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Black Widow: David Harbour lascia intendere che il film introdurrà la Guardia d’Inverno?

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David Harbour, star dell’attesissimo Black Widow, ha lasciato intendere che il film potrebbe introdurre la Guardia d’Inverno, la versione russa degli Avengers. In maniera alquanto graduale, il MCU sta rivelando che i superumani hanno sempre fatto parte del mondo, come spiegato anche in The Falcon and the Winter Soldier attraverso l’introduzione di Isaiah Bradley, un Captain America che ha prestato servizio durante la guerra di Corea.

Ora, i dettagli emersi fino ad ora in merito a Black Widow sembrano confermare che anche il cinecomic con Scarlett Johansson giocherà un ruolo chiave nella revisione di particolari eventi legati alla storia del mondo. La descrizione ufficiale del personaggio interpretato da Harbour, ossia Guardiano Rosso, ha confermato che si tratta di un supersoldato creato durante la Guerra Fredda, una sorta di risposta russa a Captain America. Ciò suggerisce che, nel MCU, la Guerra Fredda è stata una corsa agli armamenti supereroistica, in cui l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti hanno gareggiato per sviluppare campioni sovrumani.

Ciò ha naturalmente portato alla speculazione che Black Widow potrebbe ulteriormente arricchire la storia della Guerra Fredda nel MCU, e persino introdurre altri superumani che ne hanno fatto parte. Di recente David Harbour ha gettato benzina sul fuoco attraverso un nuovo post su Instagram, dove ha condiviso il character poster ufficiale di Guardiano Rosso. Nei fumetti, la Guardia d’Inverno è la risposta della Russia agli Avengers, e la maggior parte dei personaggi che l’attore ha nominato nella didascalia che ha accompagnato l’immagine sono stati tutti associati a diverse incarnazioni della squadra nel corso degli anni: Ursa Major, Yelena, Natasha, Dinamo Cremisi e Sputnik.

Tra i nomi citati da Harbour, quello più interessante è sicuramente Ursa Major, che nei fumetti è un mutante che possiede la capacità di trasformarsi in un orso gigante. Se Ursa Major apparirà davvero in Black Widow, allora si tratterebbe del primo mutante identificabile del MCU.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Zack Snyder definisce la Warner Bros. “aggressivamente anti-Snyder”

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Zack Snyder ha parlato dello stato del movimento #RestoreTheSnyderVerse a circa due mesi di distanza dall’uscita della Snyder Cut di Justice League. Subito dopo la release del taglio del cinecomic ad opera del controverso regista, è iniziata una nuova campagna social da parte dei fan, che hanno chiesto questa volta la continuazione della visione di Snyder per il DCEU.

Durante un’intervista con Jake’s Takes in occasione della promozione di Army of the Dead, al regista è stato proprio chiesto quante speranze ci siano che lo SnyderVerse venga effettivamente ripristinato. Dal canto suo il diretto interessato, che ha definito la Warner Bros. “aggressivamente anti-Snyder”, spera che lo studio si renda conto di quanto enorme sia il clamore nei confronti della sua versione dell’universo condiviso.

“La Warner Bros. è stata aggressivamente anti-Snyder, se proprio vogliamo dirlo”, ha dichiarato Zack Snyder. “Cosa posso dire? Chiaramente, non sono interessati alla mia visione. Ma all’inizio non erano interessati neanche alla mia versione di Justice League. Sicuramente hanno preso decisioni al riguardo.”

Poi ha aggiunto: “Amo quei personaggi e amo quei mondi. Penso che si tratti di un posto fantastico in cui ambientare un film. Si tratta di una proprietà gloriosa. Non so cosa si potrebbe fare andando avanti… il movimento dei fan è stato pazzesco, e le intenzioni dell’intera comunity sono assolutamente pure. Ho un grandissimo rispetto per loro. Spero che lo studio si renda conto che c’è questo enorme fandom che ne vuole di più. Chissà cosa faranno…”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Cena con Delitto: Dave Bautista nel sequel

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Dave Bautista, il Drax del Marvel Cinematic Universe, ha confermato la sua partecipazione al sequel di Cena con Delitto, il film di Rian Johnson annunciato mesi fa e che vede tornare nel cast Daniel Craig.

Johnson tornerà alla regia di entrambi i sequel insieme a Daniel Craig, che vestirà ancora una volta i panni del detective Benoît Blanc. Al momento non sappiamo quali altri membri del cast del primo film torneranno per Knives Out 2 e Knives Out 3. Le riprese del primo sequel partiranno il prossimo 28 giugno e si svolgeranno in Grecia. La fonte specifica anche che il cast di entrambi i sequel sarà composto da un ensemble di attori completamente nuovo.

Al momento i sequel di Cena con delitto – Knives Out non hanno ancora una data di uscita, ma stando ai piani della produzione, entrambi dovrebbe debuttare sulla piattaforma di streaming già nel 2022. Il primo film è stato un grande successo al botteghino: a fronte di un budget di “soli” 40 milioni di dollari, ne ha incassati 294 milioni a livello mondiale.

Il cast del primo Cena con delitto – Knives Out annovera, oltre a Craig, anche Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson e Toni Collette. Il film ha ricevuto anche tre candidature ai Golden Globes: miglior film commedia o musicale, miglior attore in un film commedia o musicale (Daniel Craig) e migliore attrice in un film commedia o musicale (Ana de Armas).

In Cena con delitto – Knives Out Harlan Thrombey (Christopher Plummer) è un agiato romanziere che viene trovato morto, in circostanze misteriose, nella sua proprietà la mattina dopo la festa per il suo 85esimo compleanno. Il celebre detective Benoit Blanc (Daniel Craig), uomo di straordinario intuito e carisma, è incaricato del caso, e sospetta si tratti di un omicidio.

In perfetto stile “crime” la famiglia del defunto è numerosa, e tutti, nessuno escluso, sono potenziali sospettati: ognuno di loro, infatti, avrebbe un motivo più che valido per eliminare Harlan Thrombey, uomo che l’esperienza e l’età hanno reso tanto lungimirante quanto sagace. Quando il fatidico giorno della lettura del testamento si avvicina, l’avida e disfunzionale famiglia di Harlan, si rivela essere molto più complicata e conflittuale di quanto sembrasse all’inizio.

Un contesto familiare costituito da personaggi variopinti, appartenenti a generazioni contrapposte tra loro per età, obiettivi e stili di vita. Quando Marta (Ana de Armas), la giovane e bella infermiera sudamericana di Thrombrey si ritrova implicata nel misterioso caso, appare chiaro che nessun segreto è più al sicuro nella casa, neppure i suoi. Il film non segue una struttura tradizionale e incanta con i suoi continui colpi di scena lasciando lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Tom Cruise restituisce i suoi tre Golden Globes per protesta contro la HFPA

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Per protestare contro la controversia in corso che circonda la mancanza di diversità all’interno dei membri dell’HFPA, la Hollywood Foreign Press Association, Tom Cruise ha restituito i tre Golden Globe che ha vinto per Nato il quattro luglio (miglior attore, dramma), Jerry Maguire (miglior attore , commedia o musical) e Magnolia (miglior attore non protagonista), come apprendiamo da Variety.

È la presa di posizione di maggior profilo ai danni della HFPA dopo che molte stelle di Hollywood si sono fatte avanti e hanno chiesto all’industria di “fare un passo indietro” rispetto ai Globes, almeno fino a quando non saranno messe in atto riforme più sostanziali all’interno dell’organizzazione. Netflix, Amazon e WarnerMedia hanno tutti annunciato il boicottaggio dell’HFPA e NBCUniversal ha annunciato lunedì che la NBC non manderà in onda i Globes nel 2022.

Il 3 maggio, l’HFPA ha annunciato che mira ad aggiungere 20 nuovi membri nel 2021, con un focus sul reclutamento di gruppi sottorappresentati. Quel piano è stato approvato dai membri a pieno titolo – che sono meno di 90 persone – tre giorni dopo, ma non è servito a sedare il crescente coro di condanna della HFPA, che è stato esaminato per la prima volta dopo che il Los Angeles Times ha riferito all’inizio di quest’anno che l’associazione non presentava membri neri. L’ex presidente della HFPA, Meher Tatna, ha anche detto a Variety che il gruppo non ha mai avuto un membro nero almeno dal 2002.

Killers of the Flower Moon: la prima foto del film con Leonardo DiCaprio

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AppleTV+ ha diffuso la prima foto di Killers of the Flower Moon, l’attesissimo film Apple original di Martin Scorsese con protagonista Leonardo Di Caprio. Originaria del Montana, Lily Gladstone discende dalla tribù dei Piedi Neri e Nasi Forati. Ha fatto il suo debutto cinematografico in “Winter in the Blood” di Alex e Andrew Smith ed è apparsa di recente in “Billions” della Showtime, così come nei film di Kelly Reichardt “Certain Women” e “First Cow”.

Ideato da Apple Studios, diretto e prodotto dal vincitore del premio Oscar Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon è basato sul best-seller di David Grann. Ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20, il film racconta la storia dell’assassinio di numerosi membri della Osage Nation, una zona ricca di insediamenti petroliferi; una misteriosa serie di crimini brutali che divennero noti come “il regno del terrore di Osage”. Nel cast di anche Robert De Niro, Jesse Plemons, Tantoo Cardinal, Cara Jade Myers, JaNae Collins, Jillian Dion, William Belleau, Jason Isbell, Louis Cancelmi, Scott Shepherd, Sturgill Simpson e molti altri.

Scorsese produce e dirige  Killers of the Flower Moon per Apple Studios, la sceneggiatura è scritta da Eric Roth e dallo stesso Scorsese. I produttori, insieme a Scorsese, sono Dan Friedkin e Bradley Thomas di Imperative Entertainment, Leonardo DiCaprio e Appian Way Productions.

Florence + The Machine presenta “Call me Cruella” nel nuovo film Disney Crudelia

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Florence + The Machine, artista multiplatino e pluripremiata a livello mondiale, interpreta il brano originale “Call me Cruella” nel nuovo film Disney live action Crudelia. “Call me Cruella” sarà presente all’interno del film, nella colonna sonora originale e nell’album con le musiche originali. Entrambi gli album, di Walt Disney Records / Virgin Records – Universal Music Italia, saranno disponibili dal 21 maggio. Crudelia arriverà il 26 maggio nelle sale italiane (salvo disponibilità dei cinema) e dal 28 maggio in streaming su Disney+ con Accesso VIP*.

In merito alla collaborazione per “Call me Cruella”, Florence ha affermato: “Alcune delle prime canzoni che ho imparato a cantare erano Disney. E i cattivi spesso avevano i pezzi migliori. Quindi contribuire a creare e interpretare un brano per Crudelia è la realizzazione di un sogno d’infanzia. Sono davvero grata a Nicholas Britell e a Disney per avermi concesso così tanta libertà creativa e per avermi dato fiducia con la meravigliosa follia di Cruella”.

Welch è l’autrice e leader del gruppo Florence + The Machine, nominata ai Grammy. I suoi quattro album in studio acclamati dalla critica hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, con 3 album nella top 10 negli Stati Uniti. Oltre ad aver vinto il Brit Album of Year Award per il suo album d’esordio Lungs nel 2009, How Big, How Blue, How Beautiful del 2015 ha raggiunto la vetta delle classifiche nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Florence ha poi vinto l’Ivor Novello International Achievement Award. Più recentemente, Florence ha debuttato come attrice in una trasmissione teatrale-televisiva in diretta per la serie HBO e Sky Atlantic The Third Day.

Commentando il brano e la colonna sonora strumentale, Britell ha dichiarato: “Sono un grande fan di Florence, quindi è stata una vera gioia collaborare con lei per ‘Call me Cruella’. Con questa canzone e con le musiche di Crudelia, l’obiettivo era quello di abbracciare davvero l’estetica grezza del rock nella Londra degli anni Sessanta e Settanta. Abbiamo registrato tutto usando l’intera attrezzatura vintage e il nastro analogico agli Abbey Road e agli AIR Studios di Londra, fondendo elementi orchestrali con chitarre e bassi elettrici, organi, tastiere e batterie”.

Due volte candidato all’Academy Award e vincitore dell’EMMY, il compositore e pianista Nicholas Britell ha firmato la colonna sonora per alcuni dei progetti cinematografici più acclamati della storia recente, tra cui Se la strada potesse parlare, Vice – L’uomo nell’ombra, Moonlight, La grande scommessa e, più recentemente, Il re. Per la televisione, Britell ha scritto la colonna sonora de La ferrovia sotterranea di Jenkins e anche della serie HBO Succession, vincendo un Emmy® come Outstanding Original Main Title Theme. Attualmente sta componendo la colonna sonora della terza stagione di Succession e di Don’t Look Up di Adam McKay.

La vincitrice dell’Academy Award Emma Stone (La La Land) è la protagonista del nuovo film Disney live action Crudelia, che racconta gli esordi ribelli di una delle antagoniste più celebri, e alla moda, del mondo del cinema: la leggendaria Cruella de Vil (Crudelia De Mon). Ambientato durante la rivoluzione punk rock nella Londra degli anni Settanta, Crudelia segue le vicende di una giovane truffatrice di nome Estella, una ragazza intelligente e creativa determinata a farsi un nome con le sue creazioni. Fa amicizia con una coppia di giovani ladri che apprezzano la sua inclinazione alla cattiveria e insieme riescono a costruirsi una vita per le strade di Londra. Un giorno, il talento di Estella per la moda cattura l’attenzione della Baronessa von Hellman, una leggenda della moda incredibilmente chic e terribilmente raffinata, interpretata dall’attrice due volte premio Oscar Emma Thompson (Casa Howard, Ragione e sentimento). Ma la loro relazione mette in moto una serie di eventi e rivelazioni che portano Estella ad abbracciare il suo lato malvagio e a diventare la prorompente, alla moda e vendicativa Cruella.

Crudelia è interpretato da Emma Stone, Emma Thompson, Joel Fry, Paul Walter Hauser, Emily Beecham, Kirby Howell-Baptiste and Mark Strong. Il film è diretto da Craig Gillespie, da una sceneggiatura di Dana Fox e Tony McNamara e da un soggetto di Aline Brosh McKenna e Kelly Marcel & Steve Zissis, basato sul romanzo “La carica dei 101” di Dodie Smith. Crudelia è prodotto da Andrew Gunn, Marc Platt e Kristin Burr, p.g.a., mentre Emma Stone, Michelle Wright, Jared LeBoff e Glenn Close sono i produttori esecutivi.

Alessandro Cattelan: Una Semplice Domanda, il docu-show Netflix in 8 episodi

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Un racconto innovativo e originale con una struttura atipica per il nuovo progetto Alessandro Cattelan: Una Semplice Domanda, il docu-show Netflix in 8 episodi, prodotto da Fremantle, di cui Cattelan è autore e protagonista. Le riprese sono attualmente in corso e il debutto è previsto entro la fine del 2021 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

L’idea di questo nuovo show nasce in una sera d’estate da una riflessione di Alessandro Cattelan in risposta ad una domanda, solo in apparenza semplice, di  sua figlia Nina:

  • Papà, come si fa a essere felici?
  • Sai, essere felici…ero convinto di sapere qualcosa sulla felicità. Ho una bella famiglia, sono in salute, ho un bel lavoro, dovrei sapere cosa sia la felicità. E allora perché mi ha messo in crisi quella che in fin dei conti è solo Una Semplice Domanda?

Ed è proprio la ricerca della risposta a questa domanda, “come si fa ad essere felici?”, al centro di questo percorso alla scoperta degli elementi necessari per ottenere la formula perfetta per la felicità. Per realizzare il suo scopo Cattelan viaggerà, in Italia e all’estero, intervistando e condividendo esperienze uniche con personaggi in grado di aiutarlo in questa missione. Un tema diverso per ogni puntata. Interviste, esperienze e riflessioni tenute insieme da un linguaggio visivo che spazia nei generi, dal docu al filmico passando per il real, dando un carattere identificativo ai diversi approcci narrativi, con uno stile omogeneo ed unico.

 

Venom: La furia di Carnage, il trailer ufficiale

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Venom: La furia di Carnage, il trailer ufficiale

Ecco il trailer ufficiale di Venom: La furia di Carnage. Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. Diretto da Andy Serkis, tra i protagonisti anche Michell, Naomie Harris e Woody Harrelson, nel ruolo del villain Cletus Kasady/Carnage.

Quello che sappiamo di Venom: La furia di Carnage

In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Woody Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.

Nel frattempo è stato ufficializzato anche il nome di Robert Richardson in qualità di direttore della fotografia. “Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà con la collaborazione tra Sony e Marvel.”

Vi ricordiamo che Tom Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office, e a confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.

Domina, Kasia Smutniak: “Livia Drusilla è la prima vera femminista”

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Arriva il 14 maggio su Sky e NOW Domina, la nuova serie Sky Original con protagonista Kasia Smutniak mei panni di Livia Drusilla, terza moglie di Gaio. La sua incredibile storia ridefinì completamente le aspirazioni che a quel tempo una donna poteva perseguire, finendo per segnare per sempre le sorti dell’Impero Romano. Domina racconta per la prima volta dal punto di vista delle donne le lotte per il potere durante il principato di Gaio Ottaviano, il celebre Cesare Augusto, primo imperatore romano.

A parlare della serie è intervenuta Kasia Smutniak, che interpreta la protagonista da adulta, mentre nelle prime due puntate è la giovanissima Nadia Parkes a dare volto a questa figura storica sconosciuta eppure importantissima.

“La cosa che mi ha affascinata di più di questo progetto è che ruotava intorno ad una figura storica di una donna fondamentale per la sua epoca e allo stesso tempo così poco conosciuta – ha detto Smutniak – Poterla raccontare mi è sembrato importante in questo momento nel quale stiamo vivendo. Abbiamo bisogno di storie come questa, dove si raccontano donne forti e allo stesso tempo fragili, che hanno lasciato un grande impatto. Poterla mostrare così, in un progetto che mira a raccontare la storia dal punto di vista femminile è inedito, soprattutto perché l’intento della produzione era quello di raccontare la verità dei fatti. Spesso, in drammi storici, si romanzano le vicende, per dare più gusto alla storia, ma in questo caso Simon Burke ha dovuto tagliare dei fatti storici, perché non c’entravano nel racconto principale, non c’era abbastanza tempo, nonostante si tratti di una serie. Il fatto che sia un progetto internazionale interamente girato a Roma, a Cinecittà, per Sky lo ha reso ancora più speciale.”

In un momento storico in cui si discute molto la figura femminile, la storia di Livia Drusilla sembra essere arrivata con un tempismo perfetto: “Questo progetto è arrivato in un momento giusto per me. Credo che ogni donna, quando cresce, si guarda indietro e osserva il percorso e la fatica che ha fatto per arrivare dove si trova. Quando parlo di fatica, intendo il lavoro svolto per rimanere se stessa. Credo che serva un po’ di maturità per raccontare queste donne come Livia, delle donne dell’epoca. Quando poi si parla di diritti delle donne, dobbiamo renderci conto che in moltissimi posti nel mondo, le donne non hanno ancora diritti e vengono date in sposa senza il loro consenso, siamo indietro anni luce rispetto ad una situazione di parità. Questa storia ci ammonisce anche di un fatto: sapere che duemila anni fa certe cose sono state fatte da donne e che poi sono state cancellate dalla storia ci deve mettere in guardia. Credo che Livia Drusilla sia la prima vera femminista, ha avuto il potere di creare leggi che mirassero alla libertà delle donne, alla tutela dei figli, al diritto al divorzio senza dover rinunciare a tutto. Una volta le donne erano oggetto di riproduzione, quello che stiamo raggiungendo adesso in forma di diritti e uguaglianza va protetto, altrimenti può essere cancellato.”

Domina trama cast
ph credit: Antonello & Montesi

Domina, una storia di potere

Quando si parla di potere, si implica spesso una concezione negativa dello stesso e per lo più associata a uomini. Quello che fa Livia invece è esercitare una forma di potere differente: “Il potere nella nostra serie è quello di una donna che ne ha bisogno per sopravvivere, non perché lo desidera fine a se stesso. Ha a che fare con la sopravvivenza, quando hai la possibilità di scegliere per te hai potere. Livia Drusilla indossava pochissimi ori e orpelli, a differenza di quello che ci viene mostrato nel poster della serie, lì si ostenta il potere della ricchezza, ma il suo vero potere è inteso con la libertà, che è sempre potere, anche oggi.”

Ma a che scopo raccontare questa storia oggi? “La figura storica di donna che è diventata davvero famosa è Cleopatra, perché di lei è stato raccontato al cinema. È diventata una figura pop. L’intento di questa serie è quello di portare il mito di Livia alla luce. Quello che è importante nel nostro racconto è il punto di vista delle donne che la storia non ha tramandato.”

Accanto a Kasia Smutniak un grande cast internazionale: Matthew McNulty (Misfits) nei panni di Gaio Ottaviano; Claire Forlani (Vi presento Joe Black) interpreta Ottavia, sorella di Gaio; Christine Bottomley (The End of the F***ing World) sarà Scribonia; Colette Dalal Tchantcho (The Witcher) nei panni di Antigone; Ben Batt (Captain America: Il primo vendicatore) interpreta Agrippa. Insieme a loro, una star internazionale come Liam Cunningham (Il Trono di Spade) nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, e un’icona della cinematografia mondiale, Isabella Rossellini (Velluto Blu, La morte ti fa bella), che nella serie interpreterà la matrona Balbina.

Domina è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions, con Cattleya nel ruolo di executive production service. Produttori esecutivi sono Patrick Spence, Marcus Wilson, Faye Dorn, Simon Burke e Claire McCarthy, insieme a John Phillips.  La distribuzione internazionale è affidata a NBCUniversal Global Distribution. Disponibile con tutti e otto gli episodi su Sky e NOW a partire dal 14 maggio.

Domina serie tv sky

L’apparenza delle cose: recensione del film con Amanda Seyfried

L’apparenza delle cose: recensione del film con Amanda Seyfried

L’apparenza delle cose, disponibile dal 29 Aprile su Netflix, basato su un romanzo di Elizabeth Brundage intitolato “All Things Cease to Appear”, è l’ultimo film della coppia Robert Pulcini e Shari Springer Berman.  La pellicola si propone come thriller-horror ed effettivamente si appropria di molteplici clichè endemici al genere, con motivazioni poco eccitanti e largamente prevedibili dei personaggi, alla base di una trama illogica e in cui prevale il disinteresse dello spettatore.

L’apparenza delle cose: la trama

Amanda Seyfried e James Norton sono Catherine e George Claire, una coppia di New York che si trasferisce a metà degli anni ’80 con la loro giovane figlia Franny (Ana Sophia Heger) in una una vecchia fattoria nella Hudson Valley. George ha recentemente ottenuto una proposta di lavoro allettante da parte di un college di arti liberali, grazie alla sua dissertazione sui pittori della Hudson River School. Catherine lascia la sua carriera di restauratrice d’arte per seguirlo; lei è fragile, sola e con tanto tempo a disposizione nella nuova dimora, oltretutto ostacolata da un disturbo alimentare, il che rende George ancora più indifferente al benessere della moglie quando inizia immediatamente a frequentare la ragazza della stalla locale (Natalia Dyer, alias Nancy di Stranger Things), e ancora più un evidente colpevole delle teatralità psicodrammatiche che infangano il resto della trama.

Un miscuglio di cliché del genere ai limiti del prevedibile

La storia si mischia poi all’opera del teologo e filosofo svedese Emanuel Swedenborg (Heaven And Its Wonders And Hell From Things Heard And Seen); attinge al misticismo del XVIII secolo, ai paesaggi del XIX secolo e appunto al romanzo moderno di Elizabeth Brundage. L’apparenza delle cose cerca di mescolare la storia di una casa stregata con un mistero di omicidio, incursioni in relazioni tossiche, abuso emotivo, sedute spiritiche e dedica la maggior parte del suo tempo a costruire una storia di fantasmi piuttosto sbiadita partendo da un dramma relazionale del tutto convenzionale.

Diretto da Shari Springer Berman e Robert Pulcini – la coppia di registi che ha iniziato con il classico indie degli anni ’50 American Splendor prima di provare ogni altro genere in corso – L’apparenza delle cose sembra un’opportunità persa. La vera nota di merito è la fotografia di Larry Smith, lo stesso direttore della fotografia che ha incorniciato Only God Forgives e Eyes Wide Shut.

Fantasmi, sedie, libri e mobili ronzanti: L’apparenza delle cose si sforza di abbracciare quanti più clichè possibili dell’horror. Il crescendo tensivo prende forma troppo velocemente, la suspense è rilasciata troppo presto, regalandoci una storia di fantasmi, segreti inconfessabili e crepe interne a una coppia, che però non cattura mai. La pellicola fa leva su una intricata storia di omicidio e un dramma relazionale sulla mascolinità tossica e la sfiducia; non è mai del tutto chiara la funzione degli elementi horror, che accumulano sviolinate superflue all’interno di una sceneggiatura piuttosto debole. Poco dopo il loro arrivo, Catherine inizia a sentire e vedere cose. Una vecchia Bibbia appare su uno scaffale. Il pianoforte inizia a suonare da solo. La luce notturna di Franny si comporta in modo strano e una donna spettrale si nasconde nell’ombra della sua stanza. C’è anche l’odore dei gas di scarico delle auto nel cuore della notte.

La casa, si scopre, era stata precedentemente teatro di infelicità coniugale e possibile omicidio, sia nell’Ottocento che più recentemente. Mentre George si rivela un imbroglione, un benzinaio e un sociopatico a tutto tondo, anche Catherine inizia a manifestare segnali di un disagio incontrollabile, le cui motivazioni dovrebbero essere più interessanti di quello che appaiono. Come dovrebbe esserlo l’ambientazione della città universitaria, che è un alveare di segreti mal tenuti e lussuria appena controllata, con una popolazione che include alcuni attori caratteristici molto raffinati (Rhea Seehorn, James Urbaniak e Karen Allen oltre ad Abraham). Ci sono anche due bersagli attraenti per gli occhi vagabondi di Claires: Alex Neustaedter, come un tuttofare robusto, e Natalia Dyer, come uno studente della Cornell che si prende un periodo di aspettativa per addestrare i cavalli.

L'apparenza delle cose

Mickey Rourke, Whiplash in Iron Man 2, lancia l’ennesima “frecciatina” alla Marvel

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Mickey Rourke ha interpretato Ivan Vanko/Whiplash in Iron Man 2, ma a quanto pare i rapporti con i Marvel Studios non sarebbero stati particolarmente idilliaci, dal momento che l’attore ha più volte accusato lo studio di aver eliminato dal film gran parte delle sue scene.

Prima dell’inizio delle riprese, si vociferava che Rouke avesse trascorso del tempo in una vera prigione per meglio prepararsi al ruolo. Tuttavia, Whiplash non è stato molto apprezzato dai fan, ma ad oggi è impossibile dire se le scene che sono state tagliate dal film avrebbe potuto restituire un ritratto diverso del personaggio e, di conseguenza, far apparire la performance di Rourke sotto un’altra luce.

Indipendentemente da ciò, negli anni l’attore candidato agli Oscar per The Wrestler non ha mai perso occasione per lanciare qualche frecciatina (neanche troppo velata) ai Marvel Studios. Negli ultimi giorni, pare che l’attore abbia trascorso molto tempo a guardare la serie tv Law & Order – Unità vittime speciali e in un lungo post su Instagram ne ha “approfittato” per scagliarsi ancora una volta contro la Casa delle Idee.

Nell’elogiare la popolare serie tv, Rourke ha scritto: “Rispetto per tutti voi. Il lavoro che fate è vera recitazione, non come quella m***a della Marvel”. Il post di Rourke è stato condiviso lo scorso 8 maggio, solo un giorno dopo l’undicesimo anniversario dell’uscita di Iron Man 2.

Inutile dire che Rourke non tornerà mai più a recitare nel MCU nei panni di Whiplash, ed è improbabile che voglia affrontare un altro ruolo in un film di supereroi… 

Tre piani: il film di Nanni Moretti al cinema dal 23 settembre

Tre piani: il film di Nanni Moretti al cinema dal 23 settembre

Arriverà al cinema il 23 settembre Tre piani, il nuovo film di Nanni Moretti con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, Tre piani sarà distribuito in Italia da 01 Distribution.

«E’ stato difficile in tutti questi mesi vedere lì fermo un film di cui si è tanto convinti e contenti» – dichiara Domenico Procacci, produttore per Fandango – «Finalmente Tre piani potrà incontrare, non virtualmente ma fisicamente, il suo pubblico».

Continua Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema: «Siamo felici di poter finalmente annunciare l’uscita di Tre piani di Nanni Moretti, uno dei film più attesi dell’anno di un grande autore del nostro cinema. Siamo certi che la sua uscita rappresenti un segnale forte per la piena ripresa della stagione autunnale e per la ricostruzione del rapporto di fiducia tra il pubblico e il cinema italiano».

Scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo.

MCU: le 10 peggiori cose che hanno fatto gli Avengers

MCU: le 10 peggiori cose che hanno fatto gli Avengers

È vero, il MCU ruota attorno all’idea che gli Avengers siano persone straordinarie in grado di salvare sempre la situazione, ma bisogna riconoscere che non sempre i Vendicartori si sono comportati in maniera eroica. Screen Rant ha raccolto le 10 peggiori cose gli eroi più potenti della Terra hanno fatto:

Il funerale di Vedova Nera

Questo “errore” riflette un grosso problema all’interno del franchise. Anche dopo anni in cui i Vendicatori hanno lavorato insieme, spesso si ritrovano ancora a combattere tra di loro o a non riconoscersi come colleghi.

Anche se Natasha ha combattuto con i Vendicatori per molti anni, Tony Stark, ad esempio, non sapeva nulla della sua famiglia. Per di più, non le è stato nemmeno concesso un funerale adeguato.

Tony Stark ha lasciato gli Avengers in difficoltà

Dopo Avengers: Infinity War, i diversi personaggi affrontano il loro dolore a modo loro. Tuttavia, mentre la maggior parte degli eroi sembrano restare in contatto l’uno con l’altro, altri rinunciano totalmente alla volontà di sistemare le cose.

Tony Stark si concentra sulla sua famiglia e, sebbene come scelta ha senso, risulta anche egoista il fatto che non si preoccupasse nemmeno di verificare come stessero i suoi amici. Inoltre, quando gli chiedono aiuto, all’inizio esita a fare qualsiasi cosa. Dato lo stato del mondo e date le numerose risorse a sua disposizione, Tony avrebbe potuto agire anche diversamente…

Al di sopra della legge

Uno dei più grandi difetti degli Avengers, in generale, è che spesso hanno creduto di essere al di sopra delle leggi. Anche se spesso hanno infranto leggi per un bene superiore, è anche vero che spesso hanno anche agito in modo fin troppo sconsiderato.

Sia Steve che Tony si sono resi colpevoli di ciò, in modi diversi, durante Captain America: Civil War. Ma, nel complesso, tutti i Vendicatori hanno troppe volte creduto di sapere cosa fosse la decisione più giusta da prendere.

L’incapacità di controllare Hulk

Questo punto è alquanto complicato perché lo stesso Bruce Banner non ha mai voluto ferire nessuno o causare danni in maniera consapevole. Ha dovuto fare i conti con un immenso senso di colpa per la sua incapacità di controllarsi come Hulk.

Tuttavia, dal punto di vista delle conseguenze, Hulk ha causato molti danni al MCU, con Bruce che ha ferito molte persone quando si trovava nei panni del Gigante di Giada.

Un’assassina e una spia

Molti dei Vendicatori hanno dei retroscena complicati. Come Natasha e Wanda, alcuni sono stati anche cattivi, mentre altri, come Tony Stark, aveva soltanto una dubbia moralità.

Sebbene il MCU non sia entrato troppo nel dettaglio del passato di Vedova Nera, poiché il suo film da solista non è ancora arrivato nelle sale, tutti sanno che era una spia e anche un’assassina. È stata addestrata per essere un’assassina fin dall’infanzia, quindi in un certo senso è stata anche una vittima, ma ha comunque fatto cose piuttosto brutte.

Pasticciare con la timeline

Il MCU fatica ancora a raccontare una storia coerente sui viaggi nel tempo, con molti buchi nella trama e domande che rimangono senza una risposta. Ora, con la serie Loki ormai in dirittura d’arrivo, la questione dei viaggio nel tempo è ormai prioritaria per tantissimi fan.

Mentre Loki viene mostrato come un cattivo per essersi intromesso nelle varie timeline, Steve è stato invece mostrato come un eroe. Tuttavia, l’ex Cap ha anche infranto le regole relative ai viaggi nel tempo, e lo ha fatto per un motivo puramente egoistico, e cioè voler stare con una donna con cui, in realtà, non è mai stato ufficialmente. 

Danni collaterali a Sokovia e Lagos

I Vendicatori sono responsabili di una grande quantità di danni collaterali, inclusa la perdita di molte vite innocenti. Da un lato, spesso combattevano i cattivi e cercavano di proteggere gli innocenti, quindi non avevano altra scelta che intervenire, dal momento che molte altre persone sarebbero morte senza di loro. 

Dall’altro, potrebbero essere stati abbastanza spericolati. Mentre Iron Man è colpevole di aver creato Ultron, altri Vendicatori come Steve e Wanda spesso non hanno avuto un grande controllo sulle loro azioni, col risultato che a volte persone innocenti hanno perso la vita a causa loro. 

Un vigilante problematico

Anche se le azioni di Occhio di Falco dopo il Blip hanno trovato una giustificazione in Avengers: Endgame, probabilmente non avrebbe dovuto essere così.

Clint diventa un vigilante piuttosto tormentato che si prende la responsabilità di uccidere i criminali nei paesi asiatici, e molti fan sono rimasti sconvolti da questo. Il fatto che andasse in altri paesi per farsi giustizia da solo non è una cosa così eccezionale. Tuttavia, nessuno degli altri Vendicatori ha mai messo in dubbio quello che stava facendo. 

Un’intera cittadina sotto il suo controllo

Insieme a Tony Stark, Wanda potrebbe essere l’Avenger più moralmente discutibile dell’intero MCU. Anche se la sua versione a fumetti potrebbe essere diversa, nel MCU ha debuttato come una cattiva, lavorando sia con l’HYDRA che per Ultron.

In WandaVision schiavizza un’intera città di persone per vivere la sua vita ideale con Visione. I fan si rendono conto durante la serie che la gente di Westview stava veramente soffrendo per colpa sua, e questo la rendere, purtroppo, davvero cattiva… anche se era accecata dal dolore.

Creare armi e dare vita a cattivi

Senza dubbio, uno dei Vendicatori meno perfetti di tutti è Tony Stark. È un miliardario molto privilegiato la cui fortuna deriva in gran parte dalla vendita di armi e, a causa della sua ricchezza e del suo status, può fondamentalmente agire al di fuori della legge… e lo fa tante volte. Si preoccupa davvero della vendita di armi Stark solo quando finisce per soffrire personalmente a causa loro. Quindi, continua a fare cose discutibili, come creare Ultron e ad agire senza pensare a come tratta gli altri.

Mentre cerca di usare la sua ricchezza per migliorare le cose e sistemare i pasticci dei Vendicatori, è spesso anche ipocrita, poiché non ha mai voluto davvero seguire la sorveglianza stabilita negli Accordi.

66° Premi David di Donatello: 11 maggio la cerimonia di premiazione su RaiUNO

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Carlo Conti conduce la 66ª edizione dei Premi David di Donatello in diretta martedì 11 maggio su Rai 1 dalle ore 21.25, con la regia di Maurizio Pagnussat. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza dei candidati di tutte le categorie, sarà trasmessa dagli storici studi televisivi “Fabrizio Frizzi” e dal prestigioso Teatro dell’Opera di Roma.

Nel corso della serata Laura Pausini canterà dal Teatro dell’Opera di Roma una versione esclusiva del brano ‘Io si’, il singolo premiato agli ultimi Golden Globes come migliore canzone originale, tratto dal film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren. La cantante, nominata ai Premi Oscar® 2021, è stata inoltre protagonista della novantatreesima edizione degli Academy Awards con un’esibizione del brano.

David di Donatello 2021: tutti i nominati della 66° edizione

Durante la cerimonia di premiazione saranno consegnati venticinque David di Donatello, un David alla Carriera, due David Speciali e tre targhe denominate David 2021 – Riconoscimento d’Onore.
Il David alla Carriera 2021 andrà a Sandra Milo, straordinaria interprete per registi come Antonio Pietrangeli e Federico Fellini, Roberto Rossellini e Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e Pupi Avati, Jean Renoir e Claude Sautet.
Due i David Speciali assegnati nel corso di questa edizione: a Monica Bellucci, una delle attrici più conosciute e apprezzate a livello globale, e a Diego Abatantuono, fra le voci più originali e poliedriche dello spettacolo in Italia.
Tolo Tolo scritto, diretto e interpretato da Luca Medici, è il film vincitore del David dello Spettatore.
Nel corso della serata, i professionisti sanitari Silvia Angeletti, Ivanna Legkar e Stefano Marongiu riceveranno tre targhe denominate David 2021 – Riconoscimento d’Onore per l’importante contributo alla ripresa in sicurezza delle attività delle produzioni cinematografiche e audiovisive a Roma e in Italia durante la crisi COVID-19.

I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia, Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo Leone. La 66ᵃ edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

Run con Sarah Paulson al cinema dal 10 Giugno

Run con Sarah Paulson al cinema dal 10 Giugno

Run, l’horror psicologico di Aneesh Chaganty con Sarah Paulson e Kiera Allen al suo esordio, arriverà al cinema dal 10 giugno. Amata per i suoi ruoli nelle serie tv American Horror Story e Ratched, Sarah Paulson – prima attrice ad aggiudicarsi nello stesso anno il Golden Globe, l’Emmy, lo Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award e il Television Critics Association Award per la sua interpretazione in American Crime Story – torna sul grande schermo da protagonista con v.

L’horror-psicologico diretto Aneesh Chaganty, regista premiato al Sundance Film Festival, arriva al cinema il 10 giugno e mette lo spettatore di fronte a un’inquietante domanda: si può fuggire dall’amore di una madre?

Run, la trama

Dicono che non ci si possa sottrarre all’amore di una madre… ma per Chloe questa non è una rassicurazione: è una minaccia. C’è qualcosa di innaturale, quasi sinistro nella relazione tra Chloe e sua madre Diane (Sarah Paulson). Diane ha cresciuto sua figlia nel totale isolamento, controllandone ogni movimento sin dalla nascita, dietro segreti che Chloe sta solo iniziando ad intuire. Un horror psicologico che mostra come, quando l’amore di una madre diventa troppo stretto… devi scappare.

Il film

Nel thriller psicologico Run, la vita di una adolescente viene sconvolta dalla scoperta di un inquietante segreto della madre.

Dicono che non si possa mai sfuggire all’amore di una madre, ma per Chloe (l’esordiente Kiera Allen) questo modo di dire non è affatto confortante, anzi è una minaccia. C’è qualcosa di innaturale, persino inquietante, nella relazione tra Chloe e sua madre, Diane (Sarah Paulson). Diane ha cresciuto sua figlia in totale isolamento, controllando ogni sua mossa sin dalla nascita. Ma ora, mentre si prepara a partire per il college, Chloe comincia a scoprire dei segreti inimmaginabili il cui significato può solo cercare di intuire.

Dal regista, dagli sceneggiatori e dai produttori visionari del film rivelazione Searching, arriva questo thriller che vi terrà col fiato sospeso, perché quando la mamma si avvicina troppo, conviene “correre”!

Il film è interpretato da Sarah Paulson, diventata un’icona dell’Horror psicologico contemporaneo grazie alla sua interpretazione nella celebre serie TV, American Horror Story, e qui nei panni di una mamma con un segreto scioccante, che farà di tutto per serbare. Accanto a lei c’è Kiera Allen, nel ruolo di Chloe, l’adolescente sulla sedia a rotelle, e quindi, per questo, incapace di scappare. La Allen in questo film è al suo debutto cinematografico come protagonista; la sua performance in Run segna la nascita di un giovane nuovo talento interessante, in un’avvincente storia di scoperta e inclusione.

Il regista emergente Aneesh Chaganty e i produttori Natalie Qasabian e Sev Ohanian (quest’ultimo ha scritto la sceneggiatura insieme a Chaganty), offrono una nuova prospettiva su questo genere di thriller Hitchcockiano, in cui mettono in scena una paranoia crescente, che culmina con uno sconvolgente colpo di scena.

In Run, Chaganty esplora altresì i temi universali e riconoscibili della relazione di una adolescente con sua madre, e il caos onnipresente che si nasconde sotto la superficie della vita quotidiana.

“Run è una lettera d’amore all’età d’oro di Hollywood. È un thriller puro, su una madre e una figlia che scoprono alcune cose l’una dell’altra. Parte tutto da questo”, precisa Chaganty.

Michael B. Jordan su Creed 3: “È il film perfetto per il mio debutto alla regia”

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In una recente intervista con Esquire in occasione della promozione di Senza rimorso, Michael B. Jordan ha parlato del suo debutto dietro la macchina da presa per Creed 3, spiegando i motivi per cui ritiene che il terzo capitolo della saga spin-off di Rocky sia il film perfetto per iniziare una carriera anche da regista.

Naturalmente, Jordan ha fatto riferimento all’universo del film e a quanto la conoscenza approfondita di quel mondo gli abbia conferito la sicurezza necessaria per accettare di essere coinvolto anche dietro la macchina da presa: “È l’unico personaggi oche tornerò a interpretare per la terza volta”, ha spiegato. “È un mondo che conosco veramente bene e so come vengono girati questi film. Conosco il personaggio. Ho una visione chiara di dove voglio che la storia vada.”

L’attore ha poi aggiunto: “È come se quello che ho fatto fino ad oggi mi avesse portato ad assumermi questa responsabilità. Ci vuole molta conoscenza, è chiaro, ma una cosa molto importante sono stati anche i preziosi consigli di tutte le persone con cui ho lavorato in questi anni… Denzel Washington, Ryan Coogler, David O. Russell, Ben Affeck, Stefano Sollima. Ho imparato da ogni di loro. Sono come una spugna, ho imparato qualcosa da ogni progetto a cui ho preso parte. In maniera graduale, tutto mi ha portato a questo momento.”

Il terzo episodio di Creed è stato ufficializzato a febbraio del 2020. All’epoca venne soltanto confermato che ad occuparsi della sceneggiatura sarebbe stato Zach Baylin, noto per aver curato lo script di King Richard, un biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e che debutterà nelle sale e su HBO Max il prossimo 19 novembre. Alla sceneggiatura collaborerà anche Keenan Coogler.

In Creed 3oltre a Michael B. Jordan, torneranno anche Tessa Thompson (attualmente impegnata sul set di Thor: Love and Thunder) nei panni di Bianca Taylor e Phylicia Rashad, che in Creed II aveva interpretato Mary Anne Creed. Non ci sarà invece Sylvester Stallone.

Il grande successo del franchise di Creed

Il primo Creeduscito nel 2015 (e noto in Italia col titolo Creed – Nato per combattere), è stato diretto da Ryan Coogler, regista di Black Panther, ed è stato un enorme successo sia di critica che di pubblico. Il sequel, Creed II, è uscito nelle sale nel 2018 ed è incassato 215 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 50 milioni. Il sequel è stato diretto da Steven Caple Jr., mentre Coogler è tornato in qualità di produttore esecutivo.

The Falcon and the Winter Soldier: come ha fatto Ayo a rimuovere il braccio di Bucky?

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I Marvel Studios hanno condiviso un nuovo video dedicato al dietro le quinte di The Falcon and the Winter Soldier, in cui Eric Leven, il supervisore degli effetti visivi, parla di un momento della serie Disney+ che ha sicuramente fatto discutere i fan.

In Avengers: Infinity War, T’Challa fornisce a Bucky un nuovo braccio, ma nella serie ambientata nel CMU, Ayo, membro delle Dora Milaje, è stata in grado di rimuoverlo con estrema facilità dall’ex assassino dell’HYDRA. Molti fan sono rimasti scioccato dal fatto che sarebbe stato incluso un sistema di sicurezza e si sono chiesti perché i wakandiani non si fidassero del Lupo Bianco.

Nel video, Leven conferma che Hayo è stata in grado di rimuovere il braccio con estrema facilità a causa di un segreto di cui solo i creatori del braccio artificiale in vibranio sono a conoscenza. “Considerato che era un braccio realizzato a Wakanda, i wakandiani hanno deciso di metterlo in sicurezza in modo che, se si fosse presentata la situazione, come poi è accaduto, sarebbero stati in grado di premere un piccolo codice nel braccio in modo che saltasse fuori”, ha spiegato Leven. “C’è una sorta di pulsante magico vero la spalla, un pulsante permette al braccio di staccarsi. Ayo sapeva dov’era.”

Non possiamo fare a meno di chiederci se c’è un simile sistema di sicurezza sia presente anche nel nuovo costume di Capitan America sfoggiato da Sam Wilson, ma considerato il passato di Bucky, non dovrebbe sorprendere che i wakandiani abbiano agito con cautela trattandosi del Soldato d’Inverno.

Tuttavia, Leven era abbastanza preoccupato della resa della disattivazione del braccio sul grande schermo: “Abbiamo optato per una luce molto, molto sottile attorno alla sua spalla”, ha spiegato. “E poi una luce ancora più sottile che viaggiava lungo il braccio. È davvero un attimo.”

James Gunn risponde a Dave Bautista: “Drax non può esistere senza di te”

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Di recente, Dave Bautista ha rivelato che l’attesissimo Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe essere l’ultima volta in cui lo vedremo nel ruolo di Drax il Distruttore. Chiaramente, le dichiarazioni dell’ex wrestler hanno subito fatto il giro del mondo, e ora è stato proprio il diretto interessato a spiegare perché crede che sarà così.

Attraverso il suo profilo Twitter, Bautista ha condiviso l’articolo di IGN che riportava proprio il suo commento in merito al futuro nel franchise Marvel, specificando nella didascalia che ha accompagnato il post che il personaggio non morirà nel terzo capitolo della saga… semplicemente, è probabile che se il franchise continuerà, ci sarà bisogno di un recasting. “Drax non va da nessuna parte”, ha scritto l’attore. “Semplicemente, non sarà più interpretato dal sottoscritto. Quando uscirà GOTG Vol. 3 avrà 54 anni, santo cielo! Mi aspetto che tutto cominci a vacillare da un momento all’altro.”

Tuttavia, il regista e sceneggiatore James Gunn sembra essere di tutt’altro avviso. Sempre via Twitter, Gunn ha così replicato al pensiero di Bautista: “Per me Drax non può esistere senza di te, amico! Sei il Drax del MCU e, per quanto mi riguarda, non potresti mai essere sostituito. Naturalmente, hai il diritto di fare quello che vuoi in merito alle tue scelte professionali.”

Gunn ha inoltre ribadito che, nonostante consideri Guardiani della Galassia Vol. 3 come la fine dell’arco narrativo iniziato con il Vol. 1, non è inciso nella pietra che non possa occuparsi anche della regia di un eventuale Vol. 4. Quando un fan gli ha chiesto se sarebbe disposto a dirigere un nuovo film se gli venisse data la possibilità, il regista ha risposto: “Mai dire mai!”

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Emily VanCamp ricorda il provino con Chris Evans per Captain America: The Winter Soldier

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In una recente intervista con Collider, Emily VanCamp ha ricordato il provino con Chris Evans per Captain America: The Winter Soldier, il film del MCU in cui Sharon Carter, la nipote di Peggy, è stata introdotta come ex agente dello SHIELD al servizio di Nick Fury.

Dopo la rivelazione che l’HYDRA si era infiltrata segretamente nell’organizzazione, alla fine Sharon ha deciso di cambiare lavoro, diventando un membro della CIA e venendo coinvolta nel bombardamento delle Nazioni Uniti organizzato da Zemo, evento durante il quale perse la vita T’Chaka, il Re di Wakanda. L’ultima volta che abbiamo visto Sharon nel MCU, era stata bollata come nemica dello stato all’indomani degli eventi di Captain America: Civil War dopo aver rubato lo scudo di Cap e le ali di Falcon.

Parlando del provino che le ha permesso di entrare a far parte della grande famiglia Marvel, Emily VanCamp ha ricordato che all’audizione erano presenti anche i registi Anthony e Joe Russo e Nate Moore dei Marvel Studios. L’attrice ha ricordato che era molto nervosa quel giorno e che, alla fine, sono stati tutti adorabili con lei.

“Tra i provini migliori della mia carriera, quello che definirei un’esperienza davvero fantastica è senza dubbio il provino che ho fatto anni e anni fa, con Chris Evans, per il primo film di Captain America in cui avrei poi recitato”, ha spiegato VanCamp. “Ricordo che ero molto nervosa… continuavo a chiedermi perché fossi lì e tutte quelle cose che ti passano per la testa in momenti del genere. C’erano anche i fratelli Russo, e se non ricordo male anche Nate Moore per la Marvel. C’era anche Chris, ovviamente. Sono stati tutti davvero adorabili. Ho un ricordo bellissimo di quel momento. Sono stati tutti veramente gentili e, in qualche modo, hanno contribuito ad accrescere il mio desiderio di ottenere la parte e di entrare a far parte del MCU.”

Il futuro di Emily VanCamp come Sharon Carter nel MCU

Di recente abbiamo ritrovato Sharon Carter nella serie The Falcon and the Winter Soldier: dopo aver rivelato di essere Power Broker, ha ricevuto finalmente la grazia ed è stata reintegrata nella CIA, ottenendo l’accesso a armi sperimentali e segreti governativi. In base a quanto visto nella scena post-credits dell’episodio finale dello show, è chiaro che ritroveremo ancora Sharon nel MCU e che il personaggio potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro dell’universo condiviso.

Jeffrey Dean Morgan torna su Batman e rivela che vorrebbe interpretare Lobo

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Jeffrey Dean Morgan è apparso in Batman v Superman: Dawn of Justice nei panni di Thomas Wayne, durante la sequenza di apertura del film. L’attore aveva già lavorato con Zack Snyder in Watchmen e molti pensavano che quel breve cameo nel film con Ben Affleck avrebbe portato a cose più grandi per il DCEU.

Nei fumetti, all’interno della celebre miniserie “Flashpoint”, è Thomas Wayne (e non Bruce) a diventare Batman dopo che Barry Allen torna indietro nel tempo per evitare la morte di sua madre, creando al tempo stesso una linea temporale alternativa. Proprio per questo, molti fan speravano che Morgan avrebbe interpretare Batman nell’attesissimo The Flash di Andy Muschietti, che sappiamo si baserà – almeno in parte – proprio sul fumetto di Geoff Johns.

Ora, in una recente intervista con CinePOP, Jeffrey Dean Morgan è tornato di nuovo a parlare della possibilità di interpretare il Batman di “Flashpoint” sul grande schermo, dichiarando: “In cima alla lista dei personaggi che avrei voluto interpretare c’è sempre stato Batman”, ha spiegato la star di The Walking Dead. “È sempre stato il mio supereroe preferito e parlare di ‘Flashpoint’ in tutti questi mesi è stato molto divertente. Me lo hanno chiesto veramente in tantissimi. Amo la storia di quel fumetto. Chi lo sa? Nessuno lo può sapere con la DC e, soprattutto, con questi franchise. Forse ci penseranno seriamente tra due o tre anni, e allora sarei troppo vecchio. Quindi non credo si farà. Io sono disponibile. Tutti lo sanno che sono disponibile. Lo dico da cinque anni, ormai. Vedremo cosa accadrà…”

Sempre nel corso della medesima intervista, Morgan ha espresso nuovamente il suo interesse nei confronti di un altro celebre proprietà DC, ossia Lobo, personaggio che la Warner Bros. sta cercando di portare sul grande schermo ormai da diverso tempo: “Mi piace molto anche Lobo”, ha aggiunto. “È un ruolo che voglio interpretare da tanto tempo. Vedremo. Forse c’è qualcosa che effettivamente bolle in pentola… se andrà tutto bene, allora sarò il primo a parlarne. La verità è che amo il mondo dei fumetti e spero di poter continuare ad occuparmene per ancora molto tempo.”

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Justice League: Gal Gadot conferma che Joss Whedon ha minacciato di rovinarle la carriera

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Negli ultimi mesi sono emerse le indiscrezioni più disparate in merito alla post-produzione di Justice League affidata a Joss Whedon. Tutto è iniziato con Ray Fisher, l’interprete di Cyborg, che tempo fa aveva pubblicamente condannato l’atteggiamento assunto dal regista sul set durante le riprese aggiuntive.

Diversi membri del cast avevano supporto le dichiarazioni di Fisher, tra cui Jason Momoa e Gal Gadot. E proprio in merito all’interprete di Wonder Woman, lo scorso aprile era emersa la voce – all’epoca non confermata dalla diretta interessata – che Whedon avrebbe minacciato di rovinare la sua carriera. Ora, parlando con la rivista N12 (via ComicBook), è stata propria Gadot a confermare quel rumor, e cioè che il regista di The Avengers ha effettivamente minacciato di rovinarle la carriera durante la lavorazione di Justice League

L’attrice non ha approfondito più di tanto la vicenda, limitandosi a dichiarare: “Ha minacciato la mia carriera e ha detto che se avessi fatto qualcosa, avrebbe reso la mia carriera miserabile. E invece me ne sono occupata”. Ricordiamo che dopo le accuse di Fisher, anche altri attori estranei alla produzione di Justice League sono usciti allo scoperto e hanno pubblicamente denunciato gli atteggiamenti di Whedon, come ad esempio numerosi membri del cast della celebre serie tv Buffy l’ammazzavampiri.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Chesil Beach: libro, trama e cast del film con Saoirse Ronan

Chesil Beach: libro, trama e cast del film con Saoirse Ronan

Se c’è una cosa che il cinema ha dimostrato più e più volte con forza durante la sua storia, è la sua capacità di porre una lente d’ingrandimento su eventi estremamente piccoli e intimi della vita umana, mostrando però l’importanza e le conseguenze che anche questi possono avere su un’intera esistenza. Su questa idea si basa anche il dramma sentimentale del 2017 Chesil Beach, diretto da Dominic Cooke, regista teatrale di gran fama qui al suo debutto cinematografico. Molto attento ai sentimenti, egli dà qui vita ad una storia che concentrandosi su un fatto privato riesce a parlare di un contesto più ampio a livello sociale e culturale.

Il film non è frutto di un soggetto originale, ma è bensì l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2007 di Ian McEwan, che per l’occasione ha anche personalmente scritto la sceneggiatura. Attraverso la storia di due giovani innamorati, McEwan con le parole e Cooke con le immagini, hanno modo di raccontare le sofferenze che le tradizioni e le convenzioni sociali impongono a intere generazioni. Un’opera delicata, fortemente emotiva, che travolge e coinvolge proprio per la sua capacità di parlare di grandi questioni attraverso il minimo indispensabile. Dotato di un cast di grandi attori e di luoghi suggestivi, il film è uno dei più belli del suo anno.

Passato tuttavia in sordina, Chesil Beach merita a distanza di qualche anno di essere riscoperto, in particolare per il suo affrontare argomenti risalenti a sessant’anni fa ma ancora oggi particolarmente attuali. Molta della cultura, in particolar modo sessuale, vigente oggigiorno deriva infatti proprio dal periodo affrontato nel film. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Chesil Beach: la trama del film

Il film si apre nell’Inghilterra del 1962. Florence Ponting ed Edward Mayhew sono due giovani innamorati, incontratisi per la prima volta dopo essersi diplomati nelle rispettive università. Lui è un grande appassionato di storia e di rock ‘n roll, lei invece è una violinista classica particolarmente dotata. La passione che li travolge è un affare nuovo per loro, che in breve li porta a decidere di sposarsi. Dopo aver seguito le tappe canoniche di questo percorso, dal corteggiamento alla presentazione ai reciproci genitori, i due giovani sono dunque pronti per il grande giorno, quello che automaticamente credono li introdurrà ad una nuova e florida fase della loro vita.

Durante la luna di miele a Chesil Beach, però, si trovano a scontrarsi con una serie di dubbi e timori rimasti taciuti sino a quel momento. Entrambi vergini, si ritrovano a dar vita ad un primo approccio sessuale che non va però secondo i piani. Tale evento sarà però solo l’inizio di una serie di confessioni che porteranno alla luce le profonde differenze che li dividono. La loro diversa risposta a quel fallimento, inoltre, dara vita a conseguenze che si ripresenteranno ciclicamente nel corso della loro esistenza, costringendoli a comprendere il peso delle decisioni e dei rimpianti.

Chesil Beach cast

Chesil Beach: il cast del film

Come anticipato, il film vanta un casti di attori particolarmente noto e apprezzato a livello internazionale, tra cui si ritrova anche la pluricandidata all’Oscar Saoirse Ronan. Recentemente vista in Lady Bird e Piccole donne, l’attrice aveva già lavorato in un film tratto da un romanzo di McEwan, Espiazione, ed aveva espresso il desiderio di interpretare Florence Ponting già intorno al 2010. Lo stesso scrittore affermò che considerava l’attrice la scelta più giusta per esprimere la delicatezza del personaggio. All’epoca però la Ronan era ancora troppo giovane e al suo posto era stata considerata l’attrice Carey Mulligan. Quando la produzione del film si bloccò e passarono anni, la Ronan era ormai dell’età giusta per il ruolo, che finì con l’ottenere.

Accanto a lei, nei panni di Edward Mayhew vi è l’attore Billy Howle, qui al suo primo ruolo da protagonista e poi di nuovo visto in Il gabbiano, dove recita ancora una volta insieme alla Ronan. Ad interpretare i genitori di Florence, Geoffrey e Violet Ponting, vi sono invece gli attori Samuel West ed Emily Watson, recentemente vista nella miniserie Chernobyl. I genitori di Edward, Marjorie e Lionel Mayhew, sono invece interpretati da Anne-Marie Duff e Adrian Scarborough. Tra gli altri attori si ritrovano poi Anna Burgess e Mia Burgess nei panni delle sorelle di Edward, Anne ed Harriet. Anton Lesser, principalmente noto per il ruolo di Qyburn nella serie Il Trono di Spade è invece il reverendo Woollett.

Chesil Beach: il trailer e dove vedere il trailer in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chesil Beach è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente, in prima visione, nel palinsesto televisivo di sabato 8 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 

Twist: l’eroe di Dickens in versione 2.0 dal 10 maggio su Sky Cinema Uno

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“Le sorprese come le sfortune, raramente, vengono da sole” scriveva Charles Dickens tra le pagine di uno dei romanzi diventati mostro sacro della letteratura mondiale. Non sapeva che il suo Oliver Twist, però, sorprendente per l’epoca in cui è stato pubblicato (1838), avrebbe appassionato il pubblico per quasi due secoli tanto da convincere un regista inglese a sorprendere il grande pubblico con la rivisitazione in chiave moderna di quel personaggio leggendario. Lunedì 10 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno – in streaming su NOW e disponibile on demand – arriva in prima visione assoluta Twist, il film di Martin Owen con Rafferty Law (Repo Man), figlio del pluripremiato attore Jude Law, nei panni di un giovane Oliver 2.0 e il due volte premio Oscar, Michael Caine (Il Cavaliere oscuro) interprete del meschino Fagin, il capo di una gang di giovani borseggiatori di Londra. Nel cast, tutto britannico, anche la cantante e attrice Rita Ora (50 Sfumature di Grigio) nel ruolo di Dodge e Lena Headey (Il Trono di Spade) che interpreta il personaggio di Sikes.

Twist, la trama

Oliver Twist (Rafferty Law) è uno street-artist che vive per le strade della Londra di oggi. Un giorno incontra per caso una banda di truffatori guidati dalla carismatica Dodge (Rita Ora) e si ritrova improvvisamente coinvolto in una rapina in cui la posta in gioco è molto alta: rubare un dipinto di inestimabile valore su commissione del ladro Maestro, Fagin (Michael Caine), e della sua folle socia in affari, Sikes (Lena Headey).

Uno dei temi centrali che affronta il libro di Dickens e dal quale TWIST non può prescindere è quello della famiglia e della ricerca disperata del protagonista di quel nido sicuro protetto dall’amore. A tal proposito Rafferty Law afferma “Oliver Twist è un’anima pura, insegue l’amore. Ha bisogno di quell’unità familiare e Fagin, vedendo in lui quella vulnerabilità, lo attira con una falsa promessa. Loro sono la famiglia che ha sempre voluto”.

Per la scelta del cast principale il produttore e attore Jason Maza e il regista Martin Owen non hanno avuto dubbi: “C’era molta attesa e pressione su Rafferty Law alla sua prima prova come protagonista, ma ha vissuto e respirato questo ruolo così tanto che abbiamo tutti avuto grande fiducia in lui. Ha mantenuto la stessa disciplina e la stessa consapevolezza del suo personaggio durante tutte le riprese” ricorda Owen; “Volevamo portare sul grande schermo un classico della letteratura, quindi avevamo bisogno di un attore a bordo che rispettasse quelle caratteristiche come Michael Caine. È probabilmente l’attore inglese più iconico che ci sia. Ha fatto brillare il film e il cast di giovani attorno a lui è cresciuto ogni giorno standogli accanto” afferma Maza.

Il cast è impreziosito anche dalle interpretazioni di Franz Drameh (Legends of Tomorrow) nel ruolo di Batesy, Sophie Simnett (Daybreak) nei panni di Red, oltre a David Walliams (After Ever After) and Noel Clarke (Bulletproof).

TWIST – Lunedì 10 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand

Anna: tutto quello che c’è da sapere sulla serie di Niccolò Ammaniti

In scia con una serie di prodotti di alto livello e di appeal internazionale, Sky ha proposto, a partire da aprile anche in streaming su NOW la sua nuova serie original ideata e diretta da Niccolò Ammaniti (che ha anche sceneggiato insieme a Francesca Manieri), Anna, una storia d’avventura, di crescita e di ricerca di autodeterminazione e futuro in un mondo distopico. Di seguito scoprirete tutte le cose che bisogna sapere per approcciarsi alla serie disponibile su NOW e on demand su Sky.

Basato sull’omonimo romanzo del 2015 Anna Sky Original è ispirato al romanzo omonimo dello stesso Ammaniti. Uscito nel 2015 per Einaudi, è ambientata in una Sicilia post apocalittica, che è stata distrutta da un virus che ha risparmiato solo i bambini, immuni fino alla pubertà, e ha ucciso tutti gli adulti.

La serie esce in un momento storico in cui potrebbe sembrare che l’arte imiti la vita, ma naturalmente non è così e la storia della serie è stata concepita pensando al genere fantasy, dal momento che Ammaniti voleva approfondire una realtà in cui i bambini venivano lasciati completamente da soli. Inoltre, la serie, pur rispettando lo spirito del romanzo, estende e amplia i personaggi del libro, regalando un passato e un futuro a quelli che in origine erano marginali. Anna, la serie, è quindi una specie di universo espanso del romanzo.

Anna è disponibile su NOW. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese!

La Rossa

A questo punto è lecito chiedersi che senso abbia dedicare il proprio tempo ad un racconto post-apocalittico in cui un virus letale ha ucciso tutti gli adulti. Sembra, di primo acchito, una storia troppo simile a ciò che stiamo vivendo! Invece è importante specificare che Anna non parla di pandemia, ma che la pandemia è solo un “pretesto” narrativo per eliminare dal quadro gli adulti. Anna è infatti la storia di una ragazzina coraggiosa che, di fronte ad un destino segnato, osa sognare un futuro diverso.

La Rossa, questo virus letale, è infatti centrale solo nell’antefatto, che ci viene spiegato nella prima parte della serie, e poi cede il passo all’avventura vera e propria. Quello che in Anna causa la fine della “vita di prima” è una malattia che si manifesta con piccole macchie rosse sulla pelle, che rimane silente nei piccoli e si manifesta solo al raggiungimento dell’età prepuberale. Un espediente narrativo che serve la volontà dell’autore.

La trama di Anna

Anna trama

La storia è ambientata in Sicilia. A quattro anni dall’inizio di una epidemia di La Rossa, tutti gli adulti sono morti, e i bambini resistono, come possono, in piccoli gruppi, o branchi. Anna e il suo fratellino Astor vivono invece da soli, isolati, nel bosco, nel Podere del Gelso. Anna esce tutti i giorni di casa per andare a caccia di cibo, racconta storie di fantasia al fratellino, storie di mostri e di cattivi, per costringerlo a non uscire dai confini del podere, dal momento che è ancora indifeso. Quando però un giorno torna dalla sua caccia e non trova Astor, Anna si mette alla sua ricerca. Sul suo cammino incontro i Blu, una piccola comunità comandata dalla perfida Angelica, che tiene prigioniera la Picciridduna, l’unico adulto sopravvissuto a La Rossa e che si pensa sia in grado di sconfiggerla. Ma Anna trova pure un’altra strada, lungo il suo cammino, la strada verso il futuro e la salvezza, che si trova oltre lo stretto di Messina.

Il Libro delle cose importanti

Uno degli elementi più emozionanti di Anna è quello che viene chiamato Il Libro delle cose importanti. Si tratta di un quaderno che la madre di Anna, prima di morire per colpa del virus, scrive e compila. La donna sa che sta per morire e tenta di lasciare ai figli, in particolare alla maggiore, delle istruzioni per vivere in un mondo senza adulti. Si tratta di indicazioni e consigli di ogni tipo, da come bollire il cibo per mangiarlo, al controllare le scadenze sulle scatole, ma la mamma di Anna affida alla figlia anche il ricordo, la memoria, il passato, si raccomanda di insegnare al fratellino a leggere, racconta storie.

È a tutti gli effetti un vademecum per sopravvivere in un mondo nuovo e selvaggio, ma anche una lettera d’amore da parte di una madre ai propri figli, un modo per lasciare a loro una memoria di sé e dargli una possibilità in più di sopravvivere quando lei non potrà più sostenerli e proteggerli. Un modo per preservare il ricordo.

Il giovane cast

Anna è una fiaba oscura, ma anche un racconto di formazione che ha per protagonisti bambini e adolescenti. Ad interpretare questi piccoli protagonisti ci sono un manipolo di attori esordienti, volti bellissimi scelti tra tantissimi contendenti. C’è il piccolo Alessandro Pecorella, che interpreta Astor, molto giovane ma già molto professionale e preparato, stando a quanto ha dichiarato Ammaniti, oppure Giulia Dragotto, che si è calata nei panni di Anna alla sua prima prova da attrice e ne ha restituito un ritratto intenso e realistico. I due mostrano una buona alchimia e da subito i loro Anna e Astor entrano nel cuore dello spettatore.

Con loro ci sono Giovanni Mavilla che interpreta Pietro, il compagno di viaggio di Anna, che si innamorerà di lei in una maniera molto dolce e infantile e che diventerà più che un amico, un vero e proprio membro della famiglia. Clara Tramontano invece è la giovane e carismatica attrice che interpreta Angelica, l’avversaria di Anna, per così dire, la perfida ragazza dalla pelle bianca che darà del filo da torcere alla nostra eroina.

Le uniche due adulte del cast principale sono due figure capitali nell’economia del racconto. Da una parte c’è Elena Lietti, che interpreta la mamma di Anna e Astor, Maria Grazia, e dall’altra Roberta Mattei, la misteriosa Picciridduna. La prima è una figura fondamentale per Anna, è colei che pure da morta le indica la via, che fa sentire sempre la sua presenza e che impariamo a conoscere nei flashback, la seconda è una figura tanto misteriosa quanto simbolica e rappresenta una forma di speranza per Anna e i bambini che non si arrendono.

La Sicilia come non l’abbiamo mai vista

Vero e proprio personaggio della serie è la Sicilia. In apertura di serie, vediamo l’isola lavica nera sorgere dal mare blu, con la sue coste verdi, l’Etna, Porto Empedocle e Messina, ma quello è il passato, il nostro presente. Man mano che ci avventuriamo nel futuro distopico della storia, la Sicilia diventa un non-luogo selvaggio, decadente, senza speranza.

“Abbiamo trasformato vecchie ville nobiliari in discariche, orfanotrofi abbandonati in campi di battaglia tra bande di bambini dipinti di blu. Le strade sono state ricoperte di terra. È stato un lavoro fisico, fatto di errori e correzioni, affidato per lo più alle braccia degli scenografi. Gli effetti digitali sono stati usati con parsimonia. Anche la fotografia che abbiamo scelto doveva vivere di polvere che brilla nel controluce, né troppo cupa né troppo luminosa” ha dichiarato Ammaniti, raccontando il lavoro svolto per ottenere quella scenografia inedita. E tutto il lavoro eccellente svolto dalla produzione (la serie è prodotta da Wildside, società del gruppo Fremantle, in coproduzione con ARTE France, The New Life Company e Kwaï) si può ammirare su NOW.

The Serpent: recensione della serie tv con Tahar Rahim

The Serpent: recensione della serie tv con Tahar Rahim

The Serpent è una miniserie crime action Netflix divisa in 8 episodi che affronta la storia del pluriomicida francese di origini indo-vietnamite, Charles Sobhraj (Tahar Rahim), che uccise almeno una dozzina di persone nel territorio che veniva chiamato il sentiero degli hippie, nel Sud-Est Asiatico, tra Thailandia, India e Nepal, a metà degli anni ’70. Soprannominato anche “il serpente” per la straordinaria capacità di raggirare le sue vittime e di sfuggire ai controlli e alle autorità e Bikini killer perché molte delle sue vittime sono state rinvenute in succinti costumi da bagno.

The serpent: una struttura narrativa poco chiara ed efficace

La serie sminuisce continuamente il suo potenziale, messo a repentaglio soprattutto da decisioni strutturali piuttosto deboli e un’introspezione psicologica superficiale dei personaggi. Dalla visione della serie emerge come manchi un progetto narrativo coeso e supportato da una struttura e ritmo avvincenti: nel corso degli episodi, infatti, il racconto non segue un ordine cronologico degli eventi, bensì confonde e distanzia lo spettatore dalla storia. Nonostante le splendide location e alcune intuizioni interessanti nei riguardi dei personaggi, la storia non riesce a raggiungere un vero e proprio punto di svolta e lascia lo spettatore a fine visione con la sensazione di non conoscere nulla di così approfondito sul soggetto di partenza.

Se consideriamo Sobhraj il topo, Herman Knippenberg (Billy Howle)  rappresenta il gatto: egli è identificato in The Serpent come la forza trainante che vuole catturare il serial killer (con l’aiuto della moglie Angela, interpretata da Ellie Bamber, e un uomo chiamato Paul Siemons, interpretato da Tim McInnerny). Knippenberg era un diplomatico olandese coinvolto nelle indagini sulla scomparsa di due dei suoi connazionali, Henk Bintanja e Cornelia Hemker. I primi episodi di The Serpent mettono a fuoco il tono della serie: la serie ruota attorno a un freddo calcolatore sociopatico e alla controparte che ricerca la giustizia ed è costretto a scalare montagne di burocrazia e diplomazia internazionale solo per fermarlo. Rahim è il killer freddo e Howle è l’appassionato protettore. Tuttavia, la serie non si configura come un racconto giallo o poliziesco: c’è poco mistero coinvolto, e la sceneggiatura sembra volutamente disinteressata ad indagare a fondo i disturbi di del killer.

The Serpent cast

La struttura temporale della serie è pervasa da allarmante incoerenza: le vicende rimbalzano nel tempo in modo tale che è difficile stabilire un nucleo tematico e drammatico di un determinato episodio. Il livello di tensione non riesce a crescere proprio a causa della mancanza di coesione narrativa, resa visivamente tramite un montaggio altamente fuorviante.

Le domande che si hanno all’inizio di The Serpent rimangono dopo otto episodi, il che andrebbe bene se la mancanza di intuizione dello serie tv fosse sostituita dalla tensione del thriller o da una scrittura che lascia il segno.  La struttura narrativa scomposta priva la serie di qualsiasi tipo di sviluppo dei caratteri dei personaggi e impedisce che le fiorenti capacità investigative di Herman siano attraversate da qualsiasi progressione di suspense.

 The serpent serie tv

The Serpent: poca introspezione di personaggi potenzialmente interessanti

E’ difficile dalla serie dare un’interpretazione del personaggio di Sobhraj, che rimane in bilico tra omicida astuto, genio calcolatore e opportunista e l’attore Rahim risulta purtroppo poco convincente nel catturare il carisma del personaggio. Verso la fine della stagione, parte del passato di Sobhraj in Francia viene a galla, ma è ormai troppo tardi per lo spettatore per poter interessarsi alla sua backstory. È particolarmente frustrante che a Rahim sia sia finalmente permesso di interpretare un diverso tipo di minaccia negli ultimi due episodi, quando avrebbe dovuto essere cosi anche nelle precedenti sei ore.

Charles Sobhraj uccideva per mantenere uno stile di vita e al contempo punire chi pensava fosse al di sotto del suo livello. Con l’aiuto della sua assistente e fidanzata Andrée Leclerc (Jenna Coleman) e il suo alleato (Amesh Edireweera), Sobhraj riusciva a guadagnarsi la fiducia di chi sarebbe potuto scomparire senza destare troppo rumore – viaggiatori del Sud-Est asiatico appunto. Riusciva ad irretirli facendogli credere che fosse un loro alleato, prima di rubare i loro averi e identità, appropriandosi del loro passaporto per poter raggiungere la loro prossima destinazione.

Un problema è la cronologia scomposta, che divide i crimini di Sobhraj e lo sforzo per fermarlo. Lo scarto  tra crimine e punizione – con frequenti note sullo schermo che ci dicono quanti mesi o anni sono trascorsi – fanno apparire la serie molto più lunga di otto ore e ne diminuiscono il volume narrativo. I suoi crimini iniziano a sembrare stereotipati e la noia metodica di Sobhraj diventa la nostra, indebolendo la serie del crescendo tensivo che ne dovrebbe caratterizzare il genere di appartenenza. I registi Tom Shankland e Hans Herbots hanno evocato l’atmosfera solo per lasciarla scivolare via. La tendenza di The Serpent a “strisciare” da un punto all’altro senza stabilizzarsi con equilibrio denota le debolezze di una serie che non è sicura delle potenzialità del proprio soggetto di partenza.

Dopo che è stato stabilito che è guidato da un complesso di inferiorità che deriva dall’essere di razza mista (indiana e vietnamita), le profondità psicologiche di Sobhraj non vengono mai scandagliate e la performance di Rahim è esasperatamente enigmatica – a volte effettivamente convincente, altre completamente privo del carisma magnetico a cui gli altri personaggi continuano a fare riferimento e dell’umorismo sociopatico a cui la sceneggiatura accenna.

Jenna Coleman offre una performance convincente nei panni della sua fidanzata, trascinata nell’orbita di Sobharaj, incantata dalla sua aria di fiducia e ricchezza ma che si interrogherà più volte nel corso degli episodi sulla sua – di conseguenza, loro – amoralità.

The Serpent serie tv

Contro cosa agivano Sobhraj e Leclerc? Nel restituirci la storia di un criminale la cui feroce immaginazione manca di una chiara origine, la serie deve affrontare una sfida simile a quella di un’altra fortunata miniserie, “The assassination of Gianni Versace” (2018) di Ryan Murphy. Scavando a fondo, riusciamo a intuire in maniera cristallina il disgusto di Sobhraj per lo stile di vita hippie e il suo tentativo di esprimere -e tentare disperatamente di legittimare-un giudizio estetico ed etico attraverso la morte. Sembra anche disprezzare la borghesia, di questo ne otteniamo scorci più sostanziali man mano che la serie avanza e scoprendo gli eventi familiari che potrebbero averne alimentato le prime fasi di rabbia e disturbi psichici: a un certo appunto arriva addirittura ad affermare, dinanzi a un membro della famiglia:”Sono più intelligente di Cristo”. Il suo nichilismo costituisce un caso di studio piuttosto intrigante, benché non approfondito a dovere, e un interessante contrappunto ai benefattori che cercano di fermarlo  (compresi i suoi vicini, interpretati da Mathilde Warnier e Grégoire Isvarine, e una coppia di diplomatici marito e moglie, interpretati da Billy Howle e Ellie Bamber).

The Serpent sembra quindi chiaramente esimersi da introspezioni psicologiche e approfondimenti, non riuscendo ad attirare appieno l’attenzione dello spettatore. Quando diventa evidente che le domande fondamentali sul temperamento e sul modus operandi di Sobhraj sono oltre la portata di questa serie, i salti temporali iniziano ad apparirci più una distrazione che una vera e propria struttura narrativa e filmica. In sostanza, né l’individuo in particolare che il tempo e lo spazio nel quale agisce sono stati esplorati in modo convincente oltre la rappresentazione.

Molto più coinvolgente è lo scenario con fondali pittoreschi e costumi che lasciano il segno. The Serpent costituisce innegabilmente uno spettacolo d’evasione tutto sommato, adatto per chi vuole passare una serata davanti a Netflix senza troppe pretese.

Zoe Kravitz è Selina Kyle nella nuova featurette di The Batman

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Zoe Kravitz è Selina Kyle nella nuova featurette di The Batman

Mentre prosegue la produzione dell’attesissimo The Batman di Matt Revees, è stata diffusa una breve featurette del film che si focalizza sul personaggio di Selina Kyle, interpretato da Zoe Kravitz.

Tim Burton ci mostrò all’epoca una Selina che diventa Catwoman, mentre Christopher Nolan ha optato per una rappresentazione più realistica del personaggio, una sclatra ladra già consapevole delle sue potenzialità e con un’identità definita.

Quello di Zoe Kravitz sarà invece un personaggio diverso, più giovane e ancora in via di definizione. Non saremo messi di fronte a Catwoman, ma ad una donna, Selina, che ha scelto la sua strada ed è all’inizio del suo mito. Ecco il video:

https://twitter.com/dianaTHEEprince/status/1389861093401513985?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1389861093401513985%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fmovieplayer.it%2Fnews%2Fthe-batman-catwoman-featurette-personaggio-zoe-kravitz_97692%2F

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

WandaVision: 10 bizzarre curiosità sugli effetti visivi usati nella serie

WandaVision è stata la prima serie Disney+ ambientata nel MCU. Al di là della storia indubbiamente profonda e dei misteri avvincenti che hanno caratterizzato ogni episodio (senza contare, naturalmente, le incredibili performance del cast), uno degli aspetti più curiosi e intriganti della serie è stato l’impiego degli effetti visivi. Uno dei team esperto in VFX che ha lavorato allo show, Monsters Aliens Robots Zombies (MARZ), ha condiviso alcuni dettagli in merito alla realizzazione della serie. Screen Rant ha raccolto i 10 trucchi più curiosi impiegati per dare vita allo show:

Creare la testa di Visione in bianco e nero

Sorprendentemente, i primi episodi in bianco e nero di WandaVision sono stati effettivamente girati a colori e trasformati in bianco e nero durante la post-produzione. Durante le riprese, l’attore Paul Bettany era truccato di blu, con dei piccoli puntini bianchi, chiamati indicatori di tracciamento, attaccati al suo viso. Ciò è stato menzionato nella docuserie Assembled disponibile su Disney+.

Dopo le riprese, il girato è stato inviato a MARZ, dove il reparto di monitoraggio ha archiviato tutti i movimenti della telecamera e della testa di Bettany. Da lì, MARZ ha aggiunto una testa in CGI di Visione sopra quella di Bettany, che è stata in grado di abbinare i suoi movimenti alla perfezione proprio grazie ai marcatori di tracciamento. Quindi, per quanto sorprendente possa sembrare, molte scene con Visione presentavano una testa in CGI.

Le sopracciglia di Visione

Come tutti i fan sapranno, la Marvel esiste da molto tempo. Tecnicamente, la società è stata costituita all’inizio degli anni ’60, ma le sue radici in realtà risalgono al 1939. Ciò significa che molti personaggi introdotti nel corso degli anni hanno un aspetto molto diverso nei moderni film Marvelispetto ai fumetti originali di mezzo secolo fa.

Marvel e MARZ volevano onorare questa tradizione modificando lentamente Visione a mano a mano che la serie andava avanti. Nei primi episodi, Visione ha occhi e sopracciglia dall’aspetto molto umano. Tuttavia, col passare degli episodi, il suo aspetto è stato alterato digitalmente per far sembrare più robotico e più simile a Age of Ultron. La tattica includeva la rimozione digitale delle sopracciglia dopo i primi tre episodi, facendo così sembrare i suoi occhi più robotici.

Gli oggetti che fluttuano intorno a Wanda

Quando Wanda cerca di preparare la cena nel primo episodio, ne deriva il caos. I fan dello show ricorderanno la celebre scena della cucina, in cui ingredienti e utensili fluttuano per la stanza. Effettivamente, questo stunt è stato eseguito facendo penzolare molti degli oggetti grazie a dei veri fili, per rendere omaggio a come l’effetto sarebbe stato eseguito durante la realizzazione delle sit-com dell’epoca. 

Non solo il team degli effetti visivi è subentrato e ha rimosso digitalmente i cavi, ma è stato anche incaricato di aggiungere ulteriori oggetti fluttuanti e farli sembrare identici agli oggetti fisici che penzolano grazie ai cavi. Gli effetti pratici sono stati utilizzati poiché ciò era necessario nelle sit-com di quell’era. 

Diversi backdrops in tutta la serie

Molte sitcom utilizzano backdrops, ossia immagini giganti progettate per assomigliare a qualcosa e usate come sfondo di una serie (nella tv moderna, un esempio in tale senso sono le visuali dalle finestre in The Big Bang Theory). Dal momento che WandaVision rendeva omaggio alla storia della tv, era naturale che anche la serie Marvel usasse i backdrops in vecchio stile.

Uno dei tanti esempi è presente durante l’episodio a tema anni ’70. Lo sfondo che si vede dietro la casa di Wanda e Visione non è affatto un backdrop: è tutta CGI. Il team degli effetti ha usato il rotoscopio per tutti i fotogrammi, aggiungendolo nell’immagine CGI dietro tutti i personaggi e gli oggetti di scena. 

Il morphing di Visione, da umano a androide

Rappresentare Visione che cambia da umano ad androide non è stato un compito facile. È stata necessaria, infatti, la sinergia tra varie componenti. Sono state necessarie due riprese: una di Paul Bettany che esegue i movimenti senza trucco e un’altra dell’attore che ripete gli stessi movimenti mentre è truccato. Il team degli effetti visivi ha dovuto fondere le inquadrature e utilizzare un effetto CGI per creare la spettacolarità del morphing di Visione.

Durante lo show, l’effetto di morphing è cambiato. Nei primi episodi, la trasformazione di Visione è stata mostrata usando un effetto brillante, chiaro riferimento alla serie Vita da strega. Negli episodi successivi, invece, si è passati all’effetto raggio di luce, ispirato da Tron. 

La Gemma della Mente nella fronte di Visione

Sorprendentemente, la Gemma della Mente non è mai stata un oggetto di scena. È sempre stata aggiunta con la CGI, anche nei film. Il problema con WandaVision era che le specifiche preimpostate per la Gemma non si traducevano bene con il bianco e nero.

Sembrava quindi opaca, piatta e perdeva gran parte della sua lucentezza. Per risolvere questo problema, il team degli effetti visivi è dovuto intervenire per aggiungere digitalmente la definizione, aumentare la quantità di luce riflessa e aggiungere nuovamente la lucentezza persa nel processo in bianco e nero. Anche questo passaggio viene discusso nella docuserie Assembled.

Super velocità

Gli effetti della super velocità nello show erano in realtà più intricati di quanto molti spettatori potrebbero pensare. Poiché un personaggio si muove velocemente, ma tutto il resto intorno a lui no, la soluzione non era così semplice come riprodurre la scena in avanti. Prendiamo la scena di Visione che monta l’altalena, ad esempio: la scena è stata girata ad alta velocità, il che significa che aveva un frame rate elevato. Le riprese ad alta velocità producono davvero l’effetto slow motion.

Ciò ha permesso al team degli effetti visivi di intervenire ed isolare ogni fotogramma che volevano mantenere. Per mantenere tutto fermo intorno a Visione, il team è intervenuto e ha fatto molto lavoro di rotoscoping ma anche di tinteggiatura, il che significa che dovevano intervenire manualmente e isolare ogni elemento che volevano mantenere o eliminare da una scena. Questo si è rivelato uno degli effetti visivi più difficili e intensi da realizzare dell’intera serie.

Il mantello di Visione

Un altro fatto sorprendente, che molti spettatori potrebbero non sapere, è che Paul Bettany non ha mai indossato un mantello durante le riprese: è sempre CGI! E gli spettatori più attenti avranno certamente notato che anche nei film il mantello di Visione ha una lunghezza diversa a seconda della scena. Il team degli effetti visivi è dovuto intervenire sul “peso” del mantello, ovvero quanto una brezza può interagire con esso e quanto movimento avrà quando Visione cammina e/o vola.

Uno dei trucchi del team degli effetti visivi è stato quello di far interagire il mantello in modo diverso a seconda della scena. Se la scena non era molto drammatica o potente, il mantello non avrebbe avuto molto movimento. Al contrario, in una scena che avrebbe richiesto il coinvolgimento emotivo del pubblico, allora il mantello avrebbe avuto molto più movimento, quasi come una bandiera che ondeggia al vento.

Westview dall’alto

Le vedute aeree di Westview nello show non sono state create pilotando un drone o attraverso un elicottero. Anche in questo caso, era tutto interamente CGI. La Marvel aveva realizzato un layout approssimativo della mappa della città che non includeva alcuna specifica su come dovevano apparire gli edifici e le case. Spettava quindi al team degli effetti visivi costruirlo interamente da zero.

Nella scena in cui Visione vola sopra la città nella notte di Halloween e trova Agnes immobile nella sua auto, Paul Bettany è stato semplicemente filmato davanti al green screen e la città “digitale” alle sue spalle è stata aggiunta in post-produzione. 

L’atterraggio vicino all’auto di Agnes

Quando Visione atterra accanto all’auto di Agnes, si tratta di una scena realizzata completamente in CGI. La scena era stata girata in origine da una controfigura, che però atterrava in maniera troppo “dura”.

La Marvel ha ritenuto che questo non fosse consono per il personaggio di Visione, che era molto elegante in tutto ciò che faceva. Per risolvere il problema, il team degli effetti visivi è stato incaricato di utilizzare la controfigura come riferimento, ma di creare Visione da zero utilizzando la CGI.

Fast and Furious: Vin Diesel anticipa il possibile ritorno di Eva Mendes nel franchise

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Vin Diesel, star del franchise di Fast and Furious, ha anticipato la possibilità che Eva Mendes ritorni nella celebre saga. L’attrice statunitense di origine cubana ha fatto il suo debutto all’interno del franchise nel 2003, in 2 Fast 2 Furious, dove ha interpretato l’agente sotto copertura Monica Fuentes.

Dopo essere stata assente nei successivi tre sequel, il personaggio di Monica ha fatto ritorno in un breve cameo nella scena dopo i titoli di coda di Fast & Furious 5 del 2011, in cui consegna ad Hobbs (Dwayne Johnson) un fascicolo riguardante un furto d’auto avvenuto a Berlino in contemporanea ai fatti di Rio; alla fine la stessa Monica domanda ad Hobbs se crede nei fantasmi, facendo intuire che Letty, la moglie di Dom ritenuta morta nel quarto film, in realtà è ancora viva.

Ora, in una recente intervista con Entertament Weekly in occasione dei 20 anni di Fast and Furious, Vin Diesel ha parlato proprio del personaggio interpretato da Eva Mendes e sulla possibilità che Monica Fuentes ritorno prima della conclusione definitiva della saga. Senza confermare nulla, Diesel ha lasciato intendere che forse qualcosa potrebbe accadere nel decimo film della saga.

Stiamo solo aspettando di girare Fast and Furious 10″, ha spiegato Vin Diesel. “Diciamo che ormai è chiaro a tutti che non possiamo raccontare tutto quello che vorremmo in un solo film, quindi non vi resta che aspettare per vedere cosa accadrà.”

Fast and Furious 9 nelle sale italiane quest’estate

In attesa di nuovi eventuali dettagli, ricordiamo che Fast and Furioius 9, il nono capitolo della saga, arriverà nelle sale italiane quest’estate, mentre il decimo capitolo è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga – che sarà diviso in due parti – concluderà definitivamente la serie principale, a seguito degli eventi che vedremo nel capitolo 9.

Dave Bautista spiega perché ha preferito Army of the Dead a The Suicide Squad

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Dave Bautista avrebbe potuto riunirsi con James Gunn nell’attesissimo The Suicide Squad, ma alla fine ha scelto di recitare in Army of the Dead di Zack Snyder. Il regista di Guardiani della Galassia aveva offerto un ruolo all’interprete di Drax il Distruttore nel suo sequel/reboot dedicato ai personaggi DC, anche se ad oggi non sappiamo per quale parte era stato pensato l’ex wrestler.

Ora, in una recente intervista con Digital Spy, è stato proprio Bautista a parlare della sua decisione, spiegando i motivi per cui ha scelto di non apparire in The Suicide Squad. L’attore ha rivelato di aver sempre voluto lavorare sia con Netflix sia con Snyder, descrivendo Army of the Dead come la tipica situazione in cui avrebbe potuto cogliere “due piccioni con una fava”. 

L’attore ha anche spiegato che, nonostante gli sarebbe piaciuto tornare a lavorare con Gunn su un progetto totalmente differente, alla fine Army of the Dead si è rivelata la scelta migliore sia in relazione al ruolo (Bautista è il protagonista del film) sia in termini di compenso economico. “Sono riuscito finalmente a costruire una relazione con Netflix, ho ottenuto un ruolo da protagonista in un grande film e sono stato pagato molto di più”, ha spiegato l’attore statunitense.

“Ho dovuto chiamare James e dirgli: ‘Mi si spezza il cuore, perché da amico voglio essere lì con te, ma da un punto di vista professionale, questa è la decisione più giusta da prendere’.”, ha aggiunto Bautista. “Allora lui mi ha detto: ‘Capisco perfettamente. Sono orgoglioso di te, anche del fatto che ti trovi in questa situazione. Sono orgoglioso di aver avuto qualcosa a che fare con questa decisione così difficile che hai dovuto prendere’.”

Dave Bautista mette a confronto lo stile di Snyder e Gunn

In passato, Dave Bautista aveva messo a paragone lo stile di Zack Snyder con quello di James Gunn, evidenziando quanto il lavoro con il regista di Justice League gli avesse concesso sul set molto più libertà rispetto a quanta ne conceda ai suoi attori il regista di Guardiani della Galassia: “Penso che James sia molto più coinvolto nelle performance dei suoi attori. Con Zack credo di aver avuto più flessibilità. James è un maniaco del controllo. Lo è davvero. Ma è una cosa che non mi dispiace, perché è un grande regista e un grande narratore di storie. Mi fido di lui. Zack però sembra disposto a darti molta più libertà, anche se non fa trasparire molto le sue emozioni.”

Glenn Close vuole essere ancora Crudelia De Mon: “Ho un’idea per un altro film”

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Mentre i fan della Disney si preparano all’arrivo di Crudelia, il nuovo live action che esplorerà le origini dell’iconica antagonista, colei che ha interpretato il personaggio “in carne ed ossa” per la prima volta, ossia la leggendaria Glenn Close, ha rivelato che amerebbe tornare nei panni della villain de La carica dei 101.

Nel Crudelia in arrivo il prossimo 28 maggio (nelle sale e su Disney+ con Accesso Vip) sarà il premio Oscar Emma Stone a vestire i panni del personaggio del titolo, mentre Glenn Close figura nel progetto in qualità di produttore esecutivo. L’attrice candidata agli Oscar 2021 per Elegia americana ha prestato il suo volto a Crudelia de Mon ben due volte: ne La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera diretto da Stephen Herek nel 1996 e nel sequel La carica dei 101 – Un nuovo colpo di coda diretto da Kevin Lima nel 2000.

Ora, in una recente intervista con Variety, Glenn Close ha rivelato che le piacerebbe riprendere il ruolo di Crudelia de Mon in un potenziale nuovo film. La prolifica attrice ha spiegato di avere anche un’idea per “una grande storia” che vedrebbe Crudelia scendere tra le strade di New York. Senza rivelare troppo, Close ha anticipato: “Ho una grande storia per fare un altro Crudelia con la mia Crudelia. Arriva a New York e poi scompare nelle fogne.”

L’idea di rivedere Glenn Close nei panni di Crudelia de Mon è indubbiamente eccitante. Oltre ad essere uno dei più iconici della sua carriera, quel ruolo contribuì ad ampliare la sua fama di “cattiva” del cinema, già cementata in precedenza grazie a pellicole come Attrazione fatale e Le relazioni pericolose. Per il primo film di Herek del ’96, Close ricevette anche una candidatura ai Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale.