven Spielberg. Il cinema diventa
diario, sfogliato dagli spettatori, mentre si naviga nei ricordi di
cineasti che sanno davvero come plasmare l’arte a loro immagine e
somiglianza. Se andiamo a ritroso nel tempo ce n’è uno in
particolare che ha scritto una splendida pagina del cinema
italiano, raccontandosi con grande passione: Federico
Fellini.
Molti associano a Fellini
– erroneamente – un solo film che rispecchia la definizione di film
biografico (in cui il regista racconta la sua vita), prendendo in
considerazione solo Amarcord del 1973. Eppure
nella filmografia del Maestro c’è un film che spicca più di tutti e
che è considerato trai maggiori capolavori del cinema mondiale:
parliamo di Otto e mezzo. La pellicola, uscita nel
1963, è un’autobiografia molto intima di Fellini, esempio massimo
della sua poetica. A sessant’anni dal suo debutto, ripercorriamo
uno dei capolavori felliniani.
Otto e mezzo, perché il
film è un’autobiografia?
Otto e
mezzo si inserisce nella “fase matura” della filmografia
felliniana, periodo in cui il regista porta totalmente nelle sue
opere la sua personale concezione di vita e di arte. Ne fanno parte
anche Amarcord e La voce della
luna. Tre anni dopo il capolavoro La dolce
vita, che scuote profondamente l’Italia e che all’epoca
desta scandalo, Fellini si dedica all’episodio del film corale
Boccaccio ’70, Le tentazioni del dottor
Antonio. Conclusa questa parentesi arriva l’idea di girare
un film nuovo di zecca. Non c’è però una storia concreta nella sua
mente, bensì un flusso di pensieri che cercano di trovare una
strada per esprimersi. Fellini si rivolge allo sceneggiatore e
amico Ennio Flaiano, ma questi non sembra
convinto. In compenso, però, a questa pellicola inesistente viene
affiancato un nome, Otto e mezzo,
perchéè sia una
pellicola a metà sia il suo ottavo film. Già il titolo è
autobiografico.
Deciso ad abbandonare
un’idea che oramai è quasi svanita, arriva l’illuminazione mentre
si trova a Cinecittà: Otto e mezzo parlerà proprio
di questo, di un regista che vuole fare un film ma non sa quale. È
intrappolato nei suoi stessi pensieri confusi e cerca un modo per
risolvere una situazione così scomoda. Fellini affida a
Marcello Mastroianni il suo alter ego, Guido
Anselmi, che condurrà lo spettatore nella crisi profonda del
regista. Il Maestro costruisce Otto e mezzo
accavallando fatti reali, sogni e fantasticherie, in cui tutto si
mescola, restituendo inizialmente un senso di disorientamento. Per
questo, un’opera considerata pregna di tutto il genio
felliniano.
Fellini perciò racconta
se stesso e la sua difficoltà sul grande schermo e tanti sono i
momenti in cui sembra lui a parlare. “Mi sembrava di avere le
idee così chiare. Volevo fare un film onesto, senza bugie di nessun
genere. Mi pareva di avere qualcosa di così semplice, così semplice
da dire. Un film che potesse essere un po’ utile a tutti, che
aiutasse a seppellire per sempre tutto quello che di morto ci
portiamo dentro”, dice Guido, parlando dei desideri e delle
confessioni dello stesso Fellini.
La crisi felliniana
nella sequenza iniziale
La scena d’apertura di
Otto e mezzo racchiude il significato più profondo
della pellicola e dello stato d’animo in cui Fellini si trova prima
di iniziare il film. Il protagonista è bloccato nel traffico,
dentro un’auto in cui si sente soffocare. La macchina da presa si
avvicina a lui, ma non ne vediamo il volto. I visi che invece
Fellini ci mostra, nel silenzio assordante, sono quelli degli
automobilisti con lo sguardo fisso su Guido Anselmi. Rappresentano
al tempo stesso lo sguardo degli spettatori, mentre,
identificandosi con essi,aspettano con ansia di
riuscire a vedere quell’uomo che inizia a dimenarsi nella propria
macchina.
Questa prima sequenza è
fondamentale per comprendere il senso di oppressione che Guido, e
quindi Fellini stesso, provano. Metaforicamente schiacciati e
ingabbiati nella macchina da presa, soffocati da una responsabilità
che non vuol dare loro aria. Fin quando non arriva il sogno, quello
tanto caro al regista, e su cui si gioca la sua poetica. Guido si
libra nel cielo, vola in alto e sempre più su, fino a immergersi
nelle nuvole candide. Una sensazione di libertà pura, che si
interrompe quando una corda avvolge la sua caviglia tirandolo di
nuovo giù, sulla terra, nella realtà. Ed ecco il produttore che lo
richiama ai doveri. Devono fare il film. Quel film che tutti
aspettano, ma che non riesce a nascere. Qui Fellini descrive in
maniera perfetta il suo smarrimento; quello di un regista costretto
a dover far qualcosa ma che non sa cosa dire.
La potenza di “Asa Nisi
Masa”
Otto e
mezzo è, come dicevamo, un’opera molto complessa ma è
proprio nella sua lettura che si scova il senso della pellicola
autobiografica. La scena più emblematica, che rispetto ad altre è
maggiormente circondata da un alone di mistero, è quella del mago,
a cui segue la famosa frase “Asa Nisi Masa”. Per tanto tempo si è
dibattuto sul suo significato, soprattutto perché Fellini era un
regista che amava giocare con il suo pubblico. Tanti hanno pensato
che la frase del film non significasse niente. Altri invece hanno
ipotizzato che il concetto fosse legato alle teorie dello
psicanalista Jung, da cui Fellini era affascinato, e che quindi
fosse una traduzione di “Anima” dall’alfabeto serpentino. Per Jung
tale parola era volta a rappresentare le caratteristiche femminili
nella personalità di un uomo.
Eppure, proprio perché
cinema autobiografico, la sequenza sopracitata si comprende solo
scavando nell’infanzia del Guido/Fellini che lo stesso Otto
e mezzo ci mostra. L’assistente del prestigiatore scrive
alla lavagna la frase pensata da Guido, e subito dopo le immagini
fotografano un bambino, per l’appunto il protagonista, che
scorrazza in una casa di campagna. In questa sequenza il dialogo
fra i personaggi è in dialetto, e solo alla fine si sente dire “Asa
Nisi Masa”. In una ricerca sul dialetto romagnolo e, nello
specifico, su quello riminese, si è scoperto che “masa” è
l’imperativo di “masè” che significa “nascondere”. Se ne è dedotto
dunque, che fosse proprio una reminiscenza dell’infanzia di
Federico e che l’autore mette dentro la testa di Guido, il quale
esce fuori da una situazione di imbarazzo aggrappandosi a un caro
ricordo del suo burattinaio. Otto e mezzo da qui
comincia a prendere una piega diversa: i ricordi si uniscono ai
sogni per indirizzare il regista sulla giusta strada, aiutandolo a
mettere ordine in quella confusione soffocante.
Il finale di Otto e
mezzo
La dimensione dominante
di Otto e mezzo è quella onirica, già elemento
peculiare della produzione felliniana e che qui prende
progressivamente il sopravvento su quella realistica. Il cineasta
che aveva cominciato la sua carriera nella scia del neorealismo
(I vitelloni) era rimasto deluso dalle
trasformazioni che la società stava attraversando. Fellini tenta di
evadere dalla corruzione servendosi del sogno e della fantasia,
unico mezzo attraverso il quale potersi esprimere in libertà, non
rifiutando però un confronto fra passato e presente. Otto e
mezzo diventa così massima espressione della sua arte, che
sfocia nella conclusione del film in cui il Maestro chiude il
viaggio con un messaggio dedicato a tutti.
Guido è riuscito ad
avviare il suo film, proprio come Fellini è riuscito a realizzare
Otto e mezzo. Lucido e consapevole dell’esperienza
portatasi sulle spalle, il protagonista incontra tutti i personaggi
che gli sono stati accanto, sogno e realtà si fondono in una
bellissima conclusione, con una musica diegetica che fa da
accompagnamento. Il finale diventa positivo, un monito da parte di
Fellini a non lasciarsi sopraffare dalla tempesta, ma passarci
attraverso per combatterla e uscirne più coscienti. Un invito a
credere sempre in quello che si fa, aiutati dalle persone che si
amano, nonostante gli ostacoli che si incontrano lungo la strada.
Ecco Otto e mezzo: una lettera di Federico Fellini
al suo pubblico grazie a cui, mettendosi a nudo, diventa grande
esempio di vita.
Da sempre il cinema si nutre delle
fiabe, dei loro personaggi e tematiche di fondo. Da queste sono
nati alcuni dei film più celebri di sempre, che hanno affascinato
spettatori di ogni dove proprio per la loro semplicità ed
efficacia. Uno degli esempi più recenti è Biancaneve e
il cacciatore (qui la recensione),
rivisitazione in chiave dark fantasy della celebre Biancaneve e
i sette nani, la cui versione oggi più nota è quella narrata
dai fratelli Grimm. Arrivato al cinema nel 2012,
il film è diretto da Rupert Sanders, e vanta un
cast composto da alcuni tra i maggiori interpreti di Hollywood.
L’idea di realizzare tale versione
della storia, che pone un particolare accento sull’elemento
fantasy, era stata messa su carta già nei primi anni del nuovo
millennio. Lo sceneggiatore Evan Daugherty vi
lavorò a lungo, scoraggiato però dal poco successo che questo tipo
di film di genere sembravano riscontrare al cinema. Per lui
l’occasione di proporre il progetto arrivò nel momento in cui il
film Alice in
Wonderland si rivelò un campione d’incassi, aprendo la
porta ad altre pellicole simili nel genere. La Universal si
interessò così al progetto, acquisendone i diritti e dando il via
alla produzione.
Dopo intense riprese svoltesi nel
Regno Unito, tra la spiaggia di Marloes Sands e le verdi zone del
Frensham Common, il film arrivò infine in sala, dove si affermò
come un buon successo. A fronte di un budget di circa 170 milioni
di dollari, il film arrivò ad incassarne quasi 400 in tutto il
mondo. pur non essendosi trattato di un risultato clamoroso, lo
studios si ritenne soddisfatto e diede vita al progetto per un
sequel diretto. Prima di cimentarsi nella visione di Biancaneve
e il cacciatore, però, può essere utile scoprire alcune
curiosità legate al titolo. Proseguendo nella lettura si vedranno
le principali tra queste, come anche dove è possibile ritrovare il
film in streaming.
La trama di Biancaneve e il
cacciatore
La vicenda si apre nel regno del
sovrano Magnus. Questi, insieme alla figlia
Biancaneve, si trova a vivere il lutto per la
scomparsa della regina Eleanor. Per sopperire a
questa mancanza, l’uomo decide quanto prima di risposarsi,
scegliendo come nuova regina una donna di nome
Ravenna, che ha salvato dall’Armata Oscura, un
gruppo di invincibili guerrieri che da tempo minaccia i regni di
quella regione. Durante la prima notte di nozze, però, Ravenna si
rivela essere una potente strega, a capo proprio dell’Armata.
Ucciso il re Mangus, diviene ora lei l’unica regnante. Come suo
primo atto, per evitare insubordinazioni, fa catturare Biancaneve,
la quale viene rinchiusa per anni in una torre del palazzo.
Con il passare del tempo il regno
vive un inarrestabile declino, segnato dalla povertà e dalla paura.
Mentre questo deteriora, la regina Ravenna sembra invece divenire
ogni giorno più giovane e bella. Ella prosciuga infatti con un
maleficio la bellezza delle ragazze del luogo, mantenendo così
immutabile la propria natura. I suoi sogni di gloria vengono però
minati il giorno in cui lo Specchio Magico la avverte di stare in
guardia contro Biancaneve. La giovane, ormai cresciuta, riesce
infatti a fuggire dalla torre in cui era stata rinchiusa.
Nascostasi nel bosco, per lei sembra non esserci più alcuna
possibilità di salvezza. Quando tutto sembra perduto, però,
Biancaneve si imbatte nel cacciatore Eric e in
otto buffi ma combattivi nani, i quali potrebbero rivelarsi i suoi
alleati migliori.
Biancaneve e il
cacciatore: il cast del film
Per il ruolo di Biancaneve i
produttori erano alla ricerca di un’attrice non particolarmente
conosciuta. Tra i nomi considerati per il ruolo si ritrovano così
attrici oggi in realtà molto note come Felicity
Jones e Alicia
Vikander. Si decise però infine di sfruttare la
popolarità di Kristen
Stewart, divenuta celebre grazie alla saga di Twilight, e
assegnare a lei la parte. Per l’attrice quello di Biancaneve fu un
ruolo tutt’altro che semplice, che la pose dinanzi a nuove sfide.
La Stewart dovette infatti spendere mesi ad imparare a cavalcare e
a sfoggiare un accetto il più britannico possibile. Accanto a lei,
nel ruolo del cacciatore vi è invece Chris
Hemsworth. Questi a sua volta si sottopose a diverse
settimane di addestramento, imparando a combattere in modo
realistico per il grande schermo. L’attore Sam
Claflin è invece presente nei panni del principe
William, celebre per essere colui che libera Biancaneve
dall’incantesimo che la imprigiona.
Per il ruolo della malefica Ravenna
venne invece scelta la premio Oscar Charlize
Theron, che ebbe così modo di sfoggiare ulteriormente
il proprio talento anche nei panni di un personaggio tanto
negativo. Nel ruolo dei celebri sette nani (che nel film sono in
realtà otto) si ritrovano invece attori del calibro di Ian
McShane, noto per la serie American Gods, è
Beith, il leader del gruppo. Toby Jones è Coll,
mentre Eddie Marsan è Duir. Ray
Winstone interpreta l’irascibile Gort, mentre Nick
Frost, celebre per i suoi numerosi ruoli comici, e
Nion, braccio destro del leader. Johnny Harris e
Brian Gleeson interpretano invece Quest e Gus. Nel
ruolo del saggio Muir, invece, vi è l’attore Bob
Hoskins. Popolare e amato attore, ricordato in particolare
per Chi ha incastrato Roger Rabbit, questi diede qui
vita alla sua ultima interpretazione prima di ritirarsi dalle
scene.
Il sequel di Biancaneve e il
cacciatore, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Dato il buon successo del film, i
produttori decisero di realizzare quanto prima un sequel. Nel corso
degli anni, tuttavia, il progetto si trasformò in un ibrido che
mescola prequel e sequel. Uscito al cinema nel 2016 con il titolo
di Il cacciatore e la
regina di ghiaccio, questo si concentra infatti
nella prima parte del film nel raccontare la storia del cacciatore
Eric, mentre nella seconda parte le vicende si svolgono sette anni
dopo gli eventi del primo film. Il personaggio di Biancaneve non
compare nel film, mentre oltre a Hemsworth e la Theron, nuovamente
nei rispettivi ruoli, si sono aggiunti nuovi interpreti. In
particolare, Emily
Blunt dà vita a Freya, la regina di ghiaccio, e
Jessica
Chastain a Sara la guerriera.
Prima di vedere tali
sequel, gli appassionati del secondo film possono fruirne
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Biancaneve e il
cacciatore è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now TV
e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
18 febbraio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Come ogni nuovo capitolo del
MCU, anche Ant-Man and the Wasp: Quantumania e pieno di
Easter Eggs e di riferimenti all’universo
condiviso in cui è ambientato. Quantumania celebra la storia
Marvel di Ant-Man e Wasp, ma
prepara anche il futuro dell’interno progetto.
Dato quanto è diventato grande il
MCU, non sorprende che il
film sia pieno di questi piccoli riferimenti e strizzate
d’occhio ad altri film e serie, che siano essi passati o futuri.
Ecco di seguito gli Easter Eggs di Ant-Man and the Wasp: Quantumania:
Mentre Kang il Conquistatore avrebbe fatto il suo
debutto sul grande schermo solo pochi secondi dopo nel film vero e
proprio, il debutto nel MCU di
Jonathan Majors è avvenuto nel finale della prima
stagione di Loki.Colui che Rimane era dietro la TVA e gli
eventi di Loki, con il
personaggio che anticipava quanto potessero essere più pericolose
le altre varianti di Kang.
Quantumania rivela che Janet van
Dyne ha mentito sul Regno Quantico
Sia
Ant-Man che Ant-Man and the Wasp
hanno affrontato la scomparsa di Janet van Dyne nel Regno Quantico.
Secondo quanto dice l’originale Wasp nel secondo film, non c’era
nessun altro nel Regno Quantico.
Ora, Quantumania rivela subito che
Janet stava mentendo e che c’erano intere società nel Regno
Quantico composte da esseri senzienti. Uno di questi era Kang il Conquistatore, che apparentemente si
era schiantato nel Regno Quantico proprio come Janet.
Ant-Man è ora una celebrità
Lo Scott Lang di
Paul Rudd non è apparso in nessuna versione
live-action della Fase 4 del MCU, ma Ant-Man è stato citato
alcune volte. Il musical di Steve Rogers visto in Hawkeye includeva sorprendentemente anche
Ant-Man come eroe. Mrs. Marvel ha poi rivelato che
Scott Lang ora aveva un podcast dopo aver salvato il mondo in
Avengers:
Endgame.
Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è pieno di richiami Ant-Man
(2015), inclusa la gelateria Baskin-Robbins in cui Scott ha
lavorato brevemente all’inizio del primo film.
Questa volta, Scott è una celebrità
che visitava il negozio Baskin-Robbins nei panni di Ant-Man, il che
è curioso dato che Scott era stato licenziato dal lavoro dopo che
la direzione aveva scoperto che era stato in prigione.
Gregg Turkington, che interpretava il capo di
Scott nel primo Ant-Man, è tornato per un cameo di Quantumania.
Jimmy Woo, visto in Ant-Man 2 e in
WandaVision appare in Quantumania
Randall Park fa
anche parte del cast di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, è tornato
nei panni di Jimmy Woo dopo aver debuttato nel MCU in Ant-Man and the
Wasp.
Woo era l’agente incaricato di
tenere d’occhio Scott Lang dopo gli eventi di
Captain America: Civil War. Randall
Park ha ripreso il ruolo di Jimmy Woo in WandaVision,
in cui il personaggio, insieme a Monica Rambeau e Darcy Lewis,
indaga su cosa stava succedendo a Westview. Jimmy Woo appare in
Quantumania mentre pranza con Scott Lang.
La prima scena di Cassie Lang in
Quantumania è un richiamo di Ant-Man
L’introduzione di Scott
Lang di
Paul Rudd nel primo Ant-Man è
avvenuta con il personaggio ancora in prigione e pronto a uscire.
Ora, la prima scena di Cassie Lang in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania si svolge in modo simile.
Cassie è stata arrestata mentre
cercava di aiutare un insediamento di persone che avevano perso la
casa dopo il blip, e mentre Scott e Hope non erano arrabbiati con
lei, hanno dovuto salvare Cassie dalla prigione. Pertanto, il
viaggio di Cassie Lang nel MCU ha inizio in maniera molto
simile rispetto a quello del padre!
Cassie ricorda il combattimento con
Yellowjacket di Ant-Man
Ant-Man (2015)
offre al pubblico del MCU una delle battaglie finali più
singolari dell’intero franchise, e Cassie Lang lo ricorda
all’inizio di Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Quando Scott dice a Cassie che vuole
che abbia una vita normale, Cassie fa notare che Yellowjacket ha
cercato di ucciderla quando aveva sei anni. Oltre ad essere un
richiamo ad Ant-Man, il ricordo di Cassie Lang del “ragazzo delle
api” era una semina per il ritorno di Darren Cross come MODOK, più
avanti nel film.
Scott Lang “ha combattuto Capitan
America”
Scott Lang viene ricordato
per aver “combattuto Capitan America”, ma lui ci tiene a
sottolineare che in realtà ha combattuto “al fianco di Capitan
America”.
Questo è un riferimento a
Captain
America: Civil War, quando Scott si è schierato dalla
parte di Steve Rogers nello scontro all’aeroporto di Berlino.
Secondo Lang, nessuno vorrebbe mai combattere contro Capitan
America.
Ant-Man viene scambiato per
Spider-Man
Una gag che si ripete
spesso nel MCU è come Ant-Man viene scambiato
spesso per Spider-Man, da sempre considerato più famoso (come nella
vita reale).
Il proprietario della caffetteria
che frequenta Scott Lang gli dice di essere il suo più grande fan,
ma parlando a Scott lo appella con “Spider-Man”. Poco male per il
nostro eroe, che comunque rimedia un caffè gratis!
Poster di Ant-Man (2015) su uno
zaino
Una comparsa nel film
appare con uno zaino di Ant-Man proprio all’inizio del film.
L’immagine di Ant-Man utilizzata nello zaino è la stessa utilizzata
nel materiale promozionale del primo film (2015).
In Avengers:
Infinity War succedeva qualcosa di simile con Tony
Stark e con una foto di Robert Downey Jr.
Ant-Man ricorda il piccolo Scott
Lang di Avengers: Endgame, creato da Smart-Hulk
Il libro di Scott Lang
Look Out For The Little Guy, che possiamo ascoltare in
versione audiolibro nella sua macchina quando è con Cassie e Hope
all’inizio del film, fa riferimento ai difficili test tecnologici
sui viaggi nel tempo di Avengers:
Endgame.
Scott ricorda come Smart-Hulk lo
trasformò in un bambino, come conseguenza dei test di viaggi nel
tempo per mettere a punto gli strumenti che gli avrebbero permesso
di sconfiggere Thanos prima dell’aiuto di Tony Stark. Scott si
chiede se fosse “il bambino di Hulk”.
Kang si vanta di aver ucciso Thor
(e altri Vendicatori)
Sebbene ci siano più Kang
nel multiverso, lo stesso Kang il Conquistatore sembra aver combattuto i
Vendicatori in più linee temporali.
Kang chiede a Scott se lo abbia ha
già ucciso dopo aver appreso che Ant-Man è un Vendicatore. Il
villain sottolinea anche di aver ucciso “quello con il martello”,
suggerendo che Kang il Conquistatore abbia ucciso una
variante di Thor.
Krylar di Bill Murray è un oscuro
personaggio Marvel
Bill
Murray interpreta Krylar in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Uno degli
amici di Janet van Dyne del Regno Quantico, Krylar era un
combattente per la libertà che aiutò l’originale Wasp a proteggere
il Regno Quantico da Kang.
Nei fumetti, Krylar viveva nel mondo
subatomico di K’ai, il personaggio non è troppo importante nelle
storie a fumetti, tanto che muore molto presto, tuttavia l’aver
affidato a Bill Murray il ruolo ha permesso di realizzare un
personaggio divertente che in qualche modo incide anche sugli
eventi del film.
Il ritorno di David Dastmalchian in
un ruolo completamente diverso
David
Dastmalchian, che ha interpretato Kurt in
Ant-Man e Ant-Man and the Wasp,
ritorna in Ant-Man and the Wasp: Quantumania nei
panni di un personaggio completamente diverso.
Dastmalchian ha
doppiato Veb, la “creatura senza buchi” del Regno Quantico che
Scott e Cassie incontrano subito dopo essere entrati nel mondo
subatomico. A differenza di Corey Stoll, che
interpreta MODOK ma è sempre lo stesso Darren Cross di
Ant-Man, il Veb di David
Dastmalchian non ha nulla a che fare con il Kurt di
Ant-Man.
Yellowjacket di Ant-Man ritorna in
Quantumania… come MODOK
Quantumania
introduce il MODOK nel MCU, ma con una svolta. Invece di
George Tarleton, capo dell’A.I.M in Marvel Comics, il personaggio è in realtà
Darren Cross visto nel primo Ant-Man.
Mentre Ant-Man suggerisce che
Yellowjacket non è sopravvissuto dopo il suo
combattimento con l’eroe, Quantumania rivela che Darren Cross è
sopravvissuto ed è finito nel Regno Quantico. Il corpo di Darren
Cross si rimpicciolì in modo irregolare e, con l’aiuto di Kang il Conquistatore, fu creato l’organismo
meccanizzato progettato solo per uccidere “M.O.D.O.K”.
Il passato da ladro di Ant-Man è la
chiave del piano Kang di Quantumania
In sostanza, Kang il Conquistatore aveva bisogno che
Ant-Man rubasse qualcosa per lui. Pertanto, anni dopo essersi
lasciato alle spalle la sua vita criminale, Scott Lang ha dovuto
compiere un’altra rapina.
Il viaggio di Scott Lang per
diventare Ant-Man è iniziato con lui che ha eseguito una rapina
nella casa di Hank Pym, che ora è tornato al punto di partenza con
Ant-Man che deve recuperare il motore multiversale della nave di
Kang il Conquistatore per lui. In un certo
senso, tutti i film di Ant-Man hanno l’anima dell’heist
movie.
Il termine “variante” di Loki è
usato in Quantumania
Loki ha introdotto
il termine “variante” nel MCU per descrivere le versioni
multiversali di un personaggio, ovvero i loro doppelganger nel
multiverso. Mentre la Fase 4 del MCU si è tuffata nel multiverso
dopo gli eventi della prima stagione di Loki, il termine
“variante” non era ancora stato usato in un film del MCU.
Ora, Kang il Conquistatore di
Jonathan Majors usa specificamente il termine
“variante” quando si riferisce alle altre versioni di se stesso che
esistono nel multiverso e che lo hanno esiliato nel Regno
Quantico.
Il design del multiverso ritorna in
Quantumania
A partire dalla stagione 1
di Loki,
episodio 1, l’MCU ha mantenuto coerente la
visualizzazione del multiverso. Lo stesso stile grafico usato in
Loki per
spiegare il multiverso è apparso di nuovo in
Spider-Man: No Way Home, e ora ritorna in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Kang mostra a Janet van Dyne il
flusso del tempo e le infinite linee temporali che esistono nel
multiverso del MCU, proprio come le linee viste in
precedenza in Loki e No Way
Home.
La nave di
Kang il Conquistatore, in cui il cattivo che viaggia nel tempo
conserva la maggior parte della sua tecnologia, è una parte
fondamentale del mito del personaggio nei fumetti. La nave di
Kang il Conquistatore era presente nei due debutti di Kang nei
fumetti Marvel, uno come Rama-Tut in
Fantastic Four #19 e l’altro come Kang in Avengers #8.
Proprio come nei fumetti, Kang non
poteva usare sedia/nave per tornare subito a casa, con la
differenza che, in
Quantumania, il suo mezzo di trasporto era stato manomesso da
Janet van Dyne, proprio per impedire la sua avanzata
distruttiva.
Incursioni di Kang il
Conquistatore
Le incursioni, eventi
multiversali letali in cui due o più universi si scontrano l’uno
con l’altro e portano alla reciproca distruzione, sono state
nominate da Kang il Conquistatore in Ant-Man and
the Wasp: Quantumania.
Kang spiega quanto sarà pericoloso
se non lascia il Regno Quantico, menzionando che ci sarà il caos e
che ci saranno
Incursioni. Doctor Strange
2 ha introdotto le Incursioni come una nuova grande minaccia e
sono un elemento chiave della trama dell’arco dei fumetti di Secret
Wars del 2015.
La trasformazione di Cassie Lang in
donna gigante è un richiamo a Civil War
Cassie Lang diventa gigante in
Quantumania durante il combattimento finale.
Mentre Cassie ha “poteri giganti” nei fumetti, da cui deriva uno
dei suoi tanti alias, ovvero “Giant-Woman”, la gigantesca
trasformazione di Cassie in Quantumania è stata un richiamo a
Civil
War.
Dire “per favore fa che funzioni”
più volte prima di diventare gigante era esattamente quello che ha
fatto Ant-Man durante la battaglia all’aeroporto di Civil
War. Proprio come è successo al padre, anche Cassie, una volta
tornata di dimensioni normali, aveva voglia di agrumi!
Il futuro del supereroe di Cassie
Lang è anticipato in Quantumania
Cassie Lang diventa un
supereroe Marvel in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, anche se
non le viene dato un nome ufficiale da supereroe né è ufficiale che
continuerà a usare le particelle di Pym e il costume di
Ant-Man.
Tuttavia, Cassie Lang è stata
addestrata da Hank Pym e Hope van Dyne su come usare le particelle
di Pym, e dopo la sua esperienza nel Regno Quantico, molto
probabilmente Cassie Lang tornerà nei panni di Stature nel MCU.
Immortus, Rama-Tut e altre varianti
di Kang compaiono nel Consiglio dei Kang
Il Consiglio dei Kang
debutta in
Quantumania nella
prima scena post-credits in un momento che ricrea perfettamente
una tavola di Avengers #292. Nei fumetti, il Consiglio di Kang è un
raduno di più versioni multiversali di Nathaniel Richards, inclusi
Kang Prime, Immortus, Rama-Tut e Scarlet Centurion (ma non
solo).
Simile ai fumetti, il Consiglio dei
Kang del MCU è una riunione di più varianti
di Kang provenienti da tutto il multiverso. È possibile notare
almeno due varianti principali di Kang dai fumetti: Immortus e
Rama-Tut.
Victor Timely appare nella seconda
scena post-crediti di Quantumania
Victor Timely, una variante
di Kang che nei fumetti si nascose all’inizio del XX secolo vivendo
come politico e inventore, appare
nella seconda scena post credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. È
importante notare che, nei fumetti, Victor Timely è Kang Prime,
cioè l’attuale Kang il Conquistatore, che è tornato indietro
nel tempo e finge di essere dell’inizio del XX secolo.
Non è chiaro se il Victor Timely del
MCU diQuantumania
che vediamo nella scena post credits sarà anche Kang il Conquistatore sotto mentite spoglie o
se sarà una variante completamente diversa di Kang.
Loki e Mobius ritornano nella
seconda scena post-credits di Quantumania
Loki e Mobius, il duo
della prima stagione di Loki, tornano nel
MCU nella seconda scena
post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Loki e
Mobius erano tra il pubblico che ascoltava Victor Timely.
Considerando che la stagione 1 di
Loki si è
conclusa con una variante di Kang che ha preso il controllo della
TVA, ha senso che Loki e Mobius siano così spaventati e preoccupati
al cospetto di Victor Timely, anche se non è chiaro quanto sappiano
già di
Kang il Conquistatore.
Quantumania anticipa il prossimo
film degli Avengers
E’ Kang in persona a dire che la
Dinastia di Kang sta per scendere in campo, riferimento diretto al
prossimo film dei Vendicatori
Avengers: The Kang Dynasty. Kang Dynasty è anche il
nome di un arco di fumetti Marvel del 2001 incentrato appunto
su Kang.
In attesa di scoprire come sarà
Liam Hemsworth
al posto di Henry Cavill nei panni di Geralt
di Rivia in The
Witcher, ecco un video Deep Fake che
immagina il volto del primo sul corpo del secondo. Eccolo di
seguito:
La Marvel tramite
Twitter ha diffuso un poster ufficiale del film
The
Marvels che rivela una nuova data di uscita per
il prossimo film di supereroi. Il nuovo poster mostra Monica
Rambeau interpreta da Teyonah Parris, Captain Marvel di Brie Larson e Ms. Marvel di Iman Vellani con i
rispettivi simboli di supereroi che li accompagnano.
Originariamente programmato per la
premiere il 28 luglio 2023, The
Marvelsuscirà ora più di tre
mesi dopo, il 10 novembre 2023. Il nuovo poster presenta questa
data di novembre e la frase “Higher. Più veloce. Insieme.” Questo è
un gioco sulla frase simile del poster di Captain Marvel , che era semplicemente “Più
in alto. Più veloce.”
Dai un’occhiata al poster ufficiale
di The
Marvels qui sotto:
The Marvels, la
trama
“Carol Danvers aka Captain
Marvel ha reclamato
la sua identità dal tirannico Kree e si è vendicata
dell’Intelligenza Suprema. Ma le conseguenze impreviste vedono
Carol che porta sulle spalle il fardello di un universo
destabilizzato. Quando i suoi doveri la mandano in un anomalo
wormhole collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si
confondono con quelli della sua super fan di Jersey City, Kamala
Khan alias Ms. Marvel, e della
figlioccia di Carol, il Capitano Monica Rambeau. Questo improbabile
trio deve fare squadra e imparare a lavorare insieme per salvare
l’universo come “The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Giovane e promettente,
Odessa Young sembra destinata ad essere uno dei
nomi di punta della nuova generazione di attrici di Hollywood.
Attiva nel mondo dello spettacolo già da qualche anno, la Young ha
già avuto modo di dar prova delle proprie doti d’interprete grazie
a film dal buon successo. La consacrazione potrebbe ora arrivare
grazie a due serie televisive di particolare rilievo, dove
l’attrice ricoprirà ruoli da vera e propria protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di
Odessa Young.
Odessa Young: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice ha compiuto il debutto sul grande
schermo con il film The Daughter (2015), dove interpreta
il ruolo di Hedvig accanto agli attori Sam
Neill e Anna
Torv. Successivamente, prende parte a film come
Looking for Grace (2015), Sweet Virginia (2017),
con Jon
Bernthal, Assassination Nation (2018), di cui
è protagonista, Celeste (2018), A Million Little
Pieces (2018), con Aaron
Taylor-Johnson, e Arrivederci
professore (2018), con Johnny
Depp. Nel 2020 recita accanto ad Elisabeth
Moss nel thriller biografico Shirley, mentre
nello stesso anno è anche in The Man in the Woods. Nel
2021 recita invece in Secret Love, mentre nel
2023 è in Manodrove, con
Jesse Eisenberg.
2. Reciterà in due attese
serie televisive. Prima di approdare al cinema, l’attrice
era già apparsa in televisione con la serie Tricky
Business (2012), dove interpretava il ruolo di Emma Christie.
Ha poi recitato per il piccolo schermo anche per brevi apparizioni
in The Moodys (2014), Wonderland (2015), e
High Life (2017). L’attrice ha poi recitato nella serie
The Stand, nel
ruolo di Frannie Goldsmith. Accanto a lei, vi sono attori come
James
Marsden,Katherine
McNamara e Alexander
Skarsgård. Ha poi recitato nella miniserie The
Staircase – Una morte sospetta (2022), con Colin Firth.
3. Ha vinto un importante
premio. Già al suo primo ruolo per il cinema, l’attrice ha
ottenuto un prestigioso riconoscimento, che le ha permesso di
ottenere grandissima visibilità. Per la sua interpretazione di
Hedvig in The Daughter, infatti, la Young si è aggiudicata
il premio come miglior attrice protagonista agli Australian Academy
of Cinema and Television Arts Awards. Questi sono la più
prestigiosa cerimonia di premiazione cinematografica presente in
Australia.
Odessa Young è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo ufficiale seguito da 17,3 mila persone.
Essendo recentemente giunta alla popolarità, non sorprende che il
numero dei suoi follower sia ancora relativamente basso, ma con
l’arrivo dei suoi nuovi progetti da attrice è un dato che crescerà
certamente. Inoltre, all’interno del profilo non mancano immagini
relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi,
o a curiosità a lei legate.
5. Utilizza il social per
promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo,
inoltre, l’attrice è solita condividere con i propri follower
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Sono
presenti anche interviste da lei rilasciate, video e foto di
backstage tratte dai set a cui ha preso parte. Così facendo, la
Young ha modo di farsi conoscere, permettendo anche ai propri
follower di rimanere sempre aggiornati sui suoi progetti imminenti
o su quelli di prossima realizzazione.
Odessa Young in Assassination
Nation
6. È rimasta sorpresa dal
progetto. L’attrice, che nel film Assassination
Nation interpreta la protagonista Lily Colson, ha dichiarato
che al momento di leggere per la prima volta la sceneggiatura
temeva si trattasse di un altro banale film adolescenziale. Per sua
sorpresa, invece, ha scoperto una storia pensata per gli
adolescenti al cui interno era possibile ritrovare una serie di
delicate tematiche. A quel punto, la Young si dimostrò interessata
al progetto, arrivando a sostenere il provino che le avrebbe poi
fatto vincere il ruolo da protagonista.
Odessa Young in Secret
Love (Mothering Sunday)
7. Ha girato scene di nudo
senza ricorrere a controfigure. Nel film Secret
Love (il cui titolo originale è in realtà Mothering
Sunday), l’attrice interpreta Jane Fairchild, una cameriera
che lavora per la facoltosa famiglia che intesse una segreta storia
d’amore con il giovane figlio dei suoi datori di lavoro. Nel film
la Young è protagonista di molte scene di nudo e a riguardo
l’attrice ha raccontato di non aver avuto problemi a girarle,
considerando il proprio corpo, anche se nudo, come un costume.
Nessun imbarazzo dunque per lei, che ha così potuto recitare senza
ricorrere a controfigure in queste particolari scene.
Odessa Young in The
Stand
8. Interpreta uno dei
personaggi principali. Nella serie The Stand,
trasposizione televisiva del romanzo L’ombra dello
scorpione di Stephen King, l’attrice
interpreta Frannie Goldsmith, uno dei personaggi protagonisti.
L’attrice ha raccontato di aver amato molto gli ideali morali di
questa, cercando di rimanere il più fedele possibile alla
descrizione che se ne dà nel romanzo. La vera sfida, per lei, è
stato riuscire in ciò nonostante la Frannie del libro fosse
radicata negli anni Settanta, epoca in cui è ambientato il
racconto. La serie, al contrario, si svolge nel nostro
presente.
9. Le somiglianze con
l’attuale situazione mondiale l’hanno spaventata.
L’attrice si è ritrovata a partecipare alle riprese di una serie
incentrata su una terribile pandemia, proprio nel momento in cui
una vera pandemia dilaga nel mondo. Benché il tasso di mortalità
tra le due sia estremamente, e fortunatamente, diverso, molte sono
comunque le somiglianze da lei riscontrate nella diffusione del
virus. La Young ha inoltre raccontato di quanto sia stato complesso
terminare la produzione della serie cercando di applicare le varie
norme di sicurezza sul set.
Odessa Young: età e altezza
10. Odessa Young è nata a
Sydney, in Australia, l’11 gennaio del 1998. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
Il pubblico ha incontrato per la
prima volta una versione di Kang nella prima
stagione di Loki,
quando nel finale è apparso Colui Che Rimane. Invece,
Ant-Man and the Wasp: Quantumania introduce una
nuova variante con Kang il Conquistatore, che ha
trascorso anni intrappolato nel Regno Quantico
dopo essere stato esiliato.
ATTENZIONE –
L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU Ant-Man and the Wasp:
Quantumania
I poteri di Kang in Ant-Man and
the Wasp: Quantumania
La fonte dei poteri di Kang
il Conquistatore nel MCU non viene esplicitamente
descritta in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Tuttavia, la backstory fornita per il villain di Jonathan Majors e
vari indizi contestuali permettono di capire meglio quali
sono i suoipoteri e da dove provengono.
Come tutte le altre varianti di Kang, questa
versione del personaggio proviene dal 31° secolo, quando aveva
accesso a una tecnologia avanzata di gran lunga
superiore a quella dei tempi moderni. La tecnologia avanzata è la
fonte dei poteri di Kang nel MCU, poiché le sue abilità non
derivano dal suo DNA, da una mutazione, da un super siero o da
altre spiegazioni del genere.
I poteri di Kang
sono il frutto dell’accesso a tecnologie avanzate e del suo
brillante intelletto. Proprio come nei fumetti, è uno degli uomini
più intelligenti e determinati mai esistiti nel
multiverso. Il MCU mostra che
l’intelligenza geniale di Kang è ciò che gli ha
permesso di prendere la tecnologia futuristica e di trasformarsi in
un conquistatore del multiverso. Questo pone Kang in una classe
simile a quella di Tony Stark o Shuri in termini di geni che hanno usato il
loro cervello per costruire tute e altre tecnologie che possono
essere usate per diventare supereroi. Solo che in questo caso si
tratta di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la
variante Kang li ha usati per il male.
C’è un altro aspetto dei poteri di
Kang che va oltre le sue abilità fisiche o mentali. Ant-Man
and the Wasp: Quantumania conferisce al cattivo Jonathan Majors una forma di
telecinesi, in quanto è ripetutamente in grado di
manipolare gli oggetti senza toccarli. I suoi poteri vanno dalla
capacità di far esplodere gli oggetti a quella di fermare le armi
scagliate nella sua direzione, fino a sollevare in aria
Scott Lang e Cassie Lang. Anche
in questo caso, i poteri di Kang sono il risultato diretto della
sua tuta avanzata.
Le differenze con i fumetti
I poteri di Kang nel MCU sono sia molto fedeli ai
fumetti che diversi dal materiale di partenza. Per portare il
potentissimo cattivo sul grande schermo è stato necessario
aggiungere alcune abilità che Kang non ha mai
avuto nei fumetti. Il più grande esempio è
rappresentato dalle capacità telecinetiche che mostra in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Si tratta di
una nuova aggiunta ai poteri del cattivo, realizzata esclusivamente
per il MCU. È un’aggiunta intelligente al suo set di
poteri che contribuisce a renderlo un avversario ancora più
temibile.
L’altra grande differenza nei
poteri di Kang nel MCU rispetto ai fumetti è
l’armamentario e le armi che gli mancano. Ant-Man and the
Wasp: Quantumania si concentra principalmente su ciò che
la tuta di Kang gli permette di fare, ma spesso utilizza una serie
di altre tecnologie per aiutarlo durante le sue missioni. Alcune
delle altre armi a cui ha avuto accesso nei
fumetti includono un proiettore di raggi vibranti,
un amplificatore di campo elettromagnetico, un lanciamissili a
testata neutrino, un generatore di paralisi elettrica e un
espansore molecolare. In alcuni casi ha anche avuto la capacità di
trasferire la sua coscienza attraverso il casco in un altro corpo
prima di morire.
I poteri delle varianti di
Kang
La parte intrigante dell’ingresso
di Kang il Conquistatore nel MCU è quella di portare
con sé le sue numerose varianti e vedere come i loro poteri siano
simili o diversi dai suoi. Il MCU ha già anticipato che non tutte
le varianti di Kang avranno gli stessi poteri. Colui Che Rimane di
Loki non sembra avere molte delle abilità di
Kang in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania. Allo stesso modo, le molteplici varianti di
Kang introdotte nel film dovrebbero avere tutte poteri simili tra
loro, ma anche un certo margine di manovra per far emergere le
differenze.
Le infinite possibilità del
multiverso nato da linee temporali ramificate hanno già
dimostrato che il MCU può avere un numero illimitato
di Kang. Questa libertà comporta un’elevata varietà in termini di
aspetto e suono, come dimostrano Immortus,
Rama-Tut e altre varianti presenti in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Poiché non
tutte queste versioni del personaggio hanno la stessa storia, la
Marvel ha la possibilità di dare ad
alcune varianti di Kang nuovi poteri basati sulle loro storie e
avventure multiverso.
Si è svolta presso la Sala degli
Arazzi della sede Rai di Viale Mazzini la presentazione alla stampa
di Resta con me, nuova serie in otto
puntate, prodotta da Rai Fiction e
Palomar, diretta da Monica Vullo,
con
Francesco Arca, Antonio
Milo e Laura
Adriani. Resta con me è in
onda in prima serata su Rai Uno dal 19
febbraio.
Come nasce Resta con me
A Francesco
Nardella, Vicedirettore Vicario di Rai Fiction spetta il
compito di introdurre il progetto. “Resta con
me nasce da un’idea di Maurizio De
Giovanni, con cui facciamo già
I bastardi di Pizzofalcone e Il
commissario Ricciardi. È stato lui a donarci con
generosità questa storia. Donatella Diamanti, con
cui lavoriamo da molti anni, con un gruppo di sceneggiatori
bravissimi, hanno preso in mano l a storia. Otto serate sono una
scommessa non facile. Si tratta di una serie in cui i generi sono
ibridati. C’è il poliziesco, ci sono grandi storie d’amore, c’è una
banda che ruba sotto terra […] I generi ibridati a nostro
parere sono il futuro della serialità televisiva. Hanno però
bisogno di essere sorretti da un forte racconto dei personaggi –
character driven, direbbero gli americani. I personaggi riescono,
modificandosi e relazionandosi, a portare avanti la
storia”.
Una Napoli notturna e la Rai come
fucina di giovani attori
Francesco Nardella
spiega poi come, oltre alla vicenda del protagonista, interpretato
da Francesco Arca, a fornire uno sguardo diverso sulla città di
Napoli, siano le piccole storie raccontate in ogni
puntata: “Tanti piccoli casi che avvengono di notte, delitti
che vengono risolti in tempi brevi e permettono di raccontare
tantissima umanità, […] l’umanità in una città che
vive di notte”. “Napoli” prosegue Nardella, “è
una città liquida, alto e basso si mescolano continuamente, giorno
e notte si mescolano. La notte di Napoli dura molto, è una notte
adatta alle confessioni, a una certo tipo di sensibilità. […]
Napoli è anche una città porosa, costruita sul tufo, […]
è sotterranea, ed è una città fertile, […] di
personaggi mai banali, sempre interessanti”. Nardella
ringrazia poi il cast, prima fra tutti la regista Monica Vullo,
mettendo l’accento su quella che considera una mission della Rai:
“La crescita di attori giovani è una delle tante mission che
portiamo avanti. In questo cast si mescolano facce conosciute
[…] e tante scoperte”.
La regista Monica Vullo racconta la
sfida di Resta con me
Monica Vullo spiega
le ragioni e le sfide poste dalla direzione di una serie girata
prevalentemente in notturna. Quello di Resta con
me, dice, “è un genere di poliziesco particolare,
fatto di tanti generi e con moltissime storie all’interno. Abbiamo
raccontato amicizia, amore, sorellanza, tradimenti”. Nel
ringraziare il cast artistico, la regista aggiunge: “Si sono
avvicinati ai personaggi con umiltà e talento, portandoli
esattamente dove dovevano andare, aiutandomi molto”. Sulla
città di Napoli, che dice di non conoscere ancora bene, nonostante
la frequenti da tre anni, afferma: “La notte è faticosa, ma
abbiamo provato a raccontarla in una dimensione di luce. È stato
stimolante perchè Napoli cambia molto tra notte e giorno”. A
chi le chiede se spera in una nuova serialità risponde: “Sì,
spero che Resta con me rappresenti l’inizio di
qualcosa, ma sono un po’ superstiziosa, quindi …”.
Set della serie TV “L’ultimo spettacolo!” di Monica Vullo.
Nella foto Francesco Arca, Laura Adriani e Mario Di Leva.
Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è
della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla
società di produzione del film e può essere riprodotto solo da
pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni
Fiorito.
Set of TV series “L’ultimo spettacolo!” by Monica Vullo.
in the picture Francesco Arca, Laura Adriani and Mario Di Leva.
Photo by Gianni Fiorito
This photograph is for editorial use only, the copyright is of the
film company and the photographer assigned by the film production
company and can only be reproduced by publications in conjunction
with the promotion of the film.
The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni
Fiorito.
Il lavoro di sceneggiatura
Donatella Diamanti
racconta come lei e il suo team hanno lavorato alla sceneggiatura.
“Ci siamo dati un compito, una missione pericolosissima.
[…] L’idea era quella di costruire subito un mondo con tanti
personaggi. Avevamo di fronte la sfida di otto episodi e volevamo
che ciascuna linea di questa stratificazione di generi alla quale
andavamo incontro, avesse già all’inizio […] un mondo
pronto per andare avanti insieme. Non volevamo […]
incontrare successivamente dei personaggi che si accodano per
poi andare avanti con gli altri. Volevamo partire subito con quel
gruppo”. La sceneggiatrice non nasconde la sua contentezza e
fierezza per aver dato vita al progetto: “Voglio bene a questa
serie come non ne volevo a nessun altra da tempo”.
Gli attori e la loro esperienza in
Resta con me
Francesco Arca
sottolinea come abbia scoperto Napoli e in particolare le sue
lunghe notti: “Ho conosciuto Napoli grazie al cast, che mi ha
sempre supportato e fatto sentire un perno, anche se non lo ero.
Per questo li ringrazio di cuore”. “Ho scoperto una
solidarietà nella notte napoletana sempre poco raccontata, la
generosità che c’è nelle persone, che aiutano i bisognosi. Ogni
notte c’era un episodio di questo tipo”. Per quel che riguarda
il suo percorso attoriale, invece: “la cosa che mi ha insegnato
di più il personaggio di Alessandro Scudieri è stare in contatto
con le proprie emozioni. Grazie a Diego questo personaggio riscopre
le proprie emozioni, che spesso gli adulti dimenticano, meno male
che esistono i bambini”. Aggiunge poi di avere alcuni punti in
comune con Alessandro: “una forte generosità e l’abnegazione
verso il lavoro, forse troppa, ma non ho mai messo a rischio i miei
affetti per questo”. A chi gli chiede quale sia stata la sfida
più difficile nella sua vita, quella che lo a portato a mettersi
maggiormente in gioco, risponde così: “Diventare padre è stata
la situazione più difficile e continua ad esserlo, penso di non
essere mai all’altezza di questo ruolo”.
Laura Adriani mette
l’accento sui giovani e sul futuro: “Sono sempre i giovani che
ci danno la speranza per il futuro. La serie racconta quanto un
adulto possa imparare da un giovane e quanto un giovane possa
prendere da un adulto ciò di cui ha bisogno”. Ammette poi come
non sia stato facile mettersi nei panni del giudice: “I giudici
hanno una bella responsabilità, […] una posizione di
potere. […] Guardare una persona che ha il potere e
giudicarla è facilissimo, difficile è starci, là, in quella
posizione”. Del suo compagno di set Francesco Arca dice:
“E’ un uomo con una grande sensibilità. Non ha paura di
mostrarla e non perde per questo la sua virilità”.
Mario Di Leva è
forse la vera rivelazione di Resta con me. A chi gli domanda se, da
tifoso del Napoli, preferisca un futuro da calciatore o da attore,
risponde: “La domanda è difficile, ma preferirei fare
l’attore”. Racconta poi l’esperienza sul set, dove si è
sentito accolto ed aiutato: “mi hanno aiutato a crescere
molto”. Prosegue poi con il racconto di una esperienza
personale che lo ha aiutato col personaggio: “Diego è un
personaggio molto forte” . “Ho provato a portare in lui la
tristezza che ho visto negli occhi di un ragazzo che viene da una
casa famiglia”.
Antonio Milo, ormai
una colonna delle fiction Rai – Il commissario
Ricciardi, L’amica Geniale
– parla di empatia: “La caratteristica vincente della serie è
che i personaggi sono sostanzialmente empatici, come il mio,
Salvatore Ciullo. Hanno grande umanità. Il pubblico potrà
affezionarvisi e sentirli come di famiglia”. Sui suoi ruoli da
poliziotto o carabiniere commenta: “Ho vestito spesso i panni
del poliziotto. […] Ormai sono di casa, qualcuno mi
scambia per poliziotto, mi chiama Maresciallo o
Brigadiere”.
Maria Pia Calzone, indimenticata Donna Imma di
Gomorra – la serie, racconta invece come
ha fatto suo un ruolo che sulla casta nasceva come maschile:
“Se tu lo fai, diventa una donna”, le hanno detto. “Mi
è sembrata una bellissima opportunità. […] Ho molto
apprezzato che si volesse riconoscere a un’attrice non giovanissima
la possibilità di avere un ruolo che era stato in prima battuta
pensato per un uomo. In realtà di donne con questi ruoli di comando
ce ne sono. Ringrazio tutti per avermelo permesso, in particolare
Donatella Diamanti, che ha accolto la mia richiesta di non cambiare
nulla nella sceneggiatura di quanto era stato deciso per il
personaggio maschile. Questa donna nel suo lavoro fa le stesse cose
che fa un uomo. Abbiamo ragionato insieme sulle modalità”.
Spende poi una parola d’incoraggiamento e lode per le sue colleghe:
“Le colleghe più giovani del cast hanno un grandissimo talento
e auguro loro il meglio. Vi sorprenderanno”.
Arturo Muselli
spiega il rapporto tra il suo personaggio, Marco, e quello di
Francesco Arca, Alessandro: “Il mio personaggio sa cosa
vorrebbe essere, ovvero qualcosa di molto simile ad Alessandro,
hanno una relazione fraterna, sono amici e colleghi. Alessandro per
Marco è la famiglia che Marco non ha”. Conclude con una
dichiarazione di affetto per i colleghi e per il progetto in
generale: “Ci siamo fatti un cuore così. È più giusto dirla in
questo modo, perché abbiamo voluto davvero tanto bene al progetto e
ce ne siamo voluti tra noi. […] Siamo stati bene
nonostante le difficoltà, cosa che difficilmente è
successa”.
Anche Chiara
Celotto mette l’accento sul clima sereno creatosi sul set:
“Era una gioia andare sul set. […] Era un luogo in cui
mi sentivo serena, accolta, mai giudicata, in famiglia. Abbiamo
lavorato per otto mesi, si è creato un certo rapporto con tutti. Mi
sono affidata a Monica e ho sentito fiducia da parte sua. Non
volevo deluderla”.
Set della serie TV “L’ultimo spettacolo!” di Monica Vullo.
Nella foto Francesco Arca.
Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è
della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla
società di produzione del film e può essere riprodotto solo da
pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni
Fiorito.
Set of TV series “L’ultimo spettacolo!” by Monica Vullo.
in the picture Francesco Arca.
Photo by Gianni Fiorito
This photograph is for editorial use only, the copyright is of the
film company and the photographer assigned by the film production
company and can only be reproduced by publications in conjunction
with the promotion of the film.
The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni
Fiorito.
I punti di forza di Resta con me,
secondo Palomar
Nicola Serra di
Palomar inquadra Resta con
me nel lavoro della casa produttrice. Si dice
orgoglioso del progetto. “Era molto tempo che non affrontavamo
una produzione di otto serate, due anni di scrittura e otto mesi di
riprese. Un viaggio di tre anni, una forte sfida, ma la riuscita si
deve a chi guida il progetto. Nel nostro caso Monica Vullo e
Donatella Diamanti. […] Si crea un gruppo, relazioni
solide. […] Ciò che il pubblico vedrà è frutto di queste
relazioni” La forza stessa del progetto, dice: “è
un’attenzione fortissima alle relazioni personali”.
Carlo Degli
Esposti, bloccato a casa dal Covid, si dice “fiero per
la scrittura, per la regia magistrale di Monica Vullo e per
l’interpretazione degli attori, li sposerei tutti per
l’eternità”. L’orgoglio è in particolare per il giovanissimo
Mario di Leva: “un piccoletto che si è rivelato un
grande”, “la vera rivelazione della serie. Si è comportato
da vero campione, come ha dimostrato recentemente sul palco
dell’Ariston”. Soddisfazione anche per il ritorno di due
colonne come Antonio Milo e Maria Pia Calzone.
Resta con
me è in onda in prima serata su Rai
Uno dal 19 febbraio.
In sala dal 15 febbraio e
secondo “pomodoro
marcio” della storia dei Marvel Studios, Ant-Man and the Wasp:
Quantumania ha l’ingrato compito di aprire la Fase 5
del MCU. Ingrato perché, alla luce
delle prime tre Fasi, solide e compatte e dopo una Fase 4 di
assestamento con l’introduzione di tantissimi nuovi personaggi e la
variazione di formato in cui si sono raccontate le storie (vedi le
serie e gli Speciali su Disney+), proseguire il macro racconto
della
Saga del Multiverso sarà davvero complicato, soprattutto per
quello che riguarda il grande obbiettivo di riguadagnare la fiducia
del pubblico. Ma Kevin Feige e la sua squadra
provano a farlo cominciando da uno dei volti ben noti del
MCU,
Paul Rudd, che sin dal 2015 è Scott
Lang/Ant-Man e che, a tutti gli effetti, ormai, è un Vendicatore
“anziano”, nonostante non sia uno degli Original Six.
La trama di Ant-Man and the
Wasp: Quantumania
Look Out for the Little Guy, ovvero
Occhio al piccoletto. È così che si intitola la biografia
di Scott Lang (Paul
Rudd), firmata di suo pugno e che il Vendicatore è
intento a promuovere all’inizio di Ant-Man and the Wasp:
Quantumania. Per quanto possa aver contribuito in maniera
decisiva a sconfiggere Thanos, Scott/Ant-Man è ancora tra gli
Avengers meno popolari, continua a essere scambiato per Spider-Man
e ancora rincorre il sogno della normalità, di una famiglia
allargata e della possibilità di passare del tempo con sua figlia
Cassie. L’avevamo conosciuta piccolina e in pericolo, quando
Yellowjacket aveva tentato di rapirla, e poi l’abbiamo vista
adolescente, ricongiungersi a un papà creduto morto per sempre, ma
solo perso nel Regno Quantico.
La ritroviamo che “segue”
le orme del padre, in un modo che probabilmente Scott avrebbe
preferito evitare. Ed è questa, ora, la vita di uno degli eroi più
potenti della Terra: un po’ di successo, tanta vanagloria, una
figlia che continua a ricordargli che gli eroi proteggono i deboli
e uno scopo da (ri)trovare. Questo, fino a che un incidente non lo
trascina di nuovo nel Regno Quantico, con tutta la sua famiglia,
figlia (Kathryn Newton), fidanzata
(Evangeline
Lilly) e suoceri (Michael
Douglas e
Michelle Pfeiffer).
Il primo film della Fase
5
Il primo film della
Fase 5 del MCU chiude la (prima?)
trilogia legata a Ant-Man e già questa è una notizia degna di nota,
perché, se il personaggio dei fumetti non sembrava prestarsi
affatto all’avventura cinematografica, trasformare le sue vicende
in heist-movie ha pagato tanto da giustificare la realizzazione di
questo nuovo capitolo in cui l’Uomo Formica è circondato dalla sua
famiglia. Hope, Cassie, Hank e Janet sono a tutti gli effetti
adesso dei co-protagonisti, e davvero le dinamiche familiari, i
segreti, le bugie, ma anche l’amore fortissimo e tutto quello che
tiene unita e allo stesso tempo allontana una famiglia sono il
cuore di quello che succede nel film.
Vi presentiamo Kang
Ant-Man and the
Wasp: Qantumania ci presenta però anche per la prima volta
in azione
Kang il Conquistatore. Interpretato da
Jonathan Majors che ha esordito nel MCU nei panni i Colui che
Rimane, una variante di Kang, nel finale di stagione di
Loki, il personaggio è la prossima grande minaccia
del Multiverso, contro il quale i Vendicatori, in una formazione
ancora da definire, dovranno confrontarsi. Carismatico e molto
preciso nel dosare le sue emozioni, Majors promette di mettere in
scena un grande villain, che anche se esordisce con un ruolo non
troppo potente o spaventoso.
E forse, con la sola
eccezione di
Jonathan Majors, Ant-Man and the Wasp:
Quantumania non presenta nessun elemento particolare di
interesse, dal momento che si proietta verso uno sviluppo e un
finale scontato, attraverso un viaggio che non sembra giustificato
da nulla se non dal fatto che le cose devono accadere “perché sì”.
L’umorismo di cui il film è costellato è spesso fuori luogo o
forzato e non trova corrispondenza nella reazione del pubblico, la
costruzione di alcuni personaggi risulta pretestuosa e fuori
contesto, persino la messa in scena del Regno Quantico non lascia
spazio a invenzioni particolari ma preferisce il citazionismo e la
derivazione da più fonti senza una vera rielaborazione che possa
rendere organici tutti i riferimenti. Il risultato è un mondo che
sembra continuamente già visto, sprecando così le immense
potenzialità di un luogo così affascinante sulla carta.
Un film debole
Alla luce di queste
considerazioni, è chiaro che la Fase 5 non sembra
partita nel migliore dei modi e che la sensazione di stanchezza nei
confronti di queste storie sembra provenire innanzitutto
dall’impegno e l’ispirazione con cui questi prodotti vengono messi
insieme. Più episodio di una serie dalla trama orizzontale che film
in sé che pur fa parte di un racconto più ampio, Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è debole, per trama, interesse,
spettacolarità e, pare, persino per impatto su quello che accadrà
prima o poi nel corso di questo nuovo arco narrativo.
La prossima
settimana la serie tv Che Dio Ci Aiuti 7 andrà in onda con
un doppio appuntamento: la sesta serata sarà
trasmessa martedì 21 febbraio e la settima
seratagiovedì 23 febbraio, in prima
visione su Rai 1.
Nel
cast Elena Sofia
Ricci, Francesca
Chillemi, Pierpaolo
Spollon, Fiorenza
Pieri, Federica
Pagliaroli, Emma
Valenti, Ileana D’Ambra e con
la partecipazione di Valeria Fabrizi.
La regia è affidata
a Francesco Vicario e Isabella
Leoni. Che Dio Ci Aiuti 7 è
una produzione Lux Vide, società del gruppo
Fremantle, in collaborazione con Rai
Fiction.
Che Dio Ci Aiuti 7 le trame degli episodi della
sesta serata (in onda martedì 21 febbraio)
EPISODIO 11
– La gara della vita
Azzurra cerca in tutti i modi di far passare del
tempo insieme a Sara e Emiliano,
convinta che possano essere la famiglia perfetta per Elia.
Cate è innamorata di Giuseppe, ma le cose tra i
due non si concretizzano. Ettore invece presenta i suoi genitori a
Ludovica e i due hanno un momento di vicinanza e
intimità. Suor Costanza, intanto, è terrorizzata
dall’operazione cui deve sottoporsi, ma grazie al supporto di
Azzurra e alla storia di Eva, un’atleta non
vedente, capirà che nella vita non bisogna farsi fermare dalle
proprie paure.
EPISODIO 12
– Il senso di ogni cosa
Azzurra prosegue il suo piano per far mettere
insieme Emiliano e Sara. Suor Teresa è dalla sua
parte, ma prima mette alla prova Sara per
accertarsi che possa essere una buona madre per Elia. Intanto
Ettore evita in tutti i modi Ludovica e
Cate cerca di fare la sostenuta con Giuseppe.
L’arrivo della famiglia di Emiliano crea
scompiglio nel convento: lo psichiatra assume atteggiamenti
inconsueti a causa del peso delle aspettative dei genitori e del
confronto con il fratello Seba.
Quello che vediamo nella
prima scena post-credits di Ant-Man and
the Wasp: Quantumania è, probabilmente, un assaggio di
quello che sarà Avengers: La dinastia di Kang.
Come preannunciato già da Kevin Feige, il personaggio di Jonathan Major sarà una presenza costante
all’interno della Saga del Multiverso.
Kang e le sue versioni infatti si vedono riunite
in un concilio dove figurano le varianti di tutti gli universi,
ovviamente tutte interpretate da Majors.
In particolare, però introduce delle
varianti particolari che spiccano in primo piano:
Immortus, Rama-Tut. Nei fumetti,
il Consiglio dei Kang è guidato da Prime
Kang, che ha ingannato Immortus per
eliminare tutte le altre varianti di Kang nel multiverso. Il finale
della prima stagione di Loki
è stato essenzialmente un’inversione di questa trama, con
Loki e Sylvie che hanno ucciso il
Colui che Rimane che teneva sotto controllo la
linea temporale e hanno liberato le sue varianti nel multiverso.
Questo ha posto le basi per l’introduzione di tutti questi nuovi
Kang.
Per quanto riguarda il Consiglio dei Kang, nella scena dei titoli di
coda di Ant-Man and the Wasp: Quantumania,
Immortus è posizionato come leader, il che cambia
un po’ la dinamica del gruppo. Non c’è il Prime
Kang e Immortus non lavora contro le sue
varianti. Di conseguenza, questo Consiglio dei
Kang sarà diverso da quello dei fumetti. Per quanto
riguarda le loro motivazioni, sembra che si concentrino sulla
conservazione dei rispettivi regni nel multiverso. Tuttavia, da
quando Ant-Man ha sconfitto Kang il
Conquistatore, riconoscono in lui e nei
Avengers una minaccia, il che crea il conflitto
principale della Fase 5. Molto importante è evidenziare come,
alla fine del film e delle scene, appare la scritta “Kang
ritornerà” e non “Ant-man”.
La seconda scena post-credits: Un
primo sguardo a Loki 2
La seconda scena post-credits di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania introduce
un’altra variante di Kang: Victor
Timely. Ma non solo, abbiamo anche il ritorno di Owen Wilson e Tom Hiddleston che presentano per la prima
volta Loki 2 sul grande schermo. Questa volta il
personaggio di Majors si trova su un palcoscenico
in quello che sembra essere l’inizio del 1900, mentre tiene una
presentazione sul tempo. Nei fumetti, Victor
Timely è un inventore e industriale che fonda una città
nel Wisconsin e le dà il suo nome. Questa variante di
Kang diventa il sindaco della città, ma usa i suoi
progressi tecnologici, portati dal futuro, per gettare le basi che
lo aiuteranno a conquistare più avanti nella linea temporale.
Tuttavia, Victor Timely è anche un travestimento
di Prime Kang.
Loki e
Mobius in Loki 2 daranno la caccia a queste varianti di
Kang cercando di identificare il Prime
Kang. Ancora una volta il MCU conferma l’intreccio tra serie tv e
film, ogni prodotto porta un tassello in più nella comprensione del
multiverso, di cui sappiamo ancora tremendamente poco.
Loki conferma che Victor è l’uomo
che stavano cercando, anche se Mobius è
inizialmente scettico. Questo porta direttamente alla
seconda stagione di Loki, che
senza dubbio vedrà Loki e l’Autorità per
le Variazioni Temporali alla ricerca di versioni di
Kang in tutto il multiverso.
Da questo primo assaggio di Loki 2 possiamo ipotizzare che la maggior
parte della stagione si concentrerà su Victor
Timely, visto che gli è stato dato un ruolo così
importante nella scena dei titoli di coda. La stagione potrebbe poi
concludersi con la rivelazione che si tratta del Prime
Kang. La seconda stagione di Loki è
prevista per quest’anno.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania
pone le basi per il nuovo film de I Fantastici 4?
Oltre a introdurre Avengers:
La dinastia di Kang, Ant-Man and the Wasp:
Quantumania potrebbe anche aver preparato furtivamente un
altro film del MCU: I Fantastici 4. Il cattivo del prossimo film
potrebbe essere una versione di Kang:
Rama-Tut, che li ha affrontati nei fumetti, o
un’altra variante. Cronologicamente, secondo Kevin Feige – che ha progettato le prossime
Fasi del MCU – il film su I
Fantastici 4 dovrebbe essere l’ultimo prima del grande
scontro in Avengers: La dinastia di Kang.
Riguardo questo film la trama non è
stata ufficialmente rivelata dai Marvel Studios, ma la scena dei titoli di coda
di Ant-Man and the Wasp: Quantumania definisce il
Consiglio dei Kang come l’antagonista principale
del quinto film degli Avengers.
Ant-Man è stato in grado di uccidere Kang
il Conquistatore con l’aiuto di Wasp –
interpretata da Evangeline Lilly – il che significa che i
singoli eroi del MCU potrebbero teoricamente
sconfiggere una singola variante di Kang nei loro prossimi film da
solisti.
Scott
Lang è un Vendicatore –
Ant-Man – che è rimasto intrappolato nel Regno
Quantico dopo che Thanos ha spazzato via
Hope van Dyne e la sua famiglia. È tornato in
Avengers: Endgame per aiutare i suoi amici a
fermare Thanos utilizzando l’espediente del
viaggio nel tempo. Scott è poi riuscito a ricongiungersi con la
figlia e ha scritto un libro sulle sue avventure.
Ant-Man è
interpretato da Paul Rudd, noto soprattutto per i suoi ruoli
in Clueless, la popolare serie televisiva
Friends, I Love You, Man, Anchorman: The
Legend of Ron Burgundy e il suo sequel,
Noi siamo infinito, Questi sono i 40, Molto
incinta e i precedenti film di Ant-Man.
Jonathan Majors – Kang the
Conqueror
Kang
il Conquistatore è il cattivo principale della
Fase Cinque del MCU. Kang è un
viaggiatore del tempo che è stato bandito nel Regno Quantico e
crede che solo lui possa salvare il multiverso dalle sue varianti.
Egli è a sua volta una variante di Colui che resta
della
stagione 1 di Loki, il creatore della TVA.
Janet van
Dyne è una scienziata e la matriarca della famiglia Pym
che è rimasta bloccata nel Regno Quantico per 30 anni prima di
essere salvata. È lì che ha incontrato Kang e si sente in colpa per averlo
inizialmente aiutato a fuggire dal Regno Quantico prima di capire i
suoi piani.
Cassie
Lang è la figlia diciottenne di Scott. Ha
un forte senso della giustizia e usa la tuta simile a quella di
Ant-Man che ha creato con Hank
Pym per aiutare le persone in difficoltà. Ha anche
lavorato per ripristinare il segnale del Regno Quantico.
Hank Pym è
il padre di Hope e il marito di Janet van
Dyne. Hank è un ex agente dello
S.H.I.E.L.D. e un fisico che ha creato le
Particelle Pym, utilizzate in Avengers: Endgame.
Hank Pym è interpretato da Michael
Douglas, noto soprattutto per i suoi ruoli in Traffic,
Attrazione fatale,
Wall Street, Il presidente – Una storia d’amore,
Basic Instinct e la commedia romantica La rivolta
delle ex.
Bill Murray – Lord Krylar
Lord
Krylar è un governatore del Regno Quantico che un tempo
lavorava al fianco di Janet van Dyne e che ora si
è alleato con Kang il Conquistatore.
Bill Murray è noto per i suoi ruoli in
Ghostbusters, Ricomincio da capo, Moonrise
Kingom, Lost in Translation – L’amore tradotto,
in cui ha recitato accanto a un’altra star del MCU, Scarlett Johansson, il live-action
Disney Il libro della
giungla, Zombieland, Rushmore,
Charlie’s Angels, Space Jam e What About
Bob?
Personaggi secondari
David Dastmalchian
nel ruolo di Veb – Veb è una creatura che
vive nel Regno Quantico. David Dastmalchian è noto soprattutto per
i suoi ruoli nella serie dell’Arrowverse The
Flash, in Dune, in The Suicide Squad di James
Gunn, in cui ha interpretato Polka-Dot Man,
nel biopic Weird:The Al Yankovic Story e in
Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, anche se ha interpretato un
personaggio diverso di nome Kurt.
William Jackson
Harper nel ruolo di Quaz – Quaz
è un telepate che scopre perché Scott e
Cassie si trovano nel Regno Quantico. William
Jackson Harper è noto soprattutto per i suoi ruoli nella serie
comica della NBC The Good Place, nel film horror Midsommar, nella serie HBO Max Love Life e
nella serie The Electric Company.
Katy O’Brian nel
ruolo di Jentorra – Jentorra è una
combattente per la libertà che si oppone fermamente a Kang il Conquistatore e a chiunque si schieri
con lui. Katy O’Brian è nota soprattutto per i suoi ruoli nella
serie Z Nation, nello show dell’Arrowverse Black
Lightning e per essere apparsa in alcuni episodi della serie
Star
WarsThe Mandalorian.
Corey Stoll nel
ruolo di Darren Cross/M.O.D.O.K. – Darren
Cross era un antagonista di Ant-Man e
Hank Pym, ma dopo essere stato inviato nel Regno
Quantico, diventa M.O.D.O.K., un organismo progettato per uccidere
e alleato di Kang il Conquistatore.
Gregg Turkington
nel ruolo di Dale – Dale è il manager di
Baskin-Robbins dove lavorava Scott Lang. Gregg
Turkington è conosciuto soprattutto per i suoi ruoli nelle serie
televisive Decker, Mister America e
Ant-Man.
Tom Hiddleston nel ruolo di Loki –
Loki è il fratello adottivo di
Thor e il Dio dell’inganno. Un tempo antagonista
principale dei Vendicatori, Loki ha voltato pagina ed è ora
intenzionato a fermare Kang il Conquistatore. Loki
appare anche con Mobius nella scena post-credit di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
A poche settimane dall’uscita di
Bussano alla Porta, M. Night
Shyamalan annuncia il titolo e la data d’uscita del suo
nuovo film: Trap
arriverà in sala il 2 agosto 2024. L’annuncio è stato fatto
nell’ambito di una comunicazione forse più importante, che vede
Shyamalan passare alla Warner Bros, dopo anni di collaborazione con
la Universal.
Al momento, non si sa nulla del
prossimo film di Shyamalan a parte il suo semplice titolo, Trap,
e la sua data di uscita. Nessun dettaglio della trama è stato
condiviso. Mentre Trap
sarà molto probabilmente un thriller di qualche tipo, è difficile
individuare in quale sottogenere potrebbe rientrare, dato che lo
stile caratteristico di Shyamalan fonde elementi psicologici e
soprannaturali per creare narrazioni piene di suspense e spesso
piene di colpi di scena.
Alcuni dei suoi migliori lavori,
come Il Sesto Senso, sono meglio classificati come
thriller psicologico, mentre ha anche mostrato una preferenza per
storie post-apocalittiche come E venne il giorno, After Earth e Bussano alla
Porta. Ha anche realizzato la sua trilogia di supereroi
con Unbreakable, Split e Glass.
Sembra che Universal/DreamWorks
abbiano deciso di prendere esempio dalla Disney per adattare in
live action uno dei loro franchise d’animazione di maggiore
successo: Dragon Trainer.
Secondo THR, la Universal Pictures sta
sviluppando un film
live-action Dragon Trainer, con Dean
DeBlois, che ha diretto la trilogia animata originale:
Dragon Trainer del 2010, Dragon Trainer 2 del 2014 e
Dragon Trainer 3 del 2019. Anche se ne abbiamo sentito parlare
solo ora, il progetto è abbastanza in avanti nel processo di
sviluppo, poiché è già stata fissata una data di uscita per il 14
marzo 2025. Si dice che il casting sia attualmente in corso.
Basato sui romanzi di Cressida
Cowell, il film d’animazione si è concentrato su un giovane ragazzo
vichingo di nome Hiccup (doppiato da Jay Baruchel)
e sull’amicizia che sviluppa con un drago ferito di nome Sdentato
che cura per riportarlo in salute in un mondo in cui draghi e
vichinghi sono nemici giurati.
Questo film sarà basato sul primo
film d’animazione e, in caso di successo, le altre puntate verranno
adattate e, data la fedele fanbase del franchise, è probabile che
questo accada. Insieme, i tre film di Dragon
Trainer hanno accumulato più di 1,6 miliardi di dollari,
ottenuto quattro nomination all’Oscar e un Golden Globe per il
secondo capitolo.
In Ant-Man and the Wasp:
Quantumania facciamo finalmente la conoscenza di
una Cassie Lang personaggio attivo. Dopo averla vista molto piccola
e post-blip in Endgame, adesso la giovane Cassie entra in azione al
fianco di papà Scott, nel Regno Quantico. Ma quanti anni ha Cassie
nel film?
All’inizio della Fase 5, la ragazza
sembra un po’ più grande rispetto a quanto dovrebbe essere.
Nonostante Cassie Lang sia stata riformulata più volte, gran parte
della storia dell’eroe principale di Paul Rudd ha
ruotato attorno alla possibilità di salvare sua figlia o essere lì
per lei. Questo tema si prolunga anche in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, che presenta alcuni importanti sviluppi
per la versione del personaggio di Kathryn Newton,
poiché Ant-Man rischia la sicurezza del multiverso per proteggere
sua figlia.
Cassie Lang ha un ruolo fondamentale
in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. È sua
infatti la tecnologia che è stata creata per costruire una mappa
del Regno Quantico che ha allertato MODOK e Kang della loro
presenza. È così che l’intera squadra di Ant-Man è rimasta bloccata
nel Regno Quantico e Cassie diventa rapidamente un ostaggio di Kang
che la usa per costringere Ant-Man a stringere un’alleanza.
Tuttavia, non è del tutto impotente durante il film, tant’è che la
sua trasformazione in un supereroe consente alla configurazione di
Young Avengers del MCU di continuare attraverso la
Fase 5. Ciò solleva una domanda specifica su quanti anni abbia
Cassie Lang in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Cassie Lang compie 18 anni in
Ant-Man & The Wasp: Quantumania
È confermato che Cassie Lang
dovrebbe avere 18 anni in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania. Il regista Peyton Reed ne ha
parlato in un’intervista con Nerdbunker e ha confermato che l’attrice 26enne
interpreta Cassie quando ha 18 anni. Ant-Man 3
però non conferma direttamente quanti anni ha Cassie.
Il fatto che Cassie Lang abbia 18
anni in Ant-Man and the Wasp: Quantumania
spiega ulteriormente parte della sua vita. Non c’è alcuna
apparizione della madre o del patrigno, quindi è possibile che
Cassie si sia trasferita, anche se dice che nessuno può permettersi
l’affitto in questo momento. Potrebbe anche essere il motivo per
cui Cassie viene mandata nella prigione principale di San Francisco
dopo essere stata arrestata, poiché ora è troppo grande per andare
in un centro di detenzione minorile. L’altro dato certo è che
Ant-Man and the Wasp: Quantumania deve aver luogo
nel 2025.
In che modo l’età di Cassie Lang
rompe la timeline del MCU
Se Cassie Lang ha davvero 18 anni
nel film, questo significa che Ant-Man 3 rompe la
linea temporale dell’MCU. Questo è il risultato di una
scena all’inizio del film in cui parla sulla notte in cui
Yellowjacket ha cercato di prenderla e Ant-Man è tornato dal Regno
Quantico. Cassie dice che aveva sei anni quando è successo.
L’MCU ha stabilito in precedenza che
Cassie è nata nel 2007, il che significherebbe che la sua festa di
compleanno in Ant-Man dovrebbe aver luogo nel 2013. Tuttavia,
Ant-Man si svolge saldamente nel 2015 nella sequenza temporale
dell’MCU.
Dal momento che l’età di Cassie in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania non è confermata
direttamente durante il film, l’unico modo perché ciò sia vero è
che lei abbia 16 anni all’inizio della Fase 5. Ciò si adatterebbe
alla timeline del MCU in maniera più coerente, ma
contraddirebbe anche le prove precedenti secondo cui Cassie aveva
otto anni in Ant-Man. Di conseguenza, la sequenza temporale del
MCU continua a diventare più
confusa per coloro che tengono traccia di ogni singolo
dettaglio.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Ad aver contribuito alla rivoluzione
dello streaming, che ormai da diversi anni caratterizza il panorama
audiovisivo mondiale, ci ha pensato Netflix. Espansasi sempre più nel mondo,
l’azienda è oggi una delle realtà più consolidate nella produzione
e distribuzione di contenuti in streaming e nel giro di pochi anni
ha dato vita ad alcuni dei prodotti più popolari degli ultimi
tempi. Che siano lungometraggi o serie di vari formati, Netflix si
sta dimostrando maestra nella realizzazione di opere capaci di
parlare a spettatori di ogni provenienza geografia, età e genere
sessuale. In particolare, di grande prestigio sono i film
original prodotti da Netflix, i quali spaziano tra generi
e target diversi.
Da diversi anni, infatti, i film
Netflix occupano un posto importante nel panorama cinematografico
mondiale, non solo perché questi titoli sono ormai una presenza
fissa durante la stagione dei premi, ma anche perché sempre più
autori di livello altissimo si rivolgono alla piattaforma della
grande N rossa per farsi produrre le loro opere.
Scorsese, Cuaron,
Sorrentino, Soderbergh, Linklater,
sono solo alcuni dei nomi che hanno scelto l’azienda streaming per
poter dar luce ai loro progetti più complessi e ambiziosi,
rifiutati dagli altri studios cinematografici. Con la sua
distribuzione, inoltre, Netflix garantisce la presenza di queste
opere in ogni parte del mondo, una cosa prima neanche lontanamente
immaginabile.
Dopo aver visto l’elenco delle
Serie TV Netflix da vedere, qui di seguito si
propone un elenco di alcuni tra i più importanti. Si tratta di film
che vanno dalla commedia al drammatico, dalla fantascienza
all’horror, dal gangster movie al film
d’animazione. Storie sempre diverse ma capaci di avere un
linguaggio universale, fruibile da ogni parte del globo. Perdere
alcuni di questi titoli, nella grande quantità di prodotti presenti
in catalogo, è facile ed ecco dunque che potendone leggere qui si
sarà forse invogliati a recuperarli. Al di là dei titoli più
celebri, vi sono infatti tante piccole perle assolutamente
meritevoli di una visione, dopo la quale si sarà ancor più contenti
di aver sottoscritto un abbonamento a Netflix.
Film Netflix: i prodotti original da vedere sulla
piattaforma
Film Netflix thriller
Il gioco di
Gerald, di Mike Flanagan (2017). Una
coppia cerca di ravvivare il suo matrimonio trascorrendo una notte
in una casa sul lago. Quando il marito muore inaspettatamente, lei,
legata al letto, deve lottare per sopravvivere e liberarsi.
Adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King e
interpretato da Carla Gugino,
il film è un brillante concentrato di tensione, angoscia e paura,
diretto dall’acclamato regista horror Mike Flanagan.
La donna alla finestra,
di Joe Wright (2021). La dottoressa Anna Fox passa le sue giornate
rinchiusa nella sua casa di New York, bevendo vino mentre guarda
vecchi film e spiando i suoi vicini. Un giorno, guardando fuori
dalla finestra, vede qualcosa che accade nell’abitazione dei
Russell.
The Guilty, di Antoine
Fuqua (2021). Nell’arco di una mattinata al centralino di emergenza
della polizia, Joe Baylor, un operatore, cerca di salvare la vita
di una persona in pericolo, ma presto scopre che le cose non sono
come sembrano. Interpretato da Jake
Gyllenhaal, questo film è il remake del danese
The Guilty e proprio come
quello anche questo rifacimento si svolge grossomodo tutto
attraverso una semplice telefonata tra un’agente di polizia e un
richiedente aiuto.
The Pale Blue Eye – I
delitti di West Point, di Scott
Cooper (2023). L’investigatore veterano Augustus Landor
indaga su diversi casi di omicidi con l’aiuto di un giovane
cadetto, che più tardi finisce per diventare un autore di fama
mondiale, Edgar Allan Poe. Christian Bale
torna a collaborare con Cooper per questo cupo thriller
d’ambientazione ottocentesca, crepuscolare nei toni e nel racconto,
ricco di mistero ma anche di intense emozioni.
Film Netflix d’azione
Army of the
Dead, di Zach Snyder (2021). In
seguito ad un’epidemia di zombi a Las Vegas, una squadra di
mercenari corre un grosso rischio intrufolandosi nella zona sotto
quarantena per eseguire la più grande rapina mai tentata. Il nuovo
adrenalinico film di Snyder vanta un cast composto da Dave Bautista,
Ella Purnell, Matthias
Schweighöfer e Ana de laReguera, oltre ad innumerevoli spaventosi zombie
che rendono il tutto estremamente più coinvolgente.
Red Notice, di
Rawson Marshall Thurber (2021). Con protagonisti Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e
Gal Gadot. L’agente
dell’FBI John
Hartley deve affrontare un audace assalto ed è costretto a
collaborare con il più grande ladro d’arte della storia, Nolan
Booth, per catturare il ladro d’arte più ricercato al mondo di
oggi, Sarah Black.
Triple
Frontier, di J. C. Chandor (2019).
Cinque veterani dell’esercito ed ex agenti delle forze speciali,
trovandosi in ristrettezze economiche, si incontrano per
pianificare una rapina a uno spacciatore in una zona di confine del
Sud America. Questo adrenalinico thriller d’azione si caratterizza
in particolare per il suo cast di g randi attori, tra cui spiccano
i nomi di Ben Affleck,
Pedro Pascal e
Garrett
Hedlund.
Film Netflix comici
Dolemite is My
Name, di Craig Brewer (2019). La storia
vera dell’artista comico Rudy Ray Moore, che dà vita ad un
personaggio oltraggioso di nome Dolemite, nel tentativo di
risollevare le sorti della sua carriera durante gli anni Settanta.
Fortemente voluto da Eddie Murphy,
che interpreta il protagonista, il film è una brillante commedia
ambientata nel contesto della blaxploitation. È inoltre il film che
ha permesso a Murphy di dare nuovamente prova del suo grande
talento.
Don’t Look Up,
di Adam McKay (2021). Una coppia di astronomi si
accorge dell’esistenza di un meteorite in rotta di collisione con
la Terra. I due scienziati cercano di avvertire tutti sulla Terra
che il meteorite distruggerà il pianeta in sei mesi, ma nessuno
sembra preoccuparsi realmente della cosa. Con ricco cast composto
da LeonardoDiCaprio, Jennifer
Lawrence, Maryl Streep,
Jonah Hill,
Mark Rylance e Cate Blanchett,
il film di McKay è una dura satira nei confronti dell’attuale
società, sempre più confusionaria a livello comunicativo e sempre
pronta a dar credito alle persone meno adatte a gestire situazioni
di crisi.
La Missy
sbagliata, di Taylor Spindel (2020).
Protagonista è Tim, il quale pronto per recarsi ad un importante
evento aziendale nelle Hawaii, decide di invitare ad andare con lui
una ragazza di nome Missy. Purtroppo per lui, si accorge di aver
scritto alla Missy sbagliata, facendo dunque partire con lui una
ragazza incontrata durante un appuntamento da incubo. Divertente
commedia degli equivoci distintasi nel catalogo Netflix per essere
un piccolo film ricco però di inaspettate sorprese.
You People, di
Kenya Barris (2023). Una coppia di sposi e le loro
famiglie affrontano l’amore moderno tra scontri culturali,
aspettative della società e differenze generazionali. Il film è una
commedia costruita a partire da uno spunto classico e proprio di
film come il celebre Indovina chi viene a cena,
interpretato da Jonah Hill ed
Eddie Murphy. Uno spasso continuo durante il quale
si può anche riflettere sulle tematiche proposte.
WarMachine, di David Michod (2017).
L’orgoglioso generale Glenn McMahon accetta prontamente la sfida
impossibile di vincere una guerra impopolare. La sua arroganza,
tuttavia, potrebbe rivelarsi il suo peggior nemico. Interpretato da
Brad Pitt,
questo film è una brillante commedia satirica sul tema della
guerra, dove si da spazio ad una vera e propria messa alla berlina
degli egocentrici generali e del loro modus operandi.
Film Netflix romantici
Da te o da me, di
Aline BroshMcKenna (2023).
Debbie e Peter sono migliori amici, nonché completi opposti. Debbie
è una mamma abitudinaria di Los Angeles, Peter ha una vita
frenetica a New York. Tutto cambia quando i due si scambiano casa e
vita per una settimana. Reese
Witherspoon e Ashton Kutcher,
principi della commedia romantica, recitano insieme in questo
tenero racconto di due persone agli opposti destinate ad
incontrarsi e influenzarsi positivamente a vicenda.
Quattro a metà, di
Alessio Maria Federici (2022). Luca e Sara sono
fortemente tentati da mettere alla prova la molto romantica, ma
poco scientifica teoria che ogni persona abbia un’anima gemella. I
due allora decidono di invitare a cena quattro amici nubili.
Interpretato, tra gli altri, da Matilde Gioli e
Ilenia
Pastorelli, il film è una brillante commedia romantica
italiana, che offre risvolti imprevedibili e coinvolgenti.
The Kissing Booth,
di Vince Marcello (2018). Elle riesce a baciare il ragazzo più
bello della scuola, ma questo potrebbe significare la fine del
rapporto con il suo migliore amico. La ragazza deve scegliere tra
il ragazzo dei suoi sogni e l’amicizia. Interpretato da
Joey King, questo film è uno dei maggiori successi
di Netflix, nonché primo di una trilogia molto amata dai
ragazzi.
Tutte le volte che ho
scritto ti amo, di Susan Johnson (2018). Lara Jean scrive
lettere segrete e piene d’amore ai cinque ragazzi per i quali ha
una cotta, ma non ha intenzione di inviarle. Tuttavia, le lettere
vengono spedite e scatenano il caos nella sua vita. Anche questo
apprezzato film ha poi avuto due seguiti: P.S. Ti amo
ancora e Tua persempre.
Film Netflix horror
A Classic Horror
Story, di Roberto De Feo e Paolo Strippoli (2021). Cinque
persone viaggiano in camper per raggiungere una destinazione
comune. Scende la notte e per evitare la carcassa di un animale
morto, si schiantano contro un albero. Quando si riprendono, si
ritrovano in mezzo al nulla. La strada su cui stavano viaggiando è
scomparsa e c’è solo una foresta fitta e impenetrabile e una casa
di legno nel mezzo di una radura, che scoprono essere la sede di un
culto agghiacciante.
Annientamento,
di Alex Garland (2018). Quando suo marito scompare
nel corso di una missione misteriosa in una regione contaminata, la
biologa Lena si unirà ad una squadra di sole donne per avventurarsi
in quei luoghi, scoprendo verità terribili. Potente metafora della
malattia umana, il film di Garland interpretato da Natalie Portman
offre una ricca componente visiva unita a riflessioni esistenziali
tutt’altro che scontate.
Bird Box, di
Susanne Bier (2018). I sopravvissuti di un pianeta
distrutto devono evitare di incrociare un’entità che assume la
forma delle loro peggiori paure e li uccide. Nella speranza di
trovare un rifugio sicuro, una donna e i suoi bambini attraversano
la natura selvaggia, il tutto necessariamente a occhi chiusi.
Questo film, una specie di A Quiet Place dove però invece
del rumore occorre rinunciare alla vista, è uno degli horror più
affascinanti di Netflix. Interpretato da Sandra Bullock,
il film offre molto orrore celato e per questo ancora più
spaventoso.
Mr. Harrigan’sPhone, di John Lee Hancock
(2022). Un giovane stringe amicizia con un anziano multimilionario.
Quando l’uomo muore, il ragazzo scopre di poter comunicare con il
suo amico dalla tomba lasciandogli dei messaggi vocali sul telefono
sepolto con lui. Tratto dall’omonimo racconto di Stephen
King, questo film con Donald
Sutherland è un horror particolarmente coinvolgente,
che regala brividi ad ogni scena.
Non aprite quella
porta, di David Blue Garcia (2022).
Dopo quasi 50 anni di latitanza, Faccia di Cuoio ritorna per
terrorizzare un gruppo di giovani amici idealisti che
accidentalmente sconvolgono il suo mondo protetto, in una remota
città abbandonata del Texas. Un sequel diretto del celebre film del
1974, un vero e proprio ritorno alle origini dove si assiste allo
scontro tra l’unica superstite della follia omicida di Faccia di
Cuoio e quest’ultimo.
Altri film prodotti o distribuiti da Netflix
22 luglio, di
Paul Greengrass (2018). L’attacco terroristico più
grave della storia della Norvegia: un estremista di destra massacra
settantasette ragazzi di un campo estivo giovanile, il 22 Luglio
2011. Presentato al Festival di Venezia, questo intenso
dramma di produzione norvegese tratto dal libro Uno di noi – La
storia di Anders Breivik (One of Us) di Åsne Seierstad
ripercorre gli eventi dietro uno dei più brutali attentati
terroristici degli ultimi anni.
Apollo 10½: A Space Age
Childhood, di Richard Linklater
(2022). Un uomo racconta la sua vita di bambino di 10 anni a
Houston nel 1969, in una narrazione che intreccia elementi
nostalgici al racconto fantastico e mirabolante di un viaggio sulla
luna. Con il suo nuovo film realizzato con la tecnica d’animazione
del rotoscope, Linlkater torna ai suoi temi più cari, dalla memoria
al tempo, il tutto nella cornice di un’età magica come l’infanzia.
Apollo 10½ non è un film canonico, quanto più un lungo
ricordo di un’epoca e delle sue particolarità.
Beast of No
Nation, di Cary Fugunaka (2015). Dopo
che la sua famiglia è stata sterminata durante una sanguinosa
guerra civile, un bambino africano si unisce ad un gruppo di
mercenari, i quali lo trasformano in un giovane soldato. Uno dei
primi film original di Netflix, Beast of No Nation è un
intenso coming of age ambientato nel duro mondo dei
bambini soldato. Interpretato da Idris Elba, si
tratta di un’opera tanto bella quanto dura nel raccontare una
realtà troppo spesso diffusa.
Photo by Gianni Fiorito
È stata la mano di
Dio, di Paolo Sorrentino (2021).
Negli anni ’80 a Napoli, un ragazzo ha l’occasione di vivere uno
dei sogni più grandi degli amanti del calcio, quando giunge nella
sua città il goleador Diego Maradona, ma a questa grande gioia si
accompagnerà una tragedia inaspettata. Il nuovo film di Sorrentino
è anche il suo più personale, ispirato alla propria giovinezza, con
episodi, personaggi ed emozioni provenienti da un passato lontano
eppure ancora vivo. Struggente e delicato, è stato uno dei grandi
protagonisti della recente stagione dei premi.
High FlyingBird, di Steven
Soderbergh (2019). Quando la lega della pallacanestro
tiene fuori uno dei suoi clienti, un agente sportivo progetta un
piano audace per un giovane giocatore, sperando di salvare la sua
carriera. Come per il suo precedente Unsane, anche per
questo film Soderbergh si è avvalso unicamente di un iPhone 8 per
le riprese. Interpretato da Zazie Beetz,
High Flying Bird è uno degli original di Netflix meno
noti, ma particolarmente meritevoli di una visione.
Il potere del
cane, di Jane Campion (2021). George
e Phil sono una coppia di fratelli che possiede un ranch nel
Montana. Quando George sposa la giovane vedova Rose e la porta a
vivere nel ranch, Phil prende di mira la donna e suo figlio Peter,
tormentandoli senza sosta. Interpretato da Benedict
Cumberbatch, Kirsten Dunst e
Jesse Plemons, il nuovo film della Campion è uno
dei più acclamati drammi dell’ultimo anno, vincitore di
innumerevoli premi tra cui l’Oscar per la miglior regia.
I’m Thinking of Ending
Things, di Charlie Kaufman (2020). Mentre
sono in viaggio dai genitori di lui, per lei qualcosa va storto, ma
fidanzato, famiglia e realtà frammentata non c’entrano nulla. Nuovo
film scritto e diretto da Kaufman, I’m Thinking of Ending
Things è pura espressione del suo autore, che porta lo
spettatore in un viaggio nella mente dei suoi protagonisti, dando
vita a situazioni particolarmente spaventose. Il film, che va
dall’horror al musical, è uno dei più belli presenti su
Netflix.
La ballata di Buster
Scruggs, di Joel e Ethan Coen (2018).
Antologia composta da sei cortometraggi ambientati nell’era
postbellica seguita alla Guerra Civile Americana, durante la
conquista delle nuove frontiere del Vecchio West. Inizialmente
concepiti per essere gli episodi di una serie, i sei cortometraggi
sono poi stati rielaborati in un unico lungometraggio, che ha tra i
suoi protagonisti James Franco,
Liam Neeson,
Tim Blake Nelson, Zoe Kazan e
Tom Waits.
Le strade del
male, di Antonio Campos (2020).
Predicatori diabolici, poliziotti corrotti e amanti omicidi: in un
luogo totalmente sperduto, un giovane di forti valori ha sete di
giustizia. Un grande cast composto da Tom Holland,
Robert
Pattinson, Bill Skarsgard, Sebastian Stan,
Mia Wasikowska
e Jason Clarke
guida questo film ricco di personaggi e situazioni, alla
scoperta di quanto il male possa essere radicato nell’essere umano
e tramandarsi attraverso le generazioni.
Glass Onion – A Knives Out
Mistery, di Rian Johnson (2022).
L’egocentrico multimilardiario Miles Bron, proprietario della Alpha
Industries, invita i suoi amici a una fuga sulla sua isola greca
privata. Quando qualcuno viene trovato morto, l’investigatore
Benoit Blanc si occupa del caso. Dopo il successo di Knives Out
– Cena con delitto, Johnson porta su Netflix questo sequel
interpretato ancora una volta da Daniel Craig,
affiancato da Edward Norton,
Dave Bautista,
Janelle Monae e Kate
Hudson.
Malcolm &
Marie, di Sam Levinson (2021). Lui
sta per sfondare a Hollywood. La storia della fidanzata lo ha
ispirato e adesso il loro amore verrà messo alla prova. Ambientato
in un’unica grande villa, il film va alla radice di un rapporto
sentimentale, caratterizzandosi per uno splendido bianco e nero e
le interpretazioni di due soli attori, i bravissimi
Zendaya e John David Washington. Divertente e
struggente, è un altro piccolo gioiello di Netflix.
Mank, di
David Fincher (2020). La Hollywood degli anni ’30
è rivalutata attraverso gli occhi e la graffiante ironia dello
sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz, interpretato
da Gary Oldman,
mentre termina di scrivere Quarto potere. Per Netflix
Fincher realizza un elegante dramma in bianco e nero, girato come
fosse un film proveniente direttamente dagli anni Quaranta, per
raccontare tanto un diverso punto di vista dietro uno dei più
celebri film di sempre, quanto per proporre riflessioni sul
dilagante imperialismo contemporaneo.
Okja, di
Bong Joon-ho (2017). Per 10
anni idilliaci, la giovane Mija è stata custode e compagna di Okja,
una creatura simile ad un ippopotamo, sulle montagne della Corea
del Sud. Quando qualcuno tenta di separarli, la ragazzina parte per
una missione di salvataggio. Diretto dal premio Oscar Bong Joon-ho,
il film è un altro dei primi Netflix Original, presentato a Cannes
e con un cast composto da Jake
Gyllenhaal, Paul Dano,
Tilda Swinton e
Steven
Yeun.
Per primo hanno ucciso mio
padre, di Angelina Jolie (2017).
Costretta a lasciare la sua casa durante l’ascesa al potere dei
Khmer rossi, una ragazza orfana viene addestrata come soldato
mentre i suoi sei fratelli vengono mandati nei campi di lavoro. La
Jolie dirige un film di produzione cambogiano, adattando il romanzo
Il lungo nastro rosso. Una storia struggente che fa luce
su orrori di guerre poco note in Occidente.
Pieces of a
Woman, di Kornél Mandruzco (2021).
Martha sceglie di partorire in casa, assistita dal compagno Sean e
dall’ostetrica Eva. A causa di un imprevisto, la neonata muore
pochi minuti dopo il parto. La madre di Martha si batte affinché
Eva sia condannata per negligenza. Presentato alla Mostra
Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, il film è valso
la Coppa Volpi a Vanessa Kirby,
oltre a una lunga serie di riconoscimenti, culminati con la
nomination agli Oscar.
Roma, di
Alfonso Cuaron (2018). Cleo è una delle due
collaboratrici domestiche che aiutano una coppia a prendersi cura
dei loro quattro figli a Città del Messico. Tuttavia, una serie di
complicazioni stanno per sconvolgere le loro vite. Vincitore del
Leone d’Oro al Festival di Venezia e di tre Oscar (miglior regia,
miglior fotografia, miglior film straniero), Roma è un
viaggio nella memoria di Cuaron, che realizza qui il suo film più
personale alla ricerca di quei momenti cruciali tanto nella sua
vita quanto in quella del suo paese, qui raccontato attraverso gli
occhi della domestica Cleo.
Storia di un
matrimonio, di Noah Baumbach (2019).
Un regista teatrale e la moglie attrice, un tempo felicemente
sposati, intraprendono un lungo ed estenuante divorzio, che li pone
di fronte ai loro limiti e alle necessarie rinunce con cui dovranno
fare i conti. Interpretato da Adam Driver e
Scarlett
Johansson, il film è considerato il capolavoro di
Baumbach. Un potente dramma che affronta in modo estremamente
sincero e crudo la separazione e ciò che essa comporta, tanto nei
suoi aspetti più evidenti quanto in quelli più privati. Un film
tanto bello quanto doloroso.
Sulla mia
pelle, di Alessio Cremonini (2018).
Il 22 Ottobre 2009, Stefano Cucchi, arrestato per spaccio, muore in
custodia delle forze dell’ordine. Il sospetto che l’uomo sia stato
assassinato prende presto il sopravvento: per la famiglia inizia un
doloroso percorso alla scoperta della verità. Con protagonista
Alessandro
Borghi, il film ripercorre in modo delicato e asciutto
il calvario vissuto da Cucchi, spingendo verso la ricerca continua
di quanto realmente accadde. Estremamente drammatico, il film ha
anche il merito di aver riacceso l’attenzione sul caso Cucchi,
portando a significativi risultati nel processo.
The Irishman,
di Martin Scorsese (2019). La storia di Frank
Sheeran, veterano di guerra e camionista, divenuto un sicario al
soldo della malavita di Filadelfia e assoldato per uccidere il
popolare sindacalista Jimmy Hoffa. Attraverso i suoi occhi si
ripercorrono cinquant’anni di storia americana. Opera crepuscolare
sul mondo dei gangster statunitensi, il film di Scorsese è un vero
e proprio canto del cigno di un epoca ormai appartenente al
passato, con personaggi un tempo iconici ormai ridotti alla più
totale solitudine. Con protagonisti Robert DeNiro, Al Pacino e
Joe Pesci,
The
Irishman è uno dei più importanti film di Netflix.
The Meyerowitz
Stories, di Noah Baumbach (2017). I
Meyerowitz si riuniscono a New York per un evento che celebra le
opere d’arte del padre. Se da piccoli i figli si contendevano
l’amore paterno, adesso si ritrovano a nutrire l’ego dell’uomo e
sono ai limiti dell’esasperazione. Interpretato da Dustin
Hoffmann, Ben Stiller e
Adam Sandler,
il film di Baumbach ha ancora una volta al suo centro la famiglia,
esplorata qui in tutte le sue disfunzionalità per farne emergere
l’umanità apparentemente nascosta.
The Midnight Sky, di
George Clooney
(2020). Clooney dirige e interpreta un film di fantascienza in cui uno
scienziato solitario nell’Artide cerca di avvertire astronauti di
ritorno sulla Terra di una misteriosa catastrofe globale. Ricco di
tematiche, dalla fine della vita sulla terra al rapporto tra
genitori e figli, il film si interroga sui percorsi dell’umanità e
sulla degenerazione della sua attività terrestre. Nel cast, oltre a
Clooney, anche gli attori Felicity Jones
e David Oyelowo.
The Other Side of the
Wind, di Orson Welles (2018). Un
regista di Hollywood ritorna dopo tanti anni dall’Europa con un
progetto. Il suo obiettivo è terminare una pellicola innovativa e
tagliente, in un’epoca in cui tutto è permesso. Rimasto incompiuto
per circa quarant’anni, quest’ultimo film del grande Welles è
infine stato completato con il supporto di Netflix. I cinefili di
tutto il mondo possono così godere di un’opera complessa,
frammentata, ma ricca di tutte le caratteristiche e le idee del suo
immortale regista.
Ultras, di
Francesco Lettieri (2020). Sandro è il capo degli
Apache, gruppo ultras di Napoli. A seguito di episodi di violenza,
all’uomo viene imposto un daspo, un divieto ad accedere alle
manifestazioni sportive. Film di produzione italiana,
Ultras è un titolo passato ingiustamente in sordina nel
catalogo Netflix, ma che ha il pregio di offrire una fotografia di
un mondo troppo spesso raccontato da altri più blasonati punti di
vista.
Un nuovo promo di Scream 6
anticipa la “fine della linea” per diversi sopravvissuti. Servendo
come sequel diretto di Scream del 2022, Scream 6
racconterà come i sopravvissuti agli ultimi omicidi di Ghostface si
lasciano Woodsboro alle spalle per iniziare un nuovo capitolo della
loro vita a New York City, solo per diventare di nuovo prede di un
nuovo assassino di Ghostface.
Il prossimo capitolo dell’amato
franchise horror vedrà il ritorno di Melissa Barrera,
Jenna Ortega, Mason Gooding, Jasmin Savoy Brown,
Hayden Panettiere e Courteney Cox nei
panni dei vari sopravvissuti ai precedenti omicidi di Ghostface che
cercano di andare avanti con le loro vite a New York City , solo
per iniziare una nuova serie di omicidi perpetrati da qualcuno che
indossa la maschera. Diretto ancora una volta dal duo di Radio
Silence Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, Scream 6 arriverà
all’inizio di marzo, quasi un anno dopo che il suo predecessore si
è fatto strada verso il successo di critica e commerciale.
Mentre si avvicina l’uscita,
l’account Instagram ufficiale del franchise di Scream ha rilasciato
un nuovo video di Scream
6.
Il video anticipa il ritorno
di Din e Grogu su Nevarro, dove Greef Karga offre loro un posto sul
pianeta appena rianimato. Ci dà anche un assaggio delle
giocose buffonate di Grogu in questa stagione, visto che può essere
visto usare la Forza per far girare la sedia e raggiungere uno
spuntino.Guarda la clip
ufficiale di The
Mandalorian Stagione 3 qui
sotto:
Continuano i viaggi del
Mandaloriano nella galassia di Star
Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è
riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per
allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano
incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu
continuano il loro viaggio insieme.
La serie The
Mandalorian è interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.
The
Penguin, l’annunciata serie spin-off di HBO Max
incentrato sulla versione di Colin Farrell del classico cattivo della DC
Comics Oswald Cobblepot, come abbiamo appreso qualche
tempo fa riprenderà subito dopo gli eventi di The
Batman di Matt Reeves, mostrando l’ascesa di “Oz” come il
grande cattivo di Gotham City
in vistadell’imminente sequel.
Quando la serie è stata
annunciata per la prima volta, ci è stato detto che un’apparizione
dello stesso Batman era improbabile, ma sembra che i piani adesso
siano cambiati.Secondo quanto affermato
da Jeff Sneider nel podcastHot
Mic, Robert Pattinson riprenderà il ruolo di
Bruce Wayne/Batman per lo show. Probabilmente non
sarà una parte da protagonista ma solo una sorta di guest star (in
effetti, riteniamo che potrebbe apparire solo in un singolo
episodio), ma, se confermato, questa è una mossa molto
intelligente.
Una storia incentrata sul
pinguino potrebbefunzionare senza il pipistrello, ma ha senso solo che Caped
Crusader faccia almeno un’apparizione per tenere d’occhio Oz e
impostare la loro dinamica per
The
Batman Parte 2recentemente
annunciato.The
Penguin (titolo provvisorio) sarà interpretato
anche da Cristin Milioti, Rhenzy Feliz, Michael Kelly,
Shohreh Aghdashloo e Deirdre O’Connell. Si ritiene
che Millioti interpreti Sofia Falcone, ma non abbiamo
ancora dettagli sugli altri ruoli. Lo spettacolo sarà
composto da 8 episodi. Non è stata fissata alcuna data per la
premiere, ma il sequel di The Batman è previsto per
il 3 ottobre 2025, e la serie dovrebbe uscire prima del film.
Apple TV+ ha annunciato oggi che The
Big Door Prize, creata dal vincitore dell’Emmy David
West Read (Schitt’s Creek),
uscirà il 29 marzo. La nuova serie comedy, composta da 10 episodi
della durata di mezz’ora ciascuno e interpretata da un cast corale
guidato da Chris O’Dowd con Gabrielle
Dennis, Ally Maki, Josh Segarra, Damon Gupton, Crystal Fox,
Djouliet Amara e Sammy Fourlas, farà il
suo debutto con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio
settimanale ogni mercoledì, fino al 17 maggio.
Basata sull’omonimo romanzo di M.O. Walsh,
la serie racconta la storia di una piccola città che cambia
per sempre quando una misteriosa macchina appare nell’emporio
cittadino, promettendo di rivelare il vero potenziale di vita di
ogni residente. Dusty Hubbard (Chris O’Dowd), un
padre di famiglia e insegnante di liceo apparentemente soddisfatto
e allegro, osserva tutti quelli che lo circondano rivalutare le
proprie scelte e ambizioni di vita – sulla base dei tabulati della
macchina – ed è costretto a chiedersi se sia davvero felice come
pensava un tempo. Mentre lui rimane scettico nei confronti della
macchina, sua moglie, Cass (Gabrielle Dennis), si
abbandona al sogno che là fuori ci sia qualcosa di più grande per
lei. Come molti abitanti di Deerfield, la coppia ha vissuto una
vita relativamente sicura e senza complicazioni, fino all’arrivo
della macchina Morpho. Tutto questo, però, è destinato a cambiare
quando l’intera comunità è costretta a riconciliarsi con le proprie
insoddisfazioni, alla ricerca di un futuro migliore.
The Big Door Prize è prodotto da Skydance
Television e CJ ENM/Studio Dragon. David West Read
è showrunner e produttore esecutivo, come David Ellison e Dana
Goldberg per conto di Skydance Television, Miky
Lee, Young Kyu Kim e Hyun
Park per conto di CJ ENM/Studio Dragon e Bill
Bost e Sarah Walker. Anu
Valia, Molly McGlynn, Todd
Biermann, Jenée LaMarque e Declan
Lowney dirigono la serie.
Dopo che Bruce Willis si è ritirato dalle scene nella
primavera del 2022 a causa di
una diagnosi di afasia, arriva adesso una nuova diagnosi per
l’attore di Die Hard: demenza frontotemporale. A
darne annuncio la figlia Rumer, che in un post su Instagram ha dato
la notizia con un comunicato a nome di tutta la famiglia
Willis.
“La nostra famiglia vorrebbe
cominciare esprimendo la nostra profonda gratitudine per
l’incredibile effusione di amore, supporto e meravigliose storie
che abbiamo ricevuto sin dall’annuncio della prima diagnosi di
Bruce. In questo spirito, vogliamo aggiornarvi sul nostro amato,
marito, padre e amico dal momento che ora conosciamo più a fondo
quello che sta attraversando.
Da quando abbiamo annunciato la
diagnosi di afasia di Bruce, nella primavera del 2022, le sue
condizioni hanno subito una progressione in una diagnosi più
specifica: demenza frontotemporale (nota come FTD).
Sfortunatamente, la difficoltà nella comunicazione era solo un
sintomo della malattia che Bruce sta affrontando. Se da una parte è
doloroso, è un sollievo sapere con cosa abbiamo a che
fare.”
Oltre
al sequel di Io sono leggenda, nell’accordo con la società di
Akiva Goldsman c’è anche l’annunciato sequel
Constantine
2, che vedrà Keanu Reeves ritornare nei panni del
famigerato cacciatore di demoni. Secondo quanto abbiamo appreso da
Deadline che ha diffuso un rapporto dettagliato sull’accordo
siglato da Warner Bros Discovery e la Weed Road
del produttore e sceneggiatore Akiva Goldsman, il
focus della società saranno proprio queste due IP che lo studio
intende far diventare dei franchise redditizi.
Prima di tutto è stato confermato
che a dirigere Constantine
2 ritornerà Francis Lawrence e che il
tutto sta succedendo piuttosto velocemente. JJ Abrams che stava lavorando alla serie sulla
Justice League Dark (nel frattempo
cancellata) è coinvolto anche in questo sequel come co
produttore e secondo quanto riferito il film è in una fase avanzata
di sviluppo.
L’originale del 2005 ha incassato
280 milioni di dollari in tutto il mondo e ha iniziato e ha
proseguito il suo successo nel tempo. Keanu
Reeves riprenderà il suo ruolo nei panni
dell’esorcista soprannaturale e demonologo John
Constantine, che nell’originale sta morendo ma rimane in giro
per salvare la sua anima impedendo ai demoni dell’inferno di
violare la terra. Nel primo film si trova anche nel mezzo di una
battaglia tra l’arcangelo Gabriele e Lucifero.
Akiva Goldsman sta
scrivendo la sceneggiatura di Constantine
2 e Lorenzo DiBonaventura ed Erwin Stoff saranno
i produttori esecutivi del progetto. “Questo è gran parte
merito di Keanu, che ha detto all’infinito, “questo è il
personaggio che vorrei tornare ad intepretare” ha
detto Goldsman a Deadline. “Alla fine, l’ha detto tante
volte che si è avverato.” Il revival e il successo di Reeves
nei film di John Wick ha sicuramente aiutato la
causa. Il nuovo film espande i temi portati dall’originale,
sul mantenimento della barriera tra la terra e le creature malvagie
che si trovano dall’altra parte.”
“Il personaggio è molto Keanu e il modo
in cui lui e Francis hanno rappresentato il mondo del bene e del
male è stato meraviglioso ed è un autentico noir nel quale c’è un
mondo dietro il mondo del bene e del male che coesiste con il
nostro mondo da vicino. Oltre a ciò, lo stiamo ancora scoprendo
mentre sto scrivendo la sceneggiatura.“
Come è stato riferito da Deadline lo sceneggiatore Akiva
Goldsman sta tornando con la sua Weed Road alla Warner
Bros, in un contratto first look pluriennale. Il presidente
della produzione di Weed Road, Greg Lessans, e il vicepresidente
Rachel Wizenberg sono tornati a lavorare con la società, insieme al
dirigente creativo Shiva Nassab. Weed Road di recente ha avuto
accordi sia per il cinema che per la TV con la MGM, e si unisce ai
capi dello studio Michael De Luca
e Pam
Abdy, che si sono da poco insediati per
dirigere la produzione del franchise cinematografico della Warner
Bros, tra cui Io
sono Leggenda 2.
In una dichiarazione, i
co-presidenti della Warner Bros Pictures, De Luca
e Abdy, hanno definito Goldsman “un produttore consumato, uno
scrittore brillante e un essere umano gentile e
generoso. Entrambi conosciamo e
lavoriamo con Akiva da anni e non smettiamo mai di essere stupiti
dalla sua combinazione di coraggio cinematografico e immaginazione
illimitata. Non potremmo essere più entusiasti di dargli il
bentornato nella famiglia Warner Bros., dove ha realizzato alcuni
dei progetti di maggior successo e acclamati dello Studio degli
ultimi due decenni”. Trai vari progetti su cui insieme a
Akiva Goldsman lavoreranno c’è un IP molto noto e di
successo,
Io sono Leggenda, che come abbiamo già appresi avrà il suo
sequel con
Will Smith e la new entry
Michael B Jordan.
Il film del 2007 ha incassato 585
milioni di dollari in tutto il mondo. Lo
studio ha cercato di risolverlo per annie Goldsman non ha voluto dire come Jordan si inserisca nella
trama dell’ultimo uomo sulla terra, ma ha detto che il film si
legherà molto al romanzo di Richard Matheson su cui era basato
l’originale.
“Il
sequel inizierà alcuni decenni dopo rispetto al
primo“, ha detto Akiva Goldsman . “Sono
ossessionato da The Last of
Us, dove vediamo il mondo solo dopo l’apocalisse ma anche dopo
un periodo di 20-30 anni. Vedete come la terra reclama il
mondo, e c’è qualcosa di bello nella domanda, quando l’uomo si
allontana dall’essere l’inquilino principale, cosa
succede? Ciò sarà particolarmente visivo a New York. Non
so se saliranno fino all’Empire State Building, ma le possibilità
sono infinite. Risaliamo al libro originale di Matheson e al
finale alternativo rispetto al finale rilasciato nel film
originale. Quello di cui Matheson stava parlando era che il
tempo di quell’uomo sul pianeta come specie dominante era giunto al
termine. Questa è una cosa davvero interessante che
esploreremo. Ci sarà un po’ più di fedeltà al testo
originale”.
Goldsman ha affermato che De Luca e
Abdy hanno condiviso il suo impegno a “prendere di mira cose
ponderate che possano essere interpretate in modo
teatrale. Stiamo tutti cercando di capire dov’è quella zona di
attacco, e voglio essere in grado di aiutare con la proprietà
intellettuale che conosco e trovare pezzi che siano un po’ più
basati sull’attore e sulla trama, ma non altrettanto guidati dalla
proprietà intellettuale.”
Io sono Leggenda 2
sarà diretto da Francis Lawrence con Will Smith e Michael B. Jordan e scritto e prodotto da
Akiva Goldsman.
Ecco la nostra intervista a
Manuel Agnelli,
Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi e Camille
Dugay, trai co-protagonisti di Django – La Serie,
disponibile su Sky e NOW dal 16 febbraio e vede protagonista
Matthias Schoenaerts nei panni dello
“Straniero”.
Django,
che rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Corbucci, è
una serie TV in dieci episodi prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya
e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky
Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction
e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del
governo rumeno.
Completamente girati in inglese, i
primi quattro episodi sono diretti da Francesca
Comencini (Gomorra – La serie), anche
direttrice artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono
diretti da David Evans (Downton Abbey) e
da Enrico Maria Artale(Romulus). Le
riprese si sono svolte in Romania, tra Racos, Bucharest e l’area
del Danubio.
Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico
personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock
nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah,
la figlia di Django,
e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e
spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri
interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O.
Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di
John Ellis e Tom Austen in quelli del cowboy
Eljiah Turner.
Il premiato attore Matthias
Schoenaerts è acclamato in tutto il mondo per film come Un
sapore di ruggine e ossa, Bullhead – La vincente ascesa di Jacky,
The Mustang, Amsterdam. Fra i suoi prossimi progetti il film
The Way of the Wind di Terrence Malick, di cui sarà il
protagonista, e la miniserie HBO The Palace, in cui
diretto da Stephen Frears reciterà accanto a Kate Winslet; Nicholas
Pinnock, fondatore della Silver Milk Productions, è apparso sul
grande schermo nei film The Last Tree e Dark
Encounter, ed è conosciuto in TV per le famose serie TV
Counterpart, Top Boy, Fortitude,
Marcella e, più di recente, For Life; la
talentuosa attrice in ascesa Lisa Vicari è conosciuta per le sue
performance nel film Luna e, negli ultimi anni, nella
popolare serie TV Dark; la premiata attrice Noomi
Rapace è celebre per i suoi ruoli nella trilogia
Millennium, nei film Prometheus e Seven Sisters, così
come per i film indipendenti Lamb e Non sarai sola.
Django è
una coproduzione italo-francese creata e scritta da
Leonardo Fasoli (Gomorra –
La Serie, ZeroZeroZero) eMaddalena
Ravagli (Gomorra – La Serie), entrambi
anche co-autori del soggetto di serie insieme a
Francesco Cenni e Michele
Pellegrini. Completa il team di scrittura Max
Hurwitz (ZeroZeroZero, Manhunt),
che firma due sceneggiature. La distribuzione internazionale
è di STUDIOCANAL.
Nel 2020, abbiamo saputo che
il regista di Star Wars: L’ascesa di SkywalkerJJ
Abrams e sua moglie e partner di Bad Robot,
Katie McGrath, avrebbero dovuto dirigere
una serie Justice League Dark per
il servizio di streaming HBO Max di WarnerMedia. Da allora
gli aggiornamenti sono stati pochi e rari e ora abbiamo scoperto il
perché.
Nel loro rapporto sull’imminente serie HBO
Max di
Abrams,Duster,THR conferma
che sia lo
spin-offJustice League Darkche quelli su
The Shining,
dal titoloOverlook,
sono stati cancellati. Probabilmente questo è avvenuto anche in
seguito al cambio di strategia avvenuto alla Warner Bros dopo la
fusione con Discovery e il neo nato DC Studios, che detiene i
diritti tramite la DC COMICS della Justice League
Dark.
Secondo alcune foto c’è stato
un tentativo da parte della Bad Robot di proporre lo show ad altri
acquirenti, ma sembra che questa sia la fine della strada per gli
eroi mistici della Justice League
Dark.Questo probabilmente non dovrebbe
essere una sorpresa dopo che anche il film di Zatanna e la serie
Constantine – che secondo come riferito
sarebbe poi confluita inJLD – sono stati
accantonati.
Questa è l’ennesima delusione per colo che amano la squadra.
I fan aspettavano da molto tempo di vedere
la Justice League Darkriunirsi sullo schermo, quindi c’era molta eccitazione per
questo spettacolo. Un film di
Swamp
Thing di James Mangold è
attualmente in lavorazione e sappiamo che Keanu Reeves riprenderà il ruolo
di Constantine
per un sequel del suo film del 2005, quindi forse alla fine
vedremo un’altra iterazione della squadra nel DCU ma è ancora tutto molto prematuro per poter
prevedere il come e il quando.