“Caro Babbo Natale, quest’anno
vorrei…” è l’incipit più famoso al mondo, che rispecchia forse
al meglio ciò che cos’è il Natale per tutti noi: un momento in cui
desideri e sogni si incrociano e connettono con forza, facendosi
più vividi e luminosi. Sarà per la sua magia, per l’aria di festa e
l’atmosfera distensiva e gioiosa. O per le grandi tavolate
imbandite che segnano il momento di ricongiungersi con i propri
affetti. Qualsiasi siano le ragioni, il periodo natalizio è fatto
di questo: polvere di stelle, fantasia e desideri impossibili
tenuti per troppo tempo nel cassetto che aspettano di avverarsi.
Come quello di Antonio, il protagonista di In fuga con
Babbo Natale, nuovo
film
Netflix di Natale, che decide di scrivere
all’ultimo minuto a Babbo Natale per cambiare il suo regalo.
Quest’anno vorrebbe solo poter
viaggiare sulla stella dove si trova il padre, purtroppo venuto a
mancare, e riabbracciarlo. Solo lui è in grado di accontentarlo,
perché Santa Claus è magia e immaginazione pura, una figura piena
di speranza a cui aggrapparsi per illudersi di ottenere ciò che si
brama con tutto il cuore, e così andare avanti nell’attesa di
averlo. In fuga con Babbo Natale è un
family movie, una sorta di favola volta a
raccontare proprio il sapore del Natale, in cui spesso, pur non
essendoci l’omone dalla barba folta e bianca a portarci dei doni, è
in grado di darci comunque ciò che chiediamo, se solo apriamo gli
occhi del cuore e della mente e ci lasciamo andare. Diretto da
Volfango de Biasi e sceneggiato dallo stesso
insieme a Fabio Bonifacci, il film ha come protagonisti
Giampaolo Morelli e il piccolo esordiente
Enea Indraccolo.
In fuga con Babbo Natale, la
trama
È la vigilia di Natale. Antonio è
stato messo da poco a letto dalla madre, che nel frattempo sta
dando in soggiorno una festa con tutti i suoi amici, fra cui un
certo Xavier, che il bambino ha compreso avere specifiche
intenzioni sentimentali con lei. Lui però non vuole che loro si
frequentino, intanto perché ha capito che all’uomo i bambini non
piacciono, e poi perché pensa ancora al papà, secondo lui partito
per andare su una stella ma in verità morto. Mentre cerca di
addormentarsi, dal balcone sente dei frastuoni. Qualcuno è caduto e
pare proprio essere… Babbo Natale! In realtà, però, quello che
Antonio crede essere l’uomo magico dei doni, è solo un ladro
travestito che ruba negli appartamenti. Dopo avergli promesso di
portarlo dal padre se fa silenzio, Antonio decide di seguirlo,
inconsapevole della sua vera identità.
Quando Babbo Natale, che si chiama
Pasquale, deve irrompere nelle case, gli fa credere che a dargli
una mano siano i suoi folletti invisibili, e che lui entra nelle
abitazioni solo dei cattivi per dargli una lezione. L’uomo,
scopriremo ben presto, ha un piano ben preciso e la sua storia non
è delle più felici: tradito dalla compagna e dal suo stesso amico,
che non solo gli ha rubato la partner ma anche la società, adesso
deve risarcire alcuni malavitosi che gli hanno prestato dei soldi
per pagare un avvocato e l’unico modo per farlo è rubare, ma non a
chiunque, solo a coloro che in passato lo hanno tradito. Antonio,
che lo segue senza farsi problemi, rapito dalle bugie tramutate in
favole che Pasquale in fondo gli racconta in buona fede, vivrà la
più bella notte della sua vita…

La magia del Natale è dentro il
nostro Io bambino
In fuga con Babbo
Natale inizia con il solito pretesto narrativo,
ritrovato, pur in forma diversa, anche nell’Elf Me di
Prime
Video (qui
la nostra recensione). Un bambino che ha perso il padre e con
esso anche il gusto di vivere serenamente. È un film che si avvia
ponendo l’accento sul concetto della mancanza, una ferita che solo
Babbo Natale può risanare davvero con i suoi incantesimi, e che
dunque si costruisce sul solito cliché del caso. Se però nella
pellicola sopracitata la messa in scena si dimostrava essere
originale e ben definita, purtroppo la nuova storia di Volfango de
Biasi sembra barcollare, di base, su una sceneggiatura trita e
ritrita. Rimescolata per darle un volto diverso, ma simile a tante
altre che non aggiungono niente che possa interessare e coinvolgere
al cento per cento. Il cuore si scalda lo stesso in alcune scene,
perché In fuga con Babbo Natale è un
film dai buoni sentimenti e sa come ammorbidire lo
spettatore puntando sull’elemento Morelli-Indraccolo, una coppia
che riesce a far sorridere e nel finale anche commuovere, e che
proprio per questo meritava una narrazione più solida e
strutturata.
In realtà, a
funzionare maggiormente, se proprio dobbiamo analizzare la
prova attoriale dei due, è proprio l’ottimo Enea
Indraccolo, che riesce a trasmettere l’innocenza e
la meraviglia di un bambino che crede, con la sua dolce ingenuità,
nella bellezza del mondo, seppur questo sia decisamente
più oscuro di quel che sembri. Lui, però, con il sguardo
trasognante e incantato, rappresenta al meglio lo stupore provato
da Antonio quando Pasquale lo inganna con racconti inventati. Ed è
forse questo il messaggio più riuscito di In fuga con
Babbo Natale: attraverso il piccolo Antonio e il suo
credere senza indugio a tutto quello che il ladro gli sta dicendo,
capiamo che l’unico modo per sentire o meno l’essenza del Natale
deriva dalla nostra capacità di riconnetterci con i nostri Io
bambini, grazie ai quali percepiamo la magia e la felicità
incontaminata, a prescindere dal marcio che ci circonda. Proprio
come accade a Pasquale, che alla fine però dalla purezza e fantasia
di Antonio imparerà non solo ad affrontare quel periodo per lui
infelice, ma a riassestare tutta la sua intera vita e scoprirsi
diverso.