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Gli Eterni: per la regista è stato importante spingersi oltre Endgame

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The Hollywood Reporter ha pubblicato una lunga intervista a Chloe Zhao, la regista dell’attesissimo film Marvel dedicato a Gli Eterni. L’intervista include anche una serie di chiarazioni del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, il quale ha descritto il tono del film di Zhao come “affascinante”, rivelando che uno dei motivi per cui lo studio ha deciso di procedere con lo sviluppo del film è stata proprio la visione e le idee portate dalla regista.

Dal canto suo, Zhao ho spiegato: “Ho radici nella cultura manga molto forti e profonde. Ho portato un po’ di questa influenza anche ne Gli Eterni. E non vedo l’ora di spingere ancora di più l’acceleratore su quel ‘matrimonio’ tra Oriente e Occidente”. Sembra quindi che la regia avesse grandi ambizioni in merito al suo film: “Dove possiamo spingerci dopo Avengers: Endgame? Non sto facendo questo film soltanto da regista, ma lo sto facendo anche da fan.”

Nonostante alcuni registi si siano scontrati con i Marvel Studios in passato, Chloe Zhao ha spiegato di aver avuto tutta la libertà creativa necessaria durante la realizzazione de Gli Eterni, attribuendo a Feige e allo studio il merito di aver saputo correre dei rischi e di fare qualcosa di diverso: ciò include, ovviamente, anche la prima relazione LGBTQ+ del MCU.

“In qualche modo è sempre stato inerente alla storia e alla composizione dei diversi tipi di Eterni”, ha spiegato Kevin Feige. “Penso che sia estremamente ben fatto e non vedo l’ora che il livello di inclusione nei nostri film futuri non sia  più un argomento”. Il film vanta anche un cast alquanto diversificato, e questo è stato molto importante per Zhao quando ha deciso di raccontare la storia di questi personaggi.

La regista de Gli Eterni sui personaggi: “È importante che il pubblico li veda come individui.”

“Volevo che riflettesse il mondo in cui viviamo”, ha spiegato la regista. “Ma volevo anche mettere insieme un cast che si sentisse come un gruppo di disadattati. Voglio che alla fine del film il pubblico non pensi: ‘Quest’attore è di questa etnia, quell’attore è di quella nazionalità’. Voglio che invece pensi: ‘Questa è una famiglia’. Non pensi a ciò che rappresentano. Li vedi semplicemente come individui.”

CORRELATE:

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Il figlio di Philip Seymour Hoffman protagonista del nuovo film di Paul Thomas Anderson

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È THR a rivelare che il protagonista del nuovo film di Paul Thomas Anderson sarà Cooper Hoffman, nientemeno che il figlio di Philip Seymour Hoffman, collaboratore e amico del regista, scomparso prematuramente nel 2014.

Per molto tempo non si è saputo niente del film se non che era ambientato negli anni ’70 e raccontava di un giovane protagonista, uno studente delle superiori che è anche un attore bambino di successo. Ora sappiamo che il figlio diciassettenne dell’attore vincitore dell’Oscar è stato scelto per questo ruolo.

Recentemente è stato rivelato che anche Benny Safdie, uno dei fratelli Safdie, che ha intervistato Anderson lo scorso anno in un ampio podcast, si era unito al film. THR aggiunge anche ulteriori dettagli, incluso il fatto che il film senza titolo è fondamentalmente una storia di formazione, ma coinvolgerà più trame, il che dà credito al paragone con Altman.

THR dice che il personaggio di Cooper Hoffman, che sarà comunque il protagonista, apparirà in più storie, proprio come accade in Magnolia, ma con un personaggio più centrale rispetto agli altri. Alana Haim della band pop di Los Angeles Haim – Anderson ha girato molti dei loro video musicali – è stata recentemente avvistata sul set del film.

Philip Seymour Hoffman è apparso in cinque dei film di Anderson, tra cui Hard Eight, Boogie Nights, Ubriaco d’amore, The Master e Magnolia.

Fonte

Amants con Stacy Martin in concorso a Venezia 77

Amants con Stacy Martin in concorso a Venezia 77

Sarà presentato oggi in concorso a Venezia 77 Amants, il film francese diretto da Nicole Garcia con protagonisti Pierre Niney, Stacy Martin, Benoît Magimel. La pellcila è prodotta da Les Films Pelléas, (Philippe Martin, David Thion), France 3 Cinéma, Mars Films, Véronique et François Mallet, LDRP, Impala, Victoire Newman, Pauline’s Angel.

La trama

Lisa e Simon sono inseparabili. Sono innamorati l’uno dell’altra da quando erano adolescenti. Capita una tragedia, provocata dalle attività criminali di Simon. Egli è in pericolo e fugge. Senza Lisa. Lei aspetta invano notizie da lui. Tre anni dopo, è sposata con Leo quando le loro strade si incrociano nuovamente su un’isola nell’Oceano Indiano.

Amants, il commento del regista

Lisa e Simon sono giovani, belli e innamorati. Quasi troppo bello per essere vero. Ma sulla loro strada c’è la morte, che distrugge l’idillio. È un incidente, ma Simon non chiama i servizi di emergenza. Come il Lord Jim di Conrad, Simon fugge in un remoto angolo della Terra; spera di mettere a tacere il senso di colpa ma questo lo segue, gli dà la caccia e lo divora, impedendogli una vita normale. Tre anni dopo, incontra per caso Lisa nell’Oceano Indiano, nell’albergo dove lui lavora e dove lei è ospite insieme al ricchissimo marito, Léo Redler. Lisa, alla fine, è l’unica che riesce a sfuggire alla stretta di questa favola cupa.

Oggi Pedro Almodóvar a Venezia 77 con il corto THE HUMAN VOICE

Oggi Pedro Almodóvar a Venezia 77 con il corto THE HUMAN VOICE

Arriva alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’acclamato regista spagnolo Pedro Almodóvar a presentare il suo corto THE HUMAN VOICE  con protagonista Tilda Swinton.

Una donna guarda passare il tempo accanto alle valigie del suo ex amante (ci si aspetta che l’uomo ritorni a prenderle, invece non arriverà mai) e a un cane irrequieto che non capisce di essere stato abbandonato dal padrone. Due esseri viventi affrontano l’abbandono. Nei tre giorni di attesa, la donna esce in strada solo una volta, per acquistare un’ascia e una latta di benzina, e passa da uno stato d’animo all’altro: dall’impotenza alla disperazione e alla perdita di controllo. Si trucca, indossa vestiti eleganti come se dovesse andare a una festa, medita di buttarsi dal balcone, finché il suo ex amante non le telefona. Lei però ha perso conoscenza, ha preso un mix di tredici pillole e non può rispondere. Il cane le lecca il viso fino a quando la donna si risveglia. Dopo una doccia fredda, tornata in sé grazie a un caffè nero come i suoi pensieri, il telefono squilla di nuovo e questa volta riesce a rispondere. L’unica voce però è la sua: quella dell’uomo non si sente mai. All’inizio la donna finge di essere calma e di comportarsi in modo normale, ma è sempre sul punto di esplodere contro l’ipocrisia e la meschinità dell’altro. The Human Voiceè una lezione morale sul desiderio, anche se la protagonista si trova proprio sull’orlo dell’abisso. Il rischio è una parte fondamentale dell’avventura di vivere e di amare. Il dolore è molto presente nel monologo; come ho detto all’inizio, il film descrive lo smarrimento e l’angoscia di due esseri viventi tormentati per la mancanza del loro padrone.

Venezia 77: intervista a Daniele Luchetti per Lacci

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Venezia 77: intervista a Daniele Luchetti per Lacci

Ecco la nostra intervista a Daniele Luchetti in occasione della sua presenza a Venezia 77, dove, in apertura della Mostra, ha presentato Lacci, il suo ultimo film con protagonisti Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi.

Lacci, il film

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai CinemaLacci è scritto da Domenico StarnoneFrancesco Piccolo e Daniele Luchetti.

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Lacci, la recensione

Lacci, recensione del film di Daniele Luchetti #Venezia77

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Lacci, recensione del film di Daniele Luchetti #Venezia77

Apre Venezia 77 in Concorso il nuovo film di Daniele Luchetti, Lacci, basato sul romanzo di Domenico Starnone, che ha collaborato all’adattamento insieme a Francesco Piccolo e allo stesso regista. Il lavoro di adattamento non cambia la sostanza del racconto, ma ne sciupa il mistero, l’indefinitezza, che del romanzo rappresentavano forse la parte migliore.

La storia racconta di Aldo e Vanda, una coppia con due bambini piccoli apparentemente ordinaria e felice. Solo che Aldo ha tradito Vanda e glielo confessa in un impeto di sincerità che gli costerà la tranquillità domestica. Viene cacciato di casa e incomincia una storia con la giovane Lidia, lontana dalla moglie e dai figli. Proprio il desiderio di rivederli, insieme ad una ferma presa di posizione della nuova fiamma, spingeranno Aldo a tornare da Vanda e dai suoi figli. Tuttavia alcune cose non si aggiustano e la vita non sempre regala sorprese, ma qualche volta va avanti ad oltranza, perché nessuno ha la forza o la volontà di arrabbiarsi e combattere.

I lacci che legano, i lacci che soffocano

I lacci tengono le scarpe ai piedi, legarli è un gesto che in genere ci insegnano i nostri genitori, un gesto di cura e attenzione (con i lacci sciolti è facile cadere), quasi un rito di passaggio. Spesso i lacci non sono solo quelli delle scarpe, quelli fisici, ma sono figurati, sono legami che non sempre fanno bene, non sempre sono tenuti insieme dall’amore, qualche volta è l’inerzia, altre la paura. E sono proprio questi lacci qui che interessano a (Starnone prima e poi a) Luchetti.

Il regista conduce un racconto puntuale, avanti e indietro nel tempo, fornendoci un resoconto a singhiozzi di una separazione e poi riconciliazione, tornando ogni volta sui suoi passi e regalandoci di volta in volta un pezzetto di racconto in più. Attraverso questo movimento su e giù nel tempo impariamo a conoscere i protagonisti, Aldo e Vanda, due anime profondamente infelici, bloccatesi reciprocamente in un matrimonio in cui entrambi hanno smesso di parlasi ma in cui entrambi sentono la necessità di credere ancora, nonostante il male che si faranno fino alla fine dei loro giorni.

I “panni sporchi” si lavano con nei primi piani

lacci Venezia 77
Set of “Lacci” by Daniele Luchetti. in the picture Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Giulia De Luca and Joshua Cerciello.
Photo by Gianni Fiorito

Daniele Luchetti sceglie di raccontare queste emozioni complesse con primissimi piani, concedendosi pochissimo spazio all’aperto ma preferendo gli interni di case, stanze e appartamenti, in cui “si lavano i panni sporchi” e in cui avviene poi la vera tragedia, quella quotidiana della sopportazione a tutti i costi, del logorio e dell’infelicità. Ad una buona parte di film che sceglie questo linguaggio frammentato ma teso a comporre un quadro completo, Lucchetti aggiunge una chiusura che cede alla necessità di spiegare e giustificare le azioni. Sono i figli di Aldo e Vanda, ormai adulti, a raccontarsi, quasi a declamarle da un palco, le ragioni e le conseguenze delle scelte dei genitori, il tutto, di nuovo, in un appartamento di famiglia che preferirebbero vendere piuttosto che occupare.

Il cast di Lacci

Protagonisti di Lacci sono Alba Rohrwacher e Laura Morante, che interpretano Vanda, e Luigi Lo Cascio e Silvio Orlando, che invece sono Aldo. Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno interpretano i figli adulti e disincantati, protagonista dell’ultimo atto del film. Tutti e quattro gli attori che interpretano la coppia sono perfettamente calati nei loro ruoli e se nella versione giovane dei protagonisti Rohrwacher dimostra di avere una marcia in più, per la controparte avanti con gli anni è Silvoio Orlando a brillare, con un monologo urlato di sconforto, stanchezza e frustrazione che racconta meglio di ogni altro momento del film il suo personaggio. Menzione d’onore va a Linda Caridi, che interpreta la vivace e bellissima Lidia, amante e poi compagna di Aldo, che conferma il magnetismo, l’eleganza e la dolcezza visti in Ricordi? dello scorso anno.

Lacci racconta una storia comune, come ce ne sono tante, lo fa con sincerità e spietatezza, mantenendo sempre il controllo sull’emozione, senza lasciarsi andare troppo ai toni drammatici in cui sarebbe facile trascendere, ma cede nel finale all’esigenza di prendere una posizione, di spiegare i personaggi e le loro azioni.

The Upside – Sempre amici, recensione del film con Bryan Cranston

Dopo il grande successo del francese Quasi amici – Intouchables di Olivier Nakache e Éric Toledano, che nel 2011 conquistò critica e pubblico di tutto il mondo con la sua favola vera, divertente e commovente, di dolore, amicizia e integrazione, è arrivato The Upside – sempre amici, versione americana della pellicola targata 2017 e diretta da Neil Burger. Doveva essere distribuito in Usa da marzo 2018, ma essendo prodotto dalla Lantern Entertainment di Harvey Weinstein – assieme alla STX Film, Escape Artists Productions e Amazon Studios –  ha risentito del noto scandalo che lo ha investito e la sua uscita è stata posticipata a gennaio 2019. Ha ottenuto buoni incassi in patria, mentre in Italia è disponibile su Prime Video da aprile 2019.

La trama di The Upside

Il canovaccio attorno a cui si sviluppa il film è ben noto. Il ricco aristocratico Philippe, Bryan Cranston, è tetraplegico. Frustrato dalla malattia e mai ripresosi dal dolore per la morte della moglie, assume come badante un giovane uomo di colore, Dell, Kevin Hart, che viene dalla periferia ed è in libertà vigilata. All’inizio non è facile trovare un’intesa tra due mondo così diversi, ma pian piano i due scoprono i reciproci lati positivi. Sarà Dell a convincere Philippe a riprendersi la propria vita, nonostante la disabilità, e a coltivare i piaceri che ancora gli si offrono. Mentre Philippe spingerà Dell a investire su ciò che conta davvero per lui e ad avere più fiducia in sé stesso, concedendogli una seconda possibilità.

La storia vera all’origine di The Upside

The Upside, come il suo predecessore, è ispirato alla vera storia del duca Philippe Pozzo di Borgo – direttore della nota azienda produttrice di champagne Pommery, rimasto paralizzato dopo un incidente in parapendio – e del suo aiutante Abdel Sellou, da lui stesso narrata nel libro Il diavolo custode, edito in Italia da Ponte alle Grazie. Anche Sellou ha voluto raccontare questa grande amicizia dal suo punto di vista nel libro Mi hai cambiato la vita, Salani Editore.

The Upside, un remake che tiene testa all’originale

Due sono gli interrogativi principali che si pongono nell’accingersi alla visione del film. Il primo è se e quanto fosse necessaria una riproposizione del film in versione Usa, dal punto di vista del pubblico, dal momento che sulla speranza dei produttori di bissare quello che è stato un enorme successo in termini economici e di popolarità non vi sono dubbi. In altri termini, riesce The Upside ad aggiungere qualcosa, un elemento proprio, originale, che possa suscitare l’interesse del pubblico, scrollandosi di dosso il rischio di essere una copia pedissequa? Oppure, se non aggiunge originalità, riesce a mantenersi vitale e godibile, commovente e divertente, profondo e leggero come lo era stato l’originale? È insomma all’altezza dell’originale?

Quasi amici  contava sulla bravura di un attore solido come François Cluzet, una vera sicurezza del cinema francese, e sulla comicità di Omar Sy. La strana coppia funzionava e trascinava lo spettatore tra risate e commozione con un ritmo coinvolgente, regalando alla Francia uno dei suoi migliori incassi di sempre. The Upside resta fedele all’originale ma non lo fa rimpiangere. Riesce a dedicare ai rapporti umani quella cura che è l’essenza del film e che non sempre è facile trovare nel cinema americano. Non si trasforma in una commedia meccanica, che mira solo alla risata. In diversi momenti si ride di gusto, ma lo si fa in modo intelligente e mai gratuito. L’incontro-scontro tra il mondo dei bianchi, rappresentato dal ricco Philippe e quello dei neri, simboleggiato da Dell, due mondi opposti che si scoprono complementari, è nell’America di oggi uno sprone all’integrazione e un buon punto di partenza per una riflessione. 

Il cast di The Upside

Se il film riesce a mantenere la sua verve e la sua complessità è merito di un buon cast, a partire da Bryan Cranston  – premiato con Emmy e Golden Globe per la sua interpretazione di Walter White nella serie televisiva Breaking Bad e candidato all’Oscar per L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo – che dà prova di duttilità e grande sensibilità nell’interpretare Philippe, combattuto fra l’attaccamento alla vita, la frustrazione dell’immobilità e il dolore per la scomparsa della moglie, che lo portano a lasciarsi andare. Kevin Hart –Scary Movie 3, Jumanji: Benvenuti nella giungla, Una spia e mezzo –  da attore comico dà vita a divertenti siparietti, specie quando è alle prese con le diavolerie da ricchi che popolano il mondo di Philippe. Quello che forse non ci si aspetta è che si dimostri all’altezza anche dei momenti più profondi, mostrando nuove sfaccettature del suo talento.

A completare il cast Nicole Kidman, che col suo aspetto esile e diafano interpreta in modo misurato la apparentemente rigida ma sensibile Yvonne, segretaria personale di Philippe. Julianna Margulies è Lily, con cui Philippe ha una relazione epistolare, mentre Tate Donovan è l’antipatico Carter.

La colonna sonora e l’omaggio ad Aretha Franklin

Infine, uno spazio va dedicato alla colonna sonora. Quale modo migliore per rappresentare l’incontro tra due mondi distanti, se non con due tradizioni musicali totalmente differenti? Questo era un tratto distintivo di Quasi Amici e resta tale anche in The Upside. Lì c’erano la musica classica e contemporanea di Mozart, Bach, Vivaldi e Ludovico Einaudi  a illustrare i gusti di Philippe, il suo mondo sofisticato e aristocratico da un lato; il funk  e il degli Earth, Wind & Fire dall’altro, a dare voce al mondo di Driss. Qui Philippe è un amante dell’opera, la Turandot e altri classici, del canto lirico di Luciano Pavarotti, mentre l’idolo di Dell è “la Regina del Soul”, Aretha Franklin, all cui memoria il film è dedicato. Nessuno dei due protagonisti sopporta la musica dell’altro, finché i due riescono a trovare una mediazione anche in questo. L’importante traguardo è suggellato dal finale del film, visivamente molto suggestivo e musicalmente affidato proprio alla calda e potente voce di Aretha Franklin che vola sulle note di un classico dell’opera. Le musiche originali del film sono di Rob Simonsen.

Venezia 77: Tilda Swinton dichiara il suo amore al cinema e chiude “Wakanda Forever”

Il Leone d’Oro alla carriera, Tilda Swinton, ha incantato il pubblico della Sala Grande di Venezia 77 con il suo discorso di ringraziamento, una vera e propria dichiarazione d’amore al cinema. Salendo sul palco, l’attrice premio Oscar ha esordito dicendo che prima di salire sul quel palco pensava a due cose, “la prima è cosa il cinema significa per me, la seconda era come essere in grado di accettare questo riconoscimento con una faccia seria.”

Ha poi continuato dicendo: “Il cinema è il mio posto felice, la mia vera patria. La sua amicizia è l’albero genealogico del mio cuore. I nomi sulla lista di coloro che hanno ricevuto questo onore, nel frattempo, sono i nomi dei miei maestri. Sono gli anziani della mia tribù. I poeti della lingua che amo sopra gli altri. Canto le loro canzoni nella vasca da bagno. Sono il ragazzaccio da film punk che fa l’autostop alla stazione per arrivare ai piedi delle vette dei loro successi.”

Dopo aver poi detto che si sente solo all’inizio della sua carriera, l’attrice ha concluso: “Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Il tappeto magico sta volando ancora e sempre sarà: il miglior equipaggiamento protettivo personale possibile per l’anima. Viva Venezia. Cinema cinema cinema. Wakanda Forever. Nient’altro che amore.”

Qui il discorso completo e l’intera cerimonia.

Anna Foglietta: intervista alla madrina di Venezia 77

Anna Foglietta: intervista alla madrina di Venezia 77
Ecco il nostro incontro con Anna Foglietta, premiata attrice italiana e madrina della settantasettesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Ecco il discorso di Anna Foglietta in apertura di Venezia 77:

Buonasera a tutti e benvenuti alla 77esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Una edizione speciale che già di diritto entrerà nella storia. Innanzitutto perché ha sfidato le insidie dell’incertezza grazie a un piano di sicurezza studiato nei minimi particolari. La partecipazione attiva del pubblico, chiamato responsabilmente a collaborare, dimostrerà che oggi in Italia si può fare cultura senza correre rischi.

Questa edizione è stata voluta con forza e tenacia dal direttore Alberto Barbera, e sostenuta e supportata da tutti i direttori dei maggiori festival europei, e dal nuovo Presidente della Biennale Roberto Cicutto, al quale voglio fare il mio personale in bocca al lupo.

La Mostra d’arte cinematografica sta per aprirsi, e si svolgerà nei giorni previsti; teatro, musica e danza hanno mantenuto i loro programmi salvo qualche inevitabile cambiamento. Architettura ed arte seppure rinviate al 2021-2022 sono comunque presenti nella mostra al Padiglione Centrale dei Giardini che racconta la Storia della Biennale che proprio nel 2020 compie 125 anni. Nel più rocambolesco dei contesti mondiali, a Venezia anche quest’anno sono arrivati film da ogni angolo della terra, quei film che parlano di noi, delle differenze che ci arricchiscono, dei cambiamenti che ci travolgono: ci avreste mai creduto?

Abbiamo tutti pensato che non appena avessimo ricominciato ad annusare la libertà saremmo tornati ad abbracciarci più forte che mai e che ogni gesto che fino ad allora reputavamo scontato sarebbe diventato il gesto per sempre. Ancora siamo in un limbo, in una terra di mezzo dove la paura ci impedisce di realizzare quello che davvero vorremmo, però guardiamoci intorno… stiamo nuovamente condividendo un’esperienza culturale e stiamo respirando, pur se filtrata, la stessa aria per vivere insieme e in sicurezza un festival innovativo che rimarrà nella storia come un modello che ci insegna che le cose, se ci si crede veramente, si possono fare.

Che bel verbo…fare…ci ho ragionato tanto in questo tempo sospeso. Fare è proprio una bella cosa, propositiva, concreta, autentica. Questa estate ho conosciuto un anziano signore, un contadino dignitoso come un dio, un uomo con gli occhi piccoli e vivaci e le mani segnate dalla sua storia che mi ha insegnato in maniera precisa l’importanza del fare senza perdersi in chiacchiere. Quest’uomo buono è stato come un faro per me, un simbolo vivente di un’Italia che lavora e che senza dire una parola invita all’onestà, che attraverso l’esempio esorta a fare senza porsi ulteriori interrogativi perché già nell’agire ci sono tutte le risposte, e quindi la felicità. Mi ha fatto capire che nel mio paese di persone che fanno ce ne sono eccome, ed io di loro e a loro voglio parlare. A quella Italia fatta di sguardi attenti, di etica e tradizione, di passione per la propria natura. Sentiamo un richiamo antico che riecheggia dentro di noi accendendo un fuoco fatto di sentimenti veri, una voce esplodere irrompere e dirci “Sei vivo!”. Nonostante tutto quello che accade e che tenta di trascinarci verso un baratro quella voce lotta e grida che siamo vivi. Noi siamo vivi, e esserlo significa tornare ad Essere Umani, significa lottare affinché ci sia sempre una valida e onorevole alternativa all’abbrutimento intellettuale, all’anarchia del lecito, alla visione unilaterale del reale.

Noi artisti in questo siamo non solo facilitati, ma anche legittimati a cercare soluzioni: è il nostro lavoro. E la nostra grande responsabilità è quella di tradurre tutto questo in una lingua universale che tutti possano comprendere.

Prendersi cura del pianeta e non solo del nostro giardino, aiutare l’infanzia e non solo i nostri figli, creare opportunità di benessere per tutti, e non solo per noi stessi. Il valore del nostro essere umani sta proprio nel grado di empatia che riponiamo nelle nostre azioni.

Questo è stato l’anno degli invisibili e l’arte si è fatta più volte vostra portavoce, ed allora io, anche da questo importantissimo palco, intendo rivolgervi il mio più sentito grazie. Grazie a tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato e lavoreranno per Venezia 77: anche se non godete mai dei riflettori della ribalta, siete la vera linfa e il vero motore del Festival… siete come dei pionieri! GRAZIE.

Grazie Venezia, una città che ha sofferto particolarmente, una città che è un riferimento per il mondo e che ogni essere umano dovrebbe avere il diritto di visitare almeno una volta nella vita. Ma il grazie più forte di tutti vorrei rivolgerlo a tutti i medici, paramedici, staff sanitari, farmacisti e tecnici, che hanno vissuto un incubo neanche lontanamente paragonabile al nostro. E vorrei abbracciare forte tutti i familiari delle vittime del Covid 19. Siete nel nostro cuore.

È stata dura, lo è ancora adesso. Ma il futuro non è scritto. E forse questa volta abbiamo non solo la facoltà ma anche il dovere di immaginarlo, e poi di costruirlo, il mondo che verrà.

Waiting for the Barbarians: il trailer del film con Mark Rylance

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Waiting for the Barbarians: il trailer del film con Mark Rylance

Ecco il trailer di Waiting for the Barbarians, il film diretto da Ciro Guerra con Mark RylanceJohnny Depp e Robert Pattinson.

Dopo aver entusiasmato pubblico e critica alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2019, dove è stato presentato in concorso, arriva nelle sale italiane l’atteso Waiting for the Barbarians del regista e sceneggiatore colombiano Ciro Guerra (che nel 2015 ha diretto Embrace of the Serpent, primo film colombiano della storia ad essere candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero).

Waiting for the Barbarians – leggi la recensione

Basato sul pluripremiato romanzo “Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film racconta la storia della crisi di coscienza di un Magistrato che si ribella al regime. Il cast stellare è composto da Mark Rylance (Premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Il ponte delle spie di Steven Spielberg, nonché vincitore di tre Tony Awards, due Olivier Award e due BAFTA), Johnny Depp (tre volte nominato agli Oscar come Miglior Attore Protagonista per La maledizione della prima lunaNeverland – Un sogno per la vita e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street) e Robert Pattinson (protagonista della saga cult Twilight e dei film Bel Ami – Storia di un seduttore e Come l’acqua per gli elefanti, nonché prossimo Batmannell’attesissimo film di Christopher Nolan), affiancati da Gana Bayarsaikhan (Ex Machina, Wonder Woman) e Greta Scacchi (La ragazza nella nebbia, Presunto innocente, I protagonisti). Prodotto e distribuito da Iervolino EntertainmentWaiting for the Barbarians sarà al cinema dal 24 settembre.

Andrea Iervolino ha così dichiarato: “Dopo l’uscita del film in Usa e Canada, siamo molto felici che il nostro film veda la luce anche in Italia, grazie alla collaborazione con il circuito UniCi e la distribuzione in circa 100 sale. Il film vanta la partecipazione di un cast stellare dal grande talento incorniciato nella raffinata e potente regia di Ciro Guerra e la straordinaria fotografia del Premio Oscar Chris Menges. Il film, di nazionalità italiana, da valore aggiunto a questo progetto che, non solo è stato girato anche in Italia, ma vanta maestranze nostrane di tutto rispetto come Jacopo Quadri al montaggio, Domenico Sica alla scenografia e Carlo Poggioli ai costumi, solo per citarne alcuni. L’Italia ha bisogno di avere un respiro internazionale, perché merita di ritornare ad essere la culla del cinema e io sono contento di poter dare il mio contributo affinché questo possa accadere molto presto.”

La trama di Waiting for the Barbarians

Il Magistrato, amministratore di un isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza nome, è in attesa di andare in pensione con l’arrivo del Colonnello Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei “barbari” e sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei “barbari” per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna “barbara” portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di ribellione.

The New Mutants, la recensione del film con Anya Taylor-Joy

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The New Mutants, la recensione del film con Anya Taylor-Joy

The New Mutants potrebbe passare alla storia come il film più sfortunato di sempre, ma è più facile che nell’opinione pubblica finisca per essere preso a paragone dalla futura cinematografia supereroistica come uno dei punti più bassi che il genere abbia mai toccato. Il film di Josh Boone è finalmente al cinema e questo rappresenta un traguardo incredibile, considerato che è sopravvissuto ad un drastico posticipo a causa di reshoot che poi non sono mai stati fatti, ad una fusione di proporzioni epiche, quella che ha visto la Disney assorbire la Fox, e addirittura ad una pandemia, con annesso lockdown mondiale.

Nonostante le difficoltà e l’opinione genericamente negativa che già accompagnava il film, questa recensione di The New Mutants punterà ed evidenziare quali sono gli aspetti positivi di un film, basato sui fumetti, ma che condensa in sé innumerevoli generi cinematografici.

La storia di The New Mutants

Il film è ambientato interamente all’interno di un ospedale, una struttura che, secondo gli occupanti, è una clinica in cui la Dottoressa Reyes aiuta i giovani pazienti a controllare i loro poteri. Rahen, Illyana, Sam, Robert e Danielle, i cinque pazienti adolescenti, non sono infatti malati, ma sono giovani mutanti che, con la pubertà, non vedono cambiare solo il loro corpo e i loro impulsi, ma scoprono anche di dover fare i conti con delle abilità fino a quel momento ignorate. Tuttavia, i cinque ragazzi presto capiranno che quella struttura non è quello che sembra e che solo unendo le loro forze potranno riuscire ad affermare se stessi, la loro personalità ed a recuperare la libertà che è stata loro negata.

Fratelli delle storie fondative degli X-Men perché ideati da Chris Claremont, i Nuovi Mutanti a fumetti prendono vita in una versione riveduta e corretta, proprio perché sarebbe molto difficile riadattare in maniera fedele per il cinema le innumerevoli storie, personaggi, intrecci e vicende che i fumetti impiegano anni a raccontare. Josh Boone sceglie quindi una sua squadra, formata da Wolfsbane, Magik, Cannonball, Sunspot e Mirage, e la inserisce in una storia costruita ad hoc, che ovviamente prende diversi spunti dalle pagine a fumetti, non ultima la storia di Demon Bear.

The New MutantsUna mescolanza di generi

Come accennato, il film è difficilmente definibile in un solo genere, sebbene sia etichettato come cinecomic nell’accezione canonizzata del termine, ovvero film che ripropone le avventure di supereroi dei fumetti. In realtà The New Mutants è in parti uguali un thriller, un horror, un escape movie, una storia di formazione, psicologica e sessuale, e di amicizia, un action, soprattutto nell’atto finale, una storia a lieto fine. Questo grande miscuglio di temi e toni rende il film sbilanciato, con un primo atto troppo lungo e lento rispetto ad un finale precipitoso che affretta alcune trame e lascia disorientati.

Il pregio principale di The New Mutants è costituito dal casting. Giovani, talentuosi, molto diversi gli uni dagli altri, i protagonisti del film danno spessore e grande cuore ad ognuno dei loro personaggi. Maisie Williams, Anya Taylor-Joy e Charlie Heaton, i più famosi del gruppo, sono senza dubbio coloro che attirano maggiormente l’attenzione. Williams si conferma, al di fuori della bolla di Game of Thrones, una interprete molto sensibile, nonostante la giovane età; Taylor-Joy lascia sicuramente il segno, aiutata anche da un fisico e da tratti somatici originali e catalizzanti; Heaton riesce, anche con un ruolo non predominante a tratteggiare un adolescente spaventato e ferito, ricordando nei tratti e nelle movenze l’intensità che era appartenuta a River Phoenix.

Non sono però da meno i due protagonisti meno noti, Henry Zaga che fa della prorompenza fisica il suo strumento principale, e Blu Hunt, interprete intensa di un personaggio inquieto che è a tutti gli effetti il cuore propulsore della storia. Alice Braga (Dottoressa Reyes) svolge il suo compito con diligenza, mettendosi però al servizio di quelli che sono i veri protagonisti.

La ricerca di un posto nel mondo

Nonostante qualche problema di ritmo ed una storia sin troppo semplice e lineare, la forza di The New Mutants è la forza dei mutanti Marvel in generale, che siano essi forti e affermati X-Men o ragazzi alle prime armi che non conoscono ancora la loro mutazione: la profonda umanità di ogni personaggio, l’affannosa ricerca di un posto nel mondo, la difesa di se stessi e la fratellanza che si crea tra ogni personaggi. Sono soli, abbandonati e spaventati, ma capiscono che insieme possono essere una famiglia.

In fin dei conti è questo il messaggio più bello e più politico che questo tipo di personaggi ha sempre portato nel mondo, e seppure in una maniera zoppicante ed incerta, dopo diversi buchi nell’acqua dell’ultima produzione Fox dedicata a questi personaggi, con The New Mutants Josh Boone riesce a restituirne lo spirito, supportato da un ottimo cast e dal validissimo materiale di partenza.

DCEU: il Multiverso è la strada giusta per redimere i personaggi DC al cinema

L’uscita di L’Uomo d’Acciaio nel 2013 è servita da trampolino di lancio per il DCEU, nel tentativo di creare un universo di supereroi interconnesso su modello del già avviato MCU. Come sappiamo, a causa di una progettualità traballante e di film che non si sono rivelati i successi sperati, il progetto dell’universo condiviso DC si è schiantato sul flop di Justice League.

Questa situazione ha portato la Warner a fermare le macchine e a resettare il suoi programmi. La recente ondata di film targati DC ha settato un altro tipo di tono e scopo per questi eroi, con Aquaman, Shazam, Wonder Woman e Birds of Prey che si sono costruiti un percorso del tutto isolato e personale. Infine, Joker di Todd Phillips ha settato un livello completamente differente di racconto e scopo.

Non è chiaro in che modo The Batman, che arriverà nel 2021, si adatterà alla narrativa in corso del DCEU, alla luce delle informazioni disponibili sul film che suggeriscono fortemente delle ambientazioni in un universo alternativo. L’annunciato ritorno del Batman di Michael Keaton in The Flash ha persino complicato le cose agli occhi dei fan. Ancora, sebbene non si preveda che influenzerà interamente il DCEU, l’imminente uscita della Justice League Snyder Cut presenta molte possibilità interessanti per il franchise. È possibile che l’uscita della versione di Snyder del film possa rimettere in pista i progetti precedenti.

C’è una crescente convinzione che la prossima strategia della DC sia quella di abbracciare l’idea di molteplici realtà e versioni dei loro personaggi. E le notizie emerse dal DC FanDome non hanno fatto altro che confermare questa ipotesi, per non parlare delle esperienze televisive di Crisis on Infinite Earths dell’Arrowverse, in cui ha fatto capolino anche Ezra Miller.

Cameo di Ezra Miller in Crisis ha dato il via all’idea del Multiverso DC

L’anno scorso, Crisis On Infinite Earths di CW ha messo in scena un crossover ambizioso come mai prima d’ora, con tutti gli eroi dell’Arrowverse che uniscono le forze contro l’Anti-Monitor per salvare il multiverso. Oltre alla posta in gioco sconvolgente della missione, il crossover in 5 parti ha anche mostrato camei a sorpresa e interazioni di incarnazioni passate degli eroi DC, stabilendo senza ombra di dubbio che ogni proprietà DC live-action (film e TV) esiste su più Terre. Eppure, la più grande sorpresa di Crisis si è rivelata essere il cameo del Flash di Ezra Miller durante la parte 4 del crossover.

Durante la scena iconica, Miller-Flash ha finalmente incontrato la versione di Grant Gustin del Velocista Scarlatto, uno scambio che è diventato il momento più discusso dell’epopea. Il cameo di Miller ha confermato che il DCEU fa parte del multiverso più ampio stabilito nelle serie dell’Arrowverse, dimostrando che la DC sta adottando un approccio unico utilizzando la sua divisione TV per piantare i semi per il futuro del franchise.

È interessante notare che il famoso cameo di Miller si è rivelato essere un’aggiunta (speciale) dell’ultimo minuto. Dopo aver terminato la produzione per Crisis; il creatore dell’Arrowverse Marc Guggenheim ha raccontato che il capo della Warner Bros. Peter Roth ha chiesto espressamente se Miller potesse essere presente nel crossover. Questa richiesta suggerisce che l’inclusione di Miller in Crisis non si basa esclusivamente sul fan service, ma piuttosto fa parte di un piano più ampio che va avanti.

Il cameo di Miller non solo è stato un momento emozionante, ma ha anche anticipato ciò che l’eroe ha fatto dopo gli eventi di Justice League. Sulla base della rapida conversazione tra i due velocisti, Barry Allen di Miller è ancora in giro con il Cyborg di Ray Fisher, e sembra che i due eroi stiano esplorando da soli il concetto di multiverso. Lo sguardo confuso di Miller Flash suggerisce che non è nemmeno consapevole dell’esistenza di mondi alternativi. Questa esperienza potrebbe essere ulteriormente esplorata nel suo prossimo film da solista.

Il cameo ha anche rivelato che il Velocista Scarlatto di Miller non ha ancora adottato il nome di “Flash”, aprendo così la strada al film DCEU per riconoscere gli eventi del crossover Crisis. Alla luce di ciò, questo segnerà la prima volta che gli eventi che sono emersi nella divisione TV faranno finalmente parte del canone dei film.

In molti modi, il coinvolgimento di Miller in Crisis on Infinite Earths dell’Arrowverse ha fornito un’opportunità per il DCEU di esplorare una strada senza precedenti di narrazione attraverso il multiverso, e la buona notizia è che questa è solo la punta dell’iceberg.

Un cameo in Crisis di CW aveva anticipato il coinvolgimento nel DCEU di Michael Keaton

A parte il cameo di Miller, Crisis di CW aveva una sfilza di cameo che mettevano a confronto gli interpreti di personaggi DC del passato accanto a quelli del presente. Tra queste ci sono state le apparizioni speciali dei personaggi in Titans e Doom Patrol del DC Universe, Superman di Tom Welling da Smallville, Superman di Brandon Routh da Superman Returns e un cameo a sorpresa di Lucifer di Tom Ellis. Tuttavia, c’è stato un cameo velocissimo che potrebbe chiarire il ritorno di Michael Keaton nel DCEU come Cavaliere Oscuro.

Durante i momenti di apertura del crossover, è stato mostrato un montaggio di Terre alternative che include un’apparizione del giornalista Alexander Knox (Robert Wuhl) dal Batman di Tim Burton. Ambientato in Earth-89 (che è un ovvio cenno all’anno in cui il film è stato presentato in anteprima), Knox è stato visto tenere in mano un numero della Gotham Gazette con il titolo “Batman Captures Joker” prima che la scena presentasse uno scorcio dell’iconico Bat-Segnale. Ciò suggerisce che il Crociato Incappucciato di Keaton sia andato a dare la caccia al Joker di Jack Nicholson per la seconda volta in un punto successivo del loro universo.

La scena può essere anche soltanto un divertente Easter Egg per i fan irriducibili di Batman, ma le prove suggeriscono che è qualcosa che ha un significato più importante. La rivelazione del ritorno di Keaton nei panni di Batman per il DCEU suggerisce che il cameo di Wuhl in Crisis è stato anche un set-up per il ritorno dell’attore. Il piano multiverso di DCEU è stato davvero in lavorazione per tutto questo tempo?

Flashpoint offre una lavagna pulita per il DCEU (con l’aiuto del multiverso)

I giorni di incertezza per il DCEU stanno finendo? Nelle scorse settimane, il franchise ha trovato nuova linfa con l’annuncio dell’arrivo della Justice League Snyder Cut e con il DC FanDome. Una delle principali conclusioni a seguito delle cose mostrate durante l’evento è proprio quella che il multiverso è in cantiere. Mentre il multiverso è stato ben esplorato dal punto di vista dell’Arrowverse, il DCEU sta cercando di introdurre il concetto a un pubblico più ampio, a partire da The Flash che nel 2022 dovrebbe aprire la strada. Impostato per affrontare la trama di Flashpoint Paradox dai fumetti, The Flash cercherà di reinventare il DCEU portando anche il concetto di multiverso nel processo.

Il multiverso offre anche l’opportunità di rivisitare le precedenti interpretazioni live-action degli eroi DC, recuperando le loro avventure dopo gli eventi del loro film. Dopo che Batman di Keaton ha finito di aiutare Flash, il suo eventuale ritorno potrebbe potenzialmente creare la trama di Batman Beyond a lungo vociferata. A rendere più interessante la vicenda sarà anche il cameo del Batman di Ben Affleck. Inoltre, Superman di Brandon Routh, che è stato protagonista di Crisis di CW, ora ha l’opportunità di tornare sul grande schermo per aiutare a esplorare la trama di Kingdom Come incentrata sull’Uomo d’Acciaio. Queste sono solo potenziali trame che possono essere ulteriormente esplorate nel DCEU.

Con il multiverso a portata di mano, il nuovo corso del DCEU offre lo spazio a trame inesplorate dalla vasta libreria dei DC Comics di essere al centro della scena e allo stesso tempo di percorrere nuove strade per il franchise.

Tenet: 10 curiosità dal dietro le quinte del film

Tenet: 10 curiosità dal dietro le quinte del film

L’enigmatico ma ipnotico Tenet è l’ultimo action ad alta concezione partorito in modo fantastico dalla mente brillante di Christopher Nolan. Il film combina inversioni del tempo e fantascienza a sequenze di spionaggio alla James Bond per regalare al pubblico un turbinio di emozioni senza sosta dall’inizio alla fine. Dal suo arrivo in sala, il film si è guadagnato la fama di essere alquanto “confusionario”, richiedendo approfondimenti e potenziali rewatch per comprendere appieno i concetti con cui Nolan chiede al pubblico di districarsi. Screen Rant ha raccolto 10 interessanti curiosità direttamente dal backstage di uno dei film più attesi di questa difficile annata cinematografica:

Il livello di segretezza della produzione

La segretezza che ha circondato la produzione di Tenet era, in effetti, l’unica cosa che il pubblico sapeva dell’ultima attesissima fatica di Christopher Nolan. Ci è voluto un po’ di tempo prima che venisse rilasciato il primo trailer ufficiale, che comunque non aveva rivelato al tempo di cosa avrebbe effettivamente trattato il film.

Probabilmente, la trama del film ha iniziato ad acquisire un senso soltanto quando è stato rilasciato il trailer finale poco prima dell’uscita nelle sale internazionali lo scorso 26 Agosto. Tuttavia, questa totale segretezza ha avuto un impatto anche sul cast. Ad esempio, a Sir Michael Caine è stato permesso di leggere solo una parte della sceneggiatura (quella relativa al suo personaggio), mentre le star del film, John David Washington e Robert Pattinson, hanno potuto leggere la sceneggiatura completa soltanto nelle stanze della Warner Bros., in totale isolamento.

Il cast ha dovuto recitare davvero “al contrario”

Per farla breve, Tenet esplora il concetto di “inversione”, il che significa che determinati  raccontati nel film eventi si svolgono al contrario. Ciò è particolarmente evidente grazie al montaggio finale, quando in alcune sequenze certi attori parlano al contrario o si muovono al contrario, mentre altri parlano e agiscono senza alcuna opposizione temporale.

Per alcune scene, gli attori hanno dovuto effettivamente imparare a recitare determinate coreografie o a pronunciare determinate battute della sceneggiatura al contrario. Kenneth Branagh, in particolare, ha dovuto imparare a pronunciare al contrario le sue battute con l’accento tipicamente russo del suo personaggio.

Robert Pattinson ispirato a Christopher Hitchens

Il personaggio di Robert Pattinson in Tenet – Neil – è uno dei più importanti del film. La performance dell’attore sembra essere ispirata alla figura di James Bond, con Neil che si rivela un agente segreto assai gentile e sofisticato.

Tuttavia, ciò che è davvero interessante è che Pattinson non ha usato James Bond come ispirazione diretta per il suo personaggio. Come modello principale per Neil, l’attore ha usato il compianto giornalista e scrittore britannico Christopher Hitchens.

Effetti pratici e stunt al 100%

Con il miglioramento della tecnologia e della CGI negli ultimi due decenni, è diminuita anche la necessità di effetti pratici, con gli studi cinematografici che hanno optato sempre più per la computer grafica a causa dei suoi metodi più economici e rapidi per produrre gli effetti desiderati.

Tuttavia, per Tenet, Christopher Nolan ha scelto che il suo film fosse realizzato interamente con effetti pratici, rifiutandosi di utilizzare il green screen durante la produzione del film. Ciò non sorprende, data l’irriducibile preferenza di Nolan per gli effetti pratici e l’utilizzo del lavoro digitale solo quando assolutamente necessario.

Un progetto in cantiere da 20 anni

Anche se Nolan ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura di Tenet solo circa sei anni fa, le idee alla base del film erano presenti nella mente del regista da oltre 20 anni. Chiunque abbia visto il film avrà sicuramente notato che queste idee sono state elaborate per diverso tempo, dal momento che lo stesso si basa chiaramente su un delicato equilibrio tra fantascienza e realtà scientifica.

La quantità di ricerche necessarie affinché Tenet avesse una sua veridicità ha richiesto diversi anni per essere completata, per non parlare della piena comprensione e condensazione di tutti questi elementi in un film che potesse comunque essere considerato un blockbuster.

Un vero aereo è stato fatto esplodere

Uno dei momenti certamente memorabili del film deriva dal piano del personaggio di Neil di far schiantare un aereo. La scena stessa appare incredibile, come se, ai fini del film, un vero aereo si fosse schiantato contro un edificio. Il motivo per cui sembra così reale è che in realtà… lo era!

Inizialmente, Christopher Nolan avrebbe utilizzato le miniature per realizzare la scena, ma si è reso conto che sarebbe stato più economico acquistare semplicemente un aereo in disuso e farlo schiantare contro un edificio reale. Questa non è la prima volta che Nolan demolisce un aereo per un suo film: era già successo per l’indimenticabile apertura de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, dove Bane organizza una fuga a mezz’aria.

Il titolo originale

Il palindromico titolo Tenet aiuta a legarsi perfettamente al concetto del film, con l’inversione che è l’elemento chiave che il pubblico deve capire per comprendere appieno la trama e le azioni del film.

Tuttavia, il film non ha sempre portato quel titolo di Tenet. Il titolo provvisorio del film, “Merry Go Round” (traducibile come “Buona corsa”), rifletteva per certi versi la trama del film in modo abbastanza descrittivo, ma mancava del semplice impatto derivato dal definitivo Tenet.

Uno dei film più costosi della storia

Inutile dire che Christopher Nolan è uno dei registi più celebrati che lavorano a Hollywood oggi. Di conseguenza, qualunque cosa il regista voglia, la riesce ad ottenere. Quindi, nonostante sia un film originale (che sono generalmente più economici dei franchise e della saga), lo studio ha dato a Nolan un enorme budget di 205 milioni di dollari per la realizzazione del film.

Si tratta di un budget enorme per un film originale, cosa che ha reso Tenet uno dei film più costosi di tutti i tempi. Sebbene film come Avengers: Endgame hanno ricevuto budget ancora più elevati, in quel caso era molto più probabile che il film si potesse rivelare un successo al box office, proprio perché legato ad grande franchise. Il fatto che ad un film originale sia stato assegnato tale budget mostra quanto la Warner Bros. apprezzi le capacità di Nolan e creda nel suo potenziale.

La massima accuratezza scientifica

In sostanza, Tenet è un film di fantascienza che ovviamente si basa più sull’immaginazione che sulla scienza. Tuttavia, nonostante ciò, Christopher Nolan voleva comunque che il suo film fosse fondato su una sorta di realismo scientifico.

Per ottenere questa accuratezza o almeno la maggiore plausibilità possibile, Nolan ha chiesto al fisico Kip Thorne di leggere la sceneggiatura e di offrire un aiuto nell’elaborazione dei concetti tirati in ballo . Inutile dire che il contributo di un vero genio accademico ha dato a Tenet un proprio vantaggio sul piano del realismo.

Il personaggio di Kat

La protagonista femminile di Tenet, Kat, è straordinariamente interpretata da Elizabeth Debicki. Alcuni direbbero che il ruolo era perfetto per lei, ma ciò che è interessante è che il pubblico non è l’unico a pensarlo. A quanto pare, il ruolo di Kat è stato scritto pensando proprio all’attrice.

Il ruolo di Kat è stato offerto a Debicki direttamente da Christopher Nolan, ma l’attrice ha insistito comunque per sostenere un provino in modo da sincerarsi di essere la persona giusta per la parte. La scelta di Nolan è avvenuta quando la sua storica produttrice (nonché moglie) Emma Thomas ha insistito perché riscrivesse la parte di Kat proprio per Debicki dopo averla vista in Widows – Eredità criminale.

Edgar Wright ricorda il suo primo bizzarro incontro con Bill Murray

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Il regista de L’alba dei morti dementi, Edgar Wright, ha condiviso i dettagli circa un incontro alquanto bizzarro ed esilarante che ha avuto con Bill Murray ad un party organizzato per la conclusione delle riprese di Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson.

Bill Murray ha avuto una lunga e leggendaria carriera grazie alla commedia, a partire dagli anni ’70 con le sue apparizioni nelle prime stagioni del Saturday Night Live, e continuando negli anni ’80 con una serie di classici del genere, tra cui Palla da golf, Ghostbusters e Ricomincio da capo. Dopo una serie di problemi personali ed alcuni flop al box office, Murray ha trascorso la maggior parte degli anni ’90 cercando di evitare le luci della ribalta.

Tuttavia, l’eccentrico regista indipendente Wes Anderson ha rinvigorito la sua carriera scegliendolo per film quali Rushmore e I Tenenbaums, titoli che lo hanno poi portato ad ottenere il ruolo del protagonista in Lost In Translation di Sofia Coppola, per il quale ha anche ricevuto una nomination all’Oscar. Da allora, Murray e Anderson hanno iniziato a collaborare abbastanza frequentemente, con l’attore che è apparso nella maggior parte dei film del regista, incluso Fantastic Mr. Fox, un adattamento del classico racconto per bambini di Roald Dahl, in cui Murray ha prestato la voce al personaggio di Badger.

La prima volta che Edgar Wright incontrò Bill Murray…

Parallelamente, Murray si è costruito un vero e proprio nome ad Hollywood per via dei suoi comportamenti spesso eccentrici, che oltre ad aver attirato l’attenzione dei media, hanno anche cementato la sua fama tra i cinefili di tutto il mondo. Adesso Edgar Wright, regista britannico della “Trilogia del Cornetto”, di Baby Driver e dell’atteso Last Night in Soho, ha condiviso i dettagli circa il suo primo incontro con Bill Murray, un incontro bizzarro ed esilarante.

Via Twitter, il regista ha raccontato: “Per un po’ di leggerezza, godetevi la mia storia su Bill Murray. A una festa di fine riprese per la troupe di Fantastic Mr. Fox al Palm Tree di Mile End, Jason Schwartzman mi presentò Bill Murray nel parcheggio. Murray mi fece cenno di avvicinarmi e disse: ‘Ne smezziamo una?’ e poi estrasse dal cappotto una bottiglia di 5-hour Energy. La aprì, ne bevve metà, mi vide bere l’altra metà e poi disse: ‘Roba buona’. Poi corse via nella notte senza aggiungere un’altra parola.”

Dune: per Oscar Isaaac è una storia “anticapitalista e ambientalista”

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Continuano ad emergere online, grazie allo speciale di Empire, nuovi dettagli su Dune, il nuovo attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo sci-fi di Frank Herbert che sarà diretto da Denis Villeneuve (Blade Runner 2049) e che arriverà al cinema a Dicembre.

Le nuove dichiarazioni sul film arrivano da Oscar Isaac, che nella pellicola avrà il ruolo di Leto Atreides, il padre del protagonista Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet). Parlando delle tematiche anticapitaliste e ambientaliste di Dune, l’attore ha spiegato: “Si parla del destino delle persone e dei diversi modi in cui le culture si sono sempre dominate l’un l’altra. Come reagisce una popolazione quando arriva al limite, quando il troppo è troppo e la stessa viene sfruttata? Sono tutte questioni molto attuali, relative al mondo di oggi.”

Il regista Denis Villeneuve ha invece parlato del personaggio di Lady Jessica, moglie di Leto e madre di Paul, interpretato da Rebecca Ferguson, spiegando: “Non volevo che il personaggio di Lady Jessica fosse alla stregua di costosa comparsa. Un aspetto che amo molto del libro è che c’è un equilibrio molto forte fra il potere mascolino e quello femmineo.”

La rivista ha inoltre svelato due nuove immagini ufficiali del film che ci mostrano, oltre ai personagg di Leto Atreides e Lady Jessica, anche lo Stilgar del premio Oscar Javier Bardem. Potete ammirarle tutte di seguito:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacJosh BrolinRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Juliana Harkavy: 10 cose che non sai sull’attrice

Juliana Harkavy: 10 cose che non sai sull’attrice

Volto noto della televisione, Juliana Harkavy ha negli ultimi anni conquistato il favore di fan in tutto il mondo grazie al personaggio di Black Canary interpretato nella serie TV Arrow. Nella sua carriera, però, si annoverano anche diversi film di successo, che hanno permesso all’attrice di costruirsi una buona fama anche sul grande schermo. Alternandosi con successo tra generi diversi, la Harkavy ha dimostrato di possedere il potenziale per affermarsi ulteriormente e costruirsi un solido status all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai di Juliana Harkavy.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Juliana Harkavy Arrow

Juliana Harkavy: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Sul set sin da bambina, l’attrice ha debuttato con un piccolo ruolo all’età di dieci anni nel film La piccola principessa (1995), per poi tornare sul grande schermo in La mia super ex-ragazza (2006), con Anna Faris, dove appare in un cameo. Ottiene il suo primo ruolo di rilievo con il film L’incredibile storia di Winter il delfino (2011), dove recita accanto a Morgan Freeman. In seguito, è protagonista di If You Only Knew (2011) e Renee – La mia storia (2012), con Kat Dennings. Ha poi recitato anche nei film A Feeling from Within (2012), Finding Joy (2013), e Marriage Material (2014). Torna poi, nel 2014, a recitare nel ruolo di Rebecca in L’incredibile storia di Winter il delfino 2. Prossimamente, invece, prenderà parte al thriller The Lighthouse.

9. È nota per i suoi ruoli televisivi. Nel 2013 l’attrice inizia a recitare in alcuni episodi di serie di successo come Graceland e The Walking Dead, dove recita nella quarta stagione nel ruolo di Alisha. La grande notorietà arriva per lei nel momento in cui assume il ruolo di Black Canary nella serie Arrow (2017-2020), con Stephen Amell. Riprenderà poi il ruolo anche nelle serie facenti parte dello stesso universo condiviso, l’Arrowverse, ovvero The Flash (2017), con Grant Gustin, e Legends of Tomorrow (2017-2020), con Brandon Routh.

Juliana Harkavy è Black Canary in Arrow

8. Non sapeva per quale ruolo sosteneva un provino. Chiamata dai produttori a partecipare ad un provino per la serie Arrow, l’attrice non era stata informata su quale ruolo avrebbe potuto interpretare. Consapevole del successo della serie, però, vide in ciò una buona possibilità di fare carriera, decidendo dunque di partecipare. Alla fine, la produzione la ricontattò per informarla che aveva ottenuto il ruolo di una vigilante dal carattere duro, che l’attrice scoprì in seguito essere Black Canary.

7. Si è sottoposta ad una lunga preparazione fisica. Sapendo che per la serie avrebbe dovuto dar vita a sequenze di combattimento o ricche di complesse acrobazie, l’attrice ha affermato di essersi allenata molto a livello fisico al fine di poter sostenere quanto richiesto dalla storia. La Harkavy, però, si è focalizzata anche nell’allenare la mente, praticando anche yoga, che le ha permesso di trovare il giusto equilibrio interiore. Tutto ciò le è servito per costruire ulteriormente il carattere ma anche la mentalità del suo personaggio, come anche la forza di poterlo portare avanti.

6. Ha adorato i costumi del personaggio. L’attrice ha raccontato di non aver subito avuto modo di sfoggiare gli abiti da supereroina del personaggio, poiché trascorrono alcune puntate prima che essa si manifesti totalmente come tale. Nel momento in cui ha però avuto tale possibilità, ha raccontato di essersi sentita ancor più forte in quei panni, che l’hanno aiutata a calarsi ancora meglio nella mente del personaggio. La Harkavy ha inoltre dichiarato di essere innamorata del look del suo personaggio, perfettamente in linea con quella che è la sua natura.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Juliana Harkavy Black Canary

Juliana Harkavy in The Walking Dead

5. Ha recitato in due episodi della celebre serie zombie. Nel 2013 l’attrice ha recitato in The Walking Dead, serie con protagonista Andrew Lincoln, dove dà vita al personaggio di Alisha. Questa compare in due episodi della quarta stagione, rispettivamente il numero 7, Peso morto, e il numero 8, Indietro non si torna. Quello di Alisha è il secondo personaggio apertamente omosessuale, che nella storia intreccia una relazione con Tara Chambler. Alisha è inoltre stata la prima donna della serie ad essere classificata come antagonista.

4. Le ha richiesto una grande preparazione fisica. Anche se compare soltanto in due episodi, l’attrice ha avuto bisogno di prepararsi fisicamente per quanto previsto dal programma delle riprese. In seguito, infatti, la Harkavy ha raccontato di come anche soltanto due episodi le siano bastati per comprendere il grande sforzo fisico necessario, tra spostamenti e grandi combattimenti. Tale esperienza, come ha poi in seguito ricordato, le è però servita come preparazione per l’altrettanto complesso set di Arrow.

Juliana Harkavy: chi è suo marito

3. È stata sposata. Molto riservata circa la propria vita privata, l’attrice non ha però mancato di comunicare le proprie nozze con il businessman Peter Kupchick, avvenute nel 2014. Nel corso del loro matrimonio, i due si sono dimostrati particolarmente riservati, evitando di attirare sul loro privato i riflettori del mondo dello spettacolo da lei frequentato. Nell’aprile del 2020, tuttavia, l’attrice comunica tramite i propri social network di aver divorziato dal marito dopo sei anni di matrimonio.

Juliana Harkavy è su Instagram

2. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 489 mila persone. All’interno di questo, la Harkavy è solita condividere post relativi alla propria quotidianità, tra momenti di svago, curiosità o luoghi da lei visitati. Non mancano inoltre anche diverse immagini o video riguardo al proprio lavoro da interprete. Grazie a questi, infatti, l’attrice promuove ulteriormente il proprio lavoro, permettendo ai fan di rimanere costantemente aggiornati sui suoi progetti.

Juliana Harkavy: età e altezza

1. Juliana Harkavy è nata a New York, Stati Uniti, il 1° gennaio del 1985. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

 

David Thewlis: 10 cose che non sai sull’attore

David Thewlis: 10 cose che non sai sull’attore

Brillante attore britannico, David Thewlis ha negli ultimi tre decenni costruito una solida carriera divisa tra struggenti drammi, film di genere fantasy o di carattere storico. Grazie alle sue interpretazioni, l’attore ha non solo dato prova di grande versatilità, ma ha anche ottenuto le lodi di critica e pubblico. In particolare, grazie alle qualità del suo volto, Thewlis ha sempre colpito per la sua capacità di conferire grande umanità e drammaticità ad ognuno dei personaggi interpretati.

Ecco 10 cose che non sai di David Thewlis.

Parte delle cose che non sai sull’attore

David Thewlis altezza

David Thewlis: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film. L’attore ottiene una prima grande notorietà grazie al film Naked – Nudo (1993), di cui è protagonista. Successivamente, recita in noti film come Poeti dall’inferno (1995), con Leonardo DiCaprio, Dragonheart (1996), Sette anni in Tibet (1997), con Brad Pitt, L’assedio (1998), e Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), dove diventa celebre nel ruolo di Remus Lupin. Successivamente recita in Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), Il bambino con il pigiama a righe (2008), Harry Potter e il principe mezzosangue (2009), Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010), Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (2011), Anonymous (2011), War Horse (2011), La teoria del tutto (2014), con Eddie Redmayne, Legend (2015), Macbeth (2015), Wonder Woman (2017), e Guest of Honour (2019). Nel 2020 è tra i protagonisti di Sto pensando di finirla qui. Prossimamente, invece, farà parte del cast di Avatar 3 (2024), di James Cameron.

9. Ha preso parte a note produzioni televisive. Nel corso dei primi anni Novanta, Thewlis ha recitato in alcuni episodi di serie televisive più o meno fortunate. Torna a recitare per il piccolo schermo soltanto nel 2002, quando prende parte alla miniserie Dinotopia. Un ruolo televisivo di particolare rilievo è poi quello di V. M. Varga nella terza stagione della serie antologica Fargo (2017), dove ha modo di recitare insieme all’attore Ewan McGregor. Successivamente, recita nella serie The Feed (2019), nel ruolo di Lawrence Hatfield, e in Pronti a tutto (2020), miniserie in costume, dove l’attore interpreta il ruolo di Claude Trepagny.

8. È anche doppiatore. Nel 1996 l’attore realizza la sua prima incursione nel mondo del doppiaggio con il film in stop-motion James e la pesca gigante, dove dà voce al personaggio del Signor Lombrico. Nel 2000 è invece la voce di Giuda Iscariota in C’era una volta Gesù, film d’animazione dove si racconta la storia di Gesù di Nazareth. Grazie a questo film, l’attore ha modo di recitare insieme all’attore Ralph Fiennes, che doppia proprio il protagonista. Thewlis tornerà poi al doppiaggio soltanto nel 2015 con il film Anomalisa, dove presta la propria voce al personaggio protagonista Michael Stone. Ha poi dato vita a Shame Wizard nella serie animata Big Mouth (2018-2019).

David Thewlis in Dragonheart

7. È scelto per una sua qualità. Tra i personaggi più noti dell’attore vi è quello di Re Einon, villain principale del film Dragonheart. Thewlis venne scelto dal regista Rob Cohen dopo che questi lo ebbe visto recitare nel film Naked – Nudo, dove interpretava un fuorilegge particolarmente brillante. Cohen, infatti, era alla ricerca di un attore che potesse dare un aspetto di maligna intelligenza al personaggio, poiché convinto che a spaventare di più di un villain è il suo cervello, e non la forza bruta.

David Thewlis in Wonder Woman

6. Ha interpretato il dio Ares. Per il primo film del DC Extended Universe dedicato alla principessa Diana, appartenente al gruppo delle Amazzoni, l’attore venne scelto per ricoprire il ruolo di Sir Patrick Morgan, il quale si rivelerà poi essere il dio Ares. Egli è il portatore della guerra che infuria sulla terra, e sarà il principale nemico da dover sconfiggere per l’eroina. Thewlis non è stato il primo attore a venir considerato per la parte. Prima di lui il ruolo era stato offerto a Sean Bean, il quale però finì con il rifiutare. A quel punto l’attore venne contattato e fece il suo ingresso nel mondo dei cinecomic.

Parte delle cose che non sai sull’attore

David Thewlis Harry Potter

David Thewlis in Harry Potter

5. Era la prima scelta per il ruolo. Divenuto famoso a livello mondiale grazie al ruolo del professor Lupin, interpretato per la prima volta in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Thewlis fu da sempre la prima scelta per tale parte. Il regista, Alfonso Cuaron, pensava infatti che egli sarebbe stato perfetto e avrebbe saputo conferire a Lupin tutta la drammaticità richiesta. L’attore fu poi convinto ad accettare il ruolo da un suo caro amico, il quale affermò che quello di Lupin era il miglior personaggio presente nel terzo libro.

4. Non aveva letto il libro. Al momento di assumere il ruolo, l’attore rivelò di aver visto i precedenti due film, ma di non aver letto che parte del primo dei libri scritti dalla Rowling. Per poter meglio comprendere la storia e il personaggio, tuttavia, affermò che avrebbe recuperato anche i successivi libri. Ciò lo aiuto a calarsi meglio nel mondo di Harry Potter, e l’attore dichiarò infine di essere particolarmente entusiasta di poter far parte di una storia tanto ricca di sentimenti e avventure. Ebbe tuttavia difficoltà a far sembrare educato e sofisticato il personaggio, a causa del suo forte accento mancuniano.

David Thewlis in Avatar

3. Interpreterà un Na’vi. L’attore ha reso noto il suo coinvolgimento nei sequel di Avatar, dove apparirà nei panni di un Na’vi, uno degli abitanti del mondo di Pandora. Questi sarà presente soltanto a partire dal terzo film, e ciò segnerà per lui la sua prima esperienza con la motion capture. Thewlis ha raccontato di aver incontrato diverse difficoltà nel gestire tale tecnologia, ma allo stesso tempo di essersi sentito profondamente emozionato all’idea di poter sperimentare qualcosa di nuovo nella sua lunga carriera.

David Thewlis: chi è sua moglie

2. È stato sposato con una regista. Thewlis è stato sposato ufficialmente soltanto una volta, con la regista Sara Sugarman, dal 1992 al 1994. In seguito, ha avuto una relazione con l’attrice Anna Friel, con cui ha convissuto fino al tardo 2010. La coppia ha poi avuto anche una figlia, Gracie, nata il 9 luglio del 2005 a Londra. Pur non condividendo pubblicamente i motivi circa la loro separazione, i due hanno fatto sapere di essere rimasti in buoni rapporti e di voler continuare a crescere quanto più possibile insieme la loro figlia.

David Thewlis: età e altezza

1. David Thewlis è nato a Blackpool, in Inghilterra, il 20 marzo del 1963. L’attore è alto complessivamente 190 centimetri.

Fonte: IMDb

Yellowstone 2 stagione: dal 2 settembre su Sky Atlantic

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Yellowstone 2 stagione: dal 2 settembre su Sky Atlantic

Yellowstone 2, la seconda stagione della serie tv Yellowstone creata da Taylor Sheridan (già sceneggiatore di Hell or High Water, Sicario e Soldado) – è ancora una volta uno studio intimo della natura umana, dei legami viscerali tra le persone e le cose, quelli che ci pongono davanti ad una domanda cruciale: fino a dove siamo disposti a spingerci per custodire la nostra eredità?

“Ogni uomo sogna, ma vince chi ha coraggio”. John Dutton è tornato e con lui tornano anche le avvincenti storie di confine del ranch più esteso e ambito degli Stati Uniti: Yellowstone.

Yellowstone 2: quando esce e dove vederla in streaming

Dal 2 settembre – ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic. Yellowstone 2 in streaming su NOW TV, disponibile On Demand – il premio Oscar Kevin Costner torna a vestire i panni dell’impavido cowboy John Dutton nella seconda stagione dell’epopea neo-western che ha letteralmente stregato il pubblico e la critica internazionali.

Yellowstone 2: la trama e il cast

Sullo sfondo dei paesaggi mozzafiato del Montana, la serie pone al centro della sua narrazione le vicende dei Dutton, chiamati a fronteggiare tensioni razziali, corruzione politica e cruente lotte di confine per la difesa del proprio territorio, e quindi, del proprio passato e del proprio futuro.

John Dutton (Kevin Costner), capofamiglia e proprietario del ranch, entrato in conflitto con l’imprenditore edile Dan Jenkins (Danny Huston), e con il presidente della riserva indiana di Broken Rock, Thomas Rainwater (Gil Birmingham), coinvolgerà nuovamente i quattro figli Kayce (Luke Grimes), Jamie (Wes Bentley) e Beth (Kelly Reilly) nella sua personale guerra contro i poteri forti.

Nel finale della prima stagione, John Dutton deve fare i conti con nuovi importanti problemi di salute, in un momento in cui il rapporto con i figli è sempre più sul filo del rasoio e l’appoggio politico del Governatore Perry, per arginare le pressioni di Rainwater e Jenkins, comincia a vacillare.

Nella seconda stagione, la posta in gioco si fa più alta per i Dutton che, oltre a dover dominare i loro rapporti turbolenti, dovranno guardarsi le spalle da nuovi nemici e fronteggiare pesanti battaglie per la difesa del ranch.

Nel cast principale, ad affiancare Kevin Costner e tutti i componenti della sua famiglia, ritorneranno anche la moglie di Kayce, la nativa americana Monica Long (Kelsey Asbille), il braccio destro di John, il fedele Rip Wheeler (Cole Hauser), e naturalmente i due rivali di Dutton, Thomas Rainwater (Gil Birmingham) e Dan Jenkins (Danny Huston) pronti a darsi battaglia per conquistare il territorio del ranch. Tra le novità della stagione anche nuovi personaggi e interpreti che arricchiranno il già collaudato cast stellare: il creatore della serie, Taylor Sheridan che, dopo aver regalato un cameo nella prima stagione, torna nei panni di Travis Wheatly,; Neal McDonough (Band of Brothers e Desperate Housewives) che interpreta Malcolm Beck; Terry Serpico (Homeland, Designated Survivor) che vestirà i panni di Teal Beck; James Jordan (Veronica Mars) nel ruolo di Steve Hendon; Kelly Rohrbach (Broad City, Baywatch) nei panni di Cassidy Reid.

Yellowstone – SECONDA STAGIONE, DAL 2 SETTEMBRE TUTTI I MERCOLEDÌ DALLE 21.15 SU SKY ATLANTIC E IN STREAMING SU NOW TV

Adam Driver protagonista di 65, dagli autori di A Quiet Place

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Adam Driver protagonista di 65, dagli autori di A Quiet Place

Un nuovo progetto all’orizzonte per Adam Driver. Si tratta di un thriller fantascientifico dal titolo 65 che sarà prodotto da Sam Raimi e sceneggiato dagli autori di A Quiet Place – Un posto tranquillo. Noto al grande pubblico per il ruolo di Kylo Ren nella trilogia sequel di Star Wars, Driver ha dimostrato negli anni di essere uno degli attori più talentuosi della sua generazione (basti pensare ad uno degli ultimi film in cui lo abbiamo visto recitare, Storia di un matrimonio, grazie al quale ha anche ricevuto una candidatura all’Oscar).

Per quanto riguarda gli sceneggiatori di A Quiet Place, Scott Beck e Bryan Woods, anche loro hanno dimostrato un’incredibile abilità con il dramma e l’horror. Il thriller diretto da John Krasinski è stato elogiato per l’uso creativo della narrazione visiva e per il forte sviluppo del personaggio, tant’è che il prossimo anno arriverà nelle sale il sequel. E poi, ovviamente, c’è Sam Raimi, che grazie al franchise di Evil Dead ha lasciato un segno indelebile nel cinema horror. Tutti e tre avevano già lavorato insieme per la serie 50 States of Fright, che ha debuttato su Quibi lo scorso Aprile.

Adesso Deadline riporta che Raimi, Beck e Woods uniranno nuovamente le forze per un nuovo progetto che avrà come protagonista Adam Driver. Il film, attualmente intitolato 65, verrà prodotto grazie al sostegno di Sony Pictures. Al momento i dettagli sulla trama non sono ancora stati rivelati: sappiamo soltanto che si tratterà di un thriller dalle venature sci-fi. Beck e Woods cureranno la sceneggiatura e si occuperanno anche della regia, mentre Raimi figurerà in qualità di produttore attraverso la Raimi Productions.

Tutti i prossimi progetti di Adam Driver

Al momento non sappiamo quando Adam Driver sarà effettivamente disponibile a girare il film, visti i suoi numerosi impegni. L’attore infatti, tornato di recente sul set per completare le riprese di The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott in cui reciterà al fianco di Matt Damon e Ben Affleck, sarà a breve impegnato nuovamente con il celebre regista per il biopic Gucci, in cui reciterà insieme a Lady Gaga, Robert De Niro, Al Pacino e Jared Leto.

Tra i prossimi progetti di Driver figura anche Yankee Comandante, il nuovo film scritto e diretto da Jeff Nichols, regista di Mud, Midnight Special e Loving

The New Mutants: com’è cambiato il film nel corso degli anni

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The New Mutants: com’è cambiato il film nel corso degli anni

I dettagli sulla sceneggiatura originale di The New Mutants rivelano quanto sia cambiato il film nel corso degli anni. Per molto tempo si è pensato che il progetto dedicato ai Nuovi Mutanti fosse in qualche modo “maledetto”. Inizialmente, l’ultimo film dedicato agli X-Men sotto l’egida della Fox sarebbe dovuto arrivare nelle sale nel 2018: tre anni fa la pellicola non è mai arrivata nelle sale e i continui ritardi hanno spinto molti a credere che, alla fine, avrebbe saltato l’uscita nelle sale.

In America The New Mutants è uscito lo scorso 28 Agosto (in Italia arriva oggi) e i risultati al botteghino – considerata l’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 – hanno superato di gran lunga le aspettative, con circa 7 milioni di dollari guadagnati soltanto nei primi tre giorni di programmazione. Il film di Josh Boone si concentra su cinque adolescenti in difficoltà che vengono assegnati ad una struttura segreta dedita al monitoraggio psichiatrico.

Sotto lo sguardo vigile della dottoressa Cecelia Reyes (Alice Braga), gli adolescenti iniziano a svelare i misteri dei loro poteri, soprattutto quando una serie di strani eventi iniziano a minacciare la loro sopravvivenza. Sebbene il film si svolga all’interno dell’universo degli X-Men, si tratta in gran parte di un racconto autonomo. Tuttavia, non è sempre stato così, poiché le prime iterazioni della sceneggiatura presentavano personaggi come il Professor X di James McAvoy e e la Tempesta di Alexandra Shipp. Tempesta, in particolare, avrebbe dovuto avere un ruolo fondamentale in The New Mutants, come rivelato proprio dai nuovi dettagli emersi sullo script originale.

Come rivelato da EW, la sceneggiatura originale di Josh Boone e Knate Lee per The New Mutants era molto diversa dal film arrivato finalmente nelle sale. In origine, il film doveva essere ambientato tre anni dopo i fatti narrati in X-Men: Apocalisse e si sarebbe dovuto ispirato al fumetto di Barry Windsor-Smith del 1984 “X-Men: Lifedeath”, in cui il personaggio di Tempesta perde i suoi poteri. Di conseguenza, in questa prima bozza Tempesta era alle prese con un disturbo da stress post-traumatico da stress, che l’avrebbe poi spinta in una riserva di nativi americani distrutta, dove avrebbe incontrato Dani Moonstar (Blu Hunt).

Tempesta aveva un ruolo chiave nella prima sceneggiatura di The New Mutants

La sceneggiatura originale avrebbero comunque incluso i cinque adolescenti rinchiusi nell’inquietante struttura, ma all’epoca tale struttura era vista come una sorta di ramificazione dell’Istituto per giovani dotati guidato da Charles Xavier, il quale aveva nominato Tempesta come custode della stessa. Pare che in una delle prime bozze di quella sceneggiatura, Ororo Munroe fosse descritta come un sadico carceriere, nonostante EW abbia sottolineato che tale descrizione non corrisponde alla bozza entrata in loro possesso. La celebre rivista riporta inoltre che Warlock doveva apparire nel film (e che Sacha Baron Cohen era in trattative per la parte, cosa precedentemente confermata anche da Boone), e che Demon Bear era sempre stato considerato per il film.

Appare evidente che il personaggio di Tempesta avrebbe dovuto svolgere un ruolo chiave in The New Mutants, ma in seguito è stato completamente rimosso. Alcune parti del film rimangono le stesse dalla bozza originale, con l’inizio della storia di Dani nei resti della riserva e la trama legata a Demon Bear. Inoltre, il personaggio di Cecelia Reyes non era stato concepito come responsabile della struttura e pare che l’intero film avesse dei toni molto meno minacciosi. Non è chiaro se la bozza originale sarebbe stata migliore del prodotto finito: indubbiamente, le critiche riservate alla versione cinematografica lasciano più di un dubbio…

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Animali Fantastici 3: le riprese partiranno ufficialmente ad Ottobre

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Le riprese di Animali Fantastici 3 riprenderanno ufficialmente ad Ottobre e dureranno circa cinque mesi. Diretto ancora una volta da David Yates, il terzo film della saga prequel di Harry Potter continuerà a seguire le avventure del magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) durante gli anni ’20.

Inizialmente programmate per lo scorso Marzo, la Warner Bros. ha dovuto posticipare le riprese del film a causa della pandemia di Coronavirus. Quando i piani hanno iniziato lentamente a revocare le varie restrizioni legate all’emergenza sanitaria, alla produzione di Animali Fantastici è stato permesso di poter tornare a girare già a partire dallo scorso Giugno. Tuttavia, la WB ha preferito ritardare ancora l’inizio delle riprese per assicurarsi una maggiore sicurezza sul set, sia per quanto riguarda il cast che la troupe.

Animali fantastici e dove trovarli del 2016, il primo film della saga prequel, ha visto Scamander con la sua valigia piena di creature magiche incontrare tutta una serie di nuovi personaggi per le strade di New York, tra cui la “collega” Tina Goldstein (Katherine Waterston) e il “babbano” Jacob Kowalski (Dan Fogler). Il secondo capitolo uscito nel 2018, Animali fantastici e i crimini di Grindelwald, ha introdotto invece un giovane Albus Silente (Jude Law) e il malvagio mago oscuro Gellert Grindelwald (Johnny Depp ).

Nonostante I crimini di Grindelwald abbia ricevuto recensioni generalmente negative e abbia performato ben al di sotto delle aspettative  al botteghino, le storie prequel dall’universo di Harry Potter continueranno in un terzo film. La scrittrice J.K. Rowling ha confermato che il franchise sarà composto da cinque film in totale, con l’ultimo che porterà all’iconica battaglia tra Grindelwald e Silente. Sebbene la trama di Animali fantastici 3 sia ancora avvolta nel mistero, adesso sappiamo quando la produzione del film riprenderà nel Regno Unito.

Secondo Deadline (via Screen Rant), le riprese di Animali Fantastici 3 dovrebbero riprendere ad Ottobre e dovrebbero durare fino a Febbraio del prossimo anno. Inizialmente, le riprese del film si sarebbero dovute tenere in Brasiel, ma dopo la pandemia di Covid-19, la produzione ha optato per girare il nuovo film nel Regno Unito. Le riprese dovrebbero durare circa cinque mesi. Per avere la possibilità di partecipare alle riprese, Johnny Depp ha dovuto chiedere un rinvio dell’udienza in merito al secondo processo intentato dall’attore contro l’ex moglie Amber Heard.

Animali Fantastici 3 risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio?

Al momento la data di uscita di Animali Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021: non è chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti anche sull’uscita in sala. I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone (Ezra Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio.

Ant-Man 3 sarà “molto più grande” dei primi due film

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Ant-Man 3 sarà “molto più grande” dei primi due film

Ant-Man 3 è ufficialmente in sviluppo presso i Marvel Studios, anche se sappiamo ancora molto poco su cosa i fan dovranno aspettarsi dal nuovo film dedicato alle avventure di Scott Lang. Naturalmente, esistono già diverse speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere nel film: si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere il villain principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei panni di Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio degli Young Avengers.

Durante una recente intervista con SiriusXm Radio, il regista di Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, Peyton Reed, ha condiviso un aggiornamento sui suoi piani in merito al prossimo film, dichiarando: “Stiamo lavorando nonostante la pandemia… ci sono alcune cose davvero eccitanti in cantiere, di cui ovviamente non posso parlare in questo momento. Com’è tradizione quando si parla della Marvel!

Alla domanda se potesse almeno condividere qualche dettaglio su ciò che i fan dovranno aspettarsi dal terzo film, Reed ha ponderato con la dovuta attenzione le parole da usare, e alla fine ha spiegato che il prossimo film di Ant-Man sarà molto diverso dai primi due episodi: “Penso che il terzo film di Ant-Man sarà… un film molto più grande e articolato dei primi due. Avrà un modello visivo molto, molto diverso. Questo è tutto quello che posso dire.”

Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?

Le dichiarazioni del regista sono certamente intriganti, e sembrano anticipare delle idee davvero uniche per la nuova avventura in solitaria di Scott Lang. Di recente il regista aveva parlato del rapporto egualitario tra i personaggi di Ant-Man e Wasp, anticipando che le riprese del cinecomic potrebbero partire entro la fine del 2020, o al massimo all’inizio del 2021.

L’ultimo film del franchise di Ant-Man che abbiamo visto al cinema è stato  Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed e uscito nel 2018. Il cast del film comprende Paul RuddEvangeline LillyMichael Peña, Walton Goggins, Bobby Cannavale, Judy Greer, Hannah John-Kamen, Michelle PfeifferLaurence Fishburne Michael Douglas.

Black Adam si collegherà al DCEU? Parla il produttore

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Black Adam si collegherà al DCEU? Parla il produttore

Il produttore di Black Adam, Hiram Garcia, ha parlato del possibile collegamento dell’atteso cinecomic con il più ampio DCEU in una nuova intervista. Il personaggio del titolo, interpretato da Dwayne Johnson, servirà da contraltare allo Shazam di Zachary Levi, i cui legami con Justice League, Wonder Woman e tutti gli altri film dell’universo condiviso non sono mai stati del tutto consolidati.

Con l’avvento di un vero e proprio multiverso DC che sarà introdotto in The Flash del 2022, le possibilità di collegare i vari franchise indipendenti sono numerose. Durante il DC FanDome, Johnson ha annunciato che Black Adam introdurrà ufficialmente diversi personaggi della Justice Society of America (JSA), tra cui Cyclone, Dr. Fate, Atom Smasher e Hawkman. L’introduzione di così tanti volti nuovi direttamente dai fumetti ha dato vita a diverse speculazioni da parte dei fan in merito alle eventuali connessioni tra gli universi di Black Adam e di Shazam!; inoltre, sono in molti a chiedersi se esiste il potenziale per una maggiore espansione della JSA in progetti futuri.

Con una squadra di personaggi così numerosa già in fase di assemblaggio, sembra alquanto improbabile come il mondo della JSA possa combinarsi con quello della Justice League. In una nuova intervista con Collider, il produttore Hiram Garcia ha parlato proprio di Black Adam, dei piani relativi all’inizio della produzione del film e quale percorso potrebbero intraprendere i personaggi in futuro. Alla domanda sui legami specifici tra il cinecomic con protagonista “The Rock” e il già consolidato DCEU, Garcia – seppur con la dovuta cautela – ha confermato che ci sono grandi progetti in atto per tutti i nuovi personaggi che verranno introdotti nel film.

“Ci sono state molte conversazioni su come tutto andrà a finire ed è molto eccitante per me in quanto produttore, ma lo è ancora di più in quanto fan. Sfortunatamente, non posso parlarne troppo perché è ancora tutto in una fase preliminare, ma posso dire che siamo tutti estremamente concentrati sulla costruzione di questo mondo che stiamo creando con Black Adam e la JSA. Ovviamente Shazam esiste in quell’universo, insieme a molti altri eroi, e credetemi quando dico che abbiamo grandi ambizioni per tutti questi personaggi e per le avventure che vogliamo far vivere loro.”

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Black Adam, affidato alla regia di Jaume Collet-Serra (Orphan, Paradise Beach – Dentro l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

“Questo progetto ha comportato dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black Adam“, aveva raccontato l’attore in un video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”

Venezia 77 al via con Lacci di Daniele Luchetti

Venezia 77 al via con Lacci di Daniele Luchetti

Lacci, diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio unicoIl portaborse) e interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi è il film di aperturaFuori concorso, della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

“Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato Daniele Luchetti – E invece  durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono  di  celebrare  tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto”.

“Da 11 anni, la Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.  Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che confermare”.

Lacci, il film

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai CinemaLacci è scritto da Domenico StarnoneFrancesco Piccolo e Daniele Luchetti.

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Sedicicorto 2020, un’anteprima d’autore

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Sedicicorto 2020, un’anteprima d’autore

Sedicicorto Forlì International Film Festival, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì, annuncia il suo evento di preapertura.

L’appuntamento da mettere in agenda è per il 14 e 15 settembre. La location è d’eccezione, l’Arena Musei San Domenico, che per quelle due sere sarà completamente dedicata al mondo del cortometraggio per celebrare la diciassettesima edizione del festival forlivese, diventato ormai una tappa importantissima nel panorama internazionale.

Sarà l’occasione per il direttore artistico Gianluca Castellini, coadiuvato dalla coordinatrice del festival Joana Fresu de Azevedo e il supporto sul palco della giornalista Federica Aliano, di presentare ufficialmente tutte le sezioni competitive, le mostre di questa edizione e di consegnare ufficialmente tutti i premi speciali previsti.

Le mostre: saranno tre. Una dedicata a Federico Fellini, nel centenario della nascita e nella sua regione di nascita, l’Emilia Romagna. Una seconda dedicata al nuovo cinema iraniano, legata a IranFest, e infine una dedicata a Vincent Van Gogh.

I premi alla carriera, come annunciato, saranno consegnati al grande cineasta italiano Giuliano Montaldo e al regista iraniano Jafar Panahi. Entrambi saranno presenti virtualmente, così come i gemelli D’Innocenzo, che riceveranno il premio Amazing Birdmen, e Andrea Lattanzi e Ludovica Martino, che ottengono il Premio Generazione G offerto da Cinematographe. Sará invece presente a Forlí, la sera del 15, per ritirare il Premio Woman in Set, dato da Mymovies, la regista Roberta Torre.

Non mancheranno proiezioni speciali, intermezzi musicali e altre sorprese, per celebrare, più che mai quest’anno, il cinema e il mondo del cortometraggio. Nel rispetto delle disposizioni e misure anto-covid previste, è obbligatoria la prenotazione, da effettuare tramite invio di email a [email protected]

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio del Parlamento Europeo e FEDIC.

No time to die: il nuovo poster, giovedì il trailer ufficiale

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No time to die: il nuovo poster, giovedì il trailer ufficiale

È stato diffuso un nuovo poster ufficiale di No Time to Die, il prossimo film dedicato al franchise di James Bond che vedrà protagonista Daniel Craig. Il film arriverà in sala a novembre, e giovedì prossimo, 3 settembre, sarà disponibile il trailer ufficiale.

Ecco di seguito il poster del film, decisamente “iconic”:

SINOSSI di No time to Die

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Diretto da Cary Joji Fukunaga, l film vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Daniel CraigLéa SeydouxRalph FiennesRami MalekNaomie HarrisBen WhishawJeffrey WrightAna De Armas, Rory Kinnear, Dali Benssalah, Billy Magnussen, David Dencik e Lashana Lynch.

La grande scommessa: la storia vera dietro al film

La grande scommessa: la storia vera dietro al film

La crisi finanziaria del 2007-2008 ha gettato un’ombra sull’economia mondiale, segnando l’inizio di un duro periodo di recessione. Tuttavia, non per tutti ciò si rivelò una tragedia. In La grande scommessa, diretto da Adam McKay, viene infatti raccontata la vera storia di un gruppo di investitori che, intuito cosa stesse per accadere, riuscì a trarre guadagno da questa drammatica situazione. Candidato a cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, il titolo si è poi aggiudicato la prestigiosa statuetta per la miglior sceneggiatura non originale.

La storia è infatti tratta dal libro di carattere economico Il grande scoperto: la folle scommessa che ha sbancato Wall Street, pubblicato nel 2010 da Michael Lewis e incentrato sulle vere storie poi riportate nel film. La Paramount ne acquistò i diritti nello stesso anno di uscita, e assunse McKay per dirigere il film. Questi si impegnò a trovare un modo originale e anticonvenzionale per narrare le complesse vicende economiche. In particolare, sono noti i cameo di celebrità come Margot Robbie e Selena Gomez, che rompendo la quarta parete spiegano direttamente al pubblico alcune dei concetti presenti nella narrazione.

Così facendo, McKay riuscì nel suo intento di raggiungere un ampio pubblico, conferendo al film un carattere fruibile anche dai non avvezzi alla materia. Costato solo 50 milioni di dollari, il film riuscì ad incassarne oltre 130 in tutto il mondo. Favorevole è stato anche il giudizio della critica, rimasta entusiasta dallo stile narrativo adottato dallo sceneggiatore e dal regista. Il ritmo, la spregiudicatezza e il grande intreccio narrativo del fine ne fanno elementi unici, che gli hanno permesso di affermarsi al di sopra di tanti altri film con argomenti simili.

La grande scommessa: la trama del film

Incentrato nel periodo precedente alla crisi economica del 2008, il film segue le storie simultanee di coloro che riuscirono a prevedere il disastro e trarne guadagno. Il primo di questi è il manager Michael Burry, il quale analizzando la situazione economica americana decise di creare un sistema di credit default swap, che gli consenta di scommettere contro il mercato immobiliare. La sua manovra, in anticipo sui tempi, sembra però essere azzardata, e genera l’ira degli investitori di Burry, i quali credono che egli stia sprecando il loro denaro. Questi trova però fiducia nel dirigente della Deutsche Bank Jared Vennett, il quale comprende l’esattezza dei calcoli del manager e decide di investire nel suo progetto.

Viene in seguito coinvolto anche il trade Mark Baum, e i tre iniziano a gettare le basi per la manovra che gli permetterà poi di arricchirsi. All’operazione partecipano anche Charlie Geller e Jamie Shipley, due giovani investitori che data la loro inesperienza si trovano a richiedere l’aiuto dell’eccentrico banchiere Ben Rickert. Questi però, dopo averli inizialmente sostenuti, critica aspramente il loro guadagno maturato su di un collasso economico. Non passa infatti molto tempo, infatti, e il mercato collassa all’improvviso. Grazie ai suoi calcoli e al sistema brevettato, Burry si ritrova a guadagnare una cifra spropositata di soldi.

La grande scommessa: il cast del film

A ricoprire i ruoli principali del film, vi sono alcuni tra i maggiori interpreti di Hollywood, a partire da Christian Bale, che dà vita al personaggio di Michael Burry. L’attore, nel prepararsi alla parte, ebbe modo di incontrare il manager, rimanendo particolarmente colpito dal suo stile. Bale, infatti, richiese a quel punto di poter indossare gli stessi abiti con cui è diventato celebre Burry, ovvero t-shirt e shorts. La sua interpretazione fu talmente tanto convincente che portò l’attore all’ottenere una nomination al premio Oscar come miglior attore non protagonista. Altro celebre nome presente nel film è quello di Ryan Gosling, che dà vita al personaggio di Jared Vennett, questi soltanto vagamente ispirato ad una delle reali persone della vicenda.

Gosling era da sempre il primo nome considerato per il ruolo, e nell’accettare la parte pose fine alla pausa dalla recitazione che si era preso nel 2013. Inoltre, per dar vita al personaggio, si trovò inoltre a dover sfoggiare un’insolita capigliatura, che rese ancor più caratteristico il suo personaggio. Nel ruolo di Mark Baum vi è invece l’attore Steve Carell, particolarmente apprezzato per la sua interpretazione drammatica e nominato al Golden Globe come miglior attore. Nel film sono poi presenti, in ruoli più o meno di rilievo, gli attori Brad Pitt nei panni di Ben Rickert, Melissa Leo in quelli di Georgia Hale, John Magaro nel ruolo di Charlie Geller, e Marisa Tomei in quello di Cynthia Baum.

La grande scommessa: la vera storia dietro al film

Nel trattare le vicende realmente accadute, il film utilizza un metodo certamente originale ma grossomodo fedele a quanto narrato nel libro di Lewis. I personaggi descritti sono infatti molto fedeli alle fonti di ispirazione originali, a partire da Michael Burry. Questi, oltre ad essere l’unico a cui non viene modificato il nome nel film, viene descritto in modo molto fedele alla realtà. Egli possedeva un proprio stile, composto di magliette e shorts ed era solito aggirarsi per il suo studio totalmente scalzo. Inizialmente, egli era uno specializzando in neurologia, il quale abbandona però gli studi per dedicarsi alla finanza.

Attraverso le sue ricerche questi arrivò realmente a predire l’imminente crisi, decidendo di dar vita ai Credit Default Swap. La sua convinzione si basa sui suoi studi sul mercato dei mutui subprime, i quali sono una tipologia di finanziamento ad alto rischio. Questi vengono concessi dalle banche dietro una garanzia, ovvero se il debitore non riesce a pagare le rate la sua casa viene pignorata. Burry si accorge però che il numero dei debitori insolventi è in forte aumento. Ciò avrebbe portato ad un ingente quantitativo di case pignorate, con la conseguente svalutazione e relativa crisi del mercato immobiliare. Egli arrivò inoltre a stimare che tale situazione si sarebbe verificata nel secondo semestre del 2007.

In risposta a ciò, Burry offre alle banche, con il Credit Deafult Swap, di versare loro un premio assicurativo su un ipotetico evento dannoso. Se tale evento dovesse però verificarsi, le banche dovranno pagare a lui un’adeguata indennità. Convinte della stabilità del mercato, le banche accettarono molto positivamente la proposta, convinte che si rivelerà in un facile ingresso di denaro nelle loro tasche. Sfortunatamente, le intuizioni di Burry si rivelarono esatte, ed è lui ad intascare una fortuna. Il film, per quanto fedele agli eventi, si concentra così in particolare nel formulare accuse contro i banchieri corrotti. Così facendo, però, dimentica di considerare anche gli altri fattori che portarono alla crisi.

La grande scommessa cast

La grande scommessa: dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo, è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le principali piattaforme streaming presenti in rete. La grande scommessa è infatti disponibile su Netflix, Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision, Apple iTunes e Google Play. Per vederlo basterà noleggiare o acquistare il film sulla piattaforma prescelta. Si avrà così poi modo di riprodurlo in modo pratico e al meglio della qualità.

Fonte: IMDb, HistoryVSHollywood

Tenet: la spiegazione delle invenzioni (fanta)scientifiche del film

L’universo di Tenet portato al cinema da Christopher Nolan è senza dubbio un sistema complesso, un cosmo in cui il tempo assume degli andamenti insoliti e le reazioni di causa ed effetto si sovvertono. Ci sono delle regole fisiche, dei principi che vanno contro quello che tutti noi conosciamo, derivato dall’esperienza delle nostre vite, degli aspetti di Tenet che meritano una spiegazione. In questa sede proveremo a spiegare infatti i due grandi concetti (fanta)scientifici che governano il film e che lo rendono così particolare.

Questi due elementi sono l’Inversione e l’Algoritmo, una scoperta scientifica e un’arma che insieme possono essere usati per il bene così come per il male. Il lavoro di Nolan si muove dunque sull’archetipo narrativo apocalittico per eccellenza, ma lo fa percorrendo dei sentieri poco battuti. Cerchiamo insieme di capire qual è la specificità, all’interno della storia del film, di queste due invenzioni alla base di tutto il suo meccanismo narrativo.

L’Inversione, cos’è e come funziona

Christopher Nolan Tenet setL’origine dell’idea di Nolan parte dal presupposto che in futuro si realizzerà una tecnologia che potrà invertire l’entropia degli oggetti, processo che permette loro (ma anche a persone e animali) di tornare indietro nel tempo. Tuttavia non si tratta di viaggio nel tempo, ma di movimento all’indietro nel tempo per sempre, fino a che non si verifica una nuova Inversione.

Nell’Inversione, la relazione tra causa-effetto cambia, così come è spiegato nella scena iniziale di Tenet dalla scienziata interpretata da Clémence Poésy. Infatti la conseguenza diventa la causa degli eventi: il proiettile sul tavolo (conseguenza) e in realtà l’inizio del processo che porta il proiettile nel guanto del protagonista (causa). Questo passaggio ci dà l’indicazione di come capire il comportamento degli oggetti invertiti, per il quale bisogna essere allenati e preparati: ci vuole addestramento.

Quella che viene Invertita è l’entropia, non il tempo, per cui anche per chi subisce l’Inversione il tempo scorre comunque normalmente. Per cui esso non smette mai di scorrere e quindi “i viaggi nel tempo” di Tenet non hanno un vero e proprio costo in fatto di… tempo, appunto.

L’algoritmo: cos’è e a che serve

Nel futuro, una scienziata inventa l’Inversione che modifica l’entropia di persone e oggetti attraverso determinati macchinari (i tornelli). L’algoritmo invece è capace di modificare l’intero concetto del tempo.

Il futuro climatico e ambientale della Terra è disastroso, il pianeta è ormai inabitabile a causa di come noi, nel nostro presente, abbiamo sfruttato le sue risorse. Con l’algoritmo si vuole invertire l’entropia dell’intero pianeta, in modo tale che la popolazione futura possa giovare di una Terra che gli arriverà più pulita grazie alla sparizione dell’umanità nel loro passato, il nostro presente. A uccidere l’umanità sarà l’inversione globale attraverso l’Algoritmo, perché, come abbiamo visto, in inversione non si respira in autonomia. Ma l’organizzazione Tenet vuole scongiurare l’attivazione dell’Algoritmo.

La scienziata, spaventata dall’algoritmo che lei stessa a creato, lo ha diviso in nove parti e le ha spedite indietro nel tempo, nascondendole nei depositi privati di armi nucleari e plutonio di nove diverse potenze mondiali, nel nostro presente. Da questo punto, con la scena all’Opera, parte la storia di Nolan.

Tenet, recensione del film di Christopher Nolan

CORRELATE:

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Star Wars: le 10 migliori storyline della trilogia prequel

Star Wars: le 10 migliori storyline della trilogia prequel

Nonostante all’epoca dell’uscita dei film in sala sia stata letteralmente massacrata tanto dalla critica quanto dal pubblico, è innegabile che oggi la trilogia prequel della saga di Star Wars sia stata sorprendentemente rivalutata, anche alla luce della delusione generata in molti dalla fine della saga degli Skywalker con i film della trilogia sequel. Screen Rant ha voluto sottolineare quanto nei film diretti da George Lucas a cavallo tra il 1999 e il 2005 siamo presenti delle trame decisamente brillanti, raccogliendone le 10 migliori storyline:

La politica

La politica nella trilogia prequel è uno dei argomenti più delicati, e in termini di rappresentazione non è certo una delle migliori trame che i prequel hanno da offrire.

Tuttavia, nella sua idea, e grazie alla raccolta di materiale canonico che la circonda, e anche al supporto dei fan, la politica è diventata qualcosa di incredibilmente interessante. Vedere come era la Repubblica e volta, come funzionava e come si è trasformata nell’Impero Galattico è decisamente affascinante; allo stesso modo, è stato affascinante vedere la democrazia morire con fragorosi applausi.

La Battaglia di Geonosi

La maggior parte dei fan è solita indicare L’Attacco dei Cloni come il film meno riuscito dell’intera saga di Star Wars, pur riconoscendo che la parte finale di quell’episodio è forse una delle cose più belle che l’intero franchise abbia mai regalato.

Vedere una collezione di Jedi combattere contro dei droidi è un autentico spettacolo per gli occhi, così com’è vedere Yoda in azione, con i cloni – che sarebbero diventati uno dei gruppi più amati del franchise – che si precipitano per salvare la situazione. Tutta la sequenza è fantastica: dalla battaglia nell’arena al duello con le spada laser.

Il salvataggio del Cancelliere

Se da un lato L’Attacco dei Cloni è considerato il film meno riuscito della trilogia sequel, dall’altro La Vendetta dei Sith sarà sempre considerato quello più riuscito e, probabilmente, anche uno dei migliori dell’intera saga.

Tra i momenti migliori di quell’episodio non si possono non menzionare la battaglia di Coruscant e il salvataggio del Cancelliere: oltre all’azione fantastica e ai duelli memorabili con le spada laser memorabili, quest’episodio presenta anche alcune delle più grandi manipolazioni di Sidious.

Anakin e Obi-Wan

La trilogia prequel presenta davvero tanti difetti: uno dei più evidenti è sicuramente quando ci racconta delle avventure di Anakin e Obi-Wan, senza mostrarcele.

Tuttavia, c’è qualcosa nella relazione tra quei due personaggi che è stata in grado di suscitare l’ammirazione dei fan. Si tratta indubbiamente di una delle migliori relazioni maestro/allievo dell’intera saga: vederli crescere prima come amici e poi divenrtare nemici è stato sicuramente esaltante. 

Il ruolo di Padmé

Padmé Amidala è uno dei personaggi della trilogia prequel più ampiamente criticati: secondo i più, la scrittura del personaggio e il suo rapporto con Anakin sono alcuni degli aspetti più deboli dell’intera trilogia.

Tuttavia, la storia di Padmé lontana da Anakin è in realtà decisamente interessante, dal momento che si tratta dell’unico personaggio che intralcia continuamente i piani di Palpatine, costringendolo ad adattarsi. Il modo in cui protegge la sua gente e in seguito la Galassia è davvero eccellente, e in questo senso migliora solo con il passare degli anni e il flusso di avvenimenti.

L’eccessiva sicurezza degli Jedi

Vedere i Jedi apparentemente al loro apice è stata una delle cose più eccitanti della trilogia prequel, ma durante i film diventa presto chiaro che non si trovano propriamente in quella condizione: in realtà, sono alquanto problematici.

Ci sarebbero davvero tante cose da dire sull’Ordine e sul Consiglio in relazione ai loro atteggiamenti, alle loro convinzioni e al modo in cui agiscono. Fatta eccezione per un paio di Jedi come Qui-Gon e Yoda, la maggior parte è fin troppo sicura di sé, ed è proprio questo a decretare la loro caduta. Mace Windu e la sua arroganza, così come il suo estremo e ironico attaccamento al Codice Jedi, offrono un ottimo esempio in tal senso.

La caccia di Darth Maul

Se c’è una cosa su cui tutti i fan possono essere d’accordo in merito alla trilogia prequel, è che la scena sulle note di “Duel of the Fates” è la parte migliore de La minaccia fantasma.

Nonostante i dialoghi estremamente limitati, Maul è un punto culminante e altrettanto costante nel film. Incarna ciò che molti fan immaginano che sia un Signore dei Sith, e dal suo primo incontro con Qui-Gon, fino alla sua caccia a Qui-Gon e Obi-Wan e al duello finale, è davvero un personaggio incredibile.

Ordine 66

Ci sono una varietà di momenti strazianti nella saga degli Skywalker, ma ce ne sono pochi, se non nessuno, che sono paragonabili in termini di emozione a quello in cui l’Ordine 66 viene liberato.

Quando Sidious dà l’Ordine a Cody, e i fan continuano a guardare gli amati Jedi come Plo Koon, Aayla Secura e Obi-Wan essere presi di mira dai loro battaglioni: è un momento davvero difficile da guardare, e il momento è reso ancora più drammatico dalla marcia di Anakin sul Tempio Jedi.

I piani di Palpatine

Parlando dei piani di Sidious, i fan ne hanno potuto ammirare l’evoluzione in tutti e tre i film della trilogia prequel, e questo ha contribuito a consolidare l’eredità del personaggio in termini di eccezionale cattivo.

Il modo in cui Palpatine manipola Anakin in ogni film, oltre al modo in cui manovra politicamente e plasma la natura del Senato Galattico e delle Guerre dei Cloni attorno ai suoi piani, è davvero magistrale.

La caduta di Anakin, la nascita di Vader

Le manipolazioni di Sidious non sono l’unico fattore nella tragica caduta di Anakin Skywalker e durante la trilogia i fan hanno intravisto molte delle ragioni che lo spezzano sia emotivamente sia mentalmente.

Anche se molti fan credono che la caduta di Anakin non sia stata sviluppata e approfondita abbastanza, c’è comunque diverso materiale che ha contribuito a renderla una grande storia nel complesso. Anakin che diventa Darth Vader, massacra giovani, combatte suo fratello e tradisce la luce dentro di lui a favore dell’oscurità, è il momento clou nonché la storia centrale della trilogia.

Diabolik: il primo character poster di Luca Marinelli

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Diabolik: il primo character poster di Luca Marinelli

È stato distribuito il primo Character Poster del film Diabolik, che svela il volto del Re del Terrore interpretato da Luca Marinelli. Nel cast Miriam Leone, nei panni dell’affascinante Eva Kant, Valerio Mastandrea, nel ruolo di Ginko, Alessandro RoiaSerena Rossi e Claudia Gerini.

Il film, adattamento cinematografico delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti bros., scritto da Michelangelo La Neve e Manetti bros., che hanno firmato anche il soggetto insieme a Mario Gomboli.

DIABOLIK è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Carlo Macchitella e Manetti bros., in associazione con Astorina, con il sostegno di Emilia – Romagna Film CommissionFriuli Venezia Giulia Film CommissionFilm Commission Vallee D’Aoste.

Il film uscirà nelle sale italiane il 31 dicembre 2020 distribuito da 01 Distribution.

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