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Margot Robbie punta al ruolo di protagonista nell’adattamento di Olivia Wilde su AVENGELYNE

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Di recente abbiamo saputo che era in fase di sviluppo un film live-action basato sulla serie di fumetti fantasy/horror Avengelyne di Rob Liefeld, e abbiamo alcuni interessanti aggiornamenti svelati da Deadline.

Come riportato in precedenza, il progetto sarà diretto da Olivia Wilde (Don’t Worry Darling), con la LuckyChap, la società che Margot Robbie gestisce insieme a Tom Ackerley e Josey McNamara, e Simon Kinberg, a bordo per la produzione. Ora abbiamo appreso che la Warner Bros è in trattativa per chiudere un accordo a sette cifre per i diritti cinematografici del film e che lo sceneggiatore di Poor Things Tony McNamara ha firmato la sceneggiatura.

Gli addetti ai lavori hanno anche confermato che Margot Robbie è interessata a interpretare il ruolo principale, ma sembra che la sua decisione dipenderà dalla sceneggiatura.  Una prima versione del film era in lavorazione dal 2013, con l’ex attrice di The Mandalorian Gina Carano come protagonista.

Di cosa parla Avengelyne?

Il fumetto Avengelyne è stato creato da Liefeld e Cathy Christian ed è incentrato su un angelo caduto che combatte le forze del male. “Avengelyne ha risuonato in modo così forte con il pubblico perché la sua storia di redenzione è così simile a quella di un personaggio”, ha dichiarato Liefeld. “Un angelo caduto, condannato a redimersi servendo l’umanità, la Terra è un ambiente estraneo per lei, che deve adattarsi per salvare se stessa e l’umanità. Il suo dilemma è fonte di umorismo in mezzo al grande motore della trama che guida il suo viaggio“.

La sinossi di Deadline recita: “Avengelyne è un angelo che combatte le forze del male e spesso si trova faccia a faccia con demoni e mostri. È stata la guerriera più temuta della Casa della Guerra del Cielo, avendo fatto irruzione da sola nel Pandemonio, la fortezza esterna dell’Inferno, per affrontare il Diavolo in persona. È un angelo caduto, bandito dal Paradiso da Dio dopo essere stato ingannato e aver messo in dubbio il suo amore per gli umani. Avengelyne è stata privata di tutte le sue capacità angeliche, a parte la sua grande forza e il suo sangue che, una volta estratto dal suo corpo, può essere usato come arma o come miracolo una volta potenziato citando i versetti della Bibbia. Avengelyne usa i suoi poteri per combattere i demoni sulla terra e viene preparata per essere l’ultima speranza dell’umanità in un prossimo Armageddon“.

Olivia Wilde si è fatta conoscere come attrice prima di attirare l’attenzione con il suo debutto alla regia, il film Booksmart, un film sull’adolescenza del 2019. Ha poi diretto il discusso thriller del 2022 Don’t Worry Darling ed è prossimamente impegnata nella regia di Naughty della Universal, di cui LuckyChap è anche produttore.

Margot Robbie è nota per aver interpretato Harley Quinn in Birds of Prey e nei film della Suicide Squad, e di recente ha aumentato notevolmente il suo profilo da attrice di succeso recitando e producendo Barbie di Greta Gerwig.

X-MEN ’97: Ciclope, Jean Grey in azione contro le sentinelle nella clip

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L’episodio di questo mercoledì di X-Men ’97 dà il via a un finale in tre parti intitolato “La tolleranza è l’estinzione“. Con Bastion deciso a porre fine all’umanità mutante e un esercito di “Prime Sentinelle” a disposizione, gli eroi sembrano destinati ad affrontare la loro sfida più difficile.

Abbiamo una lunga lista di domande senza risposta in queste puntate, tra cui il ruolo che Magneto giocherà nel processo ora che è in mano a Bastion e se il viaggio nel tempo sarà usato per annullare il genocidio che ha avuto luogo su Genosha (e che ha portato alla morte di Gambit).

Grazie a Toonado.com, abbiamo una nuova clip dell’episodio 8 che vede Ciclope, Jean Grey e Cable in fuga da un esercito di Sentinelle e che si legano come solo questi mutanti sanno fare.

Jean non è tecnicamente la madre di Nathan, ovviamente, ma il suo clone (Madelyne Pryor) sì. Questo sneak peek ricco di azione dimostra che non si scherza con i Summers (come dice Scott), e speriamo che Cable diventi un membro permanente degli X-Men dopo il suo ritorno a sorpresa/origine in questo revival.

C’era la possibilità, credo, di mantenere la promessa degli X-Men“, ha detto in precedenza il responsabile Marvel Studios per la TV, lo streaming e l’animazione Brad Winderbaum a proposito del seguito di X-Men: The Animated Series. “Gli X-Men sono una storia di personaggi che vivono in un mondo complicato come il nostro. E dal punto di vista tematico, raccontare una storia degli X-Men significa onorare questo aspetto, secondo me“.

C’era qualcosa in quella serie originale su Fox Kids dopo la scuola che sembrava incontrare il pubblico dove si trovava. Non era una serie per bambini che ti parlava male, era una serie per bambini che ti onorava come essere umano e onorava il modo in cui vedevi il mondo fuori dalla tua finestra e ti faceva sapere che anche altre persone lo vedevano“, ha aggiunto. “Anche se sei un bambino che sta ancora trovando la sua voce, non sei solo. E se c’è una cosa che il nuovo show può far rivivere, spero sia proprio questa“. Di seguito la clip:

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Cosa c’è da sapere su X-Men ’97?

La nuovissima serie X-Men ’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato.

Il cast delle voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).

Deadpool & Wolverine, dalle foto promozionali un nuovo look di Logan e strane varianti di Wade Wilson

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Deadpool & Wolverine si sta avvicinando rapidamente e le nuove immagini promozionali del film mettono in primo piano il Merc with the Mouth e le sue strampalate varianti. Abbiamo scatti in alta risoluzione di Kidpool, Babypool, Dogpool e Headpool (che si dice sia la testa mozzata dell’Arma XI di X-Men Origins: Wolverine). Nessuno di loro è stato mostrato nei trailer del film, il che suggerisce che il piano prevede che le varianti siano per lo più tenute nascoste.

C’è anche un grande scatto di Hugh Jackman vestito da Wolverine e molti pezzi accattivanti con i “migliori Bubs” del MCU che assumono pose diverse insieme. Sebbene abbiamo visto molte varianti di Wade Wilson, è probabile che i camei più importanti del film siano tenuti nascosti fino alla fine del film. Un attore che possiamo apparentemente dimenticare di vedere in Deadpool & Wolverine è la star di X2: X-Men United Brian Cox. Alla domanda di The Starting Line se è previsto che riprenda il suo ruolo del malvagio William Stryker, l’attore ha risposto: “Non ne ho sentito parlare“.

E ha aggiunto: “No, voglio dire, ho fatto Stryker, e poi l’hanno rifatto in Australia, e il mio amico Danny Huston ha interpretato Stryker. Danny è un mio vecchio amico, quindi non mi sento… ma continuavo a pensare perché non me l’hanno chiesto. Quando queste cose finiscono, tendo a lasciarle andare. Non mi soffermo su nulla. Voglio dire, se vogliono farlo con l’altra parte sono affari loro“.

Date un’occhiata alle ultime immagini promozionali di Deadpool e Wolverine negli X post qui sotto.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Il Regno del Pianeta delle Scimmie: epiche scene inedite nel final trailer

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Il Regno del Pianeta delle Scimmie, l’ultimo capitolo del franchise rilanciato del Pianeta delle Scimmie, arriverà nelle sale tra dieci giorni esatti e la 20th Century Studios ha rilasciato un po’ di nuovo materiale promozionale, tra cui un trailer finale ricco di azione e di nuove riprese.

Il teaser ci dice qualcosa di più sulla nuova scimmia protagonista, Noa, e ci rivela perché ha una vendetta contro il tirannico Proximo Caesar. Sentiamo anche parlare Mae, e sembra che la ragazza umana sia pienamente consapevole che il mondo apparteneva al suo popolo prima della rivolta delle scimmie.

Questo significa che KOTPOTA chiuderà il cerchio degli eventi? È possibile, ma potremmo vedere almeno un altro film prima che le cose inizino a collegarsi al Pianeta delle scimmie originale. Guardate il nuovo trailer di Il Regno del Pianeta delle Scimmie, insieme  a due featurette di seguito:

Tutto quello che sappiamo su Il Regno del Pianeta delle Scimmie

La sinossi ufficiale di Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Kingdom of the Planet of the Apes) riporta: “Alcuni gruppi di scimmie non hanno mai sentito parlare di Cesare, mentre altri hanno distorto il suo insegnamento per costruire imperi fiorenti. In questo scenario, un leader delle scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la libertà. Una giovane donna umana, intanto, diventa la chiave per la ricerca di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti suoi.”

Il regista Wes Ball dà nuova vita all’epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani.

Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto da Wes Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da Owen Teague (It), Freya Allan (The Witcher), Kevin Durand (Locke & Key), Peter Macon (Shameless) e William H. Macy (Fargo). La sceneggiatura è di Josh Friedman (La guerra dei mondi), Rick Jaffa & Amanda Silver (Avatar: La Via dell’Acqua) e Patrick Aison (Prey), basata sui personaggi creati da Rick Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto da Wes Ball, Joe Hartwick Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa, Amanda Silver e Jason Reed (Mulan), mentre Peter Chernin (trilogia de Il Pianeta delle Scimmie) e Jenno Topping (Le Mans ’66 – La grande sfida) sono i produttori esecutivi. Il film è atteso in sala il 10 maggio.

Captain America: Brave New World, le foto promozionali svelano finalmente l’Hulk rosso di Harrison Ford

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Già da un po’ di tempo avevamo intuito che in Captain America: Brave New World avrebbe visto il debutto di Hulk Rosso nel MCU già da un po’, ma di recente ne abbiamo avuto la conferma grazie ad alcuni giocattoli Happy Meal di McDonald’s!

Non è il modo ideale per dare una prima occhiata al mostro rosso, ma i peluche non erano esattamente dettagliati. Ora, grazie ad alcune nuove immagini promozionali, possiamo finalmente dare un’occhiata al design del personaggio.

L’immagine non è delle più chiare, ma ci dà comunque un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarci dalla versione di Brave New World del trasformato Presidente Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison Ford). E no, non sembra che si farà ricrescere i baffi quando si trasformerà!

 

Un paio di settimane fa sono state diffuse le prime foto ufficiali del film, che mostrano Anthony Mackie nei panni del redivivo Sam Wilson, dotato dell’iconico scudo di vibranio di Steve Rogers, e la nostra nuova Sentinella della Libertà che incontra Ross, il quale incaricherà Wilson di riformare i Vendicatori.

Nel filmato proiettato al CinemaCon all’inizio di questo mese, Ross accoglie Wilson alla Casa Bianca per lodarlo per il suo passato eroismo, ma il caos si scatena quando la musica attiva alcuni assassini agenti dormienti, tra cui Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di eliminare il Presidente.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Addio alla Terra: recensione del k-drama di Netflix

Addio alla Terra: recensione del k-drama di Netflix

Immagina di svegliarti un giorno e scoprire che tutto ciò che conosci e ami è destinato a scomparire per sempre. La tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici e persino la tua stessa vita. Cosa faresti se ti restassero solo 200 giorni su questa Terra?

È su questo interrogativo che si basa la tragica storia di Addio alla Terra (titolo originale 종말의 바보), il nuovo emozionante k-drama distopico di Netflix con protagonisti gli attori Ahn Eun-jin (Hospital Playlist, My Dearest, The Good Bad Mother) e Yoo Ah-in (Burning, Hellbound, Alive). Diretta da Kim Jin-min (Extracurricular, My Name) e scritta da Jeong Seong-joo (Secret Affair, Heard It Through the Grapevine), la serie è ispirata al romanzo The Fool At the End of the World (Shūmatsu no Fūru) di Kōtarō Isaka, autore giapponese già noto al pubblico italiano per l’opera I sette killer dello Shinkansen da cui è stato tratto l’adrenalinico thriller di David Leitch, Bullet Train.

La serie, composta da 12 episodi di circa un’ora ciascuno, è disponibile su Netflix da venerdì 26 aprile 2024.

Addio alla Terra – Foto di Netflix

“Oggi, domani e ogni giorno, aspettiamo la fine. Insieme.”

È la primavera del 2025 quando la pacifica città di Woongcheon, in Corea del Sud, si ritrova improvvisamente sconvolta da caos e illegalità. La spaventosa notizia di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, che minaccia di devastare gran parte dell’Asia, inclusa la penisola coreana, getta la città nel panico ed entra in vigore la legge marziale. Le scorte di cibo e medicine diminuiscono, scoppiano guerre civili, i detenuti fuggono dalle prigioni, i bambini vengono rapiti sempre più frequentemente dai trafficanti di esseri umani e alcune sette religiose prendono il sopravvento.

In questo sfondo apocalittico, a soli 200 giorni dalla fine, quattro amici d’infanzia – la coraggiosa insegnante Se-kyung (Ahn Eun-jin), il giovane prete Sung-jae (Jeon Seong-woo), la ex comandante In-a (Kim Yoon-hye) e il brillante scienziato Ha Yun-sang (Yoo Ah-in) – lottano per proteggere il proprio quartiere e gli ultimi bambini rimasti dall’oscurità dei criminali.

Mentre il conto alla rovescia verso la fine del mondo prosegue implacabile, i cittadini di Woongcheon si sforzano di affrontare l’inevitabile con coraggio e determinazione, confrontandosi con i loro rimpianti e con il futuro che è stato loro negato.

Addio alla Terra – In foto l’attrice Ahn Eun-jin nei panni di Jin Se-kyung.

“Un posto senza speranza è l’inferno”

Addio alla Terra catapulta il pubblico nella ormai disastrata e sofferente cittadina di Woongcheon con una precisa premessa: “Questa storia mostra gli ultimi giorni della gente della nostra città”. Ed è esattamente ciò che accade: episodio dopo episodio, infatti, la narrazione intreccia le vite dei personaggi, principali e secondari, per raccontare tutta la rabbia, l’odio, il dolore e la profonda depressione dei loro ultimi giorni sulla Terra. Tra adorabili fugaci momenti di felicità e dolorosi avvenimenti, il regista Kim Jin-min tenta quindi di catturare su schermo come reagirebbe l’umanità innanzi alla fine, e lo fa attraverso gli sguardi di differenti generazioni: dalla fievole speranza dei bambini destinati a non vedere mai la luce del mondo e quelli che non avranno mai la possibilità di diventare grandi, fino alla forte disperazione degli adulti e la solitudine degli anziani.

I tre moschettieri + 1

Tra tutti i personaggi, quello di Se-kyung emerge senza dubbio come il più complesso e interessante della serie. Se-kyung si distingue fin dal primo episodio come una vera e propria “eroina alle prime armi”. È, infatti, la prima a combattere con coraggio e a rischiare la propria vita per rivendicare i bambini perduti (per cui i sensi di colpa non la lasciano riposare) e proteggere gli ultimi rimasti. In un mondo in cui la catastrofe imminente ha spazzato via ogni certezza, Se-kyung trova nel suo impegno per i bambini una ragione per andare avanti, una fiamma di speranza che la spinge ad affrontare il pericolo con dedizione.

Addio alla Terra – In foto l’attrice Kim Yoon-hye nel ruolo di Kang In-a.

Ma nonostante le nobili intenzioni e la grande forza morale che guidano il personaggio di Se-kyung, la sua figura non riesce del tutto a risultare convincente. Nel corso degli eventi, infatti, sembra che il suo personaggio si annulli progressivamente, con la sua unica funzione narrativa che appare sempre più limitata alla sola necessità di assicurare che il sacrificio dei bambini perduti non sia vano. Così, l’evoluzione e la profondità emotiva di Se-kyung vengono sacrificate a vantaggio di un ritratto più “eroico”, ma meno plausibile.

Il vortice di vendetta, confusione e irrazionalità che segue Se-kyung travolge ingiustamente anche il personaggio di Yoo Ah-in. Yun-sang decide di tornare a casa per condividere gli ultimi istanti sulla Terra con Se-kyung, ma il suo ritorno sembra non avere un impatto significativo sul corso degli eventi e sul destino dei protagonisti. Fin dai primi istanti del suo ritorno, il suo personaggio sembra relegato all’ombra di Se-kyung. Yun-sang appare al pubblico come un protagonista passivo, il cui ruolo pare definirsi principalmente dalla sua dipendenza emotiva.

Addio alla Terra – In foto l’attore Jeon Seong-woo nel ruolo di Woo Sung-jae.

Diversa è invece la situazione per i personaggi di Jeon Seong-woo e Kim Yoon-hye: pur avendo ruoli minori, il giovane prete Sung-jae e l’ex comandante In-a (che acquisisce un valore aggiunto anche per il suo riferimento alla comunità LGBTQ+, un aspetto tutt’altro che comune nella serialità sudcoreana) mostrano un’evoluzione significativa nel corso della storia, riuscendo a creare un forte legame emotivo con il pubblico. Infatti, mentre il rispettoso e gentile Sung-jae, deluso dalle istituzioni ecclesiastiche, decide di rinunciare ai suoi voti per vivere gli ultimi giorni come un fedele laico; In-a, dopo una vita dedicata a proteggere gli altri, trova il coraggio di congedarsi, liberandosi del peso delle sue responsabilità e mettendosi in viaggio per riscoprire se stessa.

Non è tutta colpa di Yoo Ah-in!

Sarà davvero una sfida impossibile per l’opera di Kim Jin-min guadagnarsi un posto nell’ambita Top10 di Netflix. Al di là del significativo sabotaggio ricevuto in patria a causa della partecipazione dell’attore Yoo Ah-in, indagato lo scorso anno per uso di droghe (e si sa quanto può essere severa e impietosa l’opinione pubblica sudcoreana), Addio alla Terra fatica a imporsi come un adattamento degno dell’opera di Isaka.

Nonostante il superamento del ritmo troppo lento e ripetitivo dei primi episodi, infatti, il pubblico non riesce mai a sentirsi completamente coinvolto dalla narrazione. Sebbene l’intento registico di Kim Jin-min e Jeong Seong-joo sia lodevole nel creare un mondo distopico il più autentico e realistico possibile, rinunciando del tutto al fantasy (che invece caratterizza i celebri k-thriller apocalittici quali Sweet HomeHellbound), Addio alla Terra finisce per accontentarsi di una trama piatta e depotenzializzata che, oltre a compromettere la capacità dell’opera di mantenere viva l’attenzione e l’interesse nel corso della visione, non riesce a trasmettere appieno l’emozione e l’impatto che ci si aspetterebbe dallo scenario apocalittico dell’opera di Isaka.

Chris Hemsworth: per l’attore il personaggio è diventato “la parodia di se stesso” in Thor: Love and Thunder

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Thor: Love and Thunder ha ricevuto un’accoglienza contrastante da parte dei fan. Il sequel del MCU ha esteso ulteriormente il tono stravagante e comico di Thor: Ragnarok. Tuttavia, in una recente intervista, l’attore Chris Hemsworth ha espresso un certo rammarico per questa direzione del film e ha parlato di dove ritiene che il progetto sia andato storto.

Chris Hemsworth dice di “non aver fatto centro” con Thor: Love and Thunder

Dopo la crescita del personaggio di Thor in Thor: Ragnarok, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Thor: Love and Thunder ha portato il viaggio del personaggio in una direzione inaspettata.

In un’intervista con Karen Valby di Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato di ciò che non ha funzionato nella sua quarta uscita da solista nei panni del Dio del Tuono. Ha espresso il suo rammarico per aver puntato maggiormente sulla commedia nel sequel. Ha spiegato: “Mi sono fatto prendere dall’improvvisazione e dalla stravaganza e sono diventato la parodia di me stesso. Non sono riuscito ad atterrare”.

All’inizio dell’intervista, Chris Hemsworth ha descritto i motivi della sua frustrazione nel ruolo di Thor. Ha dichiarato che gli altri Vendicatori avevano archi caratteriali migliori, mentre lui come Thor si sentiva solo “una guardia di sicurezza per la squadra“. Poi, Thor: Ragnarok ha modificato il personaggio. Ha permesso a Chris Hemsworth di utilizzare le sue doti comiche naturali per la parte.

Ma dopo l’arco di tre film in Thor: Ragnarok, Infinity War e Endgame, il personaggio è diventato quasi completamente comico in Love and Thunder. La combinazione con gli archi narrativi più seri di Jane Foster e Gorr il Macellaio ha prodotto risultati contrastanti per i fan delle precedenti apparizioni di Thor nel MCU.

L’accoglienza critica e commerciale di Thor: Love and Thunder non è stata così eccezionale come quella dei precedenti tre film di Chris Hemsworth nel MCU. Dopo l’uscita del film, Hemsworth ha parlato con Josh Horowitz per l’Happy Sad Confused Podcast e ha detto che secondo lui Thor ha bisogno di un drastico cambio di tonalità per il futuro.

Bring Her Back sarà il prossimo film horror dei registi di Talk to Me

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A24 collaborerà nuovamente con Danny e Michael Philippou di Talk to Me per un nuovo film horror con Sally Hawkins intitolato Bring Her Back.

Dopo il successo della loro unione per il film horror del 2023 Talk to Me, A24 e i coniugi Philippous hanno deciso di riunirsi per altri progetti, soprattutto se si considera che Talk to Me è stato il titolo horror di A24 che ha ottenuto il miglior risultato sul mercato nazionale.

Bring Her Back riunirà A24 e i Philippou

Sally Hawkins non è estranea al cinema di genere, avendo recitato in La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro e Godzilla: King of the Monsters di Michael Dougherty. È nota soprattutto per i ruoli drammatici in film come Spencer, Submarine, Un’educazione, Happy-Go-Lucky.

La trama di Bring Her Back è attualmente sconosciuta, ma il film si aggiunge ai progetti che i Philippous stanno già sviluppando, con un sequel di Talk to Me e un progetto di documentario ispirato al loro viaggio nel mondo del deathmatch wrestling underground internazionale.

Talk to Me è stato uno dei film horror più apprezzati del 2023, con un’interpretazione di spicco della protagonista Sophie Wilde. Il film ha consacrato il duo di registi australiani Philippous come una nuova ed entusiasmante voce del genere. Samantha Jennings e Kristina Ceyton della Causeway Films produrranno Bring Her Back. L’inizio della produzione è previsto per l’estate del 2024.

The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

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The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

Per quanto il cinema possa essere un’arte in grado di produrre opere complesse e intricate, talvolta ciò che il pubblico cerca è una semplice e rassicurante storia a lieto fine. Film come The idea of you sono perfetti per i momenti in cui serve una commedia romantica per evadere, anche solo per un po’, dalla realtà. Tratto dall’omonimo romanzo dell’attrice e scrittrice Robinne Lee (Sette anime), The idea of you presenta un cast di figure già ben affermate nel panorama cinematografico internazionale. Anne Hathaway (Oscar come miglior attrice non protagonista per Les Misérables) interpreta qui la protagonista Solène, mentre l’attore Nicholas Galitzine (Bottoms) è nel ruolo di Hayes.

The idea of you: l’amore ai tempi del Coachella

Solène è una madre divorziata, proprietaria di una piccola galleria d’arte contemporanea; all’alba dei suoi quarant’anni vive per la figlia Iz, facendo una vita tranquilla senza eccessi. Per un caso del destino si ritrova ad accompagnare la figlia al Coachella, e qui incontra Hayes, pop star poco più che ventenne. Tra i due si crea immediatamente un legame, scatta un improbabile colpo di fulmine. Per quanto Solène tema i suoi sentimenti per Hayes, e soprattutto i giudizi che deriverebbero da una loro relazione, i due sembrano perennemente attratti. Ma vivere sotto il continuo giudizio altrui non è facile: semplicemente alcune volte l’amore non è abbastanza, serve anche il giusto tempismo.

The Idea of You film 2024Un amore senza età

Fin dalla trama diviene chiaro al pubblico che The idea of you non è certamente una pellicola di alto spessore come tematiche trattate. Ciò però non significa che non raggiunga il suo principale scopo di intrattenere il pubblico. La commedia in sé si mantiene molto leggera, senza però cadere nella banalità.

Le rom-com tendono a raccontare prevalentemente storie d’amore tra teenager o giovani: ciò può essere ricollegabile ad un preconcetto sociale per cui la passione e l’innamoramento sono ricollegabili più alla gioventù. L’originalità in The idea of you sta proprio nel focus sull’età dei due personaggi: Solène ha appena compiuto quarant’anni, ha una figlia adolescente e un matrimonio alle spalle, mentre Hayes è nel pieno dei suoi vent’anni, con tanto successo davanti a sé. Per quanto tra i due ci possa essere un amore potente, la differenza d’età finisce per essere un problema.

Solène si mostra fin da subito in tutta la sua maturità: non riesce a fidarsi di Hayes e cerca di chiarire dalla prima uscita il loro rapporto. Il peso delle responsabilità verso sua figlia e gli altri sembra fermarla, finché non trova la forza di abbandonarsi totalmente a questa folle passione.

Il temibile giudizio dei social

Ogni essere umano in una comunità tende a conformarsi alle leggi sociali qui stabilite, temendo il giudizio altrui e una forma di esclusione dal gruppo. Questo fattore viene enormemente amplificato dai social: questi diventano una sorta di patibolo per tutti i martiri giudicati e condannati aspramente dalle figure già ben note come haters.

In The idea of you questo finisce per essere un elemento di rottura: il giudizio altrui. La paura di essere giudicata negativamente da amiche, familiari e dalla stessa figlia ferma Solène dal rendere pubblica la sua relazione con Hayes. Nel momento però in cui la notizia diviene pubblica gli attacchi sui social e sui magazine diventano continui e asfissianti, per Solène come anche per Iz.

La realtà presentata sembra sempre falsa, superficiale: per coloro che vivono sotto i riflettori è difficile essere visti per loro stessi, o anche solo poter essere loro stessi. Lo stesso Hayes sottolinea come lui non riesca a fidarsi facilmente delle persone.

E così viene da sé bollare le celebrità per ciò che sembrano al feroce pubblico dei social: Solène non era più una donna con un passato difficile ed un nuovo amore davanti a sé, ma solo una signora troppo matura, troppo avanti con l’età per poter stare con Hayes. Le critiche e gli insulti cechi diventano continui, solo perché Solène non corrisponde all’ideale della ragazza adatta ad una giovane pop star.

The idea of you si presenta come una classica commedia romantica, con un punto di vista originale. Pur rispettando queste aspettative, la pellicola non ha niente di più: con alcune mancanze dal punto di vista tecnico, quali l’utilizzo quasi casuale in poche scene dello split screen, The idea of you non è certamente un capolavoro di cinematografia. Ciononostante incanta un pubblico alla ricerca di una bella storia d’amore, così coinvolgente nella sua semplicità.

Senna: il teaser trailer della miniserie Netflix

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Senna: il teaser trailer della miniserie Netflix

Netflix ha diffuso il primo teaser di Senna, la miniserie in 6 episodi sul campione di Formula 1 e leggenda dello sport, Ayrton Senna, in arrivo solo sulla piattaforma nel 2024. Attraverso la storica telecronaca di Galvão Bueno e il grido di vittoria di Senna a Interlagos nel 1991, le primissime immagini di Senna ricreano il momento epico in cui il pilota vinse per la prima volta il Gran Premio di casa, dopo essere rimasto bloccato in sesta marcia.

Il teaser, disponibile da oggi, racconta i pensieri e le esperienze che hanno portato Ayrton, interpretato da Gabriel Leone, a quel punto della sua carriera e rivela anche alcuni personaggi iconici che hanno fatto parte della sua vita quell’anno, tra cui Xuxa (Pâmela Tomé), Alain Prost (Matt Mella), il team principal della McLaren, Ron Dennis (Patrick Kennedy), e Galvão Bueno (Gabriel Louchard).

Senna, cosa racconta la miniserie Netflix

Nel corso dei sei episodi, Senna mostrerà, per la prima volta, il viaggio di trionfi, delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelando la sua personalità e le sue relazioni personali. La serie racconterà la storia del tre volte campione del mondo di Formula 1 dall’inizio della carriera automobilistica, dal trasferimento in Inghilterra per competere nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, in Italia, durante il Gran Premio di San Marino.

Con Vicente Amorim come showrunner e co-regista, insieme a Julia Rezende, Senna è prodotto da Gullane e creato in collaborazione con Senna Brands e la famiglia del pilota. L’emozionante storia di uno dei più grandi eroi dello sport di tutti i tempi vede protagonisti anche Alice Wegmann (Lilian Vasconcelos, la prima moglie di Ayrton), Camila Márdila (Vivianne Senna, sua sorella), Christian Malheiros (Maurinho, il suo amico), Gabriel Louchard (Galvão Bueno), Hugo Bonemer (Nelson Piquet), Julia Foti (Adriane Galisteu), Marco Ricca (“Maurão” Senna, suo padre) e Susana Ribeiro (Zaza Senna, sua madre), oltre a un cast internazionale: Matt Mella (Alain Prost) , Kaya Scodelario (una giornalista immaginaria, Laura), Arnaud Viard (Jean-Marie Balestre), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Joe Hurst (Keith Sutton), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Keisuke Hoashi (Osamu Goto), Leon Ockenden (James Hunt), Richard Clothier (Peter Warr), Steven Mackintosh (Frank Williams) e Tom Mannion (Sid Watkins), tra gli altri.

SENNA

  • Produttori: Fabiano Gullane e Caio Gullane
  • Capo Sceneggiatore: Gustavo Bragança
  • Scritto da: Álvaro Campos, Gustavo Bragança, Rafael Spínola, Thais Falcão e Álvaro Mamute
  • Registi: Vicente Amorim e Júlia Rezende
  • Regista: Vicente Amorim
  • Showrunner: Vicente Amorim

C’era una volta in America: dal cast alle location, 10 cose da sapere sul film

Tra i film più celebri della filmografia di Sergio Leone, e dell’intera storia del cinema, vi è C’era una volta in America (qui la recensione), gangster movie dai toni epici che ha consacrato Leone come uno dei massimi autori del cinema mondiale. Malgrado lo scarso successo di pubblico alla sua uscita, con il passare degli anni il film è stato definito unanimemente come uno dei più belli di sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film preferiti di pubblico e di critica.

Ecco 10 cose che forse non sai su C’era una volta in America.

La trama di C’era una volta in America

La vicende del film si svolgono nell’arco di quarant’anni, e seguono le drammatiche vicissitudini del criminale David “Noodles” Aaronson e dei suoi amici, dal loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all’ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo.

C’era una volta in America è tratto da un libro

1. C’è un’ispirazione letteraria dietro il film. C’era una volta in America è tratto dal romanzo The Hoods, pubblicato dallo scrittore Harry Grey nel 1952. Il romanzo è basato sulle esperienze dello stesso Grey, criminale nei primi decenni del Novecento e la sua fu una delle poche autobiografie di un gangster mai pubblicate. Leone, da tempo desideroso di realizzare un gangster movie, rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la trama che andava cercando ormai da un decennio.

 

C’era una volta in America: il cast del film

2. Ha un cast di grandi attori e giovani debuttanti. Avendo a disposizione un budget piuttosto elevato, Leone si avvalse di un cast misto, composto da grandi stelle internazionali e da attori debuttanti. Protagonista del film è Robert De Niro, nel ruolo di David Aaronson, a cui si affianca l’attore James Woods nel ruolo di Maximilian Bercovicz. Tra gli attori che conobbero la celebrità con il film si annoverano invece Tuesday Weld, Elizabeth McGovern e Jennifer Connelly. Al film partecipò anche l’attore Joe Pesci in un piccolo ruolo.

3. Pesci si era proprosto per un ruolo più importante. L’attore Joe Pesci, molto amico di De Niro, si era proposto per il ruolo di Maximilian Bercovicz, ma Leone non lo ritenne adatto per la parte. Gli propose così di scegliere un qualsiasi altro personaggio e Pesci scelse così la parte di Frankie, originariamente più ampia nella sceneggiatura e drasticamente ridimensionata nella versione finale del film.

4. Jennifer Connelly divenne celebre grazie al film. Jennifer Connelly, all’epoca giovanissima, fu notata da un addetto al casting di un altro film, il quale sapeva che il regista italiano stava cercando una ragazza da far danzare davanti alle cineprese. Dopo aver visto la Connelly ballare decise dunque di proporla a Leone, che la scritturò immediatamente, avviandola alla carriera cinematografica. Connelly è oggi una delle più apprezzate attrici della sua generazione ed è anche una vincitrice di premio Oscar.

5. De Niro cercò di incontrare un vero boss della malavita. Come suo solito, Robert De Niro cercò di prepararsi e approfondire quanto più possibile il suo personaggio. Per farlo, tra le altre cose, chiese ripetutamente di poter incontrare il boss della malavita Meyer Lansky, ma non ottenne mai una risposta positiva e non ebbe dunque modo di conoscerlo. La sua intenzione era quella di poter avere da lui qualche dettagli sulla sua vita, sui suoi modi di fare, traendo così ispirazione per il carattere del suo personaggio.

C'era una volta in America cast
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le location del film, dagli USA all’Italia

6. Il film è stato girato in diverse parti del mondo. Per le riprese del film, Leone scelse il quartiere Brooklyn di New York, spostandosi poi anche in New Jersey per poi andare in Florida, con alcune riprese effettuate sulla St. Pete Beach del Don Cesar Hotel. Le scene nell’immaginario cimitero di Riverdale sono invece state girate nel Woodlawn Cemetery nel Bronx. Si annoverano poi diverse location europee: in Francia a Parigi si è svolta la scena in cui Noodles assiste alla partenza di Deborah in treno, mentra in Italia sono state girate molte scene (soprattutto quelle ambientate negli anni venti e trenta) nei set di Cinecittà, a Roma, ma anche al Lido di Venezia per la scena della cena al ristorante di Noodles e Deborah all’hotel Excelsior.

C’era una volta in America: la colonna sonora del film

7. La colonna sonora fu affidata ad Ennio Morricone. Leone non ebbe mai dubbi su chi ingaggiare per realizzare la colonna sonora del film, affidando tale ruolo ad Ennio Morricone, suo collaboratore di lunga data. La musica del film fu commissionata con così largo anticipo che veniva ascoltata, seppur non nella versione orchestrata, sul set durante le riprese. Oggi, questa è considerata tra i massimi capolavori di Morricone. Il film contiene però anche brani composti da altri, come Yesterday di Paul McCartney o un brano dalla celeberrima sinfonia dell’opera La gazza ladra di Gioachino Rossini.

 

C’era una volta in America non è stato candidato agli Oscar

8. Non ha ricevuto nessuna nomination al celebre premio. Nonostante sia ricordato come uno dei maggiori capolavori della storia del cinema, C’era una volta in America non ricevette nessuna candidatura ai premi Oscar. Il film aveva ricevuto diverse nomination ai premi BAFTA e le candidature per la Miglior regia e la Miglior colonna sonora ai Golden Globe, lasciando immaginare che in tali categorie il film potesse essere nominato anche agli Oscar, ma così non fù. Questa “mancanza” nulla toglie però al valore insindacabile del film.

C'era una volta in America Jennifer Connelly
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le versioni del film

9. Esistono tre versioni del film. Versione cinematografica da 139 minuti, Versione internazionale dal 229 minuti e Versione extended director’s cut da 251 minuti: sono queste le copie esistenti del film. La prima lo vede privato di moltissime scene e caratterizzato da un montaggio che segue l’ordine cronologico degli eventi. La seconda, distribuita in tutto il mondo tranne che negli Stati Uniti, è universalmente riconosciuta come la vera versione, ovvero maggiormente aderente al progetto originario di Leone. Infine, nel 2012, è stata presentata la extended director’s cut, che include scene precedentemente tagliate.

C’era una volta in America: la spiegazione della Teoria del Sogno

10. Leone ha detto la sua sulla celebre Teoria del Sogno. Il film inizia e finisce con la stessa scena del 1933, con Noodles che si nasconde in una fumeria d’oppio. Per questo motivo, alcuni interpretano la storia come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Gli oppositori di questa teoria citano però il fatto che la sequenza del 1968 include vari anacronismi: la musica dei Beatles, la televisione, e riferimenti alla guerra del Vietnam, gli hippy nella stazione che discutono su Jimi Hendrix, che ovviamente non esistevano nel 1933 e quindi Noodles non sarebbe stato in grado di sognarli.

I sostenitori affermano che varie scene avvalorano la teoria del sogno: per esempio il telefono che squilla ossessivamente nella mente di Noodles è il sintomo di una allucinazione ossessiva provocata dall’oppio ed egli viene immediatamente soccorso da un inserviente della fumeria che gli passa nuovamente la pipa facendolo immergere nuovamente nella storia. Alla fine del film, il sorriso di Noodles viene interpretato come il sollievo, nell’accorgersi di aver solo sognato, anche se Noodles sorride poco, dopo aver iniziato a fumare oppio. Lo stesso Leone affermò che secondo la sua visione del racconto Noodles, grazie all’oppio, ha effettivamente una visione del suo futuro.

C'era una volta in America colonna sonora
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le frasi più belle del film

Il film è divenuto celebre anche per le sue numerose frasi entrate nella storia del cinema, che sanno racchiudere il senso e l’atmosfera del film e dei suoi personaggi. Ecco alcune delle frasi più belle.

Nessuno t’amerà mai come ti ho amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora pensavo a te e mi dicevo: “Deborah esiste, è là fuori, esiste!”. E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me? (Noodles)

Il tempo non può scalfire. (Noodles)

A me piace da matti la puzza della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira anche di più. (Noodles)

Ho rubato la tua vita e l’ho vissuta al tuo posto. T’ho preso tutto. Ho preso i tuoi soldi, la tua donna, ti ho lasciato solo 35 anni di rimorso. Per la mia morte. Rimorso sprecato. (Max)

Noodles, ci rimangono solo dei bei ricordi e se adesso uscirai da quella porta nemmeno quelli ti rimarranno. (Deborah)

Noodles, cos’hai fatto in tutti questi anni? – Sono andato a letto presto. (Fat Moe e Noodles)

Il trailer di C’era una volta in America e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di C’era una volta in America grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Tra due mondi: la storia vera dietro il film

Tra due mondi: la storia vera dietro il film

Emmanuel Carrère è generalmente noto come scrittore, autore di celebri romanzi quali L’avversario e Limonov. Tuttavia, non tutti sanno che il suo primo lavoro è stato come critico cinematografico. La passione per il cinema si è poi ripresentata nel tempo, portandolo a realizzare come regista tre lungometraggi. Il suo ultimo, risalente al 2021, è Tra due mondi, presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs del 74º Festival di Cannes e incentrato su un noto romanzo-inchiesta della scrittrice e giornalista Florence Aubenas. In esso si racconta la vita degli “invisibili”, di coloro che svolgono lavori umilissimi e vivono alla giornata.

Dopo molti anni di trattative tra varie case di produzione e Florence Aubenas, quest’ultima ha finalmente accettato, nel 2015, che fosse Emmanuel Carrère – scrittore e regista – a adattare il suo libro al cinema. Carrère, la cui maggior parte delle opere è incentrate sulla riflessione su sé stessi e sul nesso fra illusioni e realtà, è infatti risultato essere il regista giusto per trasporre l’indagine svolta da Aubenas sul grande schermo. Ha così preso forma un film incentrato su un tema delicato e particolarmente importante, che permette di mostrare realtà che troppo spesso vengono ignorate, composte da persone la cui voce passa continuamente inascoltata.

È però anche un film sull’amicizia e i sinceri legami di solidarietà che possono nascere in situazioni di difficoltà, dove l’unione può realmente fare la differenza. Tra buoni sentimenti e commento sociale, è dunque questo un film da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Tra due mondi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al libro e la storia vera che racconta. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tra due mondi trama film

La trama e il cast di Tra due mondi

Protagonista del film è Marianne Winckler, una nota scrittrice che decide di iniziare a lavorare a un romanzo, che tratti il lavoro precario nella società francese. Per documentarsi sull’argomento, la donna decide di vivere lei stessa questa realtà e inizia a lavorare come “infiltrata” per alcuni mesi, come addetta alle pulizie sui traghetti che solcano la Manica. Quello che scopre va oltre il problema della precarietà, infatti le donne sono costrette a lavorare per pochi spicci in condizioni misere e ritmi massacranti, che restano invisibili agli occhi della società. Nonostante il lavoro sia umiliante, tra le sue compagne c’è una grande solidarietà, che le unisce in questa situazione delicata.

Per preservare l’aspetto documentaristico della storia di Aubenas, Carrère stabilì sin da subito che, fatta eccezione per la celebre attrice Juliette Binoche nel ruolo di Marianne Winckler, tutti gli altri interpreti del film sarebbero stati attori non professionisti. Egli costruisce dunque secondo questo principio il suo cast, a partire da Hélène Lambert nel ruolo di Christèle Thomassin, donna che sviluppa un forte legame di amicizia con Marianne. Tra gli altri ruoli di spicco si annoverano Lèa Carne nei panni di Marilou, Émily Madeleine in quello di Justine Leroy, Patricia Prieur in quello di Michèle e Évelyne Porée in quello di Nadège Porteur.

Tra due mondi cast

Il libro e la storia vera che racconta

Il film, come anticipato, è tratto dal libro Le Quai de Ouistreham, racconto autobiografico della giornalista Florence Aubenas pubblicato nel 2010. Questo è il culmine di un lavoro di indagine in cui, per sei mesi, la giornalista è stata pienamente impegnata nel vivere la vita dei più poveri, di coloro che passano da un lavoro umile all’altro, da un lavoro insicuro a uno part-time che non permette di guadagnarsi da vivere. Aubenas ha iniziato questo libro con una domanda: come definire e chiarire l’impatto della crisi economica sulla vita quotidiana delle persone più svantaggiate, che non sono state viziate dalla vita e che spesso non hanno conosciuto altro che lavoro temporaneo e disoccupazione?

L’autrice vuole capire i meccanismi dell’esclusione sociale e il vero significato della parola “crisi” per questa fetta di popolazione, e vuole darne testimonianza reale. Per diversi mesi si è dunque messa in gioco e ha indossato i panni di una donna di quarant’anni, senza formazione, senza esperienza professionale, che svolge lavori precari e che è semplicemente “invisibile” agli occhi dei più fortunati. Per far ciò sceglie Caen, una città di medie dimensioni senza particolari difficoltà, dove non ha legami, per cercare un lavoro, confrontarsi con i limiti e le incongruenze del sistema socio-economico e scoprire un sistema di agenzie di collocamento sopraffatte dalla portata delle richieste.

Uno dei numerosi lavori svolti dalla giornalista consisteva nel pulire i traghetti tra Caen-Ouistreham e Portsmouth quando attraccavano, da cui il titolo del libro. Nel corso della sua storia, l’autrice incontra persone ossessionate dalla sopravvivenza quotidiana, senza sapere cosa riserverà il domani. Ha ad esempio conosciuto le difficoltà e le umiliazioni di una donna divenuta sua amica che passa da lavori duri e poco interessanti che le permettevano a malapena di sopravvivere al doversi sacrificare per ottenere anche il più piccolo lavoro part-time ed essere costretta a non rispondere alle provocazioni. Questo ha permesso alla giornalista di tracciare bellissimi ritratti di donne, sopraffatte o trascese dalla loro condizione.

Il trailer di Tra due mondi e dove vedere il fim in streaming e in TV

È possibile fruire di Tra due mondi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Chris Hemsworth ha chiamato suo figlio con il nome di un personaggio di Brad Pitt

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L’attore Chris Hemsworth ha rivelato che uno dei suoi figli porta il nome di un amato personaggio interpretato in passato da Brad Pitt. Chris Hemsworth ha recentemente confermato che suo figlio, Tristan, prende il nome da un personaggio di Brad Pitt del 1994, Vento di passioni.

Il figlio di Chris Hemsworth si chiama come Tristan Ludlow

Tutti e tre i figli di Chris Hemsworth hanno nomi con ispirazioni significative. Tra i due gemelli, Tristan prende il nome dal personaggio del tormentato ranchero di Brad Pitt  in Vento di passioni, Tristan Ludlow.

In un’intervista con Karen Valby di Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato del prossimo film Furiosa, della sua delusione per Thor: Love and Thunder e della storia del nome di Tristan.

Ha rivelato che lui e sua moglie, Elsa Pataky, hanno scelto il nome mentre rivedevano Vento di passioni quando la Pataky era incinta dei gemelli. Parlando del personaggio di Brad Pitt, ha detto:

Non c’è mai stato un uomo più bello sullo schermo“. Inoltre, ha detto a Pataky: “Non è il personaggio più bello del mondo? Penso che uno dei nostri figli debba chiamarsi Tristan“.

D’altra parte, il secondo gemello, Sasha, sarebbe stato chiamato come uno stuntman amico della famiglia  Hemsworth. Come riporta Metro, Chris Hemsworth ha anche rivelato che la sua prima figlia, India Rose, è stata chiamata come il paese sud-asiatico in una passata intervista con l’agenzia di stampa IANS. Durante la promozione di Men in Black: International nel 2019, ha dichiarato all’agenzia: “Mia moglie ha trascorso molto tempo in India e da lì è nato il nome“.

I prossimi film con Chris Hemsworth

Chris Hemsworth dovrebbe tornare in un potenziale quinto capitolo di Thor, oltre ai due prossimi film sugli Avengers. Inoltre, nel 2024, sarà protagonista di altri due film. Il primo sarà Furiosa: A Mad Max Saga, dove interpreterà l’antagonista, il Dr. Dementus. A seguire, il film d’animazione Transformers One. In questo film, Transformers One darà voce a una versione più giovane di Optimus Prime, Orion Pax.

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Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.

Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a Small Player

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Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a Small Player di Edward Berger per Netflix. La storia segue un giocatore d’azzardo ad alto rischio che, dopo essere stato tormentato dal suo passato e dai suoi debiti, decide di restare nascosto a Macao e incontra uno spirito affine che potrebbe contenere la chiave della sua salvezza. La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno. Il film segna il primo progetto nato dalla partnership creativa di Berger e dall’accordo globale per un film first look con Netflix, tramite la sua società Nine Hours.

Rowan Joffe adatterà la sceneggiatura, basata sul romanzo di Lawrence Osborne. Mike Goodridge produrrà attraverso la sua Good Chaos insieme a Berger per Nine Hours e Matthew James Wilkin. Swinton ha recentemente lavorato alla produzione di The Room Next Door di Pedro Almodovar e prevede il lancio di The End di Joshua Oppenheimer entro la fine dell’anno.

Colin Farrell continua a lavorare tanto sia sul grande che sul piccolo schermo. E’ appena uscita su Apple TV+ la sua serie Sugar e entro la fine dell’anno, uscirà l’attesissima serie Max, The Penguin, in cui riprende il suo ruolo acclamato dalla critica nei panni del gangster più famigerato di Gotham City già visto in The Batman.

ARF! Festival festeggia la X edizione

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ARF! Festival festeggia la X edizione

Dal 24 al 26 maggio 2024, a Roma, negli spazi della Pelanda al Mattatoio e della Città dell’Altra Economia, torna ARF! Festival, la festa di chi ama, scrive, disegna, legge e respira fumetti, che celebra il traguardo della sua decima edizione.

Ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi, ARF! offre tre giorni di “Storie, Segni & Disegni”: un’immersione totale nel Fumetto nel cuore del Testaccio, quartiere-simbolo del fermento creativo della Capitale.

In questa decima edizione di ARF! sarà possibile visitare ben 9 mostre super esclusive, che vedranno la presenza di tutti gli artisti. La prima Più di 100 proiettili della superstar argentina Eduardo Risso, organizzata da ARF! e l’Instituto Cervantes di Roma con inaugurazione il 17 maggio presso la Sala Dalì di Piazza Navona. Dal 24 al 26 maggio, nei luoghi del Festival (Mattatoio + CAE), troveremo Xtraordinarie! dedicata all’Arte di Silvio Camboni; O partigiano, portami via che celebra l’intera carriera artistica di Baru; l’immaginifica I dreamed a dream di Dave McKean; Slice of Summer della giovane mangaka vietnamita Lâm Hoàng Trúc; la potenza lisergica di Hurricane e del suo Euforico Hangover (nella Self Area); il talento della fumettista e illustratrice Iris Biasio (Premio Bartoli di ARF! 2023 “Miglior promessa del Fumetto italiano”) e Avatar (dalla celebre serie USA creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko) un percorso espositivo allestito nell’Area Kids. In mostra anche i due street artist SOLO & Diamond, autori dell’opera murale (che rappresenta anche la versione variant del manifesto di ARF! 2024) realizzata a Testaccio, lo storico rione che ospita il festival, per celebrare i 10 anni di ARF!.

Come ogni anno non mancheranno gli attesissimi incontri della Sala Talk, la Job ARF!, format di successo che, attraverso colloqui di lavoro tra autrici, autori esordienti e case editrici, crea vere opportunità professionali,  l’ARFist Alley per incontrare decine di stelle del comicdom nazionale e internazionale (Rafael Albuquerque, Ivàn Brandon, Otto Schmidt, Sara Pichelli, il Collettivo Moleste e Rita Petruccioli solo per citarne alcune).
Inoltre le due aree a ingresso gratuito: la Self ARF!, un “festival nel Festival” interamente dedicato al mondo delle autoproduzioni e della microeditoria indipendente e l’ARF! Kids, l’area pensata per i giovanissimi, che si conferma come uno degli appuntamenti più attesi con i suoi laboratori creativi non-stop di qualità, gli incontri con i libri, le letture e il disegno sotto la guida dei migliori talenti dell’editoria italiana per l’infanzia.

Completano il programma le attesissime Lectio Magistralis tenute dai Maestri Vittorio Giardino e Baru, indiscutibili veterani del Fumetto italiano e franco-belga.

Nato nel 2015, in dieci anni il festival è diventato un punto di riferimento nel panorama delle manifestazioni italiane, posizionandosi efficacemente nel calendario nazionale degli eventi di settore con carattere e identità. ARF! è anche co-fondatore di RIFF • Rete Italiana Festival Fumetto, l’Associazione nazionale di categoria dell’intero comparto, di cui Stefano Piccoli (direttore di ARF!) è presidente.

La decima edizione di ARF! Festival è promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo e le partnership di ATAC, PressUp e Koh-I-Noor.

VARIANT POSTER di ARF! X realizzato dagli street artist SOLO & DIAMOND

Fallout: i 10 migliori easter eggs dei videogiochi nella serie

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Fallout: i 10 migliori easter eggs dei videogiochi nella serie

La serie di Prime Video, Fallout, è – come noto – l’adattamento dell’omonimo franchise videoludico e naturalmente non poteva non presentare al proprio interno numerosi riferimenti proprio ai vari titoli che lo compongono. Nonostante sia perfettamente fruibile anche da chi non ha mai giocato ad uno dei vari capitoli di Fallout, la serie offre a quanti invece sono avvezzi ai vari videogiochi diversi easter eggs, provenienti tanto dal Fallout del 1997 quanto anche da capitoli successivi come Fallout: New Vegas, Fallout 3 e Fallout 4. Alcuni di questi easter eggs sono solo esempi di come la serie sia rimasta fedele al gioco, mentre altri ancora hanno un certo peso ai fini della trama e del futuro della serie. Scopriamo allora i 10 easter eggs più interessanti!

La serie Fallout svela le origini del pollice in sù di Vault Boy

Fallout Vault Boy

 

Non sorprende che Vault Boy, la mascotte della Vault-Tec, appaia in Fallout. Personaggio dei cartoni animati che appare nel materiale promozionale della Vault-Tec, sui Pip Boys e sui poster e altrove, Vault Boy cattura il look retro-futuristico della serie con il suo design. Spesso visto ammiccare e fare il pollice in su, Vault Boy è fondamentale anche per l’interfaccia del videogioco. Tuttavia, la serie di Fallout si spinge un po’ più in là dei poster, offrendo agli spettatori la storia delle origini dell’iconico pollice in sù del personaggio.

Nel primo episodio della stagione 1 di Fallout, la storia si apre nel 2077. Il Cooper Howard pre-Ghoul di Walton Goggins, allora attore di Hollywood, si esibisce in trucchi di corda da cowboy alla festa di compleanno di un bambino ricco. La figlia di Cooper, Janey (Teagan Meredith), non riesce a smettere di pensare all’imminente catastrofe nucleare che si presume avverrà da un giorno all’altro. Ex soldato, Cooper spiega a Janey il trucco del pollice: se la nuvola a fungo di un’esplosione nucleare è più piccola del suo pollice, deve scappare. Se è più grande, scappare non serve a niente.

Altri flashback raccontano l’uso del pollice in su da parte di Cooper come testimonial nelle pubblicità della Vault-Tec. Il coinvolgimento dell’attore nella società malintenzionata deriva in parte dalla moglie, Barb Howard (Frances Turner), che è una dirigente della Vault-Tec. Nel corso della serie, i progettisti della produzione hanno abilmente nascosto i bobblehead di Vault Boy, un riferimento agli oggetti da collezione della serie di videogiochi. Il Vault 33 vanta persino un biliardino con le figurine dei Vault Boy.

L’episodio pilota di Fallout fa riferimento alla storia di Fallout 3

New Vegas citta fallout

La guerra. La guerra non cambia mai“, secondo l’iconica frase di apertura dei videogiochi. Sebbene questo particolare riferimento non emerge nella serie fino all’episodio 8, Fallout fa riferimento ad alcune apparenti somiglianze con le narrazioni dei giochi nell’episodio pilota. Jonathan Nolan – autore e regista dei primi episodi – è un fan dichiarato del terzo capitolo della serie e rende omaggio all’episodio che ha rilanciato la serie di giochi post-apocalittici facendo in modo che Lucy lasci il Vault per rintracciare suo padre. All’inizio, l’azione incitante sembra familiare, ma lo show si allontana drasticamente da qualsiasi vibrazione di Fallout 3 facendo di Hank un antagonista chiave nel finale della stagione 1.

LEGGI ANCHE: Fallout: la spiegazione del finale della prima stagione

Di tanto in tanto entrano in gioco altri elementi narrativi tratti dai giochi esistenti della serie. Ad esempio, il punto della trama relativo al congelamento criogenico – Hank e altri dipendenti devoti della Vault-Tec sono stati congelati nel 2077 per poter portare avanti i piani della Vault-Tec in futuro – deriva da Fallout 4. In effetti, persino l’apertura della serie con una festa di compleanno per bambini è un sottile riferimento all’apertura di Fallout 3, in cui il personaggio del giocatore festeggia il suo decimo compleanno.

La serie Fallout è ricca di elementi RPG

Fallout Lucy Ella Purnell
Ella Purnell (Lucy) in Fallout. Courtesy of Prime Video.

Una delle parti migliori di Fallout di Prime Video sono tutti i riferimenti agli elementi di gioco della serie. Invece di ignorare il fatto che sta adattando un gioco a favore di una tecnologia e di un’azione realistiche, Fallout abbraccia il suo materiale di partenza. Quando Lucy viene introdotta per la prima volta, sta esaminando le sue statistiche per il consiglio del Vault 33. Menzionando le sue abilità di riparazione, scienza e linguaggio, Lucy fa un riferimento banale alle regole S.P.E.C.I.A.L. di Fallout. Dalle sfide di hacking e dagli Stimpak al negozio di articoli vari che vanta “Salvage, Buy, Sell, or Trade” (recupero, acquisto, vendita o commercio) in riferimento al menu di azione degli oggetti di Fallout.

L’iconico Grognak il barbaro di Bethesda appare in Fallout

Fallout Grognak il Barbaro

Nel corso della prima stagione di 8 episodi, si fa anche riferimento a diversi oggetti tecnologici del mondo e a linee di media popolari. Nell’episodio 1, si vedono i bambini guardare spezzoni di Grognak il Barbaro, una serie ricorrente di cartoni animati e fumetti che appare nei giochi di Bethesda. In seguito, si vedono spezzoni di Cooper Howard giocare su un televisore marchiato Radiation King, che compare nei giochi. Il fratello di Lucy, Norm (Moisés Arias), gioca persino a Atomic Command sul suo Pip Boy, mentre sullo sfondo delle inquadrature compaiono riviste in-universe come Tesla Science Magazine e Capital Post.

Orange Colored Sky” di Nat King Cole diventa un tema chiave della serie

Ella Purnell (Lucy) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video.

Una canzone chiave della serie Fallout è “Orange Colored Sky“, eseguita da Nat King Cole e dalla Stan Kenton Orchestra. Il motivo compare nell’episodio 1 della serie di Prime Video, ma è stato utilizzato anche nelle pubblicità televisive di diversi giochi di Bethesda, tra cui Fallout: New Vegas, Fallout 4 e Fallout 76. L’utilizzo di musica degli anni ’40 e ’50 rende l’ambientazione unica e retrofuturistica.

Fallout anticipa altri personaggi e trame di gioco

Fallout Super Mutanti

Sebbene la stagione 1 non possa racchiudere ogni singolo riferimento ai videogiochi essa lascia intendere molti elementi interessanti che potrebbero concretizzarsi nella stagione 2. Ad esempio, in una scena, una barella passa davanti al dottor Wilzig. Sebbene il corpo sia coperto da un lenzuolo, un braccio floscio di colore verdognolo sporge dalla copertura. Questa è simile a quella dei Super Mutanti della serie. Il dettaglio potrebbe anche fare riferimento all’esistenza del Virus Evolutivo Forzato dell’Enclave. La serie presenta anche un Assaultron delle RobCo Industries ricoperto di sabbia e il teschio di un Deathclaw.

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Gli easter eggs sul cibo sono dappertutto

Fallout Nuka-Cola

Oltre all’immancabile Nuka-Cola di Fallout, la serie TV presenta numerose immagini di marche e prodotti alimentari noti nell’universo videoludico. Anche in questo caso, questo tipo di easter egg deriva dall’insistenza con cui lo show si appoggia agli elementi RPG dei giochi: nella serie Fallout, i giocatori consumano ogni sorta di oggetti per curarsi o aumentare altre statistiche. Per quanto riguarda gli alimenti, nella prima stagione di Fallout si vedono i cereali Sugar Bombs, le torte Fancy Lads, i Mac & Cheese della Blamco e persino l’iguana su bastoncino e la carne secca misteriosa. Anche RadAway, il detergente Abraxo fa una fugace apparizione.

Le armi sono per lo più tratte dai giochi

Il Cavaliere Titus e Maximus in Fallout. Foto: JoJo Whilden/Prime Video.

Tutti i fan dei videogiochi speravano che l’arsenale della serie TV fosse paragonabile a quello del materiale di partenza. Dopotutto, parte del divertimento di Fallout consiste nel curare una serie di armi pratiche e fantastiche. Sebbene Lucy inizi la serie con una pistola a dardi, alla fine impugna armi familiari del franchise, come una pistola da 10 mm che ricorda Fallout 4 e lo Squartatore, un vibroblade portatile che lacera la carne e spezza le ossa. Mentre la Colt 6520 in stile revolver di Maximus è un riferimento ai primi giochi della serie, Moldaver (Sarita Choudhury) sfoggia l’elegante pistola laser nel finale. Anche il Junk Jet di Fallout 4 compare nel primo episodio.

Il codice di Hank è un riferimento al videogioco originale

Fallout
Ella Purnell e Kyle MacLachlan in Fallout. Courtesy of Prime Video

Nel finale della prima stagione, Hank MacLean sblocca il ricercatissimo reattore a fusione fredda inserendo un codice fondamentale: 101097. Il codice a sei cifre è in realtà uno dei riferimenti più inventivi della serie: Il 10 ottobre 1997 è la data di uscita del primo titolo della serie videoludica. Dal momento che lo show televisivo di Fallout è il più lontano nel futuro di tutti i titoli attuali, non sorprende che la maggior parte dei suoi riferimenti si riferisca a Fallout 3 e 4. Tuttavia, è bello vedere la serie rendere omaggio al luogo in cui tutto è iniziato. All’inizio della stagione, lo fa rendendo il Vault-Tec Water Chip – il MacGuffin che dà il via alla storia del primo gioco – un punto chiave della trama.

La serie anticipa la città di New Vegas

Fallout New Vegas

Interpretato da Rafi Silver, Robert Edwin House – spesso chiamato semplicemente Mr. House – fa un cameo nell’episodio finale della stagione 1. Fondatore della RobCo, Mr. House è legato a una delle società chiave del franchise con cui la Vault-Tec collabora segretamente. Alla fine, il personaggio diventa il sovrano di New Vegas. È chiaro che New Vegas sarà collegata alla seconda stagione di Fallout, dato che Hank si dirige verso la città nel finale della stagione. Detto questo, ha senso che lo show parli di Mr. House, anche se il suo ruolo rimane poco chiaro visti i molteplici finali potenziali di Fallout: New Vegas.

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Christian Bale sul set di The Bride con la regista Maggie Gyllenhaal – FOTO

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Dopo il first look ufficiale affidato a Instagram, arrivano altre foto rubate dal set di The Bride, il prossimo adattamento di Frankeinstein di Mary Shelley con Christian Bale nei panni della creatura e con Maggie Gyllenhaal alla sedia di regia.

Christian Bale è stato avvistato per la prima volta sul set del film. L’attore premio Oscar ha ricevuto alcuni suggerimenti dalla regista Maggie Gyllenhaal mentre si preparavano a girare le scene di The Bride lunedì (29 aprile) a New York City.

Christian è stato visto completamente coperto con uno sporco trench di pelle nera e con una sciarpa nera avvolta intorno al viso mentre indossava minuscoli occhiali da sole e un cappello nero mentre trasportava due valigie.

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The Bride è ambientato nella Chicago degli anni ’30 e offre una rilettura all’iconica tradizione di Frankenstein. Il film è il secondo impegno da regista di Gyllenhaal. Il suo primo è stato La Figlia Oscura, che Netflix ha distribuito nel 2021. Il film ha ottenuto tre nomination ai 94esimi Academy Awards: migliore attrice (Olivia Colman), migliore attrice non protagonista (Buckley) e migliore sceneggiatura adattata.

The Bride di Gyllenhaal non è l’unico film di Frankenstein in arrivo. Guillermo del Toro sta attualmente girando il suo Frankenstein, con Jacob Elordi nei panni dell’iconico mostro. Il film di Del Toro è supportato da Netflix e vede protagonisti Oscar Isaac, Mia Goth, Lars Mikkelsen, David Bradley Christian Convery, Charles Dance e Christoph Waltz.

La Warner Bros. pubblicherà The Bride di Maggie Gyllenhaal nelle sale e Imax il 2 ottobre 2025.

Il Prigioniero: al via le riprese del nuovo film di Alejandro Amenábar con Alessandro Borghi

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Alejandro Amenábar torna sul set con Il Prigioniero un film che racconta le avventure del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña (La Casa di Carta: Berlino) imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del tiranno Hasán, interpretato da Alessandro Borghi (Le Otto Montagne).

Santa Pola, 30 aprile 2024. Nelle scorse settimane sono iniziate a Santa Pola le riprese de Il Prigioniero di Alejandro Amenábar. A maggio il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel Real Alcazar di Siviglia.

Il Prigioniero – la trama

Anno 1575. Il giovane Miguel de Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini. Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità. Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel, guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un audace piano di fuga.

Il regista e autore Alejandro Amenábar dichiara, “In questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti: dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la complessità della sua opera.

Si sa che uno dei suoi racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di conoscerla.

Il Prigioniero è una coproduzione Spagna – Italia realizzata da Mod Producciones, Himenóptero (produttori di The Others, Mare Dentro e Agorà), Misent Produzioni e Propaganda Italia, con la partecipazione di Netflix, RTVE, RAI Cinema e il supporto di ICAA-Ministero della Cultura, Generalitat Valenciana, Lazio Cinema International ed Eurimages.

La produzione esecutiva è affidata a Fernando Bovaira, produttore di tutti i film di Alejandro Amenábar e di serie di successo come I Farad, La Fortuna, Crematorio e El día de mañana. Il team tecnico  è composto da capi reparto che hanno già un sodalizio con il regista come: Álex Catalán, direttore della fotografia, lo scenografo Juan Pedro de Gaspare il tecnico del suono Gabriel Gutiérrez, a cui si aggiungono la costumista italiana  Nicoletta Taranta (nominata ai David di Donatello per L’isola delle Rose, 5 è il numero perfetto e Agadah e vincitrice per Romanzo Criminale), e al trucco e acconciature Ana López Puigcerver e Belen López Puigcerver (nominate agli Oscar® per La Società della Neve). La colonna sonora sarà composta dallo stesso Alejandro Amenábar.

The Ugly Stepsister, arriva un horror su una delle sorellastre di Cenerentola

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Dopo l’uscita di Cenerentola’s Revenge nei cinema USA, arriverà anche un film su una delle due sorellastre dell’amato personaggio reso immortale da Disney, rigorosamente in chiave horror. Secondo quanto riferito, Memento International ha aderito al progetto, intitolato The Ugly Stepsister, che seguirà la feroce ricerca di Elvira per trovare un modo di eclissare la sua bella sorellastra. Il film, descritto come una combinazione di commedia e horror, sarà guidato dall’attrice esordiente norvegese Lea Myren.

Oltre a Myren nel ruolo di Elvira, il debutto alla regia della regista norvegese Emilie Blichfeldt vedrà nel cast anche Thea Sofie Loch Naess (The Last Kingdom) e Ane Dahl Torp (The Wave). Oltre ai nomi coinvolti nel progetto, le altre informazioni su The Ugly Stepsister sono ancora relativamente scarse. Tuttavia, l’outlet ha condiviso che il film seguirà “Elvira mentre combatte per competere con la sua bellissima sorellastra in un regno dove la bellezza è un affare brutale. Farà di tutto per catturare l’attenzione del principe”, pronto a dare al pubblico una versione contorta dell’amata storia attraverso il punto di vista inedito della sorellastra di Cenerentola. Memento International avvierà le vendite di The Ugly stepsister a Cannes questo maggio.

Mufasa: Il Re Leone, Blue Ivy Carter, figlia di Beyoncé, interpreterà Kiara

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Una delle sorprese arrivate con il primo trailer di Mufasa: Il Re Leone è stata la rivelazione che Blue Ivy Carter farà il suo debutto come doppiatrice nel film. Nella storia interpreterà nientemeno che… la figlia di Beyoncé. Darà la voce all’erede di Simba (Donald Glover) e Nala (Beyoncé Knowles-Carter), e durante un’intervista con Empire il regista del film Barry Jenkins (Moonlight) ha rivelato perché la decisione di scegliere Blue Ivy Carter per il ruolo di Kiara è stata una “no-brainer”, ovvero una decisione semplice e quasi scontata.

Jenkins ha commentato che il talento vocale di Blue Ivy ha attirato la sua attenzione per la prima volta quando ha ascoltato la versione audiolibro del libro per bambini Hair Love. Jenkins ha definito il lavoro della ragazza “assolutamente straordinario“, e questo alla fine gli ha fatto pensare che avere madre e figlia che interpretavano una madre e una figlia sullo schermo avrebbe aiutato a trasmettere questo tipo di connessione che a volte è difficile da trasmettere sullo schermo. Il premio Oscar non sembra pentirsi della sua decisione:

“Guardare [Beyoncé] convivere con sua figlia, e quanto sia adorabile, gentile e incoraggiante è stato davvero speciale. Penso che abbia influenzato anche le performance che hanno offerto. Penso che questa sarà davvero una bellissima capsula del tempo per loro due, in questo momento in cui potranno condividere questa parte della loro relazione come questi personaggi.”

Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo M.

Miranda ha affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.

La trama de Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Megalopolis, la prima foto ufficiale di Adam Driver nel film di Francis Ford Coppola

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In esclusiva per Vanity Fair, ecco la prima foto di Adam Driver in Megalopolis di Francis Ford Coppola. Il film, che il regista sognava di realizzare da oltre un decennio, parteciperà in Concorso al prossimo Festival di Cannes 2024.

Di cosa parla Megalopolis?

L’idea di Megalopolis è stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate per The Mandalorian.

Coppolla, che scrive e dirige il film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre a Adam Driver, nel cast compaiono anche Forest WhitakerNathalie Emmanuel, Jon Voight, Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn Hunter e James Remar. Ad oggi non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.

Let It Be: il trailer della versione restaurata del film

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Let It Be: il trailer della versione restaurata del film

Il team di Let It Be, il film originale del 1970 sui Beatles del regista Michael Lindsay-Hogg meticolosamente restaurato dal team di Peter Jackson alla Park Road Post Production, ha partecipato a una proiezione speciale a New York che si è tenuta ieri al Lincoln Square Cinema di AMC. Michael Lindsay-Hogg e Jonathan Clyde di Apple Corps Ltd. erano presenti al Q&A moderato dal giornalista e autore musicale Alan Light insieme agli ospiti dell’evento, tra cui Sean Lennon ed Elvis Costello.

Let it Be debutterà l’8 maggio in esclusiva su Disney+. È la prima volta che il film torna disponibile dopo oltre 50 anni.

Uscito nel maggio del 1970, nel pieno dello scompiglio per lo scioglimento dei Beatles, Let It Be occupa ora il posto che gli spetta nella storia della band. Visto in passato attraverso una lente più oscura, il film viene ora riportato alla luce grazie al restauro e nel contesto delle rivelazioni fatte in The Beatles: Get Back di Peter Jackson. Uscita su Disney+ nel 2021, la docuserie vincitrice di diversi Emmy Award® mostra il calore e l’affiatamento dell’iconico quartetto, catturando un momento cruciale della storia della musica.

Let It Be contiene filmati non inclusi in The Beatles: Get Back, portando gli spettatori negli studi e sul tetto della Apple Corps a Londra nel gennaio 1969. Qui, i Beatles, insieme a Billy Preston, scrivono e registrano l’album Let It Be, vincitore del GRAMMY Award®, e la canzone omonima, premiata con l’Oscar®. È anche il momento dell’ultima esibizione dal vivo del gruppo. Con l’uscita di The Beatles: Get Back, i fan hanno manifestato un forte desiderio di vedere il film originale Let It Be. Con il pieno sostegno di Lindsay-Hogg, la Apple Corps ha incaricato la Park Road Post Production di Peter Jackson di eseguire un meticoloso restauro del film dal negativo originale in 16 mm. Questo processo ha incluso la rimasterizzazione del suono utilizzando la stessa tecnologia di de-mix MAL applicata alla docuserie The Beatles: Get Back di Peter Jackson.

Let It Be, diretto da Michael Lindsay-Hogg, ha come protagonisti John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, con un’apparizione speciale di Billy Preston. Il film è stato prodotto da Neil Aspinall con i Beatles in qualità di produttori esecutivi. Il direttore della fotografia è Anthony B Richmond. Let It Be debutterà in esclusiva su Disney+ l’8 maggio 2024.

Marcello Mio: il trailer del film in Concorso a Cannes 2024

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Marcello Mio: il trailer del film in Concorso a Cannes 2024

Marcello Mio di Christophe Honoré è uno dei lungometraggi più intriganti in corsa per la Palma d’Oro del Festival di Cannes di quest’anno. In esclusiva per Deadline arriva adesso il trailer del film.

In concomitanza con il centenario della nascita dell’iconico Marcello Mastroianni nel 1924, il lungometraggio esplora momenti iconici della sua vita e della sua filmografia attraverso la figura di Chiara Mastroianni. Secondo la sinossi ufficiale: il film è la storia di una donna di nome Chiara. È un’attrice, figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, che un’estate in cui la sua vita è in subbuglio, dice a se stessa che preferirebbe vivere la vita di suo padre. Si veste come lui, parla come lui, respira come lui, con tale forza che chi le sta intorno inizia a crederci e comincia a chiamarla “Marcello”.

Chiara Mastroianni offre una performance spavalda mentre adotta la personalità e l’aspetto di suo padre con stupore di coloro che la circondano, tra cui madre Deneuve, Fabrice Luchini, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay, Nicole Garica e Hugh Skinner, che interpretano anche versioni in parte reali e in parte romanzate di se stessi.

«È come se mi perseguitasse, anzi, sono diventata il fantasma di mio padre», dichiara a un certo punto Mastroianni. Questo viaggio porta Mastroianni a Roma, città natale di suo padre, dove rivisita vecchi luoghi di ritrovo e scenari chiave della sua filmografia, saltando anche nella Fontana di Trevi per replicare l’iconica scena de La Dolce Vita.

Il film è stato girato a Parigi, Roma e nella località balneare di Formia, la scorsa estate. Honoré e Mastroianni avevano già collaborato in On A Magical Night (Chambre 212), presentato in anteprima a Un certain Regard e vincitore del premio come migliore attrice per Mastroianni.

Spider-Man: rare foto dal backstage di Civil War accendono la polemica sul costume

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Rispetto alla portata e alla scala di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Captain America: Civil War può sembrare decisamente piccolo, ma nel 2016, quando è uscito, è stato senza dubbio il più grande film dell’MCU fino a quel momento.

Nonostante la controparte a fumetti ha riscritto il panorama delle storie Marvel, il film ha principalmente introdotto nel universo condiviso Black Panther e Spider-Man. E proprio il giovane uomo ragno di Tom Holland è il protagonista di alcune rare foto dal dietro le quinte del film che sono riemerse in rete e stanno creando polemica.

Il design del costume è in gran parte lo stesso che abbiamo visto in Captain America: Civil War, anche se con alcune differenze fondamentali. Per cominciare, questo è un abito reale che Tom Holland ha indossato sul set; nel montaggio finale, è stata presa la decisione di mettere l’eroe in un costume VFX e, da allora, l’attore ha indossato principalmente un completo da mo-cap.

Ci sono altre differenze significative; per cominciare, le linee delle regnatele sul costume di Spidey sono molto più scure e molto più pronunciate (portandole più in linea con ciò che siamo abituati a vedere sulla pagina). Anche il logo sul petto è completamente diverso, quindi cosa è successo?

Spider-Man è stato aggiunto a Captain America: Civil War in una fase relativamente avanzata della produzione a causa di un accordo con Sony Pictures, il che significa che questa tuta era probabilmente lontana dal progetto finale fino a quando i Marvel Studios non avrebbero potuto ultimare il lavoro sul personaggio con gli effetti visivi.

Tornando al motivo per cui condividiamo ancora una volta queste foto, i fan sono divisi sul fatto se la tuta sia migliore del risultato in computer grafica che da allora ha ampiamente dominato le apparizioni di Spider-Man. Cosa ne pensate?

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Alden Ehrenreich si unisce al cast dell’horror Weapons

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Alden Ehrenreich si unisce al cast dell’horror Weapons

Alden Ehrenreich (Fair Play) è la nuova aggiunta al cast di Weapons, il thriller horror prodotto da New Line dello sceneggiatore-regista Zach Cregger.

Mentre i dettagli sulla trama del film e sul ruolo di Alden Ehrenreich sono per ora nascosti, l’attore si unisce a un cast che comprende anche Julia Garner e Josh Brolin.

I dettagli della trama non sono stati al momento resi noti, ma Weapons è descritto come un’epopea horror a più livelli interconnessa e ricorda dal punto di vista dei toni Magnolia del regista Paul Thomas Anderson. I dettagli del personaggio per Pascal non sono stati rivelati. Le riprese dovrebbero iniziare in autunno.

Weapons è stato oggetto di un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli studi e gli streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la possibilità di lavorare con Cregger, il cui Barbarian, prodotto per soli 4,5 milioni di dollari, è diventato un successo non solo di pubblico e di critica ma anche all’interno della stessa industria. La New Line ha vinto l’asta che si è venuta a creare concludendo un accordo che includeva, tra le altre clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale garantita.

Alden Ehrenreich è reduce dall’acclamato dramma romantico di Chloe Domont Fair Play, che Netflix ha acquistato dopo il suo debutto al Sundance, e da Oppenheimer di Christopher Nolan, vincitore del miglior film agli Oscar. Sempre nel 2023, l’attore ha recitato in Cocainorso di Elizabeth Banks per la Universal, al fianco di Keri Russell e del compianto Ray Liotta.

Avengers: Endgame, Kerry Condon racconta quanto è stato difficile tenere il segreto della morte di Tony Stark

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Dopo che J.A.R.V.I.S. è diventato Visione in Avengers: Age of Ultron del 2015, Iron Man ha trovato una nuova A.I. assistente in F.R.I.D.A.Y. Lei rimane al suo fianco fino a quando Tony Stark non compì l’estremo sacrificio quattro anni dopo in Avengers: Endgame.

Parlando con Empire, l’attrice nominata all’Oscar Kerry Condon, che ha prestato la voce a F.R.I.D.A.Y., ha riflettuto sul ruolo che l’ha vista partecipare a film come Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming e Avengers: Infinity War.

“(F.R.I.D.A.Y.) Vive ancora nei parchi a tema e quant’altro, ma la cosa abbastanza divertente è che ho incontrato Robert Downey Jr. solo per la prima volta qualche mese fa,” ha detto dopo che le era stato chiesto se ci fossero possibilità per lei di riprendere il ruolo. “E’ stato folle perché sono stata la sua assistente a tutti gli effetti e non ci eravamo mai incontrati prima!”

“È stato davvero surreale e più divertente di ogni altra cosa perché pensavo: ‘Sono io, ero quella voce tutto il tempo! È stata un’esperienza pazzesca e fortunata per me perché non avrei mai pensato che ci sarebbero stati così tanti film”, Condon continuò. “Pensavo solo che sarebbe stato ‘Age Of Ultron’.”

Dopo aver parlato di quanto le sia piaciuto entrare nella cabina di registrazione per il suo ruolo nell’MCU, Kerry Condon ha rivelato com’era essere una delle ultime voci che Iron Man sente quando F.R.I.D.A.Y. dichiara: “Funzioni vitali critiche”. “È divertente perché non capisco la sceneggiatura; non me l’hanno fatta leggere perché è top secret, giuro su Dio, è tanto frustrante che vuoi solo bere”, ha detto ridendo. “E io ho pensato, ‘Ma non è davvero morto, vero? Non è completamente morto?’ e non hanno risposto, perché non vogliono rispondere nel caso in cui andassi a dirlo a tutti, e tutti mi hanno guardato con tristezza e hanno detto: ‘Dì solo che è la cosa più triste che tu abbia mai detto.’ “

Si dice che Iron Man ritorni in Avengers: Secret Wars, con Robert Downey Jr. che riprenderà il ruolo. Tuttavia, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha fortemente lasciato intendere che Tony Stark rimarrà morto, il che potrebbe significare che l’attore interpreterà una variante. Il destino futuro di F.R.I.D.A.Y. è certamente legato alla eventuale apparizione di Tony!

Oceania 2: Dwayne Johnson è impegnato nelle sessioni di doppiaggio di Maui

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Sembra che Oceania 2, la cui uscita nelle sale è prevista per il 27 novembre 2024, stia ora procedendo con la registrazione delle voci dei talent. Dwayne Johnson ha recentemente condiviso alcuni post su Instagram e X/Twitter delle sue sessioni di registrazione per doppiare Maui, scrivendo: “È così divertente diventare di nuovo MAUI – un personaggio che ha cambiato la mia vita in molti modi – incluso il fatto che il personaggio di MAUI è ispirato dal mio defunto nonno, l’Alto Capo Peter Maivia.”

“Il significato culturale polinesiano del ruolo e della nostra storia ha toccato famiglie in tutto il mondo ed è diventato facilmente uno degli onori più autentici da portare in vita e condividere. Sono entusiasta che voi e le vostre famiglie in tutto il mondo vi uniate a noi in questo viaggio.”

Cosa sappiamo su Oceania 2?

Oceania 2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Vaiana, Maui e un nuovo equipaggio di improbabili marinai. Dopo aver ricevuto un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai affrontato. Diretto da Dave Derrick Jr. con le musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed Emily Bear, del candidato al Grammy Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda non tornerà nel ruolo), Oceania 2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.

Gli attori Auli’i CravalhoDwayne Johnson riprenderanno i loro ruoli da doppiatori rispettivamente per Vaiana e Maui. Sappiamo però che inizialmente la Disney aveva previsto di continuare la storia di Oceania come serie in streaming su Disney+. Tuttavia, quando il progetto ha iniziato a prendere forma e la popolarità dell’originale è aumentata, la Disney ha deciso di trasformare la serie in un lungometraggio per le sale cinematografiche. È dunque stato annunciato che Oceania 2 arriverà nelle sale il 27 novembre, rispettando la tradizione di distribuire ogni anno un film d’animazione nel giorno del Ringraziamento.

 

Spider-Man 4: Jacob Batalon spera di tornare ma non ha ancora ricevuto la chiamata

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Anche se stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale, sappiamo che sono in atto i piani per uno Spider-Man 4, con Tom Holland e Zendaya che riprenderanno i rispettivi ruoli di Peter Parker e MJ.

Dopo essere apparso nei tre film precedenti e aver interpretato un ruolo fondamentale in Spider-Man: No Way Home, si potrebbe supporre che anche l’amico di Peter Parker, Ned Leeds, avrà un ruolo nella storia, ma l’attore che lo interpreta Jacob Batalon dice che non ha ancora ricevuto la chiamata. “Voglio dire, io lo spero,” ha detto l’attore a The Direct quando gli è stato chiesto se è pronto a tornare per Spider-Man 4. “Penso che chiunque abbia lavorato per la Marvel sappia che ti piace aspettare una chiamata. Forse succede, forse no. Ma è qualcosa che sicuramente puoi solo sperare e aspettare.”

A Batalon è stato poi chiesto se avesse parlato con Holland di come la storia potrebbe continuare, e la sua risposta sembra indicare che sta cercando di non rivelare troppo. “Ancora una volta, ci sono alcune cose che potrebbero accadere, ma onestamente non ne sono sicuro.”

In passato ci sono state alcune speculazioni sul fatto che Ned potesse eventualmente diventare Hobgoblin come succede alla sua controparte dei fumetti, voce che si è riaccesa quando è arrivato on line un concept art che lo vedeva nel ruolo. Tuttavia, l’artista Phil Saunders ha spiegato in un’intervista del 2023, che il suo era solo un omaggio alla storia a fumetti del personaggio.

Il prossimo film di Spider-Man potrebbe ovviamente funzionare senza Ned, ma sarebbe un peccato se non tornasse dopo che l’incantesimo del Dottor Strange gli ha fatto dimenticare che Peter/Spider-Man sia mai esistito, alla fine di No Way Home.

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Jeff Bridges avrà una parte in Tron: Ares!

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Jeff Bridges avrà una parte in Tron: Ares!

Jeff Bridges tornerà in griglia. L’attore 74enne ha dichiarato al podcast Film Comment (tramite The Playlist) che apparirà in Tron: Ares, il terzo film della lunga serie di fantascienza che Bridges ha inaugurato nel 1982 con Tron e ripreso con Tron: Legacy nel 2010. Il nuovo film vede Jared Leto nel ruolo del personaggio principale Ares, con Joachim Rønning (Maleficent – Signora del male) alla regia su una sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack Thorne.

“Partirò questo sabato per recitare una parte nel terzo capitolo della storia di Tron”, ha detto Bridges. “Jared Leto è il protagonista di questo terzo. Sono davvero ansioso di lavorare con lui. Ho ammirato il suo lavoro.” Contattato da Variety, un rappresentante di Bridges ha detto che l’attore ha registrato il podcast “qualche tempo fa” e aveva già concluso il suo lavoro su Tron: Ares. Bridges ha aggiunto di aver sentito che “ci saranno ancora meno elementi legati all’intelligenza artificiale” nel film e che la produzione sta utilizzando più “set pratici” per il nuovo progetto. “Ci sono dei set bellissimi che ho visto” ha detto.

L’attore non ha fornito ulteriori dettagli sul suo personaggio e non c’è alcuna garanzia che sarà Kevin Flynn. Alla fine di Tron: Legacy, Flynn riassorbe Clu e li cancella entrambi dal mondo virtuale, permettendo al figlio di Flynn, Sam (Garrett Hedlund), e Quorra (Olivia Wilde), un essere umano digitale senziente, di fuggire nel mondo reale.

Cosa sappiamo su Tron: Ares?

Interpretato da Jared Leto, Tron: Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una missione pericolosa, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri A.I.. Alla regia di Tron: Ares c’è Joachim Rønning, che ha diretto sia Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar che Maleficent – Signora del male per la Disney dopo il suo successo con Kon-Tiki del 2012.

Jared Leto, Evan Peters, Jodie Turner-Smith e Greta Lee completano il cast del film scritto da Jesse Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (dipendentemente dallo sciopero degli attori SAG-AFTRA). Emma Ludbrook, Jeffrey Springer e Leto produrranno, con Russell Allen come produttore esecutivo.

Jesse Wigutow e Jack Thorne hanno scritto la sceneggiatura di Tron: Ares, mentre Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger hanno prodotto insieme al produttore esecutivo Russell Allen. L’uscita del film è prevista per il 2025.

Il franchise di Tron è stato lanciato con l’omonimo film del 1982 con Jeff Bridges nei panni del creatore di videogiochi Kevin Flynn, che è stato lodato per i suoi effetti visivi e ha sviluppato un classico di culto dopo una difficile uscita nelle sale. A questo ha fatto seguito il sequel Tron: Legacy del 2010, che ha introdotto nel cast Garrett Hedlund e Olivia Wilde e che ha ottenuto poco più di 400 milioni di dollari al suo debutto durante le festività natalizie.

Scooby-Doo: in lavorazione una serie live action presso Netflix

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Scooby-Doo: in lavorazione una serie live action presso Netflix

Stando a quanto dichiarato da Variety, Netflix sarebbe al lavoro su una serie live-action dedicata a Scooby-Doo. Si dice che il progetto sia vicino a un accordo con lo streamer. I dettagli esatti della trama sono tenuti nascosti, a parte il fatto che sarà basato sul cartone animato di Hanna-Barbera. La Warner Bros. Television produrrà la serie, come seguito di un accordo che ha già visto il lancio della serie Dead Boys Detectives su Netflix.

Josh Appelbaum e Scott Rosenberg saranno gli sceneggiatori e saranno anche i produttori esecutivi insieme ad André Nemec e Jeff Pinkner sotto la loro banner Midnight Radio. Greg Berlanti, Sarah Schechter e Leigh London Redman saranno i produttori esecutivi tramite Berlanti Productions (la società ha attualmente un accordo globale con WBTV). Jonathan Gabay della Berlanti Productions e Adrienne Erickson saranno i co-produttori esecutivi.

Se il progetto andasse avanti, non sarebbe il primo adattamento in live action di Scooby-Doo. Il più famoso è “Scooby-Doo” uscito nel 2002 e interpretato da Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar, Matthew Lillard e Linda Cardellini, con Neil Fanning che doppiava Scooby. Il film è stato un successo al botteghino, generando oltre 250 milioni di dollari in tutto il mondo. Un sequel con lo stesso cast, “Scooby-Doo: Monsters Unleashed”, è uscito nel 2004 e ha incassato oltre 180 milioni di dollari. C’era anche il film televisivo live-action “Scooby-Doo! The Mystery Begins” e il suo seguito usciti nel 2009 e nel 2010.

Nel corso degli anni ci sono stati anche numerosi progetti animati di Scooby-Doo, a cominciare dalla serie di cartoni animati originale della fine degli anni ’60. Nel corso degli anni si sono susseguite varie incarnazioni, con molteplici serie animate e film.

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