Scary Movie, la
serie comica che ha messo alla berlina film horror come
Scream e I Know What You Did Last
Summer tra gli altri, verrà riavviata.
La Paramount Pictures ha annunciato
che sta collaborando con il mega-produttore di Fast and
FuriousNeal H. Moritz per far
risorgere il franchise dormiente. Scary Movie
entrerà in produzione nell’autunno del 2024 e dovrebbe uscire nei
cinema nel 2025. La serie ha generato cinque film precedenti prima
di rimanere senza benzina con
la puntata del 2013. Ma l’horror ha continuato a essere una
forza importante al botteghino, con film come Five Nights at Freddy’s, Smile e
M3GAN che attirano grandi folle. Quindi c’è molto
nuovo materiale da parodiare per il team.
Scary Movie è stato
realizzato anche come parte della partnership first look della
Paramount con Miramax, lo studio dietro il franchise
cinematografico. Miramax finanzierà interamente la produzione,
mentre la Paramount si occuperà della distribuzione. L’etichetta
indipendente è una joint venture tra Paramount e BeIN. Miramax ha
recentemente annunciato di avere un nuovo CEO, l’ex capo della MGM
Jonathan Glickman.
Gru, il supercriminale in
convalescenza diventato papà coccoloso e adorabile, è tornato in
azione per Cattivissimo
Me 4. La Universal ha presentato in anteprima una
nuova sequenza del quarto capitolo del franchise principale in
occasione del CinemaCon.
Il video presentava un aspirante
cattivo (Joey King) e una nuova aggiunta alla
famiglia Gru – Gru Jr., che ha una forte
somiglianza con il suo omonimo dal naso a becco – mentre tentavano
una rapina in stile Mission: Impossible di un
castello pesantemente fortificato. L’unico problema è che gli
assistenti di Gru, i Minion, hanno portato l’attrezzatura
sbagliata. Invece della sua attrezzatura e dei suoi gadget, è
armato solo di una borsa per pannolini. Ciò significa che Gru deve
affrontare laser, guardie e un feroce tasso del miele con solo
crema per dermatite da pannolino, biberon e un ciuccio per
proteggerlo. Non aiuta il fatto che Gru Jr. continui a strisciare
in giro, innescando ina vvertitamente trappole esplosive.
E a giudicare dalle fragorose risate
e dagli applausi che hanno accolto il filmato, il pubblico dei
proprietari di cinema chiaramente non vede l’ora che ritornino i
Minions, quelle tenerissime creature giallo
evidenziatore che hanno reso i loro film un successo enorme presso
il pubblico dei più piccoli. Dopotutto, la serie è responsabile di
un forte aumento delle vendite di popcorn, che è il modo in cui gli
espositori ottengono la maggior parte dei loro profitti. Il
fondatore della Illumination Chris Meledandri ha
promesso che il film sarà “gioioso, sorprendente e pieno di
personaggi che amiamo”.
Si prevede che Cattivissimo
Me 4 sarà uno dei più grandi successi
dell’estate. Il film vede Gru (doppiato ancora una volta da
Steve Carell), sua moglie e collega agente della
Lega Anti-Villain Lucy (Kristen Wiig), e la loro
famiglia mentre fuggono quando vengono presi di mira dal criminale
Maxime Le Mal (Will Ferrell) e la sua fidanzata
femme fatale Valentina (Sofia Vergara). È una
riunione tra Wiig e Ferrell, che sono apparsi contemporaneamente in
“SNL”, così come tra Ferrell e Carell, che hanno recitato insieme
in Anchorman. L’ensemble di voci memorabili
comprende anche Joey King, Miranda
Cosgrove, Chloe Fineman eStephen Colbert
(vecchio collega di Carell in “The Daily Show”).
Il momento storico è molto fortunato
per la Illumination, che dopo il successo di Super Mario prova a
replicare la fortuna del franchise che l’ha vista nascere.
Cattivissimo
Me 4 è diretto da un co-creatore dei Minions,
Chris Renaud (Cattivissimo
Me,Pets
– Vita da animali), ed è prodotto dal fondatore e CEO di
Illumination Chris Meledandri e da Brett
Hoffman (produttore esecutivo di The Super Mario Bros.
Movie e Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo).
Il film è co-diretto da
Patrick Delage (regista dei film d’animazione
Sing 2 e
Pets – Vita da animali 2), mentre la sceneggiatura è
del creatore di White Lotus,Mike White,
e dello scrittore veterano di tutti i film di Cattivissimo Me, Ken Daurio.
Prima che Hailey Upton (Tracy
Spiridakos) lasci il Dipartimento di Polizia di Chicago, i casi a
cui sta lavorando la metteranno a dura prova in Chicago
P.D.11×10. Il personaggio si è
trovato in luoghi molto oscuri nel corso della stagione, sia per
problemi personali che per problemi legati al lavoro, che sembra
essere il tema principale per lei in questa stagione.
Mentre lo show attraversa gli archi
dei personaggi, l’episodio 10 della stagione 11 di Chicago
P.D. torna a parlare di Hailey in un nuovo promo che
promette di essere ancora più straziante. Con il caso di Torres
(Benjamin Levy Aguilar) quasi nello specchietto retrovisore, è il
momento giusto per controllare Hailey e vedere come se la cava
emotivamente prima che Spiridakos lasci la serie alla fine della
stagione in corso.
Il video lascia presagire qualcosa
di diverso per l’Intelligence questa volta. Si erano abituati a
imbattersi in casi mentre erano in giro; sembrava quasi troppo
bello per essere vero. L’episodio in arrivo ha un caso che bussa
alla porta dell’unità: una bambina misteriosa trova la polizia.
Hailey è la prima persona a trovarla, il che fa capire il suo
attuale stato d’animo inquieto. Ha faticato a dormire e questo
potrebbe essere uno dei suoi affari notturni per esaurire il suo
corpo fino al punto in cui non può fare altro che spegnersi. La
bambina viene portata in ospedale per un esame medico, dove Hailey
la interroga.
La bambina è piuttosto giovane,
cosa che l’Intelligence e Voight (Jason
Beghe) prendono sul serio, soprattutto se lei o un altro
bambino sono in pericolo. Hailey scopre che la bambina è scappata
di casa, cosa che potrebbe sembrare tipica visto che i bambini
scappano sempre. Quando le viene chiesto di sua madre, la bambina
risponde che è a casa. Dopo ulteriori indagini, Hailey scopre
qualcosa di sconvolgente. “Tua madre esce mai di casa?”. Hailey
chiede. “No, lui non glielo permette”, risponde la bambina. Hailey
si chiede chi sia il “lui” a cui si riferisce. “Il mostro”,
risponde la bambina. Mentre Hailey parla con la bambina, si vedono
gli agenti di polizia che perlustrano una casa situata a distanza
nel bosco e ciò che scoprono sembra essere un caso di
rapimento.
Niente è così diretto come sembra
nello show e la situazione può diventare ancora più oscura molto
rapidamente, soprattutto se in quella casa ci sono altri bambini
che non si trovano da nessuna parte. Questo non farà certo bene ad
Hailey, che sta lottando con la realtà di questo lavoro e ha
iniziato a soffrire. Dopo l’interazione con Josephine Petrovic
(Bojana Novakovic), Hailey si rende conto di essere in rapida
discesa e che qualsiasi cosa stia facendo non funziona; se
funziona, è un cerotto per una ferita molto più grande.
Apprendiamo da Variety che Tim Kring, creatore
di Heroes, sta sviluppando un riavvio della sua
fortunata serie. Intitolato Heroes: Eclipsed, il
progetto è ambientato anni dopo gli eventi della serie originale di
supereroi, mentre nuovi esseri umani evoluti stanno scoprendo i
loro poteri. Kring è il produttore esecutivo di Heroes:
Eclipsed con il suo manager, Jordan Cerf
di Mosaic. Il cast deve ancora essere annunciato.
Heroes è andato in
onda per quattro stagioni sulla NBC dal 2006 al 2010, con
Hayden Panettiere, Jack Coleman, Milo Ventimiglia, Masi Oka,
Zachary Quinto, Sendhil Ramamurthy, Ali Larter, Adrian
Pasdar e Greg Grunberg. Kring ha poi
lavorato alla serie limitata del 2015 Heroes
Reborn, con Coleman che riprende il ruolo di Noah Bennet.
Anche Zachary Levi, Robbie Kay, Kiki Sukezane, Ryan Guzman,
Rya Kihlstedt e Judith Shekoni hanno
recitato in Heroes Reborn.
Nel 2015, mentre promuoveva
Reborn, Kring aveva accennato alla possibilità di
sviluppare più trame nell’universo di Heroes dopo
la serie di eventi di 13 episodi. “Ho sempre pensato che il
marchio fosse sufficientemente elastico e con una premessa
sufficientemente ampia”, ha affermato Kring. “È uno
spettacolo su persone comuni con poteri straordinari. Si tratta di
un numero indeterminato di persone in tutto il mondo che lo devono
salvare. Sono fiducioso che possiamo trovare più storie da
raccontare con alcuni personaggi che ritornano insieme a quelli
nuovi.”
Dopo
l’ottavo episodio
FX ha diffuso il promo e la trama di Shōgun
1×09, il nono atteso episodio della nuova serie evento
Shōgun (recensione)
che ha debuttato su Disney+.
In Shōgun 1×09 che
si intitolerà “Crimson Sky” Mariko arriva a Osaka per la lotta
della sua vita. Blackthorne e Yabushige cercano di salvare le loro
teste mentre le loro opzioni si riducono.
Di Cosa parla Shōgun?
La serie Shōgun
si avvale di un acclamato cast giapponese, senza precedenti per una
produzione americana, tra cui Tadanobu Asano nel ruolo di “Kashigi
Yabushige”, un noto traditore e stretto alleato di Toranaga; Hiroto
Kanai nei panni di “Kashigi Omi”, il giovane leader del villaggio
di pescatori dove viene trovata la nave di Blackthorne; Takehiro
Hira nel ruolo di “Ishido Kazunari”, un potente burocrate che è il
principale rivale di Toranaga; Moeka Hoshi in quello di “Usami
Fuji”, una vedova che deve trovare un nuovo scopo nel mezzo della
guerra del suo signore; Tokuma Nishioka nel ruolo di “Toda
Hiromatsu”, il generale fidato e il più caro amico di Toranaga;
Shinnosuke Abe nei panni di “Toda
Hirokatsu” (“Buntaro”), il marito geloso di Mariko; Yuki Kura in
quelli di “Yoshii Nagakado”, lo sfacciato figlio di Toranaga che ha
un forte desiderio di mettersi in gioco; Yuka Kouri nel ruolo di
“Kiku”, una cortigiana rinomata in tutto il Giappone per la sua
abilità artistica e Fumi Nikaido nel ruolo di “Ochiba no Kata”, la
venerata madre dell’erede che non si fermerà davanti a nulla pur di
porre fine a Toranaga e alla sua minaccia al potere del figlio.
Shōgun
è stata creata per la televisione da Rachel Kondo e Justin Marks,
con Marks in veste di showrunner e produttore esecutivo insieme a
Michaela Clavell, Edward L. McDonnell, Michael De Luca e Kondo. La
serie è prodotta da FX Productions.
James McAvoy interpreta un padre con un lato
oscuro nel remake targato Blumhouse di Speak No
Evil, film horror danese del 2022, una commedia nera
di buone maniere come la pece su una famiglia che invita due amici
in vacanza nella loro idilliaca e remota casa di campagna. Si
trasforma in un viaggio dall’inferno quando le cose prendono una
svolta inimmaginabilmente sinistra.
Nel trailer inquietante appena
pubblicato, il personaggio di McAvoy è sempre più arrabbiato con i
suoi figli per non aver interpretato nella sua maniera
l’orecchiabile “Cotton Eyed Joe” di ispirazione folk.
Naturalmente, questo è di gran lunga l’ultimo dei problemi per gli
ospiti della sua umile dimora. In altre parti del filmato, il
personaggio di McAvoy continua a trovare modi nuovi e creativi per
assicurarsi che i suoi ospiti si sentano profondamente turbati.
Il regista James
Watkins ha presentato il trailer del film al CinemaCon. Il
regista ha elogiato la dualità di McAvoy, che riesce a offrire
performance piuttosto terrificanti in film come
Split e Glass nonostante il suo
atteggiamento accogliente nella vita reale. “È straordinario
che persona gentile, generosa, divertente e carismatica sia il mio
amico James”, ha detto Watkins alla stanza dei proprietari di
teatri al Caesars Palace. “Perché è anche capace di immergersi
in profondità piuttosto inquietanti nei suoi ruoli.” Watkins
descrive il suo personaggio dicendo: “Da un lato, è un amico,
ospite, marito e padre affascinante e socievole. E d’altra parte,
lui è, beh… non lo è affatto.” Speak No
Evilè
stato girato nel Gloucestershire, in Inghilterra, e Watkins ha
scherzato dicendo che la produzione era
“proprio come un campo estivo… con un tocco leggermente
deviante”.
Apparentemente la TV non ne ha
ancora abbastanza di Melrose Place. L’eccentrica
serie degli anni ’90, già riavviato una volta negli anni 2010, sta
cercando di trovare di nuovo la strada per il piccolo schermo, e
questa volta con la partecipazione di Heather
Locklear (che all’epoca veniva sempre considerata una
“guest star speciale”, anche se una volta entrata nel dramma ha
subito preso il comando), Laura Leighton e
Daphne Zuniga che sono tornate per riprendere i
loro ruoli nell’ultimo riavvio, scritto da Lauren
Gussis.
Gussis sarà anche produttore
esecutivo insieme a Leighton, Zuniga, Tiffany
Grant e Jason Weinberg. Ecco il logline:
“Quando uno dei loro più cari amici muore improvvisamente, i
residenti OG di Melrose Place si riuniscono per onorare il defunto.
Ma la pentola a pressione che si crea a seguito della reunion
scopre vecchi traumi, riaccende vecchie storie d’amore, riaccende
vecchi risentimenti e rivela nuovi segreti… gettando i nostri
personaggi in un dramma caotico che ricorda il passato, ma con una
prospettiva molto più moderna”.
CBS Studios si occuperà del riavvio,
basato sulla serie creata da Darren Star.
L’originale Melrose Place è andato in onda per
sette stagioni su Fox tra il 1992 e il 1999. Lo spettacolo era
originariamente un dramma con Thomas Calabro, Josie
Bissett, Andrew Shue, Courtney Thorne-Smith, Grant Show, Doug
Savant, Vanessa A. Williams e Amy Locane,
e più tardi Daphne Zuniga. Poi Heather
Locklear si è unita come Amanda Woodward e sono iniziati i
fuochi d’artificio. Successivamente le aggiunte al cast includevano
Laura Leighton, Marcia Cross, Jack Wagner, Kristin Davis,
Rob Estes, Lisa Rinna e Brooke Langton.
Il riavvio Melrose Place è andato in onda su The
CW dal 2009 al 2010.
Presentato nella sezione Un
Certain Regard del
Festival di Cannes 2023, I delinquenti di
Rodrigo
Moreno arriva oggi nelle sale italiane con
MUBI. Preparatevi a immergervi in un film
caleidoscopico e mutante che si muove tra generi e stili diversi:
parte come un film di rapina, si trasforma in una commedia e
finisce per assumere i contorni di una vignetta bucolica con echi
del cinema di Éric Rohmer. I delinquenti è una
storia piena di storie, o una storia che a poco a poco diventa
un’altra storia, o una materia in realtà informe, da cui emergono
molteplici storie: un’opera da non farsi assolutamente
scappare.
I delinquenti, la trama:
l’heist movie è un’anagramma
Il protagonista de I
delinquenti (almeno in principio) è Morán
(Daniel Elías), il tesoriere da “sempre” del Banco
Social Cooperativo nel cuore del centro di Buenos Aires. Dal suo
accesso privilegiato al caveau della tesoreria, alla vigilia di un
lungo fine settimana preleva 650.000 dollari. Perché questa cifra?
Perché è quanto lui e Román (Esteban
Bigliardi) avrebbero guadagnato per tutta la vita fino al
momento della pensione.
Morán compie la
rapina da solo, ma subito dopo convoca Román alla
pizzeria Imperio di Chacarita, dove gli fa un’offerta
irresistibile: occuparsi dei soldi per i tre anni e mezzo che
trascorrerà in carcere (perché intende costituirsi subito e
ammettere la sua colpa) e poi dividere il bottino. Questo è solo
l’inizio di un film felicemente imprevedibile e labirintico: la
prima ora delle tre di minutaggio de I delinquenti
si concentra sulle tensioni che Román vive in
banca quando iniziano a indagare sulla rapina (Laura
Paredes brilla nei panni di un’aggressiva detective
improvvisata e Mariana Chaud ha ottime sequenze
nei panni di un’impiegata infastidita dalle pressioni a cui sono
sottoposti i dipendenti), sui problemi relazionali
(Gabriela Saidón) che gli crea e sulla sua
confusione sul da farsi. Allo stesso tempo, Morán
si arrende e cerca di sopravvivere in una prigione dove, conoscendo
il tipo di crimine che ha commesso, anche i detenuti vogliono una
parte dei suoi soldi!
Questo fatto un po’ surreale apre le
porte a una seconda parte in cui il film si complica, abbandonando
gradualmente il suo carattere strettamente poliziesco e si apre ad
altre formule, mostrando le esperienze dei suoi due protagonisti in
due viaggi a Cordoba, che saranno compiuti per
ragioni che dovranno scoprire nel corso del film. Qui, l’idea
poetica e per certi versi abbastanza innocente di “libertà” appare
più chiaramente: andare a vivere in campagna, circondati da
cavalli, laghi, montagne, albe e belle donne al proprio fianco. Non
fosse che, come tutte le illusioni, anche questa è soffusa,
complicata, non così accessibile semplice come sembra.
Fonte: The Movie Database
L’heist movie è
un’anagramma
Ci si può chiamare
Morán o Román o
Ramón o Morna o
Norma, come cinque dei personaggi de I
delinquenti, anagrammi, risultanti dalla combinazione di
cinque lettere, che potrebbero farci pensare a cinque varianti
dello stesso personaggio, oppure che il film stesso sia concepito
come un anagramma di cui potremmo ricombinare i pezzi all’infinito.
O che, semplicemente, I delinquenti si propone
come un gioco sul linguaggio del cinema.
Sulla scacchiera c’è il film di
rapina, ridotto ai minimi termini, perché l’importante non è
l’esecuzione ma il suo potere di creare una storia che si biforca,
puntualmente sullo split screen: da una parte il ladro, un
impiegato che si consegna alla giustizia, e dall’altra il suo
complice di forza, che sceglie appositamente per custodire per lui
il denaro rubato durante i tre anni e mezzo, secondo le sue stime,
che passerà in prigione. Tutto è assurdo come sembra, ma I
delinquenti, come i suoi protagonisti, è solo guidato
dall’impulso.
La bellezza della deviazione
I calcoli di Morán
e Román saranno imprecisi come quelli dello
spettatore, che vedrà le sue aspettative messe in discussione a
ogni svolta della storia. In questo senso, il sorprendente
film di Rodrigo Moreno è in linea con altre
intriganti proposte argentine, come “La flor” di Mariano
Llinás o “Trenque Lauquen” di Laura
Citarella quando si tratta di liberare il racconto dalle
sue logiche strutturali, lasciandosi trasportare dalla bellezza
della deviazione: c’è sempre la possibilità di essere liberi, ci
dice Moreno, se ci abbandoniamo alla sorpresa del
mondo. Allora, un film di rapine, piuttosto austero e attraversato
da uno strano umorismo, diventa una fantasia bucolica, dove la
gente passa il tempo giocando con le catene di parole o
interrogandosi su un ricordo d’infanzia. Poi nasce l’amore,
scompare di nuovo, ritorna, ancora più forte, mentre il film si
apre, come un miracolo, a un futuro western.
Ne I delinquenti la
nozione di disallineamento all’interno della storia è
fondamentale. In una scena, un personaggio appare seduto su una
sedia girevole che cigola a ogni suo movimento, così come alcuni
dettagli “cigolano” intenzionalmente in quella che sembra una linea
di trama più o meno ordinata: corpi o parole che non aggiungono
nulla alla trama eppure sono lì, a volte ostacolandola. Allo stesso
modo, anche i generi si sfregano l’uno contro l’altro e producono
“rumore”: come se il thriller o la commedia non facessero altro che
nascondere la vita che scorre e che fatica a manifestarsi.
Proponendo una deviazione narrativa
che cambia il film per sempre – la sua seconda metà –
il film di Rodrigo Moreno mostra la possibilità di
una vita veramente diversa, alternativa: un’altra storia possibile,
in cui potrebbe esserci un’epifania, una rivelazione. Potrebbe
essere l’amore, il cinema o la letteratura, per citare le tre
opzioni fornite dal film, ma in ogni caso c’è sempre qualcosa in
grado di ribaltare l’esistenza: la narrazione. I
delinquenti, in quel momento, si mette in pausa, abbandona
la suspense per attenersi al paesaggio, lascia la città per entrare
in una natura sempre più misteriosa. Ed è in questa fuga radicale
che si colmano i buchi lasciati dagli scricchiolii della prima
parte: l a storia acquista così il suo senso compiuto, ma non
quello che pensavamo all’inizio, bensì un altro che è andato
mutando, trasformandosi a poco a poco.
Fonte: The Movie Database
Una tortuosa danza di generi: la
maturità di Moreno
Ne I
delinquenti Rodrigo Moreno salta sinuosamente da un
genere all’altro e, come gli altri registi citati, apre la porta a
diverse riflessioni (il rapporto tra classicità e modernità, la
prevalenza dei generi e la calligrafia visiva e sonora che
attribuiamo loro) senza perdere di vista la storia, i personaggi,
le emozioni o la necessità di riflettere sulle immagini.
Il film passa da
Morán a Román, andando avanti e
indietro nel tempo, da Buenos Aires a Córdoba e così via, ma
il punto cruciale è che, da quel momento in poi, il denaro in sé
passa in secondo piano e Moreno è più interessato
alla strana deriva emotiva dei suoi personaggi, al modo in cui la
rottura con le loro vite mobilita e altera tutti i loro piani. Los
delincuentes è l’opera della sua opera della maturità, il suo film
di riflessione sull’identità di ogni artista, un modo per tornare
al cuore del cinema argentino e alle sue pietre miliari dal posto
migliore possibile.
Un cinema che si reinventa, che
propone alternative alle piattaforme mainstream, che pensa al
nazionale da un punto di vista emancipatorio. Moreno si colloca in
questo gesto, raccoglie i flash del suo lavoro passato per
espanderli in un nuovo amalgama cinematografico, senza paura di
digressioni e anacronismi, assimilando la storia del suo Paese e
della sua generazione come qualcosa di più di un punto di
partenza.
Paramount Pictures
ha diffuso il trailer ufficiale di IF – Gli Amici
Immaginari, scritto e diretto da John Krasinski. Il film è l’incredibile e
magica storia di una bambina e della sua capacità di vedere gli IF,
cioè gli amici immaginari di tutte le persone. Grazie a questo suo
insolito superpotere, si imbarcherà in una magica avventura per
ricongiungere gli IF dimenticati con i loro bambini.
IFè
interpretato da Ryan Reynolds, John
Krasinski, Cailey Fleming, Fiona
Shaw. A dare le voci agli IF, personaggi meravigliosamente
unici che riflettono l’incredibile potere dell’immaginazione di un
bambino, saranno
Phoebe Waller-Bridge, Louis Gossett
Jr. e Steve Carell, e molti altri
ancora.
IF – Gli Amici Immaginari, il poster
IF è
scritto e diretto da John Krasinski, ed è basato sulla sua idea
originale del viaggio di un bambino alla riscoperta della propria
immaginazione. Insieme a lui e Reynolds ci sono Steve
Carell,
Phoebe Waller-Bridge, Fiona Shaw, Alan Kim, Cailey Fleming,
Bobby Moynihan, Louis Gossett Jr.,
Matt Damon, Jon Stewart,
Emily Blunt,
Sam Rockwell, Richard Jenkins, Maya Rudolph, Awkwafina,
Christopher Meloni, Sebastian Maniscalco e
Vince Vaughn. Per la versione italiana parteciperanno
al doppiaggio del film Ciro Priello e
Pilar Fogliati.
Apple TV+
ha presentato oggi il trailer del nuovo thriller fantascientifico
Dark Matter, interpretato da Joel Edgerton insieme al premio Oscar®
Jennifer Connelly, Alice
Braga, Jimmi Simpson, Dayo
Okeniyi e Oakes Fegley.
Basata sul bestseller del
New York Times di Blake Crouch,
la nuova serie Apple Original di nove episodi farà il suo debutto
l’8 maggio con i primi due episodi seguiti da un nuovo capitolo
settimanale fino al 26 giugno.
Definito come uno dei migliori
romanzi di fantascienza del decennio, Dark Matter
è una storia sulla strada non percorsa. La serie segue
Jason Dessen (interpretato da Edgerton), un
fisico, professore e padre di famiglia che una notte, mentre torna
a casa per le strade di Chicago, viene rapito in una versione
alternativa della sua vita. La meraviglia si trasforma rapidamente
in incubo quando cerca di tornare alla sua realtà in mezzo a un
panorama sconvolgente di vite che avrebbe potuto vivere. In questo
labirinto di realtà, intraprende un viaggio straziante per tornare
dalla sua vera famiglia e salvarla dal nemico più terrificante e
imbattibile che si possa immaginare: se stesso.
Crouch è creatore, produttore
esecutivo, showrunner e scrittore insieme ai produttori esecutivi
Matt Tolmach e David Manpearl per la Matt Tolmach Productions.
Anche Edgerton è produttore esecutivo. Dark Matter
è prodotto per Apple
TV+ da Sony Pictures Television.
Netflix ha
diffuso il trailer ufficiale di Bridgerton –
Stagione 3, i cui nuovi episodi saranno disponibili in due
parti, la prima metà il 16 maggio 2024, la seconda il 13 giugno
2024. Questa volta sarà
Colin Bridgerton (Luke Newton) il
protagonista “di famiglia” a essere coinvolto nelle vicende della
trama principale, ma il punto di vista sarà per la prima volta
estraneo alla genìa che dà titolo alla serie. Saremo dalla parte di
Penelope Featherington (Nicola Coughlan), che sarà
la protagonista assoluta dello show.
Bridgerton 3, la trama
Penelope Featherington (Nicola Coughlan) ha finalmente rinunciato
alla sua cotta di lunga data per Colin Bridgerton (Luke Newton)
dopo aver sentito i suoi commenti denigratori su di lei nella
scorsa stagione. Tuttavia, ha deciso che è ora di trovare un
marito, preferibilmente qualcuno che le dia abbastanza indipendenza
per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano da
sua madre e dalle sue sorelle. Ma, a causa della sua mancanza di
fiducia in se stessa, i tentativi di Penelope di trovare un marito
falliscono clamorosamente. Nel frattempo, Colin è tornato dai suoi
viaggi estivi con un nuovo look e una sfacciata spavalderia. Ma è
scoraggiato nel rendersi conto che Penelope, l’unica persona che lo
ha sempre apprezzato così com’era, lo tratta con freddezza.
Desideroso di riconquistare la sua amicizia, in questa stagione
Colin si offre di fare da mentore a Penelope per aiutarla a trovare
un marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a funzionare un po’
troppo bene, Colin deve capire se i suoi sentimenti per Penelope
sono davvero soltanto di amicizia. A complicare le cose per
Penelope si aggiunge il suo allontanamento da Eloise (Claudia
Jessie), che ha trovato una nuova amicizia in un posto molto
improbabile, mentre la sempre più assidua presenza di Penelope
nell’alta società londinese rende ancora più difficile mantenere
segreto il suo alter ego di Lady Whistledown.
Informazioni su Bridgerton 3:
Numero episodi: 8
Location delle riprese: Londra, UK
Showrunner / Produttore esecutivo: Jess Brownell
Produttori esecutivi: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom
Verica, Chris Van Dusen
Immediatamente dopo la sua
inclusione nel concorso di Cannes, The Apprentice
di Ali Abbasi si mostra ora con una prima immagine
– riportata da Deadline – che rivela Sebastian Stan nel ruolo di Donald
Trump e Jeremy Strong in quello del suo avvocato
Roy Cohn. Presentato come un’esplorazione del
potere e dell’ambizione, ambientata in un mondo di corruzione e
inganno, The Apprentice esaminerà gli sforzi di
Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli
anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato
avvocato Cohn.
Si tratta di una storia di
mentori-protettori che traccia le origini di una grande dinastia
americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivelerà il
costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e
perdenti. Oltre a Stan e Strong, nel film reciterà anche la
candidata all’Oscar Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump e
Martin Donovan in quelli di Fred Trump Senior.
Gabriel Sherman è
lo sceneggiatore. I produttori sono Daniel Bekerman per Scythia
Films (Canada), Jacob Jarek per Profile Pictures (Danimarca), Ruth
Treacy e Julianne Forde per Tailored Films (Irlanda), insieme ad
Abbasi e Louis Tisne per Film Institute (Danimarca). Gli EP sono
Amy Baer, Mark H. Rapaport, Emanuel Nunez, Josh Marks, Grant S.
Johnson, Phil Hunt e Compton Ross, Thorsten Schumacher, Niamh
Fagan, Gabe Sherman, Lee Broda e James Shani.
Il film racconta, nelle parole di
Paolo Sorrentino, Il lungo viaggio della vita di
Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del
femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per
la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I
veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore.
E poi ti fanno ricominciare. La perfetta estate di Capri, da
ragazzi, avvolta nella spensieratezza. E l’agguato della fine. Le
giovinezze hanno questo in comune: la brevità.
E poi tutti gli altri, i napoletani, vissuti, osservati,
amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive
malinconiche, le ironie tragiche, gli occhi un po’ avviliti, le
impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una
volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del
centro. Sa essere lunghissima la vita, memorabile o ordinaria. Lo
scorrere del tempo regala tutto il repertorio di sentimenti. E lì
in fondo, vicina e lontana, questa città indefinibile, Napoli, che
ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.
Nel cast, in ordine
alfabetico, Dario Aita,Celeste
Dalla Porta, Silvia Degrandi,
Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon
Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia,
Gary Oldman,
Silvio Orlando,
Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania
Sandrelli e Alfonso
Santagata.
Il film, girato tra Napoli e Capri,
è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo
Sorrentino, è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony
Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e
Ardavan Safaee per Pathé. Il direttore della fotografia è Daria
D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony
Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il
montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino,
il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni.
Di seguito, dopo alcune prime foto, ecco la nuova
immagine ufficiale del film:
Parthenope by Paolo Sorrentino. Da sinistra Celeste Dalla Porta e
Stefania Sandrelli. Foto di GIanni Fiorito.
Come riportato da Variety, la regista Nia
DaCosta è in trattative per dirigere la seconda parte
dell’imminente trilogia di 28 anni
dopo di Danny Boyle e
Alex Garland. DaCosta, ad oggi, ha diretto e
co-sceneggiato The Marvels con Brie Larson, Teyonah Parris e
Iman Vellani, e Candyman,
un sequel spirituale contemporaneo dell’omonimo classico horror di
culto del 1992 per Universal e Monkeypaw Productions.
Quest’ultimo ha conquistato il
primo posto al botteghino, facendo di DaCosta la prima regista
donna di colore a conquistare la vetta della classifica degli
incassi negli Stati Uniti. DaCosta ha debuttato nel lungometraggio
con l’acclamato Little Woods, che ha scritto e diretto. Si
attendono dunque ora aggiornamenti su questo nuovo progetto che
potrebbe vedere DaCosta alla regia di uno zombie movie.
Il primo film 28 giorni
dopo
Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che
si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che
l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le
sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti
“zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità
spaventosa.
L’uomo si mette quindi in viaggio
per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i
compagni sopravvissuti interpretati da Naomie Harris e
Brendan Gleeson, oltre a un maggiore dell’esercito
squilibrato interpretato da Christopher
Eccleston.
Cosa sappiamo su 28 anni
dopo?
I dettagli sulla trama di 28 anni
dopo sono ancora sconosciuti, ma il periodo
suggerisce che si svolgerà in un futuro prossimo, il che significa
che il film potrebbe essere più orientato verso la fantascienza che
verso l’horror vero e proprio. Danny Boyle, il cui
ultimo film è stato la commedia romantica del 2019
Yesterday, è destinato a dirigere il primo film della
prevista trilogia di 28 anni
dopo. Alex Garland, che ha diretto
film come Ex
Machina, Annihilation e, più di recente,
Civil War è incaricato di scrivere i film.
Nell’episodio recentemente
rilasciato di X-Men
’97, Ricordalo, le Sentinelle hanno
devastato Genosha, causando la morte scioccante di personaggi come
Magneto e Gambit. Il viaggio nel tempo potrebbe alla fine
ritrattare queste morti, ma se così fosse, si correrebbe il rischio
di diminuire la posta in gioco delle future avventure di questa
squadra.
Poco prima della première di due
episodi di X-Men
’97, abbiamo appreso che lo showrunner Beau
DeMayo è stato
licenziato dai Marvel Studios. Non è stato fornito alcun
motivo, anche se in seguito abbiamo saputo che potrebbe essere
legato ai suoi problemi dietro le quinte o anche all’account
OnlyFans non di nudo del regista.
Sebbene DeMayo non abbia ancora
rotto il suo silenzio, poco dopo la pubblicazione
di Ricordalo è intervenuto su X per commentare gli
strazianti eventi visti nell’episodio. Rispondendo a decine di fan
per ringraziarli del loro sostegno e dei loro apprezzamenti, DeMayo
ha anche rilasciato alcune interessanti informazioni, confermando
che Gambit è morto e condividendo le intuizioni sull’enorme
quantità di lavoro svolto per raccontare questa storia.
Ha poi anche rivelato: “Il mio
piano era che la prima metà della stagione avrebbe fatto sentire il
pubblico della serie originale come se si trovasse in un momento
storico pre-11 settembre, ricco di nostalgia e comfort. Poi doveva
avvenire un evento simile all’11 settembre, o a Tulsa o ad altre
tragedie di massa, che avrebbe ribaltato tutto ricordandoci di
quanto il mondo non sia sicuro…“
My plan was the first half of the season is
the OG audiences pre-9/11 days, rife with nostalgia and comfort.
Then 9/11 — like Tulsa and other mass tragedies — turned the world
upside down and reminded us the whole world unsafe…
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a
partire dal 20 marzo. X-Men
’97 rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, mentre
gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri
poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme,
vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad
affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Il cast delle
voci nella versione originale include Ray Chase
(Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey),
Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal
Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di
Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue,
George Buza nel ruolo di Bestia, AJ
LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee),
Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough
(Nightcrawler).
Il Festival
di Cannes 77 – che si svolgerà dal 14 al 25 maggio –
ha svelato il suo programma completo e tra i nomi riportati dal
delegato generale del festival Thierry Frémaux spiccano i
già annunciati Francis FordCoppola, David
Cronenberg, Paul Schrader e
Yorgos Lanthimos. Per quanto riguarda invece
l’avventura italiana sulla croisette, quest’anno è il turno di
Paolo Sorrentino con Parthenope
nel concorso e di Roberto Minervini nella
sezione Un certain regard con il film Les
Damnés.
Five Nights at Freddy’s (qui
la recensione), l’horror-thriller ambientato in un locale
infestato avrà ufficialme un sequel (ad ora
intitolato Five Nights at Freddy’s 2)
nell’autunno del 2025. Come riportato da Variety, la Universal
Pictures e la Blumhouse Productions, che ha finanziato
il primo film, hanno confermato la notizia al CinemaCon, la
convention annuale dei proprietari di sale cinematografiche che si
sta svolgendo a Las Vegas. Non è però stata ancora condivisa una
data di uscita esatta, né i dettagli della trama o i membri del
cast che ritorneranno per il seguito.
Adattato dal popolare videogioco, lo
scorso ottobre il
film ha fatto il botto al botteghino con 297 milioni di dollari
in tutto il mondo ed è diventato il film della Blumhouse che ha
incassato di più in assoluto. Queste vendite di biglietti sono
state particolarmente impressionanti perché il film, a basso
budget, è stato accolto da recensioni pessime ed è approdato
contemporaneamente su Peacock, il servizio di streaming di
proprietà di NBCUniversal.
Per la maggior parte dei film, le
uscite ibride tendono a ridurre le vendite dei biglietti. Ma non
sembra che questo abbia danneggiato
Five Nights at Freddy’s, che ha invece beneficiato
della sua classificazione PG-13 e della data di uscita in prima
serata per Halloween. “È così divertente quando funziona“,
ha scritto Jason Blum su X all’epoca. Una versione cinematografica
del videogioco era in cantiere dal 2015, ma solo negli ultimi anni
si è riuscita a concretizzarla.
“Volevamo che fosse perfetto per
i fan. È l’unica cosa su cui ci siamo concentrati“. Josh Hutcherson, che nell’originale interpreta
una guardia di sicurezza notturna del Freddys Fazbear’s Pizza, dove
le mascotte animatroniche sono inclini a commettere omicidi, ha
precedentemente espresso il suo desiderio di un sequel. “Non
vedo l’ora di tornare sul set. Emma Tammi, la nostra regista, è
stata fantastica, ed è stato un mondo così divertente in cui
giocare. Non vedo l’ora di vedere cosa faranno in
seguito“.
Robert Eggers ha
condiviso un primo trailer della sua terrificante rivisitazione di
Nosferatu
in occasione del CinemaCon di questa settimana. Nel trailer –
stando a quanto descritto da Variety – Lily-Rose
Depp, che interpreta una giovane donna devota, prega
ardentemente a lume di candela. “Vieni da me, vieni da me,
ascolta la mia chiamata“, intona prima che una mano si
allunghi per afferrarle il collo. La macchina da presa di Eggers si
muove a quel punto tra villaggi invernali, castelli fatiscenti
pieni di segreti e topi che strisciano sui ciottoli, facendo
presagire una sorta di forza primordiale che sta per gettare
un’ombra su tutto.
Il film evoca dunque il meglio
dell’horror classico: è lunatico, inquietante e anche
inquietantemente bello, sono i commenti riportati da chi ha visto
il trailer. Ma non è solo arte fine alla soddisfazione dell’occhio.
Si riporta anche la presenza di molto sangue che sgorga dai colli
(è un film di vampiri, dopotutto) e bande di abitanti del villaggio
armati di paletti che sperano di usare il folklore per combattere
queste forze invisibili. “Il male viene da dentro di noi o
dall’aldilà?“. chiede Depp in un’altra parte del trailer. In
base al filmato, la risposta in Nosferato
sembra provenire da entrambi i luoghi.
Nosferatu
è interpretato da Bill Skarsgård, che sostituisce il trucco da
clown di Pennywise con le zanne affilate del Conte Orlock, nonché
da Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma
Corrin e Lily-Rose Depp. Il film riunisce inoltre
Eggers con Willem Dafoe, che ha interpretato in modo
memorabile un ex marinaio irascibile in The
Lighthouse e che è apparso anche nel precedente film del
regista, The
Northman. L’epopea vichinga vedeva protagonista il
fratello di Skarsgård, Alexander Skarsgård, nel ruolo di un
guerriero norreno con una massa grassa impressionante e addominali
formidabilmente cesellati.
Nosferatu
è basato sul capolavoro espressionista tedesco del 1922 diretto da
F. W. Murnau – la realizzazione di quel film ha
ispirato il film del 2000, completamente fittizio, L’ombra del
vampiro, che ha visto protagonista Dafoe, candidato all’Oscar,
nel ruolo di un succhiasangue realmente esistito, arruolato per
interpretare il ruolo di Orlock. Qui l’attore interpreta invece un
assassino di vampiri. Nosferatu è stato anche
rifatto nel 1979 da Werner Herzog come
Nosferatu il vampiro, con il suo frequente collaboratore
Klaus Kinski, che masticava scenari, colli di
nubili e qualsiasi cosa in vista nei panni del vampiro titolare. Il
Nosferatu
arriverà ora al cinema a partire dal 25
dicembre.
Obi-Wan
Kenobi doveva essere un film, ma la Disney, desiderosa
di potenziare la sua offerta di streaming, lo ha poi trasformato in
una serie televisiva di sei episodi. Nonostante alcuni elementi
divisivi, questa si è affermata come un grande successo e ha
colmato con il vuoto tra gli eventi de La vendetta dei Sith e Una nuova speranza. La Lucasfilm ha trovato persino il
modo di regalare ai fan non uno, ma ben due scontri con la spada
laser tra Obi-Wan e Darth Vader,
con la conseguente scena già iconica in cui si intravede Anakin
Skywalker sotto l’elmo del Signore dei Sith.
All’inizio della serie, Kenobi è
ancora su Tatooine, tagliato fuori dalla Forza e vive un’esistenza
miserabile, vegliando su Luke Skywalker e affrontando il disturbo
da stress post-traumatico dopo la caduta dell’Ordine Jedi
nell’Episodio III. Ci viene dunque presentato un protagonista
piuttosto cupo ma, a quanto pare, avrebbe potuto esserlo ancora di
più. “Il primo episodio iniziava con me come cameriere in un
bar“, ricorda l’attore protagonista Ewan
McGregor durante un’intervista.
“Sai, come se avesse davvero
perso la strada, Obi-Wan. Lavoro in un bar, bevo troppo, vengo
picchiato. La gente mi prende a calci e io me la prendo e poi me ne
vado, sai, nella notte“. “Voglio dire, questa era comunque
la nostra prima idea. C’era una bozza in cui iniziava così“.
“A quel punto stavamo parlando di un film, non di una serie
TV“, aggiunge l’attore, suggerendo che questa era un’idea
presa in considerazione prima del passaggio dalle sale allo
streaming. “Disney+ non c’era ancora. Ho detto:
‘Tutto quello che vedo è lui distrutto dun po’ di tempo dopo
‘Episodio III’, ed è in un posto davvero oscuro’“.
La storia di Obi-Wan
Kenobi inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di
Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, in cui
Obi-Wan
Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la
caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi,
Anakin Skywalker, che è passato al lato oscuro diventando il
malvagio Signore dei Sith,
Darth Vader. La serie è interpretata da Ewan
McGregor, che riprende il suo ruolo nei panni
dell’iconico Maestro Jedi, e segna anche il ritorno di Hayden Christensen nel ruolo di Darth
Vader. Si uniscono al cast anche Moses
Ingram, Joel
Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert
Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Come i fan di Wonder Woman ricorderanno, il regista
di Batman v Superman: Dawn of JusticeZack Snyder aveva condiviso sui social media già
nel 2021 una foto di Diana (Gal
Gadot) molto particolare. Lo scatto mostrava l’iconica
eroina della DC Comics circondata da guerrieri sul campo di
battaglia mentre teneva in mano un trio di teste mozzate. I fan
hanno discusso sul fatto che Wonder Woman avrebbe
mai mostrato trofei così macabri dei suoi nemici caduti, ma Snyder
ha fatto notare che si trattava di una versione “dell’altro
mondo” del personaggio nel suo post.
Ora, Snyder ha rivelato che quella
foto era alla base di un’idea per una storia prequel incentrata su
una Wonder Woman un po’ più spietata che viaggia per il mondo prima
degli eventi narrati nel film del 2017. “Era un’idea iniziale
che stavamo sviluppando: una volta che Wonder Woman ha lasciato
l’isola alla ricerca di Ares, cosa le è successo nelle sue diverse
incarnazioni?“, spiega il regista a Empire. “La mia idea era che
avrebbe viaggiato per il mondo alla ricerca di Ares e sarebbe
andata in ogni luogo dove c’era un conflitto“.
“Sui campi di battaglia trovava
questi amanti, guerrieri, che però invecchiavano mentre lei era
immortale“, spiega. “Erano i suoi amanti per dieci anni o
potevano morire in battaglia, e probabilmente era triste per molti
ragazzi perché la vedevano iniziare a essere gentile con il
prossimo giovane soldato e pensavano: “Oh, mi stanno rimpiazzando”.
Ma tutti i ragazzi che aveva con sé erano quei guerrieri leali che
aveva trovato sui campi di battaglia di tutto il mondo“.
“Abbiamo parlato del fatto che
Steve Trevor fosse lì in Crimea“, aggiunge, lasciando forse
intendere che a un certo punto si è parlato di collegare questa
storia a Wonder Woman 84 di Patty Jenkins. “Non è mai
stata una sceneggiatura, ma ne abbiamo parlato così tanto che in un
certo senso ha avuto vita propria“. Di seguito, ecco
l’immagine a cui si fa riferimento:
Wonder Woman 1854 – This amazing image shot
by Stephen Berkman of an else-world, war weary Diana, who had
chased Aries across the battlefields of the world and had yet to
meet Steve, who would help her restore her faith in mankind and
love itself. pic.twitter.com/eofkAMg9as
Come sappiamo, Wonder
Woman 3 è un progetto ufficialmente cancellato e non
ci sono notizie certe riguardo ciò che sarebbe stato incluso al suo
interno. Secondo l’insider @CanWeGetSomeToast il film
sarebbe stato ambientato ai giorni nostri, successivamente agli
eventi di Justice League e al cameo di Diana in
The Flash. Secondo quanto riferito,
altri personaggi DC, incluso il Batman di Ben Affleck, sarebbero apparsi nel film.
Questi sono solo dettagli non ufficialmente confermati, ma
l’ambientazione contemporanea sembra decisamente probabile,
considerando che il primo film si svolge durante la Seconda guerra
mondiale e il suo sequel passa poi al 1984. Ciò avrebbe permesso di
raccontare Wonder Woman nel presente, comprendendo anche i rapporti
con i suoi colleghi supereroi.
In un anno
cinematografico in cui l’esordio da regista di un’attrice ha
rappresentato il centro del racconto cinematografico del nostro
Paese, parliamo ovviamente di Cortellesi e del suo
C’è Ancora Domani, arriva in sala un altro esordio
di un’attrice (e cantante), Margherita Vicario,
che con Gloria! (qui
il trailer) aveva già concorso a Berlino 2024, e che adesso si approccia al
pubblico italiano dall’11 aprile con 01
Distribution.
Gloria! la trama
La storia è ambientata
“all’alba dell’Ottocento”, in un decrepito istituto femminile, il
Sant’Ignazio, nei pressi di Venezia. Qui, le orfane ospiti della
struttura studiano musica e sognano in grande, chi di comporre le
proprie opere, chi di trovare marito e essere felice, chi di avere
la libertà di essere se stessa, ma tutte vogliono lasciare quel
posto che per quanto le abbia protette, adesso limita la loro vita
e le loro aspirazioni. Ma con loro c’è anche “la muta”, Teresa, la
giovane sguattera che si occupa della pulizia dell’istituto e che
ha un dono: riesce a sentire la musica in ogni suono e rumore che
la circonda, ha un ritmo interno che le fa immaginare meravigliose
e insolite melodie. Quando il suo cammino si incrocerà con alcune
delle orfane della struttura, la rivoluzione sembrerà
possibile.
Margherita
Vicario fa il suo ingresso nel mondo del cinema con un
irruento scoppio di creatività in cui racconta una piccola grande
ribellione. La sue giovani protagoniste si schierano contro le
leggi sociali e religiose del tempo, diventando delle piccole
guerriere e combattendo per realizzare i propri sogni. Alla base di
questa storia c’è l’archetipo narrativo della ricerca di sé e del
proprio posto nel mondo, della realizzazione dei propri sogni,
soprattutto c’è un racconto puro e onesto di sorellanza che con
spirito di iniziativa e grande brio si schiera contro le regole del
patriarcato, rappresentato da Don Perlina (un fantastico
Paolo Rossi).
Un patriarcato
depotenziato
Proprio nella
rappresentazione del “Patriarcato”, il film di Vicario rivela la
sua natura gioiosa e brillante: i cattivi del film sono un
prete/musicista presumibilmente omosessuale e completamente in
crisi creativa e il direttore dello stesso Istituto
(Natalino Balasso), un uomo buffo e minuto, con
debolezze e peccati da tenere nascosti. Con eleganza e leggerezza
Gloria! di Margherita Vicario
mette alla berlina gli uomini di potere, contrapponendoli a giovani
donne “senza mezzi” che nella comunione tra di loro riescono a
trovare la propria voce. O la propria musica, è il caso di
dire.
Proprio l’aspetto
musicale ricopre un ruolo fondamentale in Gloria!,
sia perché le sue protagoniste sono delle musiciste e compositrici,
sia perché il film ha a sua volta un andamento fluido ed
estremamente “intonato”. Vicario dimostra di saper gestire la
macchina da presa e, forte di una storia avvincente, regala al
pubblico un esordio divertente e gioioso, che per una volta
racconta il riscatto femminile lontano dai toni drammatici e
polemici che di solito si adottano per questo tipo di racconto.
Le splendide protagoniste di
Gloria!
Vicario si avvale poi di
uno straordinario cast, che oltre al citato Rossi e a
Elio in un piccolo e tenero ruolo, vanta la
presenza di giovani interpreti come Galatea
Bellugi, Carlotta Gamba, Maria
Vittoria Dallasta, Sara Mafodda e
Veronica Lucchesi (dei La Rappresentante
di Lista), un quartetto di archi e voce splendido.
Al netto di alcuni
formalismi e ingenuità registiche, Gloria! è un
buon esordio, un coming of age in costume, che strizza
l’occhio alle commedie per ragazzi e che apre a Margherita
Vicario (anche) le porte della settima arte dal punto di
vista della sedia di regia. La sua estetica pittorica e luminosa
ricorda le opere di Alice Rohrwacher e
Pietro Marcello, ma con un pizzico di brio e di
gioventù in più, in cui poi risiede l’aspetto più interessante e
personale del film.
Intervenendo al Pat McAfee Show di ESPN, John
Cena ha condiviso un generico programma dei suoi
impegni futuri dopo WrestleMania XL, tra cui c’è ovviamente anche
The Peacemaker –
Stagione 2. Sebbene egli abbia rivelato di voler
tornare per un’ultima volta a tempo pieno nel wrestling, non sembra
che ne avrà il tempo prima del prossimo anno. “Abbiamo iniziato
a girare un film prima dello sciopero, intitolato Heads of State
con Priyanka Chopra Jonas e Idris Elba“, ha rivelato Cena.
“E poi da lì siamo passati
direttamente alla seconda stagione di Peacemaker, che ci terrà occupati fino a Natale.
Sto incrociando le dita delle mani e dei piedi e il mio cuore, e
forse – forse solo forse – posso dire al mondo di Hollywood di
frenare per un po’ e tornare dalla mia famiglia per un’ultima
volta. Spero, non lo so. Spero, ci sto provando, vedremo cosa
succederà“, ha affermato Cena, riferendosi appunto ad un suo
possibile ritorno in WWE.
Le riprese di The
Peacemaker – Stagione 2 si svolgeranno a partire da
quest’estate e dureranno dunque fino all’inverno, un periodo che
dunque renderà improbabile la partecipazione a questa stagione di
James Gunn in qualità di regista. In
precedenza Gunn aveva scritto tutti gli episodi della stagione 1 di
Peacemaker, dirigendone 5 su 8. Egli ha poi rivelato di aver
scritto tutta la seconda stagione, ma in quanto impegnato sul set
di Superman difficilmente sarà in grado di
dirigere qualche episodio se non almeno un paio verso
l’autunno.
Chi ci sarà in The Peacemaker – Stagione S?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John Cena nel ruolo di Peacemaker,
Danielle Brooks nel ruolo di Leota Adebayo,
Jennifer Holland nel ruolo di Emilia Harcourt,
Freddie Stroma nel ruolo di Adrian
Chase/Vigilante, Steve Agee nel ruolo di John
Economos, Chukwudi Iwuji nel ruolo di Murn,
Robert Patrick nel ruolo di Auggie Smith/White
Dragon e altri ancora. Non è chiaro quali personaggi torneranno nel
prossimo capitolo, ma James Gunn ha già detto che ha intenzione di
stabilire più collegamenti con la DC nel prossimo capitolo, dopo le
apparizioni a sorpresa di Ezra Miller e Jason Momoa nel finale della prima stagione.
Gunn, tuttavia, ha anche affermato che quasi tutto il cast ritornerà nella seconda
stagione.
Nelle ultime ore sono arrivate
notizie contrastanti sulla presenza di nuovi filmati di Deadpool &
Wolverine alla presentazione della Disney al
CinemaCon, ma la quantità di materiale promozionale esposto sul
palco dell’evento sembra suggerire che qualcosa verrà mostrato
durante il panel. Tra questi è c’è anche un poster che offre la
possibilità di uno sguardo più approfondito a Wolverine (Hugh
Jackman) nel suo classico costume giallo e blu –
maschera inclusa – insieme a Deadpool (Ryan
Reynolds) dotato invece della sua tipica katana.
Ad oggi, non abbiamo ancora visto
l’iconico cappuccio di Wolverine, che in realtà non compare neanche
nel trailer se non brevemente come ombra che si scaglia su
Deadpool. Ma sicuramente quando verrà rilasciato un nuovo filmato
il celebre mutante sarà stavolta presente in scena. Qui di seguito,
intanto, ecco il poster avvistato al CinemaCon, che conferma dunque
il costume di Wolverine dopo che questo era già stato visto su
altri oggetti di merchandising.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Lo scopo di
Coincidenze d’amore è chiaro, peccato che la sua
regista e protagonista Meg Ryan perda la strada, o forse non
l’ha mai davvero imboccata. La regina delle rom-com del passato
tenta un ripescaggio, è il caso di dire, con una commedia dai toni
talvolta amari che non riesce proprio a tenere in carreggiata,
nonostante la presenza dell’ottimo David
Duchovny.
Icona della commedia
romantica anni ’90, Meg Ryan è alla sua seconda volta dietro
alla macchina da presa e si cimenta con l’adattamento
cinematografico di una piece teatrale di Steven
Dietz.
Coincidenze d’amore, la trama
La storia è quella di due
ex, che per un caso bizzarro portano lo stesso nome, e per una
serie di circostanze, tra cui maltempo, ritardi e annullamenti di
aerei, si ritrovano in un aeroporto, bloccati, senza poter
ripartire. Questa coabitazione forzata li porterà a parlarsi,
chiarirsi e a raccontarsi. Cosa è accaduto nei 25 anni in cui non
si sono visti? Dove sono le loro vite? Cosa sarebbe successo se
invece di lasciarsi fossero riusciti a trovare il modo di rimanere
insieme?
L’impianto teatrale, a
location unica e con pochi interpreti, è sempre una grande sfida.
Bisogna mantenere alta l’attenzione dello spettatore avendo al
proprio servizio pochi artifici e cercando di catalizzare ogni
fibra di chi guarda e ascolta con dialoghi e interpretazioni
vincenti.
E se da un lato
Meg Ryan dimostra di saper dirigere attori capaci
ed esperti come David Duchovny, che si destreggia
abilmente nel ruolo del manager in crisi, nonché se stessa, nei
panni di una donna smarrita, dall’altro la mancanza di una
direzione artistica precisa, di una visione stilistica compromette
l’intero film. Le piccole finestre di fantasia che si aprono nella
storia, come la voce che proviene dalla filo diffusione che sembra
dar loro suggerimenti, e il realismo generale con cui è approcciata
la storia portano a un risultato confusionario.
Tra la commedia romantica
e il dramma personale
Coincidenze
d’amore oscilla tra momenti da commedia romantica classica
e momenti più seri e riflessivi, senza che le due componenti tonali
della storia abbiamo una vera e propria armonia, senza che questi
vengano amalgamate come si deve. Il risultato è disomogeneo e ad
aggravare la situazione contribuisce l’ambientazione. Un aeroporto
è un non luogo, un posto dove tutto è possibile, un luogo di
passaggio, quasi uno scenario fantastico, già sfondo di tanti altri
racconti, anche per il cinema, tuttavia questa indefinitezza di
base non fa altro che aumentare la mancanza di coesione della
storia, spingendo i due protagonisti dappertutto e da nessuna
parte.
Willa e Bill si
raccontano, si indagano, si accusano, fanno pace con se stessi, ma
non riescono mai a stabilire una vera e propria connessione con
l’altro e questo aspetto è il maggiore ostacolo che lo spettatore
sente con i protagonisti. Meg Ryan mantiene le
distanze dai due personaggi, non ci fa entrare nelle loro emozioni,
e con così pochi strumenti a disposizione per intrattenere e “farci
innamorare” questa freddezza diventa un vero e proprio limite.
A differenza della
carriera del passato di Ryan, questa sua seconda regia,
Coincidenze d’amore, non riesce a fare breccia.
L’incanto dell’evocazione di ben altre commedie che l’hanno vista
protagonista si spezza subito, e al suo posto resta lo spettro di
un modo di raccontare storie e di fare cinema che forse ha superato
il suo tempo massimo.
Lanciafiamme, judo,
Anjelica Huston, un cameo di Keanu Reeves e danza classica sono solo alcune
delle cose che vedrete quando la Lionsgate distribuirà il primo
trailer di Ballerina.
Gli addetti ai lavori hanno potuto vederlo oggi al
CinemaCon.
“Ti è stata tolta
l’infanzia“, dice la matriarca Huston all’assassina
Ana de Armas, feroce sia fuori scena che in scena.
Il film Ballerina
diretto da Len Wiseman e prodotto da Chad Stahelski alza la posta
in gioco e si distingue dal canone di
John Wick con tutti i personaggi più amati, tra cui il defunto
Charon di Lance Reddick al Continental e il Winston di Ian
McShane.
“Che piacere rivederti!”
dice Winston quando Ballerina
esce dall’ascensore.
John Wick in
persona si presenta per offrire a Ballerina consigli in modo tale
da tranquillizzarla. Conosce bene lo stress di rotolare giù per le
scale, come abbiamo visto in John Wick
4 l’anno scorso. Questo spin-off offre nuove scene
d’azione, con vetri che si infrangono e uomini che vengono
accoltellati dall’inguine in su come non avete mai visto prima, il
tutto con scene di treni innevati alla Doctor Zvigo.
Adam Fogelson, presidente della
Lionsgate Motion Picture, ha sottolineato che si tratta
effettivamente del primo look del film, poiché negli ultimi due
anni sono state diffuse molte immagini false
Il
primo trailer di Joker:
Folie à Deux ha debuttato ieri sera durante il
CinemaCon prima di essere diffuso online, offrendoci un intrigante
scorcio di alcune immagini del sequel DC
“Elseworlds” di Todd Phillips.
Cambiando la consueta dinamica dei
personaggi, viene rivelato che Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) incontra Harley Quinn (Lady
Gaga) come paziente del manicomio di Arkham e sembra
che sarà lei a esercitare la sua influenza su di lui.
I due innamorati pianificano la
loro fuga e vediamo alcune riprese dei tanto discussi numeri
musicali, anche se nessuno canta una parola.
Durante il panel del CinemaCon,
Phillips ha minimizzato gli elementi musicali. “Non ne abbiamo
mai parlato in questo modo, ma mi piace dire che è un film in cui
la musica è un elemento essenziale. Per me non si discosta troppo
dal primo film. Arthur [Fleck] è strano e distaccato e tutte queste
cose, ma ha la musica dentro di sé. Ha una certa grazia. Questo ha
influenzato molti dei balli del primo film. Qui non mi è sembrato
un passo così grande. È diverso, ma credo che avrà senso quando lo
vedrete“.
Anche se non è ancora stato
confermato, si pensa che queste sequenze di canzoni e balli saranno
in realtà parte delle illusioni condivise da Joker e Harley (da cui
il titolo), il che potrebbe spiegare perché Todd Phillips esita a descrivere il film come
un musical vero e proprio.
Per quanto riguarda la scelta di
Lady Gaga, megastar del pop e attrice, per il ruolo di
Quinn, sembra che non sia stata una scelta obbligata per il
regista. “Abbiamo scelto Gaga perché è magica. Ero un
produttore di A Star Is Born. È stata la prima volta che l’ho
incontrata e che ho avuto modo di vederla lavorare. Mentre
scrivevamo la sceneggiatura, Scott [Silver], con cui l’ho scritta,
continuava a fare riferimento a lei“.
Joker: Folie à Deux, quello che
sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC
Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a
Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di
Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente
dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Il sequel di Joker
sarà conosciuto come un progetto Elseworlds,
secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione
sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti
Elseworlds includono The
Batman – Parte II e la serie ThePenguin.
L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4
ottobre 2024.
Il regista spagnolo Álex de la Iglesia si
è affermato per i suoi film di carattere grottesco come Il
giorno della bestia,Ballata dell’odio e dell’amore,
Oxford Murders – Teorema di un delittoe
Le streghe son tornate. È invece del 2021 il suo
penultimo film, che ha fatto parlare di sé per molteplici motivi.
Si tratta di Veneciafrenia, primo di una serie di
film horror della collana The Fear Collection
(con la quale de la Iglesia ha prodotto anche Venus), che nascono dalla collaborazione produttiva
tra Sony Pictures International e Amazon Studios.
Con questo suo lungometraggio, de la
Iglesia esprime un chiaro omaggio a quei film incentrati su un
gruppo di giovani in viaggio che si ritrova vittima di spietati
assassini, come il celebre Hostel di Eli
Roth. Ma Vaneciafrenia presenta
anche un sentito omaggio ai gialli italiani degli anni
Settanta, da Suspiria di Dario
Argento a Ecologia del delitto di Mario
Bava. Al di là di questi riferimenti cinematografici,
però, il film affronta un tema particolarmente sentito a Venezia
quale quello della gentrificazione e dell’angoscia di “vedere
la propria città trasformarsi in una sorta di contenitore vuoto a
uso e consumo dei soli turisti“, come ha dichiarato il
regista.
Nasce così un vero e proprio slasher
ambientato nelle strade di Venezia, con il genere horror che
diventa il mezzo attraverso cui amplificare e affrontare paure
realmente percepite. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a
Veneciafrenia. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove si sono svolte le riprese. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast del film di
Veneciafrenia
Venezia, considerata una delle città
più belle del mondo, è da tempo meta ambitissima per il turismo
internazionale. Ma lo sfruttamento indiscriminato degli ultimi
decenni che ha causato l’agonia e lo spopolamento della città ha
fatto crescere l’ira dei veneziani, i quali per frenare quella che
viene percepita come una vera e propria invasione si sono
organizzati, dando sfogo alla loro rabbia e seguendo l’istinto di
sopravvivenza. In tale contesto, un gruppo di turisti spagnoli
arriva nella città lagunare con l’intenzione di divertirsi,
volutamente ignari dei problemi che li circondano: si troveranno
costretti a combattere per salvare le proprie vite.
Si tratta nella fattispecie di
cinque giovani, tre ragazze e due ragazzi, che hanno in mente tutto
ciò che potrebbe interessare a chiunque abbia la loro età:
ubriacarsi, fare sesso, farsi foto e, soprattutto, postarle sui
propri social network. Al porto, però, trovano ad attenderli una
folla di veneziani, la cui presenza minacciosa sarà una costante
per tutto il resto della storia. Ed è così che pian piano il gruppo
si troverà a doversela vedere con un assassino in maschera, un
teatro inondato e con isole-cimitero piene di cadaveri devastati
dalla peste.
Ad interpretare Isa, membro del
gruppo di turisti e principale protagonista del film, vi è
l’attrice Ingrid García Jonsson, nota per essere
stata la protagonista del film Ballo
Ballo, musical basato sulle canzoni di Raffaella Carrà.
Accanto a lei, nel ruolo del fratello José, vi è l’attore
Alberto Bang, mentre Nico
Romero è Alfonso, il marito di Isa.
Nicolás lloro interpreta Javi e Goize
Blanco è Arantza, la ragazza di Javi. Silvia
Alonso interpreta Susana, mentre gli attori italiani
Enrico Lo Verso, Armando di
Razza e Caterina Murino
recitano rispettivamente nel ruolo di Giacomo, Brunelli e Claudia.
Infine, Cosimo Fusco interpreta il Dottore,
il giullare assassino del film.
Le location di
Veneciafrenia: ecco dove è stato girato il
film
Venezia è dunque la grande
protagonista di questo racconto da brivido e ci ricorda di quanti
bellissimi luoghi essa possegga. Nel film, ad esempio, si possono
ritrovare l’isola di San Servolo, l’isola
di Sant’Andrea, il ponte della Paglia e
la riva degli Schiavoni. Vi sono poi calle
delle Rasse, calle del Paradiso,
campo Santa Maria Formosa e Santissimi
Giovanni e Paolo, Fondamenta Felzi, il
Canal Grande, il ponte del
Cristo, campiello dei Miracoli, la corte
e gli interni del Teatro Malibran, il tetto della
biblioteca Marciana, calle del
Forno e Fondamenta della Fornase. Invece
a Chioggia sono state girate delle scene
all’interno dello storico palazzo
Mascheroni-Lisatti.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente
Veneciafrenia non è presente su nessuna delle
piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente
nel palinsesto televisivo di mercoledì 10 aprile
alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente
anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo
si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Guillermo Arriaga è
l’acclamato sceneggiatore di film quali Amores perros,
21 grammi e Babel, tutti diretti dall’amico
regista Alejandro González Iñárritu. Si è però poi
distinto anche per la sceneggiatura dei film Le tre
sepolture e Ti guardo. Dopo essersi occupato solo di scrittura,
nel 2008 Arriaga ha però deciso di debuttare alla regia con il film
The Burning Plain – Il confine della solitudine,
da lui anche scritto e presentato in concorso alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica
di Venezia. Come già avvenuto per i suoi precedenti film
diretti da Iñárritu, anche in questo caso Arriaga ricorre ad un
racconto dove si intrecciano più storie separate nel tempo e nello
spazio.
Storie apparentemente scollegate ma
che si rivelano in realtà essere parte della medesima vicenda,
raccontata però attraverso una narrazione non lineare che permette
allo sceneggiatore e regista di esplorare e approfondire gli
effetti nel tempo di determinate cause senza dover ritardare il
loro completo manifestarsi. Il risultato, che può inizialmente
sembrare straniante, acquista senso una volta giunti al finale,
dove tutte le vicende sfociano verso un’unica conclusione che dona
senso a quanto fino a quel momento mostrato.
Per gli appassionati di storie di
questo tipo, dunque, è questo un film da non perdere, scritto da
uno dei più brillanti autori cinematografici in fatto di
esplorazione dell’animo umano. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a The
Burning Plain – Il confine della solitudine. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The
Burning Plain – Il confine della solitudine
In una piccola cittadina di
frontiera nel New Mexico vive Gina, moglie e madre
di quattro bambini, che ha una relazione clandestina con un uomo
sposato, Nick Martinez. Senza che i due se ne
accorgano, però, la figlia adolescente della donna, scopre del
segreto della madre. In preda alla rabbia e alla delusione per quel
tradimento verso il padre, la giovane decide di attuare un piano di
“vendetta” nei loro confronti, con conseguenze drammatiche. Nel
mentre, una giovane di nome Mariana conosce e
inizia a frequentarsi con un ragazzo di nome
Santiago, del quale rimane incinta e con cui
deciderà di scappare in Messico.
Vi è infine la storia di
Sylvia, una donna che lavora in un lussuoso
ristorante in Oregon e che conduce una vita solitaria senza
particolari imprevisti, con un’anonima routine in cui sembra aver
trovato la propria dimensione. Tuttavia anche per lei le cose
cambieranno drasticamente quando, un giorno, un uomo misterioso
inizia a seguirla e Sylvia capirà che il suo passato è tornato a
cercarla. Chiamate a fare i conti con le loro azioni, le storie di
queste tre donne si intrecceranno in modi inaspettati, portando
alla luce profondi legami e traumi con cui fare i conti.
Ad interpretare Mariana vi è
l’attrice Jennifer Lawrence, qui al suo primo ruolo di
rilievo e grazie al quale ha vinto il Premio Marcello Mastroianni
alla 65ª Mostra del Cinema di Venezia. Ad interpretare Mariana da
adulta, che si fa chiamare Sylvia, vi è invece la premio Oscar
Charlize Theron, la quale ha in seguito
affermato di non aver avuto alcun problema a girare le scene di
nudo previste. L’attrice Kim Basinger, invece, è Gina, madre della
protagonista. Gli attori JD Pardo e Danny
Pino interpretano Santiago da ragazzo e da adulto, mentre
Joaquim de Almeida è Nick Martinez. Infine,
L’attrice Tessa Ía interpreta Maria, la figlia
ormai adolescente della protagonista.
La spiegazione del finale e il significato del film
Nel finale del film, capiamo che
Sylvia e Mariana non sono altro
che la stessa donna in età diverse, mentre Gina è
la madre. Stabilito tale legame tra le tre, risulta dunque chiaro
che Maria è la figlia che Sylvia/Mariana ha avuto
da Santiago, figlio dell’uomo con cui Gina aveva
una relazione. La protagonista ha così l’occasione di conoscere la
figlia Maria e abbracciando il suo ruolo di madre dal quale invece
era fino a quel momento rifuggita. Una difficoltà a riconoscersi
genitore, la sua, dovuta a quanto compiuto in gioventù nei
confronti della sua stessa madre. Sylvia inizia però ora a capirsi
meglio, a riconoscere i propri errori e ad intraprendere così un
percorso di espiazione.
Dopo aver stabilito dunque questo
primo contatto con Maria, Sylvia accetta anche di recarsi
nell’ospedale dove si trova Santiago, in attesa di essere operato a
seguito di un terribile incidente. Sylvia non sa se l’uomo che ha
amato si risveglierà e decide pertanto di confessargli la sua
colpa, ovvero quello di essere l’artefice dell’incendio nel quale
sono periti sua madre e il padre di Santiago. Non è dato sapere se
quest’ultimo ha avuto modo di sentire le parole di Sylvia, ma il
solo fatto che lei le abbia pronunciate ad alta voce testimonia il
suo processo di guarigione in corso. Quando più tardi viene
annunciato che Santiago e fuori pericolo, Maria corre da lui
seguita da Sylvia.
Riguardo al film e al significato
del suo racconto, lo sceneggiatore e regista ha descritto la
premessa narrativa affermando che: “Ci sono storie d’amore
molto intense che si svolgono in luoghi e tempi diversi, con
personaggi che cercano di trovare i poteri curativi dell’amore, del
perdono e della redenzione“. Amore, perdono e redenzione sono
due i valori portanti del film, che si manifestano nel corso del
tempo e dello spazio, trovando sempre il modo per emergere in tutta
la loro forza. È così che nonostante tutto il dolore passato,
The Burning Plain – Il confine della solitudine
può concludersi su note di speranza.
Il trailer di The Burning
Plain – Il confine della solitudine e dove vedere il film
in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Burning Plain – Il confine della solitudine grazie alla
sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di
Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale alla piattaforma e si avrà a quel punto modo
di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 10 aprile alle ore
21:00 sul canale Iris.
Superman
è stato menzionato ieri sera durante la presentazione della
Warner Bros. Discovery al CinemaCon, ma sembra che
dovremo aspettare il prossimo anno per vedere il film presentato
all’evento.
Questo ha senso, visto lo
stato di avanzamento delle riprese del reboot. Tuttavia, molti
fan sono rimasti delusi dalla mancanza di aggiornamenti sul
DCU, per non parlare del fatto che il contributo
dei DC Studios si è ridotto a un breve messaggio
di James Gunn e a un logo sfocato.
Il design ispirato a Kingdom Come ha
già diviso le opinioni, ma è possibile dargli un’altra occhiata
grazie a una foto del set emersa di recente.
Sebbene questo logo sia stato
utilizzato nel crossover Crisis on Infinite Earths
di The CW, quando Brandon Routh lo indossò per interpretare una
versione più vecchia del Clark Kent di Superman Returns, quelle serie televisive DC
non erano esattamente mainstream.
Di conseguenza, molti spettatori
vedranno questa versione per la prima volta quando Superman
sarà completamente svelato e sarà interessante vedere cosa ne
penseranno. La grande domanda che ci si pone ora è se
Superman abbia o meno le mutante.
The Engineer rimane
l’unico personaggio
avvistato sul set e, dato che James Gunn ha confermato che non sarà presente
al Comic-Con, potrebbe essere saggio ridimensionare le aspettative
per un evento DCU di grande impatto.
Dopotutto, è possibile che la nostra
prima occhiata all’Uomo del Domani si presenti sotto forma di una
foto di scena o di un’immagine che debutti con una pubblicazione
come Entertainment Weekly o PEOPLE in un giorno a caso della
settimana. Vedremo.
Per ora, date un’occhiata più da
vicino all’interpretazione di Superman
di questo emblema iconico nel post X qui sotto.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Quando parliamo di saghe action, i
titoli che vengono subito in mente sono Die Hard, Arma Leatale, Jason Bourne, Fast & Furious e Mission: Impossible. Di quest’ultima
è arrivato in sala lo scorso anno il settimo capitolo, Mission: Impossible – Dead Reckoning, mentre si
attende ora l’ottavo
film previsto per il 2025. In attesa di ciò, riscoprire i
precedenti film di questa, tutti interpretati da Tom Cruise, è
quantomai doveroso. In particolare, Mission:
ImpossibleIII, uscito nel 2006, è
il capitolo spartiacque che ha permesso alla serie di ottenere
l’attenzione e la forza necessarie a dar vita all’universo
narrativo che conosciamo oggi.
Uscito a sei anni di distanza da
Mission: Impossible 2 e seguito 5 anni dopo da
Mission: Impossible – Protocollo fantasma, questo terzo
film ha infatti non solo riacceso l’interesse nei confronti della
saga, ma ha anche contribuito ad una sua più approfondita
definizione, tra canoni del genere action, personaggi
arricchiti di sfumature e imprese produttive sempre più estreme. Il
film è inoltre il debutto alla regia di un lungometraggio per
J. J. Abrams,
fino a quel momento distintosi principalmente grazie alle serie
televisive Alias e Lost. Regista talentuoso,
Abrams permise dunque al film di acquisire novità importanti, che
lo rendono ancora oggi uno dei titoli più apprezzati della
saga.
A volerlo alla guida del progetto fu
lo stesso Cruise, alla ricerca di un regista dopo che David
Fincher, inizialmente scelto per tale compito, decise di
tirarsi indietro per via di divergenze creative. Per quanto sarebbe
stato interessante vedere un film di questo tipo diretto dal
regista di Fight Club, forse oggi non si avrebbe la saga
così come la conosciamo senza aver avuto Abrams come regista del
terzo capitolo. Prima di intraprendere una visione di questo, però,
sarà utile approfondirlo meglio. Proseguendo qui nella lettura sarà
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e altro
ancora. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Mission: Impossible III
L’agente Ethan Hunt continua a
lavorare per l’Impossible Mission Force, ma ha ormai abbandonato la
prima linea. Se in precedenza si era occupato delle missioni più
pericolose e segrete, adesso conduce una vita più tranquilla
occupandosi dell’addestramento delle nuove reclute. Anche la vita
sentimentale di Ethan procede al meglio, grazie alla nuova
fidanzata, un’infermiera di nome Julia, con la
quale dorvà presto sposarsi e che, però, è assolutamente ignara del
vero lavoro di Ethan. Nonostante l’intenzione di rimanere lontano
dai pericoli per lei, Ethan sarà però costretto a rientrare in
azione quando una delle sue allieve, Lindsey
Farris, viene catturata.
Comincia così per lui una missione
di salvataggio in piena regola, il cui esito è quantomai incerto.
La situazione precipiterà ulteriormente quando Ethan capirà che
Lindsey è stata fatta prigioniera in virtù delle informazioni che
possiede riguardo un’arma chiamata “Zampa di Lepre”. Egli si
ritroverà dunque invischiato in una missione impossibile di prima
categoria, che lo condurrà fino a Città del Vaticano. Il nemico,
pur rimanendo nell’ombra, si rivela essere una pericolosa
organizzazione terroristica che, nel tentativo di sogiogare
l’ordine mondiale, farà di tutto pur di contrastare il
protagonista, compreso, oltre ad aver rapito la sua alliena, far
prigioniera anche la sua promessa sposa Julia.
Il cast di attori di
Mission: Impossible III
Tom Cruise riprende
dunque qui il ruolo dell’agente Ethan Hunt, cimentandosi nella
stragrande maggioranza delle acrobazie previste per il suo
personaggio, senza voler ricorrere a controfigure. La maggior parte
di queste è eseguita senza gravi lesioni. Tuttavia, in un’occasione
si è rotto un paio di costole quando ha girato troppo velocemente
la parte superiore del busto. Nel ruolo di Owen Davian, leader del
gruppo terroristico, vi è invece l’attore premio Oscar
Philip Seymour Hoffman, il quale torna a lavorare
insieme a Cruise a qualche anno di distanza dal film
Magnolia. Gli attori Ving Rhames e
Maggie Q
interpretano invece Luther Stickell e Zhen Lei, alleati di
Hunt.
Laurence
Fishburne è invece Theodore Brassel, direttore
dell’IMF che assegna ad Ethan la nuova missione, mentre Billy Crudup è
John Musgrave, collega del protagonista. Fanno poi parte del cast
gli attori Jonathan
Rhys-Meyers nel ruolo dell’agente IMF Declan Gormley,
Michelle
Monaghan in quelli di Julia, promessa sposa di Ethan,
e Keri Russell in
quelli di Lindsey Farris, ruolo per il quale era inizialmente stata
considerata anche Katie Holmes,
moglie di Cruise dal 2006 al 2012. Simon Pegg
assume invece il ruolo dell’agente Benjamin “Benji” Dunn, dopo che
questo fu lasciato vacante da Ricky Gervais,
inizialmente l’attore scelto dai produttori, per via di altri
impegni.
I sequel di Mission:
Impossible III e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Mission: Impossible III grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Now, Tim Vision, Paramount+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
28 aprile alle 21:00 sul canale
20 Mediaset.