Prime Video ha annunciato di aver
ordinato due stagioni di Étoile, una
nuova serie in otto episodi dai creatori premiati agli Emmy
Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, qui in veste di
sceneggiatori, registi ed executive producer. Nel cast l’attore
vincitore di un Emmy Luke Kirby (The Marvelous
Mrs. Maisel), Camille Cottin (Call My
Agent!), Simon Callow (Outlander), Lou de Laâge
(The Innocents), Gideon Glick (The
Marvelous Mrs. Maisel), e David Alvarez
(West Side Story). Étoile sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
Ambientata a New York City e
Parigi, Étoile segue i ballerini e lo staff artistico di
due compagnie famose in tutto il mondo che con una scommessa
ambiziosa scambieranno i loro allievi più talentuosi per salvare le
loro storiche istituzioni. La quinta e ultima stagione dell’ultima
acclamata serie creata da Sherman-Palladino e Palladino, The
Marvelous Mrs. Maisel, ha debuttato con tre episodi su Prime
Video venerdì 14 aprile. Nuovi episodi saranno disponibili
ogni settimana fino al finale il 26 maggio.
RS Productions in
collaborazione con Mirari Vos ha diffuso il trailer del
film MUTI, in uscita nei cinema italiani dall’11
maggio. MUTI,
è action thriller prodotto da Iervolino & Lady Bacardi
Entertainment, co-diretto da George Gallo,
Francesco Cinquemani e Luca Giliberto e con il Premio
Oscar Morgan
Freeman nei panni di un esperto antropologo coinvolto
nelle indagini su un serial killer che uccide secondo un arcaico
rituale africano. Nel cast anche Cole Hauser, Peter
Stormare, Vernon Davis el’italiano
Giuseppe Zeno. Il film si snoda infatti tra diverse location in
Italia e negli Stati Uniti, con le strade di Roma che si
giustappongono all’atmosfera rurale del Mississipi.
Il titolo del film prende il nome
dall’omonima parola che in Swahili significa medicina ma ha anche
un significato più oscuro. Il rituale MUTI è una forma di
sacrificio umano diffuso tra alcune tribù africane, in cui
l’uccisione viene eseguita dopo che parti del corpo sono state
rimosse con precisione mentre la vittima è ancora viva, affinché le
grida possano evocare le divinità. Questi riti vengono macabramente
celebrati e commissionati agli sciamani per ottenere maggiore
successo, potere, energia o fortuna.
MUTI
non è solo un action thriller che racconta di un inseguimento a uno
spietato quanto fanatico serial killer, ma è anche la storia di due
persone che si uniscono per uno scopo comune ma non rivelano mai
chi sono veramente e custodiscono oscuri segreti che portano dentro
di sé.
La trama del film
Incapace di processare il lutto
per la morte della figlia il Detective Boyd (Hauser), a pochi
giorni dalla pensione, si lancia nella drammatica caccia ad un
serial killer misterioso che uccide secondo un brutale rituale
tribale: il Muti. L’unico che può aiutare Boyd è il Professor
Mackles (Freeman), antropologo di origine africana che nasconde un
inconfessabile segreto.
Dopo il complesso e
ambizioso Midsommar, che guardava al linguaggio del folk – horror
riadattandone i criteri, Ari Aster si presenta,
completamente a briglia sciolta, con il suo terzo film,
Beau ha paura, in sala dal 27 aprile distribuito da
I Wonder Pictures.
Accompagnato da uno
sciame di critiche negative, il film con
protagonista un attonito e impaurito Joaquin Phoenix non
arriva nelle nostre sale con la migliore delle presentazioni, e
probabilmente già soltanto la durata del film, tre ore, basterà a
scoraggiare gli spettatori, a meno che non siano proprio estimatori
del regista di Hereditary.
E non sarebbe poi una
scelta tanto sbagliata andare a vedere il terzo film
di quel regista che tanto ha fatto parlare bene di sé e che,
insieme a Robert Eggers e Jordan Peele, ha dato una
spinta d’autore al genere horror, con molte declinazioni e punti di
vista personali. Tuttavia, Beau ha paura non si muove dentro
gli argini di un genere soltanto, rivelandosi più una
Odissea sotto allucinogeni, una specie di film
d’avventura, un road movie a piedi (scalzi) in cui il protagonista
si perde dentro le sue stesse paranoie.
Beau ha paura, la
trama
E in fondo il film è
questo: il racconto della vita di un uomo paranoico, dentro la
sua stessa testa. Beau ha paura di ogni cosa, sembra avere una vita
normale che gestisce con una immensa fatica, ma, con
l’approssimarsi dell’anniversario della morte del padre, deve
intraprendere un viaggio per raggiungere la casa della madre, che
lui ama e teme in egual misura. Questo viaggio obbligato lo
spingerà a interrompere la sua routine e a mettersi in gioco in un
mondo che, in ogni sua singola manifestazione, lo atterrisce.
Una progressiva discesa
nella mente di Beau
Mentre nella prima parte
ci vengono dati strumenti e coordinate per capire cosa stiamo
guardando, con tutte le esagerazioni, le paure, gli inseguimenti, i
ritmi incalzanti e, appunto, le paranoie che sono solo nella testa
di Beau, nella parte centrale il film deraglia in una fiaba, una
passeggiata in un bosco esistenziale in cui moltissime
contaminazioni narrative si influenzano e si mescolano,
sfilacciando non solo la forma del racconto, ma anche quella del
linguaggio che si contamina con segmenti animati. Se dal punto di
vista linguistico e visivo siano quindi di fronte a una forma se
non nuova almeno interessante, dal punto di vista narrativo siamo
già completamente persi nella mente di Beau, e vengono meno tutte
quelle coordinate che avevamo acquisito nella prima parte del
film.
Sembra che Aster guardi
al cinema di Charlie Kaufman, provando a mettere in scena
situazioni surreali e bizzarre che trovano un’eco nel cinema del
cineasta newyorkese, là dove in Kaufman però c’è una maggiore
consapevolezza dei limiti e forse anche della potenza del racconto,
oltre che una costante e innata dolcezza. Aster invece perde il
senso della misura, e così abbonda, aggiunge situazioni, senza
procedere organicamente con il racconto ma sovrapponendo
suggestioni le une sulle altre, scivolando sempre di più in un
mondo che non è più solo la rappresentazione delle paure di Beau,
ma è un delirio di input, colorato e senza forma.
Il confronto con il
“mostro” finale
Nel terzo atto, poi, ci
confrontiamo direttamente con ciò di cui Beau ha veramente paura.
Tra complessi freudiani, inibizioni sessuali, incomprensioni e
traumi, la paura più grande del protagonista si rivela essere
proprio quella madre, il mostro di fine livello, dalla quale, per
tutto il film, tenta di tornare, ma dal cui è irrimediabilmente
spaventato. In questo rapporto così contraddittorio con una madre
manipolatrice e effettivamente spaventosa Beau può trovare un punto
di contatto con il pubblico, tra cui ci saranno sicuramente persone
con un rapporto complicato con la figura materna. Ma ovviamente lui
è un paranoico, e quindi tutto viene esagerato, esasperato,
addizionato, sovrapponendo strati di significato su strati di
metafora, con il risultato che, alla fine, lo spettatore risulta
stordito e sfiancato dal fiume in piena dei pensieri di Ari
Aster, che, dal canto suo, sembra estremamente compiaciuto del
proprio lavoro, senza risparmiarsi niente, neppure la più piccola
idea bizzarra, che sia un gemello cattivo o un mostro/padre
rinchiuso in soffitta.
Un racconto a briglia
sciolta
La sensazione è che,
fuori dal linguaggio di genere, Ari Aster abbia perso le briglie
del suo stesso racconto, dando libero sfogo al suo immaginario e
così auto-sabotandosi, senza una macchina filmica che gli abbia
offerto sponde e limiti per razionalizzare al meglio la sua idea
che comunque è intrigante, ma disordinatamente realizzata. Ma forse
lo spirito di Beau ha paura è proprio questo: la paura è
irrazionale e incontrollata, non ammette ragionevolezza né limiti
di azione, a maggior ragione se si annida dentro la testa di un
paranoico che ha avuto paura di tutto dal momento in cui è nato,
ancora prima di emettere il primo vagito.
Un enorme contenitore di
idee
Più che un film
ambizioso, come spesso si legge, Beau ha paura è un film
contenitore, in cui Ari Aster ha riversato, senza riguardo
per nulla e nessuno, idee, traumi, sensazioni, situazioni e forse
anche paure personali.
È un film squilibrato, un
flusso di coscienza per immagini senza però la profondità e il
bisogno di riflessione e confronto che ha una vera coscienza quando
si mette a nudo sullo schermo. Beau ha paura è delirio
cinematografico, addizione di suggestioni e incontrollata
glorificazione del proprio ego. Sicuramente si tratta di una
visione ostica e per niente rassicurante, ma forse era giusto
aspettarsi qualcosa del genere da Aster, perché il cinema non deve
sempre per forza essere organico e rassicurante.
Nell’attesa della prossima edizione
del Carbonia
Film Festival, che prenderà il via il prossimo giovedì
4 maggio, si arricchisce di alcune novità il cartellone della
manifestazione che quest’anno ha il suo focus
su giovani e territorio. La serata di
chiusura del festival avrà infatti tra i suoi protagonisti uno dei
volti più noti e apprezzati della serialità made in
Italy, Massimiliano Caiazzo.
L’attore napoletano classe 1996 è
diventato una vera e propria icona grazie al ruolo di Carmine Di
Salvo nella serie fenomeno degli ultimi anni,
Mare Fuori. Massimiliano Caiazzo ha recentemente debuttato
al cinema e a Carbonia, domenica 7 maggio,
presenterà proprio il suo esordio sul grande schermo
in Piano Piano di Nicola Prosatore.
Il film, opera prima di Prosatore
presentata in anteprima all’ultimo Festival di Locarno e in sala
dal 16 marzo per I Wonder Pictures, è un coming of age ambientato
nella Napoli del 1987, anno in cui la squadra partenopea vinse lo
scudetto.
A presentare il film e incontrare il
pubblico del festival al Cine-Teatro Centrale saranno presenti il
regista Nicola Prosatore insieme a due dei
protagonisti Dominique Donnarumma e
Massimiliano Caiazzo.
Netflix è lieta di annunciare l’inizio delle riprese
oggi a Roma de Il Gattopardo, la serie tratta dall’omonimo
romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il cast
vede come protagonisti Kim Rossi Stuart (Don Fabrizio Corbera,
Principe di Salina), Benedetta Porcaroli
(Concetta), Deva Cassel (Angelica) e Saul
Nanni (Tancredi). Nel cast anche Paolo Calabresi,
Francesco Colella, Astrid Meloni e Greta
Esposito.
La serie, in sei episodi, è prodotta
da Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen e
Benedetto Habib per Indiana Production e da Will Gould, Frith
Tiplady e Matthew Read per Moonage Pictures e arriverà solo su
Netflix.
Il regista Tom Shankland riscoprirà
tutta la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e
della sua famiglia, che è quello dell’Italia di ieri e di oggi.
Shankland, che dirigerà gli episodi 1-2-3-6, sarà affiancato sul
set dai registi Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti
(episodio 5). La serie è scritta da Richard Warlow, che ne è anche
creatore ed executive producer, assieme a Benji Walters.
Il direttore della fotografia è
Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli
ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani. Le musiche
originali sono di Paolo Buonvino. Le riprese dureranno oltre
quattro mesi, e si svolgeranno tra Palermo, Siracusa, Catania e
Roma.
1 di 4
Benedetta Porcaroli
Deva Cassel
Kim Rossi Stuart
Saul Nanni
Il Gattopardo, la
trama
Basato su uno dei più grandi romanzi
italiani di tutti i tempi, Il Gattopardo è un racconto epico,
sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del
1860. Al cuore della serie troviamo Don Fabrizio Corbera,
l’indimenticabile Principe di Salina, che conduce una vita intrisa
di bellezza e privilegio. Ma l’aristocrazia siciliana si sente
minacciata dall’unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto
che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo.
Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove
alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi
principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare
impossibile. Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un
matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia, quello tra
la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi ma, facendolo,
spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta. La serie
esplora con lo sguardo di oggi temi che si tramandano da secoli e
sono universali: il potere, l’amore e il costo del progresso.
La designazione di
L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice
a Film della Critica da parte del SNCCI – Sindacato Nazionale
Critici Cinematografici Italiani – rischia di far insospettire
qualcuno, ma non è una scelta banale e si spera che possa aiutare
un titolo tanto interessante quanto difficile da inquadrare.
Alain Guiraudie sa di avere un suo
pubblico, “che non ha necessariamente bisogno di convincersi
che non è bene picchiare la propria moglie o rifiutare gli
stranieri” (come dice lui), eppure non è solo a quello che si
rivolge la storia distribuita al cinema a partire dal 27
aprile da Satine Cult, il nuovo label di
Satine Film dedicato alle voci cinematografiche più audaci e
originali del cinema contemporaneo. Come è quella del “giocoso e
serissimo” regista di Lo sconosciuto del lago
e Rester vertical.
La Francia di Alain Guiraudie
Con L’innamorato, l’arabo e la
passeggiatrice siamo nella tranquilla Clermont-Ferrand, in un
momento particolare, nel quale il quieto vivere del trentacinquenne
Médéric (Jean-Charles Clichet) e dei suoi
concittadini è scosso da un inaspettato attacco terroristico di
apparente matrice islamica. Un evento che più che sconvolgere le
abitudini dei più, li porta a dubitare di tutto finendo per
adottare comportamenti che sono quelli di tutti, nella Francia di
Alain Guiraudie e nostri.
Questo è il contesto, però, nel
quale il giovane solitario si dichiara alla matura Isadora (una
incredibile Noémie Lvovsky), prostituta della
quale si è innamorato e con la quale vorrebbe avere un rapporto
diverso dagli altri clienti, non a pagamento. Un rapporto che
scatena la gelosia del marito della signora e il sospetto dei
vicini di casa che lo vedono aggirarsi nella zona residenziale dove
vive la coppia.
La soluzione? Spostarsi nel più
centrale condominio di Médéric, dove tutti sono in subbuglio per
l’arrivo del giovane Selim (il debuttante Iliés
Kadri), arabo senzatetto apparso proprio la sera
dell’attentato e accolto da alcuni condòmini più generosi. Forse
ricercato dalla polizia, sicuramente braccato dagli altri musulmani
della zona, il ragazzo diventa il fulcro di una serie di dubbi e
ambiguità stabilendo rapporti diversi con tutti i soggetti
coinvolti, mentre cercano di portare avanti le loro vite.
Un mix di reale e surreale che
racconta molto di noi
Dall’apertura della sezione Panorama
del 72simo Festival di Berlino alla 40sima
edizione del TFF Torino Film Festival, il percorso
di questo film dal titolo d’altri tempi sembra esser stato quello
giusto per arrivare alla distribuzione in sala, dove non è stato
possibile vedere molti dei precedenti del regista. Che, come si
legge nella motivazione del SNCCI, “affonda il suo sguardo
originale nelle paure e nelle nevrosi della società contemporanea,
realizzando un’opera che, senza filtri, sfida i luoghi comuni e
coglie appieno lo spirito del tempo in cui viviamo“.
Una rappresentazione tanto comune
quanto incredibile, che rovescia continuamente sé stessa e le
aspettative dello spettatore. Come anche certi pregiudizi – innati,
spesso inconfessati o inammissibili – resi qui parte della
narrazione con una semplicità che li ridicolizza e in maniera
coerente con uno stile e una forma mai patinati o compiaciuti,
spiazzanti nel loro iperrealismo e quasi respingenti. Se i
personaggi sono adorabili nella loro spaesante schiettezza e
naïveté, infatti, la loro capacità di seduzione è pressoché nulla,
con una – volutamente – conseguente difficoltà di immedesimazione
che permette però di mantenere una distanza utile a osservare la
messa in scena di molte nostre nostre paure e paranoie.
Lo humour di Guiraudie non piacerà a
tutti, come il suo surreale naturalismo, ma – nonostante un
andamento diseguale e qualche pausa di troppo – sarà un piacere
vedere un film come il suo per chi cerca storie e tagli inusuali.
Una storia di amori complicati, sesso libero e umanità nascosta in
bella vista, coraggiosamente ostentata quando non rassegnatamente
accettata, nella quale la solidarietà e l’empatia sovrastano la
xenofobia dilagante e passivamente radicatasi nel nostro
quotidiano. Un viaggio divertente e sommessamente (ma potentemente)
satirico in una di quelle periferie dove nessun nemico vero
arriverà mai, ma che spesso finiscono per aggrapparsi al terrore
per rompere la monotonia. E la dimostrazione che una via ‘della
leggerezza’ è possibile.
Il nuovo film
Alien della 20th Century Studios con protagonista
Cailee Spaeny (Mare of Easttown) ha iniziato la
produzione a Budapest a marzo con il regista di Evil Dead e Don’t BreatheFede Alvarez dietro la macchina da presa a
dirigere la nuova carneficina.
Anche David Jonsson ,
Archie Renaux, Spike Fearn, Aileen Wu e Isabela Merced
fanno parte del cast del film la
cui sinossi ufficiale è la seguente: nono episodio della
serie di film immensamente popolare e
duratura, un gruppo di giovani in un
mondo lontano si trova a confrontarsi con la forma di vita più
terrificante dell’universo”. Ora, il regista ha celebrato
“Alien Day” con un nuovo sguardo dietro le quinte del film che
sembra suggerire che la storia si svolgerà a bordo di una nave con
almeno un iconico Facehugger a piede libero.
Fede Alvarez, è regista,
sceneggiatore e produttore, proseguendo la sua carriera in film
horror con Alien:
Romulus, dopo aver lavorato a “Millennium
– Quello che non uccide”, “Don’t Breathe” e il
remake di “Evil
Dead”. A produrre il film c’è anche la Scott Free, la
società del regista originale di “Alien”, Ridley Scott che è produttore esecutivo con
Michael Pruss (“Our Friend”). Scott e
Pruss sono affiancati dai produttori Brent
O’Connor (“Bullet Train”), Elizabeth
Cantillon (“Persuasion”) e Tom Moran
(“The Donut King”).
Alien:
Romulus unisce alla serie prequel, presentata per la
prima volta nel 2012, con “Prometheus“,
seguito da “Alien:
Covenant“. La serie prequel è l’ultima iterazione e segue
la serie
originale iniziata nel 1979, con “Alien“,
seguita da “Aliens“,
“Alien
3“, “Alien
Resurrection” e poi la serie crossover iniziata nel 2004, con
“Alien vs. Predator” e “Aliens vs. Predator: Requiem”. Mentre la
data di produzione è stata annunciata per la prossima settimana, il
progetto senza titolo deve ancora fissare una data di uscita al
cinema!
James Gunn è una delle personalità più
attenzione in questo periodo da critici e giornalisti, soprattutto
in seguito al suo percorso che lo ha portato a diventare capo dei
DC Studios. Ebbene il regista è impegnato in
queste settimane alla promozione di
Guardiani della Galassia Vol. 3 che sta per
debuttare in tutto il mondo e in questo senso le persone non
perdono occasione di chiedergli anticipazioni in merito al suo
lavoro come co-CEO dei DC Studios che come regista di
Superman:
Legacy.
Parlando di questo con The Hollywood Reporter,
James Gunn ha spiegato come il passaggio da
regista ai margini di Hollywood a vero e proprio A-Lister e capo
dello studio abbia influenzato ciò che sta portando sul tavolo per
questa nuova interpretazione dell’Uomo di domani.“Mi
relaziono completamente con Superman perché è tutto ciò che
sono”, dice. “È qualcuno che è un
estraneo che si sente come un alieno, ma anche l’ultimo insider,
perché sta [frick] ing Superman. Ed è un po ‘come mi
sento.”“È più facile prendere un personaggio che
nessuno conosce, come i Guardiani o Peacemaker, e poi fare quello
che vuoi con loro”, ha continuato
Gunn. “Le persone in ogni singolo paese del mondo
conoscono la storia di Superman.”
Il regista ha ammesso di aver
rifiutato un film di Superman nel 2018 proprio per
questo motivo e ha continuato a condividere alcune intuizioni su
ciò che ora ha pianificato per il personaggio. L’intervista
conferma che Superman:
Legacy non sarà una commedia e James Gunn non ha intenzione di rendere
Clark Kent uno dei personaggi stravaganti per cui è noto;
invece, vuole realizzare un film di supereroi veramente
sincero. “Come posso renderlo diverso dai film di
Superman che sono stati realizzati finora, ma anche rispettare
tutti i film di Superman che sono stati realizzati
finora?” lui chiede. “Quindi mi ci
è voluto del tempo per cercare di capirlo.” Ora che è
stato capito, Gunn è in procinto di lanciare il film prima che
le riprese inizino il prossimo gennaio.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Superman:
Legacy è il primo di un universo pianificato di
narrazione multipiattaforma (presumibilmente uno che si mescolerà
con i progetti di streaming per HBO Max) in una Fase
1 che lo studio chiama “Gods
and Monsters“. Il cast non è stato ancora annunciato, ma
l’uscita nelle sale globali del film è prevista per l’11 luglio
2025.
La prima proiezione
di The
Flashsi è svolta ieri sera al CinemaCon e,
come vi abbiamo anticipato ha avuto recensioni molto positive.
Tuttavia con il tempo siamo diventati tutti un po’ diffidenti nei
confronti di queste reazioni social entusiaste, anche se va detto
che quelle su The Flash arrivano da più parti e persino
Tom Cruise ne ha fatto una! Il
regista Andy Muschietti era presente dopo quella proiezione per
promuovere l’adattamento della DC Comics, ed ha avuto l’opportunità
in quella circostanza di parla del
film e di rispondere ad alcune domande lecite. Tra queste
quelle su un possibile sequel, sul posto del film all’interno del
rinnovato DCU e lo stato di salute del protagonista.
Il regista ha scelto attentamente le sue parole e riguardo ad
un possibile sequel ha commentato.“Non ne
abbiamo parlato.Penso che stiamo
tutti aspettando di vedere come va questo film. Ovviamente, c’è
entusiasmo nel continuare la storia, soprattutto se questo film
avrà successo”. Riguardo al suo posto nell’Universo
DC “Naturalmente, c’è un’architettura nel DC Studios
che si sta preparando e viene creata in questo periodo. E la
domanda è: questa nuova architettura assorbirà questa storia? La
cosa buona del multiverso è che è possibile. Il multiverso permette
a tutti questi diversi mondi di coesistere e interagire. E quindi,
si spera, sì. Non lo sappiamo ancora. Questa è la
verità.”
In altre parole, sembra che The
Flashpotrà trovare il suo spazio nel DCU a
condizione che abbia successo. In merito ai camei presenti:
“Come sai, questa non è la versione
finale”, ha scherzato il
regista. “Quello che hai visto non è la versione che
vedrai il 16 giugno. Puoi farmi di nuovo questa domanda dopo il 16
giugno. Mi dispiace.” Non aiuta il futuro del
franchise di The
Flashil fatto che ha ancora un protagonista dal
futuro incerto. L’attore Ezra Miller non era presente al CinemaCon e
non dovrebbe partecipare alla promozione de film, ma Muschietti ha
condiviso un breve aggiornamento sul suo stato di salute.
“Ezra ora sta bene”, ha
dichiarato. “Speriamo tutti che stia meglio. Sta
facendo il suo percorsso per il recupero. Ha a che fare con
problemi di salute mentale, ma sta bene. Abbiamo parlato con la sua
famiglia non molto tempo fa e sono molto impegnati nel farlo stare
meglio”.
La sinossi del film recita: “i
mondi si scontrano in “The Flash” quando Barry usa i suoi
superpoteri per viaggiare indietro nel tempo per cambiare gli
eventi del passato. Ma quando il suo tentativo di salvare la sua
famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il Generale Zod è tornato,
minacciando l’annientamento, e non ci sono supereroi a cui
rivolgersi. Cioè, a meno che Barry non riesca a convincere un
Batman molto diverso a uscire dalla pensione e salvare un
kryptoniano imprigionato… anche se non quello che sta cercando.
Alla fine, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro
che conosce, l’unica speranza di Barry è correre per salvarsi la
vita. Ma fare l’ultimo sacrificio sarà sufficiente per resettare
l’universo?”
Il pubblico del CinemaCon è stato
deliziato dal primo trailer in assoluto di Il Mio Grosso
Grasso Matrimonio Greco 3, l’ultimo capitolo della serie
rom-com sugli scontri culturali, il vero amore, i bundt cake e i
molti, molti usi dello Windex. Il terzo film riprende la storia
anni dopo l’originale e segue la famiglia Portokalos mentre si
riunisce lontano da Chicago.
“Sono successe molte cose dal
mio grosso grasso matrimonio greco”, dice il personaggio di
Nia Vardalos in una voce fuori campo. “Mio
padre è morto e il suo ultimo desiderio era che visitassimo il suo
villaggio d’infanzia in Grecia e ci riconnettessimo con le nostre
radici. Quindi, stiamo facendo una reunion di famiglia.”
Il trailer, che non è ancora
disponibile on line, inizia quando la famiglia Portokalos fa le
valigie pronta per viaggiare all’estero per trovare gli amici e i
cugini (di sangue o meno) del defunto padre di Toula. Lungo la
strada, ci sono un sacco di souvlaki (anche se, Ian Miller di
John Corbett è ancora vegetariano), bevute diurne
e romanticismo per far andare avanti il clan. “Questa è una
riunione che non dimenticheremo mai”, dice Toula.
La Vardalos ha anche scritto e
diretto il film, che uscirà nelle sale a settembre, e ovviamente
recita insieme alle star di ritorno. Oltre a Corbett, ci sono
Louis Mandylor, Elena Kampouris, Maria Vacratsis e
Andrea Martin.
Diretto da Joel
Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio
greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una
giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian
Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast
di supporto stellare che include il defunto Michael
Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e
Lainie Kazan nei panni della madre di Toula,
Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve
durata e un sequel del 2016,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2.
Un messaggio pre-registrato di
Harrison Ford ha introdotto una clip estesa di
Indiana Jones e il Quadrante del Destino di Lucasfilm
durante la presentazione Disney al CinemaCon. L’attore ha detto:
“Ciao CinemaCon! Interpretare Indiana Jones in tutti questi
anni ha significato molto per me. (I film) hanno avventura e cuore
– e per qualche motivo serpenti. Perché dovevano essere
serpenti?”. La battuta si riferisce ovviamente all’unica cosa
che il protagonista teme, ovvero i rettili striscianti, come
apprendiamo in I predatori dell’arca perduta.
Parlando dei realizzatori del film,
Harrison Ford ha concluso: “Siamo tutti
entusiasti che tutti possano vedere il nostro film sugli schermi
più grandi e migliori”. Il
Quadrante del Destino sarà presentato in anteprima
mondiale al Festival di Cannes il 18 maggio prima dell’uscita
internazionale a partire dal 28 giugno.
Nella clip estesa ed esclusiva
mostrata al CinemaCon,
Harrison Ford e
Phoebe Waller-Bridge si scambiano battute in un
inseguimento ad alta velocità mentre sbandano attraverso affollate
strade secondarie di pietra (che ricordano in qualche modo le
ambientazioni del primo film). “Non sono un ladro di
tombe!” esclama l’iconico archeologo: “Stavo facendo un
lavoro importante con tuo padre”.
Questo è il quinto titolo della
serie di avventure intorno al mondo. James Mangold
dirige da una sceneggiatura di Jez Butterworth, John-Henry
Butterworth e Mangold. Kathleen
Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel
producono, con Steven Spielberg e George
Lucas sono produttori esecutivi, e John
Williams ritorna come compositore, dopo aver segnato ogni
avventura di Indy dal 1981 con una delle colonne sonore più
iconiche della storia.
Nel cast ci sono anche
Mads Mikkelsen,
Antonio Banderas, John Rhys-Davies, Shaunette
Renee Wilson, Thomas Kretschmann, Toby Jones, Boyd Holbrook, Oliver
Richters e Ethann Isidore.
Christopher Nolan è salito sul palco del
CinemaCon per svelare il primo footage di Oppenheimer,
il suo personale racconto della vita di J. Robert Oppenheimer (Cillian
Murphy), il fisico teorico americano che ha
contribuito a creare la bomba atomica.
Nolan, che è sempre stato un grande
sostenitore del grande schermo a scapito della distribuzione su
piattaforma, è salito sul palco tra gli applausi della folla di
esercenti che lo vedono, giustamente, come un alleato prezioso.
“Non conosco una storia più drammatica con una posta in gioco
più alta”, ha detto della trama della sua ultima opera.
Come scrive Variety, “il film
sembrava mangiarsi le unghie“, poiché la storia è proprio
quella di questo fisico che crea un’arma tanto potente da essere in
grado di spazzare via milioni di vite. C’erano scene della squadra
del fisico impegnata nel lavoro top secret della fabbricazione di
bombe, ma il film va anche in avanti nel tempo fino a un punto in
cui la Russia ha sviluppato la sua tecnologia atomica, innescando
sospetti di spionaggio a Los Alamos. Nolan ha affermato che il
protagonista del film ha preso decisioni le cui conseguenze si
sentono ancora oggi.
“Piaccia o no, J. Robert
Oppenheimer è la persona più importante che sia mai vissuta”,
ha detto Christopher Nolan, aggiungendo: “Ha creato
il mondo in cui viviamo nel bene e nel male. La sua storia deve
essere vista per essere creduta.”
Il film, che la Universal
distribuirà dal 21 luglio, è una delle uscite estive più ambiziose
degli ultimi anni. Quella estiva è una stagione che di solito è
riservata ai film di evasione e ai film sui supereroi, ma Oppenheimer
è alle prese con alcuni temi pesanti, per non parlare del fatto che
racconta di uno sviluppo scientifico che ha rimodellato il corso
della storia. Oppenheimer ha guidato il Progetto Manhattan come
capo del Los Alamos Laboratory, prima di diventare un critico delle
armi di distruzione di massa. “La sua storia è sia un sogno che
un incubo”, ha detto Nolan.
Il film è stato girato in 70 mm con
telecamere Imax e il trailer che Nolan ha condiviso alternava scene
in bianco e nero e scene a colori con un design di produzione
impeccabile. Un Cillian Murphy dall’aspetto scarno e con
in testa un fedora è un duplicato esatto di Oppenheimer, e ha
l’aria di un distruttore di mondi.
Con a capo Murphy, che è un
fedelissimo di Christopher Nolan, il cast del film si
presenta davvero ricchissimo di star. Ci sono anche
Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves,
Robert Downey Jr. nei panni di Lewis Strauss, un
membro della Commissione per l’energia atomica, ed Emily Blunt nei panni della moglie di
Oppenheimer, Katherine. Il cast include anche Rami
Malek e Florence Pugh.
Oppenheimer
uscirà al cinema in Italia il 23 agosto 2023. Distribuito da
Universal Pictures.
Il primo contributo video di
Dune:
Parte 2 è stato mostrato al CinemaCon e ha anticipato
alcune scene che vedranno coinvolti i vermi della sabbia e Paul
Atreides interpretato da
Timothée Chalamet sulle dune di
Arrakis. Come rivelato da
Deadline, il trailer a porte chiuse ha mostrato anche Chani di
Zendaya e Paul di
Timothée Chalamet seduti insieme nel deserto, la
principessa Irulan di Florence Pugh che parlava dei segreti del
pianeta e, un momento che non vediamo l’ora di vedere sul grande
schermo, Paul che rinchiude un verme della sabbia prima di
scomparire nella sabbia.
Il regista Denis Villeneuve ha
rivelato che Dune: Parte
2 è stato girato interamente in IMAX. “La
seconda parte è un film di guerra epico, molto più denso. Abbiamo
visitato Arrakis. Visitiamo nuove location; tutto è nuovo nel
film”, ha detto Villenueve. “Nel primo film, abbiamo
girato il 40% in IMAX, questa volta è tutto IMAX“.
Zendaya, che è apparsa brevemente come Chani in
Dune del
2021, ha detto al pubblico riunito che “questa volta non è solo nei
sogni”. “Ho avuto solo poco tempo per scoprire chi fosse“,
ha detto della sua breve apparizione nel primo
film. “Questi sono ancora due giovani che stanno cercando
di crescere, innamorarsi e andarsene, essere un guerriero per la
tua gente“.
Chalamet è stato anche tra gli ospiti più attesi al
CinemaCon di quest’anno, con il suo prequel di Wonka che ha svelato
il suo primo trailer
e una rivelazione a sorpresa del casting.
Dune: Parte 2, il film
L’epopea
sul grande schermo continua l’adattamento dell’acclamato bestseller
di Frank Herbert con il ritorno delle star tra cui il candidato
all’Oscar
Timothée Chalamet (Chiamami col tuo
nome),
Zendaya (Spider-Man: No Way Home),
Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead
Reckoning), il premio Oscar
Javier Bardem (No Country for Old Men, Being
the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame),
Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron),
Dave Bautista (Thor: Love and Thunder), il
candidato all’Oscar Charlotte Rampling) e
Stephen McKinley Henderson. Nel cast del sequel ci
sono anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a
Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha
e la leggenda dello schermo Christopher Walken
(The Deer Hunter, Hairspray) nei panni dell’Imperatore.
Florence Pugh (Black Widow, Piccole
donne), Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land
, Climax) completano l’ampio cast.
Questo
film esplorerà il viaggio mitico di Paul Atreides mentre si unisce
a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di vendetta contro i
cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte a una
scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo
conosciuto, si sforza di prevenire un terribile futuro che solo lui
può prevedere. Denis Villeneuve dirigerà Dune: Parte
2 da una sceneggiatura che ha scritto insieme a
Jon Spaihts e basata sul romanzo di Herbert. Il film è
prodotto da Villeneuve, Mary Parent, Cale Boyter, Tanya
Lapointe e Patrick McCormick. I produttori esecutivi
sono Josh Grode, Herbert W. Gains, Brian Herbert, Byron
Merritt, Kim Herbert, Thomas Tull, Jon Spaihts, Richard P.Rubinstein e John Harrison, con Kevin J. Anderson
in qualità di consulente creativo.
Tra meno di 24 ore, Paramount
Pictures rilascerà un nuovo trailer di
Transformers – Il risveglio (Transformers:
Rise of the Beasts). Il film si sta
avvicinando rapidamente alla data di uscita nelle sale anche se
l’entusiasmo su questo riavvio sta calando negli ultimi mesi.
Per quanto riguarda questo teaser del trailer, non rivela molto,
anche se non possiamo fare a meno di provare un pizzico di
entusiasmo vedendo gli Autobot fianco a fianco con i Maximal. Sono
state rilasciate anche una manciata di nuove foto insieme ai
commenti del cast e della troupe di
Transformers – Il risveglio (Transformers:
Rise of the Beasts) che trovate di seguito con il
teaser.
Tutto quello che sappiamo su
Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts)
Transformers – Il risveglio (Transformers:
Rise of the Beasts) ci porterà negli anni 90, in
un epica avventura in giro per il mondo, dove ritroveremo gli
Autobot e una nuova generazione di Transformer, i Maximal, che
prenderanno parte all’eterna battaglia sulla terra tra Autobot e
Decepticon. Diretto da Steven Caple Jr. e
interpretato da Anthony Ramos e Dominique
Fishback, il film arriverà nelle sale italiane a
giugno 2023
Diretto da Steven Caple Jr.
Transformers
– Il risveglio (Transformers: Rise of the
Beasts)si baserà
su una sceneggiatura scritta da Joby Harold e Darnell Metayer &
Josh Peters e Erich Hoeber & Jon Hoeber, e su una storia di Joby
Harold. Il film è basato sempre sulle action figure Transformers di
Hasbro. Il film è prodotto da Lorenzo di Bonaventura, Tom DeSanto e
Don Murphy, Michael Bay, Mark Vahradian, Duncan Henderson.
Con Steven Spielberg, Brian Goldner, David
Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Brian Oliver, Bradley J.
Fischer, Valerii An che sono produttori esecutivi.
Protagonisti di
Transformers – Il risveglio
(Transformers: Rise of the Beasts) sono
Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter
Cullen, Ron Perlman
Peter Dinklage,
Michelle Yeoh, Liza Koshy, John DiMaggio, David Sobolov,
Michaela Jae Rodriguez, Pete Davidson, Cristo Fernández.
Il fim sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures.
Arriva oggi la notizia che Amazon
ha acquisto altri due titolo che riguardano Batman della DC
Studios, oltre al già annunciato Batman: Caped
Crusader. A darne notizia è stato
ilThe Hollywood
Reporterche ha confermato che il filmMerry Little Batman e la
sua serie
spin-off Bat-Family sono
stati acquistati da Amazon
dalla DC e dalla Warner
Bros. Animation di Warner Bros. Discovery.
Il sitoriporta cheMerry Little
Batman segue Damian Wayne mentre diventa
“Little Batman” e protegge Gotham City dai cattivi durante le
festività natalizie,
mentre Bat-Familysegue Batman, Alfred e Damian – che è ancora chiamato “Little
Batman” – e alcuni nuovi arrivati di Wayne Manor “navigano nel
divertimento e nelle frustrazioni della vita come una super
famiglia”.
“Batman:
The Animated Series ha contribuito
all’evoluzione della narrazione dei supereroi e ha definito il
Cavaliere Oscuro per una generazione“, ha dichiarato Vernon
Sanders, capo della televisione
di Amazon e MGM
Studios. “ Batman: Caped
Crusader continuerà senza dubbio quella tradizione e,
insieme a Merry Little
Batman e Bat-Family,
siamo entusiasti di collaborare con Warner Bros. Animation per
offrire una varietà di adattamenti del mito di Batman ai nostri
clienti Prime Video globali“.
“Siamo entusiasti di
collaborare con Amazon per iniziare un nuovissimo capitolo animato
di Batman“, ha dichiarato Sam Register, capo della Warner
Bros. Animation. “Dalla narrazione cinematografica noir
di Batman: Caped
Crusader alle avventure comiche di Merry
Little
Batman e Bat-Family ,
questi nuovi progetti assicurano che ci sarà una storia animata di
Batman pronta ad entusiasmare i fan di tutte le
età”.
Stando a quanto riportato da
Bloody Disgusting, portale dedicato prevalentemente al
cinema horror, un sequel di L’Esorcista del
Papa (qui la recensione), il film
interpretato da Russell Crowe e
basato sulle memorie di Padre Gabriel Amorth,
sarebbe ufficialmente in via di sviluppo. Costato soltanto 18
milioni di dollari, la pellicola diretta da Julius
Avery ha infatti ad ora raccolto circa 52 milioni di
dollari in tutto il mondo. Un risultato che, nonostante la divisiva
accoglienza a cui il film è andato incontro, sarebbe sufficiente a
spingere affinché si portino avanti i racconti di Amorth e dei suoi
esorcismi.
Sappiamo infatti che il film non è
sfuggito alle polemiche, considerando il delicato argomento
trattato. In particolare, queste si sono accese con la sua uscita
nelle sale. Polemiche a cui si è unito lo stesso Vaticano,
scagliatosi contro le reinvenzioni e lo splatter eccessivo presenti
nel film. Si attende ora una conferma ufficiale in merito alla
realizzazione di un sequel, ma per chi ha visto il film il fatto
che possa esserci un seguito non risulta del tutto una sorpresa.
L’Esorcista del Papa si apre infatti a portare sul grande
schermo le vere attività di Amorth,
particolarmente numerose e documentate.
Al momento non ci sono però
ulteriori dettagli sul possibile sequel, ma se questo dovesse
esserci dovrebbe essere certo il ritorno di Crowe nei panni del
protagonista. In attesa di poterne sapere di più, ricordiamo
che L’Esorcista del Papa si trova ancora in sala e
che racconta la storia di Padre Amorth che, indagando sulla
terrificante possessione di un ragazzo, finirà per scoprire una
cospirazione secolare che il Vaticano ha disperatamente cercato di
tenere nascosta.
La 20th Century
Studios ha finalmente rilasciato il primo teaser trailer
di Assassinio
a Venezia, il nuovo film diretto e interpretato da
Kenneth Branagh
nonché suo terzo lungometraggio dedicato al detective
Hercule Poirot dopo Assassinio sull’Orient
Express e Assassinio sul Nilo. Questo
inquietante nuovo thriller soprannaturale è ora basato sul romanzo
“Hallowe’en Party” di Agatha Christie ha
una data d’uscita nelle sale attualmente fissata al il 15
settembre 2023.
Per quanto riguarda la trama,
Assassinio
a Venezia è ambientato nella misteriosa Venezia
del secondo dopoguerra alla vigilia di Ognissanti, dove Hercule
Poirot, ormai in pensione e vivendo in un esilio autoimposto nella
città più affascinante del mondo, partecipa con riluttanza a una
seduta spiritica in un palazzo fatiscente e infestato. Quando uno
degli ospiti viene assassinato, il detective viene catapultato in
un sinistro mondo di ombre e segreti, costretto nuovamente a dover
risolvere il caso prima che qualcos altro di spiacevole possa
accadere.
Il film, come già riportato, è
diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del
candidato all’Oscar Michael Green
(Logan). I produttori sono Kenneth Branagh, Judy
Hofflund, Ridley Scott e Simon
Kinberg, con Louise Killin, James
Prichard e Mark Gordon come produttori
esecutivi. Un brillante ensemble interpreta un cast di personaggi
indimenticabili, tra cui Kenneth Branagh, Kyle Allen
(Rosaline), Camille Cottin (Call My
Agent), Jamie Dornan
(Belfast), Tina Fey (30 Rock),
Jude Hill (Belfast), Ali
Khan (6 Underground), Emma Laird
(Mayor of Kingstown), Kelly Reilly
(Yellowstone), Riccardo
Scamarcio (L’ombra di Caravaggio) e la
recente vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh
(Everything Everywhere All at Once).
Gli zombie sono da sempre tra le
creature più spaventose e significative viste al cinema. Nel corso
degli anni, attraverso gli innumerevoli film che li hanno resi
protagonisti, questi hanno assunto significati metaforici sempre
diversi, rinnovandosi continuamente di pari passo al trasformarsi
della società. Generalmente, si è soliti vedere gli zombi da un
punto di vista del cinema statunitense, ma il film sudcoreano del
2018 Train to Busan (qui la recensione) ha
significativamente ribaltato tale prospettiva. Diretto da
Yeon Sang-ho, il film ha inoltre presentato una
serie di scenari particolarmente accattivanti, spostando il grosso
dell’azione a bordo di un treno in viaggio.
Confinando i suoi protagonisti in
uno spazio chiuso, il regista e anche sceneggiatore del film ha
potuto costruire una vicenda tesa e ricca di colpi di scena. Come
anche per Snowpiercer, diretto dal
coreano BongJoon-ho, Train to Busan va a
raccontare, attraverso le caratteristiche del suo genere, un tema
particolarmente ricorrente nel cinema coreano. Si tratta delle
differenze di classe che sconvolgono profondamente la Corea, a cui
si aggiungono le inevitabili differenze di trattamento, l’egoismo e
l’individualismo, il tutto racchiuso all’interno di un treno che,
nel suo viaggiare incurante di quanto sta accadendo, va a
rappresentare la stessa vita.
In particolare, inoltre, è da notare
come il film rielabori la figura dello zombie, liberandola dagli
stereotipi che aveva acquisito nel corso dei decenni. Edgar
Wright, autore di film come L’alba dei morti
dementi e Baby Driver – Il genio della fuga, lo ha
indicato come il suo film sugli zombi preferito di sempre. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Train to Busan: la trama del film
Protagonista del film è
Seok-woo, un agente di borsa particolarmente
dedito al suo lavoro, che gli permette di mantenere sé stesso e la
piccola figlia Soo-an. Da divorziato, l’uomo cerca
di essere il più attento possibile alle necessità della bambina,
che per il suo compleanno chiede al padre di andare a fare una gita
a Busan, dove vive anche la madre. Durante il viaggio in treno,
però, uno dei passeggeri inizia a subire una misteriosa
trasformazione che lo porta a diventare uno zombie. Il panico si
scatena subito dentro al treno e Seok-woo dovrà trovare il modo di
difendere a tutti i costi sua figlia. Al di fuori del treno, allo
stesso modo, l’invasione zombie è già iniziata.
Train to Busan: il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Seok-woo è l’attore Gong Yoo. Oltre che per il suo
ruolo in questo film, egli è molto noto in patria anche per titoli
come Dogani e L’impero delle ombre. Nei panni di
sua figlia Soo-an vi è invece Kim Su-an,
giovanissima attrice attiva nel mondo della recitazione sin
dall’età di cinque anni. Il grande successo per lei arriva proprio
con Train to Busan, che le permette di diventare una vera
e propria star internazionale. Jeong Yu-mi recita
invece nei panni di Seong-kyeong, donna incinta presente sul treno
che acquisirà grande importanza nel corso del film.
Suo marito, l’operaio Sang-hwa, è
invece interpretato da Ma Dong-seok. L’attore è
noto a livello internazionale per i film The Gangster, the Cop, the
Devil e Ashfall – The Final
Countdown, mentre attualmente è stato scelto per
interpretare Gilgamesh nel film film MarvelEternals. Choi Woo-shik, tra i
protagonisti anche di Parasite, interpreta qui il
giocatore di una squadra di baseball liceale Yong-guk. Ahn
So-hee, invece, è la cheerleader Jin-hee. Kim
Eui-sung interpreta Yon-suk, spregevole uomo d’affari,
mentre Ye Soo-jung e Park
Myung-sin sono le anziane sorelle In-gil e Jong-gil.
Il sequel di Train to
Busan, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Il grandissimo successo del film ha
spinto il regista a considerare l’idea di un sequel. Egli si era
però inizialmente dichiarato contrario a questo, considerando
conclusa la storia. In breve, però, la sua opinione è cambiata e
nel 2020 Yeon ha fatto uscire in sala il film Peninsula, sequel di
Train to Busan che pur essendo ambientato nello stesso
contesto narrativo presenta una storia e dei personaggi nuovi. Se
nel primo film ci si concentrava sull’ambiente treno, in questo
secondo capitolo il racconto si espande all’intera penisola
coreana. Di Train to Busan esiste però anche un prequel,
intitolato Seoul Station, film
d’animazione distribuito parallelamente al titolo principale.
In attesa di vedere il sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Train to Busan è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Mediaset Infinity, Rai
Play, Apple iTunes, Mubi e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 26 aprile alle ore
22:55 sul canale Rai 4.
Apple
TV+ ha rilasciato il trailer di
Platonic, la
nuova serie comedy interpretata e prodotta da Rose
Byrne e
Seth Rogen e co-creata, diretta e co-scritta da Nick
Stoller e Francesca Delbanco.
Platonic: quando esce e dove vederla in streaming
La serie, composta da dieci episodi
della durata di mezz’ora ciascuno, farà il suo debutto su
Apple TV+ il 24 maggio con i primi tre episodi,
seguiti da nuovi episodi settimanali ogni mercoledì.
La trama e il cast di
Platonic
Platonic segue le vicende di una
coppia platonica di ex migliori amici prossimi alla mezza età
(Seth
Rogen e Rose Byrne) che si riavvicinano dopo una lunga
separazione. L’amicizia del duo diventa totalizzante e destabilizza
le loro vite in modo esilarante. Il cast è composto anche da Luke
Macfarlane, Tre Hale, Carla Gallo e Andrew Lopez.
Platonic è prodotta da Sony
Pictures Television, con cui la Global Solutions di Stoller e
Stoller ha un accordo globale. Byrne, Rogen, Stoller, Delbanco e
Conor Welch sono i produttori esecutivi.
La serie segna una nuova
collaborazione tra Apple TV+ e Rose Byrne, che è
anche protagonista di “Physical”, la serie Apple Original acclamata
dalla critica e pronta per debuttare con la terza stagione nel
corso dell’anno. Seth Rogen sarà anche protagonista di una serie
comedy, ancora senza titolo, che scriverà, dirigerà e produrrà
insieme a Evan Goldberg per Apple TV+. La serie si unirà alla
crescente offerta di serie comedy di successo e pluripremiate su
Apple TV+, tra cui il vincitore dell’Emmy “Ted
Lasso”, “Shrinking”, “Schmigadoon!”, “The Afterparty”, “Il
premio del destino”, “Bad Sisters”, “Trying”, “Mythic Quest” e
altre ancora.
Disney+ ha diffuso il trailer
ufficiale della serie originale comedy d’azione
American Born Chinese che debutterà con
tutti gli otto episodi il 24 maggio sulla piattaforma streaming. La
serie televisiva targata Disney Branded Television è prodotta da
20th Television.
American Born Chinese:
la trama e il cast
Basata sull’omonima graphic novel
di Gene Luen Yang, American Born Chinese
racconta le sfide e le difficoltà di un normale adolescente
americano la cui vita cambia per sempre quando fa amicizia con il
figlio di un dio mitologico. Questa è la storia della battaglia di
un giovane uomo per la propria identità, raccontata attraverso la
famiglia, la commedia e il Kung-Fu ricco di azione.
Quest’avventura di formazione è
interpretata da un cast di star internazionali, tra cui i vincitori
del premio Oscar
Michelle Yeoh e
Ke Huy Quan (Everything Everywhere All at
Once), Ben Wang (Chang a Canestro), il candidato
all’International Emmy Award Yeo Yann Yann (Wet Season),
Chin Han (Mortal Kombat), Daniel Wu (Frammenti dal
passato – Reminiscence), l’ex campione di Taekwondo Jimmy
Liu e Sydney Taylor (Just Add Magic).
A presentare al pubblico una serie
di iconiche figure mitologiche cinesi sono le guest star Stephanie
Hsu, candidata all’Oscar, nel ruolo di Shiji Niangniang, la Signora
delle Pietre; Ronny Chieng in quello del monaco anticonvenzionale
Ji Gong; Jimmy O. Yang nel ruolo del Re Drago Ao Guang; James Hong
in quello dell’Imperatore di Giada; Leonard Wu nel ruolo di Niu
Mowang/Demone Toro; e Poppy Liu in quello della Principessa dal
Ventaglio di Ferro. La serie vede anche Lisa Lu nel ruolo
dell’agopunturista Ni Yang, prossima alla pensione, mentre Rosalie
Chiang interpreta la studentessa attivista Suzy Nakamura.
Lo sceneggiatore/produttore
vincitore di un Emmy Award Kelvin Yu (Bob’s Burgers,
Central Park) è produttore esecutivo e showrunner.
Destin Daniel Cretton (Shang-Chi e la leggenda
dei Dieci Anelli, Short Term 12) è il regista e
produttore esecutivo, insieme a Melvin Mar e Jake Kasdan (entrambi
di Dottoressa Doogie, Jumanji – Benvenuti nella
giungla e Jumanji: The Next Level), Erin O’Malley
(Dottoressa Doogie), Asher Goldstein (Short Term
12, Il diritto di opporsi) e Gene Luen Yang.
Netflix ha diffuso il primo trailer della sesta
stagione di Black Mirror, la serie antologica che
per questo sesto ciclo si rinnova e diventa, secondo la logline,
“la più imprevedibile, non classificabile e inaspettata di sempre”.
La nuova stagione sarà disponibile a giugno.
Come sempre, la serie si
impreziosisce di grandi nomi nel cast, nomi che sono associati a
volti meno noti ma sempre capaci di grandi interpretazioni,
destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Il cast dei
nuovi episodi comprende
Aaron Paul, Anjana Vasan, Annie Murphy, Auden Thornton, Ben
Barnes, Clara Rugaard, Daniel Portman, Danny Ramirez, David
Shields, Himesh Patel, John Hannah,
Josh Hartnett, Kate Mara, Michael Cera, Monica Dolan, Myha’la
Herrold, Paapa Essiedu, Rob Delaney, Rory Culkin,
Salma Hayek Pinault, Samuel Blenkin e Zazie
Beetz.
Debutta a giugno in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW l’attesissima seconda stagione della
serie Sky Exclusive AND
JUST LIKE THAT…, il nuovo capitolo del cult HBO
Sex and the City. Dal produttore
esecutivo Michael Patrick King, i nuovi episodi,
di cui è appena stato rilasciato il teaser trailer, vedono il
ritorno delle protagoniste Sarah Jessica Parker,
Cynthia Nixon e Kristin
Davis.
Fra il cast che ritorna nei nuovi
episodi anche Sara Ramírez, Sarita Choudhury, Nicole Ari
Parker, Karen Pittman, Mario Cantone, David Eigenberg, Evan
Handler, Christopher Jackson, Niall Cunningham, Cathy Ang e Alexa
Swinton.
Crediti: produttori esecutivi della
serie Michael Patrick King, John Melfi, Julie Rottenberg, Elisa
Zuritsky, Sarah Jessica Parker, Kristin Davis e Cynthia Nixon. Fra
gli sceneggiatori, oltre a Michael Patrick King, anche Samantha
Irby, Susan Fales-Hill, Lucas Froehlich, Rachel Palmer, Julie
Rottenberg e Elisa Zuritsky. Fra i registi della nuova stagione lo
stesso King, Cynthia Nixon, Ry Russo-Young e Julie Rottenberg. La
serie HBO “Sex and the City” è stata creata da Darren Star dal
romanzo “Sex and the City” di Candace Bushnell.
La Warner Bros. ha diffuso
ufficialmente
un nuovo trailer di The Flash al CinemaCon 2023. I
piani per un film solista sul Velocista Scarlatto con protagonista
il Barry Allen di Ezra
Miller risalgono ormai al 2014. Secondo
quanto riferito dalle prime recensioni e reaction a seguito
delle prime proiezioni di prova, The Flash è uno dei migliori film
DC mai realizzati e giocherà un ruolo di primo piano nel resettare
l’Universo DC per i nuovi piani di James
Gunn e Peter Safran. Il film infatti
sembra raccontare Flashpoint e il punto di non ritorno per
l’Universo DC nei fumetti. A seguito degli eventi di questo film,
tutto l’universo condiviso in questione sarà, appunto, resettato, e
ripartirà da zero. Per questa occasione, Warner Bros è riuscita a
richiamare in campo il Batman di
Michael Keaton, lo Zod di Michael
Shannon e una new entry molto interessante, Supergirl di
Sasha Calle.
Il nuovo trailer di The Flash è pieno di nuovi
contenuti dal film e anticipa pesantemente la storia multiversale
del film, la stretta relazione tra Barry Allen e Batman e le
modifiche apportate alla sequenza temporale DC a seguito del
viaggio nel tempo di Flash. Ecco cosa si può evincere da questo
secondo trailer di quello che può definirsi un turning (flash)
point per gli eroi DC al cinema.
I genitori di Batman di Michael
Keaton compaiono nel trailer flash
Nel trailer di The Flash è incluso uno sguardo al
passato del Batman di
Michael Keaton in forma di una foto di Bruce Wayne e
dei suoi genitori. La versione del personaggio di Keaton viene
mostrata mentre tocca l’immagine, mentre la voce fuori campo parla
di come ha perso entrambi i suoi genitori.
Sulla base di altre inquadrature nel
trailer, sembra che la foto dei genitori di Batman sia collegata ai
luoghi segreti della Wayne Mansion che nascondono i vari costumi di
Batman di Bruce. Considerando che The Flash parla di bambini che
hanno perso i genitori, mostrare Thomas e Martha Wayne in questo
momento sembra avere perfettamente senso.
I capelli lunghi di Bruce Wayne
raccontano la sua vita dopo Batman – Il Ritorno
L’essere Batman di
Michael Keaton in The Flash includerà
collegamenti diretti con i suoi film precedenti, ma il suo aspetto
fisico nel trailer è indice di ciò che gli è successo. Un
personaggio che sembra essere Bruce Wayne è mostrato di spalle con
lunghi capelli ondulati biondo/bianchi mentre guarda i sette
costumi di Batman.
I lunghi capelli di Bruce Wayne
sarebbero apparentemente un segno di come il miliardario si è
tenuto lontano dagli occhi del pubblico per gran parte della sua
vita dopo quello che abbiamo visto in Batman – Il Ritorno di Tim
Burton, diventando un recluso ed evitando i suoi doveri da
supereroe fino a quando Barry Allen non entra nella sua vita.
Sentiamo la voce di Iris West, ma
non la vediamo
Nel trailer sembra, ad un
certo punto, di sentire la voce della Iris West di Kiersey Clemons, anche se non viene mostrata
nel filmato. Una voce femminile dice: “Non riesco a immaginare
cosa hai passato. Hai perso entrambi i genitori in un giorno”.
Questa persona potrebbe parlare con Batman o Flash, stando al
passato di entrambi, ma sembra che si tratti proprio della voce di
Kiersey Clemons.
Inizialmente il personaggio doveva
apparire in Justice
League prima delle riprese e alla fine ha interpretato
un piccolo ruolo nella
Snyder Cut. La sua battuta fa ovviamente riferimento a
come Barry abbia perso entrambi i genitori nello stesso incidente:
la madre che rimane uccisa e il padre condannato al carcere perché
ingiustamente accusato dell’omicidio.
Il trailer di Flash anticipa la
morte della madre di Barry Allen
Parlando dei genitori di
Barry, il trailer di The Flash fornisce anche più
contesto sulla morte di sua madre, Nora Allen. Il filmato include
Henry Allen che dice a Barry di chiamare il 9-1-1 dopo che le è
successo qualcosa. Nei fumetti, la mamma di Barry muore per mano di
Reverse-Flash.
Non è confermato su quale storia dei
fumetti si baserà il film e quindi su chi e come uccide Nora, ma è
un momento che influisce direttamente sugli eventi principali del
film e sulle motivazioni di Barry.
Il Martha Wayne Institute
suggerisce l’eredità della madre di Batman
L’eredità delle mamme
continua a essere mostrata nel trailer di The Flash con un riferimento a
Martha Wayne. Come parte della distruzione che deriva dall’attacco
di Zod alla Terra, il filmato include un Easter Egg che mostra il
Martha Wayne Institute.
Non è chiaro quale sia esattamente
lo scopo di questo istituto, ma indica che l’eredità di Martha e la
sua attività filantropica sopravvivono anche anni dopo la sua
prematura morte.
Il Barry Allen del multiverso
indossa un prototipo della tuta di Flash
Un rapido easter egg nel
trailer di The Flash
mostra quello che sembra essere il Barry Allen del multiverso che
indossa un prototipo di tuta. Viene mostrato sul fondo di
un’inquadratura che si svolge durante l’attacco di Zod a
Metropolis.
Il design completo del prototipo del
costume di Flash è difficile da distinguere, ma a quanto pare
comporta un giubbotto protettivo nero, dettagli gialli e rossi e
una base bianca.
Il simbolo di Supergirl significa
ancora speranza (proprio come per Superman)
Un’altra conferma chiave
che arriva nel trailer di The Flash è il significato
della S sul costume di Supergirl. Il simbolo che sembra una “S” di
Krypton è una corrispondenza visiva diretta con il logo di Superman e una citazione
diretta a L’Uomo d’Acciaio.
Mentre la Supergirl di Sasha
Calle è ora quella che indossa il simbolo, il filmato ci
indica che anche in questa incarnazione, quella S significa
Speranza. A giudicare da quanto sia potente Supergirl nel trailer,
potrebbe senza dubbio contribuire a portare la speranza nel
mondo.
Michael Keaton ripete l’iconica
frase “Let’s Get Nuts” di Batman
Il trailer di Flash
include la conferma che il Batman di
Michael Keaton ripeterà una delle sue battute più
iconiche. L’attore si sente dire “Vuoi impazzire? Diventiamo
matti” proprio come faceva nella famosa scena del Batman del
1989 di Tim Burton di fronte al Joker di Jack Nicholson.
Keaton originariamente ha recitato
la battuta in modo molto più animato nei panni di Bruce Wayne
quando tenta di sfidare il Joker. La ripetizione della frase
iconica nel trailer è molto più sommessa, ma forse suona anche più
minacciosa. Si tratta della seconda frase ripetuta dal Batman di
Keaton dopo la proverbiale: “I’m Batman”,
sentita nel primo trailer.
Rivelato completamente il costume
di Barry Allen nel multiverso
La versione multiversale
di Barry Allen ottiene un costume di Flash unico nel film e il
trailer ne rivela completamente il design. Dopo aver intravisto
solo diversi pezzi della tuta nei trailer precedenti, l’abito fatto
in casa che utilizza un costume di Batman come base viene
completamente svelato in questo secondo filmato.
Sembra che il Barry Allen
multiversale dipinga di rosso uno dei vecchi abiti di Batman,
applichi un fulmine giallo sul logo centrale e rada le orecchie di
Batman dal cappuccio, tra le altre modifiche al design. Questo
aspetto molto grezzo e i fulmini blu che ne caratterizzano i
movimenti dovrebbero aiutare il pubblico a distinguere le due
versioni di Flash.
Supergirl viene in soccorso di
Flash – Barry Allen è morto?!
Un momento intrigante nel
trailer di The Flash è
quello in cui vediamo Supergirl che porta Barry Allen in volo in
alto nel cielo. Il suo corpo sembra senza vita, il che fa sembrare
che il personaggio sia morto.
Anche se Ezra
Miller è stato protagonista di vicende a dir oco
turbolente durante lo sviluppo di The Flash, è improbabile che il
film uccida Barry Allen tanto meno mostrandolo nel trailer. A
giudicare dalle bruciature che sembrano essere sul corpo di Barry,
sembra che sia stato gravemente ferito a questo punto del film.
Flash è torturato da un nemico
sconosciuto
Il trailer anticipa anche
il misterioso cattivo principale del film mostrando Barry Allen che
viene torturato, mentre viene trattenuto da un fulmine. Sta urlando
di dolore a causa del nemico sconosciuto apparentemente
responsabile della sua situazione mostrata.
Quello che vediamo però non sembra
essere il lavoro del generale Zod, ma piuttosto quello di un
potenziale cattivo legato alla Forza della Velocità. Ci sono stati
suggerimenti sul fatto che Dark Flash sia il vero cattivo di
The Flash, il che
potrebbe significare che il malvagio velocista è responsabile di
ciò che sta accadendo a Barry in questo momento del trailer.
Supergirl sconfigge il generale
Zod, ma non lo uccide
Un momento impressionante
nel trailer di The Flash arriva quando
Supergirl sembra sopraffare e sconfiggere Zod. Sembra sferrare il
colpo finale colpendolo con un tubo di metallo, lasciando Zod
sprofondato in una nave kryptoniana.
Non si tratta solo di un ottimo
esempio di quanto sia potente Supergirl in The Flash, ma sembra mostrare anche
che questo personaggio potrebbe fare cose che Superman non è in
grado di fare. L’Uomo d’Acciaio di Henry Cavill ha sconfitto Zod solo
uccidendolo. The
Flash sembra pronto a evitare di ripetere la
mossa controversa, anche se ciò significa suggerire che Supergirl è
un eroe migliore di Superman.
Batman di Michael Keaton è
antiproiettile
Un altro momento nel
trailer del film The Flash conferma che il Batman di
Michael Keaton è a prova di proiettile. Ciò
avviene attraverso momenti in cui più nemici gli stanno sparando,
ma il mantello e l’armatura di Batman impediscono loro di
infliggergli danni fatali.
I proiettili che colpiscono la tuta
di Batman non trapassano la tuta o il mantello, ma a ogni colpo,
Batman sobbalza, il che potrebbe voler dire che anche se i
proiettili non sono fatali, gli causano comunque del dolore.
Barry Allen viene fulminato nella
Batcaverna (dalla sua variante?)
Un’altra scena che desta
curiosità nel trailer, mostra Barry Allen con un fulmine tutto
intorno a lui, e sembra essere nella Batcaverna. Ulteriori
inquadrature mostrano che Barry sta urlando di dolore e viene
bruciato da un fulmine blu.
Sulla base di altro che vediamo
sempre nel trailer, si può ipotizzare che il lampo blu potrebbe
essere un segno rivelatore di ciò che sta accadendo qui. Il Flash
del multiverso ha un lampo blu associato ai suoi poteri. Ciò
potrebbe significare che il secondo Barry Allen sta
intenzionalmente fulminando il Flash principale in questa
sequenza.
“Non saremo in grado di sistemare
questo problema”, la nuova linea temporale del DCU
Sembra anche che il fatto
che The Flash debba
resettare l’Universo DC sia anticipato già nel trailer. Si sente il
Barry Allen principale dire “Non saremo in grado di sistemare
questo problema” al suo altro sé.
Questa frase lascia intendere enormi
implicazioni per tutto quello che verrà successivamente. Poiché è
già stato confermato che The Flash ripristinerà la sequenza
temporale, questa battuta può essere vista come anticipo di come
ciò accadrà.
Il Batwing diventa il simbolo di
Batman di Michael Keaton
Il trailer include un
altro cenno ai film di Batman di
Michael Keaton con il suo Batwing. Il velivolo
viene mostrato mentre vola ed è posizionato proprio di fronte alla
luna, creando una versione del Batsegnale di Keaton.
È una mossa simile ad alcune
immagini di Batman del 1989, in cui il Batwing si ferma davanti
alla luna per una breve frazione di secondo. Il film sta
comprensibilmente ricreando alcuni momenti iconici del passato di
Keaton, e questo è l’ultimo esempio di come sta portando avanti
questo lungo omaggio.
Quando si tratta di serie
di fantascienza, ormai il minimo comun denominatore che sembra
unire la stragrande maggioranza di questi prodotti in un unico
calderone estetico/visivo è la grandezza, la magniloquenza dello
spettacolo. Non c’è poi tanto da stupirsi, visto dove si è diretto
anche il cinema hollywoodiano negli ultimi anni. È quindi un
piacere poter gustare uno show come Silo che al
contrario sceglie la direzione opposta, ovvero quella di un
prodotto coerente nella visione ma soprattutto improntato su
un’idea forte di narrazione.
Silo, la serie tratta dai romanzi di Hugh
Howey
Alla base della nuova
serie di Apple
TV+ ci sono i romanzi scritti da Hugh
Howey: l’ambientazione principale è appunto un enorme silo
in cui sono rinchiusi da secoli un numero imprecisato di esseri
umani. Il mondo esterno è stato devastato e l’unica salvezza si è
rivelata nel confinamento, creando una nuova società fatta di
regole ferree e una rigida scala sociale. Alcuni membri della
comunità però iniziano a dubitare che la realtà fuori dalla
fortezza/prigione sia fatta soltanto di morte e devastazione. Tra
loro c’è Allison (Rashida
Jones), moglie dello sceriffo Holston (David
Oyelowo), intenta a scoprire la verità su cosa sta
realmente succedendo. La donna metterà in moto un catena di eventi
drammatici che vedrà protagonista quasi suo malgrado l’ingegnere
Juliette (Rebecca
Ferguson), donna dal passato doloroso che vuole
scoprire la verità sulla morte “accidentale” del suo amante.
I primi episodi di
Silo diretti da Morten Tyldum
(nomination all’Oscar per The Imitation Game,
Passengers) possiedono uno spessore drammatico
degno delle migliori produzioni di questo genere. Il regista riesce
a sfruttare al meglio l’enorme lavoro di composizione del set
principale per creare un’atmosfera di placida disperazione, un
ambiente che protegge e allo stesso tempo non permette a coloro che
vi vivono confinati una vera e propria libertà di espressione. Il
pathos generato dalla vicenda personale dei personaggi avvicina
Silo ad alcuni pilastri dell’utopia negativa
letteraria, primo tra tutti 1984 di George
Orwell.
Oltre a un
pilot di indubbio impatto emotivo anche le due
puntante successive immergono lo spettatore in un universo molto
ben delineato, la cui estetica rimanda in qualche modo allo
steampunk nella volontà di adoperare le scenografie e i costumi
retrò – anche se in questo caso il riferimento preciso sono gli
anni ‘70. Man mano che la storia procede nel corso degli episodi lo
show si concentra maggiormente sullo sviluppo della trama e della
detection, perdendo leggermente di efficacia nella rappresentazione
dei conflitti interiori.
Nonostante si noti tale discrepanza,
Silo rimane comunque uno show che sa intrattenere
con evidente competenza e conoscenza delle regole della
fantascienza distopica. Merito della riuscita va attribuito anche,
se non addirittura principalmente, a un cast di attori notevole.
Rashida Jones è la protagonista assoluta ed
emozionante della prima puntata, un ritratto femminile a tutto
tondo che diventa immediatamente eroico nella sua ricerca della
verità. Nella puntata successiva tocca invece a David
Oyelowo elevare la figura di Holston, conducendolo nel
corso di una parabola umana precisa e dolorosa.
Il resto lo fa una
Rebecca Ferguson assolutamente in parte,
capace di dotare il personaggio di Juliette di una ferocia
emozionale quasi respingente. L’attrice di origini scandinave
lavora magnificamente nello sviluppare un linguaggio del corpo e un
tipo di recitazione in grado di esplicare la vita interiore del
personaggio, una figura femminile tutt’altro che scontataç le
ferite interiori della donna vengono rappresentate dagli scatti
bruschi, dalle occhiate rabbiose, da parole lasciate uscire anche
soltanto digrignando i denti. Siamo lontani anni luce dalle
performance eleganti e carismatiche attraverso le quali abbiamo
imparato ad apprezzare Ferguson: in Silo ci offre una nuova gamma
delle sue possibilità di interprete, confermando una versatilità
ammirevole.
Potrebbe non essere una
delle serie sci-fi più originali mai realizzate
Silo, ma la lucidità e la coerenza visiva con cui
gli autori e i creator l’hanno realizzata ne testimonia la fattura
elevata. Ci troviamo di fronte a una comprensione del genere e dei
suoi sottotesti piuttosto evidente, fattore che arriva a confermare
quanto Apple
TV+ – che ci ha regalato anche la notevole
Foundation tratta da Isaac
Asimov, di cui attendiamo con trepidazione la nuova
stagione – sappia scegliere con discreta cura quando si tratta di
raccontare il nostro presente attraverso il filtro del
fantastico.
Disney ha diffuso il trailer di
White Men Can’t Jump, la nuovissima commedia che
debutterà il 19 maggio in esclusiva su Star all’interno di
Disney+ in Italia, su Hulu
negli Stati Uniti e su Star+ in America Latina.
White Men Can’t
Jump è una rivisitazione in chiave moderna
dell’iconico film del 1992 che celebra la cultura dello streetball
di Los Angeles. Sinqua Walls interpreta Kamal, ex promessa del
basket che ha buttato via la sua carriera, mentre la superstar del
rap multiplatino Jack Harlow fa il suo debutto come attore nel
ruolo di Jeremy, un’ex star di questo sport la cui ascesa è stata
bloccata dagli infortuni. Alle prese con relazioni incerte,
pressioni finanziarie e gravi lotte interne, i due giocatori,
apparentemente cosi diversi, scoprono di avere in comune più di
quanto credano.
Diretto da Calmatic, il film è
interpretato anche da Teyana Taylor, Laura Harrier, Vince Staples,
Myles Bullock e Lance Reddick. Il film è scritto da Kenya Barris e
Doug Hall. White Men Can’t Jump è prodotto da Kenya Barris
e Paul Hall; i produttori esecutivi sono Blake Griffin, Ryan Kalil,
Noah Weinstein, Calmatic, Doug Hall, E. Brian Dobbins e James
Powers.
Scelto come film
d’apertura della XIII edizione dei Rendez-vous del Nuovo cinema
francese, la commedia poliziesca che François Ozon
ha adattato – liberamente! – l’omonima pièce del 1934 di Georges
Berr e Louis Verneuil arriva nei cinema italiani nel giorno della
Festa della Liberazione, il 25 aprile. Una scelta, quella di Bim
Distribuzione, che finalmente permette al nostro pubblico di godere
dell’interessante Mon crime – La colpevole sono io,
un gioco per investigatori e appassionati del genere che offre
agli spettatori una sorta di ‘Invito al cinema con delitto’, per
parodiare il cult di Robert Moore presentato alla 36° mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Mon crime – L’altra faccia del
crimine
Un crimine che con quello
del film del 1976 (scritto da Neil Simon) ha in comune sicuramente
l’intenzione parodistica e satirica, oltre che la forza di un cast
molto ricco, qui completato da
Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e
André Dussollier. Chiamati a circondare la
Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz)
protagonista, una avvenente giovane attrice squattrinata e senza
talento che nella Parigi degli anni ’30 viene accusata
dell’omicidio di un famoso produttore.
Assolta per legittima
difesa, grazie all’aiuto della sua migliore amica Pauline (Rebecca
Marder), giovane avvocatessa disoccupata, per Madeleine inizia una
nuova vita, illuminata dalla visibilità e dalla fama ottenuta
nell’aula di tribunale. Dalla quale, che a questo punto, la ragazza
sembra poter costruire un futuro radioso e di successo, fino a
quando la verità non viene a galla.
Un altro delitto per
Ozon
Nella realtà da fumetto
di Ozon (che qui sfrutta una idea altrui), la connessione tra
crimine e successo sociale piuttosto che essere diseducativa si fa
occasione di burla, di farsa quasi, in una sorta di sintesi tra
screwball comedy e piece teatrale. Una forma che il regista
si diverte a usare per mettere in scena delle dinamiche più che
attuali, rappresentando l’incoerenza del potere e la volubilità dei
canoni sociali, come già fatto in passato.
Intanto, di sicuro nei
precedenti Otto donne e un mistero (2002) e Potiche,
la bella statuina (2010) che insieme a questo – che la
conclude – compongono dichiaratamente una sorta di trilogia
caratterizzata da una predominante femminile. La stessa presente in
altre sue opere, più cupe o tragiche, altrove esplorata celebrando
amori e gettando ombre, sempre senza abbandonare uno spirito molto
personale e un certo compiaciuto ed edonistico voyeurismo.
La leggerezza della quale
sappiamo essere capace il regista francese, e il suo gusto per
l’assurdo, insomma, riescono a impregnare la storia di un falso
colpevole che lo stesso sognava da tempo e farle trascendere la
realtà, nostra e dei fatti. E se l’intreccio rischia di essere più
insistito e intricato del consigliabile, il ritmo impresso allo
sviluppo e i dialoghi consegnati alle diverse maschere (soprattutto
le due esordienti protagoniste) coinvolte difficilmente
permetteranno di annoiarsi nel seguirlo.
In occasione
dell’Alien Day, Lucky Red è lieta di annunciare
l’arrivo in sala, dal 29 al 31
maggio, dei primi due capitoli di una delle saghe cinematografiche
di maggior successo: Alien di Ridley Scott e il suo sequel Aliens – Scontro finale di
James Cameron.
Tutto ha inizio con
il capolavoro di Ridley Scott, Alien, vero e proprio
caposaldo nella storia di due generi cinematografici da sempre
affini, la fantascienza e l’horror. Uscito per la prima volta nel
1979, con una giovane Sigourney Weaver nel suo primo ruolo da
protagonista, il film ha ottenuto molti riconoscimenti tra cui
l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali, realizzati anche da Carlo
Rambaldi.
Reduce dal successo
di Terminator, James Cameron dirige nel 1986 il sequel
Aliens – Scontro
finale, aggiungendo toni action
e dando di fatto il via alla saga, che diventa una delle più
fortunate di sempre al box office.
A distanza di quasi
mezzo secolo dal suo esordio, Alien è diventato uno dei mostri più
iconici della storia del cinema e continua ad appassionare milioni
di fan che ogni anno, il 26 aprile, celebrano in tutto il mondo
l’Alien Day.
Quest’anno l’appuntamento al cinema è per il
29, 30 e 31 maggio: tre giorni per rivedere o scoprire per
la prima volta sul grande schermo, una delle opere di cultura
popolare più amate di tutti i tempi, ancora in grado di
terrorizzare nel modo più profondo e spettacolare possibile.
Venerdì 5 maggio Netflix aprirà il pop up ufficiale di Stranger
Things a Milano. Dopo il successo delle aperture di
New York, Los Angeles, Parigi, Dallas, Chicago, Miami, il pop up
italiano, che sarà situato in Piazza Cesare Beccaria a Milano, sarà
il più grande d’Europa ed offrirà un’occasione imperdibile per
tutti i fan della serie di immergersi negli anni ‘80 e celebrare in
un modo esclusivo l’universo di Stranger Things .
L’ingresso sarà gratuito,
su prenotazione al sito https://strangerthingspopup.com/it/. Previa
disponibilità dei posti, sarà possibile registrarsi anche in
loco.
Aperto dal 5 maggio per un
periodo limitato, il pop up offrirà un’esperienza unica in uno
spazio ricco di photo opportunity, esperienze interattive, indizi
nascosti da scoprire e merchandise della serie da acquistare. I fan
avranno la possibilità di calarsi nelle atmosfere di Hawkins,
provando le stesse emozioni dei protagonisti, come, ad esempio,
avvicinarsi a un Demogorgone, entrare all’interno della casa di
Joyce, giocare ai videogiochi nel Palace Arcade e fare acquisti
allo Starcourt Mall.
I visitatori potranno
inoltre acquistare prodotti esclusivi e personalizzabili,
disponibili solo presso il pop up: un assortimento di merchandise a
tema, tra cui una linea di makeup, articoli d’abbigliamento,
giocattoli e accessori unici.
Il pop up è prodotto da
Netflix con la collaborazione di Three Ten Merchandise
Services e Black Sky Creative.
Sono state rese
ufficiali le cinquine e le terne del Premio de La Pellicola
D’oro che si terrà il 24 giugno a Roma. Il premio
cinematografico è promosso ed organizzato dall’Ass.ne Culturale
“Articolo 9 Cultura & Spettacolo” e dalla “S.A.S. Cinema” di cui il
presidente è lo scenografo e regista Enzo De
Camillis, sottolineando la collaborazione del:
MIC Direzione Generale Cinema, l’ANICA, l’APA, l’Ass.For.
Cinema e Fitel.
La 96a edizione degli Oscar si terrà
domenica 10 marzo, come annunciato dall’Academy of
Motion Picture Arts and Sciences e dalla ABC. Questo annuncio
ufficializza il terzo anno in cui la cerimonia degli
Academy Awards si terrà a marzo, dopo aver
registrato costanti aumenti di spettatori negli ultimi due
anni.
L’Academy ha fissato il termine per
la presentazione delle categorie generali per gli Oscar 2024 per il
18 novembre 2023. La votazione preliminare per le liste dei
candidati inizierà il 18 dicembre con i risultati annunciati il 21
dicembre. Il periodo di votazione per le nomination inizierà tra
l’11 e il 16 gennaio 2024, con l’annuncio ufficiale delle
nomination il 23 gennaio.
Ci saranno quattro settimane tra le
nomination e la votazione finale, che inizierà il 22 febbraio. La
cerimonia andrà in onda in diretta su ABC e in più di 200 paesi in
tutto il mondo dal Dolby Theatre di Hollywood.
In attesa di capire chi sarà il film
successore di Everything Everywhere All At Once, vincitore
dell’edizione 2023, di seguito è riportato l’elenco completo delle
date chiave per la stagione degli Oscar 2024.
Tutte le date sono soggette a modifiche:
Scadenza per la presentazione delle categorie di iscrizione
generali: mercoledì 15 novembre 2023
Governors Awards: sabato 18 novembre 2023
Inizia la votazione preliminare: giovedì 18 dicembre 2023, alle
9:00 PT
La votazione preliminare termina: lunedì 21 dicembre 2023, alle
17:00. P.T
Annuncio delle liste degli Oscar: giovedì 21 dicembre 2023
Il periodo di ammissibilità termina: domenica 31 dicembre
2023
Inizia la votazione per le candidature: giovedì 11 gennaio
2024, alle 9:00 PT
La votazione per le candidature termina: martedì 16 gennaio
2024, alle 17:00. P.T
Annuncio per le nomination agli Oscar: martedì 23 gennaio
2024
Pranzo dei candidati all’Oscar: lunedì 12 febbraio 2024
Inizio delle votazioni finali: giovedì 22 febbraio 2024, alle
9:00 PT
Premi scientifici e tecnici: venerdì 23 febbraio 2024
Le votazioni finali terminano: martedì 27 febbraio 2024, alle
17:00. P.T