Somebody
I Used To Know è diretto da Dave
Franco (The Afterparty, Now You See
Me franchise) e scritto da Franco con
Alison Brie (Community, GLOW).
Si tratta della quarta collaborazione tra Franco e Brie (The
Rental, The Disaster Artist, The Little
Hours). Il cast corale, guidato da
Alison Brie e Jay
Ellis (Insecure, Top Gun: Maverick), è
composto da Kiersey Clemons
(Dope, Sweetheart), Haley Joel
Osment (The Sixth Sense, Pay It
Forward), Danny Pudi
(Community, Knights of Badassdom) e
Julie Hagerty (Freddy Got
Fingered, Airplane!).
Ally
(Alison
Brie), produttrice TV maniaca del lavoro, affronta una
grande battuta d’arresto professionale che la porta a trovare
conforto nella sua cittadina d’origine. Passa una serata frenetica
a ricordare il suo primo amore, Sean (Jay Ellis), e inizia a
mettere in discussione tutto rispetto alla persona che è diventata.
La situazione si fa ancora più confusa quando scopre che Sean si
sta per sposare con Cassidy (Kiersey Clemons) la cui sicurezza e
creatività ricordano a Ally la persona che era lei stessa un tempo.
Diretto da Dave Franco e scritto da Franco & Alison
Brie, Sombody I Used To Know è una storia
d’amore non convenzionale su tre persone che inaspettatamente
si aiutano l’un l’altra a riscoprire chi sono veramente, da dove
arrivano e dove stanno andando.
Diretto
da Dave Franco Scritto da Dave Franco &
Alison Brie Cast Alison Brie, Jay Ellis,
Kiersey Clemons, Haley Joel Osment, Danny Pudi, Julie Hagerty, Amy
Sedaris
Con l’arrivo nelle sale di tutto il
mondo del film Harry Potter e la pietra
filosofale prende vita una delle saghe fantasy più
celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli
spettatori vengono condotti dal regista Chris
Columbus alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei
maghi. Un mondo nato dalla penna di J.
K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più
fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla
crescita, all’amicizia e al coraggio.
Tutto prende vita nel momento in cui
la Warner Bros. compra i diritti del libro nel 1999, avviando la
produzione della sua trasposizione. Il libro, pubblicato nel 1997,
era in breve tempo diventato un vero e proprio caso letterario,
tradotto in 77 lingue e con una vendita complessiva di circa 120
milioni di copie. Tale risultato spinse da subito lo studios
cinematografico a portare sul grande schermo tale storia,
avvalendosi di effetti speciali, scenografie e costumi rimasti
nell’immaginario collettivo. Dopo lunghi preparativi, il film fu
infine pronto per arrivare in sala e andare incontro ad un pubblico
particolare curioso.
Nonostante non tutti fossero
convinti del successo assicurato di cui si teorizzava, Harry
Potter e la pietra filosofale si affermò da subito come un
vero e proprio campione di incassi. A fronte di un budget di circa
125 milioni, il titolo ha infatti incassato oltre un miliardo di
dollari a livello globale. Ad oggi è il secondo film dal maggior
successo della saga, secondo solo a Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2. Tale risultato permise di far
proseguire le avventure cinematografiche del giovane mago, con
ulteriori 7 sequel e numerosi altre attività legate al titolo. Ad
oggi, quello di Harry Potter è infatti uno dei franchise più
redditizi della storia.
Harry Potter e la pietra
filosofale: la trama del film
La storia del film si apre sul
piccolo Harry Potter, rimasto orfano all’età di un
anno viene consegnato agli zii materni, i quali li accolgono
malvolentieri e lo fanno crescere in un clima ostile. Crescendo il
ragazzo impara a sopportare i soprusi degli zii e di suo cugino
Dudley, finché arriva il giorno della sua rivalsa.
Alla vigilia del suo undicesimo compleanno, infatti, Harry riceve
una misteriosa lettera dalla scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts. Egli si ritrova così ad essere ammesso lì dove i suoi
stessi genitori studiarono e si conobbero. Liberatosi degli
asfissianti zii, Harry intraprende così il primo vero viaggio della
sua vita. Durante questo ha modo di conoscere nuovi amici, come
Ron, Hermione e il guardiacaccia
Hagrid. Sulla sua strada non mancheranno però
anche dei nemici, come il giovane e arrogante Draco
Malfoy.
Giunto alla scuola, Harry si ritrova
catapultato in un mondo incredibile, ricco di magia, segreti e
possibilità. Ben presto, però, egli capirà di essere al centro di
qualcosa di più grande. La cicatrice a forma di saetta che porta
sulla fronte sin dal giorno in cui i suoi genitori morirono inizia
a bruciare più che mai. È un avvertimento, che lo porterà a
scoprire che qualcosa di malvagio si aggira per la scuola. Qualcosa
che si credeva morto ma che sembra esserlo solo in parte. Harry si
troverà così al principio di una battaglia che gli rivelerà il suo
oscuro passato, e che potrà vincere soltanto con l’aiuto dei suoi
nuovi amici. Se c’è una cosa che infatti il giovane mago comprende
durante la sua permanenza ad Hogwarts è che la magia più forte di
tutte è l’amicizia.
Harry Potter e la pietra
filosofale: il cast del film
Per un film tratto da un romanzo
tanto popolare la scelta degli interpreti è fondamentale. I
produttori svolsero lunghi casting per cercare gli interpreti più
idonei per quei personaggi tanto iconici. Per il ruolo di Harry
Potter venne infine scelto Daniel
Radcliffe, all’epoca noto solo per alcune
partecipazioni televisive. I genitori di questi, tuttavia, erano
inizialmente restii a lasciare che il figlio ottenesse la parte,
spaventati dalla popolarità che avrebbe ottenuto. Questi si
lasciarono però infine convincere, e la stessa Rowling affermò che
Radcliffe possedeva proprio il genere di volto che aveva immaginato
per il personaggio. Il personaggio di Ron Weasley, migliore amico
di Ron, è invece interpretato da Rupert Grint.
Grande fan dei libri, questi si ritenne perfetto per la parte
essendo rosso di capelli, e dopo aver inviato un video provino
venne ricontattato ottenendo infine il ruolo.
Emma
Watson venne proposta per la parte di Hermione Granger
dalla sua insegnante di teatro. L’attrice sostenne ben cinque
provini prima di ottenere il ruolo, e a convincere i produttori fu
proprio la fiducia in sé stessa dimostrata. Il ruolo di Rubeus
Hagrid è stato invece ricoperto da Robbie
Coltrane, a sua volta grande fan dei libri e che si
preparò alla parte parlando con l’autrice del passato e del futuro
del personaggio. Il celebre preside Albus Silente è invece qui
interpretato da Richard Harris. Questi
inizialmente aveva rifiutato il ruolo, ma cambiò idea dopo che sua
nipote gli disse che non gli avrebbe più parlato se non lo avesse
interpretato. Tra i più celebri personaggi della saga, Severus
Piton è interpretato dal grande Alan Rickman, il
quale accettò entusiasta e lavorò a lungo insieme alla Rowling per
caratterizzare il personaggio sia caratterialmente che
esteticamente. Infine, Tom
Felton è l’interprete di Draco Malfoy, mentre
Maggie Smith della professoressa McGranitt.
Harry Potter e la pietra
filosofale: le differenze tra il libro e il film
Nell’adattare il romanzo in un film,
il regista e lo sceneggiatore hanno definito l’operazione come
particolarmente complessa. Molte delle situazioni descritte nel
testo risultavano infatti di difficile realizzazione. Altre si
preferì tralasciarle poiché ininfluenti ai fini della storia
principale. Nel processo di riscrittura, ad ogni modo, la Rowling
ebbe modo di supervisionare il lavoro, arrivando ad approvare una
sceneggiatura finale che per lei era particolarmente fedele a
quanto narrato nel romanzo. Grossomodo, gli autori del film
modificarono solo alcuni piccoli dettagli, eliminando personaggi
come quello di Pix e alterando alcuni degli incontri tra i
principali personaggi. Harry e Draco, ad esempio, nel film si
conoscono per la prima volta proprio all’interno di Hogwarts.
Per quanto riguarda la struttura
degli eventi, invece, il film mantiene inalterato quanto viene
narrato nel film, dimostrandosi effettivamente come un adattamento
particolarmente fedele. Inizialmente, però, lo sceneggiatora aveva
incluso un particolare dettaglio, mai rivelato, che fu però rimosso
su volontà della Rowling. La scrittrice, infatti, affermò che
questo entrava in aperto contrasto con una rivelazione che si
sarebbe concretizzata soltanto nel quinto libro, al quale stava in
quel momento lavorando. L’introduzione di quel dettaglio
contraddiceva questo evento futuro, e si preferì dunque rimuoverlo.
L’autrice non ha però mai voluto rivelare la natura di questo,
lasciando così il dubbio ai suoi numerosi lettori.
Harry Potter e la pietra
filosofale: il trailer e dove vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Harry Potter e la pietra filosofale è
infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 12
gennaio alle ore 21:20 su Canale
5.
La settima stagione di
Che Dio ci aiuti sarà in prima serata su Rai 1 dal 12
gennaio, ma i prossimi dieci saranno solo gli ultimi episodi – per
ora – di una fiction che dal 2011 accompagna e avvince il pubblico
italiano. Grazie anche, e soprattutto, alla Suor Angela di Elena Sofia Ricci, ancora una volta protagonista,
nonostante questa sia la stagione del passaggio di testimone, come
confermato alla presentazione ufficiale della serie diretta da
Francesco Vicario e Isabella Leoni.
Più di una serie, più
di una Fiction
“Una carezza per
l’anima” secondo Luca Bernabei di Fremantle, che
sottolinea l’autoironia e la dolcezza del personaggio principale,
una chiave per un prodotto che racconta il mondo dei sentimenti con
leggerezza, ma anche profondità. E “qualità”, parola chiave per
Maria Pia Ammirati, alla base di “un successo
ininterrotto da 12 anni nel quale il pubblico si riconosce”
anche per la capacità di intercettare “certe realtà”, di
rappresentare una “famiglia nuova, inclusiva, ampia, non più da
‘Mulino Bianco’, ma nella quale tutti i protagonisti sono sullo
stesso piano”.
Una “favola, ma non
una favoletta”, continua la Direttrice di Rai Fiction, nella
quale le suore, “giovanissime e più mature, sagge e
imprevedibili”, sono coinvolte in “dinamiche nuove”. Originate
spesso da personaggi nuovi, che si mescolano agli inevitabili
ritorni di volti noti. Come sottolinea il regista, che presenta i
volti nuovi di una stagione nella quale vedremo Suor Angela
costretta ad allontanarsi temporaneamente dal Convento degli Angeli
Custodi, lasciando un vuoto nel cuore di Azzurra. Novizia, che farà
di tutto per farla tornare, e che sarà parecchio impegnata con i
personaggi di cui seguiremo (dis)avventure, drammi e nuovi
amori.
Novità e conferme di
Che Dio ci aiuti 7
Come la Sara Luparini di
Federica Pagliaroli, esuberante romana in fuga con la
passione per le acconciature e il make-up che, dietro unghie
laccate e abiti provocanti, cela un’anima ferita e che nel convento
scopre “un Universo della sua vita che non conosceva”, come
dice Vicario, che ne anticipa “la storia d’amore molto complicata”.
E poi Cate Saltalamacchia e Ludovica Perini, di Ileana D’Ambra
ed Emma Valenti, l’una – quasi una “mascotte“, “il
personaggio più in difficoltà”, “molto comica, ma ci farà
commuovere” – col desiderio di cantare e l’altra con la voglia
di diventare un’avvocata di successo e in cerca di un alloggio,
entrambe ancora ignare che, forse, quello che sognano non è quello
di cui hanno realmente bisogno, e che promettono tutte delle
parabole di crescita notevoli.
Con loro, il barista
Ettore e il piccolo Elia, oltre ovviamente alla Suor Teresa di
Fiorenza Pieri, che il regista definisce “bravissima”
nel portare “dinamiche molto divertenti” nel suo essere
“antagonista”. Un difficile compito di inserirsi in questo contesto
come nuova suora, che lei stessa racconta. “E’ stata come una
vestizione, davvero – dice. – Non prendo il posto di nessuno, ma
sono un nuovo elemento. Inizialmente antipatica, ma di una rigidità
costruita, con una armatura che il mio personaggio mette per
ripararsi da quel che ha dovuto affrontate nella vita. Un
atteggiamento esteriore, che mi ha divertito costruire”.
Su tutte, senza nulla
togliere a nessuno, Francesca Chillemi, la Azzurra Leonardi
in Corsi Alla quale “non è stato insegnato a essere amata, e
amare, – come ricorda. – Qualcosa che ha scoperto nel
convento. Ti scalda il cuore pensare che non tutti nasciamo con le
stesse potenzialità, anche dal punto di vista affettivo, e Che dio
ci aiuti dà quella speranza, di trovarla e costruirla. Quando hai
accanto una famiglia cosi scalmanata è quella che ti fa crescere,
ed entrare in quel convento è stato come vincere una
lotteria”.
“L’amore è il
protagonista di questa serie, e il pubblico si è sentito
investito di tutto questo amore, è questa la grande forza di Che
dio ci aiuti – chiosa Elena Sofia Ricci, che torna sul proprio destino
all’interno della produzione. – Una serie che non è facile
lasciare dopo qualche anno“. Dice ancora, prima di ringraziare
“la Rai, Lux Vide del gruppo Fremantle e chi la scrive, per
l’attenzione molto forte al femminile che c’è da tanti anni e per i
moltissimi casi di femminile e di ragazze in difficoltà raccontati
in una televisione che da sempre dà tanto spazio agli attori e
nella quale non è facile trovare tutte queste possibilità di
interpretare dei ruoli di donne. E’ importante. Grazie per aver
dato voce a tutte queste donne”.
“Ma nella serie viene
trattato in maniera meravigliosamente umana anche l’aspetto
spirituale” – ricorda l’attrice. – Suor Angela è scorretta,
una delle più grandi peccatrici della tv italiana, qualcosa che ce
la rende umana e ce l’ha fatta tanto amare, come anche la sua
capacità di umanamente relazionarsi con il mistico. Sono memorabili
i suoi dialoghi con Cristo, con Dio, che a ogni fine puntata ci
gettano nel mare degli interrogativi nel quale annaspiamo tutti i
giorni. E che qualche volta ci hanno anche permesso di dare qualche
risposta, almeno a vedere le testimonianze del pubblico che spesso
ci scrive. Che Dio ci aiuti è un po’ un ansiolitico, in questo
senso”.
Inevitabile concludere
con il tema caldo di quest’anno, quello che era stato presentato
come l’addio della protagonista della serie. “Suor Angela
quest’anno ci sarà un pochino meno, è cosa nota – dice la Sofia
Ricci. – ma la amo talmente che non so cosa sarà nel futuro, si
vedrà…“. Parla di un “rigurgito“, sovrapponendo Suor
Angela a sé stessa, quando aggiunge di aver avuto la voglia e il
bisogno di tornare “a fare teatro, cui era tanto affezionata da
ragazza, quando tra una rapina e un’altra faceva uno spettacolo”.
Si parla della sua tournée de La dolce ala della giovinezza. “E’ la
quinta donna di Tennessee Williams che porto in scena, ma il teatro
è da dove vengo, è la mia passione, che ho lasciato per tanti anni,
ma siccome sono una attrice fuori di testa ho bisogno di cambiare.
Sono allergica alla ripetitività, per questo passo dal cinema alla
tv al teatro, anche come regista, devo continuamente mettermi in
discussione, per carattere, alzare l’asticella, crescere, cambiare.
Sono una donna molto curiosa, più passano gli anni e più lo
divento”. “Da Suor Angela però facevo fatica a separarmi, la amo
troppo. Ci ricascavo sempre perché mi è entrata nel cuore. In
questa serie ci sarò, la chiuderò, poi vedremo nel futuro cosa
sarà. Da me ci si può aspettare un po’ di tutto, vai a sapere… Come
diceva mio analista: ‘la parola fine nella vita si può mettere, e
togliere”.
Il primo seme di
mutazione è stato impiantato nel MCU, ufficialmente con Mrs
Marvel. Il gene
degli X-Men è stato impiantato nell’MCU. Il tratto distintivo
dei mutanti, il gene-X, è stato ora ufficialmente scoperto
dai personaggi del Marvel Cinematic
Universe. Ora al franchise non resta che sviluppare i
tratti dei personaggi e le loro storie. Come si inserirà il team
all’interno di un franchise cinematografico già complesso?
Ecco allora come
potrebbero apparire gli X-Men dell’MCU. Queste idee sono
tratte principalmente da 3 fonti: dagli eventi che hanno già avuto
luogo nell’MCU; dai fumetti della
Marvel Comics – sia dentro che fuori
da Terra-616 – e dall’articolo qui citato di
ComicBookMovie.com.
Le origini del gene X
Prima di di immergersi nel
panorama attuale dell’MCU, è giusto fare un
balzo nel passato del franchise. Nell’Universo
Cinematografico Marvel, al tempo della
creazione dell’umanità una schiera di Celestiali si è
recata sulla Terra segnando tutta la storia futura del
pianeta. I Celestiali
sono conosciuti per la loro capacità di generare vita di
tutti i tipi e di manipolare le specie esistenti. I Celestiali sono inoltre in grado di
“impiantare” i propri embrioni al centro dei pianeti che visitano.
Loro depositano l’embrione celeste e
questo rimane sommerso per anni fino a quando non è pronto per
nascere. Sappiamo anche che l’embrione celeste emerge, o nasce, in
base alla quantità di vita intelligente che abita il pianeta.
Cosa c’entra
tutto questo con i mutanti?Nell’MCU, iCelestiali hanno lasciato un embrione anche sulla Terra e,
nel corso degli anni, hanno fatto di tutto per proteggere il
proprio feto sulla Terra. Prima hanno mandato gli Eterni
sul pianeta. Poi è arrivato il turno
deiDevianti. Tuttavia, Arishem ha perso
il controllo e ha costretto gli Eterni a combattere i
Deviantiaffinché questi ultimi non uccidessero troppe
persone sulla Terra (cosa che avrebbe messo in pericolo la nascita
dell’embrione).
E se il piano
messo in campo dai Celestiali fosse più ampio e
coinvolgesse anche gli X-Men? E se i Celestiali
avessero impiantato un gene in più – o un gene-X –
all’interno di una certa percentuale della razza? Questi geni extra potrebbero risvegliarsi man mano che
l’umanità si evolve e che il pianeta si avvicina all’emergere
dell’embrione celeste. Una volta attivati, i
geni potrebbero dare vita a persone potentissime e geneticamente
mutate. Un sistema di difesa naturale per la Terra, non solo
contro i Devianti, ma contro qualsiasi minaccia.
Che cosa si sa degli X-Men
nell’MCU?
La serie Diseny+Ms. Marvel ci ha insegnato due cose molto importanti.
La prima è l’esistenza del gene-X nell’MCU, indipendentemente
dagli imbrogli multiversali o dallo snap di Thanos. La
seconda è che la presenza dei mutanti non è un fatto pubblicamente
noto. Non a caso, quando Bruno rivela a Kamala
che il suo DNA presenta una “mutazione”, lei non comprende. Questa
è una chiara spiegazione: i geni-X hanno appena iniziato
ad attivarsi tra gli abitanti della terra e nessuno sa di cosa si
tratti. Potrebbe esserci stato qualche esempio di attivazione
prematura del gene–X. In tal caso,
Apocalypse o Selene sarebbero i primissimi casi
di un’umanità così evoluta da permettere ai geni di sbloccarsi.
Nel
frattempo, mutanti come Logan, Xavier o
Magneto sono venuti al mondo, ma pochissime persone sul
nostro pianeta ne sono a conoscenza. Il governo americano sa, ma è
una questione altamente top secret. Persino il presidente, la
SHIELD e le altre potenze sono tenuti all’oscuro, per il
timore che le informazioni sui mutanti scatenino una guerra di
razza. Il governo potrebbe avere addirittura strutture top secret
nascoste in tutto il paese in cui i mutanti vengono sfruttati per
la ricerca. Attraverso queste strutture, il governo potrebbe aver
scoperto lo stadio evolutivo dei mutanti e, di conseguenza, la
velocità con cui i geni X stanno cominciando a
manifestarsi tra gli umani. Il tutto avverrebbe perché il gene
X, tramandato attraverso le generazioni, si è mescolato nelle
riproduzioni tra mutanti (ignari) e non-mutanti.
La scuola di Xavier per Giovani
Dotati
Xavier
è uno dei più vecchi mutanti in vita sulla Terra ad aver
manifestato i suoi poteri, ma anche lui ha avuto bisogno di molto
tempo per capire cosa gli stava accadendo. Imparare a controllare i
propri poteri è stato uno sforzo ancora più grande. Ora,
Xavier
può sentire i pensieri di chiunque si trovi nelle sue vicinanze in
ogni momento. QuestoX- Menè
così potente che, se si sforza, può cogliere i pensieri di chiunque
sulla
Terra.
Una
volta dominati i propri poteri, il passo successivo per
Xavier è stato scoprire quanti altri erano come lui.
Usando le sue abilità, Xavier ha raggiunto gli altri
mutanti – quasi tutti manofestano il gene-X da adolescenti
o da giovani – e ha offerto loro un posto dove stare e dove
imparare a controllare le proprie capacità. I suoi primi studenti
sono stati Cyclops, Jean Grey, Colossus,
Nightcrawler, Storm, Angel,
Beast e Wolverine.
La scuola
di Xavier è in realtà più di un programma di
addestramento: diventa scuola e casa per i giovani mutanti, e per i
loro insegnanti. Come potrebbe essere rappresentata
nell’MCU la scuola di Xavier? Una grande quantità di personaggi iconici
vivono al suo interno, da Iceman a Wolverine. La
scuola è un ambiente già apprezzato dall’MCU e, anche in questo
caso, potrebbe essere teatro di cameo e collaborazioni interessanti
tra personaggi vecchi e nuovi.
La prima apparizione
MCU: The Mutants
Detto questo, il progetto
MCU “The Mutants”
potrebbe essere una
nuova serieDisney+ che
in ogni episodio si contentra su un X-Men diverso. Il
primo episodio potrebbe avere Xavier come protagonista per raccontare come si sono
manifestati i suoi poteri, com’è entrato in contatto con gli altri
mutanti e, ovviamente, le origini della scuola.
Questa operazione
fornirebbe tutte le informazioni necessarie sugli X-Men
attraverso un unico prodotto specifico, senza dover per forza
introdurre i singoli membri approssimativamente in un film. Allo
stesso modo, ogni film con uno o più X-Men potrebbe
concentrarsi sull’azione senza dover perder tempo a
contestualizzare i vari personaggi.
Proprio come il
primo film dei Vendicatori, il primo film degli
X-Men dovrebbe mostrare la formazione della squadra a
partire dai mutanti nella scuola di
Xavier. Sempre come nel primo film dei
Vendicatori, non ci dovrebbe essere nessun personaggio con
tutti i riflettori puntati su di sé. Il focus sarebbe la nuova
squadra MCU. Concludendo il
paragone, Wolverine potrebbe essere l’Hulk degli
X-Men. E voi siete d’accordo con queste teorie? Come vi
immaginate la versione MCU degli
X-Men?
I Fantastici Quattro saranno parte integrante
della Fase 6 del MCU, ma alcuni film
e serie tv della Fase 5 potrebbero nascondere la loro prima
apparizione segreta. Marvel’s Fantastic Four introdurrà l’omonima
famiglia di supereroi nel Marvel Cinematic Universe
all’inizio del 2025, ma la loro effettiva prima apparizione
nell’universo potrebbe avvenire molto prima del loro film
solista.
Mister Fantastic,
la Donna Invisibile, la TorciaUmana e la Cosa saranno
sicuramente personaggi importanti nella Fase 6 e
nel culmine della Saga del Multiverso, ma il MCU deve cogliere
l’opportunità di introdurre la Prima Famiglia Marvel molto prima, magari
in uno dei numerosi film e serie della Fase 5 in arrivo. In questo modo si potrebbe
preparare perfettamente l’attesissimo
film solista dei Fantastici Quattro e consolidare il loro posto
nella più ampia Saga del Multiverso.
Ant-Man And The Wasp:
Quantumania
Ant-Man
incontrerà per la prima volta Kang il
Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che segna
la prima apparizione del cattivo nel Marvel Cinematic Universe e prepara
la sua battaglia con gli Avengers in The Kang
Dynasty. Tuttavia, in quanto punto di partenza per la
Fase 5, Quantumania potrebbe avere più spunti
per il futuro della Saga del Multiverso che semplicemente
introdurre Kang il Conquistatore. In effetti, una recente
rivelazione sul prossimo sequel si basa su una teoria secondo cui i
Fantastici Quattro potrebbero fare il loro debutto
sulla Terra-616 insieme a Kang. Ancora più entusiasmante è il fatto
che il MCU
potrebbe aver già scelto l’attore che interpreterà Reed
Richards, alias Mister Fantastic, in
futuro.
Le indiscrezioni sull’origine dei
Fantastici Quattro nel MCU che si legano
direttamente al Regno Quantico, spiegando così la
loro assenza durante gli eventi della Saga
dell’Infinito, puntano direttamente all’introduzione della
squadra in Quantumania. Queste voci sono aumentate dopo
che è stato rivelato che la star di The Good PlaceWilliam Jackson Harper, una delle scelte preferite
dai fan per il ruolo di Reed Richards, sarebbe apparso in
Quantumania come personaggio non rivelato. Sebbene non ci siano
state indicazioni da parte della Marvel sul fatto che
Harper interpreterà Richards nel
film o che gli altri membri dei Fantastici Quattro
vi appariranno, è difficile negare il tempismo del suo casting poco
prima del debutto dei Fantastici Quattro.
Secret Invasion
Molti personaggi del
MCU
preferiti dai fan saranno rivelati come impostori
Skrull nel prossimo show Disney+Secret Invasion, definendo un paradigma nuovo
di zecca per il franchise in futuro. È ovvio che la Terra non sarà
più la stessa dopo gli eventi di Secret Invasion, ora che è stato
rivelato che chiunque può essere un impostore alieno. Un
cambiamento così ampio nell’equilibrio del potere indica che nuovi
eroi e cattivi possono salire alla ribalta del MCU. La serie punta
a essere il più grande progetto MarvelDisney+ e ci sono pochi modi migliori
per consolidare questo concetto che introdurre i Fantastici
Quattro.
La presenza degli
Skrull offre a Secret Invasion l’opportunità di introdurre
Super Skrull, uno dei nemici più importanti dei Fantastici
Quattro nei fumetti Marvel. Se così fosse, avrebbe
perfettamente senso che la super-squadra si mostrasse in
opposizione a questo villain emergente, anche se solo per un breve
cameo che ne anticipa la battaglia in un progetto imminente. I
Fantastici Quattro sono troppo legati alla razza
Skrull per non partecipare del tutto agli eventi di Secret
Invasion, che potrebbe benissimo creare il villain
principale di Fantastic Four se la Marvel gioca bene le sue carte.
Loki 2
La seconda stagione di Loki è una delle serie più
attese del 2023, essendo uno dei due soli show del MCU
Disney+ di cui è stata ordinata una seconda stagione.
Dopo aver introdotto la variante di Kang nota come
Colui che resta nel finale della prima stagione di
Loki, si prevede che Loki avrà un ruolo importante negli eventi
della Saga del Multiverso. Soprattutto visto il
legame dell’Autorità per le Varianti Temporali con i prossimi film,
tra cui Deadpool 3, le avventure del dio
dell’inganno avranno un ruolo importante nella creazione della
Dinastia Kang, compresa la potenziale formazione
della squadra che potrebbe finalmente sconfiggere Kang alla fine
della Fase 6.
I Fantastici
Quattro sono noti per le loro avventure coi viaggi nel
tempo nei fumetti Marvel, il che li rende un
bersaglio perfetto per la TVA. La squadra potrebbe
essere arrestata in Loki, soprattutto se
Kang il Conquistatore sarà il cattivo della
seconda stagione di Loki. La loro incarcerazione per mano di Kang e
degli agenti della TVA non solo spiegherebbe l’assenza dei
Fantastici Quattro dalla Saga
dell’Infinito, ma anche il loro ritorno quando il
Multiverso inizierà a disfarsi in seguito agli
eventi esplorati in Loki. Un’apparizione del genere consentirebbe
inoltre alla squadra di scontrarsi con Kang all’inizio della loro
permanenza nell’MCU, preparandoli a
una lunga rivalità con il cattivo.
Captain America: New World
Order
Captain
America: New World Order introdurrà probabilmente,
come dice il nome, una nuova gerarchia di potere nel
Marvel Cinematic Universe,
mentre Sam Wilson continuerà a farsi strada come
nuovo Capitan America. Captain America 4 è importante per
il MCU non
solo come esplorazione del nuovo Capitan America, ma anche per la
costruzione della prossima schiera di Vendicatori. Il film dovrebbe
esplorare il ruolo di Sam come nuovo leader dei Vendicatori,
facendo potenzialmente conoscere al protagonista del MCU diversi nuovi
eroi, ma forse nascondendo l’introduzione a sorpresa dei
Fantastici Quattro.
Sebbene molte teorie abbiano
suggerito i titoli più “cosmici” della Fase 5 come prima apparizione dei
Fantastici Quattro, New World Order può perfettamente introdurre
la squadra in modo concreto, stabilendo il suo ruolo per l’umanità
prima di seguirla nelle sue imprese eroiche decisamente poco
“terrene”. Un’apparizione del genere potrebbe anche spiegare la
storia delle origini dei Fantastici Quattro nel
MCU, che
evidentemente non sarà inclusa nel loro prossimo film da solista.
L’apparizione della Prima Famiglia Marvel in New World
Order, o in qualsiasi altro titolo della Fase 5, darebbe al pubblico un irresistibile
assaggio di ciò che verrà, aumentando ancora di più l’attesa per
Fantastic Four nel 2025.
Nel cast del film The
SonHugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Zen McGrath,
Hugh Quarshie e con Anthony
Hopkins. The Son è prodotto
da Ciné@, Embankment
Films, Film4 e See-Saw
Films ed è un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group. Il film è
distribuito nelle sale italiane da 01
Distribution.
La trama del film
Due anni dopo il divorzio dei
genitori, il diciassettenne Nicholas non può più vivere con sua
madre. Il male di vivere che sente è diventato una presenza
costante e il suo unico rifugio sono i ricordi dei momenti felici
di quando era bambino. Il ragazzo decide di trasferirsi dal
padre Peter, che ha appena avuto un figlio dalla sua nuova
compagna. Peter prova a occuparsi di Nicholas pensando a come
avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui ma nel
frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la
prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington.
Tuttavia, mentre cerca di rimediare agli errori del passato, perde
di vista il presente di Nicholas. THE SON è un racconto
destinato a risuonare profondamente in chiunque abbia dovuto
lottare per la propria famiglia. Qual è il confine tra ciò che
è meglio per noi e le responsabilità che abbiamo verso gli altri e
verso i nostri figli?
Sul finire degli anni Novanta
l’attrice Jennifer Coolidge è diventata una vera e
propria icona grazie ai film di AmericanPie.
Dopo di questi, la sua carriera è proseguita principalmente su toni
comici o demenziali, tra serie e film. Solamente in anni più
recenti ha ottenuto ruoli più interessanti, che le hanno permesso
di dimostrare nuovi aspetti del suo talento. Oggi è un’attrice
particolarmente amata e rispettata, con nuova seconda vita
lavorativa dalle buone promesse future.
Ecco 10 cose che non sai di Jennifer
Coolidge.
Jennifer Coolidge: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Il primo grande ruolo cinematografico della Coolidge
lo si ha in American Pie (1999), la commedia demenziale
dove interpreta Jeanine, la mamma di Steve Stiffler, interpretato
da Seann William
Scott. L’attrice ha poi ripreso tale ruolo anche in
American Pie 2 (2001) e
American Pie – Il
matrimonio (2003). Ha poi recitato anche in La
rivincita delle bionde (2001), Una bionda in carriera
(2003), con Reese
Whiterspoon, Hot Movie – Un film con il
lubrificante (2006), Cambia la tua vita con un click
(2006), Epic Movie (2007) e Il cattivo tenente –
Ultima chiamata New Orleans (2009), con Nicolas Cage.
Nel 2012 torna ad interpretare Jeanine Stiffler in American Pie: Ancora
insieme, per poi recitare nei film Alla ricerca di
Jane (2013), Amiche in affari (2020), Una donna promettente
(2020), con CareyMulligan, Single per sempre? (2021) e
Un matrimonio esplosivo
(2023), con Jennifer
Lopez.
2. È nota anche grazie ad
alcune serie TV. Oltre a tanto cinema, nella carriera
della Coolidge non mancano anche prodotti televisivi di rilievo.
Negli anni l’attrice si è infatti distinta sul piccolo schermo per
aver recitato in alcuni episodi di serie come Seinfeld
(1994), Sex and the City (2003), Friends (2003),
La ita secondo Jim (2003-2004), Joey (2004-2006),
Nip/Tuck (2007-2008) e La vita segreta di una teenager
americana (2008-2013). Ha poi avuto un ruolo fisso, quello di
Sophie, nella sit-com 2 Broke Girls (2012-2017). Dal
2021 è una delle protagoniste di The White Lotus, mentre
nel 2022 la si ritrova anche in The Watcher.
3. Ha lavorato anche come
doppiatrice. Nel corso degli anni la Coolidge ha avuto
occasione di lavorare anche come doppiatrice, da prima dando voce
al personaggio di Miss Kremzer nella serie animata King of the
Hill e in seguito alla zia Fanny del film d’animazione
Robots, dove come doppiatori figurano anche Ewan McGregor e
Robin Williams.
Ha poi doppiato Daisy nel film Dr. Dolittle 4 (2008),
Jaclyn in Igor (2008), Lazy Susan in Gravity
Falls (2012-2016) e Mary Meh in Emoji – Accendi le
emozioni (2017).
Jennifer Coolidge in American Pie
4. Il film l’ha resa una
delle prime Milf della storia. Nel film American
Pie, prodotto nel 1999, Jennifer Coolidge interpreta la mamma
di Stifler, donna attraente e sensuale capace di far perdere la
testa a molti ragazzi, tra i quali Paul Finch. Proprio per via di
queste sue caratteristiche, viene definita dai ragazzi protagonisti
con il termine Milf. Circolante già da qualche anno,
soprattutto su internet, questo appellativo è divenuto un
tormentone globale proprio in seguito all’uscita del film. La
Coolidge può oggi essere considerata una delle prime Milf
della storia.
5. American Pie le
ha cambiato la vita. In più occasioni la Coolidge ha
raccontato di come recitare nella serie di film American
Pie le abbia cambiato la vita. Pur non essendo il suo un
personaggio particolarmente presente nei film, le scene che la
vedono protagonista sono bastate a renderle iconiche e a cambiare
la percezione che gli altri hanno di lei. L’attrice ha ad esempio
raccontato di come in seguito all’uscita del film abbia
inaspettatamente aumentato le proprie interazioni sessuali,
attirando persone che un tempo definiva non alla sua portata.
Jennifer Coolidge in Friends
6. Ha recitato in un
episodio della nota sit-com. Nel terzo episodio della
decima stagione di Friends, intitolato Abbronzatura a
spruzzo, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Amanda
Buffamonteezi, ex coinquilina di Monica e Phoebe. Nell’episodio, il
suo tornare a trovare le due vecchie amiche riporta alla luce
antichi contrasti, generando situazioni impensabili. La Coolidge,
particolarmente apprezzata dai produttori della serie, è in seguito
stata chiamata a recitare il ruolo di Bobbie Morganstern nella
serie spin-off Joey.
Jennifer Coolidge in The White Lotus
7. Il ruolo di Tanya McQuoid
è stato scritto appositamente per lei. Nell’acclamata
serie The White Lotus, l’attrice interpreta il
ruolo di Tanya McQuoid, una donna inquieta alla ricerca di un nuovo
equilibrio nella propria vita. L’ideatore, Mike
White, ha raccontato di aver scritto il ruolo di Tanya
proprio per la Cooolidge, conosciuta su di un precedente set e con
la quale aveva anche fatto una vacanza anni prima. Secondo la
Coolidge, gran parte della propria personalità mostrata
durante il viaggio è servita da ispirazione per la serie.
8. Ha personalmente eseguito
una scena pericolosa. Particolarmente devota alla serie e
al ruolo di Tanya, l’attrice ha raccontato di aver voluto scoprire
cosa prova Tom Cruise
quando esegue personalmente gli stunt dei suoi personaggi,
chiedendo dunque di non essere sostituita da controfigure per una
pericolosa scena presente nel finale della seconda stagione.
Nonostante questa prevedesse il cadere in mare aperto, con l’acqua
particolarmente fredda, l’attrice ha insistito per girarla lei
stessa.
Jennifer Coolidge tra Emmy e Golden Globe
9. Ha vinto importanti
premi. Grazie al suo ruolo nella serie The White
Lotus, l’attrice ha ottenuto una rinnovata popolarità,
distinguendosi come un’interprete completa, capace di passare dalla
commedia al dramma. La sua interpretazione le ha inoltre permesso
di vincere alcuni premi estremamente ambiti. Nel 2022 ha infatti
ottenuto un Emmy (l’Oscar della TV) come miglior attrice non
protagonista in una miniserie o film, mentre nel 2023 ha vinto il
Golden Globe nella medesima
categoria.
Jennifer Coolidge: età e altezza dell’attrice
10. Jennifer Coolidge è nata
a Boston, Massachusetts, Stati Uniti, il 28 agosto del
1961. L’attrice è alta complessivamente 1,78 metri.
Marcel the
Shell, candidato ai
Golden Globe 2023 come Miglior Film
d’Animazione, arriverà in
Italia, solo al cinema, dal 9
febbraio distribuito da Lucky Red e Universal
Pictures International Italy.Un
mockumentary in stop motion scritto e diretto da Dean
Fleischer-Camp, all’esordio nel
lungometraggio, che trae spunto dalla serie di
fortunati cortometraggi realizzati da Fleischer-Camp con Jenny
Slate tra il 2010 e il 2014, che a oggi hanno totalizzato
oltre 48 milioni di visualizzazioni su
YouTube. Prima ancora di essere protagonista di un film
animato, il piccolo mollusco Marcel the Shell è
diventato una star del web, grazie alla tenerezza e la
semplicità con cui si mette e ci mette davanti allo stupore della
vita e alla voglia di non arrendersi mai. Il film è stato
presentato con grande successo in apertura ad Alice
nella città.
Marcel osserva la vita con lo
sguardo innocente di un bambino e come un bambino pone domande,
curioso di scoprire e dare un senso alle tante stranezze e
invenzioni del mondo umano che gli appaiono gigantesche, ma in
fondo, rispetto a cosa? Un racconto straordinario sul valore
dei sentimenti, dei legami affettivi e sull’importanza
di cercare la felicità nelle piccole cose.
Attraverso la storia di una conchiglia, il film parla di noi tutti,
del nostro modo di essere e comunicare, dei nostri desideri e delle
nostre ansie, dei nostri ricordi e delle nostre aspettative. Un
viaggio che spazia tra reale e immaginario che racchiude un enorme
senso di meraviglia.
Marcel the Shell – la
trama
Marcel è un’adorabile conchiglia
alta poco più di due centimetri, con un grande occhio e scarpe da
ginnastica. Vive un’esistenza allegra con la nonna Connie e il loro
animale domestico, Alan. Un tempo, facevano parte di un’affollata
comunità di molluschi; ora, sono gli unici sopravvissuti a una
misteriosa tragedia. Quando Marcel e Connie vengono scoperti da un
regista di documentari, diventano i protagonisti di un
cortometraggio. Marcel diventa in breve tempo una vera e propria
star e si riaccende in lui la speranza di ritrovare la famiglia
perduta grazie al mondo della rete digitale.
In un’intervista con B TV,
James Cameron spiega che
Avatar: la via dell’acqua è molto diverso da un
film di supereroi e che è molto più coerente, grazie alla presenza
di un cattivo generale e di una trama. Mentre alcuni film di
supereroi hanno lo stesso cattivo per più capitoli, ad esempio
Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame, Avatar
presenterà lo stesso antagonista in ogni singolo film.
“Non è come una storia di
supereroi in cui c’è un nuovo cattivo in ogni film. In questo caso
c’è lo stesso ragazzo, giusto? Lo stesso avversario per tutta la
faccenda. Ma anche il modo in cui si evolve è molto interessante
una volta che introduciamo altri avversari man mano che procediamo.
Avversari aggiuntivi e alleati aggiuntivi.”
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Ezra Miller, che sarà il protagonista di The
Flash, accetterà di dichiararsi colpevole di un caso
di furto con scasso nel Vermont. Dopo essere diventato famoso sulla
scena nazionale in E ora parliamo di Kevin e
Noi siamo infinito, la posizione di Miller a
Hollywood è cresciuta nel tempo. Con il ruolo in Justice League nei panni del supereroe Flash,
Miller si è preparato per un lungo futuro all’interno dell’Universo
DC. Sfortunatamente, dopo aver preso parte a diverse attività
criminali negli Stati Uniti, la sua carriera ha subito una pesante
battuta d’arresto.
L’attore si è costituito dopo aver
preso parte a un caso di furto con scasso. Secondo un rapporto di
NBC News, Miller
presenterà una dichiarazione di colpevolezza per violazione di
domicilio. In cambio, gli agenti delle forze dell’ordine
ritireranno le accuse di furto con scasso e furto, il che aiuterà
Miller a evitare una lunga pena detentiva. Il futuro di Miller con
la DC era in dubbio dopo un precedente arresto, e sembra che la sua
attività criminale sarà un problema dal momento che The
Flash dovrebbe uscire il prossimo 23 giugno.
Ezra Miller, che ha promesso di
lavorare sulla propria salute mentale a seguito di una serie di
eventi che lo hanno visto protagonista di diversi reati, ha
attirato per la prima volta una grande attenzione negativa dei
media il 6 aprile 2020 quando hanno iniziato a soffocare una donna
dopo questa lo aveva infastidito ripetutamente. Da allora, Miller è
stato arrestato per condotta disordinata e aggressione, ed è stato
accusato di rapimento e di aver permesso ad alcuni bambini di
accedere a delle armi. La cronologia dei problemi legali di Miller
indica che le sue controversie sono aumentate, il che è un brutto
segno per DC Films. Questo particolare incidente, per il quale
Miller si dichiarerà colpevole, riguarda il furto di bottiglie di
alcolici da una casa disabitata nel Vermont. Restiamo in attesa di
scoprire quale sarà la sorte dell’attore.
Il film
The Flash
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da
Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Dopo la vittoria del
Golden Globe di Ke Huy Quan, Steven Spielberg ricorda il momento
in cui, oltre 30 anni fa, ha scelto l’attore per interpretare
I Goonies e Indiana Jones e il tempio maledetto. Il sequel
de I predatori dell’arca perduta di Spielberg ha
dato il via alla carriera di attore di Quan. L’anno successivo ha
interpretato Richard “Data” Wang nel classico degli anni ’80 di
Richard Donner
I Goonies. Sfortunatamente, Quan ha avuto difficoltà a
trovare la sua strada, dopo il successo di questi due film,
reinventandosi dietro alla macchina da presa. Tuttavia, dopo
l’uscita di Crazy Rich Asians, Ke Huy
Quan è stato ispirato a tornare a recitare ed è stato
scelto per il ruolo di Waymond Wang in Everything Everywhere All at Once.
Quan ha accettato il suo Golden
Globe Award come miglior attore non protagonista con un discorso
emozionante, ringraziando il presente Spielberg per il suo ruolo
cruciale nella sua carriera dell’attore. In risposta alla vittoria
di Quan, il regista ha raccontato a Access Hollywood
del casting di Quan sia per Indiana Jones e Il tempio
maledetto che per I Goonies.
Ecco cosa ha raccontato Steve Spielberg: “La
cosa da ricordare è che, ognuno di noi, quando stiamo fa un
casting, non lo sta facendo per la persona che viene scelta, ma per
il bene comune del film, della commedia. Il casting riguarda questa
domanda: come serviamo la sceneggiatura? Come serviamo l’intero
sforzo della realizzazione del film? Quindi non penso mai che dia a
qualcuno l’opportunità di entrare nella vita di qualcunaltro con
altro che non sia ottenere la parte. Lo consideravo come se fosse
un buon casting…
Così è stato con Ke, è stato
Short Round. Pensavo che sarebbe stato perfetto per Short Round.
Quando l’ho incontrato, ha preso d’assalto la stanza. Lo fa ancora!
Ha un’energia positiva. Così pieno di amore positivo. Ed è con
quella energia che ha fatto il provino da bambino. È solo più tardi
che ho capito che sia una responsabilità portare un giovane in
questo business, ma ho anche tanta ammirazione per lui per come si
è comportato in questo business. Dopo che ha interpretato Short
Round, l’ho scelto per I Goonies e lui ha interpretato Data. Ma poi
non ha lavorato così tanto e ha iniziato a lavorare dietro le
quinte quando è cresciuto. Era uno stuntman per molte scene di
combattimenti di arti marziali. Veniva sul mio set per altri film,
ci incontravamo e parlavamo. Ma stasera mi ha lasciato senza fiato.
Quando ha ottenuto il Golden Globe come miglior attore non
protagonista, il mio cuore è saltato fuori dal mio petto.”
L’attore Ke Huy
Quan ha goduto di grande popolarità sin da giovanissimo,
grazie alla sua partecipazione ad alcuni film di grande prestigio.
In seguito, la sua stella sembrava essersi spenta a tal punto che
circa vent’anni fa aveva deciso di ritirarsi dal mondo della
recitazione. Fortunatamente, Quan è ora tornato alla ribalta grazie
ad un importante film recente, dove ha dato prova di possedere un
talento e un carisma invidiabili. Ora che è uno degli attori del
momento, è bene riscoprire qualcosa di più su di lui.
Ecco 10 cose che non sai di
Ke Huy Quan.
Ke Huy Quan: i suoi film e le serie
TV
1. È noto per pochi ma
celebri film. Il debutto cinematografico di Quan, avvenuto
quando aveva 12 anni, è stato uno di quelli obiettivamente
importanti. L’attore ha infatti ricoperto il ruolo di Short
Round in Indiana Jones e il tempio
maledetto (1984), con Harrison Ford
nel ruolo del celebre archeologo avventuriero. L’anno successivo,
il 1985, ha invece recitato in I Goonies, ricoprendo il
ruolo di Data, l’inventore del gruppo. La sua carriera ha poi
subito una battuta d’arresto e Quan ha preso parte a film minori
come Passenger (1987), Uniti per vincere (1991),
Il mio amico scongelato (1992), con Brendan Fraser,
e Mou han fou wut (2002). Dopo diciannove anni di assenza,
torna a recitare per il film NetflixAlla scoperta di ‘Ohana (2021), ma
ottiene rinnovata popolarità grazie a Everything Everywhere All at
Once (2022), con Michelle Yeoh e
Jamie Lee
Curtis.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad aver preso parte a diversi film,
Quan ha avuto modo nel corso della sua carriera di recitare anche
in alcuni prodotti televisivi. Questi sono la serie Together We
Stand (1986-1987), dove ha recitato per 19 episodi nei panni
di Sam, e in Segni particolari: genio (1990-1991), dove ha
invece ricoperto il ruolo di Jasper Kwong per 27 episodi. Nel 1991
ha poi recitato anche nell’episodio Undertaking Palor
della serie I racconti della cripta.
3. Ha ricoperto anche altri
ruoli. Mentre la sua carriera da interprete veniva messa
da parte, Quan ha avuto modo di ricoprire anche ruoli diversi da
quello dell’attore. Nel 2000 viene infatti chiamato a lavorare come
coreografo sul set del film X-Men, dove ha poi
svolto anche il ruolo di controfigura e traduttore. Per il film
The One, con Jet Li e Jason Statham,
ha invece lavorato come assistente per le coreografie. Un altro
lavoro di rilievo è quello svolto per il film del regista
Wong Kar-wai2046, dove è stato
assistente alla regia.
Ke Huy Quan, Steven Spielberg e il
Golden Globe
4. Ha vinto il prestigioso
premio e ringraziato il celebre regista. Nel corso della
cerimonia di premiazione dei Golden
Globe, avvenuta il 10 gennaio 2023, Quan ha vinto il premio
come miglior attore non protagonista per il film Everything
Everywhere All at Once, “battendo” colleghi come Brad Pitt,
candidato per Babylon, ed Eddie Redmayne,
candidato per The Good Nurse. Salito a ritirare il
premio, Quan non ha potuto fare a meno di iniziare il suo discorso
ringraziando il regista che per primo lo ha scoperto e lo ha reso
celebre, ovvero Steven
Spielberg, presente in sala poiché candidato per il
film The Fabelmans.
Ke Huy Quan con Harrison Ford in
Indiana Jones e la maledizione del tempio perduto
5. Ha ottenuto il ruolo per
caso. Per trovare il giusto interprete per il ruolo di
Short Round, venne lanciato un bando di casting aperto a tutte le
scuole elementari. Quan si è presentò non per sostenere
l’audizione, ma semplicemente per fornire supporto morale a suo
fratello, che concorreva invece per il ruolo. Egli ha tuttavia
attirato l’attenzione del direttore del casting perché ha passato
tutto il tempo dell’audizione di suo fratello a dirgli cosa fare e
cosa non fare. A Steven Spielberg piacque la sua personalità
e chiese al giovane e ad Harrison Ford di
improvvisare la scena in cui Short Round accusa Indy di barare
durante una partita a carte. Quan ha poi vinto il ruolo battendo
circa 6.000 altri candidati.
6. Non sapeva chi fosse
Harrison Ford. In una recente intervista, Quan ha
dichiarato che al momento di recitare in Indiana Jones e il tempio
perduto non aveva la minima idea di chi fosse
Harrison Ford, non avendo visto nessuno dei suoi
film. L’attore ha poi raccontato di come Ford lo abbia aiutato
molto sul set, insegnandogli anche a nuotare. I due si sono ricontrati di
recente dopo numerosi anni, nel corso dei quali si erano persi
di vist. La loro è stata una reunion che ha naturalmente suscitato
grandissimo entusiasmo in tutti i fan del film.
Ke Huy Quan in Everything
Everywhere All at Once
7. È il ruolo che aspettava
da tempo. Circa vent’anni fa Quan aveva deciso di smettere
di recitare per via della mancanza di ruoli interessanti per attori
di origini asiatiche. A farlo tornare in scena ci hanno però
pensato i registi Daniel Kwan e Daniel
Scheinert, i quali hanno espressamente chiesto di lui per
il ruolo di Waymond Wang in Everything Everywhere All at
Once. Affascinato dal progetto e dal suo personaggio, Quan ha
dunque accettato di tornare a recitare. Nel film ha poi
interpretato oltre 200 versioni diverse di Waymond, trovando dunque
quella sfida attoriale che cercava da tempo.
8. Ha eseguito la maggior
parte degli stunt. Particolarmente devoto al film, Quan si
è reso disponibile per eseguire la maggior parte degli stunt
previsti per il suo personaggi, in particolare per le scene di
combattimento. L’attore è infatti da molto tempo un grande esperto
di taekwondo, un’arte marziale che ha praticato a lungo. Per le
scene più complesse, tuttavia, è stato sostituito da una
controfigura e il suo volto sovrapposto poi sul corpo di questa
tramite la computer grafica.
Ke Huy Quan in Loki
9. Reciterà nella seconda
stagione della serie Marvel. Grazie al film
Everything Everywhere All at Once, Quan ha ottenuto una
popolarità straordinaria. Dopo averlo visto in quel film, Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios lo ha dunque chiamato per
chiedergli di unirsi al Marvel Cinematic Universe. Quan ha
naturalmente accettato e nel 2023 comparirà nella seconda stagione
della serie Loki, con Tom Hiddleston.
Qui dovrebbe interpretare un funzionario della Time Variance
Authority noto come “B-O”, abbreviazione di “Oroborus”,
responsabile della sezione tech della TVA.
Ke Huy Quan: età e altezza
dell’attore
10. Ke Huy Quan è nato il 20
agosto del 1971 a Saigon, in Vietnam. L’attore è alto
complessivamente 1,65 metri.
L’arrivo alla Warner Bros Discovery
di James
Gunn e Peter Safran ha fatto temere per la sorte del
sequel di The Batman di Matt
Reeves che invece sembra procedere non intaccato dal
cambio al vertice della direzione delle PI DC Comics in forze allo
studio.
Ero un po’ di tempo che
Matt Reeves non condivideva aggiornamenti
sull’atteso film, ma durante un’intervista con Collider al regista
è stato chiesto come sta procedendo il progetto. Si è rifiutato di
confermare o negare se ha intenzione di girare quest’anno, ma ha
rivelato che lui e il co-sceneggiatore stanno facendo molti
progressi sulla sceneggiatura. “Siamo profondamente coinvolti e
io e il mio partner, Mattson Tomlin, stiamo scrivendo ed è davvero
eccitante, sono davvero entusiasta di quello che stiamo
facendo.”
Non è un aggiornamento sostanzioso,
ma è bello sapere che The Batman 2 sta decisamente
andando avanti. THR ha recentemente suggerito che potrebbero
esserci piani per “adattare” il Batverse nel DCU e rendere Robert Pattinson
il Cavaliere Oscuro del mondo condiviso, ma Gunn ha smentito il
report, chiarendo che intende introdurre una versione completamente
nuova dell’eroe ad un certo punto.
Ciò sembrerebbe indicare che Oswald
Cobblepot (Colin Farrell) sarà uno dei cattivi
principali del film, ma quasi certamente Reeves introdurrà anche un
nuovo antagonista.
Il 2023 si preannuncia
un anno particolarmente interessante per il mondo delle
serie tv, dal momento che
il 16 gennaio arrivaThe Last Of Us, la serie tratta
dall’omonimo videogioco Naughty Dog e che abbiamo visto in
anteprima.
Parliamo di
adattamenti
È un grande momento
storico per gli adattamenti televisivi, un periodo in cui la
serialità, conquistatasi i suoi spazi di pregio nel mercato
audiovisivo, tenta adesso la scalata alle grandi opere di
narrazione, siano esse letterarie o di origine più “moderna”. Lo
abbiamo visto nel corso degli ultimi 10 anni con Il Trono di Spade, e di recente con House of the Dragon con Gli Anelli del Potere, e più in silenzio con His Dark Materials, arrivata alla sua conclusione nelle
scorse settimane, e adesso, la HBO (artefice di tre
delle quattro serie citate) ripropone la storia di Joel e
Ellie a un pubblico pronto ad accogliere o a respingere
quello che vedrà, con amore incondizionato o con spietato
disappunto.
The Last of Us, la
trama della serie
L’arco narrativo della
prima stagione di The Last of Us ricopre tutto il
percorso del primo capitolo del videogioco: è il 2003 e il mondo
viene travolto da una
pandemia causata dalla mutazione del fungo Cordyceps. Joel
Miller (Pedro
Pascal), papà single dell’adolescente Sarah
(Nico Parker), vive in Texas e, allo scoppio della
prima violenza con cui il mondo reagisce a questo spaventoso
“invasore botanico”, decide di andare via con la ragazza e suo
fratello Tommy (Gabriel Luna). Il suo piano però
avrà vita breve, dal momento che si scontrerà fin troppo presto con
le terribili conseguenze della follia collettiva. Ritroviamo Joel
dopo 20 anni, in una zona di quarantena di Boston.
Due decenni di pandemia
lo hanno indurito, non c’è più traccia in lui del padre affettuoso
che abbiamo conosciuto nel prologo. Separato da suo fratello, ha
intrecciato il suo cammino con Tess (Anna
Torv), anche lei segnata profondamente da quella vita.
I due sono contrabbandieri, ma Joel non ha ancora rinunciato a
riabbracciare il fratello che non vede da anni, così fa un patto
con Marlene (Merle Dandridge), leader dei
terroristi noti come Fireflies (Luci nella versione italiana del
videogioco): lei gli darà una batteria per l’auto così da potersi
spostare verso ovest, dove si trova Tommy, e lui effettuerà una
“consegna” per lei. Incontriamo così Ellie (Bella
Ramsey), una quattordicenne sfacciata e sveglia che
sembra essere importantissima per il futuro dell’umanità. Così Joel
e Tess, insieme a Ellie, si avviano nei territori invasi dai
contagiati, persone rese pazze e letali dal fungo.
Un ottimo adattamento,
autonomo rispetto all’originale
Gli elementi per una
storia ricca di azione e adrenalina ci sono tutti, le vibrazioni
à-la The Walking Dead pure, l’impegno produttivo da
parte di HBO sono tutti elementi che, soprattutto per chi non ha
mai giocato a The Last of Us, sono delle bussole
che si possono usare per capire di che prodotto stiamo parlando.
Tuttavia non c’è niente che possa preparare alla
visione della serie di The Last Of Us: se da
un lato il videogioco è rispettato, specialmente nei toni e nelle
ambientazioni, nella costruzione dei personaggi, nei dialoghi
(alcuni presi letteralmente dal gioco) e nella trama di fondo,
dall’altra è chiaro il desiderio di dare al prodotto seriale una
sua autonomia, una sua anima, tradendo, contraendo ed espandendo
l’originale, affinché dello show si possa tranquillamente dire che
è un’opera a se stante, che non ha bisogno di altro che di se
stessa per essere apprezzata.
Il risultato
sorprendente della serie di The Last of Us
E il risultato è
sbalorditivo: Craig Mazin di Chernobyl sia
allea con Neil Druckman (autore del videogioco) e
il risultato del lavoro a quattro mani sono nove episodi di
raffinata narrazione, grande scrittura, approfondimenti dei
personaggi, delle situazioni, parentesi che alimentano un world
building, il quale si srotola davanti agli occhi man mano che si
procede nell’avventura. La regia è sempre ben calibrata, affidata a
diverse mani, tutte sapienti e al servizio della storia (citiamo
tra gli altri firmatari delle regia Ali Abbasi e Jasmila Zbanic).
C’è molta meno azione di quella che ci si poteva aspettare perché
la serie di The Last of Us prima di essere un
racconto dispotico è innanzitutto la storia di due umanità che si
incontrano e trovano il modo di compenetrarsi in una maniera
inaspettata e profondissima.
Pedro Pascal e Bella
Ramsey sono il cuore della storia
Joel e Ellie, Pedro Pascal e Bella Ramsey sono il vero nucleo della
serie che non reggerebbe neanche per un secondo se questa coppia,
personaggi scritti in maniera eccellente e interpreti dedicati ed
eleganti, fosse anche solo un pochino meno eccezionale di quanto si
rivela dal primo secondo in cui i due appaiono in scena nello
stesso momento. “You are cargo” (Sei un carico) dice Joel
più di una volta a Ellie, e all’inizio va bene così, per entrambi,
non c’è personalizzazione, non c’è curiosità reciproca, solo
l’istinto di sopravvivenza che spinge i due ad appoggiarsi l’uno
all’altra. Non durerà molto, la scorza di entrambi viene piano
piano grattata dalle unghie dell’altro, una ricerca reciproca che
sfocerà in un legame viscerale, profondo, affettivo, potente e
apparentemente ingiustificato come quegli amori che non dipendono
dal sangue ma che nascono in condizioni estreme.
“You are
cargo”, ripete Joel, ma è chiaro che ad un certo punto neanche
lui ci crede più. O meglio, quel carico è diventato un bagaglio
emotivo, quasi familiare, è un pezzo di sé, e la stessa Ellie,
curiosa, vivace, ignara del mondo di prima, nata nella distruzione
e nella morte della speranza, scoprirà in Joel una persona
speciale, un senso di appartenenza e una famiglia. Sarebbe
semplicistico dire che il loro rapporto diventa quello di
padre-figlia, Joel e Ellie sono molto di più, sono compagni legati
da un patto tacito di mutuo soccorso, sono soli contro il mondo,
sono fedeli l’uno all’altra, sono l’umanità che resta nel mondo che
muore, la scintilla di quella speranza che permane anche se forse
non ha più senso.
Bella Ramsey è la vera
rivelazione
Bella Ramsey e Pedro Pascal sono una coppia mozzafiato,
e siamo certi che ruberanno il cuore di ognuno degli spettatori di
The Last of Us. Pascal ha finalmente l’opportunità
di scavare in profondità nelle sue corde drammatiche, dopo tanti
ruoli action o che richiedevano altre sfumature caratteriali;
Ramsey è però la vera rivelazione. Abbandonato l’aspetto e il tono
ruvido e diretto di Lady Mormont, come l’abbiamo conosciuta nel
Il Trono di Spade, la giovane attrice si rivela
spiritosa e intensa, vivace e spietata, spaventata e capace di atti
di grande coraggio, una folgorazione e un regalo prezioso a tutti i
fan, anche a quelli che avevano aspramente criticato il suo casting
perché non convenzionalmente bella come la Ellie del
gioco.
Una serie
lussuosa
The Last of
Us è un adattamento fedele, lussuoso per la bellezza
tecnica e artistica che mette in campo, ma anche perché si impone e
concede allo spettatore il lusso di perdersi completamente in una
storia, di sentirla fino in fondo. Soprattutto The Last of
Us riesce a vivere di vita propria nonostante sia così
legato al suo originale. È una serie che ha vita autonoma e che,
come gran parte delle opere dell’ingegno umano meglio riuscite, è
in grado di parlare alla contemporaneità, allo spettatore, a chi si
lascia inglobare nel racconto trascinante di queste due anime perse
che nella loro unione trovano un nuovo significato, un rinnovato
scopo per lottare e sopravvivere.
Personalità da sempre interessata a
vari aspetti del cinema e non solo a quello che gli compete, ovvero
la recitazione, l’attore Edward Norton
si è negli anni distinto anche come sceneggiatore, produttore e
regista. Il suo esordio in quest’ultimo ruolo risale al 2000, con
la commedia romantica Tentazioni d’amore, dove recita al
fianco di Ben Stiller.
Prima di tornare dietro la macchina da presa ci sono voluti ben 19
anni, durante i quali Norton ha atteso di avere tra le mani la
storia giusta. Questa ha poi preso forma con Motherless
Brooklyn – I segreti di una città (qui la recensione).
Tratto dal romanzo
Brooklyn senza madre di Jonathan
Lethem, il film propone una storia noir debitrice dei
grandi classici del genere, primo tra tutti Chinatown di
Roman Polanski, ma anche dei film di gangster realizzati da
Martin
Scorsese. Norton, che oltre a dirigere il tutto ha
scritto anche la sceneggiatura del film e interpreta il
protagonista, dà così vita ad un’opera cupa, ricca di torbide
passioni e intrighi altrettanto complicati. Non manca però anche
una forte componente umoristica, che alleggerisce il tono e rende
il film particolarmente godibile.
Ad aver reso questo un progetto
tanto caro a Norton, inoltre, vi è il fatto che suo nonno era
James Rouse, un urbanista che sosteneva che gli
alloggi dovrebbero essere accessibili a tutti e che le comunità
dovrebbero essere plasmate da impulsi umanistici piuttosto che
puramente economici. Norton, tramite la storia narrata, rende
dunque omaggio a Rouse e a tutto ciò in cui egli credeva,
proponendo invece una critica nei confronti di Robert
Moses, urbanista accusato di brama di potere, etica
discutibile, vendetta e razzismo, qui rappresentato dal personaggio
chiamato Moses Randolph. Ma alla luce di ciò, di cosa parla
esattamente il film?
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: la trama del film
Motherless Brooklyn – I Segreti
di una città segue le vicende di Lionel
Essrog, un solitario detective privato afflitto dalla
sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del
suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato
solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela
lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in
equilibrio il destino dell’intera città. In un mistero che lo porta
dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn
e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York,
Lionel si scontra con i teppisti, la corruzione e l’uomo più
pericoloso della città, per onorare il suo amico e salvare la donna
che potrebbe essere la sua stessa salvezza.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: le differenze tra il libro e il film e il
finale
Nel portare sul grande schermo il
racconto di Lethem, Norton decise di prendersi diverse libertà
rispetto a quanto presente nel romanzo di Lethem, mantenendo
intatti di fatto solo il personaggio di Lionel Essrog, il suo
mentore Frank Minna e le indagini relative alla morte di
quest’ultimo. Per il resto, molto è stato cambiato, a partire
dall’ambientazione, spostata dal 1999 agli anni Cinquanta, poiché
Norton riteneva quello il più idoneo per raccontare personaggi come
quelli scritti da Lethem. Mentre Lethem ha creato una cospirazione
che ruota attorno a mafiosi, monaci buddisti e il fratello di Frank
Minna.
Norton crea invece una cospirazione
completamente nuova, che coinvolge la Borough Authority di New York
e la prole illegittima di razza mista di un potente funzionario
cittadino. Norton ha poi aggiunto personaggi come Moses Randolph
alla storia, basato come già accennato sull’urbanista di New York
City, Robert Moses, mentre ne lascia fuori altri,
come il fratello di Frank Minna, Gerard. Per altri personaggi,
invece, Norton si è ispirato a Hortense Gabel e
Jane Jacobs, che erano critici di spicco della
discriminazione abitativa a New York negli anni ’50 e ’60, e ha
sostituito l’interesse amoroso del libro Kimmerly con Laura,
l’inconsapevole figlia di Moses Randolph.
Lethem trascorre molto tempo nel
libro a descrivere l’infanzia di Lionel all’orfanotrofio St.
Vincent’s Home for Boys, qualcosa a cui il film fa invece
riferimento solo brevemente. Diverso, infine, è anche il finale
scelto da Norton per il film. Mentre il libro termina con Lionel
che torna all’agenzia investigativa trasformata ora in servizio
automobilistico, con il suo interesse amoroso che lo lascia e la
maggior parte dei suoi amici morti o dispersi, il film propone un
finale più lieto e si conclude con Lionel e Laura che, una volta
risolto il caso alla base del racconto, considerano una vita
insieme fuori Brooklyn.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: il cast del film
Il film è dunque ricco di
personaggi, interpretati da un cast di noti attori, a partire dallo
stesso Norton nei panni di Lionel Essrog. Come già accenato, il
personaggio è caratterizzato dal suo essere affetto dalla sindrome
di Tourette. Per prepararsi al ruolo Edward Norton ha incontrato e
consultato molti membri della Tourette’s Association of America, al
fine di poter dar vita in modo realistico alla cosa e non sfociare
dunque in una rappresentazione macchiettistica. Proprio per questa
sua attenzione, la sua interpretazione e il film in generale hanno
poi ricevuto l’approvazione dall’organizzazione stessa. Nei panni
del mentore Frank Minna si ritrova invece l’attore Bruce Willis,
il quale ha girato le sue scene nell’arco di pochi giorni.
Alec Baldwin
interpreta invece l’imprenditore senza scrupoli Moses Randolph,
mentre Willem Dafoe è
il suo fratello ingegnere Paul Randolph. Sono poi presenti nel
film anche Leslie Mann nei
panni di Julia Minna, moglie di Frank, e Cherry
Jones in quelli di Gabby Horowitz. Bobby
Cannavale e Dallas Roberts
interpretano invece Tony Vermonte e Danny Fantl, colleghi di lavoro
di Lionel. Infine, di grande importanza è la presenza dell’attrice
Gugy Mbatha-Raw, nei panni di Laura, la donna di
cui Lionel si innamora. Dichiaratosi suo grande fan, Norton decise
di scrivere il personaggio di Laura, assente nel libro,
appositamente per lei, così da poter finalmente avere l’occasione
di lavorare al suo fianco.
Motherless Brooklyn – I segreti
di una città: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
Motherless Brooklyn – I segreti di una
città grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 gennaio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Diretto da Jason
Moore e scritto daMark Hammer,
Un
matrimonio esplosivo è prodotto
da: Todd Lieberman, David Hoberman, Alexander Young,
Jennifer Lopez, Elaine Goldsmith-Thomas e Benny Medina.Protagonisti
del film sono
Jennifer Lopez,Josh
Duhamel, Jennifer Coolidge, Sônia Braga, Cheech Marin, Selena
Tan, D’Arcy Carden, Callie Hernandez, Desmin Borges, Steve Coulter,
Alberto Isaac, e Lenny Kravitz.
In Un
matrimonio esplosivo, Darcy (Jennifer Lopez) e
Tom (Josh Duhamel) riuniscono le loro famiglie, amorevoli ma sempre
pronte ad esprimere giudizi, per il non plus ultra dei matrimoni,
proprio quando la coppia inizia ad avere dei ripensamenti. E come
se questa non fosse già una minaccia sufficiente, improvvisamente
le vite di tutti sono in pericolo quando gli invitati vengono presi
in ostaggio. “Finchè morte non ci separi” assume un significato
tutto nuovo in questa avventura comica e adrenalinica in cui Darcy
e Tom dovranno salvare i loro cari – sempre che non si uccidano
prima a vicenda.
La mattina dopo che i Golden Globes 2023 hanno incoronato i suoi
vincitori, sono state annunciate le nomination ai SAG Awards 2023,
gli Screen Actors Guild Awards 2023.
Ashley Park (“Emily in Paris”) e Haley Lu
Richardson (“The White Lotus”) hanno annunciato le
nomination sulla pagina Instagram dei SAG Awards.
La 29° cerimonia annuale degli
Screen Actors Guild Awards si terrà domenica 26 febbraio al
Fairmont Century Plaza di Los Angeles. I SAG Awards di quest’anno
andranno in onda sul canale YouTube di Netflix e in diretta su Netflix a partire dal
2024.
Outstanding Performance by a Male Actor in a Television
Movie or Limited Series
Steve Carrell (“The Patient”)
Taron Egerton (“Black Bird”)
Sam Elliott (“1883”)
Paul Walter Hauser (“Black Bird”)
Evan Peters (“Dahmer”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Television
Movie or Limited Series
Emily Blunt (“The English”)
Jessica Chastain (“George and Tammy”)
Julia Garner (“Inventing Anna”)
Niecy Nash Betts (“Dahmer”)
Amanda Seyfried (“The Dropout”)
Outstanding Performance by a Male Actor in a
Comedy Series
Anthony
Carrigan (“Barry”)
Bill
Hader (“Barry”)
Steve
Martin (“Only Murders in the Building”)
Martin
Short (“Only Murders in the Building”)
Jeremy
Allen White (“The Bear”)
Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy
Series
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel
Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Quinta
Brunson (“Abbott Elementary”)
Jenna
Ortega (“Wednesday”)
Jean
Smart (“Hacks”)
Outstanding Performance by an Ensemble in
a Comedy Series
“Abbott
Elementary”
“Barry”
“The
Bear”
“Hacks”
“Only
Murders in the Building”
Outstanding Performance by a Male Actor in a
Drama Series
Dopo un’edizione fantasma, con tanto
di boicottaggio da parte di star e rete televisiva, la
Hollywood Foreign Press Association ha fatto
tesoro della lezione e ha tentato di rimettere le cose in sesto per
i Golden Globes 2023, che si sono infatti
celebrati in diretta televisiva la scorsa notte. Cambiato
l’organico, cambiate alcune regole, arricchito il palmares, la 80°
edizione della cerimonia che assegna a cinema e tv i premi per il
meglio dell’ultimo anno, gestita dall’associazione della stampa
estera a Hollywood ha aperto ufficialmente la season awards, che da
ora comincia spedita nel segno, mai come quest’anno,
dell’inclusione.
Tantissime nazionalità erano
comprese nelle nomination e molte sono state premiate, e questo
sforzo di guardare oltre quello che viene offerto solo a un primo
sguardo premierà sicuramente sulla lunga distanza la ricchezza
delle storie a cui potremo avere accesso nei prossimi anni.
Jerrod Carmichael pungente ai Golden Globes
2023
Con un maestro di cerimonie, il
comico Jerrod Carmichael, che ha settato da subito
il tono della serata, gli 80° Golden Globes Awards
si sono svolti alternando momenti ilari, qualche sorpresa
nell’assegnazione dei premi, e una conduzione caustica, forse
troppo persino per i Globes, che negli anni passati hanno gestito
con grande scioltezza personaggi del calibro di Ricky
Gervais che certo non le manda a dire! Con la sua battuta
d’apertura (“Sono qui a presentare perché sono nero”) Carmichael ha
palesato che avrebbe potuto dire di tutto, a 360°, tanto che spesso
nemmeno lo smaliziato pubblico ha partecipato o applaudito, come
per la battuta su Shelly Miscavige e Scientology,
mentre prendeva in giro Tom Cruise (forse il
momento più “freddo” della serata) e come quando ha assegnato a
Will Smith il premio “Rock Hudson per la
migliore dimostrazione di mascolinità”, anche questa battuta
arrivata troppo presto, forse, per un pubblico ancora troppo
sobrio.
Volodymyr Zelensky in da house
Punto più basso dell’intera
cerimonia, però, è stato l’intervento in video di Volodymyr
Zelensky, presentato da un commosso Sean Penn. Il presidente
dell’Ucraina ha fatto un intervento che ha lasciato di sasso il
pubblico in sala, e anche chi lo ha ascoltato da casa mentre faceva
paralleli tra la libertà di Hollywood e la mancanza di libertà del
suo popolo per colpa dell’invasore. Senza nulla togliere alla
campagna per la pace che dovrebbe essere sempre accolta e perorata,
non era quello il luogo per un tale intervento.
Gli Spiriti dell’Isola batte tutti
Ma parliamo invece dei premi, che
hanno riservato notevoli sorprese a partire dal ricco bottino de
Gli Spiriti dell’Isola ai
Golden Globes 2023. Se il premio a Colin Farrell per la migliore interpretazione
maschile in una commedia era atteso, così come quello alla
sceneggiatura per Martin McDonagh, del tutto inaspettato è arrivato
il premio al film come migliore commedia. Un vero e proprio trionfo
per il film presentato a Venezia 79 che ha battuto il favorito di
categoria
Everything Everywhere All at Once.
Dall’Oriente con furore
Il film dei Daniels non è però
andato via a mani vuote, dal momento che, confermando le
aspettative, ha portato a casa due storiche statuette, la prima a
Michelle Yeoh, come migliore attrice in
una commedia. Dopo 40 anni di carriera sempre a livelli altissimi,
l’attrice vede riconosciuta non solo un solo una grande
performance, ma anche un’intero percorso artistico che l’ha portata
a lavorare con i più grandi registi viventi. Intimando alla regia
della trasmissione di abbassare la musica che incalza quando i
discorsi di ringraziamento diventano troppo lunghi per i tempi
televisivi, Yeoh ha detto “Posso mettervi al tappeto” e sappiamo
che non è un’esagerazione.
Ma è a inizio serata che arriva il
discorso più emozionato ed emozionante, quello di Ke Huy
Quan che vince come migliore non protagonista per
Everything Everywhere All at Once. Dopo 30 anni dal
suo grande successo di attore bambino (era lui il Data dei
Goonies e lo Shorty di Indiana Jones e il
Tempio Maledetto), in occasione dei
Golden Globes 2023, Ke ha avuto una seconda
possibilità e l’ha colta, ringraziando non solo i Daniels che lo
hanno scelto per il film, ma anche Steven Spielberg che all’epoca gli
diede il suo primo lavoro.
Le altre categorie dedicate agli
attori per il cinema sono state assegnate a Cate Blanchett per
Tár, come da pronostici, seppure l’attrice era assente
alla cerimonia, a Austin Butler, emozionatissimo per il
suo primo grande riconoscimento per il suo primo grande ruolo di
Elvis nell’omonimo film, e a Angela Bassett per
Black Panther: Wakanda Forever, che porta a casa il
suo secondo Golden Globe in carriera e il primo premio della HFPA a
un attore per il Marvel Cinematic Universe.
La notte di Spielberg
E’ stata però anche la serata di
Steven Spielberg, che ha portato a casa il suo
terzo Golden Globes per la migliore regia su venti nomination, una
percentuale positiva piuttosto bassa per il regista che meglio di
tutti, oggi, rappresenta il cinema a 360°. Suo anche il premio
conclusivo della serata, quello al miglior film drammatico, andato
a quel The Fabelmans che ha aspettato oltre 50 anni
per realizzare.
E se non è stata una sorpresa che il
premio al miglior film d’animazione sia stato assegnato a
Pinocchio di Guillermo del Toro, è
stato certamente divertente il discorso di ringraziamento del
regista messicano che prima ha lodato il fatto che fossero tutti lì
insieme di persona e che qualcuno di loro fosse ubriaco (“Cosa
potrebbe andare meglio?”) e poi ha ricordato che “l’animazione è
cinema”. Que Viva Mexico, Siempre!
E se Damien
Chazelle deve “accontentarsi” del solo premio alla colonna
sonora per il suo
Babylon, ritirato dal compositore Justin
Hurwitz, il quale con quattro nomination e quattro
vittorie dimostra di stare molto a cuore alla HFPA, dei
graditissimi pacchi regalo sono arrivati in Argentina e in India da
parte dei Golden Globes 2023, che hanno assegnato il premio al
miglior film internazionale a Argentina,
1985 e il premio alla migliore canzone originale
a Naatu Naatu diKala Bhairava, M. M.
Keeravani, Rahul Sipligunj, per RRR.
Grandi assenti trai premiati ai Golden Globes
2023
I premi dedicati alle serie tv sono
forse stati più sorprendenti e forse anche trascurati dalle star
vincitrici. Zendaya,Kevin
Costner e Amanda Seyfried, tutti e tre
vincitori in diverse categorie, erano assenti. The White Lotus: Sicily ha fatto cadere più di
una mascella, portando a casa il premio a Jennifer
Coolidge e quello per la migliore miniserie (premio
misterioso che genera notevole disappunto). Mentre
Elementary Abbott è stata la più premiata tra le
serie, con tre riconoscimenti per la migliore serie comedy, la
migliore attrice comedy, Quinta Brunson, e il
migliore attore non protagonista in una comedy, Tyler James
Williams. Un successo travolgente per quella che è una
delle migliori novità dell’anno appena trascorso.
E se da una parte la
veterana Julia Garner ha finalmente ricevuto un
Golden Globes per Orzak, Jeremy Allen White ha
fatto un “tiro pulito” con una nomination e una vittoria per
l’avvincente
The Bear, che lo ha portato al successo, nell’anno
appena trascorso, mentre la controversa opera di Ryan
Murphy (premiato con il Carol Burnett Award)
Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, ha
visto trionfare Evan Peters per una delle
interpretazioni più controverse della storia dei premi, che ha
fatto molto discutere quest’anno. C’è però da dire che il talento
sconfinato di Peters mette tutti d’accordo, e che lui stesso,
ringraziando per il premio, ha confermato che è stato un lavoro
“difficilissimo da portare a termine, difficilissimo da
guardare, e spero che se ne possa trarre anche del buono”.
La sorprese di Paul Walter Hauser e House of the Dragon
Chiudiamo la rassegna dei Golden
Globes 2023 con le due più grandi sorprese nella categoria tv. Lo
splendido Paul Walter Hauser ha conquistato prima
nomination e prima vittoria per
Black Bird, serie mozzafiato di Apple
Tv+, e
House of the Dragon ha portato a casa la
statuetta per la migliore serie drammatica, tra lo stupore di
Emma Darcy e Milly Ancock, le due interpreti di
Rhaenyra Targaryen, e lo shock dello showrunner
Miguel Sapochnik
che è arrivato sul palco senza cravatta giustificandosi “non
immaginavo di vincere, non ero pronto” e sperticandosi in lodi per
Scissione, la serie favorita che
gareggiava nella sua stessa categoria.
I
Golden Globes 2023 sono dunque solo l’inizio,
come ogni anni, di una stagione dei premi che speriamo possa essere
sorprendente e emozionante, soprattutto che possa condurre ad un
altro anno di innovazione e ricalibrazione dei punti di forza
all’interno della Hollywood Foreign Press Association.
Il trailer finale di Ant-Man & the
Wasp: Quantumania è ricco di nuovi dettagli sulla trama del
film e di Easter eggs. La Fase 4 del MCU si è conclusa,
ma questo significa semplicemente che il Marvel Cinematic Universe
sta per dare il via alla Fase 5. L’azione prenderà il via con Ant-Man & the Wasp: Quantumania, che si
posiziona come un passo cruciale nella Saga del
Multiverso. Il film continua ad ampliare il suo cast: allo
Scott Lang di Paul Rudd, alla Hope Van Dyne
di Evangeline Lilly, all’Hank
Pym di Michael Douglas e alla Janet Van
Dyne di Michelle Pfeiffer si aggiunge ora
Kathryn Netwon nel ruolo della figlia di Ant-Man,
Cassie. Ma il film segnerà anche un drastico
allontanamento dal franchise fino ad oggi, dato che sarà ambientato
per lo più nella misteriosa dimensione nota come Regno
Quantico.
Ant-Man & the Wasp:
Quantumania presenterà inoltre agli spettatori il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, ritenuto il cattivo
principale della Saga del Multiverso. I precedenti trailer
hanno confermato che la famiglia Ant-Man è rimasta
bloccata nel Regno Quantico dopo che uno degli
esperimenti di Cassie è andato male, e sembrava
che Scott avesse stretto un accordo con Kang nel
tentativo di tirarli fuori. Il trailer finale, rilasciato durante
la partita del campionato nazionale di football americano,
suggerisce che la posta in gioco è ancora più alta: vediamo insieme
le principali rivelazioni del trailer.
L’introduzione di Kang il
Conquistatore
Kang
il Conquistatore è al centro del trailer finale di
Ant-Man & the Wasp: Quantumania. Majors ha già interpretato un’altra variante
di Kang nel MCU, Colui Che
Resta, ma i due personaggi sono molto diversi: Kang ha una presenza
minacciosa e cupa e la sua voce trasmette un senso di minaccia e
pericolo.
Il trailer di Ant-Man & the
Wasp: Quantumania sembra suggerire che Kang conosca molto
bene Scott Lang, forse a causa delle sue imprese
di viaggio nel tempo. Scott è diventato una sorta di celebrità nel
moderno MCU,
scrivendo anche un’autobiografia, ed è possibile che Kang abbia
accesso a questi documenti storici.
La Fase 4 ha già stabilito che Scott ha reso
pubblico il suo periodo tra i Vendicatori, conducendo una serie di
podcast, e la fama di Ant-Man è stata particolarmente messa in luce
all’AvengerCon di Ms. Marvel. È stato riferito
che Scott avrà appena pubblicato un’autobiografia all’inizio di
Quantumania, e alcuni di questi fotogrammi
iniziali potrebbero provenire proprio dal suo press tour.
Cassie ha preso il “lato peggiore”
di suo padre
Cassie ha sempre venerato
suo padre, ma il trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania lascia
intendere che sta prendendo da lui nei peggiori modi possibili.
Un’inquadratura mostra Scott che preleva la figlia
dalla prigione, anche se non è chiaro perché sia stata
arrestata.
È possibile che abbia infranto la
legge come parte di una sorta di causa attivista; lo stesso Scott è
stato inizialmente imprigionato dopo aver commesso un crimine in
stile Robin Hood contro una società corrotta. Senza dubbio ha
rimpianto di aver vissuto una vita diversa, che avesse portato
Cassie a intraprendere un viaggio molto diverso.
Come la famiglia Ant-Man è rimasta
bloccata nel regno quantico
Ant-Man e
la sua famiglia sono rimasti intrappolati nel Regno
Quantico dopo un esperimento andato male. I trailer
precedenti hanno mostrato una versione leggermente diversa di
queste riprese, quindi le circostanze precise potrebbero cambiare.
Tuttavia, in base alle prove raccolte finora, sembra che Cassie
abbia sviluppato una tecnologia che invia un segnale nel Regno
Quantico. Nel trailer precedente, Janet Van Dyne
ha tentato disperatamente di spegnere il dispositivo, ma era troppo
tardi. Janet è stata intrappolata nel Regno Quantico per decenni,
quindi conosce le forze che vi si trovano e probabilmente ha
incrociato molte volte Kang il Conquistatore.
La famiglia Ant-Man
viene attirata nel Regno Quantico da un bagliore di energia blu.
Questo colore sembra essere associato all’armatura e alle armi di
Kang il Conquistatore, anche se è difficile dire se abbia un
significato più profondo. Il Regno Quantico è un adattamento della
dimensione dei fumetti chiamata Microverso, che ha un potere blu
chiamato Forza Enigma: Kang potrebbe attingere
proprio da questa.
La maschera di Kang
Nei fumetti, il volto di
Kang è nascosto da una maschera blu. I
Marvel Studios hanno reinventato
questa maschera, trasformandola in uno scudo energetico che si
forma davanti al suo volto, presumibilmente progettato per aiutarlo
a sopravvivere in atmosfere inospitali.
È una reinvenzione intelligente, un
modo per rendere omaggio ai fumetti aggiornando un design
francamente un po’ datato.
Kang offre a Scott Lang un
accordo
La versione del MCU di Kang il Conquistatore è rappresentata come il
signore del tempo, che possiede il potere di alterare la realtà a
livello fondamentale e di distruggere intere linee temporali a suo
piacimento. I precedenti film Marvel hanno infatti
stabilito che la manomissione delle forze della causalità può
generare il caos a livello multiversale. “Le manipolazioni
temporali possono creare ramificazioni nel tempo”, avverte
Wong al Doctor Strange mentre sperimenta la
Pietra del Tempo. “Aperture dimensionali
instabili. Paradossi spaziali! Anelli temporali!”. Queste sono le
forze con cui Kang gioca, e comprende la natura del tempo
abbastanza bene da controllare questi effetti imprevedibili – e da
usarli come armi.
Ant-Man 3 riprende
i riferimenti a Ms. Marvel che ritraggono
Scott Lang come un supereroe famoso, ma è comunque
pieno di rimpianti, perché vorrebbe aver trascorso più tempo con
sua figlia Cassie. Kang propone a Scott un
accordo: se lo aiuterà in qualche modo sconosciuto, compiendo una
qualche rapina, Kang riscriverà la storia a favore di Scott. Scott
ha una seconda possibilità, un’altra occasione di vita, in cui può
evitare gli errori che lo hanno separato dalla sua famiglia. È
possibile che l’offerta di “tempo” nasconda un’altra sottotrama,
ovvero che Scott abbia grossi problemi di salute e desideri porvi
rimedio.
La città di Kang contiene una serie
di Easter Eggs Marvel
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania mostra altre
immagini della città del Regno Quantico di
Kang. Probabilmente si tratta della città di
Chronopolis, la base di Kang nei fumetti. Chronopolis si trova al di
fuori del tempo, in un regno chiamato Limbo, una
dimensione che ogni viaggiatore del tempo attraversa. Il Limbo è
stato probabilmente assorbito dal Regno Quantico del MCU, rendendo
Chronopolis una parte logica del Regno Quantico. Si spera che la
Marvel esplori alcuni dei segreti
di Chronopolis, che è una delle location più affascinanti della
Marvel. Ogni blocco di Chronopolis
si estende fino ai confini della Terra in un periodo temporale
diverso. I periodi più primitivi si trovano alla periferia, quelli
più avanzati al centro, mentre il cuore è dominato dalla Cittadella
di Kang.
L’architettura di
Chronopolis nel MCU contiene una
serie di interessanti Easter eggs. La struttura piramidale è
probabilmente un sottile riferimento a una variante di Kang
chiamata Pharoah Rama-Tut (sottilmente accennata
nel MCU in
Moon
Knight), mentre i moti circolari ricordano un altro elemento
del MCU: i
dieci anelli di Shang-Chi. Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli si è concluso con la rivelazione che
questi misteriosi anelli hanno inviato un segnale attraverso il
multiverso, quindi potrebbero essere in qualche modo collegati a
Kang e Chronopolis.
L’esplorazione del Regno
Quantico
La Marvel ha visitato il Regno
Quantico in Ant-Man & the Wasp, ma in
realtà è sembrata un’occasione mancata. Il libro ufficiale di
concept art della Marvel, The Art of Ant-Man &
the Wasp, ha confermato che lo studio ha valutato molte idee
diverse per il Regno Quantico: specie e civiltà aliene, persino un
nesso di ricordi attraverso il quale le persone possono sbirciare
nel passato.
Fortunatamente, Ant-Man & the Wasp: Quantumania dimostra che
il MCU sta
finalmente per esplorare il Regno Quantico, con tante immagini di
strani alieni e razze diverse che ci sono state proposte. Alcuni di
questi potrebbero essere tratti dai fumetti; è stato confermato che
Bill Murray interpreterà Lord
Krylar, un personaggio associato a una dimensione chiamata
Microverso nei fumetti. Il Regno Quantico del MCU è
fondamentalmente un mash-up del Microverso e del
Limbo, e non sarebbe una sorpresa vedere altri
personaggi del Microverso in questo film.
I ricordi di Ant-Man potrebbero far
parte del Regno Quantico
C’è una strana
giustapposizione nel trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania, che passa
dall’esplorazione del Regno Quantico ai flashback
della vita di Scott. Potrebbe trattarsi di un misterioso nesso di
ricordi, in parte esplorato durante lo sviluppo di Ant-Man & the
Wasp.
Come ha spiegato il concept artist
Jackson Sze in The Art of Ant-Man & the Wasp:
“All’inizio c’era quasi un Nexus all’interno del Regno Quantico
che volevano esplorare, ovvero un palazzo della memoria
quantistica. Credo che stessero discutendo delle idee su come Hank
potesse essere in grado di entrare nei propri ricordi e cambiare la
storia“.
Gli eserciti di Kang il
Conquistatore
Kang
dispone di un esercito massiccio e altamente tecnologico, che
sembra intenzionato a schierare contro Scott Lang
(e forse contro una sorta di movimento di resistenza del Regno
Quantico).
Ciò è fedele ai fumetti, dove Kang
ha riunito al suo servizio i migliori guerrieri della storia,
comprese le versioni distorte dei Vendicatori. Gli
spettatori più attenti noteranno i colori blu del marchio e i
motivi ad anello ripetuti
MODOK del MCU
Kang non è l’unico
cattivo nel trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania, ma anche la
versione del MCU di
MODOK, l'”Organismo Mentale Progettato Solo per
Uccidere”. Classico villain della Marvel, MODOK è stato persino
protagonista di una serie televisiva animata di breve durata.
È stato poi quasi completamente
ridisegnato per il MCU e questa
iterazione non sembra affatto organica, ma piuttosto un robot. Kang
ha sempre avuto la tendenza a raccogliere le armi più potenti nel
tempo, quindi ha senso che abbia MODOK, ma il nuovo design verrà
percepito come controverso.
L’obiettivo di Ant-Man: “Dobbiamo
perdere entrambi”.
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania mostra diverse
scene d’azione che coinvolgono Kang e Scott Lang, e c’è un
delizioso squilibrio di potere tra i due. Kang è una minaccia di
livello vendicativo, il che significa che Ant-Man
è completamente fuori dalla sua portata.
Il trailer della Marvel sembra suggerire che Ant-Man
morirà combattendo contro Kang, ma potrebbe considerarlo un prezzo
da pagare. Ant-Man sa di non poter vincere contro Kang, ma ha
escogitato un piano che li porterà a perdere entrambi. Per Scott,
ciò significa presumibilmente non passare più del tempo con la sua
famiglia, o a causa di una morte, o perché bloccato nel
multiverso.
Scott Lang viene attaccato da un
esercito di varianti di Ant-Man
Il trailer di Ant-Man & the Wasp: Quantumania evita il
tradizionale finale scherzoso in stile Marvel, assicurando agli spettatori
che questo è un tipo di film su Ant-Man molto
diverso. Si conclude con una nota emotiva, con Scott
Lang travolto da un esercito di varianti di Ant-Man, che
si scusa con Cassie mentre lo guarda cadere.
Nei fumetti, la morte di Scott ha
ispirato Cassie a diventare il supereroe Stature; il
MCU sta
preparando la carriera da supereroe di Cassie dal 2015, e questo
completerebbe la sua evoluzione. Tuttavia, gli spettatori farebbero
bene a non dare per scontato che sia così; i trailer Marvel sono noti per i loro
depistaggi, e il trailer di Ant-Man & the Wasp:
Quantumania non fa certo eccezione.
Black Adam, il primo lungometraggio ad
esplorare la storia del Supereroe DC, interpretato da Dwayne
Johnson, arriva giovedì 12 gennaio in DVD, Blu-rayTM, 4K
Ultra HDTM e Steelbook 4K Ultra HDTM per
Warner Bros. Home Entertainment. Disponibile anche l’edizione
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action figure in vinile di Black Adam alta circa 11 cm.
All’interno della
versione Blu-ray TM anche tanti esclusivi contenuti
speciali per scoprire tutti i retroscena e la curiosità del film.
Tra questi: The History of Black Adam, Who is the Justice
Society, From Soul to Screen, Black Adam: A New Type of Action,
Costume makes the Hero e molto altro ancora!
Nel film, accanto
al protagonista Dwayne
Johnson nel ruolo di Black Adam, anche Aldis Hodge
nei panni di Hawkman; Noah Centineo nei panni di
Atom Smasher; Sarah Shahi in quelli di Adrianna;
Marwan Kenzari è Ishmael; Quintessa
Swindell è Cyclone; Bodhi Sabongui è
Amon, mentre Pierce Brosnan interpreta il Dr.
Fate.
Black Adam
la trama
Quasi 5.000 anni
dopo che gli sono stati conferiti i poteri onnipotenti delle
antiche divinità, e imprigionato altrettanto rapidamente, Black
Adam (Dwayne Johnson) viene liberato dalla sua tomba terrena,
pronto a scatenare la sua forma unica di giustizia nel mondo
moderno.
Decision
to Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista
sudcoreano Park Chan Wook, arriverà nelle sale italiane
dal 2 febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival
di Cannes, dove è stato premiato per la Miglior Regia, Decision
to leave è anche stato candidato dalla Corea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale, rientrando nella
short list annunciata il 21 dicembre, e ha ricevuto una nomination
come Miglior Film Straniero ai
Golden Globes 2023.
Lontano dai toni della
trilogia della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero
Park Chan Wook, il nuovo film del cineasta
sudcoreano è un thriller dal tocco noir, che riesce a coniugare il
respiro dei grandi classici con la freschezza del cinema
contemporaneo: in molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema
di Alfred Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di scena
che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico, portando sul
grande schermo un mistero, che è al tempo stesso sentimentale e
d’azione.
Decision to leave, la
trama
Premiato al Festival di
Cannes per la Migliore regia, Decision to leave è il nuovo film di
Park Chan Wook, che dopo la Trilogia della vendetta sceglie la
strada di un raffinato thriller sentimentale.
Mentre indaga sulla morte
di un uomo precipitato misteriosamente dalla montagna, il detective
Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae, giovane vedova della
vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del
marito e che, proprio per questo, diventa subito la principale
sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente? Malinconica e
misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del detective e
accendere in lui una passione dirompente, che lo porterà a mettere
in pericolo la sua professione.
Pedro Pascal ha rivelato se vorrebbe
interpretare un ruolo nel Marvel Cinematic Universe, se i
Marvel Studios dovessero mai convocarlo.
Pascal è diventato famoso per la prima volta dopo essere apparso in
Game of Thrones nei panni del dorniano
Oberyn Martell, personaggio incredibilmente
carismatico ma di breve durata, nello show. La spavalderia e
l’arroganza che ha portato al ruolo sono diventate il punto di
svolta di cui l’attore aveva bisogno, e così ha rapidamente
iniziato a recitare in ruoli da protagonista in
Kingsman: Il Cerchio d’Oro,
The Mandalorian,
Wonder Woman 1984 e nell’imminente The Last of Us. Pascal è stato messo alla
prova in diversi franchise, sotto gli occhi del pubblico
severissimo, e ha eccelso ad ogni passo.
Tuttavia, è uno dei pochi attori in
voga a Hollywood che deve ancora apparire nell’MCU, nonostante abbia un contratto
con la Disney per The Mandalorian. Mentre sarebbe facile
presumere che Pascal semplicemente non sia interessato a un ruolo
importante all’interno di uno dei franchise della Marvel, la verità è tutt’altra,
poiché il successo di The Mandalorian ha superato le più
rosee aspettative di Pedro Pascal, e adesso lui è
interessato ad averne di più.
In un’intervista con WIRED, a Pascal
è stato chiesto se avesse voluto interpretare un ruolo
nell’MCU e l’attore ha chiarito che gli
piacerebbe ricevere la chiamata dai Marvel Studios. “Lo voglio.
Voglio essere nei film.” In attesa che Kevin
Feige alzi la cornetta, quale potrebbe essere un
personaggio adatto alle doti e alla fisicità di Pedro Pascal nel MCU?
I sequel di Star
Wars rimangono incredibilmente divisivi, mentre il
rancore nei loro confronti è apparentemente solo aumentato da
quando i film sono usciti in sala a partire dal 2015. Le visioni di
J.J. Abrams e soprattutto di Rian
Johnson non sono state bene accolte da pubblico e critica,
condannando il franchise, almeno quello cinematografico, ad un
pantano di incertezza.
Dopo che Abrams ha realizzato un film che molti sostenevano fosse
fondamentalmente una riproposizione di Una nuova
speranza, Johnson ha ribaltato tutto ciò che il regista
aveva costruito prima di lui con
Gli ultimi Jedi, liquidando i genitori di Rey come
nessuno e uccidendo il leader supremo Snoke senza mai affrontare
ciò che doveva essere chiaramente un misterioso
retroscena.
Quando Abrams è tornato per L’Ascesa di Skywalker – in sostituzione del
regista licenziato Colin Trevorrow – è entrato in
modalità damage control, annullando gran parte di ciò che
Johnson aveva fatto. Il suo finale disordinato è stato deludente,
anche se forse non tanto quanto la gestione di Luke Skywalker da
parte di Johnson.
Come i prequel, c’è la possibilità
che i sequel vengano apprezzati meglio nel tempo e alcuni poster
appena pubblicati (tramite SFFGazette.com) potrebbero aiutare i fan
a cominciare a percorrere la strada della rivalutazione del film
con protagonista la Rey di Daisy Ridley.
L’artista Devin
Schoeffler, in associazione con Acme Archives, è
responsabile di questi straordinari nuovi poster ufficiali, con i
personaggi di ogni film messi sotto i riflettori. I poster sono
pensati con un concept eccellente, anche se è improbabile che
questo possa bastare a far cambiare idea a questa serie di film. Si
dice che i prossimi progetti per il grande schermo pianificati da
Lucasfilm saranno ambientati dopo i sequel, con la speranza che
questi possano in qualche modo rimediare ai passi falsi compiuti da
Abrams e Johnson tra il 2015 e il 2019. Ecco i poster di
seguito:
Nicolas Cage ha chiarito che, in Renfield,
il suo Dracula non avrà tanto tempo sullo schermo
quanto immaginato. La commedia horror si concentra sul fedele
servitore di Dracula, Renfield (Nicholas
Hoult), alla ricerca di una vita al di fuori del
controllo del suo padrone dopo anni di servitù non apprezzata e
forzata. Dopo essersi ritrovato a New Orleans, Renfield incontra
Rebecca Quincy (Awkwafina),
un vigile urbano di cui si innamora perdutamente. Sebbene Dracula
sia il cattivo nel film, eserciterà il ruolo di villain
principalmente dall’ombra, poiché non avrà molto tempo sullo
schermo.
In un’intervista con Collider,
Nicolas Cage ha rivelato che Dracula
non avrà molto tempo sullo schermo in Renfield,
poiché il film dovrebbe riguardare il suo lacché piuttosto che
Dracula stesso. Tuttavia, Cage ha rassicurato che Dracula ha
abbastanza screening time per avere un impatto sulla storia e sui
personaggi.
“Dal momento che il film non
parla davvero di me, di Dracula, non ho molto tempo sullo schermo.
È davvero il film di Nick Hoult, e parla di Renfield. Non ho avuto
il tempo per scavare davvero in profondità nel pathos di Dracula in
sé. Non è quello. Ma ho avuto abbastanza tempo per essere in grado
di provare a sviluppare uno stile pop-art per il personaggio che,
si spera, sarà un bel contributo per gli altri interpreti che lo
hanno incarnato nel corso degli anni e che hanno offerto la loro
interpretazione di questo personaggio leggendario sia nella
letteratura che nel cinema.”
Nel romanzo classico di Bram
Stoker, RM Renfield
è stato presentato come uno dei detenuti del dottor Seward prima
che la sua storia passata rivelasse che era in realtà l’avvocato di
Dracula e il predecessore di Jonathan Harker. Fatto impazzire dal
malvagio Conte, Renfield
divenne il suo accolito volontario, credendo che un giorno gli
sarebbe stato dato il dono della vita eterna.
Il personaggio è apparso nella
maggior parte degli adattamenti del racconto ed è stato
interpretato da artisti del calibro di Dwight Frye
nel Dracula del 1931 e
Tom Waits nella versione del
1992 di Francis Ford Coppola. In Dracula Morto e
Contento di Mel Brooks, Renfield p
interpretato da Peter MacNicol.
Secondo quanto riferito, il set
cinematografico di Megalopolis,
prossimo film di Francis Ford Coppola, sta
affrontando turbolenze negli ultimi aggiornamenti riguardanti la
produzione. Il film è mega un progetto che da anni appassiona e
interessa Coppola, regista meglio conosciuto per la trilogia de
Il Padrino. Finanziato dallo stesso regista per un
ingente budget di 120 milioni di dollari, Megalopolis è
anche il primo progetto per cui Coppola firma la regia da Twixt del
2011, criticato dalla critica. Le riprese sono iniziate nel
novembre 2022 ad Atlanta e originariamente dovevano concludersi a
marzo.
Secondo The Hollywood
Reporter, il set di Megalopolis di
Coppola è precipitato nel caos, con il futuro della sua produzione
ora poco chiaro. Più di recente, la scenografa Beth
Mickle e il supervisore alla direzione artistica
David Scott hanno lasciato il progetto, seguiti da
altri membri del team. Attualmente a metà delle riprese, una fonte
ha affermato che Megalopolis non ha più un
dipartimento artistico; Francis Ford Coppola sta
assumendo nuovo personale questa settimana. Ecco la dichiarazione
di un dirigente di produzione: “Non
c’è una buona risposta qui. [Coppola] spenderà molti più soldi di
quanto intendesse. Puoi immaginare quanto ha già investito. Ormai
sarebbe un boccone molto amaro non finirlo.”
Il dramma sul set sta iniziando ad
assomigliare a quello di Apocalypse Now, che ben
si conosce. I 238 giorni di riprese sono stati segnati da disastri
su disastri: la sostituzione dell’attore protagonista
Harvey Keitel con Martin Sheen,
il successivo attacco di cuore di Sheen, la costruzione di set
nella giungla filippina e la loro ricostruzione dopo il tifone Olga
e varie altre complicazioni hanno reso il set di Apocalypse
Now involontariamente leggendario. Anche gli sforzi di
post-produzione hanno richiesto quasi due anni e il budget totale è
salito a 30 milioni di dollari, una cifra significativa all’epoca.
I costi di budget imprevisti, le modifiche al cast e alla troupe e
i perni nello sviluppo della produzione si stanno ripetendo tutti
nel set di Megalopolis, che oltre a non avere un
dipartimento artistico ora, ha anche perso il suo team di effetti
visivi a dicembre.
Dopo l’uscita di quel
nuovo epico trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, altri promo
art per il trequel hanno trovato la loro strada online. Il primo
offre un altro sguardo a Kang il Conquistatore e
dire che i Marvel Studios hanno azzeccato l’aspetto
live-action del cattivo sembra un eufemismo.
Jonathan Majors sembra formidabile come il
grande cattivo della Multiverse Saga, e quello che avrebbe
potuto essere un aspetto sciocco per Kang sembra essere uno dei
migliori personaggi/costumi del MCU.
Il punto di discussione più
importante qui potrebbe essere la conferma che Cassie Lang avrà
davvero dei superpoteri che cambiano le dimensioni nel prossimo
film di Ant-Man. C’era da
aspettarselo, ma fino ad ora era altrettanto probabile che la
figlia di Scott indossasse quel vestito viola solo per proteggerla
nel Regno Quantico. Non siamo sicuri se stia diminuendo o
crescendo il ruolo, ma attualmente Cassie dell’MCU sembra più propensa ad adottare
il suo personaggio. Dai un’occhiata a questa nuova art
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Una delle scene
post-crediti di Eternals presentava il debutto
nell’MCU di Harry Styles(Dunkirk, My
Policeman) nei panni di Eros, alias Starfox, che
cercava Thena, Makkari e Druig per far loro sapere come
rintracciare i loro compagni di squadra scomparsi.Il
coinvolgimento della megastar pop ha attirato molta attenzione per
il film dei Marvel Studios (anche se non ha fatto
molto per la sua performance al botteghino), e perché gli
aggiornamenti ufficiali sui piani futuri per il personaggio (e il
franchise in generale) sono stati praticamente inesistente, si è
speculato molto sul fatto che la sua introduzione potesse essere
stata un esempio di “casting acrobatico”.
Lo stesso Harry Styles ha messo in dubbio il suo
potenziale ritorno, e la star diMs.
MarvelIman
Vellani si è recentemente chiesta se il cantante fosse
stato coinvolto “solo per il gusto di farlo“. Ecco la sua
dichiarazione:“Ohhh, mi
sento così strano a riguardo! Non lo so. È strano. Mi chiedo, mi
chiedo davvero se andranno avanti e faranno qualcosa con il
personaggio, o se l’hanno solo preso in giro per il gusto di
farlo”, ha dichiarato l’attrice in
un’intervista. “Perché so che Chloe Zhao è una
grande fan di Harry Styles. Ma poi hai tutto il fandom di
Harry Styles nel fandom dell’MCU, quanto sarebbe
caotico?”
Ora, il produttore
Nate Moore ha confermato che vedremo di nuovo
Starfox nell’MCU, ma non ha specificato
se sarà in un sequel di Eternals o in qualche
altro progetto. “Non abbiamo scelto Harry per un tag, ci
sono più storie da raccontare con [Eros]”, ha rivelato
Moore aDeadline. “È
un personaggio complicato, ma davvero divertente. E penso che,
avendo incontrato Harry Styles, sia affascinante come vorresti che
fosse. E penso che non ci sia limite a quanto sarà bravo quel
personaggio una volta che lo riporteremo indietro.”
Sarebbe stato molto strano se
la Marvel avesse scelto Styles per
un’apparizione “one and done”, ma è comprensibile che alcuni
abbiano messo in dubbio i piani dello studio per il personaggio che
va avanti.Dove pensate che apparirà Starfox
dopo? Lasciaci un commento in basso.
La star di A Man Called
Otto, Tom Hanks, rivela se ha intenzione di
ritirarsi dalla recitazione. L’amato attore ha avuto il suo Big
Break con Splash – Una sirena a Manhattan del
1984, che lo ha portato a partecipare a una serie di commedie
acclamate dalla critica, tra cui Casa, dolce
casa?, Big e Ragazze
Vincenti. Alla fine si è trasformato in attore drammatico,
con
Filadelfia,Forrest Gump, Salvate il soldato
Ryan e Cast Away, consolidandosi come uno degli
attori più affermati e ammirati di sempre, nella sua carriera di
quattro decenni. Con Hanks che ora si avvicina ai 70 anni, hanno
iniziato a sorgere domande su quando intende lasciarsi alle spalle
la sua professione.
Durante una recente intervista con
Variety alla premiere di New York del suo nuovo film A
Man Called Otto, a Tom Hanks è stato chiesto se avesse intenzione
di ritirarsi. L’amato attore ha messo in dubbio la prospettiva,
dicendo che non vuole ritirarsi.
“No, non ho alcun desiderio [di
andare in pensione]. Non lavoro per il bisogno di lavorare. Sono in
una posizione molto fortunata. Deve essere favoloso. Rita e io ne
parliamo sempre, e ci diciamo che ci sono solo due ragioni per
andare a lavorare: sarà bello o sarà divertente. E se non è nessuno
di questi, rimango a casa fino alle calende greche. Non ho bisogno
di fare niente.”
Tom Hanks è anche trai protagonisti di
Elvis di Baz Luhrmann, uno
dei film protagonisti della stagione dei premi, nonostante la sua
interpretazione del
Colonnello Parker non stia, per il momento, guadagnando
nomination.
Hildur Guðnadóttir,
compositrice di Joker:
Folie à Deux, rivela che ha
appena iniziato a lavorare alla musica per il prossimo film di Todd
Phillips, che, come anticipato, sarà un film musicale. Il primo
film, Joker,
diretto da Phillips, è uscito nel 2019 e presentava il classico
cattivo di Batman (interpretato da
Joaquin Phoenix) in un thriller psicologico molto
cupo. Nuovo tipo di storia di origine per DC, Joker
ha seguito il comico in difficoltà Arthur Fleck mentre discendeva
in una grave malattia mentale e alla fine diventava un criminale
omicida. Il film ha incassato 1,074 miliardi di dollari in tutto il
mondo, diventando così il film R-rated con il maggior incasso della
storia. Sebbene Joker doveva essere un film
autonomo, il successo del film ha portato all’annuncio di un sequel
nel maggio 2021. Nel giugno 2022 è stato rivelato che il film
sequel si sarebbe intitolato Joker:
Folie à Deux.
In un’intervista con
Variety,Hildur Guðnadóttir ha offerto un
aggiornamento della produzione di Joker:
Folie à Deux. La compositrice premio Oscar del
film del 2019 ha rivelato di aver appena iniziato a lavorare sul
set musicale da includere nel sequel. Sebbene sia stato confermato
che Joker:
Folie à Deux sarebbe stato un musical,
Guðnadóttir non ha rivelato se sta lavorando alla colonna sonora
classica o se è coinvolta nella scrittura dei numeri musicali del
film.
Grazie al suo lavoro con
Joker,Hildur
Guðnadóttir è stata la prima compositrice donna a
vincere un Oscar di categoria e adesso è in corsa nella
stagione dei premi in pieno svolgimento con il suo lavoro a
Tàr e Women Talking.
I dettagli della trama sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si
svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi
“elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Todd Phillips ha scritto il film e lo
dirigerà. In Joker:
Folie à Deux
Joaquin Phoenix e
Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di
Arthur Fleck e Sophie Dummond,
mentre c’è grande curiosità per quella che sarà l’Harley
Quinn di Lady Gaga. Recentemente abbiamo appreso che
anche Brendan Gleeson, Catherine Keener e
Jacob Lofland si sono uniti al cast.
Joker:
Folie à Deux uscirà il 4 ottobre 2024.
Tuttavia nonostante il successo,
Colin Farrell non ha dimenticato quello che secondo lui è stato il
punto più basso della sua carriera, ovvero l’interpretazione di
Alessandro Magno in Alexander di Oliver
Stone. L’attore irlandese ha raccontato la sua esperienza
nella realizzazione del film. In un’intervista con THR, Farrell ha
iniziato a riflettere sulla completa e totale vergogna che gli ha
portato Alexander, e sul perché ha lasciato una tale macchia nella
sua mente e nella sua carriera.
“L’aspettativa è una cosa
pericolosa. Sono successe un sacco di cose con Alexander. La cosa
più significativa sono state due o trecento persone che hanno
viaggiato per il mondo per sei mesi per raccontare questa storia e
portarla in vita, ed era una storia che Oliver Stone aveva sognato
da quando era al college, così grandiosa com’era, globale com’era,
politica com’era, elettrizzante com’era e violenta com’era ed
essenziale com’era – era davvero personale. Era davvero personale,
e lo era anche per me. Quando dico “aspettative”, mi riferisco al
fatto che avevamo tutti i nostri smoking pronti. Non sto
scherzando. C’era alcuni dei ragazzi, sì, che dicevano “Bene,
ragazzi, andiamo agli Oscar. Questa è una cosa sicura”, perché
avevamo Oliver Stone. Avevamo una storia di quella portata. Avevamo
una sceneggiatura che era davvero commovente e davvero, in un certo
senso, semplicemente brillante e così forte, e poi è venuto fuori
quel film, onestamente, e non credo di essermelo meritato. Voglio
solo essere chiaro. E potrei averlo fatto, non dico di no. Poi però
sono uscite le recensioni – eravamo a Toronto – e ricordo che mia
sorella Claudine ha detto “Oh dio”. Non sono buone’. E Danica, che
è qui oggi, disse “Non va davvero bene”. Mentre chiedo “Cosa vuoi
dire, non va bene”. vado su Rotten Tomatoes. Le recensioni erano
una pioggia di Alexander il noioso, e ho pensato ‘Cosa posso fare?’
Mi sono vergognata così tanto”.
Paradossalmente, dopo il film
peggiore della sua carriera, Colin Farrell ha avuto modo di
partecipare a The New World di Terrence Malick che è uno dei
migliori della sua carriera, e quindi, per quanto deludente e
umiliante, l’accoglienza riservata ad Alexander è stato un picco
negativo che ha trovato subito la strada per la risalita. E addesso
Colin corre verso gli Oscar.